Sei sulla pagina 1di 10

Medicina di laboratorio 2 (09/03/23)

Qual è il quinto parametro?(fondamentale nella definizione di un biomarcatore)

Se dovessimo dosare qualcosa all’interno di un liquido che tipo di approccio useremmo?Percentuale,infatti


in molti valori,come in quelli delle analisi troveremo due volte i valori dei nostri globuli bianchi. Espressi in
quantità percentuale e in quantità totale espressi come 10 alla 3 per millimetro cubo. Perchè è così
importante riportarli due volte?Non bastava riportarli numericamente?Che utilità può avere avere il valore
assoluto e il valore in percentuale?Dobbiamo pensare a ciò che stiamo misurando,di globuli rossi ne
conosciamo uno solo,i globuli bianchi invece sono di 5 tipi differenti:neutrofili che sono la nostra linea di
difesa principale e sono quelli maggiormente concentrati nel nostro sangue che fanno la guerra contro tutti
ma non sanno contro chi stanno combattendo(sia un virus,sia un batterio,sia una ferita o un materiale
metallico,combattono qualsiasi cosa);i linfociti sono molto più intelligenti e si dividono in due classi
principali:linfociti di tipo B e linfociti di tipo T,esiste anche un’altra classe che si chiama linfociti natural
killer cioè sono dei linfociti kamikaze,quando trovano il virus si fanno saltare pur di debellare il patogeno
(Quindi già sono 3 classi + una di neutrofili);poi abbiamo eosinofili sono dei marcatori di infezioni di
carattere parassitario per esempio la tenia(è un verme che si assume attraverso i cibi non lavati bene che
provengono dalla terra,quindi maggiormente gli ortaggi),quando questo parassita non è in grado di andarsi
a cercare il cibo ma gli deve arrivare il cibo bello e fatto quindi noi siamo ideali perché gli diamo tutto già
digerito,lui deve solo assorbire e cresce dentro di noi mentre noi mangiamo anziché assorbire noi nutrienti
è lui che si assorbe tutti i nutrienti per crescere,non si muore per la tenia basta prendere dei farmaci che
sono antiparassitari, così essa quando li assorbe va in degenerazione e poi la possiamo espellere attraverso
le feci;un’altra classe sono i basofili,ogni volta che iniziamo a starnutire chi più,chi meno quando fioriscono
le piante ed entriamo in contatto con il polline che inizia a viaggiare nell’aria ed entra in contatto con le
nostre vie aeree provoca una reazione dei basofili che sono molto poco concentrati nel nostro corpo.

Domanda:Perché i basofili sono meno concentrati rispetto ai neutrofili? Perchè sono più specifici,ed è vero
ma immaginiamo che queste cellule ci proteggono,cioè questo sistema immunitario fa sì che tutte le cellule
del nostro corpo che perdono il controllo vengono categorizzate ed eliminate perché tutto deve rispettare
un processo fisiologico preciso,se si compromette andiamo in contro a problemi infiammatori che si
possono trasformare in problemi cancerosi;quindi secondo voi i neutrofili stanno a manetta e i basofili ce
ne sono lo 0.02%,Perchè?Non sono anche quelli che ci proteggono?Perchè c’è così tanta differenza in
percentuale?Perchè possono causare reazioni allergiche che portano allo shock anafilattico,se reagisce un
basofilo a grandi quantità noi ci gonfiamo come un pallone,perché i basofili producono una serie di
sostanze che ci provocano questo stato di infiammazione cronica, e ne abbiamo sentito parlare di allergie ai
crostacei,allergie alle nocciole(che ne esistono di circa 50 tipi,a partire dalle
noci,noccioline,arachidi,pistacchi,pinoli,sono tutti della stessa classe) e dobbiamo sapere che alcune
persone sono allergiche alle noci ma non a tutte le altre ciò significa che negli alimenti e in questi prodotti ci
sono delle molecole peculiari,alcune scaturiscono una reazione dei nostri batteri e altre no.

