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1 CIANOBATTERI

I cianobatteri, o alghe azzurre, fanno parte degli eubatteri e di classificano in Chroococcales, oscillatoriales,
nostocales, stigonematales. Possono essere unicellulari, coloniale. I cianobatteri possono essere filamentosi
possono essere privi di spore e essere dotati di eterocisti e acineti. Ci sono cianobatteri che producono
esospore e altri esospore. Ci sono cianobatteri che hanno sia l’eterocisti che gli acineti e altri cianobatteri che
ne sono privi e poi ci sono cianobatteri che hanno vere o false ramificazioni. Sono organismi che vivono
prevalentemente nell’ambiente acquatico ma possono vivere anche su rocce, sul suolo, nel deserto, nelle
regioni artiche vicino a vulcani però hanno un limite di ph paria a 4-5 perché non sono in grado di vivere al
ph disotto di 4. Sono in grado di vivere in simbiosi dove c’è un mutuo vantaggio. Il vantaggio di un
cianobatterio che stabilisce una simbiosi con un fungo questo permette al fungo di ottenere materiale
organico prodotto dal cianobatterio mediante fotosintesi, il fungo decompone la sostanza organica e
restituisce al cianobatterio la sostanza inorganica un esempio sono i licheni. Un’altra simbiosi è quella tra i
cianobatteri e le piante come le risaie dove le radici sono ricche di
cianobatteri principalmente gli azoto fissatori che fissano l’azoto
alle piante di riso e permette di crescere più velocemente alle piante
di riso. Però ci sono certi cianobatteri che causano eutrofizzazione
cioè la produzione di batteri che vivono all’interno di acque
inquinate da azoto, fosforo. Queste sostanze permettono per
accelerare la loro crescita e la loro divisione cellulare.
L’eutrofizzazione eccessiva è dannoso perché il Bloom algale (eccessiva fioritura delle alghe) porta alla
realizzazione di un tappeto di alghe sulla superficie e non permette il passaggio della luce non avviene lo
scambio ossigeno anidrite carbonica e questo porta alla morte di tutto quello che vive in acqua. E pure perché
molti cianobatteri quando crescono a dismisura producono delle tossine che possono causare diversi tipi di
patologie agli animali acquatici. Possono essere neuro
tossine e quindi bloccano il sistema nervoso o altre forme di
tossine. I cianobatteri vengono considerate alghe perché
svolgono la fotosintesi ossiggenica pero può svolgere anche
una fotosintesi anaossiggenica dove non viene prodotto
ossigeno e utilizza come fonte di protoni anidrite solforosa
per ottenere idrogeno ed elettroni. I cianobatteri li
consideriamo alghe pure perché li ritroviamo in ambienti
simili dove abitano altre alghe e hanno una funzione
ecologica al pari delle altre alghe.

