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La sindrome metabolica è una condizione in cui l’interazione tra fattori biochimici, clinici e metabolici

determina un aumentato rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete mellito di tipo 2 e mortalità
da tutte le cause.
È una condizione presente in circa il 20-25% della popolazione generale, ed è caratterizzata da obesità
viscerale, ipertensione, alterazioni del metabolismo lipidico e glucidico.
Alla base di questa sindrome vi è una resistenza all’azione insulinica, associata ad uno stato
proinfiammatorio e protrombotico.
A partire dalla sua descrizione iniziale come “sindrome dell’obesità androide” da parte di Vague nel 1956, la
sindrome ha assunto nel tempo diversi nomi, tra cui “sindrome dell’ipertensione dislipidemica”, “sindrome
X”, “sindrome da insulino-resistenza”, “sindrome dismetabolica” e “sindrome plurimetabolica”.
“L’obesità consiste in un eccesso di grasso corporeo che assai spesso conduce a compromissione dello stato
di salute”.
I fattori predisponenti l’obesità possono essere:
- Ereditari L’obesità ha una distribuzione familiare
- Socio-ambientali L’obesità ha prevalenza più elevata nelle classi socio-economiche più basse
- Comportamentali
- Psicologici
Una percentuale di grasso, circa il 15-20% del peso corporeo, è indispensabile all’organismo per le funzioni
energetiche, perché rappresenta il tessuto funzionale per le cellule e il sistema nervoso e per fungere da
sostegno meccanico degli organi interni.
Abbiamo delle percentuali ottimali di grasso corporeo sia nell’uomo che nella donna che ci indicano la
percentuale di grasso essenziale, di normalità e di obesità.
Il Grasso essenziale nelle donne deve avere una percentuale che varia da 10-12%, mentre negli uomini dal 2
al 4%.
Sono considerati valori “Normali” di grasso le percentuali che nella donna variano dal 25-31%, e nell’uomo
dal 18-25%.
Siamo in condizioni di obesità con una percentuale di grasso corporeo >32% nelle donne e >25% nell’uomo.

Abbiamo una definizione di eccesso di grasso o di peso che si basa su un criterio basato sulla percentuale di
grasso su massa totale.
La percentuale di un uomo normale è di circa 15%, mentre nella donna aumenta al 25%.
Parliamo di condizioni di sovrappeso quando nell’uomo questo rapporto supera il 20% e quando nella donna
tale rapporto supera il 30% se consideriamo un criterio basato sulla percentuale rispetto al peso ed orale
l'obeso ha una percentuale maggiore del 130%.

Per calcolare il peso ideale di una persona, uno statistico belga ha progettato un’equazione matematica
definita BMI (Body Mass Index) o IMC (Indice di Massa Corporea).
Va notato che il calcolo dell’IMC è efficace solo nelle persone di età compresa tra 20 e 65 anni. I risultati
sono anche inaffidabili per donne incinte o che allattano, atleti specializzati in discipline di endurance o
culturismo e per persone che soffrono di una malattia grave.
Il BMI si calcola nel seguente modo: BMI= Peso Corporeo [kg] / (Altezza [m])²
E abbiamo dei criteri di riferimento:

Per misurare il BMI bisogna posizionare 1 m da sarta intorno l'addome nudo, appena sopra il margine
superiore della cresta iliaca; bisogna assicurarsi che il metro sia teso e non comprima la pelle, inoltre, il
metro deve essere parallelo al terreno a metà tra la cresta iliaca l'ultima costa.
il paziente dovrebbe rilassarsi e la misurazione dovrebbe essere effettuata al termine di un’espirazione.
Grazie alla farmacia dei servizi e possibile effettuare anche un’analisi della massa grassa e della massa
magra anche in farmacia stesso.
La massa corporea è composta da:
MASSA MAGRA: ossa, muscoli, viscere, organi, acqua e sangue
MASSA GRASSA: cellule adipose.
La bilancia impedenziometrica, la quale esegue l’analisi DELL’IMPEDENZA BIOELETTRICA (BIA)
fornisce in modo dettagliato una descrizione della composizione corporea.
Monitora in maniera rapida e approfondita la composizione corporea; fornisce dati importanti per la diagnosi
di obesità, attraverso:
-l’Indice di Massa Corporea (BMI)
-la percentuale di grasso corporeo (PBF)
-la relazione cintura fianchi (WHR): aiuta a localizzare gli accumuli di grasso e identificare l’obesità
addominale.
-il metabolismo basale (BMR): la quantità (chilocalorie) di energia necessaria all’organismo in condizioni di
completo riposo, per mantenere le proprie funzioni vitali
-Monitora i cambiamenti di tutte le parti del corpo attraverso l’analisi segmentale sia della massa muscolare
sia della massa grassa.
COME FUNZIONA: Si sale a piedi nudi, la misurazione si effettua grazie a 8 elettrodi tattili con 4 punti di
contatto cutanei localizzati sugli arti inferiori (posti sulla pedana di appoggio) e 4 punti sugli arti superiori
(posti sul manubrio da tenere in mano).
L’esame dura circa 30 secondi, non è invasivo, può essere effettuato sia da adulti sia da bambini e in
qualsiasi momento della giornata.
Abbiamo dei parametri di riferimento:

