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…ma come fa la natura a sintetizzare tutte queste molecole?

I mattoni biosintetici per i metaboliti secondari derivano da


metaboliti primari e sono pochi.

I metaboliti secondari possono essere sintetizzati combinando molti


mattoni biosintetici dello stesso tipo oppure usando una miscela di
mattoni biosintetici diversi.

Una grande varietà di sostanze naturali può essere costruita da un


limitato numero di mattoni di base.
Metabolismo secondario nelle piante
I phytochemical sono sintetizzati dalle piante in maniera costitutiva oppure come
risposta a stress biotici o abiotici; ad esempio, alla prima categoria appartengono
i carotenoidi, alla seconda gli stilbeni
Metabolismo secondario: Molecole di base

Acetilcoenzima A:

Via dell’acetato: fenoli

Acido Shikimico:

Via dello shikimato: fenoli, derivati dell’acido cinnamico,lignani ed alcaloidi


Metabolismo secondario: Molecole di base

Acido mevalonico:

Via del mevalonato: terpeni, steroidi

Alcuni amminoacidi, composti amminati

fenilalanina tirosina triptofano

Alcaloidi
ornitina lisina
I mattoni biosintetici più importanti nella biosintesi dei metaboliti
secondari sono quindi:

l’acetil coenzima A (acetil-CoA), l’acido shikimico


e l’acido mevalonico.

Tali molecole vengono utilizzate come unità di accrescimento nelle


vie biogenetiche.

Queste vengono, perciò definite via dell’acetato, via dello


shikimato, via del mevalonato
Biogenesi miste: la combinazione di mattoni biosintetici
differenti

Molti metaboliti contengono nella loro struttura una o più unità zuccherine, che possono
essere anche semplici metaboliti primari come il glucosio o il fruttosio
I meccanismi di costruzione
Le sostanze naturali sono biosintetizzate attraverso una sequenza di reazioni
catalizzate da enzimi e facilitate da opportuni cofattori (NAD, FAD, UDP, PLP,CoA,
biotina).

Sebbene gli enzimi rendono possibili alcune trasformazioni piuttosto complesse e


talvolta inaspettate, è generalmente possibile razionalizzare attraverso
meccanismi di reazioni ben noti:

1. reazioni di sostituzione nucleofila


2. reazioni di addizione elettrofila
3. reazioni di trasposizione
4. reazione aldolica e di Claisen
5. formazioni di basi di Shiff e reazione di Mannich
6. reazioni di trasaminazione e di decarbossilazione
7. reazioni di ossidazione e riduzione e accoppiamento ossidativo fenolico
9. reazioni di glicosilazione
I mattoni biosintetici
I mattoni biosintetici
I mattoni biosintetici
I mattoni biosintetici
SITI DI ACCUMULO DEI METABOLITI
SECONDARI

Nella cellula
Il vacuolo è rivestito da una membrana detta TONOPLASTO
e contiene una soluzione acquosa detta SUCCO VACUOLARE
FUNZIONI DEI VACUOLI

• coferimento di un elevato rapporto S/V

• regolazione dell’omeostasi cellulare

• funzione “tappabuchi”

• accumulo di sostanze di rifiuto superflue o dannose

• accumulo di metaboliti di riserva (granuli di aleurone nei semi)

• accumulo di metaboliti secondari con funzioni di relazione


per tenere lontani animali predatori (sostanze repellenti o poco appetite,)
per attirare impollinatori o disseminatori (es. coloranti)

• accumulo di enzimi idrolitici (funzione litica)

• forza motrice per la distensione cellulare grazie al processo osmotico


RISERVA DI METABOLITI

Gli acidi organici vengono accumulati nel


vacuolo per rimuoverli da citoplasma
quando sono in eccesso in quanto possono
interferire in varie vie metaboliche

acido ossalico

acido malico (mele)

acido citrico (agrumi)


acido tartarico (uva) acido fumarico (girasole)
RISERVA DI METABOLITI

Molti metaboliti organici di riserva vengono accumulati nel vacuolo tra cui
pigmenti che conferiscono i colori ai fiori alla frutta etc. (flavonoidi,
antociani, flavoni e a volte tannini).
Cellula di uva

membrana

pectine

Parete cellulare Antocianine


Tannini glucosio
SEGREGAZIONE DI METABOLITI
Alcuni METABOLITI SECONDARI vengono riversati nel vacuolo come
sostanze di rifiuto anche se vengono poi riutilizzati in altre vie metaboliche.

