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rilasciata il 07 marzo 2016 a Mirko Filippetto su unilibro.it
Le porte
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I edizione digitale: maggio 2013
ISBN 978-88-7625-203-7
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non credenti, una sfida: guardate, sembra dire, quale forza rac-
chiusa nellanimo di chi ha fede; non di chi ha fede in un Dio
lontano, ma di chi, pur consapevole dei limiti dellumano, ha fede
in se stesso poich scopre nel proprio spirito loriginaria somigli-
anza col divino. Solo costui si potr sempre sentire libero di
fronte a tutti i potenti di questo mondo.
Gi prima della rivoluzione, Berdjaev aveva cominciato a
elaborare una filosofia cristiana della libert16, la cui idea prin-
cipale che Dio ha bisogno della libert umana per realizzare gli
scopi della Creazione. Lillustrazione pi profonda di questa
intuizione contenuta, secondo Berdjaev, nella Leggenda del
Grande Inquisitore, inserita da Dostoevskij nei Fratelli Kara-
mazov, l dove un Cristo silenzioso appare di fronte al sommo
sacerdote, e questi insorge, in nome della felicit umana, contro
limpegnativa fede predicata da Ges. Dio, commenta Berd-
jaev, ha creato un ordine pieno di dolore. Ha imposto alluomo il
peso intollerabile della libert e della responsabilit, mentre
lInquisitore vorrebbe imporre un ordine in cui non vi siano pi
n dolori n responsabilit, ma neppure libert17. E prosegue:
La libert dello spirito umano non compatibile con la felicit
degli uomini. La libert aristocratica, esiste per pochi eletti. E il
Grande Inquisitore accusa Cristo perch, onerando gli uomini con
una libert superiore alle loro forze, Egli ha agito come se non li
amasse. Per amore degli uomini sarebbe stato necessario privarli
della libert [...] Il Grande Inquisitore indignato dalla natura
aristocratica della religione Licenza
di Cristo [...] E accusa Cristo di
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2 In questo volume p. 7.
Licenza
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rilasciata il 07 marzo 2016 a Mirko Filippetto su unilibro.it
VI
come il dio russo. Di fronte al volto del Dio cristiano, che il solo
Dio, non esiste n greco n giudeo. La religione cristiana venuta
nel mondo e ha vinto il mondo in unatmosfera di universalismo
quando, attraverso la cultura ellenistica e limpero romano, si
costituita unumanit unita. Lapparizione stessa del cristianes-
imo equivaleva allaffrancamento dal nazionalismo e dal particol-
arismo pagano. Alla fine della storia moderna, vediamo di nuovo
il mondo del particolarismo pagano scatenarsi, mentre al suo
interno avvampa una distruttiva lotta allultimo sangue. Ma
questo solo un lato della questione. Ce n un secondo.
Entriamo in unepoca che, da molti punti di vista, ci fa
pensare ai tempi delluniversalismo ellenistico. vero che non si
sono mai visti, prima dora, tanti conflitti e tanta ostilit. Ma
nemmeno si erano mai visti, durante la storia moderna, tanti
tentativi di avvicinamento e di unificazione mondiale. La san-
guinosa discordia della grande guerra ha contribuito al riavvicina-
mento e alla fraternit dei popoli, allunificazione delle razze e
delle culture. La grande guerra ha sottratto la Russia al suo isola-
mento. Le nazionalit cessano di rinchiudersi in se stesse; il loro
destino: tutti dipenderanno da tutti. Oggi lorganizzazione di ogni
popolo deve fare i conti con il mondo intero. Quanto accade in
Russia si ripercuote su tutti i paesi e su tutti i popoli. Non vi mai
stato un simile contatto tra il mondo occidentale e il mondo ori-
entale, che cos a lungo hanno vissuto separati. La civilt cessa di
essere europea e diventa mondiale. LEuropa dovr rinunciare a
monopolizzare la cultura. E la Russia, che si trova in mezzo tra
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senso alla vita. Tutte le attivit autonome della civilt e della vita
sociale sono pervenute al vuoto e al nulla. Il patos della creativit
indipendente e secolarizzata si esaurito. Allinterno di ogni sfera
creativa si risveglia il desiderio di unelezione religiosa, di
unesistenza autentica, di una trasfigurazione della vita.
