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febbraio 2010 9/1 L’integrazione scolastica e sociale

iere
La musica come
esperienza originale cantrto
nell’approccio ape
alle emozioni e al
dialogo con
i bambini autistici
Manuela Smario*

Abstract
L’integrazione di un bambino disabile nella scuola di tutti è un percorso diffi-
cile che mette in gioco numerose variabili, come la capacità di sperimentare
nuove strategie.
L’esperienza descritta in questo articolo, che si caratterizza soprattutto
per l’aspetto di difficile gestione delle situazioni problematiche che si sono
manifestate nel percorso finalizzato a integrare una ragazzina autistica
nella scuola primaria, ha previsto il ricorso alla musica come strumento per
veicolare emozioni, ma anche come possibilità comunicativa da utilizzare
prima con l’adulto esperto e poi con i compagni.
In questo particolare tipo di approccio, l’improvvisazione cede il passo al
ritmo, l’adulto conosce le risposte e diviene l’interlocutore privilegiato che
saprà riproporre il gioco al gruppo dei pari.

Il bambino autistico si muove all’interno di autismo infantile, che presentavano una


della società in modo apparentemente di- sintomatologia molto particolare.
staccato, passivo o indifferente agli stimoli Caratteristica comune di questi soggetti
provenienti dall’ambiente. era l’incapacità di instaurare un rapporto con
Leo Kanner, pediatra americano d’origine l’ambiente nei modi consueti rispetto all’età:
tedesca, per primo nel 1943 rese noti i risultati venivano descritti dai genitori come bambini
di una ricerca in cui erano descritti 11 casi che amavano stare da soli e spesso erano
portati dal medico per sospetti di sordità.
Due terzi di questi bambini avevano
* Insegnante di sostegno presso la scuola primaria, acquisito il linguaggio, che non veniva però
collabora con la Facoltà di Scienze della Formazione
utilizzato per comunicare con gli altri in
di Torino, conducendo laboratori di Pedagogia Spe-
ciale e Didattica Speciale nell’ambito del corso di modo adeguato; i bambini che riuscivano
Specializzazione al sostegno. ad apprendere la comunicazione verbale

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risultavano spesso ecolalici e manifesta- o imprevedibili, anche tenendo conto della
vano la tendenza a effettuare l’inversione sua età e del livello intellettivo.2
pronominale. Sempre secondo l’autrice, molti bambini
Kanner parla inoltre di sameness, una diversamente abili si comportano in modo
caratteristica per cui questi bambini dimo- singolare rispetto alla loro età cronologica,
stravano un’ossessione per il mantenimento ma comprensibile, se è chiaro che hanno un
dell’immutabilità degli ambienti e delle ritardo nello sviluppo intellettivo: perciò non
abitudini. vengono chiamati psicotici.
Con gli anni si è scoperto che il bambino In altri casi, invece, ci sono bambini che
autistico vive la realtà che lo circonda come hanno un atteggiamento insolito, qualsiasi
caratterizzata da una miriade di stimoli sia il loro livello cognitivo e, quando questo
inattesi, slegati tra loro, sempre scono- comportamento strano è continuo, possono
sciuti: mantenere gli ambienti e gli oggetti essere chiamati psicotici. Quindi, il termine
ossessivamente inalterati va interpretato psicosi infantile si riferisce a molti diversi
come il tentativo di muoversi in un contesto schemi di comportamento, di cui l’autismo
prevedibile. infantile precoce è un esempio, forse il più
A livello cognitivo i bambini descritti da comune.
Kanner presentavano abilità specifiche legate L’autismo si caratterizza inoltre per il
a campi ristretti, che molto spesso riguar- fatto che quello che comunemente si con-
davano rappresentazioni grafiche, calcolo, sidera un ritardo dello sviluppo, rispetto
struttura delle parole. Queste abilità, che si a un’ipotetica tabella di apprendimenti
manifestavano attraverso stereotipie, veni- di abilità cognitive, in realtà si manifesta
vano ripetute all’infinito e davano al soggetto come uno sviluppo che è avvenuto in modo
capacità anche al di sopra della media, ma graduale, ma che ha seguito strade diverse.
si dimostravano inutili per acquisire nuove Per questo, potrebbe anche non esserci un
autonomie.1 divario tra l’età cronologica e l’effettiva
Nel 1944, l’austriaco Hans Asperger indivi- competenza acquisita.
duò una psicopatia autistica, descrivendo casi Le attuali definizioni di autismo, pur
del tutto simili a quelli proposti da Kanner, riflettendo ancora in parte le teorie di Kan-
con la sola differenza che i bambini da lui ner, si avvalgono di una migliore conoscenza
esaminati apparivano in grado di utilizzare del sistema di relazioni del bambino e della
in misura maggiore il linguaggio. teoria della mente.
L’autismo, caratterizzato da una condizio- Uta Frith, professoressa all’Institute of Co-
ne di ritiro sociale e di evitamento, rientra gnitive Neuroscience dell’University College
nelle psicosi infantili e secondo Lorna Wing, di Londra, autorevole studiosa nota per le sue
ricercatrice londinese presso la Social Psy- ricerche sulle difficoltà di apprendimento e
chiatry Research Unit, indica tutte le condi- dislessia ed esperta della Teoria della mente,
zioni in cui il bambino si comporta sempre o osserva che l’autismo è un’entità riconoscibile
quasi sempre in modi estremamente strani non solo per l’insieme delle caratteristiche

