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Il bruco e la farfalla in cui esso si trasforma hanno lo stesso identico corredo di DNA in tutte le

cellule del loro corpo: perché sono diversi?


La scoperta della struttura molecolare del DNA, pubblicata da Watson e Crick oltre sessant’anni fa,
è indubbiamente una pietra miliare nella storia della Biologia, che si impose come geniale punto di
arrivo di scoperte sul DNA.
Il dna è una lunga molecola costituita dal ripetersi di 4 tipi di unità fondamentali detti nucleotidi.
L’analisi chimica dimostra che ogni nucleotide è formato da una molecola di acido fosforico, una di
zucchero desossiribosio e da una base azotata che può essere di quattro tipi: adenina, citosina,
guanina e timina.
Nella molecola del DNA due catene di nucleotidi si avvolgono a spirale formando una doppia elica.
Spesso questa forma è paragonata ad una scala a pioli avvolta si se stessa nella quale due corde
sono costituite dagli acidi fosforici e dagli zuccheri e i “pioli” da basi azotate legate tra loro :
l’adenina si lega sempre con la timina, e la citosina con la guanina (legge complementarietà delle
basi).
Le combinazioni sono svariatissime e cos’ i tipi di molecole che si possono formare. E’ proprio nella
diversa successione delle basi che sta la differenza tra un individuo ed un altro
Proprio per questo, è difficile immaginare una scoperta che più di questa abbia influenzato e
influenzi il modo in cui l’uomo percepisce se stesso: come individuo, avente una storia genetica
legata al DNA nell’ambito della sua specie; e come membro di una specie, avente una origine
comune con quella di tutte le altre specie viventi, lungo una storia di cui è ancora il DNA a portare
le tracce.
Ma i geni non sono tutto, alcuni studiosi impegnati nella ricerca genetica sostengono che le
caratteristiche individuali non sono determinate interamente da quanto è scritto nei geni ma sono
influenzate dallo stile di vita e dalle condizioni ambientali. Durante la formazione e lo sviluppo di
un organismo la disponibilità e la qualità del cibo, ma anche la presenza di sostanze dannose , la
temperatura o altri fattori ambientali interferiscono con l’attività di formazione e manifestazione
dei vari caratteri. Ad esempio le lentiggini si manifestano dopo l’esposizione al sole: ciò fa pensare
che il gene responsabile sia attivato dalla luce intensa. Il colore del pelo delle lepri artiche ,
determinato dai geni, è influenzato dalle temperature dell’ambiente: è bianco di inverno e
marrone in estate (metilazione della cromatina)
In termini molto semplici, il gene si esprime in un modo o in un altro, in salute o in malattia, in
rapporto a molteplici fattori, che comprendono tutte le interazioni che il nostro organismo ha con
l’ambiente interno ed esterno. L’ambiente esterno include inoltre i nostri stili di vita,
l’alimentazione, le sostanze con cui veniamo a contatto, il tipo di attività lavorativa svolta e relativi
rischi professionali, lo stress cronico, ad esempio.
Questi cambiamenti detti epigenetici non comportano variazioni nella sequenza di DNA ma,
piuttosto, modificano negli istoni (proteine di base che si legano al DNA) che compongono la
cromatina, e nella metilazione del DNA (appunto una modificazione epigenetica del DNA). Variano
il fenotipo di un individuo senza alterare il genotipo , la sequenza genetica.1
Una riflessione sui cambiamenti “epigenetici” inizio’ ponendo attenzione alle ” metamorfosi ”
come ad esempio la trasformazione di un bruco in farfalla. Ciò che il bruco chiama fine del mondo,
il resto del mondo cita un proverbio lo chiama farfalla. (lao tse)

La metamorfosi, nello studio degli animali, è il grande cambiamento che alcuni animali subiscono
nella loro evoluzione. Gli animali che subiscono questo cambiamento possono vedere come il loro
corpo muta completamente, assomigliando a un altro animale completamente diverso, e possono
persino cambiare il loro genere.

E’ noto che le farfalle non si auto-riproducono ma producono bruchi. per cui la specie
“Bruco//Farfalla” è una sola con un solo DNA, mentre la differenza notevole di forma va a
dipendere dalla maturazione del sistema neuronale del bruco che è in relazione con la
informazione esercitata dall’ ambiente (in questo caso la necessità di più ossigeno). Un ormone
specifico prodotto nella maturazione del cervello del bruco attiva la trasformazione in crisalide e di
seguito una tutta la serie di cambiamenti di forma che portano al volo della farfalla.

Il bruco e la farfalla hanno lo stesso DNA, stessa sequenza, ma hanno un fenotipo, cioè uno
specifico aspetto esteriore, diverso tra loro.
Il genotipo è il DNA, ereditato e non modificabile, contenuto nei geni cellulari e mitocondriali.
Il fenotipo è l’espressione visiva e funzionale del patrimonio genico di un essere vivente, che può
essere modulato da parte dei nutrienti introdotti o non introdotti con l’alimentazione giornaliera

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