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Il 1300 è un anno cruciale per la sua vita e quella di Firenze: è l'anno in cui è priore a Firenze, il culmine
della sua carriera politica, origine delle sue disgrazie: l'esilio.
Dante colloca il suo viaggio ultraterreno a 35 anni, alla metà esatta di quella che per i Salmi era il corso
medio della vita. Il 1300 è un anno cruciale per la sua vita e quella di Firenze: è l'anno in cui è priore a
Firenze, il culmine della sua carriera politica, origine delle sue disgrazie: l'esilio.
È anche l'anno del primo Giubileo (nella Chiesa cattolica il Giubileo è l'anno della remissione dei peccati,
della riconciliazione, della conversione e della penitenza sacramentale.)
Appaiono i personaggi principali: Dante e Virgilio (Beatrice fa la sua apparizione nel canto II). Si ritrova, a 35
anni, in una selva oscura, smarrito, che rappresenta la condizione di peccato. Solo il ricordo genera in lui
nuova paura: non si era accorto di esservi entrato perché il suo animo era assonnato. Il poeta, giunto al
limite della selva, scorge un colle, la cui cima è illuminata dal sole. Come il naufrago che uscito dal mare si
guarda indietro, Dante guarda la selva e dopo un breve riposo riprende il cammino verso il colle. Proprio
mentre il poeta inizia la salita, gli si parano davanti 3 fiere:
Mentre sta per retrocedere verso la selva, Dante vede una figura umana e le chiede aiuto: l'ombra risponde
di essere stato un uomo un tempo e rivela la sua identità: Virgilio.
Invita Dante a risalire il monte, origine della felicità. Dante piagnucola e chiede a Virgilio di aiutarlo. Lui
risponde che è meglio prendere un'altra via, perché la lupa è pericolosa. Virgilio dichiara che l'opera della
lupa proseguirà sulla terra finché non giungerà un VELTRO, un SALVATORE, che non si ciberà di cibo, ma di
sapienza, amore e virtù. Virgilio spiega a Dante che l'unica via di salvezza è il viaggio nell'oltretomba e si
offre di guidarlo nell'Inferno e nel Purgatorio, ma non nel Paradiso.
1-12 Dante si smarrisce in una selva oscura
Dante si ritrova, in una selva oscura, che rappresenta la condizione di peccato: Solo il ricordo genera in lui
nuova paura: non si era accorto di esservi entrato perché il suo animo era assonnato
Il poeta, giunto al limite della selva, scorge un colle, la cui cima è illuminata dal sole
Come il naufrago che uscito dal mare si guarda indietro, Dante guarda la selva e dopo un breve riposo
riprende il cammino verso il colle
Mentre sta per retrocedere verso la selva, Dante vede una figura umana e le chiede aiuto: l'ombra risponde
di essere stato un uomo un tempo e rivela la sua identità: Virgilio
Dante piagnucola (come sempre) e chiede a Virgilio di aiutarlo, e lui risponde che è meglio prendere
un'altra via, perché la lupa è pericolosa.
Elementi allegorici del canto:
Selva oscura: a metà della vita di dante si ritrova in una selva, simbolo di peccato e colpa.
Ai piedi del colle: Dante si spine nella selva e prima dell’alba, giunge ai piedi del colle illuminato. Simbolo
della grazia divina.
Le tre fiere: Dante durante il suo cammino viene ostacolato da tre belve. La prima una lonza, che
rappresenta il peccato della lussuria; poi il leone simbolo della superbia; infine la lupa simbolo dell’avarizia.
Veltro: Virgilio profetizza la venuta di un veltro, destinato ad uccidere la lupa. Quindi si tratta di un futuro
imperatore che porterà pace all’Italia.