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GUIDA  ALLO  STUDIO  DEI  TESTI  DI  


FILOSOFIA  III    
Questioni di Antropologia e lineamenti di Etica generale  
(richiede  un  elaborato  scritto  e  l’esame  orale)  
 
Dispense  a  cura  del  docente  
 
 

Obiettivo del corso:


Il corso offre una conoscenza della persona umana sia dalla prospettiva metafisica che
fenomenologica. Partendo dalla considerazione del corpo organico, senziente e
spiritualizzato, si vuole identificare non solo il principio di unità dell’essere umano e le
sue facoltà operative, ma anche il valore specificamente umano della sessualità in stretto
rapporto con il carattere relazionale della persona.
Un altro obiettivo è introdurre sia la dimensione sensibile e intellettuale della
conoscenza che la dinamica desiderativa presente nell’uomo. Verrà posto l’accento sulla
natura della volontà e della libertà per facilitare l’accesso alla relazione fra persona e
libertà, e quindi, alla comprensione del compito umano di autorealizzazione.
Il corso, inoltre, intende introdurre lo studente alla scienza etica come sapere pratico e
normativo studiando l’atto umano e la sua specificazione morale, così come
l’integrazione dell’affettività nell’agire libero. A partire dalla comprensione della natura
della legge morale naturale e della funzione della coscienza morale, si dovrà raggiungere
una buona comprensione del significato essenziale della libertà e della retta ragione come
regola morale.

Articolazione dello studio


Lo studio di Filosofia III – Questioni di Antropologia e lineamenti di Etica generale si articola
in tre fasi che guidano la lettura e l’assimilazione delle Dispense del corso. Per ogni fase
sono indicati gli obiettivi, ossia gli argomenti centrali che lo studente deve riuscire a
comprendere e a saper comunicare.
Anche le lezioni frontali del corso sono impostate in modo che servano a chiarire gli
elementi centrali di ogni tema e, quindi a favorire lo studio delle Dispense – testo base –
e la corrispondente comprensione e assimilazione dei contenuti.

Prima fase – Capitoli I e II del testo base


È opportuno organizzare questa fase di studio come segue: in primo luogo, studiare i
primi due capitoli. Successivamente, passare alla verifica del proprio apprendimento
rispondendo alle domande di autovalutazione. In terzo luogo, ritornare al testo base per
precisare i ragionamenti e apprendere le nozioni.
Il primo capitolo riprende i concetti di vita e di anima, così come le caratteristiche
fenomenologiche di tutti i viventi, argomenti già affrontati nel corso Filosofia II (Elementi
di antropologia e lineamenti di gnoseologia). Il ricupero di questi argomenti si fa necessario
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perché costituiscono la struttura basilare sulla quale si innalza la specificità dell’essere


persona umana.
L’obiettivo dello studio del primo capitolo è triplo: rilevare che la sostanzialità
dell’individuo o persona umana procede da uno solo dei suoi principi costitutivi, l’anima
spirituale; esaminare le ragioni filosofiche che sostengono la sua immortalità;
comprendere che nonostante sia sussistente e incorruttibile, l’anima razionale sviluppa la
sua attività non senza il concorso degli organi sensoriali di un corpo.
Domande di autovalutazione (capitolo I)
! Cosa significa essere corpo vivente?
! Come è caratterizzato il corpo vivente senziente?
! Argomenta quest’asserzione: La razionalità sussiste nell’intero individuo
umano, per cui anche il suo corpo è assunto in questa specificità, divenendo
corpo razionale o personale.
! In senso generale, cosa significa trascendenza? Ha lo stesso significato nei
viventi pianta, animale e uomo? La dimensione trascendente si riflette anche nel
corpo dell’uomo?
! Spiega se essere vivo coincide con operare. Se la risposta è negativa, come
spiegheresti che il vivente è riconosciuto laddove c’è automovimento?
! Illustra filosoficamente la nozione di anima. Come si può differenziare l’anima
umana dagli altri tipi di anima?
! Motiva la seguente asserzione: l’anima è atto primo o forma sostanziale, mentre
le sue operazioni sono atti secondi o forme accidentali.
! Spiega le caratteristiche del grado di vita detto razionale.
! Perché l’anima non può costituire una parte a sé stante dell’essere vivente?
! Qual è il nucleo dell’argomentazione razionale dell’immortalità dell’anima?
! Spiega il significato di questi concetti: incorruttibile, immortale, eterno.
 
