FONDATA DA
GIULIO BERTONI
Serk I I " L i n g u i s t i c a Vo/. 43
G IO V A N N I SEM ERANO
LE ORIGINI
DELLA CULTURA EUROPEA
VOL. II
DIZIONARI ETIMOLOGICI
Basi semitiche delle lingue indeuropee
D IZ IO N A R IO DELLA L IN G U A GRECA
FIRENZE
LEO S. OLSCHKI EDITORE
MCMXCIV
ISBN 88 222 4233 5
ALLE SO G LIE D ELLA N U O V A S T O R IA D ’E U R O P A
LE N O S T R E O R IG IN I C U L T U R A L I:
LA R IC E R C A D I U N A M IL L E N A R IA ID E N T IT À
/ mali più gravi, di cui soffrono alcune grandi comunità civili del nostro
Continente, sono Vesito di una lacerazione che duole e ci allontana sempre più
dalle nostre origini culturali. Fra quei mali si accampò persino la presunzione
di una superiorità genetica anche se ad essa non può farsi sempre carico delVe-
goismo che sconvolge oggi i rapporti nelVambito di larghe convivenze. Le p a
role, p iù durature di ogni metallo, perché partecipi della inconsumabile essenza
dello spirito, sono testimonianze autorevoli di una nostra unità antica che coin
volge per la prima volta p iù saldamente i popoli del Vicino Oriente dove fiori
rono le grandi e più antiche civiltà.
Il millennio che sta per scorrere sul quadrante della storia è destinato a ri
mescolare le sorti dei popoli. A lle soglie di questa nuova realtà europea, nes
suno potrà dissimulare e nascondere Vurgenza dei nuovi e grandi problemi de
stinati a impegnare la responsabilità di coscienze in grado di recepirli e affron
tarli.
Come un tempo i giovani popoli premevano ai confini delVImpero di
Rom a minacciando di sommergerlo, altri popoli, oggi ai limiti del Continente,
si affacciano spinti dalla necessità di conquistare nuovi spazi di sopravvivenza.
E intanto sul piano non più operativo della cultura triorfano i bizantinismi so
nanti, le lustre filosofiche, i falsi problemi delVuomo e le opere che accumulano
parole bruciano fum osi incensi ad occultare la fuga di verità capaci di rigenerare
il mondo.
L'opera che qui si presenta ha piegato Vautore per lunghissimi anni ad
esplorare il segreto di antiche fo n ti nelle quali sono racchiuse le lontane radici
delle nostre origini. V ansia della ricerca f u confortata dalla visione di un più
vasto arco culturale capace di saldare i nostri primi avvii di civiltà alle vicende
dei popoli creatori di valori che, dalla Fertile M ezzaluna, qui tornano reinte-
~ V ^
RICERCA DI U N A MILLENARIA IDENTITÀ
grati nella creatività delle genti mediterranee. Verso di essi V Occidente è ingrato
debitore di un tesoro inestimabile, quali la scrittura, l’alfabeto e, diremo antici
pando le prove che se ne offrono in queste pagine, le origini di gran parte delle
sue lingue e quindi dei suoi strumenti enunciativi.
I disconoscimentifruttano sul piano della storia olocausti esiziali ad evitare
i quali occorre ricomporre il tessuto di un sapere illuminato della storia.
Dopo le scoperte, sempre più ricche e convincenti, delle grandi civiltà che
prepararono quelle di Grecia e di Rom a, con Vaccresduta coscienza delle com
ponenti che entrano a fa r parte del tessuto dei nostri saperi istituzionalizzati,
come potremo, di fronte a chi verrà, avere Vanimo di continuare a dipanare il
filo dei nostri discorsi, perpetuando il hric à brac di una improbabile Ursprache,
perduti a ricercare le orme di genti evocate dalla fantasia romantica e ancora in
cammino, spettrali parvenze nei temi di molte accademie, genti ancora in fuga
da una ignota Heimat? come potremo noi frodare del dovuto riconoscimento p o
poli che riaffermano la loro presenza alle soglie della nostra storia?
E poiché il futuro ha un cuore antico, avviare un nuovo rapporto culturale
col remoto passato salda una nuova unità spirituale fra noi e ipopoli scomparsi
che, come astri spenti, continuano a irradiare il lucente messaggio che giunge
sino a noi. A d essi mancò il dovuto riconoscimento di essere stati alle origini
operanti sugli avviamenti dei nostri destini.
U ansia di una nuova felicità dei popoli scuote le porte dei chiusi egoismi in
attesa che la parola, nuovamente creatrice come alValba della storia, penetri e
trasformi in armonico colloquio Vurlo della bestialità di ritorno.
Raccolto il significato generale del titolo di quest’opera, cultura come civiltà
di nuova rinascita, una più coinvolgente rubrica segna il titolo da dare alla
«grande assise»: «l’apocalisse può attendere». M a quale anima, quale futuro
per i destini d ’Europa? E un tema da non lasciare più incautamente solo ai
politologi.
E forse occorrerà ricordare che se anche il centro del mondo è trasferito dal
Mediterraneo alle rive del Pacifico, se VAccademia galileiana del Cimento ha
oggi agli antipodi la Silicon Valley che opera ricerche di tecnologie sempre più
avanzate, non per questo lo spirito dell’uomo si è arricchito o ingigantito, non
per questo la bellezza del mondo ha celebrato nuove conquiste, non per questo
sui popoli delle fam i e della morte è apparsa una nuova luce. E forse non sarà
disutile, per l’uomo che oggi vive, tornare a fortificarsi di qualche antica virtù
cogliendo, nella trasparenza del simbolo, il significato dei giganti caduti nel
dare la scalata al cielo.
- VI -
RICERCA DI U N A MILLENARIA IDENTITÀ
~ VII
IN T R O D U Z IO N E
Con il recupero delle grandi civiltà del Vicino Oriente, di Sumer, di Akkad, di
Ehla, si apre un vasto quadro di riferimento storico, un varco agevole che guida alle
origini delle nostre civiltà di Occidente. Vantica lingua accadica, alla quale fanno
capo Vassiro e il babilonese, qffie oggi, con il suo inesauribile tesoro lessicale, solide
basi storiche per testimoniare le fasi di sviluppo delle lingue indeuropee. La ricostru
zione congetturale di una lingua originaria, quale l’indeuropeo, perseguita nel pas-
sato, oggi appare un eroico tentativo al quale mancò il supporto della storia. Le com
ponenti moifologiche, che concorrono a strutturare leforme enunciative^ delle nostre lin
gue, ritrovano alle loro otigini i valori e il senso delle lorofunzioni. È tramite la Me-
sopotamia che VIndia riceve, neWottavo secolo a. C., unaforma di scrittura semitica il
cui più noto adattamento sarà il Bràhmt.
Fra non molto le etnie, le religioni, le lingue del nostro Continente sa
ranno assoggettate a un nuovo e ancor più vasto rimescolamento, a una fu
riosa dinamica di progressiva integrazione. Da tale previsione nasce il desi
derio di Consegnare il testamento del nostro passato, registrando gli echi
lontani delle voci con cui operarono gli spiriti destinati a creare questa no
stra civiltà, la somma delle supreme affermazioni con cui l’umanità si è pro
dotta lungo i secoli.
I valori colti e recuperati ai lontani orizzonti della parola, così come ap
pare all’alba della nostra storia, possono assumersi come antidoto all’aboli
zione del senso vissuto, alla dissoluzione dell’uomo che minaccia di imper
versare su tutte le latitudini in cui l’antiumanesimo leva inconsapevolmente
le sue insegne.
Nell’antica India, i brahamani, che avevano smarrito i significati origi
nari delle formule sacrali, ritrovarono nelle parole delle Upanisad l’ansia di
penetrare nel segreto dei valori arcani: «La parola e il pensiero erano partiti
per cercare il bràhman, ma tornarono senza averlo ritrovato». E ancora ai
- XIII -
INTRODUZIONE
nostri giorni, quelli che indugiarono sulle carte dei savi indiani non po
tranno ritrovarlo senza aver riascoltato gli echi dell’antico eden, fuori degli
illusori miraggi. E neppure le altre figurazioni del divino, Atman e Vimu sa
pranno svelarsi, perché anche i loro nomi sono sigillati nei cuneiformi che
costruiscono le lingue del Vicino Oriente dal quale, nel secolo VII! a. C.,
fu trasmesso all’india il ritrovato della scrittura.
E al contrario di ciò che il poeta sentì come «schiavitù di parole», al pa
ragone con l’aerea libertà dei suoi fantasmi, l’uso della voce torni a essere
sentito come ricchezza, possesso di un mezzo enunciativo che libera l’uomo
dalla opacità del silenzio e dall’inarticolato furore del grido: è solo l’umanità
della parola che concorre a dare sostegno alla maturazione di un pensiero
vigile.
Perché è inutile piangere sul vuoto dei valori permanenti e sull’invisi
bile voragine in cui affonda oggi inesorabilmente il vivere dei giorni, più
insidiosa del fosco asteroide che torna a minacciare la terra; ciò che salverà il
nostro continente sarà un nuovo e più largo movimento culturale. E ciò
solo se la cultura potrà identificarsi nell’energia creatrice che svelando nelle
crisi epocali le esigenze di un mutamento, ne dia informata coscienza agli
spiriti più pronti.
A rimediare i guasti morah e materiali del mondo in cui il destino oggi
ci costringe, i mass media si agitano a spronare gli intellettuali denunziando
il loro silenzio complice. Ma intellettuale è termine scaduto, poco adatto a
sorreggere l’impegno per un compito così arduo. Per arricchire la materia
del loro possibile contendere, occorre che, chi può, fornisca loro le prove
oggettive di una necessità di interventi mirati, per non lasciare spazio a con
tese di parole con l’aria di battagliare coi venti dei vecchi muHni.
Solo i popoH che acquistano chiara coscienza del proprio passato sono
in grado di costruire un avvenire conamisurato alle proprie istanze, perché
liberi da errori che gravarono sull’antico cammino. Gli altri, impigliati nei
congegni di un mondo senz’anima, mimano ogni giorno una vita non ali
mentata da segrete, salutari radici. Eppure dopo tutto questo armeggiare e
giostrare, in queste pagine, vi sarà ancora chi alludendo agli uomini parlanti,
alle lingue, discorrerà ancora di razza; come non mancherà qualcuno che
evocherà l’indogermanico come reale ‘Ursprache’. N on è da stupirsi che
ciò avvenga ancora come se nulla fosse stato. È il segno dell’assurdo che
esplode nello spazio incolmabile tra l’invocazione dell’uomo e l’ottusa in
differenza del mondo.
Dal 25 al 27 giugno del 1987, tre anni dopo l’apparizione della prima
parte di queste Origini della Cultura Europea, W erner Maihofer, Presidente
deir«European University Institute» di Firenze, assumendo quasi fedel
- XIV -
INTRODUZIONE
mente questo stesso titolo, favorì un incontro fra i più illustri cultori di
orientalistica per alSTrontare il tema delle «Origini mediorientali della cultura
europea». Giovanni Pettinato vi portò notevoli contributi di intelligente
penetrazione attraverso i singoli dibattiti.
Questo nuovo contributo alla storia delle nostre origini vede la luce in
Firenze, nel tempo in cui è ancora viva l’eco delle celebrazioni laurenziane
che hanno evocato il tipo di una qualità di vita che altrove non ebbe
uguali. Q ui Pico della Mirandola attinse ai testi arabi il senso della dignità
dell’uomo del profeta ‘Abd Allah e assunse a titolo di merito rivelare i mi
steri caldei ed egizi; qui la cultura occidentale sentì costante il richiamo alle
dottrine dell’Oriente e nella grande festa di riconciliazione delle fedi del-
rO ccidente e dell’Oriente furono invocati il cielo e la terra a comporre
un’unica armonia. Da questa terra, che dette nome al Nuovo Continente,
partì Filippo Mazzei, un combattente per la libertà degli Stati Uniti d’Ame
rica: come ricordò J. F. Kennedy, il principio della uguale dignità di ogni
uomo, invocato nel testo della Costituzione americana, è ispirato agli scritti
del grande Toscano. Q ui in Firenze opera anche la Casa Editrice Olschki,
centro dinamico di proiezione della cultura umanistica nel mondo. Possa
questa fatica non essere indegna dell’antica umanità di Firenze e intonarsi al
fervore di una nuova rinascita, in particolare dopo che la strage esecrata ha
recato una bruciante ferita al composto rigore della sua bellezza senza po
terne spegnere Tanima.
Il fondatore della Germania Federale, Theodor Heuss, proclamò alto
che senza politica è possibile fare cultura, non è possibile fare politica senza
cultura. E oggi se usasse ancora porre la propria opera sotto gli auspici be-
nevoH di un potente, non esiterei, nel rifugio del passato, a porla sulle gi
nocchia del più grande, perché più illuminato, dei monarchi, dal XIII se
colo in poi: Federico II, imperatore di Germania, re di Sicilia e di Puglia,
alla cui corte palermitana ebbero armonica consonanza la cultura latina,
greca, ebraica, araba, germanica e firancese. Al pari, e forse più, della terra
dei suoi padri, ebbe caro il dominio della nostra Isola mediterranea che egli
ebbe cura di riordinare umiliando le pretese dei baroni.
Il «Sultano battezzato» apre gh orizzonti del sapere al fascino culturale
deirOriente. Le contese che egli ambì furono ingaggiate col Sultano d’E
gitto e di Tunisi ed ebbero campo di prova le scienze e il sapere. GH enun
ciati della sua saggezza raggiunsero allora spiriti operosi in ogni latitudine.
Alla sua corte il giudeo greco Teodoro e Michele Scoto trovano diritto di
cittadinanza, insieme con le melodiose schiere di poeti. Qui, con i pensatori
arabi, operano i grandi giudei Yehùdàh Ben Shélòmòh Kohen e Ya‘cób
Anatoli. Q ui giunse a Federico l’omaggio del Liber quadratorum di Leonardo
da Pisa.
~ XV -
INTRODUZIONE
Il nipote del Barbarossa che avrebbe dato unità al «giardin del lo ’mpe-
rio» e che dopo la vittoria di Cortenuova spedì a R om a il Carroccio della
lega, resta così il grande simbolo della sovranità illuminata che con lucido
ardimento affronta la sua contesa contro l’oscurità dei tempi.
La g r a n d e i r r a d i a z i o n e c u l t u r a l e d e l l a F e r t i l e M e z z a l u n a
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INTRODUZIONE
ranzia che la scrittura possa essere infinitamente letta anche in sempre nuovi
contesti; «anche in assenza di tutti i possibili destinatari, dopo la morte di
tutti gli esseri intelligibili, la scrittura mantiene aperta, con un’astrazione
eroica, la possibilità di una lettura ripetibile ... La scrittura, annullando i ri
ferimenti viventi della parola parlata, promette salvezza al suo contenuto se
mantico, anche di là dal giorno in cui tutti coloro che potrebbero parlare e
udire cadono vittime dell’olocausto». E ciò dispensa dal vagheggiare nuove
voci inesistenti e ipotetici rinvii a elementi enunciativi che restano fuori
delle tracce del tempo e della storia.
Il s o c c o r s o d e lla lin g u a a c c a d ic a
~ XVII ~
INTRODUZIONE
- XVIII -
INTRODUZIONE
Il n o m e
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INTRODUZIONE
fine, sono colti agli orizzonti remoti della storia perché svelino il diverso at
teggiarsi dello spirito di fronte alla realtà del cosmo.
La fase culturale che oggi siamo destinati ad attraversare registra il mol-
tiphcarsi di discipline e, in seno ad esse, il riprodursi di termini che non
comportano sempre un arricchimento cognitivo. Spesso idee vecchie si ma
scherano di nuovi segni che si assiepano a ingombrare le frontiere delle ca
tegorie dei nostri saperi istituzionalizzati. E, nonostante, non vi è particola
del nostro universo culturale che non possa ritrovare il suo quadro di riferi
mento in un lemma di un organico e remoto codice simbolico. Qui, la sto
ria delle parole, fin dove può raggiungerle per ora l’occhio dell'osservatore,
nella nebulosa delle origini, testimonia la dignitosa sopravvivenza dell’an
tropologia umanistica che Foucault vedeva invece dissolta nell’ottica del suo
strutturalismo. Alla impossibilità metodologica di progredire lungo le neb
bie delle ricerche indeuropee si aggiunse per lunghi anni la fallacia della
concezione del presente, sentito come l’unica dimensione del reale a di
spetto di Eraclito. Lo strutturalismo non premia la parola, matrice dinamica,
colta storicamente nella sua dimensione evolutiva, ignora la sua ricchezza
inesausta capace di espandersi in ogni tessuto comunicativo proprio grazie
alla sua duttilità e vitalità di atomo che la fa capace di integrarsi nella mate
ria del discorrere.
Sulla linguistica storica hanno pesato a lungo correnti di pensiero che
hanno confuso competenze e attività di discipline diverse, come lo struttu-
rahsmo antropologico di Lévi-Strauss che prende le mosse dallo strutturali
smo hnguistico di Jakobson e di Trubetzkoj. Gli esiti sono paralogismi di
chi scorge nella nuova fonologia il compito rinnovatore delle scienze sociali
solo perché essa rifiuta di considerarne i termini come entità indipendenti.
Nelle nuove prospettive storiche, arricchite di nuove acquisizioni, è
dato avvertire la necessità di dover riscrivere la propria esperienza nel raggio
di un nuovo orizzonte laboriosamente conquistato.
C entum e sa tem
- XX -
INTRODUZIONE
kànte, non è stata mai chiarita. Si ipotizzò, a torto, un collettivo dalla base
di '^dekmt “ dieci’’. Ma «centum», éxatóv, esibisce la stessa base delle com
ponenti -xovta, «-ginta», cioè le decine dei numerali greci e latini; le quali
componenti rappresentano, con la finale -a, un duale della voce base, che
significa “mano” , simboHzzata graficamente per 5 dal latino V, il quale, nel
computo per indigitazione, rappresenta appunto la mano con tutte le dita.
Così il gotico hund, “cento” , risulta della base di Hand, gotico handus,
anglosassone hand di cui si ignorano parentele extra germaniche. Hand
“mano” è certamente della stessa base di greco xavÒ~àv(j), contengo: nella
mano (Od., 17, 344), latino «prae-hendo», aoristo ^%aòov (cfr. latino
«praeda» < *prai-heda). La base ignorata, dunque, ipotizzata in '^ghend-, cor
risponde, per la storia, ad accadico qàtu m : q à -a -tu m (mano, ‘hand’); e a
tale base occorre ricondurre anche (con la iniziale occlusiva sorda, al posto
di X“ da q-) il verbo UTdciJiaL prendo: alle origini “metto la mano su” . Così
con accadico q à tu m “mano” , dalla nebulosa di un’ipotesi su cui non è
possibile lavorare, emerge la storia di sanscrito htàm (con una iniziale sibi
lante palatale) e di «centum», di é-uaxóv, la cui iniziale è- è da accostare a
ELWcat: Locati venti (accadico e-sfà) e denota un moltipHcativo, per ren
dere “cinque” , una mano, moltiplicato per venti.
L ’e t i m o l o g i a
- XXI -
INTRODUZIONE
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INTRODUZIONE
ma di zwei, come di latino duo (v.) etc. si è sinora ignorata l’origine. Solo
grazie al nostro quadro di riferimento, due, il gotico twai etc., esce dall’an
golo indeuropeo, dove viene collocato come radice *de-, per ritrovare, in
una voce remota con iniziale t-, il naturale valore di “gemello” (‘tw in’). E
così per migliaia e migliaia di testimonianze, in grado di annunziare che sul
l'orizzonte delle origini indeuropee si accese il sole del Vicino Oriente.
- XXIII ~
INTRODUZIONE
gli inizi dell’arte coltivata dai magici vetrai di Augusto sono lontanissimi, ri
salgono all’età del bronzo e che la millenaria industria nasce e si sviluppa in
Mesopotamia, si dilata attraverso la sfera di influenza verso l’Egitto, per ri
fiorire, dopo un periodo di declino, con Timpero assiro-babilonese, nel set
timo secolo a. C.; approda infine in Occidente, trionfa in Rom a con il fa
scino delle tecniche dei tempi remoti. Ma se tutto questo assume la pacifica
chiarezza di un teorema, lo slancio dell’evidenza si spegne quando si de
vono tracciare gli inizi della nostra cultura di Occidente sulla scorta di al
trettanto reali testimonianze.
La voce “etimologia” segue le sorti della parola mistero, mysterion: un
mistero che ignora se stesso. In greco, etymologia è voce relativamente re
cente, di epoca ellenistica; le sue fortune sono legate all’ambiente stoico
(cfi:. V. P i s a n i , L ’etimologia, Paideia Editrice, Brescia, 1967, p. 14, n. 3) ed
era presente in un titolo di Crisippo; il terirdne è noto al geografo Strabone,
al retore Dionigi di Alicarnasso, ad Apollonio (Dyskolos), ma era ignoto a
Platone che nel Cratilo fa danzare lo sciame delle etimologie in un gioco
vorticoso, guidato appena dal suono delle parole. Elymologia, dunque, viene
rinviata ovviamente al greco etymos “vero” , etymon “l’elemento vero del di
scorso” ; ina questa voce viene a sua volta rinviata a eteos, “vero, autentico”,
di cui s’ignorò l’origine. Il nostro antico quadro di riferimento ci dà cer
tezza delle origini di etymologia e ci assicura del significato: “ discorso sul
vero della parola” cioè su quello che essa stessa promette.
Le etimologie platoniche del Cratilo non divergono troppo dal gusto
omerico che accostava il nome Odysseus a odyssómenos “ adirato” e per l’an
tichità non è facile distinguere chiaramente tra gioco di parole ed etimolo
gia. A giustificare le impertinenze etimologiche di Platone non basta la sua
finalità d’impedire che l’indagine si riversi dalle cose sui nomi.
Fra le più sensazionali etimologie platoniche è quella di 0BoC gli dei,
concepiti originariamente come astri vaganti: sarebbero stati denominati dal
verbo Gèco corro; aria avrebbe significato dei sempre scorre. Gli ele
menti del Hnguaggio quale rappresentazione fonica del reale tendono a pro
porsi come costitutivi glottogonici. La lettera ad esempio esprime mobi
lità, X- levità etc.
Delle etimologie del Cratilo i filologi tenderebbero ora a salvare quella
di o^ky\yr\, selène (la luna), derivata da sélas (splendore). Ma su questa voce
tuona il verdetto degli etimologi: “obscure” .
Le etimologie degli antichi ubbidiscono spesso a una opportunità enun
ciativa o esegetica. Al tipo dell’etimologia omerica di Odysseus si ascrive
quella biblica di Babilonia, cioè Bàbél, chiarita in base all’ebraico bàlàl “in
trigare” . E invece il babilonese b ab -ili “porta di dio” , sumero k à -d in -
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INTRODUZIONE
gir(ra). Inattesi richiami tentano di chiarire i nomi dei patriarchi. Nel Pen
tateuco i nomi di luogo e di persona svilupperanno miti etimologici. All’ini
zio della Genesi resterà per la filologia biblica un sofferto mistero l’origine
del terribile b a ra ’, che esprime il big-bang di ’Elóhìm e che noi rendiamo
pedissequamente “ creò” : peggio, i settanta epoiesen; e meglio ektisen nella
versione di AquUa. La voce b a ra ’, che torna 47 volte nella bibbia, è so
lenne, attinta come eden, alla lingua di remota e veneranda tradizione sa
pienziale, il sumero b ara “ espandere, dispiegare’’ (*to spread’, ‘weit òf-
fnen’): sono il cielo e la terra che volano a colmare i loro spazi nell’ordine
della creazione. E sino a che la scienza non vorrà rinunziare al pirotecnico
big-bang dell’inizio, b ara renderà meglio Tatto originario.
N on occorre qui disegnare la lunga tradizione dell’etimologia empirica
che deve aver avuto il suo primo sviluppo in ambito sofìstico. Dalla lingua
prodotta della natura (physei) secondo Platone, si giunge alla meditata con
cezione della lingua “ convenzione” (theset) degli Alessandrini. Per questi, lo
studio delle parole primitive (archat) cede il campo alle ricerche morfologi
che e fonetiche.
Le etimologie di Varrone, che in «De lingua latina» perpetuano la sa
pienza filologica del maestro Elio Stilone, furono definite puerili: «amnis» è
accostato a «ambitus», «ager» ad «ago»; avvio alle amenità moderne del
«condurre al pascolo»; «palus» palude a «paululum» cioè scarsa massa di acqua
etc. Poco soccorrono le etimologie di Pompeo Pesto e di Nonio Mar
cello.
Le «etymologiae» di Isidoro di Siviglia (VI sec. d. C.), preziose per le
voci arcaiche che egli tenta di spiegare, indulgono a solenni bizzarrie.
nàvxa 6 i ’ a'^iTO'O é y é v eT O ,
Giovanni (I, 3)
★ ★
*
- XXV -
INTRODUZIONE
Così sarà per il greco noùs, “intelletto” , ordinatore deirUniverso per Anas
sagora, lì la voce greca noùs, grazie al nostro quadro referenziale, si identifica
con il verbo col senso di “ dare nom e” .
La coscienza del valore etimologico di antiche voci latine, nella ricerca
della antichissima sapienza degli Italici, mosse l’ansia filosofica di Vico, in
tento ad accordare il ritmo delle idee col fluire della realtà storica dei fatti.
Anche se naufragò nel suo intento, valga la serietà e la consapevolezza di un
illuminante presagio. Come a tutte le ricerche moderne e recenti, mancò a
lui un quadro storico di riferimento a un mondo reale e vissuto, ricuperato
nella remota lontananza dei millenni.
~ XXVI -
INTRODUZIONE
In Sais, l’antica statua di Iside recava una iscrizione: «Io sono tutto ciò
che è stato, ciò che è, ciò che sarà: nessun mortale mai sollevò il mio pe
plo». Così molti misteri dell’etimologia restarono inattingibili.
Qui, alle soglie, occorre premunirsi dalla sorpresa di scorgere che le
voci più comuni delle nostre lingue non hanno avuto una reale storia, non
hanno una etimologia. Chi cerchi Torigine del latino «aqua» acqua, leggerà
in testi autorevoli che “ce m ot ne se retrouve pas ailleurs” (Ernout-Meil-
let), ma non si tace di una voce germanica, il gotico ahwa “fiume”, del te
desco Aue e della componente del toponimo Scandin-avia che è ben altra
cosa. Si è ben lontani dall’idea di accostare alle origini la voce «àqua» a un
quadro di riferimento non più congetturale, ma storico, offerto dalle prime
grandi civiltà del passato, le cui lingue in questi ultimi due secoH siamo riu
sciti a recuperare; tale quadro di riferimento è l’accadico con i suoi grandi
tesori dialettali, l’assiro e il babilonese. Così notiamo che il latino «aqua»
corrisponde ad accadico a g a ’u, agiu, agu, accusativo agà “acqua corren
te” (‘current wave, flow o f water’). E tale base torna alle origini anche nel
nome del mare Egeo, «Aegaeum». Come in Koben-havn, la componente
-avia di Scandinavia e il tedesco Aue ricalcano l’antica voce col senso di sta
gno, acquitrino che sono residuo dei fiumi: accadico h aw u , haw w u
(h am m u ), j|^abbu, a m n iu (àwu: ‘swamp’) a cui risalgono gli idronimi,
britannico Avon, itaUco Ema (Ima).
Ignorata è l’origine della voce latina «unda» e di greco i3òo)Q, iiÓoi;,
slavo voda, che richiamano accadico adù, sumero a -d é -a “unda” , onda: -Q
di 'tJòcoQ mostra che si tratta di acqua corrente : accadico a ru “andare” (‘to go,
to advance’). In quanto al timbro originario a- è noto che già nel II millen
nio a. C. nel nord-ovest semitico a e u alternano: su m u m / sam u m
“nom e” .
In Omero, per pane, affiora una voce del più antico sostrato: àxoXog
{Od., 17, 222) di cui s’ignorò l’origine. Il richiamo a sanscrito agnati mangia
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INTRODUZIONE
a sua volta attende una illuminazione, mentre l’accadico soccorre con fe
deltà esibendo la voce akalu “pane” (‘bread’).
Persino ignota è l’origine del nome della più tipica divinità greca,
Apollo, che è il segno più alto in cui luce e armonia convivono nella pie
nezza del divino. Perché Apollo ha fatto dei raggi solari le corde della sua
lira e le corde del suo arco d’argento. L’etimologia del nome ’AjióX-X-WV è
segnata dal malinconico refrain «inconnue».
Se ci si discosta dal tessalico ’'AjcXouv (che rima con accadico ap lu m
“figlio” e giustifica il significato di Latona, At]T(Ó madre), in analogia con la
semitica denominazione del “volto (insostenibile) di dio” , ebraico
p e n u -’El, ’Ajtó>^A,cov (vedi l’antroponimo ’AniX'kwv), nella sua ipostasi so
lare denota il “volto lucente” : accadico appu, siriaco ap p é “viso” (‘Ge-
sicht’) e allu, elìum “luminoso, sacro” (‘hell, heihg; von G òttem ’).
Persino l’aggettivo che megfio esprime una delle componenti dello spi
rito greco, xaXói;, bello, non si arricchì mai di una storia che venga da lon
tano. Ciò che si sa di sicuro di xaXóg suona: «rétymologie est ignorée».
Nessuno fu sfiorato dal sospetto che voci come inglese holy “ sacro” , il tede
sco heili^ “ sacro, santo” potessero radicarsi sullo stesso ceppo millenario di
xaXÓ5 , il cui significato originario è integro, perfetto, sano. Il greco scopre alle
origini la bellezza con i colori della sanità, integrità, come un riflesso della
intangibile perfezione del divino. La testimonianza è offerta sul piano dei
valori ben noti del tedesco heil “integro, sano” di inglese whole, anglosas
sone hai che hanno la stessa origine di holy “sacro” e di >taXó?.
Saffo dice la luna bella, xd^av, quando irradia luce nella sua pienezza
(jtX'nOoioa) e le stelle impalHdiscono; naXòt; perfetto, integro, bello è accadico
kalùm , semitico occidentale kull “l’integro, l’intero” (‘whole, all’): per
fetta è la creatura dell’olocausto da offrire alla divinità. A riprova analogica
valga che, nei testi accadici, l’aggettivo denotante “ingrassato” (accadico
m arfì), detto dell’animale destinato al sacrificio, è talora unito ad altro ag
gettivo col senso di “puro” (accadico ebbu).
N on si può continuare a lasciar credere di conoscere l’origine della
voce greca e latina «agep> derivandola dal verbo ^ 7(0 e intendere “il
luogo dove si conduce al pascolo” , perché «ager», àyQÒc, è campo coltivato e
nessun agricoltore cosciente vi condurrebbe le capre a brucare i virgulti, e
perché àyQÒ(; ha un antecedente millenario nel sumero a -g àr “ campo” e
nell’accadico ugàru. N on si può gabellare la voce latina «sons» colpevole per
un participio presente del verbo «esse» invece di scoprirvi la base di oCvo[xaL
faccio del male, di cui, è vero, si ignorò l’origine, ma che risulta un denomi
nativo da base semitica: di accadico sln u m “ criminalità” , sénu “ cattivo”
(‘wicked’): sa-sm i “criminale” (‘criminal’): della stessa base è inglese sin.
- XXVIII -
INTRODUZIONE
- XXIX ~
INTRODUZIONE
- XX X -
INTRODUZIONE
- XXXI -
INTRODUZIONE
prire, velare” (to cover with garments, to veif), k u ttu m u “coprire: di ve
sti” ; è detto di una signora deU’hareni (‘to prò vide with clothing: a woman
in thè harem’).
Assunto nella categoria della bellezza di un ordine che lo cinse di inau
dita armonia, l’armonia dei cieli, il cosmo dei grandi pensatori greci non
poteva escludere la terra. Nulla di nuovo: alle radici del pensiero che con
templa Tuniverso i sumeri posero, come sappiamo, il binomio an-ki, cioè
“cielo-terra” . Ma nessuno, penso, esplorò l’origine sinora ignorata di x6 <^v
terra: questa voce resta nel raggio dell’identica base: accadico k (a)taw u m
“ coprire” > * k taw u m > *ktàun; l’aggettivo x^Óvlo^, detto del dio Her
mes (v.), psicopompo, ne fa una divinità esperta a volgere il suo cammino
occulto nel regno ricoperto dalla terra: il suo nome, Hermes lo ripete dalla
base corrispondente ad accadico h e re m u “ coprire” . Così, alle origini, il la
tino «mundus», nel senso di “addobbo” asseconda il valore semantico della
voce greca: «mundus» trova antecedenti remoti in accadico m u d ù “abbi
gliamento” (‘a garment’), che torna in ugaritico e riecheggia il sumero
m u -d u -m ,
Uscita dalla visione di un chiaro e geometrico ordine, la scienza attuale
ha solennizzato l’avvio originario alla creazione tuonando con il gran fuoco
d’artificio del big-bang: la fragorosa ipotesi delle origini è quasi pertinente
alla furiosa civiltà dei rumori, che avvilisce e fiacca l’anima. Tale ipotesi è
riscattata dalla capacità offerta all’essere effimero, che si dice uomo, di con
templare una parte del gran tutto: questo nulla, veggente più delle pupille
stellari, è un nulla che insegue la fiaga delle galassie, prodigio più grande
dello stesso creato.
L’indole della scienza attuale non è fatta per contemplare il cosmo, per
ché airindifferenza per l’atomo, che agli inizi del secolo caratterizza lo
scienziato, fa da contrappeso l’evento maturato in Roma, nella scuola di Via
Panisperna, ove nel 1926 esplode Tera della fìsica nucleare: Otto R . Frisch,
a Copenaghen traduce ai colleghi, ansiosi di conoscere gli ultimi risultati, le
pagine di Ricerca scientifica. Lo scienziato, più che al cosmo, più che alle leggi
fondamentali, guarda alla regolarità dei particolari; si arrovellò già intorno a
problemi defatiganti, come l’involucro degli atomi chimici, intorno alle
proprietà chimiche della materia, rivelate attraverso la formulazione mate
matica della teoria dei quanti e cerca ancora di portare luce nell’oscurità che
incombe sulle relazioni tra teoria dei quanti e teoria della relatività. Co
munque è ancora l’uomo che pena a strappare frammenti all’universo de^i
inesauribili segreti e trionfalmente li chiama scoperte.
Ma un giorno forse, la scienza, giunta a più acuta visione del mondo
che lo circonda, vorrà ricomporre il grande cosmo nel suo ordine supremo
- XXXII -
INTRODUZIONE
Eppure è dato talora risalire alle origini di etimologie che appaiono gra^
tuite stramberie. Nel primo trattato grammaticale islandese che è conservato
nel Codex Wormianus dell’università di Copenhagen, si fa derivare la voce
latina «titulus» da Titan, il Sole. L’etimologia, data da Remigio di Auxerre,
la ritroviamo nel commento all’ylfi minor di Donato ed è giocata sull’analo
gia di Titan, il sole che illumina il creato, e «titulus», spiraglio che illumina
il testo. Anche il Codex Elnsidlensis 172 si abbellisce di questa etimologia,
che torna nel commento di Bernardo di Utrecht alla Ecloga di Teodulo.
Qui, nel dizionario etimologico della lingua latina, è data la etimologia di
«titulus», che neirErnout-M eillet si tende gratuitamente a far risalire all’e
trusco. Ma «titulus» è alle origini la breve «nota», il contrassegno apposto
con gesso, «albo lapillo», «creta an carbone», direbbe Orazio: è il gessetto, e
la base «tìf-» corrisponde ad accadico d ttu , titu, ebraico tìt “ creta, gesso” ,
da cui deriva anche il greco T:tTavog, gesso, confuso con Titan, il “Titano” .
~ XXXIII -
INTRODUZIONE
È ormai fiiori di ogni dubbio che l’origine della voce “ razza” , francese
race sia da cercare nell’antico francese haraz “allevamento di cavalli” ; ma l’o
rigine stessa di haraz è rimasta ignota.
Come molti antichi nomi semitici fluitati dall’arabo, haraz, haras ripete
la voce neoassira H arsà, che denota una razza di cavalli (‘gentilic referring
to a breed of horses’: in Assyr. Dict. 6 , 115): è un originario aggettivo del
nome di città: Harsu* H arsa. U n più antico l^jiar^tu, noto all’antico acca
dico e a U r III*, si riferisce ad allevamento di pecore (‘gentilic referring to a
breed ofsheep’, ihid., 113). HarSà, riferito all’allevamento di cavalli, svela il
mistero dell’origine di inglese horse ‘^cavallo”, onestamente confessato di eti
mologia ignota, e del tedesco Ross, riaffiorante in italiano “rozza” , cavallo
vecchio e pieno di magagne.
- XXXIV -
INTRODUZIONE
Realmente soul richiama il mondo degii Inferi, che in ebraico è s*òl (‘abyss,
nether world’) e Seele “anima” scopre l’interferenza della base di accadico
sillu “ ombra” (‘shadow’).
Per avere la misura delle condizioni in cui versa l’etimologia che opera
sui codici simbolici delle radici, in questo territorio moderno, che ha basi
remotissime, basta osservare qualche voce comune, come inglese ware
“guardare” , tedesco wahren “ custodire” etc., rinviati alla radice "^wer- “per
cepire, badare” . Ma l’inglese ware “guardare”, tedesco wahren etc., per i
quali si ripropone la stessa base *wer-, esigono una base remota: come acca
dico barfìm “vedere, guardare” (‘to look upon, to watch over, to obser-
ve’), da cui b a ru “veggente” . Così inglese walk “camminare” , tedesco wal-
ken “calcare” etc., per i quali si sceglie un confronto col sanscrito valgati
“salta, balla” ! La radice *wel- “rotolare” non è pertinente. Walk corri
sponde al semitico hlk, accadico (b)alàku “andare” (‘to walk about, to go,
to move’): w- iniziale risulta da una laringale fricativa.
Così inglese to bum, tedesco brennen “ ardere” vengono ricondotti alla
ragione di una radice ^g'^her-. Tutto questo riesce gratuito se prendiamo in
considerazione il semitico: ebraico b à ‘ar “ardere” (‘to bu m ’), accadico b a -
rà m “fiammeggiare” . E così inglese bum “ ruscello” , tedesco Brunnen “poz
- XXXV -
INTRODUZIONE
zo” per i quali si escogitò un richiamo alla base inglese brew “preparare la
birra” . Lontano da noi il timore di concepire «sogni d’uomo cui molta
birra gravi», ma bum è semitico: accadico b ù ru tti ‘‘fonte, pozzo” (‘well,
pool, hole’).
Per inglese to spring “rampollare"’, sprìng “primavera” , tedesco springen
“venir su” , si ipotizzò una radice testimoniata da un verbo sanscrito con
senso di “bramare” . Ma spring, nel senso di “primavera” ci orienta verso
una base col significato di “rampollo” : la iniziale s~ non è etimologica e la
base corrisponde ad accadico pir^ju, perl^iu (‘sprout, blossom’), col verbo
p aràh u “produrre, germogliare” (‘to sprout’); s- iniziale, mobile, richiama
l’originale pronome determinativo accadico Sa, su.
Per sostare ancora in ambito moderno, Max Pfister, presentando il suo
Lessico Etimologico Italiano al Congresso dì Amsterdam, chiamato ad affron
tare il tema Lingua e cultura in Europa, ha scelto, come esempio paradigma
tico, il vocabolo «apex» apice, al quale vengono riportate da lui alcune voci
lombarde, come awas, “acqua sotterranea”, awis, aves “acque sotterranee”,
per le quali voci lo Hubschmid aveva opportunamente ipotizzato un
pre~latino '^apis/o. Eppure Max Pfister non ignorava che «apex» “verghetta
d’olivo in cima al berretto del flamine” , non ebbe una etimologia, mentre
noi recuperiamo la certezza che è parola composta da basi semitiche delle
quali le più antiche sono accadico a p p u (cima, ‘tip, edge’) e isu (“legno,
albero”, ‘tree, w ood’). Le voci lombarde citate col significato di “acque”
sono ovviamente ben altra cosa: perché awas, awis sono identificabili con
l’idronimo diffusissimo nelle forme Apsa, Avesa, Ausa: accadico apsù “ ac
que sotterranee” (‘deep w^ater, subterranean water’), sumero ab -zu .
Quando si cominciavano ad accostare, come paradigma di unità pro-
toindeuropea, la voce inglese birch “betulla” , il germanico birke, il sanscrito
bhuija, per risalire a una ipotetica base ricostruita, Tindeuropeo '*^bherg, man
cava l’anello di congiunzione con una realtà storica che ne illuminasse il
vero significato. E questo risulta simile a quello, anch’esso ignorato, del la
tino «betulla», che esprime il suo virgineo candore, come scrisse Plinio e ha
roriginario valore di “vergine” , ebraico b^tùla (‘chaste maiden, virgin’).
Tale senso, a conferma, è alle origini in inglese birch (*bherg) che ha lontane
origini in accadico p e rh u , p irh u “ rampollo” (‘Spross’), cioè latino «virgo»
e anche «virga» ramoscello che non ha ancora prodotto frutto.
Fra le parole sacre, più auguste e più profanate, è la voce libertà; l’in
glese free, come il tedesco “Ubero” , anglosassone fieo etc., viene ricon
dotto a una radice '*^pn~ col significato di “ amare” e all’immancabile san
scrito priyàh “ caro” . Le relazioni vengono intorbidate accostando il latino
«liber» “libero” e «liberi» “figli” . In realtàJree etc. ha un originario valore
- XXXVI -
INTRODUZIONE
elitario: è dalla base di tedesco Frau; è rie le tto ” e perciò “ diletto” : da acca-
dico b e ru m , b lru m ’ (‘choice’), ebraico b à h ir (‘elect’): da accadico b è -
ru m , ebraico b à h a r “ eleggere” , “amare” (‘to select, to choose, to like, to
lo ve’)-
Del verbo tedesco regen, inglese rain, si ignorò l’origine. Per gotico rign,
l’anglosassone regn^ si tentò col latino «rigo» “irrigo” , ma questo è «sans
étymologie» (Ernout-Meillet). Regen è accadico re^jù, rìl[}d, “riversarsi”
(‘sich ergiessen’), aramaico rh*" (Papyri); e richiama accadico rahàsu, arabo
rahada, ebraico rabsa (‘to v^ash’), semitico rhd.
Il verbo inglese try “tentare” , il cui primo significato è “ esaminare” ,
(‘examine and determine’, Onions), viene rinviato all’antico francese trìer
“vagliare”, “distinguere” , al catalano triar, e infine si dà come verbo
gallo-romano di ignota origine. La sua base ha invece una letteratura so
lenne, inesausta, in territorio semitico. In ebraico è tu r (‘to explore, to in
vestigate; to go about as a spy or scout; to search’) etc. Le vie di penetra
zione sono le stesse di quelle seguite da haras “razza” , di inglese horse, di te
desco Ross. L’ebraico tu r richiama accadico taru , assiro tu a ru m “aggirar
si” , “volgersi a” (‘to tura, to tura around, to approach’).
C hi s o n o g li A rii
- XXXVII -
INTRODUZIONE
I nomi delle caste indiane non sono d’origine indiana. Così bràhmamh,
il bramano, appartenente alla classe sacerdotale. B^axixQveg, come abbiamo
accennato già, è denominazione che presuppone basi come sumero bara,
accadico p arakku “ tempio” , ebraico b àrah “esaltare la divinità, pregare” :
è la casta che rivendica a sé il predominio spirituale, sviluppando correnti di
pensiero e di fede ben lontani dal livello culturale e morale che si suole at
tribuire agli invasori arii.
Così Ksatriya, il “potente” , il “ signore” (‘master’, ‘H err’), membro
della seconda casta, in avestico hsapryd, “che è depositario del potere, pa
drone” , sono voci collegate a sanscrito ksatràm che denota “potenza, potere,
signoria” : antico persiano hsasàm “signoria, regno” . Ma se ne ignorò l’oii-
gine.
La base corrisponde ad accadico kassu “il potente” (‘mighty, strong’),
l’antico assiro kassu, designa l’alto ufficiale in Anatolia (‘a high officiai in
A.’); kissùtu è il “potere” la “potenza” , la “ comunità” (‘power, might; to-
tality’). La componente -riya di ksatriya corrisponde alla base semitica r% ac
cadico r u ’a, antico aramaico r ‘, ebraico r§“ “ associato” (‘associate’).
II nome vàisy^, appartenente alla terza casta, è connesso con la base san
scrita v it > vf§- “stanziamento di una famiglia, genere, razza, tribù” . Ma
vit, corrisponde ad accadico b ìtu “stanziamento di una famiglia, casa”
(‘dwelling, place, house, encampment: of nomads, family, household, ag
gregate of property’).
- XXXVIII ~
INTRODUZIONE
- XXXIX -
INTRODUZIONE
Bràhma.
- XL -
INTRODUZIONE
Suryah.
Sipàh.
~ XLI ~
INTRODUZIONE
Agni.
Il nome Agni, ipostasi del fuoco, deriva da basi seinitiche: egizio ’ikn; e
al semitico attinge Tittito aganni, come il latino «ignis» (v.).
Vàsuh,
- XLII ~
INTRODUZIONE
- XLIII -
INTRODUZIONE
- XLIV -
INTRODUZIONE
~ XLV -
INTRODUZIONE
- XLVI ~
INTRODUZIONE
La forma sanscrita svastih viene analizzata sulla base di àsti “ è” (v. ant.
indiano as “essere” . N e risulterebbe una fi^rma verbale sostantivata: svasti-
“salute, bene” {Rg~Veda - Samhita)\ quindi svastika-, una figura bene augu
rante. Altri analizzano àsu- “ esistenza” etc.
La forma caratteristica della svastica, una croce a quattro braccia uguali
con al termine segmenti ad angolo retto, che erano volti a sinistra, è sim
bolo del movimento solare. L’area di diffusione non è l’india: il segno è
noto in Mesopotamia e appare già nell’Elam, nella ceramica eneolitica, è in
uso in Egitto, a Cipro, a Creta. In Europa è motivo ornamentale nella
prima età del ferro; in Grecia, in Beozia, appare in statuette fittili su fìbule,
nei vasi di stile geometrico. La sua diffusione raggiungerà l’india, il Tibet, la
Cina. Svastih è da sanscr. svàk “ sole” , che ha origine semitica.
U n’analisi linguistica accurata mostra ancora una volta quanto la cultura
antica dell’india sia debitrice alle culture mesopotamiche.
Il simbolo solare, che sulle tombe cristiane in attesa di resurrezione sarà
poi motivo di certezza dell’eterno ritorno, è l’annunzio che il sole è vicino:
svastth richiama accadico Sawas (samas “sun”); vi è il senso di tlh u “vici
nanza” (‘neamess’), dal verbo te ^ ù “venire, avvicinarsi” (‘to approach’). Si
leva ancora dalle tenebre la voce della scolta idumea, nell’arcano oracolo di
Isaia: «Una voce giunge da Seir: sentinella, quanto durerà la notte?». Se in
passato qualcuno ha potuto fare di un simbolo del sole un oscuro segno di
ininaccia, oggi la storia disvelata del Vicino Oriente è in grado di dissipare
un equivoco tutt’altro che innocente.
- XLVII -
INTRODUZIONE
L ’a n t i c a u n it à t o p o n o m a s t ic a del no stro c o n t in e n t e
U no dei piij, trasparenti, per le sue origini, tra questi nomi antichi è
quello di «Eburàcum», che sarà la splendida città inglese di York: Caer
Èbrauc celtico, E certo voce prelatina che ha avuto larga fortuna con l’ame
ricana New-York: la collocazione deH’abitato primitivo era al centro della
depressione della Vale of York^ alla confluenza dei due fiumi Foss e Ouse:
la sua modesta elevazione segnò il punto di più agevole attraversamento.
L’etimologia è affidata a due voci di origine semitica col significato “ di là
dall’acqua” “attraversamento dell’acqua” : accadico e b b eru (‘travelling
across’), ebar (‘beyond’), eb eru (‘to cross: water’) e la voce col senso di
“acqua” , “fiume” : accadico agu (‘current, flow o f water, ‘wave’).
E per puntualizzare la voce shire, di Yorkshire, che riappare nel senso di
districi, in uso nell’Old English e che torna in Sher-field, Shir-land etc., oc
corre premettere che nulla si seppe, perché l’antico alto tedesco scira, che
emerge in due glosse nel senso di carica, non può ricondursi al latino «cura».
Una base remota, non ignota al latino, col senso di “ripartizione”, “diparti
m ento” , ci richiama alla voce semitica skr: alla base cioè di accadico se-
kèru, sakàru “separare” , “sbarrare” , “ dividere” , “ chiudere” (‘to dam up,
to dose’). Il cui sostantivo è sikru (‘seclusion, cloistering, weir, dam’). La
base dà origine al latino «sacer» col senso, originariamente, di “riparato dal
profano” , di cui nulla si seppe; così «sacrarium» etc. E si torna all’origine
stessa di “Britannia” : accadico b erìtu , b irltu “terra circondata dalle ac
que” , isola (‘terrain surrounded by water, island’).
Occorre liberare la toponomastica inglese da disinvolte etimologie: ad
esempio in nomi composti con l’antico inglese catt: questo fu inteso come
«cat, in thè sense wild caù>: è nella bellissima opera di Eilert Ekwall (Oxford,
at thè Clarendon Press). Alle origini, come l’antico inglese tun, celtico -du-
num e persino le varie antiche Tunis dell’Africa settentrionale, riconducibile
ad accadico dùnum, d u n n u m “fortezza” (‘fort, fortified house and area’,
~ XLVIII -
INTRODUZIONE
I punti cardinali.
Per un vecchio kentuchiano, i confini degli Stati Uniti erano a nord
con l’aurora boreale, ad est col sole che nasce, a sud con la precessione degli
eqiiinozi, a ovest con il giorno del giudizio.
- XLIX -
INTRODUZIONE
Parola di Regina.
^ L
INTRODUZIONE
~ LI ~
INTRODUZIONE
- LII -
INTRODUZIONE
~ LUI ~
INTRODUZIONE
C he ne è d e l l ’e t r u s c o ?
- LIV -
INTRODUZIONE
Vide uomini effigiati su una parete, figure di Caldei, disegnati con il minio,
con cinture ai fianchi, ampi turbanti in capo, dall’aspetto di grandi capi, rappresen
tanti i figli di Babilonia, originavi di Caldea.
Ezechiele, 23, 14 sg.
~ LV ~
INTRODUZIONE
di Lidia, che avrebbe guidato la colonia tirrena in Italia, e tale nome risulta
per assibilazione del secondo -t-, da assiro tu rten n u , il più alto dignitario
dopo il re: è termine noto agli ebrei: ta rta n (‘title o f an Assyrian dignitary,
generai’). Della stessa origine di tu rte n n u , nella forma tu rta n n u , per il fe
nomeno di aplologia è tyrannos “tiranno” . Il loro vero etnico, Rasenna,
conferma il significato di Tyrsenoi, perché deriva da base semitica: accadico
ràsu m “ capo” (‘leader, prince, chief’). Nei nomi di fiumi, ad esempio,
Rassina, affluente dell’Arno, la base ras- denota (come il latino «caput [flu-
minis]» e accadico res-eni) “la sorgente” . L’elemento etrusco -ma, come
-enna, rende esattamente accadico -m u , enu “sorgente” (‘Quelle’). L’ag
gettivo «tuscus» denota Vabitante dell'Etruria: la base tus- conferma le testi
monianze del mondo culturale accadico e assiro, depositario anche della
‘cultura sumera’, alla quale dobbiamo fra l’altro u m u n «signore», latino
«homo/hominis»; italico ner, in «Nero/Neronis», “principe” (‘prince’);
agàr, greco àyQÓq etc.: sumero tus “abitare” : etrusco tus- “abitacolo”.
La parola latina «persona», nell’antica attestazione di Terenzio, denota la
parte che è assegnata a un personaggio teatrale. I linguisti tendono a deri
varla dall’etrusco Phersu, che è nome apposto al personaggio dipinto nella
Tomba degH Auguri in Tarquinia. Phersu è inteso “maschera” (Skutsch). Il
peggio è che Phersu viene accostato al greco jtQÓocojtov che significa “viso” ,
“fronte” , mentre il significato di “ maschera” è relativamente recente e male
si accorda con l’antichità del Phersu del sesto secolo a. C. E non è il caso di
domandarsi se gli Etruschi realizzassero, già in quest’epoca, rappresentazioni
teatrali. È noto invece che la più antica funzione della maschera è sacrale.
Perciò Phersu dovrebbe rappresentare una terribile, minacciosa divinità il
cui attributo è il cane, sia pure monocipite, come sulla stele daunia: Cer
bero, il cane dell’Averno.
Perché l’accostamento di Phersu etrusco al greco JCQÓOWJtov “viso” , ci
pone di fronte alla dura realtà: che della voce greca si ignora l’origine, non
certo indeuropea. Omero attesta un prezioso plurale Jt^oactJJtaTa {Od., 18,
192) e un dativo JtQOOcòjtaoi (//., 7, 212). Quel plurale passa sotto gli occhi
dei sapienti, come nella nota processione manzoniana don Abbondio, “a
cui nessuno badò” . A parte la preposizione JtQOO-, la componente -cotcov
corrisponde ad accadico a p p u tn > à p u n “parte superiore del volto, pro
filo, naso” : ebraico a f (‘snout, nose’), cioè siriano appé “viso, faccia” (‘jÉà-
ce’); il plurale di accadico a p p u m è a p p àtu (> àpata)-o)JtaTa. Così Phersu,
col suo cane tenebroso, e il personaggio armato di clava che gli sta di con
tro rievocano una nota fatica accennata da Omero: l’impresa di Brade man
dato a portar via dall’Èrebo il cane dell’odioso Ade (//., 8 , 367 sgg.). Nell’al
tra scena, in cui riaffiora la figura del Phersu, egli non danza, come allegra
- LVI ~
INTRODUZIONE
mente si scorse, fugge e ha perduto il suo cane che egli avventava contro il
personaggio armato di clava.
Phersu corrisponde ad a:ccadico parsu, che al plurale denota le potenze
di una divinità, l’Ade, ma è calcato su persu “voragine” . «Persona» invece
è originario aggettivo sostantivato in «-ona» (vedi «matr-ona») che deriva da
una base di accadico persu “parte” (‘part’), della stessa base di latino «pars»
di cui non si seppe l’origine, ma che corrisponde ad accadico parsu “che è
parte” , (‘part, portion’): propriamente aggettivo verbale del verbo parasu
“ripartire” (‘to part, to divide’): ecco l’antica «persona» con la sua parte da
rappresentare, sulla scena di un teatro o nella commedia della vita.
Nel primitivo ordinamento del calendario romano, Tanno cominciava
dal mese corrispondente al marzo etrusco che, secondo il «Liber glossamm»,
era detto velc-itams. Dovremo presumere che tale periodo stagionale, come
per molti popoh del Vicino Oriente, risulti, alle origini, il primo mese del
l’anno etrusco. Così fu per i Babilonesi, ai tempi di Hammurabi, il mese
N isànu “marzo-aprile” , e così fu per i Cananei il mese Abib. In analogia
con il semitico, con ebraico ròs ha-sanàh “capo d’anno” , primo giorno
deir anno, l’etimologia dell’etrusco velc-itanus mostra che anch’esso denota
“capo dell’anno” : vele- corrisponde alla denominazione semitica di “capo” :
V- iniziale rappresenta la lettura w - di accadico (leggi walku), m alku,
ebraico m elek (‘king, prince’) etc. La componente -itanus corrisponde al
semitico, aramaico ‘iddan, siriaco ‘e d d an “tempo” (‘time’: accadico
ad àn u , e d àn u “periodo di tempo determinato” , ‘a period o f time’): questa
voce è ancora presente nel gotico athn (‘anno’}, considerato un relitto ri
spetto al comune termine germanico per anno: gotico jef, che corrisponde
ad accadico je ru , ajaru: aramaico Ijjar “mese della fioritura” (‘Bliitenmo-
nat; name o f thè second m onth’). Athn fu connesso con l’immancabile san
scrito atati “gira” e auguriamoci che ciò sia vero. È su quelle basi che la lin
gua etnisca va ricondotta, storicizzando il suo secolare problema e facendo
giustizia del volgare interrogativo: “donde venivano gli Etruschi?” e perché
no?: donde venivano gli Italici? N oi stiamo alla realtà storica delle parole
che hanno creata anche la realtà del mondo antico.
In qualche dizionario etimologico della lingua tedesca viene accolta la
notizia che la voce Dragoman “interprete” risalga all’assiro: il merito della
diffusione viene attribuito semplicisticamente ai nomadi Aramei. Di reale
c’è solo che Dragoman, come l’italiano “turcimanno” , ha antecedente acca
dico ta rg u m a n n u , tu rg u m a n n u , in aramaico ta rg m a n a , tu rg m an a , in
arabo targ u m an . Nello specchio etrusco di Tuscania, che rappresenta una
scena di epatoscopia, accanto alla giovane donna Pauatarchies che ha tra
mano il fegato aruspicale, è il barbuto Tarchunus avvolto nel suo mantello. I
~ LVII -
INTRODUZIONE
- LVIII ~
INTRODUZIONE
Stema; gli Etruschi avrebbero avuta la loro denominazione dal nome di uno
dei loro capi, Rasenna (I, 30), mentre i Rom ani li avrebbero denominati
Etruschi dal nome della regione da questi occupata, Etruria; ‘ExQOiJQta. La
base éiQ- di tale nome torna nei toponimi etruschi: Velatri, Volterra, Velitri,
Velletri; è semitica: aramaico atra, ugaritico atr, accad. asru “regione” : v.
OCv-o>TQ(a che denotò il Bruzio, cioè la terra affacciata al canale, allo stretto
di Messina: «Bruttium» è accadico b u rtu m “cavità, specchio d’acqua” : te
desco Furt). O lv - di OìvcoiQCa, alle origini, fece pensare al vino, ma è l’ac-
cadico m u (t > oi), semitico ‘ain “ corso d’acqua” : lo Stretto.
Vi sono elementi che meritano nuova considerazione: l’etrusco, come
l’accadico, non conosce la vocale o. Il numero dodici privilegia alcune istitu
zioni etnische: i dodici locumoni. Dodici è il numero simbolico che guida,
alle origini, i destini di Roma: i dodici avvoltoi scorti da Rom olo. Tale nu
mero attesta il sistema sessagesimale babilonese e svolge una parte rilevante
nel Vicino Oriente: le dodici città della Ionia, le dodici tribù ebraiche, i do
dici patriarchi, 12 sarà il numero degli apostoli nella comunità di Gesù.
I libri tagetici, depositari deH’etrusca disciplina, ritenuti frutto degli in
segnamenti del mitico Tagete, bimbo col senno di vecchio, nato dalle zoUe
della piana di Tarquinia, fuori dell’alone di un ’arcana autorità, con cui si
volle circondare questi testi, scoprono che alle origini la voce stessa Tages,
Tagete, ha il significato di libro, redatto per fermare i precetti, massime de
stinate a durare, a essere guida di una gente che sulla religione e nei suoi riti
ha fondato la sua legge. Tagete, Tages corrisponde al babilonese tardo
tah][iìttu, tahU su, Nuzi “annotazione, promemoria, protocollo,
annunzio” (‘Aufzeichnung, Erinnerung, Niederschrift, Promemoria’)
(PProtokoll-] N otiz’), E nome derivato dalla base del verbo accadico h a-
sàsu “ricordare” , “ meditare” (‘sich erinnern, gedenken’).
Lucumone ha il significato di re, al dire di Servio, e si pensa all’oraziano
«Maecenas atavis edite regibus». In luchum, lauchum, latino «lucumo / lucu-
monis», fu messa in evidenza una base luch- col senso di “ comandare, essere
potente” , così nel verbo etrusco lucair- si scorse il senso di “esercitare il po
tere” . In realtà luch-, lauch- corrisponde alla componente -leu- di paoiXc'Og:
accadico le ’u m , ('^leljùm), medio assiro la*à’u m (*la|ja’u) “essere po
tente, essere capace” (‘vermògen’); in paatXe'óg, (3aoi- richiama una forma
del verbo “essere” : accadico basù: iba§si “è” e l’aggettivo le ’u m “ capa
ce” : latino «potens» «potens regni» “chi ha dominio” : antico babilonese
sarru m (re)- le -u -m (vS, 547). SuUa scorta del latino «lucmon» («-is» etc.
dei casi obliqui) è dato evocare nella componente «-umon-» la corrispon
dente di accadico u m m à n u , “ genti” , “gente in arme” , ebraico ‘am “po
polo” (‘Volk’). Lucumone è dunque “potens gentium” ,
- LIX -
INTRODUZIONE
~ LX
INTRODUZIONE
~ LXI
INTRODUZIONE
La c o n c r e t a r e a l t à s t o r i c a d e l l a l i n g u i s t i c a
E lo sta tu s s c ie n tific o a c u i e s s a a s p ir a
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INTRODUZIONE
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INTRODUZIONE
zati, senza che l’indeuropeo accennasse a essere una lingua, reale, invece di un
letto di Procuste. Sarebbe intanto confortevole sapere, ciò che mai fu dato sa
pere, che cosa alle origini denotò la parola greca ÒU? {Il, 24, 125) montone
(con articolo femminile: pecora), il sanscrito avi-, il latino «ovis» montone, il li
tuano avis. Restò un interrogativo, aggiunto alle migliaia di incognite che
pesano sui problemi delle origini delle lingue che oggi parliamo. Se ne veda
qui l’approccio nel Dizionario etimologico greco.
E x O R ffiN T E LUX
Quando cominciavo a porre voci, parole attinte alla storia più che alla
serie di radici congetturali, quando sulla scorta sicura della hngua di piiì an
tica e ricca testimonianza, Taccadico, cominciavo a disegnare al posto dei
simboli delle parole, ipoteticamente ricostruite, dell’indeuropeo, un quadro
di riferimento storico, questo poteva sembrare defilato e remoto, anche se
aveva il supporto e il suffragio di una tradizione millenaria.
Perché alle voci e alle parole accadiche, rispondono per lo più gli echi
di lingue afSni, come l’aramaico, l’ugaritico, l’ebraico: è noto quale dina
mica propulsiva abbia svolto anche l’aramaico nell’ambito della cultura per
siana dal sec. Vili a. C., dilatata sino alla settima satrapia, ai popoli fra l’in
dia e la Battriana.
E agevole così valutare le ragioni di tali orientamenti sul piano delle
nuove ricerche. A soccorrere al dubbio che tutto fosse così lontano sul ver
sante d’un mondo inattingibile, ecco che nel 1968, a Teli Mardikh, nella
vicina Siria, dove da cinque anni scavava la missione archeologica italiana,
guidata da Paolo Mathiae, la statua del re di Ebla, Ibbit~Lim, con la sua
iscrizione in cuneiforme, si scopre per i dotti a parlare in una lingua che
parve accadico, in una lingua cioè del gruppo semi tic o-orìentale e sia pure
con particolari dialettali nuovi. Giovanni Pettinato, nel suo volume Ebla,
«un impero inciso nell’argilla», accenna al grande scetticismo di alcuni stu
diosi per l’identificazione di Teli Mardikh con Ebla: Astour la rigettò «in
termini abbastanza duri», i tedeschi D. O. Edzard e G. Farber lo fecero più
cautamente, e Pettinato aggiunge: «bisognava ammettere che tutte le rico
struzioni storiche precedentemente avanzate erano errate; che occorreva
buttare in mare tante carte geografiche del Vicino Oriente così accurata
mente ricostruite. E si sa quanto l’uomo sia incline a riconoscere di avere
sbagliato». N on si trattava qui solo di uomini ma di celebrati cultori della
scienza del passato. Si aggiunga che, secondo una triste tradizione, aUa di
struzione di Ebla concorse anche il grande Sargon, il monarca che si pre
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INTROI3UZIONE
senta alla storia, in una nota stele, figlio di una sacerdotessa, come poi R o -
rnolo e Remo: non conobbe suo padre e fu salvato dalle acque, grazie a un
personaggio non dissimile dalFumile Faustolo italico. Lo scetticismo dei sa
pienti per i ritrovamenti di Teli Mardikh non risparmiò neanche gli Archivi
reali di Ebla; e questo perché gli uomini, non esclusi i sapienti, spesso
hanno preferito le tenebre alla luce.
La linguistica storico-compai'ativa dell’Ottocento entrò già in crisi alla
fine del secolo. Le invincibili aporie di cui sono disseminate le pagine delle
migliori prove linguistiche del de Saussure sono inevitabilmente presenti nel
Mémoire, cioè nel saggio sul sistema primitivo delle vocali nelle lingue in
deuropee. L’insultante critica di Osthoff, che coinvolgeva il giovane H.
MòUer, pesò a lungo sull’anima del linguista ginevrino: in particolare la
sprezzante definizione della sua opera, un tentativo fallito (‘misslingene’).
Quel libro segnò, per l’autore, lo struggente addio alle vagheggiate spiagge
delle origini e il suo rifugio fu il silenzio. N on meditò vendette, esalò solo
qualche sommessa ingiuria airindirizzo della buaggine tedesca. Il lavoro
della penna deve essergli d’alìora in poi costato una gran pena. Gli appunti
dei suoi corsi furono sottratti alla dimenticanza e alla polvere dai suoi disce
poli, fin troppo fedeli e audaci, qualità che non sono sempre il segno più
grande dell’amore. Ma anche qui, quando si trova a vagheggiare qualche
forma ricostruita dell’indeuropeo, noi siamo ora in grado di scorgere che de
Saussure si muove con tremore paralitico e non può dissimulare l’impaccio.
Nel paragrafo della paleontologia linguistica, egli accenna alla labilità dei ri
sultati di chi indaga sulla scorta delle parole per rivelare, come Adalbert
Kuhn, la mitologia degli indeuropei o per fissarne le sedi, come Pictet che
studia gli utensili, le armi, gli animali domestici, la flora, la fauna, la vita so
ciale e domestica, e così J. Schmidt, così Hermann, così Hirt che indaga su
nomi di alberi. De Saussure deve porre tra le cause di incertezza proprio la
difficoltà delle etimologie, per confessare che sono rare le parole «la cui ori
gine sia stabilita bene». E dopo aver sagacemente rifiutato di dare al latino
«servus» e a «servare» una medesima origine, cade nella trappola di «domi-
nus» (v.) da «domus» (v.), prendendo a sostegno paudonaz (il capo della
pendo)^ gotico piudans da piuda (v. Dizionario s.v. deutsch).
Come leggi linguistiche, A. Meillet e R . Gauthiot hanno sostenuto che
l’indeuropeo non conosceva che -n- finale, essendo esclusa la -m-. Essi non
potevano rendersi conto della assoluta rilevanza di questo elemento che fa
dell’europeo un sistema recenziore rispetto al nostro quadro di riferimento,
l’accadico. Meglio il de Saussure: «in posizione finale -w- è cambiata in -m>.
N on si può sostenere la priorità di -« rispetto a -m finale: dalle lingue più
antiche storicamente attestate noi documentiamo il fenomeno della -m che
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INTRODUZIONE
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La n a s c i t a d e l l a f i l o l o g i a
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~ LXVIII -
INTRODUZIONE
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INTRODUZIONE
tengo del greco e la -r- lunga del latino indicano che sono verbi denomina
tivi, derivati dal sostantivo di accadico dekù: dìkfì, che ha lo stesso signifi
cato di accadico kallum “annunziatore” messaggero che raccoglie il po
polo (‘messenger, ofEcial responsable fot summoning people’): kallùm avrà
qualche lontano riflesso sul latino «calator» araldo, come l’altro sostantivo di
accadico dekù; diku “chiamata a raccolta”, “cerimonia” religiosa e ancora
dikùtu (‘corvée work, performed upon summons, marching into battle’)
saranno alla base di latino «dictator». E mette conto aggiungere che a deku,
dakù risale il greco dito, dato di ignota origine come il latino «di-
gitus», organo prensile, che “prende su” , ma anche «index» “indicatore” . E
la riprova è in inglese ‘fìnger’, tedesco Finger, certo dalla base di 'fangen\ Ma
i dotti scrissero «di incerta origine»: perché il vento indogermanico non sa
leggere e può impunemente ignorare il divieto scritto «non calpestare i
fiori».
L’antico alto tedesco/an^, col significato originario di “stringere nella
mano” risale alla base di antico assiro paha’um , accadico “strin
gere, rinserrare” (‘to dose, to lock’).
A riprova di p eh ù m (serrare, stringere, ‘verschliessen’) valga per analo
gia xavò-àvo) prendo, il latino «prae-hendo», il norreno geta “ottenere” , in
glese {for-)get: originariamente “lasciarsi sfuggire: di mano” : che risalgono
alla base, non nasalizzata, di accadico qatu (mano) alla quale risale hand,
Hand, gotico handus,
Jacques Derrida ha dedicato pagine ricche di oscuri fermenti a com
mentare le note sapienti che Heidegger ha accordato sul tema del valore
creativo della mano: «La mano traccia dei segni, mostra probabilmente per
ché l’uomo è un segno {Die Hand zeichnet vermutlich weil der Mensch ein Zei-
chen ist). Derrida scrive che «gioco e teatro delle mani meriterebbero un in
tero seminario», Heidegger insiste sulla mostruosità della mano che è il pro
prio dell’uomo: «la scimmia non ha mani, ha organi prensili» {Greiforgane he-'
sitz z.B . der Affé). A chiarimento, argomentando sul problema dell’insegna
mento universitario, ricorda che da questo dipende il fatto che le scienze
appartengono all’essenza della tecnica. «Ecco perché noi qui tentiamo di
imparare a pensare» {Darum versuchen wir hier, das Denken zu lernen). Derrida
si chiede «ma che cosa imparare? La risposta è intraducibile alla lettera, passa
attraverso un lavoro artigianale molto sottile, della mano e della penna».
Heidegger è giunto al capolinea della sua comunicazione con una intui
zione forse la più profonda di tutta la sua opera.
«In ogni caso, il pensiero {das Denken) è un lavoro manuale {Es ist jeden-
falls ein Hand-Werk)». Non sembra che Derrida abbia colto l’assiomatica es
senziale di un discorso così in profondo e raccoglie «l’essenza della tecnica
- LXX -
INTRODUZIONE
La S c r it t u r a
Del verbo greco VQ^cpo), scrivo, del latino «scribo» e dei corrispondenti
verbi in ambito indeuropeo, come il persiano ni-piham “scritto” , lo slavo
pisati “scrivere”, l’antico prussiano peisài etc., come anche dell’antico in-
LXXI -
INTRODUZIONE
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INTRODUZIONE
~ LXXVI ~
NOTA BIBLIOGRAFICA
L e s s ic i e t im o l o g ic i greci
I FONDAMENTI MORFOLOGICI
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NOTA BIBLIOGRAFICA
I DERIVATI TEMATICI IN - f i - A o -
- L x x v in ~
NOTA BIBLIOGRAFICA
- LXXIX -
NOTA BIBLIOGRAFICA
La v o c a l e t e m a t ic a o
N om i r a d ic i
- LXXX -
NOTA BIBLIOGRAFICA
esemplate dallo Chantraine (si ricerchi qui ciascuna a suo luogo, in questo
Dizionario): metterebbe conto puntualizzarne qui qualcuna. Per moltissime
di esse, più che farne una rassegna rubricate sotto una sigla generale, occorre
disegnare le linee di sviluppo evolutivo. Accostamenti come quello tra
greco (v.) ^ayÓ5 chicco d*uva e latino «racémus» (v.) sono orecchiati.
Certi nomi radice fomiti dai lessicografi e non altrimenti attestati, come
xtéQeg* vewQOL di Esichio non fanno che moltiplicare testimonianze di ori
gine mediterranea.
Si insiste sul ruolo e l’aspetto della radice, ma è corretto avvertire che la
radice Jtoò- di jccùg piede è un’utile astrazione, e poco ci dice della sua ori
gine il significato originario: riportare il latino «oppidum» (v.) a jtéòov è
una delle infinite ingenuità invocate per queste storie di parole divenute
leggende.
A n a l is i d i alcune altre f o i u 4a z i o n i
~ LXXXI -
NOTA BIBLIOGRAFICA
~ LXXXII ~
NOTA BIBLIOGRAFICA
D e r iv a t i in -men-, -mon-
A ltre f o r m a z io n i
~ LXXXIII ~
NOTA BIBLIOGRAFICA
La liq u id a s o n a n t e r
I prefìssi privativi dell'antico indiano a-, greco d-, latino m-, germ. un-
non militano per le sonanti nasali: a-, d- corrispondono a particelle negative
diverse: accad. aj, ja è particella negativa: “no” (‘not’); ugaritico in, ebraico
’ajin, ’én, accad. janu, etiopico ’en “no” (‘not’). Karl Brugman, allar
gando la teoria dello Osthoff, ovviamente addebitava la sonante nasale alla
lingua primitiva indeuropeo, ma neppure il sanscrito e, in sillaba tonica,
nessuna lingua attestata, avrebbe potuto soccorrerlo. Perciò temo che di
queste sonanti qualcuno fin da allora avrebbe potuto dire much ado about
nothin^.
LXXXIV
NO TA BIBLIOGRAFICA
Il fonem a -jrr-
L e s s ic i e t im o l o g ic i l a t in i
~ LXXXV
NOTA BIBLIOGRAFICA
Di evidente rilevanza sono le pagine che opere ben note dedicano alla
formazione delle parole:
E. Benveniste, Origine de la formation des noms en indo-européen, Paris, 1962.
A. Ernout, Morphologie historique du latin, Paris, Klincksieck, 1974. Palmer,
L .K .,, La lingua latina, Torino, Einaudi, 1977 {The Latin Language, London,
Faber and Faber, 1961).
Anche per il latino, come per il greco, nella formazione delle parole
svolgono una funzione fondamentale gli elementi afFormanti: suffissi, oltre
che prefissi, sulla cui origine ha gravato un’assoluta oscurità. Poiché essi
hanno un’anima antica, occorreva evocarla sulla scorta dei richiami storici:
fuori dalla loro storia i reali valori delle parole alle origini coltivano l’ombra
degli enigmi.
- LXXXVI ~
NO TA BIBLIOGl^AFICA
~ LXXXVII -
NOTA BIBLIOGRAFICA
~ LXXXVIII -
NOTA BIBLIOGRAFICA
Perfetto in -si.
Il suffisso in -si, che denota passato, corrisponde al genitivo dell’agg.
asu (passato) àsì > -i, ebr. jàsi (‘come fort’).
S e m it ic o
The Assyrian Dictionary o f thè Orientai Institute of thè University of Chicago, an
cora in corso di pubblicazione dal 1963; e
Akkadisches Handworterbuch ... hearheitet von Wolfram von Soden, Wiesbaden,
Harrassowitz, 1965-1981.
I. J. Gelb, Glossary of old Akkadian, The University of Chicago Press, 1957.
Si veda inoltre:
C. Brockelmann, Lexicon Syriacum, Halis Saxon, 1928.
D. Cohen, Dictionnaire des racines sémitiques ou attestées dans les langues semiti-
queSy Paris, Mouton, fase. I, 1970; fase. II, 1976.
P. Fronzaroli, Studi sul lessico comune semitico, 1964, 1965.
Studies on Semitic Lexicography, Ist. di linguistica e di lingue orientali. Uni
versità di Firenze, 1973.
G. Garbini, Considerations on thè Language o f Ehla, in Cagni, LdE, p. 75
sgg-
L ‘aramaico antico, Roma, 1956.
- LXXXIX -
NOTA BIBLIOGRAFICA
V oci m oderne
Inglese
E. A. Klein, A comprehensive Etymological Dictionary of thè English language, 2
voU., Amsterdam, 1967.
C. T. Onions, The Oxford Dictionary of English Etymology, with thè assistance of
G. W. S. Friedrichsen and R . W. Burchfield, Oxford, 1966.
Walter W. Skeat, A n Etymological Dictionary of thè English Language, Oxford,
4th ed., 1910 (ristampa: 1968).
E. Weekley, A n Etymological Dictionary of Modem English, New York, 1921,
Tedesco
Duden. Etymologie. Herkunftswdrterbuch der deutschen Sprache, bearbeitet von
Gunther Drosdowsi, Paul Grebe und weiteren Mitarbeitern der
Dudenredaktion. Mannheim, 1963.
H. H. Keller, German root lexicon, Goral Gables, 1973.
F. Kluge, Etymologisches Wórterbuch der deutschen Sprache, 20. Auflage bearbeitet
von Walter M itzka, Berlin, 1967.
~ XC -
NOTA BIBLIOGRAFICA
Italiano
T. Bolelli, Dizionario etimologico della lingua italiana, ediz. riveduta, Milano,
TEA, 1994.
M. Cortelazzo-P. Zolli, Dizionario etimologico della lingua italiana, Bologna,
Zanichelli, 5 voli. 1979-1988.
G. Devoto, Avviamento alla etimologia italiana, Firenze, Le Monnier, 1966.
E t im o l o g ia
~ XCI -
NOTA BIBLIOGRAFICA
P er d o v ero so r ic o r d o
- XCII ~
NOTA BIBLIOGRAFICA
xeni -
ABBREVIAZIONI PIÙ FREQUENTI
- xcv
ABBREVIAZIONI
1 significati, espressi in inglese e in tedesco, delle voci accadiche, anche quando non se
n ’è indicata la fonte, sono dati dal CAD {The Assyrian Dictionary o f thè Orientai Institute o f thè
University o f Chicago) ancora in corso di pubblicazione dal 1963; e dal vS {Akkadisches H a n-
dwMerbuch ... bearbeitet voti W.u.Soden, Harrassowitz, W iesbaden, 1965-1981).