1.1 CITOLOGIA E MORFOLOGIA DEI


CIANOBATTERIO
I ciano batteri non contengono nucleo, cloroplasti, mitocondri, apparato del
Golgi e reticolo endoplasmatico. La parete è quella del gram – dove troviamo
uno stato più sottile di peptidoglicani però al disopra troviamo una membrana
esterna. Inoltre alcuni cianobatteri sulla parete cellulare hanno uno strato
aggiuntivo di una matrice sia di origine polisaccaridica, oppure una guaina
costituita da sostanze come la scitnemia (questa sostanza difende i cianobatteri
dai raggi ultravioletti). Ci sta una porzione di cellula, dove troviamo un unico
filamento di DNA circolare, denominata nucleoide. Ci sono le membrane
tilacoidali (che decorrono sotto la membrana plasmatica) nei quali ci sono i
ficobillisomi che sono costituiti da un core centrale che è costituita da alloficocianina e una serie di molecole
che fanno da antenna che sono costituite dall’alternarsi di ficocianina e ficoeritrina. Nel cianobatterio
troviamo anche la clorofilla a e alcune volte anche la b e i carotenoidi. Ritroviamo dei depositi il materiale di
riserva e sono i granuli di cianoficina (depositi di azoto), altri tipi di granuli chiamati volutina che sono
accumuli di fosforo e infine granuli di amido che prende il nome di cianoficee e lo ritroviamo tra i tilacoidi.
Vi sono i carbossisomi che sono composti da una matrice proteica e ha la funzione di proteggere l’arubisco.
Poi ci sono i ribosomi 70s, e infine il citosol. I cianobatteri possono essere unicellulari e possono vivere in
forma libera oppure formare delle colonie tenute insieme da una guaina mucillaginosa. Le forme
pluricellulari sono generalmente in forme filamentose cioè una serie di cellule tenute insieme da una parete
cellulare e formando un filamento chiamato tricomi e può essere uniseriato (unico filamento composto da
un'unica fila di cellule) o multiseriati (composto da un filamento principale che è già composto da più file di
cellule e in più troviamo delle ramificazioni). Nelle cellule non ramificate come le nostoccales possono
presentare delle cellule differenziate prive di pigmenti e sono in grado di ridurre l’azoto atmosferico in azoto
molecolare. Questo è possibile mediante un enzima
chiamato introgenasi. Questa cellula differenziata si
chiama eterocisti. L’eterocisti si origina da una
cellula normale nella quale i tilacoidi o si spostano o
vengono degradati mentre la membrana esterna si
irrobustisce. L‘eterocisti si origina quando l’alga
vive in un ambiente povero di nutrienti e allora va in
una fase di riposo e l’eterocisti fissa l’azoto
atmosferico e trasloca composti azotati consentendo
di produrre gli amminoacidi anche in casi ostici. La
reazione richiede 12ATP e una molecola di azoto
atmosferico per ottenere due molecole di ammonio, 6
di ADP e 12 gruppi fosfati. Nei cianobatteri
possiamo trovare un’altra forma di cellula
specializzata chiamata acineto che hanno una parete molto spesse che consentono all’alga di sopravvivere
lunghi periodi in condizioni ambientali sfavorevoli. Quando le condizioni ambientali tornano favorevoli
assottiglia la parete. Spesso questi tipi di alghe hanno una struttura
molto simile e proprio per questo è difficile distinguere due alghe
diverse però ci viene in aiuto la biologia molecolare dove sequenziamo
le due tipi di alghe. Ci sono pure un altro tipo di cianobatteri che hanno
dei filamenti eteropolari cioè man mano che ci allontaniamo dalla base
del filamento le cellule diventano sempre più piccole. Di solito nella
base troviamo un eterocisti e sono sempre avvolte da una guaina. I
filamenti multi ramificato possono essere vere o false cioè vere quando
cambia il piano di divisione del filamento cioè ogni cellula si divide
con un piano di divisione che è perpendicolare rispetto
all’orientamento del filamento. Le false ramificazioni sono costituite
da segmenti emergenti dea guaina gelatinosa del filamento madre cioè
il filamento all’interno della guaina
si interrompesse e si dirigesse verso l’esterno della cellula.

1.2 RIPRODUZIONE DI UN CIANOBATTERIO


I ciano batteri si dividono per scissione binaria che può essere singola o
multipla. Nel caso di una scissione multipla la parete si rompe e le cellule
figlie vengono liberate sotto forma di spore. Le alghe filamentosi si

dividono per frammentazione che


porta alla formazione di porzioni di
filamenti che vengono chiamate
ormogone. L’ormogone nel punto di
lacerazione del filamento gli ormogoni si distaccano dal filamento principale e riprendono la loro crescita
attraverso la scissione binaria. La frammentazione avviene quando c’è una necrosi cioè si formano tra una
cellula e l’altra del filamento dischi di separazione chiamati necridi.

1.3 SPIRULINA
La spirulina è un cianobatterio e viene chiama così perché ha una struttura a spirale però il suo nome
scientifico è artospira, è una forma pluricellulare e esistono 35 specie. Alcune di queste specie vengono
coltivate in grandi vasche a temperatura 37-38° perché è
un’alga termofila e ad un ph tra 8-10. Ha una struttura
cellulare molto semplice quindi priva di mitocondri,
nucleo, vacuoli ma con un gran numero di ribosomi.
L’attività fotosintetica è molto sviluppata e in America
viene chiamata super food siccome è una grande fonte di
proteine e sono utilizzabili solo il 90% di esse, contiene 18
amminoacidi. La parete cellulare è altamente digeribile e
contiene una doppia quantità di calcio rispetto al latte.
Contiene vitamina A che è quindici volte superiore a
quella presente nelle carote. Contiene una quantità di ferro
tripla rispetto ad una bistecca, contiene vitamina B12
molto di più di quanta ne contenga l fegato. Contiene
potassio molto di più di quanto ne contenga il riso e infine contiene antiossidanti.

