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T' D' I/ET'TERI.U

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DELLE..RIMEPETROSE'' I SEGRETI
L - La " Pietra" allegorica?
Prima di tutto, cerchiamo di capiro, se possibile.Il aaggio ester,ioo verr poi. Prima il giudizio atorico e psicologico, poi quello rrtistico. Si molto diecuesointorno a.lle petrote. Quali e quante ? Quando srritte ? Ugcite tutto entro lo stesso lasso di tempo ? (t). Problomi, guesti, aseai difficili, nou provenendoci da tali rime, n da altrs ,rrpre - rimo o biografie - di quel eecolo, la piir pallida luce, il ai lieve rifbrimento d'indole storica o biografica, Ma, ae tale oscu=it non ci consento d'identificare coll'Amadi o coll'Imbriani la . pe. 6& r dantegcacou qualcuno dells donne di nome Pietra viestrte r Paclova o a Bsvenna o altrovo al tempo di Dante, possiamotnttavie s&onta,re con considerazioni psicologiche uu pitr geuerieo quesito, aon legato a determinrte vicende biografiche; la Piotra (elias . pelraD) donna redle o puramente allegorica? Fu I'amore-odio di .Dante per lei tonaglia di concupisceuza carnale, ovvero I'asprezza taora feroce dello stile e qualche imagine eonsualersono scorzl c \
*o (r) Le rime petroee dlr aeaegnaroi a Dante per concorde p*ere t n! mto ,,nilot oogllo ctt , at'o ' (Canzone) "lu ocl bca ck quala doaao /lmot lCrnzone eeatina) Io pn vaulo cl llnto dclla rcta (Cnnzone) I glomo c al gaa etchlo tombn JII pdoi deotisti

ingannevolo? E, se la douna puramonte allegorica, che DruBcber& ? ruPlrrosenta Pochiueimi i critici che inbeserocome allegoriche non dico tutte, Ina solo qualcuna dello petroseI ci, con vivace disappunto del Paecoli (r). Costoro non rifl.ettevano che, ee si pu anche arrivere o fose'egli gi pur cinto a vodero nel poeta della Yita Nuooa, ciugolo dei Terziani, - . qualche ufuriata di calor giovanile ' dcl come ecrisse il Carducci, durante la sua giovinezza, ch'obbe i euoi trascorsi, diveuta invece econveniontee offensivo per lui, e direi &ssurdo,vedorlo, padre di quattro figli, travagliato dai dolori e dalle privazioni dell'esilio e attenagliato dalla catena terribile del poemo della redenzione umana, intento a cantarla, anzich o nasconderla o a confessarlaa Dio 8olanto, questa, sue prtesa schiavittr eeneuale ! E' adunquo da congiderarsi se, anche nelle petroae, come in certi canti della Commedia, non eia da mirare la dottrina che tt'asconde eotto il, eldme d,e li, oerci etran. il colore realietico potrebb'essro- chi aa? - parvenzeein gsano. E quaudo Dnte cants: ' Canznn, xattcne drtto o quella donna che nlho ferito il core il ce m'invole quellq ond'io ho piir gola, pu anche drrri che non abbie voluto esattsmento ilire une vol. garit... Di.che Danto potesse . avere gola,, o vedremo,servendool ancho di alcnni richiami danteachi (il primo congedo della canzone
ll) . Che esse ,urrc debbano iuterpretarsi come ellegoriche, non crcilo abbir opinato alcuno : in parte, el. Per esempio il Dioniri, del sonetto E an I b tno; il Fraticelli, tlellc trq seetioe, e della eestina iloppia e della canzone ft ron ocnf,lo.Acongiderarl, rn gen6ro, como frrrti espreeaioni tltun amore ardente, aono, i piir, condotti da un tal qual compiacirnonto, di vedero it mistico vittoro di battersi eotto I'impero d'uaa paaaiono umcnnmonto vera. E quecti non coneiderano che, ne Darrte ha pur destinata una passionc di amore r ffgurar.o un concetto filocolico, egli ha nell'anirno auo, o rnorrore o cosapovoto, trovate le note qurai rolvaggo per esprimere a r;uol modo quelle pasrione. E ilunqrre le ragioni del eorrrpierrimento rirlar.relbero uguali. Illa iueonrmo i p/, 'dlmcnllcanilo affatlo Santa tc,rlta c San Frcnccrco. lantl oltil nnll mlstlcomcntc lnnarnorall, non ommelono chc gucrlt

lSorrtina) Alle quali sarebbem da aggiuugorri, pet giuilizio di alcuui (il Prrcoll e il L.N.a per la prirrrr, il Catduccta iI Volll pol la reconda): E rcn I lcgnoJt il duil nocchl (Sotrct to) Dch plaay' mecofu, doglloro pcln (l.lonct,to)

'ci asscgnersi slla morlosinra ispiraziono, clro dott lo altre ceazoni dol Llon. vivio ,. (Mturobllc oitlonc, ce1,, Lo ptctta, p. 204).

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Tre d,onnei,nlorno aL cor e qualcho torzina del poema): spiegando Dante corr Danto. Ira canzone Tre donne.intorno aI cor , dol resto, per univorralo consorrsodei dautisti, ospressioned'una altiseima,dolorosspas. sioue per Ia mancanzanel mouclodi tre viri: canzone,dutquerdaoc nontroyanessuno la wnsu.alit di alcune metafore del,primo congedo d"i eorrspondenza rcnsualitA nell'animo del poeta chc le ha etpreew. Solo I'esigenza dolla concretezzt artistica le ha suggerite: e con compiacimento estetieo noi vediamo oome tre astrazioni si eiano fi.gurato e atteggiate artisticarqente nella creazione dell'artist8. Ora noi afiermiamo che il trapasso dall'astrattezza concettuele alla concretozza artistica della c&nzone Tre donne intnrno'alcorctratterizza per l'appunto anche alcuns tre le rime per la petra. Certe audaci immagini realistiche in eese altro ron Bono 8e nou il mondo caratteristico, la forza coloritrice, dei mistici del socolo XII XIfi e e YrV: i colori di cui, per piacero di piir a eo stessa a Dio, Lia, che pura allegoria, si adorna; e la malizia solo in chi logge impreparato, ignaro ohe questa poesia mietico-didattico-allegoriea per Io pi una dissesa clall'irreale al reale, dal cielo alla terra, fatto per rondoro pi comunicative le vaporose allegorie filosofiche.Solo I'immrrnit da ogni colpa di sadico amore - ecco ci che non consider la critica -, e eolo la coscienzaaltamente Bertrapot fare che Danto scivolasse in qualche un po' cruda metsforr efidalrdo i poricoli del fraintendimento,

ll. - Pluralit della " Pietro " : I'imagneplurisenca di Petra.


Ma da nessun critico, chtio sappie, mai ststa avanzateI'idea per avventura essero che sotto ltunica metafora di .piotra ' Potesse adombrate piir d'un'allegoria. Questa invece la conclusione delle analiei del prosente saggio: senzache ei escluda - como vedremo la possibilit cho uno dei due volti che io vedo neile . pietra r cio,ila Filosofia - poes& velatamente adombrarne ouo piir interno, che sarebbo quaai un torzo volto: la sapienza eanta (canzone: Io son oenu.toal ltunto de lu rota). Quanto all'altro volto: anticipando le oonclusioni,e riforendooi alla canzonoin cui si legge che la dobna . invole r a Danto . quollo ond'ogli ha piir Sola ', rron che al sonetto Deh piang mecolu doglioto pielru, dirsmo aon Luigi Valli ch'oaeo A il volto dolla Chieet carnale, gual esga s'ero ridotta ai Lempi di Danto,

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Noi dobbiamo ricordare fin da ora quanto s'era anratoacuendo nsl nec. XIII il dissidio tra la Chiesa evangolica,rappresentatasolo drrgli ordiui religiosi piir puri (particolarmentetlai francescani r spiriruali r) da un lato, e la curia pontificia, e una parto del cUicril csto clall'altra ; noi sappiamo chc le piir tragicho persecuzioui dei piir accesigli tra . spirituali' (i ccelestini' e i r J'raticeUir) caclono soto Bonifazio VIII e Clemente V rosponsabile, quest'ultimo, dell'esilio della < Sposa di Pietro ' da Roma ad Avigaone, e non poco anche del processo clamoroso che port alh distruzione tlei Templari (130&1313) - 1 queilo era ben un tcnerc rcprilta eottouna pietra ue.polcral,e, t ine6l4'at ai fedeli quella sapicnu eanta, quella un Pieh,a lo tpon d Pietro) - gi asaisa sul mistien carv -, di cui Dante rvov&, d'ogni altra cosa, . piir gola > ! E' risaputo poi che, per la forma motrica delle soetin6! per certi artifici sbilistici, il Dante delle petrose attinse ad arnaldo Daniello. Mq quanto ai rapporti tra talune allugioni segretedelra poesia di arnaldo, e talune allusioni segrote petrose di Dante, Ia critioa mi sembra alquanto all'oscuro. cosi, quanto alla imagire relra r petra ' s all'aggettivazione a quella attinento, le critica, trascurando I'illuetraziono o documentazioneche di ci diedo il pascoli, ei ttimentica di ricordare di quanto Dante debitore e san Bernardo. Queatogrande misticoawva raffigu?'ato, coll'immagine prurisensa d,el,la pietra, Cristo e Ia Vet'gin e la Saqenza santa. Dante invece - \ nota il Pascoli - adombr nella .potrar, allegoricamente, ra Fi-losofia, ma, aDagogicamente, fedele a San Bernardo, la Vergine. Egli vede nelle peh'oeepress'a poco quello etosgo dnplice senso allegorico e anagogico ehe credette avvisare nelre canzoni del conoiaio (Mb. uir., cap. L'angiola e Ia donnal. ora il mio pensiero questo: 1. che la nterpretazione alregorica del Pascoli (che per non crrr di considersreil gonette Defr piangi meea tu) vsda accettata eolo per un& parto delle pelroee. E precisamente:in modo totale per le rluo eestinee.pel aonetbo E non legno r. con qualche riserva, per la c&nzono Io aon ocnuto,pet la quale io, senza roepingere I'interpretazione pascoliana, affaccio urra mia interprotazionpersona,le;2.che por le altre due potroee (il souetto Deh piangi, eo di Dante, e l& carrzo Coai nel mio ne Ttarlars, alla filosofia (la vergine aeco'do san Beroarrlo) Daute abbie eostituito la Chiesa. r' credo che questo ultime due siano tutt'altn cosache lraltro EruPPor il quale faccio risalire i'torno el t2g6, come vedremo3

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tnentro credo le altro .duo - artisticamente piir forti e piil sentite - scritto in qualche tormentato periodo dell'esilio. Danto, a mio avviso, prendendo da San Bernardo I'imagino allegorica della piotra" ns avrebbe fatto un poco quello che ha fatto dei mostri e delle ecene del VI dell'Eneicle: avrebbe cio preso da lui i colori o i motivi allegorici, ma modificandoli secondo il suo peneiero e la sua passiooe religiosa sntipspal gli suggeriva. Cos la pietra - gi forso anche por lui, anagogicamente eimbolo della Yergine diventa eimbolo della Chies&, come i moetri dell'averno pagano ac. quistarono utr sonso ellegorico cristiano, moraleggianteed esoterico, nel suo fuferno. N sorprenda il lebtore che uoi conferiamo all'im*gine nnlntr r pietra ' dei eignificati diversi I assai vario ed elastico era infatti il senso allogorico conferitole da Sau Bernardo e dai poeti; s ss tale plurelitl di gensi apparir, accettabile a chi vede nei ricordati componimenti piir d'una paternit, essa non dovr cessared'apporir tale anche a chi pensi unico essorneil padre. Anche la famosaparola . pargoletta r non ebbe nelle rime di Dante, a parere dei pi\ un solo eenso(l'allegorico), m& ne ebbe anche un altro : il reale. Noi comincrepo a esaminare uno dei due sonetti, di noir cer. tissima paternit, ma che ci porter a comprendere guale segreto .:. pot nascondereisotto questo rcnhal, e quale importanza poss&&v6rs ;,q-* telora I'elemento allegorico - purch espresaionod'intimi affetti agli effotti della poesia Cautelosi nei riguardi di quest'ultima ei Eostrarono l Barb, ohe la poae (Ediz. Csitica; p, L27 e p. 140) tra le rime dubbie, e . rl Di Bened.etto La, oita Nuoao, o il Canzonieredi DanterTorino, - fntrod., p. XXX[I). Utot, 1928, Le ritenne nate tutte nol decennio che precede I'eeilio, il Carducci, . e probabilmonte - egli afierma, Opere YIII, pag. 92 + nol tempo cho aegul da presso alla morte di Boatrice r, poich r ' lui, fautore dell'ipoteai realista, giuotamente ripugnava il verler l'e. tule quarantenneinvischiato in un amor aonsualeo per giurrta intonto a esprimerlo in vorsi I e seguirono il suo avvico lo Zingarelli (ll Cunzoniere Dunte, in r Lectura Dantis', Le opore minori di dt Danto, Firenze, (Sannoui,1906, pag. 167, note 6. e pag. 169, nota 18), il Parodi (BalI il. S. D. XilI; pag. 27), il D llenecletto(La Yita tVuoyae II Canzorrere Dante.' introduziolo, png. XXIX e ' di segg.), e il Pdsaerini Yitn d Dante, Vallecchi, 1929, vedi a pag. ?6). Altri dantigbi, eonzaun eal(loargomonto,e forse sotbo I'inllusso

