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Rito gallicano

BREVE ANTOLOGIA DI TESTI

Dalle “MESSE DI MONE” (V Messa)

<PRAEFATIO>
Omnipotentem Deum in Trinitatem venerabilis (scil. venerabilem) subsistentem,
Patrem divinitatis auctorem, Filium cum Patrem (scil. Patre) semper extantem,
omnia saecula consubstantialiter et aequaliter dominantem,
fratres charissimi, dilectionis plenitudinem depraecemur,
ut sensus nostri terrenis actibus segregati
illi inseparabiliter copulentur, a quo se intellegunt accepisse quod vivunt,
et cum auctore suo se humiliando mens devota subdederit,
Reparator noster exaltet inclinata maiestatis potentia quos redemit: per Dominum.
(Mon 47 [Gal Vet 313])

Fratelli carissimi, invochiamo, la pienezza dell’amore,


Dio onnipotente che sussiste nella venerabile Trinità,
Padre autore della divinità, Figlio che sempre dimora con il Padre,
che domina tutti i secoli in modo consustanziale e uguale,
perché i nostri sensi, liberati dalle azioni terrene,
si uniscano inseparabilmente a colui, da quale comprendono di aver ricevuto di poter vivere
e, quando la mente umiliandosi devota si sarà sottomessa al suo creatore,
il nostro Redentore, abbassata la potenza della sua maestà, esalti coloro che ha salvato: per il Signore…

<POST NOMINA>

Propiciatorem nostris facinoribus, fratres amantissimi,


venerabiliter supplicis (scil. supplices) exoremus,
ut recitatis nominibus defunctorum dignanter munera respiciat offerentum,
ut suae potestatis sanctificationem largita haec oblatio in Christi corpore et cruore conversa
proficiat defunctis ad requiem, fiat offerentibus ad mercedem,
maniat (scil. maneat) sumentibus ad salutem:
per Dominum nostrum.
(Mon 49 [Gal Vet 315])

Fratelli amorevolissimi, preghiamo con venerazione colui che ha pietà dei nostri mali,
perché, recitati i nomi dei defunti, guardi con benevolenza ai doni degli offerenti,
affinché questa offerta convertita nel corpo e sangue di Cristo, dopo aver elargito la santificazione
della sua potenza, giovi al riposo per i defunti, sia di ricompensa agli offerenti,
rimanga a salvezza per coloro che la ricevono. Per il Signore nostro…
<POST SECRETA>

Recolentes igitur et servantes praecepta Unigeniti


depraecamur, Pater omnipotens,
ut his creaturis altario tuo superpositis
Spiritus (scil. Spiritum) sanctificationis infundas,
ut per transfusione caelestis atque invisibilis sacramenti
panis hic mutatur (scil. mutatus) in carne et calix translatus in sanguine
sit totius gratia, sit sumentibus medicina:
per Dominum.
(Mon 55 [Gal Vet 321])
Onorando dunque e custodendo i comandi dell’Unigenito,
ti supplichiamo, Padre onnipotente, di infondere su queste realtà create poste sul tuo altare
lo Spirito di santificazione, perché mediante l’effusione del celeste e invisibile sacramento,
questo pane mutato in carne e questo calice trasformato in sangue
siano grazia e medicina per chi se ne ciba.

Dal Missale Gothicum


MISSA IN NATALE SANCTI ANDREAE APOSTOLI

CONTESTATIO

Dignum et iustum est, aequum et iustum est, pietati tuae ineffabilis gratias referre, omnipotens
sempiterne Deus, et inaestimabili gaudio passionem tuorum praedicare sanctorum, per Christum
Dominum nostrum.
Qui beato Andrea<e> in prima vocatione dedit fidem et in passione donavit victoriam.
Acceperat haec utraque beatus Andreas;
ideo habebat et in praedicatione constantiam et in passione tolerantiam.
Qui post iniqua verbera, post carceris s<a>epta,
alligatus suspendio se purum sacrificium tibi obtulit Deo.
Extendit mitissimus brachia ad caelos,
amplectitur crucis vexillum, defigit in osculis (scil. oculis) ora, agni cognoscit archana.
Denique dum ad patibulum duceretur, in cruce suspenderetur,
carne patiebatur et spiritu loquebatur,
obliviscitur crucis tormenta, dum de cruce Christum pra<e>conat.
Quantum enim corpus eius in ligno extendebatur,
tantum in lingua eius Christus exaltabatur,
quia pendens in ligno sociari se ei gratulabatur.
Absolvi se non patitur a cruce, ne tepiscat (scil. tepescat) certamen in tempore.
Turba circumspecit (scil. circumspicit) et lamentat, demitti a vinculo cupit
quem reparatorem mentis intellegit,
laxari postulat iustum, ne pereat populus hoc delicto.
Interea fundit martyr spiritum possessurus sempiterni iudicis regnum.
Per cuius meritis concide (scil. concede) nobis, omnipotens Deus,
ut a malis omnibus tuti atque defensi
tibi, Domino nostro, Deo martyrum et principi apostolorum, laudes semper et gratias referamus
cum angelis et archangelis, qui gloriam tuam non cessant clamare dicentes.
(Go 132)
È degno e giusto, è buono e giusto, rendere grazie alla tua ineffabile pietà, Dio onnipotente ed eterno, e
con gaudio indicibile esaltare la passione dei tuoi santi, per Cristo Signore nostro,
che al beato Andrea donò la fede al momento della chiamata e vittoria nella passione.
Il beato Andrea aveva accolto entrambe; perciò aveva sia la costanza nella predicazione
sia la pazienza nella passione.
Egli dopo ferite ingiuste, dopo le catene del carcere, legato a un patibolo si offrì a Dio come sacrificio
puro. Stese mitissimo le braccia al cielo, abbracciò il vessillo della croce, fissò lo sguardo,
conobbe i misteri dell’Agnello.
E dunque, mentre era condotto al supplizio, era sospeso sulla croce, soffriva nella carne e parlava con
lo spirito, si dimentica dei tormenti della croce, annunciando Cristo dalla croce.
Quanto il suo corpo era steso sul legno, tanto esaltava con la sua lingua Cristo,
poiché si rallegrava di essere associato a lui nel pendere sul legno.
Non tollera di essere slegato dalla croce, perché non si intiepidisca la lotta nel tempo.
La folla osserva e si lamenta, desidera che sia sciolto dal vincolo colui che comprende capace di
rinnovare la mente, domanda che sia rilasciato il giusto, perché il popolo non perisca per questo delitto.
Per i suoi meriti concedi a noi, Dio onnipotente, che, sicuri e difesi da ogni male, rendiamo sempre
lodi e grazie a te, Signore nostro, Dio martiri e al primo degli apostoli, con gli angeli e gli arcangeli che
non cessano di cantare la tua gloria, dicendo…

COLLECTIO POST SANCTUS

Osianna in excelsis,
vere sanctus, vere benedictus, vere gloriosus Dominus noster Iesus Christus Filius tuus,
qui beatum Andream apostulum (scil. apostolum) primum electione,
exinde certamine consecravit.Ipse enim pridie quam.
(Go 133)

Osanna nell’alto dei cieli,


veramente santo, veramente benedetto, veramente glorioso
è il Signore nostro Gesù Cristo Figlio tuo,
che consacrò l’apostolo Andrea primo nella chiamata e poi anche nel combattimento.
Egli infatti alla vigilia della sua passione…

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