Abbiamo diversi tipi di obesità e la classificazione è basata sul numero e le dimensioni delle cellule adipose
e sulla distribuzione dell’eccesso di adipe.
Parliamo di obesità iperplastica quando c'è un eccesso di numero di adipociti.
Parliamo di obesità ipertrofica quando vi è un aumento del volume degli adipociti.
Le cellule adipose in eccesso si possono accumulare nel nostro organismo andando a costituire una
distribuzione di tipo Androide, ossia a mela, molto comune negli uomini o una forma a pera di tipo ginoide
molto più comune nelle donne.
Questa distribuzione è dovuta all’azione degli ormoni.
Il testosterone riduce il numero degli adipociti, gli estrogeni aumentano sia il numero che il volume degli
adipociti nella parte bassa del corpo, mentre il cortisolo aumenta il volume degli adipociti nella parte alta del
corpo.
Per determinare lo stato di normalità di grasso negli uomini è stata anche considerata la variazione degli
adipociti nei soggetti obesi, nei soggetti normopeso e nei soggetti grassi.
Sono state considerate tre masse corporee espresso in kilogrammi e sono stati individuati le dimensioni delle
cellule adipose in micrometri e il numero delle cellule adipose in miliardi.
Quello che si è potuto constatare è che la variazione degli adipociti in un soggetto obeso che effettuando una
dieta ha calo ponderale è correlato ad un calo delle dimensioni delle cellule adipose, mentre il numero di
adipociti rimane invariato.
La sindrome metabolica presenta una patogenesi a eziologia multifattoriale che comprende fattori sia
genetici che ambientali. Poiché la sindrome metabolica è caratterizzata da un’ampia variabilità fenotipica, è
difficile definirne gli esatti meccanismi patogenetici.
Nei soggetti in cui viene riscontrata la sindrome metabolica devono essere presenti almeno tre fattori tra i
seguenti:
- obesità addominale misurata tramite la circonferenza addominale. Questo parametro diventa un
fattore di rischio se negli uomini super i 102 cm e nelle donne supera i 88cm.
- Il contenuto di trigliceridi nel sangue. Se tale valore supera i 150 mg/dl (milligrammi su decilitro)
diventa un secondo fattore di rischio per l’insorgenza di una sindrome metabolica.
- HDL-C colesterolo HDL che si riduce nei soggetti che soffrono di sindrome metabolica in quanto
rappresenta il cosiddetto “colesterolo buono”; in particolar modo è da attenzionare quando negli
uomini è inferiore ai 40 mg/dl e quando nelle donne è inferiore di 50 mg/dl.
- pressione arteriosa che diventa fattore di rischio per una pressione maggiore di 130/85 mm Hg (o
ipertensione trattata)
- glicemia a digiuno
Recentemente, a questi 5 parametri, sono anche state aggiunte delle irregolarità metaboliche, che conducono
ad un fenotipo di un soggetto sovrappeso o obeso.
Queste irregolarità metaboliche sono rappresentate dall’aumento della apolipoproteina di tipo B, l’aumento
delle LDL (colesterolo cattivo), incrementi della proteina C reattiva, l’aumento di un fattore che prende il
nome di PAI1 che è l’inibitore dell’attivatore del plasminogeno e una fibrinolisi alterata.
In questi soggetti si ha anche il problema relativo ai processi coagulativi, c’è dunque un rischio trombotico
più alto che va a peggiorare le patologie cardiovascolari.
Vi sono delle persone definite Normal Weight Obese che hanno un peso normale, ma a livello metabolico
manifestano tutte le alterazioni elencate.
Queste alterazioni condurranno, con il tempo, anche ad una manifestazione metabolica a livello fisico.

La sindrome metabolica è data anche tra l’interazione fra geni ed ambiente:


Infatti, questa può essere indotta sia dei geni che da fattori come la sedentarietà o fattori dietetici e può
causare delle patologie come il diabete o le malattie cardiovascolari.