XCVI ~
ALCUNE CORRISPONDENZE ED EVOLUZIONI FONETICHE
Accad. a, gr. u; apsù (abisso), Salalu Sum. d, lat. b: alla corrispondenza ricliiama
(saccheggiare), ouXàw: per la scomparsa della- 1- l’analogo fenomeno di labializzazione: eolico
intermedia, v. o^ifxa, oào^ etc. Tuetcrav, di Teiaav, lesb. Tréoups?, beot. Tté-vrape? di
Accad. a, lat. o: madàdu (misurare), nam addu TéTTape?. Cfr. att. TréXojxat, cret. réXofJiat; att. èXitco,
(misura), lat. modus, moàius. Om., Pind. gXSojxai. Per il rapporto lat. b / gr. 0,
Accad. a, gr. e: naadàdu (misurare, ‘ vermes- cfr. lat. ruher^ gr. IpuSpó^: sum. ui'udu (rame).
sen % nam addu (misura), {xérpov. Occorre richia Accad. d, t, lat. / : dalù (attingere)^ fèto, con in
mare la tendenza, già in accadico, a > e: apàsu > flusso semantico e morfologico di (accadico telù
epèsu (fare); raljjiàmu > rèm u (amare). mammella), gr. 6t]Xi^.
Accad. II, gr. «u, lat, ah: Accad. sùru, Taupo?, Accad. d, lat. t, attraverso l’etrusco: dùru
taurus, cfr. arab. tawr, aram. torà, ebr. sor, etiop. (‘ fortress, city wall ’), lurris.
sòr, got. stiur. Accad. d, sabino s: qad-m u (tempo antico), cas-
Accad. u (aram., ebr. e), gr., lat. zero: bufasu cus (antico): cfr. lat. Fidus, umbro Fisu. Alternanze
(ebr. b«f5§, aram. berót), gr. ppà0u, lat. bratus in sum. agar / adar (campagna); gal / m al (grande).
(ginepro). Il luvio attesta già, come l’ittita, il passaggio dalle
Accad. u, lat. e: u m m u (madre), ma v. lat. velari originarie alle labiali: accad. agà (questo,
femina, cfr. ebr. ’ém, aram. ’im m a, etiop. ’em m ‘ dieser ’), luvio apa-^, itt. apa-.
(“ madre ”). Accad. b, lat., gr. zero: paaàlju (riposare),
Accad. u, gr. u : m urni, [itippa. Si notino in ac- *pas3u, lat. pausa, gr. KauXa; ma^jiù (smanio,
cadico variazioni di timbro vocalico nella stessa ‘ rasen ’), gr. jjiaio[Aai. Il fenomeno richiama l’ana
voce: usdu, esdu, i 8du (fondamento). logo esito della velare ittita in luvio, rilevato dal La-
Accad. w, gr. lat. f . : w atù (‘ to bring ’), roche.
<p£po), fero. Accad. b, lat. u: Ant. bah. ^ tu m (‘ fàult, act
Accad. -m - (leggi w, neoaccad. b), lat. « (y), o f negligence, damage ’), lat. vitium,
gr. u: gam tu (completo, pieno), per metat. > Accad. b, gr. x: fearpu (autunno), gr. xap7có<;.
*gi;amu, *grawu, lat. gravis, gr. yp«>ì<;* Cfr. H am m utabi e K ammurabi.
Seirdt. *: ebr. *, lat. f , Accad. elsu (felice), ebr. Accad. b, gr. 9 : per^^u (rampollo, piccolo),
’l? (gioire), V. lat. fetix. gr. ^pé90 (;. Si veda accad. bijn (mancanza), gr.
Accad. b, gr. (x, lat. m: nabù (nominare), gr. <p9(oi (vengo meno). La laringale può dare nella
fivofAa, lat. nomen. stessa voce esiti diversi: accad. pet^ju, p et’u, tardo
Accad. bà-, ba’à-, gr. at-: bàfu, ba’àru (pren bah. pefw u: sicché la w può anche rappresentare
dere), afpoi, àeCpto; bàStu, bàltu (*bàtu: pudore, una origin. laringale.
dignità, ‘ dignity’): Accad. 1}, gr. y : AtÀ\tu (accorrere), gr. àp-^y^
Cfr. ] alternanza in sum. b/g: aba / aga (dorso); soccorro.
b/d: ab / ad (padre); fenomeno che riemerge in gr. Accad. gr. x» lat. v(m): perfeu (rampollo,
pàXavoi; e lat. glans\ v. poQ?. piccolo), gr. ppax'is, lat. brevis', napà^u (accen
XCVII
CORRISPONDENZE ED EVOLUZIONI FONETICHE
dere, *entziìnden ’}, fovea. Cfr. ugar. pl^m (fuoco, Scambio di n /l nell’ambito delle lingue semitiche
‘ Feuer’), ebr. peham ; sir. p a htnà , focus-, arab. stesse: Accad. nèsu(m), aram. lait, ebr. laiS).
etiop. fehm. Nell’ambito dello stesso accadico p e s possono
Accad. gr. ai-; %iàtù (colpevole, *faulty alternare; accad. piàquin / siaqum (essere stretto).
gr. ahioc (colpa); b^ru, ^]iiàru (scelgo, ‘ erwahlen, Accad. p, lat. v: panù (andare), v. « venio », pitlju
aussuchen ’), alpio(zai. (germoglio), «virga».
Accad. k, gr. tt, lat. p: kunnu (da kànu; Accad. r, gr. X; rasù (‘greifen, bekommen’) gr.
poena pena, sanzione) “ fissare per legge, stabilire \6L^o\jm. Da notare certe forme, come mie. do-c~ro
come verità (‘ to establisli laws, to establish as (servo: SouXo^, cretese ScóXoq) che presupporrebbe
true ’). Cfr., per antecedenti storici, sum, ka, un *SóeXo!; : accad. dajjàlu che in tardo babilonese,
accad. pù (bocca). come aram, dajjàlà, significa seruo (‘ Diener ’, vS,
Accad. k, q, gr, ‘ (spirito aspro), ’ (spirito lene): 150), da accad. dàlu (‘ herumlaufen ’), cfr. dalàlu
kapàtu (legare sabatu), &7rro> (lego), con influs (‘ kummerlich sein’; arara, ‘ gering sein’).
so di accad. appàtu (briglia); kabattu (fegato, v. Oltre alla caduta frequente della -1- accadica
9j7irap, ^7raT0(;; kabàbu (bruciare, ‘brennen’), ì^tttco rispetto al greco, si documenta anche la caduta della
(apicco il fuoco) ; kettum (verità, ‘ Wahreit ’), ho\iO(; -s- intervocalica: accad. iréSum (cima, vetta,
(vero). Neirambito deiraccad. stesso si notano ‘ Bergspitze, Gebirgskamm ’), gr. ^[ov.
oscillazioni, karà^u / garasu / ^aràsu: sera, qrs Accad. r > gr. pp < *wr: rakasu (legare),
(‘ kneifen’). Neirambito semitico stesso si osserva: Ppó^tx; corda.
Accad. k, b, ebr. kabm (saldo, forte) > Sem: accad. s, s, gr. 6 ; ebr., g. aram .tipsata,gr.
lt)iabàiu (> abàni) > ’abbir; katiSu (sommes Si^Oépa; accad. kì^àru, gr. xi0àpa. Si notino i se
so) > t^nsu (‘ unterwiirfig’). guenti passaggi di accad. s / I / r: isdu ildu irdu
Accad. k / s: katàm (‘ brennen ’) / saràru. (base, fondamento); v. 0àXXto.
Gr. k, lat. zero: KdcTrpoq: aper. Fenomeno simile Alternanza s/t in accadico; ant. bab. atkuppu /
alla particolarità fonetica rivelata da E. Laroche aSkuppu (‘ a craftsman making objects o f reeds *).
(«BSL», 58, 1963, p. 77 sg.) a proposito della ve L’accad. s ha avuto esiti diversi, ma, come è noto
lare ittita k che sparisce o passa a h nel luvio: itt. “ in accadico la grafia è, come di consueto, insuf
kesser-a, kessar > luvio issati (mano), licio izri-', ficiente ad indicare la distinzione tra sorda, sonora
itt. pai. k i- > luvioj itt. ger, i- (questo) ; itt. parku~ ed enfatica (s, 2 , s); i simboli per sillabe iniziami
> luvio pani, parrai- (alto) ; itt. mekki > luvio mai-, con 2 sono largamente impiegati per sillabe ini-
mayant~{i~), miyanti-i (numeroso) ; itt. Lukka > lu zianti con s, In medio e neoassiro si trova frequen
vio L u i (Licaonia, Licia) ; itt. nakki > luvio nahbu- temente lo scambio tra s e s ” (Moscati).
(arduo). Accad. Sa-, > gr. àifj-, lat. au~i sàru (aria), gr,
Accad. I, i.e. r : kalù (‘ Kultsànger ’), ant. ind. àif|p, lat. aura.
kàrà; kàlù, kallù (messaggero), v.gr. (xv^pu^) xScpu^. Accad. 8, i.e. t, germ. st: Suru, gr. raupo?, lat.
Fenomeno frequente in accadico. taurus, germ. Stìer; 8àru (tempesta, vento, *Sturm,
Accad. 1 in sillaba chiusa e in fine di parola spesso Atera ’), germ. Sturm. Cfr. accad. Sàtu (‘ toben,
cade in i.e.: salm u (‘ bodily s h a p e ‘ Figur’), pochen, springen, tanzen ’).
gr. otó(z«; Salmu (‘ heil, gesund’), gr. adto?; meslu, Accad. ss, gr. ^a^sinnu (ascia), gr. à^[v7).
m islu, gr. [léaot;, lat. medius. Fenomeno non ignoto Accad. s, lat. t i astu, esatta, terra.
al sem.: Nuzi ^>alwu > ttawu, Accad. s, §, gr. ’ (spirito lene): sabàtu, §ap-
Accad. I, gr. v, lat. «: lardu, vàpSoq, nardus. pàru, sappàtu, ebr. Sopar (ariete), gTcepo? (lanuto,
Accad. m (ant. accad, w), lat. v: m iqtum (ca ariete), S|3pO(; (capro). Per la psilosi di l 7tepo<; ri
duta, abbattimento, ‘ Fall *), lat, vidima. Cfr. ma- spetto alla base di sabàtu, con s- iniziale, cfr, S0 o?
qàtu (essere abbattuto, cadere, ‘ fallen ’), lat, macto. e Sto*; e beot. féro;.
Accad. n, lat. l, gr. X: nadu, laudo \ pana (‘ frii- Accad. s, lat. s: Siknutn (‘ Bodensatz, Bildnis,
her'), TcàXai; bab. penu, panù (‘ sich wenden an, Figur'), lat. signum.
vorangehen, vorausgehen ’), prob. ricalco è Tr^Xo^xai Accad. 8 , gr. S, lat. d: karsu, xapSta, cor, cordis,
(avanzo mi muovo, mi volgo). Accad. 8 , gr. 0 : siknum (‘ Werk ^), 0iyy«ìvco, lat.
XCVIII
CORRISPONDENZE BD EVOLUZIONI FONETICHE
signum; se’ù (vedere, scorgere, scegliere), 9eào(xai; wedù, w adù (sapere, conoscere, potere) al quale è
burasu (ginepro, ‘jm iiper’), gr. jSpàOu, lat. bratus] da accostare l’ant. ind. veda- (conoscenza, sapienza).
cfr. ebr. b^ròì, arani. b^rdt. Bisogna, spesso supporre la bilabiale sonora w: ac-
Accad. t, t, gr. 6 : tiàlu, tijàlu, tàlu (‘ Sclioss- cad, ’wù awù (dico, stabilisco), lat. voveo.
ling ’), eaXXÓ;. Varianti accadiche w, m, zero: warsu, marSu,
Per w in età antica, in babilonese e assiro, sup ar§u; ‘ dirty, uncleìm’); aw ilum , am ilu, a’!lu
plisce il simbolo PI sumerico: successivamente in (' Mensch, Biirger ’),
Babilonia si adopera m, in Assiria b. La radice greca Accad. az, gr. ezzu (capra), oc?^, fenomeno
e lat. di o?Sa e di video discende dall’accad. widù, analogo a quello da cui, ad es., risulta ò^ò<;
IC
DIZIONARIO ETIMOLOGICO
DELLA LINGUA GRECA
A
à - prefisso negativo con valore privativo; non. àaattppoiv dalla mente rovinata, turbata, offuscata. Le
Accad, à, ja, é, i (particella negativa e proibitiva, forme omeriche non contratte, l’eolico ai!i«Ta, il
“ non”, ‘negative particle;proliibitive particle: not laconico àfarSTai ci riconducono a una base corri
CAD, 1, 218 sgg.): corrispondente a sum. na, nu; spondente ad accad. abatu (rovinare, annientare,
cfr. a.i. a{n), lat. in, germ. un-. Nel lat. «nescio» abbattere, ‘ to destroy, to ruin; to collapse, to fall
riaffiora la base corrispondente a sum. na; v. vs-. down*); cfr. aram., moab. ’bd, ugar. *bd (perire),
à -(à -) copulativo (àQpoioriKÓv) : accostato a ebr. àbad (errare, perire, ‘ to wander about, to be
sanscr. sdm (insieme, ‘ mit ’) : accad. sam à^u lost, to peristi’); con incroci c interferenze seman
(unire, ‘ verbinden ’), sam^ju (unito, ‘ miteinaiider tiche di basi corrispondenti ad accad. hatu (errare,
verbunden’); cfr. v. et^; ma v. anche à -: commettere un fallo, un delitto, peccare, ‘ to make
aram. ’a (quello, ‘ that ’). a mistake, to trespass’), sem. etc. e bab. etù
àdaTo^ in cui non si toma indietro: detto delle (essere oscuro, ‘ to be dark ’), asù (confondere, tur
acque dello Stige { I I , 14, 271) e di una prova, bare, offuscare, ‘ to confuse, to trouble, to be or
una contesa difficile da superare: de- privativa e la base become dark, troubled, blurred’).
corrispondente ad ugar. ^tw, aram. ’atà (venire, àpaui^^, che non cura, che non si af-
* to come etiop. ’atawa (cornare, ‘ zuriick- jìigge, tranquillo (Sapph., 120 Lobel àpàK>)V
kommen’), ebr. atàh (venire, passare, superare, <ppév’Kx<^ ho sereno il cuore; sono tranquillo
‘ to come, to pass away ’). (Anacr. 65 D ); non mi accorgo {Od., 4,249).
fioiTTo?: XEipa<; àà 7rrou(; braccia indomabili [ l i , L’agg. àpàx7)v, detto del cuore da Saffo, significa
1, 567; 13, 49; 318): si intese dal v. iSTurofiat tocco, letteralmente senza pianto: da base corrisp. ad ac
ina farebbe difficoltà à- per àv-; Aristof. di Bis. cad. bakù, sem.: ugar. bkj, ebr. baka, aram. beka
leggeva àércrou? indicibili; in appoggio si cita à n - (piangere, ‘ to weep ’); ma lomerico ha
{II., 8 , 209 : detto di Hera e inteso che dice il senso di non fecero attenzione, non se ne curarono,
ciò che non sì può dire, ove Wackernagel, a torto, non badarono: si scopre l’interferenza di base corri
scorgeva un composto di èTTO(;;ma è come spondente ad accad. *pàqu, puqqu D (fare atten
il linguaggio di un oracolo, velato, oscuro e minaccioso, zione ‘ to care for ‘ achtgeben a u f’), ebr. paqahi
alludente: è come se Hera alludesse a una impresa (‘ to be watchful, to open die eyes or ears ’), lat.
antizeus: deriva dalla base di«pateo» (v.), Tneràv- «vaco » mi occupo di; cfi:. paqadu (‘ to take care o f ’).
vu[jt,t: accadi petùm , patù, ebr. pata^ (aprire, sve àp a^, superficie piatta per trinciare (Crat.),
lare, intr. essere dal cuore aperto, ‘ to open, to be tavola per computare (Arist., A t k , 69, 1). Fu identifi
open, to be open-hearted; to persuade, to seduce ’); cato con ebr. abaq (polvere) e si spiegò col fatto
mentre àccTiTOuc significa letteralmente {mani) che che Sesto Empirico (III, 9, 282) accenna a matema
non si possono tenere legate, quindi che non si possono tici die tracciano Ì loro segni su superfici coperte
tenere strette, indomite e deve essere stato origina di polvere o sabbia. La voce è già in Aristotele
riamente aggettivo denotante cavallo che non su {A tk , 69) nel senso di tavoliere su cui si contavano
bisce le redmi: accad. appatu (redini, ‘ reins’). i voti. Il significato originario è “ ritaglio ”, “ pez
àditi rovino, ledo, acceco, erro, òàTr], àTrj, "Attj zo ”, superficie ricavata da legno ritagliato: il vo
rovina, delitto, àrif)pó<; funesto, cieco, à-cripta rovina. cabolo appartiene a una lingua di larga diffusione,
<ìp8n? D IZ IO N A llIO GRECO
raramaico; è composto da basi corrispondenti ad di kTaipor. : ò forma ellenizzata, della serie di accadico
aram. ’à' (legno, ‘ wood ‘ Holz ’) e aram. beqa’, ebru, ibtu, ebr. l^b ér, aram. habrà (‘ friend *:
ebr. baqà' (tagliare, ‘ to split, to cleave bàqla’ ib tu ‘ was originally devoid of emotional conno-
(taglio, spaccato, fenditura, ‘ cleft, rent ’). tation ’j CAD, 7, 5, sgg.) : sembra che Tuso di ara-
frusta, secondo Esichio in Ipponatte (cfr. maico habtà sia stato generalizzato per ambo i
O. Masson, H ipp., 170, fr. 130). Calcato su basi cor sessi. Molte analisi vengono condotte più con pun
rispondenti ad aram., moab,, ugar., ebr. àbad tigliosità grammaticale che con cautela e oggettività
(correre qua e là, ‘ to 'wander about ’), arab. ’abada storica: la voce semitica grecizzata è plasmata su
(correre via, ‘ fortlaufen’); ebr. 'àbad (nel senso un modulo classico, àpp6(;, e mostra che Menandro,
causativo di costringere a, ‘ to cause to Ètigue, to l’amico di Tolomeo Piladelfo e di Demetrio Fa-
enslave'), canan. *abd, ebr. 'ebed (schiavo, ‘dave’). lereo vive la nuova realtà culturale che faceva di
àpxif)xpó? tenero, v. Alessandria d’Egitto il luogo di incontro della ci
&poXécit> incontro; mi unisco, nei poeti alessandrini; viltà semitica, ricca e stimolante, con la disciplina
àpoX7)Tiii; incontro (Antim. 108). Se ne ignorò l’ori e la genialità creatrice dello spirito greco. Non si
gine: si ritiene semanticamente corrispondente ad può dimenticare la vasta espansione della liiigua
àvTi^oXéa) che vale « consero mamis », in battaglia aramaica ampiamente documentata dal grande nu
partecipo a, ho patte a, cfr. àvttjìoX'/i, collazione, con mero di papiri e di ostraka egiziani, in particolare
fronto : àvTtpoXéo) è dalla base corrispondente ad ac- della colonia giudaica di Elefantina, da iscriàoni
cad. baiala (unire, congiungere, mescolare, fare aramaiche, a partire dall’età persiana, sino a tutto
una lega, avere una parte a, *to mix, to have a share ), il IV secolo. È noto il passo di Neemia (XIII, 24) che
nella forma bitlulu (venire a contatto, mescolarsi, testimonia persino fra gli Ebrei l’abbandono della
‘ to come into contact, to mix ’), con la seconda loro lingua nazionale di fronte al prevalere della
-/- di balàlu, in dileguo nel greco (cfr. aoipia); lingua aramaica. Non si capisce poi come ci si
invece inàpoXéco la iniziale à-non sembra copulativa, possa stupire di ritrovare la voce neU’uso del semita
fa parte della base come -v)- in che è in Luciano e nei Settanta.
possesso di, che ha parte a, eTrsrjPoX-/), è7r«(3oXct parte &|3poTd^(o mi discosto, mi disperdo ( I I , 10, 65:
[Leg. Gor/., 5, 50): qui la base richiama accad. TCW? àppoTà^ofisv dcXX'^Xoiw: la forma attestata);
^abSlu, ebr. hàbal (unire, congiungere, ‘ to bind fu connessa con l’aor. ■ì^^AppoTov con caduta di -[a-
‘ to tie ’), accad. eblu, ebr. ^ebel (linea, fune, parte, per necessità metrica. Ma il senso è ben altro che
banda di individui, truppa, ‘ rope, line, portion of errare, è scompagnarsi: deriva da -à- privativo e da
land, troops, band of m en'); cfr, ^^6 bel (che fa base corrispondente ad accad. ebtu, ugar. l^br,
parte della ciurma; ciurma, ‘ sailor; crew ’). (ebr. Ijiabèr, aram, habra: compagno, ‘ comrade,
àppóg, -óv molle, delicato, effeminato, àppó- fellow, colleague, frieiid ’), ebarùtu (comunità,
Tr);, delicatezza, effeminatezza, fippa, favorita, giovane ‘ alliance, collegium ’) : il valore originario del testo
schiava. Si tentò ravvicinamento a (v.). Il va omerico è quindi «perché noi compagni di cammino
lore originario è “ florido, soffice, paffuto, grasso ”, non ci scompagniamo.
e perciò “ m olle’’; accad. ^jabàru, kabàru (essere à\OL-i prefisso con valore intensivo, v.
florido, paffuto, grasso, ‘ to become fat, thick ’), (lacon. àyaoói;: Aristoph. Lys.,
agg. verb. kabru (‘ fat, plump, thick: said of grains, 1301: cypr. originariamente buono, molto
of persons ’), ta b ru ; vi è stata qualche interferenza buono, efficace, eccellente, magnifico, generoso [ I I , 9,
della base corrispondente ad accad. feabutru (ger 341 : àv^p àyaS^òs xal womo buono e saggio) ;
moglio, ‘ green shoot ’). In quanto ad àppa, origi al neutro il buono, conveniente, utile; fortuna etc.
nariamente compagna, che appare in Monandro «L’adjectif àya^ó? ‘ bon ’ ... peut contenir unsuf-
(fr. 58, 371, 453 Koerte), toma in Plutarco, Ariste- fixe (sic) expressif -D-Óì;, cfr. àya- etc.»: P. Clun-
neto, Luciano e nei lessicografi; la Masson (E. Mas traine {La formation etc.; p. 366, § 299) non va
son, Recherches etc., p. 97) la ritiene f. di àppóq, oltre; il presunto suffisso col significato di buono,
ma è voce che esprime altra e nuova concezione valido, conveniente, rinvigorito da dcya- (v.), -S-ói;
della donna “ amica, compagna ”, diversa dalla passato attraverso non è altro che l’aggettivo
schiava o concubina dei tempi eroici ed è sinonimo comune alle lingue semitiche, a cominciare da ac-
PIZIONAIUO GRECO òtYyocpo?
cad. tabu (buono, gradevole, conveniente, vigo a deity, o f kings ’), sum. aga, nel senso di gr.
roso, sano, *good, pleasant, healtliy ’), aram. tàba, àpxi-.
arab. tajjib, ebr. tób (buono, eccellente, bello, wj* sdegno, vado in collera, grido in
piacente, utile, amabile, sano, ‘ good, beautiful, furiato. Se ne ignorò l’origine. È un verbo deri
excellent, pleasant, lovely, convenient, fruìtful, vato dalle basi corrispondenti ad accad. aggum
sound, kind ’). Se ne ignorò l’orìgine. (adirato, sdegnato, ‘ angry *; agàgu; ‘ to he angry,
splendido, mi at^ to flare up in anger ’) e nuggatu (furia, ‘ anger,
leggio a sovrano, mi inorgoglisco, vado superbo, àytkXka, wrath ’, ‘ W ut ’).
omo, decoro, ócyaX[x«, ornamento, segno di onore do AY“V<ì ?» (Hom., Pind., Sapph. etc.)
vuto ai sovrani, agli dei, statua; ày^<x.6<;, splendido. amabile grazioso, dolce: detto anche delle frecce di
Dalla base di accad. aga’u, sum. aga (aureola, co Apollo, e di Artemide che dànno una morte senza
rona: ‘ of gods, kings *), calcata su accad. aklu (ti pena { I I , 24, 759; Od., Ili, 280). Tentato un ac
tolo reale in Assiria, sovrano, ‘ overseer : as royal title costamento a (v-) che fu escluso per il
senso; fu accostato y^^vo?! nia si restò incerti sull’à-
in Assyria, referring to kings; referringto A§§ur-rabi
I and Asiur-nirari K ’, CAD, 1, 277 sgg.: sum. iniziale e non meno incerto ne è il senso. Base
semitica; Ihnn, ebr. Iliànan (essere favorevole, bene
ugula); per iEyaTLfAa, a parte l’influenza della base
volo, ‘ to be favourable, kind, gracious, to pity ’),
di aklu (sovrano orientale), si scopre ekallum
sir. Ihian, arab. l[>anna (aver compassione), accad.
“ costruzione, proprietà regale ”, indicazione che si
enènu (‘ to do a favour ’).
soleva scrivere su mattoni o opere d’arte, su costru
AyontAw, accolgo con amore;
zioni, come proprietà del palazzo, tempio (‘ royal
d5Y«7n}T6<; diletto, amato. Cfr. ebr. 'àgab (amare,
property: as indication of ownership on bricks,
essere preso d’amore per, ‘ to dote on, to desire,
objects etc, CAD, 4, 60 sg.). Così àYÓtXXofjiai, nel to lust after ’),
senso di godere di {11, 2, 462; Od., 5, 176) corri àyauó?, -ifi, -óv letteralm. “ coronato, mitriato,
sponde ad accad. akàlu (col valore di “ fruire, go aureolato ” ; nobile, venerando. Il rapporto con àva-
dere di ”, ‘ to enjoy: something or thè use of some- {xat non fu precisato. *Ay«u<5(;, che Omero usa spesso
thing *). per i re e gli eroi, è la forma aggettivale della base
ammiro, stupisco, mi cruccio. Va rin corrispondente ad accad. agàum, agù (‘ crown : as
viato a àY«- (v.) di cui si ignorò l’origine. Cfr. insigne, o f gods, of kings, in omens; disk of thè
sum, AG- (venero, esalto, ‘ verherrlichen, lob- m oon...; thè translations used, «crown» and
preisen ’), àg (amare, ‘ lieben ’) con influsso di « tiara », denote only thè functional aspect o f agù.
sum.-accad. agù (tiara, corona, diadema, ‘ Tiara, In view of thè variety of headgear whicli serve as
Kfone* sum. aga); agé bèlutj (segno del potere). insignia o f godhead and kingship in thè course of
La voce accadica rientra negli appellativi di divinità time, thè nature o f thè headgear designated by
e si arricchisce di valori in nessi come agù Saml, agù in a given reference depends on thè period,
agù atiùtì che indicano il nimbo, l’aureola, la co thè region and thè text ty p e’, CAD, 1, 153 sgg.).
rona che circonda qualche immagine del Cielo, àyoMpóq, -A , -óv insolente, aggressivo (Hes., Th.,
àyà.'st troppo (letteralmente; ad ahundantiam), 832; detto di toro), ^ero. Della stessa base di Y«Gpo<;
cfr. con abbondanza di neve. Di (v.); Tà" iniziale richiama àyoc-,
il valore originario, corrispondente al lat. ad ahm~ àYY«po?> corriere, messo. V. nunzio.
dantiam: tenuto conto del valore etimologico di *Ayyape<)(ù requisisco per lavoro, costringo al lavoro
ahundantia, da unda, è confermato dairanalogia con per corvée, lat. angarius (v.). Lo Chantraine (s.v.)
plus, 7toXTÌ<;, pluit, TrXéoj etc. Perciò àyà.'i corrisponde respinge giustamente Taccad. agfu (mercenario);
all’accusativo avverbiale accad. agSm, da agùm in effetti il valore di “ corriere ” è in accad. iiàgifu
(onda, alluvione, ‘ flovir of water, flooding ’), nu- (‘ Herold, Ausrufer ’). L’etimologia di (Kyy“PO^>
nato agSn. Ma su àya-, che giuoca un ruolo note accad. nàgìru, mostra che tale voce richiamò ac
vole neironomastica di personaggi illustri, inter cad. an-getri (ì}3rr5(n)u; “ in strada, verso le
ferì la base di accad. ag ù m (apice, simbolo di strade”); da ana, an (in, verso, a; allativo, ‘ ort-
regalità e di divinità, tiara, ‘ crown, as insigne: of lich; nach, zu, in, auf: allativisch’) e geiru,
DIZIONARIO GRECO
girm {cammino, strada, spedizione, carovana, ginario è « furioso, che uccìde con furia » e deriva
‘ Wcg, Karavane ’) = ^jattànu > u; àYY«- dalle basi corrispondenti ad accad. agàgu (essere
peiScii che si ritrova in Matteo, 5, 41 ; in Monandro, furioso), aggu (‘be angry’) e naru,néru, ant. accad,
440; in una iscrizione orientale, Dittenberger, 665, ne’arum (colpire, uccidere, ‘ to strike, to kill ’).
24, richiama accad. agaru (‘ to hire, rent ’). Cfr. na’em (ruggente, ‘ kreischend: v. Lowen’).
àyYéXog, -ou annunziatore, àyYé)>Xo, annunzio; &Y10? santo, v. Ay^ó?.
da accad. kallù (messaggero, ‘ messenger’) nella à y n - Per le voci con tale base, v. àY>*^.
nota formula ana kallé (a pronto annunzio, rapi lat. inguen.
damente, ‘ post haste '). àYKTiXy), -yj5 curvatura, mezzo d ’attacco, v.
&Ycip<*> raccolgo, questuo, àyopA mercato, ó^yo- à y x ih v , inguen.
pit; assemblea: v. lat. grex gregge. Se ne ignorò l’ori àyKuXofAi^Ty)? dall’arma fiammante. Omero lo
gine; fu accostato y^PY^P*' TioXXà di Esicliio; ytip" pone come epiteto di Kpóvoi;: Kpóvou ... àyKuXo-
Yapa folla: ebr, gatar {‘ to collect ’), aram. ’gf, ebr, {/.■/jTeo) {II., 2, 205; Od., 21, 415); Esiodo lo dice di
àgar (raccogliere, radunare, ‘ to collect, to gather ’). Kp<5vo<; {Theog., 19) e di Prometeo {ihid., 546;
Accad. agàtu (raccolgo come mercenario, prendo a Op., 48); viene a torto tradotto «dai tortuosi pen
nolo, ‘ to hire, to rent agi-u (mercenario, ‘ hirc- sieri » (‘ crooked o f counsel Liddell-Scott., s.v.) :
hng ’). Il significato di “ raccolgo denaro, questuo ” Kpóvoi;, simbolo del tempo, corrisponde a accad.
e di “ mercato ” nelle voci suddette, richiama Tin- qarna (i corni lunari). « La traduction traditio-
terferenza della base corrispondente ad accad. nelle est à Vesprit retors ... mais la structure du com
waltjiàru (ma^aru ‘ to accept valuables, to collect pose surprend, et il est possible que dcY>tuXo[i^T7)?
tribute, gifts, to receive, to collect objects, to accept signifie originellement à la fa u x recourhée et se rap-
ojf!èrings ’), w aljitu, ebr. mehir (‘ market place, porte au mythe de Cronos et Ouranos... » (Clian-
commercial activity, business transactions’). traine, s. ’Ay>ìuXo[jl^tt)5 risulta originaria
mandria di mucche, originariamente mente composto da una base corrispondente ad
di cavalli { I l 19, 1S1)', gruppo di giovani a Sparta e a accad. anqullu (bagliore, splendore abbagliante,
Creta. Si fece derivare da &yoì (v.) ma si tratta ori ‘ fiery glow ’, come fenomeno atmosferico, celeste,
ginariamente della base di calcata su ‘ an atmospheric phenomenon CAD, 1^, 143 sg.),
ant. accad. agàlu (equide, ‘ an equid ’), arab. ’agala detto di corpo celeste, come il sole, di divinità ce
(* rassembler les bétes ’). leste, « corona di splendore, fuoco » (‘ Glutkranz,
originariamente animoso, fiero; in Glut vS, 54) ; l’altra componente corrisponde ad
Archiloco arrogante, aggressivo, sfacciato; il greco accad. m ètu, m ifju (arma divina, ‘ eine Gotter-
moderno ha conservato il senso di arrogante. Se nc wafFe vS, 664 a; v. qui voi. 1 ,192 sgg. Crono, Pro
ignorò l’origine: se ne fece un composto di y^P«<; meteo). Ma m ètu è ricalco di m atu (terra, ‘ land ’);
c Sxeiv, con à- copulativo. Deriva da àY“ ‘ (v*) splendore della terra che conferma per Prometeo
intensivo (cfr. àyàppooc, etc.) e la base l'originaria divinità del fuoco,
che si ritrova persino in germanico: ant. a. ted. Ay^'Ì^o? curvo, v. écY«<t)v, inguen,
freh, med. a. ted, wrech, got. frik s ; lat. * hircus » Syxupa ancora (Ale., 18,9), cfr. braccio,
{ircus) il caprone, di cui si ignorò l'origine: accad. poetico per àvxàXY) e solo plur. ; dalla base di àyy.-,
er\jiu (aggressivo, ‘ aggressiv ’), it^ju (insolenza, latino «ancora» e di «uncus»: accad. u nqu (anel
' insolence '), etè^u, (w)aratiu (essere impetuoso, lo, ‘ Ring ’), cfr. ebr. *ànSq (collana, ‘ neck-lace ’),
' to hasten, to hurry, to come quickly ‘ aggressiv *3naq (mettere attorno al collo, ‘ to deck as a coUar,
vorgehen ’). to lay upon thè neck ’) ; la terminazione -upa de
àYi^vo>p, -opo 5 , dor. àYàvwp impetuoso, corag" riva da base col significato di fermare, arrestare;
gioso, superbo. Fu accostato per la formazione ad cfr. accad. iiru (‘ Stiel’): ebr., aram. % t, accad.
’AyéXàoi;, ma l’allungamento della prima sillaba del ub^jutu (fermarsi indietro, *hinten bleiben ’), ebr.
secondo termine e la vocale o fanno difficoltà; si a^ar (‘ to remain behind ’).
tentò, a torto, con in passato fu sen àYMtbv, -wvo? curva del braccio, cubito, &Y>totva
tita la presenza di &ya[LOLi. Tentativi infruttuosi. Per braccio, àyy.tilri, braccio piegato, lat, ancus che ha
il guerriero omerico, come Achille, il significato ori braccio adunco Sulla base corrispondente ad ac-
pIZ IO N A W O GRECO étyw
cad. al)iu (braccio, ‘ liunian arm ’), ha agito la base bafeiii'um, ba’irum (‘ hunter, fisherman ’) ; tcu-
corrispondente ad accad. unqu, enqu (anello, cur pàypa, òSovTàypa, pinza: che capta fiioco, denti, gr.
vatura, ‘ Ring ’), ant. ass, annaqum , v. inguen. àypeiiq, cacciatore; y da o *.
àyy^aóq, -ó v splendido, magnijico. 'AyXcda àypóg, “oO campo, campagna, sum. agàr, lat. aget.
splendore, magnificenza, acconciatura. Fu accostato a fiyoia, gen. -a?, dat. percorso: per lo
YeUco: v. più plurale, voce omerica che toma nei papiri:
àYVÓ?» -óv augusto, alto, elevato, sacro, puro, V. *Ayui€\Ì5 epiteto di Apollo: lat. «egèa» (corsia
Sr{io<;, santo, puro, àyoi;, sacrificio espiatorio, espiazione, che conduce ai banchi dei rematori (Enn. Ann.
colpa. Chautraine non accetta la soluzione tentata da 567). Calcato sulla base di &yco: ha Tapparenza di
A. Meillet con l’esclusione di sanscr. yàjati (egli un part. perf. senza raddoppiamento; ma è com
venera), v. « sancio »; v. Kurylowicz, Apophonie, 152, posto di yuiov, yui« nel senso di piedi: quindi
Viene richiamato a.i. yajnd- (venerazione di un dio, via battuta.
sacrificio). Accad. sagùm , Sangù (sacerdote, ‘Pries- ’ Ayuieó^, "étaq, attributo di Apollo, inteso come
ter '), sum. sangu, sag-gà. La base di ày-vó^, ó^yioi; guardiano delle strade (Eur., Ph. 631). La connessione
etc. corrisponde a sum. sag (reso da accad. elù: con ^tyuta mostra che la base della voce ha subito
eccelso, esaltato, detto della divinità, *high, exalted: una contaminazione di tipo popolare, perché sia
said o f gods CAD, 4, 110 sg.), accad. saqù, (alto), il nome del mese di Argo, *Ayo£iijo(;, sia 'Ayuceii<;
signif. à elù, non si prestano ad accostamenti con Sycù, &yuta, ma
Avvu|jii pesto, fiantumo, spezzo, trituro. Venne derivano dalla base corrispondente ad ant. accad.
accostato toc. wàk (scoppiare) e lat, vagina (v.); agium, accad. agùm, agau, sum. aga (disco,
éJyavo^, spezzato, fianto in fi", di Sofocle; a nimbo luminoso: del sole, della luna, degli dei,
Thespiae, v. Taillardt, R.Ph., 1966, p. 76), dcYif|, ‘ disk: said of thè sun, o f die moon, circular sliape,
rottura, fiammento, mostrano che la base originaria, corona: as a metereological phenomenon ’Son-
corrispondente a sum. sàg- (spezzare, colpire, ne: agù fussù die rotliche Tiara: des Himmels
‘ schlagen ’) ; cfr. accad. Sagasu (colpire, annientare, vS, 16-17).
' vernichten, morden ’), ma^fàsu, *wat>àsu (‘ to ilyxi vicino; originariam. “ in modo da com
hurt, to hit, to sniash ’) è calcata sulla base corri primersi, da pigiarsi Se ne ignorò l’origine. "Ay^ì.
spondente a accad. bukannu, bukànu (battaglio, richiama la forma avverbiale accad. con suffisso in
pestello, mortaio, *pestle *Kloppel '), aram. -Ì8, dalla base di accad. ^janqu, aggettivo verbale
buk(a)nà; la nasale fu poi sentita in greco come di accad. ^janàqu (comprimere, costringere, ‘ to
un infìsso, constrict, to compress’, CAD, 6 , 77): cfr. accad.
dyopd, assemblea, mercato, piazza, v. àyelpoì. banàqu (soffocazione, ‘ sufìòcation ihid.); la forma
àyoq, -ou?, V. àx^óq. avverb. in -i§ è sostituita da ana e il gen.: ana
à y ó ^ comandante, duce, v. ^jianqi (in modo compresso).
àyoaTÓ?, -ou m. palmo della mano, braccio. Nella dtyx<o serro, stringo, soffoco. ’Ayxóvjj, laccio, stranr-
espressione 2Xe yatav àyocT^ (II., 11, 425) : fu in gelamento, lat.^rt«^/«<i;**^df»^o.'^Senza etimologia: fu
teso “ cavo deila mano ” (in Theocr. “ ulna, gomito, accostato ad ant. ind.f<??^M- (stretto), got. aggwus,
braccio cfr. Anth. Pai., 7, 464); usato come clau ted. eng. Accad. feanaqu’ (costringere, strangolare,
sola epica: per la morte di un guerriero. Saussure ‘ to strangle, to constrict, to compress’); v. 6tyxi«
(Mém., 53j 1) richiamò sanscr. hcista- (mano) che è fiyoj conduco, guido, spingo, muovo, porto; con
fuori di ogni verosimiglianza; Solmsen {Beitrage, duco a termine, SHio), ^^yayov, -Jixa (att.), dor. dcyàyoxa;
1 sgg.) lo fece derivare dalla base di Aye(p<a; &yea&oct yw a iK x, prendere moglie, àyó<;, capo; orpa-
pone accad. afju (‘ human arm, flank, half, arm or TYjyóc, oTpaTàyói; calcato su i^yéojjiai (v.) ; cfr. Xo-
handle ’ etc.) e feastu (cavità ‘ hole ') Xay<5?, ^evàyó(;; cfr. èxsTif)yó<;, che conduce l'acqua
fiypa, -a? caccia, pesca, cattura. L’etimologia per canali, ^opTTrjyó»;, che porta carichi; da càrico, àydtv,
scopre la caduta di un originario digamma in greco. ày&voq, luogo dove ci si aduna, piazza, assemblea, circo,
Ant. bab. ^bafearu, ba‘àfu (‘ to catch flsh, to catch accolta di gente per giuochi, combattimento; lotta, dsyw-
birds, to hunt, to capture*) ; àypéoi e àypeóa>; &yptoq v£a, lotta, gara; angoscia (Arist., Dem.); HìiTCìp, guida
‘ da cacciare ” , feroce: da base di accad., ant. bab. (Aesch.), capo; in Omero nome proprio; éTcaxTi^p,
DIZIONARIO GRECO
cacciatore (Hom,), àytoyóc;, che guida, conduce; ó à. la come (X-Sy)v (à — *5ò-) e accostato ad óc«to<; (insa
scorta, con molti composti ;àYÌvéw (infm.àYTvi[ievai: ziabile) etc,; d?,Sn)v è dato come accusativo di voce
Hom.) conduco, porto, con infisso -iv- che indica mo ignota, col significato di “ molto, in eccesso” ;
vimento verso (cfir. accad. in, ina prep. : ‘ in, on, «Sivó? fitto, pressante, esclude il senso di sazietà che
from ’) ; corrispondenti : lat. « ago », sanscr. djati, si cerca nella base. ''ASt]v è formazione avverbiale
av. azaiti, arm. acetn, ant. irl. aik, toc. àk: fu ipo simile a àS'^jv (v.) della cui base lia sentito l’influetiza
tizzata una base cfr. 6y[io<;, solco, (v. 5fl(ij) : “ un monte, un mucchio ” ; la sua base,
jzet’ 6y|jiov, lungo il solco. Il lat. « ago » nel senso di corrisponde ad accad, màdutn» ma*du, m andu;
faccio, agisco ha un antecedente remoto in sumero m leggi w (molto, ‘ much in quantity, plentiful,
ag, a-ag (tradotto con accad, epèsu: fare, agire; heavy, abundant’), del verbo m àdum , arab. m 'd ;
‘ to act, to be active, to proceed, to build; to per- cfr. ebr. me’od (‘ much *) ; la m - di m àdum lia
form, to treat ’) ; ma il valore del greco e poi del la subito diversa evoluzione di w- iniziale di di
tino conduco, e di àyàv assemblea mette in evi spetto a ixéxpi (v>)’ accad. m al^a (‘ before,
denza un denominativo di base incrociata col corri in front, ahead ’) ; la m - iniziale in accad. è soggetta
spondente di accad. a^ù (che si trova accanto, ‘ auf talora a scambi anche aH’inizio di parola, (es. ma-
der Seite befindlich'), sia che si trovi al jianco (a^jii: làdu > waladu) ; iXSy)v ha stibito però interferenze
braccio, ‘ aim, side, flank ’) come vicino (cfr. afeiu di basi come dannìs» adanuis (grandemente,
nel senso di collega, associato, ‘ colleague, associate*, ‘ greatly *).
afeu aha l’un Taltro, ‘ one another ’), sia come é(6 oXéaxv]$) -ou ciarlatano fastidioso: termine
ostile', a^ùm (nel senso di ostile, ‘fremd', ‘strange, usato dai comici e da Platone etc. Originariamente
outsider, hostile ' : ayc^v) ; nel senso di conduco il significò abitualefrequentatore della Xéoxil (v-) : questa
valore originario è sono aljìnaco, ^ oì faccio insieme'. voce è tipicamente mediterranea e allo stesso am,-
afeù (‘ St.: sich paaren, sich zusammentun \ vS, biente di origine risale la componente «So- che è da
22) ; il senso prendere : moglie, guidare, portare richiama escludere possa accostarsi a àSr)v / (i£S7)v, o chiarirsi,
interferenze di basi come accad. a l ^ u , sem. come dtfaSo- della famiglia di (v. &v5dvto,
(‘ to seize, to take a wife ’), abàku (portare [lat. di cui si ignorò l’origine): àSo-, che denota la fre
* vehó »] guidare, ‘ to lead, to bring along, to drive quentazione abituale di assemblea, è base semitica
away), ugar,, aram. hpk. corrispondente a ugar. 'd, ebr. ‘èd3 (assemblea,
&5eXcpó^^ -o5 (ion,: àSeXtpeó?) fratello. Venne compagnia, ‘ assembly, meeting, company, gang ’),
chiarito come à- copulativo e * 8 éXcpo; (v. SeX9 Ó? : arab. *§da (frequentare, ritornare,‘wiederfcehren ),
utero) e si richiamò a.i, sdgarbhya^ (v. lat. « ger- 'adat, siriano ‘ajàdà (consuetudine, ‘ Gewohnheit’),
manus») che si chiarisce come accad. Sa qarbi incrociatosi con la base di aram. 'atà ugar. *tw, ebr.
(uterino, propr, “ quello deU’utero ”). È recente, àtà (venire, ‘ to come ’), etiop. ’atawa (ritornare,
raro §5X96 ? ; alle origini àSeXcpeó? h da basi sem, : ‘ zuriìckkommen ’) ; v. lat. « vado » di cui si è igno
’a^ad, accad. èdii, aram. I^jiad (unico, ‘ single ') e rata Torigine e il cui confronto con «vadum»
lebba, accad. libbu (seno, ‘ womb ’), calcato su guado è una delle dotte assurdità; v. XéaxTfJ.
base di accad. elèpu (‘ to be grown together *), -ÓL, -óv abbondante, continuo, saldo. Eti
ebr. elef (famiglia); -eóq è sufF. di deriv.: accad. mologia accostata ad àS'i^v. Accad. sadtu (continuo,
w àsiu (‘ going o u t’); v. aram. j*à; v. E. Risch, persistente, ininterrotto, che Tuno segue all’altro,
W ortk der hom. Sprache, p, 133. ‘ aufeinander folgend’), sadàni (farecontinuamente,
-évo? ghiandola. Viene connesso ‘ standig tun ’).
con inguen, dopo de Saussure (« MSL », 6 , 53) ; at óiSuTOg impenetrabile, v. 8 tia>.
testato con originario significato di “ tumefazione óte0Xo$ m., fis6Xov, 3c0Xo(;, &0Xov: prova, lotta,
tuher (v.) : in realtà tale senso ci guida alla base cor combattimento: le Éitiche di Ercole {II., 8 , 363; Od.,
rispondente ad accad. Sadùm (rilievo, monte, 11 , 622); gara dcU’arco {Od., 19,584 etc.); agone,
‘ Gipfel, Gefiige ’), in una formazione aggettivale offerta, ricompensa della prova vittoriosa; 3t0Xo<; al
simile a quella dell'avv. sadàniS (simile a rilievo, pi. concorsi. Se ne ignorò l’origine, né si può giun
‘ bergegleich ’), gere a un risultato persuasivo senza passare analo
&5rjv abbastanza. V. lat. satis. "ASvjv fu inteso gamente attraverso il significato originario di
PIZIONARIO GRECO àéaxuì
che da accolta : di persone, ‘ rassemblement bà’ifu, bajjeru (che prende al laccio o all’amo,
‘ assemblée per estensione significò lotta (« par ‘ Fanger ’).
extension combat et procès» (Cliantrainc). Simil àenif^Xia [Épya]: II. 18, 77: gli scolli oscillano
mente ^ieeXov significò accolta di uomini e deriva da tra S)t7)Xo? e àéxijTi; viene inteso come àeixéa (II.,
à - (v.) copulativo (à0poioTi>tóv), che tende al 22, 395) cose ignomimose, della base di ÈoiKa (v.):
valore intensivo (èTcìTaTixóv: óc^uXov, folto, boscoso nel senso di azioni non conformi alla norma, ma
etc.) e la base corrispondente ad accad. etlum è calcato su base (con à~ intens.) di accad. ekèlu
(uomo, ‘ nian: thè adult and able-bodied man o f (essere tenebroso, ‘ to be dark ’), eldu (tenebroso,
thè a g e - g r o u p e t l u m simply means man», ‘ dark '), gr. (v.) di cui si ignorò l’origine.
CAD, 4, 407); cfr. semanticamente Xaó<;, popolo, 6teXXa, “Yj? turbine. Fu derivato da ócTjfAi, saf
folla e esercito (Xaòv àyefpetv, raccogliere Vesercito), f o con forza, Cfr. accad. elallu (che porta acqua,
ugar. l*m, ebr. le’òm (folla, popolo, ‘ people ’), attributo di nuvolaglia, ‘ water carrier: poetic word
con influsso in greco di base come ugar. Tj, fenicio designating clouds: syn. list.) ; tale base ha calcato
l’J, accad. le’ùm (essere potente, vincere, ‘ to win, quella di eìXétù, UX m faccio girare, vorticare.
to overpovi^er someone ’). otO^w, aC>5àvo>: in Omero solo :
àsl 6 (o, att. canto, àotS'^, att, 4>Sifi canto; 6ujiòv (I/., 17, 226) esalto l ’animo \
dtolSi[Jio; celebrato, illustre. Il cantare epico è un {Od., 17, 489) grande dolore nutriva; ùiòv àk^x\
{Od., 13,360) mi faccia crescere ilJigUo; ^pyov àé^ouaiv
« celebrare », perciò un « far conoscere », « rivelare »:
{Od., 15, 372) favoriscono la mia fatica:
è il significato di accad. uddù (‘ to make known,
ricalcano il senso di aumento, accresco: fu analizzato
to reveal ’), di wadà’u m (‘ to know ’), edù, idù,
a{5^o> < à(f)é^tó, cfr. sanscr. vaksdyati, got. wahsjan.
ug. jd', ebr. jàda H ip h il (‘ glorificare, celebrare,
L’elemento iniziale àe-, aO- del greco rende il se
rivelare, ‘ to speak out, to sing, to glorify ’) ; nel
mitico af, ugar. ap che ha il significato originario
senso del cantare come elementare e originaria espres
di cima, altura, naso: accad. appu (‘ tip, crown, end,
sione di gioia, di felicità, la voce greca ha subito
rim, edge, spur o f thè land ’) e in particolare la
interferenze: accad. tj^adù (gioire, ‘ to rejoice’),
congiunzione ugar. ap, ebr. af (che denota “ ac
badù (gioia, ‘jo y '): v. corrispondenze: accad. ^ja-,
crescimento, addizione ”, ‘ denoting addition, cli
gr, at~; analogamente fxéXoc, canto: accad. m élulu
max; also, too and yet, even m ore’): la compo
(‘ to play’).
nente di di aC^o) etc. deriva da base col
Aetpto, att. a^ptc levo su, aggancio, tengo sospeso, significato di accrescere, rinsaldare {II. 6 , 261: del
orig. “ stringo al laccio o all’amo ”, prendo. V. vino che risolleva il vigore): accad. kasù (kussù:
àpTdtw, el!p(«i(c>iv) allaccio. «Aucune étymologie n’est rinsaldare, far aumentare in forza, ‘ to make strong ’;
établie» (Chantraine, s.v.); Meillet accostò arm, ant. accad. kasà’um : ‘ stark zunehmen ’) ; il signi
gere/fi (prendo), semanticamente rispondente al va ficato di “ favorire”, *aiutare” {Od., 51, 372) è
lore originario; Heubeck suppose *ser (alto), ma già in accad. kàsu, kiSSu (aiutare, ‘ to help ’). Il
cfr. accad. ?èru, sìru (*hoch, erhaben’). La ini lat. « augeo * richiama lo stesso elemento iniziale
ziale di *àfep- fu intesa come una protesi o un af/ap- aumentativo e, sebbene calcato su «egeo»
Nel senso di “ stringo insieme, allaccio insieme ”, (v.), deriva da base sinonimica di quella di
la base deve essere ritrovata in quella corrispondente cioè accad. ekèwu (ekèmu; *eke*u, annettersi,
a sKptù, allaccio e la à- iniziale di dcsJpw deve essere conquistare, ‘ to take away, to annex, to conquer ’),
intesa come à- copulativo, corrispondente ad accad. v. lat. « emo &.
a^fu, a-a^ji (lato, ‘ Seite ’), cfi:. accad. (affine, à ia w a passo, trascorro; sempre con il comple
fratello) : accad. ba’àtu, Isam (prendo su, levo su, mento vóx-ra, la notte: aor. àeda: viene postulato
pesco, prendo al laccio o aH’amo, ‘ aus der Tiefe un *au~ “ alloggiare” ; quindi *aus- che si ritro-
holen, fangen: Fische, Vogel, T iere’), cfr. bàru verrebbe in la»Ìcù (v.) passo la notte, dormo (anche con
(* sich erheben ’) : ba’àfu, bawàru richiama la tes prep. èv-), ritenuto un pres. con raddoppiamento,
timonianza di aòetpó[i.eva(. di Alcmane (DiehI, I, costruito sul radicale di aòX-^i : ma aiiX*^ corrisponde
63), considerata la tendenza già in accadico di a > e ad accad. àlu (luogo, sito, città, ‘ Ortschaft ’),
per effetto di r: es. ca^àm u > rèm u; cfr, accad. ugar. ahi, ebr. ohel (capanna, tenda, riparo, ‘ hut.
DIZIONARIO GRECO
tcm, habitation ’), invece di déaxw la base originaria io soffio: detto del vento che passa e
è da ricercare in voci che richiamano accad. àsù via, che porta via. Fu avvertita la presenza di una
(‘ outgoing, past: month oc day ’), di a§ù (passare protesi e digamma che in realtà risde a una antica
via, trascorrere, uscire, ‘ to go out ’), aram. j'a, b- : accad. bà’um (passar via con violenza, spazzare
ebr. via, ‘ to go through, to pass over: a region, to sweep
-é? lettcrahnente : non breve, non an over destructively, to come fo rth ’); cfr. ebr. jà'a
gusto, largo: òSiivv) (//., 15, 25) un grande do (‘ to sweep away ’), itt. }}ùwài- (correre, venir su,
lore; òpu[zaYSó; { I I , 17, 741) m vasto tumulto; accorrere, aiutare, crescere, ‘ laufen, entkommen,
[XEfjiaKuiai (il.> 4, 435) detto delle innumere wachsen, helfen ’).
voli pecore che fanno un vasto belare: il significato à i\^ f lilépo? aria, atmosfera mossa, vapore. Fu un
consueto di incessante non è pertinente, perché la tempo accostato ad Svjjxi, soffio; il Meillet escogitò
voce risale a à- privativa e la base semitica: di accad. il significato di “ sospensione ” e pensò ad àfetpoi,
sàqu, siàqu (essere stretto, angusto, ‘ to become ma è stata giustamente rilevata la difficoltà della a-
narrow, tight; II; to constrict, to make narrow ’), limga di («Eranos», 32, 51-56). Accad. Sàfu
arab. daq; ebr. ?oq (strettezza, narrowness '), (aria, cielo, atmosfera, vento, ‘ Atem, Himmelsge-
accad. sìqu (angusto, ‘ narrow ') etc. gend, Hauch, Windstoss, W ind ’), plur. sàre, sari,
provo pudore, rispetto. Furono, a torto, v. alouXo^.
accostati (Xyiot;, santo, &yv6<;, santo, sacro etc.; &Xfi~ flirjTO?, storpio, rovinoso: 0 dcpcro<; àvjTov S;(ou<ra
(x«i corrisponde ad accad. bàsu, ba’àsu (‘ to come (//., 21, 395) con rovinosa audacia, detto di Atena;
to shame’; avere riguardo, ‘ sich scheuen'); agg. TtéXwp aKiQTov, i l meraviglioso storpio {II., 18, 410),
bajasù (decoroso, dignitoso, ' decent ’), sost. bastu detto di Efesto. Da base corrispondente ad accad.
(‘ dignity; dignity: pei-sonified as a protective spi- abàtu (rovinare, distruggere, ‘ to destroy, to ruin ’;
rit CAD, S.W .). detto anche di parti del corpo, ‘ zerstoren: v. Kor-
sono disseccato, mi dissecco, ’AJ^aXéoq, pert. '), ugar., aram,, ebr. abad (essere rovinato,
secco, &ìla, calore; ted.Asche. Fu fatto ricorso alla rad. ‘ to he lost, perish *), »bèdà (anything lost qual
*as~ con accostamento a lat. areo (v.)> Ben veniste cosa di rovinato), accad. abtu (rovinato, ‘zerstort’).
propose Tittita (seccare), La rad. *as, asd, di dtOcpl2^<À> spregio, non curo, originariamente non
cui non si poteva dare altra testimonianza che il poi. curo di mietere, di raccogliere: aor. à 0épiaa e diOépi^ot
ozd (‘ malt torréfié’), corrisponde ad accad. esita, nella poesia alessandrina e negli scrittori posteriori;
ebr. è§ (fuoco, ‘ fire ‘ Feuer ’) : tale base si ritrova un agg. à 6épwyro<; (Zonar., Aesch. /r. p. 128 N : fu
in (XCofjiai. glossato àtppóvTiaTO?) è attributo di bronzo e reso
dv}8 d>v) “(ivog usignolo, -oG^ (Sapph. che non si cura di m ila, impietoso. Se ne ignorò l’ori
etc.), à 7]8óvtO(;, di usignolo (Aesch. etc.), detto un gine: fu tentato un improduttivo accostamento a
lieve soimo; cfr, àp^jSóva (Hsch.). Viene ipotizzato sanscr. ddhara- (inferiore); gli antichi pensarono ad
(xf-eS-, una base col significato di canto; in tal senso dt0:?jp; più vicino alla realtà si andò con l’ipotesi di
v, lat. « lus-cinia » (v.) che si compiace del canto : à 0:llp, barba della spiga. Il verbo, d’origine agricola,
Filomela, lett. amante del canto, della me denota il gesto del mietitore che evita di mietere
lodia; ma il digamma che viene postulato attraverso il loglio o altro. Da à- privativo e 0ept^oi, mietere
àpìf)S6v« mostra che la voce mediterranea origina (frane. “ moissonner ”) : da base (6 < S) corri
riamente fu intesa come notturno: da à- protc- spondente ad accad. set u (raccolto del seminato,
tico, col valore originario di pronome determina ‘ Ertrag der Saatfurchen vS, 1219), incrocio con
tivo (cfr. accad. sa-) e la base di accad. bàde [di sera, la base corrispondente ad accad. zarù, ebr. zarà (nel
‘ in thè evening '), di biadu (passare la notte, ‘ to senso di separare il grano dalla pula, ‘ to w innow ’;
spend thè night ') ; non deriva da base corrispon ‘ to sow seed broadcast ’), ebr. 2 eta (grano, seme,
dente ad accad. edù, aram. jedà', ebr. jàda (nel ‘ com, seed ’).
senso di po>, cantare, ma anche conoscere, parlare, *A0i^vy), ep. poet, IIaXXà<; ’A0r)vif) (dor.’AOficva) ;
‘ to speak out, to sing ’), ma da base di accad. ta d ù , Atena, la divinità protettrice, nata dalla testa di Zeus ;
aram. ^ledi, ebr. I[]iàd5 (gioire, ‘ to be glad ’). Che dea della saggezza, della guerra, delle arti. Il nome
b il compito non del vate, del poeta). dellantica divinità è legato a quello della città, Atene,
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d iz io n a r io greco alveiSai*
»A07]vai, capoluogo dell’Attica. A tem è ipostasi del dente ad accad. esèru (ordinare, ‘ to put in order ’),
l’autorità stessa della città, il cui nome ricalca accad. ma la formazione della voce greca è condizionata
^lazànu, ^azannu, Ihaziànu (comandante, capo, dalla base corrispondente ad accad. w atm (molto,
‘ chief magistrate of a town, c f a quarter of a larger in eccesso, ‘ in excess, excessive, superfluous ’).
city, mayor, headman ') ; ma tale nome, che non àdópcD prendo diletto, mi diverto, sono rilassato
si chiarisce certo col greco, offre lontani richiami { I I , 15, 364): ó£^p|xix, trastullo, gioco { l i , 15, 363).
con accad. (bastone del comando, scettro, di Se ne ignorò Torigine: 0 è da originario s (v. corri
divinità o re, asta, ‘ sceptcr: described as just, staft ’), spondenze) ; nel senso originario di lat. « laxare »
(vigilare, proteggere, penetrare, investigare, rilassare, lasciar libero: da preoccupazioni, presenta
‘ to watch over, to take care of, to investigate, to la base corrispondente ad accad. aSatu, (liberare),
penetrate into ’) che chiarisce anche il ruolo di di D : ussuru (libero, ‘ herausgelost’) ; cfr. ebr. èséc
vinità dalla penetrante sapienza: questo verbo non (pi. felicità, ‘ liappiness, bliss ’), ’òsef (fortuna,
è lontano semanticamente dalla voce che si svilupperà ‘ Gliick ’), ugar. (fortuna, ‘ Heil ’).
col senso di proteggere: accad. tjatànu (‘ to pro- a l« terra, originariamente lido, anche nel senso
tect ') ; Jjutnu (protezione, ‘ protection : in personal di lido patrio, nell’epica in sostituzione di vaia. Il
names ’) è unito a nomi di divinità protettrici nome Afa? viene accostato alla voce ala, ma
(Adad-feiu-ut-tìi, Marduk-^)iu-ut-nu etc.); men deriva invece da base omofona rispetto a quella
tre il nome IlaXXotf;, Pallade, TtaXXàStov, Ìl Palladio, alla quale va ricondotto ala, che corrisponde ad
che è la statua di Pallade, simbolo del potere dello accad. a^u (riva, ‘ side, bank, shore o f thè sea ’),
stato, e anche nome del tribunale degli efeti, dei pi. a ^ t u di a|)iitu (riva, sponda, parte esterna,
comandanti che giudicavano i delitti di omicidio, ha ‘ outside, side’); ebr. ’a^ù (prato, ^ Wiese ’ ‘ mea-
la stessa base del semitico: aram. ba'là, *pa'la, ebr. dovsr ’), mentre il nome di Atac;, il fratello, più ce
ba'al (detentore del comando, ‘ ruler ’), fenom. ac lebre, di Teucro, deriva da basi corrispondenti ad
cad. bèlatu, calcati su accad. palù (regno, dominio, accad. ahiu (fratello, ‘ brother ’) e à§ù (elevato, gran~
‘ ruler, reign ’) ; IlaXXà^ deve aver suonato de, ‘ high’). richiama (a^u) sehm (‘younger
paia (ba'la) §a da’ani («dominio della fortezza»): brother ’) : aefeifu, sa^tu, si^ru (* small, second
da’anu, danatiu (‘ strength, might, superiority ’), in rank, servant ’).
dannu (‘ strong, fortified ’}, incrociatosi con dànu lugubre, doloroso, triste. Se ne ignorò
(giudicare, *to ju d g e’), dajànu (‘ju d g e’), a de l’origine. La base è quella di devia, affiizione (v.);
finire il supremo giudizio dell*Areopago, sotto gli cfr. ebr. ànah (‘ to lament, to mourn ’), cfr. accad.
auspici di Atena, in antico presieduto dal re. anà^u, utannuij^u (‘ to produce a moaning sound ’),
-épo$ punta di am a, barba della spi£a', il in|ju (doloroso, ‘ suffering ’) ; con una componente
significato originario è “ parte emergente, premi iniziale corrispondente ad accad. ajù (che, quale,
n e n te a c c a d . (w)atru, st. c. (w)atar (‘ oversize, ‘ who, whicli, what ’, indefinito).
eminent ’) ; il greco ha trasferito su - 6- l’esito del- AHa$ Aiace, v. a ta .
Toriginario w- accadico perduto. alYavéì], -Yj? asta, giavellotto da combattimento
àBpéoì controllo, osservo. Se ne ignorò l’orìgine. e da caccia: se ne ignorò l’origine. Cfr. Trumpy,
Accad. asaru (controllare, verificare, avere cura di, Kriegeriscke Pachausdriicke, 52, 57. Da una compo
‘ to control, to check ’), aStu (‘ taken care o f ') etc.; nente col senso di ostilità: accad. a)Sbu, ebr. àjab
calcati su (w)atù (> * a 0-) che ha senso affine: (trattare ostilmente, ‘ to treat as an enemy ’) cal
“ investigare, scoprire, riconoscere ” (‘ to search for cata su una interiezione esprimente dolore: accad.
and find, to discover, to recognize ’). ajj) aja, à (‘ alas ’) e la base semitica corrispondente
att. à 6 pòo^, - a , -ov serrato, preso in ad accad. qanù (camia, giavellotto, ‘ reed, arrow ’,
sieme, in schiera ordinata, « conferto agmine ten ‘ Rohrpfeil ’).
tativi sinora infruttuosi. Corrisponde alla base di alYctSai* Oparpta 0r)(3a(wv, Schol. in Pind.
accad. asàru, eséfu, ass. esàru, ezéru, sem. ’sr Isthm. 6(7), 18; v. Rose, Aristotelis fragm., p. 532;
(raccogliere, mettere insieme, costringere insieme, aJysiSai, accanto a <ppaTp(a, conferma la equazione
*to collect ’) ; il senso di “ preso insieme, in schiera semantica della base di cppaxp la, e di alystSai:
ordinata ** scopre l’incrocio con la base corrispon dalla base di sem. ’a^j, ebr. Sfy, corrispondente ad
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aVyeipcx; DIZIONARIO GRECO
accadico alju {fratello, affine), e idu, ebr, jad (ma -wTiog una specie di quercia, egilope;
no, assistenza) ; accad. ahhiutu (‘ group of persons of avena selvatica: l’etimologia, che fu ignorata, di
equal status’). questa voce, conferma quella di alYiXiip (v.) : oltre
aKYeipos pioppo, « populus nigra». Se ne ignorò alla prima base calcata su <k%, capra, ma col signifi
rorigine. È l’albero cbe cresce ai margini dei fiumi, cato di alto, è riportabile alla forma allotropa
in terreni umidi. La base aly- h quella di alyc;, dì elèpu, alàpu (allungare i rami, crescere lungo,
alyaioc, alytOaXXo?; accad. agù («aqua», onda, ‘ to lengthen, to send forth shoots, to flourisli ’),
‘ wave ’), con una base col significato di pianta, -ISo? egida: è il simbolo della collera di
albero, ramo: accad. atu, em (albero, *the trae', vina: voce che fu derivata da capra per la fascia
CAD, 4, 318). di pelle caprina che avrebbe coperto lo scudo di
alYe? ìe capre: grosse onde, v. aàTupoi. Occorre Zeus e di Atena; turbine (Aesch., Cho., 591: «Iy^-
connettere la voce con toponimi quali ASyiat, 8 o)v... xÓTOv, Vira dei turbini), corazza (Herod., 4,
AlY«ioq, con a^yiaXó? (v.): quest’ultimo 189) : Erodoto sostiene che le egide dei Greci imitano
da basi corrispondenti ad accad. agù (‘ wave ’) e quelle dei Libici, solo che questi invece dei serpenti
accad. alu (luogo, ‘ Ortschaft ’), ugar. ahi, arab. usano strisce di cuoio. La voce alle origini non
ahi. ha nulla che vedere con le capre: i significati di Ja-^
aiyiaXóg, -oO rivai letter. quello delVonàa, il scia che avvolge, turbine furioso si chiariscono per l’in
settore dove giunge l ’onda del mare; senso distinto crocio di due basi semitiche : accad. agiddù (fascia,
rispetto ad àKTTfj. Fu chiarito con alYe<; (v.) onde-, ‘ bandage: syn. list’) e la base avverbiale aggìs
nella seconda componente Hirt {I.F., 37, 229 (con ira: divina, ‘ angrily: said of gods’).
sgg.) scorse àXó(;, de! mare; Bechtel [Lexilogus), inve aVY^in» ‘ TQS» luce, fiaccola, splendore. Accad. (leggi
ce, sostenne un elemento come (XXXojjiai. ; ma poiché waqlù) m aqlù (accensione, combustione, ‘ burn-
la prima base col significato di onda corrisponde a ing, combustion ’) ; la voce greca ha subito il ri
quella dì aX'^odoc,, AIymiov, l’Egeo (accad. agft, agiu, chiamo di gr. àYXaói; (v.) : per cd -, v. alve?. ^
aga'u, lat. « aqua », ‘ wave, flow of water, destruc- alYUTCìó?, -ou avvoltoio, v. Y’iitl/: aì- deriva
tive flooding’), la seconda ricalca un elemento dalla base corrispondente a ebr. ajj3 (avvoltoio,
aggettivante, col significato originario di un agg. ‘vulture, k ite’) die richiama accad. ajjàbu, ebr.
dimostrativo: accad. allù, ullù (quello, ‘ th a t’) òjèb, ugar. ’ib (nemico, aggressivo, ostile, * ene-
lat. « -ulus»; « alius», « ollus », « ille ». my ’, ‘ Feind ’) ; v.
alYlQóXo?, «IyIOoiXXo^ cincia, cinciallegra: « pa- àtSifjXo?, dor. AtSaXo?, -ou: attributo di Ares:
rus palustris». Se ne ignorò lorigine; deriva dalla pronunziato da Zeus con tono di riprensione {11,,
base di alysC) ah(o^Xo<; denotante acqua, onda: accad. 5, 897), e da Ares anche per Atena (5, 880); detto
agù (acqua, onda, ‘ wave ’) e la base con significato del fuoco (2, 455); v. lat. « odi»; il senso originario
dì aggirarsi: accad. dSlu, arab.; sìr. dui (andare è colpevole, ma viene inteso, a torto, invisìbile, che'
intorno, ‘ to wander around aimlessly, to move ’), rende invisibile, distruttore; in Esiodo {Op., 754) i
calcato su SàXXw (v.). misteri sono detti àiS7)Xa, invisìbili ed è un richiamo
alY(7ii<]>y -iTiog ripido, scosceso: originariamente fuori campo alla radice ÌS-; à i- (v. corrispondenze)
che si allunga verso Valto: epiteto omerico di rende accad. ba-: stessa base di accad. batù (mal
TtéTpYj; nome di un'isola, tóttoi;: vagio, iniquo, cattivo, ‘ Éiulty, evil, wrong ’) v.
fu derivato semplicemente da e XstKtó : scansato hafù (commettere tm delitto, ‘ to make a mistake,
dalle capre; poi ì moderni ipotizzarono ima compo to faìl ’), V. atTfla; calcato su base come quella di
nente affine al lituano lip ti (arrampicarsi); cfr. ^jtàdù (che gode del male altrui, ‘ ili wisher, who
TT^Tpa (Hscli,). La prima componente «Ey-, calcata gloats over someone else’s misfortune ’) ; il suffisso
su aX^, significa alto e rappresenta la modificazione di -r)Xo? corrisponde a un pronome in funzione ana
base corrispondente ad accad. (8)aqù (alto, *high ’), forica, quello: accad. -allù (‘ tliat ’).
la seconda componente -IXittoi; rappresenta la "AlS/js, -oo att.; ’AtSr)<; Ade. Forma atem.
base corrispondente ad accad. ìlip, alip, si allunga, "AtSoi;, in Omero. Qualche etimologo (v. Chan-
di elèpu (allungarsi, ‘ to lengthen, to stretch forth, traine) si dispensa ormai dal fare la rjussegna delle
to grow together ’) ; v. (xIyIXoi(|>. innumerevoli ipotesi, tutte incerte (v. Frisk). La
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d iz io n a r io gueco atd'poc
più abusata e semplicistica fu quella dcH'à- priva Mezzogiorno, ad esempio, nel pugliese latiru, un
tiva con la radice iS- per indicare luogo buio dove mostricciattolo da mcubo, capriccioso e bizzarro che
“ non si vede” ! La quantità della vocale iniziale si diverte ad annodare le code o le criniere dei ca
è lunga o breve; in realtà alle origini è lunga. Ade valli, oltre che pesare sul petto di chi dorme; perciò
risulta un attributo della divinità deirAvenio, che è un tempo il popolo greco, fratello del mio popolo
una specie di dormitantium animarum excuhitor: il della Magna Grecia, dovette sentire il nome del
significato della voce richiama la finizione di Cer gatto selvatico attraverso voci come clXiw annodo
bero guardiano delle ombre. Una iscrizione etrusca e oCpà, coda. La etimologia di laAru da «augurium» è
(Tle, 884) reca accanto al nome Charun, Caronte, errata anche perché non ha giustificazione nelle
l’attributo chmchulis che, tenuto conto dell'oscu prestazioni del folletto, simile a un grosso mìcio.
ramento di timbro della seconda ~u-, risulta affine alciró^, -ou aquila, ep., ion., ant. att.; àsró<;
ad accadico gugallu (‘ inspector of canals, tax Vaquiia sacra a Zeus { I I , 24, 310), è segno augurale
payable to thè gugallu ’) ; ''AiSir)<; è calcato su base certo (I/., 8 , 247; 12, 217 sgg.; O l , 2, 146). Viene
rispondente ad accad. (guardiano della notte, ipotizzato *alfsTO<;; cfr. aipsTÓi;' àsTÓc;, IlepYatot
*night watchman: an epithet of gods and demons ’), (Hsch.); atpeTÓi; richiama l’attributo di im segno
:^aatu, feajatu (vigile, ‘ inspector, watchful, said veritiero (cfi:. omerico stcóv: I I , 12, 217); reXeió-
of gods and demons’); ma la voce Ifeià’itu (guar TKTOv (//., 8 , 247) ; cfi:. accad. ebbu, ebbetu, femm.
diano notturno) deve avere assoimnato il peso se di ebliu (veritiero, sacro, lucente, ‘ trustworthy,
mantico di accad. baja’t« (ba’atu) (terrore mor holy ’), cfi:. ebr. ^afa (eccelso, splendido) ; la termi
tale, * mortai terror ebr. ^lat), di etù (oscuro, nazione -eTÓ<; richiama accad. ettu, aram. àtà (segno
‘ dark ’), ana biti e.te.e (aU’Avemo, ‘ to thè dark ominoso, ‘ omen, ominous sign ’) ; la base di ebbu
house CAD, 4, 412), cfr. ebr. 'àdà (coprire, ‘ to si è incrociata con quella di accad. ebbù (grande,
cover, to veil ’). grosso, ‘ tliick’); per ai- < e cfi, otXyeq, etc.
atS(K>^, rispetto, pudore. AtSojAai, alSéo- atyjToi; distruttore, roi^inoso, v. óiYj-ro? storpio.
jjiai, ho pudore, aESoto?, degno di rispetto, aJSoTa alBì^p, -épo? etere, regione al di sopra dell’aria,
pudenda: alSà; vergogna ricalca la base corrispon sede degli dei. «AiOi^p a constitué un groupe im-
dente ad accad. featù (colpa, ‘ Éiulty ’), ma v. accad. portant et originai». Cliantraine, s.v. In effetti pili
baltu (> *batu), bastu (pudore, dignità, ‘ di- che « une création semi-artificielle, feite par oppo-
gnity, pride ’) ; cfr. forma allotropa bastu e got. sition à à:^p» (v.), come pensava il Meillet («Bull,
aistan (‘ achtcn ’) : v. ba*a§u (‘ to be ashamed ’) ; de la soc. de linguistique de Paris », 26, 1925, 17),
baltu con regolare caduta di - 1- in sillaba chiusa. si tratta di ima base diversa da quella di AÌ-
ttlel sempre, lett. “ per tutta la vita, per tutto -a-Tfjp, per il senso originario, richiamai « caeli tempia»
il tempo ”, V. atti>v e lat. aevus. di Ennio e di Lucrezio: accad. a§iu, che evolve in
aièXoxìpoq, aHAoupog gatto, gatto selvatico. Ero aramaico atrà, ug. atr, ar. atat (regione, spazio,
doto (II. 66 ) parla dei gatti deU’Egitto (allXou- luogo, tempio, luoghi della divinità, ‘ Statte, Stelle,
poi) che per gli Egiziani avevano un nome molto Ort ’; plur. f. o m. *heilige Statten der Gottheit,
chiaro, miu. I Greci non avevano gatti domestici e Heiligtum ’) ; ma tale base è calcata su queUa corri
questo animale si diffuse in Europa, passando per la spondente ad accad. (w)atar, st. c. di (w)atru (so
Grecia; il nome greco denota il gatto originaria vrastante, eccelso, remoto, purissimo, detto anche
mente selvatico, abitatore delle paludi (v. dei metalli, ‘ pre-eminent, oversize, foremost, excel-
cacciato in tempi antichi anche per la pelliccia. É lent ‘ iiberragend; femerer, extrafm: Silber, Gold,
noto il grosso gatto dipinto nella tomba di Thut- ausserordentlich ’) ; alS^p ha subito inoltre Tinflusso
mose III a Tebe; aJéXoupoc, aifXoupoq significa dun della base di atópa (v.); p erii vocalismo al-, v.
que « la bestia delle paludi » e suonò originariamente atye?.
ajalu, ebr. ajjal (‘ buck ') e la base corrisponde ad alO-pa, -« 5 cielo sereno, chiaro, senza nebbia, da
antico bab. jartum (‘ pond, pool ’). Ma si può potercisi vedere; atòpio<;, sereno, trasparente, tO'apói;,
essere certi che nella Magna Grecia la misteriosa lieto, sereno, At^pa, Etra, madre di Teseo-, v. «td-oj.
bestia dovette acquistare una valenza fantastica col *IS-apó<; scopre die su aWpa ha agito la base corri
significato misterioso che vive ancora nell’Italia del spondente ad accad. ]b>adù (lieto, sereno, ‘fi:eudig ’),
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al^-po? D IZIONARIO GRECO
(ladù (*to be liappy, to be pleased’) e accad, di antico canto di lamento per la sua crudele morte:
^jàtu (Ijiàtu: vederci attraverso, per trasparenza, in tal senso corrispondono le due voci accadiche ai,
vederci, ‘ durchscliauen, selien ’) ; ma a^9-pa è cal a, sir. ai (aimè!, ‘ alas’) e accad. lim nu, lem nu
cato sulla base corrispondente ad accad, w attu, (funesto, infelice, cattivo, ‘ evil, iinlucky, unliappy,
atfu, etm (st. c. atar etc. : eccelso, superiore, che fateful’); cfr, Eur. Or. 1395-97.
domina dairalto, ‘ iìberragend ’), v. al9T^p. ~«T05 sangue; v, 2ap. « Souvent les
alQ-pog, -o \j freddo, brezza. Viene, a torto, ac mots qui désigiient le sang sont d’origine obscure,
costato ad atòto (v.), aU0pa (v.). Accad. adtu, ag ainsi gr. aly-a etc, », Ernout-Meillet, v. sa n g u is ;
gettivo di adàm (oscurarsi, offuscarsi; del giorno, at[A«, corrisponde ad accad. samat, st, c.
