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Coordinate: 31°45′N 35°00′E

Israele
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Israele, ufficialmente Stato d'Israele (in ebraico: , Medinat Yisra'el; in arabo: Israele
‫دوﻟﺔ اﺳﺮاﺋﻴﻞ‬, Dawlat Isrā'īl), è uno Stato del Vicino Oriente affacciato sul
mar Mediterraneo e che confina a nord con il Libano, con la Siria a nord-est,
Giordania a est, Egitto e golfo di Aqaba a sud e con i territori palestinesi,
ossia Cisgiordania (comprendente le regioni storiche di Giudea e Samaria) a
est, e Striscia di Gaza a sud-ovest[8][9].
(dettagli) (dettagli)
Situato in Medio Oriente, occupa approssimativamente un'area che secondo i
racconti biblici in epoca antica era compresa nel Regno di Giuda e Israele e
nella regione della Cananea, soggetta nel tempo al dominio di numerosi
popoli, tra cui egizi, assiri, babilonesi, romani, bizantini, arabi e ottomani,
nonché teatro di numerose battaglie etnico-religiose. In età contemporanea è
stata parte del mandato britannico della Palestina, periodo durante il quale fu
soggetta a flussi immigratori di popolazioni ebraiche, incoraggiate dalla
nascita del movimento sionista, che mirava alla costituzione di un moderno Dati amministrativi
Stato ebraico. Dopo la seconda guerra mondialee la Shoah, anche per cercare
Nome Stato d'Israele
di porre rimedio agli scontri tra ebrei e arabi, il 29 novembre 1947
completo
l'Assemblea generale delle Nazioni Unite nella risoluzione n. 181 approvava
Nome ‫( מדינת ישראל‬Medinat
il piano di partizione della Palestinache prevedeva la costituzione di due Stati
ufficiale Yisra'el)
indipendenti, uno ebraico e l'altro arabo. Alla scadenza del mandato
‫( دوﻟﺔ اﺳﺮاﺋﻴﻞ‬Dawlat
britannico il moderno Stato d'Israele fu quindi proclamato da David Ben
Isrā'īl)
Gurion il 14 maggio 1948[10][11][12].
Lingue ebraico, arabo
Tale ripartizione fu però osteggiata da gruppi antisionisti e dalla totalità dei ufficiali
rappresentanti palestinesi, nonché dai Paesi arabi. Dopo alcuni scontri già Capitale Gerusalemme [1][2]
all'indomani del voto della risoluzione, terminato il ritiro delle truppe (791 000 ab. / 2011)
britanniche, la Lega Araba avviò una guerra contro il neonato Stato ebraico,
Politica
dando origine a una serie di conflitti arabo-israeliani; accordi di pace sui
confini furono in seguito raggiunti solo con Egitto (1979) e Giordania (1994). Forma di Repubblica
Rispetto ai territori palestinesi non esistono tuttora confini precisi. Oltre a governo parlamentare
estendere il territorio dello Stato dopo la prima guerra arabo-israeliana del Presidente Reuven Rivlin
1948 (denominata da parte israeliana guerra d'Indipendenza, mentre da parte Primo Benjamin Netanyahu
araba Nakba "catastrofe"), rispetto a quanto previsto dalla risoluzione ONU, ministro
Israele ha anche occupato i territori della Cisgiordania e della Striscia di Gaza Indipendenza 14 maggio 1948
dopo la guerra dei sei giorni del 1967 e nel corso degli anni vi ha costruito
Ingresso 11 maggio 1949
nuovi centri abitati.
nell'ONU
Lo Stato palestinese, proclamato nel 1988 e ammesso come osservatore Superficie
permanente dell'ONU nel 2012, ma ancora non riconosciuto come tale da Totale 20.770 / 22.072 [3]
Israele e da altri Paesi, controlla la striscia di Gaza, dalla quale Israele sì è km² (151º)
ritirata unilateralmente nel 2005 (facendone evacuare anche coattamente i
% delle ~2%
ventuno insediamenti) e solo alcune zone della Cisgiordania, che rivendica
acque
interamente anche se rimane prevalentemente controllata da Israele, secondo Popolazione
le decisioni degli accordi di Oslo del 1993. La sovranità israeliana non è Totale 8 345 000 [4][5]
riconosciuta da molti Stati arabi, mentre rappresentanti palestinesi hanno ab. (2015) (96º)
riconosciuto Israele nel 1993, come parte degli stessi accordi di Oslo[13].
Densità 402 ab./km²
Diversi tentativi di accordi di pace non hanno finora dato i frutti sperati e
l'area continua quindi a essere geopoliticamente instabile. Tasso di 2% (2015) [4][5]
crescita
All'aprile 2015 la popolazione israeliana era di 8.345.000 abitanti[4][5]. È
Nome degli Israeliani
l'unico Stato al mondo a maggioranza ebraica (il 74,9% della
abitanti
popolazione[4][5]) e con una consistente minoranza di arabi (circa il 20%, in
Geografia
prevalenza di religionemusulmana, ma anche cristiana o drusa)[14].
Continente Asia
La legge fondamentale del 1980 (Israele, come il Regno Unito, non ha una Confini Egitto, Stato di
Costituzione scritta) afferma che la capitale è Gerusalemme, rivendicata come Palestina, Giordania,
tale anche dallo Stato di Palestina almeno nella sua parte orientale, ma non Libano, Siria
riconosciuta dalla maggior parte dei membri dell'ONU[15]. Tuttavia quasi tutti
Fuso orario UTC+2
gli Stati che hanno relazioni diplomatiche con Israele mantengono le proprie
ambasciate a Tel Aviv[16], centro finanziario del Paese, o nelle vicinanze, ma Economia
mantengono comunque sedi consolari a Gerusalemme. Valuta Nuovo siclo (₪)
PIL 257 480[6] milioni di $
Israele è governato da un sistema parlamentare a rappresentanza
(nominale) (2012) (40º)
proporzionale. È considerato un Paese sviluppato, è membro dell'OCSE[17] e
secondo il Fondo monetario internazionalenel 2013 era al 37º posto nella lista PIL pro 33 433 $ (2012) (26º)
degli Stati per prodotto interno lordo. Ha inoltre il più alto indice di sviluppo capite
umano in Medio Oriente[18] ed è uno dei Paesi con la più alta aspettativa di (nominale)
vita nel mondo[19]. PIL (PPA) 260 909 milioni di $
(2012) (49º)
PIL pro 33 878 $ (2012) (25º)
capite (PPA)
Indice
ISU (2011) 0,900 (molto alto)
Etimologia (16º)
Storia
Fecondità 3,0 (2010)[7]
Il popolo ebraico prima della nascita di Israele
Il popolo ebraico nell'antichità e nel medioevo Varie
Il Sionismo e il Mandato britannico Codici ISO IL, ISR, 376
Storia dello Stato di Israele 3166
Nascita dello Stato
Guerra arabo-israeliana del 1948 (Guerra
TLD .il
d'Indipendenza - Nakba) Prefisso tel. +972
La crisi di Suez, la guerra dei sei giorni e la guerra del
Kippur Sigla autom. IL
Gerusalemme, capitale contestata Inno Hatikvah
Gli interventi militari in Libano nazionale
Il processo di pace
Festa Yom HaAtzmaut (5
Geografia nazionale Iyar)
Morfologia
Idrografia
Clima
Ambiente
Demografia
Popolazione
Etnie
Lingue
Religione
Cultura
Folclore e cultura di massa
Musica
Lettere
Comunicazioni
Archeologia e architettura
Musei
Istruzione e ricerca
Festività nazionali
Economia
Agricoltura
Industria
Trasporti
Turismo
Politica
Elezioni
Sistema legale
Pena di morte
Matrimonio e cittadinanza
La disciplina matrimoniale
Passaporto Evoluzione storica
L'acquisizione della cittadinanza
Stato Mandato
Suddivisione amministrativa precedente britannico della
Diritti umani
Palestina
Diritti civili e politici in Israele
Diritti degli omosessuali
Territori occupati

Politica estera
Forze armate
Armi nucleari israeliane
Sport
Calcio
Krav Maga
Pallacanestro
Vela
Judo
Note
Bibliografia
Libri
Saggi e articoli
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Etimologia
Sull'etimologia del nome Israele non esiste un'opinione comune. Secondo Victor P. Hamilton il nome deriva dall'unione del verbo
śarar ("governare", "avere autorità") e del sostantivo el ("Dio"). Il significato sarebbe dunque "Dio governa" o "Possa Dio
governare".[20]
Secondo Geller invece l'etimo è da rintracciarsi nel verbo śarah ("combattere"), dal momento che Giacobbe cambia nome dopo la
lotta con una possibile manifestazione divina. In questo caso il significato sarebbe "Colui che ha combattuto con Dio" o "Dio
combatte".[21]

Un'interpretazione comune[22] fa derivare il nome dal soprannome di Giacobbe, ovvero Israele (‫איש רואה אל‬, Ish roe El, che
tradotto significa "l'uomo che vide (l'angelo di) JHWH"). "Eretz Yisrael" avrebbe dunque il significato di "Terra di Giacobbe". La
grafia di questa interpretazione (‫ )ישראל‬è quella più aderente alla parola Israele ‫)ישרא (ל‬.

Il documento più antico su cui apparirebbe la parola "Israele" è la cosiddetta "Stele di Merenptah", una stele risalente al 1209-1208
a.C. circa che documenta le campagne militari nella terra di Canaan del Faraone della XIX dinastia. La stele parlerebbe di Israele
come di uno tra i tanti popoli di pastori nomadi della regione, piuttosto che di una nazione bene ganizzata:
or [23]

« […] I principi prosternati gridano pietà! Nessuno alza la testa fra i Nove Archi. Il paese di Tjehnu è distrutto, il
Khatti è in pace, Canaan è stata saccheggiata con tutto il male, Ascalona è presa e Gezer catturata, Yenoam è
ridotta come se non fosse mai esistita. Israele è desolata e non ha più seme,[24] Khor è rimasta vedova per To-
meri […] »

Il nome Israele viene citato anche nel Libro della Genesi (32,28), dove viene raccontato l'episodio in cui Dio cambia il nome a
Giacobbe, chiamandolo, per l'appunto, Israele.

Lo Stato moderno prende comunque il nome dal termine biblico, nonostante fossero stati proposti altri nomi (Eretz Yisrael, Sion o
Zion, Giudea e Nuova Giudea).

Storia

Il popolo ebraico prima della nascita di Israele

Il popolo ebraico nell'antichità e nel medioevo


Secondo la tradizione[25] una serie di regni e stati ebraici (vediDodici tribù di Israele) ebbe vita nella regione per oltre un millennio a
partire dalla metà del secondo millennio a.C. Ricordiamo per brevità il Regno di Israele distrutto nel 722 a.C., anno dell'invasione
assira, e il Regno di Giuda (distrutto nel 587 a.C.) con la distruzione del tempio da parte di Nabucodonosor II e deportazione a
Babilonia della popolazione. Dopo l'esilio babilonese nel 538/7 a.C. Ciro il Grande, che nel 539 a.C. conquista Babilonia, emana un
decreto che autorizza gli esuli Ebrei a tornare in patria. Tuttavia la ricostituzione di Giuda non fu immediata per probabile indolenza
anche da parte degli stessi esuli oltre che a causa di resistenze e opposizioni esterne, e ciò è dimostrato dall'episodio narrato nel libro
di Neemia (Neemia 2:1) avvenuto nel 20º anno di Artaserse I. Il monarca, accogliendo la supplica di Neemia suo coppiere, emanò
l'editto che autorizzava la ricostruzione delle mura di Gerusalemme. L'editto di Artaserse I risale quindi al 445/4 a.C. Giuda fu posto
sotto protettorati diversi, dai Persiani ai Romani, fino al fallimento della grande rivolta ebraica contro l'Impero Romano, che provocò
la massiccia espulsione degli Ebrei dalla loro patria Diaspora
( ebraica).

