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Per corpo rigido si intende un corpo solido, esteso e indeformabile. Il corpo rigido è un
oggetto che non si può deformare qualunque siano le forze applicate su di esso.
Il corpo rigido è un oggetto ideale poiché non esistono nella realtà oggetti assolutamente
indeformabili: anche il diamante, la più dura delle sostanze, si può comprimere o rompere.
Molti oggetti, anche di uso quotidiano, si possono però approssimare abbastanza bene a
corpi rigidi. L’astrazione del corpo rigido è molto utile poiché semplifica notevolmente i
problemi.
Un punto materiale, può solo traslare, cioè cambiare di posizione; invece un corpo rigido,
oltre a traslare, può invece anche ruotare. Quindi i movimenti a cui può essere soggetto un
corpo rigido sono la traslazione, la rotazione e la roto-traslazione.
Classificazione dell’equilibrio
L’equilibrio può essere di tre tipi: stabile, instabile e indifferente.
Equilibrio stabile
Una posizione è di equilibrio è stabile quando, spostando leggermente l’oggetto da tale
posizione di equilibrio, esso tende a ritornarvi. Una semisfera appoggiata su un tavolo è in
equilibrio stabile, poiché, se pure spostata di poco, ritorna nella posizione iniziale. Anche
un quadro appeso alla parete, con il baricentro posto sulla verticale del chiodo, in basso, è
in equilibrio stabile.
Equilibrio instabile
L’equilibrio è instabile quando, spostando anche di pochissimo l’oggetto dalla posizione di
equilibrio, esso si allontana definitivamente da essa, per portarsi in una diversa posizione
di equilibrio. Un cono appoggiato su un tavolo con la punta in basso è in equilibrio
instabile, poiché, se pure spostato di pochissimo, crolla a terra. Un quadro appeso alla
parete, a testa in giù, con il baricentro posto sulla verticale del chiodo, ma in alto, è in
equilibrio instabile: anche se con un po’ di fatica si riesce a metterlo in tale posizione,
basterà un piccolissimo spostamento per riportarlo giù, nella posizione di equilibrio
stabile.
Equilibrio indifferente
L’equilibrio è indifferente quando, spostando l’oggetto dalla posizione di equilibrio, esso
non tende né a ritornare nella posizione di partenza, né a portarsi verso un’altra situazione
di equilibrio, ma mantiene la nuova posizione. Una sfera appoggiata su un tavolo è in
equilibrio indifferente poiché essa, spostata dalla posizione iniziale, resta
permanentemente nella nuova posizione. Analogamente un quadro appeso nel suo
baricentro è in equilibrio indifferente, poiché esso mantiene qualunque inclinazione
assegnata.
Le Leve
Moltissime attività dell’uomo si basano sull’uso di strumenti che permettono di sollevare,
spostare o tagliare oggetti, anche grandi e pesanti, con poco sforzo. In fisica questi
strumenti vengono chiamati Macchine.
Una Macchina è un qualsiasi dispositivo adatto a vincere una forza, detta Resistenza, con
la forza attiva dell’uomo, cioè la forza muscolare, detta Potenza.
Le macchine semplici sono chiamate così perché non si possono scomporre in macchine
ancora più elementari. Altre macchine, infatti, si possono considerare combinazioni di più
macchine semplici. Esse potenziano enormemente la forza muscolare.
Le macchine più importanti che hanno facilitato nei secoli il lavoro dell'uomo e dalle quali
sono derivati poi tutti i più sofisticati meccanismi sono: la Vite, la Leva e il Piano inclinato.
Il principio di funzionamento della leva meccanica era noto già agli antichi (Archimede,
secolo IV-III a.c.).
La leva si può schematizzare come una "macchina semplice” che consente spesso (leve
vantaggiose) di equilibrare una forza di maggiore intensità con una di minore intensità cioè
trasformano il movimento.
La Leva è un’asta rigida che può girare intorno a un punto fisso detto Fulcro, su di essa
agiscono due forze contrapposte: ad una estremità dell’asta si applica la forza che deve
essere vinta,Resistenza(R) e, all’altra estremità, la forza adatta a vincere la
resistenza,Potenza(P).
La distanza della resistenza dal fulcro si chiama braccio della resistenza(br) e la distanza
della potenza dal fulcro si chiama braccio della potenza(bp)
La condizione di equilibrio si ottiene quando la potenza per il suo braccio è uguale alla
resistenza per il suo braccio:
P.bp = R.br,che si può scrivere anche:
P : R = br : bp
Le leve si distinguono in:
·Vantaggiose, dove la forza applicata è minore alla forza da vincere;
·Svantaggiose, nel caso in cui la forza richiesta per vincere la resistenza è maggiore;
·Indifferenti, quando la forza applicata è uguale alla resistenza.
In base alla posizione del fulcro e dei bracci le leve si distinguono in:
·Leve di primo genere, dove il fulcro si trova tra le due forze e se il fulcro è più vicino al
punto di applicazione della resistenza, la leva è vantaggiosa se è più vicino al punto di
applicazione della forza attiva la leva è svantaggiosa, se infine è a metà dell’asta la
leva è indifferente. Sono leve di 1° genere le pinze, le forbici o l’apribottiglie.
·Leve di secondo genere; nel caso in cui la resistenza si colloca tra fulcro e potenza e
sono vantaggiose, esempio schiaccianoci, remi di una barca.
·Leve di terzo genere, quando la forza applicata si trova al centro tra fulcro e
resistenza e pertanto qualunque leva di 3° genere è svantaggiosa, esempio le pinzette
sono sempre svantaggiose.