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Purgatorio
Virglio ha espresso le ultime parole a Dante nel canto XXVII (“Non aspettar più una mia parola
né un mio cenno; la tua volontà è sciolta dalla servitù del peccato, indirizzata alla giustizia
divina e restituita alla sua integrità e sarebbe un errore non operare secondo i suoi intenti: e
perciò io ti proclamo unico ed assoluto signore di te stesso”).
Dante, Virgilio e Stazio( Publio Papinio Stazio , 50/96 d.C., autore della Tebaide e dell’Achilleide;
figura emblematica della conversione al Cristianesimo) entrano nella foresta dell’Eden e si trovano
dinnanzi al fiume Lete, il fiume dell’oblio. Matelda sarà la misteriosa figura che presiederà al rito
della purificazione per tutte le anime che giungono al Paradiso terrestre ed è guida di Dante in
quest’ultima parte del viaggio.
Canto XXIX: Matelda intona il Salmo dei Beati quando appare una luce improvvisa ed ecco
un’apparizione:
- Processione simbolica aperta in apparenza da 7 alberi in realtà sono 7 candelabri ( i 7 doni
dello Spirito Santo)chiusa da 7 vecchi vestiti di bianco non incoronati da gigli ma da fiori di
color rosso (carità ardente del Nuovo) che alludono al Nuovo Testamento
- 24 senior (personificazione dell’Antico Testamento) incoronati di giglio, simbolo di purezza
di dottrina e di fede;
- - 4 animali pennuti: 4 evangelisti (Matteo, Marco, Luca, Giovanni);
- al centro appare un carro trionfale su 2 ruote trainato dal collo d’un grifone ( analogia fra
Cristo e l’animale bimembre con testa ed ali di aquila ma corpo di leone)
- 3 DONNE dalla ruota destra: virtù teologali (fede, speranza e carità)
- 4 donne dalla ruota sinistra: virtù cardinali (prudenza, temperanza, giustizia, fortezza).
Canto XXX: sul carro trionfale in una nuvola di fiori suscitata dagli angeli appare Beatrice velata:
simbolo della rivelazione divina.
Beatrice: avvolta in una veste rosso fuoco coperta da un manto verde e con un velo bianco e
incoronata da una fronda d’ulivo.
Simbologia: bianco, verde e rosso (virtù teologali: fede, speranza e carità), mentre l’olivo è
simbolo di pace e sapienza.
vv. 28-33
Il poeta, alla sua presenza, appare turbato e cerca l’aiuto di Virgilio, esattamente come il bambino
corre verso la mamma quando ha paura o qualcosa lo affligge (vv.44-54)ma lui è scomparso (Ma
Virgilio m’avea lasciati scemi di sé), allora Dante inizia a piangere.
“conosco i segni dell’antica fiamma” (riconosco i segni dell’antico amore, cioè Beatrice)