Quindi il fatto di avere il pacchetto dei linfociti e dei leucociti in totale regolati in percentuale o in quantità
assolute in laboratorio ci dà due informazioni. Esempio: potremmo fare le analisi ad una persona e queste
analisi potrebbero risultare alterate dal punto di vista dei leucociti in generale,noi dobbiamo vedere quali
sono quelli alterati,immaginiamo che la persona è arrivata con la febbre, quale si alza per primo?i
neutrofili,sono i primi che vanno a fare la guerra non appena c’è un problema senza sapere il motivo,fanno
tutta una serie di molecole infiammatorie per questo ci sale la febbre,perché loro funzionano meglio
quando la nostra temperatura è un po’ più alta,questo è lo scopo di far alzare la temperatura,il problema
della temperatura è che quando è troppo alta diventa dannosa dal punto di vista degli organi,per esempio il
cervello,quando abbiamo la febbre a 39 siamo rincoglioniti perché ai neuroni non piace la temperatura
alta,vogliono avere temperatura costante,controllata,gli sbalzi di temperatura non vanno bene; per cui
questi neutrofili partono e vanno a fare la guerra e noi facciamo il dosaggio in laboratorio del pacchetto dei
leucociti(i cosiddetti globuli bianchi quindi li abbiamo tutti) e andiamo a vedere che sono aumentati i
neutrofili,non mi basta vedere che essi sono aumentati in termini numerici,cioè in quantità totali perché se
aumentano tutti quanti i leucociti allora io potrei trovare che in quantità percentuale quei neutrofili sono
normali (capito la differenza tra la quantità numerica e la quantità percentuale?) potrebbe succedere
l’opposto che numericamente sono simili ma quando li analizziamo in percentuale,la percentuale tiene
conto del totale di tutti quanti i leucociti,non guarda selettivamente una classe e questo mi fa subito capire
qual è il problema, ma di certo se sono aumentati i neutrofili non abbiamo capito ancora niente perché
ancora non si sono spostate le cellule specializzate,appena dopo i neutrofili la cui attività dura più o meno
una settimana inizia la produzione degli anticorpi perché i neutrofili hanno informato i linfociti B capaci di
produrre anticorpi e gli hanno detto guarda lì c’è questo tipo di patogeno, te lo faccio vedere,loro
riconoscono il patogeno e producono un anticorpo specifico contro il patogeno,questo è quello che è stato
fatto quando è stata fatta l’analisi dei soggetti che hanno preso il covid,quindi per capire chi era positivo al
covid infatti parte dei test erano a base immunoglobulinica,l’altra parte dei test invece misurava le proteine
specifiche del covid stesso tra lui lo spike che è un sistema di riconoscimento che utilizzano tutti i virus
ognuno però cel’ha differente.

Un altro tipo di analisi che si è applicata in grossa scala è una tecnica che noi utilizziamo tutti i giorni in
laboratorio è la reazione a catena della polimerasi o PCR o polimerasi chain reaction (come troviamo su
tutti i libri di biologia,su tutti i libri di medicina di laboratorio),che cos’è la PCR? È una tecnica che è stata
scoperta nel 1984 per puro caso da un ricercatore americano che aveva ben ipotizzato di trovare un
metodo per vedere le sequenze del nostro dna,noi attualmente non possiamo vedere le nostre basi azotate
nel nostro dna,sono 4 basi che si combinano tra di loro e queste combinazioni danno vita a un gene,questo
gene codifica per una proteina funzionale,la proteina è intesa sia come proteina di attualità,sia come
enzima, l’enzima è comunque una proteina,quando questo ricercatore ha messo a punto il sistema per
amplificare ha utilizzato un enzima,ha bisogno di utilizzare un enzima che sappia leggere le basi azotate e le
possa in qualche modo riprodurre, noi sappiamo che il nostro dna si replica utilizzando 2 sistemi
paralleli,uno copia un filamento per intero l’altro viene invece copiato sottoforma dei cosiddetto frammenti
di okazaki che non è nient’altro che stessi frammenti complementari della chein completa ma che viene
fatta a pezzi,questo ha un’utilità:1 dare variabilità genetica quindi fare in modo che non siamo tutti cloni
perché se fossero tutti uguali i dna saremmo tutti uguali,questo crea una certa variabilità ma soprattutto
garantisce un’analisi cioè il dna quando viene duplicato deve essere controllato perché se l’enzima sbaglia a
mettere una base azotata può cambiare la funzione della proteina,la reazione a catena della polimerasi a
questo punto ha sfruttato una cosa molto semplice,un enzima che prende il nome di taq polimerasi (tutti
gli enzimi che sono in grado di polimerizzare le basi azotate cioè di legarli tra di loro e fare la molecola
completa in questo caso del dna prendono il nome di polimerasi) e che cosa ha capito?ha capito che ogni
gene che noi abbiamo nel nostro genoma( noi abbiamo circa il 15-20% di geni funzionanti) sono circa
30000 proteine che noi conosciamo e ci sono anche quelle che ancora non abbiamo capito che fanno e
infatti dal punto di vista della nomenclatura e questo ci servirà negli studi che faremo in futuro vengono
identificati come geni orf cioè sono geni orfani perché noi non abbiamo capito cosa fanno ma se ci sono
qualcosa nel dna devono pur produrre,se il dna non fa proteine a caso perché spende molta energia per
farlo;quindi su questi geni questo ricercatore ha capito una cosa molto semplice,che ogni gene che noi
abbiamo a disposizione può essere amplificato,copiato infinite volte,copiandolo infinite volte con gli
strumenti che abbiamo in laboratorio lo possiamo vedere perché se abbiamo una sola copia è come avere
un ago all’interno del mare,con questo sistema invece facciamo tutte copie di quell’ago e facciamo sì che il
gene lo possiamo identificare,questa reazione a catena della polimerasi è diventata una delle tecniche più
utilizzate per studiare il dna.

È importante sapere il concetto della PCR perché altrimenti quando arriveremo al concetto di fare una
diagnosi prenatale,sapere prima che nasce il bambino che problema ha o sapere un adulto se ha una
mutazione genetica e sviluppa una malattia non capiremo.