‘ to become obscured; said of daylight’), sicché il di sam tu (il rosso, ‘ Rote ’), sam u (rosso, bruno,
valore originario è “ tempo scuro, triste, fosco ” e *rot, brauii ’) incrociatosi con dàmu (sangue,
quindi “ freddo ” e anche “ notturno ” (‘ dark, ‘ Blut ’), ebr. dàm.
sad’); ciò spiega atS-pei* (Hsch,). alfjiaaid materiale per il recinto : letter. alfxaoià?
alS-o) ardo, accendo; al^o?, jiioco, calore, «EO-ó;, H ysiv raccogliere materiali per il recinto {Od., 18,
scuro, bruno, arso, afòwv, ardente, od^ionst;, dal viso 359; 24, 224): le testimonianze portano a conclu
scuro, atòaXoq, Juliggine, lett. oscurità, odO-aXàoì, an dere che si tratta di recinto in muratura, un muro.
nerisco, al'&ccXóeic, oscuro, cd&cù.io>v, nero, scuro. Gli eti Dalla base semitica, corrispondente a ugar. %imy,
mologi lianno aimodato tutto alla nozione di “ ar ^imt, che si ritrova in fenicio (Gordon, n. 876),
dere ” (v. Cliantraine, s.v.) ; il peggio è che vengono m ebr. ì}.5ma (uauro, ‘ wall ’), arab. ^lamà (difen
associati alla stessa base anche elementi eterogenei dere, ‘ schiitzen ’) e la terminazione -oidc, della cui
come afòpo^ (v.) che significa orig. “ tempo fosco origine nulla si seppe, ma che richiama un pronome
«tòpel- Alla formazione di atS-o> e al suo con valore aggettivante col significato di quello di,
valore semantico, ha concorso fondamentalmente analogo a lat, «-àHs » (v.) : della stessa base di «alius »,
la base corrispondente ad accad. ^^awStu (‘ to bum, «ille», H.Woc,; accad. allù (quello, l’altro, ‘ tliat,
to be inflamed ’), ebr, 'àtam (‘ to be burnt ') ; tlie other ’) : -oià richiama il femm. del pron.,
per l’accezione di al6 ó;, scuro, arso, cfr. accad. etù in uso pospositivo: accad. si (egiz, éy, sem.
(essere buio, oscuro, ‘ to be dark, dim ’ ; ‘ dunkel, occid. hija), protosemitico femm. siya etc. La de
finster sein’); attì'aXów, atòtxXdei? etc. appartengono sinenza del pronome pers. femminile deve avere
alla base corrispondente ad accad. attalù (oscurità, espresso un significato generalizzato di pertinenza,
offuscamento, ‘ Finsternis, Verfmsterung eines Ge- -ou folto di cespuglio, siepe, pruneto;
stirns’), sir. àtaljà: questa base chiama la voce aEjjLot 'SpiiiioE, AEox- (Hsch.), recinto, riparo. Accad,
Italia nel senso di Occidente. La sonora d in luogo di sam hu (folto: di canniccio, ‘ iippìg, in Ùppigkeit
t nella base sum. andul (ombra, ‘ Schirm ’), accad. lebend: Rohrpflanzung’), samShu (‘ uppig spros-
aiidullu, ben richiama la formazione di aE'&aXósi? sen, wachsen ’),
etc. altiOXog, -ou seducente, raffinato, furho^ Etimo
ttÌKdXX(>> pres. e imperf.: aduìo: detto del cane logia rimasta ignota. Accad. am ilu (cittadino, cit
odyiàXaq' xóXa^, adulatore; aUdcXi)’ ànàTT) (Zonar.). tadino libero, in opposiz. a schiavo, ‘ Burger, freier
Il significato originario è agisco con abilità, sono ca Biirger ' : cfr. am èlùtu: umanità, raffinati sentimenti,
pace di. Richiama la base corrispondente ad accad. ‘ Menschlichkeit, vomehme Gesinnung ’).
ekallù (cortigiano, ‘ Hofling ‘ person attached to alCjxiov, -ovo?, letteralmente: destro: Sxot[jLàv8 piGV
thè palace '), calcato su base di ebr. jàkol (essere adt^ova 6ì?ìp7]i; (//., 5, 49) S. destro nella caccia. Se ne
abile, ‘ to be able, capable '). ignorò l'origine e il senso esatto. Da base semitica
alKXov, -oo pasto serak. Se ne ignorò Torigine. col significato di lat. «dexter»: sem. jam àn,
Accad, aklu, akàlu (pasto, vitto, *food, edibles, jatnìn, (destra, ‘ right hand, right side ’), accad.
loaf, bread ’), incrocio con base sem. : accad. eklu imnù (destro ‘ rig h t’), egiz. imn.
(buio, ‘ dark’). alvtaaotJi.ai mi esprimo con ambagi, accenno co
alXivo^, “ 0\> grido di tristezza’, secondo Pau- pertamente, alludo, prendo in giro; fut. alvE^ojjiat, aor.
sania (9, 29, 8 ) la voce è derivata dalla esclamazione (cfr. Eur., lon. 430), afvtY^ta espressione
a l e il nome del mitico Atvo(;, forse in un ritornello oscura; equivoco (Aesch,), friz z o (Aristen.),
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d iz io n a r io greco atcja
(plot.) allusione: si parte da base diversa da quella glossato con ; v. lat. « vanuus », da base con
di aho<;, di omerico at.bl'ZoiiM lodo, e, di significato significato originario di lat. « cerno », jcptvw. Aram,
negativo, àv«Cvo(iai disprezzo, spregio. I I , 9, 679; bàn, arab. bana, ebr. bin (fare una separazione,
àv- ha valore di accad. jànu, ugar. ’in, ebr. ’ajin distijizione, ‘ imterscheiden ‘ to discern; to per-
(non, ‘ not ’èn, etiop. ’en) che conferma il valore ceive’): lat. « cernere ^ v. «plvo>;]ugar. bn, *byn
originario di «Tvo^ consenso, favore. Il ricalco su (‘ discerne ’), cfr. hn, ’^^bjn] (tra, ‘ between ’), ebr.
questa voce è operato da una base col valore di ben, aram. ben, arab. bajna (tra, ‘ zwischen ’).
girare, quindi essere ambiguo: «ambiguus» da «am- oK?, alyóg capra, capra selvatica; ^gida,
bigo»; ne è conferma il significato di prendere in pelle di capra. Viene citato av. izaena (di cuoio),
giro, e di cdv\,y[i(x. friz z o , presa in giro : cfr. lat. « cir- Accad. ez;2 u < en 2 u; ebr. ‘éz, ar. 'a z n (canan.
cumducere », « circumire », gr. Kepiépxof^ai (Ari- ihanzu > hazzu : capra, ‘ Ziege ’ : sum. Ù2 , vS,
stoph., Eq., 1142; Herod. 3, 4). La base diversa è 221 sg. ; ‘ goat ’) ; incrocio con accad. daSsu (ca
in accad. enù ([nel senso di ant. accad. na’a’um: pro, ‘ Ziegenbock *). Giova richiamare l’esito di
girare, *to tum, to turn away ’], volgere, invertire, accad. l^a- > gr. ai- (cfr. abico) e l’esito di accad.
‘ to invert, to change, to shift ‘ umwenden, 5n- 2 Z, SS > gr. Z (cfr. è^ó?) ; v. alyc?,
dem ’), aram. 'ni (‘ beugen '), egiz. 'n (‘ umwen aióTio?, -rj, -ov smagliante, scintillante; vivace,
den *) ; il tema in gutturale scopre la componente modulato, AtaXoq, Eolo, (v.) AloXeti;, (v.) Eoli, si
che riemerge in lat. [«ad-]agium» col senso di faimo risalire alla stessa base ì alóXo^, di cui si ignorò
dire, pensare: ebr. hàgà (‘ to speak, to meditate ’), l’origine. KopuS-a(oXo<;, l’epiteto di Ettore, significa
higgajon (‘ meditation ’), sit. hegà (pensare, ‘ mei- solo « dall’elmo lucente», perché alóXoi; corrisponde
nen’); inoltre, il tema del pres, atvEoao(xai scopre ad accad. allu, ellii (lucente, detto di metallo,
una componente finale come accad. esù (confondere; ‘ hell, rein: v. Metall, Silber, K upfer’), Il valore
essere oscuro, ‘ to confuse; to be troubled, d ark ’), di “ modulato, vario ” mostra che la base è sotto la
arab. gasìja (coprire, *verhiillen ’). suggestione di SXXo<;, « alius » accad. allu (diverso,
alvo?, -oo consenso, elogio, favore, presagio favo l’altro, ‘ thè other ’) ; cfr. alilu (audace, coraggioso,
revole, alvéù), sTtaivéo; v. «EvEocrofxai. Restato senza ‘ brave one, warrior ’, epiteto di dei, di re, di sol
chiara etimologia. Accad. annu (‘ consent, approvai ; dati, ‘ as an epitliet of gods, of kings, referring to
positive, divine answer to a query: usually through soldiers ’) che deve aver avuto la sua parte nelle va
extispicy; referrìng to astrological omens ’). lenze semantiche di aióXoi;. Ma non ha nulla a che
atv 6 ?, --flf -óv terribile, violento, orribile; alvà, vedere dcióXo(; con aJéXoupa? (gatto selvatico), calcato
infelicemente etc. Ritenuto senza etimologia; fu ac su una voce indicante fauna, comime a molte lingue
costato sanscr. énas- (delitto) che corrisponde ad semitiche: accad. ajàlu, ug., ebr. ajjól, sir. ail (cfr.
accad. annu (< a rn u : misfatto, colpa, ingiustizia, accad, a-a-lu-fi Fauna, vS, 24).
punizione per iniquità compiuta, ‘ misdeed, guilt, bagno, umetto. Restato senza etimologia.
wrongdoing, offèiise, punishment ’). Accad. ènu, sem, ’aìn (sorgente, fiume, ‘ river ’).
«timixai strappo, prendo possesso, porto via. Fu alTtóXo?, -oxìchi attende alle capre, y. e néXo).
ipotizzata la radice*<«'- e si richiamò toc. B ai- (dare), alTCÙs, -e ia , -6 elevato, erto, alTiieivói;, cdn-f]ei<z
itt. p-ai, sanscr. inóti. Il dittongo ÌmzÌale corrisponde (Hom.); forme tematiche in Omero aln<k,
ad accad. come si evince dalla etimologia di in Esdiilo, Euripide, Ippocrate aÌ%oq, altura. Accad.
ahfa (v.), alrétó (v.), oiXaa (v.) ; con in appu (nel senso di “ punta, vetta ”, ‘ tip, edge,
fisso nasale, corrisponde ad accad. ^aw aw u (Ija- spur of land ’), in latino oppi-dum.
màmu: strappo, prendo, raccolgo), i^àmimu chi alpéoj prendo: accad. ^jiStu, Ihiiàru (prendere,
raccoglie spighe > *hài; si noti, della stessa ‘to pick and take’), v. àpelwv.
base è accad. ^^ammà’u (usurpatore, *usurper ’), atpù), V. àeipco.
^jSmimu (feàwiwu ‘ plucker of ears, harvester’), « Ic a , -rjs necessità, fato ; cdai[ioq, necessario, fa
tam asu (‘ to take offby force’), ][iummusu (‘ to tale, opportuno; atofio<;, felice, favorevole. AXaa ha la
strip, to rob ’). stessa base di a,ké(ù (v.), nel senso di necessità e
alvo> separo Forzo dalla pula (Pherecr. 183), va quindi ciò che si deve, si può chiedere: corrisponde
glio il grano; inf. aor. •^vat (Hipp. ap. Gal. 19, 103, ad accad. liaS^a (feaS^ju: necessità, voglia, augurio,
15
a l o d ’divo fjiai DIZIONARIO GRECO
‘need, wisli CAD, 6,139); ma il valore di afoio? accad. a], è, ja (non, no, ‘ no *nicht ’), à’!)~ di
“ favorevole, felice ” , scopre l’incrocio con la à'/)ouXo? corrisponde in particolare ad accad. aljiè
base corrispondente ad accad. feasàsa {ha§àsu: (a parte, ‘ separatly, apart ’), e la base corrispon
gioia, ‘jo y ’), ^jasasu (‘ to rejoice’); su «Toa ha dente ad accad. sulu (preghiera, ‘ prayer ’), sullù
agito la base di accad. feasS (feasù: viscere ominose, (implorare, ‘ to implore, to pray, to plead with, to
‘ ominous parts of thè lungs ; in ext., entrails ’) e beseech ’) tenuto conto della corrispondenza al <
quindi aloa è anche originariamente “ la parte delle accad. ta - è qualche influenza della base semitica
vittime che spetta agli officianti il sacrificio cfr. corrispondente a ebr., aram. fesl, accad. hasàlu
accad. ^a§asu (spezzettare, dividere: il fegato, (rovinare, abbattere, ‘ to sbatter, to crush ’),
‘ abknicken: Leberteil*); cfr. accad. isàm , isim di alaujivàw , dor. aÌoi[jivàci>: letter. avere cura
Sàmu (destinare, ‘ bestimmen ’) sìm tu (destino, del popolo, provvedere; comando: di magistrato, a
‘ Bestimmung ’). JVlegara, a Teo, a Nasso ; a Mileto, detto del capo del
alctì-àvojjiai percepisco, intendo, mi accorgo, sento; collegio dei molpi: atouiivrirr)p, principe (lo legge
a?o^)7)cfi(; sensazione, sentimento, comprensione, inteU Aristarco in I I , 24, 347, in luogo di atauTjTi^p;
ligenza. Accostato al lat. «audio» (v.), gr. atto, sento. alcrufxv^TY)^, arbitro dei giuochi {Od., 8 , 258); magi--
Base di accad. Ijasasu (percepire, pensare, com sfrato, provveditore: cd<si\/.vé'i:ca;, a Megara, a Calce-
prendere, ‘to th in k o f’, ‘ verstandig sein, begreifen, donia; Kbu[Av^Tts’ •J) Scotio iva (Suid.). Si pensò a
denken ’), cfr. feiissatu (sensibilità, pensiero, atti una formazione asianica, accostata a edera per eti
vità spirituale, ‘ understanding ‘ Sinn, Denkver- mologia popolare. Al(ro{jivv]T^)pj)ri«(ìpe richiama: ebr.
mogen, Verstand’}; ^asisu (udito, senso, intelli ^asttian (nobile, distinto, ‘ noble, distinguished
genza, *Sinnen, Verstand, Ohr, G ehor’); hassu pi.), ma le basi che lianno agito alle origini, tenuto
(intelligente, ‘ intelligent \ ‘ klug '). Il verbo atoSdc- conto della corrispondenza gr. a£-< accad. ^a-:
vo^ai (v.) ha tutta Varia di un verbo denominativo, sono accad. feasu (provvedere a, pensare a, *sich sor-
dal sostantivo ^jìssatu (facoltà intellettiva), g en ’; cfr. t^sàsu : darsi pensiero di, essere inten
àtaaio (Hom,, Hdt.), ^ctoco (Pi., Trag.), (^ttco, dente di, ‘ to care for ’), ^assu (intendente di) e la
ócTTO) (att.) mi levo, mi muoi'o, mi agito, balzo: ^Xaaov base corrispondente ad accad. um m ànu, ugar. *m,
{g li araldi) si alzavano {II., 18, 506), òna%si lyiBòq, ebr, 'am (popolo, *Menschenmenge, Volk, Heer ’).
accorrerà un pesce {IL, 21 , 196 sg.), àvrlov àt^aoQai, aloxog, -ou? turpitudine, bruttura, vergogna,
balzare in avanti {II., 22, 195) etc. impeto, 0il(jxp 6 q, turpe, «bxiivw, disonoro, sfiguro etc. Se ne
mischia (v.s.). Il presente à’iocyw, <^ooa> presenta la ignorò l’origine. Platone {Conv., 201 a) oppone
base originaria ampliata dalla interferenza di altra kToxoi; a insistendo sul valore dì deformità;
base, corrispondente a ugar, js', ebr. jà§a, aram. base originaria è quella corrispondente ad accad.
j'à, accad. asù (sorgo, mi levo su, mi lancio, fuggo, wasku (masku, m asku: turpe, cattivo, ‘ bad^
esco, ‘ to rise, to move out, to depart, to escape ’ ; ‘ ubel ’) ; V. got. aiwiski ; cfr. accad. feasl^u (povertà,
cfr. accad. liìàsum) ; esplicitata da movimento ‘ need '), IjLusa^hiu (povertà, indigenza, fame,
rapido e confuso sino a divenire mischia: àlvAt; ‘ lack, scarcity, Érniine, a disease CAD, 6, 260 b).
{IL, 15, 709), la base originaria richiama voci cor àtTÒts il bramato, amato, v. alréto.
rispondenti ad accad. feiiaqiim, ^fàqu (agitare, ri alxéw desidero, chiedo, ho bisogno; il bra^
mescolare: in conflitto, ‘ to mix with: in armed mato, amato; eletto, letter. “ desiderato, ri
conflict', ‘ vermischen: Larider im K rieg’); cfr. chiesto ” ; alTt^oj, chiedo come mendico etc. Fu postu
ebr. jaqa (muoversi, ‘ to remove oneself, to be lato un accostamento a aXaa. (v.), ma per chiarire
alienated ’). la formazione di alTéoj, «trio? (v.), è^aiTO? fu sup
kIouXo; spietato, obbrobrioso, crudele {IL, 5, 403) : posto un tema *a?TO<;. Come motÌTla (v.), anche in
atouXa nel compiere delitti; 20 , 202 : «liouì^ atTéoj il dittongo iniziale corrisponde ad accad.
[AuG'^lcaoGat, rispondere insulti; h. Mere. 164: atouXa fea- ; questo verbo mostra di avere subito un ricalco
oTSe« improba novit»; cfr. I l , 5, 876, sulla base corrispondente ad accad. (ricercare,
&i]<y\Aa, 2pY“ > azioni empie. Se ne ignorò Torigine; il ‘ to search ‘ erforschen ’) ; cfr. anche accad. atù
significato originario è che non accetta preghiere (‘ to search for ’). Ma a parte tale ricalco, la base
senza preghiere; da originaria base negativa semìtica: originaria di atT^w, accostato ad aTaa, richiama
16
d iz io n a r io greco
la base di accad. (chiedere, essere biso (‘ to think, to care for, to be mindful of, to listen
gnoso, ‘ to need, to require, to desire CAD, 6 , to, to be intelligent, understanding, to pian ’).
134 sgg.) ; per l’origiiie dei vari elementi in alTéw aì<*)v, -wvo? in Omer. vigore vitale; vita, du
mette conto richiamare anche gli esiti dì accad. rata della vita, tempo, generazione; età, secolo-, v. als(,
g > gr. T (accad. Suru, gr. raupof;) e di accad. a > sempre, letter. per tutta la vita ”, per tutto il tempo,
gr. e per la normale tendenza di a accad. a passare V. aevus. Aram, hajà, fen. hwj, ebr. haja (vivere,
ad e per azione specie delle laringali (accad. ra^iàmu ‘leben’); cfr. accad. ew ùm (‘werden’), aram. h®wà
> tému) ; in quanto alla scomparsa della laringale (essere),
cfr. le variazioni di scrittura in accad. e^iiltu, i’iltu, Ak- (v. àKK^g) si è voluto mettere in evidenza
c’iltu. l’elemento àx- come denominatore comune nel
aiTta> -a? colpa, accusa, causa, imiìutazione; senso di « essere acuto », e vi sono termini, come
al'rt(4o(jL«i, incolpo, accuso, imputo, aìrtai^ia, delitto, dEnwv, giavellotto, àxcoxì^ etc. col valore di accad.
akioc, reo, colpeuote; v. ahéco per l’origine del dit kakkum , aram. kàkkà (arma, asta, spina, ‘ weapon,
tongo Olì-. corrisponde ad accad. ^latti’u tooll, shaft, barb, thorn ’) presenti in composti ac
(reo, colpevole, 'sinner') e, come «ÈTta, è della cadici sul tipo appi-kakkl, detto della punta di
base corrispondente ad accad. featù (commettere un organo interno, del fegato; (s)a kakki lette-
ralm. «quello della punta»; cfr. aram. a (pron.
un delitto, una violazione, *to make a mistake, to
trespass, to sin *) ; feitu (‘ crime, misdeed, damage, dimostr. : ‘ that ') ; ma v. àx-i], punta.
àKàKTfjTa esperto, abile, avveduto, furbo {IL 16,
sin, punishment’, CAD, 6 , 156 sgg.; 210 sgg.).
185) detto di Hermes che furtivo si stende accanto
La base di (jatù ha subito Tinflusso di quella corri
a Polimela: XàOpY] 'Epfxeta<; àxàK7]Ta; di Hermes
spondente ad accad. ^jìafu, feàtu (investigare, in
che conduce le ombre dei Proci al prato di asfodeli
dagare, 'to investigate, to examinc, to explore’), che
{Od., 24, 10) ; in Esiodo (fr. 23) è detto di Hermes
deve aver influito sul significato di “ imputazione
e di Prometeo {Th., 614); àv.a.xi]aioq è epiteto di
cfr. av. aita (colpa, punizione).
Hermes in Arcadia (Cali Dian., 143; Paus., 8 , 36,
punta, la parte appuntita di un'arma,
10), àxocxÉeti;* ouvfecc e dcxaxisi' auvlei che aflEcrma il
lotta, cdxin-fiTiìi; guerriero, alx[Aà?^co armo: dalla base
valore semantico dì saggio, avveduto, esperto (Hsch.) ;
di accad. (combattere, ‘ to mix with àxàxi]To<;’ (Suda). Gli antichi pensarono ad
in armed conflict’); cfi:. aksu (ostile, ‘ dangerous, (SxaKo<; illeso (Sapph.), senza malizia, ingenuo che è
said of an enemy ’). la negazione di Hermes e di Prometeo. La glossa
al^iot subito, immediatamente-, al<^rip6<;, rapido, im di Esichio non è vero che « repose sur rien » se
provviso. L’avverbio al^a. corrisponde al nostro condo Chantraine (s.v.): risale a note basi medi-
flìpso facto», “ immediatamente” : accad. epàau, terranee: accad. ^jakawu (hakamu), t^ukkumu
epéSu (‘ to work ’), accad. epsù (‘ factum ‘ work ’) ; (comprendere, sapere, ‘ to understand, to know ’),
V. >,aitJ>yjpós. sem. ^k m ; ebr. hakam (‘ to be wise, intelligent,
àtbipercepisco, sento, dò orecchio, ascolto-, v. aLcSà- prudent ’), aram. l^akam, arab. ^^akama; ebr.
vo{i,at, percepisco, intendo, comprendo; a torto acco ^akàm (‘ wise, intelligent, de ver ’) ; cfr. jSkah
stato ad audio (v.) « La parenté de àtw ‘ entendre, (saper argomentare, parlare, discutere, ‘ to argue,
percevoir ’ et de al(r6àvo[xat ‘ sentir, percevoir, est to dispute with one ’) ; il suffisso -y}7<x, -t)toc etc,
presque certaine et conduit à poser un thème denota appartenenza, relazione con: cfr. ebr. èt (per
«F-iff-...» Chantraine. ’Atw è un denominativo: tinente a, ‘ near, at ’), accad. etft.
accad. feasisu (udito, intelligenza, apertura del àwx'Kò^i - 1^, -óv infrenabile, talora va inteso
l’orecchio, orecchio, ‘ ^culty of hearing, ear, aper “ tranquillo ” : àxaXà 7rpopé<ov ; di fiume (Hes.,^. 218),
ture of thè ear, understanding CAD, 6 , 126 sg.), icxaXa xXóvet (Sapph., Suppl. 19); àxakotppskrit; epi
che per il pres. àttó presuppone la caduta di -o- teto dell’oceano {II. 7, 422; Od., 19, 434: àxa-
intervocalico, mentre alc'&àvojiai corrisponde alla XappeÉToco Pa0uppóou ’flxeavo'Eo), alle origini è ben
base di accad. ^lassùtu, ^issàtu (discernimento, quello che scorre tranquillamente-, e cosi àxaXà npopéwv
intelligenza, percezione, ‘ understanding, intelli di Esiodo: àxoXói;, che, può essere stato sentito
gence, wisdom, notification ’), il cui verbo è tasàsu composto di àxa, àxV (v.), è talora da à - priva
17
6lK av 3a DIZIONARIO GRECO
tivo e la base di accad, kalù, ebr. kàlà (raffrenare, clien ’), cfr. la base di kainù, kaw ù (cuocere, *to
‘ to retrain, to restrain ’) ; incrocio con base di bake ’), gr, xau-, xaÉo. La voce si ritrova in ebr.
kàl3 (essere finito, aver fmc, ‘ to finish, to ceasc, kavvan (‘ a cake for offerings ’) e riaffiora in gr.
to be at end ') ; v. ÓTtaXó?. X<xoà'<f, incrocio con base di ebr. kàfan (fame)
ftKMvBa spina, v. Akì^2. focaccia.
d K ( x x { x é v o ( ;, - t j , - o v acuminato : letteralmente fis -ovo^ incudine, pietra meteoritica (Hes.,
sato per tagliare, incidere'. àitax^/iévov Theog., 722); meteorite; cfr. la glossa di Esichio:
(J/., 15, 482; Od., I, 99) : asta con punta d'acuto bronzo; 6lx[i w ... oòpavò? atSr)pov... Viene accostato sanscr.
n£Key.w ... ^à^Ksov àjxtpoTiptoGev dt^ax^iévov {Od., 5, déman- cielo, roccia, av. asman- cielo, ant. pers.
234-235) una scure di bronzo daU’una e dalValtra fatte asman- (cielo), got. himins cielo; sanscrito, ant. pers.
con taglio. Se ne ignorò rorigine. Adattamento epico etc., che attestano il significato originario di “ cielo ”,
di basi corrispondenti al semitico: ebr. hàqaq (ta richiamano accad. sam ùm (cielo, ‘ Hinamel ’), aram.
gliare, incidere, ‘ to cut, to engrave ’), accad. uqqù sem ajjà (cielo); il significato di pietra scopre un
(waqùm), arab. hqq (tagliare, incidere, ‘ einritzen, incrocio con la base corrispondente ad accad.
einschneiden’) e laltra base semitica corrispondente asùm u, asum ittu (cippo, pietra di confine, ‘ Bil,d-
ad accad. qamù < canan. qùm, ebr. qum (ergersi, stele, Grenzsteinkunde ’) ; un testo accadico lascia
levarsi, consistere, ‘ to rise up, to stand up, to exist, pensare ad <5cx[i,wv in metallo : ‘ diese a, [asumittu]
to endure; to establish, to confirm, to appoint; ist aus Kupfer ’: parla dell'immagine di Ktar (vS,
Ho ‘ to be appointed, to be establislied Hith. 77), Ciò premesso, il greco iKx[zo)v, che pure richiama,
‘ to stand up against, to be hostile ’). col significato di incudine, un appoggio saldo che
à>ti^ funta'. c7iSi?)pou (Hsch.), ày.iq, punta, “ non si piega” (à- privativo e kAiavco; v.), nel
àj«tv0a spina: pianta: aram. hSgà, arab. hàg spina, senso di “ pietra nera ” , meteoritica, scopre aram.
cananeo 'egeh (spina, ‘ épine, buisson d’épines ') 'ukkàm à, sir. ’ùkkàm à (nero, ‘ noir '), v. ’akam
ebr, (spina, *D orn'), accad. ^>a^jinu; ~v0a: (essere nero), cfr. accad. kamft, qam ù (ardere), e
sem.: ugar., ebr. nata (piantare). arab. akam - (mucchio di pietre, rilievo, collina,
&x^(v) silenzio; in forma avverbiale, ànV ^Y^- ‘ tas de pierre, butte Cohen) : insomma si tratterà
vovTo oicojT^ rimasero senza parola, in silenzio, IL , 3, alle origini di una specie di veiieratissima pietra nera
95 ; stritm àx^, (knSt, àxécov tacito (p5j S’àxétjùv, se ne (al-hagiaf al-aawad) che dai tempi preislamici è
andb tacito. II., 1,34; AXX’ àxéwv Sf(V^qto, ma silenzio alla Mecca e congiunge l’idea di cielo e di pietra.
so sedeva I, 512); femm. àxéoutra (//., 1, 565); àxaXdc ótxvrjc'ri? spina dorsale {Od., 10, 161;
pi. n.: silenziosamente, pacatamente (Hes., fr. 218; vrjOTiv sulla groppa). Formazione popolare su kv^ct-
Sapph. Supp, 19); àxaXappetxao pa9upp6ou ’fìnsa- -vk; grattugia: anzi si ipotizzò in Omero (ibìd.) x«Tà
voio dalVoceano abissale che Jluisce in silenzio { I I , 7, KV7)OTtv (v. Leumann, Hom. W'òrter, 49) ; ma dcxvYjo-
422). Si credette esprimesse Tidea di « douceur », non TLS, che denota la parte posteriore del torace (v. lat. '
di silenzio. Il valore di mitezza, moderazione, sommis «dorsum»; «tergum» (v.) che è sotto l’influenza
sione si ricaverebbe dalla base corrispondente ad accad. dì base col significato di uolgere), deriva da à- pro-
akù, accus. akà (fievole, umile, ‘ weak, liumble *) ; tetica: aram. ’a (quello) e la base semitica col
ma il significato di silenzio scopre Ìl ricalco su significato di volgere kanSnu, m. ebr. ktin (torcere,
base semitica corrispondente ad accad. eakàtu (es volgere, ‘ to twist, to contort; to bend dow n‘)
sere silenzioso, ‘ to be silent ’), sir. skt, arab. skt. incrocio con la base di kanàsu (piegare, ‘ to bend,
AkiSvó? indifeso, debole; àxiSvÓTepov ycda. to bow dow n', il piegare sotto, detto del tergo:
Tpécpst àv0pti)7roio « nulla pili mescbino deiruomo delle bestie da soma) : agg. kàniSu, kansu (‘ sub-
nutre la terra » [Od. 18,130). Se ne ignorò l’origine: missiv ’), cfìr. lat. « dossuarius » bestia da soma.
da à- privativa e kldinnu (sostegno, protezione, ÓtKoiTig moglie, àxotT7)<; marito: sono ricalchi
sicurezza, ‘ protection \ ‘ Schutz, Schutzbereich ’), di tipo popolare sulla base di xo[-n), giaciglio (v.),
kidinnùtu (‘ privileged status ’). xotTo;, ma l’origine va ricercata nella base semitica
3ÌH|x»ivos che non ha preso un pasto, digiuno. Da à- corrispondente ad ugar. aram. ’ehad, arab.
negativo e la base corrispondente ad accad. kam atiu ’ahada, ebr. ’a^ia», accad. al^àzu (prendere: moglie,
(un tipo di del soldato Archiloco, ‘ ein Ku- sposarsi, ‘ to take a wife, to m arry’); v. xetfAai;
18
DIZIONAIUO GRECO 6tKp05
e basi corrispondenti a siriaco skt, ebr. sàqat odo, vengo a sapere. Etimologia sinora sconosciuta.
(riposare, ‘ to rest, to lie quiet ’) ctc. Il valore di 6tt^xoo?, sottoposto, nm/Ze corrisponde alla
pagnotta, pane, mangiare, cibo {Od., 17, base di accad, aku (umile, ‘ humble, weafc ', CAD,
222). Se ne ignorò Torigine: si ritenne d’origine fri I, 283) e alle orìgini non ha nulla a che vedere con
gia (pexo(; axxaXo<; : Friedrich, Kleinas, Sprachdenkm. àxoóoi: accad, hakawu (bakàm u: intendo, vengo
133); è da base semitica: accad. akalu (pagnotta, a sapere, comprendo *to understand, to know ’) ;
cibo, ‘ loaf of bread, food ’) ; seni ’kl (mangiare) cfr. accad. aqu (prestare attenzione, ‘ achten au f’).
accad. akàlu (mangiare, ‘ to eat ’) : della stessa base Got. hausjan: accad. ^lasàsu (‘ to listen ’).
è (iUuXoc, il frutto commestibile della quercia, « quercus àKpIpi^?, -é^ letteralmente che cerca l ’apice, la
ilex» {Od., 10, 242). cima, perfetto, esatto, àxpfpsia, esattezza, acutezza etc.
dxóXouOoq, - 05 , -ov che va accanto, vicino; Dalla base di SKpo? (v.) alto, estremo, e le forine
conseguente, che accompagna, che segue, quindi che è emitiche: accad. ibà, iba a di bà’u (cercare, andare
disponihik, che aiuta, dcxoXouQEoc, seguito, accompagna-- per, ‘ to go through, to pass over ’), aram. be'a,
mento, conformità, àKoXou0éoj, seguo, vado insieme, ebr. ba'3 (desiderare, richiedere, ‘ to desire, to ask’).
tengo dietro: àxoXou9wv, del seguito, schiavo. Calcato àKpl^, -I 805 cavalletta, locusta. Se ne ignorò
su xéXeu0 o5 (v.): da metatesi di base di accad. l’origine. Tenuto conto della piaga bìblica delle
alàku, ugar, hlk, aram., ebr. hàlak (andare, ‘ to invasioni di acridi, la etimologia che risulta dallo
go, to come, to continue, to trave!’); le terminazioni scolio ad Omero, xà &xpa èa6lou(Toc, lu qualcosa di
-G05, “Béco richiamano la base dì 0 éto (v.) col senso vero, nel senso die in realtà il nome alle origini
di andare vicino: cfr. accad. (andare vicino, significò quella che rode, distrugge] fu accostato ad
*ganz nah heraiigehcn ’), tè^u (vicinanza àxpo<;, alto: à- fu ritenuta una protesi avanti alla
immediata, *ummittelbare Nalie ’). base di ma cfr. aram. *a, a-a, neob. a pro
-0 05 rimedio, cura; di:xéo{zai, guarisco, v. nome dimostrativo ; “ quello ”, *that’; cfr. de-
àx^, riposo, quiete, àxéwv, in silenzio, in quiete, termini term, accad. sa, su- (gr. à, -f), 6) : la base lessicale
riferibili airincubazione nei santuari, specie di Escu- corrisponde ad accad. kirsu (rotto, lacerato, stac
lapio, accanto alle fonti, delle acque salutari. Fu ac cato via, ‘ pinched off’), da katà^u (rompere, ‘ to
costato sanscr. ydgah (gloria) che fu ritenuto real break o ff’), ebr. karat (‘ to cut off, to maini, to
mente insostenibile come rapporto. Uavàxeia e fi destroy’); per il lat. «locusta»: accad. lakàdu,
glia di Asclepio (Aristoph. P i, 730) i cui santuari ebr. laljad (assalire, ‘ to seize ’), ebr. làha? (oppri
offrono incubazioni sacre in acque salutifere, come mere, ‘ to crush, to oppress’): alle origini, tenuto
gli antri ai neolitici: forse la statuetta maltese pro conto dell’accento di h ip iz e dell’liabitat delle acrìdi,
veniente da strati neolitici deU’ipogeo di Hai Sa- che preferiscono gli orti, i campi coltivati, mimetiz
flieni è una preistorica Panacea; panakia è ritenuta zate col colore del corpo e quello deU’ambiente,
epiclesi della divinità venetica Reita, Ìl cui nome si ìl nome è dato supporre che possa essere stato inteso,
diiarisce con accadico tà |u (condotto d’acqua, in senso distintivo, Tacride degli orti, che suppone
‘ gutter ’). I templi antichi di Asclepio non dovevano l’interferenza di base come accad. -kiri {degli orti)
mai mancare di una fonte: dalla remota antichità a da kifù (giardino, orto, ‘ garden, orchard ’).
Lourdes, nei santuari ove si ricerca la salute perduta, àKpoiotJLai ascolto con attenzione, tendo l*orecchio,
l’acqua è uno degli elementi del prodigio. Il nome con i l lobo deir orecchio (<K>tpov) teso: v. ólxpo?, o5^,
’Iàowv, Giasone, “ Ìl guaritore, il m ago” e il verbo ilxpo^, -a , -ov alto, sommo; dtxpn;, Sxpa, altura,
greco lào\jm si riconnettono ad accadico asu (me monte, punta. Le voci greche sono calcate su una
dico, ‘ physician ’), sum. a-5zu (‘ Wasserkundiger ’) : base corrispondente a sum.-accad, (ekur), elnitru
si credette mi tempo di scorgervi elemento salutare, (“ luogo di culto ”, che per gli antichi è per lo più
“ racqua” e si intese colui che conosce l’acqua. sulla cima dei monti) : si pensa ai Baal adorati sulle
(Cfr. CAD, 12, 347 ove si ritorna, con Tipercritica, b3m 5th; in sum. la voce significa “ casa della
al buio deir « etymology uncertain »). àJxoui;, montagna ” (‘ tempie ’; plur. ‘ Kultstatte’, vS, 196) ;
da base di lat. aqua, accad. agù (acqua, semanticamente, accad. zaqtu (alto, ‘ high, tali
' flow o f v^rater current *). s.c. zaqat: cfr. lat. sagitta, sacer,). Il richiamo ad a.i,
dMovìto intendo, comprendo, porgo orecchio, dò retta, d^rih (taglio, filo), ci riporta ad accad. asàm, wasàfu
19
Ò K xalvw DIZIONARIO GRECO
(tagliare, ‘abschneiden; Schwcrt’); nam sàfu (spada, cfr. avverbio accad. balu (privo di, ‘ without
taglio, ‘ Schwert ’). ibid., 70 sgg.), lat. «orbus». (v.).
à jtT a lv u ), V, àxTVj. &Xoc7i;d^a> abbatto, batto, prendo con la forza,
&HTVj, -Yj? rilievo, riva. Se ne ignorò l’origine', àXKTiaSvó; senza forze, abbattuto. Se ne ignorò l’ori
si tentò di accostarlo alla radice àx- (‘ Spitz ’), gine. I significati omerici confermano quei valori se
accad. zaqtu (a punta, ‘ spitzig ’), v. oxOr] (v.) : mantici, tòv 8’ I8sv ... dcXawdc^oVTa àvSpwv (//.,
a^atu (rilievo, riva, *bank, shore \ ‘ Abhang, 5,166) lo vide [Enea] sterminare schiere di guerrieri (cfi-,
U fer’): per ócktocIvo) raddrizzo, cfr. accad. saqù 11, 503), Ttsòq àXàTva^s KpovCcov {Od,, 17, 424) Zeus
(alto), Saqutu; v. àxTl<; trìticum. Cronide mi f u avverso; el x«l OsoTTeat-n tcóXiv oòx
àKxt?, “Ivo?, raggio di luce, del sole: in Omero àXaTtà^eiC ( i l , 2, 367) se per decreto divino non espu
sempre plurale; raggio di m a ruota. Fu accostato gnerai la città etc. Il valore originario è “ stendo la
sanscr. aktó- (notte, raggio); cfr. got. uhtii’o (alba); nxano e prendo ” : accad. alàpu (‘ stendo : le mani,
àxr(^, come ó^>tccv0a, come dcxr^, costa, come ày.ri] ‘ to stretcli forth: hand ’) e a^iàzu (prendo possesso,
farina etc. ha perduto il segno di un elemento iniziale: ‘ to hold, to possess, to take over ’) ; cfr. accad. la-
per ciò che concerne la base *ak~ in realtà « en indo- patu (metto le mani addosso ostilmente, attacco,
européen im thème *a k : “ pointe” ... n ’est pas abbatto, ‘ to put hands on with evil intentions, to
attesté»: i derivati non bastano ad attestare la per attack ') ; Tagg. gr. in -Sv6? di senso pass, è da base
duta esistenza di essa in codesta forma, perché sono di dunnu (potere, forza), ebr. dùn (‘ to prevail’);
riconducibili a una base corrispondente ad accad. éXav:a,8»6(; sfinito, disfatto, debole è dalle stesse basi:
(*saqàtu < ) zaqatu (pungere, ‘ to sting ’) ; in ana
per spiegarlo fu accostato sanscr. àlpafy (piccolo) (v.
logia con costa: corrispondente alla base di
M. Mayrhofer, s.v.), lituano aìpUs (debole), ma
accad. zaqtu (appuntito, ‘ pointed ’), di fa
dlpàfy è da metatesi della voce corrispondente ad
rina (originariamente macinata); accad. séqu, ebr,
accad. st. c. apal, aplu (figlio, ‘ son’: «aplu and
sà l^ q (ridurre in polvere, ‘ to pulverise ’), sa^aq
(polvere, ‘ dust’): ày.xlq deriva da base corrispon m atu as synonynns» CAD, s.v.); piuttosto per il
dente ad accad. 2 akù, femm, ia k ìtu (chiaro, valore di àXaTtaSvó?, debole si pensa a più antica base
‘ clear ’) incrocio con zaqtu (acuto, appuntito, di -XaiToc-, accad. lakà (piccolo, debole, ‘ schvirach
‘ pointed ’). ‘ suckling child *).
6ìko 7.o ; , v. ótHoXog. àXaoTog, -ov infelice, triste, senza fe liciti, ÓÌXaffTov
à7.(X^(t>v^ -óvog vanitoso, gonfio; *AXa^óvio<;, óSiipofjiat {Od., 14, 174) tristemente piango;'''EnTop ...
fiume delle regioni del Caucaso. Bonfante suppose &XKOTB (//., 22 , 261) «infeste Flector». àXàdTtùp
che si trattasse del nome etnico di una tribù della (letter. che toglie la gioia), terrore, Jìagello mandato
Tracia (v. ’AXaCcòve^, Herod., 4, 17; 52). Accad. dagli dei, cattivo genio, esecrabile, maledetto, dtXàcTTopo);
alasum , elèsum (essere gojxfio, essere euforico, es infelice, perseguitato da cattivo genio; spirante vendetta; ■
sere fiero, esaltato: elèsu ha significato di ^abàsu: àXaaxt(jì, porto a malincuore, mi sdegno, letter. faccio,
‘ to he elated; to be exuberant CAD, 4, 88 , 6 , 8 ; mi comporto senza gioia; se ne ignorò rorigìne. Da
‘ schwellen ', vS. 200 a, cfr. 35 ibid.), connesso con privativa e la base semitica 'Is (vS, 200 s.v.
à-
ebr. 'àlaz (to rejoice ’). elèsu), accad. elé§u (essere felice, rallegrarsi, ‘ to
àXàojJiai erro, vado girando; àX:^TT)(; errante, va rejoice ’, ‘jubeln ’), elsu (felice, *joyful ’), ebr.
gabondo; iSXy) il girare; àXéo|xat, fuggire, evitare; la *5las! (esultare, ‘ to cxult’); dalla cui base ’HXiiaiov
famiglia di àXàojzai è in corrispondenza semantica «sedes beatas» (Verg,, Aen., 5, 639).
con TtXavàofxai (v.). Accad. alù, elù (nel senso di ilXyoS» -ou? afflizione, pena; àXyéw, soffro, àX-
‘ to go away, to rise from and leave, to lose, to yiivto, faccio soffrire etc. Accostato a àXLya (v.) mi
forfeit, to desert, to turn up ’) con qualche riferi preoccupo di, prendo cura di. Dalla base accad. feialaqu
mento agli astri che si levano e girano. (andare in rovina, morire, perite, ‘ to perish ',
àXaóq, -(5v cieco, letter. spento. Se ne ignorò CAD, 6 , 36 sgg.), cfr. accad. halqu (rovinato, di
l’origine. Accad. balù (essere spento, detto del fuoco, strutto, ‘ verloren, fliichtig: Totengeist'), ^lulqu
della fiamma, della luce, ‘ to become extinguished, (‘ loss ’), Ibiulluqu (‘ to cause a loss ’), fealqutu
to come to anend; said of fire CAD, 2, 72 sgg.); (perdita, ‘ Verlust’); cfr. àpyaXéoi;, grave, doloroso:
20
PIZIONAIUO GRECO
accad. a f a ^ u (consum are, stru g g e re, ‘ v e rn ic h ten , *A3^éKTO)p nome proprio; designazione origi
v erzehren ’) e lè ’ù (capace di, ‘ capable ’). naria del gallo, nunzio del ritorno : della luce. Accad.
àX S alvu) faccio crescere, nutro, accresco; àX S^K w , alik(u) (nunzio, ‘ der Gehende, Bote ’) e tStu (tor
cresco; fo crescere, guarisco, p. sono guarito, nare, ‘ zuriickkeliren, weider wcrdcn zu '), tajjartu
écXaoi; bosco, il sacro bosco di Olimpia, AvjTO) (ritorno, ‘ Riickkelu: ’).
tatona, A-^Sa, Leda. A n t. n o rd , aldin (fru tto ). A ccad. dXé^to lettcr. difendo, aiuto; allontano-, dXéKw
flla d u (p ro d u rre, far crescere, ‘ to giv e b irth , to p ro letter. muovo in aiuto; difendo, allontano; àXéyw (v.) mi
duce, to b re e d ‘ g ebaren, e rze u g en ’) : e ld u , ild u dò cura, mi curo, sono sollecito. Cfr. accad. àlik idi
(germ oglio, ‘ p ro g e n y ’), l i d u (ram pollo, ‘ K in d ), (‘ helper, protector ’), da alàku idi (‘ to assist, to
(w )à lid u (fem n i. a li t tu : gen eran te, ‘ p a re n t; p ro - protect ’) : l’ant. accad. alàku (‘ to move about, to
genitress ’). serve, to act, to do service ’), v. àXicV).
&Xéa, “O? {Od,, 17, 2 3 : àXiiT]) calore del fuoco, òXéofioti fuggo, evito v. AXào(i,ai.
calore', calcata su basi c o rrisp o n d en ti ad accad. a llu , macino. Arm. alam (‘ malilen ’), alewr (fa
e llu (lucente, ‘ clean: said o f l i g h t ’), o c co rre risa rina); a torto viene richiamato anche a.i. dnufy
lire a d u n a base che scopre in àXéri im a iniziale (sottile). Per il fenomeno dello scambio di liquide
‘ < q : accad. q a l ù (ardere); à X é a : v . à X ào |Jiai. r/ 1, cfr. sum. à t (macinare, ‘ zermahlen ’), cfr.
preoccupo di, mi curo di. F u accostato accad. efum, aram. ral^jà (mola, molino, ‘ Mahl-
ad (v.). A ccad. a là k u (m i p re n d o cu ra di, stein, Miihle ’) : accad. alhènu, alahjjinu (mugnaio,
assisto, ‘ to assist, to act, to serve, to m o v e a b o u t ’, “ Miiller \ ‘ The functions of thè alabbìnu in thè
C A D , 1 ,300 sgg.) ; cfr. a lk u , i l k u (‘ w o rk , services ’, MA period can be established on thè evidence o f
ihid,, 1, 73 sgg.). thè archive or Ninurta-tukul-AsSur in whicli he
àX elT rjs, - o u colpevole, scellerato, criminale is mentioned as receiving barley to be ground...”
(H o m .: II. 3, 28; P aris; Od,, 20, 121; P ro c i), v>]- CAD, I, 296 a) : al^jénu > *alhe(n)u > àXéw che
XsEnSe^, innocenti {Od., 16, 316), àXotTY)-; (E m p., è denominativo.
10: ^àvaTOg) etc,, ì^Xitsv, fiXtTeTO aor. ep, nel senso óìXyj, l ’andare errando, v. àXAoixai.
commettere un’azione criminosa contro, àXtT;^[xsvo(;, V. Xav0àvG>.
colpevole, àXi™tvo(Aai (in H es., Op,, 330), à X iT ^ u v , adunato, congiunto, v. àXtaKojxai; e
criminale {!/., 24, 157), àXiTpó?, colpevole; -^Xitó-
[XTfjvo^, che è lontano di mesi col computo, n a to p rim a del dAOalvto guarisco, risano: le forme medie sono
compiere dei mesi {II., 19, 118): le fo rm e àXiraivw, le piti antiche, col senso originario di rimarginarsi,
^jXiTov e à\elxr\<; etc. si chiariscono c o n le basi di detto della ferita Ì cui bordi si ricompongono:
ótX.Y] (v.) e di ahla, colpa, clÌtìioq, colpevole: sem . 65X6eTo {ll-> 5, 417) la mano guarì ; SXks’ àìràX-
accad. b a tu , a ram . feaja, arab. ^jati a , eb r. ì}à\a, OifjoeoQov, voi guarirete delle piaghe (//., 8 , 419);
(caricarsi di u n a colpa, c o m m e tte re u n e rro re , ‘ to vari sostantivi <KX9o<;, rimedio, àX0e»iq, medico. Fu ac
fall, to e ndanger, to sin ’), h é t (colpa, trasgressione, costato a &XSalvo) (v.) faccio sviluppare, crescere e
‘ feult, transgression, sin, p u n ish m e n t o f sin ’), (5cvaXTo<; (v.) ghiottone; àX6a(vò), che deve risultare
accad. fe itu m (crìm in e, d a n n o , m isfatto, co lp a, da. una base '^FoùS-, lia antecedenti semitici: accad.
‘ crim e, fault, h a rm , d a m a g e ’), v. lat. « v i t i u m » ’ ; baltu (salutare, sano, ‘ alive, healtliy, safe and
la base dì ahta n o n va confusa c o n quella di ahéùì, sound ’), da balata, aram. ebr. (guarire, star bene,
cerco, chiedo: cfr. accad. ^làtu, (‘ to investigate, ‘ to revoke from a sickness, to get well, to keep
to take care of, to e x p lo re , to e x am in e ’), ^ à ’i tu well ’).
(guardiano n o ttu rn o , ‘ n ig h t w a tc h m a n ’) etc. àXlpa?, -aVTO»; morto (Plat., Resp., 387 c) ;
àJietcpco spalmo di grasso, ingrasso, ungo. T e n ta vsKpà<; ^ ppouxo? TroTafxòi; ; FIsch. per So
tivi inconsistenti p e r ch iarirn e ro rig in e . A ccad. focle il fiume è lo Stige stesso : cfr. lat. « abantes »,
lè p u , l i p ù (grasso, ‘ fat, ta llo w ‘ Fett, K o rp e rfe tt ’) : «mortui»: da base di àlàoiiai e ugar. ^.bd, aram.,
m o rfo lo g ic am e n te il g r. dcXe£(p6) si chiarisce c o n ebr. àbad (essere perito, andar via, ‘to be lost; to pe-
Tespressione a n ( a ) l è p i (con grasso, p e r grasso). rish; to wander about ’) che recupera anclae il va
àX€KTpu<i)v, àXéxTCop il gallo: letcer. «T an - lore delle ambagi del fiume; ebr. abaddd (Ade,
n u n z ia to re» , v . àX icutiv. ‘ nether w orld’), cfr. accad. abatu (rovinare, ca
21
àÀÌYKLO<; DIZIONARIO GRECO
duto, *ruined, to destroy; II/2: to become destroy- spondente ad accad. ^jalàlu (legare, imprigionare,
ed abtu (rovinato, caduto, * ruined, decayed ’) c *to keep waiting, to detain *einsperren, festhal-
abàtu (scorrere, ‘ to flee, to rim away ') ; la compo ten ’) ; cfr. a’àlu o e’élu (unire, ‘ to bind ') ; a questa
nente àXi- con senso di indefinito, d’indeterminato ; base va ricondotto &krj<; congiunto, adunato,
«chi sa dove»?: accad. aU ‘ where?; wherever’: à'XKYif -T|? alce. Il valore originario è viaggiante,
calcato su base simile lat. « ali-quis >: v. « alius ». che trascina; di bue che tira: ant. bab. alik atki
àXl^Kio^, -ov originariamente: che si avvicina a, (‘ ox driver ’); aliku (‘ traveller ’), lat. « alce».
che si può accostare <j, simile (Hom.); il contrario: -y)? aiuto, difesa, protezione, sostegno, forza,
àvaX^Y>tit>?' Se ne ignorò Torigine. La base semitica lotta. Il valore originario è aiuto : ant. bab. àlik idi
corrispondente allagg. accad. àliku, st. costr. alik (* helper, protector, partner ’) ; l’espressione babi
(che si accosta, viene, die si avvicina, ‘ coming, ap- lonese richiama l’attributo ’AXxiSrjc; di Ercole; cfr.
proaching, proper ’), di alaku (ventre, accostarsi,
‘ to come, to m ove’), sem. hlk, ebr. hàlak; la V.
componente -xioq corrisponde alla particella se àXxud>v, -óvoq alcione; àXxu8 (J)v: corrisp. a lat.
mitica di comparazione: accad. ki-, cbr. k i etc. alcedo. Se ne ignorò l’origine. Il frammento cele
(' particle of comparison, similarity ’; come, simile berrimo di Alcmane definisce chiaramente il signi
a, ‘ like, as, at, according to ’). ficato del nome: «nunzio: di primavera». Accad.
che scende ai mare, v. TrXyjjJiupl?. àlikum (messaggero, ‘ messenger ’). Il lat. « alcedo »
&Aiv5é(A), àXlv5o> (tard.): lascio rivoltare, voltolo: alcione, come «X>tu8 (i>v (Hdn.), ha una componente
i^iìKTact, è^fiXiKa. (Aristoph., Nuh., 32, 33) ; àXivSoù- che significa “ stagione ”, se. primaverile e che si
(zevo<; rotolandosi (nella polvere come un cavallo) (Plut.): ritrova in (’Api-)dtSva, (’Api-)dtSvv), corrispondente
vado vagando. Dalla base di àXdco[zai (v.) giro, àXéo ad accad. adànu (‘ a period of t i m e a moment in
(v.) macino (girando la macina) : con la componente time at thè end o f a specified period, referring to
-IVO- < -ivSo- (nel senso di lasciare che) : semitica, astronomical periods’): perciò alcedo, àXxuSàv, si
dalla base corrispondente ad accad. nadù, nada’u gnifica “ nunzio della stagione” primaverile; x®"
(lasciare, lasciar cadere, abbandonare, ‘ to cast down, XiSàv (v.) Ila la stessa componente; àXexTpu^v, il
to throw, to abandon someone, to put animals out gallo ò della stessa base di àXxucfiv: v.
to pasture), ebr. )dì, egiz, wdj. V. xuXlvSto. ma, invece. È ricondotto ad i^Xoi; (v.).
6JXio5, -a , “OV vano, come se non fosse avvenuto, Come innumerevoli congiunzioni accadiche con
nulìo, inefficace: detto di péXo? (//., 5, 18); detto di servatesi con lo stesso significato in greco, bab.
parola, proposta: (2Xiov èv:oq [11, 18, 324); (SXtov alla (da ana la) richiama àXkà col senso di “ ma,
|x\>6ov { I I , 5, 715) vana promessa-, àXtov ìJpxiov [11, piuttosto”, (‘ biit, ra th e r\ CAD, 1, 350b); cfr.
4, 158) vano patto giurato: oòx (KXwì; oxottó? {II., prep. accad. alla (‘ nothing ... but ’), che presuppone
10, 324) spia non vana; àXtr) ó8ó? {Od., 2, 273) vano una negativa.
viaggio; awerb.: àXioy, àXt<oq, invano. Fu derivato -avTo? salsiccia: il significato originario
da àX;; fu accostato a T^Xteio? (v.). È forma agget richiama quelli dell'italiano insaccato, iusecchia: la
tivale dalla base semitica con valore negativo; ebr. voce originaria si riconnette a ima base corrispon
'al, fenic. ’l, ugar. “1, accad. la (ula) come primo dente ad accad. al3tu (inghiottire, ‘ to swallow
elemento in composti negativi (non, no, ‘ negative *hinunterschiucken ’)'
part’: 'no, not'), cfi:. ebr. elil (vano, inutile, àXXoSocTcó^ di altra lingua, straniero: si i-
nullità, ‘ vain, nothingness ’). gnorò l’origine della componente -SaTrói;: arieggiò
élXio^ marino, da SA?. il senso di tipo, (TÓTCTto), impronta: cfr. TrjXe-
óiAig in abbondanza. Non fu chiarito. Accad. SotTTÓi; straniero, 7totvToSa7có<; di ogni paese, di ogni tipo,
walis (malis: in abbondanza) da accad. walù» TuoSaTTÓ? di quale paese?, di quale tipo?, %eSa7ró(; del
m alù (abbondanza, ‘ Fulle *), cfr. m alù (pieno, nostro tipo, paese: sem.: ebr., aram. d^p, accad.
‘ voli ‘) calcato sulla base di àX-^i; (v.). La desinenza da’Spu (spingere, premere, *to push, to press ’) ;
-iS è caratteristica degli avverbi accadici. ma è ricalco su originario accad. dabàbii (parlare,
&MaHO(Aai sono preso, sono rifinito, sono preda. ‘ to speak ’), ebr. dàbab; accad. dabàbu (il parlare,
Fu accostato al lat. « vello » (v.). Dalla base corri ‘ Rede ’).
22
d iz io n a r io greco
aX7.o[jiai balzo, zampillo, mi tuffo, salto: già o zione dà l'oscuro senso del divino (cfr. Foscolo
su; palpito. Non fu ritrovata altra connessione al- « e chi la scure - asterrà pio dalle devote fronde...»);
l’infuori del latino «saliò». Accad. alù (elu: ‘ to go a metterci sulla buona traccia è Pausania (5, 10, 1)
up, to rise, to go away, to rise from and leave dicendoci che il nome del santuario di Olimpia
CAD, 4,114 sgg.); col latino mostra incrocio con ’'AXtii; equivale ad àXcot;. Come per Wald, w ild che
la base corrispondente ad accad. salà^ju, (zampillo, significa appunto “ allo stato nativo ”, &Xao^ da
sprizzo, ‘ sprengen ’), salà^ju II (palpitare, ‘ zuk- *àXS-yo^, corrisponde alla base di accad. walàdu,
ken ’), sala’u (‘ besprengen ’), salù (tuffarsi, *tau- alàdu (‘ to give birth, to produce, to bear ’), weldu,
chen, eintauchen’), wildu (‘ offspring ’), e accad. csu, isu (albero,
àXXo?, “Vj, -ov altro', cipr. «iXo?, ami. ayl, lat. ‘tree ’) : alàdu torna in gr. àXSaLvco. Occorre aggiun
alius, ose. allo, got. aljis, ant. irl. aile; con suffisso, gere che ^Xooi; si è sviluppato sotto l’influsso della
toc, B alye>-k, A àlak. Accad. allù (altro, ‘ thè odier base corrispondente ad ant. bab. ^>alsu (* district ’),
orig. quello, *that’, bab. uUù, ebr. elle). fiXuoi? catena, maglia. Derivato in -<yi.i; che fu
aiSXa^, Omer. 5>Xwa (accus. s.), solco, accostato a elXiioj, ÈXuTpov. Dalla base corrispondente
V. 2Ak w . ad accad. a’alu (legare, * to bind, to hang up
&?^oaóSvT), --1^5 dono del mare, onda: di Teti ‘ anbinden: K etten’, vS, 189), i’iu (legame, ‘ eine
(il., 20, 207; cfr. Od., 4, 404). Gli anticlii lo in Binde ’) ; alla stessa base occorre ricondurre dcXiÌTo<;
tesero ” figlia del mare ” e una glossa di Esichio guardia di polizia, letter. Vuomo che lega, che imprigiona:
ricalca tale significato ; gli etimologi scorsero, invece, cfr. accad. a”alu, e’èlu (‘ binder ’ : detto di un
in -uSvT) una derivazione in nasale di tiStop (v.). Il demone), e’iltu (vincolo, responsabilità, crimine,
senso che ne deriva è generico; «eau, vague de la ‘ obligation, sin ’).
mer» (Chantraine, s.v.). La componente -liSvn} è ri &X\3co [att,], àX'òia sono agitato, mi torco per il
calco della base di ^Svoc (v.) doni, specie del promesso dolore, sono in difficoltà; viene riconnesso, a torto,
sposo: accad. nudinnu, nudnu, nudunnu, neoass. con àXào(xat. Corrisponde ad accad. Ibiàlu (tremare,
nadiutinu (dono di nozze, ‘ dowry ‘ Ehegabe, contorcersi, ‘ to tremble, to viaithe ’ : said o f thè
Mitgift’), dal verbo accad. nadanu (dare, ‘to give’, earth; said of persons ’); cfr. ebr. ^?àlà (‘ to suffer,
‘ geben*): fen. jtii; ugar. jtn (dono). to he pained ’).
óiXoxo?, -ou sposa, consorte. Il significato origi à3^<pdvoi frutto, porto vantaggio] aor. inf. àX^eiv;
nario conferma Ìl gesto rituale di “ prendere su ” àXcpT^ frutto, guadagno, <J:X<peatpoio(; che frutta buoi
la sposa. La voce fu a torto derivata da à- copula etc., v. éEX<pi.
tivo e k base di Tàxoq, letto: la base cor àX<p5fjaTi^5, “OO che vive insieme in società, (v.
risponde, invece, ad accad. laqù, leqù (prendo, fiXtpt)» sociale, che sta insieme con g li altri, quindi che
prendo in moglie, *to take something in one’s coopera, che è intraprendente. Conferma del significato
haiid, to take a wife, to adopt, to acquire, to buy ’) : è nel nome àX97]<rT^(;, dato a un pesce: Ateneo
cfr. accad. terfeatu, ugar. tf^ (‘ Brautpreis, Braut (Adien, 281 e), per testimonianza di Apollodoro di
kaufen’); cosi si dimenticò che i Greci e gli an Atene, dice che tali pesci vivono in coppia e che
tichi Romani prendevano su, tra le braccia, la l’uno segue l’altro donde anche la denominazione
sposa simulando Tantico ratto, perciò Ìl primo ele di >ttvai.So(;; cfr. Od., I, 349; àvSpàoiv àX^yjtjTfjcfi;
mento à- forse fu sentito originariamente come ibid., 6, 8: àvSptSv àX97]CTràtov, lontano dai con^-
àvdt, ma in realtà corrisponde alla forma di ant. sorzi umani (letter. dagli uomini consorziati); poi il
accad. al (su, *upon *). senso si generalizza in clausola epica; g li uomini
mare, al femm.; invece sale al masch,, (civili) vinceva coi piedi veloci: Od., 13, 261.
v. aàXo^. éiXqiL farina, in particolare di orzo, in Omero
fiXoo?, -OV)? bosco, selva consacrata alla divinità. pi. &X<piTa; àX^iTsiitó macino orzo, àX<pàv<j] frutto;
Cfr. ted. Wald, w iU \ cfr. Xàaw?, orig. selvaggio, analogamente a lat. «Éu:ina» da «fiir» (v.) farro (cfr.
folto, fitto di selvaggia vegetazione. Se ne ignorò ant. accad. par’um, aram. pariha, [ebr. bar: ‘com ’]
l’origine. Il valore originario è di “ selva ** allo germoglio ‘ Spross ’), SX<fi richiama la produzione
stato nativo, selvaggia, che non ha subito la mano di una pianta fra le più diffuse dell’antichità, l’orzo, e
deir uomo e die con la sua folta e intricata vegeta tenuto conto dei suoi vari usi alimentari, è voce
23
àXcoi^ DIZIONARIO GKECO
calcata sulla base corrispondente ad accad. alapu mitica virago “ senza un seno ”, credette di supplire
(produrre: germogli, crescere, fiorire, ‘ to send forth Lagercrantz {Xenia Lideniana, 270 sgg.) che vi
shoots, to grow together ’), della stessa base di scorse un nome di tribù iranica e perciò propose
waliba {germoglio, ‘ Spross ’), alappàftu (un tipo un presunto '*^ha-mazan “ guerrieri ”, ipotesi che è
di orzo ‘ a kind of barley from which thè beer is ‘ en l'air In realtà è denominazione re
made ') ; cfr. ebr. àlaf (produrre a migliaia, ‘ to cepita dai Greci che cominciano ad affacciarsi alle
bring forth thousands, to make thousands ’). regioni del Ponto, alle foci del Termodonte, il
ion. dcXwdc, -a; dor. ; c^Xcoi; att. : fiume delle Amazzoni, alle foci dell’iris e dello Halys
aia, spazio per battere il grano {It., 5, 499; 20, 496), con sbocchi vasti e fertili, con tranquille stazioni na
orto, campo, vigna {11,, 18, 561, 566; youv(^ àXw?];;, vali; è nome che scopre gli antichi stan
in balza di orto; óJXouk' KiÌ7i;pioi. (Hsch.); ziamenti assiri dall’inizio del secondo millemiio
àXwEii?, contadino, àXoàw, epic. àXotào), trebbio, batto, a. C. e denota piuttosto che “ governatore del po
ritenuto denominativo di àXw’^. Fu postulato àXtofa-, p o lo ": accadico am m (u)“^]iazanu: am m u (ebr,
gen. cipriota àXfw, alau/o (ICS, 217, 9). Occorre 'am , ‘ people ’) e ^azànu (signore, capo, ‘ mayor
recuperare una base che giustifichi il significato di burgomaster, headman ’), la donna che comanda, e
area, giardino, orto e aia cioè il significato di hortus cioè amat-^iazanu: am at, ebr. ’àm à (fucinila,
(v.)> (v.) cinta: irl. gort (campo), gali. ‘ Magd ’), a desigcuire un fenomeno di tipico ma
ghart (giardino). L attico &Xcoq h accad. sal^ù (col triarcato : sarà sentito anche come ama(t)- ^assitinu
significato di x<^pTo<;, cinta muraria, ‘ wall or rani- (la donna con l’ascia) : ^assinnu (‘ axe ’).
part \ ‘ der Wall ‘ Aussenwall ’) : il significato di àliciOo^, -ou sabbia, arena, v.
orto, campo è anteriore: per il senso di aia, spazio à(i,at(xàHeT05 invitto. Accad. am m ù (quello),
dove si batte il grano, la base mostra incrocio con voci aj (non), m aqtu, f. m aqittu (vinto).
corrispondenti a ugar. hlm , ebr. hàlam (battere, &(jia?i5óvto indebolisco, abbatto. Da base sem. cor
‘ to strike, to smite, to beat to pieces ’) : cfr. accad. rispondente a ebr. amai (indebolirsi, languire, ‘ to
àlum (fondo, luogo, villaggio, ‘ estate, manor ’), fade, to languish ’), amèlal (dtjAaXó?, debole, tenero,
ugar. ahi. ‘ weak, feable ’) ; àfxaXStivtó è calcato su (jtéXSojjiai.
“CX05 ,, Ale. àXtOTid (Hsch.) volpe; àfjtoXó? tenero, debole, v. &|jiaXSóva>.
ricliiamati a.i. lòpàéal} (sciacallo), arm. aluès (volpe), -yj? carro, attacco. Venne chiarito come
cfr. lat. volpes, lit. Idpé (volpe). Ass. sèlabu, ar. é^ixa, insieme, con e <S^wv, asse, con suflfisso del fem
ta ‘ lab (volpe, ‘ Puchs ’) ; accad. alàpu (‘ Damon *) : minile; ma è etimologìa stentata: v. S.\m. e
ta' lab (volpe, ‘ Fuchs ’); accad. Sélebum, sellebu: Il greco poggia su una base che significa “ traspor
àXtI>7T;ir|^ è creazione greca su basi semitiche; per la tare ugar. *ms, ebr. 'àm as (trasportare, sollevare,
mancanza di spirito aspro v. dtXóco, ‘ to bear, to carry, to lift up ’), accad. feamà^u
-w aia (Xen., Oec. 18, 6 , 8), disco dello (portar via, strappar via, *to take off’); tale base
scudo (Aescli., Theb., 489), v. si è incrociata con quella di significato affine: accad.
&(Aa insieme, nello stesso tempo. Si ritengono a akàsu (‘ to go, to move ’), atkusu (‘ to go off, to
torto composti di &\La. \ à[iaSsov, tipo di fico, in Creta, move away ’), ukkuSu (‘ to drive out o f thè way ’).
àfjiàSpya, prugne etc., che derivano da base corri à[jt,(kpo(, -ag doccia, canale per inna^are. Accad.
spondente ad accad. ennàdu, ebr, <àmàd (‘ to stand am am (pila di tegoli, ‘ Ziegelhaufen), cfr. ac
before one, to persist, to stand up, to rise ’), perché cad. am m m m u (fognatura, scolatoio, ‘ Wasser-
si sarà trattato di frutta da conservare, come fichi durchlass ibid., ‘ water conduit ’).
secdii che, ancora in Italia Meridionale, vengono à[jiàpaMOV maggiorana. Il nome denotò il colore
seccati e congiunti Tuno all’altro, farciti di mandorle; rossastro dei fusti, dei fiori rosa. Originaria forma
cfr. accad. sam àdu (to make ready, to tie, to at- aggettivale dalla base semitica ^m r, accad. ^jamaru
tach ’). "Ajz« corrisponde alla base che si ritrova in (essere rosso, ‘ rot sein’, vS, s.v. emèru I); cfr.
sem.: aram. 'am , ebr. *ìm, ugar. ‘m (accanto a, nomi di piante amaridu, amurdìiium, arab. ward
con, a ‘ with, beside, near, at *). (rosa, *Rose ’) : cfr. gr. *A(j.apuXXt5.
à[Aa?tùv, -ÓV05 Amazzone, Per la voce Amaz àfxapetv* àxoXouQetv, :rs(6eo0ai (Hsch.): il si
zone, alla etimologia popolare che offrirebbe la gnificato originario è essere unito a: ma di base di
24
PIZIONAUIO GRECO à(xe(vo)v
versa da quella di &{Ldpvf}, insieme avv. (secondo ritrova in ted. iihel, ingl. evil (v.); cfr. ebr. hàbal
l’accentuazione di Aristarco), à(i/zpT^, à|JiapT^: nella (rovinare; Ni: essere rovinato, ‘ to be destroyed’)
tradizione atticista ó(xapi:^; v. 6|xapré(t); àjjiapciv sem. ^jbl, accad. feabàlu (rovinare, *to damage ’),
richiama la base semitica di ebr. ’àm ar (unire, con hablu (trattato mxile, ‘ wronged ’), incrocio con
giungere, ‘ to bind ’). ihàbal (nel senso di “ avere le doglie del parto ”,
óc|JiapTàvu) non colgo nel segno, erro, sbaglio nel ‘ to labour in childbirth ’), hébel (pene del parto,
mirare, deriva da prefisso negativo corrispondente ‘ pains of birth ’) ; cfr. accad. l^abilu (malfattore,
ad accad. ù, aj (sum. na, cfr. in lat. nescio, gr, vtj- *evil doer ’).
(AEpT^? etc.), e la voce corrispondente al sostantivo àjJipAìi?, -e ia , “li rovinato, smussato, rotto, debole,
connesso col verbo accad. am àru (mirare, cogliere turbato, àiipXiivw, 5WM550, indebolisco. Della stessa base
un risultato, ‘ to look at, to realize, to find after semitica di ted. Ubel, ingl. evil (v.): accad. feiablu
searching ’) : am ertu (mira, controllo, ‘ checking, (danneggiato, ‘ wronged ’), |?abàki, hulbulu (ro
inspection ’) ; ^ calcato sulla base sinoni vinare, ‘ to damage, to destroy ’), ebr. ^abal.
mica di am aro, accad. batù (‘ to look upon, to à jj^ p p ò o io ^ , V.
inspect, to inspect omens ’), in particolare ricorda la étiApoJV, -WV05 , ótfxpvj, -ri? protuberanza, som
voce accad. bàrùtu (saggezza, il saper vedere il fu mità di un colle, margine rilevato: di una coppa, am
turo, ‘ lore, craft of tlie diviner ‘ WeisHeit ’) : bone, tribuna. Lat. umbo: “ parte prominente dello
TafEsso -àvto ha il significato di verso, a', accad. ana. scudo ; gomito, punta, vetta Le strutture di base
àjjiaupó?, “A, -óv appena visibile, Accad. amàru sono in accad. habfinu (rigonfiamento, sbuffo, pie
[vedere come fenomeno ominoso, scorgere dopo at gatura di braccia o di indumento, ‘ fold: of thè
tenta osservazione, * to observe ominous phenomena, arms or of a garment CAD, 6, 21) cfr. accad. ap-
to witness, to examine a person, to keep an eye pum, etiop. anf (punta, cima, ‘ Spitze, Gipfel ’),
on a person, to inspect, to check, to look after, *anpu; cfr. accad. abnum (roccia); abuimatu (om
to look ’) : incrocio con amutru, aram. awurja belico, parte mediana di un arco, ‘ navel, cen
(occidente). ter, pai't of a b o w ’; CAD, 1, 89 sgg.), che corri
sveUo, strappo, mieto e ammucchio; sponde a gr. ò(jL(jpaX6<; (v.).
covoni, v. dt(zd£0 [jiai raccolgo: v. fifjia; è accostato itt. à{A€l|3o> scambio parola, corrispondo, ricambio-,
l}m{e^^a) “ estate, stagione della mietitura ’A|jiào) risposta, ricompensa, dono, à(Aotp«io<; che si
corrisponde ad accad. ^lamàwu (^lamàmu: svel scambia, mutuo; dialogo. Si tentò di mettere in evidenza
lere, strappare, raccogliere insieme, ‘ to pluck and una radice *m ei- e cosi lat. « migro, munus ». Il signi
gatlier *), cfr. accad. ^jamìmu (chi raccoglie le ficato fondamentale è “ parlare per rispondere” e
spighe, ‘ harvester, lit.: plucker of ears’). M ain la prima componente corrisponde e accadico amù
analogia con Jàcdo la raccolta estiva, raccolgo, (parlare), cfr. amat: amàtu (parola, ‘ word, spo-
mieto, falcio, da 6 époi;, estate, stagione calda, anche ken, utterance ’) ; la seconda base, che ripete il fe
àttào) ha subito la interferenza di una base corri nomeno frequente della scomparsa di - 1- originaria
spondente ad accad. ammum, em m u(caldo, ‘hot’). in fine di parola o in sillaba chiusa (v. ow^toc), ri
à[k&{ùf &[jii£o[J!,aL raccolgo, ammasso ; mi rapprendo ; chiama accad. apà(l)u *apà’u (corrispondere, ri
ritenuto da altra base di à[iÀiù, mieto, taglio. In realtà spondere, ‘ to correspond, to respond, to aiiswer ’).
à|X(Jttó, ammasso richiama la base di accad. Ijatnamu, &(x,€(v<ov, - 0V05 migliore, pià saldo, p ià forte.
^^amàwu (mccogliere, ‘ to pluck and gather, to Se ne ignorò Torigine. Fu sentito come mi origi
gather to oneself’), ^um m um u (raccogliere, ‘ to nario comparativo, ma, sebbene il termine esprima
coUect **; il senso di falciare scopre incrocio con la il valore di qualità e il senso intensivo dei compara
base semitica corrispondente ad aram., ebr., accad. tivi in -(civ, non vi fu scorto il suffisso "^-yov- del
^amasu, *(^j)am3(s)u (strappare, ‘ to take by comparativo. E alle origini il senso di un rapporto
force \ *fortreissen ’) : &\rq zappa, badile, erpice. di comparazione c’è: Ìl significato originario è
abortisco, al pass, nasco per aborto, “ destro ” con tutti gli attributi che gli antichi as
smusso, accieco; abortisco, faccio abortire, sociavano positivamente a tale collocazione ominosa
aborto, etc.; v. La base origi degli oggetti, rispetto a quelli che si trovavano a
naria ha il valore di mandare a male, rovinare e si sinistra: quindi oltre a “ favorevole ”, anche il si
25
dfAéXyw DIZIONARIO GRECO
gnificato di “ forte, saldo ” rispetto alla mano de (v. sotto) : in passato si pensò ad ant. a. ted. sampt,
stra. Sem. jamàii, jam in, accad- im nu, (‘ right (v.) Sand. Accad. am m u, em m u (arido, ardente,
hand, right side ’), accad. im nù (destro, ‘ riglit ’) ; ‘ hot CAD, 4, 150) ; fiiiocS-o? corrisponde invece ad
cfr, noajid. am iti (saldo, ‘ ferme, fort, digne de accad, ham tu (arso, acceso, ‘ hot \ ibid., 6, 71 b) di
confiance ’), ebr. àm en (‘ firm, true, faithful '), cfr. accad, ham àtu (*to b u m ', ihid., 64 sg.); cfr, ac
ebr. jàm in (‘ right side: prosperity ’). cad. samft, sam itu (arido, arida: riferito alla terra,
succhio, estraggo. Lat. mulgeo (mungo). ‘ thirsty, thirsting ’). La base di accad. sam du >
Denominativo dalla base corrispondente ad accad. sandu (triturato, *gemalilen’) : Sand (v.).
m alàku (lingua, ‘ Zunge ’), appartenente ad accad. &[AVÌ0V vaso che accoglie il sangue delle vittime.
lèku (leccare, ‘lecken’), che si incrocia con la base È stato ricondotto a àfzdcco, raccolgo ed è stato con
accad. leqù (attingere, prendere, ‘ to take ’}; cfr. fuso con àn'AÒv (Emped,), àfxveióc;, à(zveiov
accad. melqètu (‘ income'); per Tinìziale: smn. il sacco che accoglie il feto con il liquido amniotico: in
am a (madre). termini comuni la rottura delle acque denota Vini-
à(jievir)vÓ5 debole, vano, senza consistenza (Hom.) ; zio del parto. Da base col significato di quello del sa
derivato da (zévoq (v.), fu ritenuto, a torto, « bàti crificio: accad. am m u (quello, ‘ th a t’) e forma
sur à[L&r^q (Chantraine, La format, des noms en *ni' u (cfr, ugar. m m ‘ sangue, ‘ blood ', confuso
grec ancien, p. 206): à- e accad. m anànu (nervi, con accad. m àm u, m àwù acqua, cfr. ebr. m a'jan
forza) ; cfr, mènestu (debolezza, ‘ weakness ’), fonte, ‘ spring', aram. mafia) che svela accad.
m ènesùtu (‘ weakness’), del verbo enèsu (essere niqù (‘ offering, sacrifice ’) da naqù (versare, ‘ to
debole, ‘ to become weak )’, ensu (debole, ‘ weak, pour out as a libation, to speed flood ’),
lean ’) cfr, ebr. ’ns, arab. 'ns. à[xvóg, -oO agnello. Letter. lattante: forma ag-
àjjiépYW colgo, V. ò|xópYVU[Jii, (AéXSofxai, getivale: base sum. ama, dcfijAà madre, mammella-, ebr.