Nel VII secolo, l'Impero Bizantino perse la regione per mano degli Arabi che, insediandosi, vi attrassero nuovi coloni, specialmente
dalle regioni meridionali della Penisola araba. Dopo un fortunato periodo sotto il califfato omayyade, l'area decadde
progressivamente in età abbaside, trovando una qualche nuova vitalità in periodo tulunide prima di ricadere sotto il controllo delle
tribù nomadi dei Banū Kalb e dei Banū Kilāb.

Con le Crociate e le successive dominazioni dei Fatimidi, Zengidi, Ayyubidi e Mamelucchi, la regione riacquistò una certa
importanza. I nuovi dominatori Ottomani non furono invece del tutto all'altezza del compito, abbandonando l'amministrazione
dell'area nelle poco capaci mani degli sconfitti Mamelucchi, trasformati in loro vassalli.
Malgrado un tentativo della dinastia chediviale di Mehmet Ali di annettersi la regione, grazie ad alcune azioni militari tentate dal
figlio del fondatore Ismāʿīl Pascià, gli Ottomani rimasero al potere fino alla I guerra mondiale, che li vide soccombenti per la loro
alleanza con gli Imperi Centrali.

Nell'immediato dopoguerra fu creato in Palestina e in Transgiordania un Mandato della Società delle Nazioni, affidato alla Gran
Bretagna, mentre in Siria un altro Mandato fu attribuito allaFrancia.

Il Sionismo e il Mandato britannico


La popolazione ebraica che aveva abitato la zona per alcuni secoli[25], ricominciò ad
aumentare costantemente alla fine dell'Ottocento sulla base di ondate migratorie alimentate
dal Sionismo[26], movimento politico che auspicava e prometteva la fondazione di uno Stato
ebraico. Il Sionismo ebbe da allora prima in Theodor Herzl e poi in Chaim Weizmann e David
Ben Gurion i suoi promotori.

Alla fine della Prima guerra mondiale, la Società delle Nazioni trasferisce la Palestina sotto il
controllo dell'Impero britannico, togliendola all'Impero Ottomano. I britannici, con la
Dichiarazione Balfour, si erano fatti promotori della costituzione di un "focolare nazionale"
("national home") ebraico in Palestina favorendo lo stanziamento di immigrati ebrei.

A seguito della massiccia immigrazione di popolazioni ebraiche provenienti in gran parte


dall'Europa orientale, organizzata per lo più dal movimento sionista, la popolazione ebraica
Theodor Herzl, fondatore del
Sionismo, nel 1901 nella regione che poi sarebbe divenuta Israele, passò dalle circa 80 000 unità registrate nel
1918 a 175 000 nel 1931 e a 400 000 nel 1936, causando attriti con la popolazione araba
preesistente.

Nel 1939 l'amministrazione britannica, a seguito delle conseguenze dei moti del 1929 e soprattutto dei quasi quattro anni di guerra
civile conosciuta comeGrande rivolta araba, pose forti limitazioni all'immigrazione e alla vendita di terreni a ebrei, e respinse le navi
cariche di immigranti ebrei in arrivo, proprio alla vigilia della Shoah. L'avvento del Nazismo e la tragedia della Shoah portarono a un
[27][28]
ulteriore flusso migratorio di ebrei provenienti da diverse nazioni europee.

Storia dello Stato di Israele

Nascita dello Stato


Nel 1947 l'Assemblea delle Nazioni Unite (che allora contava 52 Paesi membri), dopo sei mesi di lavoro da parte dell'UNSCOP
(United Nations Special Committee on Palestine), il 29 novembre approvò la Risoluzione dell'Assemblea Generale n. 181[29], con 33
voti a favore, 13 contro e 10 astenuti, che prevedeva la creazione di uno Stato ebraico (sul 56,4% del territorio e con una popolazione
di 500 000 ebrei e 400 000 arabi) e di uno Stato arabo (sul 42,8% del territorio e con una popolazione di 800 000 arabi e 10 000
ebrei). La città di Gerusalemme e i suoi dintorni (il rimanente 0,8% del territorio), con i luoghi santi alle tre religioni monoteiste,
sarebbero dovuti diventare una zona separata sotto l'amministrazione dell'ONU. Secondo il piano, lo Stato ebraico avrebbe compreso
tre sezioni principali, collegate da incroci extraterritoriali; lo Stato arabo avrebbe avuto anche un'
exclave a Giaffa.

Nella sua relazione l'UNSCOP[30] si pose il problema di come accontentare entrambe le fazioni, giungendo alla conclusione che
soddisfare le pur motivate richieste di entrambi era "manifestamente impossibile", ma che era anche "indifendibile" accettare di
appoggiare solo una delle due posizioni. Nel decidere su come suddividere il territorio considerò, per evitare possibili rappresaglie da
parte della popolazione araba, la necessità di radunare tutte le zone dove i coloni ebrei erano presenti in numero significativo (seppur
spesso in minoranza, si veda la mappa a sinistra) nel futuro territorio ebraico.

La Gran Bretagna, che negli anni trenta durante la Grande rivolta araba aveva già tentato diverse volte senza successo di spartire il
territorio tra la popolazione araba preesistente e i coloni ebrei in forte aumento, si astenne nella votazione e rifiutò apertamente di
seguire le raccomandazioni del piano, che riteneva si sarebbe rivelato inaccettabile per entrambe le parti; ben presto annunciò che
avrebbe terminato comunque il
proprio mandato il 15 maggio1948.

Le reazioni alla risoluzione


dell'ONU furono diversificate: la
maggior parte degli ebrei,
rappresentati ufficialmente
dall'Agenzia Ebraica, l'accettarono,
pur lamentando la non continuità
territoriale tra le varie aree
assegnate allo Stato ebraico. Gruppi
più estremisti, come l'Irgun e la
Banda Stern, la rifiutarono, essendo
contrari alla presenza di uno Stato
arabo in quella che consideravano
"la Grande Israele", nonché al
controllo internazionale di
Gerusalemme.

Tra la popolazione araba la


proposta fu rifiutata, con diverse Territori riconosciuti a Israele
Mappa della distribuzione della dall'ONU e conquiste del 48-49
motivazioni: alcuni negavano
popolazione nel 1946
totalmente la possibilità della
creazione di uno Stato ebraico; altri
criticavano la spartizione del territorio che ritenevano avrebbe chiuso i territori assegnati alla popolazione araba (oltre al fatto che lo
Stato arabo non avrebbe avuto sbocchi sul Mar Rosso né sulla principale risorsa idrica della zona, il Mar di Galilea); altri ancora
erano contrari perché agli ebrei, che allora costituivano una minoranza (un terzo della popolazione totale che possedeva solo il 7% del
territorio), fosse assegnata la maggioranza (56%, ma con molte zone desertiche) del territorio (anche se la commissione dell'ONU
aveva preso quella decisione anche in virtù della prevedibile immigrazione di massa dall'Europa dei reduci delle persecuzioni della
Germania nazista); gli stati arabi infine proposero la creazione di uno Stato unico federato, con due governi.

Tra il dicembre del 1947 e la prima metà di maggio del 1948 vi furono cruente azioni di guerra civile da ambo le parti. Il piano Dalet
(o "Piano D") dell'Haganah, messo a punto tra l'autunno del 1947 e i primi mesi del 1948, aveva come scopo la difesa e il controllo
del territorio del quasi neonato Stato israeliano, e degli insediamenti ebraici a rischio posti di là dal confine di questo. Il piano, seppur
ufficialmente solo difensivo, prevedeva comunque, tra le altre cose, la possibilità di occupare "basi nemiche" poste oltre il confine
(per evitare che venissero impiegate per organizzare infiltrazioni all'interno del territorio), e prevedeva la distruzione dei villaggi
palestinesi ("setting fire to, blowing up, and planting mines in the debris" ovvero "dar fuoco, brillare e minare le rovine")
espellendone gli abitanti oltre confine, ove la popolazione fosse stata "difficile da controllare"[31], situazione che ha portato diversi
storici a considerare il piano stesso indirettamente responsabile di massacri e azioni violente contro la popolazione palestinese
(seppur non presenti né giustificate esplicitamente dal piano), in una specie di tentativo di pulizia etnica[32]. L'impatto emotivo
sull'opinione pubblica del massacro di Deir Yassin, avvenuto il 9 aprile da parte di membri dell'Irgun e della Banda Stern e
all'insaputa dell'Haganah, fu una delle cause principali della fuga degli abitanti nei mesi seguenti.

Il 14 maggio del 1948 venne dichiarata unilateralmente la nascita dello Stato di Israele, un giorno prima che l'ONU stessa, come
previsto, ne sancisse la creazione.

Il 15 maggio, le truppe britanniche si ritirarono definitivamente dai territori del Mandato.

Guerra arabo-israeliana del 1948 (Guerra d'Indipendenza - Nakba)


Lo stesso 15 maggio 1948 gli eserciti di Egitto, Siria, Libano, Iraq e Transgiordania, attaccarono l'appena nato Stato di Israele.
L'offensiva venne bloccata dall'esercito israeliano, e le forze arabe vennero costrette ad arretrare. Israele distrusse centinaia di villaggi
palestinesi, concausa dell'esodo degli abitanti[33]. La guerra terminò con la sconfitta araba nel maggio del 1949, e produsse 711 000
profughi arabo-palestinesi[34]. Alcuni hanno rivelato che numerosi palestinesi seguitarono a credere che gli eserciti arabi avrebbero
prevalso e affermarono pertanto di voler tornare nelle loro terre d'origine.[35] Analogamente, circa 600 000 profughi ebrei dovettero
abbandonare le loro case nei paesi arabi.

In seguito all'armistizio e al ritiro delle truppe ebraiche l'Egitto occupò la striscia di Gaza, mentre la Transgiordania occupò la
Cisgiordania, assumendo quindi il nome di Giordania. Israele si annesse la Galilea e altri territori a maggioranza araba conquistati
nella guerra. Negli anni immediatamente successivi, dopo l'approvazione (5 luglio 1950) della Legge del ritorno da parte del governo
israeliano, si assistette a una nuova forte immigrazione ebraica, che portò al raddoppio della popolazione di Israele. In gran parte,
inizialmente, si trattò di profughi ebrei sefarditi provenienti dai paesi arabi, espulsi dai loro paesi di origine dopo la nascita dello
Stato.

Per il suo ruolo nel negoziare gli armistizi del 1948 e1949, Ralph Bunche ricevette il Premio Nobel per la Pacenel 1950.

Israele mantenne la legge militare per gliarabi israeliani fino al 1966.

La crisi di Suez, la guerra dei sei giorni e la guerra del Kippur


Il 23 luglio 1952 un gruppo chiamato "Liberi Ufficiali" depose l'allora sovrano d'Egitto Re Faruk e salì al potere il loro leader Gamal
Abd el-Nasser, conosciuto anche semplicemente come Nasser. Egli procedette a un progressivo distaccamento dal Regno Unito
stipulando con esso degli accordi secondo i quali avrebbero sgombrato il canale di Suez a patto che l'Egitto chiedesse loro aiuto in
caso di minacce esterne. Nei tre anni seguenti vennero smantellate tutte le vecchie istituzioni, e nel 1955 le truppe egiziane
subentrarono a quelle del Regno Unito nel controllo del canale. Il Regno Unito interruppe immediatamente i rifornimenti di armi e i
finanziamenti per la costruzione della diga di Assuan, e in tutta risposta, nel 1956, Nasser nazionalizzò il canale di Suez e lo chiuse
alle navi commerciali di Israele, cominciando nel contempo un avvicinamento all'URSS. Israele, alleato a Francia e Regno Unito
(paesi degli azionisti della società di costruzione e gestione del canale), intervenne militarmente.

Nel 1956 scoppiò la seconda guerra arabo-israeliana: preoccupati del riarmo egiziano sostenuto dalla Cecoslovacchia, gli Israeliani,
appoggiati dal Regno Unito, Francia e USA, sferrarono un attacco preventivo contro l'Egitto riportando numerosi successi e
annettendo la Striscia di Gaza e la Penisola del Sinai. Il conflitto si risolse tuttavia grazie a una trattativa tra USA e URSS, che aveva
addirittura minacciato l'utilizzo del nucleare in difesa dell'Egitto.