Questa reazione a catena della polimerasi è stata dunque utilizzata e viene tuttora utilizzata come una delle
tecniche più frequenti in laboratorio perché questo ricercatore ha identificato che ogni gene per essere
trascritto ha una cosiddetta coppia di primer,significa che prima che inizia la proteina vera e propria nel
nostro dna ci sono delle piccole sequenze di riconoscimento che fanno sì che l’enzima che è una proteina
molto intelligente,riconosce queste sequenze e inizia a scrivere da quella sequenza,in questo modo viene
prodotto l’MRNA che poi darà vita alla proteina quando verrà tradotto.

Ovviamente noi sappiamo che il nostro codice genetico è fatto da 4 basi azotate, ma i nostri amminoacidi
fondamentali sono 20.E come è possibile,4 basi e 20 amminoacidi? Bisogna vedere le combinazioni di
queste 4 basi, esse in base a come si combinano possono chiamare uno specifico amminoacido, però
badando bene se noi abbiamo 4 basi azotate quante sono le probabilità possibili di combinazione di 4 basi
azotate? Come la imposteremo matematicamente? È una potenza, la imposteremo come 4^3(quattro alla
terza) quindi 64 alternative e facciamo 20 amminoacidi? Questo vuol dire che il nostro rapporto tra DNA e
RNA è degenerato, cioè noi usiamo coppie di basi differenti per fare lo stesso amminoacido. Concetto che è
la chiave di lettura di come funziona il genoma e il proteoma,senza questo ci giriamo in torno ma poi
quando parliamo di biomarcatore è un’idea astratta non possiamo mai immaginare di impostare uno
studio, noi dobbiamo sapere esattamente che la base funziona in questo modo: si parte dal DNA,si fa
l’MRNA e dall’ MRNA si codifica la proteina. Quindi questo ha fatto sì che capissimo che più triplette
codificano per gli stessi amminoacidi.

Secondo voi questi amminoacidi li produce il nostro corpo oppure li assimiliamo da quello che mangiamo?
Alcuni sono essenziali e altri no,c’è sia la base che noi produciamo che abbiamo dentro di noi cioè le nostre
cellule sono in grado di fare gli amminoacidi e una parte che noi non siamo in grado di fare e quindi
dobbiamo assumere con la dieta e se non la assumiamo con la dieta cosa succede?Intacchiamo il sistema di
duplicazione del dna.

La polimerasi che nel nostro caso specifico viene chiamata taq polimerasi è una polimerasi di un
batterio,non prendiamo quella dell’uomo che è gigante,ma quella del batterio perché fa esattamente la
stessa cosa,anche se il genoma è più piccolino l’enzima ha lo stesso ruolo cioè è in grado di leggere le basi e
dare vita all’MRNA,quindi la cosa più semplice è coltivare in laboratorio il batterio,prenderci la tac del
batterio e amplificare i geni di nostro interesse dandogli i primer che conosciamo noi perché nel 2010
abbiamo sequenziato tutto il genoma umano,quindi i primer dei geni conosciuti li conosciamo tutti.

Possiamo decidere di diagnosticare una malattia se non conosciamo il gene che ne provoca la causa?
Dall’analisi delle proteine,sì. Immaginiamo,invece, ci siano malattie neurodegenerative (diagnosticate ad un
adulto che parla dei sintomi al dottore) in base ai sintomi,pur non sapendo qual è il gene abbiamo dato tutti
nomi a queste malattie come Parkinson, alzheimer …;oltre ai sintomi il dottore si serve anche della
diagnostica per immagini per fare la diagnosi, la TAC (tomografia assiale computerizzata) ci permette di
andare a vedere i tessuti come sono fatti, se il nostro cervello va in degenerazione si creano dei buchi che la
tac vede,li può interpretare e possiamo sapere che tipo di degenerazione è. Noi sappiamo che con
l’alzheimer si accumula una proteina nel cervello che si chiama betamiloide che precipita e fa morire i
neuroni,che man mano che muoiono creano dei buchi ovviamente in base a dove colpisce la persona
modifica il fenotipo(ci sono pazienti di Alzheimer che sono sempre incazzati perché ha alterato il loro
sistema del compensazione,quindi di conseguenza rispondono in un modo,altri invece che sono tranquilli e
ripetono in modo frequente sempre la stessa operazione perché ha colpito un’altra area del cervello).

La tac fa parte della medicina di laboratorio,perché è una disciplina che integra tutto non solo gli esami
diagnostici dei campioni che a noi arrivano in laboratorio;lo stesso per l’infarto e quindi con
l’elettrocardiogramma fa parte di un esame di analisi della medicina di laboratorio,si montano 2 elettrodi di
base e 3 elettrodi aggiuntivi (5 totali) ti permette di rilevare tutte le caratteristiche contrattili del cuore,gli
elettrodi si montano in punti specifici del nostro corpo e sul dispositivo escono delle onde elettriche si
basano sulla valutazione della contrattilità e non su tutto,quindi vuol dire che qualcuno dietro ci ha lavorato
e ha filtrato i segnali per ottenere sempre lo stesso andamento così se un medico lo vede in Italia o in
Giappone l’interpretazione dell’elettrocardiogramma è la stessa;ma la macchina che è basata
sull’impedenza perché vede l’elettricità rileva un miliardo di parametri che però escono fuori come un’onda
ben precisa nel momento in cui facciamo l’elettrocardiogramma e questa è una cosa estremamente
interessante perché negli ultimi anni si sta cercando di spostare l’occhio della medicina verso il concetto
teleassistenza.