1 2 Cfr. L. Wing, I bambini autistici, una guida per i ge-


Cfr. G.M. Arduino e M. Zappella, Autismo e psicosi
infantili. Un itinerario attraverso definizioni, classifi- nitori, Roma, Armando, 1986, pp. 13-14; Id., Autistic
cazioni, teorie, terapie e altre informazioni, Assessorato children. A guide for parents, London, Constable &
alla Sanità e Regione Piemonte, 2000. Co Ltd, 1971.

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cliniche, ma anche perché segue un tipico domanda significa letteralmente: «Sei nella
decorso temporale. condizione di porgermi il sale?». A questo il
Uno dei punti più importanti è che l’au- bambino risponde e non a ciò che normalmente
tismo è un disturbo evolutivo. Ciò significa sottintendiamo e cioè: «Mi porgi il sale?».
che tutto lo sviluppo, dall’infanzia in poi, ne Il bambino autistico apparirebbe quindi
sarà influenzato; se un disturbo si manifesta come un soggetto completamente estraneo
una volta completato lo sviluppo delle varie al contesto in cui si trova, impermeabile alle
capacità, l’aspettativa comune rispetto alla emozioni, incapace di leggere gli stati d’animo
disabilità riguarderà una caduta, forse una di chi lo circonda… La relazione quotidiana e
regressione o un deterioramento progressivo, costante con un bambino autistico che conosca
ma sempre sotto forma delle abilità consoli- l’ambiente e lo condivida da un certo periodo
datesi in precedenza. Quando ci troviamo di di tempo (come accade con una frequenza
fronte a un disturbo evolutivo molto precoce, regolare a scuola), invece, ci permette di os-
tutto il processo di costruzione delle espe- servare che esiste la capacità di manifestare
rienze ne risulta colpito.3 gioia attraverso il gioco, l’ascolto della musica,
Studi americani condotti da Peter Hobson la lotta: l’espressione dei sentimenti ha delle
attraverso le Matrici di Raven hanno dimo- risposte adeguate. Quello che sorprende in
strato che il disturbo autistico si manifesta questi soggetti è l’incapacità di mostrare
attraverso un’incapacità ad accoppiare le interesse diretto per le emozioni altrui.
immagini di emozioni con gli stimoli che
potrebbero produrle. Uta Frith ipotizza che
tale incapacità (che risulta indipendente L’utilizzo della musica a scopo
dalle capacità intellettive generali) trovi una terapeutico con i soggetti autistici
risposta nella concezione inadeguata degli
stati mentali. La musica sembra far breccia nelle
Visto in questa prospettiva, il disturbo emozioni di alcuni ragazzini autistici, che
del riconoscimento delle emozioni può essere prediligono questa attività e spesso chiedono
considerato parte di un deficit cognitivo più che diventi il momento di «decompressione»
generale: il riconoscimento degli stati men- necessario dopo lo svolgimento di attività
tali. Esso può comunemente essere inteso impegnative.
come mancanza di empatia, che ci permette Secondo Scardovelli (1989), la musicotera-
di comprendere gli stati d’animo altrui, ci pia è come uno strumento, un modo di osser-
fornisce le informazioni che vanno al di là di vare, ascoltare, percepire, di agire all’interno
quelle espresse verbalmente: un disagio, un di una relazione, al fine di facilitare il processo
doppio-senso, una sfumatura ironica, ecc. di comunicazione interpersonale.
Il bambino autistico non è in grado di L’esperienza con il suono ricopre un ruolo
comprendere il linguaggio comune se non nel fondamentale durante lo sviluppo del bam-
suo significato più immediato e funzionale: bino: voci, rumori e suoni sono la realtà che
alla domanda «Mi puoi passare il sale?», la il neonato vive; nell’utero materno il battito
risposta sarà magari «Sì!», senza che però il del cuore della mamma e suoni ovattati fanno
sale venga effettivamente offerto; infatti la da mediatori con la realtà esterna.
Fin dalla primissima infanzia il bambino
3 Cfr. U. Frith, L’autismo. Spiegazione di un enigma, impara a produrre suoni con il proprio corpo,
Bari, Laterza, 1996. batte le mani, gli oggetti, emette suoni e bal-