della notizia dell'Ar)'adi (che la rlonna fosse pir\ o meno coneapevole Pietra degli Scrovigni di Padova, dove Dante fo nel 1{06, appunto qrranrlo gi andava di corte in corte), assegnaronoIe ptrose al poriorlo dell'esilio. Tra questi va ricordato Antonio Santi (il canzonere di Dantc Alighieri, Boma, Loescher, 1907), il quale tent di precisare anche i fatti e di darci - cimonto assai arduo - I'or<inamonto cronologico delle rims tutte di Dante, fissaudo la datazione dello petroce. Il Santi vide nella pietra la Pargoletta (o e donne gentile ') fattasi oepra aI poeta, iapirandosi in ci, allo Zenatti, Rimc ili Dante per la Pargoletta(c Rivista cl'ftalia ,, 1 gennaio 1898, p. 13O),al Carducci (Opero VIII, p. 96) e ad altri. Ma la PargoIetta-Pietra sarebbe pel Santi una castellaua, probabilmente della core di Aghinolfo di RomenaI e I'amore si sarebbo svolto in duc periodi tra la primavera del 130? e I'inveroo del 13091 mentro invece, come vedemmo, il Carducci (Opere VIII, p. 96) e con lui i euoi eeguaci sopra riportati, che avevano anch'eesi iclentificato la Pietra colla Pargoletta, hanno rcspinto I'idec che le petrose eiaao de portarsi al tempo dclla . montanina ', o giir di l. Quanto al probloma so Ie Pietra sie da identificarsi colla Pargoletta, ne dir in altro luogo. Altri he avrnzato la pitr ardita ipotesi che ln Pietra e Gemmr Donati piano tuttuno: di questa ipotesi ci ha annunciato ur& 8u dimostraziooe il l[aecotE Coracoi (Liaetto e Glemma in Giornala .Danteeco, 1927, vol. XXX, n. 1) diecutendo la questione di Lieettl

lll. - Le due Pietre nel sonetto. Deh, piangi meco tu, cloglrcsa petra.
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Tra lo note dal Barbi apposte nlle rime di dubbia attribuzione nel testo critico <elle opere di Dante, una ve n', intorno al sonotto . Deh piangi moco tu, dogliosa potra r, cho afferma: < Contenuto come sonelto di Dante solo ncl Riccardiano 1103, raccolta sbbondaute e farraginosa di rime messo insieme nol eec. XV. Il ricordo di Pietra e il giocaro aul vocabolo pietra non argomonto eicuro per mettere il sonetto tra le rime potroae. Danto pol bene continuaro i suoi artificiosi esperiment,i;ma il euo enempiopot anche invogliare ltri I imitazioni, coms di fatti avvonne per la sesbina . Al poco giorno r. Va beno. Tuttavia un argomento per afformare che il sonotto non di Dante manco. Nsssun altro codice, infatti, v', ehe lo assegni ad altro poeta. Gomunque, di Dante o non di Dante, aot"

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tacerlo, parlando delle petrose,com foceil Pascoli(t), non mi par giusto (!): forse al Pascoli il sonetto sfugg, beuch gi pubbliceto, o, folso, col suo sibillino gioco del vocabolo bisenso,gli riusci un po' malagevole all'interpretazione, e sconeertante,se si consideri como liueare od omogeneafosse I'interpretazionesua per tutte le petrose, in tutto egli vedendo allegoricameuteadombratala Filosofia. Al silenzio dol Pascoli s'oppone I'assegnazione Dante del a sonet0oda parte di un critico quale iI Carducci (3), che dopo aver osservato,in forma dubitativa: r euesti versi parrebbero indirizzati alla lapide che cuopre le spoglie dolla donna defunta: e panobbe che questa lapide fosse in pirenze, lna che il lamonto foese fatto quando Dante no era gi fuora e che la citt reggevasi r parte nera ), soggiunge: . ,Se non che queo aoneltonon isdruccola.ebb nell'allegoria polit'ica? notisi benela se&)ndaquattina >. (Op. YIIr, 9). Fiut dunque, il Carducci, il senso allegoricol ma all'interpretazione preciea non si cimento. Gioco di parole? Sl: ma terribile gioco; e d'altre parte nerncbe nella sestina e nella canzone sestina, che sono indubbiamente di Dante, dobbiamo ravvieare uno sterile e condannevole acrobatismo. Piegare, o sia pure con artifici ed involuzioni del tipo di quelle care ad Arnaldo Daniello, la sbessa parola a siguificati diversi in difficili giochi di rime era ottimo tirocinio per chi, nel nascente splendore dplla nuova lingua, doveva temprarsi a un divino cimento creativo. Non paia dnnque strano che il cantoro delle rime delle, Vita Nuooa facessepropri taluui modi stilistici e metrici usati dsl miglior fabbro del parlar matrno; poich Daniello di ossi (come doll'arte del < parlar cluz r e delle anfibologie) s'era sorvito con vigorosa fantasia e aristocratica finezzadi ceeello; e talora - como vedremo, ma bene dirlo, subito - proprio con fini sarcaemicontro la Roma corrotta e forso con dolci abbandoni d'amore per une donna sant&: la Vergine! Quando pitr tardi verr I'esilio a inasprire noll'Esule la ferita che alla sua purisaima fede avoya inferto lo
lrl Mirubile visone capitolo . Lr Pistrr'. , {r) Il ronotto crr etrto prrbbli,rnto prinra, rnorro, del TnucCnt in fueca ilalana inedila dcl Dugcnto (l)rnto, (uaati, l8{li), I, 298, e poi dal Wrrre trb le llinrc n lesti antichi atlltuili a Dunle, ir . Jahrbueh rler doutachen Dantc r, Gspellqclrrrti III, !1)2r I'oiltzi14, Bnrel5[se6, l8'il, Il Paclroli non pot rlrrnque avorlo igrrornto : an,.lre pcr lru t'itnzione fattanq dal Oarducci. (8) CARDUccr,OO",r VIII, prg. 93.

di rrprrt.tecolo decadenzadella Chiesa carnale del suo tem;ro, alora gioachimita lateute certo aveva udito giovinetto I'infismmata il parola di Giovanni Ulivi e Ubertino, scoppier fuori dal poeta arnrltlirro, e I'allegoria profetica e apocalittica diventer la sua arma e trecessaria tremenda. Altro che ferramenta vecchia o maechera inerte, in lui, I'alle goria ! E nulla di piir naturale cho, simultaneamentealle fantasie apocalittiche dell'Eden, abbia potuto n&scerenella sua monte lo visione descritta nelle canzone Cosi nel mio fta''lar, che ognuno sa eeser (li Dante. Ora, perch non avrobbe anehe potuto in quel tompo esser etato scritto da Dante il sonetto che nasce dallo steseo rontimonto d'odio-amore clella eanzone,e che a Dante assegnun oritico quale il Carducci? Ma leggiamo il sonotto (r).
Deh pano n eco t, doglnsa petra, pe ch s' Petra en tl crudcl prta entrata, che d'a,neosca el, ear me 'mpetrol cleh pangi nteco tu, che la tiet morta t Ch'eri gd brnca, ed, or te' nera c lelra, d.e lo colore suo tutta ilrtortal e qu,ando pu tt ptego, pt, t'arrett petra d'aprrme, ch'io la oeoga scorltd. Aptrim, petra, sl, ch' o Petra oe4ga come, nel nezzo d, te, crudel, giace che 'I cor m dce ch'ancor arsa, seggo, che se la aista ma non fallace, l sudore e I'an.qoscia g1i,la. schegoa... petra di fwr che d,entro petro fu,c.

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fn questo sotretto, ehe uel senso lettorale sarebbe un seguito di frasi poco Beneate,ci che colpiece I'alternato uso di Perc coa petra, Pare che il manoscritto dia pioh anzicbpetra nel verso 8; pu darsi; n ci infirmerobbela nostra interpretazione.Petra, cio la Chiesa pura, ha come prima virtir le pet ; non pertanto impossibile chs il trascrittore, quasi per aiutare i lettori ad intendore I'arcano sonetto, abbia in tal punto aostituito alla parola Pietra

(t) Lo riferisco aeguendo la lezione del Barbi (eeguite dal \.ntli), rotpin. geudo le gostit'rzionir che io credo nrbitrarie, di . Pitrr c ,li . Pietrr in luogo, di . Petra,, ricp-ttivamento ai verxi 2 e g, che il Di tlenedotto he f*to (La Vila Nuopa e lI Canzioncz, Torino, Utet, 1fI28, introduzir.rnei) FerchA il rngcr. palo legg'r r piatl r (- piet) al verrtr g. trta bis.gne anrlare adrgio. Il Brrhi, ad eronrpio, nella aua edizir-ruo(pes. 2?) ci d . patrrr r euche rl v l r r s o8 , o n o n ( p o t r a ' s . p i c t r . 0 g q e s a t t o t e g g e r e r p i r t , r r r , p o r r i l Di Benodetto (nella cui interprotazirrne dol eonctto norr ci r: prxsibile convonirol ha slstituito di auo critsrio talo parolniuilue altri rersi,onou noll8?

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(r1 Soaetto porto tra gli cutentioi arrclre dal llarbi.

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PO.ITCA O DI LETTERATURA ----.-i_-.-

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qusnti eucho in Dante, como in ogni mistico di guei tempi): < qaesto angclo quea nostt'u nobililat,: che da Dio viene... e clice a ciascuna di queste sette, cio a qualunqu va cercando beatitudine Dov'era dunque esulata, con nella vita attiva, che non quir, Cristo, la beatitudine? L'angelo spiega: .... in Galilea, cio ne la speculazione>. Ora io penso che precisamente'questo paes evangelico possa aver suggerito all'sutore del sorretbo petroso la eoncezione della Sapienza Sauta tenuta sepolta come Cristo - che anch'esso, secondo San Bernardo, pietra - anzich gelosamente serbata e teuuta viva dalla sua cuetodo: la pietla. Ma l nel citato paseo dell'Evangelo, Cristo era osulato dalla tomba: gui, nel eonetto, si grida cho la Sapienza crietiana, ahim, giace sepolta pur viva ancora ! L I'angelo (. qnest& nostra nobilitate ') che golleya le pietra: qui . il sndore e I'angoscia ' del fedele che r la echeggiano '. Ma dn cnh'amb i casi come w a Ct'irto - la speculazictne beatifeante - t'oppon?sse una. pietr'& sepolcrale corrolta.' e infatti Dante scrive: . Per qrreste tro donne si possorro intendere le h'e eette.... che oanno aI ntonintento, eio aI nondo ltresente che ricettaculo di atn'utlbili coter. Ecco un altro argomento della convenienza dell'assegnazione a Drnto del eonetto. E se non fosee di Dante, ecco un& prova che intorno a Dante si stringevano dei fedeli che soffrivano dolla eua Etesse passipne ! \ ' Ed ora parafraeiamo. (r) < Che tu possamecopiansere, o petra dolorosa,(o Chesadiaenuta corrotta), poich n una cosl o'u.dele poila (qual, tu te) entrsta I.o Bposa d Pctro (Ln Bapienza Santo) ! Cos\ crudele porta, chem fa impietrare 1, annrc per I'ongoscia I Deh, pnngi neco ttt, o pietra, che (urme una pietnr sepol,. crale) lo tieni sottosepoltal Ch'eri g banca (quand,o er pural), eil or ec nera e tetra (poch sei conotta), tutta lonlano (dietorta) datr co(r) Uu smondamooto va apprltao un prrito dell'interpro'azionc ilel Yelli, relativn a,llrr . portar del ee,.ondr verso. Anzitulto va n,,rtato chg lt. a' prrmi, potrr' dll 90 al'o non che la continuoziotre della ricordata meta' fora del 20; e infatti ae il poetn invocn nol 90 la pietra di aprirsi, como non avvcrtiro ebe quostn pietnr fa ila porta? Ia pcrta di che? Di unn tombr. Adunquo, doveadosi interprotaro la prima terzinn in rpeeto eenro (e in ci mi trovu dtaccoldo col Valli), lr fcaae . en nl crudcl porta , non doirir eegerc rpir-gatn q o',n unrr cos cru,lec portl r (ll lingaaggio scgrclo, vol. I, p. MZl, acil tni Foc(,1)do nenuo dR rroi alrnpro aeguito (elro p,ri quello f,ierrurrrentc colt'r ifallo rtossrr Valli, Op, cit,. :vol,2, 1930, p. 1161,cai I'errrendnrnentofu propr,sto dnl l'ormiclri. Noi lo (llano rr:crrndo lr nr.,tivezione lhtta conoscone pubbliceto. a v,rri gttrdiori pinra <;lrcd:,tto Eocr'n{lov<'luno f.rs.se

lotc r!,llct donna n te sepolta I e quartto 7t, ti Pegot p Pietra s o pietru' sepol" cosl che o Ia aegtta libera- Aprimi, lirrt,t 'cntle di rtprirni, ilellrr eornrzone, cosl ch'io tseda conte sotto di te, crttdele, giace cor m d.ice che ancor ooa xi giaccial p,.!rn, la nostra Beatricerchcil (ihr xe It t:sla non m'nganna, Ie gocce del sudore e d'ell'angoscioso pianto (tnio e tl:i lcdel) g ti wheggano, o Ttielra. della cortuzone e dello'ntortel tr\<tri uia pietra che far d.cntro d,i pietra Ia 82osa d'i Pielro /' (t)

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Cosi decifrato il sonso seg6bo,io chieclose questo sonetto sia tnoor& oscuro o strano o Bssurdo e 8e l'umanit cli untallegorit ; ! tron ponss esser pitr alta d'un'umanita, di nuda ca,rne Qui, fuori doll'nllogorio, non e' . una poesia diverea > (quella che sola verameuto sarsbbe poosia vora, secondo avvisa il Croce nel suo'libro d.i It Ttoeria Dante); irroale la tomba ed irreale il corpo; nA lcr:arrto ad alcuna tomba venuo a singhiozzare un amaute colpito iu una Bua paeeionoterrena ! Negsun dramma, del roeto commovsntinsimo, tipo quello di Ginevra tlegli Almieri, per la quale I'anrunto avrebbe, si, potuto lanciare il grido : che il' cor rni dcc / clv ancor oioa rcgga Ma si pu dar posto, acc&nto al dramma, anchs ala tragerlia ; poich di trageclia qui si tratta; tragedia non di un solo amante, ma di mille amanti ! Ed , in grazia all'allegoria, raggiunta la nota uriversalo! So la reppresontazionefosss baBote su un fatto passionale,se cio la donna fosse reale (ma I'ipoteui , come vedemno, de sc&rtare), sarebbe,corto, ancora poesia: ci me I'incanto non sarebbe maggiore. E infatti l mirabile ilella poctb-.* elaproprtoinqueofontasticotradursi,inimagni@ncrete(latomba, lB rlouna che dentro vi giace, Ia piotra giir bianca, cho ora il surlore e il pianto soheggiano) di un dramma adratto (la decadenrr della Chieaa)! Cio si ostinor a non veilere uoa certa aritica . fatta di petre e impetrata D : mB la Potra, la donna allegorice che deutro vi giace, Colei she travagliava monaci e santi, terziari regolari e eecoleri, Colei che fa prorourpere il poota nel grido rli una fede splendida' lronte disperata: .che il cor mi dice che ancor viva seggia,, la Sapienza Santa, imsomma, assai pitr viva tli una donna di oarne!; o, simile all'angelo di Dio, specchio di r eresta nostra rrobilitate che tla Dio viene r, sollova e rovescia d'un agilo rcrollo la petra
(r) Quanto all'ulbimo verlo, il Yalli pnrofrese : . Tu aoi lr pietrr che lr diventare pietra coloro che grrardcno r; nln, rni nrrno chicuto, nou osiste con. troplrosizione tra il . di fuor ' o il . di dentro r ? !e crrei ir, si dr,vr.obborpiogale: < La piotrr che di fuori finir pur iurpiofrnro le Sapionza srntl ohs dentro di lei r.