a) ALCALOIDI:

Esempi colchicina e vinblastina


bloccano la proliferazione
cellulare; atropina, scopolamina,
caffeina, papaverina, cocaina,
efedrina, morfina, nicotina Colchicum autumnale colchicina
agiscono a livello del sistema
nervoso centrale e periferico;
stricnina, aconitina hanno
effetti tossici.

Atropa belladonna
atropina
SEGREGAZIONE DI METABOLITI

b) GLICOSIDI: sono composti formati da uno zucchero (il più comune è il


glucosio) complessato ad una molecola non zuccherina.
In generale sono sostanze di sapore amaro e abbastanza diffuse. Possono
essere anche molto tossici

Digitalis purpurea

digitossina
glicoside digitalico
b) GLICOSIDI: glicosidi cianogenici che liberano per idrolisi acido cianidrico.
presenti nelle mandorle amare, mele, pesche, susine (amigdalina), nel sambuco,
nel granoturco e nel sorgo (murrina), in varie Leguminose.
SEGREGAZIONE DI METABOLITI

CROMOPLASTI

Sono plastidi colorati per la presenza di


abbondanti pigmenti chiamati
CAROTENOIDI o XANTOFILLE che
conferiscono loro i colori giallo, arancione e
rosso. Non sono fotosintetici.

Nei cromoplasti è presente un sistema


esteso di membrane, non ci sono grana ed i
pigmenti possono essere associati alle La foto riprodotta mostra una
membrane o essere nello stroma sotto forma cellula di epidermide di
peperone rosso ingrandita 400
di cristalli, corpi filamentosi o goccioline.
volte. I numerosi corpi di colore
rosso aranciato sono appunto i
cromoplasti.
Sono presenti in fiori, frutti in maturazione
(pomodori, peperoni), foglie senescenti e
radici.
SITI DI ACCUMULO DEI METABOLITI
SECONDARI

Trai i tessuti
Epidermidi ghiandolari indifferenziate

• Apparentemente simili alle normali epidermidi riversano all’esterno


sostanze, in genere oli essenziali  petali dei fiori  funzione di
richiamo per gli insetti impollinatori

Convallaria majalis Giglio Viola Rosa


Liliaceae
PELI O TRICOMI del tessuto tegumentale
Sono presenti in molte piante e sono diversi per forma, struttura e funzioni

Si originano per estroflessione delle cellule epidermiche (tessuto tegumentale):

Tricomi non ghiandolari


cellule morte a maturità
Funzione di rivestimento e protezione da agenti:
Parte epigea Abiotici disidratazione, eccessiva illuminazione), biotici (insetti,
fitofagi, funghi patogeni), Protezione e dispersione dei semi,
Significato tassonomico

Tricomi ghiandolari
peli ghiandolari, uni- o pluricellulari, nei quali tutte o alcune cellule
secernono uno o più metaboliti secondari. Questi peli sono
costituiti da cellule vive
TRICOMI GHIANDOLARI

Tricomi ghiandolari (cellule vive)

Funzione di difesa (peli urticanti)

Funzione nella riproduzione (nettari)

Funzione di escrezione (ghiandole saline delle alofite)

Funzione nella nutrizione (ghiandole digestive)

Funzione di adesione (ghiandole adesive)


Tricomi ghiandolari esterni

Le sostanze elaborate vengono riversate


all'esterno della cellula terminale del
pelo, tra la parete cellulare e la cuticola
che la riveste. Essendo la cuticola molto
fragile, al minimo tocco si rompe facendo
uscire la sostanza prodotta dal pelo
ghiandolare.

camera sottocuticolare
di un pelo capitato di geraneo
(Pelargonium ignes)
TRICOMI GHIANDOLARI

Il secreto di queste cellule si accumula


tra la parete esterna della cellula e la
cuticola, formando, una bolla (Lavanda,
Timo, Menta).
nelle piante aromatiche

Origanum vulgare L.
Salvia officinalis L.
Melissa officinalis L.