2 REGNO DEI MICETI (FUNGHI)


I funghi sono organismi eterotrofi (non possono fare fotosintesi) e si dividono tre gruppi: lieviti (sviluppano
delle colonie), muffe (si originano sempre delle colonie solo
che si originano sempre dalla gemmazione e
successivamente c’è l’accrescimento del tubulo germinativo)
e dimorfi cioè nel ciclo c’è una fase unicellulare e una fase
pluricellulare. I miceti sono organismi decompositori cioè
decomporre la materia organica (la cellulosa, la lignina, la
chitina) e liberano nell’ambiente e nel suolo sostanze
inorganiche rendendola disponibile a tutti gli organismi
presenti e in più liberarono anidride carbonica. Sono
organismi di suolo cioè che vivono legati al terreno
sottoforma unicellulare o pluricellulari, possono vivere in simbiosi con altri organismi. Però sono pure
dannosi e distruttivi per i prodotti alimentari. I funghi pluricellulari la loro struttura fondamentale è l’ifa ed è
un filamento e l’aggregato delle ife forma il cosiddetto micelio. L’ifa è costituita da un insieme di cellule che
possono essere in connessione tra loro mediante delle aperture e si accrescono apicalmente ma seguendo
un'unica direzione. Alcune ife assumono funzioni di radici ma queste radici servono solo per ancoraggio e
queste ife vengono chiamate rizoidi. Mentre parliamo di ife denominate austori quando servono per ancorarsi
ad un altro organismo e questo succede nei funghi parassiti. Tutti i funghi miceliari troviamo vari stati di
crescita cioè il micelio primario, secondario e terziario. Il micelio primario si forma quando una spora
germina per poi proiettare dalla spora stessa delle emergenze che si allungano e questi sono i filamenti delle
ife. Man mano che l’ifa si allunga si inizino a creare anche delle ramificazioni e forma il micelio primario.
L’aumento delle ramificazioni forma il micelio secondario e da lì poi il micelio terziario. Le ife
spesso sono multinucleate e in alcuni casi come nei miceli terziari troviamo ife multinucleate dove vi
sono sia nuclei + che -. I funghi sono stati capaci di adattarsi a molte condizioni ambientali estreme
come per esempio l muffa della carne è capace di resistere a -6°, ci sono muffe che resistono fino ai
60°, ci sono funghi che resistono anche in condizione desertiche quindi di completa disidratazione. Ci sono
anche funghi predatori cioè i sacrofiti un esempio sono quelli che si sviluppano sui tronchi. Ci sono molti
funghi importanti per la fermentazione come quella alcolica che forma alcol etilico e anidride carbonica, e
altri pure molto importanti per la medicina come il Penicillium notatum.

2.1 CITOLOGIA DI UNA CELLULA FUNGINA


La cellula fungina è più grande di una cellula batterica però più piccola di una cellula
vegetale ed è caratteristica perché nella parete
cellulare troviamo la chitina. La chitina è un
polimero dell’N-acetilglucosammina. Poi troviamo
il chitosano polimeri di glucosio, mannani e altri
composti come proteine e melanina. La membrana
plasmatica è costituita da fosfolipidi, glicoproteine e
al posto del colesterolo vi è l’ergosterolo. Possiamo trovare depositi
di ergosterolo al disotto della membrana plasmatica. Il nucleo è
provvisto di una membrana nucleare, provvisto di un nucleolo e il
numero di cromosomi è variabile. Sono provvisti di reticolo
endoplasmatico, ribosomi, apparato del Golgi, vacuoli e possono
avere anche materiali il deposito come il glicogeno. Talvolta di solito i lieviti sono avvolti da una capsula di
natura polisaccaridica e rivestono il fungo e lo proteggono dall’ambiente sterno.

2.2 LA RIPRODUZIONE
I lieviti si sviluppano per gemmazione, nel caso di funghi miceliali si accrescono per accrescimento apicale
dell’ifa fungina. La riproduzione di un lievito può
essere sia asessuata mediante formazione di spore
diploidi prodotte mediante mitosi, mentre la
riproduzione sessuata mediante organi maschili e
femminili che formano spore aploidi mediante
meiosi. Entrambe gli elementi che vengono prodotti
nella fase sessuata che sessuata prende il nome di
spora. Queste due modalità di riproduzione
possiamo ritrovarle entrambe, possono alternarsi o
troviamo una sola di esse nel proprio ciclo. La riproduzione
asessuata succede che la membrana plasmatica e anche la parete si
formano delle evaginazioni dove fluisce materiale citoplasmatico.
Intanto all’interno della cellula madre il nucleo si divide e nella gemma
fluisce sia il materiale citoplasmatico che uno dei nuclei figli. Dopo il
passaggio di questi componenti avviene la citodieresi che porta
all’origine di due cellule figlie. La riproduzione asessuata dopo essersi
originate le spore aploidi per meiosi prima di fondersi tra loro
cominciano a germinare e a formare un sistema rudimentale di ife si
fondano tra loro e si verifica la plasmogamia seguito poi dalla
cariogamia. Poco dopo la cariogamia le nuove cellula diploidi che si sono
formate vanno incontro alla meiosi che porterà alla produzione di spore
aploidi.

