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IE
VOCALI
Il sistema vocalico dall’IE (indoeuropeo) al GMC (germanico) subisce un impoverimento
rispetto alle 5 vocali brevi, 5 vocali lunghe e 6 dittonghi in IE, in GMC ci ritroviamo con un
sistema + semplice: 4 vocali brevi, 4 vocali lunghe e 3 dittonghi. Nelle vocali brevi non
abbiamo + una o (breve), nelle vocali lunghe non abbiamo + una ā ma è comparsa una seconda
ē la cui origine non è del tutto chiara.
Ci sono fenomeni già nel germanico comune che portano a riempire queste “caselle “ rimaste
vuote: fenomeno di ARMONIA VOCALICA (stesso concetto della metafonia palatale - processi
di assimilazione a distanza tra vocali accentate e vocali non accentate ). fenomeni
tipologicamente identici ma alcuni fenomeni sono diffusi in tutti i rami del germanico mentre
fenomeni come la metafonia palatale riguardano in tempi diversi le singole lingue
germaniche. Tra i fenomeni di armonia vocalica del germanico la u che si trova in sillaba
accentata nel germanico, quando era seguita nella desinenza, da una vocale bassa (a). C
(consonante) ù (sillaba accentata con la u) CC8 consonanti) a (vocale bassa) la u per questo
fenomeno di assimilazione a distanza , tenderà ad avvicinarsi alla a e diventerà una o. Ci
ritroviamo un sistema di 5 vocali brevi, la casella rimasta vuota a causa della fusione della o
(IE) con la a, viene riempita per gli sviluppi del germanico. Nel sistema delle vocali lunghe
invece abbiamo due ē. Nel germanico occidentale e settentrionale (ma non in quello orientale)
succede che la ē1 (derivata dall’indoeuropeo), si abbassa e diventa una vocale bassa (ash ->
æ). La ē2 spinge la ē1 che va a riempire la casella lasciata libera dalla ā dell’IE che si è fusa con
la ō.
i ū
ē2 ō
ē1
æ
In germanico occidentale e settentrionale quindi il sistema vocalico torna ad avere 5 vocali
brevi e 5 vocali lunghe .
C’è un contesto fonetico particolare dove questo frontamento non avviene: quando la a è
seguita da una nasale (n, m una qualunque nasale N).
aN quando la a è seguita da una nasale invece di palatalizzarsi la a (vocale bassa centrale)
si velarizza.
L’alfabeto anglosassone aggiunge la ash per spiegare la vocale bassa palatale ma non ha una
lettera particolare per indicare la a che si è velarizzata. Nei manoscritti però notiamo che i
copisti alternano liberamente la a e la o (vengono utilizzate a/o indistintamente).
La a del germanico quindi, generalmente diventa una vocale palatale ma se è seguita da una
nasale diventa una a/o.
GMC *a æ
a/oN
I DITTONGHI
Nell’evoluzione dall’IE al GMC c’è una riduzione notevole dei dittonghi GMC: ai, au, eu. Gli
altri 3 sono scomparsi (ei dell’IE va a fondersi con la ī, oi si fonde con ai e ou va a fondersi con
au).
GMC au - anglosassone: ea
*baun-az (germanico) (in tedesco diventerà baum albero) anglosassone: beam che
ancora oggi in inglese vuol dire “tronco/trave ecc.”
GMC eu (AGS) eo
Radice verbale * beud (germanico) anglosassone: beodan e in tedesco biotan.
Altri fenomeni:
METAFONIA PALATALE (v. appunti precedenti)
FRATTURA
DITTONGAZIONE PALATALE
DITTONGAZIONE PALATALE:
Quando in anglosassone troviamo una consonante palatale (esito di una velare), questa causa
un fenomeno di dittongazione della vocale palatale che la segue.
Es.
geban (germanico) gab (passato singolare). Prendiamo in considerazione la velare (g) la
velare essendo seguita da una vocale palatale si palatalizza = g diventa l’approssimante j.
Quando si palatalizza la velare, abbiamo la dittongazione della vocale che segue.
E ie
Ash (æ) ea (ea è anche l’esito del dittongo au!)
Es:
giefan (anglosassone) geaf
La consonante palatale causa questa apparente dittongazione della vocale palatale che segue.
FRATTURA:
Fenomeno che ancora una volta coinvolge le vocali palatali dell’anglosassone: i, e, æ (vocale
bassa palatale che indichiamo con la ash). Generalmente quando una di queste vocali
accentate palatali era seguita da una liquida + consonante (liquide: l -> laterale – r vibrante)
oppure quando era seguita da una fricativa velare sorda del germanico (X), avveniva un
fenomeno di DITTONGAZIONE = la i tende a diventare io, la e tende a diventare eo e la ash
tende a diventare ea.
lC
rC
i- io
e- eo
æ- ea
Es:
agg. GMC *ald - che in ANTICO TEDESCO diventa alt (vecchio) e in ANGLOSASSONE eald
(vecchio).
ald primo frontamento = la a diventa una palatale - vocale palatale seguita dal nesso
consonantico (liquida + consonante) angl: eald che per ulteriori sviluppi oggi ritroviamo in
old.
Es:
*kerd/kord (radice indoeuropea) (latino cordem: cuore) GMC: * Xert-
tedesco: herz anglosassone: indebolimento della fricativa velare a glottidale (h) ->
aspirazione (nesso liq+cons) heort (ANGS) attuale heart.
Ricapitolando:
Quando in una parola troviamo la grafia (AGS) <ea> -------- *au (esito di un dittongo
germanico).
-------- oppure dittongazione palatale di ash (æ).
-------- oppure può essere una frattura di ash (æ).