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Indice
Membri della famiglia linguistica
indoeuropea L'odierna distribuzione (approssimata) delle lingue
Classificazione indoeuropee all'interno delle zone originarie di Europa e
Gruppo albanese Asia:
Gruppo anatolico Albanese
Gruppo armeno Armeno
Gruppo baltico Baltico
Gruppo celtico
Celtico
Gruppo germanico
Germanico
Gruppo greco
Greco
Gruppo illirico
Gruppo indo-iranico Indo-Iranico
Gruppo italico Italico (Romanze)
Gruppo slavo Slavo
Gruppo tocario Lingue non indoeuropee
Gruppo traco-frigio
Aree tratteggiate o punteggiate: areemultilinguistiche.
Altre lingue isolate
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
le lingue slave, discese tutte dal paleoslavo, già lingua liturgica dellachiesa ortodossa in Europa orientale;[10]
le lingue baltiche, comprendenti l'antico prussiano, estinto già nel XVIII secolo, nonché due lingue vive, lituano
il e il
lettone;[11]
L'albanese, con i suoi due dialetti, iltosco e il ghego, attestati dal XV secolo;[12]
una serie di parlate estinte, isolate e poco note, come ilfrigio, il tracio, il daco-misio, il messapico, l'antico ligure, il
lusitano, e i dialetti deiMacedoni e dei Peoni.[13]
A queste ultime lingue, storicamente documentate anche se in maniera molto frammentaria, si devono aggiungere alcune lingue la cui
esistenza è solo postulata sulla base di evidenze indirette. Da un lato abbiamo il cosiddetto "europeo antico", ipotetica lingua
indoeuropea di sostrato, parlata secondo alcuni (in primo luogo Hans Krahe) in epoca molto antica in Europa, diversa da tutti gli altri
rami della famiglia, e che avrebbe dato origine alla tipica idronimia europea di fondo.[14] Dall'altro lato sono state postulate alcune
lingue egee di substrato indoeuropeo influenti sul greco antico ma estranee al ramo egeo-anatolico e agli altri rami indoeuropei noti,
fra cui il pelasgico,[15] il greco psi[16] e il pelastico.[17] Queste ultime lingue non sarebbero imparentate direttamente con il greco: i
loro resti testimonierebbero l'affioramento di lingue indoeuropee totalmente sconosciute e caratterizzate da aspetti propri, diversi in
[18]
parte da quelli che identificano i gruppi linguistici dell'indoeuropeo a noi estensivamente o parzialmente noti.
Le diverse sottofamiglie dell'indoeuropeo sono per tradizione raggruppate in due grandi gruppi, divisi dalla cosiddetta isoglossa
centum-satem, e distinti in base al trattamento delle consonanti gutturali. Le cosiddette lingue centum (dal latino centum, "cento")
continuano le antiche gutturali palatali come velari, mentre le lingue satem (dall'avestico satəm, "cento") le mutano in consonanti
fricative palatali e sibilanti.
Gli studiosi attribuiscono valore differente al fenomeno della satemizzazione, a seconda dei loro orientamenti. I fautori della
cosiddetta teoria glottidale ritengono ad esempio più pertinente il trattamento delle ipotetiche consonanti glottidali che essi
presumono tipiche del proto-indoeuropeo nella sua fase comune, e preferiscono perciò distinguere fra lingue taihun (dal gotico
taihun, "dieci") che perdono la glottidalizzazione mutando le glottidali in consonanti sorde, e lingue decem (dal latino decem,
"dieci"), che tramutano le glottidali insonore.
Classificazione
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controllare.
Motivo: La ripartizione in famiglie qui riportata si presenta come pressoché
unanimemente condivisa, cosa non supportata da fonti (e per inciso altamente
opinabile: cfr. per esempio la presunta unità balto-slava); sono inoltre presenti ampie
considerazioni personali non sorrette da fonti WP:RO)
(
Di seguito vengono riportati i gruppi linguistici, oggi parlati e anche estinti, in cui sono classificate le lingue indoeuropee. Al
proposito si deve affrontare tutta una serie di questioni, giacché anche i vari specialisti non sempre adottano le stesse scelte
terminologico e metodologico.Citiamo talune questioni che possono aiutare a servirsi meglio della successiva classificazione.
