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CAP.1 NORMALITÀ E PATOLOGIA
Nell’afrontare la tematca dell’inclusione ci troviamo di fronte a due ateggiament oppost possibili: il rifiuto e l’iperprotezione.
Sia l’ateggiamento rifiutante che quello iperproteevo cristallizzano la persona malata o disabile nel suo problema, identficandolo
con esso e contribuendo a fissare la sua immagine come inadeguata.
Il contato con una persona malata genera inevitabilmente paure e angoscie. Non possiamo essere osservatori distaccat e neutri,
pensare un soggeto malato o disabile senza accetare o comprendere i nostri sentment di paura, le angosce oppure le emozioni
positve.
Poiché non è possibile conoscere una persona senza prima conoscere noi stessi, la capacità empatca richiede prima di tuto quella
introspeeva.
Ogni persona, medico , insegnante o educatore al quale sia afdato un disabile o una persona con problemi, deve pensare che
prima di tuto è egli stesso una persona, con la propria storia e le proprie peculiarità e che questo contribuisce notevolmente nel
comprendere chi gli è stato afdato. Importante è inoltre il confronto tra specialist di diversi, fra docent diversi e fra operatori
diversi( scolastci e terrotoriali).
CAP.2 SVILUPPO, DIAGNOSI E RETI DI CURA
Cos’è lo sviluppo.
sviluppo= percorso di progressiva trasformazione indispensabile per acquisire, in un lasso di tempo più o meno lungo, tute le
carateristche funzionali tpiche della propria specie. Esso termina quando l’organismo ha raggiunto l’autonomia necessaria alla
propria sopravvivenza, è in grado di difendersi dalle insidie, procacciarsi del cibo e riprodursi al fine della contnuazione della
specie.
Ogni essere umano nasce immaturo e questa sua immaturità lo porta a percorrere un processo di sviluppo, che nel caso dell’uomo
risulta essere davvero molto lungo se paragonato a quello di altre specie.
Il lento sviluppo dell’uomo è guidato e sostenuto dall’interazione con altri umani in funzione di un apprendimento: noi infae
nasciamo da qualcuno, che sin dai primi mesi interagisce con noi ofrendoci i primi codici di comunicazione e i primi modelli.
L’emergere della capacità umane risulta infae legata ad una mediazione culturale e dalla disponibilità di cert modelli ambientali.
Senza modelli, pratche educatve e sollecitazioni varie non potrebbero esserci le varie tappe dello sviluppo umano.
Ciò è provato dal fato che la carenza sul piano dello scambio relazione porta a alterazioni dello sviluppo neuropsichico,
danneggiando capacità sia comunicatvo-relazionali che motorie e cognitve.
quindi lo sviluppo umano è innescato da component biologiche innate + contesto socio-relazionale.
Alla base dello sviluppo di tute le nostre capacità sta il sistema nervoso centrale.
Il SNC è formato da cellule (così come il ns orgnismo) = neuroni, che presentano vari gradi di complessità struturale:
- 1° grado di complessità è nella strutura stessa del neurone: è formato da un corpo centrale= soma + prolungamento a distanza=
assone e prolungament + brevi e ramificat=dendriti. Con i suoi prolungament ogni neurone entra in contato con altri neuroni
atraverso zone di contato= sinapsi.
-2° livello di complessità = numero di connessione che i neuroni stabiliscono ( 100 miliardi di connessioni ) -3° livello di complessità=
architetura del snc: le connessioni tra cellule nervose seguono una precisa organizzazione.
-4° livello di complessità = capacità del snc di entrare in relazione con altri individui (conceto di mente)
-5° livello di complessità = insieme delle relazioni sociali, che creano gruppi dotat di proprietà nuove rispeto alla carateristche
dei singoli individui.
La costruzione di funzioni adaeve da parte dell’essere umano non è un percorso cieco , ma dipende da partcolari esigenze che si
presentano in un determinato momento dello sviluppo.
Il bambino quindi non inizia a camminare, per esempio, perché obbligato per dotazione genetca , ma perché, sollecitato da adult
di riferimento, si rende conto che il cammino gli permete una diversa modalità di spostamento e quindi di conquista dello spazio
ambientale.
- quante e quali sono le funzioni adaevev Innanzituto bisogna dire che è piu correto parlare di ‘’sistemi di funzionali’’.
Ogni sistema funzionale è correlato con tue gli altri e concorre in modo variabile al raggiungimento degli scopi dell’individuo.
Possiamo distnguere i seguent macrosistemi funzionali: sensoriale visivo, sensoriale uditvo, motorio, cognitvo, comunicatvoo
linguistco e afetvo relazionale. Ognuno di essi poi ha dei sotosistemi : es le funzioni motorie incorporano il camminare ecc…
Dopo la diagnosi inizia quella fase di follow-up , cioè presa in carico sul piano dei controlli , e l’eventuale terapia. Molto spesso la
paura di perdere tempo, che è legata all’incapacità di un medico di ipotzzare un decorso certo, porta ad una riabilitazione
meccanica, intrusiva e intensiva, che però non è la scelta giusta.
Percorso di cura
Nei primi mesi di vita di un bambino la terapia più efcace è prima di tuto quella di porre atenzione al contesto familiare e
ambientale e fare in modo che esso si adae il più possibile al bambino e di selezionare gli stmoli piu giust per lui.
Già dal momento della diagnosi, la presa in carico è afdata ad un team multdisciplinare, che in fase di cura deve cercare di agire
in modo integrato, in un’oeca di complementarietà e di energia nonostante i loro ruoli diversi. Viene elaborato un progeto
terapeutco riabilitatvo individualizzato, nel quale si individuano figure diverse:
- il clinical manager= responsabile clinico che stla il progeto , ne supervisiona l’atuazione e ne garantsce l’esatezza in ogni sua
fase.
- case manager= responsabile del caso specie di tutor.
Non deve mai cessare un pensiero atvo da parte dell’equipe nei confront del bambino e della sua famiglia.
Un progeto che sia ben fato deve ricevere l’apporto di una conoscenza distributva da parte di tuta l’equipe.
Qualunque progeto deve essere scrito e condiviso dai genitori o dall’adolescente.
Il progeto individuale deve tenere di conto dei bisogni del soggeto e delle sue preferenze e dei fatori legat al contesto
ambientale e sociale in cui lui vive.
Per quanto riguarda l’impiego di risorse pubbliche , l’accesso alla prestazioni riabilitatve si basa su una serie di criteri quali:
accessibilità , tempestvità contnuità e appropriatezza.
La presa in carico di un bambino con disturbi dello sviluppo è afdata ad una rete coordinata di servizi alla persona, fata da nodi
interconnessi tra di loro tramite canali di comunicazione che ne permetono lo scambio di informazioni. Ogni nodo è autonomo ma
deve comunque scambiare in modo costante i dat con altri nodi.
