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Rivista dell’Istruzione 6 - 2017

Focus

La ‘sfida’
delle competenze
di Gianni Marconato

Le caratteristiche di una scuola che knowledge divide tra persone che pos-
Il divario
salva i più? Una scuola che non inse-
gua la società e sia capace di essere
sono accedere a una gamma estesa e
profonda di conoscenza (teorica, pra-
delle conoscenze
migliore di essa; una scuola caratteriz- tica, esperienziale) e persone il cui pa- tra le persone
zata da curricoli leggeri e ritmi distesi, trimonio personale è, al contrario, limi-
al cui centro non ponga se stessa ma tato e sottile. si genera
ogni singolo studente. Una parte consistente di questo gap è
La scuola ‘produce’ inefficienza e inef- generata da meccanismi le cui radici af- nella loro storia
ficacia quando tutte le potenzialità di fondano profonde nella storia delle per-
apprendimento non sono utilizzate, sone (famiglia, classe sociale, area
personale
quando non sono offerte a tutti gli stu-
denti opportunità per conseguire gli
geografica, etnia, ecc.) e non è facilmen-
te modificabile nel breve periodo della
e sociale
stessi risultati, quando le risorse dedi- vita attiva di una persona, in modo tale e anche nel corso
cate si traducono in apprendimento di che essa stessa possa percepirne i be-
bassa qualità, quando ‘perde per stra- nefici; ma una parte, pur limitata, si ge- delle esperienze
da’ i suoi studenti. nera in quel micro universo sociale, cul-
Le tematiche rilevanti per cogliere co- turale ed economico che è la scuola. Al scolastiche
me e dove si creino le ‘perdite’ della divide storico/sociale si aggiunge nei fat-
scuola e in che modo contenerle sono ti il divide contingente/scolastico.
numerose, tuttavia mi soffermerò su in- Possiamo, per affrontare la questione,
clusione, apprendimento significativo, attingere ai concetti e alle pratiche del-
competenze, valutazione autentica e, la didattica inclusiva (apertura, flessibi-
ultima ma non ultima, innovazione e lità, adattabilità, non omologazione dei
tecnologie. risultati, ecc.) per il contenimento del-
la dispersione scolastica? Sì, possia-
Vecchi e nuovi divide culturali mo, ma...
e sociali
La nostra scuola promuove
Le diseguaglianze che si stanno mani- l’inclusione o la competizione?
festando nella società e nell’economia
in virtù (sic) dei meccanismi finanziari … ma nella nostra scuola, come si è
globali si stanno manifestando anche evoluta in quest’ultimo periodo, è pre-
nella scuola, intesa come istituzione sente un vulnus strutturale che manda
formalmente deputata a favorire lo svi- in cortocircuito ogni buona intenzione.
luppo di sapere. Vediamolo.
Considerando l’insieme delle opportu- La nostra è una scuola che sollecita,
nità offerte alle persone per sviluppare giustamente, la cultura dell’inclusione,
sapere, siano esse formali (scuola) o in- ma che si sta sempre più strutturando
formali (esperienze di vita), si assiste sulla base delle pratiche della compe-
alla creazione di un vero e proprio tizione. In tal senso è rilevabile una

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La scuola italiana contraddizione di fondo nella legge