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bettii, richiama l’attenzione degli adulti, pone sentimento, necessita di empatia per essere
le basi per lo sviluppo del linguaggio. decifrato.5
Il suono, inoltre, predispone all’ascolto: Agire con la musica implica il passaggio
saper ascoltare non dipende solo da una buo- attraverso stati emozionali diversi; in questo
na capacità uditiva, ma anche dalla qualità contesto ciascun bambino può essere ascoltato
della relazione con gli altri. e valorizzato, anche quando non utilizza le
Il bambino autistico in alcuni momenti parole come veicolo di comunicazione.
appare sordo agli stimoli: ciò non significa La scuola, che deve assolvere al diffi-
che non senta, ma semplicemente che i suoni cile compito di favorire la socializzazione
che lo circondano non arrivano a stimolare di bambini, i quali, al di fuori di questo
la sua voglia di comprenderli. Ricorrere alla sistema probabilmente non troverebbero
musica a scopo terapeutico significa cogliere e situazioni relazionali così ampie, si pone
saper rispondere adeguatamente agli aspetti come microsistema di interazioni, all’inter-
temporali-ritmici, agli aspetti energetici e a no delle quali il bambino impara a gestire
quelli logico-cognitivi, individuabili in qual- le proprie capacità ed emozioni. È il luogo
siasi comportamento cognitivo.4 in cui bambini e educatori si mettono in
La comprensione delle emozioni e delle gioco per costruire un percorso di crescita
espressioni che gli individui utilizzano per e apprendimenti.
esprimerle trova la giusta collocazione anche Quando accogliamo nella scuola bambini
nell’apprendimento di forme comunicative con difficoltà che investono la capacità di
non verbali, che permettano al bambino di relazione, si presenta agli insegnanti l’occa-
ricercare nuove strategie di interazione. sione per attivare nuove strategie di lavoro,
Studi compiuti su bambini a cui sono state per esplorare nuovi orizzonti didattici.
mostrate immagini con espressioni legate a La scuola, pertanto, rappresenta il luogo
gesti strumentali, del tipo: «zitto» con il dito naturale per l’adozione da parte del bambi-
indice appoggiato alle labbra, oppure «vieni», no autistico di strategie utili alla conquista
«vai via» accompagnato da gesti della mano, graduale dell’autotutela e dell’autostima,
hanno evidenziato una buona capacità di attraverso la possibilità, che gli viene of-
comprensione. ferta, di tentare di instaurare nuovi legami
La comprensione del linguaggio gestuale attraverso il rapporto quotidiano con i pari
sembra invece annullarsi quando si utilizzano e con gli adulti.
gesti espressivi oppure durante comunica-
zioni intenzionali complesse: è quello che
si verifica quando, ad esempio, assumiamo La musica come percorso di
un’espressione di imbarazzo di fronte a una integrazione all’interno di una classe
situazione difficile. seconda
Il gesto espressivo, quindi, non è uno stru-
mento di comunicazione immediato perché Nella nostra esperienza scolastica di
è legato allo stato della mente, trasmette un integrazione abbiamo attivato un percorso
individualizzato di approccio alla musica con
4
Martina, un’allieva affetta da autismo che
Cfr. M. Scardovelli (1989), La musicoterapia come
strumento facilitatore della comunicazione. In AA.VV.,
Musicoterapia e Turbe psichiche (atti del Convegno), 5 Cfr. U. Frith, L’autismo. Spiegazione di un enigma,
Genova, Corigraf, 1991. op. cit.