I vari soggee in campo nella presa in carico , quindi famiglia, ospedale, operatori sociali, scuola e ent locali, devono non solo
comunicare , ma anche farlo nel modo giusto.
Ognuno di essi deve meter a disposizione la propria sensibilità , esperienza e competenza , rispetando quella degli altri ( conceto
di pari dignità).
Rispeto all’esito degli intervent, dobbiamo ricordare che il sistema di assistenza a bambini e adolescent con problemi di sviluppo
non è un’industria di servizi, anche se spesso finisce per essere preso come tale.
Servendosi del sistema di classificazione dell’ ICFoCY ( internal classifcation of fuanctioning children and youath) si deve distnguere tra
un qualificatore di performance, che descrive le aevità che l’individuo è efeevamente in gradi di fare e uno qualificatore di
capacità, che descriva le abilità potenziali dell’individuo. Ciò permete di superare la semplice osservazione del soggeto , per
sollecitare invece gli operatori ad una verifica concreta delle potenzialità dell’individuo.
Come è composta la rete di cura che prende in carico il soggeto con problemi di sviluppov
1. Famiglia : essere genitori già di per se comporta dei notevoli cambiament in quanto presuppone nuove funzioni che generano
ansia e incertezza, e porta ad un crisi che richiede all’individuo una revisione del proprio sé. Se a ciò aggiungiamo una diagnosi di
disturbo dello sviluppo del proprio figlio, si ha una rotura dell’organizzazione familiare raggiunta accompagnata da un forte senso
di fallimento e di disperazione.
Obieevo della cura quindi deve essere quello di sosttuire il senso di impotenza e di isolamento della coppia dei genitori con una
nuova identtà familiare. Ciò si realizza con un alleanza che l’equipe deve cercare di creare con i genitori. La rete dei servizi
dell’infanzia dovrebbe infae essere ‘’ familiy centered’’ ed è opportuno che gli operatori mantengano in ogni fase il rispeto delle
famiglie, mantenendone la dignità e le scelte e coinvolgendoli aevamente.
Le informazioni inoltre dovrebbero essere realmente condivise con la famiglia ( diverso dal consenso informato, che è un'altra
cosa). Ciò chiaramente non significa che la famiglia ha sempre ragione, ma ci deve ricordare che nella rete di cura la collaborazione
aeva da parte della famiglia è fondamentale.
2. I servizi ospedalieri di neuropsichiatria infantle : essi sono caraterizzat da un approccio clinico integrato notevolmente dalla
ricerca scientfica, al fine di garantre ai pazient l’accesso a sistemi diagnostci e a tratament più aggiornat.
3. I servizi territoriali : svolgono aevità di diagnosi, cura e riabilitazione . SI interfacciano con scuole , in collaborazione con il
servizio sociale, per l’inserimento scolastco e per gli intervent da fare su bambini con disabilità certficata. Efetuano inoltre
consulenza per i soggee ricoverat negli ospedali di zona .
I servizi territoriali si basano su un modello secondo cui i pazient con grave complessità vengono mandat in centri di alta
specializzazione.
4. Per quanto riguarda la scuola, essa ha un ruolo fondamentale. La normatva italiana prevede che ogni scuola pubblica o provata
garantsca la presenza di un insegnante di sostengo per un alunno con certficazione di disabilità. A questa figura spesso si
afancano altre figure come operatori professionali o assistent. Tutavia questo ruolo è ancora oggi marginalizzato e spesso svolto
per ripiego.
è comunque importante anche che i docent curriculari ( non di sostegno) collaborino al processo di apprendimento e alla
possibilità di socializzare dei bambini con disabilità.
Per quanto riguarda i compagni di classe, è possibile, a partre dagli ultmi anni di scuola primaria, dare un ruolo di tutoraggio per
facilitare l’inclusione e la socializzazione.
Oggi si parla per lo più di ‘buaone prassi’. Un modo per verificare la presenza nelle scuole di buone prassi è quella di porsi una serie
di domande per vedere se sono stat rispetat i passaggi critci del processo .
Primo elemento da verificare è la documentazione.
altro elemento è l’incontro tra operatori socio-sanitari, insegnant e genitori, incontro che non deve assumere la forma di uno
scontro , ma piutosto quello di una serena collaborazione.
altro elemento è la creazione di un ambiente-classe favorevole.
Presenza di un insegnante di sostegno debitamente formato.
Nei confront della famiglia del bambino gli insegnant dovrebbero cercare di gestre ansia e preoccupazioni con dei periodi
colloqui.5. Per quanto riguarda questo quadro di servizi , sempre di più le ret private si cercano di insinuare , competendo con le
struture pubbliche per otenere dalle regioni maggiori spazi e convenzioni.
Tutavia ci sono dei compit che il sistema privato non è in grado di svolgere ( es prevenzione, gestoni gravi disabilità,
coordinamento tra servizi specialistci) non si deve negare al privato un ruolo di sussidiarietà, ma è necessario che venga
mantenuto dal servizio pubblico un controllo su cose il privato può e non può fare.
6. Il terzo setore collabora spesso con il sistema pubblico e spesso fornisce delle esperienze significatve: pensiamo per esempio
alle associazioni di genitori che fanno riferimento ad una partcolare disabilità.
Negli ultmi anni si è assistto ad un aumento degli accessi al servizio di cura specializzato e dei casi
che invece restano al servizio territoriale.
In aumento risultano anche i casi di disturbi comportamentali e le difcoltà di atenzione.
Sono aumentate infine, a causa delle sollecitazioni da parte degli insegnant, le richiest di diagnosi di disturbi come difcoltà di
apprendimento .
CAP.3 LA DISABILITà INTELLETTIVA E LA RELAZIONE DI CURA
Per quanto ogni soggeto afeto da una disabilità intelleeva sia diverso dall’altro e abbia una propria personalità, una propria
storia e contesto che ne rendono diverse la prognosi e la qualità di vita, ci sono comunque dei trat comuni in persone che
presentano disabilità a livello dell’intelleto:
- sentmento depressivo : tendenza a svalorizzare se stessi e le proprie competenze.
- rigidità, che fa apparire i soggee come disorientat.
I soggee in età di sviluppo con disturbi dell’intelligenza possono presentare alterazioni della personalità, disturbi dell’atenzione,
stereotpie , perseverazioni, ritardi nel linguaggio verbale, comportament regressivi , ansiosi o aggressivi o addiritura
autolesionist.
I disturbi di apprendimento sono quasi sempre present e riguardano tute le abilità: letura, scritura e matematca.
Alcune problematche di tpo relazionale possono essere riscontrate già in fase transizionale dell’elaborazione della realtà.
Già a partre dagli studi di piaget il conceto di intelligenza si è notevolemente modificato: essa non è ascrita a dei valori assolut,
ma viene considerata la funzione adaeva dell’Io all’ambiente.
La concezione piagiana dell’intelligenza permete di concepire il sapere come incontro con saperi di soggee diversi e con il mondo
quindi come un qualcosa che scaturisce da un processo creatvo e non presistente al soggeto.