107/2015 sulla quale non ci si sofferma
ritocrazia’, della selezione, della perfor-
mance rendicontata, con conseguente
si sta spostando mai, e che tuttavia è fondamentale per progressiva emarginazione delle istitu-
comprendere il cortocircuito che sta zioni scolastiche che non soddisfino in-
verso un modello subendo l’istituzione scolastica: il suo dici di raggiungimento di traguardi.
progressivo snaturamento da istituzio- Come si fa, dunque, a praticare l’inclu-
competitivo, ne che promuove l’educazione, l’istru- sività, come valore prima ancora che co-
zione e la formazione della persona me strategia, se il modello su cui si di-
che nega umana in collaborazione con la fami- segna l’istituzione è di tipo competitivo?
il principio glia a ‘esercizio’ – nel senso commer-
ciale del termine – che è volto a soddi-
Come è possibile che docenti che en-
trano nelle classi e provano a lavorare
dell’inclusione sfare una domanda di istruzione ed in modo da promuovere i valori dell’in-
educazione performante fatta dalla clusione siano, tuttavia, assoggettati a
propria ‘clientela’ – studenti e famiglie. un modello che li vede in competizione
Questa contraddizione riguarda i con- fra loro per individuare i migliori ed
cetti di ‘inclusione’ e di ‘meritocrazia’. emarginare progressivamente quelli che
I due concetti sono in contraddizione sulla base di un criterio soggettivo e ar-
fra loro (ed è questa contraddizione che bitrario sono i peggiori? Come possono
genera il cortocircuito) perché mentre insegnanti competitivi essere modelli
il primo intende comprendere al proprio per la collaborazione? Come possono
interno senza lasciare fuori nessuno, il insegnare la collaborazione quando non
secondo seleziona, lasciando fuori un la praticano? Peggio ancora: che mes-
bel po’. saggio danno quando a parole dicono
La scuola va nella direzione della ‘me- cose differenti da quelle che praticano,

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senza trasformarsi in maestri di ambi- La questione chiave:


guità, in maestri di retorica e falsità? il significato dell’andare
a scuola
Il difficile rapporto dei docenti
con l’apprendimento Il francese François Dubet, sociologo
dell’istruzione, parte dalla constatazio-
A incidere sulla dispersione, sul falli- ne (appunti personali da un convegno)
mento scolastico degli studenti è an- che la scuola non ha più la funzione di
che l’idea che si ha di apprendimento: socializzazione delle nuove generazioni
cosa sia l’apprendimento, come si ap- e di controllo sociale e, nel contempo,
prenda, come si aiutino le persone ad non è più il solo luogo dove si appren-
apprendere. de, anche da parte dei giovani. In que-
In tanti anni di attività professionale so- sta nuova realtà della scuola non arriva-
Si acuirà
no sempre stato sorpreso dal modo in
cui coloro che dovrebbero rivestire il
no più ‘studenti’, bensì ‘giovani’, ragaz-
zi e ragazze che non la frequentano con
la distanza
ruolo di professionisti dell’apprendi- l’atteggiamento proprio dello studente tra cultura
mento (non) affrontano consapevol- che ha introiettato il ruolo. I ‘giovani’ ar-
mente la questione. Per tanti, troppi in- rivano a scuola portando tutte le aspet- dei giovani
segnanti esiste ‘l’apprendimento’, una tative e gli atteggiamenti del mondo gio-
categoria indistinta, ed esiste ‘l’inse- vanile: non sopportano le costrizioni e cultura
gnamento’. Per non pochi insegnanti scolastiche e ripiegano su una cultura
l’apprendimento significativo non esi- giovanile che è ostile alla scuola.
scolastica,
ste, come non esiste l’apprendimento
meccanico (suo opposto), quello su-
Si manifesta, pertanto, una distanza tra
la cultura dei giovani e la cultura scola-
se non si recupera
perficiale vs profondo, quello costrutti- stica, nella quale la cultura giovanile vie- una ragione
vo vs trasmissivo. Esistendo solo un in- ne addotta come difesa verso le frustra-
distinto apprendimento esiste, di con- zioni scolastiche. I tradizionali modelli significativa
seguenza, solo l’insegnamento come pedagogici sono, del resto, adatti solo a
forma unica di didattica. una minoranza degli studenti: l’impegno per l’andare
L’apprendimento, nonostante sia og- e la motivazione non sono più dati acqui-
getto di interrogativi filosofici da sem- siti, lo studente intende costruire il pro-
a scuola
pre e lo si stia studiando in modo siste- prio sapere dalla propria esperienza es-
matico almeno dall’inizio del secolo sendo artefice della propria istruzione.
scorso a partire dagli studi sull’appren- Secondo Dubet, i giovani non rifiutereb-
dimento animale di Pavlov e da diffe- bero la fatica dell’apprendimento, a pat-
renti prospettive (fisiologica, psicologi- to di darsi un ‘programma’ educativo lo-
ca, sociale, cognitivista, neurologi- ro, in alternativa a quello istituzionale.
ca…), è ancora un mondo che racchiu- Gli studenti sarebbero, quindi, sempre
de molti misteri, tanto che è impossibi- meno disponibili a fare fatica senza una
le, anche alla luce delle teorie più ac- ragione per essi significativa.
creditate, avere la certezza che, data In un simile contesto, allora, quale do-
una situazione di partenza e utilizzan- vrebbe essere il ruolo dell’insegnante?
do tecniche date, si raggiunga un ben Sempre secondo Dubet, la più grande
definito risultato. Nella didattica può sfida che si trova ad affrontare l’inse-
valere la metafora del lancio di un mis- gnante oggi è proprio quella di motiva-
sile senza avere ragionevole certezza re e di coinvolgere gli studenti aiutan-
che raggiunga il bersaglio! doli a trovare un significato a ciò che la
Come muoversi, allora, in una dimen- scuola propone loro.
sione con così poche certezze? Di se- Ma cosa vuole dire ‘dare significato’ in un
guito alcune riflessioni che potrebbero contesto di apprendimento? Lo speri-
contribuire allo sviluppo di un’azione mentiamo tutti i giorni: diamo significato
didattica consapevole. a un nuovo ‘contenuto’ quando questo