1) La classificazione più esauriente è quella ormai classica di Merritt Ruhlen,[19] in un testo in cui vengono classificate a grandi linee
tutte le lingue oggi parlate al mondo, e la massima parte di quelle estinte a noi note. Per le lingue indoeuropee, fortunatamente,
abbiamo a disposizione anche le classificazioni più recenti e dettagliate di Ernst Kausen,[20] che fra l'altro hanno il pregio di avere
molto spesso una discussione critica sulle posizioni scientifiche antecedenti.
Ruhlen e Kausen, presi insieme, consentono di avere una
buona visione di insieme della classificazione delle lingue indoeuropee e dei problemi che essa comporta. Altri testi specifici di
linguisti sulle lingue e le culture indoeuropee convergono fondamentalmente con tali scelte, anche se possono variare su taluni
dettagli.
2) Gli specialisti, fra cui lo stesso Ruhlen, concordano in genere nell'identificare 10 grandi gruppi di lingue indoeuropee, 8 composti
da lingue parlate ancora ai nostri giorni e 2 esclusivamente da lingue estinte. Abbiamo così il gruppo albanese, il gruppo armeno, il
gruppo balto-slavo, il gruppo celtico, il gruppo germanico, il gruppo greco, il gruppo indo-iranico, il gruppo italico per quanto
riguarda la suddivisione delle lingue parlate ancora ai nostri giorni. Il gruppo anatolico e il gruppo tocario sono invece estinti. Fra gli
specialisti è diffusa l'idea di una stretta affinità fra le lingue baltiche e le lingue slave,[21] per cui sarebbe possibile considerare il
balto-slavo come un'unità primaria, che si divide secondariamente nei due rami baltico e slavo. Nell'esposizione teniamo comunque
separate le lingue baltiche dalle lingue slave, giacché la questione è ancora aperta e controversa. Da parte sua, il gruppo indo-iranico
si divide nei due rami indo-ario (lingue dell'India e del Pakistan) e iranico, oltre al terzo ramo nuristani, composto da piccole lingue
parlate in regioni montuose dell'Afghanistan, che è considerato indipendente (anche se strettamente imparentato) con gli altri due
rami, ben più copiosi.
3) Le altre lingue indoeuropee estinte hanno attestazioni troppo frammentarie per essere collocate in gruppi ben definiti, e d'altra
parte la parentela di queste lingue fra di loro e con le lingue dei gruppi a noi noti rimane problematica. Così non sappiamo
precisamente l'estensione dei gruppi illirico e tracio-frigio, né se essi sono imparentati strettamente l'uno con l'altro e non sappiamo sé
il macedone, ad esempio, sia imparentato più o meno strettamente con il greco. Una delle supposizioni più sensate, comunque, è che
il greco miceneo e classico si sia sviluppato su un sostrato in parte di tipo anatolico.
4) Alcuni autori, fra cui Merritt Ruhlen, hanno adottato la dizione di indo-hittita per le lingue nel loro complesso, per mettere in
evidenza l'idea (di accettazione generalizzata) che il gruppo anatolico, di cui l'hittita fa parte, sia senz'altro il primo ramo linguistico
staccatosi dal ceppo indoeuropeo originario.La dizione, però, non ha goduto di un successo particolare.
