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C EC C HETTI BART.

DORA D'ISTRIA,

15 www.dacoromanica.ro
,
BIBLIOGRAFIA
DELLA

PRINCIPESSA FInA GHIKA


DORA D'ISTRIA
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*ACADEMIEI*
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VENEZIA,
DAL PREM. STABIL. TIP. DI P. NARATOVICH
Sant' Apollinare N. 1296
1868.

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All' illustre professore GIOVANNI VELUDO
Vicebibliotecario della Marciana

VENEZIA.

In una delle adunanze dell' Ateneo Veneto, nello scor-


so febbraio, io leggeva la prima parte di una memoria su
alcune opere della Principessa Dora el' Istria.
Per gli usi academici sarebbe inopportuno lo aggiun-
gene a quella scrittura che verra publicata negli Atti del-
l' Ateneo stesso) la Biografia dell' Autrice.
Ed ê necessario, Ella sta per soggiungermi, di porre
in fine a una schiera numerosa ed illustre di biografi, ii
vostro nome giovane e ignoto, per ripetee le lodi di un
ingegno celeberrimo ?
Ella sa, stimatissimo Professore, come si sia vissuti
a lungo in queste provincie, ignoti gli uni agli altri, poco
curanti delle opere letterarie o scientifiche, e quasi di ogni
esercizio intellettuale, e rapiti in un ardente desiderio che
fu adempiuto solo quando dagli artigli dell' Austria siamo
passati a formar parte dell' Italia una e indipendente.
Allora le pii,c importanti opere del pensiero o dell' Arte,
ci trovavano indiferenti; noi avevamo consacrato tutte le
forze a toglierci d'addosso in mille modi il grave giogo di
un governo che puniva quasi ogni nostro detto e ognipasso,
e talvolta perfino P intenzione.

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.
Ed eccole ii motivo di questo libricciuolo il far co-
noscere, ciod, nella Principessa Dora d' Istria, non solo
ingefno politico, forte propugnatore del.principio di na-
zionalita, pensatore profondo, culto d' ogni erudizione; e
a .un tempo artista, poeta, immaginoso pittore; ma il
ricco novero delle sue opere frutto di un'alta intelligenza e
di una operosità singolare.
Offro questo scritto a Lei, ch' ebbe la ventura di co-
noscere e ammirare questa illustre donna, ben prima che,
per ragione di studii, io fossi onorato della sua istruttiva
corrispondenza scientifica. ,

Scab lieto, Signor professore, se anche per pochi mo-


menti avrO potuto falle obliar quelle cure che hanno reso
la sua povera vita un continuo rimpianto del passato, e la
sua casa alboyo del dolore. N

Venezia, marzo 1868.

II suo affezionatissimo
B. CECCHETTI.

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c

CENNO BIOGRAFICO
(*ActiLIMAIrEt 411,,

SULLA M '

PRINCIPESSA DORA D' ISTRIA.

u Liberia o indipendenza sono gt' idoli


dell'anima sua. »
ISABELLA TEOTOCHI ALBRIZZI.

eitTRALt
I.

Ii genio, retaggio di ogni eta e di ogni popolo,


lascia splendide traccie di sè nelle sue opere che, quali
ne sieno la specie e la forma, appaiono nella storia del-
l' umanith come punti luminosi sparsi per gli infiniti
spazii del tempo, e segnano al filosofo e allo storico le
diverse fasi della civiltä.
Nei piii ardui stadii della vita morale, le nazioni se-
guono l'indirizzo di qualche grande intelligenza che rap-
presenta la somma delle idee, delle aspirazioni, della
cultura e degli affetti predominanti di un' epoca.
Ii genio, potenza superiore, per via dei rapporti so-
ciali raccoglie in sè tutto lo scibile, o almeno una gran
parte di esso ; ne schiara i dubbii, ne toglie i pregiudizii,
e coordina armonicamente gli antichi trovati in un nuovo
sistema. Nel campo delle scienze speculative, la mente
dotata di potenza analitica, scopre nuovi aspetti del Vero
e del Bello, od applica a nuovi oggetti del mondo morale,

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i principii immutabili della Scienza. Altrove, ingegno


umano riconduce un genere particolare, o tutta intiera
la letteratura di un popolo, alle buone fonti ; e la arric-
chisce delle bellezze e delle grazie attinte alla Natura, e
sublimate fino all' ideale nel pensiero ; o le infonde la vi-
goria del concetto e della parola.
In questa triplice palestra (scienze esatte, speculative,
letteratura) del pari che nel campo dell'Arte,la quale mira
pita direttamente a tradurre sotto altre forme il concetto
del Bello ; lo spirito umano impronta le sue opere di uno
speciale carattere. -
Le tracce dei modi diversi per cui l'uomo partecipa
agli altri ci6 ch' 6 il prodotto migliore delle sue facolth,
sono gli elementi della fisonomia del suo ingegno, i profili
che riuniti ne costituiscono la individualita.
Non si patch mai riprodurre la effigie morale di un
uomo, senza astrarre dalle sue opere e dalla sua vita so-
ciale, la natura e ii grado di potenza del suo ingegno,
l' influenza che risenti dalle condizioni in cui visse, o
dalle passioni proprie a lui o al suo tempo.
Ogni opera adunque che influisca notevolmente sul
progresso della societa, oltre i nuovi trovati dello studio,
la erudizione pitt o meno copiosa e variamente esposta e
coordinata, e ii diverso modo seguito dalla mente nel con-
cetto e nell'espressione di esso, reca un' impronta partico-
lare, rivela la specie e la tempra delle sue doti.

IL

Queste considerazioni fanno presentir al lettore, che


a dettare la biografia di una donna per potenza e vastitä

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di mente, superiore a molti de'pit alti ingegni del nostro
secolo, sarebbe d'uopo di raccogliere da'suoi stessi ibri o
da' suoi quadri, i colori e le linee del suo ritratto.
Ma noi siamo ben lungi dal conoscere a fondo le
ardue e svariate quistioni trattate nelle opere di Dora
&Istria, per poter scrivere degnamente delle sue doti
morali. CiO abbiamo tentato, certo con poco o verun
successo, in una memoria letta di recente all'Ateneo Ve-
neto (i).
Mentre pert), scoraggiati da difficoltä a noi insupe-
rabili, cercavamo pur modo di porgere a si illustre donna
un tributo di ammirazione e di riconoscenza per le cogni-
zioni storiche comunicateci co' suoi scritti, e per quanto
ci aveva appreso di bello e di grande; ci sorse il pensiero
di unire ii nome di lei a quello di Venezia, e dire della
sua vita in questa parte non tocca ancora da'suoi biografi.
Abbiamo allora ripreso la penna, non solo per ripete-
re con molti e distinti scrittori, l' alto lignaggio di lei, lo
sviluppo precoce del suo intelletto, la fine educazione e i
fatti pih importanti della sua giovinezza ; ma per porre
in luce ii suo costante amore a questo paese, le cui glorie
e i vanti, come le miserie e i dolori, noi sentiamo cosi
profondamente come fossero i nostri.
La Bibliografia della Principessa Dora d'Istria, la
prima forse che esca in luce quasi completa, dopo i nume-
rosi elenchi delle sue opere pubblicati in tutte le lingue;
ricordando al lettore gli insigni meriti di questa donna,
dark alle nostre parole il solo pregio cui aspirano, la verita.