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ha una qualche forma di contatto con do tutta la scuola è strutturata intorno


quanto conosciamo già, quando, cioè, alle discipline: organizzazione della di-
l’evento fa parte della nostra esperienza dattica, ingaggio degli insegnanti e va-
attuale o passata, quando possiamo usa- lutazione degli esiti.
re quanto impariamo. Questo è il mecca- Sul piano operativo, se è impossibile,
nismo dell’apprendimento naturale: im- nelle condizioni date, realizzare una di-
parare per usare quello che si impara. dattica interamente orientata alle com-
Se non scatta il meccanismo del signi- petenze, la si può, tuttavia, realizzare
ficato, non si è ragionevolmente moti- in moduli di durata limitata, oppure, per
vati a sostenere la fatica dell’imparare: una maggiore estensione dei tempi de-
non si impara, oppure si impara, ma si dicati a questa forma di didattica, è
dimentica e non si usa; questo circuito possibile lavorare sempre nella pro-
C’è un continuum genera demotivazione, disaffezione, fru- spettiva dell’apprendimento significa-
evolutivo strazione, vissuto di insuccesso e, nei
casi più gravi, perdita di autostima e ab-
tivo.
Infatti, leggendo con cura il costrutto di
nello sviluppo bandono scolastico. competenza, vediamo quest’ultima ca-
La ‘molla’ per l’attivazione del meccani- ratterizzarsi come una forma di cono-
delle conoscenze, smo del significato è il lavoro didattico scenza di ordine elevato e rinvenibile in
con e sull’esperienza dello studente. L’e- un ipotetico continuum di sviluppo del-
che comprende sperienza può essere rappresentata da la conoscenza stessa, dopo che siano
ciò che lo studente conosce già, dalla re- stati sviluppati l’apprendimento mec-
apprendimento altà in cui è immerso, dalle emozioni e dai canico (memorizzazione e ripetizione)
meccanico, sentimenti che prova. Se l’aggancio
esperienza-curricolo non scatta, non si
e l’apprendimento significativo (com-
prensione e costruzione). La compe-
apprendimento avrà apprendimento significativo; si tenza è, infatti, la rappresentazione
avranno, nel migliore dei casi, apprendi- dell’apprendimento situato, che è ca-
significativo, mento meccanico, memorizzazione e co- ratterizzato da processi cognitivi di or-
noscenza inerte, cioè: spreco di risorse. dine elevato rispetto a quelli attivati per
apprendimento conseguire l’apprendimento meccani-
Le competenze come co (fatto di conoscenza dichiarativa e
situato conoscenza di livello elevato procedurale) e quello significativo (co-
noscenza strutturale e situazionale), ed
Uno dei temi vitali nella nostra scuola ri- è costituita da conoscenza concettua-
guarda le ‘competenze’: le scuole sono le, strategica ed esperienziale (1).
obbligate a certificarle, dopo averle pro- Si lavora, nella prospettiva delle com-
mosse e valutate. Il contesto della didat- petenze, utilizzando come costrutto
tica per le competenze può rappresen- pedagogico il ‘compito autentico’, ve-
tare un’occasione per attivare e sostene- ro e proprio ambiente di apprendimen-
re l’apprendimento significativo, anche to in cui si fa ampio uso dell’esperien-
se alcuni esperti mettono in evidenza una za dello studente per promuovere ap-
loro criticità: la possibile frammentazio- prendimenti disciplinari profondi e si-
ne e l’indebolimento dell’apprendimen- gnificativi e importanti abilità cognitive,
to disciplinare con la perdita di solidità sociali e personali.
conoscitiva e con il venir meno della co-
struzione di strutture cognitive importan- Valutare persone, non oggetti
ti per la persona, quelle proprie del mo-
do di pensare tipico di un dominio del sa- Le persone si nutrono di feedback:
pere e che si sviluppano solo attraverso questa è un’evidenza presente in ogni
una solida didattica disciplinare.
Nel difficile percorso verso le compe- 1) Per questa tassonomia, di mia elaborazione,
tenze, altri evidenziano l’impossibilità mi riferisco all’Architettura della cognizione
di lavorare in quella prospettiva quan- umana di David Jonassen.