2.3 TIPI DI FUNGHI E I PROPRI CICLI


I principali gruppi fungini sono: zigomiceti, ascomiceti e basidiomiceti.
Gli zigomiceti vivono su materiali in decomposizione ed
uno di questi è il Rhizopus stolonifer ed è la comune muffa
del pane. Questo fungo è composto dalle ife rizoidali, poi
troviamo l’ifa sporangiofora, lo sporangio dove vengono
prodotte le spore, lo sporone che è un’ifa che si sviluppa
orizzontalmente nel suolo da cui poi dalle ife stolonifere
possono avere origine anche nuove ife sporangiofore. Il
Rhizopus stolonifer ha sia una riproduzione sessuata che una
riproduzione asessuata, le spore in questo gruppo di funghi
verranno chiamate zigospore. Il ciclo che comprende queste
due fasi è il medesimo:
La fase asessuata avviene nello sporangio dove mediante mitosi
vengono prodotte le spore aploidi che vengono liberate e fatte
cadere sul suolo per poi germinare e formando un altro individuo
identico. Nella fase sessuata sono coinvolte le ife stolonifere
perché alcune ife sviluppano i gametangi. Miceli di tipo opposto
producono ife con gametangi per poi andare incontro alla
gametangiogamia (plasmogamia) e alla fusione dei gametangi
(cariogamia) e inizio alla formazione di una zigospora diploide
che va incontro a meiosi e genera un nuovo individuo. È un ciclo
aplonte perché non appena completata la fusione dei gametangi
avviene immediatamente la meiosi.
Ascomiceti sono le muffe che causano danni alle derrate
alimentari, tra
questi abbiamo la neurospora, i funghi che causano il cancro
alla corteccia ma ci sono anche i tartufi. Le spore sessuate di
questo gruppo si chiamano ascospore. Si chiamano
ascomiceti perché sono provvisti di un asco cioè un sacco
dove troviamo lee spore. Il micelio è costituito da un sistema
di ife settate multinucleati che nella parte apicale formano le
spore ascospore. La neurospora che produce particolari tipi di
aschi che prendono il nome di conidi portati da ife
conigliogene. Il ciclo della neurospora è cosi articolato:
partendo dal conide
quando si matura e quindi
si riempie di spore + e -
quando è matura si apre e libera l’ascospora che germina
formando protuberanze che si allungano per accrescimento
apicale a formare delle ife maschili e quindi il micelio maschile e
delle ife femminili che porteranno al origine del micelio
femminile. A questo punto può sia seguire il ciclo vegetativo e
quindi formare delle ife conidiogene che portano le spore
asessuate e procedono con la fase asessuata. Oppure i due miceli
opposti sviluppano delle parti riproduttive chiamati: ascogonio è
quello femminile e anteridio è quello maschile. L’anteridio con
un’estroflessione chiamata tricogino permette il raggiungimento
dei nuclei maschili nell’ascogonio. Si originano ife nuove
definite dicarionti che assumono la forma ad uncino e si formano dei setti che separano e delimitano
i nuclei opposti. A questo punto si forma una ifa diploide che va incontro alla meiosi e si origina 4
nuove cellule aploidi. È un ciclo aplodicarionte parchè la maggior parte delle ife sono dicariofitiche.
Negli ascomiceti troviamo i lievi che vengono utilizzati nell’ambito della panificazione perché
attraverso la fermentazione vengono utilizzati nella lievitazione di diversi impasti.
Basidiomiceti comprendono sia funghi eduli che velenosi.
Anche qui troviamo delle spore aploidi derivanti dalla
meiosi e prendono il nome di basidiospore. La struttura
che porta queste spore si chiama basidio e si possono
classificare in olobasidio dove troviamo un unico basidio
mentre fragmobasidio dove il basidio è settato. Nel basidio
le spore sono esterne e quindi esospore e sono sorrette da
