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I MITOCONDRI E IL PTP
Il mitocondrio è considerato un organello fondamentale per la vita della cellula perché è la fonte
principale di produzione di energia. Quando parliamo di morte cellulare, il mitocondrio funziona
anche come INTEGRATORE di segnali cellulari e stress, ovvero un organello che interpreta la
situazione a livello cellulare e, in condizioni di danno esteso, da il via a fenomeni che possono
portare alla morte cellulare: esprime dei fattori che, in presenza di danno esteso (che causerà
morte cellulare), iniziano a funzionare in maniera opposta rispetto a quanto fanno normalmente--
> non contribuiscono alla sopravvivenza della cellula (ruolo fisiologico) bensì a ucciderla (questo
vale sia nella necrosi, sia nell’apoptosi).
Quindi il mitocondrio gioca un ruolo chiave nella morte cellulare, regolando la sua permeabilità
tramite il PTP, prevalentemente nella necrosi (ma si pensa possa essere coinvolto anche nella
morte cellulare per apoptosi) e tramite le proteine Bcl2 per l’apoptosi.
La distinzione tra necrosi e apoptosi però è stata superata; quindi, diciamo che quando c’è una
regolazione della morte cellulare, sia il PTP sia il Bcl2 possono giocare un ruolo importante.
COMPONENTI IMPORTANTI PER L’ATTIVITA’ DEL PTP
La composizione molecolare del PTP NON è ancora nota. Si
pensa però che la CICLOFILINA D sia una COMPONENTE
REGOLATORIA del canale (ne facilita l’apertura). Alcune di
queste MOLECOLE REGOLATORIE, tra cui la CICLOFILINA D,
possono essere bersaglio di TERAPIA FARMACOLOGICA.
Sulla MEMBRANA MITOCONDRIALE INTERNA, inoltre, ci sono
una serie di molecole che sono state estesamente studiate nella
fosforilazione ossidativa e nella bioenergetica mitocondriale.
Alcune di queste molecole sono importanti per la struttura del PTP.
In particolare, c’è un complesso detto ATP SINTETASI, l’ultima componente della catena
respiratoria, che genera le molecole di ATP; questo complesso proteico sembra essere coinvolto
nella formazione del PTP.
Come viene scatenata l’apertura del poro? L’eccessiva produzione di ROS e l’aumento del calcio
(a livello extracellulare credo) sono due fenomeni che portano all’apertura del poro.
PTP E MALATTIE
L’apertura del PTP è coinvolta nell’eziologia e nella progressione di
diverse patologie, tra cui: malattie neurodegenerative (es
Parkinson, Huntington, Alzheimer, SLA), l’ischemia/danno da
riperfusione, distrofie (es Duchenne), complicanze del diabete
(retinopatia, nefropatia).
Il danno da stress ossidativo, il signaling di calcio irregolare e la
disfunzione mitocondriale è comune a tutte queste malattie.
In europa e negli USA è stato approvato un farmaco che regola l’apertura del PTP, utilizzato per
trattare la sclerosi laterale amiotrofica (SLA, malattia neurodegenerativa, dove l’apertura del PTP
porta ad un aumento della morte cellulare).
Si sta cercando di intervenire per chiudere il PTP e per evitare un aumento nella produzione di
ROS.
Questi eventi sono eventi transitori cui la cellula va incontro nella fase di ossigenazione; se non c’è
l’apertura del poro, la cellula riesce a salvarsi quando c’è la riossigenazione. Questo è il motivo per
cui riperfondiamo.
In altre cellule però si ha l’apertura del poro e muoiono. Se riusciamo a evitare l’apertura del poro
però, salviamo le cellule.
In altri studi sono stati eseguiti dei knock-down che consentono di ridurre l’espressione della
subunità C dell’ATP-sintasi (non la azzeriamo altrimenti le cellule morirebbero) e si è cercato di
capire se l’apertura del PTP in queste condizioni è ostacolata.
Quando le cellule sono esposte a una molecola che aumenta molto la concentrazione di calcio in
cellula, il calcio satura i canali e il PTP si apre--> si ha una diminuzione della fluorescenza che
deriva dalla calceina, che viene aggiunta durante l’esperimento per monitorare i livelli di calcio: la
calceina riconosce il calcio; tanto più calcio c’è in cellula, quanto più aumenta la fluorescenza. In
questo caso il calcio entra nel mitocondrio e si ha una diminuzione della fluorescenza.
Il mitocondrio non è ancora scoppiato.
Se riduciamo i livelli di espressione della sub C, il drop di fluorescenza non è più visibile:
impediamo l’apertura del poro quindi non si ha la diminuzione della fluorescenza perché il calcio
non entra nel mitocondrio. Questa è un’altra evidenza indiretta che la subunità C potrebbe essere
coinvolta nella formazione del PTP.
Quando però sembrava abbastanza accertato che la subunità C contribuisse alla formazione del
PTP, sono stati pubblicati studi più recenti che mettono nuovamente in dubbio che l’ATP-sintasi
sia la componente del PTP: in particolare, sono stati eseguiti dei KO su cellule, in modo che la
subunità C non fosse prodotta--> queste cellule sono comunque in grado di supportare un cambio
di permeabilità del mitocondrio--> la subunità C potrebbe non essere necessaria per aprire il PTP.
C’è inoltre un’altra molecola detta ANT, che è probabilmente un’altra componente chiave del
PTP. Esistono 3 geni che codificano per questi trasportatori di nucleotidi mitocondriali; in passato
sono stati fatti degli studi di KO di questi geni; in passato però era difficile fare KO di tutti e 3 i
geni; sono stati generati dei doppi KO di ANT1/ANT2--> questi studi sembravano dimostrare che
ANT non era importante. Più recentemente però, si è scoperto che ANT3 potrebbe essere
coinvolto nella formazione del PTP.
ANALISI DI TOPI KO PER LA CICLOFILINA D
Un altro gruppo di studiosi si è addentrato sul dimostrare l’importanza del PTP e cercare di
migliorare la terapia di pazienti che hanno malattie in cui il PTP è importante.
C’era già da molti anni l’evidenza che la ciclofilina D fosse una molecola che aiuta a regolare
l’apertura del poro (non è parte della struttura). È possibile fare KO del gene che codifica per la
ciclofilina D e si ottengono dei topi normali.