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Una valutazione
è meccanica
(non autentica)
se non condivide
criteri,
se non considera
nostra esperienza. Il feedback ci fa
crescere perché ci aiuta a capire quan-
La valutazione autentica trasforma un
atto amministrativo e normativo in
l’apprendimento
do e quanto stiamo operando nella un’opportunità di apprendimento attra- significativo,
giusta direzione e ci fornisce concreti verso la messa in evidenza dei criteri di
elementi per migliorare il nostro ap- qualità dell’apprendimento che servo- se non motiva
prendimento. no al valutatore come guida trasparen-
Il feedback viene generato attraverso te e condivisa (non esistendo una va- le persone
una valutazione che consente di coglie- lutazione oggettiva è possibile render-
re elementi significativi dell’apprendi- la il meno arbitraria possibile) e al valu-
mento della persona valutata. Un ele- tato come guida al proprio apprendi-
mento significativo è tale quando vie- mento.
ne ritenuto rilevante e importante dal La valutazione di elementi di conoscen-
valutato, quando l’oggetto della valu- za (magari dichiarativa e procedurale)
tazione è percepito come concreto e come viene abitualmente fatta attraver-
può essere migliorato. È la valutazione so gli ‘esercizi’ scolastici, senza espli-
stessa a offrire indicazioni chiare su co- citazione e condivisione preventiva dei
me intervenire per migliorare. criteri di valutazione, dice poco o nulla
Questa è la ‘valutazione autentica’, ov- dell’apprendimento significativo, mor-
vero la valutazione della ‘prestazione’, tifica la persona che apprende e si ri-
perché è nella prestazione, se attenta- duce a mera rendicontazione di un ap-
mente analizzata e descritta, che sono prendimento meccanico.
messi in evidenza l’intero processo di L’apprendimento si valuta, non si mi-
apprendimento e la sua ricchezza: la sura e non può essere, per la sua stes-
correttezza disciplinare, la comprensio- sa natura, oggetto di misurazioni par-
ne, il possesso di abilità, la capacità di ziali, parcellizzate e standardizzate. La
transfer e di automonitoraggio, ecc. Una valutazione meccanica può, al meglio,
prestazione consente una valutazione fornire informazioni sull’insegnamento
significativa e motivante perché il valu- e non sull’apprendimento e non rappre-
tato stesso sente valorizzata la sua in- senta una leva per motivare all’impe-
terezza. gno gli studenti.