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h, Gronxll,e or Por,rttcl

n ot LTTTSRATURA

r llr& e tetra r dei filosofemi arid.i o rlollo formulette iugulatorie, e ai veri amauti dell'erte sorride.

ALFONSO

RICOLFI

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di altra riAltro emenilamento avroi da. proporre all'interpretazione ma. ll Valli cita due volte un motttt indovinello c-ontenuto nei Docwnenli d Amorc del d* Barborino I ln prirna volta tp. 240) riforendolo testualmento ilal vol. II. dellr botla,edizione curatane dall'Egidi, in queata guiar: Corc impelrd arnor d peho ch eo petra petrc mpcho; lr recontlg voltt (pag. 4.2) lo cita cosl modificato r guo criterio I ^im7tetra anor ill Pclta Caro ch.eo petra, Pctrc, mpctta.

ANTOLOGIA DI SCRITTORICORSI
Il gecondo volumo delltAntologia degli scrittori corsi, dovqto alltsmoroa o illuminate pazienza di Y. Croce, edito con sobria eleganzadalls gtamperia ili A Mwtra, consiclera gli ecrittori del XIX secolo e del porioclo contemporen6o. Ltimpreesione cho s ne riporte qnella etessa cbe ebbi occagione di lporro e iu questo Gornale parlendo dol primo volumo. Lavoro ardno, lostoouto da un inteneo afietto per il pmprio paese, reso possibile ds unr rton comuno proparazionc ili lunga lena, o dalla conoscenza diretta dellc fonti. E' un imponente e robusto edificio al qualo dovr inovitebilmentc rivolgerei chi ei vorr cimentare ad imprae del genere. Non eo quanto possa sodiefaro il criterio seguito dalltautore, cio il cronologico, cho B tien conto dello evolgorsi delle manifegtazioni letteraric nel tempo o paro cosl con'ispondere alla realta storice, troppo oetrinseco in una reccolte cho gi di per e untaatrazione. Si aarebbero potuti raggruppar, tanto per dare untinclicszione q Dou lror fissaro un canone, gli ecrittori cho hanno preferibilmonto usato I'una o I'altra linguo. , 'seguire Av:noomo potto ood pi rgovolmente lo wluppo letterario ddI'idioma corso, she poi lo sviluppo tormentato dell'anima cli Cyrnos. Ad ogoi modo il lavoro di Y. Croce roste sernpre un mirabile dosu. monto di sapiouzae di patriottismo. Gli eetretti sono precduti da notizic biografiche e bibliogralohe e rr. ricchite di noto osplicative, illustrate da numerosi fac-eimili. Si va da Teodoro Alfonei (l8BZ-l8fS) shiemato dai auoi colleghi tipografi il biouilo poeta autoro del Parnaesc contemporan, e Pietro Roccc (n. f88?; direttore d A Muarar. o vi aggiunto tutto un elencodl eutori contemporaneidei quali si riporta oltanto la tribbliografia. Se avoto la pazienza di sfogliaro il grosso volume, vi paesano dinand atudouti, maestri di sr:uola, profossori,lvrocati, rnodici, religiosi, archivieti, consiglieri, cliplomatici, principi o l.e{nr\rrti, insomms ogni clnsso di cltbdirri, tutto un popolo che pon"", che-aognao eoffre erl ha al aommo dei sttoi afletti I'arnore por lB propria torra, Dico tutto un popolo B ragion vcd,uta. chr per eaompio, non mac& nella rasaegna un autentico Jrertorc, uomcnico Andreotti, poot esto'lror.neo, noto sotto lo paeurloniuroili Milrrcls, non ignoto agli ctudioai di letterature corsa.

A pag.2[0 egli paralraea: <A caro prezzo (cio aauodanno) impetrr ltamorc di una pietra chi nella pietra (o aotto la piotra), cio nella Ohiosa corrotte (o rotto di essa), impetra (dal papa) < o Piotro r (e Petre r d vocativo) r. Senonch, eo nel primo verso ai dovrebbe leggere o iutendoro, comtA elsri probabilo. Potra colla maiuecola, ossia la Sapienza eanta, dlorr bisogner 1. tendere . amors di Sapienza aant& r, o nol .ltamore di uur pi6bri' Gomg inteeo il Valli. N pir\ porauasiva riesce, per ltequaziono con cui ei chiucle, h paraiqsi di pag. U2'. . (jhi invoca 'o Pietro', impetra ltamore di Petro ; cbi ei rivolgc rl Prpa si rivolge alla Petn I dunque z Chicsa comotta - Pictra ', Credo .qur rt'ultime maiuscola sia un errore del proto, esaendoPclml'oppoato della Chiear corrot,te E quel r patre' earAproprioun .Potrervocetivo? onon piuttoato I'oggetto dtimpetra ' ? Io intenderci: . A caro prszzo invoca ernore di Potrr, cio amore di Sapionza Santa, chi sotto la Diotra eepolcralelin cui si mutata ta Chiesa, li Spoae iti Petro) non fa che impet:rare dell,e piotro (poich la Sapieoza aa,uta non ci piir; '.

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Il Groex.lr,a or Poltrlce.

Vdo un marmocchioanufato afaccars al balconcinofiorito che eta suo. No, piaolo; va va, pccolo,le ne pre4o' cJt'o non oda, almano,ahrt osi I dov'era l suo uso E tu (porlo pano....), tu chiedim,padrona, un lenzuolo del p fine lino, chelmi un guancate.della*la pi ficu, ma dammi i, ' (n alcuno lo sappa), : dammi, ch'o c dorma, I lavuolo che fu suo, dammi iI guanciale cJ,efu ruo.... UGO CHIRON

PETROSE,' " Rl[vlE


(' cosnel mio' o . lntore nntolo la danno bifronte |
che"recoudo ltin,rr. llle l'ir rrlrn tlollo rirnn lrolforo' 'lt'vrrtbbo addiritUre r,ollrtltlt' hcilr fil' tot'trltrl |'n'to frrl;rr1litpf e brutalct u"u ri"g"ro lrrrurionrlc *t" srr l'lrnle lf'lltlktt $rrhr'i ;'firtno' lf ln frlttr tt>g-lt1 ottl !'p'O lrnrt rd talt Vult
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rliflicolt per i critici realirti' Itr.pri6,,ia6r, ,",llr lrrimr rlrrlzt lo di qrrol tnou val ch'omsi chiuda' I ir.frlli. ri t'r'li tl tortt" r'ollollivo (li t.roviatnodtrnque dinanzi ad una ter' 1 .lrf olirrrrl'r11'' tltuit' (oh zingara assotata di sangue| ' ttlrrIc t'..lrr|e r|ro ttrf!:qo inolr,relrilo ra gli vomin n genet'ale' n,a ,t r,rma tl'lem1l111o, clunque' E tra le vih lftl ,lnhtl. lrtdc clro I'r rtrage rli cuori, li;rrAtn"hollentrl . - -: ..di Dante non !t F. nrlfr ,lre, '.lt rimili ilonne fatali al tempo rapprosenti d' r tio.rr,lo. ffrrr,gtrori <lrtintli pnsaro che la tlonna tempo' a quel lrg.11r'lspantt tttrt pnrsiono comune a molti della ,luu'1"," costei ? La rappresontazione -di quosta e {ihr rrti della stanze ilrgrtcnta rtlnrr n pui' uo" riportarci- alla .sirima la do.nua sppere corsz' qrrtnlr rlollr ernzote nontanina" tlui e l, dtamore su di lei ei mtr tlr trle orgogliosa rhrezza cho ogni saetta
r;xi;rtl :

' ' *' :;bt r,Eflm{r!rrl:;;:-*-:::-'**


Il rluestt sband,eggiata di tua artc, Signor, ,toh clLr(. colpo d, tuo strale, fatto ha d.'orgoglio al, Ttelto rchermo talc, ch'ogni saetta L sTtu,rtttt iL euo corto per che I'arntato cor da, null,a ,nato.

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trrlr drntr) I
lan rnl rpcill .Yon frvrc t"v,la Gh'il1rr. .l,r ''orcottd." dnt twt ;;;;;';;j ,hl', ,o^' ll"t dl lsowlo' l-o ol.*:--flln corf rfl lrr lnlc ilrrrr id mlo mal Vat cha .Par6"."i""r" non llct;o onda I ,rrr,r"r" hgao ill mat che 1''t t*"'r'hn tn'rllitntlr
l'Gtrriato

tr fl,>*rtir.c. drirl'lrlar

in nrilir".:,1:-per

torttere"

',.'Iotlicmel

Qdi ta donna - sar un po' agro a tuttt prima I'ammetterlol mB io vorrei che iI lettoro leggesse,prima ili serrare le labbra, la mia parafiasi della nrcntanina e il relativo commento (t) - Bea' trico: Beatrico che, gi bandita dalla corto rl'Amore. ora impne a per la Sapionzastnta (poema Dante di lasciare la filosofra (Convi.vio) eacro)r' dovremo ora concludere che la < bella potra r di quete , conzone s la Beatrico deJla montanina eono la stessacoss? Affermare tale identt, basancloci solanto sull'afruitdr del saratt6r6 di crudeltr iuerente alla rappresentazionedelle due donne, sarebbo procedere con precipitaziono,laddove, in materia d'allegorie, si richiede pondoratozza e cautelo. Vero che un rapporto tra la pietra e Beatrice esiste: peroh ot, dentro I'una donna, ancho I'altra. Un tempo Chiese e Beatriae oraro un& sola cosa: mB con papi quali Bonifazio VIII o ClementoV la secouda fu avulsa dalla prima : Petra ntto petral $opra la petra, nel tempio (cosi almeno' vuoo Danto nel suo sdegno tremendo) un'altra donua avvq preeo il posto di Beatrice: eceoinfatti sul mistico cocsho mostruoeamento trasformatosi apparire a Dante nel- | I'Eden, prgprio l ove Beatrice s'era rivelata al poeta, la donne impura, e bcambiare baci con iI gigante (Filippo il Bello). F Bel.' trice, tra le lagrime delle sotte ninfo, va in esilio ! $ Ma nella c&nzone la concezione pireemplice: non ci troviemo dinauzi s due donue, I'una, Beatrice, e I'altra, meretrico, come nella vieiooe dell'Eden ; e neanche dinanzi a dur simboli peraoniffcati in due obbietti distinti cd oppoeti, Pietra e pietra, come nel sonetto Deh piangi meco tul qui ci troviamo invece dinanzi ad una donna unica. Bifronte o, ae piir piaco, con due volti opposti, uno tntico e interno, I'altro nuovo erl esterno, e degna portanto dtamoro 6 d'odio ad un tompo: ma, unica. (rl
(t; i\. R,ieolfl - Il iltotm itrt Bcahtcc t Donta t l rjntc thlla mulanlnc (Ar. chivnrn Romnrricrrm, l9i, fasoicolo IV). (r) Purgatorio XXXltl. 10-12. (l)'[alc dietinziorro tra qneste tlue rime petrolo necceqnrio faro nettrmcuto contro il girrdizio troppo precipitato che il Yalli diodc dolle petrone (Op. cit,., vol. l, p. 84(, e che gi ricordnnrmo.

