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00562 LETTERATURA ITALIANA

A. A. 2012/2013
Docente: Giardinazzo Francesco
Numero di crediti: 10

LETTERATURA TRA
PASSATO, PRESENTE E FUTURO
Il rapporto dei classici con la storia
Alex Pagnini
N matricola: 660470

Alex Pagnini

Letteratura tra passato, presente e futuro

Introduzione
Nellintroduzione al suo Perch leggere i classici, Italo Calvino afferma che classico ci che tende a relegare lattualit al rango di rumore di fondo, ma nello stesso
tempo di questo rumore di fondo non pu fare a meno e immediatamente dopo
aggiunge: classico ci che persiste come rumore di fondo anche l dove
lattualit pi incompatibile fa da padrona.
Queste due affermazioni vogliono essere allo stesso tempo punto di partenza e linea di arrivo di questo percorso, che si focalizza sul rapporto dei classici (e della
letteratura in senso pi ampio) con il tempo. Un rapporto analizzato da due punti
di vista diversi, ma in stretta relazione tra loro: in primo luogo il rapporto dei classici con la propria contemporaneit, quindi il loro distaccarsi dalla stessa per avvicinarsi a un tempo grande, che abbraccia passato, presente e futuro.
Tempo cronologico e tempo grande
Per prima cosa occorre definire il concetto fondamentale di tempo. Sul lato pratico,
il tempo pu intervenire nelle opere con diverse funzioni: pu rappresentare il
contesto, la cornice storica in cui la narrazione si svolge; pu essere identificato
come soggetto centrale, nel caso in cui tutta la vicenda si muova attorno al sistema
temporale in qualit di portatore di significati particolari; pu coincidere con il
concetto di velocit, nel momento in cui viene evidenziata la differenza tra tempo
della storia e tempo della narrazione.
Una simile analisi costituisce la premessa alla trattazione di Michail Bachtin in
Estetica e romanzo: il teorico della letteratura russo definisce nel concetto di cronotopo linterconnessione degli aspetti spaziali e temporali nelle opere letterarie e
ne analizza le diverse forme seguendo lo sviluppo delle variet di genere del romanzo europeo dallantica Grecia alla letteratura dinizio Cinquecento. Ne risulta
un quadro molto ben delineato, in cui il tempo assume di volta in volta ruoli diversi: se nel romanzo greco astratto e non lascia tracce, gi in quello romano assume
un valore concreto, ma rimane isolato rispetto al tempo storico. Dal Medioevo, e in
maniera ancor pi consistente nel Rinascimento, tale isolamento viene meno e il
contesto storico-sociale assume un ruolo fondamentale nella letteratura.
Ci spiegato chiaramente nelle osservazioni conclusive, in cui Bachtin analizza
lapproccio dellautore alla propria opera. Lautore, sostiene, guarda il componimento dal suo presente: un presente che comprende in primo luogo la sfera letteraria, e non esclusivamente della letteratura contemporanea, ma anche di quella
passata, che esercita unimportante influenza sul presente. Lo stesso incontro tra
passato e presente costituisce il contesto dellopera letteraria e della posizione
dellautore in essa, situazione fuori dalla quale risulta impossibile la comprensione
dellopera e dellintenzione dellautore.
In senso lato possiamo quindi definire il tempo come ununit che racchiude in s
levento che raccontato nellopera e levento stesso del raccontare, abbracciando
dunque lopera nella sua totalit e includendo in essa limmagine di tempo in quanto fattore esterno, oggetto e risultato della raffigurazione.

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Letteratura tra passato, presente e futuro