Per il suo ruolo nell'imporre una soluzione pacifica,Lester Pearson ricevette il Premio Nobel per la Pace nel1957.

Nel 1967, scoppiò un nuovo conflitto (il terzo) fra Israele e i vicini Paesi arabi, denominato guerra dei sei giorni per la sua esigua
durata. Constatato che Egitto, Siria e Giordania stavano ammassando truppe a ridosso dei propri confini, Israele decise nuovamente
di optare per un attacco preventivo. Sotto il comando dei generali Ytzhak Rabin (Capo di Stato Maggiore) e Moshe Dayan (Ministro
della Difesa), dal 5 giugno 1967, in sole 6 ore Israele ridusse al silenzio le forze aeree nemiche, e in soli sei giorni sconfisse gli
eserciti dei tre paesi arabi, conquistando la Cisgiordania con Gerusalemme Est (che erano sotto l'amministrazione giordana), la
Penisola del Sinai, le Alture del Golan, laStriscia di Gaza, la Cisgiordania (Giudea e Samaria), occupando così vaste aree di territorio
al di fuori dei propri confini originari.

Dopo la guerra, Israele annesse non solo la città di Gerusalemme (6 km²), ma anche i villaggi cisgiordani circostanti (64 km²). I
palestinesi residenti nei territori annessi, e a Gerusalemme Est, non ottennero i pieni diritti dei cittadini israeliani, ma solo quelli
riconosciuti ai 'residenti permanenti' nello Stato di Israele; partecipano alle elezioni amministrative, ma non alle politiche per la
Knesset (Parlamento)[36].

Nel 1973 Egitto e Siria attaccarono a sorpresa Israele nel giorno della festività ebraica dello Yom Kippur. Nei primi giorni di
conflitto, denominato oggi appunto guerra del Kippur, i due paesi arabi ebbero la meglio ma, dopo una fase di stallo, le truppe
israeliane riuscirono a riprendere il controllo della situazione e a rovesciare le sorti del conflitto, ricacciando egiziani e siriani di là
dalle posizioni iniziali. Fu la quarta guerra arabo-israeliana.
In seguito, nel 1978, con gli accordi di Camp David, Israele si impegnava a restituire la Penisola del Sinai, mentre l'Egitto si
impegnava al riconoscimento dello Stato di Israele affiancandosi agli USA, e uscendo (espulso) dalla Lega Araba. Con il trattato per
la prima volta si crearono normali relazioni diplomatiche fra Israele e uno dei Paesi confinanti.

Gerusalemme, capitale contestata


Gerusalemme è stata proclamata capitale d'Israele nel dicembre 1949[37] e confermata come tale, nel 1980, con la "legge
fondamentale" promulgata dallaKnesset.

Dall'inizio del 1950[37] in poi, quasi tutte le istituzioni governative israeliane furono trasferite a Gerusalemme Ovest, mentre alcune,
come il Ministero della Difesa, rimasero a T
el Aviv (città dalla quale Ben Gurion proclamò la nascita dello Stato d'Israele).

Le proclamazioni di Gerusalemme capitale di Israele non sono state riconosciute come valide dalla comunità internazionale, e sono
state anzi condannate da risoluzioni ONU non vincolanti, poiché la città di Gerusalemme comprende territori non riconosciuti
internazionalmente come israeliani. La Corte Internazionale di Giustiziaha confermato nel 2004 che i territori conquistati dallo Stato
di Israele oltre la "Linea Verde" del 1967 continuano a essere definiti "territori occupati", e dunque con essi anche la parte est di
Gerusalemme, annessa da Israele nel 1980. A rimarcare questa situazione, tutti gli Stati che hanno rapporti diplomatici con Israele
non mantengono le proprie sedi diplomatiche a Gerusalemme, ma in genere Tel
a Aviv o nelle immediate vicinanze.

Nel 2006 gli unici due Stati che avevano una propria ambasciata a Gerusalemme, El Salvador e Costa Rica, hanno notificato al
governo israeliano la decisione di spostare le proprie rappresentanze diplomatiche verso Tel Aviv; successivamente a tale notifica, El
Salvador l'ha spostata a Herzliya Pituach (sobborgo di Herzliya, città fondata da coloni sionisti nel 1924 e che prende il nome da
Theodor Herzl), e Costa Rica a Ramat Gan (sobborgo di Tel Aviv). Il Congresso degli Stati Uniti ha richiesto da diversi anni lo
[38]
spostamento dell'ambasciata daTel Aviv a Gerusalemme, ma nessuno dei governi succedutisi ha messo in atto tale decisione.

Il 6 dicembre 2017 il presidente statunitense Donald Trump ha espresso l'intenzione di spostare l'ambasciata americana a
Gerusalemme, precisando che essa "è la capitale di Israele"[39] e sollevando perciò reazioni negative in quasi tutta la comunità
internazionale, segnatamente da parte di quei paesi islamici che apertamente appoggiano la causa palestinese.

[40]
Israele rimane senza capitale nelle mappe prodotte e distribuite dall'ONU.

Gli interventi militari in Libano

Il processo di pace
Gli accordi di pace di Camp David (1978) fra Israele ed Egitto furono preceduti
dalla storica visita di Anwar Sadat, presidente egiziano, alla Knesset a Gerusalemme
il 19 novembre 1977. Anwar Sadat e Menachem Begin ricevettero il Premio Nobel
per la Pace 1978, ma Sadat fu ucciso da fondamentalisti islamici il 6 ottobre 1981.
Comunque, il ritiro di Israele dai territori egiziani occupati (Sinai) si completò come
previsto nel 1983; da allora la pace ha tenuto, e l'Egitto ha spesso mediato fra Israele
e i palestinesi.

Tra Israele e la Giordania il trattato di pace fu siglato a Wadi Araba il 26 ottobre Yitzhak Rabin e Yasser Arafat si
1994 da re Hussein di Giordania e Yitzhak Rabin; la pace ha tenuto da allora. stringono la mano e firmano gli
Accordi di Oslo, con Bill Clinton
Gli accordi di Oslo tra Israele e l'OLP, conclusi il 20 agosto1993 da Mahmud Abbas dietro di loro, 1993
e Shimon Peres e firmati a Washington il 13 settembre da Yasser Arafat, Yitzhak
Rabin e Bill Clinton, erano stati preceduti dalla prima Intifada (1987-1993). Yasser
Arafat, Yitzhak Rabin e Shimon Peres ricevettero il Premio Nobel per la Pace nel 1994, ma Rabin fu ucciso da un estremista ebreo
nel 1995. Gli accordi istituirono l'Autorità Nazionale Palestinese. La seconda Intifada (2000) sancì il fallimento del processo avviato
a Oslo. Nel 2005, Israele si è ritirato dalla Striscia di Gaza, lasciando completamente il territorio nelle mani delle autorità
palestinesi.[41]

Geografia
Israele si trova all'estremità orientale del Mar Mediterraneo. Il territorio sovrano
internazionalmente riconosciuto, esclusi cioè tutti i territori occupati nel 1967, ha
una superficie di circa 20 770 km², di cui il 2% sono acque.[8] Il territorio sottoposto
alla legge dello Stato di Israele, inclusi cioè Gerusalemme Est e il Golan, ha una
superficie di 22 072 km².[42] Il territorio sotto controllo israeliano, inclusi cioè i
territori occupati, ha una superficie di 27 799 km².[43]

Morfologia
Saline nel Mar Morto
Il territorio israeliano è prevalentemente arido e desertico.

Presenta a ovest, parallela alla costa, una pianura (HaShefela o HaSharon) fertile e
ricca d'acqua, che ospita il 70% della popolazione. Al centro si estende una zona
occupata da colline e altopiani, i monti della Giudea, che attraversano in lunghezza
tutto il Paese. Mentre i versanti occidentali scendono dolcemente verso il
Mediterraneo, quelli orientali precipitano verso la valle del fiume Giordano. La
stretta valle, solcata dal Giordano, si trova al confine con i Paesi vicini: è parte della
Great Rift Valley che prosegue con il Mar Morto, Wadi Araba, il golfo di Eilat (o
golfo di Aqaba) e il Mar Rosso. A sud si estende il Negev, un territorio in prevalenza
desertico, che occupa circa la metà della superficie del Paese; alla sua estremità sud
si trova l'unico sbocco al mare non mediterraneo. Tipici del Negev e della adiacente Visione del monte Tabor
penisola del Sinai sono i crateri erosivi (makhteshim),[44] di cui il più ampio del
mondo è il cratere Ramon,[45] lungo 40 km e largo 8 km.[46]

Le montagne più importanti sono il Monte Meron che si trova nell'Alta Galilea e il
Monte Ramon (o Makhtesh Ramon) situato nel deserto del Negev. Altri rilievi sono
il Monte Carmelo sopra Haifa e il Monte Hermon (occupato dal 1967) da cui scende
il Giordano.

Idrografia
Il fiume principale è il Giordano, che nasce dal Monte Hermon; ne appartiene a Deserto del Negev
Israele solo la parte del corso superiore, segnando per il resto il confine tra la
Giordania e i Territori occupati palestinesi; a esso tributano corsi d'acqua di modeste
dimensioni, a regime spiccatamentetorrentizio, che tendono a prosciugarsi nella stagione secca.

Altro fiume con portata cospicua è ilYarkon (115 km), che scende nelMar Mediterraneo vicino a Tel Aviv.

È incluso quasi interamente in territorio nazionale il lago di Tiberiade (Kinneret), mentre il Mar Morto bagna Israele solo nel settore
orientale ed è prossimo al punto più basso del pianeta.

Clima
Pur essendo un paese di modeste dimensioni, vi sono discrete differenze climatiche da zona a zona, e le temperature variano molto,
specie durante l'inverno.
La costa ha un tipico clima mediterraneo, con estati lunghe, calde e asciutte e inverni freschi e piovosi. Il caldo è anche maggiore
nella valle del Giordano, dove nel 1942 furono registrati 53,7 °C (kibbutz Tirat Zvi)[47], un record per l'Asia. Sulle alture, invece, il
clima è da fresco a freddo e umido, comprese precipitazioni nevose (a Gerusalemme almeno una volta l'anno,[48] sul monte Hermon
per gran parte dell'anno).

Da maggio a settembre le precipitazioni sono rare[49][50]; da novembre a marzo il clima è relativamente umido.

Ambiente
La scarsità d'acqua ha spinto Israele a sviluppare svariate tecnologie di risparmio idrico, inclusa l'irrigazione a goccia.[51]
L'abbondanza di insolazione ha invece spinto Israele a sviluppare le tecnologie per lo sfruttamento dell'energia solare, la cui
produzione pro capite è prima al mondo.[52]

Lo Stato di Israele è molto attivo nella tutela dell'ambiente naturale in regioni periferiche, anche tramite l'opera del Keren Kayemeth
LeIsrael.

Demografia
Israele obbliga tutti i suoi cittadini a dichiarare o a farsi attribuire la propria appartenenza religiosa. Sulla base di tali dati - che
vengono riportati sulle carte d'identità - vengono riconosciuti doveri differenziati: gli arabi musulmani sono esentati dalla leva
[53][54]
obbligatoria, che è invece prevista per i Drusi e i Circassi.

Popolazione
La popolazione è aumentata a partire dal secondo dopoguerra grazie all'arrivo di numerosi immigrati, provenienti, a ondate
successive, dall'Europa continentale, dai Paesi arabi, dall'ex Unione Sovietica e dall'Africa.

Le zone più popolate sono quelle costiere, dove il territorio è più fertile. La massima densità demografica si riscontra nei distretti di
Tel Aviv e di Gerusalemme.

Etnie
Secondo il CIA Factbook del 2005[55], che riportava stime del 1996, in Israele la popolazione sarebbe stata composta da un 80,1% di
ebrei (di cui solo poco più di un quarto nato in Israele) e il 19,9% di non ebrei, prevalentemente arabi.