4 sterigmi. Il micelio poi
produce i basidiocarpi che è il
corpo fruttifero ed è deputato
alla produzione delle spore. I
basidiomiceti sono composti da un gambo, da un cappello del fungo dove
al disotto ci sono delle lamelle dove avviene la cariogamia questo perché i
basidi sono rivestiti da un duplice strato uno strato che è fertile (l’imenio)
dove troviamo le spore e uno starato sterile invece partecipa soltanto alla
crescita, all’assorbimento delle sostanze organiche. Non tutti i funghi hanno lamelle. I basidiomiceti
classificano in eterobasidiomiceti, homobasidiomiceti. La differenza di questi due gruppi è che negli
eterobasidiomiceti possiedono ife settate dotate di pori semplice mentre nelle homobasidiomiceti i
basidi sono privi di setti. Poi abbiamo le ustilaginates sono gli agenti patogeni dei carboni. I carboni
intendiamo un’infezione fungina come quello dei cereali che si chiama ustilaginates mayadis.
ASESSO ANALIZZIAMO IL CICLO DI USTILAGO
Quando il basidio è maturo vengono liberte le basidiospore.
Mediante il vento vengono trasportate sulla superficie fogliari
delle piante e comincia a germinare sacrofiticamente cioè
vengono prodotte le ife in modo sacrofitico cioè sfruttando
l’ospite. Se due miceli opposti vengono in contatto tra loro
avviene la fusione dei due miceli mediante un tubetto di
copulazione avviene la plasmogamia e quindi l’origine di una
cellula dicarionte. Da questa cellula si originerà un’ifa
dicariofitica che da questo momento il poi può infestare l’ospite.
Questa ifa comincia a diffondersi all’interno del tessuto
dell’ospite mediante la germinazione e a formare un micelio. Le
ustilagospore e sono spore aploidi e si formano all’interno di una
struttura che non è un vero e proprio basidio ma prende il nome di
probasidio. Le ustilagospore dopo un periodo di sopravvivenza
germinano e formano un sistema di ife che cominciano a settarsi.
In ogni setto avviene la meiosi del nucleo e si originano 4 nuclei
che vengono separati da setti. Ogni porzione dell’fa contiene un
nucleo aploide e ogni nucleo svilupperà un fragmobasidio e va in
mitosi e produce delle spore aploidi, che verranno portate
all’esterno del basidio.
Gli homobasidiomiceti sono quei funghi che sviluppano
il corpo fruttifero caratterizzato da un capello, un gambo e una
porzione bassale. Se osserviamo un homobasidiomiceto sviluppato possiamo notare che
sul gambo c’è una membrana sospesa, frammentata che si chiama volva ed è il residuo della
membrana che avvolge il micelio secondario prima che il gambo si allunghi e si rompa,
da questo punto in poi termina lo sviluppo del gambo e poi del cappello.
CICLO DI UN HOMOBASIDIOMICETE
Quando le basidiospore si maturano sul basidio si staccano e si producono ife + e ife – e quando
vanno in contatto tra loro si fondono e quindi avviene la plasmogamia e porta all’origine di un nuovo
micelio chiamato micelio secondario che ben
presto si ramifica, si sviluppa e si origina un
giovane basidiocarpo con i sui rizoidi il gambo e
il capello ed una parte del gambo ancora non
sviluppata. Si completa il suo sviluppo. Intanto
le ife apicali del capello inizieranno a sviluppare
il basidio. Nelle ife apicali troviamo in cui ci
sono nuclei opposti e coppi di nuclei opposti
vengono isolati mediante la formazione di setti
mediante la coniugazione a fibbia. Tra i nuclei
opposti avviene la cariogamia, e il nucleo che si
origina si divide per meiosi e si originano 4
nuclei che ciascun migra in una delle
estroflessioni del basidio. Si forma il basidio e
quando le spore si matureranno ricomincerà il ciclo.