(') NeHa adunanza Li 13 febbraio p. p. Quella memoria assieme alla seconds


parte di essa, verrit pubblicata negli Atti dell'Ateneo, vol. V. dell'anno corr.
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Elena Ghika e figlia del principe Michele che fu gran


bano e ministro dell' interno del principato di Valacchia,
fratello di Alessandro X succeduto su quel trono a Grego-
rio IV Ghika, nel 1834 ('). -

La madre di Elena, principessa Caterina fu la


prima donna che abbia pubblicato opere scritte in lingua
rumena (2).
Nel 1841 il principe Michele abbandonb la politica
ed Alessandro X, lasciato a sè stesso, non pote sfuggire
a quella ruina che la esperienza politica e i consigli del
fratello gli aveano ritardato.
La educazione della principessa Elena venne affida-
ta all' illustre Gregorio Pappadopulos poi professore nella
Scuola di Belle Arti di Atene. .

VisitO ella in seguito, col padre, le Corti di Vienna,


Berlino, Dresda. Nel 1849 fu maritata al principe russo
Alessandro Koltzoff Massalsky (3).

(1) Capostipito della dinastia dei Ghika, una della due principali famiglie origi
narie di Kopri (l'antica Pompeiopoli) fu Giorgio I. chiamato al trono di Moldavia nel
1658 dal visir Mehemet Koprili suo arnico, e un anno dopo a quello di Valacchia. A
corredo della memoria « di alcune opera della Principessa Dora d'Istria » noi pubbliche
remo un cenno sui Ghika, porchè essi entire intimi rapporti colla Repubblica veneta.
Troviamo annunziato nella Nazione di Firenze, 13 febbraio a. c. n. 44, che la
sig. Dora d'Istria sta occupandosi di uno studio su documenti da lei rinvenuti negli
Archivii voneti : « Gregorio I. Ghika e la Repubblica veneta. » Esso getterk certo
gran luce sul periodo compreso tra le battaglie di Lowenz e di Bolin, epoca momora
'bile da cui ha principio la decadenza dell' impero dei Sultani e ii risorgimento del
Cristianesimo in Oriente.
(2) Pentru Educatsia Kopiilor de Domna Kampan ci traductr In ruminant) do o
Hand. Bukurosci, tipografia Kolegiulur C. cava 1839.
(3) La seconda dello tro pib anticho ed illustri famiglie russe, che discendono dal
primo sovrano di Russia, Rurik it normanno, (862-8'79) e quella dei principi di Mae

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II china poco favorevole alla sua salute, e i principii


di assolutismo del Governo russo, si opposti ai suoi sen-
timenti liberali, le consigliarono di lasciare la Russia.
Dal 1855 visse cinque anni in Belgio, e nella Sviz-
zera tedesca, italiana, francese, dove studiO attentamente
i costumi, e le diverse legislazioni della Confederazione.
Poi viaggib tutta la Grecia ; ritornO in Italia nel 1861.
Alla sua venuta Garibaldi la eccitava ad usare della sua
grande influenza sui Rumeni, ai danni dell'Austria. Nel-
la lettera del grande patriota (16 luglio 1861) divenuta
gia celebre, 6 detto : « I Moldo-Valacchi debbono fare lo
stesso (favorire le aspirazioni nozionali dei May iari ) .
Io spero immensamente nella vostra alta influenza sui
vostri compatrioti per stringere que' legami che debbono
oramai unite le razze orientali ai loro fratelli sparsi nel
centro e nell'occidente dell' Europa. »

salsk (le altre duesono gli Odoievsky o principi di Odoieff, e i Gortchakoff). V. No


tice sur les principales families de la Russie, trad. del principe Pietro Dolgoruky,
Berlino, Schneider 2. ed. 1858, pag. 4, 14, 17, 18.
La dinastia fondata da Rurik govern6 in Russia sino alla fine del secolo XVI.
S. Vladimiro di lui nipote, sopranominato il Grande (980) fu riconosciuto come
sante prima dello scisma. Egli divise i suoi vasti Stati in dodici prinyiati che allOt
ai suoi undici figli e ad un nipote. Cib spiega come tanti principi del suo sahgue ab
biano governato da sovrani indipendenti.
L'uso della divisione dei paesi dna, quattro secoli, e agevolb l' invasion mongola.
S. Michele principe di Tchernigoff, non avendo volute tarsi idolatra, fu ucciso
dai Mongoli (1247). Le sue reliquie si conservano a Mosca nella chiesa dell'Arcangelo
Michele.
I Koltzoff principi di Massalsk attualmente al governo attuale di Ralouga, di
scendono da S. Michele, come gli Odoieff.
II ramo dei Massalsky ch'era stabilito in Polonia è estinto. Un generale di questo
cognome, funzionario russo, cerca di usurparne ii titolo.
II ramo russo è anch' esso vicino ad estinguersi come quello degli Odoievsky ; i
Gorchakoff saranno allora la prima famiglia di Russia.

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*ACADEMIE*
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- 12 -
Dora d' Istria conosce profondamente italiano,
l'inglese, ii tedesco, ii francese, ii rumeno, ii greco, ii lati-
no, il russo, l'albanese. Di una lingua sola (la greca anti-
ca) citeremo un fatto ben noto. Alla corte del re di Prussia
Federico Guglielmo, Alessandro di Humboldt da lui pre-
gato a deciferare alcune inscrizioni greche scolpite su
bassorilievi, si rivolge alla principessa Elena che le spiega
correntemente. Potrebbe dunque ripetersi di lei ci6 che
d' altri dettava Isabella Teotochi A.lbrizzi, ne'suoi Mimi-
tabili Ritratti: « Conosce e scrive molte lingue moderne
e le parla tutte con tanta rapidita che ognuno che la ascol-
ta, crede esser la sua propria quella in cui l'ode a favellare. »
Fin qui le notizie che si raccolgono dai biografi.

IV.
-
A
CiO che caratterizza la vita letteraria di Dora d' I-
stria, 6 l' opera assidua ed efficace a far risorgere fra i
popoli orientali ii sentimento della nazionalith ; a diffon-
dere in tutto ii mondo incivilito con iscritti nutriti di soda
dottrina, le tradizioni dell' indipendenza ; ad apprendere
ai governanti come ai soggetti, ii diritto che hanno tutti i
popoli di fruire delle instituzioni liberali, di ordini politi-
ci e di leggi proprie. .