Il tempo dei classici


Questa idea di tempo grande si affianca e, allo stesso tempo, si contrappone al
concetto di cronotopo, delineando nelle opere un aspetto astorico o, per meglio dire, oltrestorico. Per analizzare questo carattere opportuno prendere in considerazione i classici della letteratura, quelle opere che si collocano per definizione tra
storia e oltrestoria.
In Futuro del classico Salvatore Settis spiega come nel corso del Novecento lo studio dei classici ha isolato due visioni di questi ultimi, non solo in senso letterario.
La prima cala il classico nella sequenza degli anni e degli eventi, lo connette indissolubilmente alla rete di relazioni storico-sociali del suo tempo e, quindi, lo isola
nella sua dimensione prettamente storica. La seconda visione rapporta il presente
del classico con il passato e il futuro fino ad arrivare a situare il classico in un contesto astorico e connotarlo come eterno sistema di valori universali, senza luogo e
senza tempo.
Tuttavia, Bachtin sostiene che vedere nel classico un sistema di valori ideali significa inevitabilmente considerare lideale come gi attuato e legare quindi lidea
dideale al passato, attribuendo al futuro una realt pi effimera, priva di concretezza. Si giunge, conclude, a preferire al futuro il passato, pi ponderabile e consistente, e ancora a prediligere al passato una dimensione eterna ed extratemporale,
nella quale si individua una contemporaneit assoluta.
Ma proprio tale contemporaneit assoluta costituisce una caratteristica specifica e
imprescindibile dei classici, che operano in una dimensione caratterizzata da una
pienezza del tempo in senso ampio, da un forte legame con il passato e con il futuro, senza il quale il presente e il contemporaneo perderebbero la loro unit e diverrebbero un conglomerato astratto di singoli eventi. Tuttavia appare impossibile
elevare il classico a modello tenendo in considerazione esclusivamente il tempo
grande: necessario osservare anche limportante rapporto dellunit artistica
con la realt in senso pi stretto e concreto e attribuire la giusta rilevanza al valore
cronotopico delle opere.
Dal giusto equilibro tra rapporto con la realt e ideale astratto, e pi in generale tra
astoricit e contemporaneit assoluta, deriva limportanza del classico come trait
dunion tra il passato e il presente che viviamo e come finestra su un futuro da costruire, rifacendosi a quellideale rappresentato, appunto, dai classici.
Il tempo e la storia in Poema senza eroe di Anna Achmtova
Il rapporto dellopera con le altre forme precedentemente esistenti fu preso in forte considerazione dalla scuola del formalismo russo, che nel primo Novecento si
serviva delle opere precedenti e contemporanee come premessa per la creazione
di nuove forme letterarie, che mettessero in ombra le precedenti e venissero inesorabilmente messe in ombra a loro volta da forme pi evolute.
Al pensiero formalista strettamente legato il movimento poetico dellacmeismo,
nato alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e poi sviluppatosi lungo tutto il Novecento nella Russia sovietica. Lidea di tempo come elemento chiave trova spazio

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nelle opere di grandi poeti che si riconoscevano in questo movimento, tra i quali
Osip Mandeltam, Nikolaj Gumilv e, soprattutto, sua moglie Anna Achmtova.
proprio in unopera di questultima che il tempo e la storia assumono un ruolo
determinante, dimostrato gi a partire dal titolo (come accadr poi per la raccolta
di poesie La corsa del tempo). Poema senza eroe, infatti, ci indica subito come il vero protagonista sia, in realt, il tempo considerato sotto tutti gli aspetti. Il poema
diviso in tre parti ineguali, ognuna delle quali percorre un periodo storico diverso:
per quanto riguarda il tempo storico si potrebbe dire, come ha osservato Kornej
ukovskij, che nel poema due sono gli eroi, due i Tempi. Due epoche polarmente
antitetiche e ostili luna allaltra. Ciascuna notevole perch si presenta come vigilia
deccezionali avvenimenti.
Le due vigilie sono il 1913 e il 1940, che indicano rispettivamente lultimo anno
della guerra dalla quale sarebbe nata la rivoluzione e lanno precedente
allapertura del fronte orientale durante la Seconda Guerra Mondiale. Su questi due
piani si svolge la vicenda, che narra il suicidio di un giovane innamorato di una bella donna e non corrisposto. Tratta da fatti realmente accaduti che gi in passato
avevano ispirato la Achmtova, la storia non coinvolta in uno svolgimento: la vicenda ferma nel tempo, viene evocata attraverso istantanee slegate che appaiono
allautrice durante la solitaria serata dellultimo dellanno del 1940.
Questa discontinuit nella narrazione fa s che i due piani temporali, che rappresentano passato e presente, si intersechino continuamente allinterno del poema,
apportando numerosi riferimenti al proprio momento storico. In Poema senza eroe
la storia entra prepotentemente nella poesia della Achmtova, rompendone la distintiva atemporalit. Lautrice tenta il recupero storico di un passato che sembrava ormai dimenticato e ne proietta le ombre sul proprio tempo presente, accostando in questo modo due epoche cariche di contenuti e di eventi decisivi per la storia
russa. Lopera si presenta, nella sua complessit, come sospesa tra lossessione del
passato e la reazione al presente, basata su un piano continuamente in movimento
che la memoria della stessa Achmtova, unica poetessa russa prerivoluzionaria
(oltre a Pasternk) ad aver continuato a scrivere in epoca sovietica.
Nella prefazione al poema lautrice si rivolge direttamente ai suoi lettori contemporanei, come a voler instaurare un rapporto ancora pi forte con il proprio presente, da opporre alla rievocazione del passato. Un passato che, per, viene ricordato nella dedica: la Achmtova dedica il suo poema alla memoria di coloro che
per primi lascoltarono. Anche la memoria, quindi, si presenta da subito come tema centrale, che si ripresenta pi volte allinterno del poema costituendone un sottofondo persistente. In questo fitto reticolo costituito da passato e presente, la
memoria si intreccia a sua volta con le vicende personali dellautrice: dopo
larresto e la morte di persone a lei molto vicine (tra cui il figlio e il marito), il rapporto con la realt divenne pi complesso. Raggiunto lideale di classicit dei grandi poeti russi, la Achmtova temeva di perdere il contatto con il tempo che mutava,
di non avere pi presa con una realt in continua evoluzione. Nei primi anni postrivoluzionari, spinta da questa paura, la Achmtova scrisse diverse raccolte di