Prima si parlava di telemedicina(in cui il paziente chiamava telefonicamente e comunicava di avere un


dolore,o la pressione alta.. e il medico da lontano diceva hai fatto questa misurazione? Oppure fai questa
analisi e poi mi richiami,nel caso ti do il diuretico); ora invece si sta guardando alla teleassistenza in cui la
nostra branca in particolare ha un occhio molto attento perché comprendendo la parte delle alterazioni
dell’uomo fisiologiche la parte di ingegneristica, quindi di analisi di funzione di valutazione dei dati si stanno
studiando tutta una serie di attrezzature che hanno un ruolo molto importante nella medicina perché noi
possiamo controllare la salute del paziente a distanza.

Perché è nato questo? Perchè negli ultimi anni l’azienda sanitaria italiana (le asl,pagate dallo Stato tramite
le tasse) semplici oggetti come orologi digitali stanno rivoluzionando il concetto di tenere sotto controllo il
paziente a distanza,poi ci sono dispositivi che sono stati sviluppati da case specifiche come i dispositivi che
controllano il diabete sono collegati a un’app che tengono sempre sotto controllo il paziente,lo stesso vale
per la pressione ci sono degli orther dispositivi che restano sul paziente 24/48h,prendono la misurazione
per questo lasso di tempo, dopodichè arrivano dal medico il medico stacca la chiavetta la inserisce nel pc e
vede tutto e questo è ancora un freno perché comunque il paziente deve andare dal medico a dargli la
chiavetta ecc… oggi i dispositivi nuovi che stanno nascendo ti permettono di avere il dispositivo che carichi
a casa,quindi ogni utente carica il dispositivo,lo indossa e va a misurare tutti i parametri(dipende dal
dispositivo quali).

La glicemia sta diventando un dramma si sospetta che nel 2025 avremo il 30% in più di diabetici perché la
dieta mondiale si sta tramutando da una cosa all’altra,anche noi italiani non facciamo più la dieta
mediterranea ma la dieta dissociata cioè mangiamo il primo a pranzo e il secondo a cena,mentre la dieta
mediterranea non dice questo,dice di mangiare primo, secondo e frutta;questo cambiamento sta
spingendo le caratteristiche nostre verso un fenotipo patologico molto più frequentemente la malattia
metabolica è il diabete per cui stanno nascendo tutti questi dispositivi,quello per il diabete non misura solo
la glicemia ma misura anche un’altra cosa che viene detta corpi chetonici.
La dieta chetogenica fa dimagrire molto velocemente e si basa sulla selettività delle proteine,anche la dieta
mediterranea ci dà le proteine ma si basa anche sull’omega 3 attraverso il pesce,gli omega 6 attraverso la
carne che si devono bilanciare altrimenti il nostro colesterolo si sbilancia,i trigliceridi non funzionano più
bene; la dieta chetogenica invece va molto in voga perché tu in poco tempo perdi tanti chili se ci pensiamo
dal nostro punto di vista fisiologico il concetto è switchare in base a quello che mangiamo,genericamente
mangiamo quantitativi più o meno equilibrati di:proteine,zuccheri e grassi che sono alla base della dieta,
sono i tre punti chiave del metabolismo dell’uomo,una dieta bilanciata le usa tutte e tre,una dieta
chetogenica usa solo proteine e grassi che disattivano il pacchetto di zuccheri,cioè la glicolisi viene messa in
secondo piano infatti i soggetti che fanno la dieta chetogenica hanno come primo problema il mal di testa
perché i nostri neuroni sono delle cellule che si drogano di zucchero,loro vogliono lo zucchero non gli
piacciono i corpi chetonici,sono troppo difficili da utilizzare,gli zuccheri invece si utilizzano in un
attimo,basta pensare che quando a qualcuno sbagliano la dose di insulina va in coma perché si abbassano
troppo gli zuccheri,il cervello si rimbambisce. Questa è una cosa che accade con lo switch della dieta con la
chetogenica aumentano proteine e grassi e si azzerano quelli degli zuccheri e la prima cosa che cambia nel
nostro corpo è l’energia,inizialmente si è distrutti perché si è switchato il metabolismo,ci viene sempre da
dormire ma dopo i primi 15 giorni dal punto di vista energetico diventiamo più resistenti perché lo zucchero
lo consumiamo in un nanosecondo,i grassi invece ci mettiamo giorni ma fisiologicamente il soggetto che fa
la dieta per capire che è veramente in chetosi guarda le urine,perché sono i sistemi di smaltimento del
metabolismo che noi abbiamo,tutto lo scarto di ciò che abbiamo consumato viene espulso attraverso feci e
urine; ciò che cambia ,quindi,nei soggetti che vanno nella situazione di chetosi è la concentrazione nelle
urine,non c’è più lo zucchero i corpi chetonici attraversano la filtrazione renale e vanno a finire nelle urine,i
ricercatori hanno pensato una cosa: se i corpi chetonici sono in un liquido,rendono il liquido più basico o
più acido?acidi, perché i corpi chetonici ti portano alla chetoacidosi, perché i corpi chetonici hanno proprio
la caratteristica di acidificare; quando vanno a finire nelle urine il modo per rilevare se il soggetto è
veramente in chetosi o no basta usare una strip che è a base di valutazione del ph che si colora di viola se è
basico e giallo se è acido, quando metti una goccia di pipì su queste strip sai esattamente se c’è un’alta
concentrazione di corpi chetonici nelle urine o no.