Noi vediamo pertanto questa illustre donna farsi a


un tempo campione delle nazionalith albanese, greca, serba,
rumena ;prender parte, per quanto le era concesso dal-
rota, giovanile, ai primi moti italiani del 1848, che desta-
rono nella sua anima, nimica implacabile di ogni servag-
gio, ii sentimento della liberth.
Ella comprese ben tosto che ad una causa si giusta e

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santa come quella delle nazionalith, le volgari diatribe


non avrebbero recato verun utile aiuto ; e dopo i grandi
fatti che schiusero fra 1' ieri e l'oggi un profondo abisso,
le lettere al pari della diplomazia, avere una missione co-
/ mune : evocare ii passato, porre nella vera luce le quistioni
politiche attuali, dipingere al vivo la trista opera dell'op-
pressione, e quella splendida e divina della liberth ; cora-
battere i pregiudizii, vecchie ciarpe del passato che bisogna
strappare costantemente e risolutamente ; che doveasi,
infine, conquistar colla penna ciO che non poteasi coll'armi.
E ii trionfo delle nazionalith 6 incominciato.
. L' idea dell' indipendenza, al primo slancio italiano,
sorge nella mente di Dora d'Istria, orte e potente perchè
unita alla convinzione nella giustizia della causa che si
accinge a propugnare. Da allora quell'idea tormenta ii suo
spirito : dopo una lunga lotta fra gli affetti della famiglia,
e 1' alta missione cui si sente chiamata, abbandona final-
mente la Corte di Russia ; viaggia in Italia, e in Oriente,
affrontando pericoli che avrebbero fiaccato le tempre pitt
virili ; n6 curando stenti. e disagi, pur di poter studiare
da filosofo e da artista le meraviglie della Natura, le co-
stumanze dei popoli, i loro bisogni ; e riprodurle con tanta
verith nelle sue tele, nei suoi libri, e nei pill diffusi perio-
dici d' Europa, d'Asia e di America.
Tutte le opere di Dora d' Istria, dal Proseritto di
.Biberstein alla Veneziana (1848-1861); dagli Eroi del-
la Rumenia fino alla pitt recente « Delle donne per una
donna », recano traccie pit o meno vive della gloriosa
epopea di Venezia.
« Fra le vittime della reazione, nessuna ha lasciato
una memoria pitt augusta di Manin.

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- -14

Io vidi questo grande cittadino, preparare a Venezia


una resistenza degna dei pita bei giorni della sua antica
Repubblica.
Quando Manin, vinto, si ritira a Parigi, gli sguardi
e le premure di tutti i francesi che prendono interesse alle
sorti della povera Italia si volgono a sua figlia Emilia.
Michelet, nella Femme, dichiara ch'ella gli sembra la per-
sonificazione della patria martirizzata. Lo storico di Gio-
vanna d'Arco trova nobili parole per piangere questa gio-
vane vergine dei dolori che fra patimenti di ogni specie,
perduta la madre, caduta la patria, si libra sull'ale del suo
pensiero alto e libero, e studia ii puro nel puro l'Alge-

- -
bra e la Geometria. »
If un frammento dell' opera « Des femmes par

une femme. >>


Non deve destar dunque nderaviglia entusiasmo
di cui questa eroina s' infiamma al rivedere nel 1861
l' Italia.
Noi tenteremo di ritrarre in qualcbe modo le vaste
vedute del suo ingegno politico, e la tempra virile della
donna rumena, quali ci apparvero ne' suoi colloquii.
Nata in Rumenia ove i suoi antenati cominciarono
a regnare nel secolo decimosettimo, ella non potea veder
freddamente Nicole I. invadere di bel nuovo quel paese che
subi tante invasioni, e al quale i russi tolsero la Bessara-
bia, e l'Austria la Buccovina. Gregorio I. Ghika seppe
tener testa a Leopoldo I. ; Gregorio III. a Caterina II.
e a Maria Teresa ; Gregorio IV. a Nicole I.
La tradizione dei Ghika e di difendere sino all'ultimo
indipendenza della Rumenia ; la principessa Elena 6 la
espressione vivente di questa tradizione, che 6 in armonia

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alla giustizia, agli interessi della razza latina, ai diritti
delle nazionalitä, alle idee del nostro secolo
Ma ella ha saputo sempre nella politica, distinguere
nettamente le aspirazioni generose e patriotiche, dalle uto-
pie e dalle sterili agitazioni.
Fino a che lo czar Nicolb minacciava indipendenza
del suo paese natale, Ella proiestava vigorosamente contro
i di lui progetti ; quando, dopo la ritirata dei russi le trup-
pe di Francesco Giuseppe occupando ii territorio rumeno
sembrava volessero perpetuare la occupazione e trasfor-
marla in conquista, Ella scriveva energiche proteste con-
tro la propaganda austriaca (pubblicate specialmente nel
Diritto) che non furono in Europa senza eco. Venisse ii
pericolo dall'Oriente o dall' Occidente, la trovavi sempre
nelle prime file dei difensori di quella causa nazionale, per
cui ii suo glorioso prozio Gregorio III. Ghika, versb ii suo
sangue. Ma 6 impossibile sostenere queste teorie in Rus-
sia, dove dominano ancora (tranne poche eccezioni ben no-
te, Herzen, Dolgoruky ecc.) le leorie del patriotismo gretto
e intrattabile del Medio evo. Una duplice Censura, ii
Governo e la Santa Sinodo impediscono ogni manife-
stazione del pensiero. Adesso si parla di libera discus-
sione in Russia! Ma come discutere con chi pub mandarvi
in Siberia, con poche parole tracciate sopra un brandello di
carta ? Percib i russi che vogliono vivere con qualche
libertb, cangiano cielo e vanno a cercare altrove l'indipen-
denza. Tale era in Italia la condizione politica di Na-
poli sotto Ferdinando II., della Spagna sotto Ferdinando
VII. ecc. La Russia e la Turchia sono ancora a quel pun-
to . . . . 11 Sultano 6 il vicario di Allah, l' Autocrata rap-
presenta Jehova sulla terra. ,

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La Russia finira certo coll' imitar l' Austria. Si, glo-
rificheranno coloro che furono giustiziati. Si faranno mi-
nistri quelli che si seppellivano vivi nelle miniere
Francesco Giuseppe non ha egli per consiglieri a Pesth,
persone che ha condannato a morte ? Non copre egli di
decorazioni i figli di quelli che sono morti dopo l' inter-
vento russo, sulle forche di Arad? Non maledice l'odioso
concordato che porta il suo nome ? . .

V.