Secondo piaget l’apprendimento intelligente si basa sul dialogare di due moviment mentali contrappost: assimilazione e
accomodamento. Alla nascita prevale il primo.
L’accomodamento, cioè l’avvicinarsi sa parte del soggeto alla realtà e addatarvisi, acquista sempre maggior importanza a mano a
mano che il bambino conquista la propria autonomia a partre dallo svezzamento.
Per piaget gli stadi di sviluppo dell’intelligenza sono cinque e vanno da quaello senso-motorio a quaello ipotetico-deduatvo, che
caraterizza l’intelligenza formale e astrata. Lo stadio senso motorio comprende i primi due anni di vita ed è caraterizzato da varie
conquiste cognitve che hanno un proprio riverbero nell’ambito afeevo.
La piu importante di queste competenze è la permanenza dell’oggeto, cioè la consapevolezza che l’oggeto esiste anche quando
non viene percepito. La permanenza afetva del soggeto è qualcosa di ancora più profondo rispeto a quella cognitva ed è quindi
piu tardiva.
Ognuno degli stadi di acquisizione dell’intelligenza si snoda atorno ad una conquista che segna un salto di qualità dell’autonomia
del bambino.
essendo quindi la componente afetva e quella cognitva stretamente legate è importante, sopratuto in caso di bambino con
disabilità intelleeve, rifetere intrinsecamente gli apport delle due discipline che studiano quest aspee:la psicoanalisi e
l’epistemologia genetca.
Oltre a Piaget, uno grande studioso del conceto di intelligenza è stato Gardner.
Egli ha artcolato l’intelligenza in molteplici forme, considerando ciascuna di esse in modo complesso e interdisciplinare.
Tra le forme di intelligenza di cui parla Gadner, quelle piu coinvolte in disabilità di tpo intelleevo sono:
- intelligenza linguistca non solo competenza lessicale e morfo-sintaeca ma anche capacità di
selezionare e correlare parole in funzione adaeva rispeto a specifici contest.
o int. Logicoomatematca riguarda anche la capacità di individuare e stabilire relazioni fra oggee.
Per quanto riguarda l’intelligenza che Gadner definisce ‘musicale’ , essa ha un duplice aspeto emozionale-espressivo e cognitvo.
Utlizzare l’aspeto emozionale espressivo della musica per stmolare la rifessione cognitva in soggee con disabilità risulta quindi
molto utle.
L’intelligenza spaziale non riguarda solo la manipolazione di oggee nello spazio ma anche le immagini mentali degli oggee stessi.
L’intelligenza personale riguarda la capacità di comprendere se stessi e la propria dimensioni psichica , relazionale e sociale.
L’intelligenza emozionale comprende, oltre agli aspee sopracitat, anche la capacità di controllare desideri e impulsi e tradurli in
esperienze creatve o espressive.
L’intelligenza formale si trova già formata in età adolescenziale e con il tempo tende a deteriorarsi. Quella emozionale invece con il
tempo si arricchisce e migliora.
Gardner ribadisce come l’intelligenza non sia un elemento unitario, misurabile con un numero, l’ IQ. Per questo motvo è
importante, sopratuto in soggee con disabilità stmolare tute le forme di intelligenza.
La metacognizione
L’intelligenza si esplica in relazione a contenut esperienziali o concetuali e astrae, ma è definita anche in relazione a aspee
trasversali, tra cui troviamo le competenze metacognitve.
L’espressione ‘competenze metacognitve’ si può intendere come capacità di usare strategie specifche di risoluzione di un
compito selezionando le piu adate in base agli obieevi. Si può però intendere anche l’aevità di discriminazione delle diverse
esperienze mentali e cognitve, la compresione delle modalità di atvazione del pensiero o di perdita di conoscenza.
Nella dimensione di tpo psicoanalitco le ‘competenze metacognitve’ si riferiscono all’atribuzione di valore a sz e agli altri
rispeto alla conoscenza, all’apprendimento e all’intelligenza.
Nell’ambito dell’alterazione delle competenze metacognitve ci possono essere due ateggiament oppost :
- ateggiamento depressivo: svalutazione di se stessi e idealizzazione dell’altro, con atribuzione responsabilità a sé stessi degli
insuccessi.
- ateggiamento maniacale: sopravvalutazione delle proprie competenze e svalutazione di quelle altrui con atribuzione degli
insuccessi a fatori esterni o ad altre persone.
Entrambi gli ateggiament traggono la propria origine dal nucleo famigliare.
In caso di disabilità intelleeva le competenze metacognitve sono molto ridote ma allo stesso tempo sono important perché
costtuiscono il substrato per alimentare l’intelligenza. Tale substrato non si sviluppa spontaneamente nei bambini con disabilità ,
che infae sono caraterizzat da rigidità mentale, riptzione di strategie e incapacità di trasferire le consocenza da un ambito
all’altro.
Nella disabilità intelleeva le problematche legate alla metacognizione possono essere dovute a cause interne ai soggee, come
ansia e ateggiament istronici, cioè tesi a distogliere l’atenzione dell’interlocutore. Fatori esterni invece possono essere legat a
metodi didaeci ed educatvi. È quindi a tal prosito , da parte degli educatori, portare avant un educazione che sia equilibrata fra
gratficazioni e frustrazioni.
Un correto percorso di osservazione e progetazione nell’ambito della disabilità intelleeva deve dare priorità allo stmolo
dell’atenzione e della memoria, che sono le principali funzioni dell’io coinvolte nell’apprendimento. Entrambe sono collocate
nell’ambito delle funzioni cognitve, ma ciò è riduevo poiché esse in realtà rimandano sia a processi di natura emozionale che
afeevo e sono alla base dell’adatamento e della razionalità.
- atenzione= facoltà polivalente che comprende vari processi. 3 tpologie principali:
1. Atenzione seletva= capacità di silenziare l’innumerevole quanttà di stmoli per prestare atenzione solo a quelli che decidiamo
di comprendere in modo approfondita.
2. Atenzione sostenuta= durata della concentrazione in relazione ad un oggeto o fenomeno.
3. Atenzione suddivisa= capacità di prestare atenzione a più stmoli simultanei.
Ci sono degli element che migliorano l’atenzione e primo fra tue è la motvazione . Dal momento in cui l’atenzione cala
progressivamente è necessario metere in ato delle strategie che la risollevino, spezzando la situazione con qualcosa che elimini
l’ansia accumulata ( es. batuta).--- sia in caso di disabilità che non.
- memoria = si realizza nelle due esperienze di archiviare i ricordi e reperire quelli che servono in un certo momento.
Può essere di caratere rifessivo o afetvo-emozionale . Questo secondo tpo comprende anche ricordi arcaici non più consapevoli
precedent al terzo anno di vita. Si trata di fash legat a ricetori di contato.
1.è importante operare una distnzione fra memoria a lungo termine e a breve termine : in caso di disabilità sono alterate
entrambe.