Thymus vulgare L.
Rosmarinus officinalis L.

Secernono oli essenziali che emanano profumi balsamici a cui è dovuto


l'odore caratteristico della macchia mediterranea
Tricomi ghiandolari delle Cannabaceae

Il prodotto principale della


secrezione della Cannabis sativa
(Cannabaceae) è il
tetraidrocannabinolo (THC)
PELI O TRICOMI

Peli urticanti di Urtica dioica (Dicotiledoni)


Questi peli sono costituiti da una cellula ghiandolare (che secerne un liquido irritante)
rigonfia alla base, e notevolmente assottigliata all'apice.
Le pareti nella porzione apicale sono silicizzate, mentre per il resto sono calcificate.
La parte basale della cellula ghiandolare è rivestita e sorretta da un basamento formato
da cellule parenchimatiche ed epidermiche.
Tricomi ghiandolari esterni

Squame ghiandolari: hanno un


peduncolo corto unicellulare e una
testa con numero variabile di cellule,
con o senza camera sottocuticolare

Humulus lupulus- Cannabaceae


pianta coltivata per la produzione di birra Squama ghiandolare di luppolo:
a in via di sviluppo; b matura,
con la cuticola sollevata
dall’accumulo di secreto
TESSUTI SECRETORI INTERNI
I prodotti secreti permangono all’interno della
cellula, localizzate nei vacuoli che possono
essere piccoli e numerosi o pochi e grossi

Si dividono in:

1. A cellule isolate o gruppi di cellule

2. Tasche e canali secretori

3. Canali laticiferi
TESSUTI SECRETORI INTERNI
a cellule isolate o a gruppi

Cellule a oli
la formazione dell’olio avviene a livello dei
tilacoidi, poi si accumula nel vacuolo che si
gonfia fino ad occupare tutto il volume della
cellula  morte della cellula  pareti
suberificate
Cinnamomum camphora

Laurus nobilis
Cinnamomum zeylanicum (cannella)
TESSUTI SECRETORI INTERNI
Tasche e canali secretori

Le tasche ed i canali sono spazi intercellulari in cui si riversano e si


accumulano i secreti delle cellule circostanti (epitelio ghiandolare)
Gli escreti sono terpeni volatili, balsami, gommoresine, lattici, gomme o
mucillagini

Le tasche sono cavità sprovviste di una parete propria e in funzione


della natura del secreto si dividono in:

a) Tasche lisigene
b) Tasche schizogene
c) Tasche schizolisigene
d) Canali resiniferi
TESSUTI SECRETORI INTERNI
Tasche e canali secretori

Tasche lisigene: derivano da gruppi di cellule secretrici che per lisi


originano una cavità ripiena dei prodotti della loro attività

pericarpo degli agrumi Tasca


Secreto
lisigena
TESSUTI SECRETORI INTERNI
Tasche e canali secretori

Tasche schizogene: derivano da


successive divisioni di una cellula madre
e reciproco, mutuo allontanamento
delle cellule figlie che riversano nella
cavità da esse delimitate il secreto
citoplasmatico (es. foglie di eucalipto,
chiodi di garofano).
TESSUTI SECRETORI INTERNI
Tasche e canali secretori

Tasche schizolisigene: hanno origine


mista. All’inizio si formano come quelle
schizogene ma lo sviluppo è dovuto a
graduale lisi delle cellule secretrici
(Ruta graveolens)

Ruta graveolens - Rutaceae


TESSUTI SECRETORI INTERNI
Tasche e canali secretori

Canali resiniferi: tipici delle


Gimnosperme. Lunghi tubi circondati
da cellule ghiandolari, che producono
resina che gettano nel canale (canale
schizogeno).
Si trovano in tutta la pianta, disposti
verticalmente e radialmente. Alcune
piante (es. Astragalus gummifer)
hanno la capacità di formare gomma
(polimero isoprenico)

Astragalus gummifer - Leguminosae


TESSUTI SECRETORI INTERNI
Canali laticiferi
Sono costituiti da cellule isolate ed allungate, oppure serie di cellule allungate e
fuse assieme in tessuti più complessi con parete cellulosica, poco citoplasma,
molti nuclei. Contengono un liquido acquoso chiamato latice (dal latino, latex =
succo) che può variare in composizione