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9p-orallo6olca' certo
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uguale opinione anche 1rcr ''' ' 3elno opinir il Puculi (pioteraenilo r lr rrr;rlor V"rgioo-penon'iffceziooe ilsllr 8r' '' U -tb *)' -u-oio e-'* h lrlr ittt" Vergine ha tleruato o i""i"r*,it" pr[fr-S"-;ao, -rr,. d..r uurau&IlGr enpiertza ,.o.*r,a., nella gratlnzionodella .,rr;t,,,ri " r".iil"riiii, grado (Mri' fzrt' pp' 18t e 188)' Itt'it qiy'?r" ti.nrerr . Di".'i;;;'iut" " cr tlmpllclrcr: p"t"n di queata canzoDo allcgo' tn rliro ., ,1,,1,1," rlc llr cho al piono posassso poetq -ca'ta che rrfiuta il euo rror.rontn lr..a;;;;,i;1,iu"r" piir crude' tutto^le espreasioui giuato nllermare' perch 'in' .l3r.rto ro non meglio allr Chies (che "t"iu"'i dol congedo' mi pare
"vr"'be

qtttllr Gronrs "i "o"""itoo ai fdeli; anzich a tseatricc' yolr I r-trttncutc il loruo <lella Sapionza Santo invocc r Y' t:tn::"dt iot"o la Chiesa a Re o lmperttori' friorr ri o.* r Nol cli"rho.o i . ferteli d'amorc? t" rtltr d.rrn dierpro , quanilo ""urt*o.oo colpiti da aaett alpniono epPutrto lei? Ben rr.to rluQrli, tntti, saetttti da

3 l . l n r r ' i n t i r l l r S a p i o n z a s e o t o ' r ] e l l o . f i glDocun*ntll'1amon i c a r i p r o d t r t t e d a l l ' F u r a z i o n s a l l e g o r ilel lcrbsrino. (p. 40?) de (rdi rrol "*oaoloiome . f } r r n { u o : a f E n i t i r i l i r a p p r o s l n t u " i - u ( t " " . l o u a t a n z o .tuttavia cI'amorei )tli u rrna cas' .li-.lue rtrzon q cllr t.r lo duo donne; || orr lcc{rnDat*,;;"-urrii rle uno strto il'rnimo nfline' per ci tone' c I'smore-odio delltaltrn' naacono gonrbra in certo qual morlo idselrnelio ricollegani - oi h rocolda - I'aspra collr Primr.

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e or LrtteRAURA

171

trieo parrebbero riporiarci i versi 30 e 4o (t), - io ponso per che qui torni, acconnato in alcuni versi (7-10),il tema che invosto e domina tuf,ta qtraula la montanina: cio: I'impresa del poema 8acro. Quale, 8e nou quost'albaimpresa, poteva essereiI peso per cui Daute osclama: . e il peso che n'affonda - tsl che non potrdbbe adequar rima, ? Oh si! Quel r tuono ' dellc montanina,che dopo il .baleno ', gli . era giunto sdoseo>r, facenelo strage nell'animo euo di ogni pensiero e aftetto cho non fosse per I'antico oggetto del euo arnorg, poteva bene sssere seguto dall'affondamento del legno I La, Commeiliat Ecco l' . sngosciosae dispietata lima r che sordamente sce. ma la vita del poeta ! Altro che la tempesta eeueulle ! . Peroh - invoca Dante - o spieiata lima d'amore, no4 ti trettieni eli rodermi il cnore a brano a brano, con'io mi trattengo di svelsro ad rltri chi ti d forza ? , Ma chi d forza alle spiotata lima che eaige da Dante la totale cledizione d'ogni energia croatrice ? Probabilmente la Chieea. Si : ma, colla . petra r c' anche < Petra '. Solo, infatti, per I'in. vincibile amors per loi, per. la Sapieuza sanba coetretta ad andare in esilio, Dantc ecrive il suo po6ma, dovo I'idea imperiale dellr Monarchia acquister un Buono pitr crudo, e dove l'esigenza delI'Impero per ll salvezzadoll'umanit sar portata allo etsso livello, o quasi, della esigenza della Chiesa, pur sempre aotto il presuppoche la Grazia (Lucia) dipentla iu embo i csei dr Dio Ma egli non pu o non vuole dire esplicitamente che proprio ; lei, la Chiesa, la < pietra ' ! Non pu esplicitament dire neanchc che per rrnore di lei egli va osponendole sue dottrina, la sola ahe, praticata, potrebbe far ritornare alla santit primitive la Chieee, e alla pace I'umana famiglia ! L'occhiutissima Inquiaizione del tempo infatti vigila; ed egli e i guoi compagni di fede debbono prrlare r sotto il veleme de li versi etrEni ' ; o Eompre temore treluca il lor peneiero nl che si scopra Che p m tremq ll cor qualora to pmto d,i lel n ltarte ou'altri ll oechlnduca, per tema nort traluca ln ntio penser di fuor al che e{,scopna, clt'io nort,fo tle la nrorte,clrc ognl rcnw e<t'li ilett d'Amor gid nti maruluna ; 'I ci che. pe.nsier bt'r.tan . la Lor aerl sl chc n'allen.ta I'opru.
(t) Ufr. Conololo, 2, ott II, dello ua nnnlcr. Depte dcc <li Bortrice ch'orce . /r,oel,th wa

Dante - quando io peneo di . E pertento ' coatinua adurrque altro (ostiie ed estranoo alle mia dottrina) lei in parto oo" qooi"io di me' il suo guarilo inquisitore dentro ;;;;;." Per tema non traluna sl che s sanpa'' d lo mo I'e.tLEer fuor io non tema la morto, la quale mi men' il cuore mi trems piir che

*t",--i consuma "*t.:::::

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A m o r e c n o c l r i p o r t a r c o r v e r a l c h e s e g u o n o ' a q u e l l o ( monpet canzon deila epistola s Moroello o della Bottri"u'Cnmmodia) Anore era tomato non como tanciullo' Bnina. Nell'epistola il io e da p*oi* cacciato r' che da guerriero rna ( coltre eiguoro i-ff" - dioe Dante - o 8pn8o dontro di me era padrone ( tutto quelo chJ o e Dante di riprendoro il p-oema; rn' o caccio incateno', imponendo cose un atleta dai muscoli d'acciaio: che qui egli come un guerrierot soptrw n E m'ha percosso -l-erra' e dammi q""ll;-tpatlo ond'elli'ancise Dfu *
' Amoie, q cui io griilo ., -J-.^ . l' ptlcgo: tnctz chiamandn, e umtlment'e ol ne4o' *"' Po' messo d el' iooni -

(t) i1,u:."^1,d'amore'

armato di epaila e inesorabile segne Questa imrgine di Amore rappreeentazionedrammaticr: il trapasso dalle effirsione lirica alla Amore lo tieno r in terrr I fattosi ,opr" D"otg disteplo riverso'
1 r ; D i f 6 c i l i ' e v a r i a m e n t s i n t e r p r e t a t i i < l u o prerta u t i v e r s i c h e a e g u o n o ; - : f . " invol alla norc' Am-ore chc i::ti 'd:ti ed anche grot6!c8' l' immagine di il Momigliano. Due epie' estetica di questa rima cooc viile iu una .o. Amoro e'Mortc hanno "o^tii 1'citr a r) poroh gaziori si aaaccirnot; ;;tt"i"o" I'ope' ogni mio perrsi, s cbe ne allentrno virtir <li brucrre, di ln"o-r"" conruma og'ni virtir dei l'ambaacia' ts '; 2) . ci rrvieoc perch il pensie.ro' ') t' coeiccl ne allentl lc lrcrlt (< I'opera miei oenei, preceilono trr il ooncet d"i due verri che f"gico Se ai guetdr .f ""t'" ogni eenro r) e quello ilei due seguenti' ei vedrl ohs (r lr morte mi i'onstrllra legittime' saEbrr piir accottabilc o le tlue lPlctrc il "1t1*1i "pi"g"rio,,.^ittt";;til; Burlti (recen"iuno- t -y:A:""o propesta dal Ir socooda, ,*",tt"-"otu vol' 1' ilanlcschl' 1130' s' p" in Stu?l G. De Liga: Pieve tli Cadr:rer Tizirno' il concetto che pre' pi eertiamonte 1931, p. 118). per r"t"ti'ribrrdi'r:e r 'oDgi ' colno oiSclto del r bru' cede, ponendo anche qui (como lrel vorso 6) i . cero Dr antich porndoli a l'er de aglcllo' (tradiz'ionele)' rr clol ld Se iuvece si vocseo reguire le prirnr lpiegaziono nllcnlalo l'opcra' allora li n''' Daalc pailotx 4l un logoilo dcl penttcm' tola ck "n'o cllo l)tlrtto tpln' r trnlttoe rr ' pontr avreLrhoung nuova contertnl che rlu6'to " , rrclir connclto; t:he le t diopie' I rluellc ch,egii velerl aotto i . verei straui 'mon' e che il ruo omofo A qrrello dclla ttta lima' a qo"tt*,lfrt-i"tti""ttt piir I'odio (1nr lr <pietre ')' tanina- (per Beatrice-Pietra), con irr

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d'ogni gttizzo stanco r, n gli d tregua, n gli aseente merc: grida il soccombenteal soccorso,il sanguo gli fugge rombando al euore, il viso rimane bianco. Cosi per tutta la stenz& IV.: ed veramento notevole cho a tania concretezzarappresentativa il poeta giunga rla due pure astrazioni: Amore della Sapienza Santa e lr donna amatr e odiata; la Chiesa she Petra e Ttetra.Poche rime di Dante sono cos materiate d'imagini roatistiche. (t) Ed naturalo: tale canzone (come,se di Dante, il sonotto Derl piongi meco tu) dovrebbe, per gl'iudizi che rilevammo nella secondo stanza, risalire presseppocoal tempo della,montanina (1307-1308), e quindi al tempo della pioua maturit creativa del poeta: mentre si se che le altre rime risalgono quasi tutte a un tmpo euteriore. Nella canzono aspra c' iuvece il Dante dellu Commedia e della, canzone Tre d,onne.'il Dante cio che ha imparato e rendore oon imagini d'arte o cou note aspre e selvegge quei snci pensieri obe sono tutto il euo dramma. L'ese-e delltultima parte della canzons ce ne d lr confermo.

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Per avere unidea della veemonza della passione di Dante per la . petra r, bisogna giungere alla stanzaquinia della rima piir aspra. con parolo d'odio e di vendetta il poeta invoca da amore sia fatto ,:' ecempio della propria donna: vorrobbe vedere il dio fonder per ezzo il cuore - com'ese&a lui va faoendo - altred^r lei, aesrr ' l \ ainaeladrone:
Cosl aedess'io ltr, lende pet mezzo Io core a la crudele che il, mr equatra I Ttoi non mi tarebb'atra la Morte, od io per eu.a bel,Iezzaco?o i che tanto dd, nel sol, quanto nel, retso qtrcsla echerano miciiliale e lotrr. (r) Ma non ci eorpronda. Poeti e mistici dcl Dueceato .ono maeetri h quoet'rrto ; n le figuraziono d'Amoro como d'un guerricro inesoral,ileere poi Duova: un trnvatore morto combattcnrlo Palestina,templario od oepitnliere, in cio devotiesimorlotla vorgino, Eln de cadenet, coai appurrto rveca cnutato Amore: . Amorer rio ogni oltro nernicocred'i<-r polr cnmparoun uom(r,ml
non <ln to. Clr olh! .r,llq tpac il combauono, rchctmhc,,ao il olmcnocollo*udo... ma chlI Jt tpnegultoto, pl grcoa d'opgortloilacoll,meno.l.tcca @flha.lcdf,. E Lnlio (tionrri avova chiuso una rn rira, eorto n tjante non ignoto, lr cnnzorrg Amor, nooa ol antlca oanltadc, <:osi (il pt-retaparla al Dio Arnore) : r ),ion vo' cho mtabbi omai piir por I'anciullo ; ame camplontl tlo t morto . tqtdo ,, Ma drr quosto verso alla pionozzr dolla rupprerurazioo danteeca lorto lo stroco.
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Assassinae ladrona ! E ferisce di giorno e di notto I E all'a' u&nto, quando la vstlesso colpita al cuore, non sarobbe pitr spiacsvolo la norte alla quale corre a causa della bellezza della donna! C' Ia sostsnz&por una cruenta canzone tsigana. Cerchiamo di comprendere. Donde pu vonire tanta frenosir aadica in Dante ? Egli non ra stato tra gli zingari ; la compagnia di Foreso poteva avergli fornito qualche lezione di volgarit' non di sadiemo. E allora ? Allora io affermo che qu la ferocia sanguinaria trooa Ia sua giustifcazione nel fatto che una pura e aemplcecolaritura funtaati.ca,non essendocostei una donna di carne, ma la Madre ili fulfi; ahim ! fattasi scherana,ahim ! sempre rubatrice di cuori (r). E iI maegtro di tale linguaggio sadico San Bernardo. Sentitelo: . O donns chc rubi d cuori degli uomini con le ilolceirzs,non rapiati tu, donna, il cuor mio ? Dove, di grazia, Ithri messo, ch'io possa trovarlo ? O rapitrice di cuori, quando mi rend,erai il mio cuore ? '. Lettore stnterai a crederlo : eppure la ilonno / a cui qai s parla la Yergne O non deriva dunque da questq o-" crud" il Pascoli, la frase . scher&namicidiale e tauaF passo, di Daute? E anche lo .squartare il cuore' (epressionedel2.verso dolla etanza) deriva da San Bernardo. Leggiamo infatti nell'opera: I, In festo S. Benedecti.19et'Jr,o Op. II, 988,699) : " fo sempre, o Siguore, sperer in Te, aiche se Tu mi ucciderai. Anzi, allora sperer vie piir, quando mi flagellerai, eguartera, br-ucerai, uccidera .o che viveva in me ' Qui ei parlevr di Cristo I une pietra Csfutq' oome pietra la Vergine: . ,Se Pietra Crista - sempre fho Bernardo che parla : In annuntiatione dominica, Sermo II noo La Madre d,'altro genc?'e che il, tr'igliol Eao, perch anch'essavE intesa col nome di pietra,,. O non rottamente ohiamatapietra Cole che verso I'amore della interezzd ora ferma nel euo propoeito, ealde ncl suo affetto, o contro la lusinga tlel poccato era al tutto inaen.sibile e peh'oaallepidea)?'(t).
(t) Se non ri vuole atliliritturo reder col Velli nel . lrdn ' it senso i . connivonte ai ladri ' conlido6ldo cho al . nuovo Pilato, g116 . porta n0l tempio le eupide vole ' non ai era opporta le Ohiorra rvignonose. tr lorsc pi prudonto non anilar tanto in lA. 1:.; Queuto fonti di Dante, traecrrrate dei criticl portpascoliani, il lottorc trover, insieme atl altro citaziou tla San Bernlrdo, nelll. Mtnbilc Vlilom dcl Pascoli lcap. La plet',o). L'abrto syoya portoto la metalora della . petra ' r rimboleggimo Crirto