Corsero pochi anni, da che fu applicato alle scien-


ze istoriche quello spirito di analisi che contraddistingue
il nostro secolo.
Stanco della cieca fede, P uomo volle penetrar col
pensiero nei dominii del passato, prima di accettarne le
memorie e le tradizioni. Questa paziente anatomia scoverse
infiniti errori; mutO ii racconto di periodi interi di storia ;
e gli uomini, come gli avvenimenti, squarciato Ogni velo
bugiardo apparvero nella loro realth.
Senza disconoscere agli antichi scrittori ii grande
merito di aver dischiuso la via agli avvenire, e raccolto
materiali storici che si sarebbero altrimenti perduti ; si
volle cimentare ogni asserto e ogni fatto alla critica, e ri-
costruire ii racconto sui documenti, onde l'edificio stori-
co recasse tutti i caratteri della credibilitä.
Questo bisogno di risalire alle fonti, riconosciuto omai
da ogni storico onesto, 6 fortemente sentito dall'Autrice
delle Nazionalitet.
Ella non ignora che le opere a penna o a stampa
degne di fede, sono ii fondamento sul quale poggia in
-

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gran parte l' autorith dello scrittore ; e alle opere di lei


non manca infatti la pit coscienziosa citazione delle fonti.
Nei pazienti studii sulle antiche carte e sui libri, ella
da prove di erudizione vasta, esatta, sobria, bene ordinata.
La Cronologia le 6 cosi famigliare, che le sue lettere, ric-
che di date e di appunti storici, potrebbero, senza danno
alla sua fama scientifica, venir date alle stampe.
Ella 6 invero come fu detto: Una encielopedia vivente.

VI.

Dinanzi a queste alte prerogative, sfuggono gli sva-


riati pregi che pub acquistare a mezzo di una perfetta
educazione chi possegga un'anima intelligente e generosa.
Citiamo quindi, soltanto per debito di esattezza, gli eser-
cizii ginnastici, e la ferrea tempra della giovane Princi-
pessa, che non esita un istante a salvare dalle acque una
donna che affoga ; e fra gli abissi e le valanghe della
Jung frau ascende alla piii alta vetta del Minch, che si
innalza sul livello del mare ben 12,666-piedi! (').
Dora d'Istria apprende gli elementi della Pittura da
Kaufmann e da Felice Schiavoni. Espone i suoi primi
quadri nel 1845 a Dresda, ove sono venduti a beneficio
dei poveri ; vi si applica con fervore in Russia, onde oblia-
re nelle contemplazioni del Bello, la trista politica di quel
Governo.
Figlia dell'Oriente, ella ne riproduce le bellezze.

(1) In testa del II. vol. della traduzione inglese dell' opera di Dora d' Istria la
Suisse allemande etc. fatta da Hume Greenfield v'ha ii facsimile del certificate cho
rilasciarono le cinque guide all'intrepida viaggiatrice, nel 13 giugno 1855; « fac
simile of the officiel attestation of the ascent of the Mönch. »
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18 -
Un gentile pensiero di Heine, le inspira due graziosi
quadri : L' Abete e la Palma.
o Un abete . . . . diserto s' innalza sovra un arido
picco del nord Ei dorme ii ghiaccio e la neve
lo avvolgono di un candido manto. »
« Ei sogna una palma che la nell'Oriente lontano,
muta e solitaria si attrista sul declivio di una roccia in-
fuocata (1). »
La maesth selvaggia degli inverni del settentrione,
gli sterminati spazii coperti di una neve senza macchia,
immensa come l'azzurro di un cielo freddo e trasparente ; ii
silenzio delle sconfinate solitudini, percorse dalle agili slit-
te tutto questo inspira ad alcuni de' suoi paesaggi una
verita che raggiunger non possono gli artisti comuni.
Ma piü che pel valore artistico i quadri di Dora d'I-
stria (che troviamo premiati con medaglia d'argento alla
esposizione di belle Arti in Pietroburgo nel 1854 (2) van-
no considerati come un efficace esempio offerto da una-
donna in un paese e in un tempo in cui la vita delle Arti
come quella delle lettere, sotto il flagello continuo delle
invasioni, russe, austriache e turche, era annientata ; e
lo spazio lasciato libero dalle quistioni politiche e sociali,
occupayano la sfiducia e inerzia.

(I) a Su brulla altezza nordica Ei sogna d'una palma


Un pin sonnecchia solo ; Che lunge in Oriente
L' avvolgon heve e ghiaccio Sola s'attrista e muta
In candido lenzuolo. Sovra una rupe ardente.
Heine Intermezzo %XXV ; V. la traduzione di Bernardino Zendrini « II Canzo
niere » Milano, Brigola, 1867, p. 148.
(2) Catalogue official, Petersbourg, 1854, n. 209, 210, 211.

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VII.

« Io ho vista, Ilea piccola sorella


Dolce e graziosa pill che ogni altra mai
A un angelo somiglia tanto 6 belle,
Angiol splendente di celesti rai:
Se tu ne vedi la gentil sembianza
Sempre in core ne avrai la rimembranza. >>

Cosi cantava ii celebre poeta rumeno Eliade Radu-


lesco, di Elena Ghika dieciottenne ; e ne compiva ii ri-
tratto con nobilissimi versi 0.
Non tenteremo (dacchè un biografo deve pur dire di
questo) di descrivere la calma e la dolcezza spiranti da
quella nobile fisonomia, che par quasi rivolta collo sguar-
do dignitoso ed eloquente ai sereni spazii della scienza.
Vorremmo possedere la tavoloiza di quella egregia
pittrice de'suoi illustri contemporanei che fu Isabella Teo-
tochi Albrizzi ; musa gentile delle lagune, ben degna di
comprendere gli splendori di un ingegno si potente e uni-
versale.
Noi crediamo del resto di aver disegnato fedelmente
la effigie di Dora d'Istria quando avremo detto : « Quale
l'anima, tale la forma 'di cui 6 rivestita. » -
Queste esterne e fuggevoli parvenze non sono da
apprezzarsi che in quanto esse esprimano ci6 che di gran-
de si qoalpie nell' anima. I pregi della Natura, quando
siano il solo tesoro di una donna, sono veramente gli ulti-

. (1) Furono pubbHcati tradotti nella Nazionalità albanese secondo i canti popolari,
per E. Artom. Cosenza, Migliaccio 1867, p. XI.