2. Altra distnzione che occorre fare è quella tra memoria di lavoro e memoria narratva : la prima è veloce, immediata e legata a
situazioni recent. La seconda riguarda tuta la vita del soggeto.
3. Classificazione in base al canale: memoria di tpo visivo, uditvo, o legata a olfato/ tato e gusto.
In caso di soggee con disabilità è necessario distnguere tra difcoltà nell’archiviare i dat o nel reperirli.
Molt soggee con disabilità si comportano come se la memoria fosse un contenitore innato, in dotazione dalla nascita, per cui non
si impegnano nell’incrementarlo o migliorarla.
CAP. 4 I DISTUBRI DELLLO SVILUPPO MOTORIO
STUDIO DEL NEONATO: oggi lo studio del neonato si avvale della metodica dei General Movements. I GM sono dei moviment
globali, complessi variabili e fuidi. Perché sia possibile osservarli ci deve essere un ambiente riscaldato, illuminato , silenzioso e
senza interferenze esterne.
Lo studio della motricità del neonato e di come quest reagisce alla sensazione di gravità e di vuoto consentono al medico di
valutare l’integrità delle struture del SNC.
Alcuni segni di rischio che indicano un’alterazione delle struture del SNC sono:
- ipocinesia( ridoto movimento)
- ipotonia (riduzione del tono muscolare)
- iperestensione dell’asse corporeo
- rigidità art inferiori
- tremori
- sussult
-asimmetrie di movimento
DISTURBI LIEVI:
le forme di anomalia dello sviluppo di tpo lieve non impediscono l’utlizzo della funzione motoria, ma lo rendono non oemale
,sopratuto per aevità che richiedono velocità e precisione.
Tra quest disturbi abbiamo:
- l’impaccio motorio: disturbo del controllo dei moviment volontari , che si manifestà con rigidità delle posture, lentezza esecutva
e scarsa fuidità. Non è compromesso l’apprendimento di sequenze motorie..
si trata di una carateristca funzionale che si mantene anche in età adulta.
- diprassia : alterazione delle funzioni superiori che permetono all’individuo di organizzare corretamente e in modo autonomo le
sequenze motorie di un movimento finalizzato ad uno scopo.
- tc : si trata di moviment involontari, ripettvi che peggiorano con l’emozione. Compaiono di solito intorno ai 6-7 anni e possono
evolvere in una scomparsa spontanea oppure permanere anche in età adulta.
-instabilità psicomotoria: difcoltà nell’interiorizzare le regole di comportamento oppure nel concentrarsi su un’aevità finalizzata.
DISTURBI GRAVI: si dividono in due tpologie : paralisi cerebrali infantli e distrofia muscolare.
La paralisi cerebrale quindi non è una paralisi del movimento, infae alcuni bambini mostrano un eccesso di aevità muscolare. Non
è nemmeno un semplice ritardo motorio, perché alcuni bambini seguono le normali tappe dello sviluppo. Non è una difcoltà nel
movimento, perché gli schemi motori sono costantemente alterat.
Capire cosa non è la paralisi cerebrale è importante per definire il percorso di riabilitazione.
la rincorsa afannosa verso la normalità sia estetca che funzionale , si traduce spesso sia per il bambino che per i genitori in un
processo infinito ed estenuante. Il progeto riabilitatvo deve essere individualizzato, è il bambino che deve essere tratato e non la
malaea, al fine di modificare almeno in parte alcune sue manifestazioni cliniche.
Il piano di riabiliatazione deve essere ben pensato e monitorato al fine di evitare schemi rigidi non in sintonia con il bambino.
Il gruppo di lavoro deve essere formato da un personale aduguatamente formato, in giusto numero e che operi in modo
interprofessionale e in sinergia con la famiglia e le struture sociali.
La famiglia deve essere coinvolta aevamente, deve avere un sostegno psicologico e là dove sia necessario anche economico.
Lo scopo è quello di accompagnare il bambino e la famiglia verso una migliore qualità di vita.
Gli ausili sono parte integrante del processo di cura , anche se spesso sono vist in come segno di malaea e inadeguatezza da parte
di bambini e famiglia.
La scuola e le altre comunità infantli giocano un ruolo molto importante nel processo riabilitatvo e devono insieme agli altri atori
del processo di cura favorire l’integrazione e l’accoglienza.
Anche il volontariato e altre forme di soledarietà sono important.
È importante tenere di conto di un aspeto: atorno al bambino con paralisi cerebrale si afolla una molttudine di persone ognuna
delle quali ha le proprie idee su cosa si debba fare. Tuta questa gente con le proprie idee e le proprie richieste puo finire per
schiacciare il bambino , il quale puo sfogare questa sua insoferenza con aggressività, isolamento o insoferenza.
è quindi opportuno cercare di agire nell’oeca della rete di cura e agire in sinergia e sempre improntat alle esigenze del bambino.
Durante tuta la fase della malaea è sempre necessaria una collaborazione tra le part della rete di cura. È buona prassi inoltre non
ingannare i genitori sull’efcacia delle terapie e che non si insista troppo sugli esit della malaea.
Il decorso della malaea oggi è molto migliorato rispeto al passato grazie a nuovi intervent riabilitatvi e assistenziali e permete ai
soggee malat di raggiungere i 30 e in casi eccezionali anche i 40 anni.
Ad incidere sul decorso della malaea in senso positvo è stato l’utlizzo dei cortcosteroidi che hanno spostato di 2 anni piu avant la
perdita della deambulazione per esempio.
I bambini con distrofia di duchenne parlano poco e usano frasi corte si muovono poco, ma assumono il peso dell’angoscia degli
adult, senza mai resttuirlo. Si perdono nel tentatvo di costruire un sé autonomo.
Le loro famiglie sopportano un carico molto pesante di angoscia , sono costrete a chiudersi al mondo e sono bombardate di
consigli e prescrizioni. Finiscono per diventare piu esperte dei medici.
I medici non si preoccupano di quello che viene dopo la diagnosi, non sanno come rapportarsi alle famiglie e non si rendono conto
che non sempre tute le indicazioni e le richieste possono venire realizzate.
Gli insegnant cercano di avvicinarsi a quest bambini ma in realtà hanno paura.
CAP.5 I DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO
-studi sull’autsmo:
. Hans Asperger descrive 4 bambini con un quadro sindromico caraterizzato per lo più da deficit della comunicazione. Ma il suo
resoconto, come quello di molt altri studiosi del periodo andò nell’oblio per la fine del terzo reich.
. Kanner negli Usa, pubblica negli stessi anni di Asperger un lavoro in cui descrive una condizione simile in undici bambini. La sua
teoria inizia a prendere molto campo e sopratuto prende piede l’ipotesi che il disturbo da lui riscontrato abbia come causa la
freddezza emotva dei genitori.
.vari autori dopo Kanner cercarono di dare una spiegazione ai sintomi del disturbo autstco e questa ricerca disperata di un ordine
darà origine ad una serie di interpretazioni etopatogenetche.