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E' chiaro, dunque ? Non orese o alh'a mola eompagna, qiu, ma la letturo di San Bernsrdo: non ttaoolgente p*ssione sentuale, spirituale. ma etreoazone Dante si conrpiace, cou un& nuova ardita metafora, nel pensiero cho la eua donna . latri ,n por amore di lui, com'egli . latrt > por emors di lei nel caldo borro ' : " Ohm, perchrwn latro o per mer-conf per Lenel anldobotrol Il < caldo borro, potrebbe indicare in seusolargo . abissodi fuoco o di passiono', m& indica pitr esattemente e abisso infer' nale ', (r) quell'inferno iq cui Dante udr . latrare ' (t) un pcc' catore, e per descrivore il quale, nol modo che la sua passione che lo fa latrare < por lei ' gli dotta, vorrebbe &vre < le rime aspre e ahiocce t. S'ells gridasse d'amore por lui, giir in fondo all'abisso, e lui tocchorebbe la parte di soccorrerla I porrebbe allora mano in quei biondi capelli che sono fatti per lui c scudiscio e ferza 'r o non sarebbe pietoso n corteae. (t) Ma la Chiesa per eempre la madre cli tutti ! Dall'espiaziono essa pu uscire purificata: e in questo pensiero il suo fedele lascia, codere gli strali della vendetta, e pensa di guardarla ra vicino, fieso iu quegli occhi chs sono lo dimostrazioni tlolla verit, (r) in que' gli occhi ond'eseouole faville della Sapienzasoutg por punirla del suo rifuggire:
e h Vergine e la Sepienza eanta: Dante iuvece, a giudizio del Paacoli, edombt feilele r Sen Bcnrrdo, io quolla allegortcntc la Filosofia, ma' anagogt' lr Vergine. Noi, comc notammo a suo luogo, crediamo invece che in qootl cenzoAo e'alltrda dlcjodcamcnlealla Chiesa, e non alla Filo:otia ; anaioglcana&r. forse, alla Vergine (o e Beatrir:e.Sapienza gnta). Ma questo tieseneo non di* minoisce la nostr& ammiraziono per lc molte geniali intuzioni dsl Psscoli. (t) Paolo dell'Abbaco acrive : r Giuda...... diepereto euda. Nel caldo' bono. . (t) . Non ti baets latrar con le mascelle , ? Inf . XXX. (r) Ct. qui. qualcose della cruclelt del cavaliere ilella caccia infornale, cre ntaoo Attilio lfomigiano; il quale,-sg- ha- giudicato nel auo' in . Bull. rl' Soc. Dantesca rr esggio (t'n prmo d'ellc canzonl petrou, gil[rro'1903; N. S. vol. XV, feec. 2., p. lltf-132) essore queste donna una-. torribila lgnott D, a,voro qunsto amare < caratteri siugolariOeimi, d,ifrcilmcnte epiillabiti r, tanto li sotlto inconciliabili con qneli dell'amore poi lcatri,:o (gll uota cho a Danto . la ;raaeioue fa cpvlore d'evor diritto 'u""u. corrisposto: Ia lrrepotelrza,lelltamoreCbe ril,irrgosnchs ad uCCidere Itarnata r;, un dovrobl.'o-ee.sorc aliono dall' ipoteai irrealirte, per le quale teli carattori divcntarro lacilmente spiegebili. (t) Conahsio, IlIr 1.

llitmo rlrro l r*ot.tlre la donnr: Crtn'ton, rsoltcnedritto a qualla dottrto ' o rlta m'o fcrito l' co:,'e he mtinvolr qrrolloonel'io ho Pi gole""

otur'rlertl Prcrto e ltso (') 'e, vntt,ilcTrr lo ftqgt che m faru I Z Ytt Ic rcnd'ere con mo Pctcc' queste etl and congodo tlello canzone: il poeta invita \

Attcnr tt,t olt occh, ond'escott tc favilln' Il cor clt''o potto anci^to, clr. ,ii"1t,irl,mqno

t{inotilavolg*ritldiquestoverso!'einterpretalorealisticr. Pascoli : costei altra uon tnnnto. N<,n ch'io lnton,la ripetore col c|ro|n}.ilr,nolig.SI,ancho|aFilosofrgcontendevaaleuofedeleil cho stontava a concetlersi a lui I ma ltatto ,.g'nrr. filorofico, n"l ""n.o alla chiesa. (t) rtoll.. irrvolrro. lr sepienza s'adatta assai meglio descriverci il suo amore lrroltrt, rc l)tnte aveeee qui inteso enme ci spicghetemmo Io tema che gotr txrrrirlrutto por lr l'itorofia, dellc 1rI Anrhe nnll'lilorr ( l'urg., XXXI,.100'111) lante^fa .eaprimere ocil lume dola Sapionza sento n,r.tir,, ninl'c il rroir.otu.,o" ,ij"u.noro i. *'ifuo nosti occhi -do1a donna cho eppunto la simil;';;;;;;'u",," i;,i;sn;. *'r., ir "n,,rt" rioll. nlt're tre ninfo (virtir teologfi)' ^Dant'e? Noi rf r f tr e;n. 1tl ched'ttQu allra cttaa pu t ou-e'e fi4' l-r, i,,'-r'r,,.r,i"tt-u,,ln rli quol t docs ;t-" t che di s < gli angeli fr ?i,'y,e cho f*r dire da virgilio.aDante, quando .ritt, ;;;;;: ;if';;;;. ii.n"n ;., g,,frgn* in oonpottodetla donna che personificala Sapienzasoutc:

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Qucl dotcc pornc che pcr trnti n.ir..oa" vr'h curr d; mrr[ .;;-J L ro" h". - -* (Purs. )O(Vtl, ll4'l17)

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(lolu so/ra, dunqrro ! Cosi anche- nel primo congoilo t|&'lla Sa\tienzo 'I'rc valendoei della sleesa metafors oI'cor, dortttc intonto rfnllr cnnr.onc invece dnl . rlotce [x)mo D, Dante non ha affatto detto una volgarit,.ma la stoEsa ripoeta, proloncla allegorie: cotto eudaci imagini br rrlonbreto Crnrotc. I' prnni tuoi lon polgl uom rlrlo' pcr vadcr grcl chc bellr dornr chiudc: butio lc arrti ludo; Io dole Pomc o lullo gcale nlcit Pct cui clucun man gleia. \'h r'clli rvricn che tu dcua mri uori rmico di virrir' cd c' ri Pricgr, frui di color novin 'l c poi li ti molrt; rtot, ch' hI dl fuo' tr ll omtosl cuoil. a diiat

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aogrro di porro iu dubbio Linquaggio ardito ; e che perci? Neseuno-la sorier dei-concetto che v''adombrato. I allorr dl oh viene la rilut' pi r. isn?.s n intondero ellegoricamenteil eruilo lingnaggio dolla carrzono spru'/ fo crodo da pavidit n infrangoro lo idoe cho ai son vortute tradr. :ionalmsnte ripotnnilo, ma sonza il ilebito approfondimento.

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Ir. Cironxer.r DI PoLTTICA

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< il ttto ytensi.ero trnluca d fuor ei che rcogn'a> (stanza 3^ ) ? E sarebbo allora alquauto aproporzionato il sogno di rifarsi del non tormento martoriando la donna, fosse pur ancor& per lui la Filorfen e disdegnosar? (') -cofia ...,, e dalle per lo cnr d'una saettq: ch bell'onor s'uquisl,a .n far oendta. Bell'onore, vondicarei di uoa donns terrena per uua repulsa cl'amore? ! Ed Danto cbe parla ? Ma proviamo invoce a ponsare si tratti di saettare la Chiesa corrotta per rivendicare la Chiesa sauta I di frangere la corazzardi aspro per liberarne Colei che dentro vi giace: la buona Petra; e allora, sl, potremo ripetere con Dante : . ch bell'onor s'acquietain far vendetta r.

che evideutemente tlescrivs il nrnsrippoco linguaggio del Barberino

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Vll, - La " Vedova,, del Earberinoe di Goacchno da Fiore.


fnfine, a euffragio delf ipoteei che Ia donna eia la Chiesa, ho un ulteriore elemento non addotto dal Valli: le rappresentazione della donna rivestita di un'armatura infrangibile, quale ci data clalla prima stanza della canzone, corrisponde abbastanza esattemente a quella che ci d il Berberino di una mistoriosa oeilooa clu inilubbiamente la Chesa. Sontite coh' descri,ta: . Vi fu e vi une vedovr chc. nou era vedova. Era toccata eppure ora intabta. Era vergine e le gnr vorginitr ora ignota. Manc di marito. Avova marito. Per lr sur pmdenza eooelleva sulle donne e per la sua eloquenza su' tutte le creature terrene....r (Barberino, I ilocumenti il'Amore, vol. [, p. 309-310 noll'edizione curata da F. Egidi). Mt costei - 6 questo lo ha visto il Valli (il linguaggio cqrcb etc, vol II, p. 66 e 981 altro non che Ia Chiesa rimasta vedova deecrittaci de Gioacchino rls Fiore nel euo Trattalo soprd i quafrro Eoangeli: t ,.. tsidua sta quasi rcptem annfu oxit cum viro suo c oerginitaln ma.,. in sancta hac muliere eceleeiaipm degnahu..,o (l Vedova vieeuta col marito sette anni, reatando vergine !... Et
De notarei poi nel citato eongedoltintima corriapondenza ssuso tra di le duo motafore&el pomo e del, florcl rno non forss l flore lr rnetafora tanto ueets - dal lletnail. de Ia rou al li'iore <li Ser Durante - lor iodicare,..eio puro talora con un nltro doppiosoneobirborre,la Sapienzb sauts? () ()fr. Ia ballato Yo che sepete..,,c Aottuitso,III, 1. (r) I'raclatus sulrer quttor Euongela o oura di E. Iluoueitti - Bom,r, lfngliooo e SLrini, p. 92. i

primo Marito Dt e vergine di notura' oorn" Ai." Daute, ' Private del alla veverlova da quand,, i euccossoridi Pietro morirono ;il;" alla purit delta Chiesa dell'Evaugelo ! iitl " P,o"ugueilcitatopassodelBarberino.L,armatura,dels||o ,uorrrro-"pelaeaeinerytugnabile,co'c\lasaettadichiunquesaet' (la stanza): '. torr, ,oolo d l,ei toruaaa indietro.. E Darrte ' ilIn PerEuu' il'zn cliasPrt e aeste tal, che per-lui, o por chtellastlrotrs, " non eecodi faretro eaetta che gi mai la colga iguudr' con Il Berberino poco oltro, al luogo citato, sempro descrivendo colle particolari allegorici le vodova, . Co^" per una volta andava p." t" tenebre della notte e per un caso"' il vento' i""i """ur" faci, sot raggi che ilo e88A eu/raoanorischiararonola estinse le 6a tlioe ohe oa a Ic c ai euoi coroiagnirle cos Dante nella stanza il cuore' de quegli occhi escouo le faville che gl'infiammono Cos un'allusione fugace ma certa alta Chiesa corrotta bisogna ravvisaro nolla vodova mal rimaritata che eeprime il suo lamento la' nella ballata di Lauretta (III gioruata del Decamcrone). Tale puuto un een' mento non si pu leggere/serrre revvisarvi a un corto so ollegorico. h" cot" inf"tti significano i quattro aeguenti versi? Laond'io, lassa! quas m d'tPero
conoecend,o Per Q'ol Per beu di molti al mondo venuta, cle uuo eeserc oocupatl

al chie, Ilo, colei che ap_puuro pari dela?overt,

Yenutaalmondoperbeneitimolti!Einveceoccupatadaun eolo ! Via, per una dot'tnadi carne il discoraoparrebbe un po'grosso' Negli altri verei l'illusione che la donna sia di carns sppare quesi p"tfutt"; ma chi non 8a chs il Boccaccio era, nelle anfibologie,un assai destro illusionisba? Pensiamo pertanto che la votlove tdombri la sposa di cristo: e allora i verei diventano chiari od ovvii. ve' nuta al mondo per il bene di molti, la dottrina di crieto non ora al tempo di Dante e del Boccaccio tenut& como in carcere da colui che avrebbe dovuto ossornolo sposo? Del rosto ecco lo stesgo Boccaccioa metteici mll'attenti 1 . Qui cfce frno Lauretta alla sua canzono, la qualo, notote da tutti, rliver cti quogli che inbondorvollono ', samente da dir.ersi fu intesa : obbevi alla m,elnncse, cho foase moglio un buon porco che una bellc tosa'

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1?9 (tlrrnlcho nno dopo {tt* r holrr fihr rl'lttlfilrf I tlurslo trtr''riotltl a fiequontaro lo di' ll rn,rflr di llortf ir'o, l.)nrl" lgii\'s ttt't'ittttiulo ella l ilosofie' (t) li$:t . .fn li fil,'t,'f"rrti ' I llrglgr.rno lo rinro 'ltlolt{r: nol grnppo dell-e petrose f{ rc.r111r;. t'otrrtrlclttlt'no della donna lre{ltlcttti llcnno cnratktristiche ' 7loi.t;,,t,' rl,lnrlrttrl giooinezzae d-ella rfrdella 6lrrf rtr rrolla filoroli.'lre : rlttelle, cio, in queste petrose la donne y*rre. ll) Qrlorl' ft;"i;i,; io','niu "l'o carzoni Amor che (f) f ir*r otrre rlh rtftrot,i- '1lrl Convtato, -le duo t'-ry:M o le tro ';'nt poi la t pargolette J,ru.t.,a t.t r.nltt tl tl'tnnor, ' rlr'rror gerrtilo ' alla- tr.ilosofie'fubrno al q*rlrli,'r 1fl'rtve ' ,,.';;'i; tioll;np1ilrzion"dulu ' donna gentile r' cfr' rlnl ;rroe1;e'"",t11'" " 1rr,,lrlrtl1a llediexali'-Nuov Sorio' !";i,11s11r't. 11,r^ -xc'tti Stildi quostogcrittodd "r,1)rri''luitn'i,.n'i! 'f'.'71ts., v.l' tlt;;;: iii'-":iis-"-l;o-pi*tec"nsione I ltf'.10, 104-111' i t ^ i , , , , ' i i s r r . a t i l n r t , J t i h t ,v o l , X . \ ' , . 1 $ 5 1 , n n ' dooot' ricavati de rirnc ^ 111li'co .lc,rni e""o,,ni rlls goY-nezzo, tlells rime dlr di onurrnbi i grrr;rpi ""lilttt" ]'er brevit,ouet1|111iseimi iu questo timllo eprDo,' rppuoto lrrrgnlcttr, rtrtnt'r'rririi ' (,'rnrono Amor clv mool:
. Pcr quto Dio guerdrr m' no lr mcab uac ilocet* cnlrrtl, chc m'hl plclo""