5) Per quanto riguarda la distinzione tra lingua e dialetto, il dibattito è interminabile e in un certo senso non può essere chiuso, data la
ricchezza (che è complementarità e conflittualità insieme) di molteplici punti di vista, che non sono soltanto strettamente scientifici
(linguistici), ma anche antropologici, sociologici e spesso politici. Il fatto è che in massima parte le lingue del mondo, fino a tempi
assai recenti, sono state soltanto orali, e quindi in genere coinvolgevano un numero ristretto di parlanti e territori dall'estensione
altrettanto ristretta. In questo senso le lingue scritte e di cultura sono recenti e particolare, e ancora più recente e particolare è il fatto
che talune varianti di queste lingue hanno assunto una funzione normativa, facendo convergere molte parlate dialettali e spesso
generando una caratteristica diglossia fra lingua e dialetto, a seconda delle necessità, delle modalità e delle fasi comunicative dei vari
parlanti. In Europa, specificamente, questo processo è strettamente legato allo sviluppo degli stati nazionali, ognuno dei quali ha
diffuso una lingua letteraria fondata su una particolare parlata territoriale, tuttavia ibridata in vario modo con altre parlate e
dipendente di volta in volta da singole scelte individuali o collettive. Così il nucleo normativo della lingua spagnola è tratto dal
castigliano e il nucleo normativo della lingua francese è tratto dal parigino, ma non possiamo dire che lo spagnolo d'oggi si riduca
completamente a un dialetto castigliano e il francese d'oggi si riduca completamente a un dialetto parigino. Nel caso dell'itaiiano, è
corretto dire che le parlate toscane sono alla base della lingua italiana, ma tuttavia lo sono indirettamente, attraverso il tramite di una
lingua letteraria (in Italia, peraltro, plurisecolare) che su base toscana ha ibridato anche influssi settentrionali e meridionali.
Ciò per spiegare quanto sia difficile trovare una classificazione univoca delle lingue indoeuropee, che oggi sono in massima parte
lingue scritte in cui i fenomeni di normatività, di convergenza dialettale e di varie forme di diglossia sono state e sono ampiamente
diffuse. Vi sono quindi due tendenze. La tendenza prevalente fra gli indoeuropeisti è di adottare in genere la nozione di lingua quale
lingua scritta attorno alla quale si è avuta storicamente la convergenza di un ampio campo di parlate dialettali. Al contrario, la
classificazione di Ethnologue, che osserva tutte le lingue del mondo con uno sguardo fondamentalmente antropologico, prende le
mosse dalle lingue parlate, per cui la sua nozione di lingua è più ristretta, e spesso equivale a un livello che in altre classificazioni è
equivalente ai grandi gruppi dialettali in cui si divide una lingua.Rispetto a una tale disparità di visioni è impossibile sia prendere una
decisione netta sia essere neutrali. È opportuno tuttavia, in una classificazione relativa alle lingue indoeuropee, rispettare le
classificazioni correnti presso la maggior parte degli studiosi di indoeuropeistica, e tuttavia indicare, ove possibile, le grandi
classificazioni dialettali seguendo Ethnologue o altri autori che hanno af
frontato la questione.
L'obelisco (†) prima del nome di una lingua o gruppo indica che èestinta/o.
Gruppo albanese
Lingua albanese ghega
Lingua albanese tosca
Lingua arbëreshe
Lingua arvanitica
[22]
Gruppo anatolico
†Lingua ittita
†Lingua palaica
†Lingua lidia
†Lingua lidia
†Lingua caria
†Lingua luvia (o arzawano)
†Lingua licia
†Lingua miliaca
†Lingua pisidica
†Lingua sidetica
[23]
Gruppo armeno
Dialetto armeno occidentale
Dialetto armeno orientale
Gruppo baltico
Lingue baltiche occidentali
Lingua lituana
Lingua lettone
†Lingua curlandese o curoniana
†Lingua semigallica
†Lingua selonica
Gruppo celtico
Classificazione continentale/insulare
Proto-celtico
Celtico continentale
Gallico
Lepontico
Norico
Galato
Celtiberico
Celtico insulare
Goidelico
Irlandese arcaico
Antico irlandese
Medio irlandese
Irlandese
Gaelico scozzese
Mannese
Brittonico
Pittico?
Britannico
Cumbrico
Antico gallese
Medio gallese
Gallese
Brittonico sudoccidentale
Bretone
Cornico
Classificazione P/Q
Proto-celtico
Celtico-P
Gallico
Lepontico
Norico
Galato
Brittonico
Cumbrico
Pittico?