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mi. Poveri pregi ! che il buffo degli anni disfiora ad uno
ad uno ; ma, a un tempo, nobili traccie del passato, se
ogni ruga che scava ii. suo freddo solco, e ogni crine che
imbianca, segnano i gradi dello sviluppo intellettuale, i
lunghi studii durati pel trionfo di una grande idea, le
titaniche lotte del pensiero, tutta una vita, infine, con-
sacrata ai pit veri e durevoli interessi dell' umanith.
Noi non chiederemo se Elena dei principi Ghika,
o piuttosto Dora d' sia veramente felice, come do-
mandava uno de' suoi biografi l'illustre storico di Ma-
ria Teresa e di Maria Cristina, Adamo Wolff; ne conclu-
deremo con Artom, che a quel supremo fine mai rag-
giunto nella vita umana le manchi quel seggio cui
era chiamata dagli alti natali e dai pit alti meriti del-
l' ingegno.
Se vi ha una gioia sublime nel sostenere degnamen-
te le pit sante aspirazioni dei popoli ; nel combattere pei
loro diritti coll' arme terribile della Storia, e colla parola
dignitosa, vera, efficace ; Dora d' Istria deve guardare
con orgoglio al passato, e attingere al presente i pit cari
conforti.
Fra questi, vanno posti gli onori con cui fanno a
gara di renderle omaggio Istituti e Accademie (1), e pit
di tutti la nazionalita greca a lei conferita dal voto una-
,nime del Parlamento Ateniese nel 1867.
Gli ostacoli delle scienze e delle lingue, o quelli della
Natura, da lei superati non solo coll' ingegno straordina-
rio ma colla singolare operosith; i trionfi letterarii, scien-
. tifici e politici ; quell'ardente febbre del Bello che ella ha
(i) Nella Socials Geografica di Francis., Dora d'Istria rimpiazzb la celebre Ida
Pfeiffer che era soltanto socio d'onore, occ.

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potuto .largamente soddisfare ne' via ggi o negli studii


svariati e quotidiani o nella corrispondenza coi pit gran-
di ingegni, o in quella pit universale coi popoli che ge-
mono sotto giogo straniero ; tutto questo diciamo, non
riepiloga i maggiori gaudii dello spirito umano ?

Quando dalla lettura delle opere pit erudite di Dora


d'Istria tu ti sei formato nella mente ii tipo di una di
quelle donne che ispide d' indigesta dottrina si sforzano
di far apparire fin nella toilette la loro professione di lette- ,

rate ; ti trovi invece dinanzi a una giovane donna, dalle


nobili sembianze, cui se il pennello dello Schiavoni, o ii
bulino di Salmon e di Weger hanno potuto comprendere,
non giunsero mai a riprodurre quella vita the le brilla
ne' grandi occhi azzurri e in ogni atto della maestosa per-
sona. Ma ciô che ti appare al primo sguardo 6 la bonta e
la dolcezza dell'animo.
Non 6 quel fare compassato e dottrinario che oppri-
me e rende la scienza impenetrabile ai profani ; Ella si
adatta al grado di cultura e alla specie degli studii tuoi ;
e vi reca solo quel tanto che basti a renderti lieto di qual-
che nuova cognizione senza farti avvedere che ti fu in-
segnata pur allora da lei.
Sparisce insomma la figlia dei principi Ghika, e ri-
mane l' ingegno dotto ma non pretensioso, acuto ma non
cavillatore, immaginoso ma non fatuo ; onde compreso di
ammirazione sei tratto ad esclamare : questa 6 vera altez-
za, questo 4 il genio.
47,-<--ve.,q,107Z0
Venezia, 1868. 1)v-
*ACADEME*

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BIBLIOGRAFIA
I.
DELLA

PRIVIPESSA DORA D' ISTRIA


1 855-1 808.

Le opere della principessa Elena Ghika (Dora d' Istria) si possono


dividere nelle classi seguenti :
I. Nazionalith,
II. Questioni Sociali,
III. Politica,
IV. Storia,
V. Viaggi,
VI. Romanzi,
VII. Scritti varii.
Noi non crediamo di conoscere tutte le pubblicazioni della signora
Dora d' Istria; tuttavolta ii presente elenco non riuscirtt inutile a chi
voglia compilarne una bibliogrcifla meno incompleta.

CLASSE I. NAZIONALITA.

1. Littdrature roumaine chants et récits populaires (Libre


, Recherche, Bruxelles, marzo 1857, t. V, disp. 3).
2. Les Iles ioniennes.
(Revue des deux mondes, 1. marzo e 15 luglio 1858. Lavoro
tradotto in greco da C. Rhally, Atene, 1859, I vol. 18.0)
. 3. La nationalitd roumaine d' apres les chants populaires.
(Revue des deux mondes, 15 marzo 1859). .

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24 7-
4. I Klein della Grecia moderna.
(Antologia di Firenze, 1. gennaio 1860).
5. La nationalite hellenique d' apres les historiens.
(Revue Suisse, genn., febbr., maggio, Neuchtttel, 1860).
6. La nationalitd serbe d' apres les chants populaires. .

(Revue des deux mondes, 15 genn. 1865. La traduzione ita-


liana di quest' opera fu pubblicata nel giornale Ii Nazionale di Zara,
anno VI, n. 10 e seg.).
7. La nationalite albanaise d' apres les chants populaires.
(Les albanais des deux cotes de l' Adriatique); Revue des deux
mondes, 15 maggio 1866. Questo lavoro fu fatto ristampare dal di-
stinto filologo ed albanologo, principe Luigi Luciano Bonaparte, perchè
la prima edizione ne fu rapidamente esaurita ; venue tradotto in greco
da Therianos, prete della Chiesa greca di Trieste e direttore delle Scuole
elleniche, in quel periodico lUstra 1866 n.° 256-282; in italiano da
Artom, in albanese da Demetrio Camarda, prete della Chiesa greca unita
in Livorno).
La nazionalita albanese secondo i canti popolari (con biografia
e ritratto dell' Autrice da un disegno di Felice Schiavoni), traduzione
da Lei consentita, per E. Artom. Cosenza, Migliaccio, 186'7, 8.
Fylétia e Arbenoré prèj kanekate Laoshima; enketbyeme ne
shkjipe perbi D. C. Livurne, Vannini, 1867, 8.° picc.
8. Les ecrivains albanais de l' Italie méridionale.
(Independance helldnique, Atene 1867. Questa operetta fu
tradotta in tedesco nella Rivista internazionale di Vienna, genn. 1867).
Gli scrittori albanesi dell' Italia meridionale, traduzione del
prof. N. Cainarda, con note del traduttore. Palermo, A. di Cristina
1867, 18.°
9'. La litterature roumaine.
(Rivista orientate di Firenze, 1867, fasc. 4, p. 211; 6, p. 450;
10, pag. 962).
10. La nationalitd hellenique d' après les chants populaires.
(Revue des deux mondes, 1. agosto 1867).
11. Esquisses albanaises.
(Grece d' Athenes, gennaio e febbraio 1868. ,