Secondo il più recenteCIA Factbook del 2007,[8] che riporta stime del 2004, in Israele la popolazione sarebbe così suddivisa:

Ebrei 76,4% (ad aprile 2015, 74,9%[4][5]), così suddivisi:

nati in Israele 67,1%


nati in Europa e America 22,6%
nati in Africa 5,9%
nati in Asia 4,2%

non ebrei 23,6% (principalmente arabi)


Nel dicembre del 2006, secondo l'Ufficio Centrale di Statistica israeliano, vi sono in Israele 7,1 milioni di abitanti. Di questi il 76%
sono ebrei e il 20% arabi; il 4% sono classificati comealtri.[56]

Un sondaggio del dicembre del 2006, svolto per conto del Center for the Campaign Against Racism, ha evidenziato che metà della
popolazione ebraica israeliana ritiene che lo Stato debba favorire l'emigrazione dei cittadini arabi.[57] Agli inizi del dicembre 2008 il
ministro degli esteri Tzipi Livni, principale esponente del partito Kadima e come tale candidata alle vicine elezioni politiche del
febbraio 2009, ha affermato che dopo l'eventuale costituzione di uno Stato palestinese, alla popolazione araba di cittadinanza
israeliana (circa 1 400 000 persone) verrà chiesto di trasferirsi in questo. La dichiarazione ha suscitato le proteste dei deputati arabo-
israeliani e del presidente palestineseAbu Mazen.[58][59]
Lingue
Israele ha due lingue ufficiali, l'ebraico e l'arabo.[60]

In Israele viene parlata anche la lingua russa: grazie ad una massiccia immigrazione
proveniente dall'Unione Sovietica, il russo viene parlato come lingua madre da una
grossa fetta degli israeliani, che raggiunse addirittura il 20% della popolazione totale
del Paese nel 1989.[61] Nel 2017 c'erano circa 1,5 milioni di israeliani russofoni su
[62] La stampa e i siti web
un totale di 8.700.000 abitanti (17,25% della popolazione).
israeliani pubblicano regolarmente materiale in lingua russa.

Segnaletica multilingue (inlingua


Religione ebraica, araba, inglese e russa) al
Ministero dell'Interno/Ministero
Secondo il Libro dei fatti della CIA americana del 2007,[8] che riporta stime del
dell'Immingrazione a Haifa.
2004, in Israele la popolazione sarebbe così suddivisa:

Ebrei 76,4% (ad aprile 2015, 74,9%[4][5])


Musulmani 16%
Arabi cristiani 1,7% (per i cattolici vedi Chiesa cattolica in Israele)
Altri cristiani 0,4%
Drusi 1,6%
Altri (Bahai, ecc.): 3,9%
Secondo l'Ufficio Centrale di Statistica israeliano, nel 2005 la popolazione era
suddivisa tra un 76,1% di ebrei, un 16,2% di musulmani, 2,1% cristiani, e 1,6%
drusi, con il rimanente 3,9% (principalmente immigrati dall'ex Unione Sovietica)
non classificati per religione. Tra gli arabi residenti in Israele l'82,7% era L'avviso multilingue (inglese, ebraico,
arabo e russo) sul chiusino della fibra
musulmano, l'8,4% druso e l'8,3% cristiano[63].
ottica a Tel Aviv.
Il 16 settembre 2014 il ministro dell'Interno israeliano, Gideon Sa'ar, ha disposto che
gli uffici dell'anagrafe registrino come «aramei» quegli israeliani cristiani che non
vogliono più qualificarsi come arabi[64]. Secondo le disposizioni del ministero
dell'Interno, possono richiedere di essere identificati come «aramei» solo i maroniti,
i greco-ortodossi, i greco-cattolici e i cattolici della Chiesa sira[65].

Secondo una statistica internazionale del 2015, Israele è l'ottavo paese meno
religioso al mondo con il 65% degli israeliani che si definisce non religioso (57%) o
ateo (8%).[66][67][68][69]
Ebrei pregano al Muro del pianto a
Cultura Gerusalemme.

Folclore e cultura di massa


La variegata cultura israeliana deriva dalla diversità della sua popolazione: ebrei provenienti da tutto il mondo hanno portato con sé le
proprie tradizioni religiose e culturali, dando vita a un originale melting pot. Israele è il solo paese al mondo in cui la vita è
organizzata secondo il calendario ebraico: il giorno di riposo ufficiale è il sabato (con inizio dopo il tramonto del venerdì) e le
vacanze sono determinate dalle feste ebraiche. La consistente minoranza araba ha pure influenzato la cultura di Israele, soprattutto
nella cucina, nella musica e nell'architettura.

Musica
La musica israeliana rivela influenze da tutto il pianeta: la scena musicale offre vari tipi di musica come la musica jazz, la pop, la
rock, la classica e più importante di tutte quella klezmer e i suoi sottogeneri come la musica yemenita, le melodie hassidiche, la
musica araba, la musica greca...

Le tipiche canzoni popolari ("Canzoni della Terra d'Israele") narrano le esperienze dei pionieri del Sionismo nella prima metà del XX
secolo.

Tra le orchestre, la più prestigiosa della zona è la Israel Philharmonic Orchestra, fondata negli anni 30, che tiene più di 200 concerti
l'anno. Fra i musicisti classici di fama internazionale i più noti del genere tipo klezmer vi sono Itzhak Perlman, Pinchas Zukerman,
Daniel Barenboim e Giora Feidman.

I cantanti pop israeliani più noti a livello internazionale sono l'interprete Noa, la cantante e attrice Ofra Haza, la cantautrice franco-
israeliana Yael Naim e Asaf Avidan; piuttosto conosciuti sono ancheSarit Hadad, Rita e il rapper Subliminal.

Israele è nota per i molti artisti EDM, soprattutto nel genere della Psycheledic Trance, che nel paese riscuote un grande successo. Gli
esponenti di questo genere più noti all'estero sono il duoInfected Mushroom.

È molto sviluppata anche la scena metal, benché questo genere sia talvolta ostracizzato in quanto percepito come oltraggioso nei
confronti della religione[70]. Le due band più note a livello internazionale sono gli Orphaned Land (noti per i testi che si esprimono a
favore della pace fra Israele e Palestina, spesso suscitando controversie[71][72]) e i Melechesh (band black metal con testi riguardanti
la mitolgia mesopotamicae la mistica ebraica[73]). Entrambe le band rientrano nel cosiddetto "oriental metal", che introduce strutture
[74].
mediorentali nelle forme classiche dell'heavy metal (e sottogeneri)

Israele ha partecipato alloEurovision Song Contestquasi ogni anno a partire dal1973, vincendo tre volte e ospitandola due volte.

Ogni estate dal 1987 a Eilat si tiene il Red Sea Jazz Festival, un evento internazionale.

Lettere
Israele ha due lingue ufficiali: la lingua ebraica e la lingua araba. Sono molto diffusi anche la lingua inglese, la lingua russa e la
lingua francese nonché lo spagnolo e l'yiddish.

Israele continua la forte tradizione teatrale della cultura Yiddish in Europa orientale. A Tel Aviv l'Habima, fondato nel 1918, è la più
antica compagnia teatrale ed è teatro nazionale.

La letteratura israeliana è principalmente (85%) poesia e prosa scritta in lingua ebraica, parte della sua rinascita come lingua parlata a
partire da Eliezer Ben Yehuda (metà del XIX secolo); la produzione letteraria è pubblicata anche in yiddish, ladino, inglese e arabo.
Durante la settimana del libro ebraico, che si tiene ogni giugno, oltre a fiere, letture pubbliche e conferenze ha luogo la consegna del
Premio Sapir, il principale premio letterario di Israele. Nel 1966Shmuel Yosef Agnon condivise il premio Nobel per la letteratura con
Nelly Sachs (ebrea tedesca). Altri autori israeliani noti all'estero sono: Abraham Yehoshua, Amos Oz, Yoram Kaniuk, Aharon
Appelfeld, David Grossman, Uri Orlev, Meir Shalev, Benjamin Tammuz, Emile Habibi (con doppia cittadinanza palestinese e arabo-
israeliana).

È da ricordare inoltre la figura diHaim Nachman Bialik, comunemente riconosciuto come il poeta nazionale d'Israele.

Comunicazioni
La stampa è diffusa e indipendente; fra i maggiori quotidiani:

Jerusalem Post, liberal-nazionalista, anglofono


Haaretz (Il Paese[75][76]), liberal-progressista, online anche in versione inglese
Maariv (Sera), popolare
Yediot Aharonot (Ultime Notizie), popolare a grande tiratura
HaTzofe (L'Osservatore), sionista religioso
Globes, economico-finanziario
Israeli, gratuito
Israel HaYom, gratuito
Yated Neeman, haredi
Sono attive numerose emittentitelevisive e radiofoniche. Tra le radio più seguite, per la tempestività con cui fornisce notizie urgenti e
l'affidabilità dei suoi servizi, vi è laIsrael Army Radio, gestita dalle Forze Armate (Tsahal).

All'inizio del 2009, Reporters Sans Frontières nel suo "Press freedom index" riporta la stampa israeliana al 46º posto su 173 paesi e
territori[77]; come peraltro segnala la medesima organizzazione, per effetto delle situazioni di conflitto, l'accesso di giornalisti
stranieri, nella striscia di Gaza (Operazione Piombo fuso) di inizio 2009, è stato fortemente limitato, se non direttamente
impedito.[78].

Archeologia e architettura
Israele è sede di numerosi scavi archeologici di scuola israeliana, e di scuole straniere, di archeologia biblica e di archeologia
paleocristiana. Tra questi siti, Masada è Patrimonio dell'Umanitàdal 2001, i tell di Megiddo, Hazor e Be'er Sheva dal 2005.

Dal 1981 la Città Vecchia di Gerusalemmee le sue mura sono Patrimonio dell'Umanità.

Tel Aviv, la città bianca, è un esempio di architettura razionalista in stile Bauhaus (movimento moderno), Patrimonio dell'Umanità
dal 2003.

Sono Patrimonio dell'Umanità anche la Città vecchia diAcri dal 2001 e la Via dell'incenso - città nel deserto del Negevdal 2005.

Musei
Israel Museum, a Gerusalemme, ospita irotoli del Mar Morto e una collezione di arte ebraica ed europea.

Yad Vashem, a Gerusalemme, è il museo nazionale sullaShoah.

Beth HaTefutsoth (il museo della Diaspora), nel campus dell'Università di Tel Aviv, è un museo interattivo dedicato alla storia delle
comunità ebraiche nel mondo.

Altri musei a Gerusalemme: il Museo Herzl, il Museo delle Terre della Bibbia, il Museo Rockfeller e il Museo dell'Arte Islamica.
Altri musei a Tel Aviv: il Museo di Eretz Israel, ilMuseo della Haganah, il Museo delle Antichità, il Museo d'Arte Moderna.

Nel Negev, nei pressi del kibbutz di Lahav, c'è il Museo dei Beduini e della cultura beduina.

Istruzione e ricerca
Secondo le Nazioni Unite, Israele ha il più alto tasso di durata degli studi e di scolarizzazione del Medio Oriente, e in Asia è al
vertice con Corea del Sud e Giappone. La Legge sull'Istruzione Statale, approvata nel 1953, istituì cinque tipi di scuole: laiche di
stato (il più vasto), religiose di stato, ultra-ortodosse, di kibbutz/moshav, e in lingua araba. L'obbligo scolastico va dai 3 ai 18 anni,
diviso in materna, primaria (1º-6º), media (7º-9º) e superiore (10º-12º), al termine del quale si sostiene un severo esame di maturità o
baccalaureato (Bagrut).