Questo è un sistema(ricordiamoci che siamo partiti dalla teleassistenza) che permette al paziente a casa di
monitorare questo stadio e di comunicarlo,non per forza il medico gli deve prescrivere le analisi per vedere
i corpi chetonici nel sangue,non deve andare nemmeno in laboratorio, lo fa a casa; questo tipo di
avanzamento ha portato allo sviluppo di tutta un’altra serie di dispositivi che negli ultimi anni stanno
esplodendo,e questi due che abbiamo detto cioè quello per la glicemia,quello che ti misura la pressione in
modo automatico a casa(tu ti misuri la pressione schiacciando il bottone e la mandi al medico) o le strip che
servono per vedere corpi chetonici così come servono per vedere variazioni di ph nelle urine perché le
urine pure devono mantenere un certo livello di ph come il sangue,per esempio il sangue a che ph è?
debolmente acido,quindi numericamente 7.2/7.4 (a scendere giù da 7 sei in acidità,a salire sei in
basicità,siamo vicini alla neutralità in questo caso),nel momento in cui cambia il ph del sangue cambia la
struttura delle proteine,le proteine non sono più in grado di svolgere la loro funzione perché quando ad una
proteina cambi la struttura non è più in grado di esplicare il proprio effetto,pensiamo ad un enzima se tu gli
cambi la struttura non si può legare più a niente di quello che si potrebbe legare oppure pensiamo
all’emoglobina che per noi è vitale ed è una struttura quaternaria cioè è enorme, ha una struttura 3d, se
cambia il ph questa emoglobina cambia la sua attività e non è più in grado di trasportare ossigeno,questo
ovviamente crea danni enormi al nostro sistema perché se noi non abbiamo ossigeno andiamo in ipossia
che provoca la necrosi.
Quindi ci sono dispositivi che possono anche migliorare le caratteristiche fisiologiche anche in modo
invasivo?Pacemaker (e non colonoscopie o biopsie perché da soli non ce le possiamo fare,con la
teleassistenza non dobbiamo andare dal medico ma dobbiamo restare a casa) perché viene montato e ti
mandano a casa ma non solo, quando ad un soggetto viene montato un dispositivo si ha come obiettivo
principale di farlo durare il più tempo possibile perché altrimenti si deve andare a fare l’operazione per il
rimontaggio del dispositivo e non è che possiamo sempre aprire il soggetto e mettere il dispositivo, allora ci
sono dei dispositivi che hanno sfruttato una caratteristica ingegneristica diversa e cioè il fatto di potersi
attivare solo ed esclusivamente quando si mettono a contatto con un magnete,una cosa molto semplice è
come se attraverso lo sfregamento di due magneti attiviamo la polarità e attiviamo il dispositivo,la
ripassiamo e spegniamo il dispositivo.

Ci sono dei dispositivi di ultima generazione che sono estremamente interessanti e cioè purtroppo le
persone durante l’infarto hanno dei fenomeni particolari,dove le arterie che dovrebbero portare il sangue
al cuore per farlo funzionare si occludono,vuoi per aterosclerosi,vuoi per altre alterazioni, si occludono e il
modo per agire su questi fenomeni è mettere uno stand un pezzo di plastica biocompatibile,che va nel vaso
e in realtà è una rete che come entra dentro si apre e lascia il vaso aperto,questa è l’operazione di
rivascolarizzazione.

Il primo parametro ,quindi, da vedere per un’operazione di rivascolarizzazione è il flusso sanguigno,infatti in


medicina esiste il doppler che vede solo i flussi, si colorano rossi quando sono molto alti e blu quando sono
molto bassi, è una somma ecografica si basa su questa caratteristica cioè quella di andare a rilevare la
variazione di flusso.

C’è più flusso all’interno della nostra aorta o più all’interno della nostra arteria mesenterica(ci troviamo a
livello intestinale,arteria che porta il sangue ossigenato nell’intestino)? Arteria mesenterica(perché è come
se fosse un tubo piccolo,a differenza dell’aorta tubo grande anche se il nostro primo pensiero è stato l’aorta
perché essendo collegata al cuore il flusso è maggiore perché è il cuore che pompa) perché se cambia la
pressione cambia la quantità di volume che passa in un tubo, quindi cambia il flusso.

La nostra pressione sanguigna è tra i 120-80, la mattina arriva anche ai 190,non è che siamo ipertesi ma per
alzarsi dal letto c’è bisogno di un ormone importante che è il cortisolo che ti fa salire la pressione,senza di
lui restiamo nel letto.

Quindi la differenza sta nel calibro,e questa pressione nel nostro corpo la decidono i vasi piccoli.