Il latice è un liquido acquoso nel quale, disciolte, emulsionate, in sospensione


colloidale o anche allo stato solido, sono contenute numerosissime sostanze:
zuccheri, acidi organici e inorganici, grassi, mucillagini, tannini, proteine, cere,
resine, gommo-resine, glucosidi, oli essenziali, steroli, balsami, carotenoidi,
alcaloidi

Di solito il latice è bianchissimo, solo in qualche caso è colorato

Per il forte stato di turgore dei laticiferi, il latice esce abbondantemente


quando la pianta subisce una lesione e, all’aria, esso tende ad imbrunire ed a
rapprendersi più o meno rapidamente a seconda della sua ricchezza in enzimi
ossidanti e in sostanze idrofobe, che si separano, sotto forma di coagulo,
lasciando un siero acquoso (facile estrazione)
TESSUTI SECRETORI INTERNI
Canali laticiferi

I Laticiferi sinciziali o articolati


I laticiferi apociziali o non articolati derivano da file longitudinali di cellule
si formano per divisione ripetuta del sovrapposte le cui pareti trasversali di
nucleo non seguita dalla formazione di separazione vengono eliminate, mentre
pareti di separazione sono costituiti da altre vengono perforate o anche
cellule singole, molto allungate e rimangono intatte fusione di singole
conformate a tubo lunghi anche cellule prima separate
parecchi metri

Tessuto laticifero sinciziale


Tessuto laticifero apociziale di Euphorbia reticolato (Papaver somniferum)
sp. (Dicotiledoni)
LATICI

Il latice secco di Euphorbia


resinifera costituisce l’euforbio,
una droga usata in medicina
veterinaria come revulsivo,
starnutatorio (contiene acido
euforbico e resine)
LATICI

Il papavero da oppio (Papaver somniferum) contiene un latice che sgorga


in forte quantità dalle incisioni opportunamente fatte sui suoi frutti
immaturi. Contiene circa una trentina di diversi alcaloidi: morfina,
codeina, narcotina, laudanina, papaverina

Esso viene raccolto rappreso sulle pareti stesse dei frutti sotto forma di
un materiale bruno di consistenza cerosa  pani di oppio
SITI DI ACCUMULO DEI
METABOLITI SECONDARI

Nella specie vegetale


Da
FARMACOPEA
UFFICIALE
ITALIANA
DROGA
VEGETALE

La droga contiene una sostanza chimica chiamata “principio attivo” (o


meglio un fitocomplesso), il quale è in grado di sviluppare un’attività
biologica ad azione farmacologica a fini terapeutici (farmaci), benèfici
(probiotici, vitamine,) o tossici (veleni).
FITOCOMPLESSO

SOSTANZA ATTIVA PRINCIPALE

SOSTANZE ATTIVE COMPLEMENTARI

SOSTANZE NON ATTIVE COMPLEMENTARI: i tannini ad esempio ritardano


l’assorbimento del p.a.

SOSTANZE NON ATTIVE INDIFFERENTI: sostanze inerti quali i normali


costituenti delle droghe vegetali: zuccheri, proteine, sali, etc

SOSTANZE NON ATTIVE INDESIDERATE: sostanze che possono alterare il


principio attivo (enzimi), o che possono ostacolare l’estrazione del principio attivo
(cere o grassi), o che conferiscono proprietà indesiderate al preparato estrattivo
(resine, clorofilla)

SOSTANZE DISOSTEGNO DEI VEGETALI: per esempio cellulosa e lignina che


però non sono solubili nei comuni solventi di estrazione E’ l’insieme di tutte le
sostanze contenute nella droga
DROGA
VEGETALE
DROGA
VEGETALE

le droghe organizzate sono quelle che presentano una struttura cellulare (radici,
fusti, fiori, foglie, frutti e semi). Conoscendo le loro proprietà e magari
essicandole, si può procedere a varie preparazioni di “somministrazione” della
droghe, come ad esempio infusi, tisane, decotti, impacchi, ecc.