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poesie in rapida successione, con forti riferimenti alla propria vita privata, ma senza che si notassero in esse sostanziali differenze. La Achmtova non aveva creduto
negli ideali della rivoluzione, era rimasta una poetessa radicata al passato prerivoluzionario, fino a essere definita relitto di un passato da seppellire. Della Achmtova era stato creato uno stereotipo del passato della poesia russa, contrapposto al
futuro riconosciuto in Majakovskij. Tuttavia, dopo la rivoluzione, la lirica achmatoviana sub una forte scossa: non pi condannata a ripetersi, assunse il ruolo di voce
del popolo. Il suo dolore divenne il dolore di tutti i russi che subivano le angherie
del regime.
Il modo in cui il poema radicato alla realt, pur mantenendo una certa dimensione oltrestorica, contribuisce a rendere Poema senza eroe un classico della letteratura russa e ad affiancare la Achmtova ai grandi scrittori russi del Novecento. Il
filo rosso che collega lopera al canone classico richiamato inoltre dai molteplici
riferimenti ai grandi classici (non solo della letteratura) presenti allinterno del
poema: vengono citati Faust, Don Giovanni, Casanova, Don Chisciotte, Lorenzo de
Medici, Bach, Botticelli.
Poema senza eroe di Anna Achmtova , quindi, un esempio di come i classici siano
quelle opere sospese tra passato, presente e futuro; quelle opere indissolubilmente
legate alla contemporaneit e allattualit e allo stesso tempo attive in una dinamica oltrestorica e ultrastorica, protagoniste di quel gi citato tempo grande che
racchiude tutti i cronotopi analizzati da Bachtin in una dimensione astratta ed
eterna.
Limportanza della storia nella lettura critica
Riprendendo Calvino, evidente come lattualit sia inevitabilmente il punto in cui
lo scrittore e il lettore devono situarsi per guardare in avanti o indietro, nel futuro
o al passato. Diventa fondamentale, quindi, stabilire dove e quando il classico viene
scritto e successivamente letto, per evitare di perdere il necessario rapporto dello
stesso con il tempo.
Risulta importante, a questo punto, osservare lanalisi del tempo e della storia
allinterno della lettura critica dei classici svolta da due scrittori del Novecento a
loro modo molto legati allattualit, quali Pier Paolo Pasolini e Italo Calvino.
Nel caso di Pasolini sono evidenti il suo interesse e il suo profondo rapporto con la
realt socio-politica del suo tempo. I suoi scritti militanti sono un esempio importante di letteratura in stretta relazione con il mondo reale e con la propria storicit.
Il fatto stesso di scrivere brevi saggi sulle pagine di un quotidiano quale il Tempo
conferisce agli scritti di Pasolini una ben delineata dimensione storica e temporale.
Non a caso, sia in Descrizioni di descrizioni sia nel successivo Scritti corsari i saggi
sono raccolti in successione cronologica, come a indicare che, se venissero estrapolati dal loro contesto storico e culturale, perderebbero qualsiasi valore critico e artistico. Pasolini, in veste di scrittore come in quella di regista, descrive la realt. Lo
fa esponendosi in prima persona e confrontandosi con gli altri e con il proprio