Israele è il terzo paese al mondo per numero di laureati (20% della popolazione), anche grazie al fatto che il 40% degli immigrati
dall'ex Unione Sovietica negli anni 90 erano laureati. Israele ha prodotto quattro vincitori di Premio Nobel ed è fra i primissimi paesi
al mondo per articoli scientifici pubblicati pro capite. Nel 2003, Ilan Ramon divenne il primo astronauta israeliano. Israele ha otto
università pubbliche, sussidiate dallo Stato:

Università Ebraica (Gerusalemme), la più antica d'Israele (1918), sede della Biblioteca Nazionale,
Technion-IIT (Haifa), fondato anch'esso prima dell'indipendenza (1924),
Weizmann Institute of Science(Rehovot), fondato prima dell'indipendenza (1934) e aperto solo a studi post-laurea,
Università Bar-Ilan (Ramat Gan), fondata nel 1955 e l'unica religiosa (ma comunque sionista),
Università di Tel Aviv (Tel Aviv), fondata nel 1956,
Università di Haifa (Haifa), fondata nel 1963,
Università Ben Gurion del Negev(Beersheba), fondata nel 1969,
Accademia di belle arti Bezalel
Open University (Tel Aviv), fondata nel 1974 per gli studenti a distanza.
Nel rapporto dell'Adva Center[79] (istituto indipendente di analisi politica israeliano) del maggio 2011 vengono evidenziate le
disparità caratteristiche dello Stato di Israele.

Il secondo paragrafo del rapporto si apre con queste parole: «Israele è un classico caso di un Paese in cui gli indicatori
macroeconomici sono buoni, ma la maggior parte delle famiglie non è invitata alla festa di fine anno. Israele ha uno dei più alti livelli
di povertà tra i paesi dell'Ocse, uno dei più alti tassi di disuguaglianza e una delle peggiori performance nei test internazionali sul
livello di istruzione».[80]

A Gerusalemme è presente anche l'università arabaAl Quds University, fondata nel 1984.

Festività nazionali

Data Nome Significato


5 di Iyar Yom HaAtzmaut Proclamazione dello Stato di Israele, il 14 maggio 1948
6 di Kislev Ben Gurion Day Celebrazioni in onore del fondatore dello Stato di IsraeleDavid Ben Gurion
10 di tishri Yom Kippur Giorno dell'Espiazione

Economia
Israele ha una economia di mercato mista ed è considerato uno dei paesi più avanzati del Medio Oriente e di tutta l'Asia per quanto
riguarda il progresso economico e industriale, nonché uno di quelli più competitivi[81] e dove è più semplice fare affari[82] e creare
nuove imprese. Nel 2012 il PIL (PPP) era pari a 260,9 miliardi di $ (49º al mondo) e il PIL pro capite (PPP) era pari a 33 878 $ (25º
al mondo). Dal 2010 aderisce all'OCSE, organismo di cooperazione fra paesi democratici e a economia di mercato. Malgrado la
limitatezza delle risorse naturali, lo sviluppo dei settori industriale e agricolo, protrattosi per decenni, ha reso Israele ampiamente
autosufficiente per la produzione alimentare, eccetto per le granaglie e per le carni. Israele è un grande importatore di idrocarburi,
materie prime, equipaggiamenti militari. Per l'export, si distingue per frutta, verdura, farmaceutici, software, chimici, tecnologia
militare, diamanti. È un leader mondiale per la conservazione dell'acqua e per l'energia geotermica. Fin dagli anni settanta, Israele
riceve aiuto economico dagli Stati Uniti d'America, in particolare per sostenere il debito estero, il debito pubblico e le spese
militari.[83]

Agricoltura
Dotato di scarse risorse idriche, il paese non è ambiente favorevole a una grande agricoltura. I coloni ebraici hanno saputo sviluppare
una tecnologia irrigua che ha moltiplicato la produttività di ogni litro d'acqua imponendo la propria agricoltura come modello
insuperato di efficienza di irrigazione. Agronomi e ingegneri di Israele vantano il titolo di creatori delle metodologie di "irrigazione a
goccia", più in generale delle tecniche di "microirrigazione". Seppure l'acqua disponibile per l'agricoltura continui a diminuire, gli
agricoltori israeliani la usano con efficienza crescente, dedicandola a colture di sempre maggiore pregio, primizie, fiori, piante di
vivaio. Il primato tecnologico consente, peraltro, di sopperire al calo delle vendite di prodotti agricoli con la vendita crescente di
impianti sempre più sofisticati, richiesti, con ilknow how relativo, in tutto il mondo[84].

Attualmente i terreni israeliani, che per una delle leggi fondamentali (Basic Laws, che nel loro insieme svolgono più o meno la
funzione di una Costituzione) di Israele non possono essere venduti (se non a ebrei che abitano all'estero), per il 92% sono proprietà
dello Stato, del Fondo Nazionale Ebraico o dell'Amministrazione Israeliana dei Terreni. Detti terreni possono essere affittati a lungo
termine (99 anni) solo a ebrei. Gli arabi israeliani non possono tuttora far parte di comunità agricole collettive, i moshav e i kibbutz
(occorre ricordare che i kibbutz, pur essendo laici, sono istituzioni legate all'ebraismo; i non ebrei possono esservi ospitati ma non
farne parte come membri effettivi, come accade per molte organizzazioni legate alla Chiesa cattolica nei confronti dei non cattolici).

Industria
Il settore industriale israeliano si è da sempre caratterizzato per la presenza di piccole aziende nei settori tradizionali e di poche grandi
aziende in quelli di tecnologia avanzata. Per la sua competenza nella produzione e ricerca info-telematica, Israele è stato paragonato
alla Silicon Valley (Silicon Wadi). Intel e Microsoft hanno creato qui i loro primi centri di ricerca e sviluppo fuori degli USA, e anche
IBM, Cisco Systems e Motorola hanno strutture qui. Dal 1948 in avanti, gli Israeliani, per difendersi da vicini ostili, hanno sviluppato
una forte industria militare che ora è avanzatissima (dovuta a ripetuti embargo, anche da parte di alleati). Una percentuale molto alta
del bilancio nazionale è stata destinata al mantenimento dell'esercito e alla ricerca scientifica per ottenere armi sempre più potenti e
sofisticate. Israele ora è in grado di fabbricare senza aiuto esterno armi nucleari, missili, aerei da combattimento e una grande varietà
di armi leggere.

Altri settori sviluppati sono quelli dell'aeronautica e della robotica. La lavorazione dei diamanti costituisce un'industria fiorente
avviata da immigrati ebrei provenienti da Amsterdam e specializzati nel taglio delle pietre preziose.

Le risorse minerarie ed energetiche sono quasi inesistenti, dal momento che il sottosuolo è privo di materie prime. Sia il carbone, sia
il petrolio sono importati; il petrolio proviene quasi esclusivamente dall'Egitto, Paese con cui Israele intrattiene rapporti privilegiati
dal 1982. Un oleodotto lungo 260 km collega Eilat con Ashkelon. Molto utilizzata è l'energia solare, che copre il fabbisogno del 27%
della popolazione come fonte di riscaldamento.

Grazie alle ottime infrastrutture di ricerca scientifica è di buon livello anche l'industria chimico-farmaceutica.

Trasporti
Per quanto riguarda i trasporti e le comunicazioni, un'articolata rete di strade unisce le varie parti del Paese. I porti di Eilat sul Mar
Rosso, di Ashdod e di Haifa sul mar Mediterraneo sono i più trafficati. L'aeroporto Ben Gurion, vicino a Tel Aviv, assorbe quasi tutto
il traffico aereo del Paese.

La rete ferroviaria israeliana si sviluppa attorno a una dorsale nord - sud Naharia - Haifa - Tel Aviv - Beersheva, con rami verso est
(Gerusalemme via Latrun e Zin, presso il Mar Morto). La rete è a trazione diesel; i treni sono frequenti e ragionevolmente
confortevoli, ma la velocità operativa è piuttosto bassa. È in costruzione una linea ad alta velocità tra Tel Aviv e Gerusalemme, la cui
apertura è prevista per la fine del 2017.[85]

Turismo
Il turismo benché comprensibilmente ostacolato dalle condizioni geopolitiche, che inducono a protocolli di sicurezza sensibilmente
elevata, in particolare quello religioso, è un cespite industriale di grande rilievo, anche per merito del clima gradevole e
dell'importanza storica-artistica dei siti archeologici tuttora esistenti. In tale cornice, spicca la funzione strategica della compagnia di
bandiera El Al, sia come vettore internazionale, sia per i collegamenti interni.

Politica
Israele è una repubblica parlamentare, basata sul multipartitismo e su elezioni a suffragio universale cui partecipano tutti i cittadini
che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età. Non è previsto l'istitutoreferendario.

La separazione dei poteri è assicurata nel modo seguente:

Il potere legislativo spetta allaKnesset (Assemblea nazionale), composta da 120 deputati MK)( eletti ogni quattro
anni con sistema proporzionale (con applicazione del metodo D'Hondt), nelle liste dei partiti. Alle elezioni legislative
non è previsto il voto di preferenza. Il territorio costituisce un unico collegio elettorale ed è prevista una soglia di
sbarramento (dal 1996 fissata al 2%).
Le elezioni parlamentari si tengono ogni quattro anni, ma la Knesset può essere sciolta anticipatamente in seguito a una decisione
assunta dalla maggioranza dei suoi componenti.

Il Presidente di Israele (in Ebraico: ‫נשיא המדינה‬, Nesi HaMedina, lett. "Presidente dello Stato") è il Capo dello Stato israeliano ed è
eletto dalla Knesset per un mandato di sette anni non rinnovabile. La sua funzione è puramente rappresentativa, essendo l'esercizio
del potere esecutivo delegato nella sua interezza al Primo Ministro. La sua residenza ufficiale è nella capitale di Israele,
Gerusalemme.[86]

Il potere esecutivo è affidato al Primo ministro, che di regola è il leader del partito o della coalizione maggioritaria in
Parlamento. Egli forma il governo nominando i ministri. Dal 1996 al 2003 il Primo ministro è stato scelto con elezione
popolare diretta. La sua residenza ufficiale è nella capitale di Israele,Gerusalemme.
Il potere giudiziario è affidato a una Corte Suprema. I suoi 15 giudici sono nominati da una commissione di nove
membri di cui 3 giudici, 4 politici e 2 avvocati. In pratica, questa commissione designa automaticamente i candidati
scelti dai giudici stessi.
Israele non ha una "costituzione" redatta in unico documento, ma più leggi fondamentali. Le funzioni del governo sono basate sui
regolamenti della Knesset, sulle convenzioni costituzionali e sulla Dichiarazione di Indipendenza dello Stato di Israele.

Elezioni
Il Parlamento israeliano (Knesset) ha 120 membri, eletti per quattro anni con sistema proporzionale in un unico collegio nazionale.
Nel tempo è stata introdotta, e variata, una soglia di sbarramento. Sono elettori tutti i cittadini maggiorenni (18 anni). Il voto è per
lista, senza preferenze. Determinato il numero di seggi spettanti a ogni lista, i candidati risultano eletti secondo l'ordine in cui
appaiono nella lista.

L'elezione diretta del Primo Ministro rappresenta un caso particolare negli ordinamenti dello Stato, distinguendosi generalmente tra le
elezioni presidenziali e quelle parlamentari.
Questo ordinamento è stato istituito in Israele nel 1996 ed è stato mantenuto fino al 2003.

Il Presidente nomina il Primo Ministro sulla base dei risultati elettorali, dopo essersi consultato con i leader della coalizione
vincitrice; unica eccezione a questa prassi si è avuta tra il 1996 e il 2001, quando l'elezione del Primo Ministro è avvenuta
disgiuntamente da quella delKnesset.

Il termine ebraico utilizzato per designare il Primo Ministro è Rosh HaMemshala (in Ebraico: ‫ראש הממשלה‬, letteralmente Capo del
Governo), denominazione applicata anche per i Primi Ministri stranieri, occasionalmente sostituita dal termine inglese "premier".

L'attuale Presidente è Reuven Rivlin.

Sistema legale
Israele non ha una Costituzione scritta, sebbene il punto B della Risoluzione n. 181 dell'Assemblea dell'ONU, che aveva sancito la
divisione del Mandato Britannico in uno Stato ebraico e in uno arabo[29], lo richiedesse. Hanno funzione di norme materialmente
costituzionali la Dichiarazione d'Indipendenza del 1948 (sebbene non costituisca in senso tecnico una "legge") e le Leggi base della
Knesset. Nel 2003, a partire da queste, la Knesset ha cominciato a redigere una costituzione, che è comunque respinta per ragioni di
principio dai partiti religiosi non sionisti.[87]

L'obiettivo del servizio sanitario nazionale, garantire uguali cure sanitarie a tutti i residenti del paese, è stato deciso con una legge
base nel 1995.