Antico gallese
Medio gallese
Gallese
Brittonico sudoccidentale
Bretone
Cornico
Celtico-Q
Celtiberico
Goidelico
Irlandese arcaico
Antico irlandese
Medio irlandese
Irlandese
Gaelico scozzese
Mannese
Gruppo germanico
Lingue germaniche settentrionali
Occidentale
Lingua islandese
Lingua faroese
†Lingua norn
Lingua norvegese (Nynorsk)
Dialetti dello Jämtland o jamtsk
Orientale
Lingua danese
Lingua norvegese (Bokmål)
Lingua svedese
Gutnico
Lingue germaniche orientali
†Lingua gotica
†Lingua burgunda
†?Lingua longobarda
Lingue germaniche occidentali
Alto-tedesco
†?Lingua longobarda
Lingua tedesca o Hochdeutsch
Lingua lussemburghese
Tedesco alemanno (schwyzertütsch)
Lingua bavarese
Lingua yiddish
Lingua vilamoviana (Wymysorys)
Medio-tedesco o tedesco centrale
Lingua olandese
dialetto olandese
Lingua fiamminga
Lingua afrikaans
Lingua limburghese
Anglo-frisone o germanico insulare
Lingua frisona
Lingua scots o scozzese
Ulster Scots
Lingua inglese
Inglese britannico
Inglese scozzese
Inglese americano
Gruppo greco
Dialetto ionico
Dialetto attico
Gruppo indo-iranico
Gruppo indo-ariano[24]
Indo-ariano antico
†Sanscrito vedico
†Sanscrito classico
Indo-ariano medio
†Pracrito di Aśoka
†Pali
†Ardhamagadhi
†Gandahari
†Elu
†Apabhramsa
Indo-ariano moderno
Gruppo romani
Lingua singalese
Lingua maldiviana
Gruppo dell'India settentrionale
Lingue dardiche
Kashmiri
Shina
Indo-Kohistani
Khowar
Pashai
Zona settentrionale (lingue pahari)
Nepalese
Garhwali
Kumauni
Zona nord-occidentale
Marathi
Konkani
Lahnda
Punjabi
Siraiki
Sindhi
Lahnda
Dogri-Kangri
Zona occidentale
Gujarati
Marwari
Malvi
Zona centrale
Hindi
Urdu
Awadhi
Chhattisarghi
Zona orientale
Bhojpuri
Maithili
Magahi
Bengalese
Oriya
Assamese
Zona meridionale
Marathi
Konkani
Gruppo nuristani
Gruppo Iranico[25]
†Avestico
†Persiano antico
†Medio persiano
†Battriano
†Sogdiano
Curdo
Talyshi
Tati
Gilaki
Mazenderani
Zazaki
Gorani
Beluci
Lingue iraniche sud-occidentali
Gruppo italico
†Osco-umbro
Osco
Umbro
Dialetti sabellici
Latino-falisco o veneto-latino
†Veneto o venetico
†Falisco
Latino
†Latino arcaico
†Latino classico
†Latino volgare
Romanzo insulare
Sardo logudorese
Sardo campidanese
Lingue Italo-romanze
Settentrionale
Lingue galloitaliche
Piemontese
Lombardo occidentale o insubre
Lombardo orientale
Ligure
Emiliano
Romagnolo
Veneto
Istrioto
Dialetti toscani
Toscano
Italiano
Corso [26]
Corso cismontano
Corso oltremontano
Gallurese[27]
Sassarese[28]
Dialetti centro-meridionali
Dialetti mediani
Romanesco
Ciociaro
Viterbese
Reatino-Sabino
Dialetti umbri
Marchigiano
Aquilano
Meridionale
Abruzzese
Molisano
Napoletano
Lucano
Pugliese
Meridionale estremo
Tarantino
Salentino
Calabrese
Siciliano
Reggino
Pantesco
Balcano-romanzo
Rumeno (dacorumeno)
Istrorumeno
Meglenorumeno
Arumeno (macedorumeno)
†Dalmata
Retoromanzo
Romancio
Ladino
Friulano
Galloromanzo
Occitano
Provenzale
Alverniate
Linguadociano
Guascone
Catalano
Catalano settentrionale
Valenziano
Algherese
Galloromanzo settentrionale (oitanico)
Franciano o Francese
Francese belga
Francese canadese