. Fino alla fine degli anni’70 la condizione di autsmo nell’infanzia veniva chiamata, secondo la terminologia inglese, ‘’ schizofrenia
infantle’’ .
A partre dagli anni 80 la denominazione diventa ‘’autsmo infantle’’, collocato all’interno dei ‘’disturbi pervasivi dello sviluppo’’,
nell’ambito dei quali vengono distnt 4 gruppi: 1. Disturbo autstco 2.disturbo disintegratvo dell’infanzia 3. Sindrome di Ret 4.
Sindrome di Asperger.
. Dal 2013 si parla di ‘’disturbo dello spetro autstco’’, collocato fra i disturbi del neurosviluppo.
La sintomatologia viene ridota a due categorie: difcoltà sociale e difcoltà di comuanicazione, necessarie quindi per diagnostcare
la presenza dello sviluppo, e in genere associate a interessi e aevità ripettve.
Novità della definizione:
1. il parlare di ‘’spetro’’ contnuum dimensionale che atraversa la condizione autstca
2. L’inserimento nei disturbi del neuarosviluappo.—- allontanamento da ipotesi psicogene.
.1 nel primo anno di vita le difcoltà di interazione sociale sono dimostrata dalla risposta del bambino nel dialogo corporeo con i
genitori: per esempio se il bambino resta ipotonico oppure se si irrigidisce , se mostra una scarsa espressività mimica sfuggendo allo
sguardo . Altre anomalie sono l’eccessiva reazione a luci e le stereotopie motorie.
.2 nel secondo anno di vita il quadro sintomatologico diventa più evidente: ritardo nel linguaggio, anomalia delle modalità di
comunicazione non verbale , le stereotpie diventano sempre più frequent e c’è difcoltà nell’incrociare lo sguardo degli altri.
. anni successivi—- ricerca da parte del bambino di isolarsi dal contesto relazionale , sia allontanandosi fisicamente, che non
rispondendo al contato verbale e non verbale.
La motricità del bambino autstco può risultare impacciata, il linguaggio verbale è troppo semplificato per la sua età con ripetzione
di termini o frasi appena sentte o sentte i giorni prima. Anche qualora il linguaggio verbale risult correto struturalmente, si
presentano anomalie nella prosodia e nei contenut. Un esempio è l’uso del pronome di 2° o 3°persone per riferirsi a se stessi.
. età scolare se il bambino è stato corretamente preso in carico si possono inziare a riscontrare dei migliorament nelle capacità
comunicatve, anche se contnua ad essere necessaria una costante atenzione da parte del caregiver.
. età adolescenziale ci sono diversi fatori, tpo divario rispeto ai coetanei nell’autonomia e anche nella relazione con gli altri, che
possono portare all’insorgenza di disturbi di tpo depressivo o d’ansia , isolamento o aggressività.
L’evoluzione naturale del disturbo sembra avere un andamento del tpo ‘’ life span’’ ,cioè il disturbo tende ad persistere ma in
forma atenuata, nel corso della vita del soggeto. In età adulta il soggeto autstco riesce ad acquisire autonomia anche se
contnua a mostrare difcoltà nella comunicazione, nella reciprocità sociale e nell’adatarsi al cambiamento.
4 CRITERI DI DIAGNOSI:
1. Presenza di deficit persistent nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale in diversi contest.
4. insieme dei sintomi deve essere tale da rappresentare un limite al funzionamento quotdiano del bambino.
LIVELLI DI GRAVITà:
Per quanto riguarda la gravità del disturbo possono essere riscontrat tre livelli di gravità, che devono essere valutat in rapporto
all’enttà del disturbo della comunicazione sociale e in rapporto alla restrizione e alla ripettvità di azioni e interessi.
Chiaramente il livello di gravità rilevato ha una correlazione con il tpo di carico assistenziale previsto per quel soggeto.
CONDIZIONI ASSOCIATE
-disabilità intelleeva
- difcoltà di linguaggio
-condizioni medico specifiche di tpo metabolico( es diabete) neurologico o infeevo.
La diagnosi di autsmo non esclude inoltre la concomitanza con altri disturbi del neurosviluppo, tpo diprassia, disturbi d’ansia ,
depressione o altro.
-Diagnosi
STRUMENTI DELLA DIAGNOSI:
La diagnosi di autsmo è prevalentemente di natura clinica e non può prescindere da un atenta osservazione del bambino.
Tutavia sono stat messi a punto diversi strument di tpo diagnostco , che possono essere utlizzat per una conferma della
diagnosi e per diferenziare i vari livelli di qualità. Tra quest abbiamo:
- ados = scala semistruturata che si basa sull’osservazione direta del gioco ed è composta da 4 moduli
- adi-r = intervista per i genitori che esplora i sintomi autstci del bambino nell’interazione sociale nella comunicazione e nei
comportament ripettvi.
ados +adi-r = gold standard degli strument diagnostci.
- scala multcomponenziale = per misurare il livello di sviluppo intelleevo del bambino / scala non verbale in caso di assenza o di
gravi anomalie del linguaggio.
È poi necessario che il medico predisponga un esame nuerologico , un esame di genetca molecolare, un RM encefalica e un ECG
per valutare il rischio di episodi convulsivi.
Gli espert raccomandano una diagnosi precoce e ciò perché essa permete di modificare il decorso dei sintomi con una presa in
carico del bambino sin dal primo o secondo anno di vita. Chiaramente più precoce è l’inizio di un intervento, maggiori sono le
possibilità che l’intensità dei sintomi si riduca nel corso del tempo.
e afnchè la diagnosi sia precoce è necessario che in caso di sospeto il bambino sia inviato immediatamente ai servizi per l’infanzia.
PIANIFICAZIONE INTERVENTI:
- intervento inziale può essere struturato nella forma dell’ ‘’equipe di accompagnamento’’, cioè una modalità di presa in carico
che consiste nel conoscere da parte dell’operatore la famiglia, recandosi più volte a casa del paziente.
- poi si prevedono, anche in base alle risorse locali, una serie di intervent che agiscono sul contesto di vita del bambino ( familiare,
scolastco..)
è difcile distnguere tra intervent di tpo riabilitatvo ed educatvo, poiché anche nei processi di tpo riabilitatvo ci sono delle
component educatve e viceversa. È quindi opportuno considerarli sempre gli uni legat agli altri.
In età prescolare si privilegiano interventi volti a sviluappare le capacità di interazione del bambinol le suae abilità sociali e di
comuanicazione espressiva.
Dai 5 anni –> interventi di tipo psico eduacativo e cognitivo comportamentale, volto a sviluppare l’autonomia.
È sempre importante evitare disorganizzazione e imprevedibilità quando ci si relazione con un bambino autstco, perché questo è
causa di instabilità emotva e comportamentale. È quindi sempre bene fornirgli traccia della sequenza di aevità pianificate per la
giornata . I cambiament di routne o dell’ambiente familiare sono molto problematci per il bambino autstco e quindi è necessario
prestare atenzione per ridurli il piu possibile al minimo.