ànép5to privo, v. jjiéXSojjiai. om nà (‘ nursing ’) ; per gli Ebrei l’agnello sacri
élfAiXXa rivalità. Se ne ignorò l’origine e si pensò ficale doveva essere di un anno e maschio [E x.,
a un composto con (v.). Per seguire lo sviluppo 12, 5; Lev., 9, 3); così in Grecia; dai lessici atti-
storico della voce occorre richiamare in analogia il cisti (cfr, Erbse, Untersuchungen, 159) risulta die la
fenomeno messo in evidenza da E. Laroclie («BSI», voce greca designava anche l’agnello sacrificale di
58, 1963, p. 77 sg.) per il luvio: la sparizione della un anno: si tratta di un anno, come per gH Etrusdii,
velare k originaria presente nell’ittita : perciò (2[AiXXa di 8 mesi e richiama accad. samane, (otto,
“ rivalità ” risale ad una base corrispondente ad ac ‘ acht '). Per conciliare àfxvó^, agnello con la voce
cad. kam alu (essere avverso, essere irato, ‘ to be à[jtvsió^ ) “ la membrana che avvolge il feto ”,
come angry, wrathful ’), kam m alu (avversario, è conferma la voce corrispondente a sum. ama,
‘ adversary ’), kam lu (avverso, irato, ‘ angry ’) ; elam. am m a (madre, ‘ mother ’), accad. um m u,
per l'esito dì k, v. e lat. capillus, in relazione ebr. ’èm, aram. ’immS.
con la base corrispondente ad accad. kabàlu (le~ àfioXY'i?» “Où pieno, colmo, culmine (= àx(x,^) :
gare, ‘ binden ’). èv vuxTÒi; àfjioXY^) nel colmo della notte ( I I , 11,173;
&(jiiXdaXÓEi; assediata, cinta dal calore, attributo 15, 324; 22, 28, 317; Od., 4, 841 (cfr. H. Herm. 7).
dell’isola vulcanica, Lemno, sede delle fucine di « Si l’oii estime que Tidée de plénitude de la nuit
Efesto. Se ne ignorò l'origine. Da basi^ semitiche con est essentielle, on peut admettre qu’ à[AoXYÌ<;, mo
psilosi ionico-eolica: cfr. ebr. ham m à (calore, ‘heat, ment de la traite, moment où les pis son gonflés...
vrarmth '), accad. (ardere, ‘ to bum, to be (Chantraine); cfr. Eust., 1018, 21; ’A^aiol Sè xarà
inflamed ’) e la base di ebr, (essere avvolto, Toù? à[ioXYÒv t))v àxfiirjv cpatrt (cfr.
cinto, ‘ to be swathed, swaddied *), ugar, !^tl, ebr, Hes., Op, 590: |ià^a t ’ à(jioXY(x{r), unafocaccia bengonfia
hatuUa (fascia, ‘ swaddling, bandage ’), con in lievitata, piena di semi come certi pani egizi e certo
fluenza di base come accad- attalù (oscuramento, non la solita stiacciata), cfr. (ky.[tma, (Athen.
‘ eclipse ’) che richiama la denominazione di AÌ6à- 115 a; Eust,, 1018, 21, Proclus). Calcato su à(xéXyw>
Xeia (Polyb,, 34,11, 4, 34,11, 17). è de- pronomin, e base originaria corrispondente
v. ad ant, ass. m al’um (accad. m alu: pieno, detto di
-o\> arem ; sabbia, ha altra base tempo, ‘ full, complete: said of time CAD, s.v.).
26
d iz io n a r io greco àjjiuvw
da mala’u, malù, ebr. m ale’, arab. m ala'a (essere fini in una parcellazione, ‘ Gebiet abtcilcn '), in
pieno, ‘ to be full ’), cbr. m®Ié a (pienezza, abbon crociatosi con palaqu/palaku (uccidere, colpire).
danza, ‘ fullness, abimdance ’). àjX7n>^, "Uxo? diadema di metallo portato dalle
àjxópY^Qj morchia, feccia, lat. «amurca», v. donne sulla fronte, cerchio, ruota. Miceneo apitke in
un testo che sembra accennare a finimenti di ca
*A{xopYÓ5 «risola lunga»: accad. amntiu vallo; cfr. Chadwick-Baumbacli, 171, In realtà il
(quello, ‘ that ’), afku (lungo, ‘ long ’). composto si riferisce a cavalli. Si fece
*à{jiÓ5 qualche: in avverbi «jxó0ev da qualche parte, derivare da àva- e di uiixa (v.), ma in effetti
da ogni parte {Od., I, 10), t'T) qualche modo, se ne ignorò l’etimologia. Il significato die viene ad
oòSa[ió<;, p.7]8ajjt6;, oòSafjKit etc. Viene accostato assumere in Sofocle {Phih, 680) di “ cerdiio, ruota ”
sanscr. sama- (enclitica), got. wms etc. e gr. àpc guida alle originarie basi: ricKiama accad,
insieme, a denotare un insieme, una pluralità unita, am -puqutta : an (per, su, allo scopo di ,‘ to, for,
combinata. Accad. sam^^u (unito l’un l’altro, ‘ mi- up to, upon: often assimilated to tlie fust consonant
teinander verbunden ’), sama^iu, Nuzi semè^iu of thè next word in OA etc. ’ CAD, s.v,) e la base
(unire, mettere insieme, ‘ binden, legieren ’). corrispondente ad accad, puquttu (nel senso di or
Hyioxov ardentemente: 6J[ji,otov [xe(xaó^: cfr. "Epi? namento in forma di corona, spina metallica, ‘ an
iE[i0T0V (jLEjxauia, contesa ardentemente furente {IL, Schmuck, K ranz’, vS, 880).
4, 440), ^(iOTov xexoXfojjiévos, irato ardentemente { I I , “I05 riflusso: da basi corri
23, 567) etc. Con psilosi eolico-ionica, da base cor spondenti a àvà, accad. an- (su, per, ‘ up to, upon ’)
rispondente ad accad. feamafu (ardere, ‘ to bum, e accad. pàtu (corrente, fiume, ‘ canal ’),
to be inflanied ’), incrociatosi con quella di hatnàfu àfivSpó^ difficile a riconoscere, a distinguere, a
(essere rapido, ‘ to be quick ’, ‘ to hasten, to be too capire, vago, indistinto, àjJioSpóo[jLati, divengo indistinto,
SODE *), ham tu (rapido). sost. à(^uSpó-n](; etc. A parte il suffisso -po-<;, à[xuS-
étfjtTreXo^, “ou viticcio, tralcio rampicante, vite. Fu deriva da alfa privativa e la base corrispondente ad
intesa come *à(x[9 i]- TreXot;, che gira attorno, che si accad. m udu, m uda’u m uddù (die sa conoscere,
attorciglia: cfr. Omer. à[i,9 i7:éXoti.ai, cfr. àva-SevSpdc<;, che è bene avveduto, ‘ knowing, leamt, expert ’),
che si attorciglia agli alberi, vite. ''A\Lneko<; corrisponde dalla base semitica corrispondente ad accad. edù,
morfologicamente ad accad. eblu, sem. tiabl (av idfl, wadù, ugar., anc. sudarab. jd, m, ass, *uda’u,
viluppamento, legame, ‘ Strick, Seil’, vS, 183a); cbr. jadà (percepire, riconoscere, discernere, ‘ to
cfr, accad. ébilu (die afìèrra, die stringe, ‘ Fanger perceive, to discem, to know’), cfr. àfxaupó^ (v,),
ihid.^ 183 a); accad. ^^bilu e sem. habl discendono ’ A(AÓKXai l’antichissimo borgo nella fertile pia
da accad, kapàlu, qapàlu, ta b à lu (legare, avvilup nura bagnata dall’Eurota, sede delle feste in onore
pare, ‘ to tie CAD, 6 , 7, ‘ einwickein, umwickeln, di Hyakintlios: il suo nome significa « diga della
binden vS, 442 a, 302 b) con Ìl graduale attenuarsi palude»: accad, am m u (palude, ‘ swamp’, ‘ Mo-
della gutturale iniziale nella laringale, di cui non è rast ’) e kalù (diga, riparo, ‘ dike, smroiuiding
più segno in eblu. Forma originaria di accad. fields to keep thè irrigation water inside die field ’) :
]i>àbilu è accad. kapilu (kiplu: avvolgimento, le trihà die insieme con Amicle vennero a fac parte
game, ‘ Wicklung ihid., 443 b ; 482: v, « capillus ») ; nel IX secolo dello stato spartano : At(zvai (v.) Limne,
per l’esito di k, v, IIiTàvri, Pitane: una zona infossata coperta origina
&(X7rXaKetv Ìn£ aor., errare, fallire, commettere riamente dall’acqua; il nome deriva da basi corri
un fallo; ind. Ì^p.7rXaxov, ^^ii(ÌXa>tov (Ardi., 73; Ibyc., spondenti ad accad. pittu (zona, ‘ Bereich ’) e énu,
22); part. àjjLTcXax^v (Eur„ Ale. 242); dc(jipXaxstv* sem, ‘ain (fiume, ‘ ri ver ’, ‘ Fluss ’).
àfAapTeiv e àfXTcXaKeìv' à^itapTeiv etc, (Hsch.). Il senso -ovo? senza macchia: à - e ebr, m ùm
originario è oltrepassare il limite, da àv(à) > à[x- (cfr. (‘ spot, stain ’),
V. à[jt<paSóv, à(i<pab(ù) e la base semitica corrispon àjAiivoJ proteggo, soccorro, aiuto, allontano. Il pre
dente ad accad. palku (delimitato, ‘abgegrenzt’), sente a suffisso nasale presuppone un tema àiiù-:
ebr. pelek (ambito, distretto ‘ district, circuit ’) sem. occid,, arab, hm i (proteggere, ‘ schiitzen ’) : il
incrocio con la base di accad, palkù (vasto, largo, significato fondamentale di dc(xiivcù è povjOéto, accorro
‘ w eit’); accad. palàku (tracciare i limiti, i con in aiuto e scopre incrocio tra antiche basi corrispon
27
DIZIONARIO G M C O
denti a accad. Ijamàtu (soccorso, ‘ help ‘ Hilfe ’), Tuna e dall’altra parte ” , intorno] cfr. avverbio end,
^jamàtum (affrettarsi, essere sollecito, ‘ to hasten, accad. -is. Lat. «ambo», toc. A àmpi (B anpi), a.i.
to be quick ’), ham àtu ana (affrettarsi a operare, uhhdu, av. uva, lit. abà, got. hai; semanticamente
*to deliver in good timc, to do quickly CAD, 6 , affmi ad accad. aljLmamu (l’un l’altro, ‘ each other ’ :
62 sg.). *ahmàwu, *ahmabu) ; calcato su base di lat. ambo :
à{jLÓaac*>, att. Ajaiìttco squarcio, lacero, graffio, accad. appà, duale di appu, *an~pu, arab,, etiop.
pungo, à[i\)xi] lacerazione, graffio, à[xux(Ji6^ ferita, à\K>- ’anf, ebr. ’af (‘ nose, face; two persons’).
XT^XÓQ, irritante, tcrm. medicale; superfi iLv particella modale col significato di epico e
ciale: si sentì alle origini un’eco di [jmìxo?; à[A>icrcFW, lirico xe(v), dot. >t«: l’equazione &v = xe, xS mette
a torto accostato a lat. « mucro » punta, è incrocio in evidenza gli antecedenti remoti: il significato
dì basi semitiche come accad. Ijamasu (strappare, originario che ne risulta è cosi, in tale condizione:
‘ fortreissen ’), ebr. l^àmàs (lacerare, squarciare, accad. anna, annam a (così, sì, certo, ‘thus, similary,
*to tcar down, to hurt’), cfr. accad. am uqu, em uqu *ja, g e w i s s ‘ da, da is t’), il corrispettivo seman
(violenza, forza, ‘ violence ’) e di accad. m u^husu, tico di écv, x«, xe, arcadico xav corrisponde accad.
mahiasu (ferire, ledere, conficcare unghie, piolo, kù. kam > *kati, ebr. ko, aram. kàh (‘ so ’) ; cfr.
‘ to drive in a nail or peg, to hurt, to hit, to wouiid ’). sem, ka, accad. ki, ugar, ki, aram. ki, ebr. k ì (come
àjjitpaSóv pubblicamente, apertamente, à(ji9 aSó<;: se, ‘ as, like, as i f ’).
(neutro pi. à{X9 aSà Od., 19, 391) svelato, scoperto, &v particella negativa, v. éivcu.
aperto, à[xcpàSto(; pubblico, manifesto [Od., 6 , 288;
àv-, àvà avv. e preposiz,: in eoi., arcad., dialetti
àfxcpàSiov yd([xov, pubbliche nozze)‘, avv. à[i.(pa5 l7]V
occidentali, per apocope àv- e relative assimilazioni
(Hom. etc.), àji9 dcSY)v (Arch.) come dcfA-^alvo) =
alla consonante successiva àX-, à[i-, ày-; in lesb.
àvacpoctvco, àfjitpaSóv etc. derivano da àvdc (v.) e la
tessalico, arcado-cipriota òm-; arcad. ùv-: òìiéGuae,
base semitica che denota apertura, piano: accad. pa-
òvLEpócrGi, cipriota òvè9-exe. La nozione di dal basso
dànu, paddanu (pubblica via, aperta, ‘ Weg ’, es.
verso l ’alto deU’omerico litva in alto, su, come dell’av
*Weg: Òlfnen y
verbio in alto {Od.,11, 596; I I , 24, 544; ion.-att,
àjAtpyjv coppa, V. aùxi^v.
etc.) richiama il valore di sumero an, amia (alto
àjjtcpl circa, intorno, v. éi{xcpco. Viene in genere
‘ high ’), ant. accad. anum , Atinum (il Cielo, ‘ thè
chiarito attraverso *am-hhi = lat. amh{{)-, am-, an~,
sky-god), sum. an; la preposizione àv-, àvà col si
alb. mbi (presso): v. cpVj.
gnificato di in, su, per, durante, a richiama accad.
àfjicpope\Ì5 , -€o><; anfora. V. lat. ampulla: accad.
aballu (‘ a vessel for drawing water ’, CAD, 1, an, ana (su, per, verso, in, fino a, contro, a causa
10 sg.). ’AiJicpopelie viene inteso come intorno
di, ‘ to, for, up to, toward, against, upon ’) con gli
e (popeóc, portatore. Ma la voce greca, relativamente stessi fenomeni di assimilazione del greco («often
recente, è suggestione di piij anticlie voci, corri assimilated to thè first consonant o f thè nex word in
spondenti a sum. am,bar, accad. appàni (bacino OA, passim in OB leg., Elam etc.»: CAD, s.v,).
lagunare) e a accad. *awwaru (am m àm : custode, àvàyKvj, necessità, costrizione. « Nicht sicher
dispensiere, ‘ Proviantmeister ’), accad. feiuburu (an erklart » (Frisk). Il significato originario è “ ciò che
fora, ‘ Tongefàp, ein Bierkrug '), nam hàm (an vincola, lega, stringe ” e spiega àvayxaiov prigione,
fora, ‘ ein Krug ’) : nota la corrispondenza accad. cfr. il lat. necessarius, parente, legato da vincoli
fci > gr. 9 (v. ^pé9 oe). Il cretese (Cnosso) apiporewe di consanguineità, di parentela. Vengono richiamati
pone in evidenza la base corrispondente ad accad. ant. irl. ecen, gali, angen (bisogno), ant. a. ted.
^làpù, habù-abam (vaso ad anse): accad. hàpù, àhta (‘ feindliche Verfolgung Hofmann, s.v.), itt.
ar, ^jàbi’a (vaso di provviste, ‘ ein Vorratskrug ’) ^enkan (destino, morte, peste). È della base di accad.
e accad. abàm, apafu (ansa, ‘ Art v. Klammer’). hanàqii (costringere, ‘ to constrict, compress,
La base |>Spù, ^àbu si ritrova in accad. ^ubunu, strangle ’, CAD, 6 , 77) : la stessa etimol, di
cretese ipono: tradotto “ tegame cfr. accad. feiabu (v.), ma questo è calcato sulla base corrispondente
(attingere; acqua o vino, *to draw water or wine ’, ad accad. an^u (‘ exKausted, weary, in disrepair ’);
CAD, 6 , 19 sg.). v. lat. « necesse ». Si presuppone la interferenza di
l'uno e l'altro, ambedue-, à^ 9 ls> letter. “ dal- base corrispondente ad aram., accad. sauaqu
28
d iz io n a r io greco 6ÌVE(JI.0^
(aver necessità, ‘ bedurfen vS, 1022), sutiqu (ne jeòf (fiume, ‘ river ’), cfr. (‘ watercourse *).
cessità, carestia, ‘ Hungcrsnot ibid., 1059). Cosi cade l’etimologia di "AyXaupo*;, la fig lia dì
àvauui?: àvaxw? tivó^, tener d*occhio: Cecrope, destinata da Atena a sovraintendere alla
(Erot.): fu accostato a àva>c- (Plut., Thes,, custodia della cista dove era chiuso Erittonio. Se gli
33, ”Avax&;), cU cui si ignorò rorigine. Ma la efebi erano condotti 2IVAglaurion, doveva trattarsi
voce deriva dalla preposizione ócv (v. su, verso), di una protettrice dei giovani; accad. aklum
accad. an, e la base che registra il fenomeno fre (‘ overseer’) e accad. w àtum , (màmm: figlio,
quente di caduta di originaria - 1- intermedia in giovane, ‘ boy, son ’).
greco (v. oào<5, cfr. lat. «salvus» e ow(.^«): accad. àv 8 àvw piaccio, aor. om. euaSov; -JjScj, rallegro,
ak(l)u (sorvegliante, ‘ ovcrseer ’). diletto; mi rallegro, mi allieto; fiSovfi, piacere;
&vaK'vo<; ghiottone, riferito a persona { I I , 18,114), •fjSiii;, dolce. Si suole, a torto, mettere in relazione
riferito a ventre: yaoTép’ òcv«Xtov { O d ., 17, 228, etimologica con lat. « suadeo » (induco, esorto, per
cfi:. 18, 364; cfr. Gratin, fr. 382). Viene tradotto suado), che corrisponde ad accad, sadatiiu (attrarre,
insaziabile e accostato alla base di àXSalvto (v.) indurre gioiosamente, ‘ feierlicli heranziehen, hin-
faccio crescere, risano', riferimenti non pertinenti. R i ziehen ’) ; si richiama auclie sanscr. svàdati (‘ rendre
sulta dalla base corrispondente ad accad. alàtu (in savoureux ’). 'AvSàvw deriva da base corrispondente
gozzare, inghiottire, ingoiare, ‘ to swallow ’). aram., a accad. fciadù (rallegrarsi, esser lieto, desiderare, ‘ to
arab., ebr. la'a$ (dare a mangiare, ‘ to give to eat ’); be happy, to be pleased ^ ‘ fròhiich sein, belìeben ’) ;
cfr. accad. m a’làtu (leggi w a'Iàtu; trachea, ‘ tra cfr. feadù (lieto, ‘ freudig’), feadù (gioia, *joy,
chea ’) ; Hv- è àvà. consent ‘ Prende ’).
ótva^, -MT05 signore, sovrano. Non fu chiarito éiv€{A05 , -ou vento, soffio. Se ne ignorò l’origine.
(<i uncrklart » Frisk), Tenuto conto del fenomeno Vengono richiamati a.i. dnila- (soffio), arm. hoim
di passaggio di n in dEva^ richiama accad. anun- (vento). Il lat. « animus (v.) significa originaria
naku (abbrev. anuku) > *a’unnaku (“ gli dei ”) ; mente “ sospiro, tensione faticosa ” e richiama condi
il plur. FàvaKsq (i Dioscuri) ci riporta nella sfera cul zioni umane, non fenomeni naturali; esso ci riporta a
tuale e religiosa dei Sumeri che con la denomina basi come accad. ana^iiu, ug. *n^, aram. ’analfji (so
zione anunnaki designano le divinità secondarie, spirare, ‘ seufzen ’), lat. anhelo (v.) ; altra è l’origine
figli e sudditi di Anu (‘ Der Himmelsgott ’), sparsi di che al genitivo è accompagnato, in Omero,
sulla terra (J. Bottéro) : sum. accad. anukku, per lo piìì dalle vocinvoat, uvoiat, à'/j^aTa, nveii^JiaTa,
anunnaku (‘ die Gotter insgesamt ’). Cfr. voc. Siva: aSpai, 0oé>kXii, àéXKcci, aure, soffi, tempesta, contesa:
sum. ati-na (signore, sovrano; *hoher Herr ’), dalla la base di àve[jt,o<; richiama accad. A nim (dio del
base sum. an (alto, ‘ hoch ’) ; accad. sakanalcku cielo, cielo, ‘ sky ’) : in àv- come àvà, in
(signore, dominatore, ‘ Herrscher, Machthaber, alto, deriva infatti da una base che significa cielo,
Statthalter *), laknu (signore, governatore, ‘ Statt- sum. an, accad. Anim , per lo più A nnum ; Anum
halter ’), possono aver influito, attraverso basi cor (dio del cielo, ‘ god of heaven ’) : la seconda compo
rispondenti, alla formazione di (Kva^; le forme obli nente -s(JLO<; ricalcò una base corrispondente a sum.
que àvaxTOi; etc, scoprono accad. kattù (‘ guaran- im (vento, ‘ wiiid ’), accad. um u, sem. jaum , ebr.
tor ’), kettu (nel senso di giustizia, ‘ Rechtìichkeit ’) jd m , aram. iàma (giorno, tempesta, ‘ storm ’) ; il
secondo le formule che designano il sovrano o la sum. IM è il “ dio del vento ” : « il segno IM rap
divinità solare depositaria della autorità e della giu- presenta molto probabilmente ima vela e sta per le
stiziarBèl kitti (il signore della giustizia), Sar-kinati parole (accadiche) zunnu “ pioggia ” , ràdu tem
(signore della giustizia). pesta ”, fam anu, “ tuono ”, Sara “ vento ” » (Fur-
fivaupo^, -ou torrente. Vengono evocati nomi lani. La religione etc., I, 228). Il sanscr. dnila “ sof
di fiumi: AtìpY], nome di sorgente: Nonno, A{5pai; fio ” richiama il nome remoto del re dei venti:
fiume di Tracia, Metaurus, Pisaurus, Isaurus (v. idro- sum. E nlil “ signore del vento impetuoso ”, dove
nimi). L’analisi che se ne fece (àv- privativo e un sum. Ili significa “ vento impetuoso, ciclone ” (ac
termine col significato di acqua) è errata. *Av- corri cad. lilù): Eolo; il gali, anadl corrisponde ad accad.
sponde alla base di sem. 'ain, ass. ènum , ant, ac anu (cielo) e dalà^u (turbato, ‘ disturbed, blurred,
cad. inum (fonte, ‘ spring *) e accad. jatfu, ebr. cloudy, confused ’).
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óEveu DIZIONAUIO GHECO
ilveu senza. Got. inu, ant. a. ted. àm (senza), etlu taiTu : ‘ a bearded man ibid.) ; la termina
sanscr. ànu (lungi da). Accad. jànu, ugar. ’in, ebr. zione -cdTToq richiama accad. appu, ebr. ap (punta,
aiti (no> non è, ‘ Ìs not, no ’), v. euvii;. guancia, mento, ‘ Spitze, Wange ’, faccia: sir.
àve4 >iii?, -ou fig lio di sorella, v. nepos. appè, ‘ Gesiclit vS, 60).
éivec», ^Jvetói (0</., 23» 93: “J] S’ Sveco S-^v^ctto {ma àvla, -a? afflizione, dolore’, àviapóc, tormentoso,
tei a lungo senza parlare sedeva) in silenzio : Aristarco dcvidcco, tormento, àviàJ^tù, affliggo, sono gravoso. Se ne
(Ap. Dysc., De adv., 554) vi scorgeva un avverbio. ignorò l’origine e, a torto, fu accostato a lat. onus
Se ne ignorò l'origine: lo si ritenne una forma di (v.). Cfr. ebr. *nijjà (afflizione, ‘ lamentation,
strumentale. Dalla base di iScveu: cfr. le forme se m ourning’), ànà (lamentarsi, ‘ to lam ent’); ug.
mitiche di negazione: accad. ja’nu, jatia, jànu, “nj, arani. ’anah, arab. ’analia (sospirare, *seuf-
ebr. ain, ajin, ’6n, etiop. ’en, ugar, ’ìn (no, non, zen ’, vS, 49), accad. anàhu (lamentarsi, ‘ to pro
* no, [thcrc] is [ai-e] not ’) e l’elemento -co residuo duce a mourning sound ’), anà^u (essere o divenire
di base come accad. i’wù, awù (parlare, ‘ to speak, ’ esausto, ‘ to become exhausted ’) ; v. crévo).
‘ sprecben ’), awatu (parola, ‘ spoken word '). à v ó n a ia in alto: fe un liapax: in cima: Atena si
àvy^vo6 e sprizzò, Ass. ènu (fonte), cfr, èX-0. sottrae alla vista: volò via come un uccello, su in alto
àvi^p fu accostato alla base che si ritrova in ita {Od., 1,320: opvii; 8’ àvÓTuaia SiéTnraTo). Il termine
lico ner, celt. ner: sum. ner (signore, ‘ Herrscher ’); fu detto « obscur» (Chantraine). Nessuno degli an
à“ ricalca la base antica che ritroviamo in : tichi che ne trattò colse la base reale: Erodiano
sum. an (alto, ‘ htgh ’) ; sum, na (uomo, ‘ man ’) (Gr., 2,133) la intese da àvà, *07UT0(jiat, òtttóì; nel sen
richiama sanscr. na (uomo); -y)p ridiiama una base so di rendendosi invisibik'j'Existazio: àv6)9 epé<55h
corrispondente a latino erus, herus, ebr, l?of (no nelVaria (cfr. Empedocles, 51: j<ap7raXE[A(o<; àvÓTuatov)
bile, libero, ‘ thè noble, thè free ’), mentre invece il etc. Deriva da àv- (dcvdc) verso: l ’alto e quello che in
gen. àvSpó? viene chiarito con -\i- epentetico : àv8pó? greco appare come neutro plurale di aggettivo, for
richiama la base corrispondente ad accad. anduràru, mato dalla base largamente diffusa in semitico, col
ebr. d®f5r (libertà, ‘ freedom ’) ad indicare <t l’uomo significato di cima, vetta, parte superiore: accad. appu
libero», con influsso di base corrispondente ad ac A (‘ tip, crown, end, rim, edge, spur of land '),
cad, dàru (generazione, ‘ generation ’), ebr. d.5f appatu (parte superiore, ‘ Oberseite vS, 59),
(età, generazione, *age, generation, period of a ugar. »p (cima, punta, ‘ Spitze ’), ebr. ’af, aram.
man’s life ’). ’appajja col significato di punta: del naso, naso
ótvQo?, - 0U5 parte superiore, fiore, fioritura. Se (* Nase, Scimauze ’) : Tà ’Avóiraia, Anopea è il
ne ignorò l’origine. ’'Av6o-; riclaiama la base di nome dell’altura, alle Termopilt, dove per un
àvà, àvco, in alto, di cui si ignorò l’origine (v, àvdc) ; sentiero Efialte fece passare i Persiani; v. ebr.
cfr. accad. antu (spiga, ‘ ear ’, ‘ Kornahre ') : sum. anàfà (airone).
an-ta (su, sopra, ‘ oberer ’) : ma calcato su base di étvTra di contro, Svttqv, di contro^ àvxt, contro, in
accad. santu < sam tu (spuntato, sbocciato) di contrasto con, invece dì, KaT’óivTY)OTtv di contro; ori
Samà(u (spuntare, ‘ spitz herausragen ’), Samafu ginariamente nel senso dato da ihxoc \i<kxs<j^<xi “ af
(cogliere, strappare: fiori, ‘ abreiBen: Bliìten, frontare in combattimento ” ; gli antichi aggettivi
Zweige ’). àvxaioc, avverso, dlvTàen;, opposto, i verbi àvTdéto, mi
-KKo^ carbone, letter. materiale “ da ar scontro, combatto, óEvTOfjiai, combatto, mettono in evi
dere Restato senza etimologia. Accad, an-satàhu denza roriginario significato dì “ avverso, ostile” ;
(per ardere, per scaldare) : an, ana (‘ to, for ’) e lo sviluppo semantico è in senso opposto a quello
?ar5^)u (‘ to scorch, to heat ’) ; v. lat. « carbo », ritenuto dagli etimologi (v. Chantraine, s.v.): se
av 9po>7to 5 , -ou originar.: adulto: «quello bar manticamente per gr. Svra, cfr. accad. anaiitu (bat
buto », uomo. Molte ipotesi, per lo piii inconsistenti, taglia, lotta, ‘ batde, strife ’), termine epico. Il si
sulla origine della voce greca. È presente la stessa gnificato di lat. ante, col valore di “prima, anteriore ”,
base di àvi^p, (v.): sum. an, aiina (signore, corrisponde al lat. superior (precedente) e richiama
detto origin. degli dei, ‘ lord; said of gods ’), cal sum. an-ta (superiore, ‘ upper ’) ; cfr. sum. an-<ta-gi
cato da accad. annu (quello) ; “0p- è accad. tatru o (‘ friiherer, vorderer, alter, erster ’); cfr. sum. an-da
dartu (barbuto, ‘ bearded’, CAD, 3, 115: cfr. (accanto, a lato, con, ‘ with *) ; il sanscr. dnti, che
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PIZIONAW O GRECO
significa innanzi tutto, ‘ de près ricliiama la prep. mento. ’Avóco arrivo in cima: base di àvà: sum, ati,
accad. adi (sin presso a, ‘ up to ’) ; v. àvxl. accad. anu (cielo, il dio An, ‘ Himmelsgott, Him-
&vtI avanti, di contro, in luogo di, in cambio di m el’), ma àviÌToi scopre la base sem. di accad.
(Hom.); in faccia di, contro', in composti; che può va banù (fare costruire, ‘ to make, to build, to sliape '
lere al paragone di (àvrtòeot;, H om .) ; àvxioq, di faccia, ‘ to a c t’).
di contro (con gli avverbi d vjla , dvriov) èvavTÌo<; in dÉvcoya antico perfetto con valore di presente:
prosa attica; àvruiù), affronto (Hom.), àvTtupù in un pres. un passato piuccheperfetto
breve distanza: accad. kurù corto), v. itvTa (v.) ^]vt!)Ysa, •?)vàYei (cfr. toù<; t ’ òcXXou<; TzóiMxaq
considerato un originario accusativo: divTt un {Od. 16, 404) e tutti g li altri costringerò ; 7tX7)G>!)v (Jiàv
locativo; -i di àv-cE, -e di lat. «an te» richiamano TTOTÌ àvfi^ojjiev àrcovésoSat (//., 15,295) dobbiamo
accad. -1, ass. -è degh a w . di tempo, di luogo, e costringere la fo lla a tornare alle navi. Il significato
in preposizione; base di accad. an, (a, verso, con originario h costringere, indurre energicamente, quindi
tro, per, a causa di, ‘ to toward, against, upon, comandare: 0u{xòi; évi ot^Gectow àv^yei (//., 19, 102)
up to) con la componente ~rt, «-te»: v. -tc. Inanimo in petto mi comanda-, Óts kIv tw ’ èKOTpóvìi) xal
àvTipoXéo> lat, «consero manus», incontro; mi àvàyn {ih. , 10,130) quando spinga qualcuno e costringa.
unisco etc. v, &(3oXé(o, Fu derivato dal preverbo àva- e dal tema o y - acco
-ou sentina, fondo di naviglio (Hom.) ; stato a ^ dice {*ègt) : ebr. haga (dire) ; psilosi ioni-
acqua della sentina] v. « sentina»; cfr. <5cvtXov co-eolica: (Scvcoya, ricalca la base semitica
fare acqua (Pind,), àvTÀéw sgombro dell*acqua: Av- accad. hian5qu (costringere, prendere alla gola, ' to
xkia. acqua della sentina etc. Fu ipotizzato constrict, to compress), ebr. l|;ianaq.
0Xo^; E. Benveniste evocò ittita <ipuiser de à^tvY|, -Yj? ascia. Lat. ascia, ted. A x t, got. aqizi.
l’eau». Dalla base semitica che dette origine a « sen
Ant. accad. feiaaainnu (ascia, ‘ Axt ’), sum. ta-iei,
tina»: accad. Sanù, arab. sana (irrigare, ‘ bewas-
neosum. ](>a-2l-na, ^^a-zi-in alla cui voce occorre
sem’); la base semitica della componente -tXo-^
ricollegare àxivàKT), scimitarra dei Persiani e degli
richiatna ebr. t^'àla (doccia, condotto, ‘ ditch, Sciti gabellata per parola iranica. Cfr. accad.
channel, acqueduct, conduit’). Cfr. accad. tablu
(tagliar via, spezzare, rimondare piante, ‘ abtrennen,
(‘ weggenommen’), tabSlu (condurre via, sgom
abknicken ’).
brare, ‘ to take aw ay’).
-a , -ov degno: «qui contrebalance», che
ótvTpov n. caverna, antro {Od., 9, 216, 218: la
equivale al valore di, che vale, merita, à^ióofAai
caverna del Ciclope). Se ne ignorò l’orÌgÌne, Non
stimo alla pari di, stimo degno di, pregio, stima,
pertinenti gli accostamenti a àvsfjioc; (v.), a sanscr.
dignità, Viene derivato dalla
dignitoso.
aniti, per intendere luogo da cui escono emanazioni,
che fu anche sostenuto da Schwyzer (Mèi. Boisacq;, base di 61y<*> (v.) e viene accostato lat. «agina»
2, 234, n. 1, KZ, 68, 222). Sem.: ugar. att, aram„ foro attraverso il quale si muove Vago nella parte supe
atta (luogo chiuso): accad. astum (luogo, postOi, riore della bilancia', ma ha agito alle origini una base
‘ place, site, emplacement, sacred place ’, ‘ Ort, semitica che dà il valore di che può stare accanto
Stelle, Statte ’). a, rappresentata da accad. a:t]taÌ8, a^ajis (ciascuno
éivTu^, -Oy°S originariamente al bordo, sul bordo : in eguale misura, l’uno rispetto all’altro, ‘ each in
orlo, bordo; dello scudo, parapetto: del carro, orbita di equal measure, side by side, alike ’), da a^iù (parte,
m pianeta, rotondità, ponticello della lira. Se ne ignorò metà, ‘ side, half share ’), con interferenza semantica
l’origine ; fu ipotizzato da e dalla base di di altra base: tenuto conto del dileguo in greco di
Tcóxto (v.) ; dalla preposizione àv (dvà) : accad. ana, originaria -1- finale o intervocalica (v. oco(a<X) aào?),
an (verso, in direzione di, contro, ‘ toward, against, di sem. sql, saqàlu (pesare, valutare, ‘ to hang up,
to, for, up to, upon ’) e la voce corrispondente ad to balance, to be equal ’), ebr. sàqal (‘ to estimate’),
accad. tu!(}iumu (tuhùwu), ta^um u (taljiuwu), 6t5<*jv, -ovo$ asse, v. lat, axis.
aram., m. ebr. tehùm(à), arab. tufem (bordo, riunito, stretto, stipato, in folla, àoXXtCw
‘ boundary ’, ‘ Grenze ’), accad. tafeù (lato, ‘ Seite ’). (Hom,), àXi^to, raduno, àXta, àXiata, assemblea, àXtao-
àv\S(o, àvÓTCo sentito come “ raggiungo il cul Tài;, membro deWadunanza, dell*assemblea: se ne ignorò
mine”, compio, faccio, effettuo, sviluppo, reco a compi l’origine : àoXX-^<; (àcXXi^?, I l , 3, 13) testi-
31
6Lop DIZIONARIO GRECO
niano con maggiore evidenza la corrispondenza vi è detto che ‘ In thè Standard Babylonian ref.
con le basi semitiche: accad. a’àlu, e’èlu, u ’ulu stress is placed on thè virginity o f thè batùlu
(riimire, congiungere, ‘ to bind, to bind by an agree ihid. Per la formazione di àxaXóc; ha concorso la
ment cfr. la base corrispondente a ebr. habal, base corrispondente adaccad. e$lu (‘junger M ann’).
accad. ebélu (unire, ‘ to bind, to plcdge ’), aram, &7ra5 t4na volta sola, va giudicata in
jhablà, arab. !habl, accad. eblu (legame, compagnia, sicura Tanaiisi che se ne fece, cioè &- (uno v, el?)
truppa, ‘ cord, troop, band of men ’). + (TT^YVutAi) e inteso come in ‘ un solo col
&opf òiopo^ n. spada [fendente, quello che ta- po Richiama il sum. a-pa-as (in un solo
glia). Se ne ignorò l’orìgine facendolo derivare istante, ‘ in an instant CAD, 21, 34 sg.: cfr. sum.
da àelpto (v.). Da à- originario pron. di tipo de as: uno, ‘ eins’), lat. as l’unità di misura; il sum.
terminativo: cfr. aram., n. bab. a (‘ demonstrative a-pa-as è l'antecedente semantico di «?<];«, mentre
pron,, ‘ tbat, those ’), accad. sa- e la base corrispon (5ck«^ deve essere stato sentito come sumero a§, lat.
dente ad accad. iiftù (tagliare, ‘ abscbneiden '). « as », unità, e la base di «opus »: cfr. ass. epàsu (fere),
diopov chiavaccio. Se ne ignorò l’origine. Cfr. accad. epésu (‘ act, Work ’), epsù (‘ act, deed ’),
lat. « clavus »; da à- di tipo determinativo (v, 6top) ma gr, -jtk^ nel senso di “ basta ! ” è una forma av
e la base di accad. ùru, sum, ufg (stanga, ‘ Stange, verbiale che richiama accad. pa^jiù, ant. ass. pa^jia’um
Stiel ’). (chiudere, serrare, ‘ verschliessen’).
&oa<ré<o aiuto: aor, àooo?)CTai (Mosch., 4, 110), fiira?, &Tcaaa, éinav, v. itS?.
V, àooojjTi^p. àrcàTTj, -’Yi^ sotterfugio, inganno, frode, tradimento;
àoocr)T:i^p salvatore, soccorritore [lì., 15, 254: in epoca ellenistica illusione, inganno, evasione, «Tta-
dato dal Kpovtfov, da Zeus; cfr. I l , 15,735: àoocyj- Tir)X6q, ànax’fjXioq, fraudolento, fallace, ingannevole,
T^pK(;, salvatori, soccorritori; I I , 22, 333 àoaovjT’Jjp àTTocTÒcw, inganno, agisco copertamente etc.; il greco
[jiéy’ àfxstvcùv soccorritore ben più vigoroso; il figlio di moderno conserva AkAtt), àTc«T<jtw. I valori orÌgÌ-
un padre lo n t^ o deve soffrire molte pene in casa se ginari vogliono denotare Ìl non agire alla scoperta,
non vi sono altri che lo soccorrano, lo salvino [Od., 4, il nascondere la propria intenzione. Se ne ignorò l’ori
165) : & [A*?} àotjtjyjTTÌpet; Ècoaiv. Il verbo àocroéto gine. Si tentò ipotizzando *5ET:ap, fevo»; (ICuiper,
fu ritenuto un deverbativo o un denominativo di G l, 21,283) ; così, à- privativo e TuaTiw, tcóvto? «ré-
*àoco 6(;: si pensò a Si ipotizzò gion sans chemin, erreur » (Moorhouse, C/. Qu. 35,
[slz, e *sok'^-yos, v. lat. «socius »: ohimè I il rime 1941, pagg. 96-98) e altre ipotesi inconsistenti. Da
dio è peggiore del male. Dal suffisso ^-/ip e una voce à - privativo (v.) e la base di«pateo», TcexdcwutJii:
da base semitica: cfr. ebr. j°sù'à (salvazione, sal accad. patù, petù (aperto, ‘ offen ’), sem. ptl? accad.
vezza, aiuto, ‘ help, deliverance, salvation ’), jaSa patà’um , petù, ebr. pàtab (aprire, scoprire, ‘ to
(essere salvato, ‘ to be delivered, saved ’), jeSa (sal open, to uncover’; Ni ‘ to be opened, to be
vezza, aiuto, ‘ help, salvation ’) e valga il nome di loosed '), peta)^ (apertura, ‘ opening ’), pèta^
Giosuè; JèBu'a “ Jahve aiuta», di Osea. (apertura, spiegazione, ‘ opening, explanation ’).
àTtaXó^ - 1^, -óv molle, delicato, orig. “ debole, àTcacploKio insidio, inganno, coinvolgo, aor. àTra-
fiacco, umile Forma allotropa àxaXà, àxaXóv (petv; usato per lo più al composto, con è^-, 7c«pa-
(xaXaxóv (Hsch.); cfr. omerico àxaXappetTKO ... Se ne ignorò Torigine. Corrisponde semanticamente
’fìxeavoio: dalVOceano che scorre dolcemente: - n - < x: al lat. «circimivenire » insidiare, assediare, opprimere:
base corrispondente ad accad, akù (wakù, m ak ù : àrcatp- è dissimilazione della base semitica: apap,
‘ weak, powerless, humble ’). Per la formazione di apàpu < can,, ebr. àfaf (circonvenire, ‘ to surround,
àjraXóc viene citato àTaXó? (giovane, tenero, deli to involve *).
cato) calcato sulla base di «vitulus»: accad. b atù lu àTTeiXé(o annunzio, minaccio; originariamente re
(‘Jiingling, junger iVLann*), batultu, aram, b^tùla plico, rispondo per le rime, dò m a risposta, nel senso
(‘Jungfrau ’; ‘ The word denotes primarìly an age vendicativo, rendo pan per focaccia. Se ne ignorò
group; only in specific contexts such as thè cited l’origine. Accad. apalu (rispondo, ‘ to answer a
section of thè Assyrian Code and in Neo-Babylonian question, to respond, to correspond, to reciprocate,
marriage contracts does it assume thè connotation to discuss ’), apilu (contraddittore, dissidente, ‘ dis-
« Virgin » CAD, 2, 174) ; a proposito di b atù lu senter, one who answers or gainsays ’).
32
d iz io n a r io greco ànó
drccipécrio^, dcTcepe£CTC0(; senza limite, senza àivi-^ plex » fu sentito da « sine »: *sin > sim davanti a p -
sìone, infinito, immenso, innumerevole, àreeLpiTo; detto dalla base di « plecto », quindi senza intrecci o com
del mare: TCÓvToq {Od., 10,195). Fu derivato daà- plicazioni (v. «sincerus »), perché anche una piega non
privativo e irelpw (v.) ; per dcTuelpiToq fu però ipotìz>- può garantire la semplicità («sancta simplicitas »!) ;
zato (i-TOpi-iTOc: -ito? da eTjxi (cfr. àyià^iToq). Da à- àreX^o? è calcato in realtà sul piti antico à 7rXot<;
privat. e la base semitica corrispondente ad accad. e su &7raX6? che influì su originario à- negativo
peisu (divisione, limite, ‘ division, partition ‘ Ab- (> à~); segue base di ebr. pala (essere distinto in
treniumg ’), paràsu (‘ separare, dividere ‘ to unità, ‘ to be singled out ’), pelali (pezzo, ‘ picce,
part, to divide, to separate ’), ebr. patas (‘ to break, slice *), pàlag (‘ to divide ’), accad. palaku (dividere,
to cleave’): mentre àneipiToc: del mare h da ‘ to divide ‘ abteilen ’) : che sono le originarie
(g- e TOtpap forse inteso infecondo come da à- basi, ricalcate, di « (sim-) plex », « simplus »; cfr. sanscr.
privativa e la base semitica corrispondente ad accad. sakèt; (sa-: cfr. accad. sa) «all’[«nello stesso] istan
pef’u, ebr. perah, aram. parità (germoglio, figlio, te»: k ft ò sem.: ebr. katat (ritagliare), SitcXóo*; vale
‘ sprout, blossom ’), pata (essere fertile, to be fer quindi che è di due unità.
tile, ‘ to break forth ’). à n ó , preposizione e preverbo: da, a partire da;
àitéM^ai adunanze, nelle iscriz. laconiche del in senso temporale dopo; per denotare origine,
I sec.: èv Tati; (xeY<icXat? àrréXXat^. Glossa àv:sX>jx,K(k<;‘ causa etc.; in arc.-cipriota, eoi., micen. àrcù, spesso
tepwv xoivwvoó? (Hsch.) ; àné'XkM' 0T)>t0t, èxKXir)o£ai, come preverbo; óJtcojOcv etc.; v. dlTrio^; sanscr.
àpxatpeotai (Hsch.), Da à7t(ó) e la base che si ritrova dpa (da, lontano da), ant. pers. apa, mac. à 7c-, à(3-,
in accad. e’élu, a’àlu (metto insieme, got. af, itt. appa {da capo, di nuovo). Nelle preposizioni
*to b in d y congiunzioni, rivivono alcuni elementi che ci ri
àTiii^viQ, -»)? vettura che scorre su ruote, in genere chiamano a fatti già noti per le lingue mediterranee;
a quattro ruote. Se ne ignorò l’origine: ugar. *pn come ad esempio la derivazione in accadico delle
{ruota, ‘ wheel ‘ Rad ’), ebr. ’òfan, sir. ’ófnà preposizioni da sostantivi, in particolare denotanti
(ruota). parti del corpo: ida « accanto »: idu « braccio »; pan
óÈTCìov pera, &mo<; f. pero, talora pera. Se ne igno « davanti »: pana « faccia », pùt da pùtu « fron
rò l^origine. Deriva dalla forma del frutto a punta: te»; sèp «ai piedi di»: Sèpu «piede» etc.; ri
accad. appu (punta, naso, ‘ tip, nose ’), ugar. ap, chiama una base che abbiamo esaminato a propo
ebr. 'af, aram. 'appajja. sito di lat. «ob» (v.), «obs» e che torna in gr.
(StiTio^ patrio, proprio, detto di terra, lontano: il significato originario di <X;|;, voce che
sarebbe tautologico rendere lontano nella formula rappresenta una forma avverbiale con l’afformante
T7]Xó6ev à7rt7)c (^^•« I» 270; Od., 1, 25); il -s, è da capo, «a capite», con o senza TràXtv (v.);
significato originario è M padre e rende il valore àt(j corrisponde ad accad. appia (da allora, in base
di originario: v. Sixjia; sem. 'ab (padre, ‘ V ater’) a, ‘ since, because of die fact that ’) che è congiun
ma in Od., 17, 18: èX6AvT’e? yaly\<;, prevale il zione da appu (testa, « caput », cima, cresta, limite,
significato di lontana provenienza: da terra discosta, ‘ tip, nose, crown, end, rim, edge ’), ugar. ap,
ma V. &TIÒ, di origine ignorata. siriaco appé (viso, ‘ Gesiclit ’), ebr. ’af; cfr. ebr.
■ “ > "ov con semplice sopravveste, v. éfò (‘ consequently ’). Il latino « ab », « abs » rende il
S inkàaioq. significato originario a partire da, a causa di', v. appiS;
dTtXot^, V. àTtXóoi. la forma «ab» sembra calcata sulla base semitica
àTiXóo^, -Yj, -ov, ion.-attico, tardivo àrcXou^ 'ab (padre, ‘ father ' ‘ kin '), anche come compo
contratto : semplice, letter. “ che non ha parti ” ; nente nei termini di parentela, ‘ in thè kinship-
àizXSiq, semplicemente, assolutamente. Omero conosce terms ’) ; « au- », di « au-fero », « au-fugi5 », irl. 6, ua,
SiwXóot;, non àTrXioi; relativamente recente; cono pruss. au-, ant. si. u, ~ sanscr. dva « c'est un mot
sce aTrXott; che non ha uguale origine (àTtXotSai; différent» (Ernout-Meillet) -, è da ricondurre alla
XXatva? morbidi mantelli in I I , 24, 230; Od., 24, 276: base con significato da lato: da accad. a^jia: a^]iu
V. àTToXó?); &n>.6 <a stendo; «tcXóo^, SitcX6o(; ri (lato, ‘ side '), sumero à (cfr. lat. « a ») e la forma
sultano non chiariti : à- di àTrXóoi; è stato analiz avverbiale di accad. a^ù (lungi da, ‘ outsider,
zato *sm- (v. el^) nel senso di uno, ma « sim estranged ’) ; per la / ■ ' = h- cfr. etrusco /)//, un
33
è iT o X a u t o DIZIONARIO G M C O
fenomeno simile a quello dello spagnolo hacer, 16,5 sgg.) ; ug. sbt, sem. fbt/d bt, maiid. 'bt. La
lat. «facere»; aljia chiarisce la forma repubblicana formazione di è stata influenzata dalla base
af, non chiarita: «af muro», «af Capua», pehgno corrispondente ad accad. appatu (briglie, redini,
ajded «abiit ». ‘ reins, for donkeys and horses ’), e di kapàtu (aram.,
àTcoX(x>ìo> traggo profitto di; letter. porto via. m. ebr.: “ legare ”, ‘binden’); per accad. k > gr.
Accostato ad att. Xefa (v.) bottino, di cui àm'Xccòbi si V. ^TC«p. L’agg. omerico <5{a7CTo<; detto di mani,
credette un composto con àizò, ma invano si cercò Xeìpe? ó^aTTTOi, ricorda i lottatori, della tomba tar-
un verbo semplice: corrisponde ad accad. abalu, quiniese degli auguri: uno dei lottatori tiene stretti,
ebr. jàbal (portar via, ‘ to bring, to carry off, to immobilizzati i polsi dell’avversario; invece il senso
handle an object’), è « mani che non si lasciano legare, imbrigliare »:
àTTotipS? part. aor.: che ha portato via, che ha cfr. accad. appatu (briglie, ‘ reins ’) : incrocio con
sottratto: ixd>v &xsi yépaz, aòiix; ànoòpat^ {IL, la base di accad. abàtu (abbattere).
I, 356) mi ha preso e si tiene il dono, egli me Vha epico anche à p ; enclitica ^a, quindi, su--
portato via; Sé é {Od., 13, 270) hito dopo, e cosi : in attico, nelle interrogazioni e in usi
rimase occulto che io g li tolsi la vita. Fu analizzato come idiomatici come [xéXXto eì iipa; in cipriota gp,
àKo-fpac; cfr. aor. ind. atematico àTtr]ópa etc,; fu gpa. Cfr. lit. iPy lett. ir (e, anche) etc. Rinviata alla
fissato un tema *wra-: {tenuto conto della preposi base di àpaptaxco, (Kpri. Avverbio ugar. accad.
zione àn6) tale tema *w rà ipotizzato corrisponde ad a^ira, ebr. ahat (dopo, dietro, successivamente,
accad. watft (portare via, ‘ to bring ’), ugar., arab., ' after, behind, afterwards ’), arab. ’aljhiara (postici
ant. sudarab., etiop. wiw, ebr. jata (fiirc un movi pare, ‘ aufschieben *), etiop. ’a^j^ata (‘ verspaten’) ;
mento rapido, ‘ schnell Bewegung machen *, ‘ to cfr. accad, ahirft, plur. ahratu, a^fìtu (il dopo,
shoot, to shed: water, to throw ’). ‘ future ’), aljiarm (che è dopo, ‘ later ’).
àm ia,padre: TEM, 167, 32, pare che lo dia come à p i, -S.q ion. àpi}, preghiera rivolta agli dei
macedonico; Cali. (H. A rt., 6) lo usa in senso di perché vendichino; al plurale maledizione. ’Apdt
babbo: ipocoristico dalla base origin. sum.: ab-ba, divinità della maledizione, att. àpocTÓ^, ma
pa^, sem. ab (padre, ‘ father '). ledetto: in Omero; desiderabile (Sappho); &póio\xai,
6litT€po5, -ov solenne, propr. che reca comando. lancio maledizioni ; prego; in alcuni composti maledico.
L’aggettivo omerico è riferito a parola, voce, di « Incertaine »: Chantraine. Meillet richiamò àpiiei
scorso, ^TTsa, [j,G6o?: viene tradotto “ senz'ali ” (‘ crier ’), tipvéo[Jiat, arm. uranam (‘ nier ’), lat. oro
che non ha senso, o “ non vano Ha base che ri (v.), itt. ariya-- (‘ interroger l’oracle’); àpd corri
chiama ass. abutu (awatu, amatu) nel senso so sponde ad accad, arrat, st. c. di atratu (maledizione,
lenne di “ comando, formula command, order, persona maledetta, ‘ curse, accursed person ’), da
formula, decision ’, CAD, s.v.). Per Tesito di w, m, accad. atàfu (maledire, ‘ to curse ’) ; aràtu (‘ curse *) ;
b > gr. 7c, v. vàTTY). La stessa base di d^TCTepo? è nell’epi cfr. ass. efàSu (desiderare, chiedere, ‘ to ask ’), ugar. '
teto àTTTosTTìfji; (v.); -epo; corrisponde a accad. arù 4:5 etc.: cfr. Sp«jiai;la base accadica si è sovrapposta
(portare, ‘ to bring’), sem. wrw; cfr. ebr. jr’à a sum. atazu (il pregare, ‘ Gebet, Flehen ’).
(* reverence ’). Poi sentito da à - priv. e Ttxepóv 6cpapo^, “OU fragore, urto. Della stessa base di
senza ali. clamore, chiasso; v. 0péo{jiai, rumoreggio:
àTtToejii^S, -é? epiteto di Era: « solenne nella accad. satpìs (con rumore e dolore, *laut und bit-
parola»: tradotto “ che non teme di parlare” o terlich’), saràpu (essere risonante: lamento, ‘ laut
“ che dice parole indicibili” ; è dalla base di (K^Tepoi; werden: Klage’).
(v.) e nel senso di parola che si compie: v. étto?. étpaSo?, -OU agitazione, movimento convulso, pal
&7TTti> lego, attacco, accendo. ‘ Obscure ’ (Chan- pito; nel senso origin. di “ scuotersi accad. ^^aràdu
traine). Tutti i livelli semantici riemergono in ac- (‘ to wake up, to be alert ’), cfr. la forma ^jiuttudu
cadico: accad. sabàtu (afferrare, legare, acchiap (‘ to put on thè alert ’).
pare, prendere, iniziare, ‘ to seize, to take hold of, àpaió§ gracile, non solido, scarso, piccolo: xv?j-
to connect, to put a person in fetters, to take with ... àpaiccL { I I , 18, 411) le gracili gambe; xetp«
one’s own hands, to treat kindly’; nella forma àpatifjv (ibid., 5, 425) la tenera mano: di Afrodite;
causativa: accendo il fuoco, ‘ to light a flre CAD, àpai-?) S’ eKooSÓì; sart. {Od., 10, 90) è esigua Ventrata
34
d iz io n a r io greco dpéaxo)
etc. metrica omerica testimonia un originario sanscr. érjuna- (bianco). Accad. arqu è in una lista
digamma. Il significato alle origini è piccolo, tenero di sinonimi accad. per feuràsu (‘ gold CAD, 6,
germ oglio', dato dalle basi semitiche corrispon 245 b) : cfr. arqu (chiaro, lucente, bianco, giallo,
denti ad accad. ajjaru, àtu, par’um (shoot, oiT- ‘ gelb, heiter; das Blasse ’): greco àpYÓ^, cfr. accad.
spring \ ’); w at’u (mar’u : giovane, figlio): am q èni: (Mie weisse Augenhaut; das Blaise des
ricalco della base sem. : ebr. raq > *rah > Auges ’) ; la formazione in -pof; è suggestione della
accad. raqqu etc. (sottile, delicato, ‘ tender, deli base corrispondente ad accad. ihiufàsu (oro, ‘ Gold ’) ;
cate ’) ; cfr. accad. aru, ^jaru (fi-onda, ramo, stelo, il lat, «argentum» corrisponde ad a.i. rajatdm, arm.
‘ Stengel, Stiel, Zw eig’, vS, 71). arcat, ant. irl. argat\ accad. atqàtu (plur. di atqu,
à p a p lo m a compongo^ lego, v. congimgo, w arqu; chiaro, giallo, ‘heiter, gelb’), nel senso di
giuntura, àp6|Ji6<;, congiunzione, unione, «p[x-?i, “ oggetti preziosi, tesoro, argenteria
unione, àptxovtoc giuntura, v. base di dEpri; si cita ótp5w irrigo. È stato accostato ad àpów, attingo
arm. arari (‘ ich machte ’) ; lat. ars, ma è in campo che ha altra origine; si richiama anche a.i. vari
semitico che occorre ricercare le basi antecedenti. (acqua), Accad. aràdu (scorrere, ‘ stromabwarts
’Apaplaxoì risulta da psilosi: la sua radice si ri fahrcn ’), da cui deriva àtìttu (canale, ‘ canal bran-
connette a accad. hafàsu (compongo, metto in ching off at a right angle ’) : v. lardanos f.
sieme, congiungo, ‘ to bind, to plant’; ‘ binden, àpeiVj, -yj?, dpEidi: originariamente furore, ar--
anbinden ’), cfir. ug., ebr, ](iàfàs (artigiano, artista, dote, quindi ira, minaccia'. TtoXXà S’ dpeifj (//., 17,431):
*artisan ‘ Handwerker ’), aram. hars (abilità ma Automedonte parla ai cavalli di Patroclo piangenti
gica, ‘ M agie’). senza volersi muovere: molto diceva con dolci parole,
àp ào aw , att. - tto>: hatto, urto, percuoto, ^daao molto con ira furiosa (cfr. II., 20,109; 21, 339); verbo
percuoto, batto, ion. ted. reissen (strappare). àpeiàoj. A torto ricliiamato sanscr. irasyà- (mal
Se ne ignorò l’origine. Accad. ^afàsu (abbattere, volere). È da base semitica corrispondente ad accad.
recidere, fare a pezzi, ‘ to cut down, to cut off’), aratu, sost. di atàfu, erém, ^^atàtu, ebr. hàta,
ebr., aram. I?ts, incrocio con accad. atà^u (aggre nel senso di essere irato (‘ to be angry, incensed ’) ;
dire). si scopre incrocio con la base corrispondente ad
f- Hes., Pind., accad. araru (trattare con tracotanza, con dispetto,
etc.), tela di ragno, Óipaxvo? (Aesch., Suppl. 887), maledire, ‘ to treat with disrespect, to insult, to
tela di ragno, non è nell’Iliade ma nell’Odis- curse ’).
sea; dtp«xviów, tesso una tela (Hipp., Arist.), lat. &pe(o)v preferibile, scelto ; ócpioTOf;, il più nobile, il
«aranca». Se ne ignorò l’origine. È voce semitica: migliore; si volle accostare anche ’AptaTsót; ma v. I l
dalla base corrispondente ad ebr. àfag (tessere, in mondo del divino e degli eroi: v. I; àpioTsp6<;, sinistro]
trecciare, ‘ to weave ’), ereg (tessuto, intreccio, V. àpi<rro(;. Mie. arOìa, *àpto« che si interpretò « in
‘ plait, texture, weaver’s shuttle ’). migliore condizione». Si pensò ad una originaria
àpYoXéog doloroso, v. forma aggettivale senza suffisso di comparativo.
àpYÒi;, "Óv brillante, lucido, detto di ani Il miceneo trova conferma nella base accad.
mali ben grassi; -^Toq, bianco, splendente, (scegliere, eleggere, ‘ aussuchen, erwahlen
iJpYupo<;; a.Ì. rjrdfy nel senso di lampeggiante. L’uso vS, 342): gr, aipéojiai, scelgo; aUpeoK;, elezione, scelta:
omerico di àpY<5c riferito a bestie “ ben nutrite, se ne ignorò l’origine; cfr. accad. i^à’irum , ^àwì-
grasse ” conferma l’etimologia della base corri rum (l’eletto : sposo, ‘ spouse, husband, lover ’,
spondente ad accad. arqu (giallo, detto di frutta * Gatte ’), lat. « vir » (marito, uomo degno di questo
matura, ad es. dei datteri e di animali, ‘ yellow’); nome), Cfir. ant. bab. IKatum, ajam m (stallone,
cfr. SpYs^iov “ macchia bianca ” nella sclerotica: ri bestia prescelta per la riproduzione, ‘ Eselhengst ’),
chiama arqum éni: ‘ die weisse Augenhaut’; ug. *r, ebr., ar. ’air. Lo h & tn m era ofìèrto anche in
^PYtXXoc argilla (“ quello bianco ”), v. accad. sacrificio (‘ als O pfer’, vS, 328).
arfeiu (luna, ‘ moon ’) ; v. lat. argentum. Nel senso &péoMa> piaccio, riesco gradito, compiaccio. Rite
di veloce àpYÓ<; richiama accad. atà^u (essere ve nuto della stessa radice di àpapLoKCù (v.). Se ne ignorò
loce), ar][>u (veloce); v. àpYÓ<; pigro da éJ-spyo?. l’origine. Dalla base corrispondente a accad. erèsu
SpYupos, -ou argento, v. &py6<;i viene accostato (ass. eràsu: desiderare, volere, amare; IV, essere
35
àp€T>^ DIZIONARIO GRECO
desiderato, essere amato, richiesto, ‘ to be desired, àpi- particella accrescitiva, usata in poesia,
required *, CAD, 4, 285 b) ; v. ”Epw?. Cfr, sum. cfr, sum. ar (essere elevato, alto, glorioso, ‘ erhaben
ar (essere esaltato, glorioso; gloria; splendere, sein, rìilimen’); la base di àpi è quella di SpioTO(;
‘ erhaben sein; Lobpreis’). (v.) con interferenza di basi affini a accad. baru
àpex^, virtà. Viene accostato àpéaxui, (scegliere, eleggere, ‘ erwahlen’), ass. hiàiu; cfr.
piaccio, dcpaptaxco, connetto, &pecr>to;, che cerca di pia eris (come aquila); dcpii^YjXoc;; cfr. aéXa?.
cere; lat. « ars». Risale a sum. aratta (eccellenza, ma àpi 0 {jLÓ?, -ou numero, ritmo, latino «numerus».
gnanimità, elevatezza, ‘ Erliabenlieit ’) : base sum. Ant. irl. rim (numero), ant. a. tcd. rìm (serie, pro
ar (gloria, nobiltà, eccellenza, *Erliabenlieit, Glo gressione). Fu postulata la rad. {a)ri- anipliam. di
rie ’) ; accad. arattu (eccellente, ‘ excellent ’) ; con ar di àpaptaKw, A rim , ari corrisponde origin. al ge
influsso dì base corrispondente ad accad, etsu (abile, nitivo della base sum.-accad, arum (‘ product: in
saggio, ‘ wise ebr, ^ìàràs, ugar. hrs (operaio spe multiplication; mathematica! table, ephemeris ’), il
cializzato, ‘ craftsinan ’). cui valore tende a quello di “ progressione ”, cfr.
àpTi^ rovina, malanno { I I , 12, 334; 24, 489 etc.). accad, (‘ to advancc ’) ; sum. ra, ti. La seconda
Se ne ignorò l’origine. Accad. arailju, ebr. 'ara (ro componente vale ebr. ta*am accad, tem u (calcolo,
vinare, distruggere, ‘ to destroy, to demolish ', ragione, >.6^ 0?, ‘judgment, intellect’) con interfe
' vernichten ’). renza della base di tittum (mano, ‘ hand ’), ugar.
àpi^yto soccorro; à.pi]yei, è vantaggioso, « succixrrit », nel computo per indigitazione: v. «manus».
àp7)Y^''> protettore, &pc^ìyi}, aiuto; fu accostato ant. àpiOTTcpóg, - à f -ó v che sta a sinistra, sinistro.
sass. ròkjan (avere cura di): à- è ritenuto protetico, Si fini con raccostarlo ad àpioToq, ma è etimologia
normale in greco per una base con iniziale r-, ma il disinvolta. Il valore augurale è in accad. eràsu,
significato originario di è quello del latino accad. eté§u (augurare, far voto, ‘ wiinschen : von
«succurro», di greco po7)0iù), accorro in aiuto: tenuto Gottem ’), eristu (voto, preghiera richiesta,
conto di gr, y < sem. ^t, risulta corrispondente ad ‘ Wunsch, von Gottern in contesti orninosi,
accad. arahiu (accorrere, ‘ to hasten, to come qui- *ein ominoses Merkmal \ vS, 241 sg.).
ckly, promptly *) : dalla stessa base è ó(poq, utilità, ^tpiaTOV, fipiOTO?.
vantaggio: arà^u > ara’u: cfr. accad. rasu, ebr. éipioxo?, -»), “ov ottimo; àptoTsiic;, uomo di gran
riis, aram. rht (correre in aiuto, ‘ zur Hilfe laufen '), valore. Se ne ignorò l’origine, come per àyaM<;
accad. (aiutare, ‘ helfen ’). (v,), V. àpeCwv. Cfr. accad. a-rìsti-, a-rèsèti = (ana
àpi^v, àpvó^ agnello, v. àfjivó^. Fu accostato ad rèseti: ‘auf dìe Spitze, aufs Hocliste, aufs Àusserste’),
a.i. urahhra- (ariete), ira n -a - (ariete), n. pers. barra tJstu (il meglio, la parte migliore, il fior fiore,
(agnello), arm. garn (agnello). ’Ap^/jV si identifica l’inizio, la parte iniziale ‘ Spitze, Hochstes, Bestes,
con sir. afna per nunazione di accad. arm u (arwu; Anfang ’), rèstù (primo, primario, di prima classe,
capro, ‘ Bergziegenbock ’) ; cfi', accad, u tisu ‘ erster, vornehmster, erstklassig'): óipicTov “ prima
(agnello, *Lanrum *). Morfologicamente ha su colazione ”, non h da connettere con (v.): nella
bito Tinterferenza della base corrispondente a ac voce accadica è già l’accezione di “ iniziale, primo ”,
cad. (accus.) àtam > ' àran (giovane animale, ‘Jun- àpKéu) distorno, allontano, tengo lontano, difendo;
ges '). In quanto ad a.i. urahhra-, cfr. accad. éJpwio?, soccorrevole, stifficiente, certo; lat. arceo (allon
(agnello, capretto, ‘ Lamm, Zicklein ’), gr. Spt90 i;. tano). A torto viene ascritto 7ToSàp«7]c “ piè veloce ”
Arm. garn richiama ass. garnu (corno), accad. ad àpxéw. Se ne ignorò l’origine. Il greco lia un
qatnu. Cretese fapi^v. verbo di tipo denominativo, dalla base corrispon
ftpOpov, -oi> arto, membro, articolazione; àp0tJi,6?, dente ad accad. atki, (dietro, ‘ hinten ’) ; il valore
lega, accordo, « artus » articolazione. Viene rinviato ad origin. è “ tenere indietro, lontano ”. Il senso di
àpap[oKco (v.), ma per la base remota v. &pTt, cfr. “ difendere ” è dalla base di accad. arki, arka, warka
accad. artu (ramificazione, connessione di rami, (indietro); il senso di “ bastare” mostra l’incrocio
‘ Gezweig, Zweigwerk’, vS, 71 b): accad. atum , con la base corrispondente ad accad. aràku (durare
Hjiarum, etum (ramo, ‘Zweig ’) : cfr. arm. eri (spalla), a lungo, ‘ lange dauern *). Il lat. « arceo » è del tipo
accad. fearsù (connesso, ‘ zusammengebunden’), denominativo da arki (indietro, ‘ hinter '), col pri
IjaràSu (congiungere, unire, ‘ binden, anbinden ’). mitivo valore di àpxéo),èpóxto. X loSàpxv]!;, veloce,
36
d iz io n a r io greco
^etto di Achille, è dalla base di accad. atà^iu (essere I^atag accad. tiatùm (parte del carro, ‘ Teil des
veloce, ‘ eilig sein ’), arhis (‘ eiligst ’), arhu > Wagens ’, letter. “ ricettacolo ”, ‘ Gefèp, Kn£è,
er^>u (‘ quick, rash’, CAD, 4, 289). Wageiikasten vS, 328 b). Il concetto originario
apxTro? -ou £ orsa] v. lat. orcus. A.i. fk§a~, arm. è di ricettacolo ‘ ein grosser Bchiilter ’ (ibid).
(ifj, ant. irl. art, lat. «ursus» (orso), inteso dubitativa- àpfj,aXià, (Hes.) hocconi, pezzi. Sem.: ebr,
mente come “ il distruttore” (Hofmann): a.i. rak~ haram (fare a pezzi).
sas (distruzione) corrisponde ad accad. arà^jiu (con àpvéo|Jiai dico di no, rifiuto, nego. Fu accostato
sumare, distruggere, ‘ aufzehren, vernichtcn ’), A.i. arm. uranam (negare), ipotesi del Bugge [Beitr. zur
che si ritrova nel Rigveda come costellazione, etym. Erlauterung d. arm. Sprache, 38 sqq.), accennata
corrisponde ad accad. teksvx (‘ Konstellation ’), che dal Meillet « BSL », 26, 1925, 19 sgg.) che pro
ha il senso di carro, “ attacco di una carrozza ”, pose àpóoj grido, di cui si seppe quasi nulla, salvo
cfr. raltasu (' einspannen; Wagen ’), (/!., quanto ci dice la glossa di Esichio: «àp<iei 'dcvTiXéYet,
18,487) è accad. m afkasu (matkas samé ‘ Beiname » e àpdc, lat. oro. Si dimentica che, come è ancora
von Ursa niaior ’). "ApxTOi; corrisponde alla base di consuetudine neiritalia del sud, i Greci per dire no
accad. atqu, utqu, (fulvo, bruno, ‘ yellov^’; ‘ fahl, levavano il capo, dal basso in alto, spingendolo
gclber: Hund ‘ In der dt, Tiersage heisst der Bar lievemente indietro (àv«ve\Sco): risulta che la com
Braun, in der ni. Briiin Klugc, s.v.). ’'ApxTos è ponente àp- ricalca una base corrispondente ad
originariamente femm. e corrisponde al femminile accad. a^^a (avverbio di aljrù: di dietro, ‘ hinte-
di accad. arqu: am qtu (cfr. Hom., I/., 18,487; rer ’, vS, 21 a, ‘ back ’). La seconda componente
od., 5, 273) che si sovrappose a sum. ur-ku (cane, “véo(xai richiama la base corrispondente ad accad.
lett. “ cane domestico ” , ‘ Haushund ’) ; base sum. uf ne’u (piegare, girare, ‘ to turn, to repulse ‘ umwen-
(cane, ‘ H und’): corrisponde a quella di lat. ursus; d e n ’), lat. «nuo», «nutus».
le determinazioni aggiunte indicano diverse bestie: àpveió^ (Hom.), dpvrjó? montone. Calcato su
sum. ut-mafe (il leone, ‘ Lowe ’) ur-baf-ra (il àp-/)v (v.): arm. gar. “ il cornuto”.
lupo, *W olf’), u tb ik u (sciacallo, ‘ Schakal’) etc. óipvujjiai ottengo, ricevo, guadagno, cerco di ottenere.
Georgiev, esaltando i meriti del linguista viennese Fu accostato a arm. arnum (prendere), e ad av. srmau-
Merlingen al quale « sarebbe riuscito di risolvere un (accordare). Il valore di &pvu(xai è 0v)araopiloto, me
difficile problema della fonetica indoeuropea » (Geor glio, con Dante, mettere in arca, nel senso di guada
giev, op. c it, p. 15), allinea dcpXTo^, ursus, m. irl. gnare: cfr. l’avaro oraziano che confessa «nummos
art, ant. ind. fksa - (orso) e spiega che questi tratta contemplor in arca» {Sat., I, 67): la base di ^po<;,
menti fonetici derivano da metatesi e assimilazioni del V. denominativo, risulta calcata su accad. araiiu,
per il « dileguo della vocale nella radice a seguito aram., fen., ebr. àton (arca, cassa, ‘ ark. box,
della apofonia». Conclude che la forma primitiva chest ’).
di è Hrtko-s e cita itt. hartagga-s “ una bestia ólpo^: ^9 eXot; vantaggio, guadagno, v.
di rapina, orso (?) ” sic. Disperato tentativo della ótpos rovina, v. àpVj.
linguistica comparata in campo indeuropeo per àpóto aro. Lat. « aro ». Ant. si. orjo, lit. ariù, got.
eliminare le aporie che derivano dal fatto che essa, arjan etc. Ant. accad. Ijafà’um , (scavare, dra
staccata dalla storia concreta delle origini, si ag gare, ‘ graben, ausbaggern’, vS, 341 b; ‘ todig).
gira nei fantasmi di una preistoria fittizia, imma écpTtà^w rapisco, porto v ia : una donna, una preda;
ginata e vagheggiata. (SpKY). Se ne ignorò l’origine. Per la base «p7t- <
dtpKu^, -U05 spesso al pi. : lacci, reti : da caccia, re *sarq-, occorre postulare quella corrispondente
ticella; àpxiioTocTa n. pi.; lacci tesi. È assicurata una al verbo accadico saraqu (rubare, ‘ stehlen ’), arab.,
aspirazione iniziale (Pausan., p. 165 Erbse): dalla sir., etiop. srq, accad. satqu (rubato, * gestohlen ’).
base corrispondente ad accad. w atkàsu (m atkàsu: Ma, considerata l’originaria identità di xXé7CT0j (v.)
laccio, legame ‘ cordage, rope, bonds ’), sostantivo e KaXt!ì7UTto, risulta che sulla base originaria ha agito
di takSsu, ugar, ebr. takas (legare, ‘ to tie toge- l’idea che accompagna abitualmente ladro e tra
ther’), ròkes (legame, ‘ band’). fugamento, l’oscurità, il buio: accadico atapu,
&P(xa, -axo^ legno, cocchio. Viene ricondotto a etèpu, (‘ to beco me dark ’), ebraico *ereb (sera,
torto alla radice di àpaptffKto (v.); ma è da sum. ‘evening’); v. «rapio» rapisco. "ÀpTroia (arpia),
37
ÓlpjTlfl DIZIONAHIO GRECO
è demone della morte e delFombra; seconda com T7)[/a, oggetto agganciato, cercietto per orecchino, che sco
ponente, richiama accad. a^iàzu, ebr, àhaz prono una base corrispondente ad accad. satratum
(‘ to seize, to possess, to liold a person, to take: (serretu: fune, briglie, cavezza, ‘ lead-rope, lialter
a wife *) ; àpTrdt^w è calcato sulle basi corrispondenti ‘ Ziigel, Leitseil ’) : cfr, lat. sertum. Quella base
ad accad. Ijafàpu (essere lesto, ‘ to be early’), ha subito la contaminazione di altra corrispondente
l^arapu (tagliar via, ‘ to cut ’). ad accad. haràdu (connettere, congiungere, ‘ zu~
&p7Tyj, falcetto; in Omero “ uccello di ra sammenfugen ’) : della stessa base è àp-réiAcov vela.
pina Della voce trattò il Lewy {Die Semit. àpT€|jii(^<; sano e salvo, integro { I I , 5, 515; 7, 308);
Fremdw., p. 177) con soluzioni contraddittorie. tardo dcpTejiÉw, sono integro, in buona salute. Fu de
L’omerico fipTTV), uccello di rapina, ha come base la rivato da "ApTefiif;, ma in realtà se ne ignorò l’ori
voce corrispondente ad accad. àribu (ebr. *5réb, gine, che risulta da àp- prefisso intensivo (v. ^ipi-)
ar. giuàb), altra forma accadica bèrebu (‘ raven, con la componente che corrisponde al se
crow '); cfr. neoassiro harpu; feiarbu (‘ a b ird ’) che mitico: ugar. tm , ebr. tàm (integro, sano e salvo,
deriva dalle forme su citate. Analogamente *whole, perfect ' unversehrt, ganz '), tòm (in
“ falcetto ” richiama ad accad, ant. bab. ^jarbu tegrità, *integrity, soundness ’), arab. tam m a
(la parte del vomere che fende la terra, ‘ a special (essere sano).
kind o fp lo w '; CAD, 6, 97 b; ‘ Umbruchpàug àpTéEJitov, - 0V05 vela di artimone (N.T.), lat.
vS, 325 a), ma è da feafàpu (tagliare, *to cut ’). «artemòs» sorta di puleggia (Vitr.), v. àpTàcj.
àppaPcibv, -fòvo^ arra, caparra, garanzia', cfr. a p ri precisamente, ora appunto, in questo momento^
poco fa : il significato originario va colto in alcuni
lat. «arrabòfr > «rabo» arra; è in Antifane già nel
IV sec. Dopo aver ammesso la unanimità dei con composti omerici nei quali emerge il senso che ci
sensi sulla origine semitica, E. Masson sente scrupolo richiama a voci come àpràco, connetto, àpsxi] vtrtà, a
di aggiungere che M. Cohen, dopo avere esaminato lat, «ars/artis» che denotano Vessere adatto: il signi
le forme della voce in parola nelle varie lingue se ficato di recentemente, poco fa , ora, indica vicinanza
di tempo che ci lega ancora a qualche avvenimento,
mitiche, conclude che si tratta del solito « mot
la successione; così alcuni composti: SpTio<;, che
voyageur » di cui non si saprebbe scorgere la fonte.
si adatta, si incastra, connesso, aggiustato: tppsolv iEpria
Cerchiamo di sorprendere il viaggiatore quando
dire in cuore cose opportune (11., 14, 92; cfr. 5,
lascia la soglia di casa. Ass. etabu, ugar, 'rb (entrare :
326), àpTisTCTfji;, che sa connettere le parole {IL, 22 , 281),
come garante*, «thè root 'tb also has thè technical dcpTt(pptov lett, dalla mente adatta, intelligente, sensi
meaning: ‘ to cnter as a pledge'», Gordon, bile, àpxt^to, adatto, compongo, sistemo; àTcapri, pro
Gìossary, n. 1915), 'rbn (garante, *BUrge ’) ; accad.
priamente, esattamente. Il valore fondamentale è ac
erèbu (entrare): ass. erubbàtu (p i: garanzia, costare, ordinare: ebr. arah (‘ to set in order ’),
‘ pledge’), aram. *ambbà, 'èrabòn, arab. 'utbàn: accad. (w)arft (mettere, guidare, portare, ‘ to
egiz. *rb è anteriore al dominio persiano (J. Yoyot- lead, to bring \ cfr. ^épw) e itti, ebr., fen. et (in
te). È da notare come spesso la velare fricativa sieme, con, ‘ with \ ‘ zusammen ’) : gr. 2ti, lat. «et »,
non risulta in greco. L’indeuropeo era di là da venire. àpTog, -ov> pane. Dalla base sum. a t (maci
fipovjv, -evo? maschio: originariamente « il fi nare), cfr. baf (farina fme, macinare fmemente,
glio destinato a propagare il nome». Av. arhn~ ‘Feinmehl machen’); accad. atatfu (mugnaio).