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25

II. QUESTIONI SOCIALL

1. La vie monastique dans l' Eglise orientale.


(1. ed. Bruxelles, 1855, 18.° 2.a ed. Parigi e Ginevra,
Cherbuliez, 1858).
2. La Roumanie et l' lise orthodoxe.
(Etoile du Danube di Bruxelles, 22 aprile 185'7).
3. Les Roumains et la papaute.
(Pubblicato in italiano nel Diritto di Torino, 1856 ; e in fran-
cese, nello Spectateur de l'Orient, col titolo : Les orientaux et la papautd, I.
1858-1859).
4. Les femmes en Orient, Zurigo, Meyer e Zeller, 1860).
. (Quest'opera fu tradotta in una Rivista russa (II Novelliere
dello straniero, 1865) e in greco da Emilia Skousé, Atene 1861: Ilepe
Tc5v iv 'AvccroXII yuvaexttiv, 1.wracppcxcriv disci K. 'Acp.iXtag P. lxouV.
5. Lettres a u philosophe athenien.
,
(Pubblicate nell' Aluiv di Atene, 1860).
6. Des femmes par une femme, Parigi e Bruxelles, Lacroix, 1865,
2 vol., 8.° ,

Veggansi su quest' opera l' Appendice del prof. Francesco


Dall'Ongaro nella Gazzetta ufficiale del Regno d' Italia, 18 settembre
1865, e la Memoria del prof. C. F. Gabba : « La quistione femmi-
nile e la principessa Dora d'Istria, considerazioni » ; Firenze, successori
le Monnier, 1865, 8.°

III. POLITICA.

1. Osservazioni sull'organizzazione dei Principati Danubiani.


(Diritto di Torino, 2 aprile 1856).
2. De la fraternite des peuples latins et de leur role dans le deve-
loppement de l' humanite.
(Diritto, 6 giugno 1856).
3. La Chiesa e l'impero nel quarto secolo,per ilprincipe A. de Broglie.
(Diritto, 4 e 13 settembre, e 3 ottobre 1856).
4. Un principe straniero nella Moldo-Valacchia.
4
(Diritto, 9 e 17 settembre, e 3 e 9 ottobre 1856).
4

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26

5. Roma.
(Diritto, 24 ottobre 1856).
6. La propaganda austriaca nei principati danubiani.
(Diritto, 8 nov. 1856).
1. L' antico governo e la rivoluzione Sicilia.
(Romito di Livorno, 8 settembre 1860).
8. 'H ! ( l' Italia e fattaI ).
( A.Ny di Atene, 5 nov. 1860).
9. '0 13(zatXstiG nig 'FrakiocG (11 Re d' Italia).
( Ala:iv di Atene, 10 dicembre 1860).
Altre lettere sugli avvenimenti politici compiutisi in Italia
nel 1860, furono inviate dall' Autrice all' ANS%) di Atene nell' anno
stesso.
10. 'H Faipm xca, o Botayczpot. (Roma e i Bulgari); Aectiv, 1. e
18 marzo, %9 e 31 maggio 1861.
11. L' insurrection cretoise.
(Corrispondenza da Atene (Venezia) all' Illustration di Pa-
rigi, num. del 10 genn. 1867; a pag. 53 del n. 1248, 26 gennaio
successivo, sono impressi alcuni disegni degli accampamenti degli in-
sorti di Candia, tratti da fotografie inviate dalla Principessa Dora
d' Istria).
12. L' ile de Crete.
(Illustration di Parigi, n. 1249, 2 febbraio 1867).
13. Reponse a la deputation grecque venue de Trieste a Venise.
.(`Hp.epa di Trieste 4/16 febbraio 1867 ; Cittadino di Trieste,
12 e 16 detto; Gazzetta di Venezia, 16; Independance hellenique, 28
marzo 186'7).
14. Lettre a la Chambre Legislative d' Athenes.
(Tradotta nell' Independance hellenique, 6 giugno 1867, e nei
principali periodici d' Europa).
15. Reponse au Comite epiro-thessalo-macedonien des dames.
) -
. (Independance hellenique, 3 ottobre 1867).
Questa lettera fu riprodotta in molti giornali di Europa e di Ame-
rica; vedi .New-York - Tribune, 2 ott. 1867).

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27

IV. STORIA.

1. Gli Eroi della .Rumenia.


(Diritto di Torino, 1856-1857).
2. Les femmes en Occident.
(Nouvelle Pandore d' Athenes,.1860-1864).
3. Der ellenische lams.
(Internationale Revue di Vienna, luglio e agosto 1868).
4. L' insurrection nationale des Serbes, d' apres les chants popu-
laires.
(Inde'pendance hellenique di Atene, 1867; tradotta poi in ita-
liano nel Nazionale di Zara, da B. Bogdan e G. de Robert, dicembre
1867-1868.
5. Vasiliki.
(Salon di Lipsia, febbraio 1868).

V. VIAGGI.
1. La Suisse allemande et l'ascension du Mach. Parigi e Ginevra,
Cherbuliez, 1856, 4 vol. in 12.°, con alcune vedute del Winch e il fac-
simile del certificato delle Guide che diressero ascensione.
(Quest'opera fu tradotta in inglese da Hume Greenfield, Lon-
dra ed Edimburgo, 8.°, con ritratto dal profilo disegnato da Felice Schia-
voni, 1858, libreria Fullerton ; in tedesco, con un capitolo nuovo

d eutsche original ausgabe » -


(LXXVIII, Napoleon III in der Schweiz) : « Verbesserte und vermehrte
Zurigo, 3 vol., 12.0, 1857-1858).
2. La Svizzera italiana, schizzi.
(Diritto, 23 aprile 1856).
3. Il Ticino.
(Democrazia di Lugano, 26 aprile 1856).
4. L ug ano.
(Lugano, 6 inaggio 1856).
5. Paysages et souvenirs de la Suisse italienne. Une visite au
convent de Bigorio.
(Illustration di Parigi, 19 maggio 1860).
6. Frammenti della Svizzera italiana.
(Democrazia di Lugano, 10 luglio 1856).

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n
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7. Souvenirs de madame Dora d' Istria : « le Tessin. »


(Illustration, 10 ottobre 1857).
8. L' ascension du San Salvatore. .

(Illustration, 21 gennaio 1859. 4-


9. Un ete au bord du Danube
(Illustration, 9 febbraio 1861, con un disegno da un dipinto
dell' Autrice « La vue de la Borcia Ruinanie » )
10. (Excursions en Roumelie et en Moree. Zurigo, Meyer e Zeller,
1863, 2 vol.).
Di queste Escursioni furono pubblicati prima nell' Illustra-
tion di Parigi dell' 8 e 15 giugno 1861 l' articolo Marathon; nel nu-
mero del 15 dicembre, anno stesso, P articolo Elm" sis; nei num. 1152,
1154, 1155, e 1157, il capitolo Penteli; il prof. Pappadopulos pubblic6
un sunto analitico di tutta l'opera nella Hozvactipcz d'Atene, 1. giugno
1864, n. 341 ; nella Rivista contemporanea, Torino, Unione tipografico-
editrice, 1862, vol. XXVIII, p. 140, 278, 8, fu riprodotto articolo :
Atene nel 1860.
11. Una passeggiata sulle rive del L ago Maggiore.
(Tradotto da Enrichetta Rodocanacchi, e pubblicato nella
Viola del pensiero, Livorno 1864).
12. Promenades en Toscane.
(Illustration, n. 1201, 1202 del 1866).

