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IDENTITÀ E FONDAMENTI

DELLA PEDAGOGIA
SPECIALE

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PEDAGOGIA SPECIALE - DEFINIZIONE

Scienza preposta allo studio delle modalità


più idonee a vincere le resistenze alla
riduzione di asimmetria tra l’essere e il
poter-dover essere delle singole personalità
in situazione di disagio, sia esso derivante
da un deficit fisico, sensoriale o psichico, sia
da deprivazione socio-culturale

Franco Larocca, Nei frammenti l’intero. Una pedagogia per la disabilità,


Angeli, Milano, 1999, p. 133

 M. Pertica
 M. Gelati

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LA NASCITA DELLA PEDAGOGIA SPECIALE

 La pedagogia speciale
 è una disciplina recente (con riferimento all’handicap)
 è una disciplina antica (con riferimento all’educabilità)

 Linee di sviluppo iniziali (i medici pedagogisti: Itard,


Decroly, Montessori. …)
 L’educabilità del “diverso” quando?

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IL RAGAZZO SELVAGGIO - 1

 Verso la fine del XVIII secolo, nell'Aveyron in Francia, correva voce


che un essere selvaggio girovagasse nel bosco …

 Il famoso ed esperto psichiatra Philippe Pinel mise a tacere le voci


discordi che si erano levate sul suo conto: il selvaggio era un ritardato
mentale che differiva dalle piante solo perché si muoveva e gridava.
La diagnosi era autorevole e non lasciava spazio a repliche …

 A Jean-Marc-Gaspard Itard non sembrava affatto ritardato. Nel suo


modo di essere, anche se fissava il vuoto e si dondolava
ossessivamente, c'era qualcosa che sembrava nascondere
un'intelligenza latente in attesa di esprimersi …

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IL RAGAZZO SELVAGGIO - 2

 Itard pianificò i suoi obiettivi: 1) interessare il ragazzo alla vita sociale; 2)


risvegliare la sua sensibilità nervosa; 3) migliorare la sua fantasia; 4)
insegnargli a parlare attraverso l'imitazione; 5) farlo esercitare nelle operazioni
più semplici per poi allargargli i processi mentali.

 Itard tentò regalandogli dei giocattoli, ma l'idea non ebbe successo … Itard,
allora, riprovò cambiando tipo di stimoli, ma il risultato fu identico. Non
riuscendo ad ottenere dei segnali di risveglio emozionale dal suo giovane
paziente, il dottor Itard tentò di fargli dire qualche parola …

 Forse era giunto il momento di smuoverlo cambiando atteggiamento: se


Victor non aveva intenzione di mostrare le sue capacità con le buone
l'avrebbe fatto con le cattive …

 Dopo 5 lunghi anni di duro lavoro senza risultati il dottore divenne sempre più
irascibile, perse spesso la pazienza, sfiorò persino la crudeltà e nel 1806
prese l'unica decisione possibile: rinunciò …

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LE TENTAZIONI

Chi si occupa dal punto di vista educativo di handicap soggiace a due tipi di tentazioni
tra loro opposte:

 la tentazione dell’onnipotenza, quasi che il deficit non costituisca in ogni caso


un limite proprio alla realtà umana e che l’handicap come manifestazione del
limite al poter essere e come resistenza al dover essere non abbia una ragion
d’essere per quanto oscura e insondabile. Costoro si accaniscono contro il
male per debellarlo in ogni modo, non accettandolo. L’illusione offerta da
alcuni casi di riuscito intervento educativo li predispone ad impegni talora
titanici, cui seguono le immancabili delusioni;

 la tentazione depressiva sorprende invece coloro che faticano a vedere il


deficit come indicatore di ulteriorità esistenziali e l’handicap come segno di
potenzialità latenti.

F. Larocca, Nei frammenti l’intero. Una pedagogia per la disabilità, Angeli, Milano, 2001,
pp. 77-78

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L’ESPRIT DE FINESSE

 V’è un approccio che per intanto chiamo intuizionistico-sapienziale, secondo il


quale l’intervenire richiede sia un sapere che un saper essere, in cui diviene
naturale, nel cogliere il nesso tra causa ed effetti, non esimersi dal cambiar
punto di vista per cogliere nessi più profondi e diversi o, quanto meno, ulteriori,
in cui l’attenersi alle regole prestabilite va sempre operato con molta attenzione
interpretativa della singolarità del caso e della situazione.

 In quest’ottica la struttura profonda del processo educativo, anche se


conosciuta, è interpretata sempre tenendo conto di quanto vi è di
“imponderabile” in ogni relazione umana …

 Sapienza intuitiva, “esprit de finesse” o ancora meglio saggezza … che diviene


la qualità indispensabile dell’educatore

F. Larocca, Nei frammenti l’intero. Una pedagogia per la disabilità, Angeli, Milano, 2001, p. 78

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VICTOR, UNA STORIA CHE PROSEGUE

 Pregiudizi, atteggiamenti, mentalità


 Gli effetti dell’isolamento
 Presunto primato della medicina e necessità di un approccio
integrato
 Il problema dell’interpretazione anche in campo diagnostico
 Riconoscimento dell’educabilità e doppia fiducia
 Intenzionalità educativa e pianificazione
 Stile sperimentale, verifica, flessibilità
 Rinuncia o accanimento (confronto tra sistemi educativi: Itard e
M.me Guerin)

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