Al,tr furono di ptc eubl,ime mgliorc e pi cero intel,Ietto, e d,cl, . qualc al presente reci.tare non occad,er. Dunquo bisogna scegliero: o intencrere la bailata der Boccaccio o la canzone piir aspra cli Dante < alla nelauose, ; ovvero eon . piir sublime e migliore e piu vero intolletto >...

ylll. - L'altra ,, Madonnapietra ,,: La Filosofia che


ci resterebboro da esaminarealtre quattro rime p"iro." (quet, tro, compreso un sonetto di uon eorta paternit).Ma non sottoporremo le due sestine ad un minuto same por dimostrare I'irrealta ' della donna in esse eantata, gi chiarita clal pascoli "i "ott'"r*." loro frasario meaforico,che ha carattore prevarentemente allegorico. chi ammette che la rlonna gia irrele nila pi recristica delre petrose (realistica,s'intende,nella finziono formalo), a maggior ogro" la riterr tale in quello altre petrose ehe non hanno neanche Ir iagannevole scoraa.di un umano realismo. Esattamento: la donna di queste due seetine e del sonetto -a non legno (e quanto alle canzon Io eon oenuto al punto.,. e ai vedr) , allegoricamenteparlan<Io, Ia Ftosofa, secondo l'ipotesi del Diouiei, soguita rlal Fraticelli e dal pesooli. Ci, per tre considerazioni. La pripna, di natura cronologica. Le. due sestine infatti rono ccritte secondo le forme metriche (sestina benplice aoppi"l gli artifici stilistiei d'arnaldo Daniello ; in nnr fase ai " forilionc " artistica, dunque, e per creare .nooutn atiquid atque intentatum (rl t. Parendo pertanto dette due rime - almeno queete, so non pure le altre due - da riportarsi a un periodo enteriors aria piona maturit creativa del poeta, na pobnrlolo far risalire agli anni delre rime dslla, vita Nuooa per Beatrice (rime stiri.sticamento tanto pitr ingenue), dovremo dunqrre porlo tra quoste e gri anni turbinosi dell'eeilio, tra il 1292 e il.l302, cio nel perior ner quaro alra paceione per l' . angela' succedutaquelia per la .dnna gentiilr, oesia por la Filosofta. (r)
(t) E' Dante stossocho ce I'atteets (De aul.g. ctoq, lI, lg) e propo. I rito delle scstirraAnor, l,u ocdi ben. dopoi t'aser,rsi 1z; I'robal.rihno.ro con Forexq che mori net luglio 1296; 'iilri'1'."-fi tento piir rro la datn fiss'tn canzqJno .dail',\ugoritti ur N;hl; rapprto ro.."iu-""-ii. !! :u" enuto, r'lro ha qualr:ho. lirti,i., - data lbudata rru rrn calcolo es-tronomico'o'sotto . q"ii"i""f". "o"rirp.-aurr"

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;ie"i"s"i a Dante.-lfa vero chi I'immoturitl iiuu"r.ne :di;fi-";;ip";d;"b dell'ancor giovane eta det poorq ohc

l!Ti'i"""". ]r .frui.rinonimo.di

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atonta a formarei il sapere filosofico). CenzoneIo aon aenulo: . uu doru h rni dl, <:h'hr picciol l'nPo"3.r.on. qr*llo .' d"uo uoo di -t'il'
lc io garyolelta 6l pcr core trD Drrno "

Scstina petroaa Al Poco giorno


. Sinilmcotc quctt lovr doaar"' D

Ecco ora alcuni cenni alls durezza e crudelbt Bellata PercM t aitli:
. O8oglion rc' fettr, e por mc dorc t

Nella ballata I mi son pc.rqolettd il poote parla ilel proprio ' rischio di nerder la vita >, I cRnsadi ua l'erite tae <'he egi . non aspotta-eo oo"' tu morto D ; tale ferita gli viono dolln potonza del ltrme oho parte dc' gli occhi della donna. ora, nel sonotto petroso E non legno dl sl durl rtocchle dus ter' zi:ro svoigonoappunto aimile tema con airnili pnrticolari' per-questo^omunereqursito d durewa, he t'u pol Pascoli la prino'

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corrisponda alla donna delle filosofiche, e che vi sia, quindi, unit d'ispiraziono per i ttue gruppi Terza considerazione: I'imagine di pietra, ee serv nel Dueceuto e Trecento a designare la Chiesa impietrata e corrotta, serv pure a designare I'Intelligenza e le virtir che accompagnanoquosta: si ricordino le sessantapietre preziose che formano I'olnamento principale di madonna Intelligenza nel poemetto omonimo di Guido Compagni, e la mirabile pietra che d lo scibile, rlonata da madonna al poeta, nel Regginrentod,el Barberino. Pote quindi aver designato anche la Filosofia Ma non sempre la pidtra proziosa. Essa pu anche sssero tutto I'oppogto della pietre che d lo scibile, cio ilella pietra-filoeoffs. E' il caso ehe si contempla nl sonetto cho segue (di oui tacEre il Yalli): E' non legno ili al itur nocch
n onco tanto dura alcuna petra, ch'esta crudel, che no nortc Ttcrpetrc, non oi mettesrc amo, co' suo bcgl oenh. O d,unque e'ella irrcontra uom chc l'cch|, ben gl de' tl cor passar, te nan e'attchvl 'l oncle convien morir, ch ma no mpctro merc, ch' iI tuo deoer pur c apantuc,ch Deh pereh tanta rsrt ilata ftn agtr occh d'una d,onnu cot\ aaerba, he suo fed,el nestuno n aito aerba? Eit' contro a pet tanto euperba, ehe s'o,lri rnuo pa lci, nol rnira pttl, anzi gli asconde Ie bellezzc 3 ..r.,.rr1,:

Anche se non di Dante, tuttavia un fetto che l,rle rima si spiega bene alla luce di vari passi d'opere danteeche. Dolle quali apparisce trettarsi della Filosofie. Ire Filosofia che uccide? - Eh, via, la Filoeoffa non ha mai ucciso nessuno! ammonivl il Lamma, commentando tale sonetto e roopingendo tals interpnetazione.(t) St ingannava. La Filosofia non ha mai ucciso elcuno: ma la pensevano diversamentei auoi piir fervidi fedeli: tra i quali Dante. Dice duntlue il poeia nella prima quartina: e Non c' legno
pal ragiono dolltaver aarociatonolla eua interpretazone allocorica le rime clodicatealla l'iloeofir e quelle r potrogor, ofr.'Mirab. yte ., clp. Le petra, r p. 201 e riol{g. (t) Bull' ordir,-amanto delle rime dl Dante j Inpi, Cit,r,liCastcllo, 1g14.

non siano vinti da Amore, ,ri nocchiuto n pietra tanto dnra, cho legno o su tale pietra i suoi occbi quesba crudelo 1'oro su tlo "n vuole la mia morte '' cho orbene, noi leggiamo nel conoi,vio (II, 1) che nslla favola di le fi.ere e li arbori e le Orfoo il quaio . facea con la cetera mansuete sotto , -ooo"ro'r c' da intendere .una veritade escosa pi.tre " r : cio che le fiere eono .li crudeli cuori t, e gli bolla monzogBe scienza albori, . qugli uomini che non hanno vite ragionevole di r. elcuua r, ch < sono quasi come pietne Ma dunque: se piotre sono costoro che < non hanno vita ra. non &mano il sapere, allora Ia donna che vinoe gionevole ', "h" nocchiuto o ogni pietra pi dura, . la donna cru'gni tegno piir aotu, o""iaitce del Poeta e degli oltri $roi am8nti soggiungeva interpretazione il Dionisi - A la Filosofia '. E avvalorava questa ricordando anche quel passo del conoioo(lll,lb) che fa da commento alla penultima stanza della canzone Amor clu nella rnenh, dedicata apiunto alla FilosofiB, passo nel quale sono descritti i mi' rabili effotti degti occhi e del riso della Filosofia' Forse con maggiore utilitu il Dionisi avrebbe potuto invocare I'importanza tli tale passo per spiegare altresi la prima delle due torziue, nella quale si esalta la virtir ctegli occhi della donna. Dios Dante in detto capitolo che nei piaceri di quello sguardo (le dimostrazioni) e di quel riso (le persuasioni) si trova . guel piacere al' tigsimo di boatitucline, il quale A tnessimo bene in Paradieo '-' Ma nmrcbisogno, per ealire . in Peradis'I Morre allt ob delln flasofa e delle arti. nella pto, ilcl, tegnoe ilella pietra, per ri.oitsere In questo senso v& intesa la domauda della prima terzinr: . Perch fu date tanta potenza,agli occhid donna cos aperba,che non lascia alcun suo fedele vivo (alla vita materialo)? ' Dalla terzina che seguo veniamo poi a fare questa peregrina scoperta (foree perch quando gi innamorati non ci si vede piirl: che la donna toglie col bene rlella vita anche quello della vista !?) Ma non bisogna prenderlo troppo allr materia le loro lettere'queato dichiarazioni d'amore... Una mortc aerai piir vera seguira poi per Dante quando rifolgorer ai euoi occhi Beatrice : lo spirito allora tlivonhrA . peregino ' dol corpo per aalire . oltre la spera che pitr ' larga gira' (,) a riverlervi Bettrice , '1, oeihla I'al, che qu'and,o ml rldice * lo no' t ntend'o,,,
(t) Vtta Noaa, XLf'

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Gron;ii

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f'b Liitri*ra;irti
Sc not che la nd mentc fu percoeaa da un fulgore, in chc sua ooglo nenne. qu nan possa.,. Atrl'alta fantatio

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D no nascerir il poema sacro. A eimili altezze Dante non er& salito nel tempo ch'era stato tutto amore fervirissimo per la Filosoffe.

lX - La mistco morte di Beatrce-Rachele,


Ma il pir difficile sBin quanto si afierma nella seconda terzina, cio che Ia donna tanto superba che s'altri muor per lc, nol, mro ptnt anzi gI ascond.e bel,Iezzc le sue. Donne alquanto singoleri, quoste clei fedeli d'Amore ! O che ci eia proprio bieogno di dircelo che quando ei morti non si vedepi, e di conseguenzela clonna ci uasconde le sue bellezze? Ma quosta non piir una balzana scoperta se, posta da parte It idea che la donna sia reale, ci teniamo all'ipotesi ch'essa sie invece la Filosofig cio I'argomentare umauo. E infatti A conoetto dei grandi misbici del trfedio Evo - o segnatemente di quel Biccardo di San Vittore che Dante ben conoseeva - che il trarccndcre dell,'umano intcl,Iettodall'argomentazoneterrerut alla contemplazione, u'ella quale si ved lo splondore della luce divina, rcstaodoac tbbzgliatt come morire. Nsl Beniamino di Biccardo - I'opera del quale steta ampliamente illustrata dal Perez nel suo Beatrce aoelata.' il Perez vi , epiega la, morte di Beatrice coi criteri con cui Riccardo nel suo'Beniamino spiega allegoricamente la morte di Bachele - si legge infatti che, perch aoaengo in no l mistico tapimento, oaait Twrh naeca in noi Beniantno, cio lo elancio mistico, oaaorrc chc aomgm in noi una midi.ca mortn,che Riccardo chiama la r n61trsdi Racheler: eseondo per lui Rachele la personificazionedell'umano intelletto dispoeto e pronto a elevarei a Dio colla contemplazione. Dottrinr .!(1(, intimamente agostiniana (Contra Fawtum, 62-6|). eo, tutto quosto diecoreo - o piir quello cho segue - ilr Lo poco divertente e coll'arte non c'entra: m& c'eutr& con Dente, Come, so o'ontra ! Dante ha profondamonte fatta propria questa dottrina: e la ricorda, e rimanda gl'.invidir a leggero Riccardo, nella lettera a Can Grande, l rlove vione spiegando per quale ragione, dlorch I'intelletto unano e'innalza fino e Dio,
noilco ntellct&. tl profondo, lanln, che rclro la memmla non pu. lrc,

Yoro che. prima assai cho dal tempo del suo volo nell'Empiro, fin dalla prima mirabile visione si pu far dats,rela prima morte mislica di Dante. Ma poi egli era tornrto al mortale secolo: e pot cr6rlsr6 allora - tanto pi s'egli I'eutore del souetto in esamer:lro r,i potesse morire per la Filosofia; per la quale scrivo iL Con' t'ilio e una cauzone dove dichiara che i piaceri della Filosofia eo' vorclriano il nostro iutelletto; infine Beatriee era tornata trioufauto rll'antico fedele (canzone <montauint') d egli aveva ripudiato lc rimo per Ia Filosofia, eome prova il eoneto Parole mie, ehepet la nrcndo siete. ltllt folgoro e al tuono con cui quella gli era riapparse orr immediatameuto seguita una specio rli mistica morte di lni; me, e dir il vero, al momento della prima mirabile visione, il fedele d'Amore ora uns prima volta gi morto. Ora egli rimuore perch Beatriee morta e gli comanda di nlire fino a lei, e na,rraro la sua mistica visione:
fti tso' ch'io muoa, e o ne n conlcnb: qna chi m scuscr, t'o non eo drc cd che n fo acntircl

E quando giunger in cospetto della . luce eterna r, che potrl vedero? E cho potr poi doscrivere?