Il secondo capitolo propone una nozione filosofica di persona umana. In esso si
esamina l’individualità propria della persona, che la distingue dalle altre sostanze e che
rende comprensibile la sua inalienabilità.
Il primo obiettivo dello studio di questo capitolo è dimostrare che la dignità della
persona non deriva dall’umanità o dalla razionalità considerata in astratto, ma dalla
concreta sussistenza di ciascuna persona: ogni individuo possiede una dignità particolare
che proviene dall’ essere la persona che è e, come tale, unica; dunque, a differenza delle
realtà inanimate e dei viventi irrazionali, all’individuo umano spetta essere amato come
soggetto proprio del bene, essere amato per se stesso.
Il secondo obiettivo è rilevare che gli atti umani sono permeati dalle due dimensioni,
spirituale e corporale: poiché l’unità di anima e corpo si realizza nell’essere della sostanza
“uomo” e nel dinamismo delle sue azioni, anche il corpo è finalizzato e governato dal
principio spirituale; di conseguenza, anziché avere un corpo l’uomo è il suo corpo. Tale
comprensione illumina il significato stesso della sua condizione sessuata, la quale
trascende lo scambio genetico e la riproduzione, raggiungendo l’espressione dell’amore,
la realizzazione della comunione o reciproco dono di sé.
L’ultimo obiettivo di questa fase è esaminare la relazionalità umana, proprietà
innanzitutto del principio vitale spirituale. L’essere in sé e per sé – sussistenza –
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costituisce la persona come unità verso l’altro. Nel conoscere la verità del proprio essere
persona, l’uomo scopre anche la bontà inerente al suo stesso essere: si riconosce come
qualcuno e non qualcosa, e con ciò percepisce l’obbligo morale sia di condurre la propria
esistenza secondo tale verità-bontà, sia di trattare i suoi simili secondo questa verità o
dignità costitutiva.
Domande di autovalutazione (capitolo II)
! Delineare le circostanze in cui nasce la prima definizione filosofica di persona.
Spiegare gli elementi centrali della definizione boeziana.
! Presentare l’approfondimento della definizione boeziana portato a termine da
Tommaso d’Aquino.
! Cosa significa essere sussistente? In quale senso il sussistente razionale è causa
sui?
! Che cosa distingue la inalienabilità della sostanza persona umana
dall’inalienabilità presente nelle altre realtà corporee?
! Perché l’individualità della persona umana è peculiare rispetto all’individualità
che caratterizza le cose inanimate e i viventi non umani?
! Esporre il fondamento della dignità della persona umana.
! È possibile alla persona smarrire la propria dignità fondamentale?
! Si potrebbe sostenere che l’anima umana è una realtà estranea al corpo? Si
potrebbe concepire il corpo umano separatamente dall’anima?
! Argomenta se nella sessualità umana c’è qualcosa di specifico che la differenzia
dalla sessualità propria del regno animale.
! Come si rapportano nell’uomo sessualità e dono di sé?
! Giustifica la bontà-dignità della sessualità umana.
! Se non si riconoscesse l’unità della persona nella natura corporale-spirituale, ci
sarebbero conseguenze per la comprensione del significato etico della sessualità
umana? Dare una risposta con ragionamento filosofico.
! La relazionalità è una proprietà umana originaria o appartiene al suo agire
libero? È presente nella corporeità o nel dinamismo razionale?
! Come si risolve nell’uomo la tensione bipolare fra l’essere sussistente e l’essere
relazionale, cioè l’essere con l’altro e per l’altro?
! Perché la relazionalità non riferisce soltanto la necessaria interdipendenza
funzionale o utile tra gli uomini?
! La relazionalità umana si fonda su tendenze o inclinazioni socializzanti che
sono alla radice delle condotte che edificano il bene comune delle società.
Descrivere brevemente le principali tendenze sociali e le virtù che ne derivano.