(maschio). Ant. accad. ajatum , àrum (‘ young àpTÓto dispongo, ordino, preparo, v. ilp-ui.
m an’), cfr. w àm (màru figlio maschio, cittadino, &piS(ti attingo, att. àpÌTù>, àpuar^^ip àpùtatva broc--
‘ son, child'); cfr. accad. sufearu (‘ male child'). ca, àpuTì^p, coppa. La base originaria chiarisce -<r-
La seconda componente ha il significato orig. di e -T-: ebr. jaras, aram. jerèt (attingere, ‘ to take
“ nom e” : accad. sum > *sun, st. c. di Sumu away ’) ; cfr. accad. tasù (prendere) ; atù, w atùm ,
(nome, ‘ name, son '), ant. a. ted., anglos. sum ant. accad. w afa’um (recare, ‘ to bring ’). Il senso
(figlio). di ebr. )5f5 è “ versare ” (‘ werfen ‘ to shed
àpxàco alìaccb, lego. Viene accostato a às{po) water, to irrigate ’).
(con cnjv), lego, ma àpràoì richiama lat. artùs (v.), gr. ^PXAi "^3? principio, v. Se ne ignorò
dcpriS? congiunzione; cfr. dip0pov. ’ApTàw), corda, àp- l’etimologia.
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d iz io n a r io gkeco étojjicvo^
Spxw sono primo, comando; «px^;, i l capo, àp- à o 6 [jia respirazione difficile’, asma, dctdiÀCctvoj,
ysòo), sono primo, ócpxwv, primo in carica, ini-’ ansimo = etc. Si cercò di chiarirlo con la
zio, principio, 6pxa(xo;, capo, duce. ’ApxV), principio, base di àvejioi; come *àv-a9(jia. Il significato origi
richiama anche accad. arhu (inizio del tempo, ‘ first nario è difficoltà ; di respiro. Accad. astum (difficile,
of thè month, new moon mentre in fipxw (« mat- gravoso, ‘ hard, difflcult').
cher le premici ») è interferenza di basi corrispon ólci?, -£0 ? acqua torbida, fondiglio, melma: se ne
denti ad accad. aràhu (essere veloce, rapido, ‘ to ignorò l’origine. Accad. asù, eSù (torbido, confuso,
hasten, to hnrry ’) die ricalca la base corrispondente ‘ blurred, tangled ’) ; asù, esù (turbare, confondere,
ad accad. saràl)iu (sono a capo, sono signore, ‘ herr- detto di mare, *to trouble, to be or become blmred
lich sein v. gpxo[Jiai; agg. verb. sathum detto dì or dark: Tiwnat), asìtu, esitu (torbidume, confu
re (v. ‘ Konigen "vS, 1186). sione, ‘ blurring ’) : sanscr. dsita- (scuro).
fipwfjia pianta aromatica, spezie. Fu ritenuta di dc<iK€Aii^9 rijin ito ; testardo: vuv S’ àoxeXés^ xoX
origine sconosciuta. Ipotesi in Wood, « Class. iE6u(jioi, ora siete rijin iti e disanimati {Od., 10, 463);
Phil. », 21, 63 sgg. Mari arm annu, *arm à(n)u àoxeXéwc aUl jjieveaivéjxev, sempre, sconsideratamente,
(pianta aromatica, ‘ a tree and thè aromatic sub- essere adirato { I I , 19, 68). La base di àcjKeki^Q, rijinito
stance obtained from it ’); cfr. accad. ereSu (odore, fu a torto identificata con quella di OKéXXb) (v.);
fragranza, *smeli, scent, fragrance). La caduta di tenuto conto di à r intensivo, la voce semitica ori
-n- in armattu è fenomeno normale. ginaria corrisponde ad accad. sakalu (essere rifinito,
5 o a i, V. Savi, òtto.
ridotto a nulla, ‘ sich auf Éist nichts reduzieren ’),
&ad([jLivdo^ f., -ou grosso recipiente per bagnar^ sem. occid., eccetto Tetiop., ski, ebr. sàkdl (essere
visi, hagnatoio [Od., 10, 361), àoa(ji[v0ou5 èu^éora?
abortivo, infecondo, ‘ to be barren, to miscarry ’) ;
hagmtoi ben levigati [lì., 10,576);àpYopéa^ àaa{xtv0ou<;
con influsso semantico di sem.: accad. siqlu, ebr.
vasche d*argento [Od., 4, 128); stanza da bagno {Od.,
Seqel (peso, ‘ weight ’) ; il senso di sconsideratamente
3, 468). Il miceneo asamito, addotto da Chantraine,
mostra l’incrocio con la base semitica corrispondente
non ha alcuna testimonianza (Hemmerdinger), La
ad accad. saklu (folle, * toricht, schwerfàllig ’ vS,
proposta fetta da v. Blumenthal (I. F. 48, 59) del
1012).
sumero asam (grosso recipiente) è pertinente: si
àaxé<a lavoro con arte, incido, mi curo di,
tratta di sum. asam, anzam preceduti dal deter
minativo dug che denota vasi, in particolare creta; àoK{XT^<; che esercita. Accad. eséqu (incidere, di
in accadico assam m um , an^am m um (‘ a large segnare), ebr. l^àSaq to ha ve delight in.
vessel ’). Gli scavi di Knossos (Evans I, 580, III, àoKV]0é0(; con sinizesi in O d , 14,
385) rivelarono due vasche da bagno di argilla; ma 255): sano e salvo, indenne; senza difetti, detto di
la terminazione -w0oi;, che il Meillet {De quelques bestie da sacrificare (dial. arcad.). Viene accostato
emprunts ptobahles en grec et en latin, MSL 15, 1908- got. skapis (danno), irl. scathaim (paralizzare). Da
1909, 162) assegnava a base mediterranea, abbiamo negativo e la base semitica corrispondente a ebr.
assodato che corrisponde per lo più a terminazione sàhat (essere corrotto, danneggiato, ‘ to be spoi-
semitica simile a ugarit. -jt: cfr. Kópw6o? che risale led, to be corrupted, to be marred ’), incrociatasi
alla base semitica corrispondente a ugar. q tjt (città, con la base di accad. Saba^u (lacerare, scuoiare, * to
‘ Stadt ’), ebr. qeret, aram. qattà, arab. q a tja t, a tear off, to peel ’), aram, se^at (massacrare), ebr.
cui risale etr. Kurtun (Cortona) e punico Karihago. In Sàlhiat; cfr. (corruzione, ‘ corruption ’).
vece, la terminazione di denota àaKÓ?, -oO pelle, otre. Accostato, a torto, ad
il recipiente di terra cotta spalmato di sostanza che a.Ì, atkah (veste, involucro). Corrispondente a lat.
lo rendeva più impermeabile; cfr. accad. ìddù «vesica», gr. [^éay.o<;, pelle (Nic., fr. 119). Accad.
(bitume, ‘ crude bitumenrseemstohavebeenutilized w asku (masku: pelle, ‘ Haut, Fell’, vS, 627 b),
to make object and walls watertight *: CAD, s.v.). wa§katu (otre, ‘ Schwimmschlauch ’, ihid., 627 a).
S a p c o T o ? , V. o j3 é v v u p .i. originariamente che ha desiderio; che
élcr], noia, disgusto, dtoào, Dette si compiace, che ha piacere: Sé xev ào(xév9 efv) e
luogo a inconcludenti ricerche. Accad. (an per me sarebbe gradito {II,, 14, 108); Se xa l vuv (piiyev
noiare, ‘ to worry CAD, 6 , 146 sg.). iLcftzevo? èx Oavàroio, che si rallegra di essere ancora
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à o T c à ^ o fjia i DIZIONARIO GHECO
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d iz io n a iu o greco àxéw v
(abitante, ‘ iiiliabìtaiit *) e atalù (buio, oscuramento zante [ l i , 22, 418); àTaoOàX^ àvSpl èoiKa<;, mi senìbri
cbgli astri, eclissi, ‘ eclipse ’, ‘ Vei’finstermig ’), cfr. sprezzante. {Od,, 8 , 166); [j.évoi; «lèv àràcsGaXov,
andullum, andillu (ombra, copertura, difesa, ‘ co sempre violento è Vimpeto { l i , 13, 634) : dcTaoOdcXXoìv,
ver ’, ‘ Schirm ’) ; gr. eXStoXov, etrusco hinthial (es. che è insolente : ... vrX'/i^y) «TaaQàXXcov ... nessuno
kin th id Terasiaé: l’ombra di Tiresia), Tle, 330. mi latta violentemente {Od., 18, 56 sg.); Xi^Oet àT«a-
(Hom., Arch., etc.) sono inquieto, QcicXouo’, sfugge se commette fo llie (Od., 19, 88); diraa-
afflitto, sono in gran pena, ioii.-att.), 0aXt«i, cieco orgoglio'. à-v(x,aQ<xki'(](n\ ^’ko'^xo,per il cieco
forme a SiéxTaoi?: àayctKòbìv, intese come creazioni orgoglio perirono { I I , 4, 409) etc. Se ne ignorò l’ori
metriche (Chantraine). Si ipotizzò da un gine. Schwyzer {GL, 12, 1923 etc., Gr. gr. 1, 452,
che non può tollerare (Curtius). Da base semitica col n. 4) ipotizzò àfrat; GdcXXtùv, che fa fiorire dei mali)
rispondente ad accad. sa^àlu (pungere, dare fìtte, si è insistito sulla componente (la cui à- però è
‘ to pick, to stab, to pierce ’) ; à- è intensivo. lunga) e l’aggettivo *0(4Xo<; che è una zeppa insoste
&7rdAXb> allevo, salto su, à-uiTdcXXcù allevo, con nibile: dtTÓccjBaXoc è composto dalla base àta - di
-TI-; V. infisso accad. -ta- di senso mediale: v. lat. àxéwv (v.)eper 8 > st, con le componenti semitiche
«al5 », il cui significato originario è faccio venir su corrispondenti ad accad. sàtu, aram., ebr. Sùt (di
(v. «altus»): accad. alù, elù, ant. aram., arab. etc. sprezzare, allontanarsi con disprezzo, ‘ to treat
'li, 'lu, ebr, *ala (vado su, ‘ to go up ’), cfr. forme with contcmpt, to despise, to go about, to rove ’),
accad. di alù: ullu (levo su, faccio venir su, ‘ to e inoltre allùm (quello, altro, ‘ that, thè other’),
raise, to extoll ’), utellù (essere levato su, ‘ to be gr. 6ì1Xq<;, lat. «alius».
raised *) etc. ; à r é llo ) è calcato su àTcìpi^g letter. che non si volge, non si piega ; in
- 1^, -óv giovane, tenero, giovanile. Se flessibile, duro, detto del bronzo: «Teipi^f;
ne ignorò Torigine: ‘ Nicht sicher erklart ’: Frisk; {II., 5, 292); del cuore: atst toi vcpaStv} TcéXexui; &<;
è della stessa base di « vitulus » (v.). Accad. batìilu èoTtv àTfiip:f)(; {IL, 3, 60) il tuo cuore è sempre inflessibile
('yomig man, adolescent CAD, 2, 174): nota, in come scure etc. Se ne ignorò l’origine. Da à~ priva
greco, Tarmonia vocalica con assimilazione di tim tiva e la base semitica corrispondente ad accad. tàru
bro nelle sillabe iniziali; v. (piegarsi, volgersi, ‘ to turn, to turn around ’,
à^àp peraltro, del resto, sopra tutto, poi. Inteso a ‘ sich umwenden’; volgersi a qualcuno in senso
torto come àx- (lat. at (v.) e v.). Della di amore, favore, ‘ to turn to some one in thè mea-
stessa base di <5Tspo<;, £t6pq<; (v,), micen. altero, al ning of take compassion on, favour etc.), v. ebr.
lotropo di òì-rep, a parte, da, lontano da, Accad. atar tà ‘ai- (‘ to go round ’) etc. ; v. àTépajJivo?.
(st. c. di attu: restante, eccedente, ridondante, altro, àa:é^poj maltratto, privo, ledo, strazio, offendo-,
‘anderer, iiberschiissig, iibriger, aussergewobnlich’), {Od., 2, 90, 20, 294) al med. sono privo di, sono fr u
avverbio accad. atriS (specialmente, ‘ besonders \ strato { I I , 11, 705: à-reiipójxevof;, ;inVo). Se ne ignorò
*exceedingly ’). l’origine. Attraverso Teolico, con psilosi, la base
àrapT^ò?, à rp a n ò ^ f -oG sentiero, via. Si fa deri semirica corrisponde a ebr. ^atab, accad, featapu
vare dalla rad. *trap, *trep- (calpestare) con à - pro- (tagliare, ‘ to slaughter ’), feitpu (sacrificio, *a type
tetica. La “ir- della voce gr. ricalca una velare of sacrifice ’), aram., ebr. l^à^af (prendere, portar
occlusiva. Accad. dataggu, ebr. detek (via, ‘ Weg, via, ‘ to catch, to seize ’, ‘ wegreissen ’); al medio ri
Wegspuc ’) ; la è à- profetica. marca la base di accad. Ijatapu, aram., ebr. ^ t a f
àxapTYipó? intemperante, sfrenato, eccessivo: tale (portar via, sottrarre, ‘ to snatch away, to rob ’).
è il senso che emerge dai testi più antichi {Od., 2, éjirep senza. Il significato originario è: “ distinto
243; Hes., Theog, 610). Se ne ignorò l’origine. da, altro da ”, Accad. atar (eccedente ‘ uberschiis
Dalla base che ha il significato di eccesso : corrispon sig ’) della stessa base di STepo<;; in effetti si tratta di
dente ad accad. atni, wattu, st. c. watair, alar forma allotropa di àT<ip (v.).
(eccesso, ‘ excess ’) e la base corrispondente ad ac &Tépoc(i.vo^ non amabile, usato nel senso di duro,
cad. tatù (che eleva, che porta su, ‘ Aufhebender ’), inflessibile v. àxeipi)t; e ass. fèm anu (misericorde).
da tatù (elevare, ‘ hochheben *). dTétov sciagurato, che va alla cieca: { I I , 20,
&TàG6 aXo^ lett. : che eccede nel disprezzo, violento, 332): Poseidone commiscra Enea e gli chiede
scellerato : àvépa toCtov àxàcfOaXov, quest'uomo sprez «quale dio ti spinge sciagurato (àxéovTa) a combattere
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OCTYl DIZIONARIO GRECO
contro il superbo Achille?». Part. pres. di un verbo tripode tra le esalazioni che evaporavano dalla grande
che mostra il significato di àXào[i,ai, erto, sbando: fenditura; (xtijióc, (v. aÒT(x-/)) originariamente “ aria
ugar. »tw (andare, ‘ to go ’), cfr. ebr. ata (andare bruciante ”, è voce che deriva per anastrofe dalla base
via, venire, *to pass, to pass away, to come ’), corrispondente ad accad. ^jiawàtu (ardere, ‘ to bum,
aram. ’atà etc.; la voce greca ha subito l’influenza to be inflamed ’), l|jiam|,n (vampata, ‘ hot ’).
semantica della base semitica col significato di I^afìfu ótTpanTO? {àrpayilq) freccia, punta (Soph,, Ph.,
(male, ‘ cvil’), (sbagliare, ‘ to miss, to sin ’). 290, Tr.f 714): fuso. Vennero accostati: sanscr. tarku-
aTV), -Y)? accecamento, ottenebramento della mente, (conocchia) e lat. « torqueo » ma si notarono le dif
sciagura. Va connesso con dcàco (v). acceco, ottenebro ficoltà. Accad. tatù (girare, ‘ sich umwenden ’) ;
la mente', v. i vari passaggi nella poesia d’intonazione calcato su taràku (colpire, ‘ schlagen, klopfen ’) :
religiosa, in La reìigion grecque di Ed. des Places, Paris de- protetica; aram., neob. a (pron. dimostr., ‘ de-
1969, p. 368. Cfr. accad. atù (‘ doorkeeper ‘ Pfort- monstr. pron.; th a t’).
ner ’) nella espressione neobab. a.efseti (portiere -é? originariamente evidente: non
deir“ Inferno ”, ‘ thè doorkeeper of thè nether oscuro (cfr. quindi certo, vero, dcTpe)téa>,
World ‘ Pf. der Unterwelt ’) che chiarisce il va sono certo ; à.xpsxi}i; precìsa un numero (Od., 16,245) ;
lore di “ tenebra, accecamento ”, con incrocio di con i verbi di dire, fpAuoci, e lm i (Herod.) ; avver
basi corrispondenti a accad. (delitto, errore, bialmente; dcTpexéi;, in verità. Si ipotizzò à- privativo
danno, ‘ damage, crime, misdeed, punishment e la base di « torqueo », di i^rpanToq, sanscr. tarku'^,
CAD, 6 , 210 sg.; ‘ Siinde, Verlust ’, vS, 350 a); ac conocchia. È da à- privativo e la base comune
cad. \iàtu (terrore, errore, ‘ fear, panie ') ; cfr. all’ingl. dark (oscuro), ant. ingl. di cui si igno
featù: (colpire, ‘ to sm ite’), (colpevole, fu rò Torigine; accad. taraku (nel senso dello stativo;
nesto, delittuoso, ‘ wrong, portending evil, faulty ’), « è oscuro », ‘ist dunkel ’), tarku (oscuro, ‘ dunfcel ’).
cfr. ta tù : peccatore, ‘sinner’, ^>atù (commettere «TpOycTog che cinge la terra, avvolge la terra.
colpa, errore, ‘ siìndigen ’). Detto in particolare del mare; dell’etere (//., 17,
letter. vado altero, insolente, sono sprezzante. 425), della notte: fu reso con sterile e inteso derivato
Della stessa base di àréwv (v.) : la terminazione ri- da à- privativo e -rpuYào) (v.) ; ma il significato ori
cliiama la base semitica, corrispondente ad accad. ginario deriva da basi corrispondenti a un elemento
ezù, ezzu (minaccioso, feroce, ‘ fierce ’) ; nel senso di origine pronominale determinativo, come bab. <
di privo di: ugar, fct, ebr. hata (‘ to seize ’). aram. a (aga); col valore dì accad. sa- (quello,
-évoe servo, schiavo ~ (5ÓT[xevos (Archil,, ‘ that ’), e tàfu (girare attorno, ‘ to turn around
P. Oxyr. 1087, col. 2, 38; Call.,/r. 507, v. PfeifFer), con la base corrispondente a (v-)*
àT(Asvov oItov SouXixòv [i.ópov: &Tjj,Evo(;, penoso, da ótTTa padre, usato come vocativo : babbo, Eusta-
schiavo, con influenza analogica di Sfjitb? (v.): zio (Eustat., 777, 54) informa che si tratta di voce
àT[Jiéo>, sotto schiavo. Se ne ignorò l’origine. Occorre tessalica (1793,13) che è pertinente al linguaggio
per il greco richiamare il significato di irai;, <spuer di un giovane che parla con persona di riguardo;
servo : richiama accad. atm um (^atmuii, wat- ad es. di Telemaco con Eumeo, di Achille con Fe
m u, w atnu: giovane, ‘ young man: small, young nice. Si pensò che fosse base di sviluppo per
animai ’). (v.). Cfr. lat., got. atta, urr. attai-, elam. atta, itt. atta-
àTfjiós, -ou vapore caldo, originariam. “ aria bru (padre), plur. addu^. Sumero ad.da (padre, ‘ father
ciante”. Esiodo ha un hapax àrfxV, v. ant. a. ted. cfi:. per TràTrTro?, sum. pap «padre »), che è una voce
atum (soifio). Se ne ignorò l’origine. Fu richiamato, ipocoristica come rérra, caro [ I I , 4, 412): come
per negame ogni rapporto, sanscr. àtmdn (soffio, ani óJ-TTa detto da Telemaco al porcaro Eumeo (Od.,
ma), die è della stessa base di accad. atm ùm (voce 16, 31) e ikrzoL yepaié voci che si stenta a tradurre
profetica, sentenza, parola, ‘ speech, wording in babbo o padre : vecchio babbo, invece che con espres
omen texts ’) della stessa base di am àtum , awatum sione affettuosa mio, caro: come accad, attua « mio ».
(parola, oracolo, parola magica, ‘ spoken v/ord, ut- àx 6 ?Jo{jiai sono preso da spavento, sono colpito,
terance, magic word ') : occorre richiamare che nel sono atterrito, 6i|^iv àTu^Seti;, atterrito all*aspetto ( l i ,
più antico santuario oracolare greco, quello di Delfi, 6, 468), àToCo(xévr)v àjcoXéoGai, colpita da mortale an
la sacerdotessa pronunziava i suoi oracoli sedendo sul goscia { I I , 22, 474). Proposto da Benveniste itt.
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d iz io n a k io greco a Ù T Ò jjta x o ^
^atuki- (terribile), di incerta etimologia; 6Suooo(i,ai ' Hitze ’) da am am u (awawu: essere caldo),
da Goetze-Pedcrseii; àTÓCofJwxi, lasciano um m um u (scaldare, ‘ to beat’); con interferenza:
pensare ad accad. featu (terrore, ‘ fear ') ; ugar., di base accad. qawù, (qam ù: ardere, ‘ to b u m ’).
ebr. tiat: atterrito, ‘ terrified’) e la base di accad. aiSpa, -a ? brezza fresca che spira; dal fiume, dal
a^jazu (ebr. Sfyaz prendere, afferrare, ‘ to take, to mare. Il significato originario corrisponde al nostro
s e iz c c f r . accad. hàsu: scuotere) il cui sostan “ zefiro” : letteralmente “ vento di ponente” : ac
tivo è accad. ta^>5zu (la battaglia, ‘ figlit ’). cad. (leggi a-wumi) am urru (‘ west wind ’), aram,
a 6 d ’altra pam , invece; cfr. lat. «autem»; come àwm-jà.
preverbo esprime separazione, a parte: «ùx^Treiv • 0(5(31 rapidamente. In «ipipàTa?, che va veloce,
àvax^P®^'' (Hscli.); combinato con altre particelle. «5pi è glossato da Esichio con Tax^«<;. Si ipotizzò
Accad. ahù (che si trova a parte, estraneo, ‘ outsider un significato ‘ à l’aube ’ (Chautraine) e l’avverbio
‘ auf der Seite befmdlich ’) : cfr. seni, au, sir. au fu posto a base di aì5piov (v.). Corrisponde ad
(e, oppure). ant. accad. ar^jiig (‘ promptly, soon, without delay ’)
aÙYi^j -115 hagìiare; al pi. raggi Se ne ignorò in cui si nota, in rapporto ad aupi, l’afFievolirsi della
l’origine. Il significato originario è “ disco solare o laringale e l’esito a- > au : cfr. lat, « pausa », accad.
lunare, corona di luce, nimbo accad. aga’u, agù pasàl^u (riposare). Il verbo relativo ad atfciis è
(‘ disk: of tbe moon, corona, said o f thè sun, said atàfeu (‘ to hurry, to come quickly, to liasten ’).
of thè stars’; CAD, 1, 153 sg.). aOpiov domani, il giorno successivo. Viene a torto
aù5i^, voce, 5Ho«o, Ungua; aùSàco, dico ad connesso con e lit. aukà (alba), sanscr. usrd- (del
alta voce, grido, parlo; cfr. óSéco, celebro, canto, (SSt], mattino), che corrisponde ad accad. asù-ùri (il sor
fama. AòS'/), sono forme allotrope di AOt'/), gere del giorno), aurora. A(5piov, non da aSpi (v.), è
grido, àOTÌù3, mando un grido, sotto l'influsso di àeiSco accad. aljriin (‘ after ’) ; cfr. aifjirùm, a^ifàtu (‘ thè
(v.); V. aOw. future: days ’), lat. aas, con il suffisso caratteristico
V. 8?tKCo, degli avverbi accadici.
-fj? recinto, cortile, capanna, abitazione. àGxéciJ mando una voce, fo risonare, v. aiSw I.
«SXl?, stazione di pernottamento, accampamento, di a^rlK a subito, da aÙTÓc e la componente, pre
mora. Accad. àlu (recmto, stanziamento, villaggio, sente in -fivÉ^a; accad. -ka, -kam che aggiunge una
fortificazione, città, *circumvallation, estate, fort ’), determinazione locale o modale: es, am m aka (là);
ugar. “hi, ebr. *ohel, aram. ’ohola, fen. ’hl (tenda). annàka (qui), ajjaka (dove?), cfr. vS., Gr. der
-où tubo, condotto, fa u to ; olù}k(i)v, fossato, A kk. Gramm., § 133 b).
canate, valle. Ant. pruss. aulis (tibia), ant. si. uìica aÙTjJiVi soffio, alito {II., 9, 609), àUrfiifiv {Od., 11,
(vicolo). Accad. alallù, alù (tubo, condotto, ‘ pipe, 400), soffio caldo {Od., 16, 290; 9, 389), dalle basi di
conduit’, CAD, 1, 329; ‘ cine R o h re’, vS, 3 4a), a(Jw, emetto la voce, atìtó, accendo, con infisso -t*
Cfr. (zufolare, ‘ to pipe’, ibid., 6 , 34); (cfr. e tcóXk;), simile all’informante -t- del-
cfr, walilu (malilu, flauto, zampogna), l’accadico atm ù da am ù, awù (parlare, ‘ to argue
aSo^ (Hom.), a5o^ (att.) secco, aialvoì (Hom., in court ’), atm ù (parlare, discutere, ‘ to talk over,
ion.), aùaJvfco, dissecco, aiiavaic (Arist.), ccòcna[i6q to discuss’); cfr. lat. «flatus vocis»; v. à'ti^óq.
(Hipp.) disseccamento, aòavr^ (vóooi;, disseccamento, ttÓT<S8 iov originariamente « ipso dicto », in men
consunzioni; aCw ^epalvw Hdn., Gr., 2, 133); cfr. che non si dica; inteso subito, immediatamente', fu anti
d!:9aùw, dissecco (Aristoph,); aòaTTjpói;, secco, duro, camente inteso aÒT^i; -ri)!; ÓSoGèJvGóvra (cfr. Schol.
aòcTaXéo^, polveroso, squallido {Od., 19, 327), Ap. S. 48, 1; Hsch.); per la seconda componente
secchezza, siccità, aux^^éco, poi aùx[>.à<i), sono arido, è stato ipotizzato un tema * d iv - ritenuto affme a
inaridisco, sono secco, squallido, sudicio {Od., 24, 250: « dies » e a Zeni<; (v. Schulze, K l , Schr. 362) ; v. eti
aùXF-si<S xaxoic e sei sconciamente squallido) ; a^xt^'O" mologia di aÙTÓ<; e la base semitica che si può rap
p(5c, disseccato, arido, cfr. accad, ^aw aju (^amafu presentare con div- ma col significato di « dictum»:
ardere ‘ to bum, to be inflamed’); ^jùwutu Ihium- originaria forma di accad. dibbu, ebr. dlbba
mutu (ardere, ‘ to bum, to make glow ’) ; su^junutu (parola, discorso, ‘ speecli *talk ’).
(ardere, ‘ to bum, to set aglow^ ’J : ugar. aOTÓtAocTo^, -o? 0 - f i, “OV origin. che muove se
ebr. ^om , arab. cfr. accad. um m u (calore, stesso, che si muove da sé, aÒTO|xaTt^<d, opero da me;
43
aÌT<S(5 DIZIONARIO GRECO
intr. vengo su, nasco, aÙTo(i,«Tiajji,ói;, caso fortuito, (Chantraine). Corrisponde ad accad. awù, am ù (dare
azione che si produce da sé. Da aÙTÓ? (v.) c una voce voce, parlare, ‘ sprechen ’) ; àùTìQ, voce corrisponde
che fu ritenuta derivata dalla base di [LéwQ ; ad accad. aw àtum (parola, ‘ W ort ’), della cui base
invece aÙT0fJt,aTÌ^6i mostra che la seconda compo è gr. àÙTéci), mando una voce, originariamente un
nente corrisponde al semitico: accad. m atahu denominativo.
(muovere, levare : IV ; venir su, portarsi su, ‘ to re- aiSti), l i accendo, infiammo; aiSoj inaridisco. Fu,
move, to rise liigh ’), ugar. m th, aram., cbr. m atàh a torto, accostato lat. haurio e aut. isl. ausa (attingere).
(tendere, ‘ to stretch out ’), Ass. ewàwu (emàmu, sem. h m m : essere ar
oLÙTÓq, aÙT^, aÙTÓ proprio, in persona, da sé, dente, ‘ hciss sein ’) ; àwu (am m u : ardente, *heiss ’) ;
senza concorso di altri, il significato originario è che s.v. em m u; cfr. per analogia aì5a) (v.) “ dò voce,
sta a sé, singolo; 6 aÒTÓi;, il medesimo. Fu intuito il chiamo a gran voce, grido ” che fu, a torto, rite
rapporto con «3, d*ahra parte, che, come il latino nuto di origine onomatopeica, pur riconoscendo
« aut », di cui si ignorò l’origine, richiama la base « ricn ne se laisse préciser » (Chantraine) : da amù,
di accad. a^jù (die sta a Iato, ‘ outsider ’), a^u (parte, awù (dare voce).
lato, ' side ’), da cui derivano a^aè (individualmente, dttpap subito. Se ne ignorò l’origine: fu messo
‘ individually al^itu (parte a sé, ‘ outside, side ’) in rapporto con òtqjvw (v.). Il valore originario è
Tavv. ahìtamma (‘ aside ’) ; cfr. aòxófxaTo? (v.) in un batter d’ala: dalla stessa base di à<^ape^<;, pinna
che si muove da sé, per proprio conto. della femmina del tonno: accad. abtu, ebr. è-
aùxéo) mi vantOy vado orgoglioso, il significato ber, aram. ebra (ala, ‘ wing, pinion ’), ebr. àbàr
originario è: spargo la voce. Se ne ignorò l’origine: (volare, ‘ to fly u p ’); cfr. semitico: accad. sabàm
V. àuTéo>: dalla base awù (parlare: con enfasi, ‘ to (nel senso di svolazzare, affrettarsi, ‘ to flit, to move
speak, to argue in court, to talk over, ‘ sprechen '), quickly ’).
ritenuto un denominativo da awatu (parola, an àtpaupó? debole, fiacco, senza fi)rza. Se ne ignorò
nunzio, rumore, formula magica, ‘ spoken word, l’origine. È calcato su àfAaupó^ (v.); ma deriva
utterance, news, rumor, message ') e xéw (v.). da à- negativa e la base di accad. abru, ebr. abbìt,
aùxV> "évo? nuca, collo, a\ixhio(;, che concerne (forte, ‘ strong ’) : struttura originaria che si riscon
la nuca {Od. etc.}, rompo la nuca di una tra in à[;.aupó?, di^cile a vedersi, di cui si ignorò
vittim a: dò il colpo alla nuca; in una compo l’origine.
sizione, in eolico, di Teocrito (30, 28), sembrò ri àcpe>^v^?, -é? originariamente hen livellato, sem
sultare da etimologia popolare, da à[Acp[; non plice, disteso, misurato, non ampolloso: detto di stile;
ebbe una etimologia. Il significato originario è ac Aristoph., Equ.y 527 : Sià tSv à(^zXS>v tteSEmv
cennato da Dante: « dietro dalla coppa» e « la stella / [Gratino, che un giorno era passato fra grandi lodi]
che il sol vagheggia or da coppa or da ciglio » per e percorreva piane strade, dccpéXsta, semplicità, non ecce
indicare la nuca, (cfr. lat. « cuppa », ant. m. ted. kopf zionalità (Hipp., Aristoph., Poi.). L’etimologia di
(coppa, cranio), ted. K o p f (testa), cfr. lat. «testa» Persson {Beitrdge, 2, 797, n. 3) e di Pisani {Rend. Ist.
coccio e ital. “ testa ” , “ capo ” (v. ingl. skuU), ana Lomh. 73, 494) incontrò quasi unanime consenso:
logamente aòx'/)v corrisponde ad accad. agannu essa poggia sulla base di <peX?Leó? (v.) terreno sassoso,
(coppa, ‘ bowl ‘ Schale '), ugar., ebr., aram. aggàn, per il quale in ultima istanza fu ipotizzata una base
egiz. 'ìkti, itt. aganiiì-, un atitpTiv fu assegnato al- tenuto conto del suo tema, scopre
Teolico (Jo. Gramm.) ; 6([i.tpr]v oltre al possibile non un à- privativo, ma intensivo, un à- È^i-TaTi-
è dalla base corrispondente a egiz. hbti,t (con HÓv (v.) es. à-Tev ;^5 molto solido; la base semitica
la naturale caduta in greco di -t fmale), accad. ha il significato originario òìpiano, livellato, bilanciato,
:i>abantiatu, st. c. feiabanat (contenitore, ‘ a con (a) bilancia: ebr. pèlès (‘ a balance ’), pàlas (rendere
tainer *), accad. feabù (caraffa, ‘ju g ’), feubuntiu piano, appianare, livellare, ‘ to make level’).
(coppa, ‘a bow l’); per òi[jt,9 v)v è richiamo alla ini ólcpevo?, -ou(; abbondanza, ricchezza, à(pvei6<;,
ziale di à[ji,9 opeiI>5. àcpveói;, abbondante, fijrnito, ricco, sanscr. dpnas- (pos
aOto I dò voce, grido; à ^r^, voce, grido, denom.: sesso). Se ne ignorò Torigine. Calcato su accad.
àùTéo), lancio una voce, un grido, « Groupe expressif abnu (aban, st. c. : pietra preziosa, pietra quale
qui repose plus ou moins sur une onomatopée» elemento ponderale, ‘ precious colored stone, stone
44
PIZIONARIO GRECO óixv>pov
weight, weighing stone, counter’) : in óÌ9 evO(;, àcpveót; seized by asù-disease ’), ebr. àhaz, aram. ’ehiad,
si incrociano basi sena.: accad. *sawanu, sam nu arab. ’a^>ada, ant. sudar, etc.
(pienezza), ebr. sam èn (ricco, fertile, ‘ rich, fer “ou^ carico, peso, massa, v.
tile ’), sefa (abbondanza, ‘ abundance, plenty ’). gravato. Da influsso di *wal?du (uia’du), w addu
ót<pvo> subito, improvvisamente. Come per &cp«p, (maddu), femm. anche w a'attu (ma’attu, m a’assu:
improvvisamente, si pensò alla base di iStctco! È dalla pesante, ‘ heavy, m udi in quantity *), wa’dù (ma’dù:
base corrispondente ad accad. pànù (più presto, gran quantità, ‘ plenty, large quantity ’). Si noti
rapidamente); con à - intens.: calcata sul tipo di che senza il fenomeno di lettura w della m iniziale
accad. agana (‘ well now, now then originaria non si capisce neanche l’origine di « vic-
àcppó?, “o5 schiuma. Accostato ad a.i. abbrd^i tima» da <i:nacto»^(v.).
(‘ trìibes Wetter, Gewolk), lat. imher, che corri * AxiXAeti^ Achille. Il più grande eroe dei Greci
sponde ad accad. ibbam , im batu (nebbia, pioggio- Ila un nome pregreco, nel senso che si richiama
Una, ‘ Nebel, Nebelregen vS, 375 a) ; è da con alla preistoria della Hngua [greca: ricalco di accad.
nettersi con sum. am bar, accad. appàtu (acquitrino, aklu (st. c. akel: capo,), ma è sem. ahi (gente),
spiaggia, palude, ‘ Sum pf’, vS, 59). accad. alù (luogo) e lé’ù: v. paoi^e\i^.
à<pucYeTÓ$ (àtpóaYCTOs, Tyrannion), terriccio àX^'^S» “’io? nebbia. Lat. aquilus (nero;
che porta via il fiume, v. à<póaaw, cfr. aquila: lett. “ la nera”), aquile (il vento di tra
àcpìiaao), dcpòb) (cfr. Od., 14, 95 : montana); insostenibili richiami: viene richiamato
porto via, attingo; verso, aor.óicpuoaa e ■{^(puaa (Hom.,
anche ant. pruss. agio (pioggia). Accad. eklu (buio,
etc.); il fut. sigm. svela la base corrispondente ad oscuro, Munkel, f in s te r v S , 195 a; ‘ said o f thè
accad. abaku (portare via, prendere, introdurre sun, tlie day etc. CAD, 4, 64a); cfr. accad.ekélu:
etc., ‘ to bring along, to drive away ‘ wegfiìh- (essere oscuro, ‘ dunkel sein, werdeii ’, ar. Ibikl).
à x v t], “Tjs schiuma, scoria, pula; cfr. dtx'^pa, pi. di
ren ’; nel senso dì capovolgere, versare, ‘ to turn
upside down ’), aram. hefak, arab. ’afaka, ebr. ^cxupov, pula, loppa. Accad. ha^^ù I, fea^feu I (scoria,
schiuma, bava, mucillagine, spurgo, ‘ Schlacke,
hafak (capovolgere, girare, ‘ to turn over ’ ; cfr.
Sclileim, Auswurf’, vS, 308), (spurgare,
accad. tabaku versare, ‘ vergicssen’) con attenua
sputare, *ausspeien ’) ; cfr. sum. ufe (saliva, sputo,
zione e dileguo della velare occlusiva k > ^ >
‘ Speichel ’) ; àx'ipov corrisponde a sum. a^illjiur
zero in à 9 Ócù; cfr. à^tioveT^oi;: letter. terra che trascina,
(schiuma, Wasserscliaum ’), semanticamente evo
versa il fium e: v. Per u > a cfr.
luto a “ scoria ” quindi “ paglia, loppa ”.
*Ax€Awo?, -ou Acheìoo, v. Idronim i, voi, I.
òlxvujxai mi affliggo, sono dolente, v.
àxfì'^ -?jvo5 povero: iixrivsq' xevot, ^Xof^at» ó^xvujjiai sono afflitto, mi addoloro;
TiTWXot (Hsch.); ^ij^àvco' (Suida); à-/7ivi<x afflizione, al quale fu accostato got. agis, anglos, ege
privazione (Aesch., Ar.) fu accostato a Kx«p deside (timore). In area semitica ebr. jàga', arab. wagi,
rio, txavdcto (v.) desidero; cfr. accad. akùm (povero, (essere dolente, essere afflitto, ‘to be grieved, to be
‘ poor’) ma (<*àox'/)v) deriva dalla base di afflicted ’) : accad. egù (‘ ermuden, nachlàssig sein
accad. m askènu (waSkéiiu : Ìtal. meschino), vS, 191 a), semanticamente affmi alla base cor
ant. amorit. m aska’enun», aram. meskénà, arab. rispondente ad accad. bakù (gemere, dolersi, pian
m iskìn (povero, ‘ poor, destitute ’) : v. TipooKUvéto. gere, *to wail, to mourn, to cry, to shed tears ’),
il significato originario è “ sono pos bakkà’u (‘professional mourner, wailer’): i^xw^at
seduto ”, “ sono preso ”, quindi sono afflitto, sono ha subito l’interferenza della base che si ritrova in
carico, V . 6tx6o<; peso: origin. : “ quello che può essere lat. ango, anxius, angor: accad. Ijanàqu (angere,
preso ”, àvSp«x9^<; che un uomo può prendere, soste ‘ to constrict, to compress, to strangle’), ^yanqu
nere, SutraxOT?)*; che si sostiene male etc. La forma pas (‘ strangled ’).
siva di presuppone una forma col valore ^XPi» accad. a^jù (vicino):
di prendo, sostengo: il semitico ®hd, accad. a!(iàzu allotropo di txéxpi<;: è solo da ricliiamare che in
(prendere su, afferrare, occupare, ‘ to seize, to hold, principio di parola la m - veniva dagli Assiri pro
to take over: mercliandise, said of dìsease: §umma nunziata W", che fini col non essere più sentita.
amèlu qaqqassu asà a-^ji-iz: if a man’s head is "oy pl> ^X^P“ * loppa, pula, v. &xvil"
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DIZIONARIO GIIECO
&il> originariamente “ daccapo, dalla cima ", in «Etópoi e étxoiXou II significato, ritenuto oscuro, è
dietro: si sarà riferito airaratore che torna sulla sua solidi, vigorosi. Accad. abàtu < habaru < kabàru
traccia: daccapo, cfr. avverbio accad. appis: da appu, (essere saldo, sodo, grosso, vigoroso, ‘ to become
ebr. af (naso, punta, traccia, *nose, face, tip, end, thick, strong ’), abru, ebr. ’abb it (forte, ‘ strong ’),
spur of land, causeway ’). abàtu (forza, ‘ strength’: Nergal, divinità ctonia,
àco (ep. inf. à[xevoci, fut. &au>, inf. aor. £oai): Nimurta, sono detti bel abari (dotato di forza,
imi) sazio ; (Kov) (v.) nel senso di cruccio, tormento mo ' endowed vnth strength ').
sonno, v.
stra che vi è incrocio di due basi diverse: per àoai,
di cui si ignorò Torigine, il Palmer (« Spraclie », do)Téo> { l i , 10, 159: Tcàvvuxov Óttvov àwTeìi;:
cfr. Od., 10,548) passo la notte, dormo (Simon. 543 P).
5, 1959, 131-136) pone la base *as- “ ingrassare ”,
Se ne ignorò l’origine: tentativi e ipotesi inconsi
evocando itt, gerogl. hasas “ sazietà ” ; fu osservato
stenti: della base di accad. biatum , m.b. batu,
che considerando àaai, come aor. radicale, egli non ass. biàdu, ugar. bt, arab, bata (pernottare, pas
chiarisce la presenza di s intervocalica. "Aw, al quale sare la notte, ‘ to spend thè night, to stay overnight ’) ;
si dette giustamente una base sa-, S 9 -, ha origini denominativo : accad. b itu (casa, *house, dwelling
remote, da base corrispondente ad accad. sabum place ’), cfr. badu (sera, ‘ evening ’).
(sebùm: essere sazio, saziarsi), sem. sb‘ fsatt werden, tìtOTov n., tìwTos bioccolo di lana, treccia lanosa,
sich sattigen’), sèbum (‘ sich sattigen’); sabùm uello {Od., I, 443; H., 13, 599), tessuto (di lino. I I ,
è: passato attraverso un regolare *sawùm con evo 9, 661); parte superiore, Jior fiore, vanto, glorid: cro-
luzione di b > w ; in greco è caduta la S- origi yX(t>ocnf]s à. Jl significato originario è
naria: *awft, parte superiore: tenuto conto del dileguo in greco
àcopoi epiteto omerico per i piedi di Scylla di - 1- originaria accadica (cfr. aw[xa, a«c), óEwtov
{Od., 12, 89): ttóSsg etat StiSexa TràvTei; ficopot, piedi risulta da basi come accad. a(l)Stum, elàtu (parti
ha dodici e tutti abili all'offesa. Gli scoHi oscillano tra superiori, ‘ upper part ’) : da alù, elù (alto).
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pàljo) parlo, dico, aor. base originaria è palTìT], -»)? tenda, tenda di pelle, veste di pelle.
quella corrispondente ad accad. pS’um , pà^um Accad. bétu, ebr. bajlt (tenda, casa, ‘ hut, tent,
(bocca, parola, ordine, ‘ Mund, Aussage, W o rt’) house ‘ Zimmer, Raum, Haus ’).
seguito da un verbo come Sakanu, epèsu; pà-sa pàKYjAo? effeminato (Antiph., 113, Men,, 477);
ein Gerede machen ’), v. lat. « bucca », eunuco al servizio di Cibele (Lue. Eun., 8): gr.
-e ia, -ó profondo, esteso', p£v9o(;, fondo; àTÒcXó?, giovane delicato: v. lat. «vitellus»; ma pà-
lat. «fons » “ fonte, corso d’acqua scaturente ’ \puteus xTjXo? ha il significato originario di germoglio: cioè
(pozzo). Non se ne ciliari l’origine. BaOù? corri di « virga », v. « virgo »; ed è della stessa base di lat.
sponde all’agg. verb. accad. patù (scavato, aperto, « baculimi», gr. (JàxXov: accad, baqalu (germogliare,
‘ offenstehend, geoflhet ’) ma presuppone un in ‘ to sprout ’), baqlu (germogliato, ‘ sprouted ’),
crocio tra la base di pévtì-o<;, corrispondente ad accad. ugar. bql (‘ sprout, spring ’), Gordon, Glossar,
bétu, sem. bait (area, fondo, cripta, ‘ area, plot ’) n. 501), siriaco buqlà (‘ Spross ’).
e la base corrispondente ad accad. patù, petù (slar (3aicdv, V. po(KTY]pta.
gare, scavare una cavità, ‘ offiien: Raume, Grube, paxT»)pla verga: segno del potere, bastone,
Grab, Fundament, Wasserlaufe, Brunnen ’) ; cfr. Tpov etc. Viene fatto ricorso a p«xóv tcsctóv, Kp5]Te^
accad. p5tu, pattu (fonte, canale, ‘ Kanal ’) corri (Hsch.) che forse è da intendere Tcsaoóv (v. etim. di
spondente a lat, « fons/fontis », di cui si è ignorata si- neoaó^ da base col significato di fare a pezzi)-,
hora Torigine; cfr. accad. paju (riva, margine, PanTTjpta verga è da base col significato di tagliare,
‘ R and’); della stessa base di patù (spalancare) è fare a pe zzi: ugarit. bq* (tagliare, ‘ to split ’), aram.
accad. puttù (spalancato, aperto; ‘ geoffhet: v. Was- beqa', ebr. bàqa (fendere, tagliare, ‘ to cleave, to
ser'), p itu (apertura, ‘Òffiiung’). Anche d i« p u - split Ni *to be cloven, to be broken cfr. ac
teus» si ignorò l’origine, riannodata spesso a irl. cad. baqawu (baqàm u: svellere, sfrondare, ra
puUet britt. putte (« cunnus putta », meretrice) : sare, tosare, ‘ to pluck, to tear out hair, to pulì up
puteus è corrispondente ad accad, puttù geofBiet ’) plants ’) ; interferenza di base semitica corrispon
come aggettivo verb, sostantivato. dente ad accad. *bàfeiu, bà’u (andare, ‘ to walk
j3atv€»> vengo, vado: v. lat. venio, Si Bi rinvio along ’),
a i.e. a.i. jig à tì (‘ er geht ’). Calcato su base pàKTpov, -ou bastone, bacchetta, v. baculum.
corrispondente a accad. panù, ant. ass. pana’um B duxo;, -ou nome di Dioniso; adoratore di
tard. bab. penù (andare, avanzare, ‘ vorangehen, Bacco, persona ispirata, il mistico di Bacco; pàxx"»},
sich wenden an ’) : è accad. bà’um in (ugar, ba, baccante. Il Wilamowitz (cfi:. l’aggett. lid. Baki-^
ebr. bò’, ar. bà’a, etiop. bo’a: venire, entrare, valis) Ila supposto una origine lidia. La voce greca
*kommen ’ ‘ to go througb, to come, to meet ’), corrisponde al lat, Maccus, voce osca: il Maccus
e la prep. in (in, ‘ in, auf: Weg ’). neU’Atellana deve avere rappresentato la parte
potió$, “à . “óv sottile, piccolo, scarso. Si ignorò del pazzerellone e il significato originario ci è con
ogni possibile rapporto. Accad. bafeù (sottile, servato dal logudorese makku (folle): anche tutti
‘ thin *, scarso, magro, ‘ diinn, mager ’), cfr. i protagonisti di Aristo&ne sono dei puri folli:
ba^ù (essere scarso, magro, sottile, ‘ dunn, mager Diceopoli negli Aramesi, che conclude, da solo, la
sein ‘ to be scarce ’), pace separata con Sparta; Demo, nei Cavalieri, il
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^aXavEiov DIZIONARIO GRECO
veccliio rimbambito che vuol rappresentare il po b'I, ar, b a i signore, ‘ lord ') e ebr, Samajim, ar.
polo ateniese; Socrate, l’acchiappanuvole nelle... N u sam à’, accad. sam ù (cielo, ‘ sky ’).
vole, Filocleone nei Calabroni, il vecchio cliasta pàvauao^, -ou artigiano, operaio, meccanico)
impazzito ; Trigeo nella Pace, che pensa di salire al talora come agg.: da operaio, da meccanico, volgare,
cielo per portare in terra la Pace etc. Per maccus rozzo; tò p. la classe degli operai (Arist.). Si fece de
non meriterebbe neppure un cenno l’accostamento rivare da ^oLwo<;, forno, ma questo è termine recente;
a maJa « mascella » che presuppone Apuleio (De pàvauaoc deriva da base semitica: accad. banù,
Mag., 325, 30). La m- di maccus, che corrisponde fenicio bnj, aram. bena, ebr. banàh (operare, fog
alla p di pdcxxoi;, presuppone una fase pili antica: giare, costruire, ‘ to fonn, to build, to do, to make ’) ;
accad. m ahhu (‘ Ekstatiker \ ‘ Prophet della base il suffisso corrisponde airoriginario pron. anaforico :
di accad. m ahù (essere frenetico, ‘ to be frenzied '} ; accad. su [questo, v. von Soden, Grundriss, § 416) o,
cfr. Mit. bab. w > neobab. b; cfr. accad. comiuique, pronome dimostrativo che si pospone
(‘ exalted’); v. ’'Iaxxo?- (A. Pinet, Vaccadien des lettres de M ari, Brux., 1956,
po5iaveiov, -oo bagno. Lat. haìineum (bagno), p. 38); qui con senso di determinativo.
halneum, a torto ritenuto derivato dal greco. Si pdiTiTcu bagno, immergo', ì^ol(^ì \, immersione, fem-
pensa ai “ lavacri ” degli dei nei fiumi, nei rituali pera', alle origini si svelano due basi che rendono il
festivi. Sum. bai (versare, spruzzare, ‘ ausgiessen ’), significato di “ scendo nel fium e": accad. b a u (‘to
accad. balalu (spruzzare, ‘ besprengen ’, vS, 97). come in ’) e pattu (* canal ’); cfr. immergo,
C£r. ebr. baiai (scorrere, ‘ to flow ’), aram. bai battezzo.
(‘ befeuchten ’), ar. balla (‘ befeuchten ') etc. Il pdtpaOpovj “ou baratro, profondità. Fu accostato
lat. haìineum, cliiarisce lorigine dalla base bal- a Popà, cibo etc. Béps6pov, péOpov sono della stessa
(bagnare) e quella corrispondente ad accad. ìnu, base: -k- (-e-) corrisponde ad un originario -u-
ènu, sem. 'ain (fiume, ‘ river ’). per il fenomeno di interscambio u e a nel semitico
p(4Àavo^, -ou ghianda. Arm. kalin (ghianda), di nord-ovest, nel secondo millennio a. C. : es. ac
ht. gilè (ghianda), lat. « glans », galla. La p- iniziale cad. siimuna, sam um (‘ nam e’), neobab. s^mu
da influsso di accad. ba’àlu (grande) ; aliami (cfr. Moscati-Spitaler, UllendorfF, v.S., A n intro-
duction etc., 8 , 73, p, 48) : la base originaria cor
(quercia, ghianda, ‘ Biche ’), ebr, allòn,
risponde ad accad. bùtum , berum (fosso profondo,
dio voglia, v. poOXotJiaL
profondità, ‘ pit, hole, pond, waterliole’), plur.
pàXAw getto, lancio, colpisco, percuoto ; péXoi;, arma
bùfàtu; cfr. ass. bum (fame, ‘ starvation’).
da getto. Il rimando al sanscr. galati (gocciolare) è
pàppapo§, -ou straniero. A.i. barbara^ (inteso
improduttivo. BéXo; corrisponde ad accad, be-le
balbuziente e indicante popoli straiiieri); lat. bar~
(armi, ‘ Schlachtgerat ') = tillu, cfr. are. -SéXXw) ;
harus. Viene accostato a lat. « balbus, babulus &(bal
pàXXù) è sum, bai (battere, rompere, spezzare, buziente) come parola onomatopeica. Corrisponde a
‘ schlagen, durchbrcchen '), cfr. sum. bai (scture), sum, bat-bar-ra (straniero, ‘ frem d'); base è sum.
cfi. ebr. baiai (spruzzare), accad, balàlu ; palaqu bar (“ che si trova accanto, confinante” : ‘ auf der
(colpire, ‘ erschlagen ’), cfr, gr. TCéXenu^. ^ Seite befmdlich’, cfi:. sum. bar: ‘ Seite’).
pàXoatAov olio fragrante, balsamo (Arist. fr. 110 ; pàppiTo^, -ou eoi. pàpfji,i,TO(;, lira. Fu ritenuta
Theophr., Hist. plant. 9, 4, 1), halsamino (Theophr., voce di origine non greca (Strab. 10,3,17). Steingass
9, 6 , 1), Baìsamodendron Opohalsamum, il balsamo (170, 1; A. Christensen, L'Iran sous les Sassanides,
della Mecca o balsamo di Giudea, che si ricava da Copenliagen, 1944, 484) ha richiamato il persiano
un albero delle burseracee in Arabia ; questa oleore barbut, che Hemmerdinger ritiene ‘ étymologie
sina ebbe uso liturgico, in unione con lolio per la excellente *. Ora la voce greca è di antica tradizione
consacrazione nel crisma sacro, con cui si ammini ellenica, ma è dì origine semitica e significa origina
strano i sacramenti. Perciò l’etimologia da ebr. riamente tetracordo : ha la stessa base di arpa, la cui
bàsàm , arabo basàm (l'albero del balsamo) non assurda etimologia data da Venanzio Fortunato (da
coglie il valore sacro e rituale deiroleoresina, il bal german. harpa: uncino) passa ancora per giusta:
samo di Giudea, il cui nome halsamon, di tipo po è invece corrispondente ad accad. atba u (quattro,
polare, significò signore del cielo: ebr. ba'al, fen. ‘v ier’), femm. atbattu: pap- calcato su la base di
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PIZIONAKIO GRECO p a a tra p l^
(pópixty^ (v-) : cfr- baf ìm (corda, ‘ Sclmur ’) ; -na che indica “ pietra” ; la caduta in greco di - 1-
cfr. accad. sabìtu (arpa a sette corde), sissatu (arpa originaria in sillaba chiusa e in fine di parola è
a sei corde), esìrtu (arpa a dieci corde) che derivano normale (v. awjjia, < accad. salmu, salm a; ^bodily
da accad. sebe, sebet (sette), Sesset, sis§et (sei), shape, statue oàoi;, cw^, lat. «salvus», accad. salm u
e§tu, esiitu (dieci), v. F. W. Galpin {The Music *salwu; ‘ intact, whole w e l l ‘ lieil, gesund’).
of thè Sutnerians and their immediate successors thè Va aggiunto che baslu, pi. femm. baSlàte col senso
Babylonians and Assyrians, Cambr., 1937). di ‘ burnt: gypsum, fused glass ’ ha dato basaltes:
1. papi 5 proprietà, abitazione fortificata, fo rtiliz io “ basalto che è roccia vulcanica, di tipo effusivo
(LXX) : "ktysxai pScpn; ^ olxta ài; IIo(je(SiTcn:o(; «al ■?) recente; cfr. pasallum (lega di oro).
oovoDtta <bi; "B^opo? (St. Byz.). Se ne ignorò rori- paoiXciis, -éw<;, cipr. -fjfo? re. Termine più
gine. Accad. baritu (area sbarrata, territorio, ‘ pro- recente di (v,). Fu identificato col micen.
perty, terrain surrounded by water ’), bìrìtu; biftu qasireu che corrisponde ad accad, kassu-te’ù: ac
(castello, fortilizio, *citadel, castle, fort, land pro- cad. kassu (potente, * mighty, strong ’), cfr. kal§u
tected by fortified outposts aroimd a city ’). o qaSsu (‘ a high officiai in Anatolia ’; b it kassi :
2. pSpi?, -1805 barca, zattera, battello, utilizzato ‘ office of thè kasau-official ’), e accad. re u (coman
in Egitto (Aesch., Herod.), paptp«<; (Soph., fr. 517) dante, capo, * ruler, leader, shepherd ’) che ha il si
navigante, marinario. Ugarit. b t (* a kind of naval gnificato di pastore, secondo la formula epica di
vessel ’, Gordon, Glossar, n. 506), ncoegiziano « pastore di popoli », ricalco di base corrispondente
b (y)r (battello usato per mare o trasporto); dalla a accad. gasaru (essere molto potente, signoreggiare
base semitica corrispondente a ebr. baré“^ (che su tutti, ‘ to become all powerful ’), gaSm (‘ strong ’)•
scorre agile, celere, ‘ sw ift’), da bàrnl^ (scorrere Ma pacTiXeii^ mostra di essere stato ricalcato su basi
agile, trascorrere, ‘ to run away, to cscape, to go corrispondenti ad accadico bàsiu-lè’ù (die è si
througb, to drive away ’), v. lat. « barca ». gnore) : accadico bàsiu, basù (‘ available, remain-
Papiìvbi aggravo, v. (3otpi5s. ing ’), accadico basù (essere, essere in evidenza,
papti?, -e ia , -ii carico, grave, profondo, pesante, ‘ to be in evidence, to occur ’), ibassi (* it is cer-
lat. gravis (v.), pdtpo?, carico, pesantezza, pap^vco, tainly’) e lé’u (abile, capace, detto di re, ‘ able,
aggravo, PptOco carico, Bapù^ alle origini ha subito capable, skilled: said o fk in g ’): ciò presuppone una
l’interferenza semantica di una base come accad. elezione e valutazione di merito.
babatu, forma allotropa di accad. kabàtu (essere Paoaaptg, -l 8 o^ baccante, Anacr.; cfr. (5aa-
pesante, *to become heavy, thick, strong *), kab-' adpa, baccante, volpe, cortigiana, poco-oapétó, celebro it
bairu (pesante, grasso, ‘ heavy, thick, fat ’) ; tenuto rito bacchico, paacrapeiii;, attributo di Dioniso. La voce
conto di m > b; accad, inarù, ebr. b5fì (grasso, originaria richiama al rito bacchico dello sbrana
‘fàttened’), ugar. m t’i; il lat. «gravis» dipende da mento e, nella trasparenza del simbolo, scorgiamo
base diversa col significato di “ pieno completo ” ; Dioniso Zagreo: nella pigiatura dell’uva, dei grap
accad. gawwam, gam m atu (* full poli lacerati, le membra del dio e già nella battitura
pàaavo^, •’OV pietra di paragone per saggiare Voro. del grano. Accad. basafu (sbranare, lacerare, ‘ to tear
Fu ritenuto da egiz, b a b au e K. Sethe giustifiche off’, CAD, 2,134), ebr. ba§ar (vendemmiare, ‘ Wein-
rebbe egiz, ^ > jf: Hemmerdinger replica che tale lese halten’, vS, 110b; aram,: “ fare a pezzi, ta
corrispondenza non è giustificabile airepoca in cui è gliare”, ‘ abschneiden’), Gli esempi fomiti dall’ac
testimoniata la voce in greco; perciò vieiae riesu- cad. si riferiscono anche a cani che “dilacerano, sbra
mata l'etimologia di Th. Benfey {Griechisches W ur- nano” : [3«aa<jtpa, come denominazione della “ vol
zetlexikon, II, Ber, 1842, 62) e di F. Bopp {Glos- pe ” (a Cirene, secondo Esichio, paaoàpa “ volpe ”) :
sarium Sanscritum, Ber. 1847, 216) : pàciavot; < pracr. cortigiana, si diiarisce col valore di “ sbranatrice ” ,
pasài^a « pietra ». Ma occorre affermare che (basai- dissipatrice: per “ cortigiana” , cfir, Catullo, 58, 5:
tes) hasanites (Plin., Isid.), ^oiaocvlrric; sono forme <( glubit magnanimos Remi nepotes », ma p«oaap(c
che si richiamano alla stessa base baS(l)a-na: baSlu “ baccante ”, pa<r(japsó?, attributo di Dioniso riten
(nel senso di “ raffinato, fuso” : detto di metallo nero infine il valore documentato daH’ebraico
prezioso, ‘ melted, refmed: precious metals’), agg. basar (vendemmiare^ ‘ to gatlier grapes, to cut
verb. di basala, pasalu e il determinativo sumero off').
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P a o T à ^ to DIZIONARIO GRECO
PaaTd^o) sostengot reggo; reco, tengo tra mano, (pane, ‘ bread ’) con la normale caduta in greco
porto con forza'. Siau^ov eloetSov ... Xaav paordc^oVTa della - 1- originaria finale (v. owjxa); per m >
7teX(jjpto\> d((/,cpoT£pY]ctv {Od., 11, 593 sgg.) Sisifo b, di màkalu, cfr. accad. am ilu, abilu: la voce
v id i... che reggeva sulle due braccia un gigantesco masso; fu ridimensionata su una base corrispondente
èirel [iiya tó^ov èpàoTwcE {Od., 21, 405) dopo che ad accad. bahru il nostro “ calda-calda ” (‘ Gar-
ebbe sollevato il grande arco, fardello, pacr- gekochtes *, *a hot dish ’) una specie di “ pane
TctTf}], trasporto. Furono accostati lat. « bastum » (v.) biscottato **.
«basterna». Se ne ignorò l’origine. Il significato BcXXepo<póvxy]?, v. I l mondo del divino e degii
originario richiama quello di <pépct> (v.), ma (3aa- eroi, voi. I.
Tà!^co, con un tema del presente in -dct^oj e con un péXo?, -eo<^ arma da getto, v. pdiXAw.
tema verbale pocoraY- mostra di essere composto da PcXttCojv, péXTTLOv migliore. Omer, péXxepo<;.
basi semitiche corrispondenti ad accad. bàstu (nel Seiler [Steigerungsformen, 91 sqq.) pose un presunto
senso di vigore, forza vitale, ‘ Lebenskraft ’) e a(>a55u, *j3eXT0<; “ desiderato” ; si preferì però richiamare
semit. (prendere, ‘ nehmen '). peX-, sanscr. bdla (forza), in débilis: per cui cfr.
pàToXo?, “oo cinedo. Se ne ignorò rorigine. accad. balju (pieno di vita, vivace, attivo, ‘ alive,
Ha la stessa origine di (XTaXó; (v.) giovine, tenero'. healthy, sparkling, raw '), aggettivo di balàfu (vita,
accad. batulu (‘ young man, adolescent ’). forza, ‘ life vigour ’) ; ma PsXtÌmv richiama accad.
pAxo^, £ rovo, spino: accad. bataqu (pungere, ba’alu (‘ to be important, to be in force ’), ba ulu
‘ to pierce’), ebr. bata (picco); idea di siepe: ac (importante, grande, ‘ important, great ’) ; bélu
cad. battu (margine, limite, ‘ side, surroundings ’). (essere superiore, ‘ to be in authority, to Ixave
pàTpaxo?, m, rana. Se ne ignorò rorigine. power ’), bélu (dominatore, signore, ‘ ruler ’),
Cfr. 9 piivY], rospo. Esichio attesta [ìiip^aKoq’ jìà'vpaxo? bèltu (dominatrice), belùtu (dominio),
ritenuto oscuro dai lessicologi, ma che è rivelatore. pév&og, -ou$ fondo, v. po9’ó?.
Della stessa base di ^ó^'po?, stagno, bacino, fossa, di PrjXóg, -oG soglia; dor., ^oXó?: viene, a torto,
cui si ignorò l'origine; pó^po? ha subito la metatesi connesso con patvw (v,); in Om. è propriamente
di tipo popolare, dalla base di accad. burtu (‘ well, soglia del cielo, poi significherà anche semplicemente
waterhole’): il 0 in corrispondenza deiroriginario “ cielo ” (Leumaim, Homerische Worter, 33) : la voce
t richiama i frequenti casi analoghi in cui in acca- è calcata sulla base corrispondente ad accad. bèlu
dico stesso t si sonorizza in jd, specie dopo le sonore, (‘ as a divine name ’) nel senso di be-el samè
dopo m, n; pdcxpaxoc (PiipS'axoi;) designa la rana “ dio del cielo Il senso generico di p>)Xói;, soglia
come la bestiola che vive “ ai margini degli stagni ” h in accad. abullu (porta, ‘ entrance gate of a build
e scopre basi corrispondenti ad accad. buftu (stagno, ing ..., of cosmic regions’ ...); cfr. bàb-ili (soglia
‘ well, cistern, waterhole plur. bùràtu) e a^>u o porta di dio) che è il nome di Babele.
(‘ bank of canal, river ’) ; il lat. rana (c£r. ebr. f3tian pij|jLa, -«Tog, pafxa dor.: rialzo, altare, passo;
(gridare): accad. butani, plur. di bìiru sinonimo (v.) (altare, piedistallo). È stata confusa, con
di bwrtu. La componente fmale di p^Tpax©; sarà la radice di |3atvo>, l’origine di una voce antichis
sentita come segno di una base col valore di sima del linguaggio rituale: accad. bàm tu (altura,
paOvo?, paovò$ fornello, termine relativamente * AnJiohe, Hang ’), ebr. bàm à’ (‘ elevatìon, tomb-
tardo (Eratosth., Max. Tyr.); glossato xuTpÓ7roi)i;^r- hill, height destined fot uniawful worship ’).
nello (Poli., 10,100; Hsch.): paóvy)’ xàfAivo; (Hsch.); Ptqx^s tosse: origin. soffocamento, restrin
PauvoG, che ha lafformante di (voce dalla gimento. Fu semplicisticamente ritenuto onomato
base corrispondente ad accad. kam ù, qam ù: ar peico. Accad, pìqu, pàqu (soffocamento, restrin
dere, ‘ verbrennen '), deriva dalla base semitica gimento, oppressione, ‘ als Subst.: Beengung
che richiama ebr. ba'a (bollire, ' to make bubble origin. agg.: stretto, angusto, ‘ eng'); cfr. accad.
up, to boil '). paSàqu (essere angusto, stretto, serrato, ‘ eng,
péxo 5, -o\>i; pane. Voce cipriota in besdiwerlich sein*), da metatesi: *paqaSu; cfr.
Ipponatte; frigia secondo Erodoto (II, 2). Voce accad. p a tà ’um , pe][jùm (chiudere, serrare, ‘ ver-
corrispondente ad accad. m àkàlu > ^Ibàkalu (pane, schliessen ’) ; accad. pasaqu corrisponde a gr. nàax'Cù
cibo, *food, meal ’) forma della base di akàlu che originariamente significa “ sono in angustie’’.
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p iZ IO N A ia O GKBCO p lO T O ?
jj^aoa, -r]5, dor. pS oaa: fondo, fondovalle, vo~ pivéo) ho rapporto sessuale: originariamente
radine, burrone. Fu evocato av. vi-gòQ- (gola). Accad. “ procreo” . Se ne ignorò l’origine: fu accostato
ba§su (fondo sabbioso, sabbia, ‘ Sand, Sanddune '), n. pers. gàyad (‘ futuit Lidén, IF, 19, 328). Si
cfr. busse, bu§S (‘ Art von Erdboden ’) al quale postulò l’origine da ^tot., forza, ma pta non autorizza
si riconnette gr. puooói;, profondità marina, profondità. l’accostamento a pwéw per piii ragioni, tra le quali
j3TjTT(ip|jM*>v letteralmente « che va volteggiando », il valore diverso di i. Btvéoì, genero, ho rapporti ses
danzatore {Od., 8, 250), pvjTapi/ó?, danza. Sulla scorta suali, è denominativo dalla base corrispondente ad
della glossa di Esichio «Ttò toG ^]pjJiocjjiév(0(; paivetv accad. bimi, binnu (creatura, figlio, ‘ son ’), h i-
(Hsch.) fu derivato dalla base di patvw e àp[xov£ot, nùtu (‘ creature, product ’), cfr. accad. banù (gene
perciò la forzatura da supporre una psilosi della rare, ‘ to engender, to produce’); allotropo di
lingua omerica; si ipotizzò *p7)(ii«)-a sostegno della binu (figlio) è bùnu (‘ son’, nella lista dei sino
prima componente da patvco, Pisani {Rend. Ist. nimi, CAD, 2, 322 a) che autorizza a ritenere
Lomh., 73, 1939, 519), Da basi semitiche corrispon
puvéto (v.) fornai allotropa di pivio); pòco nel
denti ad accad. bà’u (G. iba, ugar. ba, ebr, bó: an senso di rendo gravida, h da dileguo di -n- in ac
dare, ‘ to go '), e tàtum (girare, ‘ to turn ‘ sich cadico.
umwenden’); v. -cópvo?, TopvOw. pto<5, -ou vita, mezzo di vita. V. pió§. Accad.
p ia, ptyj avversione, violenza, forza fisica, ÓTcép- bisu (vita, mezzo di vita, ‘ Lebensmittel’), dalla
pto?, vioìento (Hom.), àv-cipto^, che contrasta, avv. base di basù : (esistere, essere, etc., ‘ to exist
èvavTtpwv (Hom.); nome proprio Biàvwp: altri ag ‘ bestehen; III, gebaren, zur Existenz bringen, prò-
gettivi ptaioi;, violento', verbi pidtofiai, j3epC7]xe, duzieren, IV produziert werden’). Cfr. sum. pea
faccio violenza; pass. (Hom.): Riaccostato (vivere, lett. respirare, ‘ aufatmcn ’) ; da cui, con
sanscr. j (i)yà- (predominio) e fu proposto un tema pref. na-, sost. accad. napisu; (respiro, aria, ‘ A-
*gttfjyeaa-; ma v. P 1Ó5 (v.) arco; cfr, greco moderno te m ’), napistu (seni, nap^: vita, ‘ Leben’), na-
pàsu (respirare, ‘ aufatmen ’) : v.
pia, odio, violenza: neo- bah., b i’su, bìsu (avverso,
Piò?, -oO arco’, v. pCo?. Viene accostato a.i.
cattivo, ‘ evil,’ *schlecht ^) : mcrocio con basi come
jy d (corda, tendine) e, con riserve, lit. gijà (filo),
aram, besa‘, ugar. bs‘, ebr. basa* (mandare in
a.sl. M-ca (corda). Ma Pi6<;, arco, c p(oc, vita, sono
rovina, fare violenza, ‘ to break ’).
voci che vaimo ricondotte alla originaria unità.
ptpXivo? mescolato. In Esiodo (Op., 589) p(- L’ideogramma sumero per freccia, ti, sin dalla re
pXivo? oUvoi; si intese “ vino biblino ” : di Biblos,
mota cultura di Gemdet Nasr, significa anche vita
fiume?, di Biblia in Tracia? nessuno seppe tiaai dove (cfr. Hartmut Schmokel, I Sumeri, Firenze, 1959,
si trovasse la patria di quel vino. Ma si tratta invece, 65; A. C. Moorhouse, I l trionfo dell’alfabeto, Mon
come dirà qualche verso dopo (596), di « vino me dadori, 1961, 76). Per il gr. antecedenti lessicali di
scolato» con acqua: tre quarti di acqua e un quarto e di ptóc si ritrovano rispettivamente nel corri
di vino. Non occorrono vini speciali per la felicità spondente accad. di sum. til: accad. basù (essere,
deH’agricoltore. La voce è da base corri vivere, ‘ bestehen, sein, existieren ’), nel senso
spondente ad accadico balàlu, med. ebr. bilbèl, di cosa esistente: sost. corrispondente accad. bisu;
aramaico balbel (mescolare, ‘ to mix, to brew beer, e in accad. ba’aàu, be’ésu (essere cattivo, minac
to make alloy ’). cioso, ‘ drohend, schlecht sein ’) : cfr. bisu (nocivo,
PiPptòoKb) divoro, V. lat. « vero », mangio con avi" ‘ schlecht’); cfr. calcato su Wi;, dardo, sanscr. (§uh:
dità, mangio, con le forme pejBpwxài;, Èppwv etc.; accad. isù (essere, vivere, ‘ sein ’). Varco e la lira
sost. Popdc, pascolo, flpcioK;, nutrimento, ppoiTii^p, che in Eraclito, come “ dardo, arco ” e “ vita, es
divora etc. Fu ipotizzata la rad. *g«>er- divorare, lit. sere vivente ” ; qui bisogna restrmgere le due idee
gerià, g irti (bere). Dalla base semitica corrispondente a quella di “ pianta, legno” : accad. <§u,
a ebr. bara (naangiare, cibare, ‘ to eat, to feed ’), ptoTO?, “OU vita, mezzi di sussistenza; v. lat,
cfr. accad. barùm , berùm (aver feme, ‘ to be vita. Per chiarire Torigine di p[0T0<; occorre premet
hungry, to starve’), b u m (inedia, ‘ starvation’), tere il ridiiamo al fenomeno della caduta in greco
cfr. ebr. b3rut (cibo, nutrimento, *food, nourish- di I accadico in sillaba chiusa (cfr. aàoq, atù^a etc.) :
ment ’). accad. b u l^ > *butu (vita, ‘ Lebenszeit ’), anche
51
DIZIONARIO GIIECO
balàfu > ^baju (vita, ‘ Leben, Lebensdauer, Le- lancati, sporgere in fuori, ‘ to stare, to stare vi^itli
benszeit ibid.), bal^iu > *batu (vivente, vegeto, wideopen eyes’, ‘ hervorragen’) e appu, ap: cfr.
‘ lebend, lebendig ’). Ma la voce bw^u lia subito il virgiliano « intentique ora tenebant ».
rinfluenza di accad. b ttu (convivenza, mezzi di (àX.é9 otpa palpebre: per estensione occhi; cfr, lat.
vita, proprietà, ‘ Familie, Fainilienbesitz, Haushalt), « palpebrae » e « palpetrae ». In lat. appare la redupli
pXdpY), -yj? ^anno, pxàTZTw, turbo, confondo. cazione della base di « palpor » (v.) ; invece pxé9ap«
Da reduplicazione della base corrispondente ad ac “ palpebre” ha il significato originario di “ guelle
cad. balalu, aram. balbél, arab. balbala (fondere) ; che regolano, guidano il vedere” : la prima base
balàlu (nel senso di “ fondere, confondere, impa corrisponde ad accad. bélu (aver potere su, ‘ to
stare, contaminare, corrompere * to knead, to have power o f ’) e la seconda base corrisponde ad
confuse, to mix up, to pollute *), con l’interferenza accad. barùm (vedere, ‘ to look upon, to observe ’).
della base corrispondente ad accad. balù (essere pXyjXpó? tenero^ delicato, debole, dolce. La forma
estinto, alla fme, ‘ to become extinguished, to come àpX7;xP'^?> in Omero, all’inizio del verso; è attributo
to an end ’) ; nella reduplicazione la -1- finale ori pertinente della mano di Afrodite {II., 5, 337),
ginaria, come di norma, cade in greco (cfr. oòifjia). come delle mura: Tet^ea ... àpx-^xp’ oOSevóawpot
-jtó? pigro, fiacco, negligente, stupido-, (//., 8 , 177 sg.) mura da non farci conto. Se ne ignorò
pXax2iÌ6), sono pigro. Di (lat, fiaccus, fiaccidus), Torigine. Dalla base di (v.) con la compo
si ignorò rorigine: ma è forma allotropa di [/tx- nente anch’essa di origine semitica, corrispondente a
XaKÓt; (v.), ’*^paX(a))<ó(;. Qualche influsso semantico ebr. ràlhi (tenero, debole, ‘ tender, delicate, weak ’),
da base come accad. balsu (‘ staring ’), agg. verb, accad. raqqu (fme, delicato, ‘ fein, diinn ’) : dt- in
di balasu (sgranare gli occhi, avere gli occhi fissi, àpXTjxpó? è intensivo.
sgranati, ‘ to stare, to stare with wideopen eyes (àXlTTio cavo il miele dalVaìveare. Ritenuto de
della stessa base di ^Xdc^ h (3Xy]xp6s, debole, fiacco. nominativo di (JiéXi, miele] v. fJiéXi, -ito?.
pAacxàvw vengo fuori, mi sviluppo, fiorisco, vi- pXoaupó?, -à , -óv detto dello sguardo e del
goreggìo; (SXaaxóq, germoglio, pXoùGpói; alto, magnifico, viso, viene tradotto per lo più con fiero, terri
la t fios (fiore), ant, a. ted. hlat (‘ Blatt *), m. a. ted. bile: una base corrispondente ad accad. balasu
bluot (‘ Biute ’), ant. a. ted. hluoma (‘ Blume ') ; pXw- (fissare intensamente, ‘ to stare, to stare witla wide
6pó^; richiamato a.i. murdhAn- (testa)! Se n è igno open eyes ’) ; noa v. ebr. baia (atterrire, ‘ to ter-
rata l’origine. Accad. bala§u (sorgere, venire fuori, rify ’), accad. palafeu (essere atterrito, ‘ to fear’);
prorompere, ‘ heraustreten, hervortreten ’), aram. -oupó*; richiama accad. surnihu (insolente, ‘ sehr
b®Iat (‘ liervorragen vS, 98 b), balata (essere Stolz ’) ; in IL 15, 608 è attributo di “ so
fiorente, essere in buona condizione di vita, ‘ to praciglia ” : LSJ traduce col senso di “ peloso ” che
be vigorous, in full Health*, CAD, 2, 52 sgg.; presuppone sem. sa'at-, accad. Sattu (peli, pelle
“ venire alla luce, vivere ”, ‘ leben, zum Leben pelosa, ‘ Haare, behaarte Haut ’).
kommen aram., ebr. palat, arab. flt: venir fiiori). (3>ito6pó^, “1^, -(Sv atto, cresciuto, slanciato. Fu
pXaccp»)(xéto prorompo in parole: pxà?-; accad. giustamente accostato a pXaoTdcvoi (v.).
palasu, aram., ebr. pàlas (irrompere, ‘ to burst ’); pXtòcTKfo < *mX(ii<iK£o, vengo, vado. C fr. (loXsiv,
V. qjyjfAl. (AoXeów. Toc. A mlusk, mhsk (scappare, ‘ entrin-
pX6(A€alvo)v (Hom.) [jieYaXÓ9 pcov: accad. ba’lu nen ’). Accad. m alaku (cammino, via, ‘ Weg,
(grande) e v. (Aévog. Gang ’) il verbo (h)alaku (andare, venire, ‘ gelien,
pXéTTW getto lo sguardo, vedo : se ne ignorò l’ori begehen ‘ to go, to move ’). Per la formazione di
gine. Il v. è ignorato da Omero: deve essere stato fAoXeiv dalla base di m alaku con la scomparsa della
calcato sulle basi di péXo? (v. pdXXto) e vista -k- fmale, si veda l’analoga formazione di ^jiéXXai
nel senso à\ gettare lo sguardo, volgere il viso: quest’ul- ho in animo, penso di: accad. m alàku (riflettere,
tima base richiama accad. appu, ug. ebr, ap, sir. deliberare, ‘ sich bedenken, raten, beraten ’). Per
appè (volto, ‘ Gesicht ’) con interferenza semantica gr. p j accad, m , cfr. accad. am ìlu / abìlu (‘ man ’).
di base corrispondente ad accad. apà (apparire), grido; poàw, grido, chiamo, proclamo,
devono avere agito basi come accad. balàlu, aram. celebro. Viene accostato Yoàw, sanscr. jóguve (pro
b®Ia| (bala(9)u, b®la(t) (guardate con occhi spa clamare). Dalla base corrispondente ad accad.