Disegno alla lavagna (secondo 50) del cuore con queste due arterie,tutto sotto fa riferimento al disegno.

Con questo sistema il sangue che si muove nel nostro corpo va a modalità continua o a singhiozzo?
Consideriamo che un cuore normale va dai 60 ai 90 battiti per minuto,secondo voi questo sistema
garantisce un flusso lineare per il nostro sangue nelle nostre arterie? No,ma come è possibile? Noi non
sentiamo mica che il sangue che scorre nelle nostre arterie singhiozza;cos’è che può garantire la linearità di
un flusso?(cioè noi a casa quando apriamo il rubinetto,se vogliamo far uscire l’acqua più forte apriamo tutto
il rubinetto,se invece la vogliamo meno forte alziamo di meno la levetta del rubinetto) se io facessi ad
intermittenza meno forte più forte come il rubinetto di casa il sangue andrebbe a singhiozzo ma a noi
no,non si ferma mai,anzi guai se si ferma perché non porta l’ossigeno al tessuto e ci fa morire il tessuto.

Cosa dal punto di vista ingegneristico ci permette di avere un flusso continuo? (siamo sono nelle arterie
lasciamo perdere e vene perché quello delle vene è addirittura un mezzo differente da quello delle
arterie)Di cosa ci serviremmo per rendere questo sistema fluido? La contrazione del cuore,(diametro delle
arterie cambia)avviene la dilatazione delle arterie,diventa una sorta di molla,c’è una sacca che si contrae in
modo opposto a come si contrae il cuore,quando il cuore batte nel momento in cui si ferma e poi ribatte
quella sacca pompa, questo garantisce che il flusso sia continuo,se questo tubo fosse stato rigido si
muoveva a singhiozzo il nostro sangue ma visto che quel tubo era elastico perché le nostre arterie sono
elastiche questo garantisce la linearità del flusso del nostro sangue.

Immaginiamo che invece a contrarsi è questa arteria(presumo l’arteria mesenterica) ,si contrae,si stringe
ancora di più di quel che era già stretta,aumenta la pressione. Se si contrae questo invece(?)

Il fenomeno di dilatazione e di contrazione non deve far variare la pressione del sistema perciò si muove
così,per garantire un flusso lineare in cui non cambia la pressione dell’individuo.

Siamo vicini al cuore, il cuore ha i suoi battiti per minuto quindi questo(?) sistema senza di questo(?) il
nostro sangue va a singhiozzo.

Qui (?)non siamo in una condizione in cui c’è bisogno di spingere perché hanno già spinto il cuore e l’aorta.

Fine riferimento disegno

La variazione di pressione che si ha in un organismo non dipende dai grandi vasi che hanno l’elasticità dove
ci passa un litro di roba ma dipende dai piccoli vasi,quindi sono le contrazioni dei piccoli vasi che cambiano
la pressione di un soggetto.

Domanda:com’è possibile che gli orologi digitali misurino la pressione? Perchè è dotato di un sistema che
stringe i vasi,i dispositivi che misurano la pressione arteriosa in modo da essere riconosciuti dalla comunità
europea hanno un sistema a sacca,si devono gonfiare per forza altrimenti come lo farebbero l’algoritmo
che sta nel dispositivo per normalizzare la pressione se non va a comprimere il vaso e va a vedere il flusso
che passa dentro.(la pressione finisce dove finiscono i battiti)

Quando si contrae l’aorta si garantisce la linearità del flusso sanguigno ma non cambia la pressione
arteriosa dell’individuo perché quel fenomeno serve solo a garantire che il sangue va sempre allo stesso
modo.(Risposta a una domanda che è stata fatta).

L’altra batteria di dispositivi che sta entrando in gioco della teleassistenza sono dispositivi che possono
essere misurati a distanza,alcuni dispositivi per farli durare più tempo hanno sviluppato l’attivazione con
campo magnetico,molti pazienti oggi soffrono di una patologia incurabile molto più frequente nei fumatori
che si chiama BPCO (Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva)i bronchi all’interno dei nostri polmoni non
riescono ad ossigenare bene il sangue non ossigenato che gli arriva e che deve essere rimandato al cuore.

Quando respiriamo il non ossigenato va nei polmoni,l’ossigenato va al ventricolo sinistro del cuore e il
ventricolo sinistro lo manda a tutti pieno di ossigeno e i tessuti vivono. In questi soggetti purtroppo a causa
di eventi come infarto del miocardio o problemi di allergie gravi con shock anafilattico,c’è la possibilità di
montare un dispositivo che anziché essere messo nelle arterie che vanno sul cuore,viene messo nelle
arterie o vene che vanno all’interno del polmone. Questo si fa in laparoscopia,ormai non si apre più,si entra
dalla femorale,si fa il percorso dei vasi,si arriva al vaso di interesse e si installa il dispositivo. Questo
dispositivo è molto simile a quello citato prima degli stand cioè va nell’arteria e si deve appoggiare alle
aperti di questa arteria per misurare la pressione nei polmoni che è diversa dalla pressione esterna, essa in
un soggetto sano sta intorno ai 15-30 mm per metro cubo, in un soggetto malato arriva a 45-50 quindi cosa
è successo a questo soggetto malato fisicamente? Si sono ristretti i vasi, è salita la pressione polmonare(i
vasi si sono contratti) ,questo provoca un flusso troppo veloce e i bronchi non fanno in tempo a rigenerare il
sangue,perché va troppo veloce, quindi i bronchi diventano poco efficienti.