Seconda fase – Capitoli III e IV del testo base


La seconda fase dello studio riprende ancora alcune nozioni studiate nella parte
antropologica del corso Filosofia II (Elementi di antropologia e lineamenti di gnoseologia),
poiché per conoscere la natura dell’agire libero dell’uomo è necessario approfondire
quelle dimensioni che in maggior misura specificano l’io umano, ovvero le capacità
conoscitive e appetitive.
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Anche per questa seconda fase è opportuno iniziare da una lettura attenta delle altre
due sezioni da studiare: il terzo capitolo, riguardante la conoscenza umana, e il quarto
capitolo sul dinamismo volitivo e affettivo. Dopo si può passare alla verifica del proprio
apprendimento tramite le domande di autovalutazione. Infine, si riprendono i contenuti
dei due capitoli studiati per precisare i ragionamenti e fissare le nozioni.
Il terzo capitolo mira a fornire la base conoscitiva, a supporto delle potenzialità
dell’ordine appetitivo, che sarà argomento del capitolo successivo. L’obiettivo è rilevare
la specificità del processo conoscitivo umano, non riscontrabile nei senzienti irrazionali.
Domande di autovalutazione (capitolo III)
! Differenziare l’atto di conoscere presente nel soggetto umano e quello
realizzato dagli animali.
! Che cosa vuol dire: l’uomo “conosce coscientemente”?
! Definire la conoscenza. La definizione si applica indistintamente alla
conoscenza intellettiva e alla conoscenza sensibile?
! Ci sono caratteristiche comuni tra la conoscenza sensibile e quella intellettiva?
! Se l’apprendimento sensibile è necessario affinché l’uomo conosca, come si
spiega che le percezioni sensibili umane non siano le stesse sensazioni che si
effettuano negli esseri irrazionali?
! Qual è l’oggetto della percezione sensoriale? Qual è l’oggetto della conoscenza
intellettiva? Come si rapportano le due potenzialità conoscitive?
! Spiega quest’asserzione: l’uomo è dotato di facoltà intellettiva poiché è abilitato a cogliere
la realtà nelle sue dimensioni entitative.
! Perché l’uomo è un intelletto imperfetto?
! Se l’oggetto proprio dell’intelligenza umana è l’essenza degli esseri materiali ciò
non dovrebbe significare che l’uomo è in grado di conoscere soltanto la realtà
sensibile?
! L’animale, poiché dotato di conoscenza sensibile, non potrebbe svilupparsi e
arrivare a raggiungere anche dati meta-empirici?
! Cos’è la riflessività dell’intelletto umano?
! L’affermazione “si pensa con il cervello” vuol dire che il cervello è parte
intrinseca dell’attività dell’intelletto?
! Cos’è il linguaggio? Gli animali hanno un linguaggio?
! Se il linguaggio è un requisito naturale e necessario all’uomo, perché non ha una
forma univoca universale?
! Quali sono le operazioni dell’intelletto umano? Perché esiste tale diversità?
 
Il quarto capitolo studia le tendenze o le disposizioni interne dell’uomo che nascono
in presenza di ciò che è percepito come fine da raggiungere. La tendenzialità o
appetibilità è particolare nell’uomo, in virtù della sua capacità di conoscere razionalmente
le cose e trasformarle.
Il primo obiettivo di questo capitolo è mettere in evidenza il fenomeno della doppia
appetibilità umana, che manifesta la presenza sia delle facoltà tendenziali sensibili che della
facoltà tendenziale intellettiva. Si pone l’accento, inoltre, sull’unità del soggetto che agisce:
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nell’atto umano è presente la doppia appetibilità; l’affettività è soggetta ad essere guidata


dall’intelligenza e dalla volontà.
Un altro obiettivo è acquisire chiarezza sul dinamismo della volontà, caratterizzato
dalla inclinazione al bene in generale e dalle elezioni verso i beni particolari e ordinato
alla pienezza del bene che corrisponde all’essere persona. Tale comprensione dovrà
facilitare anche un’adeguata visione dei rapporti fra le due facoltà intellettive, intelligenza
e volontà.
Obiettivo del capitolo è, inoltre, chiarire il significato metafisico e il significato morale
della libertà: dalla dimensione interiore di essa derivano i cosiddetti diritti umani, però la
libertà resta per l’uomo una conquista da effettuarsi sul piano personale (libertà interiore)
e sul piano sociale (libertà civile, politica, religiosa, o anche libertà di pensiero, di
espressione, di associazione, etc.); la persona può, tuttavia, fallire nell’esercizio della
libertà.
Domande di autovalutazione (capitolo IV)
! Quali sono le realtà che posseggono tendenze (appetito naturale)?
! Cos’è un appetito elicito? Ha lo stesso significato sia nell’animale che
nell’uomo?
! Quali sono le facoltà tendenziali? Come si riesce ad identificarle?
! Spiega quest’affermazione: La conoscenza è occasione e condizione dell’appetizione.
! L’uomo possiede appetibilità elicita di tipo sensibile e di tipo intellettivo. Si
tratta di due dinamismi indipendenti?
! Caratterizzazione e fini delle due tendenze o facoltà sensibili. Come si
rapportano tra loro?
! Cos’è l’affettività? Nell’essere umano l’affettività ha lo stesso significato che nel
vivente senziente irrazionale?
! Caratterizzazione della facoltà tendenziale intellettiva.
! Nella volontà c’è determinazione o indeterminazione?
! Potresti spiegare che la volontà è qualcosa di distinto rispetto all’appetibilità
sensibile?
! Differenziare atto dell’uomo e atto umano.
! Qual è l’oggetto proprio della volontà? Come si spiega che la volontà, essendo
inclinazione o apertura al bene nella sua universalità, compia atti cattivi?
! Commentare l’affermazione: All’uomo non è possibile volere non essere felice, può
soltanto decidersi riguardo al modo di esserlo.
! Come si rapportano l’intelligenza e la volontà nell’agire umano?
! Se è proprio della volontà seguire il bene conosciuto dall’intelligenza, non
dovremmo dire che la facoltà volitiva è del tutto sottomessa all’intelletto,
“schiava” di esso?
! Che cos’è la riflessività dell’intelletto e della volontà?
! Distinzione fra gli atti della volontà chiamati eliciti e quelli imperati.
! Spiega la doppia modalità di atti eliciti.
! Potresti fare una descrizione dei momenti di interazione della ragion pratica e la
volontà nell’atto umano?
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! Definire bene onesto, bene dilettevole e bene utile e spiegare le definizioni


