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COORDINATE PEDAGOGICHE,

EQUILIBRI PROVVISORI,
ESPRIT DE FINESSE

Riflessioni su professionalità educativa e


pedagogia speciale
Domenico Resico
TESTIMONIANZE - 1
Ricordo l’l’ultimo anno di corso delle scuole elementari,
c’era un alunno affetto da sindrome di Down. Il suo
inserimento nel contesto scolastico, pur se mediato
dalla presenza di figure di sostegno,
sostegno, aveva creato un
certo disagio perché
perch é era parso immediatamente chiaro
alla globalità
globalità della classe una differenza non facilmente
accettabile e comprensibile .
Non dissociandomi dal gruppo anche la mia primissima
reazione nei confronti del compagno diversamente abile
era stata di insofferenza mista purtroppo a
manifestazioni di curiosità
curiosità e pena.
pena.
… non parlava bene come gli altri bambini (quindi
avevamo forti difficoltà
difficoltà di comunicazione),
comunicazione), a volte non
contraccambiava i saluti,
saluti, ma ci guardava sempre negli
occhi. Io ricordo di non aver mai interagito con lui e, anzi,
di averne avuto un po' timore,
timore, perché
perché le difficoltà
difficoltà di
comunicazione rendevano imprevedibili le sue azioni.
TESTIMONIANZE - 2
Questo bambino non è mai riuscito ad imparare a
scrivere né
né a leggere. Non riconosce le lettere … non sa
nemmeno formare le parole … né leggere … e quelle
poche volte che magari ci riesce è perché
perché si basa sul
ricordo.
ricordo. Questo l’l’ho verificato di persona e spesso ho
dovuto proporgli un lavoro diverso dal resto della classe

… mi sono limitata ad osservare e registrare ciò che, in


base all’
all’esperienza lavorativa e ai miei studi,
studi, potevo
ritenere problematico, da supportare rispetto al normale
andamento dei coetanei (diverso-
(diverso-normale; differenziazione
nella duplice modalità
modalità della individualizzazione e della
personalizzazione)

… per fortuna ho incontrato colleghe preparate che mi


hanno aiutato sia nella progettazione sia nell’
nell’approccio
con B. Senza la loro collaborazione sarebbe stato molto
difficile …
TESTIMONIANZE - COMMENTI
 Importanza dei vissuti,
vissuti, delle rappresentazioni di sé
sé, degli alunni, della scuola e del
sapere (necessità
(necessità di superare il pregiudizio, mantenere la fiducia)
 Tendenza a ripetere un certo modello di fare scuola, di essere insegnante
(esperienza vs innovazione; figure ideali di docente di sostegno)
sostegno)
 Difficoltà
Difficoltà a gestire il fallimento,
fallimento, lo stress dell’
dell’insuccesso e la tendenza alla
deresponsabilizzazione (necessità
(necessità di sperimentare il successo come antidoto di
fronte al rischio di demotivazione, di fastidio o insofferenza verso
verso gli alunni, i genitori,
i colleghi).
 Importanza della dimensione relazionale (star bene a scuola) per tutti (cooperative
learning e cooperative teaching).
teaching).
 Necessità
Necessità di una progettazione accurata, aperta, flessibile, verificata
 Importanza della competenza didattica e della differenziazione didattica
 Riflessione sul proprio stile educativo come metacompetenza professionale specifica
 Difficoltà
Difficoltà di integrare continuamente progettazione e improvvisazione (interagire in
tempo reale con gli alunni, con domande impreviste e comportamenti
comportamenti inaspettati)
 …
PEDAGOGIA SPECIALE E SVILUPPO
DELLA PROFESSIONALITÀ DOCENTE

 Nascita della scuola e nascita della professionalità


docente (la trasmissione culturale e “politica”)
 La professionalizzazione del corpo insegnante e la
funzione docente nascono insieme allo scolaro
universale (scuola per tutti)
 Dall’alfabetizzazione culturale allo sviluppo integrale
della persona (la promozione delle risorse umane)
 La progressiva scoperta del disabile come persona
PUNTI CARDINALI