Il sistema legale di Israele combina il diritto romano dell'Europa continentale, la common law inglese e le leggi religiose
dell'Ebraismo. Si fonda sul principio del precedente (stare decisis) e del processo accusatorio e impiega (anziché giurie) giudici
professionali e indipendenti, nominati da un comitato composto da giudici della Corte suprema, avvocati e parlamentari.
Il sistema giudiziario è articolato in tre livelli di giudizio: la maggior parte delle città ospita un tribunale, mentre in cinque dei sei
distretti (vedi sotto) sono istituiti tribunali distrettuali (sia d'appello sia di prima istanza) e a Gerusalemme siede Corte
la Suprema (sia
di ultimo appello sia di cassazione e di fatto costituzionale).

Pena di morte
La pena di morte, dal 1954, non è più in vigore, tranne per genocidio e altri crimini contro l'umanità, crimini di guerra, alto
tradimento, crimini contro il popolo ebraico e tradimento militare[88], quando ritenuta giusta dal tribunale: è stata applicata solo una
volta, nel 1961, nei confronti del criminale nazista Adolf Eichmann, il cosiddetto "Architetto dell'Olocausto". Anche un altro nazista,
John Demjanjuk, fu condannato a morte nel 1988, ma il verdetto fu annullato nel 1993. Questi due casi, tra l'altro di cittadini
stranieri, sono le uniche sentenze pronunciate contro civili. Ci sono state alcune condanne di militari, ma nessuna è stata eseguita.

Matrimonio e cittadinanza

La disciplina matrimoniale
La disciplina dell'istituto matrimoniale è rimessa alle confessioni religiose cui gli sposi appartengono, le cui autorità esercitano la
relativa giurisdizione, mentre non esiste il matrimonio civile[89]. Il matrimonio religioso ha quindi validità automatica; i matrimoni
misti non sono ammessi in Israele poiché, in materia matrimoniale, quando uno dei due cittadini contraenti il vincolo è ebreo, la
competenza giuridica è della Rabbanut HaRashi (Rabbinato Centrale). Alcuni israeliani (in genere atei o non ebrei) che desiderano
sposarsi con rito civile (solitamente poiché hanno un coniuge non ebreo, le coppie ebree atee usano la tradizionale cerimonia per
appartenenza etnica) spesso si recano all'estero (la giurisdizione israeliana prevede il riconoscimento di tutti i matrimoni esteri a chi
ne faccia richiesta), come ad esempio nella vicina Cipro o negli Stati Uniti. Anche i matrimoni cristiani e musulmani sono
riconosciuti, e sono più facili da celebrare (ad esempio il cattolicesimo non chiede necessariamente la conversione per il coniuge di
altra religione). Ci sono state alcune proposte di legge per il matrimonio civile. Nella città di Tel Aviv sono possibili le unioni civili,
esibendo il solo certificato di residenza (compresi gli arabi): si tratta a tutt'oggi della forma giuridica più vicina al matrimonio civile.
Anche il divorzio e' di competenza dei tribunali religiosi ed e' quindi previsto per ebrei e mussulmani e sono ammesse le unioni
omosessuali (con riconoscimento dell'eventuale matrimonio contratto all'estero in quanto, come spiegato altrove, attualmente in
[90]
Israele non vengono celebrati matrimoni civili, ma vengono riconosciuti quello celebrati all'estero).

Passaporto
Gli arabi che al 1948 risiedevano sui territori di costituzione dello Stato di Israele e i loro discendenti, sono cittadini israeliani a tutti
gli effetti, allo stesso livello degli ebrei. Hanno il passaporto e possono liberamente espatriare, ma a causa del loro Stato di
cittadinanza hanno limitazioni a poter accedere in Cisgiordania. Sono circa 1 400 000. Lo Stato di Israele finanzia, ai musulmani che
hanno cittadinanza israeliana, ilpellegrinaggio (Hajj) alla Mecca[91].

Gli abitanti di Gerusalemme Est, dopo l'occupazione israeliana del 1967, hanno ottenuto la carta d'identità israeliana come "residenti
permanenti". Non sono però considerati cittadini israeliani, ma possono muoversi liberamente sia in Israele sia in Cisgiordania. Nel
gergo burocratico sono chiamati "arabi blu" (dal oc lore del documento) e sono circa253 000.

Gli abitanti della Cisgiordania e della Striscia di Gaza hanno il passaporto palestinese, di colore verde. Il documento viene rilasciato
dall'Autorità Nazionale Palestinese (ANP), ma con l'autorizzazione israeliana. Non possono entrare in Israele, se non con uno
speciale permesso rilasciato dalle autorità israeliane, come d'altronde tutti gli stranieri che necessitano del visto, europei e americani
compresi. Le visite ai parenti detenuti in Israele sono state autorizzate ai palestinesi di Gaza nel luglio 2012, dopo che erano bloccate
dal 2007 in seguito al sequestro di Gilad Shalit e allo Stato di guerra con la Striscia.[92] I palestinesi sotto l'ANP sono circa
1 980 000.

L'acquisizione della cittadinanza


Secondo la controversa legge contro i matrimoni misti del 2003, confermata dalla
corte suprema, un/una ebreo/a israeliano/a che sposa un/una palestinese all'estero
non può richiedere né il riconoscimento del matrimonio né la cittadinanza per il
coniuge (solo la residenza e solo in caso di motivi umanitari). Non esiste invece, a
livello legale, alcun impedimento per un cittadino ebreo di sposare all'estero una
cittadina israeliana di etnia araba-palestinese e religione musulmana, e viceversa, e
far riconoscere il proprio matrimonio; il figlio risulterà comunque cittadino
israeliano.[93] Occorre distinguere tra l'ebraicità della persona e il suo status di
cittadino: benché Israele sia "stato ebraico" un cittadino non deve essere per forza
ebreo per essere riconosciuto tale, poiché esso è comunque uno stato laico. La
questione ha evidenti ricadute giuridiche, dal momento che la cittadinanza israeliana
non viene data automaticamente al coniuge: tuttavia, a seguito dellalegge del ritorno
(che assegna la cittadinanza a tutti gli ebrei), non viene applicata a livello di
giurisdizione civile la regola religiosa secondo cui può essere data la qualifica
automatica di ebreo al neonato dalla sola madre, secondo la tradizionale regola
ebraica (non applicata dall'ebraismo riformato), ma la cittadinanza può essere Un passaporto israeliano
acquisita con un padre o un nonno di riconosciuta appartenenza ebraica.[94] Il
coniuge ottiene un permesso di soggiorno e la residenza permanente e deve
richiedere poi la naturalizzazione, per la quale occorre risiedere ufficialmente per tre anni dei cinque prima della richiesta sul suolo
israeliano (tranne per gli ebrei di nascita o convertiti, che la ottengono automaticamente). La cittadinanza può essere trasmessa anche
da genitore non ebreo, a patto che abbia il passaporto israeliano. uTtti gli abitanti dello Stato a partire dalla fondazione (con eccezione
dei palestinesi che se sono andati via come profughi), compresi gli arabi, e i loro discendenti, hanno diritto alla cittadinanza. I figli di
cittadini israeliani e cittadini di qualunque altra nazionalità, ottengono quindi automaticamente la cittadinanza.[94] Di solito è
ammessa la doppia cittadinanza; se si è precedentemente cittadini di paesi che non l'ammettono, occorre rinunciare alla precedente
nazionalità.[95]

Suddivisione amministrativa
Israele è suddiviso in sei distretti principali, conosciuti in ebraico come mehozot (singolare: mehoz) e tredici Sottodistretti conosciuti
come nafot (singolare: nafa). Schema dei sei distretti:

Distretti di Israele
Abitanti
Superficie
Distretto Capoluogo nel Abitanti Densità
(km²)
capoluogo
Settentrionale o Galilea Nazaret 73.659 4.478 1.279.200 285,66
Haifa Haifa 271.000 864 913.000 1.056,71
Centrale anche Piana o Valle di Sharon Ramla 65.300 1.293 1.854.900 1.434,57
Tel Aviv Tel Aviv 1.295.000 176 1.295.000 7.357
Gerusalemme Gerusalemme 805.000 652 945.000 1.449,39
Meridionale o Idumea Be'er Sheva 194.800 14.231 1.106.900 77,78
Giudea e Samaria o Cisgiordania (Stato di
Ramallah 118.400 5.860 2.163.000 369
Palestina)
Striscia di Gaza già Filistea (Stato di Palestina) Gaza 450.000 360 1.650.000 4.583

Lista dei distretti con relativo capoluogo e relativi Sottodistretti:

Distretto di Gerusalemme(Mehoz Yerushalayim). Capitale distrettuale:Gerusalemme


Distretto Settentrionale (Mehoz HaTzafon), o Galilea.

Capitale distrettuale: Nazaret

Sottodistretti
Zefat.
Kinneret.
Yizre'el.
San Giovanni d'Acri.
Golan.
Distretto di Haifa(Mehoz Hefa).

Capitale distrettuale: Haifa

Sottodistretti.
Haifa.
Hadera.
Distretto Centrale (Mehoz HaMerkaz), anche Piana o Valle di Sharon.

Capitale distrettuale: Ramla

Sottodistretti.
Sharon.
Petah Tiqwa.
Ramla.
Rehovot.
Distretto di Tel Aviv (Mehoz Tel-Aviv).

Capitale distrettuale: Tel Aviv-Yafo

Distretto Meridionale (Mehoz HaDarom), o Idumea.

Capitale distrettuale: Be'er Sheva


Sottodistretti:
Ashqelon.
Be'er Sheva.
Distretto di Giudea e Samaria(Mehoz Yehuda VeShomron), ovvero la Cisgiordania.

Città principale: Ma'ale Adumim.

Diritti umani
La legge base (di rango costituzionale) "Libertà e Dignità Umana" tutela i diritti umani, sociali, civili e politici. La maggiore
organizzazione israeliana per i diritti umani èB'Tselem.

Quando si analizzano i diritti umani in Israele, molte ONG concordano sul fatto che è importante mantenere la distinzione tra Israele
e i territori sotto occupazione israeliana, ricordando comunque che si tratta di un teatro di guerra, in perenne emer
genza.

[96]
Sono più di duecento le risoluzioni ONU che deplorano la deportazione di Palestinesi da parte di Israele.

Diritti civili e politici in Israele


Israele è una democrazia in cui trovano riconoscimento i diritti civili e politici, di libertà d'espressione[97] e di economia di
mercato.[98]
Israele, considerato senza territori occupati, è classificato come "libero" da Freedom House; nel 2014 il punteggio era 2 per le libertà
[99]
civili e 1 per i diritti politici, dove 1 è la situazione migliore e 7 la peggiore.

La minoranza araba residente in Israele lamenta discriminazioni ai suoi danni, sia nella quotidiana pratica amministrativa sia nel
mantenimento in vigore di normative formalmente neutrali ma di fatto discriminatorie. A giudizio degli assertori del concetto di
democrazia etnica, Israele costituirebbe un esempio della stessa.[100] Per quanto riguarda i non ebrei che vivono entro i confini di
Israele del 1948, i diritti umani sono garantiti: sono presenti in parlamento numerosi partiti arabi, ci sono ministri arabi nel governo e
un giudice della corte suprema è arabo.

Diritti degli omosessuali


Israele è l'unico paese del vicino oriente dove le unioni omosessuali celebrate all'estero sono riconosciute con gli stessi diritti delle
unioni civili presenti in altri paesi[90]. Dal 2005 alcuni tribunali israeliani hanno concesso il diritto di adottare il figlio del
partner[101].

