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La sofistica

Sofista= fare ragionamenti cavillosi


La sofistica ha avuto spesso caratteri negativi come falsificare, ingannare…
Questi criteri sono stati ampliamente discussi da Platone.
Si sviluppa ad Atene nel V sec. a.c.
490 a.c. Maratona - 480 a.c. Salamina - 461 a.c. Pericle diventa capo di Atene
457 a.c. inizia la guerra del peloponneso tra Atene e Sparta
456 a.c. Protagora arriva ad Atene - 431 a.c. inizia II guerra del peloponneso
429 a.c. muore Pericle - 427 a.c. Gorgia arriva ad Atene
Protagora e Gorgia sono nati entrambi circa nel 485 a.c.
I sofisti erano maestri di sapere a pagamento. Sofistés = sapiente. Interesse per la polis,
insegnanti itineranti. Paideia = formazione/educazione.
Insegnano 2 arti: retorica (discorso da solo) e dialettica (dibattito con altri).
Protagora: tra relativismo, criterio dell’utile e umanesimo
Nacque ad Abdera, nella Tracia. Fu il primo insegnante itinerante a pagamento.
Isonomia (uguali diritti politici) e isegoria (diritto di parlare in assemblea).
“L’uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che
non sono in quanto non sono.” Da Teeteto (dialogo scritto da Platone tra Socrate e
Teeteto).
Ci sono 3 possibili letture di questa affermazione:
- Il singolo individuo è misura di tutte le cose.
Questo è un radicale relativismo epistemologico ed etico: ogni situazione appare diversa a
ciascuno (relativismo epistemologico) ed ogni cosa è concessa a ciascuno (relativismo
etico).
- Ogni comunità è misura di tutte le cose.
Secondo questa lettura dell’affermazione, si mantiene il relativismo epistemologico ed
anche quello etico, ma le leggi della propria comunità, fondate su pudore (aidòs = rispetto
delle regole e degli altri) e giustizia (dìke), sono l’argine al relativismo etico. Il sofista,
maestro di retorica, può convincere, con uso accorto delle parole, chi non vuole seguire le
leggi, a prendere la “medicina” dell’utile, ovvero a seguire le leggi, facendogli apparire
bello e buono quello che gli appariva brutto e cattivo (seguire le leggi è visto da molti come
un impedimento alla libertà). Non esistono discorsi più veri o buoni di altri, ma esistono
discorsi più utili di altri (pragmatismo, utilitarismo). Da questo punto di vista, Protagora può
essere definito come appartenente alla corrente del contrattualismo (o positivismo
giuridico), secondo la quale le leggi della comunità fondano valori e diritti, e non esistono
valori e diritti prima della loro stesura in leggi e contratti tra gli uomini. (questo punto è
considerato il più vicino al pensiero di Protagora).
- L’uomo “universale” è misura di tutte le cose.
Questa lettura elimina il relativismo epistemologico ed etico, in quanto siamo tutti
accomunati dall’essere uomini. Da questo punto di vista, Protagora è uno dei fondatori
dell’umanesimo. Qui Protagora apparirebbe essere un giusnaturalista, la corrente di
filosofia politica secondo la quale esistono dei valori (alla base del diritto = ius)
naturalmente (=naturalismo) insiti in ognuno di noi che la politica deve tradurre in leggi
positive.
Giusnaturalismo: credere nelle leggi della natura.
contrattualismo: creare leggi scritte per la società.
Gorgia: il linguaggio del nichilismo
Nacque a Lentini. E’ considerato l’inventore della retorica e del nichilismo. Arriva tardi ad
Atene rispetto a Protagora. Scrisse “L’encomio di Elena” (p167). Altra opera è “Sul non
essere”.
Aveva 3 tesi:
-nulla esiste.
-se anche vi è esistenza non può essere conosciuta.
-se anche potesse essere conosciuta, non può certamente essere comunicata.
La seconda sofistica: Ippia, Callicle e Trasimaco
Diritto positivo: insieme delle norme emanate da uno Stato.
Per Ippia la (fragile, precaria) legge positiva, solo nei casi in cui affermi l’uguaglianza degli
uomini tra loro, esprime una legge di natura in base alla quale l'uomo è (e deve essere)
uguale a tutti gli altri uomini. Bisogna dunque fare in modo che la traduzione legislativa del
diritto naturale accada il più possibile; e si può disobbedire alle leggi che non esprimono il
diritto naturale (vedi l’Antigone di Sofocle). La visione di Ippia esprime un punto di vista
giusnaturalista “classico”; ma egli si rende conto che la legge positiva spesso non riesce
ad esprimere i valori insiti in ognuno di noi.

La legge positiva, per Callicle (sofista che incontriamo nel dialogo platonico Gorgia),
protegge i deboli dalle prevaricazioni dei forti e ribalta una legge di natura "oscura" in base
alla quale l'uomo forte domina (e deve dominare) il più debole e in base alla quale è
naturale che alcuni abbiano di più e altri di meno (pleonexìa). Secondo Callicle, bisogna
eliminare le leggi che negano questo diritto naturale "oscuro", impedendogli di trionfare, e
mantenere quelle che lo affermano.

La legge positiva, per Trasimaco (che incontriamo nell'opera platonica La repubblica), è


espressione degli interessi dei più forti e ribadisce una legge di natura “oscura” in cui il
forte trionfa (e deve trionfare) sul più debole. Pertanto bisogna che così continui ad
essere. Non occorre riformare lo stato in base a un'ideale di giustizia irraggiungibile (come
aspirerà a fare Platone). Di nuovo si tratta di un giusnaturalismo "oscuro" che viene però,
per fortuna (secondo Trasimaco), espresso dalla legge positiva.

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