3 LE ALGHE
Le alghe sono organismi eucariotici, fotosintetici, variamente colorati, tipicamente acquatici sia dolci che
salate, sono in grado pure di colonizzare il suolo, nei deserti. Sulla superficie terrestre troviamo
principalmente alghe unicellulari mentre nelle acque superficiali che quelle profonde troviamo alghe
pluricellulari. Da questo riusciamo a capire che troviamo una grande varietà di organismi che si distinguono
in: cellule singole, aggregati coloniari, piccoli gruppi di cellule
coordinati fra loro, gruppi cellulari cospicui di forma definita con
un grado notevole di coordinazione cioè dalla forma unicellulare
fino al tallo. Questi organismi si sono evoluti in un ambiente
caratterizzati da acqua, quindi, hanno un corpo poco specializzato
privo di strutture necessarie al trasporto, alla conservazione
dell’acqua che invece troviamo nelle piante sulla superficie
terrestre. Questa struttura si chiama tallo e quindi parliamo di
tallofite cioè piante con tallo e si differenziano dalle coronofite, cioè piante a corno, per la mancanza di
livelli di organizzazione tessutale (radici, fusto, foglie, sistemi di accumulo ecc.…).

3.1 LIVELLO DI ORGANIZZAZIONE DELLE ALGHE


I livelli di organizzazione morfologica delle alghe possiamo raggrupparle in: livello monadale (singole
cellule), livello ameboide, livello capsale, livello coccale, livello sifonale, livello sifonoclaidale, livello
tricale, tallo pseudoparenchimatico e infine tallo tessutale.

3.1.1 livello monadale


E il livello più primitivo e ed è un’alga unicellulare e la cellula di quest’alga è dotata di
flagelli. Queste alghe unicellulari possono organizzarsi a colonia dove poi le colonie vengono
avvolte da una guaina gelatinosa questa organizzazione è tipica delle volvocales e queste
colone globose sono dette cenobi.
3.1.2 Livello ameboide
Pure questo livello è molto antico ed è caratterizzata alghe unicellulari che non
hanno una parete ma che hanno degli pseudopodi che sono estroflessioni che
servono per catturare il cibo e permettono anche il movimento.

3.1.3 Livello capsale


Questo livello di organizzazione viene considerato un livello di transizione verso
forme più evolute caratterizzato dal fatto che nelle fasi di vita vegetativa le cellule
sono immobili e sono aggregate a formare delle colonie gelatinose presenti spesso
in acque dolci. Le alghe con livello di organizzazione capsale presentano numerose
caratteristiche simili a quelle dell’organizzazione monadale come per esempio se ci
sono flagelli sono rigidi e quindi non hanno la capacità di muoversi se non nelle
cellule gametiche.

3.1.4 livello coccale


di organizzazione delle alghe macroscopiche. Questo tipo di
organizzazione è tipico delle forme unicellulari, prive di flagelli e
delimitate da una parete rigida. Nelle cellule vegetative prive di flagelli
circondati di parete cellulare non troviamo nessun residuo del tipo
monadale e possiamo trovare sia forme unicellulari, forme cenobiche o
anche colonie.

3.1.5 Livello sifonale


Le alghe che hanno il livello di organizzazione
sifonale derivano dalle alghe coccali e non hanno una parete cellulare. Hanno un
sistema rizoidale con cui aderisce al substrato roccioso da cui si evolve e che si
espande sulla sommità mediante divisioni ripetute del nucleo. Un esempio è
l’acetabularia e si riproduce per via vegetativa dove rompe l’ombrellino ma anche
per riproduzione sessuata producendo gameti.

3.1.6 livello sifonoclaidale


Il livello sifonoclaidale è il precursore del livello pluricellulare perché si tratta di
un’organizzazione dove le celle sono molto grandi e quindi sifonali però questa
volta tra le cellule si forma la parete cellulare.

3.1.7 livello tricale


Il livello tricale è sempre l’evoluzione del livello coccale, e si origina sempre da
una singola cellula in cui il nucleo si divide ripetutamente e alla divisione del
nucleo è accompagnata la divisione della cellula (citodieresi). Le cellule sono divise
fra loro ma rimangono connesse tra loro per permettere la distribuzione equa del
nutrimento. Numerosi filamenti prima sono semplici e sono formati da cellule
tutte uguali poi si ramificano oppure si sviluppano delle cellule basali che hanno la
capacità di attaccare l’alga al substrato.