E' voro: Beatrice - o Baehele che dir si voglia, chein fondo tono la sterxa eo*a(nn per nulla seggono nell'Empireo sullo stesso icranno : Par. XXXII, 78) - non la Filarcfia tcfi'cna o la Bcfudcc: anzi, Dante, per molti anni seguace di quest'nltimq la porrl in entitesi con Beatrice, ch' la Sapienza presso a Dio, Di que' rt'antitesi souo documento gli ultimi quattro capitoletti della Yitn Nuooa,specialmente quello che commenta il sonetto Oltre Ia rpero ehe pi larga gira, e il cap. 22 det IV Trattato del Conooin, dove si riconosce une suporiore beatitudine riposta nell'uso speculativo in confronto di quello ragionativo; o ear in queeta ragione I'internrzione del Conoivio. Si potrebbe di conseguenza ritenere 1nr ragioni affini che la morte di Beatrice sia una cosa ben distintt e da non confbndersi colla morte por emore della Filosofia. Ifa la verit ohe, se in realtr le due morti cono rlietinte, c tdi saranno por Danto rlopo il'suo ravvodimento, - quando cio ogli giudicher la Filocofiu, a cui g'era votato, donna doviatrice.(.o volse i passi suoi per via non vora r), - rosta por che durante gli anni d,ell'inna,ntoramento del e feruore Tter la l"ilosofa xcolasticaegl giunge a dentfieare quea colla Sapienzrr.Dopo il misticismo delle

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r---Y#a?f.Ersl8a_tf,tir

Yita tYuooa, il ritorno al secolo, ma solo per una pareutesi docennale. Era anche quesLoun primo grado per staccarsi dall' . aiola che ci fa tanto feroci '. Questa itlentificazione tra la Filosofia e la Sapienza rappresontata dai cap. 140 e l0 del III trattato dol Conoioio, specialmentel dove si spiegano i segnenti versi dolla canzone Amor che nella menle mi ragono

# 9,i, :;tr: "* rxl,if,oi* ],"r'H, dco ne li occhi ,, nel suo dplcc rl,o
, che le o reca Amor cyrneo nn loa. Olle eoverchian noetro intelletto lo cone raggo d, solc un fralc olaoI e per cb'io non lo poasomirar fisso, mi qnoicrt contentar di drrw poco.

NOTE

E POLEMICHE

ra le altre sottili osservazionidel commentatore, che Dants etesso,leggiamo : . Dov' da sapore che in alcon modo queete cose nostro intelletto abbagliano, in quanto certe cose affermano ssero, che lo intolletto nostro guardare non pu, cio Dio e la etternitade e la prima materia.... > (Cono., IU, 1). .E ora, alla luco di questi versi e di questo trDsso - come gi{ alla lnce di altro pesso dello etesgo capitolo, cbbiano interpretato la prima terzina - rileggiamo le seconda terzina del sonetto, e nor ci parrr piir oscura. . Esga cosi superba - vi dice il poeta - che Be nno muoro por lei, non lo guarelapir [Che bol discorso, se I'intendosseesserdonna viva, e Ia morte di,lei esser morto corporalelJ oon quelli ocohi ohe sono le sue dimoctrrzioti [Cono.III, 16] rnzi, gli nasconde[per il troppo fulgoro cho ra lei s'irrsdia] le sue bellezze [sempro piir interessanteil discorso per chi intendeeseresli eticamentBil sonettol r. Avovo supposto in un primo tempo che la Filosofia uascondr af fedelo lo sue bellezzo, peusando ch'egli, morendo per lei, passasso,rivivesse dn altro gxrd,o,nella scala d'Amore (figuraziono bar' beriniane), diventando il fodele d'una donna che sta in piir. alto grado. Na quest'intorprotazione da acartare,perch I'autore celebra rrolls torzins ls siosea rlonua cho nolle quartino e nulla ci autorizzc a credero che negli ultimi tre versi ealti f'uori un' allusione, ria pure somplicemonteimplicita, alle euperiori bellezzo d'una donna se' donte in grarlo superiore. (continua) ALFONSO RT@[^FI

di certa stampa c' da convincorsi A guarlare all'aiteggiamento fanno pitr fortuna rrello fiero doi villaggi' r:lrr.,$o i prestigiat'"; ";t le loro tende nella redazione grotrobborfor"" pia"taru ptofi"uaento. dirsi' trovaro &ncore giorour"' si puo infatti'. strano a il",,',J;" rapido. mutare fa corrispondere un r,,hi crod' allo carl,e, ed'al loro e degli eventi' rrlc(stario mutamentol dsin fatti o p e t a r d o d e l l a P i c c o l a l n t e s a , p s n 6 ...'".e"""aoscoppi. 'in ocu o bombt e che i tre Stati plurinae luluno che foese '"oppitto darsi I'ab-it3di gran' l'un l'altrJ'si puntellavano o' per Ii"""i, "U" ia zimarra d'Arlecchino' de potonza, eran cost'rett'i ad indossar che li affliggono' e fos' av(tssord'uu colpo ,"o"'o tutte le piaghe I ' xr.r tlivonuti il terzo polo del mondo' I PloPo' erroro ei facesse On notr vorrernmo ehe il meclesimo poeito del Patto a gtlloltlto, tutta nello spirito di mutur I.r'inportanze iti questo apoordo sta lo epirito delle qottt"o potenze occidentali' e poich ..,,rnprensione di pronunciarei sulla po' ri rlistilla ,lalle viua"", '"ti bene, prirra maturi e che i nosbri tnnza di quello odieroo, attonder "ht I'oo" cui il Ducela dato mano' del ricini ei dimostrino all'ai|;azzr. compito esompio'non Insomma per uscir clalle metafot", l" F"*o"1"' 1d farei perdourre da rliventa, a modo di vedere di chi non ha torti rilustrar sulla giubba, piir sorelle latine n onorificenzo straniero da epounto tre mesi fe di quel che non fosse tro meai or oono, "o-" a Versaglia o a Vil' norr lo era di pitr di quel cho non lo fossectata latrane$. del tutbo lirori luogo e pu Questo sentimeutalismo politico mtburatoci indurre ad errori fondamentali, como quello di orcrlero ri soontsn al' cho appona in seme. E gli orrori, in agricolturu' I'epoca del raccolto'

Guoch d bussolotti

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diarnoingrettosensoroalietico-1dovociavvortoclrc,stante son d'amor disciolti r' Dorr iu ,uogiooJ rigida, tutti gli animali -' -pit r all'amore, mentre invsce lui ' pitr d'amor porte I faono tra lo squallore della Tema svolto nella eanzone: il contraeto

I SEGRETI DELLE.,RIMEPETROSE,,
X. - La pietra pargoletta,e la canzone,' lo son yenuto al punto della^rota,,.
Abbiamo corcato di sf,abilire,sulla scorta,cli due passi del Coaoivio, che la donna del sonetto E non legno (la quale . cosl acerba - che suo fedel n8gunoin vita esrba'), la Filosoffg.se oondo I'interpretazione del Dionisi e del Pasooli. Ma con questo noi non abbiamo ancor& in tssca Ie certozzr che lo stesso senso allegorico tiebba ravvisarei eltres nolle tre altrc lxtroee che nou abbiamo ancor&osaminato; n d'altn parte abbia. mo dato per eerto cho quel snetto eia veramente di Dante. fo ringo probabile tale identit di eeneoper la eestina s psr lr canzone eostina,che sotro, tra le rime di cea attribuzione, le pi fredde, e qnindi le pitr eicuramento associabili alle eanzoni filoso. frchc; ma che psnaars dolla canzone Io eon oonub al punb ilelb rota, ov' una maturit realistica di rappresentazionein quelle altre due rime non raggiunte ? Non per che - nonoetante tale realismo - ei centi iu dettr caDzono une donna reale. Anche qai, como nella caruzono eeprq pi le gagliartlia della passioueospresaavi una prima lettura pu trarre a in inganno; ms un pi atterto esame ci fa gcsrtsre I'interprotazione eho pronde alla lottera il realismo e vetle nella donna una donna di carne. E infatti, in primo luogo: ee la donna fosse di carne, come potrebbe l)ante, verso la 6ne, rlichiararsi eolo nella cua guenal fi s&rbboproprio chiaro il verso: . amor6 colo in me e non altrovo r ? fn seoourloluogo: pu indurro rlevvoro c ritcnerlr reele ltaf'fermazionech'osca porhi anni d'et (. Ma rlonna li mi d, ch'ha ha picciol tompo')'/ In tsrzo luogo, biuogua gatvars Dsul.s clul ridicolu. Belle c{ro perta, iufatbi, tluolla oh'egli f'arebbc nolle tsrza st"onza- se l,inten-

cempsgnainvernalecireostaute,eilfuocodollapassioned'amoro nell'anima. - ci sta lontana, montre La stel|e d,Amore _ comincie Dante istondono i piirt invoes il pianeta che porta il gelo (Saturno, come lo Zonta) ci si tro i quat il Yalti; iut"ro la luoa, come inlese dsgombra un solo nostra luminoso I nondimono la monte mia non - in tener forto peneiero d'tmore, resbando dura t piir che Ptra imagine di Petra r. Graudiso si spiega il panorama nella seeondastaDta: I*uos de la tenq iI EtaPa lo oentP Peregrin che L'arc tur'ba' pcr lo sfera-det' sol ch'ora la sealdaI a llolstc-'il*o'e, ondn-eonduc" :oP? .iti nebba tol, che,t'altro non La uroa' questoemsftio niy'al tutto e sa]'Qi ,- ti aolae,e cad'ein bianca falfu ' " fred'da nee ed in noosa lti9ggb, d one Naeres'attrista tutta e piagna: en Amor, che suc qgnc tlta in'atto Pel oeito chcP49bt

. s*"";7iil7:'ni'^;e aii"- li'- ilonna'

nPn tn'ahbq"d'no;

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Ecoslperaltretrogtrofe:vrriandoconGrSoontecelorcil :mobivocontluttoro"Perooncludoresomprociasounoaffermrnilo:' uccide negli altri il oontrasto del proprio'io col nondo : il frodrlo 'l mio pi dtamor porbar; muore il verde'.muoiono i l'amore, . e Amor per rli cor non la mi trag' fiori: . e la crudele' "pina gs ' ; acqua e crosta di ghiaccio eulla torrs: e io de la mia guorrs ? a ooo 'oo per toinato un pesEo retro''l martro (u'laEt n ao' tirnqr I ch n I'a iiotte fu' pauat ognl altro ol'ca' srrggollo tl disoorso: E la tornrts concludo ponondo un dolonte Canzone,or ch'e sar dl ro?tc I'alttt qwryla -P-i9ne dolcetzirpo novall'o, urnote iti terra da tuit II clcll'
1u'unda Per qtto'tttigcll *to*" 'aolo'irr rnof o non rltrove? B;iaivte qu"ua c'lt" 'tr'tt rnm dl ntonno' te n Tnrgot'eltu fia Per coe un 'rutrmo'

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E DI TETTERAIrOAA

216

Stanzosoguenti: nove e pioggiae golo, intrlrno I non c'era il gelo in quei religiosi che mal profossavenola religioue ? Fuggito ogni rngel cho il calrlo seguo...eli altri han posto a le lorvoci triegue...'. 'Quanti fedeli (o osuli Bianchi) fiaccati nolla loro I'ede dalle pereopuzioni ! Ma non Dante : . o 'l mio [spiritoJ pir d'amor porta r. Lui solo, nella sua gurra, formo, sonza deflottero . un passo r : . Non son per tornato un passo rstro '. E Amore, dove ritira lc eue reti, rper il vento che poggia?,. .In alto': anzi, . El ,ciel 'r leggiamo, in luogo che . in alto r, D6l codice au cui le ,eeemplil Fraticelli. Amore cetretto a rifugiarsi in cielo. '. La douna detta . pa,rgoletta? Non paia strano: se Dant sTeva pitr volte chiamato giovane la Filosofia o Sapienza terr6ne, <;osi, e a maggior ragione, doveva qualificare tale quella Sapieue sdiante a sui si vots tornando, dopo il pir che decenneabbandono, Chi ga che Danto, quando diceva che .li dolzi pensier ' gli

menbe r cho ha picciol tompo r' rloll svesge in son clati cla donna (t\ propris ls Comnrcdin I mBi' Ma Eresto co'n aort)ozza Don sePromo

che impodieconoltAmore . che per poco non cade', eai fanno . maledire ie 6prezz6 dagli amanti...'; si ripensaai .falei dottorir, che rovinano ir Chiesa, contro cui si ecaglia il tolosano Pictro Vidrl. Un canto dtsmorc + d'oclio,dunque: como le rima aspra di Dante. In altragua liri@ Danicllo ra oferto vari rpunli tematici alla canzonedi Dante. Eesa comincie:
pi rlu crdouo le foglic c il vcoto diveatr $ crudo e fe discir Quardo?ddlc rrt h vitc rclvrticr c il rinco. bcl vqgo rnoutoliro il borchctto; ne b, bcocf, dtri r tolgr. rcao caldo d'elorc. Tutto gelo d'iolorlo; oe io ron porto.rer frcddo.poichuoloorcoorcllo oi riail cuorc, Non dcbbo trcurr., 3irccb Amorc mi copre c mi rwolgc, ui fr cor" 3bvrrirc rnur il mio prcgio c ri fe mio duco.