I disturbi fisici o dolori di vario tpo (es. disturbi gastrointestnali), frequent nel bambino autstco, richiedono ulteriore atenzione al
fine di creare un adeguato tratamento sul piano medico.
é importante tenere di conto del fato che, i cambiament evolutvi nella fase della pubertà possono portare ad una perdita degli
equilibri raggiunt a causa di una serie di event di riassestamento fisico e psicologico. Il riconoscimento e la valutazione di tali
processi permete agli operatori e alla famiglia una correta interpretazione di comportament anomali e imprevist.
Possibili aggressioni o abusi rappresentano inoltre aspee molto delicat e spesso non considerat, che richiedono un’atenta
valutazione di segnali inviat dal bambino ma non sempre riconoscibili.
1.2 modello Ted =terapia di scambio e sviluppo si basa sulla possibilità di identficare e analizzare i principali domini
neurofunzionali che risultano alterat nel bambino autstco.
Gli obieevi principali della ted sono quelli di migliorare la qualità visiva e posturale , di accetare la presenza di altre persone , di
aumentare l’iniziatva comunicatva e sociale e nella diminuzione dei comportament-problema.
2,2 esdm = approccio precoce indirizzato ai bambini con disturbo autstco tra i 12 e i 48 mesi, che prevede un programma di
sviluppo dove sono indicate le abilità da insegnare e il set di procedure di insegnamento.
2.3 aba = metodica comportamentale introdota negli anni 80 . SI basa sul principio del rinforzo e usa varie tecniche
comportamentali per consolidare gli apprendiment o per ridurre comportament indesiderat.
Sono previste due o tre sessioni di terapia al giorno.
3.INTERVENTI DI PARENT TRAINING: metodiche struturate per lavorare con i genitori per la riduzione die sintomi autstci
atraverso il miglioramento della comunicazione spontanea bambino-genitore.
4. INTERVENTI DI COMUNICAZIONE AUMENTATIVA E ALTERNATIVA : vasto gruppo di metodiche finalizzate a superare la difcoltà
comunicatva.
5. INTERVENTO LOGOPEDICO finalizzato all’aumento del lessico, alla costruzione della strutura frasale
6. INTERVENTO PSICOMOTORIO necessario dove la motricità e il gesto appaiono condizionat da un deficit della pianificazione ,
dell’organizzazione e del controllo del movimento.
7. INTERVENTI ALTERNATIVI : acquatcità, musicoterapia, pet-therapy possono avere un efeto positvo e aumentare il benessere
psicofisico del soggeto.
8. INTERVENTI FARMACOLOGICI : possono essere utlizzat nel caso di specifiche problematche di comportamento o nel
tratamento di disturbi associat ( ansia o depressione).
Intervent a scuola
In italia tue i bambini con autsmo frequentano la scuola.
Con insegnant debitamente format , le ore di sostegno seemanali hanno un importante ruolo psicoeducatvo. Tutavia afnchè
l’inserimento scolastco si riveli davvero utle è importante che tue gli insegnant, non solo quelli di sostegno , si dimostrino
collaboratvi nei confront dei genitori e con le struture territoriali coinvolte
Per quanto riguarda l’approccio alle aevità in classe, gli insegnant , di sostegno e non, dovrebbero tenere di conto delle esigenze
del bambino, e utlizzare tue gli accorgiment per migliorare l’alunno e ridurre comportament indesiderat.
è importante ancora una volta una precisa programmazione della giornata scolastca al fine di evitare soprese e fuori programma
non gradit dai soggee autstci.
è necessario inoltre dividere i compit in sequenze più semplici , cosicchè il bambino possa portarli a termini con l’aiuto di un
modello visivo o con le istruzioni dell’insegnante.
Ogni volta che si riscontrano delle difcoltà comunicatve è opportuno riversare su immagini per favorire lo scambio relazionale.
è inoltre utle sfrutare il gruppo dei coetanei che possiede anch’esso un importante ruolo terapeutco : infae atraverso
l’esperienza di gruppo , anche in caso di bambini autstci, è possibile aevare la una serie di meccanismi dell’organizzazione psichica
dell’intersoggeevità.
Nel soggeto autstco c’è una radicale negazione delle regole e delle convenzioni condivise, anche quelle piu banali, che ci sembra
di vivere, relazionandoci con esso, di vivere una specie di morte relazionale e ci si sente di conseguenza costree a fare i cont con le
ns debolezze.
osservando un bambino/ragazzo autstco in efee ci viene da rifetere sul conceto stesso di identtà.
Durante i primi tre anni di vita un bambino normale impara a tollerare la distanza dall’altro ma anche a desiderare il ritorno e a
lasciarsi consolare dall’abbraccio. Si trata di un percorso che coinvolge sempre due persone, poiché piu i genitori o chi gli sta
intorno lo incoraggiano , tanto piu il bambino conquisterà autonomia. L’adulto incoraggiante è uun adulto che riesce a identficarsi
con il bambino e che rivive il proprio percorso di separazione mediante il sentmento empatco di conoscenza dell’altro.
Ma come si fa a provare empata e relazionarsi con un bambino che non risponde in modo adeguato a nessuna sollecitazionev
Uno dei motvi forse che ci fa percepire l’autsmo con così tanta inquietudine è si sente il soggeto distante anche ad un livello
comune e naturale, cioè quello degli istnt e della loro soddisfazione.
- Per esempio, per quanto riguarda l’alimentazione, i soggee autstci possono presentare una vasata gamma di disturbi
dell’alimentazione , spesso con restrizioni che appaiono bizzarre.
- anche il sonno appare spesso disturbato e ciò destabilizza molto i genitori.
- il soggeto autstco risulta incomprensibile nella sfera emotva, ed è come se i genitori avessere l’impressione di aver generato un
alieno con il quale non riescono a comunicare.
Il suo umore è imprevedibile e soggeto a cambiament drammatci e repentni.
- nei confront delle figure di riferimento, sopratuto la madre, il comportamento di un bambino autstco si pone come
involontaria disconferma della capacità genitoriali.
La madre non riesce a contenere le crisi del figlio, non riesce a ricevere gratficazioni per le sue cure, e si sente frustata anche nel
suo ruolo di presentazione al bambino degli oggee:
il bambino autstco infae tende ad utlizzare gli oggee non secondo il loro significato, ma se ne appropria in modo idiosincratco e
bizzarro. Per esempio talvolta si siede da qualche parte e disartcola gli oggee smontabili o riduce in striscioline quelli di carta.
- problemi emergono anche nella sfera del linguaggio: La comunicazione risulta molto difcoltosa per un autstco , anche in
relazione al fato che c’è un rifiuto del contato fisico, spesso fondamentale in casi di incomprensione delle parole.