3.1.8 Livello a tallo pseudoparenchimatico


In questa struttura i vari filamenti si intrecciano tra loro e le cellule dei vari filamenti intrecciati sono
saldate con questo si forma una sorta di tessuto (parenchima) e questo tipo di organizzazione è già
considerata a tallo. Con questo nuovo livello di organizzazione le dimensioni cambiano diventano molto più
grandi. Un’alga di questo tipo può avere un’altezza tra i 10,20 cm e 10cm di larghezza.
3.1.9 tallo tissutale
Le alghe che hanno questa organizzazione hanno cellule che si dividono in modo multiseriato cioè ciascuna
cellula si divide con un setto longitudinale e quindi si forma una struttura multiseriato cioè non abbiamo
singoli filamenti indipendenti ma ogni filamento possiede più strati di cellule. Le cellule rimangono unite tra
loro e quindi si origina un tessuto.

3.2 CITOLOGIA DELLE ALGHE


Una caratteristica delle cellule delle alghe è la presenza di flagelli e la
struttura è la tipica struttura, il cloroplasto varia la struttura dal tipo di alga.
Nelle alghe il flagello può assumere qualche carattere specifico come un
flagello liscio chiamati acronematici oppure può portare dei filamenti laterali
che prendono il nome di mastigomeni e possiamo trovarli o solo su un lato e
si chiamano pettinati o su entrambe i lati e si chiama pantonematici. Pure il
numero di flagelli può variare cioè possiamo trovare un solo flagello, due
flagelli identici e parliamo di isoconti oppure due flagelli con differente
lunghezza e parliamo di eteroconti. Possiamo trovare
anche 4 flagelli oppure molti flagelli disposti a corona. In
alcune alghe troviamo delle appendici completamente diversi dai flagelli come nelle
haptophyta che non possiedono solo i flagelli ma possiedono anche una struttura che
assomiglia ad un peduncolo e serve per aderire al substrato. Ci sono alcuni organuli
cellulari che li ritroviamo solo nelle cellule algali come: il vacuolo contrattile, macchia
oculare e pirenoide. Il vacuolo contrattile è adibito alla osmoregolazione cioè è una
vescicola che serve per caricarsi di acqua in eccesso e portarla all’esterno. Quando il
vacuolo si vuota resta un residuo di membrana vacuolare che viene degradata per
formare nuove vescicole. La macchia oculare è presente generalmente in alghe
unicellulari flagellati. La macchia oculare ha una colorazione rossastra ed è ripiena di
carotenoidi e si trova generalmente nella parte anteriore della cellula. Serve per consentire alle alghe di
percepire la luce ed è collegato ad un organo fotorecettore e catturando il segnale luminoso l’alga si dirige
verso il segnale luminoso e può svolgere. Il pirenoide è un organello che ha la funzione di accumulare
amido ed è presente generalmente nelle alghe verdi, e contiene anche ribulosio1-5bifosfato carbolasi-
ossidasi. Da questo possiamo dedurre che partecipa al processo di polimerizzazione degli zuccheri di
riserva.

4 ALGHE ROSSE
Nelle alghe rosse il tallo è molto complesso, perché deriva dall’aggregazione di numerosi filamenti cellulari.
Tra una cellula e l’altra si forma un setto che si chiama PIT-CONECTION e permettono la comunicazione tra
cellule contigue di un filamento. Quando avviene la citodieresi tra
due cellule accade che la membrana plasmatica si allunga e man
mano che si allunga il setto non è completo e si realizza un setto di
perforazione che verrà riempito dal reticolo endoplasmatico
immettendo materiale glicoproteico sotto forma lenticolare. Con
questo si forma un tappo, di materiali mucillaginoso, permeabile e
idrofila, che va a chiudere il setto, questo tappo prende il nome di
plug. Il plug a sua volta è ricoperto da una membrana chiamata
pit. Questo tappo permette una connessione sinplastica cioè una
comunicazione tra i citoplasmi tra due cellule adiacenti.
5 ALGHE BRUNE
Nelle alghe brune esistono due tipi di talli: un tallo aplostici e un tallo polistici. I talli aplostici le divisioni
delle cellule avvengono in una stessa direzione dello spazio e quindi si parla di classici filamenti mentre se
parliamo di un tallo polistici la singola cellula si divide secondo tre piani di divisione. Le alghe brune
vengono chiamate anche eterocontofite perché hanno cellule con due flagelli con diversa lunghezza. Il
pigmento che cattura la luce all’interno della macchia oculare è una flavoproteina e ha una lunghezza
d’onda 420-490μm. Nelle alghe brune ritroviamo le diatomee che rappresentano la maggior parte del così
detto fitoplancton marino. Il fitoplancton è quella massa di egli organismi generalmente unicellulari vegetali
che galleggiano nella massa d’acqua quindi dotate di un movimento e talvolta adese ad un substrato
roccioso o alla sabia o altre macroalghe. Questi organismi vivono solo nei primi 200m dalla superficie
dell’acqua, hanno una dimensione tra in10-100μm. Sono unicellulari ma possono formare colonie e sono
autotrofe e talvolta posso vivere anche in condizione eterotrofiche.