52
d iz io n a r io greco p o u Y a 'i c
pà um , pft (bocca, parola, comando, ‘ Mund, (‘ Speise’), col prcf. na: naptànu (vitto, pasto,
Wort, Befehl: von Gottern ’), aram. pum m à, arab. food, meal, food ’),
fam; cfir. ebr. puah (soffiare, sgridare, parlare, ‘ to póoTcopog, -ou stretto di mare. Non fn mai
blow up, to utter, to address harshly ’). chiarita l’etimologia di póoTtopoi;, salvo l’assurdo
“ou fosso, stagno, cavità. A torto ac “ passo di bue ”, La voce, banalizzata popolarmente,
costato a lat. « fodio », a pó^vo(; etc. che devono ri svela che significò originariamente “ passaggio di
portarsi alla base di pév^o<;, Per pó&po? (v. uno specchio d’acqua ” poiché -Ttopot; corrisponde
pàTpaxo?, da ion. ppÓTaxo<;, pà^paxo(;) base è accad. in origine ad accad, b ù iu (stagno, ‘ pond, pool,
bi5ttu, b etta (stagno, cisterna, pi. berati; ‘ Brim- well, p it’) sinonimo di accad. bùttu (ant. bab.:
nen, Grube, Quelle’). ‘ well, waterhole ’), base di Bruttium, affacciato allo
BoiioTla Beozia', forma banalizzata, popolarmen stretto di Sicilia. Il m. bab. buru (specchio d’acqua)
te intesa “ terra dei buoi alla base si presuppone si confuse con accad. bùtu (‘ young calf’) a origi
lina voce come seni, bait, accad. bitu (nel senso nare la fevola del bue che passa a nuoto: la compo
di “ regione, terra” , ‘ region, place, area, house’). nente [ìócT- corrisponde ad accad, bà’u (attraversare,
-oO hulbo, cipolla. Come il lat. « pulpa » ‘ to go through ’) con il pronome determinativo
polpa, mdica la parte rigonjia'. è originaria sa- : lett. “ l’attraversamento dello specchio d’ac-
reduplicazione di base corrispondente ad accad, qua .
ba’ulu (graiade, 'g reat'), ba’alu (essere largo, ‘ to pÒTpu^, -\}o^ grappolo di uva; pi^Tpuxot;, póorpu-
be abnormally large, to become bright ’). xog, treccia, ricciolo, fogliame, orecchino. Se ne ignorò
popà, -a? nutrimento, pasto, v. voto, l’origine. La voce greca rispeccliia il fenomeno
póppopos, -ou pantano, fangaia, melma. Origi h < m < w : cfr. pXtìtoxw, %oXov: pÓTpu<; corri
naria reduplicazione di base corrispondente ad ac sponde a accad. wattu, m atta (ciò die sporge,
cad. bùtu, sem. bi’r, etiop. batbìr (specchio d’acqua, ciò che è prominente, ‘ hinausragend, uberscliiìssig,
'pool, pond’). Lìberreìchlich ’), donde accad, bitru (grasso, ricco,
Bopéa?, BoppÒt^ Borea, vento di nord-est. Il magnifico, ‘ fett, feist, pràchtig; outstanding’) ; è
nome fu dato da genti al sud dell’EUesponto. Diverse la stessa etimologia di mater, di venter, di o5-&«p,
erano le regioni settentrionali dalle quali si riteneva mammella.
che spirasse : dalla Tracia, dalla Scizia o dal Caucaso, poo- prefìsso accrescitivo e intensivo: per chia
Comunque il significato è vento delle paludi, rirne l’origine occorre richiamare il fenomeno della
dello specchio d’acqua deU’Eflesponto: la base ori caduta in greco di - 1- originaria, intermedia o in
ginaria del nome corrisponde ad accadico bOtu- fme di parola (v. aòijxa): corrisponde alla base di
asù: bùfu (specchio d’acqua, palude, ‘hole, pool ’) accad. bàlu, ba’alu essere grande, ‘ to be abnor-
e àsù (che esce, che sorge, che si leva, ‘ going out, nially large, to become bright ’, ba’ulu (grande,
leading out ’), v. = est. Della relazione di B. ‘ great ’) ; v. ingl. be,
con l’elemento acqua (èXo;) testimonia la sua poop<»)v, -Givo? bubbone, gonfiore per formazione
rappresentazione come “ cavallo ” ( I I , XX, 221) tumorale, inguine, gufo. Tentativi etimologici incerti:
che è sacro ad Orizia, figlia di Eretteo, recata in sanscr. gavinì (inguine), pouv4(;, collina. Da base ac
Tracia (Plat., Phaedr., 229); accad. bum (cavallo, crescitiva pou- (v.) e la base semitica corrispon
puledro, ‘ young calf’) e accad. bOtu (specchio dente ad accad. bùnum (formazione, aspetto, forma,
d’acqua) chiariscono la raffigurazione. ‘ feature, shape, appearance ’), da banù (formare,
pòoK<«> nutro, faccio pascolare^ alimento, mantengo, *to forni, to produce ’),
|3ot:^P, PÓTV)?, pastore, poTàvir), pastura, erha, pascolo; fanfarone, millantatore: Ettore ad Aiace:
póci?, pooK-^), pasto, pascolo, aho, póo>tY)p,a, bestiame, ATav «tjiapToeji::^?! pouyate {IL, 13,824) Aiace bugiardo,
pastore, qjdcTVi), mangiatoia', e l l e n . A c fanfarone; Antinoo rimprovera Irò: pouyai's, h-^te
costato ad una presunta radice '^guo- e rimandato Yévoio {Od., 18, 79), fanfarone, tu non Jòssinato; -y^Hs
a pouc. È dalla stessa base di Ttia (v.) erha, di lat. preceduto dairelemeiito intensivo pou- (v.) è voce
«pasco » (v.) : cfr. sum. pa (germoglio, erba, ‘ Zweig, di chiara base semitica: rappresentata da ebr. gè’e
Stengel, Stiel, Keim, Reis, Spross ’). Il gr. poTàvY) (Éin:^one, presuntuoso, ‘ exalted, proud, presum-
ripete accad. patàftu (mangiare, ‘ essen’), patnu ptious, h ig h ’), ga’»và (insolenza, alterigia, ‘ pride.
53
DIZIONARIO GRECO
insolence ’), gé’à (‘ hauglitiness ') ; cfr. accad, gab u ebr. ’elef, fenicio ’lp che ha avuto una dilatazione
(cima, altura, ‘ lieiglit’), plur, gab’àni, ebr, gib'a, vastissima; ma il fetto che in Omero la voce attesta
ngar. gb^ (‘ hill *) etc. il genere femminile e perché il passaggio ^g»- > p
pooxóXoi;, -ou h o u n w , ^ouxoX éo> , faccio pascolare non sembrerebbe spontaneo senza una base di in
i buoi, trattengo con false speranze, v. poOg; la base terferenza con iniziale h-, si impone qualche osser
-kóXoì; viene rinviata alla rad. di 7:é?iO{j.ai, ma in vazione : ferma restante la base di sum. gu-u (bovide),
realtà pouxóXoi; alle origini significa che tiene a bada pou?, «bos», ci riporta alle prime esperienze agri
i hmi, li trattiene, guarda che non si sbandino: la cole con la pratica dell’aratro e il bovide che va su
seconda componente corrisponde ad accad. Icalùm e giù per il terreno: l’antica denominazione latina
(trattenere: le bestie, ‘ zurìickhalten; Zugtier anhal- « trio, triònis » bue da lavoro, restata in « Septem
te n ’). triónes» fu derivata da«terò» (v.), ma in realtà
poùXojAOti voglio. Dor. locr. SefXo|Aai, serba il significato originario àeWandare 5Me già,
cerco, h accad. dàlum (andare attorno a qualcosa, dalla base semitica: accad. tìru e pi. tantum tìrànu
cercare di predare), dàlu (mirare attentamente a, (l’andare e tornare su e giù, il girare, i giri ‘ W in-
‘ to watch *). La etimologia viene rimandata a dungen’), da tSm, tuàtum (girarsi, girare, ‘to tuni,
pàXe “ volesse Dio quindi a póAXw (v,). Oltre alla to turn around ‘ sich umwenden ’), ebr. tu r;
forma ion. att. PoóXofxat, sono preziose ai fini del- analogamente pou(;, po6<; fu calcato su base sem. sino
retimologia le forme dor, ^ciiXojAai, oin., are., cipr. nimica come accad. bS’u (andare, ‘ to go ’), ugar.
póXo|xai, tess. péXXo[zai, e il lat. « volo ». Per dare ba, ebr. bò, aram. bà, arabo bà’a (tornare, ‘ zu-
riickkelnen ’) e persino la base di Taupo; semitico
certezza della corrispondenza accadica alle forme
taur, in accadico §ùru, sembra calcato sulla base di
greche e latine ci soccorre pouXeiico ion. att. (delibe
accad. Surra (piegarsi, ‘ sich vorbeugen: v. Tie-
rare, decretare), PouXif) (dor. poXà: decisione, con
ren ’) ; il femminile di presuppone una base
siglio). L'antecedente semantico di poiiXo[xai,, voglio
corrispondente ad accad. ùw u (iimu, um m u:
ricliiaina accad. abàlu A (desiderare, agognare,
madre, ‘ Mutter ’), sem. um m ,
decidere, ‘ to want, to desire, to deterinine ’, CAD,
poÙTupov burro, da poOg (v.) e (v.):
s.v.) con espresso o sottinteso il soggetto Ubbu
Ictter. formaggio di latte di mucca.
(cuore); sulla caduta della iniziale a- ha influito la
ppa(3e\Ì5 arbitro dei giuochi, chi osserva per sce
base dì accad. be’àlu (bàlu, bélu: comandare, deli gliere il vincitore. Da basi corrispondenti ad accad.
berare, ‘ herrschen ’), cfr. bélu, st. c. bel, aram. barft (osservare, ‘ to inspect’), barù (osservatore,
ba‘13 (signore, ‘ Herr '). Perciò il significato origi augure), e accad. bu’ù (‘ to examine, to select, to
nario del latino volo e di poóXo[zat esprime la volontà search through ’), aram. b®*à.
di chi comanda, il cui desiderio ha significato di in {5paSù<;, - € t a , - ó lento, tardo, pesante-, ppi0ÓG,
giunzione : cfr. accad. m alàku (delibero, ‘ to de pesante, grave, pp(6w, sono pesante', ppt^co sono ap
liberate ')> ebr. m àlak (regnare, determinare, *to pesantito dal sonno ; lat. « bardus » balordo. Dalla base
rule, to consult ’) : cfr. pouXeów. corrispondente a papii? (v.) la cui formazione ha
pou 5, dor. pG; vacca, bue, gen. po6<;, poet. |3oO, subito l’interferenza di base corrispondente ad accad.
accus. pouv, {II., 7, 238), ion. e poet. ^<5a, plur. *batù < marù (grasso, pieno, *fettened, full ’),
póe?, gen. pocùv, contr. pfòv, poovtSv (I.G. 7, 3171, m afù (ingrassare, agire lentamente, ‘ to fatten’;
45), dat. pou<r(, ep. pósoot, poiieoai (I.G., 7,3171, 38), ‘ to be slow *, ‘ langsam machen *) ; mSrùtu > *bà-
acc. póa; { l i , 5, 556), poo? (I, 154: le vacche). tùtu (ingrossamento, *fattening ’) ; m itu > *bitu
Comunemente femminile, per distinguere Omero (‘ fattened animai’): cfr. ppta-pó<;, pesante, solido",
aggiunge éipov)v p. {II., 20,495) o Taupo; p. (17,389), la terminazione -StS? ricalca sempre il motivo della
V . lat. «bós, bovis» femm. e masch. Fu ipotizzato pienezza abbondante : cfr. accad. duSSu (‘ abun-
i.e. *g^5u~s sulla scorta di sanscr. g a 0 , miceneo qo-o, d an t’).
anglos,, ant. sass. ko, cù, ant. a. ted. kuo, ant. fris. kit, PpaX®''* fwtronare, rimbombare, risonare. Si ri
ol, koe, sved, ko, norv. ko, arm. kop, lett. gàovs, tenne onomatopeico; ma la testimonianza remota
che hanno alle origini antecedente il sumero gu-u di accad. batàqu, ebr. baraq (scoccare un lampo,
(bue, ‘bull, ox, head of cattle’), reso da accad. alpu. lampeggiare, ‘ to send forth lightning *) mostra che
54
d iz io n a r io greco Ppéxw
è stato tradotto in tuono lo scoppio di luce abba ppév 9o5 uccello acquatico; dalla base semitica
gliante del lampo. che denota corso d’acqua: accad. bèttu (buttu;
-ovo? omero, lat. hrachium: «brachium corso d’acqua 'Wasserlauf’); nelle liste sinonimiche
nos, Graeci dicunt ppax^ojv quod deducitur a Ppax*!» be-ra-tum (fiume, vS, 122), v. pp€vS>Oojjiai.
j.e. breve, eo quod ab umeris ad manus brevioies PpevGóo(i.ai insuperbisco, mi pavoneggio, mi metto
sunt quarti a coxis plantac » (P. Fest, 28, 24). Inteso in mostra. Se ne ignorò rorigine ; ppévOoi; nel senso
a torto come tou Tnfjxswi; PpaxuTCpo?. Cfr. accad. di spavalderia, il mettersi in mostra, deriva da base
betku, bifku, butku (ginocchio, ‘ knee ‘ Knie, semitica corrispondente ad accad. bSiuna (mettersi
Schoss, memhrum *) : Taccad. serba anche raccezione in mostra, ‘ in Erscheinung treten, auftauchen ’),
latina di forza, potenza ricalcata dal linguaggio del cfr. ebr. bè’èr (spiegare, schiarire, ‘ explain’); ac
la Chiesa: ‘ Zeugungskraft v. ppax^i?, cad. bùxtum ('Bcweis*): è v. denominativo.
brevis. Ppé-cag, -eo? immagine, simulacro, idolo', orig.
ppMx^^j eoi. ppo/tS? corfo, hreve, piccoh: Omero vista, apparizione. Chantraine lo dà come termine
(//., 10, 226) ha un hapaxi ppàaowv te vóo?, Vintelli mediterraneo senza etimologia. B. Hemmerdingcr
genza è più corta', ma i grammatici nell’antichità richiama, dal Hepl ójxotojv Kal Sia<pópo)v Xé^swv di
lo riferivano a PpotSii^, lento ; il comparativo è Ppa- Ammonio: Bpérai; 8è ppoT^ ó^Aotoiv (338 Nickau,
ma i grammatici ne scorgevano in ppa- Leipzig, 1966) e stabilisce i rapporti ppoTÓs = àvi]p,
Xtow (v.), il braccio, un’altra forma; ppax^ivco, ac PpéTOCt; = àvSpià<;. Ma l’equazione non è proponi
corcio. Se ne ignorò rorigine e si dubitò che il la bile senza esplorare il significato originario di
tino « brevis » potesse entrare nella serie di accosta PpoTiSt; (v.); Pp£to<; immagine è termine cultuale,
menti che in realtà non sono pertinenti, come av. rituale: esso risulta dalla base corrispondente ad
m m z u - (corto), e anche got. *maurgus etc. che ri
accad. blrùtu (apparizione, vista, ‘ Gesicht ’), dalla
chiama piuttosto ant. accad. e ass. mar*um (gio base di accad. batù (‘ to inspect, to observe, to
vane, figlio, ‘Junge, Sohn’); ppaxii<; deriva da base observe omens ’), bittù (* to look at ’).
semitica col significato originario di rampollo', aram.
ppécpo? puer. Se ne ignorò Torigine: ipotesi non
patlhà, accad. pet^ju, ebr. pera?? (rampollo, ‘ sprout,
pertinenti; v. ppax’i?» come il latino brevis, che è
shoot’), base di ppéq>05 (v.), di cui si ignorò
affine a puer (v.), corrisponde ad accad. per^ju
l’origine, e base anche dì lat. « brevis » (cfr. tardo
(piccolo, germoglio, pianta in erba, ‘ Spross,
bab. petwu) ; la base di ppaxói; sì è incrociata con la
Sprossling, Naclikomme’), dalla base di accad.
base del semitico occidentale: accad. paraqu,
pacà^u (germogliare, ‘ aufgehen, spriessen’); il
ebr. paraq (fare a pezzi, ‘ to tear to pieces *), patàq
lat. hreuis riproduce la forma allotropa pef’u (gio
(pezzo, pezzetto, ‘ hutip, bit ’).
vane, rampollo, ‘ Spross, Jimges, Nachkommen-
(3pépi.ai rirnhombo, detto di tempesta, di onde,
schaft ’).
rumoreggio, Ppo^éw, strepito, ronzo, ppovT^) tuono,
fragore, rimbombo, strepito', ppó^Aw^, appellativo di ppeX(Jt.ó^, -oO capo, testa { I I , 5, 586) ; cfr. Ppé/jxa
Dioniso, conferma la sua originaria natura di dio n. (Alciphr. 3, 5), ppéyjwc ion.-att. Fu ovvia l’ipotesi
della pioggia tempestosa. Per gli antidxi, le più da Ppé^to (Ippocrate e Aristotele) con l’idea die la
grandi divinità celesti sono torelli del cielo e così, fontanella è la parte del cranio più lenta a conso
in tale aspetto, Zeus appare ad Europa; Ppé^iw lidarsi ! Bpe^t^óc, come italiano testa, da latino
che ricalca la base corrispondente ad accad. bèta, «testa» vaso dì terracotta, coccio, come ted. Kopf,
(toro, ‘bull’}, butum (vitello, ‘young calf’), buftu ingl. cup, da la t « cuppa », come gr. xoXtiw) colle,
(vitella), richiama la base corrispondente ad accad. da base di accad. kallum (coppa, sommità del capo,
bStum (eccitarsi, rivoltarsi, ‘ to stir up a revolt ’), ‘ bowl, crown of thè human skull ’), pi. kallànu:
lat. «fremo»; PpovTifi, tuono, detto di Zeus, come la sinonimo di ^ps,x\ià(; è dalla base di Ppéx«
sua stessa voce, denota la collera del dio, ma svela (v.) col sujffisso che arieggia il sem.: accad. mù
‘ Tinterferenza di parole che dicono della visione pre (acqua, ‘ water ’).
saga offerta dal fulmine; cfr. accad. bStùtu (di ppéxw bagno, immergo: v. e lat. mergo, lett.
vinazione, ‘ act of divination ’) : da barù (‘ to merga (mite pioggia). Base corrispondente ad accad.
observe omens ’}. feljù (verso, bagno, mando fuori, produco, ‘ gies-
55
ppia DIZIONARIO GRECO
sen, ausgicssen, begiessen, ^eugen ’) : > psx<j^ > { l i , 14, 78), fu ritenuta per esigenze metriche; ma
péco. Cfr. ebr. b^irè^a (specchio d’acqua, ‘ pool ’). in realtà diL^poTo<;, *à-jj,ppoTÓ;, immortale, offrono
ppla, -«5 luogo, città. Strabene (7, 6, 1) ne fa qualche difficoltà in relazione a ppoTÓ?, mortale,
l’equivalente tracio di i^óXiq. Accad, bitu (comu «che può morire » e sanscr. m ftd- “ morto” : si pensò
nità, fortezza, ‘ community, barrier’); ebr. bira che la forma negativa sia anteriore a quella semplice.
(cittadella, ‘ citadel, city ’) < accad. birtu (fortezza), Realmente ppOTÓ»; (acheo per *Pp«TÓ<;) richiama un
ppiapóg, -d , -óv pesante, solido, v. papii?. pi. t. : accad, abtatu {umanità, ‘ mankind ’) ; per
ppl?o> originariamente sono pesante, mi muovo aferesi in zone semitiche *’bratu; la persistenza di
pesantemente', sonnecchio, ristagno: o6x Sv Pp[^ovT«
abràtu in alcuni strati sembrò designare una forma
tSotq ’Ay«[jil[ivova STov {li., 4, 223) non avresti veduto negativa, preceduta dalla particella negativa: come
il glorioso Agamennone attardarsi, cfir. pplJ^et atfxa
accad. ai, ja, à, e (non, ‘not; negative particle’);
ristagna il sangue (Aesch., Eum., 280). Se ne ignorò
àfji^póoiof;, il cui significato è « intriso di aromi,
l’origine: fu accostato a PptOco (v.) e si evocò incensato », ritenuto forma allungata di à^ipporoq,
«somno gravatus»; v. (3pa8ó?, Pocpù?, ppLOto. ha alle origini una base diversa calcata su SfxPpoTo?:
K[j.ppócfiO(; anche col senso di « degno dì incenso »,
pptGw sono carico: originariamente di alberi che
usato per gli dei e per le purificazioni, ha base di
hanno prodotto in abbondanza: v. (Jpùw, papù^:
orìgine ant. accad. buràSum, ebr. b«r6s, aram.
la terminazione di ppt0oj corrisponde al sem. w ^’,
b®tot, ppàOo, hratus (sostanza aromatica estratta dal
ebr. )8, accad. asù (prodursi, venir fuori, crescere,
ginepro, ‘ an aromatic substance obtained from
‘ to grow, to sprout: said of plants ’).
thè juniper tree, used for fumigation: inperfum.ed
ppi(XTj, -yj5 originariamente “ impressione ”, im
salves : « you place, at night, a censer with juniper
pronta; ppi(xào|xai originariamente “ subisco un’im
before IStar»; CAD, 2, 326 sgg.).
pressione, un’impronta ”, sono fremente; Bpifiti,
ppÓTo?» -o\) fiotto di sangue che sgorga da una
detto di Persefone, di Demetra, di Ecate, deriva
ferita. Il significato originario è sorgente: accad.
da altra base col significato originario di “ vario
bfirtu (‘ source, well ').
pinto ”, con riferimento alla terra primaverile che PpoÙKo?, -ou bruco, secondo Esichio voce
fiorisce al ritomo di Persefone, Accad. birm u B ionica (Theophr., Frg. 174, 4), ppoQ^o? (LXX,
(‘ seal impression ’), da bafàm u (‘ to seal, to en- Le., 11, 22 etc.), cipr. ppotixK. I^tteralm. il roditore,
grave ’) : neWlnno omerico ad Atena che balza dal che sminuzza, tritura: come fa la locusta: della stessa
capo di Zeus vibrando l’asta e scuote l’Olimpo base di ppójtcù (v.).
sotto la sua “ impronta ”, ppi|X7} è “ impressione, Ppóxo?, -ou corda. Certa scienza etimologica
u rto ” del suo passo; corrisponde invece ha cercato di accostare Ppóxo?, corda, fune e ppox'^i,
alla base di bif m u A (tessuto di vari colori, ‘ trimwo- bagno, inondazione, sulla falsa analogia con fi:anc. noyer
ven of several colors ’), barm u (variopinto, ‘ mul- (annegare, affogare), dal lat. necare. In atialogia con
ticolored, pied, speckled’), burm u (‘ iris’); bur- ppixw (che è da base corrispondente ad accad. relljiù
fum u (screziato, multicolore, ‘ speckled, multi- versare, bagnare, ‘ ausgiessen, begiessen accad.
colored ’) ; queste basi hanno operato su quella di rahàsu: ‘ befeuchten, iiberschwemmen'), Ppó^oq,
6ppt|A0C (v,). fune si richiama alla base di accad. rakàsu (legare,
BpiTÓfJi,apTL5 nome di Artemide a Creta, v. ' binden *, cfr. accad. markàsu, legame, corda,
Artemide, I l mondo del divino, voi. I. ' Seil, Band ’). Il p greco iniziale è originato da t
ppÒYXO?» trachea, gola, ppó^xi®» accadico sentito come *wt-, *fp- > pp-, v. ppii-
trachea (Hipp.), ppoY^^i!» sistema di canali (id.) etc. Xto?: così ppi3x(iiOtxai.
Se ne ignorò l’origine: il significato originario di ^ptjKO) e |ìpÓx<*> stacco a morsi, mordo, mastico,
PpÓYxo<; ^ cavità della strozza: accad. bum (cavità, digrigno i denti, (Nic.) morsi, Ppuv[Ji.ós
‘ hole '), ital. bórro (cfr. gr. póSpo; di ignota origine : (Nic.) morso ; il masticare, ppiiySyiv a morsi, mordendo
ma accad. biiftu cavità) e la componente fortemente etc. Se ne ignorò Torigine. Accad. pa-
richiama la base della componente di cpàp\>Y^ (v.). ràqu, ebr, pataq[ (fare a pezzi, staccare a pezzi, ‘ to
PpoTó?, f. e m. mortale, fu sentito come opposi tear to pieces, to break off, to tear away ’), pSfaq
zione a ó{(AppoTo?, - 05, immortale : la forma vù| àppÓTV) (pezzo, boccone, zolla; inteso anche brodo, minestra,
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d iz io n a r io greco (3 u a ad < ;
'lum p, bit; otliers: brotli, soup’), cfr. aram. lubaw u (luljàmu), lihm u, lu^m u (palude, ‘ Mo-
ptq (‘ auslosen’). rast ’) ; analogamente la base di Byzantium richiama
ppOwg m. birra d’orzo (Arch., Hecat., Hcllan., l’omerico Puoaói; “ profondità marina ” (Homer,,
Sopii., Aeschyl.), si ritenne d'origine tracia; cfr. II., 24, 80; Herod., Arist.), die si tentò a torto di
anglos. hrod, ant. a. ted. prod (brodo); viene acco spiegare con *puQ-có<;; da cui si credette
stato anche ant. irl, bruth (calore) che deriva da di derivare ólpuatro? (detto anche di fontane: Tn^yat)
base corrispondente a ebr, bà'ar (ardere, ‘ to bum ’), deriva da per aferesi: ^J(lucrao(; è forma
cfr. lat. «coinburò»; mentre PpuTO^ deriva da base allotropa di (Stjjoq profondità: accad. apsù, sum,
col significato difermentare: accad. parii^ju (‘ garen ’), ab- 2u (acqua profonda, ‘ deep water ’) ; in Bu^dcv-
sura, bar; accad. purufeiu (far fermentare, ‘ zum Tiov la terminazione -àv-ciov richiama la funzione
Garen bringen ’), dì B. “ guardia aU’ingresso del m are” : h ant. bab.
muggisco: si ritenne ono atu’u (‘ doorkeeper ’). Il nome BóoTi:opo(5 del brac
matopeico; p- trascrive iniziale semitico come cio di mare che va da Mar di Marmata al Mar
wr > fr > pp (^). Accad. ragàtnu (fag3wu; gri Nero, latino Bosphorus, ritenuto ancora nome di
dare, lamentarsi, chiamare, ‘ rufen, klagen ’), rigm u origine tracia, fu sentito come ebr. bò, accad,
(voce, ‘ Geschrei, Stirarne, R.uf'), tugu m m u ba’u(sa) (passaggio (del), ‘ to go through ’) e -uò
(‘ IClage'). po? che corrisponde ad accad. bùtu, sem. bi’r, ebr.
PpóXio?» “«> “ov che è al fondo. Si suole ri bòf (specchio d’acqua, * well, pond, pool ’), con
chiamare cfr. ÙTtóppuxot sotto l'acqua {Od., fuso con accad. buim (vitello, ‘ young calf’) che
5*319), accus. s.; si è ritenuto Pp-= m»--, ingl. dette origine alla favola del passaggio di Io nelle
brack, basso ted. hrakig (acqua salata, acqua del forme di giovenca.
mare etc.). Dalla base corrispondente ad accad. -oO fondo, V. fuiidus.
bùtu (profondità, ‘ hole, pit, pond, pool '), sem. póKTiri5, -ov> mugghiante: p < {x, cfr.
bi'r, ebr. bòt. Il greco trascrive r semitico: ^ cioè muggente, (xuK<iloti,at; ma è nella espressione ome
come *wr- > Fp > j3p. rica puKTàtóv àvéjAOiv un hapax {Od., 10, 20), dagli
Ppiiw germoglio, fiorisco, sono pieno ; ppóov, mu antichi inteso come tcvsóvtìuv, <))uo7)Ta>v. Fu cercato
schio, pp\jóei<;, che fiorisce, ppuàCto, sono turgido, tra un accostamento a puvéo>, pùw riempio. L’interpre
bocco, Èji,ppyo>), neonato, gjippuot;, embrionale. Se ne tazione degli antichi scopre il ricalco su base se
ignorò l’etimologia. Accad, bàfum (spLintare, venir mitica corrispondente a ugar. p q ', aram. beqa',
fuori, ‘ axiftaudien ’), cfr. accad, baràbu, parSi^u ebr. baqa' (invadere, ‘ to invade ’), cfr. accad.
(germogliare, lievitare, sorgere, ‘ garen, spriessen, bà’u, (causativo (Su)bfl’u : invadere, dirompere,
aufgelien ’) ; cfr. per^ju, pet’u (lat. puer, virgo spazzar via, ‘ to pass over ; a region, to sweep over
* Spross, Sprossling ’), pur^u (gambo, fusto, ‘ Sten- destructively ’, il causativo : spingere, urtare, ‘ to
gel ’), para^ju (‘ uppig, prachtig ’), cfr. lat. fru o r; make pass through: a region, to move, to cause
v. Pp^tpo^. to sweep over destructively ’) ; v. lat. « veho ».
(àuvéo> riempio, turo, riempia, piiw, riempio,
Bu^dtVTiov Bisanzio. Nessuno sospetterebbe ostruisco, piiofxa, turacciolo, in massa, v. pivéoì.
a quale base spetti l’origine del nome Bisanzio, piipaa,-»)? pelle, spoglia, v. ital. borsa < lat.
Bo^(Ìvti.ov, Byzantium, invano cercata- Si ritenne che «bursa ». Fu ritenuta senza etimologia, Indicò cuoio
si dovesse al solito eponimo fondatore, Byzas, figlio al quale siano stati tolti i peli, panno rasato: ac
di Posidone, a un capo dei Milesii (Veli., 2, 15), cad. batSu (con i peli eliminati, ‘ mit ausgezupf-
ma Orosio {Hist,, 3, 13, 2) non ne era persuaso. Si tem Haar ’).
convetme su una voce tracia che è un absur- piioCTo^, -ou f. bisso. Accad. bùsu (bisso, ‘ bys-
dum per absurdum. Da Plinio (4, 46) sappiamo che s u s C A D , 2, 350 a), fen., aram., ebr., arab, bus;
Byzantium si diiamò prima Lygos ed è una notizia cfr. Lewy, Fremdwòrter, 125 sg.
preziosa che ci richiama all’origine degli etnici ^uooó^, -ou fondo, fondo del mare. Fu connesso
Lygii, Ligii, Ligures e di nomi di città come Lug- a torto con pu6ó<; (v.). Cfr, iXpuoooq, allotropo di
dunum, la cui base indicò zona paludosa: accad. sum. abzu, accad. apsù (acqua profonda,
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PtoXY^TTJi; D IZ IO N A M O GRECO
fondo, *Grundwasser, uiiterirdisches Siisswasser- altare-, per il valore semantico c£r. lat. altaria. Viene
nieer \ poetìcam. andie di costruzioni, ‘ didit. ; v. rimandato a pocivco, ma corrisponde ad accad.
Gebauden^); v. P^aaa. bamat, st. c. di bam tu (ebr. bàmS: rialzo, ‘ Hohe,
|3(oXv^Ty]€, po)?tkyj5 ni. boleto, v. lat. «bólètus ». Berg-Hang, Anhohe’); base è sum. bà (con Io
pCiAo?, -ou f. zolla, gleba, massa, sfera. Se ne stesso significato). L'etimologia di e di
ignorò rorigine. Della stessa base di ant. a. ted. hai, altare è confermata dalla denominazione bàm dth
ingl. ball, ant. nord, hall-, riportata alla origine di che gli Israeliti davano ai luoglii di culto per il Dio :
gr. ipocXX6<; (v.), lat. «foUis» (sacco di cuoio, pallone). ” colline, luoghi elevati, all’aria aperta o anche ter
Pwfxó?, “OU rialzo, altura, altare, podio. Bvj[jwc, razze sulle case ” (Ricciotti).
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YAyYP®*’'''™ cflttCfeMrt, con i derivati. Si scorse qàlàl (‘ shining ’) e accad. énu, sem. *ain (fiume, ‘ ri-
una componente finale riportabile a ypót.(ù divoro', v e r’: inteso “ m are” come il grande fiume). Il
h invece della base di poctvw (v.) verio, spruzzo : atit. provenzale, al quale si fa risalire ital. calma, ricliiama
accad. iShium (che sì versa, ‘ sich ergiessend’) ; anch’esso l’antica base di kalùm ; v. cablo, lat. «ca-
la componente y«yy- deriva da base c o n |i> Y : pulum ».
m. bab. (muco, bava, ‘ slime ‘ ScUeim '). Y<xXiSb)^ (gen. yo^<ìw> v. EM, 220,18 yiiXcoTOi;),
Yot^apossesso, tesoro recale, k t. «gaza», che Pom att. sorella del marito, anche moglie del fra
ponio Mela (1,64) dice di origine persiana. Come si tello (Ael. Dion.), v. lat. gl5s,
riaco gaza, Y<fc^ot richiama accad. gassu, kassu (‘ a Y«|Jipp^5> -oG genero. Vengono richiamati a.i.
high officiai in Anatolia: receiving payments ’), cfr. jàmatar, av. zàmàtar-, lit. zentas, alb. dhénder (fidan
ebr. ganzali (‘ treasure ’), accad. kaspu (argento zato). Si ritiene sotto l’influenza di (v-)>
moneta, *silver, money ’). Accad. gam ru (offerta, contributo, cfr. «dos, dotis»;
y a ia , -015 terra, v. yvj, ala. * Ausgabe, Auslagen’: richiama la consuetudine di
yatoo^, -ot) giavellotto dei G alli; lat. gaesum; comprare la sposa) con influenza di babbuni (nel
gaesàtus (armato di un giavellotto). Secondo Ate senso di “ giovane, figlio ”, ‘ Spross, von Men-
neo (273 f) è voce di origine iberica- Accad. ka- schen ’), sum. feienbur; della stessa base di yayi,^p6<;
suSu (arma, ‘ overpowering, divine weapon è lat. gener (v.).
CAD, 8, 296 sg.); cfr. kassu (‘ strong, m ighty’): Y«i(xti.a la lettera gamma: si suole richiamare
cfr. per lo scambio k / accad. kasasu, ga- ebr. gim el, ebr. gàm àl, aram, gam ia (cammello);
sasu (‘ to cut ’). ma, tenuto conto della forma originaria della let
yatctìv, part. pr. ; ardente, raggiante : di gioia, dì or tera semitica in forma di bumerang, la voce corri
goglio. Non è da connettere con yriQéoì, che deriva sponde ad accad. gam lu (Agamia > *gamwa: ‘ hoo-
da base corrispondente ad accad. ^j.adu, ebraico ked staff', * Bumerang ', ‘ Krummholz ’).
(‘ to be glad, to rejoice ’) ; yattù^ ha analoga -ou nozze, sposalizio] cfr. base sum.
formazione di xaÉco, ardo, accad. kaw ùm , ebr., gam (vincolare, ‘ binden ’), cfi'. accad. kam ù (le
aram., arab. kw i: richiama la forma allotropa gare, ‘ binden’), kamfi (unito, ‘ gebunden’):
qawùm, qam ùm (accendere, ardere: il cuore, ‘ver- hanno condizionato la base di accad. gam m (of
brennen: Obj. H erz’); ma v. pouyàl'o^, ydvo^. ferta, contributo, dono, dote, ‘ Ausgabe, Ausla-
Y<iXa, y&'ka.y.'zoq latte; Omer. yXàyoq, cret. g en ’); cfr. gam am , nel senso di donare, conclu
KXdtYo^, lat, lac. Cfr. sum. ga- (latte, ‘ milk ’) come dere (‘ Geld ausgeben, ganz geben, zu Ende brin-
determinativo, seguito da basi corrispondenti ad gen ’), con dileguo della liquida finale di gam ar
accad. la’ù (lattante, ‘ Sàugling *), ant. accad. lakftm come per la 4~ originaria in o«(jwc, <rào(; (v.); v.
(lattante, ‘ suckling ’), anc. bab. lekùm (succhiare, lat. «gener» e y«kPP<^?-
lambire, ‘ to lick ’), Yac(Acpv]Xai mascelle di un animale: formato da
YOcXi^VY), -yi? calma luminosa, bonaccia. Fu accosta basi corrispondenti a sem. kanp, accad. kappu nel
to coloristicamente a ykfivri (v.). È da basi corrispon senso di “ lobo ”, “ angolo ”, originariamente
denti ad accad. kalùm (cala, diga, riparo, ‘ dike *), “ ala ” (* lobe, side ’) e accad. lal^ù, le-e, ebr.
con influsso di qalùm , ebr. q3l3 (essere acceso), (miuscella, ‘jaw ’, Kìnnlade, Kinnbacken ’): k prima
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Y a fx4 » Ó 5 DIZIONARIO GRECO
componente yancpT]- è in rapporto semantico con kì (‘ according to, in thè marmer of, as’); kem,
xàjxTtTto, piego, xa|ji7T'r), atrva, piega, gr, m. yà[i,p«, kàm , ka (‘ thus, in this manner ’).
ital. gamba', lit. kampas (angolo); ant. irl. camm Y^Y^''* ^rfWo, alzo la voce. Se ne ignorò l’ori
(curvo): tutto richiama accad, kababu, kapàpu gine e si giunse ad accostarlo a rÉYwva
(curvare, ‘ to bend, to curve *). A sera, kanp e a è della stessa base di lat. cano (v.) ed ha il valore ori
kabàbu risale anche yv^jat^tco, curvo e yva.ii,r.TÒi^, ginario di “ proclamare, stabilire” : accad. kànu,
(Jgiìe, pieghevole detto da Omero della mascella di kuanu (‘ to estabilish: kws, regulations, rituals,
cinghiale [ I I , 11, 416); v.lat. genae, yv«6o?, mascella, fame; to testify, to confìrm’), ^anù (‘ to p le ad ’),
curvo, dalla base di YcItwv, - 0V05 vicino. Se ne ignorò l’origine,
ydvog, -o\j inteso come splendore: del vino, del che richiama una base originaria corrispondente
l'acqua: originariamente “ coppa preziosa ” ; yf) (v,): accad. g à u (gente, popolo, 'V o lk ') e
mi allieto, mi rallegro, vevhocaro ai bevitori; v. yaicov accad. etù (vicino, confine, ‘ Nadibar, Grenze').
e ravufJi5^8Tr]5 (‘ il coppiere '). Accad. gannu, Ye^àto rido. Fu postulata una radice *gel: essere
kannu (coppa metallica, ‘ a smaU container, usualy lucente. Ma cfr. sum, feùl (essere lieto, felice,
of stone or precious metal ’). ‘ sich fìreuen ’), reso da accad. ^>adù l’antecedente
Yàp giacché: v. ye e ÓJpoe. di lat. gaudeo, di ■}^8o[acci (i^w) e di yr/déM, dor.
yapYo^pi^*** gargarismi, Y«pY«pst{>v, trachea YaQéù) ; per la formazione del verbo greco v, accad,
(Arist.), ugola (Hippocr.), y^PY^po»;' Pp^YX^C (Hsch.). (t)alalu (gioire, giubilare, cantare), ug. gl (gioire,
Da base semitica; cfr. ebr. gargefet (gola, ‘ throat '), ‘frohlocken’), ebr. gii; sir. hallel, ebr. hillél, acab.
aut. fr. gargate (gola), cfr. ital. gargarozzo. ballala (‘jubeln’); v. yX^Mo;; n. cosa preziosa.
yatm^p, ventre, addome. Se ne ignorò ré?tXa>, eoi. (Sappho, 178 L.P.), genio
Torigine: si pensò a ypAcjì di cui si lia un imperf. malefico informa di dorma, strega rapitrice di bambini;
&ypae divorava, sanscr. grdsate (divorare). Va tenuto accad, gallù (demone cattivo, ‘ an evil demon ’),
conto del fenomeno frequente di accad. § > -st sum, [gal-gjlà,
(v. corrispondenze); karasu (metatesi di tipo po YéfJiw sono pieno, sono carico, Y<^(Jt’0<;. H carico: di
polare: accad. *kaSru), sem. karis (pancia, ‘ belly, un naviglio, yoiì<ìo>j carico : una bestia da soma, una
stomach '). vettura, riempio. Viene accostato umbro
yauAó?, “05 mastello {Od. 9, 223); ya^Aoi;, nave kumiaf, accus. plur. femm.: «gravidas^; è il senso
mercantile fenicia (Epich., Herod,, Ar., Cali.). Valga di essere pieno, alto, al colmo: sem, qm , aram, qam,
la stessa etimologia: cfr. ital, ant. vasello per va ebr, qùm (levarsi su, ‘ to stand up ’) ; ma per di
scello. Furono accostati ywXeó;, yòccXo'j, aiit. a. ted. leguo di -r- (come di -I-: v. anóq): accad. glm(r)u
kiol (vascello). Fu tentata la etimologia semitica (pienezza), gam(j;)u (pieno, ‘ full ’).
(Lewy, Fremdw. 151 e 210): ebr. gullà; ugar. gl Y^vo?, -ou? genere, stirpe, v. Y^Y^ottai.
(vaso rotondo), accad, gullu, gulgullu (cranio, yévTo: glossato per prese. Se ne ignorò
cfr. lat. testò) : vanno richiamati sum, ^jal, accad, l’origine. Il significato originario è prendere possesso,
^allu (vaso di terracotta, ‘ ein Tongefass ’), sum. procurarsi, comprare: ugar. qnj, accad. qanù (‘ to
gal; accad, kallii (vaso, cranio, ‘ eine Sellale’; keep, to acquire ’), aram. qenà, arab., ebr. qàiià,
‘ Hirnschale '). (‘ to procure, to gain, to possess ’).
YaOpo5^ -ov fiero, sdegnoso, in gr. moderno Y^vu^, -UQ9 mascella, v. lat. gem e.
arrogante. A torto accostato a yaico, Accad, Y^pavo?, yép7)v (Hsch.), gru, lat. «grus», celt.
garù, gètù (avversario, nemico, ‘ foe, adversary '). "garanos, gali, garan, germ., anglos. cran, lit. gérvé,
y 5 oo 7to 5, ySounéct) intese a torto forme poe russ. ieravU, ant. a. ted. kranuh. Uccello dell’ordine
tiche per Bounoq, SouTiéto: cfr. delle Alectorides, dedito alle grandi migrazioni in
Ttito; V. SoOtto^. falangi compatte: il significato del nome definisce
YG particella distintiva: invero, in origine “ cosi le gru, uccelli “ delle migrazioni” , “ delle caro
certamente". Beot,, dor. y a : le si dà un valore vane ” : dalla base corrispondente ad accad. getrum ,
riempitivo di “ invero ”, ma il significato origi kettum (viaggio, carovana, cammino, ‘journey,
nario è “ in tal modo, agendo così” : accad. ké, caravan, road, travel ’), calcato su accad. feartàtiu
60
pIZIONARIO G M C O rtY « e
(viaggio, carovana, cammino, ‘ travel, road, ca nell’ambito dello stesso accadico in cui a tende a e
ravan ’). in presenza di t: es. sekrèti (donne dell’harem)
yépag, -ao§ elargizione, offerta, dignità, autorità, per sekrati etc.
Yspatpw, ricambio con dono, o£ro, onoro. Accad. ycìiofjiai: in Om.: faccio esperienza, gusto, assag
g a n tfu (elargizione, spesa, ‘ Ausgabe, Auslagen gio; lat. «gustus»; fu postulato il tema got,
' expenditures, expenses CAD, 5, 38) : l’origine kiusan (scegliere, gustare), sanscr.j«5(f^e (apprezzare).
della voce accosta il valore di possibilità di “ elar Il significato è di saggiare, sentire, nel senso di capire
gire, di fare spese a favore, in specie di ima comu e gustare, avere la sensazione: tenuto conto di ac
nità ”, alla “ dignità ”, e all'" autorità ”, ovvia cadico 1? > Y:*accad. ^lasasu (‘ to be understanding ’),
mente di un sovrano, incrocio con kasàsu (masticare, *to chew^ up ’),
Y£p>^vio5 attributo di Nestore, yep'^vioi; Itvtuótoc gasàsu (triturare, spezzare).
Nécyrojp, II., 2, 336: passo fondamentale dove Ne Yé<pv>pa, -a^ ponte. Beot. péq>upa, cret-, gort.
store prende la parola e, come sempre, volge gli Sétpupoc. Ritenuto di ignota origme. Cfr. accad.
animi al suo consiglio: ^ f^àv aST’àyop^ gesiu, gisru, gasiu (ponte, ‘ Briicke’), die ha
yépov, uTa? ’Axotiwv (v. 370): yspì^vioi; è forma ag agito sulla voce che reca la base di sviluppo di
gettivale corrispondente alla base di accad. egettu, Y^tpupot, pé^upa: accad. ^yabatu, ebèru (traversare
n. ass. gerfù (espressione, stima, manifestazione del un fiume, ‘ iibersdireiten ; Pluss’): eber, ebat (al
pensiero, sentenza oracolare, *reputation, an oracular l’altra riva), ebeitu (‘jenseitiges U fer’).
utterance'): la Egeria di Numa; ma un richiamo yf], Y®^“ * Ni Y^« ^i n’ont d’éty-
semantico è anche alla base di accad, getrum (av mologie étabhe» (Chantraine). La base antichissima.
versario in dibattimento, giudizio, ‘ adversary in Slitti, ga, significò propriamente dimora (‘ dwelling
court’); allora si può essere certi che ci si trova place ’); cfr. ebr. gaj, gé (valle, ‘ lowland, valley ’) :
davanti a una formula epica di remota valenza, dove V. got. gau^i, a n t. fcis. gà, gea, ted. Gau (v.); cfr.
tTTKÓTOC, nel senso di cavaliere, ci starebbe a gran di sum. gu (terra, ‘ country ’), k i (‘ thè earth ’).
sagio: InKÓTQi infatti deriva, per assimilazione, da Y»jGé<o sano lieto, v. gaudeo.
basi corrispondenti ad accad. in -{- patS nel senso Y^pa?, -a o 5 vecchiaia. Tépa?, dignità, magnani-^
di eloquente, nell’* istruire, informare » gli ascolta rnità, dono; yp«'J?» vecchia. Se ne ignorò l’origine,
tori: patù (‘ unterrichten, belehren, informieren, répfov originariamente significa “ che ha raggiunto
vS, 860 sg.). il suo sviluppo completo, perfetto, che è presso la
Véppov, -ou oggetto intrecciato con vim ini o canna. fm e” : accad. gam tum (‘ complete, terminated,
Accad, gariu (paniere di vimini o camia, ‘ basket fmished’), dal verbo gawaru (gamaru: recare a
for bread ’), sinonimo di accad. nus^ju (‘ a container compimento, elargire, donare, spendere, ‘ to bring
maid of reed ’) : cfi-. accad, gataru (intrecciarsi, av to an end, to spend, to settle ’) ; yépcìv serba i valori
volgersi, ‘ to tum or roll over ’). semantici propri di accad. gàw kum (gam itum :
Y^pwv, - 0VT05 anziano, consigliere: an ‘ complete, making decisions, etc., final, effèctive ’)
ziano, consigliere, è della stessa base di Y^po<;, vecchiaia: ed equivale a maior, senior, che ha raggiunto l’età e la
la base che concorda con tali valori semantici corri condizione di recare consiglio e di assumere cariche.
sponde ad accad. gaw irum , gàm iriim , gam cum Yfjpu^, dor. YÓipu?, -U05 voce. « Terme noble
(che ha raggiunto il suo sviluppo, capace di decisioni et religieux» (Chantraine). Ant. irl. gSir (grido),
definitive, ‘ complete, making: decisions etc. fmal, got. kara (dolore), anglos. cearu, ant. ted. chara
terminated, fìnished^) mentre yepa.lp(ù ricambio, (pianto), V. lat. « garrio ». Accad. gerranu, gatrSnu
rendo, onoro, compenso, y^P«<; omaggio, segno (‘ ritual: wailing, ritual weeping, Geschrei, Wehkla-
di autorità, richiamano il verbo accadico corri ge: fiir die Gotter').
spondente alla stessa base di gàwifu: gawàtu (ga- riYM? gigante, se stiamo agli esemplari dell’arte
maru) nel senso di rendere in cambio, compensare, arcaica, delle gìgantomachie, i Giganti sono i « de
pagare (‘ to pay or deliver in full, to give in full ’), moni della giterra»: il nome ricalca: ant. bab.
però il valore di base è condurre a termine, a compi Igigi (‘ Mesop. deities ’) e amanti (della battaglia :
mento etc. (‘ to bring to an end, to spend ’). Il mu anantu); ma elementi sincretistici rievocano la
tamento di accad. a in e è giustificato da esempi lotta dei mostri seguaci di Tiamat (Mare) contro
61
ylYvotJt'Oii DIZIONARIO GRECO
il dio celeste Mjirduk, nel poema babilonese E n ù m a cfr, kalgiikku (creta rossiccia, ingrediente nella
elìs: dalla base di T ìàm at, T iàw at (TtjSÓi;) e l’af confezione di vasi, di vetri, ‘ a clay of a reddish
fisso -aiiu: gr. T itoìvec; i Titani. color: as ingredicnt for making glass; thè use of k.
ytyvopiai divento, sono generato. Tévoc, stirpe, aor. as colored slips in magic texts shows thè k. like
3 pi. èyévovTo, a, i. ójananta\ perf. Yéyova (ant. i. kalù, is a red-colored earth ’) : kalù (‘ a minerai
jajàna)’, -Yvr)iro(;, lat. gcnitus; v. gena. Sum, gan of a yellow color ’), v, lat. color. FXau^ la civetta è la
(generare), cfr. accad. qintiu (generazione, famiglia, “ scintillante ” , la “ fulgida ” nella notte, degno
‘ Generation, Fainilie ’). Al sum. gin corrisponde attributo di Atena.
accad. kSnu (essere, divenire ‘ to be ’, ‘ bestehen, ’), Y^aO^, Y^auKÓ? civetta; uccello, civetta di richiamo:
ugar. fcti (essere, generare), cfr. qnj (creare, ge la voce greca, che fu intesa dagli occhi scintillanti
nerare; to create, “ hervorbriiigen ’), ebr. qana, deve essere stata calcata su (v.): ma alle
arab. qana; v. seguente. origini, tenuto conto della sua voce di ridiiamo nella
YiyvtxxJKti), ion. e lingua comune dopo Ari caccia, occorre supporre che risulti da due basi
stotele Epidaur. yvcioxo; aor. corrispondenti al seni. ; ugar, ql-, aram. qàla, ebr.
Letteralmente: cerco di stabilire, apprendo, allaor. ri qol (voce, ‘ Stimme cfr. ko U oì), e sein., accad.
conosco, comprendo, lat. «nosco», pers. xhasàhiy che akkù (civetta, ‘ a kind of owl *) ; v. qìkììtztoì.
tu noti, sanscr. jneyaì}, lat. «nòvi»; altro vocalismo Y^acpupòg intagliato, stagliato, liscio, delicato'.deìh
lat. «ignarus», rispetto anche a quello di « ignóro»; stessa base di yXiitpco (v.) taglio, modello; v. lat,
got. kann, lit. paèìntas, anglos. cnawan. Dalle basi flglaber»; incrocio con base di accad. kalabbu
corrispondenti ad accad. kànu, kunnu, kèmi: (piccone, ‘ Picke’, ‘ ax for cutting roads *); ebr.,
kdnu (essere sicuro, ‘to be secure’, lat., con negaz.: aram.
«ignarus»), kutitiu (-yvca-: stabilisco come vero per YAv^vyj, -yj»; ìettet.fanciullina, y ^v, lat, «pupilla».
mezzo di attestati, testimonianza; confermo, certifico, Viene accostato 3idàyXa.6q, yccX-^wj e inserito, a torto,
‘ to testify, to establish as true by means of witnes- sotto la rad. ^gel-' di yeXtito) (v.). Accad. qallutn >
ses, to confirm ') ; kètiu (vero, reale, stabile, ‘ true, *qallun (piccolo, ‘ little ’), lat. « calo / -onis », etr.
firm, reliable’). La componente -oxo), alla quale fu clan {naXq), v, ebr. qàlàl (lucente): «galena».
attribuito un valore di fattitivo e iterativo, conferma YXrjvo? n. oggetto prezioso, gioia, v.
in un valore originariamente ingressivo, Y^^oióg, -où glutine, vischio, gomma, untume,
corrispondente al ted. suchen: che è ass. sea’u, agg. lubrico, sgusciante,
accad. se’tìm , ebr. S5'5h (tendere a, ‘ to look at \ divengo viscoso, yXota, ylda. glutine, vischio,
‘ suchen, erstreben '). Sulla scorta di questi antece sono invischiato, desidero, bramo, aspiro, y U a x 9o<i vi
denti possiamo riconoscere gli sviluppi lessicali: schioso, glutinoso, appiccicaticcio, importuno: russo
garante, testimone, Yvw(i,a segno di riconosci dial. glev (mucosità di pesci . Della stessa base di
mento, giudizio; con -p-: YvcipiiJ.of; hen conosciuto, lat. «gluten»; «gius»; dalla base col senso di tra
cfr. lat. « gnarus » che sa, che riconosce, dove -pi- sudare un liquido, resina: accad. feìlu (resina, ‘ resin,
richiania una voce col significato di affine a, asso exudation o f plants ’), hiàlu (‘ to exudc a liquid ’),
ciato a, relativo a: ant. aram. i:', accad. ru u , ebr. ](>al§u (sostanza oleosa), fealasu (estrarre, *to squeeze
rè** (‘ fellow, associate ') ; il lat. « narro » (v.) viene out ’).
ricondotto a « gnarus ». Y>.ov>TÓ?, -oO natiche: lat. «culus», cfr. accad.
ytwog mulo, bardotto, da Esicliio glossato <(^wov ^jiullu, qullu (grosso cerchio, v. lat. anus; * ein
o5) jTKT'Jjp Ktttto? i] Sè hot;, Cfr. sumero an- grosser Ring ’) : mia la formazione greca risale a un
5e kittta (loirra nel senso di montagna d’oriente) ; plurale {natiche, frane. ‘ fesses ’) : cfr. accad. ^lallu
y[wo<; significa originariamente equide dei monti: (^jal-Ia-tum; femore, ‘ Oberschenkel’, ‘ thè hind
accad. ginnù (‘ mountain '). legs of animals ’).
YXauKÓ?, come epiteto omerico del mare; an yX\>KÓ$, -e ia , -\i dolce, originariamente mosto
troponimo rXaGxo<;; lucente, fu lv o ; e Taggettivo ri cotto, cret. y^e^xo;;, mosto. La formazione di y^^^“
chiama il colore vinaceo, fulvo del mare stesso: aòq (yXsuxoi;) fu accostata a quella di « dulcis », ipo
olvoi|;, fulgente, fulvo, cfr, pie oUvotts, due rossicci tizzando -di- > yX per influenza di -k- seguente;
buoi { I I , 13, 703): accad. qalù (acceso, ‘ burned’); ma all’origine le due voci sono solo semantica-
62
d iz io n a r io greco YP<io>
niente affini: anche deriva da una base giuntura (Arist.), yo(ji,q>(o(; (èS<iv) molare, yofi^ótij,
clic denota (mosto) cotto (v. « dulcis »), come in compagino, connetto con cavicchi, cft:. sanscr. jdmbha-
qualche dialetto meridionale italiano: è reduplica- (dente); anglos. camh, ant. a. ted. kamb, ted. Kamm
izione; accad. quUù (ardere, ‘ to pareli’), q(ul)lù, (pettine, cresta), ingl. comb (pettine, cresta), lettone
qalù, V. lat. «caleo»: la formazione di yXu)tO(S ztiobs (dente). Il significato di cresta, punta, dente
è condizionata da base remota: cfr. sum. kuy-kuj corrisponde a quello di accad. g a b u , ugar. gb*,
(dolce, ‘ swcet’). ebr. gib*à (cima, ‘Gipfel’); ma il significato di com
yAtitpo) taglio, scolpisco; lat. «glubo» (t050; ori- metto, unisco mostra incrocio con la base di accad.
gin. significato popolare “ scortico ”). Ant. a ted. gabSsu (unione, ‘ Zusanmienziehung ‘ contrac-
klioban (fendere). Accad. gullubu (tosare, radere, tio n ’), cfr. kabasu, sem. qps (legare insieme, ‘zu-
‘ scheren, rasieren’). sammenbinden’), ebr. qabas (connettere, racco
YXùaaa lingua, punta: accad. qàl + uasa (let gliere, mettere insieme, ‘ to grasp, to gather ’).
teralmente: la punta, l’organo della voce): ugar. yóvv>, yóvaxo^, ep. ion. yoiivaTot;, Om. anche
ql, arani. qàlà, accad. qàlu, (voce, * Stimme ') e yowÒQ,ginocchio; lat. «genu». Itt.^<?ttM, a.ujànu, pehl.
accad. ussa, ussu, ugar. hz, ant. aram. hè§, aram. zSnUk, ved. jà n u n i (le ginocchia), got. kniu (ginoc
arab. hazwa (punta, ‘ Pfleilspitze ’). chio). róvu, «genu », si richiamano alla base di accad.
-tvo^ capo {U., 24,274), punta: accad. kin^u (ginocchio, ‘ knee ’), cfr. accad. kanàsu (pie
gulgullu, gulgull(at)u, aram. gulgulta, ebr. gul- garsi, ‘ sich beugen ’), l*agg. verb. kansu, kaniSu
golet, arab. gaigaia (cranio, ‘ skull ’), ma v. prec. (inginocdiiato, piegato, ‘ miterwiirfig ’) : la base
YvàOo^, -ou masceUa, tagUo, filo : v. nmrnta corrisponde a sum. gam (piegarsi, ' sich
YvajAKTÓ?, curuo, pieghevole, da Omero detto della beugen ’), accad. kam asu, kam asu (inginoccliiarsi,
mascella di cinghiale (//., 11, 416), ma ‘ knien, sich beugen ') ; toc. A kan-weip scopre
scella, da Y^d([ATCTtù, curuo, piego’, anche ma la base corrispondente ad accad. qananu, kanaiiu
scella denota articolazione pieghevole: accad. qa- (piegare, articolare, torcere, ‘ to twist ’ ; kutinunu
nattu, kanatiu (piegare, *to twist ’), kanaSu (pie ‘ to bend down ’) ; la stessa etimologia di ytóv(a
gare, ‘ to bend down ’) : la formazione di Y^'^9o<S angolo, ycovo<; che involge più direttamente la base
mostra che alle origini si tratta di un plur. come corrispondente ad accad. kanaSu (piegare, piegare
Y«tJi9 '»]Xat, con valore di duale: presuppone il plur. in giù, ‘ to bend down, to bow down ’).
femm. deU’agg. kannu nel senso di “ piegato '* yopyó?, -óv feroce, spaventoso, terribile. Se
con desinenza -àtu. ne ignorò l’origine. Reduplicazione di tipo popolare,
Yvànn'uw curuo, piego, v. Y«[A<p»l^at. come in Topyt!), la Gorgona, della base corrispon
Yvi^aio? originariamente, legittimo, genuino, vero, dente ad accad. gatàcu (spaventarsi, essere atterito,
sincero, nobile. Attribuito alla base di Y^Y''otJ<’«i'» ' to become scared, to be in panie ’), e della base,
le sue origini sono ben lontane: è ricalco di base incrociatasi, di accad. gàcùm (nemico, avversario,
corrispondente ad accad. keiiu (legittimo, vero, ‘ foe, adversary ’).
reale, ‘ legitimate, true, just, honest ’) e base di yo\>v<Ì5 , -ou altura, balza, colle (àvà youvòv
asù (proveniente, nascente, ‘ going out, outgoing, olvoTiéSoto (Od., 1,193) su per il colle del fondo
high-rising ’). piantato a vigneto etc. Se ne ignorò l’origine. Calcato
Yodttd getto un grido, m lamento, yóot;, lamenta su base di yóvu (v,); cfi:. rówo<;, Fóvvoi, « Goimus»,
zione, YÓv)<S, incantatore. Accad. qabù (dire, coman fortezza della Tessaglia, ai piedi dell’Olimpo, in
dare, lamentare, ‘ sagen, sprechen, befeUen, kla- posizione dominante, aU’ingresso occidentale della
gen *), qubù (lamentazione, ‘ lamentatìon valle di Tempe. Deriva dalla base corrispondente
‘ Klage’). ad accad. gennu (monte, ‘ mountain ‘ Berg ’).
yoyyiliXo^, rotondo, si riallaccia alla base di Ypau?, v. yfjpas.
l(^ulhi, qullu (grosso cerchio) e alla base *y°''^" Ypà<pco scrivo. Ant. a. ted. kerfan (‘ kerben’),
di y 6w , ginocchio, piegamento: accad. qanànu, ingl. carve: ted. Krabbe (granchio); krabbeln (solle
(legs of animais ’) ; yoYY'i^O'?» rotondo richiama accad. ticare), V. scribo.
katiànu (piegare, ‘ to twist ’), Ypàw : solo imperf : gypae, egli divorava (Cali.,
y<ifji<p05, -ou cavicchio, perno, punta, articolazione. f r . 551); imper. atem. cipriota yp<ia9t, ma cfr. Hsch.
63
DIZIONARIO GRECO
YpS' «pi^Y® Kónrptoi; cfr. YP<^*iTt?, erba, foraggio (pap. warten auf’), ebr. qava (‘ to trust, to be joined’),
Hippiatr.), attico xpàoTOf;: accad. garasu (fare a incrociatosi con la base di accad. qabù, qabà’u
pezzi, ‘ to break off'); sem. qfs; v. Ya^^'t'i^P- (impegno); YÓaXov (v.) ha il senso di ebr, i^jalU
YPÓXX05, -ov) = Ypu^ia[jiÓ 5 rozza danza egi (cosa incavata: ‘ hollowed’); cfr, qàla (‘ to en-
zia (Phrynichus atticista, Praepar. Sopkistica, p, 58B), grave ’); sYYy«^i^^>> do: cfr. accad. kullu (‘ to hold,
chi esegue quella danza, YpuXXoYpacpéw faccio carica-- to present ’).
ture (Philod,, Voìum. rhetor. 2, 297 S.): cfr. ebr. Yulov, "OU, orig. articolazione, membro del corpo,
gài‘61 (buffo, rozzo, rustico, ‘ rough, harscli’). plur, spec, ginocchia, gambe, braccia, mani', accad,
YPWlJiéa, sacco: dalla base corrispondente qu, qu-u, gù (legamento, ‘ cord *, ‘ Scluiur ’), sum.
ad accad. fearàmu (coprire, ‘ to cover ‘ bedeck- gu; ebr, aram. qawa; cfr, ebr. gevijjà (corpo,
en ’), harfum um (chiuso in involucro, ‘ in Hulle ‘ body ’), geva (‘ body ’),
geschlossen ’). Y^EJtvós, -T^, -óv spogliato, tosato, nudo. Se ne
YpuTtóg dal naso curvo, curvo, ypotcóty)?, curvatura ignorò l’origine: nulla chiariscono riferimenti a itt.
del naso, detto anche di becco, yp^Tiót;, grifo'. nekumansa, arm, merk, lat. «nudus », ted. nackt. Dalla
YpuTcó? deriva dalle basi con significato di curvo e base *gub~ (occorre tenere presente il fenomeno
nasot la priina base come quella di « curvus » ri lai-gamente attestato in greco della caduta origina
chiama sum. gu-wr, accad. gafiiru (curvarsi, * to ria - l- interna; v. cwjjia, ado?) : Y^t^vó? significa ori
tum or roll over ’), guffuru etc. e accad. appu ginariamente “ spogliato, rasato ” e deriva dalla base
(naso, *nose, tip, edge *), ugar., ebr. ap. corrispondente ad accad. gù(lu)bu, gu(ll)ubu (spo
YPÓt»], v. YPWM'éoc* gliare, tosare, ‘ to despoil, to cut and sliave liair of
Y^oT^ov, -ou cavità (Hom.), valle (Hes.); base head or body ’), gu(U)ubu (tosato, ‘ shaveii ’), La
accad. qù (vaso, ‘ vessel’), cfr. sem.: ebr. gàj, gé formazione greca è in analogia con os(avó?, che è dalla
(bassopiano, depressione, valle, ‘ depression, lowland, base a s ^ e suff.; cfr. accad. gu(llu)bu e accad.
valley’), col suff. -aXo- (v.). Ma v. Y'^’QS- qa(là)pu (sbucciare, scuoiare, ‘ absclialen ’), qa(l)pu
-ou bure, stanga dell’aratro a cui si attacca (‘ geschah ’), qa(ll)upu (id,),
il vomere; misura agraria, «iugerum», campo-, in YWi^, origin. donna casalinga, donna.
composizione: àfAtptv^o;, dalla duplice punta, dal </m- Il beotico pavà (Corinna) significa «la progenitrice »
p/tcejì/o;riferimentoadaxma (Hom., Hes.), «òtóyud(; e corrisponde ad antico accadico bànù (generante,
di un solo pezzo, detto di aratro; cfr. (= ?tpo- ‘ begetter *), bàtiìtu (madre, ‘ mother ’) ; ywixoiàt;
fxvi^cna) fu n i di poppa; Syy'ìo^, garante, • nied. mostra che y^v^ è base primaria di una voce com
fisso, mi obbligo (cfr. lat. « obligari», « obligatio»), posta: la seconda componente serba ancora la forma
garantisco; yòa.ia., fu n i ci ricliiama ai valori originari originaria di oU 6<; col significato di “ casa La
di Yuiov, Yuia membra, « artus », (XpOpa, nel significato prima componente yuv- indica colei che vive nella
etimologico di arti, articolazioni, legamenti, di mem casa legittimamente e stabilmente: accad. ginS
bra; e il significato di misura agraria, campo, (‘ constantly, normally ’), accad. ginù (permanent,
mostra che le voci greche si sono modellate su normal, ordinary ’), come deve certo l’dìXoxo^. La
una base col significato di legamento : accad. gù, qù base ginù è calcata su accad. kunnu (legitti
(legame, fune ‘ thread, striiig, net ‘ Schnur, H anf'), mo, stabile, reale, ‘ true, legitimate, establìshed’),
sum. gu, ebr, qav (corda, norma, governo, ‘ cliord, da kàtiu, kuànu (‘to remain in e ^ c t ’), sum. gi-ln:
string, rule, n o rm ’); nei senso specifico di mjwfl
areale e di cavità, vaso come misura: accad. qù B Y'Ì7iirj cavità: accad. kuppu, kùpu (pozzo, con
(‘ a measure of area, a measuring vessel *eia Ge- tenitore per acqua, ‘ well *), cfr. xiIiTiri, lat,
fàss; als Flachenmass’) ; il significato di garantire, «cuppa»: cfr, eg, kb, accad. kùbu (contenitore per
per cui si ipotizza la base di ÌYY'^’0 liquidi, ‘ a container for liquids ’) ; accad. quppa
ranzia, esige il richiamo ad altra base semitica: (cassa, ‘ Kasten ’), arab. quffa, aram. qupp®tà, m.
accad. qu’ùm , quwwù, qubbù, assiro qa’ù (aver ebr. quppà (cesto, ‘ Korb ’) ; accad. kuppupu (ri
fiducia in, attendere a, assistere, ‘ to trust in someone, piegato, ‘ bowed, bend ’); è l’astragalo che ha
to entrust someone with, to wait on ‘ einer Sache nome del fatto che si articola col lo scafoide del
od jmd.s betreuend warten [sott. irèSa], crwarten, tarso.
64
PIZIONAW O GRECO YwpOT<S?
yOpi?, farina fin e : del mulino, macinato Ila condizionato la base corrispondente ad accad.
sotto U grosso rullo. Della stessa base di (v.), gassa (gesso, *gypsum, wliitewash ’).
tendo (v.); Y^po?, giro; fossa: accad. ^?urm {fossa). ywvta, -ag angolo, v. y<5vi>.
•yupó?, -tic» “<5v tondo, curuo, Accad. g a tm (ro ytopuTÓs m. custodia che avvolgeva l'arco {Od.,
tondo, ‘ round ’), garàfu (girare, ‘ to tum ’), sum. 21, 54). Fu ritenuto di origine scitica (Lyc., 458).
gufi. Un’ipotesi di E. Benveniste vi scorge il nome ira
YÓ4 », yOTTÓg avvoltoio, alyoTvió? (v.) avvoltoio, nico del bue con una seconda componente, anche
cfr. etr. capys: « falconis... qui Tusca lingua capys essa chiarita con l’iraiiico, che sarebbe pers. rùda
d ic itu r f e lc o ... cui pollices pedum curvi fuecunt (budello). L’iniziale Y" corrisponde a originaria
quem ad modum Éilcones aves habent; quos viros formazione di sostantivo dalla base corrispondente
Tusci capyas vocarunt» (Serv., Aen., 10, 145), cfr. ad accad. Ijiarùwu, Ihiatrumu, ^ràwu, (mettere
Pest. (p. 38) : « capys... quem a pede introrsus cur in custodia, ‘ to stretch or place a membrane, skin
vato nominatum antiqui nostri felconem vocant»; or a laycr o f metal over an object ’) ; forme allo-
sem. : accad. kapsu (curvato, ‘ bent, curled ’), trope (b)efèwu (erèmu: nascondere); ycapuró? è
calcato su base di gappu, sem. kan(a)p (ala, nome calcato su base che corrisponde ad accad. aritu
di un uccello); ma cfr. kapapu (curvare). (difesa, scudo, ‘ shield ’) ; cfr, (]|]i)erinitu, *|»erittu
-ou gesso, creta. Originariamente deve *^^eritu (copertura, contenitore, ‘ Bedeckung;
avere indicato la “ massa ” di calce spenta, la malta Bchalter, Ixderdecke ’); per la formazione, v.
idraulica. Accad. gupsum , gipsum (*mass*) che yOTcó?: sem. kan(a)p > accad. kappu.
65
8 a-, prefisso intensivo, eoi. accad, dam- mente lavorato, SatSaXo?, di fin e arte, con
iiii > *da”u (forte, ‘ strong, mighty, great ’), lo stesso significato. Alla fusione con cera perduta
daimÌB (grandemente, *greatly, v ery ’): Ja caduta richiama il nome di Dedalo, che il mito tramanda
di M intermedia trova riscontro nel fenomeno di come il primo artefice dì statue in bronzo. Si pensò
caduta dì -n- in accad, : dananu > da’ànu (* might, a SéXTo; ( !) porta. Come altrove abbiamo mostrato,
strengdi ’). AixlStxXoi; è ellenizzazione di basi remote: sum.
Adeipa, divinità ctonia (inscr, att., Plierecyd, dè-dal (la fiamma, ‘ Fiamme, Feuerbrand '), v.
45; Lyc., 710), A«ip« (Aesch. fr. 480; IG, IP 1358). accendo, cfr. att, SqcS6<;, torcia (Hom.
Ancora menzionata in una iscrizione funebre di Sat^) con -Xso<;: accad. le’ù (essere abile, esperto
Neocesarea. Furono avanzate ipotesi come da Savjvai ‘ to be able, to master ’), cfr. accad. duUu (la
e da ved. dasrd- (che fa miracoli). Fu accostata a voro, fatica, ‘ Arbeit, M iihe'), d alla (faticoso, pe
Persefone e a Demetra. Da pron. determ,: sem. d: noso, ‘ kiìmmerlich cfr. 7tóvo<;) e dalàlu (ce
aram. d® e base di gpa (v.) ; cfr. accad. dàrium (che lebrare, rendere omaggio, ‘ huldigen ’), dalìlu
dura per sempre, ‘ cwig, dauemd ') ; cfr. base corri (celebrazione, omaggio, offèrta devota, ‘ Huldì-
spondente a sem. srb, accad. sarihiu (addetto alle gung ’) ; cfi:. accad. dalajju (lavorare con impegno,
lamentazioni, ‘ ein Klagepriestcr ’), da sarà^u (fare ‘ to work at something ceaselessly CAD, 3, 46).
il compianto funebre, ‘ Klagen, Trauergeschrei, 6 «l 8 otXo5 lavorato con fine arte, originariamente
W einai ertonen lassen ’) : è nota la corrispondenza splendido : Omero usa quasi sempre il plurale neutro
accad. s > |; v. 8 S:^p. SatSaXa “ opere splendide TroXuSaESaXo<;, ricca
85i^p, accus. 6 àépa> voc. 85ep, gen. plur. mentefa tto .’ «dit surtout de mdtal» (Chantraine), Sat-
Saépwv {II., 24, 769) etc. cognato, fratello del marito. SdtXsoi; dello stesso significato e ancli’esso « employé
In Lidia dat. SaipJ e, con ortografia fonetica, n. pi. de métal », ma esteso anche ad altre materie; v. Soti-
Séps;, in Bitinia, gen. S5)po<; : stupì che sopravvivesse SàXXtù, opero, costruisco splendidamente, con arte, da
in tarde iscrizioni dell’Asia Minore un termine di Omero usato al part. pres., ma in uso nell’epica
formazione arcaica. Vedi quanto è detto per lat. « le- omerica sono TtoXuSalSaXo;; e Sa£SaX«. L’antroponimo
vir», cfr. sanscr, àevdr-', fu ipotizzata k base 5òc(f)-, Aa£5aXoc è Ìl nome deirartista mitico. Dedalo, che
Saif-, ma la ipotesi resta campata in aria, senza so culmina nella fantasìa degli antichi con l’impresa
stegni : una base S«f- col significato di fratello corri del volo « ceratis pennis », penne fatali per Icaro che
sponde a voce semitica, che richiama il sum. tab vide disfarsi la cera al calore del sole. Tale nome
(fratello: gemello, ‘ Zw illing'): accad. tù(’)awu Aa(5aXo(; è calcato su una voce remota che richiama
(tù(')amu), neobab. tùw am u, n. ass. tu u , ebr. Tantica ai'te della fusione in bronzo, con la tecnica
tà’5m, sir. tàmà, arab. tau’am (fratello: gemello, della cera perduta, e la voce denota il fuoco, la fiam
‘ twin ') ; segue la base col significato di giovane ma ma, che scioglie la cera e plasma le forme concepite
rito, sposo: corrispondente a accad. ètum , arum , dall’artista : rende il sumero dè-dal ‘ fiamma *
ajjafu (giovane. *Jungmann, junger JVlann '). (‘ ilame ’) : cfr, gr. 8at<;, SatSo<;, face, 8ctX6<;, legno
5al, v, acceso, carbone: accad. ditallu; deve essere stata inter
5at, V, SìÌ'l'oì;, SK'f9 ptùv. ferenza (v. 8ai8<i3ieos) di corrispondente ad accad.
6 o(iSd(XXa) lavoro con arte, 7roXuSa(SaXot;, ricca-^ le’ù (operare con maestria, ‘ to be able, to be an
66
d iz io n a r io greco AA k t u P^o i
expert, to master ’), lè’ù (esperto, ‘ able, skilled ’). (parte, ‘ share ’, ‘ Teil ’; ugar. dd), da cui S«T£o(/,ar,
Fu a torto accostato alla base di lat. « dolo » sbozzo e, ant. a. ted. zit. Aa£w (Satot^ai) è calcato sull’analogia
peggio, di 5^?l^ojxai (v.) e di SéXToc;, tavoletta^ che di Saiw, brucio, ciò chiarisce anche accad. t > gr. S.
