Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il progetto genoma umano iniziò nel 90, il primo draft del genoma è stato prodotto
nel 2001, e solo adesso dopo 21 anni è stata completata completata la sequenza del
genoma, dove sono state sequenziate anche delle regioni che non erano state
possibili sequenziare allora, ovvero le regioni centromeriche e la regioni telomeriche.
questo progetto è nato perché lo scopo era andiamo Lo studio delle malattie
genetiche con un po' di di è la sequenza in una stringa è un sequenza di cdna,
ovvero quella che viene ottenuta quando si retrotrascrivere il dna messaggero,
quindi è una sequenza senza introni, quindi parte da un APG del primo codone, per
poi arrivare ad uno dei segnali d'arresto (vicino all’ovocita). noi abbiamo 3 miliardi di
paia di basi (bp) che sta a livello del genoma aploide( nello schema c’è un ovocita e
uno spermatozoo), questi 3 miliardi di basi sono distribuite su 23 cromosomi, si parla
di genoma aploide, quindi una media 150 milioni di basi per cromosoma, anche se
questo non è vero perché, a livello di cromosomi ce ne sono alcuni in cui la molecola
di DNA è molto più lunga. quando si va a studiare il cariotipo, fino agli anni 90, fosse
l’unico tipo di immagine genetica che veniva fatta, quando andiamo ad analizzare un
cariotipo.
Quindi possiamo affermare che tutte le malattie hanno una componente genetica,
noi distinguiamo fondamentalmente quelle che sono le malattie:
- MONOGENICHE o MALATTIE AD EREDITARIETÀ MENDELIANA
- COMPLESSE O FENOTIPI COMPLESSI; esempio classico i tumori, le
malattie degenerative, il diabete, malattie neurodegenerative sono tutte
malattie genetiche che dipendono dalla mutazione a carico di geni.
Quando si parla di fenotipi complessi il contributo del singolo Gene è molto più
basso, il contributo viene dato da alterazioni che avvengono all'interno dello stesso
genoma In geni differenti punto sono delle malattie che venivano chiamate
poligeniche, non dipendono dall' alterazione di un singolo gene Ma dall' alterazione
di geni differenti. in tutte queste malattie il fattore ambientale diventa ancora più
determinante rispetto a quello che noi osserviamo nelle malattie monogeniche.
basta pensare al diabete che dipende da mutazione a carico di diversi geni, ma
sicuramente per mezzo dell'alimentazione e dello stile di vita c'è un contributo
Maggiore di quella che è la manifestazione della gravità del fenotipo del diabete.
oltre alle due malattie parlate in precedenza, esistono altre malattie determinate da
virus, per esempio il coronavirus, come sappiamo la risposta è diversa a seconda
dell’individuo, Risposta avviene in maniera diversa a seconda dell'individuo Perché
quelLa malattia si trova in un contesto genomico differente.
quindi partendo da questo presupposto variazioni del genoma possono o causare
direttamente o contribuire alla severità di una determinata patologia. quindi lo
studio del genoma è un punto fermo in tutte quelle che sono Le problematiche
biomediche.
Il progetto genoma si era concluso nel 2001, poi nel 2004 è stato pubblicato un
nuovo articolo in cui sono state tirate le somme di quello che era stato scoperto in
precedenza col progetto genoma. Un altro articolo venne pubblicato a distanza di 10
anni quindi nel 2011.
Nel 2004 sono stati scoperti 3 miliardi di nucleotidi. Una volta si riteneva che il
numero di geni codificanti proteine fosse di 100.000, questo numero di geni veniva
calcolato in base alle proteine presenti nelle nostre cellule e in base ai diversi tipi
cellulari presenti in un organismo complesso come il nostro.
Ma mano che il progetto genoma andare avanti, questo il numero di geni tende ad
abbassarsi sempre di più arrivando all’incirca 70.000, fino a quando poi si è giunti
alla conclusione che fossero in totale 20.000 geni codificanti proteine. Sono stati
identificati 35000 RNA messaggeri, Per i fenomeni di splicing alternativo che vanno
a produrmi anche proteine differenti, per questo il numero di proteine è più alto.
L’altra scoperta importante è stata che solo l’1,2% del genoma codifica per proteine.
Il restante 98% É DNA non codificante proteine.