Le droghe non organizzate invece sono elaborati vegetali, fisiologici o patologici


(liquidi, molli o solidi) che non hanno prevalente struttura cellulare (gemme,
succhi, latice)
DROGA VEGETALE organizzata: RADICE

VALERIANA (VALERIANA OFFICINALIS)


PARTE USATA : radici
PREPARAZIONE FARMACEUTICA CONSIGLIATA: estratto secco nebulizzato e
titolato in acidi sesquiterpenici totali calcolati come acido valerenico min
0,42%(Farmacopea Italiana)
PROPRIETA' TERAPEUTICHE: azione sedativa e ipnoinducente (SNC) e azione
spasmolitica a livello intestinale.
DROGA VEGETALE organizzata: RADICE

GINSENG (PARAX GINSENG )


PARTE USATA:radice
PREPARAZIONE FARMACEUTICA CONSIGLIATA:estratto secco nebulizzato
e titolato in ginsenosidi totali calcolati come ginsenoside Rg1 min 1,5% (schede
ESCOP , OMS),
PROPRIETA' TERAPEUTICA: azione sul SNC miglioramento della memoria,
dell'attenzione , del tono, dell'umore, azione adattogena ai fattori stressogeni
esterni. Immunostimolante, ipoglicemizzante, antiossidante.
DROGA VEGETALE organizzata: PARTI AEREE

PASSIFLORA (PASSIFLORA INCARNATA)


PARTE USATA: parti aeree
PREPARAZIONE FARMACEUTICA CONSIGLIATA: estratto secco nebulizzato e
titolato in flavonoidi calcolati come iperoside min 0,3%
PROPRIETA' TERAPEUTICHE: azione sedativa sul SNC, soprattutto a livello dei
centri del sonno e della zona motoria del midollo spinale. Perciò azione sedativa ed
ansiolitica, spasmolitica a livello gastroenterico.
DROGA VEGETALE organizzata: FIORI

CAMOMILLA (CHAMOMILLA RECUTITA)


PARTE USATA: capolini

PREPARAZIONE FARMACEUTICA CONSIGLIATA: estratto secco idroalcolico


ad alto titolo ottenuto per estrazione dei capolini con alcool al 70% con un titolo in
apigenina non inferiore all'1,2% .

PROPRIETA' TERAPEUTICA: antinfiammatoria, spasmolitica, sedativa,


cicatrizzante, antibatterica, gastroprotettiva.
DROGA VEGETALE non organizzata: SUCCO

Dall’incisione di una foglia di aloe, si


ottiene una sostanza gelatinosa e
trasparente (conservata nei
parenchimi acquiferi) dalle molteplici
proprietà terapeutiche (lassativo)
(Principio attivo)
Pianta medicinale Metabolita secondario

Droga
Droga
foglie e sommità
fiorite

Principi attivi
Campo d'impiego
Olio essenziale
Medicinale, fitocosmesi,
tannini
gastronomia
Agrumi:

esperidio
epicarpo con tasche Schizolisegene
(ghiandole Oleifere)
mesocarpo bianco e spugnoso,
endocarpo tappezzato di peli
a maturita' carnosi.

Oli essenziali: derivati terpenici


(limonene) aromatizzante, antisettico;
Flavonoidi (esperidina, apigenina,
Cianidina) responsabili del sapore degli
agrumi.
Vitamine
PIANTE OFFICINALI

l termine officinale è un termine esclusivamente procedurale e indica quelle


piante inserite all'interno di elenchi ufficiali come utilizzabili dalle officine
farmaceutiche, a prescindere dal fatto che queste piante abbiano o meno
proprietà di tipo medicinale.

Il termine pianta medicinale indica invece quelle piante che contengono sostanze
utilizzabili direttamente a scopo terapeutico o come precursori in emisintesi che
portino a sostanze attive.
PIANTE OFFICINALI

Sono considerate piante officinali piante


medicinali, aromatiche e da profumo
inserite negli elenchi specifici e nelle
farmacopee dei singoli paesi.

Le piante officinali, ad esempio, sono


quelle usate per conferire a sciroppi o a
caramelle il gusto di fragola, arancia,
limone, ecc.; aromatizzanti alimentari

Scorze di agrumi
Frutti essiccati

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