è certo semitico: ebr. delet (porta, pagina di scritto, 5at<ppo>v bellicoso; saggio: col senso di base
' do or or page of a manuscript ’), accad. daltu etc. antica corrispondente ad accad. dabrum (aggres
Sat^w divido, V. 8 ato}Jt,ai, sivo, violento, ‘ fierce’, ‘ aggressiv’), da dapàru,
6 al|x(>)V, - 0V05 divinità, dio, sorte, potenza di dabàtu, tapafu (serrarsi accosto, ‘ sich heraiidran-
vina, dio. Viene accostato a Sa£o(xai, dividere, spar gen*); fu calcato su Sàt considerato un dativo
tire e si è supposto che in. origine si trattasse di isolato, un arcaismo ricondotto a (v.) di cui
un ‘ Totengott “ sbranatore di cadaveri ” , Ma si ignorarono le comiessioni.
ciò non trova conferma anche se si richiama accad. Salto ardo, accendo; 8àoq, Sati;, -tSo(;, att.
ejem m um (demone, ‘ Damon, Totengeist’). La ScfSó;, fiaccola, BàX6q, tizzone ardente. Base è sum.
voce accadica, di tono popolare, mostra la sugge dè (fuoco, ‘ Feuer ’), in dè-dal (« taeda », fiaccola,
stione di accad, dàm um > dàm un (sangue, scuro fiamma, ‘ Fiamme ’); cfr. sum. dal (lucente, ‘ glan-
come sangue, quindi “ sinistro ” , ‘ Blut specie zend’). L’accadico rende sum. dè-dal con nablu
nell espressione che equivale a “ morte ”) ; dàm (fiamma); il gr. 8aX6<; rende sum. dè-dal: quasi
namtarl (sangue del demone di morte; ‘ Blut des voce rituale che consacra gli elementi della più re
Todesdàmons ’), dam àm u (tormentare, detto dei mota civiltà ellenica: a questa base occorre richia
denioni: ‘ Wehklagen verursaclien: Danioiien’), mare il nome AalSo?.©?, l’ingegnoso fabbro, che in
Morfologicamente è calcato su lam an, un antico vaso fliacico designa Efesto, il dio del
lamnu (cattivo, genio, ‘ Unglùck, Bosheit ’), oppo ftioco che fonde i metalli.
sto a dam qu (lo spirito buono, ‘ Scliutzgott ’). Ma S(ÌKvo> mordo, molesto, angustio. Venne accostato
occorre considerare che Satiicov è nella dinamica di ant. i. ddsdti (morde). Accad. dàku (pestale, dirom
un motivo fondamentale nella concezione religiosa pere, ‘ to break, to smite, to murder ’, ‘ stossen,
degli antichi, intorno a quelle potenze che in Omero schlagen ’), sum. dugi-ga = accad. da-a-lcu.
e nella Bibbia combattono invisibili e spesso scelgono fidxpu lacrima. Lat. «dacrunia, lacrima». Ant, a.
la notte o il sogno per affermare la loro presenza; ted. trahan, got. tagr, ant. a. ted. zahar etc. richiama
SatfAtov è, ad esempio, l’olohim che combatte con no, per metatesi di tipo popolare, accad. dut^ùm
Giacobbe, il misterioso lottatore che « ha paura della (turbamento, commozione, ‘ Triibung ’) : forma allo-
luce»; perciò Sattiwv è sempre nella suggestione di tropa di dulul>bù (‘ trouble’), cfi:. dalfeum (of
una voce corrispondente ad accad. da’m um (oscuro, fuscato, velato: si dice degli occhi, ‘ blurred: said
l’oscuro, ‘ dark ‘ dunkel '), un essere che esula of eyes CAD, s,v.). Il verbo dalàlt^u, lat. « doleo »,
dalla sfera del razionale in cui si trova più a suo agio chiarisce meglio l’evoluzione semantica: esso si
lo spirito greco, ma che non è meno operante e gnifica anche 'to hlur: ejes' (CAD, 3, 43): durfeiu,
meno incombente; resta operante la base del dalfeu è detto della “ commozione che vela le
l’omofono dàm um (sangue, ' blood ’) che è af pupUle, velo (di lacrime) ” ; Sàxpu risulta da incrocio
fine a d a’m um , d à m u (oscuro). con la base di accad. sa£à^?u (piangere, levare un
fiatojjiat divido, compartisco; Sabufxi, compartisco; grido di dolore, ‘ to utter cries of mourning’,
divido, separo; v. 5ccxéo(ji,ai. A.i. ddyate (divi CAD, 16, 99 sg.), satlhu (* plaintive ibid., 110 b),
dere), d iti- (distribuzione, ‘ das Verteilen ’), dati (ta sif^ju, §er^3iu (lamentazione funebre, ‘ dirge ’). La
gliare), cfr. arm. ti (tempo); ant. a ted. zU (‘ Zeit ’), iniziale di lat. lacrima richiama la base origin. sum,
Sat- osiiìità, 8iÌro(;, ostile, SvjVótó, j'àmo a p e zzi: lù (turbare, commuovere, ‘ triiben’), corrispon
da base corrispondente ad accad. tafeùmu (ta- dente ad accad. dalàfeu (‘ triìben, v. Herz, v,
Ijlùwu), aram. t®|iùm3 (divisorio, linea di confine, Augen ’).
' Grenze ’) ; per Saie, porzione, cibo, cfr. accad. ta’u AdkwXoi, Geni delle miniere, artefici del bronzo
(lacerare a morsi, sbocconcellare, consumare, pa e del ferro e quindi delle armi, delle lance: il loro
scere, mangiare, ‘ beissen, auffressen, verzehren, nome fu variamente inteso: da SdcxTDXoi;, perché
weiden’); ma scopre la base di accad. za^u erano cinque, come le dita di una mano (Strab.,
(dividere, ' to divide, to distribute ’), sost. zittu 10, p. 473); si pensò anche a 8atS(ic>LXtù e a Dedalo;
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S d v iT u X o i; DIZIONARIO G M C O
Sofocle (in Strab, e Di od. Sic., 5, 64, 3) inunaginò 8a(j,dcXìf); cfir. accad. tam à^u (catturare, tenere
5 maschi e 5 femmine; di incerta origine (Apoll. stretto, ‘ to capture, to take prisoner, to take ’) ;
Rh., Arg., 1, 1126 sgg. e altri); Esiodo {in Plin,, per (XStivjTo? non assoggettato al matrimonio emerge
Nat. hist., 7, 197) li dice cretesi; Sofocle nei Satiri Tantica base sum. dam (coniuge, *husband ’).
li pensò frigi; Diodoro {5, 64) ritenne che dalla Aavaol, nome epico dei Greci; ritenuto da
Frigia si fossero trasferiti a Creta per sollecitazione Danaos egizio, re di Argo; alla fine del sec. Vili
di Minosse, Essi esercitarono l’arte di Efesto e in a. C. appare il nome di un popolo, dei Dnnym:
segnarono a foggiare i metalli. È ovvio che finis così nella versione fenicia della iscrizione del re
sero con Tassumere aspetto di artisti, di musici, Azitawatas, nel testo fenicio «re di Adana»: tale
di auleti {Fhoroms in Strab.). La tradizione li esi popolo deirVIII secolo viene, a torto o a ragione,
bisce armati di lance, il nome li denota come “ abili identificato con i Danuna ricordati in una lettera
a raffinare ” i metalli di pregio ; accad. zakùtu- di Amarna del sec. XIV a. C., la cui capitale pare
là’ium ; zakùtu (‘cleanHness’),agg. zakù (raffinato: fosse Pakhri, citata da Salmanassar III, Pagrai nei
detto di metallo, ' refined, pure, said of inetals ’), monti dell’Amanos. La base del nome Aavaol e
da zakft, ebr, zahà (essere puro, ‘ to be pure ’) e simili, come quella di Adana, corrisponde ad accad.
ant. accad. la’ium (abile, esperto, capace, ‘ able, dannu (potente, *strong, powerful, great ’), da-
capable, skilled ') ; la prima componente fu calca iianu (potenza, *might, strength ’) ; in quanto ad
ta sulla base di daku (‘ to kill '), dakùtu (‘ mar-
Adana, non ha alcun peso la notizia di Stefano Bi
ching into batde’): v. 8 àKT:uXo<;,
zantino che le dà come fondatore Adanos: ogni
SàKTUÀo?, -ou dito: quello adatto a prendere-, nome di popolo e di città è spiegato dagli anticlii
beot. 80LÌÌX-; cfr. SdbtTuXo?, dattero. Cfr. got. te-
con un eponimo; M. C. Astour ne trasse l’affrettata
kan (toccare) ; v. lat. «digitus ». La base di SdtwTuXo?,
conclusione che Adana derivi dal nome proprio
dito, è corrispondente ad accad, dakft, dekù (pren
Adan “ signore ”. La A- di Adana “ fortezza ” cor
der su, levare, v. 8é>to{j,ai, ‘ to make rise ^ etc.,
risponde al pron. aram. a-, 5 (quello, *tliat, those ’).
CAD, 3, 123 sg.): sono da intendere le dita quali
In quanto alla « casa di Mopso » (Mps della iscri
organi di presa; cfr. ‘ finger ’. La componente
corrisponde ad accad. ullu (quello, ‘ that ') : v. zione fenicia), alla quale appartiene il re Azitawatas,
lat. «tRomulus», «Rutulus»; SàxTuXo; è calcato su si è voluto ricollegare tale nome con Mopso, Tav-
base corrispondente ad accad. zaqtu appuntito, venturoso indovino, il principe veggente di Ko-
‘ spitzig’; V. AàxTuXoi. lophon, figlio di lUiakios e di Manto, venuto in
6 oAóg, -ou tizzone ardente, v. Satw ardo. gara con Calcante: ìl nome Mopsos commique de
6 dt(Aap, 6 djjiapT05 consorte, sposa: fu ritenuto nota bene il personaggio: accad. m uppisu (mago,
da *dotn~ “ casa " con la base di àpapbxco. A. Mor- stregone, incantatore, ‘ sorcerer ’), forma del v.
purgo scorse nel micen. duma la voce 8à(;iap, cfr. epèsu (nel senso di ‘ to perform a divination ’).
itt. dammara. La prima base, corrispondente a sum. Giova ricordare che ’Axaiot (v. 1, p. 437) sono po
dam (sposa, consorte, ‘ Gattin, Gatte’), è voce poli collegati, af^cciati al mare; la voce corrisponde
antichissima che deve aver svolto funzione di deter ad accad. alhiu (fratello, plur. ‘ brodier, as-
minativo alla base corrispondente ad accad. m artu sociated: as terni for a specific social, politicai, legai,
(giovane donna, ‘ girl, •wona<m ’). or emotional relationship ’), con incrocio della voce
5 k(i.<&^{0 aggiogo, soggiogo, lat. « do corrispondente ad accad. al^u (riva, ‘ shore of thè
mo»; assoggetto al giogo, dtSàjjwxaToc, inflessibile: Ade; sea, side *).
aor. èSdtfzaaoa in Omer. e trag., mette in rilievo SdtTteSov, -ou territorio, paese, suolo, campo: il
che non è affatto derivato dairaor. come si significato originario è suolo della regione, territorio:
credette, Sa[idcXY), Sà[jiaXt;, giovenca con suff, pro- forma ì^dtTieSov (Xenoph., I, 1; IG, XII, 5, 215,
nom. ; v. itt. damai- che come e èSàjjiaooa Paros); Sdì- ha il valore di terra: v. Aa-iidcTTip: ac
va ricondotto a sem. dm d, sm d: accad. sam àdu cad. dadm u (regioni, ‘ regions’); ricalca la
(aggiogare, ‘ to yoke, to tie, to drive, to attacli; to base corrispondente ad accad. za’ uzu (diviso in
yoke, hamess: referring to animals and people ’, parte, ‘ angeteilt: Feld ’) da zàzu (dividere in patti,
CAD, 16, 90 sgg.), al quale si richiama anche ‘ to divide into two or more parts, to separate, to
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PIZIONARIO G M C O SéaTTO
<Jivide into sliares’); -tceSov, suolo, terra: accad. specie di piante, ‘ iiberaus itppig’; ‘ abundant’),
pàfum (territorio, ‘ territory ’). das’u, disu (rigoglio della primavera, *spring grass,
S&mna divoro, Sairàvig, prodigalità, spesa; lat. spring: season, spring pasture’); desù; dussù (* to
«daps, dapis » originariamente sacrificio, offerta rituale, be abundant; to make fertile ’) ebr, dasa etc.
banchetto festivo, pranzo, vivanda, « apud antiquos di- Saxéojjiai spartisco, divido, distribuisco, v. 6 a(o~
cebatur res divina ... dapaticum iiegotium am plum jAtti. È verbo denominativo : accad. ta z u (dividere,
ac magnificum» (P. Fest., 59, 21): « Sens premier; ‘teilen’); accad. zisiàtu (le parti; sing. zittu: 'Teil ’).
sacrifice» (Ernout-Meillet). Sem., ugar. db^(m ) doLÙia dormo (Sappli. 126 L.P. ; ÉSocuaev’ èKOiy^-fi&ri
(pasto, sacrificio, ‘ sacrifice(s) *Opfer, Mahl ’), etc. Hscli.) ; viene accostato Eaów (v.). Da base se
dbh (‘to sacrifice’), ebr. zàba^i, aram. debah, arab. mitica: arab. *dawa (dama: riposare, avere posa,
daba^ia; accad. aJbu (‘ O pfer’), cfr. accad. aìbu, ‘ ruhig sein, dauern '), ugar. dm (sostare, ‘ verblei-
sem. di’b, ebr. a^eb, avam. dèbà (sciacallo, avvol ben ’), ebr. dam a (riposare, essere silenzioso, ‘ to
toio, ‘ SchaJcal, G eier’); ma sul lat. daps, dapts ha rest ’), dom i (riposo, ‘ rest ’), dàm am (riposare,
agito la base corrispondente ad accad. dappu, aram. essere silenzioso, ‘ to rest, to be silent ’) : qualche
dap, arab. daif (tavola, ‘ Brett, Tafel ’), afFmità semantica con base di accad. da’awu
5 op 8 à 7tTo> divoro, stritolo, detto di bestie feroci. (da’àm u: essere, divenire buio, ‘ to become dark ’).
Se ne ignorò l’origine, pur tendendo a vedervi un 8 à 9 V>], -YJ5 Dafne, alloro. Fu ritenuto termine
composto di (v.). La componente iniziale Sap-, mediterraneo, a torto accostato a « laurus » (v.), Daf
che non si seppe spiegare, corrisponde alla base di ne è certamente ipostasi di Apollo, non di Apollo
Sépw: sum. dar-, da-ar (fare a pezzi, ‘ to split’). Musagete, ma dell’omerico dio saettatore dei Greci,
5 ap 6 dvui dormo col significato originario di che travolge aH’Erebo molte generose anime di
stendersi in casa, (^Spafi'’ évi rrpoSójx^ dormì nel porti eroi: ciò chiarisce perché l’alloro è imianzitutto sim
cato: Od., 20,143); per lo più xaTotSapMvto. La base bolo di trionfatori, di guerrieri vittoriosi, come cantò
S«p- è la stessa di « dormio » (v.), col significato di il Petrarca:
alloggio, rifugio', rdem ento - 0-, che richiama «Arbor victor'iosa triumphale,
risiJta da base, priva del prefisso n-, di accad. Honor d’imperadori et di poeti...»
nadù, assiro nadà*u, ebr. jdì, egiz. wdj {porre, Dafiie corrisponde ad accad. dapnu, dapìtiu
gettare, ‘ to cast down, to stop working, to place ’), (eroico, marziale, fiero, ‘ heroic, martial, ferocious:
ebr. nàta (distendersi, *to bend, to stretcli cut, to said of Gods and demons CAD, s.v.).
bow dow n’; Ni *to be extended’). 8 é e, d’alba parte. Se ne ignorarono le connes
S(j[5, Sqi^Só^ fiaccola, v. 5alct). sioni; cfr. accad. idi, in usi preposizionali, da accad.
8 aCT7T?t^Ti5 femm.; letteralmente che assale ter- idu, sum. da (nel senso di “ lato, parte”, ‘ side,
rihilemente da fa r tremare, tremenda (Od., 15, 234: edge’); ana idi; idà, diule di idu (à coté de’).
6eà Sao7tXY]TL(; ’Epiv»Ì?), detto di Cariddi “Se particella considerata enclitica; con valore
(Simon., 522 P.), delle Eumenidi (Euphor.) etc. locativo (v. 8é): dopo un accusativo; att. oI^KaSs,
Se ne ignorò l’origine. Il segno - x - della sillaba fi oIk6vSs, ’AGfjva^e; anche dopo nomi di persona in
nale, corrisponde al segno del femminile semitico Omero (//., 24, 338): Tiplv Il 7]Xetcovà8’ ìxéoOai.
-t-; Sacf- corrisponde a b«e semitica denotante vio prima che giunga al Pelide; cosi <pó|3ovSe (esortare)
lenza; accad. dà§u (tribolare, incalzare, ‘ bedran- alla fuga, pouXuTÓvSe, verso Vora di sciogliere i buoi
gen ', *to treat with injustice, to treat with disres- {IL, 16, 779). Avest. -da, ant. si. do (fino a), anglos.
pect’); arab. da'azi cfr. dàsu (calpestare, ‘totrample to; corrisponde alla pospositiva sumera -da, col
upon, to destroy ') ; e, la base di à-TcXvjTo»;, dì TCsXàJ^w; significato di -Ss; cfi:. sum dé-e, ta (verso, ‘ toward;
V. 7r(S^co; cfr. ebr. pàlas (essere scosso, tremare, in, on, up to ’) : accad. ida (presso, ‘ à coté de ’),
‘ to be shaken, to tremble ’), aram., m. ebr., accad. adì (“ fino a ”, temporale e locale; ' up to, as far
palàlju (aver paura, ‘ to fear, to be afraid ’), pulfeu as, as to ’), ugar. 'ad (è) ; v. 8eOpo.
(terrore, ‘ terror, fear ’). Séaxo {Od., 6, 242: TrpóaSev ... (iot
Saaó?, -e tà , folto, ricco di vegetazione, lat. SéaT’sTMoci, prima si presentava come fosse un uomo da
«densus». Restati sinora senza etimologia. Accad. nulla: Béaxai' «patveTat (Hsch.); cfr. SoàooaTO xép-
daSù, desù, deisù (rigoglioso, florido, abbondante. Slov eTvai. (//., 13, 458 etc.); fu proposto un
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SelSco D IZ IO N A R IO GRECO
un teina supposto in 8^Xo<; (v.). Calcato precedente: cfr. SaTvavdcw, consumo in prodigalità,
su Salo ; accad. teljù (accostarsi molto vicino, sperpero, Saredcvig, prodigalità, spesa.
‘ to approacli, to come near ’), v. <patvto. 6 eipàg dorso di monte, cresta di monte, v. 5eipì^.
5clSo> temo, v. Séo^. 8 eipy^ (Hom.),att. Sépr), eoi. 8épa, giogo montano;
Selvivu{JLi móstro, indico, ion. Séxvu[Ai; Ssikvóoj, collo. L’omerico Ssipi^ corrisponde ad accad, sèru
SeìvE^»* Set^K;, SslxxriQ : in Erodoto Ssk- è documen (dorsale, *back ’ ; usato come prep. e avv. : ‘ on
tato dai composti. Il linguaggio come gestualità: top of, over, upon’; ‘ Riicken, Oberseite’), ugar,
da base col senso di levare: gli occhi, levare: la mano: (‘ Riicken ’), arab. zahr ; Tòpo? deriva dalla stessa
accad. delcù (levare, ‘ to raise, to lift up : in idio- b^e nella forma §u’tu, donde Taurisci, Taupo^ etc.
matic expression ’: con itiu: ‘ to look con qàtè: Séua, dieci, lac. « decem », umbr. desen-, a.i. dasa,
* to lift one’s liand in supplications ’) ; un senso got. taihun, irl. deich, arm. tasn. Sum. 2 ag (decimo,
specifico di dekù è quello di latino antico « vo- ‘ Zehnter, Zehntgabe *), che viene reso da accad.
care», fare leva: «viros vocare feriis non oportet» esrétu (decima, ‘ tenth: referring to a ten per cent
(Varr., ap. Macrob. I, 16, 19): accad. dekù (‘ to tax levied on garments by thè locai ruler’).
cali up, to mobilize, to raise, to lift up ') : SstxvufAt Mentre l’umbro ha l’influenza di base accad.
richiama questa base di lat. « dico » (v.), « dico », dasft, desù (numeroso, ‘ numerous ’, CAD, 3,
osco, deicum, got. ga-teihan (fare conoscere), ant. 129 b), Sof,aòq, invece «decem», Séxa sentono la base
a. ted. zlhan (accusare), sanscr. diédti (egli mostra); corrispondente a accad. dekùm (raccogliere; le de
v. ted. zeigen. cime, ‘ to collect, to summon, to collect taxes
5e[Xif), "Tf)5 pomeriggio; SeteXo? òtjjè Siioiv «il po CAD, 3, 125). La voce deve essere di origine cul
meriggio che tardi declina» (//,, 21, 232); SsìXt) tuale e amministrativa in Oriente; il Pentateuco
indica la fase del declino del sole: accad. dSlu, contempla le decime dovute al Signore {Levit.,
ass, dualu (girare, muoversi intorno, ‘ to wander XXVII, 30-40; Deut., XIV, 2%-27). Ma la base
around, to move ’). originaria è ancora quella corrispondente ad accad.
5eiXói;, -dv dappoco, vile, infelice) a torto qàtum (mano, ‘ hand ’), .preceduta da base col va
accostato a Seivói;, 8et5a>; è della base corrispondente lore di due (v. 8ócd), *d i-, *de-,
ad accad. dalalu (essere infelice, ‘kiìmmerlicli sein '), 6 é»to{jiai, att. Séxofxai; prendo, accolgo, raccolgo.
dallu (infelice, misero, ‘ kiìmmerlich ’) ; il verbo in Si richiamò antico slavo chies. desiti (trovare), a.i,
aram., ebr. vale “ essere meschino, bisognoso ” dd^fi (egli onora). Accad, dekù (prendere su, le
(‘ gering, durftig sein ’, vS, 153 sg.). vare, ‘ to lift up, to make rise, to collect taxes, to
SeTva, gen. Seivo? etc.: uno, un tale, Ìngl. one. raise ’).
Se ne ignorarono le connessioni, Accad, èdènu, ÒéXeap) -axos lusinga, Se^sao^ió);, adescamento.
ass. èdàniu, édànu (una persona isolatamente, Dalla base corrispondente ad accad. dàlu (andare
‘ isolated. Ione person ’) ; cfr. russ, od(n. in cerca di preda, ‘ to prowl ’) ; dajalìtu (ammalia
Seivó;, -Vj, -óv formidabile, capacissimo, ahilissimo, trice, ‘ prowler: a sorceress who walks along thè
potente. Viene accostato, a SslSco (v.). Il signifi streets *), con la componente corrispondente ad ac
cato di “ potente ” è evidente in Omero: per Atena cad. Sru (andare attorno, ‘ to go ’).
[ I l 6 , 385), per Teti (18, 394). Incrocio con base di cipr. SdcXTo?, tavoletta per scrivere;. SéXTa,
accad. dannu (formidabile, violento, minaccioso, delta; v. AeX^oi, I, p. 194. Si fece ricorso a sanscr.
‘ machtig, drohend, stark, heftig ', ‘ dangerous, se- ddlati (egli fora), al lat. «dolo» (sgrosso, lavoro, piallo
riom, grave’). il legno), al gr. SaiSàXXcù, lavoro con arte. Corri
6 el 7iyov, -o\> imbandigione, pasto, lat. « daps ». Se sponde ad accad. daltu, st. c. dalat: ug. dlt, ebr.
ne ignorò l’origine. Il pasto principale, più consi dlelet, giud-aram, daltà (battente, ala di una porta,
stente, SeiTtvov, la cui voce è originariamente sino porta, ‘ Tiir(-flugel) ’) ; il senso di tavola ribaltabile
nimo di TpdcTTE^a, risulta morfologicamente un ori rende il concetto di materiale scrittorio costituito
ginario plurale: accad. dapp5nu, da dappu, tappu, da tavolette da connettere; BéXxa organo femminile
allotropo di duppu (tavola, ‘ Tafel, Brett ’) ; aram. (Aristoph., Lys. 151) è la porta della vita: v, SeX<ptSs.
dap; incrocio con accad. dapnu, dapinu (princi SéXcpa^, (opposto a porcella, por
pale, superiore, ‘ gewaltig’), dapniS, avverbio del cello). Il significato originario che emerge dalla base
70
d iz io n a j u o greco 5 é p M o (A a t
di SsXcpó? utero è “ porco da riproduzione l’afifisso ‘ Pfahl, Stange, Saule ’), calcato su daa-, datinu
-owt (v. KÓpa^) ha ricalcato la base corrispondente ad (solido, grosso, ‘ stark, fest ’, ‘ solid, strong, big ’),
accad. sa^jù (porco, ‘ Scliwein ’), suin §ah. seguito dalla base corrispondente a Spó? (v.).
5eXtpt?, “IV05 M jin o , Il tema SeXq)Iv- definisce 6 éwo^ m. oltraggio, v, Sév.
bene questo cetàceo caratterizzato dalle pinne sul -à , "óv (kstro, abile, propizio: da espres
dorso che esso fa ruotare agilmente nel muoversi: sioni rituali col significato originario: di jjro/jmo;
accad. dàlu (girare, ‘ to wander around, to move ’) Beltà, destra, Se5tTspó<;, destro, lat. dexter. Viene rin
e la base che torna in lat. « pinna », « pinnaculum », viato alla radice *dek-~ di SéKO(ji,ai, (v. : levare
cfr. gt. Tiiva: accad. panu, ebr. panim , ar. fina, nel su, accogliere) che corrisponde ad accad, dekft (le
senso di “ parte superiore ” (‘ Oberfladie, Ober- vare, levare su, specie la mano, ‘ erheben: die
seite ’). Hand, die A rm e’); sulla base originaria interferi
-'io?, dot. SeXtpiiòc: vulva, matrice. Viene accad. dèqu (propizio, buono, ‘ good, propitious ’),
richiamato av. g^r^hu^- (piccolo di animale), oppure danqu, dam qu; la 0 greca presuppone lo stato
a.i. gérhha- (utero) che è accad., ant. ass. qarbu costrutto di dèqu: la terminazione di mo
(intestmi, utero, ‘ Eingeweide, Mutterleìb ’), Per stra che la base era seguita da una voce col significato
la labiale - 9 -, cfr, eolismi, ad es. di 7ié(j.Ke per Kévxe, di essere: “ che è di buon augurio”, accad. iaù
di 7T?)>.oi per Tir)Xou; la voce ha il significato nel senso che è in aram,: ebr. jéa (è, ‘ is ’).
originario di porta, bocca, Siksa di cui SeX9 Ói; è al 8 éo$, gen. Séou^ paura, SslSo, temo, che richiama
lotropo, proprio nel senso di Sé^Ta* yovaiKstov un perf. *Se-Sfoi-a, Seiixa terrore, paura) Aei|xo<;
(xJSoiov di Aristofane {Lys., 151) e corrisponde ad {11., Hes.) il Terrore. Questo deve essere stato alle
accad. daltu, ebr. delet, arm. daltà (porta, *door *) ; origini l’Ade, il Buio, l’Oscuro: Setjxoc, col signifi
il cipr. SàXTos (att. Sé>kT:o(;, ant. a. ted. ze/^) nel senso cato derivato di tema, esprime alle origini il terrore
di “ tavola ” , per scrivere, è diretto rappresentante istintivo deiruomo, rappresentato dalla tenebra, dal-
della forma accadica. È popolarmente calcato su Voscurità, dalla notte buia: accad. da’wu (da’mu:
SsX(p£?. La documentazione plastica è data da rappre buio, oscuro, ‘ dark ’, * dunlcel ') : Séo? richiama la
sentazioni antiche con il segno del delta nella zona lettura d aV u ; dàm u (dawu) si incrociò con dàm u
del pube femminile. (sangue, ‘ blood’); «timeo» è della stessa base: cfr,
Sé(jLVta (//., 24, 644; Od., 11, 189) lenzuola. Ac accad. da’Smu (essere oscuro; ‘ to become daik’)
cad. tum ànu, (um annu (tessuto di lino, lenzuolo, con interferenza di base corrispondente ad accad.
‘eine Leinwand’), diverso dalle coperte; dalla base efem m u, etewwu (spettro, ombra, ‘ ghost ’).
tamù, tem ù (tramare, filare, ‘ spimien, zwirnen 8 é7ia?, -ao 5 tazza, coppa, barca, mie. di-pa. Se
cfr, Si<jj), tìm u (filo, gughata, ‘ Faden, Z w im ’). ne ignorò l'origine. Sum. con base reduplicata dib-
6épLto edifico, costruisco, corpo, struttura, dib (accad. dibdìbbu; recipiente per liquidi,
spettro, jxs(TÓS[X7], trave maestra', questa voce richiama zXsijjiIiSpa, clessidra), dalla base sum, dib (con
ad accad. dim m u, tim m u (trave, colonna, pila tenere, portare, versare, ‘ fassen, wegnehmen,
stro, ‘ Pfieiler, Saule, Pfahl, Stange ’), ant, accad. dt- ausgiessen’), cfr. influsso di accad. dippu, dibbu
mtu, (torre ‘tower, as an independent structureoras (tavola, mensa, ‘ board ’),
part of a fortification waU ’), sum. de-èm (costruire, Sépitopiai vedo, guardo. Il valore di vedere, te
‘ to build, to construct ’) ; cfr. accad. dadm ù (abi stimoniato anche dall’a.i. daddrsd (lio veduto) umbr.
tazione, *Wohnstatten’). terkantur (inteso come videant), got. ga-tarhjan
8év : Democr. 156, (x)) [loXKov tò Sàv tò (XY)Sèv (‘ Kennzeichnen ’) è posteriore. Il significato origi
elvai, cfr. Ale,, 320L.P.: una modesta cosa, trascurabile, nario è in Omero: rijp ètpQ'oXjxoti; SeSopxcfc?, get
spregevole: della stessa base è Séwo<;, oltraggio, di tando fuoco dagli occhi (Od., 19,446), (póvia 8ep>t6|xsvo<;,
sprezzo, Accad. danù (essere di poco pregio, spre spirante strage: il verbo greco indica emanare fiioco,
gevole, *geringwertig s. ’), arab. danu a. bagliore, spirare fuoco-, in Pindaro ha il reale va
SévSpeov (Hom., Pind.), att. SévSpov albero: lore intrans, di balenare, splendere: <péYYo*S
di grosso fusto; deriva da basi corrispondenti a SéSopxs; cfr, alb. drite (luce), ant. a. ted, zoraht
sum. dim > *din, accad. dim m u, tim m u, Nuzi (chiaro): Sépxo(/«t richiama accad, ser^iu (splen
teammu, *team > *tean (palo, verga, colonna, dore, ‘ Glanz ’) ; slt|iu (‘ flare, a sudden lumi-
71
Sépo) D IZ IO N A iaO GRECO
nosity ’). Il valore di Sépxotxai discende originaria connessioni : va richiamato il fenomeno del dileguo
mente da quello di fiammeggiare; “ brillare ” (v. frequente di -1- originaria intermedia (come in
9j(jLap, dor. à(i,ap, giorno) accad. am àtu; vedere» cfw|jioc etc.) : accad. da(l)ù (attingo acqua, ‘ to draw
‘ to see ’): per la S- iniziale < §, v. Aépxo{ii,ai water from a weli ’), dà(I)u (‘ ircigation with v^^ater
deriva da base corrispondente ad accad. sara:(?u drawn *), dà(l)ù (‘ water drawer ').
(rilucere, ‘ to flare xip ’}, sir., aram. ebr. ztitai}. 5écpco sciolgo, Sé;(;co : della cera ItcI S’ofiaT’ àXei^iat
8ép(o strappo via, scortico, spoglio, batto a sangue, ÉTalptóv I XTjpòv 8e4nf)o®'5 (JieXivjSéa {Od., 12, 47 sg.)
Sipfjia, pelle, Sopà, pelle, Séppia, copertura di cuoio. e tura g li orecchi dei compagni sciogliendo cera soave
Vengono richiamati got. dis-, ga-tairan (strappare, come il miele; con éauxóv «masturbari» (Eub., 120,
lacerare), lit. derù (spogliare); Sép[j,a fu accostato a 5), senza il pron. e al medio. Se ne ignorò l’origine.
sanscr. dar-màn (distruttore). Il greco richiama basi Accad. tepù, sir., ebr. tafani (spargere, stendere,
che recuperano il lat, «traho »: accad. tara’utt», tarù, ‘ to spread out, to strctch out ’) si è incrociato con
forma allotropa teru (toglier via, portar via, ‘ wegho- la base corrispondente ad ant. ass. lu à h u , ugar,,
len, fortliolen ’), cfr. sum. dar, da-àr (separare, ‘ to aram. dùb, ebr. zùb, egiz. s’b, accad. z& hii (scio
split, to divide '). gliere: della cera, dissolvere, *to dissolve, to melt;
Seo7iÓTy)5, -ou signore, padrone assoluto, SiaTroiva, it refers to figurines made o f ... wax ’).
signora. Sentito come originario da base i.e. ^dems-,
8éxotJiai, V. Séjtojjiai.
gr, * 8eor- (ant. i. *dam-) presunto genitivo di una
5éto, Seiìoj manco, sono privo, sono inferiore'.
voce col significato di casa (v. 8ó(io?) e in aggiunta
SéofAai ho bisogno, manco di, chiedo, prego; sono in
la voce della stessa base di nórvia (tcóok;). Ma Se-
feriore (Hom,); impers. Sei {II., 9, 337) è necessario;
(j7rÓTY)5 non può essere chiarito con la base di un
SÌY)CTii; supplica, preghiera, Sévjfjwc richiesta, bisogno
presunto genitivo *dems-, col valore di “ casa” :
(pap.). Viene accostato sanscr. dasa- (mancanza);
ant. i. ddmpati- avrebbe significato “ padrone di
se ne ignorò l’origine. Tenuto conto della trascri
casa ” , il che non è in effetti il valore della voce
zione di una base corrispondente ad accad. sebù
greca che significa “ padrone assoluto, sovrano
La voce ha connessioni remote e la base cor (avere bisogno, ‘ to need, to wish, to desire ’) in
risponde a sum. desa (unico, v. accad. edìs), te-es + crociatasi con base corrispondente ad accad.
la base che si ritrova in sum. patesi (principe, (rivolgersi a - per pregare -, ‘jur.; a.A; an jmd.
' Fiirst, Priesterfiirst ’) *. il senso sarebbe quindi di bittend, fordernd herantreten vS, 1384), de^fi,
“ sovrano assoluto” ; cfr. base sum. pad» (potente, dahù: cfr. ebr. dSl^a (essere inferiore, oppresso); daj
forte, ‘tuclitig, stark, kraftig, v. Gottern, Vater’), (necessario, necessità, ‘ thè requisite, according to
accad. patnu (potente, ‘ kraftig’). need ’),
ScOpo qui, in questo luogo', avv. di movimento, 5éw lego, legamento, Seo^xó^, legame, eoi
di esortazione, con ellissi del verbo; Seupe (inscr. lego. A.i. d y ^ i (‘ bindet ’), ditdì!t (‘ gebun-
att,), Seupi, 8eupu (eoi. : Herodn,, 2, 933), Seiipto {II., den gr. SetÓ;;), ddman (legame), alb. duai (man
3, 240) ; arm. ur, ure, umbro uru. Da Se-, per aferesi nello). Cfr, sum. te-e (legare, ' binden '), sum.
da base che dà lat. «ad», ebr., ugarit. 'ad(è), ant. dim (legare, corda, ‘ festbinden, anseilen; B and');
sudarab. ‘dj, prepos. accad. adì, adu (fino a, a, v. Sóo; cfr, accad. sibù (‘ rings umschliessen’),
' as for as, connoting space or distance etc., until ’) sinonimo di accad. lawù (avvinghiare, asserragliare,
e la base sem. : accad. u n i (luogo, paese, ‘ city, circondare, assediare, accompagnare, ‘ einschlies-
village ’), sum. ù.ru, uru, sen. umgeben, belagern’), v. 5ét»> manco di, sono
SeÓTcpog secondo: fu ritenuto una formazione alle strette.
su §eùo[xat., Sio[iat, manco di, sono inferiore, chiedo. equivale a Sai: ecco che.,.; talora ironico;
Ma di Seóo[jiat, Séw si ignorò l’origine; la sua base si unisce con xai, originariamente e questo, ma ciò;
semanticamente ha subito l’interferenza di voce SìiOev, quindi, da ciò, S>)Ta, quindi, allora; Sif) è ori
come accad. (vicinanza) : SeiSrepo? significò ginariamente un pron. corrispondente a un relativo
che si trova immediatamente vicino, ma è calcato sulla semitico; ugar. d (die, 'which, that o f ’); “ nota
base di S\ico, S>io (v.). genetivi ” ; cfr. cong. ugar. d (che, perché, ‘ dass,
Scòto bagno; faccio scorrere. Se ne ignorano le w eil’); cfr. pronome aramaico da; ebr. ze. La
72
d iz io n a r io greco 8 r)pi?
particella Stt) sembra calcata su reiiaota base: sum. accad. da|]iù, dehù, aram., arab., ebr. dàhà (scon
dé-e (‘ to, for, up to ’), ta-a. trarsi, urtare, abbattere, ‘ to push, to thrust down,
Syjat £ratii d’orzo. Ipotesi etimologiche inconsi to overthrow ’), d®\ii (distruzione, disfatta, ‘ over-
stenti: Blumentlial [Hesychst. 6) vi scorgeva l’illi throw, downfell, destruction ’) ; cfr. ingl, dead.
rico ; Schuize (QE, 228, n. 4) proponeva *Sia( = 8 r]Aéo(jt.ai noccio, ferisco, sono molesto. Note
che conferma la fonetica cretese (Sr)at... vole la radice ridotta SaX-: St]X~ ionico. Si pensò
KpY)TWV al KptOal. E.M.) ; cfr. SaTcóvai ' ^sia[ (Hsch.). alla radice *del- (fendere) ; affine al lat. « deleo »,
Accad. se’u, sum. se (orzo, granaglie, ‘Gerste, «doleo» (v.), «duellum»; v. hellum. Accad. dalàhu,
Geti'eide’) ; STjTrat ’ cd èTtnojJiévat, KpiOat (Hscli.): aram., ebr. dalah (sconvolgere, distruggere, ‘ zerstò-
per aferesi da base sem.: accad. u ttetu, ugar. hft, ren, verwirren, trCìben, vernichten ’); cfr. accad. da-
ebr. ^lUta, aram. hejj^tà, mand. arab. :^intat lapu (‘ feindlich bedrangen ’). Duellum della stessa
(orzo, granaglie, ‘ Gerste, Getreide '). base dala]hiu; dullu^u (saccheggiare, ‘ to disturb
8r|8éx«'’cai {Od., 7 ,7 2 : Ji-^iOoioiv
CAD, 3, 43 sgg.).
8y]Ao^, “»), "Ov visibile, evidente, 8>jX6(o, rendo
Raccoglie con voci di t^'ettoi IL, 9, 224: SeiSexi:’
evidente. Se ne ignorarono le connessioni. Dalla
(fccotse Achille); cfr. Od,, 5, 59; Tà noti
Seixvójjtevoi;, accogliendoli: Od., 15,150: 87]8t.crK<5|XEvo£;,
base corrispondente ad accad. dàlu, jàlu (guardare
tendendo {la coppa); SsixavóoivTo SéiracatiV {ia) ac-
attentamente, ‘ to watch carefully ’), daf jàlu (‘ scout,
inspector ’), sinonimi della base corrispondente ad
coisefo con coppe (levate). La base di Séxojjiai, Mxo(xai,
accad. dàgalu (guardare, ‘ to look at ’).
con allungamento metrico (accad. d ek ù : sollevare)
8 yi|xÓ5 m, animale o umano .(//., 8, 380).
che affiora alterna con basi diverse: non si chiarì
Viene richiamato alb. dhjame (grasso, sego), arm.
il presunto raddoppiamento lungo 8ei8~, SvjS-
tam-uk (umido) come elemento che si liquefà.
che dànno gli editori contro la tradizione mano
Rifatto su e su voci come ebr. dam (sangue,
scritta: asemble étre un présent athématique avec
linfa, ‘ blood, sap’), accad. dam u; su questa base
im redoublement lo n g ...» (Cliantraine): ma Set8-,
è calcata la voce greca nel senso di popolo
SijS- non. si giustifica come raddoppiamento lungo:
(cfr. <puX^f}) ; ma ha il significato originario
si tratta alle origini di antica base nominale, corri di pingue-, ebr, tam (completo, ‘ whole, complete ’),
spondente a ugar. d d (amore, ‘ Liebe ’), siriaco ugar. tm , arab. tam m à (‘ vollstiindig ’), ebr. tà-
dada, accad. d ad u (amato, ‘ Geliebter ’), nel senso m am (‘ to be whole ’).
di con amore, cordialmente, e saldatasi svxccessivamente “Ou, dor. 8a(xo(;; popolo, paese. Vengono
al verbo con aplologia la componente -trxo- di accostati ir. dàm (schiera), a. gallese dauu (cliente) e
S7]Sto>tó[xevQ(;, « par l’analogie des verbes en -toxto », si ritenne che il valore originario fosse parte e
richiama accad. su qù (levare su), di aaqù (es dovesse richiamarsi alla radice di Salo[j.ai. Accad.
sere levato, essere alto, ‘ hochheben '), cfr. Tomo- dàm u (sangue, parentado, stirpe, ‘ blood, kin ’) ; il
fono Saqù (offrire da bere, ‘ tranken ’), sem. sqi, vincolo fondamentale del 8^(Jt.o^ (Sòcfxoq) fu quello
sqì. del sangue ; cfr. populus: accad. papallu (sum. papal;
(Hom .: I l ) , 8a i o |, 8^ 05: « adversarius » col valore di “ generazione ” , continuità della stirpe,
nemico, distruttore, infesto, confiitto, discendenza, ramo, ‘ Nachkommenschaft; Sclioss-
scontro, mischia, lotta: cfr. «duellum» ( = «bellum»): ling, Zweig ’), pappaltu (flusso di seme generatore,
cfr. jcupò(; Srjtoio {II., 2, 415), Si^iov Tiup: il fuoco in~ ‘ geronnene Samenflussigkeit ’) cfr. accad. dadm ù
festo; ma Tagg. accompagna anche tcóXs[jio(;, àvfjp, (da-ad-ma: paese, ‘ settlements and inhabitants ’).
oTp«T(S?, (xdxil ; il V. Stjóoj « adversor » imper Sif^v, dor. fiotv, a lungo; S7)vató<;, anziano. Cal
verso, tratto da nemico, uccido, lacero, spezzo'. A7]t- cato su base corrispondente ad accad. dan, stato
<popO(j Deifobo, spavento per il nemico; Ayjiàveipa costr. di dannu (grande, alto, ‘ great, high grande
infesta a gli uom ini; a parte Tinfluenza semantica di nel senso di “ attempato ”); cfr. etimologia di ted.
SaJw, (v.) ardo, Sévùoc, ardente, di BatCca, di 8a(o(i,at, alt, ingl. old; ma v. lat. « diu».
8yiw<;, avversario, « adversarius », nel senso origi 8V^V€a decisioni, cfr. accad. dìou (‘ decision, jud-
nario di chi va contro, scontro, comhattimento gment ’), ebr. d in; ma v. Si8 àoKto,
etc. derivano da base semitica corrispondente ad 8 fjpi5 , “lo^ lotta {Od., 24, 515, Hes., O p ., 24,
73
8r]pó? DIZIONARIO GRECO
33), battaglia; STjptofiat (Pinci,), SyjpiuavTo {Od., 8 , tu saprai, sSàigv, Salvai SsSdcTjxoc, ho appreso, ctc.
76) ctc. Viene accostato saiiscr. -dàri- (chc fende); e le forme con dorsale èS^Sa^a, 8eSi8«x0ai (//.,
fu ritenuto chc il valore originario fosse separazione, 11, 831), non fu possibile comprendere in
contesa. Dalla base corrispondente ad accad. tetù un’unica base Sa-, Sa-r)-, SiSax-; fu posto in connes
{battere, bastonare, ‘ sclilagen, verpriìgeln ’) ; sost. sione con l’antica voce epica S’iQvea, piani, disegni [lì.,
tiru (impronta lasciata dal colpire, ‘ Pragung ’). 3,361, Od. 10,289), che Brugmann credè chiarire
Srjpó^, dor. Sfipó?, -dt, - 6 v che dura a lungo, con *densos = sanscr. daifisas “ potere miracoloso
eterno. Rinviato a v. lat. diu, cfr. diirus. Accad, ma cfr. seni. Ja’m , accad. tém u (^èwu) > >
dàrù (sum. da-a-fi-a, da-ri-a: duraturo, perpetuo, *fèn (piano, veduta, iniziativa, intelligenza, saggezza,
eterno, ‘ perpetuai, eveclasting, enduring '). gusto, ‘ faculty o f discernment ,intellect, judgement,
vado incontro, incontro, trovo ; pres. con senso decision, consent ‘ Planen, Einstellung ’, sum.
di futuro {Od., 6, 291): attestate le forme d iram a ‘Planen ’) che è il corrispettivo di 8-r)vea ; cfr.
Sijoijsv, 8-fjexe: S7)to fu inteso conae un antico con assiro fèm u (téwu: prendere in cura, assistere, ‘ in
giuntivo, ma se ne ignorò l’origine. Dalla base cor Obhut nehmen, betreuen ’), base di partenza per
rispondente ad accad. te^>ù (accostarsi, avvicinarsi a spiegare semanticamente SiSdcoKoi, le cui forme con
inmiedÌ3ta distanza, ‘ ganz nàh herangehen ’), tél^u dorsale sono giustificate da faringale fricativa della
(^vicinanza) Per t > S, v. base ta 'm ; come ixatSeóo) (da Tuat?) SiSaoxcù ricalcò
8 ià, tessal. 8ié; lesb, 8ta[ (Aesch.). Il signi una base col senso di 7iai(;: accad. dàdu (‘ child ’);
ficato originario è “ separatamente ”, cioè “ da V. ebr. dad (seno, ‘ breast ’) : v. lat. « alumnus ».
una parte, da un lato ”, poi “ attraverso ” ; v. lat. 8 i8 pàcrxa> scappo uia,jvggo, detto in particolare,
« dis »: germ., anglos. fe, ant, a. ted. ze~. Della di schiavo ; Spaofxói;, fuga, SpaTué-o]!;, fuggitivo, detto
stessa base di lat. « dis »: accad. idu, sum. da, (lato, di schiavo; aor. àTtéSpav: il tema dì ISpav etc. ri
parte, ' side ’), idìsam (separatamente), con s eliso; chiama accad. daràru (correre via, ‘ to run off',
cfr, idi ana idi (su ogni lato, ‘ on each side’), ‘ laufen ’), anduf3ru (manomissione dì schiavi, ‘ ma-
idàn (‘ both sides ’), daià, tais (per, verso, alla numission of private slaves ’); v. Tpéxw.
volta di, a lato di, ‘ toward, to thè side o f ’); il 818u(xo5 , -Y], -ov doppio, duplice, consorte;
lesb. XJt. è vicino alla base corrispondente ad accad. qjtS'jfioi;, a doppia entrata, doppia. Fu inteso come re
zàzu (dividere, separare, ‘ to divide, to separate ’) ; duplicazione di Siio, con suffisso aggiunto alla
per il rapporto > 5, cfr. lesb. Zóvvucro;, il dio della base di St<;, ma né il senso né la formazione -Su^ao
pioggia fecondatrice e Aióvucro?. da SiSo furono mai chiariti. La componente -Sujjto^
5i(^kovo; m. (ion,-att.), Si'/j - (Herod.) servo, corrisponde ad accad. tu’am u (doppio, paio, ge
ministro nel tempio, v. éyxovéw. mello, porta doppia, ‘ Paar, Zwilling ’, al femm.
SiàvcTopog, da SiAyto (Hsch,) ‘ Doppeltiìr ’), ta’ùm (doppio, doppio spazio, *dop-
SianpócTiov aw , : attraverso, in modo penetrante pelt, Doppelraum ’). Alle origini la componente
[ l i , 17, 748: di poggio boscoso che attraversa la Si- è in realtà della base di accad. èdu (uno, ‘einer ’),
pianura; I I , 8, 227: di grido che si leva penetrante, édis (soltanto, ‘ alleili ') : StSu|jio<; originariamente
in modo da scuotere), l’agg. h posteriore ad Omero, deve avere avuto il valore di “ un paio ” .
Se ne ignorò Torigine. Da Sià (v.) e la base semitica 6i6to(jii dò, concedo, pago. Il lat. «do », sanscr. dddàti,
di accad. purussu, sostantivo di parasu (dividere, le forme italiche, osco didest (donerà), vescin. didet
separare, ‘ to separate ’), pafasw (penetrare attra (offre), l’aor. sanscr, d-di-ta, le radici i.e. *dò~
verso, ‘ to break throngh ’), ebr. pàtas (fare una (dare), '*dhé- (porre) vanno ricondotti alla stessa
breccia, rompere, ‘ to break, to make a breach ’) : base il cui significato originario si ritrova in lat.
il sost. peres (fenditura, breccia, ‘ fissure, breach ’) «con-do » (pongo insieme, getto le fondamenta, fab
mentre accad. purussu ha il significato di “ deci brico, produco, nascondo) e che corrisponde a sum.
sione ” (‘ decision ’). dug, accad. nadù, egiz. w dj, ebr. jd i (porre, fon
8i5àCTHto insegno, istruisco, inf. aor. Savjvai. dare, concedere, dare, ‘ to put, to place, to lay
L’analisi delle varie forme verbali è indispensabile foundation, to settle ’, ' hinlegen, aufgeben ’).
per la soluzione finale della scelta di una base che SÌ6(x,«i mi slancio, corro velocemente { l i , 23, 475
le giustifichi e le chiarisca; le forme omeriche Spesoci, etc.), inseguo, faccio correre (II., 15, 681), perseguo,
74
PIZIONAKIO GRECO 810 $
cacào { I I , 12, 276), 8bv corsi rapidamente { I I , 22, ass. duàku (abbattere, battere, ‘ schlagen ’), agg.
251): inteso anche come “ j ’ai craint ” (v. Sel5w), verb. diku (buttato giù, ‘ abgeschlagen ’), diktu
semanticamente integrato col primo significato. Vi (l’abbattere, il buttar giù, strage, massacro, ‘ Sclala-
è interferenza da basi corrispondenti a ugar. d*j, gen, Gemetzel’); della stessa base dakàku (strito
ebr. da a (volare, librarsi, ‘ to £ly, to soar ’), ugar. lare, pestare, *zermalmen ’) ebr. dàq (‘ crushed ’).
<Jlj (ala, ‘ Fi(igei, Scliwinge ’), dlj (uccello di preda); SlxeXÀM bidente, marra, zappa a due punte: cfr.
il senso di inseguo, mi accosto rapidamente richiama, [jiAxeXXa; per la base iniziale v. 81^, 8Ìxa,
accad. (accostarsi, ‘ to come near v. Sióìkoì), 8 £Kirij giustizia. Accostato a Se()tvu[Jii (v.) e
(vicinanza, ‘ Nahe '). a lat. «dico» (v.), riproduce invece lantica voce che
&icpÓ5,- à , -óv che si muove liberamente (Sisp^ emerge da bab, dilcuggallu (‘ chief justice ’, CAD,
TCoSt, Od., 9, 43), agile, che scorre: valore che ha in 3, 140: sum. dì-kus-gal); dikutu (‘ verdict’), sum.
fluenzato semanticamente l’accezione di liquido. Se di-kuB-tu-u (base di giudizio, punizione, ‘judgment,
ne ignorò rorigine. Il significato originario di dtv^)p pimisliment, law CAD, 3, 150), in scrittura sil-
Sispòc PpoTÓ^ {od., 6, 201) un essere vivente che si ag lab, DI (KUs). La voce greca ha subito l’influenza
g iri: l’aggettivo gr. ha per base semitica accad. della base di accad. dileu (giustiziato, passato per
datata (muoversi liberamente, correre via, ‘ to le armi, *getotet, erschlagen ’), dàku (giustiziare,
move about freely, to run off’), ebr. datah (‘ to ‘ toten, als StrafvoUzug im Wege der Selbsdùlfe ’).
walk, to wander ’), ugar. dt (dtt; scorrere, fliessen ’), SIktuov, -ou rete da pesca 0 da caccia, v. Sikciv.
ebr, detór (‘ Fliessen ’), deteh (viaggio, giro, via, b i v i ] , 81 V0 5 movimento circolare, turbine, Sivécj,
' a going, walk, course ’), dcfot = accad. andutStu faccio girare, m ulino; Sovéw mulina: base di Qóvto.
(libertà, ‘ fieedom, delivery ’) : v. gen. àvSpó? di Alóvuoo^ Dioniso, alle origini, prima degli in
Àvi^p. flussi di riti barbarici, divinità ellenica delle fonti
8 l?ot: OLÌ^ capra, AdcKoive?. Venne accostato arm. vive (Delfi) : figlio di Semele (accad. satnù: piog
tik (otre), che sembra richiamare ebr. t^’o (‘ moun- gia, *rain’: v. ■ye<péX7]) e di Zeus (v.), Aióvuao.;
tain-goat ’), cfr. ebr., aram. tais, accad. tassu, derivò da pron. determ. scm, di e ‘ aiti (fonte),
da§8u (capro), ebr. dìson = ’ó; v. Tpàyos sentito poi come oTvoi; vino: ebr. ‘ a jiti (‘ spring;
(TpaYeiv) il distruttore: accad. disu (rovinato: die sparkling of wine ’) + - u? seni, : ass. usau
detto di frutti), ebr. jasa (sgorgare), accad. asù (‘ going o u t’).
cerco, ricerca, inchiesta: della Attributo (pXsòc;, (pXéwv « abundans »: v. lat. fluo:
stessa base di (v.) che presuppone un so cpXiSw.
stantivo dalla base corrispondente ad accad. Se’ù 8105, femm. Sta (Hom.), nei trag. Sia: alle
(cercare, essere intento a, * to seek ‘ suchen ’), origini il significato di elevato, nobile si fonde con
ebr, aa*a, ugar. t'j: è della base di quello di buono, bello: cfr. SvSìoi; a mezzogiorno:
esito tra, da SÈt;: Si- acquista il valore di 8id, attra propriamente riferito al sole alto {all*orizzonte):
verso : cfr. lat. « dis-cerno ». Sto? elevato, nobile vale, in Omero, per Achille
Sl?oj, V. Sl?iQ(Aai. come per il porcaro Eumeo, per l’etere lucente
8 l 6ùpa(JLpo^, v. 6 ptoi{JLpoG, ( I I , 16, 365) come per la terra ( I I , 14, 347); Sta
6 im£TT^5, detto del fiume Spercheo { I I , 16, Yuvdixoìv ( I I , 2, 714) è Alcesti e Sta ■fredcov { I I ,
174); detto deirat6:?ip (Eur,, Bacch. 1267); dello 5, 381) è Dione: segna le divinità femminili; è
sperma (Hipp., M u l, 1, 24): che scorre puro: da basi detto per il mare, per i fiumi; è detto per nobili
di 8io(; (v.): seni, tib, accad. fiàbu (essere bello, cavalli, per le forze della natura. «Divus» ha il
buono) e di TTéro^jiai.: fu inteso caduto da Zeus, ma fa significato originario di alto {cielo), cfr. saiiscr.
difficoltà scorgere un dativo Su-, Siet- {A if d - ) divà- (celeste), «sub divo» sotto il cielo: S-di Sto?
là dove si attenderebbe un genitivo. come 8- di 8óa> (v.) due, di cui si ignorò l’origine,
SiKctv abbattere, prostrare, buttar già, metter giti, corrisponde a originario t - («duo», Siico è accad.
AtxTU'i^va, cijcciflfrfcc, attributo di Artemide è il S(ktuov tu *awu, tu ’am u, neoass. tu’ù, ebr. tò’àm, arab.
rete da pesca, My^xù mordo, StxTa[xov erba per le fe-' tau’am : gemelli, *Zwilling’); analogamente 8to<;,
rite: dittamo. Non ebbe una etimologia e lo si ri « divus » sono aggettivi di base che richiama accad.
tenne della radice di Setxvuti.1 (v.). Accad. dàku, tlbu (ascesa, il sorgere: dell’alba, ‘ Erhebung; v.
75
Ò[ txK<x % DIZIONARIO G M C O
76
d iz io n a r io GllECO S o u T to ^
Specie truppe, levare, sollevare, ‘ to collect, to cali cato originario è essere forato, forare: ugar. t'n (fo
up: soldiers, to rise’, CAD, 3, 123 sgg.). rare, ‘ durchbohien ’), ebr. tà'an (essere forato, ‘ to
SóAix°5> lunga corsa, marcia, lungo stadio. be pierced’), arab. ta'ana (trapassare con lancia);
Accad. taluku (marcia, cammino, ‘ Gang, Marsch, e base di ebr. a^ù (canna, ‘ reed ’) calcato da suff.
Bahn ’), è della base di accad. àliku (che va, -ak-: del genitivo sumero.
‘ geliend cfr. accad. daraggti cammino, ‘ Weg ’), Sovéco agito, mulino, v. Sivrj, 0\Svw.
ma calcato su BoXi^ùq. A.i. dirghd- (lungo), che è SópTtov, -ou pasto serale, SopTréto, consumo il
attestato come della stessa rad. i.e. di SoXixói; (lungo), pasto della sera, SopTnjoTÓ^, sera, ora di cena. A torto
ricalca accad. dm ugu (regione lontana, CAD, fu accostato a Spéntó. Viene citato alb. darke (‘Abend-
3, 191), V. longus; èvSeXex'^)?, -s<;, che ha continuità, essen’): cfr. ^pioTov, colazione. Da base di accad.
successione, presuppone invece la base corrispondente erèpu (diventar buio, ‘ to become dark ’, CAD, 4,
ad accad. dafilcu (successione, continuità della stirpe, 279 a), erbu, efebu (* setting of thè sun ’, ibid., 258),
‘ posterity, descendance’), ditku (CAD, 3, 115; cfr. ebr. *ereb (‘ evening’), ar. garaba (id.); ‘ The
160a): etelli dìrku (successione di un monarca): verb erèpu, arapu ,with its derivates efpu, erbu and
cfr. accad. etellu (monarca, principe assoluto, con urrupu, meaning to become dark, dusky, is here
successione, ‘ Herrscher, Fiirst ’). connected vwth Heb. *ereb: ‘ evening ’ etc., CAD,
-à v lungo; èvèsXexTf)*;: che ha con- 279 b. Incrocio con accad. Saràpu (accendere il
tinuUà, successione, v. 86X1x 0 ?. A.i. dirghd-, itt. dahg- fuoco, ‘ anziindcn: e. Peuer’) semanticamente con
(lungo), lat. « longus » (lungo), « largus ». L’avver seguente di buio, sera, sutpum (accensione, ‘ Ver-
bio «longe» e i suoi composti mostrano il valore per brennung’): surpum lascia pemare per Sópreov al
sistente deir originario accadico dutugu (lontana re pasto caldo; SópTcov formalmente è quello della sera',
gione, CAD, 3, 191: anche durgu, dum ku; ibid.), S- è accad. Su determ. > ugar. d-, aram. d®.
della stessa base di accad. dataggu (via, strada, 8 ópu, gen. 8 oupÓ5, SoìipaTO? etc.: legno duro,
‘path’, ibid., 108: anche tarqu): lat. «largus». La asta, V. Spu?. A.i. dàru (legno), itt. taru-. Analogamen
formazione di ha l’impronta di accad. ta- te a latino robur (v.) da accad. tabù (potente), tabi§
luku (cammino, marcia, *Marsch, Bahn ’) che uni (potentemente), a.i. dàru è da accad. darù (saldo,
fica nello stesso modulo il sostantivo SóXixo^ (lunga duraturo, ‘ durable, said o f materials, constructions ’).
corsa, ‘ Marsch *). 80OX0?, -ou schiavo, cret. micen. doero]
-ou inganno, cfr. [Ly^xcciii, marchingegno, Omero ha SoiiXr), cioè solo il femm. La forma
come il cavallo di Troia; lat. « dolus». Accad. dollu *doeh, ricostruibile sul micen., è confermata da
(tecnica di lavoro, ‘ manufacturing production and aram. dajjàlà (schiavo, servo, *Diener, Aufwarter ’)
costruction of objects; technique ’ EA) con incrocio con lo stesso valore registrato nel tardo babilonese.
di base corrispondente ad accad. dall^u (confuso, Della stessa base di accad. dullu (servizio, ‘ Dienst,
turbato, ‘ confused, disturbed, blurred’). Arbeit, Miihe ’) che ha il valore di tcóvo<; (v.), lat.
8 ó{jio5, - o u patria, paese, casa, abitazione, lat. «poena»: cfir. i verbi accad. dàlu, ass. dualu, sir,
«domus»; Sw[Aa, dimora. L’indeclinabile Sai, casa, dui (darsi attorno, ‘ sich bewegen, umhergehen,
richiama la base di suni dù (costruire, ‘ to construct, herum laufen': die richiama il valore, origin. di
to build ’), accad. dù (casa del Dio, cappella, 0otXa(i.rjrtóXoi;), dalàlu (essere misero, ‘ktimmerlich
stanza del Dio, ‘ Kapelle, Gottergemach ’) ; cfr. tu ’u sein’: ebr., aram. ‘ dùrftig sein’). Il concetto di
(casa): sinon. di accad. bitu; cfr. ant. accad. taw um “ lavoro ”, accostato a quello di schiavitù e di
(‘ tempie chamber', Gelb). Ma l’antecedente di “ pena ”, ha una tradizione remota in Mesopotamia
Sùifia, Sófio?, domus, è accad. dadm ù {plur. t.: abi e altrove; celebre il passo di Tacito nella Germania,
tazioni, ‘ Wohnstatten ’) che indica il luogo e gli di cui ci siamo serviti per spiegare Arheit (v.).
abitanti insieme e chiarisce il frequente plur. poetico BoOtto? fracasso, rumore, il risuonare di lance che
in greco, nonché il valore di «domi» (in patria); si urtano 0 che battono sugli scudi, 8ou7céo> produco
V. TcéSov. fragore nel battere, nel percuotere, èy8oòv:riaot.v { I I ,
Sóva^, ~aj<o^ canna, cannuccia, tubo, flauto, frec-^ 11, 45) tuonarono Atena e Era, letteralmente batte
eia. Se ne ignorò l’origine: si accostò a Sovéco (v.) rono un tuono ; batto : Sogreéco e èySoiiTCVjaav appar
agito (Stromberg); a lett. duonis (canna). Il signifi tengono a due basi sinonimiche il cui significato
77
6o x (XÓ5 DIZIONARIO GKBCO
originario è abbattere, percuotere. Accad. tabàhu cfr, accad. con interferenza di base corrispondente
(abbattere, ‘ to slaughter ‘ schlagen ’ : cfr. Schlacht ad accad. sahtu, su^aru (servitore, ‘ servant *,
“ battaglia ”), ebr. tàbal^; i ’^doùnriaav richiama ac ‘ Diener ’), tenuto conto di una corrispondenza
cad. %iatàpu (abbattere, ‘ to slaughter ’), fciuttupu accad. ? > i.e. d, come t > d. Aristotele {Poet.,
(fare ua sacrifìcio, ‘ to perform thè l}itpu sacrifice ’), 144 b); il dorico Spàw ha il corrispondente seman
ebr. hàtaf, aram. (‘ wegreisseii ’) ; per gr. y tica in TTpàoao) (v.); Sp7)CT/)p servitore (Od.), Spazia
e sem. ' v. corrispondenze: cfr. Gaza: sem. 'azzà. esecuzione, SpaoTixó(; attivo risalgono al valore ori
5 ox{xÓ5, “(Sv, Sóxfjiioi; obliquo, « qui est ou vient ginario di darsi attorno a.
de cót6 ». Calcato su accad. da^jiùm, (inciam Spénto abbacchio, raccolgo frutta, mieto, SpÌ7ravov,
pare, urtare contro, ‘ anstossen, stossen ’) : ta^^ùm falce, SpÓKTw, lacero, straccio. Si pose *^dr-ep: per
(andare di fianco, andare contro, ‘ 2ur Seite trcten, Sépw cfr. basi di accad. teiùm , ass. tarà’um (abbac
antreten ') : sotto Tinflusso di accad, -ahu (fianco, chiare, ‘ priigeln ’), ma Spéìro) richiama più diretta-
lato, ‘ Seite, Arm '), a^ùm (‘ auf der Seite befind- mente l’incrocio con accad. ^afàpu (abbacchiare,
lich’), cfr. sum. dal? (avvicinarsi, ‘ sidi naliern’) ; ‘ to cut ‘ wegschlagen ’), ar. ferf: (‘ Frììchte
cfr. accad. (‘ Seite ’). abnehmen ’) ; cfr. ebr. taraf (strappo, taglio, ‘ to
SpàKow, -VT05 drago, serpente, v. Bépxottai. pluck off, to tear in pieces’).
8 pa(xa, -airoq, v. 8 pàto, 5 pLfJHÌ5 , -eia , -ó letter. “ che lascia l'impronta **,
5pa(Jieiv, V. Tpéxw. penetrante. Da accad. fetùm (penetrare profonda
6 paa[jiÓ5, -ou il sottrarsi, fuga. Accad, darasu mente, ‘ tief eindringen in ’), sost. tìrum (impronta,
(spinger via, trascinar via, ‘ to tlirow over or back conio, ‘ Pragung ’) ; cfr. titù tu (randello, *Prii-
‘ wegdrangen '), cfr. accad. daràrum (correre, li
g el’)-
berarsi, ‘ to become free, to run off’). 5p[oi; n., plur. 5pla; boschetto, macchia, folto del
8 pdotJO{xai prendo, afferro; SpAy^ia, fascio di bosco: ant. irl. driss (cespuglio), v. fipu(ji(i; è voce
spighe, SpaYfJteów, affastello le spighe, g li steli: cal
tarda: lia il significato affine alla base di accad.
cato sa base di accad. daràsu, dafasu (stringere for |araru nel significato che assume in arabo; germo
temente, ‘ to press h ard ’, CAD, 3, 110): incrocio
gliare, ‘ sprossen ', in accad. ta ttu (letter. “ che ha
con accad. tarasu (stendere: la mano, ‘ ausstrecken,
folta barba, barbuto” , ‘ bartig’); ma il valore ori
ausbreiten: H and’). La radice Spax- in Spdcyfxa,
ginario è persistente, che non perde le sue foglie:
fascio di spighe, fasci di steli minuti è documentata da
v. SpC?.
accad. daràku (affastellare, impacchettare, ‘ ver-
6 pófA,05, -o\> corsa, corso, camera, pista, Spa^ieiv
packen ’).
correre. Accad. daram m (correre, ‘ to run off;
6 paxfJtK'j> “fj? dracma, monetina, peso. Venne de
to move about freely’).
rivato dalla base di 8pdc(j(70[zai (v.). Il valore origi
nario è « viaticum» (moneta per il pedaggio, per il Spoóv: ’Apyetot (Hsch.): got. trauan
viaggio): la monetina che si metteva in bocca al (essere fiducioso), lit. drutas (potente), cfr. avest.
defunto, per il traghettatore dell’Ade : accad. da- drva, v. SpO^.
raggum (ebraico derek: cammino, ‘journey ', 8 pócos, £ rugiada. Lat. « ros » (rugiada); ir!.
‘ W eg’). frass, gr. J^spoa,Spo7),èépoT(), a.i, var§dm. Se ne ignorò
5pd(Ct> che in Omero {Od., 15, 317, 324, 333) Torigine, Fu ritenuta pelasgica e fu accostato
ha il significato originario di dt[/,(pi7toX6iÌoì, mi ri- got. driusan (* herabfàllen ’), m. a. ted. tròr (piog
volgo verso qualcosa, prendo cura di, quindi servo: gia, rugiada), rinviato a (SSoìp. Lat «ros, roris» (ru
à[i9 i7ToXéo), mi aggiro attorno a, accompagno: Spito è giada) corrisponde ad accad. tà^isu (che bagna,
semanticamente affine alla base di Sepàrttóv, chi che monda, ‘ Uberschwemmer, . [Wasche-jSpiiler’),
va attorno, chi accompagna un personaggio, e serve; del v. ta^iàsu (bagnare, inondare, ‘ uberschvifem-
v. SpSw; Spàa> è accad. tàfum , tuafum (volgersi men sem. lavare, stillare, ‘ spulen, waschen ');
attorno, ridursi a fare a scopo di, ‘ to turn rafesu (inondato, ‘ ùberschwemmt ’), cfi:. tahiu (che
around, to turn to some one in thè meaning of si riversa, ‘ sich ergiessend ’) ; è evidente la caduta
take compassion on, favour’): ebr. tà’at; ricalcati della faringale -h-. La iniziale S- di Sp^croi; corri
su base di ebr. dàra^ (procedere, ‘ to step forth ’) ; sponde al determinativo accad. *tu, su, ug. d:
78
d iz io n a m o gkeco 8ÓCO
*t (et)- tahasi (quello del bagnare, dello spruzzare), ignorò l’origine. Da 800- e le basi semitiche cor
★t-raljisu), fenicio e§, ebr. se: gpcnj. rispondenti ad accad. bàbllu, babbilu (che porta,
SpO{Ji,à (Hom.); pi. n.; -ou: lett. “ ve ‘ bearer ’), da babàlu (portare, * to transport, to
getazione duratura di alto e saldo fusto ”, bosco, in bring, to carry; a lo ad ’), calcato su TcéjjiTtc); cfr.
opposiz. alle messi, all’erba; cfr. Benveniste [Word, balàlu, aram. bai, Tigre balla, ebr. baiai (rime
10,1954, p. 258). A.i. drumd^ (albero), anglos. trum scolare, confondere, ribollire, v. lat. « bulHo », Hith.
(saldo, forte), russo àrom (saldo). V. Sópu, Spu<;: ac~ ‘ to mix o n e s e lf tr . ‘ to confound, to pour over ’).
cad. darutn, darium (duraturo, che dura molto, Sua/epì^? molesto, avverso, spiacevole, difficile,
‘ dauernd, ewig ’), datùm (‘ dauern ’), dùm (ant. SuoxspaCvtò sono sdegnato, mi adiro, sono contrario etc.,
arain. dùr : fortezza, forte, ‘ Fort, Festung ’), dùtu Sucrx^peta avversità. Se ne ignorò l’origine: fu inteso
(durata, lungo tempo, ‘ Dauer, lange Z e it’); v. da X6p-, contestato da M. Leumann {Phil. 96,1944,
lat. « durus ». 161-169 = Kleine Schriften 207-214), che propone,
Sp>i?TTto lacero, strappo, scortico: dalla base di a torto, un’origine da x«fpw. È da Sua- e la base di
SpéTto) (v.). Xetptov (v.), eoi. x^pp<»iv, epic. xepe^(<iV (Hom.) etc.:
8p0e, gen. 6 puó^ quercia, albero, A.i. dru- (legno), accad. getùm (essere avverso, ostile, ‘ to be hostile ’).
alb. dru (legno, albero, asta), dru^k (quercia), got. 8tÌTà f. (LG. IV, 823), S6t7) (I.G., VH, 2477)
cappella, cella. Se ne ignorò l’origine. Nuzi, neobab.
triu (legno, albero), cimr, derwen (quercia), a.i. dàru
(legno), ted. teer, lit. dervà (legno resinoso). V. Sópu, dùtu (‘ secret place ’).
8ti<»), 8Ó0 : in Omero indeclin. due, lat. duo,
Spu[xà: E. Benveniste ha acutamente postulato il sen
duplus. A.i. duvà, arm. erko-, ant. irl. dau, do, da,
so di “ solido, duraturo ” {Word, 10, 1954, 257-259)
cfr.; ted. treu. got. twai, n.a. ted. zwei. Accad. tu ” uwu (tu”umu),
ta”uwu, ta”um u (doppio, ‘ doppelt ’; tù ’am u; ge
SÓY), dor. 6iia angoscia, sciagura {Od., 14, 338),
mello, cioè posto l’uno accanto all’altro, ‘ twin ’,
Silios miserabile, triste, Suepó? detto di QdcvaToi;, a
‘ Zwilling ’), cfr. accad. tappù (compagno, vicino,
torto accostato a sanscr. davd-- (incendio): è della
‘ neighbour ’) : il numero II, l’uno accanto all’altro
base di Su<7- (v.); calcata su quella di 8^ 105.
come addendo che concorre al risultato di 2 : questo
8iiva(JLai, cret. viivafxai; io posso, sono potente.
è il sistema piìt antico e costante di indicare tale
Se ne è ignorata la etimologia. Accad. dunttum numero.
(forza, potenza, ‘ Stai'ke ’), cfr. dunnunu (saldo, Lat. « dis », ritenuto da '*^dwis~, cioè “ due volte ” :
potente) ; dananum (essere forte, ‘ starle sein, in analogia con il sistema di segnare una unità
kraftig sein, fest sein ’), dam ium (forte), daimù- accanto a un lato dell’altra, il significato affine
tum (fortezza, * Starke ’), danàm im (potenza, è “ appresso, accanto, di faccia” : accad. dais, tais
forza, ‘ M acht’): smn. du-u (essere forte). (‘ to thè side of, toward ’), preposizione basata su
Sua- prefisso inseparabile col significato di un avverbio formato da accad. itu, idu (lato, ‘ side ’,
male, distruzione, contrarietà, difficoltà', rafforza il si CAD, 3, 27); calcato su una base corrispondente
gnificato già negativo della voce: es. 8u<T7rép,9 eXo(; all’avv. accad. idìSam (‘ one by one ’).
(v.) detto del mare; col significato talora di Lat. «bis», due volte: si volle ritenere dalla an
lat. «dis- ». Accad. dulsu (*dus, *dls, cfr. arabo tica forma duis (Cic., O r., 153). Come dis, tris, anche
dùs), diàsum, daSu (distruggere, calpestare, battere, bis riproduce la desinenza -is dell’avverbio acca-
‘ to trample, to thresh, to destroy ’), agg. v. diSu dico. Accad. bis (poi, dopo, anche “ dann, danach ”,
(rovinato, rotto, ‘ smashed, broken % aram., ebr. vS, 130 b: sum. bi, accanto, con, ‘ m it’); cfr.
dùS (rompere, rovinare, ‘ to break, to crush, to accad. bit (con) : conferma il sistema grafico di rap
tear'), dùs (‘ to tread dow n’); cfr. accad. dà?u presentare la seconda unità con un’asta accanto al
(trattare ingiustamente, tormentare, ‘ to treat with l’altra.
injustice, to treat with disrespect, to cheat *drang- 8ÓO), Sévùi penetro al fondo, SÓofjiai (Hom.); aor.
salieren, bedrangen ’), A tale base va ricondotto atem. intr. SSùv (Hom., ion.-att.) vado sotto, mi
Sòl) miseria, rovina. metto sotto: armi che si vestono; tramonto detto
SocTiéjtcpeXo^ che trasporta male: per la tempesta di astri, Siìcik; tramonto: di astri, del sole; SvSufjia
del mare {lì., 16, 748, Hes., Theog., 440). Se ne vestito (LG. XII, 5, 593a, V sec. a. C.), Ó7TÓSu{xa /w-
79
ÒGi DIZIONARIO GRBCO
nica', SÓTYjq tuffatore, palombaro, àSuto? inaccessibile, clusione di scorgervi un avverbio locativo
impenetrabile, detto di santuario, nel quale signifi ant. sass. to, ant. a. ted. zuo, lat, endo, itt. anda. Ma
cato Sóco deve sembrare calcato su voce che denota si tratta del corrispondente dì accad. dù, tu (ebr. ta
il fondo, la base della cella templare ove si officia il stanza, camera, ‘ chamber, room ’) ; accad. dù è
culto, il sancta sanctorum: è verbo denominativo alle origini la sede del dio (‘ Sitz v. GN, ’ vS, 174) ;
dalla voce corrispondente ad accad, dù, du u, tu, v, Sc5[i,«, tempio, dimora, casa del dio, del sovrano: fu
sum. dvig (base di culto, nella cella templare, ‘ Kult- ritenuto un ampliamento di Scò; sono state avanzate
sockel: im Tem pel’, ‘ platform; in a cella’), ma alcune ipotesi, ma la base richiama accad. dadm ù
Sóco, SÓvc«> è denominativo da base corrispondente ad da-ad-m a (stanziamenti, ‘ setdcments and inhabi-
accad. duiiu < dunnu (nel senso di fondo, profon tants ‘ Ortschaften, Wohnstatten ’).
dità, ‘ depth, fìrm ground, foundation, bedrock ; Sdìdena dodici (SutàSe^ca) : da $uo> (v.) e (v.) :
per il fenomeno consueto della caduta di -n- in il fatto che il lat. « decem », dieci (« quem perfectum
tervocalico in accadico dunu > du u ; invece Sii- autem antiqui instituerant numerura qui decem di-
nreiv immergersi (Apoll. R ., immergere id.), Sótctt); citur» Vitr., 3, 1, 5), numero perfetto, esibisca la
«mergus», che si immerge, palombaro è dalla base finale ~m come parte integrante del nome del nu
tbu corrispondente ad accad. t«-u[b]bu-u, aram, mero dicci, svela rincrocio di base semitica come
tb ', ebr. |ab a (andare a fondo, ‘ to sink down, to accad. taqàm u, taqànu, taganu (essere in perfetto
sink’) cfr. tabal (immergere, ‘ to immerse’). ordine, ‘ to be right, in order ‘ geordnct sein ’),
5CÓ casa: vi fu scorta dagli antichi una forma aram., ebr, taqan (‘ to be straìght ’).
abbreviata di per lo più sono giunti alla con 5u)(jia, V. 8w.