Galiziano-portoghese
Galiziano
Lusitano
Brasiliano
Fala de Xalima (variante portoghese parlata in Spagna con tratti arcaici)
Spagnolo o Castigliano
Andaluso
Aragonese
Lingue asturiano-leonesi
lingua asturiana
lingua leonese
lingua mirandese
Lingua estremegna (variante fra il leonese e lo spagnolo con tratti dell'andaluso)
Romanzo meridionale
†Mozarabo
†Latino tardo
Latino umanistico
[29]
Gruppo slavo
Lingua proto-slava
Lingua russa
Lingua ucraina
Lingua bielorussa
Lingua rutena
Lingue slave occidentali
Lingue lechitiche
†Lingua polaba;
Lingue pomerane
Lingua casciuba
†Lingua slovinzia;
Lingua polacca
Lingua slesiana
lingue lusaziane o sorabo-lusaziane o serbo-lusaziane
Lingua ceca
Lingua slovacca
†Lingua canaan o giudeo-slava;
Lingue slave meridionali:
†Slavo ecclesiastico;
sottogruppo bulgaro:
Lingua bulgara
Lingua macedone
Gruppo occidentale:
Lingua slovena
Dialetto resiano
Gruppo tocario
†Lingua tocaria[30]
†Lingua tocaria A
†Lingua tocaria B
Gruppo traco-frigio
†Lingua tracica
†Lingua frigia
†Lingua daca
Note
1. ^ Per una visione riassuntiva della situazione del substrato anatolico pregreco cfr . Francisco Villar, Los indoeuropeos
y los orígenes de Europa, Madrid, Gredos, 1996, seconda ed., ed. ital.Gli indoeuropei e l'origine dell'Europa,
Bologna, il Mulino, 1997, pp. 549 ss. Una descrizione compiuta delle attestazioni dell'egeo-anatolico è in Vladimir
Georgiev, Vorgriechische Sprachwissenschaft, voll. I e II, Sofia, 1941-1945. La correlazione fra il ramo egeo-
anatolico o pelasgico dell'indoeuropeo e la decifrazione della scritturaminoica lineare A è analizzata dallo stesso
Vladimir Georgiev in Lexique des inscriptions créto-myceniennes, Sofia, 1955, nonché inLes deux langues des
inscriptions en linéaire A, Sofia, 1963. Per l'evoluzione delle teorie di Kretschmer sulle lingue egee pre-greche, cfr .
Paul Kretschmer, "Die protindogermanische Schicht", Glotta, 14 (1925), pp. 300-319, nonché, "Die vorgriechische
Sprach- und Volksschichten", in Glotta, 28 (1940) 231-278 e Glotta, 30 (1943), pp. 84-218. Una compendiosa
trattazione degli adstrati e dei substrati indoeuropei pregreci nell' Egeo è in Otto Hoffmann, Albert Debrunner, Anton
Scherer, Geschichte der griechische Sprache, Berlin, De Gruyter, 1917, quarta ed., ed. ital, Storia della lingua greca,
Napoli, Macchiaroli, 1969, vol. I, pp. 16-26. A una forma molto arcaica del ramo anatolico dell'indoeuropeo ha voluto
ricondurre anche l'etrusco F. R Adrados, "Etruscan as an IE Anatolian Language", Journal of Indo-europaean
Studies, 17 (1989) pp. 363-383, e "More on Etruscan as an IE-Anatolian Language", Kuhns Zeitschrift für
vergleichende Sprachforschung107 (1994), pp. 54-76; la parentela fra la lingua etrusca e l'indoeuropeo resta
controversa.
2. ^ per una trattazione organica dei dialetti greci, miceneo compreso, cfr . Hoffmann, Debrunner, Scherer, op. cit. vol I,
pp. 31-55. -ma vedi anche Henry, M. Hoenigswald, "Greco", in Le lingue indoeuropee a cura di Anna Giacalone
Ramat, Paolo Ramat, cit. pp. 255-288.