In questi pazienti negli ultimi 3 anni abbiamo montato un dispositivo che viene sviluppato da una ditta a
parte,viene montato il dispositivo e viene mandato a casa. Ogni mattina il paziente che viene mandato a
casa ha un cuscino vicino al letto che ha un campo magnetico,se lo appoggia vicino le spalle per 5 minuti e
questo sistema inizia a registrare e registra tutto l’intervallo di tempo,questa registrazione va a finire in una
piattaforma che in genere è digital twin (due sistemi in cui tu hai a disposizione,il dispositivo che capta i
dati sul paziente e questi dati del paziente raccolti in una twin cioè in una torre,vengono mandati in un’altra
torre che è quello che il medico vede nell’interfaccia).

Quindi aprendo la piattaforma da casa,cerco paziente Albino Carrizzo 45 mm di mercurio stamattina alle 8,
la sera il paziente si rimisura questa cosa e tramite questa app gli viene detto se deve prendere o meno il
diuretico,quindi non deve andare più in ospedale ogni 3 mesi,non deve essere ricoverato ogni 6 per
occupare gli spazi in ospedale e per rendergli la vita impossibile,ma va a casa e con questo tipo di
dispositivo,che fino a oggi sono 7 anni che cel’ha e ha le batterie ancora funzionanti,continuiamo a
monitorare questa tipologia di soggetti. Quindi come possiamo vedere la tipologia di dispositivi a
disposizione capta i dati, tutti i dati che andremo a captare tramite questi dispositivi ad oggi sono di
carattere fisiologico,quindi abbiamo un problema noi non possiamo a casa misurare il livello del marcatore
emoglobina.

Come potremmo fare per misurare il marcatore emoglobina e vedere se una persona con anemia sta per
svenire oppure no,perché gli manca il ferro e l’emoglobina? Con una gocciolina di sangue, per 30 anni i
soggetti diabetici hanno utilizzato gli stick cioè si facevano un buco su una delle dita,mettevano il sangue
sullo stick che ha un cip che viene letto da una macchina specifica e in meno di un secondo ti dice la tua
glicemia quant’è,quindi evolvere questo tipo di dispositivi permette di monitorare a casa tutta una serie di
pazienti,di liberare lo spazio all’interno dell’ospedale e quindi garantire che il sistema sanitario funzioni
molto meglio perché non c’è sovraffollamento,altrimenti ogni paziente ogni attimo va in ospedale e si fa
monitorare.

Questo tipo di approccio fino a pochi anni fa non faceva parte dei livelli minimi assistenziali cioè non era
garantito direttamente dalle strutture ospedaliere ma diventava un servizio offerto da strutture
specifiche,invece da qualche anno sono stati introdotti nei livelli minimi assistenziali in cui il paziente per
esempio ha avuto un infarto del miocardio,dopo l’infarto gli viene fatto lo stent,viene
monitorato,dopodichè deve andare a fare fisioterapia di almeno 4 settimane per recuperare dopocichè
viene mandato a casa e deve fare fisioterapia a casa(anche se poi a casa solo il 50% la fa realmente) chi non
fa la terapia non recupera più la contrattilità cardiaca e quindi è soggetto a riacutizzazione della malattia.

Quindi l’altro approccio,e l’altro dispositivo che si sta sviluppando sono dei dispositivi molto simili a dei
tapis roulant con uno schermo che si interfaccia direttamente con l’ospedale,loro possono fare terapia e
noi possiamo raccogliere dei dati dall’ospedale senza che il paziente venga per esempio da Vallo della
Lucania a Salerno,quindi impieghi 3 ore,venendo a fare solo un’ora di fisioterapia,se la può fare a casa.In
questo modo possiamo monitorare più pazienti nello stesso tempo ma soprattutto possiamo raccogliere i
dati,infatti il primo obiettivo di horizon europe che è partito nel 2022 è quello di creare le banche dati,se
noi la mattina ci svegliamo e ci viene in mente di fare un’analisi perché un’azienda sta facendo un
dispositivo che deve misurare un parametro e vuole sapere se quel parametro si correla con la malattia
perché vuole fare un’app o perché vuole sviluppare un dispositivo tecnologico,su internet noi abbiamo la
possibilità di iscriverci a delle community che mettono a disposizione delle banche dati europee,una delle
banche dati che abbiamo da poco acquisito anche ad unisa è redcup è una banca dati europea molto
grande che raccoglie più tipologie di paziente che sono state schedate, ad esempio pazienti che hanno un
infarto,pazienti che hanno avuto un tumore,pazienti che sono stati operati per rivascolarizzazione,pazienti
con il diabete,pazienti che hanno aneurisma nell’aorta,quindi,i dati sono tutti catalogati in base alle
informazioni ovviamente soltanto quelli dei pazienti che hanno dato il loro consenso alla condivisione dei
dati in piattaforma.