Subito dopo, che era stato sequenziato il genoma e che vennero fuori questi dati e i
ricercatori hanno pensato di capire come comportarsi con il 98% di DNA e per via
della presenza della teoria del DNA spazzatura, ovvero quello che replica se stesso
ma non ha alcuna funzione, quindi non era possibile affermare che il 98% del nostro
DNA non codificasse nulla, allora è nato questo progetto che è stato portato avanti
per più di 10 anni, il cui obiettivo era quello di capire cosa svolgesse questo 98% di
DNA e che non codifica proteine. Cosi iniziarono a fare il così detto INCODE Ovvero
l’enciclopedia degli elementi del DNA
Quando abbiamo parlato delle tecniche di sequenziamento che ci fanno vedere tutti
gli RNA che produce una cellula, da queste tecniche di sequenziamento è stato visto
che solo il 2% produce proteine e quindi si parla di DNA codificante, quindi la
maggior parte del nostro genoma viene trascritto, ovvero produce degli RNA. Questi
RNA vengono chiamati non coding RNA, E rappresenta una parte estremamente
importante del trascrittoma.
Un ricercatore che sta studiando una posizione specifica del genoma, alla ricerca del
gene malattia, in un testo, dice di non riuscire a trovare l’operining frame, ovvero la
cornice aperta di lettura che permette ad un determinato messaggero di essere poi
tradotto in proteina. Il collega nel dialogo risponde che, probabilmente si trattasse di
rna non codificante, Questo significa che chi studia la componente genetica di
determinati patologie sicuramente si trova davanti ad RNA non codificanti che
possono essere implicati in determinate malattie.
Nel 2011 in seguito al progetto in coda, è stato scoperto l’encoding banfactional, non
è codificante la funzione.
Per andare a ricercare un gene responsabile di una malattia, l’approccio dei
ricercatori, fu quello di andare ad associare delle zone cromosomiche riassociate
presenti in quella determinata malattia.
Il primo individuato grazie a questo fu la distrofia muscolare di Duchenne, che
dipende dall’alterazione di un gene a carico del cromosoma X. Si sapeva che, molti
bambini e ragazzi affetti da distrofia muscolare, presentavano una d’elezione a
livello del cromosoma X, quindi il gene che determinava la malattia doveva essere
localizzato in quel tratto. Quindi facendo degli esperimenti particolari, si andò a
risalire alla sequenza genomica di quella regione, a livello di quella regione si
andava a cercare un gene codificante proteina, si studiava la struttura di questo
gene e così si andava a vedere se gli individui affetti da tale malattia presentassero
mutazioni su quel gene. Quindi hanno capito quale fosse il gene che causasse la
distrofia, alterata nei pazienti affetti da Duchenne.
Questo tipo di approccio si usava anche nei tumori; i ricercatori sapevano che
implicati ci fossero delle determinate regioni cromosomiche, ma non riuscivano a
trovare il gene che causasse quest’ultima, infatti adesso si andava alla ricerca di
geni che producono RNA non codificante, che potrebbe essere implicato in quella
determinata malattia.
Teoria cellulare
La cellula è l’unità fondamentale di tutti gli organismi viventi, tutti gli organismi viventi
sono formati da cellule e non esiste alcuna forma di vita se non a livello cellulare.
Secondo questa definizione, si poteva intuire che i virus non venissero considerati
come organismi viventi, I virus sono degli aggregati macromolecolari costituiti da un
acido nucleico, ad esempio il DNA o l’RNA, quindi o a singolo o a doppio filamento,
rivestiti da un involucro proteico e privi di un’organizzazione cellulare Per questo
motivo non vengono inseriti tra gli organismi viventi. Però secondo alcuni ricercatori,
i virus potrebbero rappresentare la prima forma di vita presente a livello cellulare. Si
parta dei cosiddetti virus giganti ovvero quelli che presentano un acido nucleico
molto lungo dove sono andati a studiare il folding delle proteine, e hanno visto che ci
sono molte analogie con le proteine dei procarioti e di alcuni eucarioti.
Un altro punto importante è quello che riguarda l’origine della vita degli organismi
viventi. Tutti gli esseri viventi presenti sulla terra derivano da un ancestrale comune.
Quindi l’ipotesi sarebbe: la vita sulla terra sia la comparsa solo una volta, e da
questa primitiva forma di vita ne derivarono tutte le specie viventi che vivono sulla
terra. Quindi il messaggio sarebbe che, quando andiamo a studiare la biologia
cellulare, si studia fondamentalmente ogni essere vivente, perché tutti gli esseri
viventi sono formati da cellule.
L’uomo viene definito come un sistema complesso, e per capirlo al meglio bisogna
partire dallo studio delle macromolecole che lo formano e delle interazioni che
queste macromolecole possiedono per poi inserisci in un organismo pluricellulare,
Dove perde la sua entità di cellula per divenire funzionale per il benessere
dell’organismo, ovviamente devo tenere conto di tutti gli altri fattori come l’ambiente.