3. ^ sul ramo indo-ario dell'indoeuropeo e la sua storia, cfr . Villar, Gli indoeuropei cit., pp. 567-587. Si tenga presente
che le élite militari indo-iraniche diMesopotamia parlavano dialetti affini al proto-vedico non un suo antenato diretto.
Le attestazioni dell'indo-iranico fuori dell'India e della Persia rimandano sistematicamente all'indiano antico, non al
persiano, come attesta Romano Lazzeroni, "Sanscrito", inLe lingue indoeuropee a cura di Giacalone-Ramat, Ramat
cit., p. 123 ss. Per una trattazione organica dell'iranico cfr . invece, Nicholas Sims-Williams, "Le lingue iraniche" inLe
lingue indoeuropee cit. pp. 151-162.
4. ^ Villar, Gli indoeuropei cit., pp. 443-460; Patrick Sims-Williams "Le lingue celtiche", inLe lingue indoeuropee, a cura
di Giacalone-Ramat, Ramat, cit., pp. 374-408
5. ^ Il contesto linguistico italico è assai complesso, per la presenza di componenti linguistiche diversissime sin dagli
albori dell'età antica: cfr. Villar, Gli indoeuropei cit., pp. 473-498; Domenico Silvestri "Le lingue italiche", inLe lingue
indoeuropee a cura di Giacalone-Ramat, Ramat, cit., pp. 349-366; per il latino, cfr Edoardo ineis V "Latino", ibidem,
pp. 289-348; v. inoltre F. Stoltz, A. Debrunner, W. P. Schmid, Geschichte der lateinischen Sprache, Berlin, De
Gruyter, 1966, quarta ed. ital. Storia della lingua latina, Bologna, Pàtron, 1993, a cura di E. Vineis e A. Traina.
6. ^ Villar, Gli indoeuropei cit., pp. 425-442; Paolo Ramat, "Le lingue germaniche", inLe lingue indoeuropee, a cura di
Giacalone-Ramat & Ramat cit., pp. 409-440.
7. ^ Villar, Gli indoeuropei cit, pp. 539-546; Roberto Ajello, "Armeno", inLe lingue indoeuropee cit., pp. 225-254.
8. ^ Werner Winter, "Tocario", in Le lingue indoeuropee cit. pp. 181-196; Villar, Gli indoeuropei, pp. 589-594.
9. ^ Szémerenyi, op. cit. p. 31; Vittore Pisani, Le lingue dell'Italia antica oltre il latino, Torino, Rosenberg & Sellier, 1964.
10. ^ Henning Andersen, "Le lingue slave", inLe lingue indoeuropee cit. pp. 441-480; Villar, pp. 413-425.
11. ^ Villar, Gli indoeuropei cit. pp. 401-412; William R. Schmalstieg "Le lingue baltiche" inLe lingue indoeuropee a cura
di Giacalone-Ramat & Ramat, pp. 481-506
12. ^ Shaham Demiraj, "Albanese" pp. 507-531
13. ^ Szémerenyi, op. cit., pp. 32 s.; Villar, Gli indoeuropei cit. pp. 531 ss., 379 ss., pp. 389 ss, pp. 465 ss., 395 ss.
14. ^ Non per tutti questo "europeo antico" sarebbe una lingua indoeuropea. Interessante è soprattutto la tesi di Theo
Vennemann, elaborata soprattutto inEuropa Vasconica, Europa Semitica- Mouton de Gruyter, Berlin, 2003 -
secondo la quale l'"europeo antico" sarebbe una lingua o un insieme di lingue vasconiche, cioè un gruppo di lingue
irrelate all'indoeuropeo, di cui il basco sarebbe l'unica sopravvissuta nei tempi recenti.
15. ^ Vladimir Georgiev "Das Pelasgische",Proceedings of the Eight International Congress of linguists , Oslo, 1958, pp.
406-413. Al cosiddetto pelasgico si ricondurrebbero alcune parole del greco antico non spiegabili con l'evoluzione
fonetica dei dialetti protogreci: ad es. πύργος "torre" < proto-indoeur . *bhergh "luogo elevato" (cfr. il germanico burge
il celtico briga) o il verbo ἀτεμβω "danneggiare" (cfr. sanscrito dabhati) o la parola τύμβος "tomba" (proto-indoeur .