Nessuna sfera creativa, nessun aspetto della cultura e della
vita sociale pu rimanere neutro in materia di religione, vale a
dire pienamente laico. La filosofia non intende diventare lancella
della teologia, e la societ non intende sottomettersi alla gerar-
chia ecclesiastica. Ma allinterno della conoscenza, allinterno
della vita sociale, si risveglia una volont religiosa. Le forme della
conoscenza e quelle della societ dovranno scaturire dallinterno,
sgorgare dalla libert dello spirito religioso. Ecco perch ai vertici
dellarte si fa strada unaspirazione alla teurgia. Un ritorno alla
vecchia teocrazia, ai vecchi rapporti eteronomi tra la religione e i
diversi aspetti della vita e della creativit, diventato impossibile.
Nelle antiche teocrazie, il Regno di Dio non si raggiungeva in
maniera reale. Era soltanto simbolizzato, rappresentato in forme
ed emblemi esteriori. Oggi, invece, si manifesta la volont di rag-
giungere realmente il Regno di Dio o il regno del diavolo, in tutte
le sfere dellesistenza: una volont, dunque, di libera teonomia,
distinta tanto dallautonomia quanto dalleteronomia.
La conoscenza, la morale, le arti, lo Stato, leconomia
devono diventare religiosi, ma liberamente e dallinterno, non
dallesterno e per costrizione. Nessuna teologia dirige dallesterno
il processo della mia conoscenza n mi impone le sue norme. La
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che sono sempre secondari e, nella magior parte dei casi, fittizi,
bens sotto insegne economiche di interesse immediato, insegne
professionali, e secondo categorie delle arti e dei mestieri. Le vec-
chie caste e classi spariranno e al loro posto vedremo sorgere
gruppi professionali di lavoratori spirituali e materiali. Un grande
avvenire attende le unioni professionali, le cooperative, le cor-
porazioni. Ed proprio in ci il segno di un ritorno al Medio Evo
su nuove basi. I parlamenti politici della chiacchiera saranno
rimpiazzati da parlamenti professionali rappresentanti di cor-
porazioni reali, che non lotteranno per questioni di potere politico
ma si applicheranno a risolvere i problemi vitali: per se stessi e
non per degli interessi politici. Lavvenire della societ appartiene
al tipo sindacalista ma, beninteso, in un senso completamente
diverso da quello del sindacalismo rivoluzionario. La sola politica
valida quella in cui un radicalismo sociale assai determinato
terr conto dei princpi gerarchici del potere. Perfino nellanarch-
ismo vi una parte di verit, l dove si oppone allo statalismo e
alla predominanza esagerata del simbolo governativo.
Il nuovo Medio Evo sar, fatalmente e in sommo grado,
demotico e non sar per nulla democratico. Gi ora, le masse
lavoratrici e gli strati popolari svolgono un grande ruolo nei des-
tini del governo. Tutta la politica futura dovr fare i conti con
questo dato e cercare degli strumenti che permettano di limitare i
pericoli che il potere delle masse fa correre alla cultura della qual-
it. In Russia il contadino avr un ruolo preponderante. Ma ci
non vuol dire affatto che le masse popolari le quali non possono
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di gente nuova, che diventata padrona della vita, e che non sar
cos facile rovesciare.
La rivoluzione comunista , innanzitutto, una materializza-
zione della vita russa, paradossalmente legata alla disin-
carnazione delle formazioni storiche. Il comunismo una lotta
contro lo spirito e la vita morale. E le sue conseguenze morali
sono pi terribili delle sue conseguenze politiche, giuridiche ed
economiche, poich dureranno di pi nel tempo. La Russia tra-
versa unepoca di demoralizzazione, che la spinge verso le
mollezze della vita, analoga allepoca del Direttorio. Il material-
ismo e la demoralizzazione hanno portato con s non solo i
comunisti: questo processo assai pi vasto. I russi si abituano
alla schiavit, non hanno pi bisogno della libert, hanno scambi-
ato la libert dello spirito per i beni materiali. Il nero sentimento
dellinvidia diventato la potenza che domina il mondo. Ed dif-
ficile arrestare il processo del suo sviluppo.