Competenze

Progettualità Collaborazione

Mentalità

Per ogni aspetto si dà una polarità


COMPETENZA
Secondo M. Laeng la competenza indica il possesso sicuro di una
capacità cognitiva e operativa, soprattutto in specifici settori.
Offre strumenti per comprendere, decidere, agire

per difetto per eccesso

Dilettantismo Specialismo (Mariani)


Spontaneismo Dis-umanizzazione (Mariani)
Ingovernabilità Tentazione miracolistica (Larocca)
Svuotamento del ruolo

Essere competenti non significa


rinunciare alla sensibilità,
all’empatia, alle emozioni
PROGETTUALITÀ
Atteggiamento intenzionalmente diretto a prefigurare una realtà e a
pianificare un intervento in relazione a specifici obiettivi con previsione
dei risultati attesi

per difetto per eccesso

Improvvisazione Rigidità (conta il progetto)


Casualità Soluzioni preconfezionate
Non controllabilità Surgelati didattici
Formalismo burocraticoi

Progettare significa anche riuscire ad integrare il


caso, le occasioni specie in funzione dei bisogni e
degli interessi emergenti
COLLABORAZIONE

Ricerca di intese e forme di integrazione di competenze e di


professionalità, quindi fra professionisti e soprattutto fra istituzioni in
vista della condivisione del progetto educativo

per difetto per eccesso

Scollamento Impasse decisionale


Giustapposizione Confusione dei ruoli
Autoreferenzialità Assenza di specificità
Gerarchizzazione Assenza di autonomia

La collaborazione si esprime concretamente


negli strumenti dell’alleanza terapeutica, del
patto per l’integrazione, del contratto formativo
MENTALITÀ
Particolari modalità di pensare, parlare, agire a proposito di situazioni e
persone, ruoli, istituzioni ad es. le persone in situazioni di handicap,
disagio, malattia, ecc.

per difetto per eccesso

Trascuratezza  Custodia  Custodialismo


Abbandono  Assistenza  Assistenzialismo
Genericità  Specializzazione  Specialismo
Disordine  Forma  Formalismo

Alcune preoccupazioni sono legittime. Tuttavia il difetto


o l’eccesso di una o più di esse comportano dei rischi
che limitano fortemente il processo di integrazione
LE TENTAZIONI
Chi si occupa dal punto di vista educativo di handicap soggiace a due
tipi di tentazioni tra loro opposte:

 la tentazione dell’onnipotenza, quasi che il deficit non costituisca in


ogni caso un limite proprio alla realtà umana e che l’handicap come
manifestazione del limite al poter essere e come resistenza al dover
essere non abbia una ragion d’essere per quanto oscura e insondabile.
Costoro si accaniscono contro il male per debellarlo in ogni modo, non
accettandolo. L’illusione offerta da alcuni casi di riuscito intervento
educativo li predispone ad impegni talora titanici, cui seguono le
immancabili delusioni;

 la tentazione depressiva sorprende invece coloro che faticano a


vedere il deficit come indicatore di ulteriorità esistenziali e l’handicap
come segno di potenzialità latenti.

F. Larocca, Nei frammenti l’l’intero. Una pedagogia per la disabilità


disabilità, Angeli, Milano, 2001, pp. 77-
77-78
L’ESPRIT DE FINESSE
V’è un approccio che per intanto chiamo intuizionistico-sapienziale, secondo il
quale l’intervenire richiede sia un sapere che un saper essere, in cui diviene
naturale, nel cogliere il nesso tra causa ed effetti, non esimersi dal cambiar
punto di vista per cogliere nessi più profondi e diversi o, quanto meno,
ulteriori, in cui l’attenersi alle regole prestabilite va sempre operato con molta
attenzione interpretativa della singolarità del caso e della situazione.

In quest’ottica la struttura profonda del processo educativo, anche se


conosciuta, è interpretata sempre tenendo conto di quanto vi è di
“imponderabile” in ogni relazione umana …

Sapienza intuitiva, “esprit de finesse” o ancora meglio saggezza … che diviene


la qualità indispensabile dell’educatore

F. Larocca, Nei frammenti l’l’intero. Una pedagogia per la disabilità


disabilità, Angeli, Milano, 2001, p. 78

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