*dhṃbh) che è praticamente un doppione del più genuinamente grecoάφος, τ che ha la stessa etimologia, o ancora
ταμίας, che in origine significa "dispensiere, domestico", dalla radicedom- * "casa" (cfr. latino domus, gr. δῶμα). Le
caratteristiche del pelasgico sono: lalegge di Grassmann sulle aspirate come in sanscrito e in greco; un'evoluzione
delle consonanti simile a quella dell'armeno; la satemizzazione delle gutturali; la comparsa diu davanti alle nasali e
liquide di valore sillabico; la confusione delle vocali /a/ e /o/.
16. ^ W. Merlingen, Das "Vorgriechische" und die sprachwissenschaflich-voristorischen Grundlagen, Wien, 1955, e "Eine
ältere Lehnwortschicht im Griechische", inGriechische I: Lautgeschichte, Wien,1963. Caratteristiche del greco psi
sono: una strana rotazione consonanticaper cui le occlusive sorde /p, t, k/ diventano /ps, s, ks/, le sonore si
aspirano, per cui ad es. si ha /b/>/pʰ/, le sonore aspirate compaiono come semplici sonore. Al greco psi risalgono per
esempio parole come ξάνθος "biondo" (cfr. il latino candidus e il greco Κάστωρ "Castore", cioè "Lo splendente", dal
proto-indoeur. *kad "rifulgere").
17. ^ M. Budimir "Zur protoindogermanischen Schicht, inActes du deuxième congrès international des linguistes,
Genève, 1933, pp. 182-184. Il pelastico ha caratteristiche affini a quelle delle lingue slave. Esso spiegherebbe parole
come σαργός "cervo", da *kerwos, *kṛwos (cfr. lat. cervus), attraverso due mutamenti fonetici caratteristici: 1) la
satemizzazione; 2) la trasformazione della labiovelare /w/ in velare sonora /g/.
18. ^ Dato che, secondo la visione originaria di Marija Gimbutas poi precisata da James Mallory e da David Anthony , le
prime migrazioni indoeuropee dalle steppe a settentrione del Mar Nero verso occidente sarebbero iniziate poco
prima del 4.000 a.C. e l'arrivo in Grecia dei greci in senso stretto risalirebbe a non prima del 2.000 a.C., vi è un
notevole lasso temporale di due millenni circa in cui si situano lingue indoeuropee delle "prime ondate", di cui le
lingue egeo-anatoliche sono le uniche a noi note.Le lingue qui ipotizzate sarebbero dunque altre lingue indoeuropee
delle "prime ondate", anche se onestamente non abbiamo a tutt'oggi alcun elemento che possa chiarire le loro
relazionni con le linghe egeo-anatoliche.
19. ^ Merritt Ruhlen, A Guide to the World's Languages. Classification , Edward Arnold, London, 1987.
20. ^ Ernst Kausen, Die indogermanische Sprachen, Buske, Hamburg, 2012.
21. ^ Come mostrano, ad esempio, i due alberi genealogici delle lingue indoeuropee presentati in James Clackson, Indo-
European Linguistics. An Introduction, Cambridge University Press, Cambridge, 2007, p.11-12.Si veda anche la
discussione in Ernst Kausen, op. cit., pp. 290-91. Anche Robert S. Beekes, sia pure in forma del tutto apodittica, è di
tale opinione, cfr. Robert S. Beekes, Comparative Indo-European Linguistics. An Introduction , John Benjamins,
Amsterdam, 2011, p. 23.
22. ^ Il moderno albanese è stato alternativamente considerato sia derivato dall'evoluzione in situ dell'antico illirico, sia
unico membro di un gruppo indoeuropeo isolato. Esistono elementi sia a favore dell'una sia dell'altra ipotesi. In
questa classificazione si è sposata l'ipotesi di gruppo autonomo che risulta coerente con la codifica prevista dallo
standard ISO 639-5.