qua'lro sintetico' le con' Vediamo di ripresentaro, come in un clusionidellediversquestionisucceseivamentetrattateoaoognnato nel noetro discorgo. alla' esclusivamonte Punte primo: le rime petroEo sono tutte s'iutndono come solo ee goriche; iniatti ogni difficoit ti "i-oovs Danto muovo in eese' tia per lo stilet tali, anzich realisticamente' clue modelli: San Bernardo e sia per Ia sostanza,specialmente,da sotto I'immagine dolla pietrat Deuiello; vi canta eucoes8ivementt ternei periodi dogli sturli filosoflni' la Filosofiar.Sapieuza ;;;", nsl auo la Chiesa' rna o scolastica; poi nol periodo dell'esilio' di eants' doppio aspetto di corrotte e - le donne dal Due sono aooqo" - occoci al punto seconilo e in due gruppi vanno cuor6 di pietre, oo* d"U" quali bifronte; divise lo rime Petrose' PrimoinordinecroBologicoiosareiproc|iveaporreilgruppo (posto che sia di Dante) e dalle costituito dal sonetto E no'yl legno fra il iZg+ t il 1302' cio nel pedodo sstino: gruPP,o "Ue ""at"UUe incuiDentoavovoclettoarmnuov&donnalaFilosofie;(t)perque'. urla ttr'tomatica certelzet ste rime da accetttrei, eia Puro snza
lt Commedia (') Assurilo? Ma la canzonenontanina canta appul?" a Daltlg.ta rpr.esdell'operal orbene, d"*;;i-t*pon" l"i;;; davvero.l":"^': une per' "ird ilu cui essefu scrittelr30? o 1308), ere ;;l'"r;. tale date dell'Infirno, pr' Do'ronocomposti);'e e tt"ti (eetie ffi;; ""ii Io on aenul'o' perch il calcolo astrono' tbrso si pu npor[are la canzone ;ip"tt";"bbe le can"on al Nat'ale tlel 1296'-'^parte mico dell'Angolitti, "h; if ni"o"t1 ' cbe conforta il gelo I eia Se' da un dato ron ccrto i "i" "1" i"-Luna;1 e specielm"-!,^1":"}i' rluoD' turno {meutro pu astronomicsnon potot8e ;"""U.i i Sttiroo """uI""'""Ju e la figrazion "i-iratteceo, i .13o8' roste-che Danto rru over riferirsi e qualcuno d;ii ;;;i-i"io'oo i tt piin"t" tlel gelo.in qrelle dc-""iila me88o,sullo efondo d;i.;til;,'i;".;i* queet'aai tb"te lrrosentatr voramento percb totrniuats figurazioue, por rendero rB rrm''!. ttti nemplcernente ;:i;ffi;;;;".lii pla' "o,,'ponova -puo o como ,lornirrsro,lauu mnle6eoinllrruco i"ff,iniiio, r:lre ;ii ;id#r'ii" itt*intereou.rltte'sla.1rr't*xi netario, il erro quarrr": M;;"t;-*i nlla C',,rmedinr-l'ormi reetimo noll'opiniotre Darrtoeon.quel veruo "tlir,loaro Sattta' 'Fr""ir*""r"rr" cbe la c"nroe cantl I'amoro lrer la Salriotrz* (Danla c ""' hopo, come.ruolo il sexrrrart,o "ooo biauuotta' rg21); rnN Don eai urr po' C"tit.i prou"ni, i h'ourl

Conclusone.

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Itulla. elmeno in apperenze, di allegorico e di antipapele. Se uon che, leggiamo nella quinta s sosta strofe:
Nol roglio c rolti dtmrc alia c chc a lcl rnnntc voao rl cho it ruo cuorc ri vol3r rd ihro rfctto. !t ch'ir rtdro mc lr rolle rd h meorc. Gl non ho a temcn chc quel da Pon/rt,moll abbta uat glt t'auomlgll. N punto crudclc quclh cui rono rmico; le pi bclh di di qur dcllc Alpi.,.

Quel do Pontrenttli / Un altro forus rebrrsnon dtiml,ousibile soluziona. ua,rdr caeo: iu una novolla del Bo<.caecio, ove, eot,tola lgura di TEDALDO nesi Elisei (Elieei ora il voro rrome della fnmiglin da cui discendeva Danto) r adombrato DANTI D'ALD()(1llIURI, irr rluostn rrovella che chc nou rBncadi cerrsientipal'nli (vt anr:hounn fiore r&rnnogtrs coutro la corru. lrone doi trat,i), ri acconnaaoeboad rrrrl'r\Ziqrlorla l)()NTromoi, dove non 'i riifficilo ecopliro Itrrllrrrions n l,,ni!'AZio POli'J'elico. Irrrorge quiudi in .uoi maostrorlol . par'iar il dubbio cbo eotl.o . quol da I'ontromolir Ar.rrnlrlo, clue ', ablia inloso rlrrnque nnscr-,udero poreounllgioc]ro lorr poteva un ,.:bianrareper il auo voro nomo. Proprio .r\lberto lllalaapirra, como supposo ij Cenello? O nou piuttoato il poutooei,

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' ipotesi Diouisi-l'raticslli-Pascoli,. vede uolla giovanoclonnala che Pilosofia,identificandola eou la, .pargoletta r; epiteto con il qurle Dsnls avrobbe e'presso il lento s difficile formirsi in s della co. noscorzafilosofica, la quale crsceva e si matrrrava, secoDdote dotbrina del tempo, per lenti gradi. Naturalmente questa identificazione tra la . pietra r e la . pargoletta , dovrri e'sor inteea con giudizio, cio limitatanente a questo gruppor non essondo le altre petrose allusive alla Filosofia I a si pu certo escluclere poi che qualcuns fra le tre rime cho cantano uur certa pargoletta possa alludere a clonna reale: cha Dante era anche uomo, nod soltarrto ftlosofo. N vanno ravvisate"due donne distinte neila . nuov& donna, del verso 70 e nella dura petra r del verso 6c clella sostiua ,41 " poco giorno (ove il poeta si laments perch la giovane donna . si ste gelata som6 nve all'ombra ', n sente ancora la fiammr delI'amore), come ha interpretato il Yalli ; il quale qui e nelle can. zose Io ton oenuto fu tratto a ravvisars due doune, anzich una I cio la aotte ricostituita e la chiesa. No: unica , in ciaacunr rime petrose beniuteso, la donna cantata. Gti attributi di . dura r e < fredda ', contrastarrti con quelli di . prozioes , o . virtuoea l -(leggiamo el verso 190: r La eua bollozza ha pitr virtir che ptrt,), essegnati in tale eestina alla . petro,, corrisprnjsno abbaetanza esattameute af frasario u.sato da san Berherdo per designere la vergine e con qnestr la sapienza santal. o cbe Dante volse oon simili attributi alluclere a quest'ultima. - anzich alla Filosofia, come pensiamo noi - non propendiamo e crederlo per le ragioni esposte, anche se non lo poremo escludoreassolutemente.E' vero che tali attributi potrobbero anche conf'arsi alla chiesa bifronte: ma corne riferire e questa la designaziooeche troviemo gl verso ? di . n69s donna? '. Ma Dente torner, dopo lo sviamento dooonnale,a Boatricc; orar sppunto alla sapienza santa, piuttosto che alla tr'ilosoffa o scienza terrena, noi penuiarnoEBre probabilmente dtusiva la can. zore Io uon oenutoaI punto dclla rotal n va essluso che Dante, {lusndo vi qualifcavala dorrna 'oll'r_rlritot,o . pargoletta>, quando di ivi diceva cho . li tlolzi pensior, gli orano cat,i rronna e o' he da
epiuta_ conclusiouc lr cui eglj, lrrrr attreveruomolte dottrna, giuoge & ps.. gi'a-214, dovo tra I'altro atforrnachq . rino al tBob.1806 fLfrten-ou teine in aloun sonto Arnaldo Dauislto r ?

picciol tompo r, nonostauto il gelo o il deserto che gli era intorno, quuudo vi descriveva il suo travaglio d'amore, rton ?a escluso che egli, giA parte per ee stesao,&vossein mente - come appunto t nolla mnzoae e montanina , - proprio lu Commedia La Commedia, che er& ancora veramente pargoletba quando lo ripreso alle sorgenti doll'Arno (13C7o 1308: notizia del Boccaccio, lettera di Dante a lforvollo o canzone . montanins '). Certo a Danielio egli s'iapir nelle due sestinee nella canzono son oenutol o non eolo per I'artificio dolle parole-rime, colle quali fo si conclude ogui stanza di questa (alcnne di tati parole-rime coincidono, com' noto, con le parole-rimo di quella), ma anche -tpoper quel che riguarda il carattere delle cialmente nella cauzo donnal mB non per guesto si potranno accomuntre in un unico giudizio estotiso le due segtine e la canzone. Quanto pitr viva c ver& o travagliata d'intima passione,quost'ultima ! Paesione per cn Amore invocato con spirito di guerra e di rivendicaziouel passiono, dunquo, la qualb, piuttosto che del Dant'e innamorato ilellc . donna gentilo r, tiene del Dante doll'esilio, o prossimo all'esilio. . . quost'ultimo periodo eono evi{entemente da assegnarsi il gouetto Deh piangi meco lu e la canzone Cosi nel mio parlar. Nol primo la pietra s' scissa anfibologicamontoin duo figure distinto e opposte: Petra o petra; Chiesa santa (Sapienzaeanta) e Chieea; corrottal nolla eeconda ancora adombrata ia Chresa, ma non pitr raisss in doe fignre ben distints, sibbene ooutemplete e rappreseh' : tata come fign"" bifronte, bolla e ria, degna d'amore e d'odio td un tempo. Da notarsi in quost'ultima rima gli accenni ad una fatice sovrum&na: che earebboa noetro avviso, la fstics del poema Ba,cro, . al quale han posto rl&no e cielo e trra ', f'aticr a cui s'allude pitr chiaramente nella . montanina '. Tali accenni ci farebbero pertanto riportar la rima pir aapra agli anni in cui Dante torut
clla Comnrcdia. ,,li,n

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att,

Quanto' all'intorprotssione anagogica del Paacoli, il quale ravvis nella donua . ptre ' di Dante, del pari che nella r petra r di San Bornardo, la Vergine, noi non abbiarno elementi sullcienti n per negarla, n per allbrmarla in modo aicurol eoltanto ci eombra che, se nello potrose del poriodo anteriore all'osilio, palticolarmonte uolla seetina, I'enlusialmo pcr San Bornardo o il fervore mistico poterono aver forso fatto conforiro da parte di D*nte all'epiteto di

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fr, GronNal,n Dl Pourrrca

E DI LETDRATT]RA

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petra e a cerbi attributi dati a quenta delle iutsnzioni allusive in senso ansgogico alla Vergine (oi pu ommettersi particolarmente per la sestina), vicevorsa tali riferimenti paiono da eecludorsipr quelle due petrose in cui solo I'immagine della Chiesa corrotta, non I'immagine della Yergine, balza dalla passioue d'amore e dt dio di Dante. E un'rrltima oseervazionequi convion fare: se noi abbiamo ravvisato nelle petrose ron un solo significato, ma due significeti allegorici distinti, allro non abbiam fatto, in sosta,nza, non aeguirc Be L'eaoluzione etecradel poeta,rda etudioso di Filosoffa ad eeule travcgliato dalla sua passione antipapalo, Quindi la uostre interpretazione allegorica delle petrose, anzich frangoro I'unit dol canzonieredi Dante, con la nota stridente e violenta della tempesta sensuale,la rinsalda, ricomponondo la disarmonia portata iuvece dalla vecohie interpretazioue realistica I essa annoda infatti alcune di queste eei rime petrose alle filoso0che, altre a quelle rime a fondo polemico di spirito ontipapale. Le quali ultime non facile dire quante eiano: e vi eono poi anche - connessocon quelle di Dante, contro la donna ( nenict r di merzode ', * dispietata e disdoguo8& - le rime di Ziama le quali fanno, o dovrebbero fare pure esso, parte del oa' Quirin; pitolo dello petroee. E v'A poi anohe iliscorilo trilingue : A faua ris pour qw trat aaes (secondo altra lezione: Ai fal"c rh per que tralz. duE)r. posto plausibilmento tra le dubbie rime dal Barbi, m& non tele dr nou poter sostituire una rima autontica (r). E quand'anche il discordo non foeee di Daute, poco importo(r) Codici autorevoli I'attribuiecono infatti a Dante; artificioea ocrto, ma tale pure il carattere della nogtina e della ceozoneaestina, che gono indubbiamente ili Dante, e alle quali deve fores ossoror&coortleta. Anchc per il contenuto esea tiene dollo potroae: il poeto infatti vi si lamente, come nei digcordi dell'antica poeaia provonzelee francore, dtemor tradito, alla donna . cor di ghiaccio ' (che oomo dire . cuor di pietro r). o oasogna E a l)anto I'aasegnanche un critico compotente come lo Zingarelli, il quale por ln auppoee comporta alla corte dei Mnlaapine . porch ad una damr di questo uome allrrdorobberolo parole gravlc mea tplna D; suppoti. rione, naturnlmerrtn, uollo quole uon poeniamo convonire. Se ai vorsi italiani e latini s'intrecci n,rl dincorso il provenzalee il francoeo, rnolto gi disputrto, carrsole oonrlizioni trinti doi coilici cbe Jo portano trascritto. Al Nvati, cho fu por il l'ur,roso,r'oppoeo il Dioz, ohc lu per il provonzalo, ricoel-ruenrlo toito in un rrrodoalqrranto divergo. Ms il lr dotta quoetiono non Lra por noi grando importanza.

rebbe. Ben di Dante, e dettate dalla eteseapassione d,odio e d,a, more per la chiesa corrotta e santa che animi duo petrose, sar&nno poi le rime 8e oedi gt occhi mie d ytianger ooj Ty, donne " intnrno al cor mi son oenute: nella prima delle quali i gridi di guorra e di vendetta delle petrose riesploderanno telibiti, chiudendosi uegli ultimi versi in una disperata imploraziono a Dio, mentrr nella seconda ai fraugersnno in ainghiozzi scioglioranno io d"rosolato pianto, come nel crollo delle ultimo sperauze.

ALFONSO RICOTFI

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