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frequentava la seconda classe della scuola a carico del lobo temporale destro, stimolereb-
primaria. be anche la competenza del linguaggio verbale
Martina, inserita fin dalla classe prima, ave- e della comprensione razionale (funzioni che
va manifestato un atteggiamento fortemente risultano entrambe difficoltose), mettendo in
oppositivo nei confronti della vita scolastica, atto procedimenti congrui di insegnamento
che veniva meno solo durante lo svolgimento e finendo con l’interessare anche l’emisfero
di attività rigidamente strutturate. sinistro. Secondo Gardner tutti possono svi-
Volevamo proporre un’attività piacevole luppare le diverse intelligenze, se messi nelle
finalizzata al conseguimento di armonia condizioni appropriate di incoraggiamento,
emozionale, che seguisse però inizialmente un stimolo e istruzione.
percorso individuale e che, una volta raggiunti L’intelligenza musicale, in particolare,
gli obiettivi di comprensione e conoscenza riguarda la capacità di percepire e discrimi-
dell’attività, fosse poi esteso a tutta la clas- nare forme musicali, suoni, timbri e ritmi,
se. Lavorare con la musica può portare allo oltre che la sensibilità di trasformarli e usarli
sviluppo di una competenza musicale come come forma di espressione creativa.
forma autonoma di intelligenza. Lo stesso autore, citando il cosiddetto
Secondo Gardner ciascun individuo non effetto Mozart,7 ipotizza di poter rielaborare
si caratterizza per un determinato grado di la relazione tra intelligenza musicale e in-
intelligenza generale o fattore «g» (presup- telligenza spaziale (capacità di percepire il
posto che si basa sull’esistenza di un fattore mondo attraverso sensibilità visivo-spaziali
unitario, misurabile tramite il QI), ma per legate al colore, alla linea, alla forma).
un numero variabile di facoltà relativamente Nell’attuare il nostro progetto abbiamo
indipendenti tra loro, che si identificano come pertanto individuato un insegnante che
sette differenti tipologie di intelligenza. collabora da diversi anni con le varie classi
Gardner sostiene che la maggior parte della nostra scuola, attraverso un programma
degli studi sull’intelligenza si focalizzano sulla di educazione ritmica, legato al movimento,
combinazione tra intelligenza linguistica e alla pulsazione e alla simbolizzazione del
logica, tralasciando quella spaziale, corporeo- suono.
cinestetica, musicale, intra e interpersonale. La sua disponibilità è stata immediata
Ogni individuo possiede, secondo l’autore, un poiché ha maturato una notevole esperienza
profilo intellettivo caratteristico e unico (non di educazione al suono con bambini diver-
esistono due persone al mondo — neppure i samente abili. Dopo aver organizzato un
gemelli — che si caratterizzino per lo stesso gruppo tecnico, abbiamo messo a punto gli
profilo): pur disponendo di tutte le intelli- estremi della collaborazione e gli obiettivi
genze, l’influenza di tipo genetico e l’aspetto dell’intervento:
esperienziale creano specifiche aree di forza
e di debolezza.6 7
L’effetto Mozart è stato messo in evidenza da uno studio
Nell’autismo la sollecitazione delle espe- del 1993 (Shaw, Ky e Rauscher) condotto su un gruppo
rienze legate alla musica, la cui competenza è di 36 studenti universitari che, dopo aver ascoltato
per 10 minuti una sonata di Mozart, evidenziavano
un aumento di circa 8-9 punti di QI relativamente
6 Cfr. H. Gardner, La teoria delle intelligenze multiple all’intelligenza spazio-temporale e questo effetto
a distanza di vent’anni, Atti del Congresso di Chica- permaneva per circa 15 minuti. Questo potrebbe
go 21/04/2003, trad. it. a cura di A. Reffieuna, IRRE essere spiegato con l’attivazione di un maggior livello
Piemonte. di attenzione.