servendosi di un’azione concreta come esempio.
! Definizione di libertà. In quale senso non si tratta di una libertà assoluta?
! Significato e dimensioni della libertà costitutiva.
! Cos’è la libertà di scelta e come si specifica?
! C’è determinismo nell’atto libero?
! La libertà può essere ridotta a scelta?
! Distinguere fra oggetto indiretto della volontà, oggetto voluto direttamente come mezzo e
oggetto diretto delle azioni volontarie miste.
! È possibile incidere sulla sfera della libertà costitutiva? Perché?
! Quale relazione c’è fra i diritti fondamentali della persona e la libertà
costitutiva?
! Cos’è il libero arbitrio?
! Essere libero vuol dire essere indeterminato?
! Presentare le interpretazioni della libertà di tipo determinista e quelle di tipo
liberale.
! Perché la libertà è per l’uomo una conquista sia sul piano personale che sul
piano sociale?
! Come si spiega che il male possa essere oggetto dell’azione libera?
! Perché chi esercita male la libertà danneggia se stesso e gli altri? È libero chi
esercita male la propria libertà?

Terza fase – Capitoli V e VI del testo base


In questa terza fase si mette a fuoco, in primo luogo – nel quinto capitolo –, la doppia
sfida della vita di ogni persona: comprendere la verità del proprio essere e voler portarla
a compimento. Si studiano, pertanto, gli elementi che compongono la dimensione etica o
morale dell’agire libero. Poi – nel sesto capitolo – si offrono le componenti fondamentali
della vita etica, che unisce la legge morale naturale alla concreta esistenza di ogni
persona, e il significato della coscienza e delle qualità umane da acquisire mediante
l’esercizio della libertà.
Come nelle fasi precedenti, è opportuno iniziare lo studio prendendo visione
completa del contenuto dei due capitoli, per mezzo di una lettura riflessiva. In un
secondo momento è necessario verificare il proprio apprendimento rispondendo alle
domande di autovalutazione. Per ultimo, si ritorna ai contenuti dei due capitoli studiati
per precisare i ragionamenti e fissare le nozioni.
Come primo obiettivo, il quinto capitolo vuole facilitare la comprensione della
natura dell’ordine morale e del suo rapporto sia con la soggettività presente nelle
decisioni di chi agisce sia con l’ambiente sociale, caratterizzato dal pluralismo di
concezioni antropologiche ed etiche. Il secondo obiettivo si pone nell’ottica del fine
ultimo o felicità al quale si orienta l’essere della persona umana e nel quale si compie la
vita etica, vita felice. Il terzo obiettivo è quello di approfondire l’indole relazionale del
bene umano. Si esamina, dunque, la dignità fondamentale o costitutiva di ciascun uomo
in quanto dinamismo operativo che si spiega e cresce anche come dignità seconda o
acquisita.
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Tali considerazioni portano, infine, all’obiettivo di evidenziare il modo specifico di