Il rischio di sindrome metabolica aumenta notevolmente durante l'età adulta per i bambini esposti a fattori di
rischio cardio metabolico nei loro primi anni di vita.
La Sindrome metabolica è stata anche associata con l'accumulo di grasso nel fegato nei bambini.
Elevati livelli di plasmatici di alanina aminotransferasi e γ-glutamil transferasi sono stati associati con
l'accumulo di grasso nel fegato.
Altri fattori di rischio potenziali alla base sindrome metabolica:
▪ fattori epigenetici,
▪ overnutrition del feto con conseguente aumento di peso alla nascita,
▪ basso peso alla nascita associato ad una rapida crescita successiva,
▪ esposizione del feto al diabete gestazionale della madre
▪ il fumo di sigaretta e il consumo di alcol in eccesso sono stati collegati ad un aumentato rischio cardio
metabolico,
▪ uno status socio-economico povero e lo sfondo psico-sociale sono stati associati con la sindrome
metabolica le politiche relative alla salute, come l'attenzione sulla prevenzione precoce, giocano un ruolo
fondamentale nel ridurre il clustering sovrappeso-obesità e relativi dei fattori di rischio cardio metabolico.
Tre cluster dei fattori di rischio per la sindrome metabolica abbiamo l'obesità viscerale, la dislipidemia
aterogena, la pressione arteriosa elevata, l'iperglicemia, l'insulino resistenza, uno stato pro-trombotico, uno
stato pro-infiammatorio.
L' insulino resistenza è un difetto centrale della sindrome metabolica che conduce a: iperglicemia,
ipertensione, intolleranza al glucosio, malattia macrovascolare, dislipidemia, disfibrinolisi, disfunzioni
endoteliali ed obesità.
La comprensione del ruolo degli adipociti nella sindrome metabolica e di insulino resistenza è la chiave per
capire l’impatto che il sovrappeso e l’obesità hanno un ruolo nelle malattie cardiovascolari.
Il tessuto adiposo è composto da due citotipi con notevoli differenze anatomiche e funzionali:
distinguiamo gli adipociti in adipociti bianchi che sono la maggioranza del grasso di riserva dell'adulto e
adipociti bruni che rappresentano il grasso che garantisce l'omeostasi termica.
ADIPOCITI BIANCHI:
-sottile strato citoplasmatico e nucleo schiacciati in periferia, trigliceridi in centro.
- Non solo depositi di molecole ad alta energia, ma cellule in grado di fornire combustibile alle altre cellule
dell’organismo durante il digiuno.
- contengono, oltre ad adipociti maturi pieni di acidi grassi, un ampio pool di cellule mesenchimali
multipotenti e di pre-adipociti, pronti a maturare sotto stimolo appropriato
- presente in depositi sottocutenei e viscerali

ADIPOCITI BRUNI:
- nucleo quasi centrale rotondo, grossi mitocondri, con goccioline di trigliceridi sparse fra il citoplasma.
- sono deputati alla termogenesi.
- I loro acidi grassi non vengono messi in circolo per fornire energia ad altri tessuti, ma sono ossidati dai
mitocondri che produce termogenesi
- l’adipocita adulto ha piccoli depositi di tessuto adiposo bruno in regione sottoclaveare, laterocervicale,
paravertebrale e mediastinica.
Il tessuto adiposo è formato dagli ADIPOCITI. Essi aumentano di NUMERO nell’ultimo trimestre di
gravidanza, nel primo anno di vita e all’inizio della pubertà.
Nelle età successive aumentano di VOLUME.
Dunque, il tessuto adiposo è un organo endocrino, dinamico, ed è coinvolto in un numero svariato di
processi metabolici attraverso la secrezione di sostanze, tra cui: le lipasi, il rilascio di acidi grassi, adiposina
etc, mentre una sostanza che nei soggetti obesi diminuisce è adiponectina.
Il rilascio di queste sostanze può essere responsabile di quelle alterazioni che vengono utilizzati per fare
diagnosi di sindrome metabolica.

Il Ruolo dell’adiposità intra-addominale (un accumulo di grasso intorno e dentro gli organi addominali)
e degli adipociti sulla resistenza insulinica: la teoria che è stata formulata si basa sul fatto che gli adipociti
aumentano di dimensione e il loro assetto genetico e sono caratterizzati da una serie di segnali che
comportano il rilascio degli acidi grassi in circolo.
Attraverso il circolo portale gli acidi grassi raggiungono il fegato tramite la vena porta e accumulandosi a
livello epatico crea steatosi determinando delle alterazioni metaboliche che inducono a livello epatico una
resistenza all’insulina e una condizione di iperglicemia e parallelamente un incremento dell’insulina nel
sangue.
Dunque, in seguito al processo di lipolisi e il rilascio di adipociti che diventano resistenti all’insulina che
continua ad essere prodotta e, una volta nel fegato, aumentano il rilascio di glucosio.
Inoltre, l’aumento di acidi grassi liberi stimola anche il fegato a rilasciare questi acidi grassi con la
formazione di VLDL.
Parallelamente, le lipo-particelle subiscono fenomeni di lipolisi e scambiano lipidi tra di loro perdendo una
quantità di lipidi trasformandosi in LDL.
Quello che si osserva è che le LDL che hanno del grasso intra-addominale e insulino resistenza hanno delle
dimensioni più piccole e dense di un soggetto normale.
In un soggetto con obesità addominale si osserva una riduzione del HDL.
A livello sistemico l’incremento di acidi grassi liberi comporta un aumento della resistenza insulinica e una
diminuzione dell’utilizzazione del glucosio.