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tempo, spesso esprimendo forti critiche, ma sempre tenendo ben in considerazione


la dimensione storica delle proprie opere e, in qualit di critico, di quelle altrui.
Per quanto riguarda Calvino, il rapporto con il tempo e con la storia non altrettanto evidente. Calvino preferisce occultare la figura dellautore e non esporsi; egli
descrive la scrittura non come professione, ma come mestiere, che richiede tempo
ed legato allo stesso. Il punto di partenza delle sue Lezioni americane una riflessione sulla fine del millennio, sullo sviluppo della letteratura fino a quel momento e
sulle ipotesi di sviluppo nel nuovo millennio. Il suo breve resoconto sul secondo
millennio apre una finestra sul futuro, nel quale Calvino si dice fiducioso: tale fiducia fondata sulla consapevolezza che esistono valori che solo la letteratura pu
trasmettere.
Una simile riflessione costituisce la base di Per una biblioteca indispensabile, di Nicola Gardini. Il progetto di Gardini consiste nello scrivere un libro sullItalia migliore, avendo chiara cognizione di quella peggiore; e cercare nel passato, per amore della vita, perch la vita pi nel passato che nel presente. Per farlo sceglie il
2011, anno del centocinquantesimo anniversario dellunit dItalia, e scrive un catalogo (come lui stesso lo definisce) di cinquantadue classici della letteratura italiana. Gardini sceglie dichiaratamente di rinunciare agli schemi della storia letteraria, ma chiarisce subito che la lettura dei libri, a maggior ragione quella dei classici,
deve poggiare su una base storica. Tale base storica coincide con la tradizione, vale
a dire con i rapporti che i libri instaurano gli uni con gli altri. Il lettore, secondo
Gardini, deve essere in grado di riconoscere tali rapporti e deve utilizzarli per stabilire limportanza di determinati testi. Dal confronto con le opere passate, quindi,
deriva il valore umano e artistico del classico. In questa affermazione Gardini si
trova in perfetta sintonia con Calvino quando questultimo sostiene che un classico un libro che viene prima di altri classici; ma chi ha letto prima gli altri e poi
legge quello, riconosce subito il suo posto nella genealogia.
In questo caso il rapporto dei classici con il tempo emerge, in primo luogo, come
relazione tra i classici tra di loro e con la loro storicit, fino a diventare un parametro per la definizione del canone classico.
Il canone e la storiografia della letteratura
Il concetto di canone vive, infatti, a stretto rapporto con la storia letteraria.
Questultima lespressione della memoria storica collettiva. Secondo Luperini il
rapporto tra passato e presente non mai definitivamente fissato, ma in ogni momento subisce profonde trasformazioni: i mutamenti del presente si riflettono
allindietro e la rilettura del passato si ripercuote sulla cultura del presente. La storiografia letteraria esprime quindi la memoria selettiva di una comunit, che porta
nel tempo allaffermarsi di una tradizione letteraria, spesso oggetto di conflitti e
dibattiti.
Il ruolo del canone nello studio della letteratura consiste nel stimolare una coscienza critica nei confronti delle questioni storiche, filosofiche e letterarie del passato. Per avere un quadro chiaro del nostro presente necessario acquisire la sen-

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sibilit e la cultura della contemporaneit e riuscire a guardare il passato attraverso il punto di vista del presente. Senza la conoscenza dei caratteri della contemporaneit, lo studio del passato e la sua comparazione con il presente rischiano di diventare un esercizio inutile e noioso.
Conclusione
Tornando alle citazioni di Calvino da cui siamo partiti, dunque, possiamo aggiungere una nuova definizione.
classico ci che rende possibile una pi chiara visione del presente stimolando
una maggiore coscienza del passato e, viceversa, ci che attraverso la consapevolezza della contemporaneit consente una rilettura della storia.

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Bibliografia:
A. ACHMTOVA, La corsa del tempo: liriche e poemi, a cura di Michele Colucci, Torino,
Einaudi 1992
A. ACHMTOVA, Poema senza eroe, prefazione e traduzione di Carlo riccio, Torino:
Einaudi, 1966
M. BACHTIN, Estetica e romanzo, introduzione di Rossana Platone, Torino: Einaudi,
1997
I. CALVINO, Lezioni americane: sei proposte per il prossimo millennio, Milano: Mondadori, 1993
I. CALVINO, Perch leggere i classici, Milano: Mondadori, 1995
N. GARDINI, Per una biblioteca indispensabile: cinquantadue classici della letteratura
italiana, Torino: Einaudi, 2011
R. LUPERINI, Il canone del Novecento e le istituzioni educative, in Il canone letterario
del Novecento italiano, a cura di N. Merola, Soveria Mannelli: Rubbettino, 2000
P. P. PASOLINI, Descrizioni di descrizioni, a cura di Graziella Chiarcossi, Torino: Einaudi, 1979
P. P. PASOLINI, Scritti corsari, prefazione di Alfonso Berardinelli, Milano: Garzanti,
2003
S. SETTIS, Futuro del classico, Torino: Einaudi, 2004

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