Territori occupati
Diversa la situazione per i territori palestinesi occupati sotto amministrazione Israeliana, cioè parte della Cisgiordania ("West Bank"),
Gerusalemme est e, fino al 2005, la Striscia di Gaza. Qui vengono riportate violazioni dei diritti umani a causa della continua
espansione degli insediamenti israeliani, l'aumento delle restrizioni per l'economia palestinese a causa della barriera di separazione
israeliana nella Cisgiordania, gli attacchi dei coloni israeliani contro i civili palestinesi, l'embar
go imposto dall'esercito israeliano, e le
[102][103][104]
continue incursioni e operazioni militari degli ultimi anni da parte di Israele.

Freedom House ha classificato per l'ultima volta i "territori occupati da Israele" come unità a sé nel 2010, ed erano considerati "non
liberi", con il punteggio di 6 sia per i diritti civili sia per quelli politici, dove 1 è la maggiore libertà e 7 la minore.[105] Dal 2011 la
Cisgiordania è considerata interamente, tenendo conto sia dei territori amministrati da Israele sia di quelli amministrati dallo Stato di
Palestina[106]; nel 2014 era "non libera" con il punteggio di 5 per i diritti civili e 6 per quelli politici.
[107]

Per quanto riguarda i circa 1,8 milioni di palestinesi che vivono nei territori occupati nel 1967, e tuttora governati in maggioranza da
Israele (Gerusalemme est e West Bank) i diritti sono quelli di un popolo sotto occupazione militare[108] anche se bisogna notare che,
a partire dagli Accordi di Oslo, circa il 98% della popolazione palestinese vive sotto la giurisdizione diretta dell'Autorità Nazionale
Palestinese.

L'arcivescovo anglicano Desmond Tutu, una delle figure di maggiore spicco nella lotta contro l'apartheid in Sudafrica, ha criticato
ripetutamente il trattamento dei palestinesi da parte di Israele, definendo anche questo una forma di apartheid.[109][110] Lo stesso
paragone è stato fatto nel novembre 2008 anche dal presidente dell'assemblea dell'ONU Miguel d'Escoto Brockmann, durante un
incontro nell'ambito della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese. D'Escoto Brockmann ha anche definito la
non esistenza di uno Stato palestinese e la continua situazione di tensione in medio oriente "Il più grande fallimento nella storia delle
Nazioni Unite".[111][112]

In Cisgiordania, utilizzando leggi diverse, in particolare ottomane, e la possibilità


stabilita dopo il 1967 di dichiarare statale il territorio occupato da nazioni
"nemiche", Israele ha ottenuto il controllo di parte dei terreni, che usa per costruire e
ampliare colonie.[113]

La neutralità di questa voce o sezione


sull'argomento Asia è stata messa in dubbio.
Motivo: Evidente unilateralità e documentazione
faziosa e poco affidabile.
Un posto di controllo israeliano.
Il ministro degli Interni israeliano, Ophir Pines-Paz, ha dichiarato nel 2005 che la
politica verso i cittadini arabi è caratterizzata da 'discriminazione istituzionale'.
Buona parte del territorio intorno a paesi e villaggi arabi israeliani è stato confiscato o dichiarato 'zona verde', in cui è vietato
costruire; le case costruite senza permesso vengono distrutte (questo non avviene
invece nel settore ebraico del Paese). Da quando lo Stato di Israele è sorto, sono stati
istituiti 700 paesi e villaggi per ebrei;non uno per i cittadini arabi. Decine di villaggi
arabi, che già esistevano nel 1948, non sono riconosciuti dallo Stato di Israele; non
ricevono quindi acqua, elettricità, fognature, non sono collegati alla rete fognaria e a
quella stradale, e sono sotto la continua minaccia di essere demoliti.Questa minaccia
[114], le cui coltivazioni sono state
è particolarmente concreta per i beduini del Negev
distrutte con prodotti chimici nel 2003.
Posto di controllo vicino alla città di
Ramallah. I fondi destinati alle scuole per bambini arabi sono, in rapporto alla popolazione,
[115].
molto inferiori a quelli destinati alle scuole per bambini ebrei

Molto peggiore è la situazione dei palestinesi dei Territori Occupati. Israele accorda un trattamento preferenziale agli abitanti ebrei
delle colonie in Cisgiordania e a Gerusalemme Est per quanto riguarda la costruzione di case e i servizi municipali. A Gerusalemme
[116].
Est, questo avviene malgrado i palestinesi paghino le medesime imposte

Per ammissione stessa della municipalità, molte delle politiche attuate a Gerusalemme, fin dal 1967, hanno lo scopo di ridurre la
popolazione non ebraica; come mostrano le organizzazioni per i diritti umani, palestinesi e israeliane; ciò avviene riducendo le zone
[117]
in cui ai palestinesi è permesso costruire, confiscando loro terreni e demolendo loro le case.

Nei primi tre anni della seconda intifada, Israele ha distrutto più di 3 000 case e centinaia di edifici pubblici e di negozi palestinesi,
oltre a vaste aree di terreno agricolo. Decine di migliaia di palestinesi sono rimasti senza casa o privi di una fonte di reddito. Molte
distruzioni sono causate dal costruire, la cosiddetta 'barriera di separazione', sita per il 90% in territorio palestinese, per facilitare il
passaggio tra Israele e gli insediamenti israeliani (illegali, in base alla legge internazionale[118]). Nei Territori Occupati, i palestinesi
non possono costruire su terra dichiarata 'statale'; nessuna restrizione, viceversa, è imposta ai coloni israeliani.

Nei Territori Occupati valgono leggi diverse per i coloni e per i palestinesi. L'uso di sistemi legali differenti, a seconda della
nazionalità, ricorda il sistema dell'apartheid sudafricano. Se i coloni commettono reati sono sottoposti alla legge penale israeliana per
i civili; se li commettono i palestinesi, i tribunali di Israele applicano la legge penale giordana
o quella militare israeliana.

Nel 1999 la Corte Suprema israeliana ha vietato l'uso della forza fisica negli interrogatori. Secondo il Public Committee Against
Torture in Israel (PCATI), un'organizzazione israeliana per i diritti umani, l'uso della tortura è tuttavia continuato anche negli anni
successivi.

Nei Territori Occupati i soldati israeliani hanno ripetutamente usato civili palestinesi, minori compresi[119], come scudi umani[120],
ciò che è esplicitamente vietato dall'articolo 28 della Quarta Convenzione di Ginevra.

Con le uccisioni e le distruzioni di case compiute a Gaza durante la seconda intifada, secondo l'organizzazione israeliana per i diritti
umani Adalah l'esercito israeliano ha compiuto crimini di guerra[121]. Distruggere case viola l'articolo 147 della Quarta Convenzione
di Ginevra[122],[121].

Migliaia di detenuti palestinesi presenti nelle carceri israeliane sarebbe trattenuti per motivazioni politiche (circa 5 600 stimati nel
2003), in parte (circa 530 sempre nel 2003 e 817 nel 2008[123]) sono in regime di "detenzione amministrativa", vale a dire senza che
sia stato fissato un processo. Il fatto che spesso Israele, nell'ambito dei colloqui di pace, liberi alcune decine o centinaia di questi
prigionieri come "gesto di buona volontà", è stato indicato come una prova del fatto che queste detenzioni avvengono senza un reale
motivo.[123] In alcuni casi gruppi umanitari come Amnesty International hanno ricevuto segnalazioni di maltrattamenti, torture e
negazione di assistenza legale.[124][125] Nell'aprile 2008, il Vicepresidente del Parlamento Europeo, Luisa Morgantini, ha definito
quello nelle carceri un «trattamento umiliante e degradante. Gli interrogatori sono svolti in modo inumano e talvolta costituiscono
follamento».[126]
una forma di tortura. Il cibo scarseggia e vi sono gravi problemi di sovraf

Un rapporto ufficiale israeliano ha riconosciuto che i servizi segreti hanno torturato detenuti palestinesi durante la prima intifada, fra
il 1988 e il 1992.[127] Uno dei metodi è lo scotimento, che nel 1995 ha causato la morte di un detenuto. Secondo Yitzhak Rabin,
questo metodo è stato usato contro 8 000 prigionieri[128] Il 4 dicembre 2008 il Consiglio per i diritti umani dell'ONU, dopo due anni
di ricerche sul territorio israeliano, ha prodotto un rapporto in cui si chiedeva a Israele di sospendere le "pratiche di tortura fisica e
mentale" sui detenuti palestinesi e di rimuovere il blocco alla Striscia di Gaza.[129][130][131] Pochi giorni dopo la presentazione del
rapporto, il 15 dicembre, Israele ha negato il rinnovo del visto di ingresso a Richard Falk, docente di diritto internazionale
all'Università di Princeton e rappresentante delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi. Falk, uno degli autori del
rapporto, era stato criticato dalle autorità israeliane (che avevano fin da allora preannunciato il non rinnovo del visto di ingresso) già
nella primavera del 2008, dopo la sua assegnazione all'incarico (che doveva durare 6 anni), quando aveva paragonato la situazione tra
israeliani e palestinesi a quella tra nazisti ed ebrei.[132][133][134]

Dal 2003, Israele vieta l'unificazione famigliare agli israeliani[135] (in grandissima maggioranza cittadini arabi dello Stato), e ai
[135]
palestinesi che abitano a Gerusalemme Est, se il coniuge risiede in Cisgiordania o nella Striscia di Gaza.

In Cisgiordania ci sono ora più di 500 posti di blocco.[136][137] Anche le ambulanze sono talvolta soggette a controlli di sicurezza:
secondo fonti palestinesi riprese dal WHO, tra il 2000 e il 2005 61 donne avrebbero partorito presso dei posti di blocco, il che
avrebbe contribuito a causare la morte di 28 neonati[138], prevalentemente tra il 2000 e il 2001.[138] Occorre dire tuttavia che questi
blocchi sono stati motivati dal fatto che le ambulanze sono state utilizzate anche per trasportare esplosivi e terroristi suicidi in
territorio israeliano.

La condizione di disagio creata dai posti di blocco è il riflesso diretto dello Stato di conflitto tra arabi e israeliani, che ognuna delle
due parti usa anche come strumento politico. Da un lato lo Stato di conflitto e rischio giustifica, e costringe, lo Stato di Israele a
tenere in piedi un complesso e costoso sistema di controllo, dall'altra il sistema di controllo grava sulla popolazione palestinese, e non
solo per le ambulanze (notizia chiaramente di impatto nell'immaginario propagandistico, e un po' meno nel reale), ma anche (e
soprattutto) per il costante logorio di rallentamento delle funzioni civili ed economiche della comunità palestinese, che viene così
tacitamente ricambiata, in pieno, dei costi che il governo di Israele è costretto a subire.

Politica estera
Lo Stato d'Israele è riconosciuto da una forte
maggioranza degli Stati del mondo (161 su 192 nel
2007), in coerenza con la risoluzione n. 181 delle
Nazioni Unite del 29 novembre 1947. Israele è
membro dell'ONU ma non di altre organizzazioni
internazionali come laNATO.

A causa della questione palestinese, Israele è in uno


Stato di costante tensione con una grande maggioranza
di Stati arabi. Israele, come stato, non viene Relazioni diplomatiche con Israele
riconosciuto da nessuno dei paesi islamici, con le relazioni diplomatiche

eccezioni della Turchia, della Giordania, dell'Egitto e mai nessuna relazione diplomatica

della Mauritania con i quali intrattiene normali relazioni diplomatiche sospese e l'anno di sospensione

relazioni diplomatiche; le relazioni diplomatiche con


la Turchia si sono però molto inasprite nel 2010 e con
l'espulsione dell'ambasciatore nel2011. Alcuni paesi arabi (p.es. Marocco, Qatar) intrattengono relazioni diplomatiche a basso livello
o informali, così come la Costa Rica (dal 2010). Cuba ha interrotto i rapporti a causa dell'alleanza stretta di Israele con gliStati Uniti.