VI. ROMANZI.

1. Le proscrit de Biberstein.
(Courrier de Paris, 11 dicembre 1857).
2. Au bord de lacs helvaiques (due romanzi : Eleonora de Haltin-
gen (souvenirs de la cour de Dresde); Ghislaine (souvenirs de la Suisse
italienne ); Parigi e Ginevra, Cherbuliez, 1861, I vol.; pubblicati am-
bidue nella Revue des deux mondes).
3. La Veneziana, 1848-1861, nouvelle.
Illustrazione universals di Milano, 4 marzo 6 maggio
1867. Fu tradotta in greco da Dragumis per l' Almanach national
(gree) del 1865.

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- 29

VII. SCRITTI VARII.

1. Les prodiges de Marcus.


(Observateur beige, 28 ott. 1856).
2. Le feste rumene.
(Hondo illustrato di Torino, 25 maggio, e 25 giugno 1861).
3. Le pelerinage au tombeau de Dante.
La traduzione di questo lavoro pubblicata dall' Almanach na-
tional (grec) fu riveduta dal prof. Pappadopulos. L'Autrice fu in-
vitata a quelle feste dal Municipio di Ravenna.
4. La Recit des fetes dantesques de Ravenne.
( Etivciput di Atene, 13 luglio 1865 Illustration, 15 det-
to Illustrirte Zeitung di Lipsia, 22 detto).
. 5. Le Carnaval de Venise.
(Gazette rose di Parigi, 1. febbraio 1. giugno 1867).
6. Les orientaux a Paris.
(Nella Paris-Guide par les principaux ecrivains de la France,
Libreria internazionale, Parigi- 1867).
7. Une visite au Nude de Felice Schiavoni.
(Grece, 6 febbraio 1868).

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BIOGRAFIA.

1. Helene Ghika (Universal Lexicon, 4.a ed. Altenburg, Pier 1856).


2. La libre Recherche, Bruxelles, 1857, t. VI, 150-152.
3. Biografische und literarische Notiz fiber die Verfasserin der
Deutschen Schweiz, nella traduz. tedesca della Suisse vol. I. I-XXVIII,
Zurigo Meyer e Zeller 1857).
4. Hume-Greenfield (Biographical Sketch, in testa al vol. I della
traduzione inglese della Suisse allemande, Londra ed Edimburgo, Ful-
lerton 1858; con un bel ritratto inciso sulFacciaio da un profilo dise-
gnato a Venezia nel 1848 da Felice Schiavoni).
5. Neue nether Zeitung n. 24, 25 e 26 luglio 1858.
6. Dora d' Istria di M. C. _Nally (in testa della traduzione delle
Iles Joniennes, Atene 1859).
7. Die Grafin Dora d' Istria und ihr neuestes Werk ; del dott.
Enrico Kurz (Illustrirte Zeitung 23 giugno 1860, con ritratto).
8. Les femmes en Orient (breve biografia con ritratto) nella Pro-
vince a Paris, 7 gennaio 1860, giornale diretto da Ippolito Lucas.
9. Die Griffin Dora d' Istria (Europa n. 26, Lipsia 1860).
10. Fra i giornali greci, citiaino quelli del 1860:
'Aurij (Aurora) 14 maggio.
'Ep..sp rc3v cpcXopav ( Giornale degli amici delle
scienze).
'H ENtxxi (Il nazionale) 29 maggio.
'Ativai (Minerva) 18 giugno.
lffpcocvd; Kyipui (Araldo del mattino) 27 agosto.
ANN Secolo) 2'7, 31 agosto. 3 settembre ecc.
\.5L,

(*ACADEMIE*
*k0 AT jail,
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32
11. Miss Anna C. Johnson americana (vedi prefazione dell'opera '
The cottages qf the Alps, t. I, p. VII-XVI, Londra 1860).
12. Dora d'Istria di Aless. Rizo Rbangabe corrispondente del-
l' Istituto di Francia, ministro di Grecia a Washington ecc. (Ma
Haectipoc, Novella Pandora, d'Atene 1.0 giuguo 1860; e vedi l'incisione
in legno del busto della principessa Dora d'Istria, eseguito da Fitalis
di Atene nel 1860, nel n.° del 1. febbraio 1861).
13. Christos A. Duhas (HpdXoyos alla traduzione greca dell'op.
Les Femmes en Orient, t. I, Atene 1861).
14. M."' Dora d'Istria Emile Deschanel (Journal des Débats
feuilleton 5 janvrer 1860 2.° edit. Causeries de quinzaine ch. III,
Paris 1861).
15. D-na Dora d'Istria di Radu Jonesco (Rivista romdna di Bu-
karest 1864.
16. Dora d'Istria (II Mondo illustrato, giOrnale diretto dal vene-
ziano Stefani, 25 maggio 1861, con rit.)..
17. Dora d'Istria" (Conversations Lexicon o Dizionario della con-
versazione, undecima edizione 1861 libreria Brockhaus, Lipsia).
18. M.'?" la comtesse Dora d' Istria (Echo de la Presse, Parigi 1,
2, 3, 8, 21 dicembre 1862).
19. Gra," Dora d' Istria (Frauen der Zeit, editore Lorck, Lipsia
1862).
20. Gra:fin Dora d' Istria in Griechenland del dott. Enrico Kurz
I. (Illustrirte Zeitung di Lipsia 7 nov. 1863).
21. La C."" Dora d' Istria di A. Balech de Lagarde (Illustrateur
des dames, 17 maggio 1863, con ritratto).
22. Dora d' Istria di S. K. G. (opuscolo, Aarau 1860, tradotto in
greco da P. D. Catevatis nell' Trpizoxpiovyj di Zante, febbraio e marzo
1863).
23. Madame la comtesse Dora d' Istria (Magasin des families,
anno XV, 10 sett. 1863, con ritratto).
24. Madame Dora d' Istria, di Leone Lambert (Voleur 17 aprile
1863 con ritratto).
25. Madame Dora d' Istria di Eliane de Marsy (uno de'pseudonimi
di mad. Leonia d' Aunet) nella Revue des modes, 10 sett. 1863, con
ritratto).