Il soggeto autstco sfarfalla le mani , si muove avant e indietro ( ‘’rocking”) , allo stesso modo di una persona disperata. Non
parla .
Altri invece conquistano il linguaggio e parlano, ma lo fanno in modo bizzarro e incongruo , aumentando o diminuendo
all’improvviso le parole. Altro fenomeno tpico è l’inversione pronominale, cioè il parlare di sé in 3° persona .
le difcoltà comunicatve di un soggeto autstco rende difcile, per un genitore ma non solo, stringere con loro una relazione di
tpo afeevo senza cedere al sentmento di impotenza e di autosvalutazione delle proprie capacità educatve.
quindi è impensabile pensare a un progeto educatvo di un bambino autstco senza incluedere un lavoro su se stessi , di
introspezione e di rifessione , che consenta di riconoscere e accetare i propri limit.
Bisognerà lavorare molto sull’ansia dei risultai, accetando la lentezza dei cambiambent possibili e la limitatezza degli obbieevi
proponibili.
Dovremmo cercare di creare un terreno comune con il soggeto autstco e a questo proposito potrebbe risultare utle la musica.
- a livello scolastco chiaramente emergono delle problematche/ difcoltà : il gruppo in classe può generare ansia a causa dei
contnui cambiament che gli comporta a livello emozionale e di asseto e la grande quanttà di stmoli che riceve.
Una soluzione sarebbe quella di pensare all’interazione in piccoli gruppi , mediat da un adulto, in cui si riuscisse a condividere
alcune aevità , non solo legate alle competenze puramente scolastche.
Il confronto fra pari sarebbe molto importante perché permeterebbe di elaborare maggiormente e in modo migliore le paure e le
frustrazioni legate all’interazione con soggee , come quelli autstci , che hanno difcoltà proprio nell’empatzzare.
STUDI SU AUTISMO:
Dal momento della scoperta di una ve
ra e propria sindrome autstca dell’infanzia, gli studiosi si dividono in due scuole di pensiero,spesso contrapposte per le ipotesi
causali: quella organicistca e quella ambientalista.
La scuola di tpo ambientalista, al di là del problema delle cause, si rivela più feconda rispeto all’altra, per quanto riguarda i
suggeriment interpretatvi in relazione al comportamento autstco e alle reazioni che causa negli interlocutori.
volendo ricordare solo alcuni dei più significatvi contribut allo sviluppo della storia dell’autsmo possiamo ricordare:
1. Sante de Sancts : egli non usa il termine ‘’autsmo’’ , però è il primo ad individuare una sindrome specifica dell’età evolutva a
insorgenza molto precoce , che chiama ‘’ dementia praecoce’’ .
2. kanner: è solo nel 1943 che si inizia a parlare di ‘’autsmo’’ con le ricerche di Kanner.
3. Margaret Mahler individua la causa principale dell’autsmo nella relazione distorta del bambino con la madre . La Mahler
distngue l’autsmo patologico da quello fisiologico, che si ha nei primi mesi, quando il bambino vive in una sorta di utero
metaforico, prolugando le modalità relazionali intrauterine.
Margaret Mahler distngue due tpologie di psicosi infantle: quella uterina e quella simbiotca, legate al processo di separazione-
individuazione.
- la sindrome autstca coincide con l’autsmo individuato da Kanner.
- la sindrome simbiotca invece è legata ad un incapacità del bambino e della madre di rompere la simbiosi fisiologica,
protraendola oltre il necessario , oppure ad una rotura prematura di tpo traumetco di tale simbiosi . La psicosi simbiotca sarebbe
quindi legata a dei problemi di confusione identtaria tra se stessi e gli altri interlocutori e all’insorgere di angoscia e panico in
assenza della madre o dialtre figure di riferimento.
4. Francis Tustn: fornisce un approfondimento sulle psicosi precoci, in partcolare sull’autsmo. Descrive due tpi di bambini
psicotci: quelli incapsulat e quelli confusivi.
- incapsulat= incapaci di riconoscere la propria dipendenza dalla madre
- confusivi = creano atorno a loro una confusione , molto difcile da risolvere.
Secondo la Tustn i bambini autstci sono fruto di un trauma originario , dal quale si difendono utlizzando un partcolare oggeto,
l’oggeto autstco, che si oppone a quello transizionale: i due oggee vengono utlizzat in tempi e spazi diversi e con diferente
funzione l’oggeto transizionale viene usato di notr, quando i genitori non sono present e ha funzione sosttutva e consolatoria.
quello autstco invece viene usato in presenza degli interlocutori come una specie di scudo di difesa.
5. Asperger: il pediatra Assperger descrive casi di bambini bizzarri con linguaggio verbale molto evoluto , del quale però si mostrano
incapaci di servirsi efcacemente nelle relazioni afeeve e nella comunicazione in generale.
Quest bambini si mostrano altretanto isolat rispeto a quelli autstci fin’ora descrie .
Quest soggee inoltre mostrano un interesse ossessivo e collezionistco nei confront dei mezzi di trasporto, dei loro orari , oppure
astronomia, scienze e costellazioni.
Il loro linguaggio è molto sofistcato , ma è esposto con un tono di voce strano e una prosodia incongrua.
questo quadro è noto come ‘’Sindrome di Asperger’’.
7. Uta Frith secondo lei i soggee autstci percepiscono la realtà come frammentata, strana ed incoerente. Questo porta i
soggee ad avere difcoltà nel dare armonia e senso in un tuto ai partcolari.
è come se la loro mente non fosse in grado di dare un senso unitario al mondo.
Da questa difcoltà secondo lei derivano tute le stereotpie e le ripetzioni rituali.
8. Greespan Greespan si chiede come mai un soggeto autstco non sia in grado di accedere alla teoria della mente, e quindi a
penetrare nella dimensione immaginaria ed astrata e a figurarsi i pensieri e le aspetatve altrui.
La risposta che greespan si dà è che , per fare questo bisogna prima di tuto essere in contato con le proprie emozioni: le emozioni
secondo lui sono il fulcro di tuto il processo di apprendimento ,della formazione della personalità e dello sviluppo dell’intelligenza.
Perciò perché ci sia uno sviluppo e apprendimento è necessario, specie per i soggee autstci, far leva sulle emozioni.
Greespan ha proposto il modello DIR ( developmental individual diferences, relatonship based) , che si basa sull’idea che sia
importante il momento di osservazione ma anche quello dell’ intepretazione , e che quindi non ci si debba fermare all’aspeto
descrievo.
Non dobbiamo solo comprendere il soggeto autstco ma dobbiamo anche portare avant un’azione condivisa con lui.
Il modello dir si basa su un’analisi detagliata del normale funzionamento nei primi mesi ed anni di vita , per capire che cosa
succede invece cosa succede nel caso di autsmo.
Secondo lo studioso ci sono vari livelli di capacità di regolare le emozioni, ma il primo, che lui definisce ‘’ regolazione interna e
interesse per il mondo’’ è quello piu importante per capire la condizione autstca e per la progetazione di un piano riabilitatvo.