5.1 CITOLOGIA DI UNA DIATOMEA


Dal punto di vista citologico le diatomee possiamo distinguerle in diatomee centriche o pennate. Le
diatomee centriche hanno una simmetria radiale invece nelle
diatomee pennate la simmetria è bilaterale. Le diatomee
centriche vivono
prevalentemente nelle comunità
planctoniche quindi il fitoplancton
mentre le pennate aderiscono più
ai substrati rocciosi. Hanno un vacuolo centrale, il nucleo, granuli di volutina
che fungono da riserva di azoto, globuli di zuccheri e amido e tutti gli altri
organelli cellulari tipici della cellula vegetale però sono quassi sempre prive di
flagelli gli unici flagelli che troviamo appartengono ai gameti maschili che
troviamo e prive anche di pseudopodi. Tutto il protoplasto è racchiuso
dal frustulo di origine silicea e non è liscio ma possiede una serie di pori che
servono per la comunicazione con l’ambiente esterno siccome il siliceo è un
materiale compatto e non consente gli scambi. Questi pori hanno a loro volta
delle areole cioè delle aperture associati tra loro. Il frustulo è costituito da un epiteca e un’ipoteca.
L’ipoteca è più piccolo dell’epiteca ed è il contenitore mentre epiteca è il cosiddetto coperchio. L’epiteca a
sua volta è costituita da un epivalva e da un epicingolo mentre l’ipoteca è costituita da ipovalva e da un
ipocingolo. Hypocingolo e l’epicingolo servono per saturare e regolare l’apertura dell’epivalva e
dell’hypovalva. L’apertura del frustulo permette la riproduzione. Nelle diatomee pennate troviamo il raphe
che permette un movimento di strisciamento questo perché il rafe produce e rilascia una sostanza
mucillaginosa lungo la quale la diatomea scivola. Nelle diatomee come pigmenti troviamo la clorofilla A, C e
come pigmento accessorio troviamo la fucoxantina che conferisce a queste alghe il colore d’orato. Le alghe
eterotrofiche non hanno il fucoxantina e generalmente vivono in simbiosi con altri organismi marini. Il
carboidrato di riserva è la crisolaminarina ed è un polimero del glucosio e del mannitolo. Mentre le Kelps
che sono macroalghe brune che hanno come composto di riserva la laminarina. Le alghe Kelps sono alghe
che raggiungono i 70m di lunghezza e pur essendo tanto alte riescono a mantenersi erette perché
sviluppano delle sacche ripiene di gas e conferiscono a loro la galleggiabilità e conferiscono loro la
possibilità di restare in forma eretta.

5.2 RIPRODUZIONE DI UNA DIATOMEA


Le diatomee si riproducono sia asessualmente che
sessualmente. Durante la riproduzione asessuata succede che
l’epiteca e l’ipoteca si separano (si aprono) e il protoplasto si divide e la cellula inizia a produrre nuova silice
che andrà a costituire una nuova epiteca ed una nuova ipoteca. Quando le due teche si separano sia
l’epiteca che l’ipoteca diventeranno l’epiteca della diatomea figlia. La cellula che eredita l’epiteca della
cellula madre diventa progressivamente più piccola perché l’ipoteca diventa l’epiteca della cellula figlia.
Questo porta ad avere una parte della popolazione tende a rimpicciolirsi però non può avvenire per sempre
questa riduzione, infatti, quando raggiunge una dimensione limite la diatomea va in riproduzione sessuata.
Il ciclo della riproduzione sessuata è diplontico però nelle diatomee centriche la riproduzione è oomago e le
uniche cellule flagellate sono le cellule gametiche maschili mentre nelle diatomee pennate parliamo di una
riproduzione isogama. La meiosi porta all’origine di quattro nuclei dove tre degenerano e quello rimanente
cresce peer poi essere liberato. La fusione dei gameti porta all’origine di uno zigote che nelle diatomee
prende il nome di auxospora. L’auxospora raggiunge la dimensione massima per poi formare il frustulo.

6 ALGHE VERDI
Il pigmento che cattura la luce all’interno della macchia oculare è la rodopsina.

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