Le seguenti 34 nazioni non hanno relazioni diplomatiche uf


ficiali con Israele (al 2011):

Africa: Algeria, Ciad, Comore, Gibuti, Guinea, Libia, Mali, Niger, Somalia, Sudan
Americhe: Bolivia (dal 2009), Cuba (1981), Venezuela (2009)[139]
Asia Orientale: Corea del Nord,
Asia del Sud: Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Maldive, Pakistan
Sud-est asiatico: Brunei, Indonesia, Malesia
Asia occidentale: Iran (1979), Iraq, Libano, Kuwait, Oman, Arabia Saudita, Siria, Emirati Arabi Uniti, Yemen, Bahrein
La Repubblica Democratica Araba dei Sahrauie Taiwan non riconoscono Israele, né sono membri delle Nazioni
Unite. Taiwan ha rapporti molto informali e ufficiosi con Israele.
Alcuni esponenti politici e alcuni partiti europei hanno proposto che Israele venga ammessa, qualora lo desideri, all'interno
dell'Unione europea.

Forze armate
I militari di Israele sono raggruppati nelle Forze unificate della Difesa d'Israele (IDF, Israel Defense Forces), conosciute in ebraico
con l'acronimo Tzahal (‫)צה"ל‬.

Diversamente dall'organizzazione delle forze armate negli altri paesi, la Marina e l'Aeronautica israeliana sono subordinate
all'Esercito. Ci sono altre agenzie governative paramilitari che si occupano dei differenti aspetti della sicurezza d'Israele (come il
MAGAV e lo Shin Bet) e civili con compiti di difesa, comeAman e il Mossad, i servizi segreti esterni di Israele.

Le IDF sono considerate come la forza militare più forte nel Medio Oriente e sono quelle che hanno maggior esperienza pratica,
avendo difeso il proprio paese in più di cinque conflitti. I punti di forza delle IDF sono l'alta qualità dell'addestramento e l'uso di
armamenti tecnologicamente evoluti, prima importati dagli Stati Uniti, ora prodotti in Israele, che dispone di un'avanzata industria
militare.

La maggior parte degli israeliani, maschi e femmine, sono chiamati alle armi all'età di 18 anni. Il servizio obbligatorio è di tre anni
per gli uomini e di 20 mesi per le donne. A seguito del servizio obbligatorio, gli uomini israeliani diventano parte delle forze di
riserva dell'IDF e solitamente sono tenuti a servire per parecchie settimane ogni anno come riservisti, fino ai loro 40 anni.

Per gli Arabo-israeliani il servizio militare è facoltativo. I Circassi e i Beduini si arruolano attivamente nell'IDF. Dal 1956, i Drusi
vengono considerati come israeliani sotto coscrizione, su richiesta della comunità drusa. Gli uomini che studiano a tempo pieno nelle
istituzioni religiose possono ottenere un rinvio della leva; la maggior parte degli ebrei Haredi, i cosiddetti ultraortodossi estendono
questi rinvii fino a raggiungere un'età in cui sono troppo vecchi per la coscrizione. Israele non dispone nel suo ordinamento di una
legge sull'obiezione di coscienza. Sono esonerati ipacifisti dichiarati solo se giudicati tali da una speciale commissione non militare e
le donne che si dichiarano religiosamente osservanti. I refusenik sono coloro i quali rifiutano di prestare servizio per motivi politici
legati all'occupazione della West Bank. Vengono giudicati dalla Corte marziale e rischiano pene detentive fino a un massimo di tre
anni. Alcuni gruppi di protesta, ad esempio di militari di leva o ex arruolati, e il partito di destra Israel Beytenu hanno proposto un
servizio civile obbligatorio per chi non è arruolato nelle forze armate, in particolare un lavoro svolto in ospedali, fra i vigili del fuoco,
o nella protezione dell'ambiente (come il "Servizio civile nazionale" facoltativo dell'Italia). In tale veste servirebbero il periodo di
leva gli arabo-israeliani, gli ebrei haredim e altri esonerati. Tale proposta ha suscitato le proteste dei sionisti religiosi e degli stessi
arabi in Parlamento.[140][141]

Armi nucleari israeliane


Israele è il sesto paese al mondo ad aver sviluppato armi nucleari[142][143][144]; non ha sottoscritto il trattato di non proliferazione
nucleare (TNP), insieme con altri paesi in possesso dell'arma atomica: India, Pakistan e Corea del Nord[145]. L'ex Direttore generale
dell'AIEA Mohamed ElBaradei considera Israele come uno Stato in possesso di armi nucleari[146], ma Israele mantiene una politica
nota come "l'ambiguità nucleare". Israele non ha mai ammesso ufficialmente di avere armi nucleari, mentre ha sempre dichiarato che
non sarà il primo paese a "introdurre" armi nucleari in Medio Oriente, lasciando ambiguo il significato di "introdurre" potrebbe
significare che non costruirà o che non userà. Nel 2006 il primo ministro Ehud Olmert ammise l'esistenza di armi nucleari Israeliane
in un'intervista alla televisione tedesca[147].

Nel maggio 2010 il Guardian ha pubblicato documenti rilasciati dal governo sudafricano che confermano l'esistenza dell'arsenale
nucleare Israeliano e rivelato che Israele tentò di vendere missili a testata nucleare al Sudafrica[144][148]. L'unico sospetto test
nucleare condotto da Israele è conosciuto come incidente
l' Vela.
Israele ha cominciato a sviluppare la sua tecnologia nucleare appena un anno dopo la sua fondazione nel 1948 e con il sostegno
francese cominciò segretamente la costruzione di un reattore nucleare e di un impianto di raffreddamento alla fine del 1950. Anche se
Israele ha costruito un'arma nucleare nel 1967-68, questo non è mai stato confermato pubblicamente, fino a quando Mordechai
Vanunu, un ex tecnico nucleare israeliano, rivelò i dettagli del programma nucleare militare alla stampa britannica nel 1986[149].
[150].
Israele si stima possa attualmente possedere tra le 75 e le 400 testate nucleari

Sport

Calcio
Il principale sport nazionale è il calcio. Il campionato israeliano di calcio è gestito dalla Federazione calcistica d'Israele (IFA), la
quale, per quanto il Paese sia geograficamente collocato in Asia, è affiliata dal 1994 all'UEFA. Conseguentemente, le squadre
calcistiche israeliane partecipano alle coppe europee, e la Nazionale di calcio d'Israele disputa le qualificazioni al Campionato
mondiale con le altre selezioni europee, oltre a prendere parte alle qualificazioni alcampionato europeo di calcio.

L'IFA fu istituita nel 1928, venti anni prima della fondazione dello Stato di Israele e durante il Mandato britannico della Palestina,
come "Associazione calcistica della Palestina/Eretz Israele". Nel1929 si affiliò alla FIFA e dal 1954 al 1974 fu iscritta all'AFC, prima
della sua espulsione, su pressione dei Paesi arabi.

Durante il periodo di iscrizione dell'IFA all'AFC, la Nazionale israeliana vinse la Coppa d'Asia 1964. Successivamente, si è
qualificata, per la prima (e finora unica) volta ai mondiali di calcio, nell'edizione del 1970 in Messico, dove fu eliminata al primo
turno.

Krav Maga
Un sistema di combattimento ormai diffuso in tutto il mondo, che trae origine in Israele è il Krav Maga (che significa combattimento
a contatto). Il Krav Maga non è uno sport, anche se la sua pratica può consentire al praticante di trarre benefici, dal punto di vista
psicofisico. Va considerato, in sostanza, come un metodo di difesa personale, che trae origine da altre arti marziali, tant'è che è
abbastanza utilizzato, in Israele e ormai in vari Paesi del mondo, anche da operatori della sicurezza, Forze Armate e di Polizia.

Pallacanestro
Molto popolare in Israele è anche la pallacanestro. Analogamente all'IFA, anche la Federazione cestistica d'Israele (IBBA), iscritta
alla FIBA dal 1939, è affiliata alla FIBA Europe.

La Nazionale di pallacanestro d'Israele vanta una partecipazione ai Giochi olimpici (17º posto a Helsinki 1952), due ai mondiali (8º
posto nel 1954 e 7° nel 1986), nonché 25 presenze all'Europeo (miglior risultato, il secondo posto conquistato nel1979).

La principale società cestistica israeliana è il Maccabi Tel Aviv, che, oltre a dominare da sempre il campionato nazionale (di cui ha
vinto 51 delle 60 edizioni finora disputate), ha vinto 6 volte Eurolega
l' e una volta la Coppa Intercontinentale.

Vela
Importanti risultati sono stati colti dallo sport israeliano nella vela, grazie, soprattutto, alle imprese di Gal Fridman. Dopo la medaglia
di bronzo ottenuta ad Atlanta 1996, Fridman è divenuto il primo atleta israeliano a vincere una medaglia d'oro olimpica, conquistata
ai Giochi di Atene nel 2004.

Judo
Cinque delle nove medaglie olimpiche conquistate da Israele vengono dal Judo, comprese le prime due in assoluto alle Olimpiadi di
Barcellona del 1992 vinte da Yael Arad (argento) ed Oren Smadja (bronzo). Dall'inizio degli anni 90 del secolo scorso questo sport ha
guadagnato costantemente popolarità tanto da rivaleggiare con il calcio come numero di praticanti (tra cui 60 000 bambini e
ragazzi)[151], da essere definito da alcuni "sport nazionale"[151][152] e da far guadagnare alla judoka Yarden Gerbi il titolo di Atleta
Israeliana dell'anno nel 2014[153].

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Bibliografia

Libri
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Eli Barnavi, Storia d'Israele. Dalla nascita dello Stato all'assassinio di Rabin
, Bompiani, 2001.
Tania Groppi, Emanuele Ottolenghi,Alfredo Mordechai Rabello(a cura di), Il sistema costituzionale dello Stato
d'Israele, Giappichelli editore, 2006, Torino.
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Claudio Vercelli, Breve storia dello Stato di Israele (1948-2008) , Carocci, Roma 2008.
Claudio Vercelli, Israele. Storia dello Stato (1881-2008).Giuntina, Firenze 2008.
Claudio Vercelli, Storia del conflitto israelo-palestineseLaterza, Roma-Bari 2010.

Saggi e articoli
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pp. 47–51
Aldo Baquis, Regno di Giudea vs. Stato d'Israele, in "Limes" n. 3, 2005
Emanuele Ottolenghi, Ebrei e Israeliani: due identità in una?, in "Limes" n. 4, 1995
Charles Urjewicz, La nuova aliyà: se gli israeliani parlano russo, in "Limes" n. 4, 1995
Alberto Castaldini, Il ruolo dell'ortodossia religiosa in Israele alla luce delle recenti elezioni
, "Aggiornamenti Sociali",
7-8 (1999), pp. 557 – 568
Matteo Miele, L'identità di Israele tra laicità e religione, in "Mondoperaio", numero 2, marzo-aprile 2008

Voci correlate
Presidenti di Israele
Ebrei
Primi ministri di Israele
Città di Israele
Letteratura israeliana
Grande Israele
Conflitti arabo-israeliani
Kibbutz
Territori palestinesi
Sionismo
Proposte per uno Stato di Palestina
Antisionismo
Neturei Karta
Eretz Israel
Passaporto israeliano
Dodici tribù di Israele
Pena di morte in Israele Storia degli Ebrei
Prostituzione in Israele Antisemitismo
Targhe automobilistiche israeliane Tempio di Gerusalemme
Cronologia della storia ebraica Monte del Tempio
Diaspora ebraica Giordano (fiume)
Dodici tribù di Israele

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Collegamenti esterni
Scheda di Israele dal sito Viaggiare Sicuri - Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI
(EN ) Ministry of Foreign Affairs, su mfa.gov.il.
(EN ) Israel Government Gateway, su info.gov.il.
(EN ) Prime Minister's Office, su pmo.gov.il.
(EN ) Ministry of Tourism, su goisrael.com.
(EN ) Ministry of Education, su education.gov.il.
(EN ) Ministry of Transportation, su mot.gov.il.
(EN ) Bureau of Statistics, su cbs.gov.il.
(EN ) The Knesset (Parliament), su knesset.gov.il.
(EN ) Israel Defense Forces site, su idf.il.
israele.net.
(EN ) Video - Arutz Sheva, su israelnationalnews.com.
Speciale Nuovi narratori israelianisu RAI Letteratura, su letteratura.rai.it.
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