23. ^ È stato proposto che tra le lingue anatoliche si debbano annoverare ancheetrusco l' (adrados) e il tartessico
(Wikander), ma come ci si può aspettare a causa della scarsa conoscenza di queste due lingue, queste ipotesi non
sono accettate.
24. ^ Qui adottiamo la classificazione di Ernst Kausen,Die indogermanische Sprachen, cit., p. 565, perché la più recente
e perché basata su un maggior numero di fonti.Della classificazione di Merritt Ruhlen,op. cit., riteniamo tuttavia il
fatto che il singalese, il maldiviano e le lingue romani si situano su rami divergenti da quello su cui sono situate tutte
le lingue indo-ariane dell'India settentrionale.Per queste lingue, a tutt'oggi, continuano ad esserci comunque
proposte di classificazione molto varie.
25. ^ Ci basiamo sulla classificazione di Ernst Kausen,Die indogermanische Sprachen, cit., p. 619. Merritt Ruhlen,op.
cit., nel gruppo delle lingue iraniche orientali distingue fra l'ormuri e il parachi, da un lato, che costituirebbero il
sottogruppo delle lingue iraniche sud-orientali, e le altre lingue lì elencate, dall'altro, che costituirebbero il sottogruppo
delle lingue iraniche nord-orientali.Anche Gernot Windfuhr stacca l'ormuri e il parachi, in quanto lingue sud-orientali,
dall'insieme di altre lingue, come il pashto e le lingue del Pamir , da lui definite semplicemente 'orientali'.Ma a suo
parere anche l'osseto e lo yaghnobi costituirebbero un gruppo a parte, da lui definito iranico settentrionale. Cfr.
Gernot Windfuhr, 'Dialectology and Topics', in Gernot Windfuhr (ed.),The Iranian Languages, Routledge, London,
2009, pp. 14-15.
26. ^ Il corso, sia oltramontano sia cismontano, viene qui inserito nel gruppo italoromanzo a causa delle strettefinità af
con il toscano e con il genovese, soprattutto nella versione oltramontana.
27. ^ Il gallurese viene inserito nel gruppo italoromanzo in quanto strettamente imparentato con il corso.
28. ^ Il sassarese è una forma di transizione tra il gallurese e il logudorese, viene qui posto nel gruppo italo-romanzo ma
secondo alcuni filologi è da porre nel gruppo sardo.
29. ^ Un tempo considerate una famiglia linguistica indoeuropea unitaria, parallela ad altri sottogruppi della grande
famiglia linguistica, le lingue italiche in realtà costituiscono probabilmente due distinti rami della famiglia indoeuropea,
entrambi attestati in territorio italico e, di conseguenza, avvicinate da fenomeni di convergenza.
30. ^ È stato suggerito che il tocario debba essere unificato con il traco-frigio e con l'armeno.
31. ^ La presenza di alcuni elementi indoeuropei nei relitti lessicali dell'antico ligure hanno fatto intravedere la possibilità
della sua appartenenza a questa famiglia. La questione, però, è ancora dibattuta.
Bibliografia
Émile Benveniste, Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee, Torino, Einaudi, 19815, ISBN 88-06-59960-7.
Enrico Campanile, Bernard Comrie, Calvert W atkins, Introduzione alla lingua e alla cultura degli Indoeuropei
,
Bologna, Il Mulino, 2005,ISBN 88-15-10763-0.
James Clackson, Die indogermanische Sprachen, Hamburg, Buske, 2012,ISBN 978-0521653671.
Vladimir Georgiev, Introduzione alla storia delle lingue indoeuropee , Roma, Edizioni dell’Ateneo, 1966.
Ernst Kausen, Indo-European Linguistics. An Introduction, Cambridge, Cambridge University Press, 2007,
ISBN 978-3875486124.
Voci correlate
Indoeuropei
Protoindoeuropeo
Isoglossa centum-satem
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Indo-European su ethnologue.com, su ethnologue.com.
Lingue indoeuropee, in Thesaurus del Nuovo soggettario, BNCF.
Migrazioni preistoriche e lingue indoeuropee, Le Scienze, marzo 2015
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