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– imparare ad ascoltare se stessi, il proprio del maestro di musica; utilizzavamo un’aula
corpo e le proprie emozioni; predisposta con diversi strumenti musicali
– stimolare la capacità di ascolto e atten- messi a disposizione di Martina, un grande
zione; tappeto e un lettore cd.
– imparare a discriminare alcuni tipi di Tuttavia, l’ambiente nuovo, le persone la
suoni; cui funzione in quel contesto non era chiara,
– riconoscere il rapporto suono-silenzio; gli oggetti predisposti generavano crisi oppo-
– riconoscere il rapporto suono-movimento; sitive abbastanza violente, che vanificavano
– percepire messaggi ritmico-sonori e provare ogni tentativo di collaborazione. Dopo diversi
a riprodurli; tentativi falliti, abbiamo pensato di provare
– acquisire la capacità di eseguire semplici a seguire, per brevi momenti, le lezioni che
giochi ritmici d’insieme, attraverso la voce, il maestro conduceva nelle classi, in modo
i gesti-suono (battere le mani su un piano), che risultasse chiaro quale era il suo ruolo
con strumenti a percussione; nella scuola.
– acquisire la capacità di eseguire un gioco All’interno di un gruppo classe, seppure
cantato accompagnandosi con gesti- diverso dal suo, Martina mostrava di gradire
suono; l’attività che il maestro proponeva a tutti i
– imparare a riconoscere ed esprimere le bambini. Il bambino autistico, infatti, proprio
proprie emozioni; a causa della compromissione delle abilità
– accrescere la fiducia in se stessi e l’auto- legate all’interazione e alla comunicazione,
stima; oppone una tenace resistenza ai cambiamenti:
– migliorare le relazioni con gli altri e la trova la vita di tutti i giorni confusa e spaven-
socializzazione. tosa, ricerca la sicurezza nella prevedibilità
che alimenta attraverso una serie di attività
L’educazione al suono può essere pensata ristrette e ripetitive.
come tecnica ed esperienza per tutti: aiuta Il supporto deve basarsi sull’articolazione
infatti ad ampliare il proprio spazio espressi- di una struttura esterna, la cui organizzazione
vo, usando il corpo e le emozioni, e permette renda lo svolgimento delle attività quotidiane
di ottenere benessere e armonia; si realizza chiaramente comprensibili.
nel dialogo tra l’educatore e il bambino, e L’aspetto più difficile consiste nel fatto che
tra i bambini stessi, nella comunicazione e è necessario comprendere quale sia il tipo
nella relazione. di percezione della realtà che ha il soggetto
Essendo una forma di dialogo non può es- autistico: non sempre il bambino percepisce
sere programmata completamente in anticipo tutti gli elementi che lo circondano come un
nel suo percorso, ma deve basarsi sulla reci- insieme omogeneo, ma è abbastanza proba-
procità e sulla condivisione dell’esperienza. bile che vengano colti solo gli elementi più
Nel lavoro con i bambini autistici, liberare rilevanti.
le emozioni e tradurle in suoni, dando voce a È necessario sottolineare che questo in-
sensazioni a volte sconosciute, può diventare segnante utilizza una metodologia originale
un forte veicolo di comunicazione che coin- e accattivante sia per quanto riguarda gli
volge sia il bambino che gli educatori. strumenti — tamburi africani, strumenti
In una prima fase della nostra attività, della pioggia, ecc. —, sia per la musica che
avevamo organizzato incontri individuali propone — del tipo blues, new age e musica
con la presenza dell’insegnante di sostegno e etnica in genere.