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L’illusione di una scuola che la didattica necessari a coprire il curri-


cambia (ovvero il malinteso colo e a conseguire i traguardi, l’orga-
senso dell’innovazione e la nizzazione della didattica immobilizzata
marginalità del digitale) anche da contratti di lavoro adeguati a
metodi standardizzati, la professionali-
È fuori di dubbio che la scuola italiana tà docente non valorizzata attraverso i
abbia bisogno di innovazione per recu- dispositivi di accesso e di mantenimen-
perare efficacia educativa, per utilizza- to in servizio.
re al meglio il tempo-scuola, per svilup- Il tutto porta, per deriva naturale, a
pare conoscenze solide, estese, inter- un’autocentratura della scuola e a una
connesse e processi cognitivi di ordi- limitata, se non assente, focalizzazione
ne superiore. sullo studente e sulle sue specificità,
Un’innovazione La scuola italiana è attraversata, oggi, una scuola che, in buona sostanza, è
sensata da un vento forte di ‘innovazione’: dal
ministero vengono promosse e soste-
calibrata sullo studente medio, cioè su
nessuno.
è centrata nute didattiche innovative, gli insegnan-
ti sono premiati se utilizzano didattiche Curricoli ipertrofici e
sul potenziamento innovative, i finanziamenti sono orienta- valutazione rendicontativa non
ti all’innovazione. Spesso questa inno- aiutano il buon apprendimento
cognitivo vazione passa attraverso l’utilizzo del di-
gitale, inteso quale nuovo paradigma Le pratiche didattiche reali che un in-
degli allievi per ripensare, nella prospettiva del mi- segnante può esercitare sono poco au-
e non su un glioramento, il sistema educativo.
Cosa innovano tutte queste ‘innovazio-
tonome rispetto all’infrastruttura nor-
mativa e finanziaria del sistema educa-
maquillage ni’? Le uniche innovazioni sensate so- tivo. Pratiche potenzialmente efficaci,
no quelle che sono ancorate allo stato come quelle per l’apprendimento signi-
didattico dell’arte sull’apprendimento e sulla co- ficativo e per la valutazione autentica o
gnizione, non quelle estemporanee fat- per il conseguimento di competenza,
contingente te di un didatticismo empirico frutto di sono di difficile, se non impossibile, im-
contingenze e di obiettivi economici e plementazione come prassi normale
che, impegnando limitatamente il pen- proprio perché le condizioni istituzio-
siero, promuovono un apprendimento nali in cui si esercita l’attività didattica
‘leggero’. Con le nuove suggestioni non lo consentono. Curricoli ipertrofici
(coding, pensiero computazionale, cur- non lasciano il tempo (disteso) neces-
ricoli digitali), lungi dal razionalizzarli e sario ad attivare e a sostenere l’appren-
dal renderli più efficaci, si intasano an- dimento significativo, mentre la finaliz-
cor di più gli ipertrofici curricoli. zazione rendicontativa della valutazio-
Nella prospettiva di una vera innovazio- ne obbliga a prassi valutative non au-
ne (apprendimento significativo, poten- tentiche e la crescente cultura compe-
ziamento cognitivo), il digitale, asse titiva, dentro e tra le scuole, ostacola lo
portante delle recenti politiche per la sviluppo della cultura della collabora-
scuola, ha un ruolo marginale, è uno zione e dell’inclusione.
strumento della contemporaneità che Un bravo insegnante può salvare qual-
la scuola non può ignorare, ma non può che studente, ma la scuola condanna
essere esso solo il nuovo significato i più.
della scuola.
Le criticità che investono la scuola e la
mettono, come sempre, anche nel pas- Gianni Marconato
Ringrazio Fulvia Carbo- sato, sul banco degli imputati riguarda- Psicologico e formatore. Si occupa di metodologie
nera per aver discusso no il suo assetto curricolare, le sue rigi- didattiche, ambiti di apprendimento, competenze,
con me il tema e per i didattica e tecnologie
dità e standardizzazioni che azzerano giannimarconato@gmail.com
tanti stimoli dati.
l’autonomia didattica, i ritmi serrati del-

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