raggiungere la pienezza del proprio essere, vale a dire, quell’autodeterminazione che è
autorealizzazione o felicità, unione col fine ultimo. Ciò richiede, come si esamina
nell’ultimo paragrafo del capitolo, un’adeguata integrazione dell’affettività nella condotta
libera e nella retta ordinazione morale degli atti.
Domande di autovalutazione (capitolo V)
! Che cos’è la moralità dell’atto umano?
! La percezione della moralità delle azioni è spontanea o è una conoscenza
acquisita?
! Perché la persona ha bisogno di scienza morale?
! Qual è l’oggetto di studio dell’etica o filosofia morale?
! Che cos’è l’esperienza morale? il carattere pratico della scienza morale.
! Spiegare, secondo la prospettiva etica, il concetto di “fine ultimo”. Perché
l’etica filosofica accosta le nozioni di “fine ultimo” e “felicità”?
! Perché la corrispondenza tra fine ultimo e felicità non è perfetta?
! Perché la felicità umana non trova la sua giustificazione ultima nel possesso e
nell’uso dei beni sensibili e nemmeno nella soddisfazione soggettiva che essi
producono?
! A causa della natura razionale, nell’uomo si trova uno sconfinato desiderio di
bene al quale corrisponde un bene-felicità proporzionato. Qual è questo bene?
In che modo gli uomini, esseri limitati, sono realtà-beni commisurati a quel
desiderio sterminato?
! Spiegare quest’affermazione: “ciascun uomo ha una dignità relazionalmente
infinita”.
! Esporre la relazione esistente fra felicità e vita morale.
! Le inclinazioni naturali sono in se stesse rette? Perché? Si può dire lo stesso
delle passioni?
! Spiega la relazione fra le passioni e le facoltà razionali.
! Le passioni incidono sulla volontà? La volontà può incidere sulle passioni?
! Cosa significano “passione ordinate” e “passione disordinate”?
! È possibile educare l’affettività?
 
Il sesto capitolo ha come primo obiettivo quello di esaminare il rapporto fra legge di
natura e libertà, per arrivare alla comprensione del significato della legge morale ai fini
della autorealizzazione dell’uomo. Si vuole evidenziare che, malgrado l’universalità dei
principi della legge morale naturale, essi si fanno presente con maggiore o minore forza
in base alla rettitudine dei soggetti etici.
Un secondo obiettivo è approfondire la comprensione della natura della coscienza
morale e il carattere vincolante dei suoi giudizi.
Per ultimo, ma non meno importante, è l’obiettivo di giungere alla comprensione degli
abiti operativi buoni: cosa sono le virtù, la classificazione principale delle virtù. È
interessante notare che nelle virtù morali il fine della volontà coincide con il fine della
persona, per cui le virtù morali sono virtù in senso più proprio di quelle intellettive.
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Domande di autovalutazione (capitolo VI)


! Esiste necessità nell’agire libero?
! Perché la libertà umana è limitata? Si può dire che non sia libertà autentica, dato
che può fallire?
! Che cos’è la legge morale naturale?
! Natura e libertà sono di per sé dimensioni dell’essere incompatibili tra loro?  
! C’è incompatibilità fra la fondazione trascendente della legge morale e
l’autonomia della ragione?
! Dal punto di vista gnoseologico, come può essere definita la legge naturale?
! Che cosa sono le leggi umane e qual è la loro relazione con la legge naturale?
! Perché non tutti gli uomini riescono a conoscere gli obblighi di legge naturale?
! Commentare: Vivere bene è vivere secondo ragione.
! Spiegare la natura della coscienza morale.
! Che cosa vuol dire coscienza vera, coscienza erronea, errore invincibile?
! Perché la coscienza non è un giudice autonomo delle azioni?
! Quali elementi influiscono sulla formazione del giudizio di coscienza?
! Dare ragione delle espressioni coscienza virtuosa, coscienza lassa e coscienza
ristretta. Perché non si riferiscono propriamente alla coscienza? Cos’è, invece,
la coscienza retta e quella negligente?
! La coscienza vincola la condotta? Cosa fare quando il dettame della coscienza
non è chiaro?
! Le azioni libere che tipo di cambiamenti producono nel soggetto che agisce?
! Quale somiglianza e quale differenza fra abitudine e abito (habitus)?
! Definire il concetto di virtù. Perché gli abiti operativi (virtù e vizi) non esistono
nell’animale?  
! Dare ragione dell’espressione: Gli abiti sono come una “seconda natura”.  
! Cos’è la “medietà” o “giusto mezzo” come criterio della virtù?  
! Distinguere abiti naturali e abiti acquisiti. Come si generano gli abiti acquisiti?  
! È possibile fare cattivo uso di alcune delle virtù?  
! Distinguere le virtù intellettive e le virtù morali.  
! Quali virtù perfezionano l’intelletto speculativo e pratico? In particolare,
spiegare la virtù della prudenza.  
! Descrivere le quattro virtù cardinali. Spiega come si rapportano tra loro.  
! Perché la prudenza (saggezza) è chiamata auriga virtutum?  
! Definire ed esemplificare: parti soggettive, parti integranti e parti potenziali
delle virtù cardinali.  

Elaborato scritto
Il titolo con la traccia dell’elaborato si ottiene tramite i servizi di segreteria on-line. IN
caso di problemi scrivere una mail all’indirizzo elaborati@pusc.it.  

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