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Dopo che Martina ha imparato a conoscere modi di essere e di porsi sono congruenti con
il contesto di lavoro, abbiamo iniziato l’attività le sue esperienze e con i suoi vissuti. Grazie
individualizzata vera e propria, ripartendo alla capacità dell’insegnante, si introducono
da dove l’avevamo lasciata. all’interno delle stesse stereotipie che ca-
Durante questi incontri il maestro ha ratterizzano i comportamenti del bambino
alternato momenti di ascolto di musicalità autistico, una dinamica e una successione
(cercando di favorire quei generi musicali temporale. Il gesto ripetuto ossessivamente
che sembravano fare breccia sulla piccola: di dal bambino diventa lo stimolo per creare
solito si trattava di musica molto dura come un ritmo: con l’aiuto dell’adulto, attraverso
il rock), a momenti di attività partecipata il gioco, il bambino impara che può control-
in cui la bambina doveva ripetere semplici larlo.
sequenze di ritmi. Lo scopo dell’improvvisazione musicale,
Ancora una volta la conoscenza della altra caratteristica dell’attività, è invece
bimba e l’esperienza didattica ci hanno quello di leggere l’emozione, trasformandola
dato una mano: non era sufficiente che lei o favorendola.
ascoltasse un ritmo, per poi ripeterlo, ma Tutto questo lavoro ha avuto lo scopo di
diventava necessario illustrarlo attraverso trasferire le medesime esperienze, svolte in
dei pallini colorati, che abbiamo disegnato modo individualizzato, a tutto il contesto
su fogli bianchi. della classe: la musica diventa la voce, i rit-
Ad esempio, la sequenza rappresentata mi diventano il dialogo tra le parti, ciascun
nella figura1 significa tre colpi consecutivi sul bambino impara ad ascoltare, attendere il
tamburo, un tempo zitto, in cui la bimba porta proprio turno.
l’indice sulle labbra, di nuovo un colpo sul La fase finale si è svolta all’interno della
tamburo. Quest’attività ha lo scopo di creare classe: il maestro ha riproposto gradualmente
momenti di attenzione condivisa e soprattutto a tutti i compagni i ritmi precedentemente
tende ad aumentare in modo progressivo i appresi.
tempi di attenzione attraverso un’attività Si trattava di giochi di domanda/risposta
stimolante e divertente. Naturalmente si è in cui lui forniva una strofa cantata o ritmata
reso necessario preparare in anticipo le va- e i bambini dovevano ripeterla o rispondere
rie cartelle contenenti le sequenze di ritmi, con un’altra strofa indicata. Martina na-
aumentando progressivamente la difficoltà turalmente conosceva già il gioco, avendo
e la durata. ripetuto molte volte la procedura: ritrovare
Il bambino autistico diventa il «soggetto» una situazione nota, sebbene in un contesto
della relazione interpersonale con l’inse- diverso, fornisce i punti di riferimento, la
gnante: i suoi atteggiamenti, comportamenti, cornice in cui si svolgono i giochi.
I tempi di risposta si accorciano, allinean-
dosi con quelli dei compagni, grazie all’alle-
namento acquisito durante la prima fase,
migliorano la partecipazione, la motivazione,
z l’autostima, ecc. Quindi, un po’ per volta, si
prova a improvvisare, lasciando spazio alle
emozioni e intanto il bambino autistico si con-
centra su ciò che egli stesso prova, seguendo
Fig. 1 Esempio di sequenza musicale. l’esempio dei compagni.

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L’educazione musicale, proposta in que- Peeters T. (1992), Autismo infantile. Orientamenti
sto modo, diventa un’attività con ricadute teorici e pratica educativa, Roma, Phoenix,
trasversali sulle capacità di attenzione, di 1998.
Scardovelli M. (1989), La musicoterapia come
concentrazione, di comunicazione, di fiducia
strumento facilitatore della comunicazione. In
in sé e nelle proprie potenzialità. AA.VV., Musicoterapia e Turbe psichiche (atti
del Convegno), Genova, Corigraf, 1991.
Shaw G., Ky K. e Rauscher F. (1993), Mozart Spatial
Bibliografia Reasoning, «Nature», n. 365, p. 611.
Wing L. (1971), Autistic children. A guide for
parents, London, Constable & Co Ltd, trad.
Arduino G.M. e Zappella M. (2000), Autismo e
it. I bambini autistici, una guida per i loro
psicosi infantili. Un itinerario attraverso
genitori, Roma, Armando, 1986.
definizioni, classificazioni, teorie, terapie, e
altre informazioni, Assessorato alla Sanità e
Regione Piemonte.
Frith U. (1989), Autism. Explaining the Enigma, Sitografia
Oxford, Blackwell, trad. it. L’autismo. Spiega-
zione di un enigma, Bari, Laterza, 1996. www.alihandicap.org
Gardner H. (2003), La teoria delle intelligenze mul- www.alihandicap./ali/autismo
tiple a distanza di vent’anni, Atti del Congresso www.bdp.it/handitecno
annuale dell’AERA, Chicago 21/04/2003, trad. www.educare.it
it. a cura di A. Reffieuna, IRRE Piemonte. www.edscuola.com

Summary
The integration of a disabled child in an ordinary school is a difficult process that brings numerous variables into
play, requiring a willingness to try new strategies.
This experience is characterised, above all, by the difficulty encountered in managing the succession of problem
situations, in the endeavour to integrate an autistic girl in the primary school’s programme and uses music as a
vehicle of emotions, but also to provide communication opportunities, firstly to be used with the expert adult and
then with the schoolmates.
Music, as a non-verbal communication form, carries the emotions: improvisation gives way to rhythm, the adult
knows the answers and becomes the privileged contact person who will know how to repropose the game to the
group of peers.

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