Questo livello consiste nella capacità del bambino di tollerare il fuire delle sensazioni che provengono dal mondo , senza agitarsi.
Su questa sua capacità si basano la sua capacità di stare atento e quindi si fonda in generale la sua sicurezza di base, ma anche lo
sviluppo cognitvo.
Questa capacità non si sviluppa in modo analogo in ognuno di noi, ma dipende dalla natura soggeeva di ciascuno.
è sbagliato pensare che tue i bambini vedano o sentano allo stesso modo, ci sono bambini che sono piu o meno reaevi a
determinat suoni o stmoli visivi e che si muovono in modo diverso ( troppo tranquilli o troppo agitat). Quindi per poter aiutare il
bambini nel suo processo di apprendimento dobbiamo tenere di conto e conoscere la sua diversa reaevità sensoriale.
Gli obieevi terapeutci del metodo DIR consistono nell’imparare ad apprendere dalle proprie esperienze, nell’imparare a regolarle
e a rappresentarle e diferenziarle rispeto al piano di realtà , e nel comprendere i limit del sé e dell’oggeto.
Il modello DIR in sostanza si basa sull’idea di individuazione e di rispeto delle diferenze individuali di sviluppo , ma anche
sull’importanza della rete di relazioni umane che riguarda il soggeto afeto da un disturbo dello spetro autstco.
La filosofia di base del modello DIR è legata alla tecnica del foortme, che consiste nella rotura della visione autocentrata che
l’adulto ha vs il bambino, per calarsi invece nel suo mondo.
‘’Floortme’’ significa infae ‘’ tempo passato sul pavimento’’ , cioè calandosi làddove il bambino si trova e interagendo con lui .
Questa operazione viene di solito mediata dall’uso di un oggeto morbido,tpo un tappeto sul quale sedersi e disporre i giochi.
Una relazione profonda con un soggeto autstco infae si realizza solo se riusciamo a trovare element di condivisione tra noi e
persone che provano e sopratuto esprimono emozioni in modo diverso.
CAPITOLO 7. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Nel nostro paese,e nello specifico nelle scuole, si è rivelata sempre più sfumata la diferenza fra alunni normali e alunni con un
handicap.
L’integrazione scolastca prende formalmente avvio nel 1957 con il docuamento Faluacci .
Da quel momento ad oggi sono cambiate tante cose e piano piano e sempre di più il conceto di inclusione ha sosttuito quello di
integrazione.
Inclusione significa , a diferenza di integrazione, accoglimento del soggeto da parte di un gruppo , il quale modifica le proprie
convinzioni e le proprie pratche per conservare la peculiarità individuale.
BES= bisogni educatvi speciali, termine ripreso dall’inglese e correlato al conceto di special eduacation, cioè un percorso educatvo
individualizzato.
Il conceto di BES in italia si è afermato nello stesso periodo del tema dell’inclusione, e questo ha fato sì che i bisogni speciali
fossero sin da subito interpretat come bisogni individuali , estesi ad ogni bamabino come un dirito esigibile.
Parlare di bisogni individuali dovrebbe quindi significare in generale ascolto , da parte dell’adulto, dei valori e dei bisogni di ciascun
bambino, mentre in ambito scolastco, significa che l’insegnate si deve interrogare su ciascun alunno per capirne le necessità e
promuoverne le competenze.
Nel 2018 è stata promulgata in Italia la DIRETTIVA MIUR, che ha definito la presenza nelle scuole di portatori di Bes e ne ha detato
le regole per il riconoscimento e la gestone sul piano educatvo -didaeco.
La direeva Miur destngue tre sotocategorie di BES:
disabilità
disturbi specifici dello sviluppo
svantaggio economico, linguistco e culturale
L’atuazione della direeva Miur è stata successivamente definita dalla circolare n. 8 del 2013, che ribadisce come sia necessaria una
personalizzazione della didaeca per tue gli alunni , con lo scopo di realizzare una vera inclusione.
La norma prevede che ogni scuola abbia un gruappo di lavoro suall’incluasione GLI , che si riunisca almeno mensilmente.
Le scuole sono inoltre tenute a collaborare con i servizi sociosanitari territoriali.
Uno dei principali strument della direeva Miur è il PDPl cioè il piano didatco personalizzato .Ogni scuola, dal momento in cui non
esiste un unico modello può adotare un proprio modello di documento.
Le fasi della creazione di questo DPD sono:
1. Incontro con famiglia
2. Definizione del DPD con la partecipazione di tuto il consiglio di classE
3. Condivisione del DPD con la famiglia
4. Analisi delle info del DPD afnchè siano complete, sintetche e in modo che il documento sia un riferimento cmq fessibile per gli
insegnant.
I DSA
DSA= disturbi specifici dell’apprendimento, costtuiscono una categoria di Bes a parte, poiché regolata da una normatva che
prevede l’uso di una didaeca personalizzata, nonché l’introduzione di strument compensatvi.
I dsa sono anomalie setoriali dello sviluppo che interferiscono con il normale processo di acquisizione della scritura, letura e del
calcolo , lasciando però intato il funzionamento intelleevo generale.
L’orgine dei Dsa è multfatoriale: c’è sicuramente una base di tpo neurobiologico , ma ad essa si aggiungono diversi fatori
ambientali , come scuola, famiglia e contesto sociale.
Sulla base della funzione deficitaria si distnguono:
dislessia = disturbo della letura
disortografia= disturbo della scritura
disgrafia= disturbo del trato grafico
discalculia = disturbo delle abilità di calcolo
Spesso ci possono essere compresenze di diversi deficit
Per diagnostcare una DSA è necessario che i livelli di scritura, letura o calcolo siano inferiori rispeto al livello ateso dalla scolarità
e al livello intelleevo.
La diagnosi di DSA viene fata in una fase successiva all’inizio del processo di apprendimento scolastco: è infae necessario che sia
terminato il processo di apprendimento delle abilità di scritura e letura per poterlo notare.
3. disturno da deficit dell’atenzione e iperatvità (ADHD) = difcoltà nel mantenere l’atenzione su un compito, elevata
impulsività e aevità motoria non finalizzata.
Puo essere la manifestazione di diverse problematche dello sviluppo.
L’approccio ai bambini con ADHD consiste in pratche di ‘’parent training’’ e in metodiche cognitvo comportamentali indirizzate al
bambino e svolte o in gruppo o singolarmente.
5.gli alunni con funzionamento cognitvo limite = soggee le cui capacità cognitve si collocano tra 70 e 85 punt di QI , livello non
oemale in relazione alle richieste scolastche.
6. Gli alunni con svantaggio economico/ linguistco o culturale = soggee che presentano per uno dei tre motvi dei disagi a livello
scolastco . e la percezione di una condizione di svantaggio può portare il soggeto a pensare che le sue problematche siano una
sorta di colpa personale.