ADIPONECTINA:
È espressa abbondantemente nell’adipocita
• Migliora la sensibilità dell’insulina nel tessuto adiposo, nel muscolo, nel fegato
• Favorisce l’ossidazione dei lipidi
• Migliora la vasodilatazione endotelio-dipendente
• Riduce l’espressione delle proteine di adesione
• Contrasta gli effetti negativi del TNF alfa e delle lipoproteine a bassa densità ossidate sulla funzione
endoteliale ù
• Inibisce la differenziazione dei miociti e la formazione di cellule schiumose
• Inibisce l’attività delle metalloproteasi di matrice ù
• Protegge la placca dalla rottura
• Ha azione antitrombotica, riducendo l’aggregazione piastrinica e la formazione del trombo
A differenza di altre adipochine, i sui livelli plasmatici sono ridotti nell’ADIPOSITÀ ADDOMINALE.

Proprietà anti-aterogene:
 Espressione delle molecole di adesione
 Adesione dei monociti alle cellule endoteliali
 Uptake delle LDL ossidate
 Formazione di foam cell ù
 Proliferazione e migrazione di cellule muscolari lisce

Proprietà anti-diabetiche:
 Sensibilità all’insulina
 Uptake muscolare di glucosio e ossidazione dei FFA
 Produzione epatica di glucosio
 Trigliceridi intracellulari

PAI: INIBITORE DELL’ATTIVATORE DEL PLASMINOGENO


Nell’obeso il tessuto adiposo è la maggiore sorgente di PAI
• Il PAI inibisce l’attivazione della plasmina, quindi ostacola gli eventi da essa mediati come fibrinolisi e
degradazione della matrice extracellulare
• Elevati valori plasmatici di PAI sono un fattore di rischio trombotico

Il dosaggio di questi ormoni/citochine si inserisce nei nuovi concetti che concepiscono il tessuto adiposo
come organo endocrino e che vedono il grasso addominale/viscerale come minimo comune denominatore
della Sindrome Cardio/Metabolica

Serie di esami innovativi per inquadrare metabolicamente il paziente in sovrappeso:


-Adiponectina: Agisce coadiuvando ed esaltando l’attività dell’insulina a livello epatico e muscolare
- Leptina: ormone prodotto dalle cellule adipose che ha il compito principale di ridurre il senso della fame.
Questo ormone è prodotto in quantità direttamente proporzionale alla quantità di tessuto adiposo. Nell’obeso
vi è però un’insensibilità all’azione della Leptina, con dosaggi alti ma con azione inefficace.

- HOMA test: questo test dosa e calcola in maniera combinata l’insulina e la glicemia a digiuno.
Mediante questo test si può evidenziare correttamente la misura dell’Insulino Resistenza anticamera del
Diabete di tipo 2.
- Interleuchina 6 (IL6): nel tessuto adiposo vi sono cellule che producono fattori come IL6 che hanno
attività pro-infiammatoria aterogena e di resistenza all’ insulina.

Il paziente in sovrappeso od obeso che compie un cammino dietetico e di benessere, oltre alla riduzione di
peso deve testimoniare il raggiungimento di un equilibrio metabolico che si può evidenziare da corretti
valori di Adiponectina, Leptina, HOMA test e IL6.

Abbiamo detto che la sindrome metabolica funge da base per l' insorgenza di altre patologie.
Andando a considerare diversi fattori di rischio come per esempio l'ipertrigliceridemia il basso contenuto di
HDL che è il colesterolo buono e le piccole LDL dance e aumentate portano all’insorgenza di una patologia
che è l’aterosclerosi.

I lipidi:
▪ sono composti organico ternari (carbonio, idrogeno, ossigeno);
▪ possono essere sia di origine animale che vegetale, rappresentano la fonte più consistente di energia
contenuta negli alimenti e svolgono importanti funzioni
▪ sono componenti fondamentali dell’organismo umano
▪ fungono da riserva energetica (1 g fornisce circa 9 kcal)
▪ sono costituenti delle membrane cellulari (funzioni strutturali)
▪ sono costituenti delle lipoproteine
▪ concorrono alla sintesi di sostanze ormono simili, regolatrici del sistema cardiovascolare, della
coagulazione, della funzionalità renale e del sistema immunitario
▪ consentono alle vitamine liposolubili di essere veicolate come substrati per importanti reazioni
biochimiche.

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