Da quest’anno il nostro ministero italiano per quanto riguarda gli studi di ricerca,ma non solo anche per
quanto riguarda gli ultimi studi condotti sull’uomo ci ha obbligato a mettere a disposizione del ministero
della salute tutti i dati che noi abbiamo acquisito che prima tenevamo per noi perché li potevamo analizzare
negli anni,adesso invece vanno a finire nella banca dati del ministero perché l’obiettivo della medicina che
sta switchando verso più tecnologia vuole andare adesso ad analizzare tutti i dati che si sono raccolti
finora,finora ci hanno fatto lavorare senza creare i database ma da quando sono partiti i database e quindi
si sono accumulati i dati,questi dati devono essere analizzati dallo stato.

Qual è lo stato in Europa che ha fatto per primo questa cosa? La Svezia. Prima che tutto questo avvenisse
ha creato un database con cui ha coniato una nuova metodologia di analisi e questa metodologia di analisi
prende il nome di RWD real world data cioè sono i dati reali della popolazione che vengono selezionati in
modo continuo e standardizzato,cioè tutta la popolazione che ha fatto accesso alla sanità in Svezia è stata
catalogata all’interno di questi RWD quindi immaginiamo che i database si sono auto inventati perché non
c’era la necessità di andare a chiedere al paziente il consenso,è stata una legge statale in cui abbiamo
attuato questo processo e abbiamo collezionato tutti quanti i dati, ora si chiamano RWD perché è chiaro
che un soggetto che vive qua a Fisciano possa avere delle caratteristiche differenti rispetto a un soggetto
che vive a Pordenone,perché cambia il clima,lo stile di alimentazione,cambia il modo di fare e cambiano le
caratteristiche autoctone dei pazienti;quindi si sono potuti creare dei dati reali delle popolazioni che
avevano tutti le stesse caratteristiche.

Esempio:se facciamo le analisi tra i soggetti campani vediamo dei livelli di colesterolo che generalmente si
attestano al di sotto dei 200 mg/dl se invece prendiamo la popolazione del Molise che confina con noi e gli
facciamo le analisi loro viaggiano su livelli di colesterolo di 240-250 mg/dl è lo stile di alimentazione che ha
creato questa popolazione che è diventata autoctona del Molise.

Con il RWD posso identificare quindi in aree rurali o in aree più industrializzate la differenza fisiologica dei
pazienti,diventa importante perché è chiaro che in un paziente di cui già conosco le caratteristiche di base
posso monitorarlo più frequentemente. Questo sistema ha abbassato il numero di ospedalizzazioni in
Svezia per cui è diventato comune e si è poi diffuso in tutta Europa,ma anche in America. A questi dati si
può accedere facendo una richiesta agli istituti svedesi che detengono questi database,chiedendo l’accesso
ad un numero x di pazienti.

Introduzione sul sangue


Tra le migliaia di campioni disponibili in medicina di laboratorio, il campione che si predilige per le analisi di
laboratorio è il sangue poiché gran parte delle malattie rilasciano i rispettivi biomarcatori nel sangue. Il
sangue è a tutti gli effetti un tessuto a matrice liquida.

Le provette in cui tipicamente viene trasferito il sangue durante le analisi di laboratorio sono dette
vacutainer,e hanno tappi di vari colori(esempio viola o rosa per le analisi,tappo giallo invece è per il siero).
È fondamentale usare questo tipo di provette poiché al loro interno vi è il vuoto, e dove vi è vuoto non si
possono accumulare batteri. I vacutainer esistono sia da 3 ml o da 5 ml, in base al tipo di analisi da
effettuare o da quante volte è necessario ripetere le valutazioni.

Il nostro sangue è formato da due componenti fondamentali, ovvero il plasma e gli elementi corpuscolari
(globuli rossi, bianchi e piastrine).

DIFFERENZA TRA PLASMA E SIERO: Il siero è uguale al plasma, ma senza i fattori della coagulazione. Per
ottenere il siero, al contrario della preparazione per il plasma, il sangue intero non viene trattato con
anticoagulanti, ma viene lasciato coagulare spontaneamente per poi essere centrifugato.

Il siero è la parte liquida del sangue deprivata dei fattori della coagulazione (gli emofiliaci non coagulano)(il
sangue viene fatto coagulare in provetta,che contiene un silicone all’interno,quando si posiziona il
sangue,questo sangue in automatico coagula,quindi noi avremo dei trombi all’interno di questo sangue e la
parte gialla che viene fuori è il siero), nel plasma invece sono presenti i fattori della coagulazione (vivi,
disponibili e misurabili).

Il colore del tappo è una nomenclatura mondiale e definisce il contenuto inserito all’interno della provetta,
che viene scelto in base al tipo di analisi alla quale verrà sottoposto il campione.

L’emocromo(rappresenta esattamente quanto è denso il nostro sangue) è il rapporto in percentuale tra


elementi corpuscolari e la parte liquida del sangue, ed ha rilevante importanza poiché indica la densità del
sangue. Quest’ultima è importante poiché una densità elevata del sangue comporta uno sforzo maggiore
del cuore.

Potrebbero piacerti anche