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I,

33

. 26. La Nouvelle Corinne di Federica Bremer (La Vie dans le vieux


monde, in svedese, dispensa XIII della traduz. tedesca, Lipsia 1863).
27. Madame la comtesse Dora d' Istria del principe Z. Usk ...
(da Neussdorf presSo Vienna ; nel Jean Diable diretto da Paolo Féval,
n. 32, 4 luglio 1863, p. 511).
28. La comtesse Dora d' Istria (Echo biographique, p. 367 dell'E-
dos de Paris, n. 76, 6 giugno 4863, con ritratto dal profilo disegnato
a Venezia da Felice Schiavoni).
29. Madame la comtesse Dora d' Istria (Journal de la Semaine,
rigi, n. 358, 9 agosto 1863, p. 48, con ritratto dell' Autrice).
30. Profils contemporains di Armando Pommier, Parigi 1863, con
ritratto. Veggansi i giornali rurneni del 1864-1865.
31. Une femme hors ligne del dott. Schmidt-Weissenfels (Eine
Ungervtihnliche Frau nella Gartenlaube di Lipsia 1864, n. 15).
32. Maison des princes Ghiha de Rowmanie (extrait de l' Histoire
générale des maisons princieres et des autres principales families de
l' Europe; etc.; Ginevra Blanchard 1864 fol.).
33. Profile contimpurane Domna Contessa Dora d' Istria de Ar-
mand Pommier cavaler alu ordinului B - lor Mauricie si Lazar auto-
rula operilord francese : Veniamina, scrisori" assupra Creatiunii pd
mentesci , Deluviul , Decadintia romand si Dama cu mantd rosid etc.
traducere din limba Francesd Bucuresti, Typographia C. A. Rosetti
1864.
34. Dora d' Istria e Ghika di Vapereau (Dictionnaire des contem-
porains, edizioni 1858, 1861, 1865).
35. La questione femminile e la principessa Dora d' Istria del dott.
C. F. Gabba. Firenze 1865, p. 9-11.
36. M.'" Dora d' Istria nei Contemporaines célèbres (Monde il-
lustre, art. di Carlo Yriarte, n. 431, 15 luglio, 1865, p. 45, con ritratto
dal busto di Duprè).
37. Dora d' Istria (Illustrazione universale 8 ottobre 1865, n. 93,
Milan? ; con disegno da un ritratto eseguito da Felice Schiavoni.
38. Der Bazar (Berlino 1865 con ritratto).
39. Dora d' Istria (La donna e la famiglia, die. 1865, fasc. 10,
pag. 636 ).
40. Grafin Dora d' Istria nella Freya, giornale diretto dal celebre
5

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-
34
poets tedesco Maurizio H artmann (Stuttgart 1866, 6.a dispensa, con
ritratto inciso in legno, dal disegno di Felice Schiavoni).
41. Les illustres voyageuses (la comtesse Dora d' Istria) di Riccar-
do Cortambert. (Parigi de Soye, 1866, 8.°, p. 267).
42. Nella Gazette rose 1866-68 (Viscontessa di Renneville) e nelle
cronache della high life si fa cenno sovente delle mode alle quali le pa-
rigine diedero ii come di Dora d'Istria; e nella Gazette del 1866 vi ha
una biografia di lei.
43. Die Grafin Dora d' Istria und ihr buck fiber Griechenland del
dott. Teodoro _Kind, consigliere di giustizia (Unsere Zeit di Lipsia 1866 ,
tradotto in greco dal p. Teageno Livadas nel giornale Kkeico di Trieste).
44. Dora d'Istria (La Novitd, Raccolta pubblicata a Milano 1866,
con ritratto).
451 Ein Bench in Livorno (del dott. Adamo Wolf nella Neue
freie Presse, u. 614, 16 maggio 1866).
46. Fyldia e Arbenore-Precalezime del p. Demetrio Camarda, di
Piana dei greci, in Sicilia, colonia albanese (XI-XXIII", Livorno 1867).
41. Saggio biografico su Dora d' Istria di E. Artom (Nazionalità
albanese, Cosenza 1867).
48. Dora d' Istria del dott. Giulio Schvarcz dell' Accademia un-
gherese (Magyar Ujsag 27 settembre 1867).
49. Dora d' Istria di G. G. Pappadopulos già professore della
Scuola delle Belle krti d'Atene ('ENexciv Tip,epoXdrov 1867, p.365-374).
50. Gallery of celebrated Women -- Dora d'Istria The queen
the ladys newspaper and court chronicle, 26 ottobre 1867, p. 317).
51. Madame Dora d'Istria (Musée des families agosto 1865, Ga-
lerie des femmes célèbres, con ritratto in legno,'dal husto di Dupr¢).
52. Griffin Dora d' Istria nell' Allgerneine Moden-Zeitung, n. 3,
1868, p: 40, Leipzig (con ritratto da un disegno di Schiavoni, inciso
sull'acciaio da Weger).
53. 'H zupecc Opa 'Icrrpt.ac di Alfredo Mélek, redattore in capo
della Grèce ('Evexyj Bcf3Xto4xr) 16 gennaio 1868).
54. Dora d' Istria (Kleineres conversations Lexicon, Lipsia, libre-
ria Brockbaus).
55. Mad.' Dora d' Istria (Histoire générale pubblicata a Genova).
56. Per la famiglia dei principi Massalsky, vedi Livre de velours

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a

35
riassunto dal principe Pietro Dolgoruky les principales families de la
Russie, 2. edizione. Berlino, Schneider, p. 4, 14, 17, 18.

ICONOGRAFIA.

A merito del bravo fotografo veneziano Antonio Perini possiamo


fregiare questo opuscolo del ritratto di Dora d'Istria, riprodotto da una
recente pittura dell'illustre Felice Schiavoni. Dai cenni che sono sparsi
nei biografi di Lei, apprendiamo che fra'suoi ritratti eseguiti da artisti 4
italiani, greci, tedeschi e francesi, sono da annoverarsi i seguenti :
Scuola italiana. Profilo disegnato da Felice Schiavoni a Venezia -
nel 1848 e inciso in acciaio a Londra, poi in legno a Lipsia, Torino,
Berlino, e a Parigi da Jacob, Bayard, e Bocourt.
Busto di Dupre, riprodotto in plastica, in fotografia da Ber-
noud a Firenze, in legno nel Monde illustre e not Musee des families
di Parigi (questa incisione 6 di Boucart).
Riduzione in marmo dello stesso busto, eseguita dalla figlia
di Dupre, Amelia.
Ritratto inciso in acciaio a Parigi da Salmon (prodotto
all'Esposizione universale di Parigi nel 1867) e a Lipsia da Weger;
tratto da un disegno di Felice Schiavoni, riprodotto da Bernoud in
fotografia. Ne furono fatte altre incisioni sul legno, a Milano nell' Il-
lustrazione, a Stuttgart nella Freya.
Ritratto ad olio in costume greco. Da questo il Perini trasse
la fotografia unita al presente opuscolo.
Scuola greca. Plastica di Phytalis, Atene 1860, riprodotta nella
Pandora 1. febbraio 1861.
Scuola tedesca. Ritratto ad olio di Scheft, Bukarest 1835.
Acquerello di Szathmari, Bukarest 1849.
Scuola russa. Acquerello, Pietroburgo 1853.
Scuola francese. Pastello di Robillard, Pietroburgo 1853.

I07 vc,

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VENEZIA, MS. PREM. STABIL. TIP. DI P. NARATOVICII


Sanl'Apollinare N. 4206.

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