La tradizione culturale si decompone in Russia. Siamo alla
vigilia di un terribile abbassamento del livello della cultura, della
sua qualit. Nella sua maggior parte, la Russia diventa un regno
di contadini civilizzati. La nuova borghesia russa, che va intesa
non come la classe degli industriali e dei banchieri ma come il
tipo antropologicosociale trionfante, richieder una civilt tec-
nica, ma non avr alcun bisogno della cultura superiore, che
sempre aristocratica. inevitabile che da noi si proceda verso una
sorta di barbarie. Possiamo consolarci col fatto che, dopo la
guerra, la barbarie deve prodursi, e si produce, parzialmente ma
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si poteva, agli interessi delle masse, agli istinti delle masse, alle
tradizioni russe di esercizio del potere. Le utopie sono realizzabili,
e lo sono pi di ci che appariva come una politica realistica e
che in verit era solo il calcolo razionalista di uomini da tavolino.
La vita marcia verso le utopie. E forse comincia un secolo nuovo,
un secolo in cui gli intellettuali e la classe colta sogneranno come
evitare le utopie e come ritornare a una societ non utopica, a una
societ meno perfetta e pi libera. Dora in poi non si sogner
pi il socialismo, come da noi facevano tutti, e non solo i social-
isti. Anche il liberale russo, infatti, credeva che nulla fosse pi
elevato del socialismo, ma che sfortunatamente il socialismo non
era realizzabile, e che lui stesso non possedeva un grado di ero-
ismo sufficiente per poter aspirare a un ideale cos alto. Ora si
sogner un regime non perfetto, ma imperfetto, cio un regime
pi libero.
Sembra che la libert sia legata allimperfezione, al diritto
allimperfezione. Il socialismo il tipo della societ autoritaria, e
in questo somiglia alla societ e allo Stato teocratici. Leontev, che
aveva previsto il trionfo in Russia proprio della rivoluzione bols-
cevica e che laveva predetta, affermava, con intuizione straordin-
aria, che il socialismo avrebbe avuto bisogno di utilizzare le secol-
ari tradizioni di sottomissione e i vecchi istinti di obbedienza.
Sapeva che il socialismo si sarebbe impastato non con acqua di
rose, ma con sangue umano. In questo fu assai superiore alla
maggioranza dei russi che, per un secolo, avevano sognato lidillio
socialista e immaginato che ilLicenza
socialismo fosse la libert. E invece
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cio alla Verit stessa. E, nella vita di una societ, nella vita di uno
Stato, la volont di Dio, non la nostra, che bisogna ricercare.
Questa tesi va sostenuta non solo contro le sinistre demo-
cratiche o socialiste, ma anche contro le destre monarchiche.
Non si pu opporre alla democrazia lespressione forzata della
volont umana da parte di gruppi privilegiati dellumanit. Il
problema dellilluminazione e della trasfigurazione spirituali,
dellincontro con la volont di Dio, non solo un problema per-
sonale che si pone a ogni anima individuale. anche un problema
sociale, un problema storico, che si pone a popoli interi. Le forze
spirituali, le energie divine, operano non solo sullanima di cias-
cuno, ma anche sullanima delle societ, sullanima dei popoli, su
tutto il corso storico. Non della perfezione individuale che qui si
tratta, bens delle trasformazioni e delle scoperte spirituali nella
vita delle societ e dei popoli, nei destini storici. Lindividuo e la
societ non possono essere separati e isolati luno dallaltra.
Arriviamo cos a porre il problema della teocrazia. Il problema
che abbiamo sollevato pu trovare soluzione in una societ di tipo
teocratico?
IV
Introduzione
Nota biografica
La fine del Rinascimento
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
Il nuovo Medioevo
I
II
III
IV
V
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VI
VII
Riflessioni sulla Rivoluzione russa
I
II
III
IV
V
VI
Democrazia, socialismo e teocrazia
I
II
III
IV
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