80
E
g, é pron. di 3 pers. *se-, *swe-, lat. se, ant, accad. Sawa’um (sama’um), sewù (semù) (con
pers. h y , av. he. Accad. su, eg. éw-, sem. occìd. sentire, ‘ erhorcn letter. ascoltare). Un incrocio
hu{wa) (egli, ‘ er, der genannte'). delle due basi accad. sàwu (samu porre, fissare,
è-f i l - particella che si premette al tempo pas ‘ setzen ’) e sawù (consentire) si riflette anche nelle
sato del verbo airindicativo : facoltativo in Omero ; due voci lat. e gr, che sono connesse; per «sino»,
richiama i prefissi a-, i- della prima e terza persona cfr. sam ù, I: isim > ìsin etc,; ma v, el.
del preterito accad. : apfus (io separai), iprus (egli èyYiS? vicino. Furono ipotizzate varie soluzioni
separò). assai firagili; deriva da èv: accad, in e la base cor
Éa interiezione di dolore e di sorpresa: aimél rispondente ad accad. a!^u (fianco, vicinanza:
Parve ai grammatici una 2‘ pers, sìng. delFimp. di ‘flank, side’), accad. alhù (che si trova a fianco); per
èoctii! Cfr. accad. ai, aja, ajjj, a, ebr. (h)òi, sir. ai, l’affinità, parentela, fratellanza: cfr. accad. a^l^ùtu
Ihawai (aimé, *alas *wehe '). idi però richiama ‘ position of a brother ’) ; il sigma è avverbiale.
il significato di »o ! di chi si rifiuta di accettare una scuoto, eccito, provoco : una lotta, la collera,
triste realtà; accad. ja, à, è, ai (‘ not ’! *prohibitive sveglio. Viene accostato a.i. jàgàra, av. Ja-gàra (io
particle ’). veglio); lat. «expergiscor», alb.w^è (milevo). ‘By-e
èàv (da cl e óEv), se, ion. att. 5cv; le antiche accad, éru (svegliarsi, ‘ wach werden ’: I: i’ir; sem.
iscriz. hanno èàv: il senso originario è sia (pure) *uf, con interferenza di base corrispondente a ebr.
questo: e£ (v.) corrisponde a forme accad. éwe, èwi gara (smuovere, ‘ to stir ’), aram. g ti, e dell’antonimo
di ewù, ebr. haja (essere, ‘ to be ’); e la base corri accad, a^>5ru, ebr, àhar (‘ to tarry ’).
spondente a accad. aiinù (questo, *this, that ’). interiora. Restò senza apparenti con
la p , ^oLpoq, Ale. ^p; primavera: v. lat, ^vcr», nessioni, Da èy-, Iv e una base che richiama il signi
arm. £aruN. Corrisponde ad accad. Ajiatu, H iam , ficato di ahdomen : le interiora sono le parti nascoste
a-a-iu (aram. Ijjàr: il secondo mese dell’anno neiraddome: -Kaxa sì richiama ad una voce cor
babilonese, circa il 21 aprile-21 maggio: ‘ zweiter rispondente ad accadico katm u (coperto, ‘ zuge-
Jahresmonat, ungef. = 21 Apr.-21 Mai ’). La voce è deckt ’).
preceduta dal determinativo ata^ (mese, cammino éy^ovéco sono sollecito, ho cura, sono diligente',
unare), cfr. accad. ècu, ajatu, àtu (fioritura, rigo come Sia-Kovétó, servo, sono ministro, v. Si^kovos;
glio di foglie e di fiori, ‘ Biute; Blatt- und Blìì- da base corrispondente ad accad. kanù (curare, assi
tenwerk der Pflanze...; Spross ’ etc.), Il lat. t^er, stere, ‘ pflegen ’), kunnù (onoro, rispetto, ‘ to treat
Tav. vanhar (primavera), mostrano incrocio con a person kindly, to honour a deity’).
accad. wa^>at (mafear): “ la prima stagione” anguilla. Fu supposto
(‘ friihere Zeit, Friihjahr’): Vinizio dell’anno: tale che derivi da incrocio fra un termine corri
determinazione, di prima parte, è rimasta in lat. spondente al lat. «anguilla » con serpente: etimo
pritnum (ver) e gr. 2apo<; véov IcTTafiiivoio. logia di scarsa evidenza; ^ voce che designa
2ap (etap, 9jap) -po? sugo sangue. Ugar., quello che i naturalisti chiamano “ abito da nozze ”
etiop., ebr. jàta (versare, ‘ to shed ’). delle anguille: quando le loro pinne pettorali, in
èà<apermetto, consento, lascio; lat. «sino». È stato particolare nei maschi, si colorano di un nero inten
postulato *(o)efa: accad. sawù (< am ùs, ant. sissimo: accad. eldu (scuro, nero, *dark’), ekèlu
81
gyxo? DIZIONARIO GKECO
(essere oscuro, ‘ to be dark ’) : ricalca base cor der Hochzeit ’) : morfologicamente la voce greca
rispondente ad ix K , (serpe acquaiola, idra) che ri- richiama ugar. jtn (dono, ‘ gift ’), cfr. fen. Jtn
diiama “ i serpenti d’acqua ” : accad. egiSu : egù, ugar. jtn (dare, donare, pagare: per la sposa, ‘ to
agù (corrente d’acqua, ‘ Stroniung ’), ahu (riva, give, to make a payment’).
‘ U fer’: v. Meer u. Fluss’). Cfr. «aiiguis»; accad. €805 , -o'o<; fondamento, sede. Lat. «sedes» (fonda
an agù- (che tende “ airacqua”): incrocio con base mento, sede), Accad. esdu, isdu (fondamento, base,
die indica “ curvo” : ant, ass. annaqum (anello, ‘ Fundamcnt ‘ base, foundation ’) ; SSoi; corri
‘ Ring ’), accad. unqu, al quale si richiania lat. sponde a esdu ( > eldu > *edu) : a, con tendenza
« unguis » “ unghia ”. a mutarsi in 1 la cui caduta successiva in sillaba chiusa
éyxo?» - 0U5 am a da getto, freccia, arma con punta è largamente testimoniata (v. owjJia).
metallica; il nostro “ ferro ” per indicare arma; nel- £5pa, -a.^ ordine di sedili, banco, v. i5p0w.
rUiade, frequente, è un arcaismo: non si usa al ÈSw mangio, consumo, Éfo'9'o) èo'&tco, (Hom., ion,-
duale, Se ne ignorano le connessioni: iyypq alle ori att,) ritenuto derivato dall’imp. (Od., 17, 478),
gini richiama la gliianda plumbea, arma da lancio cfr. lat. « èdò », <(édis » = «ès », «edit » «est », «ésum »,
nota anche agli Etruschi, asta con punta metaUica: « edere » = «èsse »: 2S<o è calcato sulla base semitica
accad. annaku, sir. ankà, ebr. anàk, ind. nàga di ugar. *t^d (prendere : cibo), aram. ’ehad (prendere
(piombo e stagno, ‘ Elei und Zimi ’). cibo, ' to take: food, Gordon, Glossary, n. 130):
èytA) io, falisco eqo, eko, umbro ef, osco iiu, cfr, accad. ?àdu (masticare, ammollire), sidèti (vet
lat. «ego». A.i. ahdm, av, azsm, ant. pers. adam, ant. tovaglie): ugar. hdj (lacerare: arab, ba
isl. ''ka~{ga); got. ih, ant, isl. ek, ant, ingl. ìc, ant. da’a); le forme Èa.9-tó, èa&lcì, lat, «esse» richia
pruss. es, forma usuale u/, lett. es, lit. as, ite. uk, mano gli altri aspetti di sem. ’^id, ugar. *t?d: e cioè
ug, ant. si. azUf arm. es. Accad., forma abbrev. accad. al^à^u, ebr. ’àhaz (assumere: cibo, ‘ to take:
àku di anàkum , ugar. *nk, fen. ’nk ebr. ’anoki; food ’), etiop. ’a^a^a (assumere).
i casi è|vioÌ3, h[iol, è(xé richiamano sum. i-me-eti,
seggo, mi pongo, mi seggo, v. IC^w.
me-en, me, ma anche un ricalco su voce corri
iScipai (Hom.) criniera di cavallo, dell’elmo,
spondente ad accadico am m a (eccomi, ‘voìlà’).
setole, peli, penne, è0eipdc^&), sono chiomato. Se ne
L’evoluzione di accad. àku in ego etc, passa per ac
ignorò l’origine. Cfr, base semitica corrispondente
cad. agà, lat. hic, are. heic: questo, questo uomo,
ad accad. (sa-)tarni (barbuto, ‘ bartig ’), tarara
che è forma enfatica di io per chi parla e si esibisce
specie se minaccia; agasù: (* dieser ’), composto (essere barbuto, ‘ bartig sein’); in arabo: il fiorire
da agS con l’aggiunta del pronome -§u (‘ celui-ci ’). della barba (‘ sprossen: v. Bart ’ vS, 1381); incrocio
In anàku l’elemento componente originario acca con la base semìtica originaria che denota do che è
in alto, che scende già abbondante: il senso di criniera,
dico aimu (questo) corrisponde a sum. ne o nec
che si ritrova nel basco ne-u, ni{io) e Dargua nu pennacchio richiamò: accad, atru, aram., ebr.,
(io), lac., taren. èytibvT], omerico èyct>v. ugar. jtr (che è in alto, sovrasta, ‘ oversize, pre-
éSavó? giocondo (hapax IL, 14, 172, iXatcjj eminent, in excess, superfluous ’), cfr. aw . ebr.
Ppo(y{t}> sS«v<5i): dalla base corrispondente ad accad. jeter (‘ over and above’, sost.: intreccio, filo).
^jadù (gioia, ‘ Freude’), aram. hiedi etc. (‘ to be è0etp](] (hapax, IL , 21, 347: Sé (aiv 8^
glad ’). èQslpyi, gode chi lo rende abbondante dif r u t t i Se ne ignorò
-ou? basamento, fondo. Sinora senza eti l'origine. La voce omerica richiama una base origi
mologia certa. Il significato originario è “ base, naria di €6 eipai (v.): in senso causativo, accad.
asse ’* come “ base ” : accad. adappu ([‘ wooden] atàru, ugar., ebr., aram. jtr, cfr. ebr. jàtat (dare
board, piate ’) ; cfr. accad. esdu, v. oOSa^. in abbondanza, eccedere in abbondanza, ‘ to give
g5va (raro. doni nuziali del pre abundance ') ; il significato causativo è “ far frut
tendente per la futura sposa, doni; IS\)óotAai, èeSvóotJLai,, tare in abbondanza»; il significato di “ coltivare”
accetto dei doni per maritare la fig lia (Hom., Od., 2, presupporrebbe la metatesi nella base corrispon
53) etc.: giud. aram. nedmijà, accad. nudutinù dente a semitico ^ t , accad. eresu (coltivare, *to
(n. ass. naduim ù regalo di nozze, ‘ Ehegabe, Mit- cultivate or plant a field ’) ; si è avuto inteferenza
gift, Eheschenkung, Gesdieiike des Ehemannes nach formale di base corrispondente ad accad. etèru
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DIZIONAIIIO GRECO 6 1K (0
(condurre a buon fine, salvare, riscattare, ‘ to save, anche si ignorarono connessioni e antecedenti sto
to take away: B ‘ to pay ’). rici: v. Xeipo).
éS-éAw, O'éXuì desidero: “ oh, si compia” : de elSo?, “€o<; ciò che si percepisce, aspetto, forma,
riva da è- e la base ignorata di TéXo<;, TéXXw, reXéo : V. l&eìv.
la è- di èiyéXoì corrisponde ad un desiderativo: el, eIScoTiov, -ou ombra, spettro, larva, simulacro-,
etOe: accad. e. con un raro sufF. -coXov. L’eolico riXXci), in Saffo,
gBvos, “Oug gente, popolo. Viene richiamato itt. Cello, genio malefico, corrisponde a sum. galla, ac
udne (paese), che è sum. edili (paese, pianiura, cad. gallù (demone cattivo, ‘ an evil demon ’, cfr. G.
campagna, ‘ Land ’). Accad. p h r . tant. adnàtu Purlani, L a re i hah.-assira, I, 340) ; ma eKScoXov, che
(‘ die Menschen *worid: as to extent and mhabi- avrà significato originariamente protezione, cioè
tants ’), con influsso di base corrispondente ad ac spirito protettivo, corrisponde a sum. andul, accad.
cad. etlu (uomo, ‘ m an’). andullu, andillu (‘ protection: o f s p irits C A D ,
ÉO-o?, -oug consuetudine, costume, v. el[o)9a. 1,114), am ala, attalù (ombra, oscurità, eclisse). Cal
€Gwv scompigliando : o^t^xsoctiv èowótsi; è^exéovTo cato su elSo?, stSwXov corrisponde semanticamente
elvoSCoti; oOi; TraiSec èpiS^afvwoiv SOovire^ { I I , 16, 259 a accad. etammxi (e{awii: ‘ spirit of thè dead, re
sg.) si riversarono come per t sentieri le vespe che i fan venant ’), etàwu-alù: alù (spettro, ‘ an individual-
ciulli irritano scompigliando. L’altro passo omerico ized demonio power, a ghost ’) calcato su alum
(v. canta di Artemide irata che avventò (luogo abitato, case), ebr. o h i, ugar. ahi (tenda).
un feroce aspro cinghiale zannabianca che molti danni clév, V. et.
arrecò scompigliando la vigna di Oineo { I I , 9, 539 sgg.) ; c l9 a p avv. : il valore semantico fu inteso come
xaxà ... ^pSscxsv è8o)v àXco^v. La glossa pXà- diritto nel senso di presto, ‘ gerade ’ ‘ fordiw ith’:
TTTWV, (pGetpwv (Hesch.) è pertinente (cfr. schol. A, el9ap 8è Sópu àvTETÓpvjcrev (//., 5, 337) e diritto
g-9-ei = èpsBt^et) ; da respingere rinterpretazione di Vasta entrò nella pelle-, -0 - corrispnde ad accad. s
fesa da Bechtel (Lexilogus, s.v.), che presupporrebbe (v. corrispondenze): ass. esaru, ugar. »tr (andare
un pres. relativo a etoSa: -9- dì ^0ojv è un ori dritto, ‘ to go straight toward, to straightcn up ’),
ginario -S-: accad. eSùm (confondere, turbare, aram. jasrà (‘ gerade, recht ’), airab. jasata (‘ leicht
‘ to confuse; to be blurred’): per S > 0, v. cor sein’), ant. sudarab. w tt; stativo babilonese iSat;
rispondenze: ass. seà’u (scorgere, cercare, ‘ to see, sentito come Su, lat. «et», avest. a iti-: accad. etti
to look for ’), Gsàojiai. ebr. èt e -ap: accad. atàfeiu (far in un attimo, ‘ to
ei se (ion. att., are.), a l (dor,, eoi.), at xe, hasten ’), ar^iis (‘ prompty, soon ’).
at yàp (Hom.), sÌk (arcad,), i] (cypr.), sl'0s (ion.-att.), elKOGL, tess., beot. etc, fUaTi venti-, av. vfsaiti.
(ep.), 0 fosse, avvenisse. Se ne ignorò l’origine ; Fu postulato i.e. *w i-k t}tt-i. Viginti, come eKxooi,
si pensò a mia interiezione o al locativo di un di denota ‘ zwei Dekaden ’ (Frisk) : non fu chiarito
mostrativo. Et, al è dalla base di sta, da cui ri né il prefisso v i- né il valore origin. di -ginti, -xotTi.
sulta per apocope: il significato originario è “ am Il prefisso (lat. vi-, gr. fi-) corrisponde alla base
messo che “ sia dalla base semitica corrispondente di his: sum. bi (insieme, con), accad, (w)lt, (w)itti
ad accad. ewù, ebr. hàja (essere, ‘ to be ’), lat. (con, ‘ w ith ’; ‘ m it’); m entre - x a x i corrisponde
«liéja»; per efòe, originar, in accad-fa-a-bu (bello) al duale accad. di qatu, bab. gàtu (mano, ‘ Hand ’).
la componente - 6«-, - 6e; stessa base di el in elèv Similmente, i nomi successivi di decine in greco
“ e sia ”, orsà. (-Kovra) e in latino {-'ginta) si richiamano alla stessa
eia, età, letter. evvival sXbi, sia, ebbene, ac base ambale di accad. qàtà, gàtà: in sKaTÓv, «cen-
costati a sanscr. evdm. Accad. ew&m, ebr. hajà tum » appare la forma del sing. qatu con un pre
(esistere, vivere, ‘ to exist, to liv e ’); v. el. fìsso moltiplicativo corrispondente all’iniziale di
ela(i,evì^, elaji.evif'j, ‘ a river-side pasture * { I I , 4, accad. està (venti, ‘ tw enty’, CAD, 4, 367 sg.);
482); dalla base corrispondente all'accad. am m u, il lat. presuppone incrocio con accad. qitu (fine,
bam m ù (stagno, ‘ swamp containing such aquatic ‘ Ende ’), con apofonia dalla base corrispondente a
plants ’) e ènu, sem. ’ain (‘ river ’). accad. qStùm (* zu Ende sein ’).
eVpti>, verso, spargo. Se ne ignorò l’origine pur e1[Kto cedo, mi ritiro: il radicale *weik- si trova
osservando che il verbo rima con Xctpo), dì cui in ant. sass. wìcan, ant. a ted. wìhhan (‘ weichen
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£lKCt)V DIZIONARIO GllBCO
cedere); si suole accostare anche sanscr. vijdte (fug ‘ anbinden ’) ; cfr. accad. alu (‘ social organization,
gire): ^weik- risale alla base corrispondente ad ac- military strong point’), ant. sudarab. ^ 1 (gente,
cad. abàku, ngar., aram. hafàk (volgersi indietro, ‘ Leute '), ugar. ahi, ebr. 5hel (tenda, ‘ Zelt ’), sir.
‘ to tnm back ’), v. èmeiKTÓg. jahla (‘ gens ’).
eiutbv, -ÓV09 pittura, statua, immagine, v. ^oiua. clXr], cIXt], -tj? calore solare, calore. Fu
elXantvTfj banchetto {11, 18, 491: yà\io i T’Soav ricondotto a una radice i.e. *suelà: anglos. swelan,
elXartivai te erano nozze e banchetti) ; forma eolica n.a, ted. schwelen. Accad. Ijielù, agg. verb. di helù
èXXaTcìva; opposto a Èpavoi; (v.); slXaTcìvàJ^co io ban (raggiare, splendere, ‘ stralilen, hell sein ’), che pre
chetto {Od., 2, 57), eU«TCiva<TT'/i<; buon compagno al senta un richiamo semantico a qalù (ardere), ebr.
banchetto {IL, 17, 577). Se ne ignorò l’origine: qala (‘ to bum ’) per il consueto attenuarsi di accad.
E^XaTTiCvT) è ima compagnia, un*accolta di amici a tavola: q in cfr. accad. ellu, allu (splendente, ‘ rein’).
dalla base di elXv) (v.) accolta, slXéw (v.) è la base di cIAItcou?, - 710805: ì Greci devono aver finito
Tvtva^ tavola, vassoio. con intendere dai passi intrecciati, letter. “ incrocian-
cTTitxp n.; nom., accus. sing.: protezione, luogo tisi ” , Se ne ignorò l'esatto significato e perciò
al riparo, difesa {IL, 7, 338; 14, 56, Od,, 5, 257). tutte le etimologie ebbero solo valore di ipotesi. È
Si ipotizzò *f£X-fap (Benveniste, Origines, 111) e un adattamento greco di ben più antica voce che
per dissimilazione *^X5ap. Fu ricondotto a elXsw, dà come senso originario deiraggettivo riferito a
{F)élaai, ma di 1 e 2 si ignorò l’origine; buoi : “ che crescono insieme Accad. elèpu,
elX-ap significa luogo al riparo : d'k- corrisponde alla alàpu (essere cresciuto insieme, essere incrociato,
base semitica con iniziale s- caduta in greco: ebr. detto di braccia, ‘ to be grown togetlier; to he
sèi, accad. sillu (protezione, riparo, ombra, co crossed: said o f arms*, CAD, 4, 86 sgg,), con le
pertura, ‘ protection, covering, awning, sliadow ’) ; forme alip, ilip etc. Il fatto che nelle più antiche
la terminazione -ap denota luogo: per caduta di testimonianze la voce greca sia unita a póse, come
-cy- intervocalico, cfr. accad, (st. c.) asar > ap attributo, si chiarisce richiamando che la forma
(astu luogo, ‘ place, site ’), ugar. atr, aram. atta allotropa di elèpu, alapu si confuse con accad.
Ort, Stelle ’). alpu (bue, ‘ bull, ox, beef’).
EtXei&uia, elX^^&uia nome della dea delle par eIXÓ(o avvolgo, avviluppo: elXufjiévo? m(ìouì; (//.,
torienti; è deformazione di tipo popolare di base 15, 86) coperto le spalle da m a nuvola; s?XutJwz, co
semitica, come accad. àlittu (partoriente, madre, pertura {Od., 6 , 179); v. lat. «volvo». Il temafsXu-
‘ begetter, hearing mother ‘ Gebarende, Geba- richiama ancora la base semitica corrispondente e elu
rerin ’), (avvolgere, legare, ‘ to bind ’) ma mostra incroci
elAcó^ (U.CÓ5), -ou colica, contorsione vite, v. con basi come accad. ^lalalum, ebr. *àlam (nascon
E ÌX é o ) . dere, celare, ‘ to hide, to cover *), cfr. accad. ^alàpu
elXéct), eiXéco, eVXXw, clXXto, IXXw: avvolgo, (coprire, ‘ to cover, to enclose ’).
costringo, piego; elXóo), ravvolgo, elXeó?, IXeó? contor etXt*)T£? iloti, schiavi dello stato spartano. Se ne
sione da colica, vite, el'XXco, D^Xw, arrotolo, EXXdt^ corda. ignorò il vero significato: uomini: di fatica; eti
Si postulò un pres. eX-véco ! Accad. e’èlu (avvol mologìe: da '^Xo(; antica città della Laconia; da
gere, girare attorno, riunirsi accorrendo, ‘ to bind (f)aXcù-vat (Solmsen) etc., tutte per diverse ragioni
‘ anbinden, ringsum aufhangen, zusammenlaufen *) ; inconsistenti. Accad. awìlutu, med. ass. a’iluttu
cfr. i'iu , (vincolo, contratto, accordo, ‘ written (med. e tardo babil. : servitù, schiavi, ‘ workman, sla
agreement’; ‘ Binde, Vertrag'), e’iltu (vincolo, ve ’ ‘ Gesinde, Sklaven ’) ; base è aw ilum , a’ilu
‘ obligation ‘ Verbindlichkeìt *) ; cfr. accad. alàlu (eUto?, Th,; uomo, ‘ Mensch, Bìirger; ... in Nuzi
(* binden ’) ; il valore di elXécù : costringere, chiudere fiir Freie und Sklaven gebraucht ’).
insieme, è reso dalla forma allotropa: accad. elfjit sono. A.i. dsmi, lit. esmì, lat. sum etc.; att.
(‘ einsperren, festhalten ’): èstXeov { I l 18, 447). si da *esi, a.i. dsi. Accad. isù (“ essere ” : copula in
elXìf], Uvj compagnia, schiera, ricondotta a El-Amarna), ebr. jeS (è, ‘ existence ’), v. lat. sum.
tXXo>, elXéoì (v.) stringo insieme. Base originaria ac etjii passo, vado, vengo, v. lat. «eo». Va notato
cad. a’iu, i ’iu (imione, alleanza, lega, ‘league; from che l’itt. pàitni ricalca accad. ba’ùm , ug. ba
Akkadian e’élu CAD, 1, 374 a) : e’élu (legare, (andare, passare, ‘ to walk along, to go through
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PIZ IO N A IU O GRECO
a Street, a road, to pass over con le forme iba, elpcoi(!)vr] omaggio agli dei: ramo pieno di
ibà etc.; el[xi, «eo»: cfr. siim. e, i (partire, ‘ to frutti e avvolto di lana; sono i simboli deiratti vita
leave ’). agricola e del culto, di Artemide e Apollo; inno
elvàTepe?, -épwv cognate, mogli ^ei fratelli [il., di grazie: etimologie, tutte inconsistenti, come
6, 378); sing, èvàTìgp; cfr, « ianitrices », calcato su sipti), infilo, Elpo<;, lana etc. È festa degli “ agricol
«genitrices ». In Mém, 255, Saussure vede in è- una to ri” ; accad. ettèsu (‘ ailtivator, tenant farm er’),
protetica; eJ- risulta un allungamento per ragioni ètisùtiim (agricoltura, ‘ tenancy of a field ’ etc.),
metriclie: la prima componente della voce deve da erèsu (coltivale la terra, ‘ to cultivate or plant
essere isolata nella forma èvocT-, assicurato da antiche a field'); e entiu, ebr. haima (grazie, ‘ grace’).
corrispondenze: aram. int®ta, accad. antatum > etpvjv, -evo? a Sparta, giovane di almeno 20 anni;
asSatum, arab., 'unta, ant. sudarab. ’na), etiop. vi è incrocio con la base di Eipepo^ tenuto conto del
’anest (donna, ‘ wife ‘ Gattin ’) : il significato di l’analoga situazione di fanciullo e serro; a
fratello è dato da altra base semantica, corrispondente torto ritenuto da un *èpa-^v, ^poTjv, av. arhn-~ (ma
ad ant. aram. r', ebr. i’è^“ (v. gr. «ppdxrjp) “ asso schio): il trattamento -rs- fu spiegato, senza ecces
ciate” ; accad. rùtum (fratellanza, ‘ Briìder- sivo credito, con l’ossitonazione (Wackernagel,
lichkeit ’). «KZ», 29, 1888, 127 sgg.); non fu trovata traccia
ElpatpitÙTY]?, -ou (H. Hom.), ’EppacpediTài; (Ale., di una forma laconica Corrisponde ad ant.
381 L.P.) epiteto di Dioniso. Se ne ignorò Torigine, accad. ajarum, àtum (‘ young man ’) con la ter
nonostante vari tentativi: si pensò «à uno forme minazione - 6Vo<; die richiama accad. enu (signore,
animale du dieu» (E.-M.), a ^pi<po(; (Wilamovitz, ‘ lord ’) ; influsso di voce corrispondente ad accad.
Glauhe, 2, 67, n. 1), a gpiov ma anche a èpétpw: la se^ium (giovane, *jung’), lat. «servus», nel senso
voce ci riporta airindole sciamanica assunta da Dio- di vrait; « puer ».
nysos che spìnge alle « sanguineis rixis » (Horat., eipV^vv), -Y)5 (ion.), beot., dor. tpfivcit: pace. Se
Cam. I, 27, 4; cfr. 18, 8 : «rixa super mero»). La ne ignorò l’origine. Accad. atanu, erènu, fen.,
forma eolica si chiarisce con 2pt? contesa e la base ebr. atón, ar. iton (arca: deiralleanza, ‘ coffer, ark
di «rabies», «rabio»: accad. fa’àbu, aram., ebr. of thè covenant, cashbox ’, xijBcoTÓi;) ; il testo delle
tàhab (irritare, spinge, *to rage, to urge ’), tààb alleanze, dei trattati di pace, veniva, in Babilonia, in
(‘ rage, violence*). Siria, in Egitto e altrove, collocato “ nell’arca del
etpY<*> (^l^pyw), el'pYVUfAi chiudo dentro le sbarre, l’alleanza ” . Da Esodo, X X V , 10 sgg., sappiamo che
serrot eipxr#), prigione, shmamentc. Gli ac gli Ebrei costruirono la loro arca deH’alleanza dopo
costamenti non sono molto persuasivi: a.i. vrajd- l’uscita dall’Egitto: dentro vi erano le tavole della
(graticcio), ant. irl. fraig (parete) etc. Tenuto conto legge (‘edùt: attestato di patto) ; ebr. sàlòm “ pace ”
della tendenza di accad. a > e per azione spesso è il risultato della berit (‘ covenant ’) ; alleanza di
di -r-, risulta che e^pyto, l£pY<o etc. risalgono alla pace {Num. 25, 13): cfr. Od. 24, 483-6; richiama ant.
base corrispondente ad accad. parku, patàku (sbar accad. erènu (cedro, ‘ cedar wood ’) dal legno con
rare, mettersi di traverso, ‘ sperren ‘ sich quer- cui fu costruita talora Varca: la voce corrispondente a
legen ’) ; sEpxr^ corrisponde ad accad. patiktu (sbar sum. etin. Nell’antica Grecia, come nell’antico
ramento, ‘ Absperrung ’), pitiktu (blocco, sbar Lazio, le alleanze, le confederazioni avevano come
ramento, ‘ Behinderung ’), petlcu (recinto, chiusura, centro un santuario. Più soletme fra i Latini era la
sbarramento, ‘ Querlinie, Grenzbereich ’), Interfe pace assicurata dall’alleanza stretta tra gli uomini e
renza semantica con la base di accad. sahàtu (cin una divinità: pax deorum: si ricorda che
gere, circondare, ‘ herumgehen ’), sehru (avvol ’EXXàSo? e Latium corrispondono ambedue alla base
gimento, ‘ Umkreis ’), sifrittu (‘ Umgebung, Um- accad.: ant. bah., ant. ass.: ellatu, iUatum (‘ confe-
kreis ’). derates, kinship group, clan’): v. Afaofigities.
clpepo^ schiaviti {Od., 8, 529 kapax). Se ne clpo^, n. lana (Od.), v. Kpiov.
ignorò l’origine: v. lat. «servus»: è dalla base cor eVpcD, (f)etpw dico, dichiaro: letter. “ mi volgo
rispondente ad accad. esétu (tenere, prendere pri a zlpa^icni, mi volgo a qualcuno: per domandare, fut.
gioniero, rinserrare, ‘ to take captive, to enclose, to *etp7) { I I , 18, 531) convocazione, russ. \>rà (‘ radoter ’),
shut in ’), estu (‘ captive ’) ; v. etp^^v. loìà (giuramento), av. urvàta- (ordine), sanscr, vratd-.
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eipo) D IZIONARIO GRHCO
Fu postulato *w er^i- j '*^wrè-, Ant. accad. w àtum , irl, oen, got, ains, v. pruss. ains, en grec. olvó(;, oEvt^
Stum (rivolgersi a> ‘ to turn against a persoli ’) con désignent Ifl^ au jeu de dés», Ernout-Meillet, s.v.
le forme w u utu (dare un messaggio, un ordine, Il valore di unico è confermato da oT(f)o<; e ant.
‘ to give an order, to send a message ’), uttum pers. aiva: ant. bab. a^è (‘ individually’). «Unus»,
(ordine, ‘ Befehl '), tértu (comando divino, nies- da oinos {oino, in «CIL», P, 9; oenos, Cic., Leg., 3,
saggio, osservazione di viscere, ‘ Orakel, Omen, 3, 9) corrisponde ad accad. a^iimù, a^jennà (sin
Sendung, Eingeweideschau ’) con interferenza della golo, ' single ’) dalla base di accad. a^è (‘ indi-
base corrispondente a bab. errum, vm nim (inte vidually ’) ; jx(a, (xóvoc, richiama accad. manù,
stino, ‘ Eingeweide ’, ‘ intestincs ’) ; v. aruspex, ant. accad. m a(n)à’u m (unità ponderale, un sessan
verbum. tesimo di talento), da accad. m anù (contare, cal
etpw allaccio, serro; incateno, allaccio, stringo il colare, ‘zahlen, reclmen ’), m i(n)u, (wlnu: numero,
laccio. Hom. lep^évoc, allacciato, inserito, gp^jia, anello cifra, ‘ Zahl ’) : le forme accadiche con m - iniziale
per orecchino, al plurale; connessione, Spsjio!;, chiariscono jióvot;, (xta; la lettura w- chiarisce 2v-,
collana; porto, luogo chiuso per tenere al sicuro le navi, Ivóz, mus. A riprova della base m anù (mina,
6p[z[5^ci), ancoro, óp(Jiitic, lenza', cfr. ose. aserum («asse- * Mine ') etc,, valga accad. siqlu (un sessantesimo
rere»): v. lat. «sero» lego; cfr, accad. erium , etu di mina, peso, ‘ Gewicht: 1/60 M ine’) che corri
(anello, laccio per avvolgere, cerchio, ‘ Ring, Rei- sponde alla base di lat. « singulus ». Per la radice i.e.
fen, Haltering, Halteklannner ’), sum. ir (legare, *^-sem-, sanscr. sa- in sakrit (una volta), che viene
unire, ‘ binden ’), se-ir, §er, sit, lat. « sero », scorta in«semper» (v.), «semeU {v.), &\La,
gi“k (legare, ‘ to tie '). La voce 6p(jio(; nel senso di ópiói; (v,), toc. A. sas, toc. B seme, v, quelle voci.
porto, luogo cliiuso tutt’intorno, ha subito la conta eleo [Atti: mi affretterò, cfr. id a a x o [ I I , 15, 415)
minazione della base corrispondente ad accad. arm u etc. La maggior parte delle forme presenta un di
(riparato, protetto, ‘ bedeckt ’), di atàm u, haràm u gamma iniziale: fu ipotizzato (f)lao[xat etc.; fu
(‘ bedecken '), baràm u, sem. hrm (‘ absondern ’ ; accostato sanscr. vèti. Il significato originario è
‘ to separate '), cfr. accad. afam m u (argine, lanciarsi fiio ri : eKoo(jwci venne considerato un futuro,
‘ Damm ’). ma alle origini è un presente con valore di futuro
etpcoV) “COVO? chi parla “ velato, coperto, ” (v. eljjii): la sua base corrispondente ad accad,
fingendo, ironico, che finge di non sapere: opposto di wasìu, w5§ù (che viene fuori, che si affretta, *going
àX7)0eoTiKÓ(; veridico, scoperto (Arist.). Calcato su out: messenger, army % da accad. wasù, wasà’u
efpo[iai ; base di accad. erewutn (efémum), aram u (uscire, venir fuori, andare via, ‘ to go out, to go
(arawu) (coprire, ‘ to cover ’), che torna in Ipécpw, away, to move o u t’), sem, w 4 \ ugar., ebr, js',
copro. aram. j’5.
eì^, éq dentro, forme omeriche, da évi; attestato etwOot sono consueto, ho consuetudine, ho fismilia-
in argivo e cretese: v. èv alla quale si è aggiunto rità] S0CÙV, che è solito (Homer.), è0£^(o, rendo fam i
-s che richiama la desinenza avverbiale accad. -i§: liare, avvezzo, 20o^, abitudine, originariamente espe^
es. mutti§ (davanti, verso, ‘ devant, vers ') da m uttu rienza. Per S0oc si pose *swedkos; si accostò sanscr.
(faccia) etc,: sv richiama accad. in, an (verso, svadhd- (carattere, abitudine), got. sidus (costume).
‘ against, to, toward '). Cfr. « sodalis», «suesco»; H9wv omerico, col signi
et?, {xla, gv uno, lat. unus. Gort. ev[S]. Fu ficato di “ secondo il costume scopre la base
postulato *Sv(;, da *%-(;, i.e, *sem-s; per ^(k, sm -ip\ semitica: ugar. ebr. accad. edùm , idùm (essere con
évó? gen. su base di 8v etc. I reali elementi storici sueto, essere versato, essere Éimiliare, essere esperto
da prendere in considerazione sono sum. às (uno: di, ‘ to be versed in something, to be experienced,
lat. as, unità ponderale). Il gort. sv[S], russ. odtn, ri Umiliar w ith ‘): SOo?, voce relativamente recente,
chiama accad. èdu, wèdu, (uno, v. lat. ■« viduus »), ha il significato originario di “ esperienza” ; v,
èdiS (‘ allein ') con nasalizzazione successiva ; la for- ^ 605 .
maz. di eTq è influenzata dalla base di sum. às, ass. lat. «Hecuba», moglie di Priamo, Se
ìssèn, accad. i§ten (‘ one ’) ; gr. olv^, oEvó?, ant. lat. ne ignorò l’origine. Dalla base semitica di kbd,
oinos, mius: « ... mot signifiant ‘ unique ’, de mènie accad. kabatu (essere importante, onorato, essere
qu’en celtique, en germanique et en baltique; cfr. doloroso, ‘ to become honoured, important, to
86
d iz io n a r io greco èK€l
become painful ’); kubbutu (‘ to honour; to show e di Artemide; énYjPoXtai (pi. Hom,, l i , 5, 54),
respect; said of persons and gods’); precede un bravura, signoria dell’arco; v. tó^ov, àpYopóro^o^;
determinativo pronominale: accad. sa-, ebr. se- é>tà€pYO?. Wilamowitz [Glauhc, I, 325) sospettava
(qiiella che "ExaTOi;, 'E^àirr) fossero di origine mediorien
éK àepyo? : epiteto di Apollo (Hom., Cali.) e tale e che per etimologia popolare fossero stati
di Artemide (Aristoph., T k 972) : fu chiarito dagli ampliati in éKa-njpóXo*;, i>t7]PóXo<;. Invece di hxéu;
antichi grammatici come 6 SkkGev efpY «v IpYa^ó- che gli antichi finirono per scorgervi, per chiarite i
(jievo»;; ma v. confermando i sospetti valori semantici, in realtà deve aver agito una voce
del Wilarnowitz che scorgeva in ''Exa-roi; e *EìcàT7] col significato di arco, e per Artemide, divinità lu
voci attinte al Vicino Oriente {Glanhe, I, 325). nare, l’arco lunare è pertinente: accad. qa§tu, qaltu
Invece della componente éxA? (su cui già gli antichi (arco, ‘ bow, archcr ’), arab. qaus, ebr. qeset,
sospettavano) - trattandosi di Apollo e Artemide, aram. qaStà etc. (arco, ‘ bow ’) : cfr. sir, qa?, ebr.
ipostasi del sole e della luna che compiono le vicende qasas, arab. qassa (colpire, ‘ to cut through ’),
del tempo, del giorno e della notte e che conducono V. accad. L’iniziale é- corrisponde a un deter
a compimento il nascere e il morire di ogni creatura - minativo: accad. Sa, ebr. se, fenicio es, aram. d i;
alle origini sono in "ExiaTo? e 'EkAtt; il determ. sa- -xaT-, -xaTV) di éy.ccxo<; etc. richiama il fenomeno
(se) e qatù (compiersi del tempo), quttù (recare a della caduta di -/- originaria intermedia in greco
compimento, ‘ to bring to thè end o f a period of (cfr. ct(£o(;, lat. « salvus ») rispetto alla base di accad,
tinie’, ‘ beenden: Jahre, Zeit, Leben, ruinieren: qa(l)tu (arco): éy.a.'toq, èy.é.xy} perciò deve aver si
Tag und Nacht ’) ; l’arco lunare e i raggi saettanti gnificato quello, quella dell’arco. In realtà le due
del sole dettero il volo alla fantasia antica e qatù divinità della luce raggiante, ipostasi del sole c della
suonò accad. qastu, qaltu (arco, ‘ bow ’), con caduta lima, sono creature della fantasia greca, perché la
di intermedia in greco (v, aào^, lat. « salvus ») : base *qatu (< qa§tu) mostra che nella naturale
*qatu; nella componente -epyoc;, come in àpyu- di vicenda della luce Apollo e Artemide sono divinità
àpYup<ÌTo^o?, alle origini si scoprono basi di accad. del tempo, del giorno die si compie; e qastu,
arlhu (luna nuova, primo giorno del mese, ‘ moon, *qatu alle origini è accad, qatù (compiersi, quttu
new moon, first of thè m onth’: cfr, gr. (Kpxw, recare a conclusione, compiere, ‘ to go to thè end
^ si ignorarono i significati!) e anche o f a period o f time ‘ beenden: Jahre, Zeit, Leben,
atfeu (cammino, ‘ road ’) ; il cammino del sole di ruinieren: Tag, und N acht’); 1-qat-tu-u nel senso
cui cantò Mininermo, un poeta d’Oriente che pur di ‘ fertig werden: A rbeit’ etc.). Per le divinità
ignorava Tinno babilonese a SamaS, il sole I La voce saettatrici ''EKaTO(;, 'Exà-rv) hanno giocato voci come
af^u gioca con accad. afqu (‘ yellow, green, sal- accadico zaqàtu (ferire di punta, ‘ to hurt: said of
low ’) da cui àpyup6(;; t u à s p y o q h colui che compie stinging pain ’), zaqtu (fornito di punta, ‘ pointed ’),
il cammino: del cielo; v. k)cà<;. siqqatu, Sikkatu (punta, asta, *peg, nail ’) ; per
èitàm >aa€ esaìb, v. nenacprió'va. ‘ Ey.(kr/] divinità ctonia ha giocato xàta, xaTà (v.);
a parte, discosto, v- Uytaaxoq. le componenti -póXos, -peXérT} alle origini hanno
^Kaoiro^, -Yj, -ov ciascuno, ognuno separatamente, il valore di signore, signoria: dell’arco: cfi. sem.
a parte, discosto : cfr. aram. beqa* (separare, ba’al, accad. bélu, ebr. ba'al, sir. ba'la (‘ lord,
‘ to cleave ’), cfr. gli avv. accad, in -as. Base di master’): sentite poi come da pàXXto.
valore corrispondente ad accad. albiu (fianco, lato, é K a r iv cento, lat. «centum», a. irl. cèt, got.
‘ side *), al^ù (che resta da un lato, estraneo, *outsi hund, a.i. éatdm, lit. ^imtas. v. cIkooi.
der, alien’), at^àis, a^jàwes (afeSmes; l’un l’altro, IkcT, xet (Arch.), (Sapph.) corrisponde ad
‘ each other, one another, each in equal measure ’) ; accad. (aww)aka, (amm)aka, u llik i’am (là dort ’) :
alla base originaria si è aggiunta un’altra base corri -ka, -kiam , -kà(m) aggiunge in accad. una determi
spondente ad accad. estu, iStu (a parte da, *from, nazione locale o modale. Il greco éxet, etc. è
out o f ’), cfr, istèn, ebr. *aStè- (uno, singolo, ‘ one, calcato su èneZwq die è di uso e origine più antica
outstandig ’). (èxei, Jtsi non è in Omero) ; èKe'ìlvo(; ha origine da
éxaTY)(36Xo^ : éxaTyjpeXéTif]?, gitaxo? epiteto di una base simile ad accad. akSnu (alci + atiu: qui,
Apollo saettatore; éxrjpóXo^ altro epiteto di Apollo ‘ hierlier’; cfr. akantiaka li, ‘ d o rt’: akanna o
87
(è)H eIv o < ; DIZIONARIO GRECO
kanna qui, ‘ hier ’ + ka, vS, 27 sg.}, Akànu ri tura, sul cavallo: quindi spingo, conduco etc. Fu postu
chiama alla desinenza avverbiale di certi locativi lata una radicele/-: arm. eli (sono salito): accad.
come elànu (sopra), saplànu (sotto). elùm , alùm , ant. aram., ‘H/ù, ebr. 'ala (montar
(è)xetvo? quello, raro in Omero (ksTvoi;); x^vo<;: su, salgo, ‘ to mount up, to go up, to be put up
eoi., dor.; dor.; avv. Ixeì ìà: att.; xei: Arch., nelle forme trans.: ‘ to take away, to remove ’).
Erod., X7} Saffo; èjtei'&i, in Omero ksTOi, in Saffo èXacpo?, -oo cervo. Della stessa base di
x5)0i là etc. Fu messa in evidenza la particella *hs,- (v.) ; accad. alpu, ebr. ’elef (bue, ‘ ox ’).
XI- che fu scorta, a torto, in latino « cèdo » oltre che éXacppó^: agg. leggero, rapido, svelto, èXa<ppÓT7)q
in «hi-c Deriva da basi semitiche: dall’elemento k- leggerezza, èXa<j>p(Cw sono rapido (Arch., Eur.); al
xisato come avverbio, preposizione, congiunzione: leggerisco etc. Furono accostati ant. a. ted. lungar,
nel senso di come-, ugar. k-, accad. ki, ak i (< anaki), ant. sass. hngor, (rapidamente). Accad. Ihalapu,
ebr., ant. aram. kì, congiutizione accad. ké etc. ebr. hàlaf (affrettarsi, ‘ to hasten past, to pass away,
(come, ‘ like ’), ‘ wie ’), kém , kà (cosi, come, to glide along ’).
‘ thus, how ’) e la base di gr. gvoq; sw), quel giorno: è?tax^?, “« a , -'i piccolo, di poco conto; cfr.
accad. annu (questo, quello, ‘ that, this ’), ugar. èXtYoc, piccolo, V. lévis; òXlyot; fu a torto accostato
bn, sir. han; il pronome dimostrativo babilonese, a XoiYÓ? calamità, malore, morte, cui v. «lugeo».
agannù deriva da agà, aga’i (quello, questo, ‘ that, Le voci greche testimoniano il fenomeno di protesi,
this ’) e annù; nel composto agannù è prevalso il normale avanti a spirante liquida o nasale : vi corri
senso di vicinanza questo (‘ thè near demonstrative sponde accad. lakù (piccolo, da poco, debole,
pronoun'); neob. akannaka (là, ‘ there’), miserevole, ‘ klein, schwach, elend ’) ; cfr. accad.
€>tàXo<;, -ov caimo, sereno, tranquillo lSl[jiu (piccolo, delicato, gracile, fievole, ‘ klein,
(ol Sè £>tTf)Xoi xépTTovTat (//., 5, 759) mentre essi senza schwach’; vS, 528 b: ‘junger Spross’); in liste
crucci godono', SìirjXot; nivs (Orf,, 21, 309) sfai calmo accadiche di sinonimi la-a-feu = pefhiu, cfr. lat.
e beri. Se ne ignorò l’origine, li valore semantico «puer»; canan. la^, (fresco, recente, ‘frisch’, vS,
originario è godersela mangiando', della stessa base itiJ.).’OXtYoq: dalla stessa base; cÉr. la forma 11-ki
dell’omerico óJxoXo^ boccone, xóXov'Tpo9 -;^ (Ath. 262 del verbo lakù (‘ schwach sein vS, 529 b).
a): accad. akàlu (provvedere a se stesso, godere, èXSojJiai, omer. èéXSofjiai: desidero, voglio, èéXSwp
mangiare, ‘to enjoy, to provide for oneself,.to eat ’), desiderio. Ritenuto ampliamento della radìce^u^e/- di
akalu (commestibili e bevande, ‘ beside drink: lat. «velie» (volere). Sum. al-di (desiderare, richie
edibles ’), ebr. àkal, oklò (‘ to enjoy, to eat ’), dere, ‘ wiinschen ’, vS, 238 sg.; ‘ to ask, to request,
akilà (‘ eating, food ’), okel etc. to express a wish f o r ...’); cfr. accad. *elSu (ersu
éHopó<;, -oO padre del marito; hwjpà, suocera, agg. V. di efèsu: desiderare, agognare, ‘ to de
madre del marito: v. lat. socef. sire, to ask’): il -X- risale a una -t-; per l’esito
é n & v che f a con intendimento: base di «Kotico. cfr. accad. raqtaqqu e laqlaqqu (‘ stork ’).
^ a io v , “ou olio. Lat. «oleum» {oUvum\ olio), ^eY og, -ou canto di tristezza con accompagna
arm. ewl (oho), èXctLa., olivo, oliva. V. lat. «oleum»: mento del flauto. Ebr, ti5lil (flauto), accad. hialàlu
ricalca una base corrisp. a accad. ulùm (grasso, olio, (suonare il flauto, lamentarsi, ‘ floten, klagen ’, *to
‘ O l’): la base è sum. u-H; Tuso dell’“ oho ” per pipe’, CAD, 6 , 34); cfr. feillu (lamento, lutto, tri
alimentare la lampada persuade che il greco richiami stezza, ‘ Klage, Trauer ’), ^àlilu (‘ piping ’). La voce
accad. ellu, allu (lustro, lucente, splendente, detto SXeYo? testimonia l’influenza di accad. ^alàqu (pe
proprio deirolio: ‘ hell, rein: Ò l ’, vS, 204b; rire, morire, ‘ verlorengehen, untergehen, zugrunde
‘ clean, in connection virith oil; holy, sacred’), gehen*); fealqu (perito, morto, ‘ verloren: Toten-
ellu (olio di sesamo, ‘ sesame oil ’, CAD, 4,106 b). geist ’).
èXàT»), -yj5 abete, poetico nave, elXàTtvoi;, èXà- IXéyx*»* disonoro, respingo; convinco di torto;
Tivo?, di legno di abete. Se ne ignorò l'origine. È l’al ^Xeyxo?» "Oy?» biasimo, gXsYXo<;> "Ou, refutazìone. «Pas
bero delle alture: accad. elàtu, plur. tantum (altura, d’étymologie établie» (Chantraine, s.v,). Accosta
‘ upper part '), da elù (alto, ‘ tali, high ’), sem.: ebr. mento di Osthoff (cfr. ant. a. ted. laban: oltraggiare),
'al (‘ thè upper part ’; prep. ‘ on, above ’) ; v. abies. dopo Pott, a èXax<i<;; in area semitica: ug. Iht (of
èXaóvto, èXàto: senso originario è monto in vet fendere, rimproverare, ‘beleidigen’),arab.la^à(‘be-
PIZ IO N A M O GRBCO *EK k& q
leidigeii, Schimpf aiitun cfr. Gaster, in « Bibl. 23, 388: èXe97)pdc{Aevo<;). Se ne ignorò l’origine, ma
Or.», 1952, p. 82). fu accostato a òXo9 cìito^ (v.),
é7.€uv prendere possesso, levare v. olpéo>, f ty éXé<pa^, -avTO? elefante, avorio. I Latini chia
péw. La prosodia fa presupporre *fsXeìv: accad. marono, non senza ragione, Telefante «luca bos»
bélu (esercito l’autorità, il potere di bèlu, ba’al “ bue lucano ”, (Varr., Ling. lat., 7, 39). Accad.
possessore, ‘ Besitzer; belierrschen ’), la cui base deve alpu (bue, ‘ Rind, Ochse ’), ebr, ’elef: v, SXa«po^,
avere contaminato quella corrispondente ad accad. L’ebraico è la testimonianza piiJ persuasiva. L’egi
elù D (levar su, portar via, ‘ erhohen, wegbringen ’) ; ziano ab, il copto s|3u, s^ou confermano l’etimologia
ebr. hala (Hi: prendere, ‘ to take away ugar. 'Ij. da alpu perché corrispondono a sum. àb (vacca).
éXeXl^u) snmovo, scuoto, v. éJitxwip, -€0710?, femm. -w m ?, -iSo^ dal rapido
levo m grido, v. ^Xeo^. sguardo, èXiv,(ùv:zq ’Axawt (//., 1, 389); èX!.K<lÌTci8a
éAeóv n. (al plur. I l , % 215; Od., 14, 432 etc.) xoiipTjv {ih., 98): la fanciulla dal fuggitivo sguardo
tavola di legno duro su cui viene affettata la carne; etc. Dalla base semitica corrispondente ad accad.
ÈXsoxÓTto; addetto a trinciare, è^eoSÓTV)? servo nei ban àlikii (mobile, ‘ moving, movable ’; chi va e viene
chetti sacri in Deio. Se ne ignorò l’origine. Voce se recando un messaggio, ‘ messenger ‘ der Gehende,
mitica col significato di rovere: ugar. *ln, ebr, Bete ’) di alaku, aram. helak, ebr. hàlak (muo
élon (l'overe, ‘ oak, terebinth '), èia (' oak, tere versi, andare, venire, ‘ to wander, to come, to go,
binti! ). to disappear ’) e la base Ò7t- corrispondente ad
-ov) compianto, compassio/te; èXeTf)|jL<DV, che accad. apù (essere visibile, ‘ to become visibile, to
ha pietà, pietoso, èXcéw, ho pietà; é'Keoi; deriva da base
appear ’; sùpù: fer vedere, fate apparire, *to malce
corrispondente ad ebr. hélèl, sir. ’ajlèl, arab.
manifcst, to make appear, to bring forth ’) : è-
walwala (lamentarsi, ‘klagen’), ugar. ili; èXeó(;, ci
di deriva dalla origintiria -a- che tende
vetta risale alla stessa base di origine, tenuto conto del
a -e- sotto l’azione della primitiva faringale fi-ica-
suo verso che parve lamentoso, e così èXeX[^o> nel tiva h-.
senso di levo un grido.
-iKo? spirale, conchiglia, voluta, avvolgi
éXeò;, “oO gufo, civetta, v. ^Àeo^.
mento; èXtoCTCo. att. àXtTTo), muovo in giro; al medio
agg. (Hom., ion.-att. etc.), èXaii-
mi aggiro; èXeXCCw, scuoto, fo muovere, travolgo, volgo
0epo€ (Delph., BCH, 22, 76), iXeùOapoi; (eie.) etc.
in fuga. Dalla base corrispondente ad accad. aliku
Ubero : vengono ricliìamati ant. a. ted. liu t (popolo),
anglos. leod, Ht. liàudis, ant. si. IjudXje etc. la cui base (che si muove, va in giro, ‘moving, movable,
di origine risulta sem. jld, accad. alàdu, ebr. jalad coming, approaching; said of tim e’), femm.
àliktu; da accad. (lb>)alaku, alàku (muoversi, muo
(generare, ‘ to bring forth, to bear ’), jeled (figlio,
‘child, son, one born’), ìalid (figlio): ma v. lat. versi intorno, ‘ to move about ’).
ilibef », «leib-»; èXeóGepoi;, èXaó6epoc ha il significa -OM^ ferita, ulcera, v.
to originario di libero da vincoli: tributari, hcc^à. MXxto t^ro. Omer. èXxéoj, tiro, è òXxó^, i l trarre,
ellu (libero ‘ free ’), elèlu (> * elé’u) “ essere li traccia, solco, canale, trazione, éXvjoq, ferita, óXkó?, che
bero ” e ’tr (etéru: ‘to pay’) ebr. jeter (‘ string’). trae, okid], trazione, forza traente, peso; lat. ulcus, sulcus.
& 6i&oo(i,aL andrò, aor, •^XQqm, ^^Xu0ov: la base éX- Fu ritenuto senza connessioni. Ha il valore della
originaria si è arricchita dì altri elementi a costi forma causativa di accad. alàku, aram. helak/ar an
tuire i temi lXeu0-, èXu9-, 1X6-: èX corrisponde ad dare): alàku IH2 (‘ to move, to proceed CAD, 1,
accad. elù (nel senso di andar via, partire, ‘ to go 302 sgg.); il valore di Ì'Xkoq, ferita, lat. (solco)
away ’ e di compiere il cammino, ‘ to come up, to richiama anche altra base; accad. salàqu (tagliare,
rise from and leave’); ebr. ‘àia; gli elementi -u9-, ‘ absdmeiden, ausschneiden ’) ; cfr. ebr. halik (trac
-eu0-, - 0- richiamano, come determinativi speci cia, passo, ‘step’).
ficanti l’idea di sorgere e andar via, sem. *EXX<Jì8o5 Eliade: v. I, p. 426: accad.
ass. ufa’u, accad. a§ù (partire, andar via, ‘ to go cut, ellatu (gruppo di genti, confederati, ‘ kinship group,
to leave, to depart’). clan, confederates ’) : la voce fu calcata su una base
IXe(pa(po;jiai. inganno, raggiro {Od., 19, 565, che conferma e specìfica l’afiinità di stirpi: accad.
dove c’è gioco di parole con èXé^ai; avorio; l i . walàdu (generare); ma"EXXT)ve; ( l i , 2, 684) Elleni:
89
DIZIONARIO GRIECO
quelli dei monti: accad. ellù, ellàn; elènu (‘ over ’): epètu (‘ to cross : w^ater’), della base ebat (‘ beyond ’),
"EXX-otte?: appu (cima); ’Aj'aiot: ahu (riva). eber: nari (‘ far bank, beyond thè river: Éuplnra-
éXogj -€ 0 ? luogo irriguo dove crescono bene gli tes CAD, S.V.), V. T^elpu).
alberi, prateria, palude. Fu postulata una base i.e. èv, poet. èvt, elv, elvl (Hom., lyric.), ant. lat.
*séos. Accad, sil’u (versamento d’acqua, ‘ Aus- en, lat. «ins>, osco en, got. in, ant. pruss. en: accad.
scliuttung ’), da accad, salà’u (versare, irrigare, ‘ to in, ina (in, ‘ in, on ’), cfr, accad. an, ana (su, a,
sprinkle, to besprinkle ’ ; ‘ iiberschiitten, infizieren, ‘ to, for, upon ’).
besprengen ’), salahu (bagnare, ‘ to wet ’). Èvapa armi tolte al nemico ucciso, ciò che si sot
ÈXTTopiai spero, aspetto, credo, stimo, èATrtJ^co, spero, trae al nemico dopo la conquista, èvatpco, tolgo le armi
penso, èXiniz, speranza, faccio sperare ; èX7r[(; richia al nemico ucciso, uccido. Se ne ignorò Toriginc. Da
ma la base corrispondente ad accad. libbu (lipu: è- originario pronome con valore determinativo:
nel senso di “ desiderio, ansia, pensiero ”, *w^ish, de quello, bab. a (quello, ‘ that ’), cfr. fenicio eS, ebr.
sire ’), calcata su quella corrisp. ad accad. eristu (atte se, accad. sa: (quello che); sanscr. sdnara- è oscuro;
sa, desiderio, ‘ Wunsch, Verlangen nach’): gpox;. la base corrisponde ad accad. nàru (uccidere, conqui
(F)é?ixavo(;: epiteto di Zeó; a Creta; signore, re stare, ‘ to kill, to slay, to conquer’; ‘ to strike;
del cielo, il re Anu\ accad. malku, *walku(re), with a v^eapon ’), sem. n ^ .
aram. melak (‘ to rule ') e Anu (il dio del cielo, SvSiog a mezzogiorno, originariamente riferito
‘ thè skygod ’). al sole alto [Od., 4, 450; IL, 11, 726), v. &105.
8Xwp spoliazione, preda, èXcipLov, -ou, spoliazione. gv5ov dentro, v. lat. endo.
Si pensò ad àXtc>to[x«i, (v.). Semanticamente affine a amabilmente, con favore, volentieri.
accad. walalu (malàhi: saccheggiare, predare, Se ne ignorò l’origine. Cfr. à- 8eux7)q non amabile,
‘ ansplìindern ’), ma la base è quella corrispondente non favorevole, non propizio : da base corrispondente
ad accad. bélu (‘ to exercise rulership, to have ad accad, duwwuqu (dummu<ju: rendere amabile,
power ') : è il diritto del più forte. gradevole, propizio, ‘ to make pleasing, to make
èfJiéw vomito. Viene richiamato sanscr. vdmi-ti propitious, to do a favour’), dawaqu (damaqu:
(vomitare), lat. «vomo», lit. vémti (vomitare). Ac prosperare, ‘ to prosper, to be pleasing ’), dumqu,
cad, mà u (‘ to vomit ’ = ga-ma-a-ù, CAD, 10% dunqu, *duqqu (favore, fortuna, profitto), damqu,
437); cfr. la forma im a’ 1/3. dèqu (piacente, ‘pleasant, fine ’); Iv = sE; (v.) =
è(x7tà^ 0 {xai mi adopero, S|X7t«io(; esperto. Ass. nel senso di a (seconda), a (favore),
epasu (‘ to be activ ’). èveyitetv, èvéYK«i> v. èveixai.
-fj5 merce che si trasporta, traffico. évEtxo» portare (oltre alla forma ion.-ep., è
è[X7roXàco, letteralmente trasporto merce; traffico, è'^z'Yy.sLV, ivéyKat): viene ipotizzata base Iv-ew-,
mercanteggio. Accostato alla base di TiéXoi^ai di èv-fK con rad. *scik di Ixéa^ai. Il greco esibisce
vento, mi muovo. In analogia con ^[iTiropot; (v.) che forme ibride che si riconducono a basi come ac
corrisponde ad accad. ebbem (‘ travelling across ’), cad. nequ (portare un’offerta rituale, ‘ Spreng-
è(ji7ioXifj, èiATToXàw corrispondono a voci della base opfer darbringen ’) : cfr. accad. sanàqu (andare a
di accad. abàlu, wabàlu (‘ to transport: staples, prendere, raggiungere, ‘ einliolen ’). L’a.i. ndéati,
materials, finished objects etc., to bring etc. ’, lit. n c fìì è accad. nasù (portare, levare, ‘ tragen,
CAD, 1, 10 sgg.), àbili; (trasportatore, ‘ bearer, heben ’) ; e per le basi nek-, noh~, cfr. accad. ekèm u
carrier ’) ; da richiamare la tendenza di a accadico (‘ to take way, to conquer ’) con le forme ikkim ,
a mutarsi in e; cfr. 5du > èdu etc. ekkim , *ekkin, nèkem tu etc. In particolare,
è(jt.7topo?, -ov viaggiatore su nave, che f a un èvsYKstv, èvéyxat è aoristo non attestato in Omero,
gitto per mare, chi traversa il mare, mercante; Ttopeiioj, ma è una variante in Soipa èjAYji; Tiapà v-qbq èvet-
fo attraversare, fo passare, trasporto, KÓpo(;, guado, pas- Hé[Aev ... ( l i , 19, 194). Il valore originario del
saggio, stretto di mare, Tróppco, letter. sull’altra riva, tema greco corrisponde a quello di accad. ekéwu
avanti, innanzi; v. éjJiTcoXT^, La più antica testimo (ekèmu: portar via, asportare, ‘ to take aw ay’)
nianza (Hom., Od., 2, 319) di ^|j,7ropo(; fornisce il con il sostantivo nèkem tu (il portar via i beni,
valore originario di “ viaggiatore per mare Ac spoliazione, ‘ spoliation ’) : il greco presuppone
cad. ebberu (‘ travelling across ’) ; cfr. ebéru, un prefisso che corrisponde ad accad. ina, nel
90
d iz io n a r io greco èwéa
senso di da parte di (‘ from ’, CAD, 7, 141); vi si volenza, bontà { I I , 17, 670). Se ne ignorò Toriginc:
fa sentire la base nominale di ékèwu (ekkèmu: fu accostalo sanscr. àms, av. avah- (aiuto) etc. Da
ladro, ‘ thief ’) ; nel verso omerico citato, il verbo base corrispondente ad accad. efténu (essere bene
esprime che l’Atride doveva sentirsi come spogliato. volo, ‘ to do a favour ’) > *enè'u; regol. dileguo
Per èvstxai, portare, l’ipotizzata origine da Uw (v.) di -n-, ebr. hatian. (essere benevolo, favorire, ‘ to
non dà senso. Il valore originario è quello di por be favourable, to be kind, to make lo v eiy ’), hèn
tare al dio offerte: accad. néqu, niqu (‘ offering’) : (favore, grazia, benevolenza, ‘ kindness, grace ’),
la base originaria corrisponde ad accad. naqù (‘ to accad. ennu (‘ grace, mercy ’).
ofFer sacrifice ’) ; il gr. presuppone un prefisso che évi^voOev s! sparge, àvi^voOev sgorgò. Accad,
è è- èx, non elemento della originaria forma co ém i (sem. ‘ aìn (fonte) e nadù, natù (vasare
niugata, come per ekkim , *ekkiti; naqù richiama ‘ to pour, to scatter ’).
il valore di accad. nasu (portare, portare offerte, ^ 8 a là, v. èvog.
‘to transport, to briiig, to deliver tributa, ofìè- èviotuTÓ?, -oO anno, periodo di tempo, v. am u s.
rings ’). È stato ricliiamato l’omerico èviaóto, “ mi riposo
gvexa, epic., ion. att.; Svexev; eilvsxa omerico; i n ”, a.i. vdsati, (abita), got. wisan (rimanere), ma
gvvsxa, Svexoc, lesb. : a causa di, per. Micen. eneka. con scarsa convinzione. Lo stesso si dica del ri
Il miceneo eneka ha fatto giustizia di tutti i tenta mando a 2vo<;, ^vk; etc. L’etimologia di «anuus»,
tivi etimologici in cui la componente ~eka veniva per la quale si sono tentate svariate ipotesi, conferma
chiarita con Ixàv (v.) “ volendo ” ed èv- come iv quella di ivwtuT6<;. Annus ripete accad. annu (“ que
“ una cosa”, mentre nell'iniziale di etveyca è da sto ”, pronome dimostrativo), non diversamente
vedere solo un allungamento metrico. Il mice della seconda componente di Iviautó);; il significato
neo eneka corrisponde ad accad. ina-kà, ana- originario della voce latina e greca viene ad essere
kSm, anakà, ina-kìam , ant. ass. akiam (per “ in questo periodo di tempo, nello stesso (tempo) ”.
ciò, ‘ £br this reason CAD, 8, 327) : dalla preposiz. E anna in accadico ha il valore generico di “ ora ”
ana (‘ to, for, against, upon ’) o ina (‘ on, from, (‘ n o w ’); e per altro l’umbro acnu (“ annos”),
through ’) e l’avver. ka, kàm, kiam (‘ tlius, in osco akenei (“ in anno ”), confermano il con
this manner, how '}. cetto dcWhic et nunc: accad. akanna, akanni (hic,
avverbio: vép^s (Hom. etc.), Svep^^a ‘ now ’). I richiami per annus ad un *at-nos, got.
(dor., lesb.), Ó7i:£vep'&e(v) (Hom. etc.) in basso, dì apnam ‘ den Jahren possono trovare conferma
sotto, sotterra, ai disotto : Svspot, t morti, quelli di sotto, in accad. entu, ettu (tempo, ‘ Zeit ’) ; cfr. gr.
di sotterra, g li dei inferi'. èvépoiaiv àvàoofov (IL, Se occorresse ancora una riprova del rapporto analo
15, 188) Ade che regna sugli Inferi; cfr. ivépoiv gico tra « annus » e corrispondente voce greca, si cfr.
’AiiSuvsiIx; [ I I , 20, 61) Ade re dei morti; vépirepoi, accad. adànu (tempo determinato, ‘ bestimmte
èvépTEpoi, morti, inferi: o'i Trep èvépTepot slui 0eo£ (//,, Zeit, Tagesende’ es. adàn mèaari ‘ die rechte
15, 225) che ora sono numi inferi; oltre a èv-, è la Zeit ’).
base di 2pa, terra corrispondente a ugar,, cb'r. efes, rimprovero: v. annunzio: da lh base
aram. ar*3, arab. atd, accad. etsetu (terra, il sot corrispondente ad accad. nibu (voce, denomina
toterra, il mondo Ìnfero, sotterraneo, ‘ thè eardi, zione, indicazione, ‘ name, utterance’, ‘ Bezeich-
thè nether world, soil, ground, land ’), ant. su- nung ’).
darab, atd: la componente -epOe- ricalca con la évvéa nove, lat. «novem», a.i. ndva, arm. imi,
particella la voce semitica ets > *er-&: v. Ìngl. got. nium. ’EvvIfa, rimasto senza etimologia, è il
earth, ted. Erde, ant a. ted. erda; got. aìrPa, gr. numero dei mesi della gestazione della donna e
Èpa^s; cfr. ÓTtep-tì's; vép-Tspoi (Ivép-repoi;) nel senso perciò è della stessa base di « novus », véo?, ’Ewéfa
di morto, con suffisso del comparativo (v.) sembra *enFa si chiarisce come corrispondente alla base
calcato su base semitica: come accad. tiértu (ucci accad. eneb, st. c. di enbu (seniit. *inab, ant, sud-
sione, ‘ murder ’), ném m (uccidere, ‘ to kill, to arab. nel senso di capacità generatrice della
destroy ’). donna, mese, attributo della divinità lunare, Sin,
[•f)(i.£pa] letter. quel giorno, v. “ frutto, figlio ”, ‘ child Geschlechtskraft, Potenz:
èvYjK^^, gen. évY]éo^ benevolo, ion. èvYjetY), bene V. Frauen; Nachkomme; Bezeichnung des Mond-
91
èvvÉTOJ DIZIONARIO GRECO
gottes ’) ; cfr. accad. unnubu (‘ to sprout ‘ spries- di cTto? (v.) ; si scorse un preverbo come in « in
sen ’), enébu (‘ to grow, to spfout ’) ; cfr. accad. voco ». Il significato di lamento deriva dairincrocio
natinàbu {‘ ofEpring ' ; ‘ Leibcsfrucht ’) ; lat. « no- della prima base con voce da identificare in àv[«,
vem », « iiovus » mostra aferesi rispetto al greco e eoi. èvia, dolore, pena, che non ebbe etimologia:
alla base originaria, come in Lathim rispetto a 'EXXdci;, cfr. ebr. anà (lamentarsi, ‘ to lament ’), v. àvla; ma
‘EXXdSot;; l’aferesi, presente anche in vso?; novus, si évo- ha il significato originario discambiare: la voce,
chiarisce con l’interfcrcnza di base corrispondente ad alternare: la voce, rispondere: accad. etiù (‘to change’,
accad. nannabii (‘ Leibcsfrucht ’). ittiu ‘to alternate witli one another’), ugar. 'n, aram.
èvvércto Per spiegare -vv- in ^vveTce come corri *ànà, ebr. 'ànà (‘ to respond in a choir, to answer,
spondente di lat. « inseque » si pensò a un allunga to begin to sing, to declare ’), che rima con ati3
mento metrico o un trattamento eolico di -vu-. (essere oppresso, dolorante, ‘ to be alHicted, op-
In realtà le forme èvt-oTreiv, ^cttcete, sviaTi’/joco col pressed ’); la seconda base semitica di èvoTc:^, h o n à
senso di “ rispondere airinterrogazione ” , richiamano corrisponde ad accad. pa, pfl (voce, bocca word ’).
una base corrispondente ad accad. sepù (interrogare, gvoi;, -yj, “ov antico, diverso^ precedente. Cfr.
‘ befragcn'); con incrocio di base come sùpù (an évai tìcpxoct, magistrature precedenti. V. lat. « senex »;
nunziare, ‘ to announce, to manifest '} ; ma ^vske hoq non esprime l’idea di vecchio, ma di ciò che lia
ispirami deriva da èv (v.) e base di accad. nabù avuto il suo successivo, è perciò “ trascorso, mutato,
(invocare, ‘ to invoke ’), nipu, nìbu (espressione), abrogato Standard Babyl etiù (mutato, sostituito,
ebr. nàba (essere ispirato, ‘ to be inspired ’) basi di ‘ umgestossen *substitute, changed ’) del verbo
èviTrif) rimprovero, Ictt. sgridata, è'jimcù, sgrido, honri). ant. ass., ant. bab, enùm (‘ to change, to revoke
Occorre supporre l’influenza di una base corrispon commands, to dispiace, to shift’); cfir. prep. ant.
dente ad accad. napà^iu (insufflare, accendere, ‘ an- accad. enu (itiu: al tempo di, ‘ at thè time o f ’;
blasen, entzùnden, aufleuchten ’) nel senso di ispi ‘ zur Z eit’); cfr. accad. séiiù (altro, ‘ anderec’),
rare, illuminare. Analogamente il lat, *inseco pre sanù (cambiato, sostituito, ‘ geandert, von der Stelle
suppone ima base corrispondente ad accad, zàqu gesetzt, verruckt ’) ; ebr. sana (‘ to change ’) ; cfr. la
(soffiare, ispirare, ‘ to blow: referring to breath, voce attestata da accad. santu, aram. Sena (anno,
which is die manifestation o f a friendly deity ’). ‘Jahr’), ebr. sana. Col valore etimol. di ted. alt,
^wx)[xi, vesto, originar, “ tesso goO-o?, veste, tes ingl. old (v.), cfr. ug. snj, ebr. sn (alto, ‘ hoch ’),
suto, tessuto, veste, lat. « vestis ». In Esich. ysa- arab. sanija (‘ hoch, erhaben sein’).
Tla: v.s. "Evvu[j!.i è da '*7eor-vu-[AL: corrisponde Évo?, “Yj, “OV quello; sost. ^vv): quel (giorno):
alla base di accad., ant. bab. we^>?um (metjsum: usato nei casi obliqui del femminile: letter. Valtro
tessuto, ‘ Gewebe ’), wa^iàsu (ma^^àsum, sem. giorno; ^v0a là, in quel luogo; base corrispondente ad
mfes: tessere, battere, ‘ weben, sc h la g e n ; wa!t?ì§u accad. annù (questo, quello, ‘ that, this ’).
(ma^isu: tessitore, ‘ W eber'); Iotó?, telaio, albero, èvoci^, -€tos scuotimento. Fu ritenuto di ori
iu&'Ot;, tessuto scoprono l’interferenza delia base cor gine oscura. Dalla base corrispondente ad accad.
rispondente ad accad. esdu, isdu (‘ base: o f a tree ’). nusà^u, sostantivo di nasà^um (‘ to pulì, to drag
Cfr. accad. basàwu (basamu: ‘ to fashion, to away ’). La t - profetica chiarisce l’attributo di Po
form ’), sost. bisittu (“ shape ”), na. bab. basawu seidone èvvootYato<;, corrispondente ad accad. inas-
(basamu: ‘ coarse, irregular wool fàbric; sack*). sa|ii-egà (sommove le onde) con l’accusativo di
*fsarta, veste scopre l’interferenza della base corri accad. egù, agiu, agù {aqua, *flow o f w^ater,
spondente ad accad, esùm (aggrovigliato: di fili, wave ’) ; èvvootSài; di Pindaro ha la seconda compo
‘ verwirrt: Faden’), bab. esùm (aggrovigliare): nente corrispondente ad accad. edà, accusativo
arab. gasìja (avvolgere, ‘ verhiilleii '). di edù, adù (‘ high water ’) ; come
èvojiì^ (dor. èvoTTii), grido: di dolore, voce, seconda componente (v-), nel significato di
strepito, voce che si scambia. Il significato di lamento, ebraico gàdà (rive), v. accad. qadum (accanto, in
grido di dolore è in Omero. Iri giunge alla reggia di sieme).
Priamo e trova èvoTrifiv ts yóov t e (IL, 24, 160) èvxeot pi. n. : equipaggiamento, armi difensive, spec,
grida e pianto. Parola arcaica che non ebbe una eti la corazza, évTiioi, Ivtóvw, equipaggio, allestisco. « Ob-
mologia: fu ipotizzato con radice ^wek^- scure» (Chantraine, s.v.). Chantraine conclude...
92
d iz io n a r io greco éTcelYto
«on pcut rapprocher la racine ... La psilose Sop: Ooycic'CYjp, àveiJ^LÓ»; xtX. (Hsch.), v. soror.
ne fait pas difficulté ». Accad. ^endu (‘ harnessed èópYTj mestola, glossato: TopóvY) (Poli. 6, 88; 10,
CAD, 16, 127) e, tenuto conto della tendenza di 98): denominativo lopyfCe'f®! ' Topuvarai, èópyTj
a e di i accad. a passare in e: accad, sindu (equi yàp TopóvT) (Hsch.): questo richiama Tant. lat.
paggiamento, attacco, pariglia, ‘ team, bandage « trua » (v.) : Topóvr) è la mestola che serve a rime
CAD, 16, 196 sg,), da accad. samàdu (‘ to liarness, scolare, a rimestare nella pentola: dalla base di«tornus»,
to yoke, to tie, attach, to drive, to put on a bandage \ TÓpvog (v.) : accad. tam m , ebr. tà ar (girare, ‘ to
ibid., 90) : ma ricalcato su èv : v. aavLi;. Il termine che go round, to compass ’) ; analogamente, Èopy;^ è da
c aggiunto a Iv-, lat. in, si ritrova in accad. tè’u» base di lat. «vergo» (v.), «virga» virgulto che si
te’ù (coprire). piega. Fu a torto derivato da *werg-, Spyov, gp8<d.
èvwTià? avv. : avvolte : nella lana {II., 24,163) : éopTi^ {Od., att); (Hrd.) festa religiosa.
dalla base corrispondente ad accad. tappaStu (una Cfr. accad. satu (‘ to dance ’) ; accompagna
veste di lana, ‘ ein Wollkleid ’), dai v. napàsu (la mento processionale nel giorno in cui il dio era
vorare la laiia, ‘ to comb und clean w ool ’), portato in giro per il paese: accad. sahiàru (andare
évwTtf) in faccia: da h i e base corrispondente ad attorno, ‘ to go around, to make romads, to con
accad. appu (naso, parte superiore del corpo, verge, to assemble, to beseech a deity’, ‘ herum-
‘nose, tip, crow ii’), sir. appè (faccia, ‘ Gesicht’). gehen’), sufehiuttu (giro, ‘ Umwendung’) : incro
è% sei, lat. sex, got. saihs', lit. M-j, a.i. sds, cio con una base che indicò il servizio divino: ebr.
toc. A ^àk, arm. vec. Accad. sesset (sei), ebr. ses; sarat (attendere, al servizio divino, ‘ to do Service:
il gr. lat. X sono sviluppo delle due ì i cfr. as a priest ’),
«§£v7). originariamente: quello riscaldato: epi
é? (gk, sy, sx; tess. èi;, beot. sempre fu o teto di "Xéaxfi (Hes., O^., 493): tradizionalmente
ri da, a partire da, da, temporale e locale. Lat. c, inteso loggiato al sole: altri intese a torto affollato
ex (fc), gali, ex, irl. m -, forme balt. e slav. in i-: {&k}]<;)', Esiodo esorta a essere molto attivo:
lit. is, i^, a. si. is, iz, arm. i, y. Accad. a w . afeé diritto d'inverno davanti al raduno dal fabbro xal èna-
( 'a part ’), afeéis (allestenio, ‘ b y side ’), cfr. ac Xéoc X^o^riv djpy) xetfxspi'n e alla sala pubblica riscaldata:
cad. essu, issu, (estu, istu, ultu, elti: fuori da, cfr. l’omerico 'xaky.iilo'i èq 86[aov èXO^v / "Jjé tcou
‘ from, cut o f ’, ‘ von, aus, seit’); il lat, è corri èq X£ax^v {Od., 18, 328 sg.): èTcaXif)? denota un am
sponde a sum. e (venir fuori, ‘ to go out ’), accad. biente ben riscaldato dove d’inverno si inganna bene
asù (‘ to go out '), le forme in t; lit. il , a, si. is, il tempo: èit- richiama non certo la preposizione
ìM, arm. i, richiamano accad. issu — essu (fuori da, èTct, ma la base su cui è calcato lat, « epulae » (v.) :
‘ from per gr. ^ < accad. ss, cfr. : cfr, §i accad. epù, ugar. ^p(1), ebr. afa (cuocere, ‘ Co ba-
(aamsi) (uscita del sole, ‘ east *). ke ’), accad. epù (cotto, ‘ baked ’) : il suffisso
di seguito, V. è una originai'ia forma pronominale in senso ana
èoixa sono simile, somiglio- eExtiv, immagine, forico: accad, allu (quello, ‘ that’),
in conformità, opportuno, elxà^ùi, fo Vim èTiaooÓTepo^ che agisce sopra. Ass.epàsu (agire).
magine, rappresento; congetturo, eXxsXo^, txeXo?, simile. é7CauplGlco(i,ai (è;taup[<TKW, cK-aupeiv, -io^ai)
Viene postulata una base *feLx- ritenuta priva di giungo a, mi avvicino, quindi sforo, tocco, attingo,
connessioni. Da basi sem. ; aram. h«w5 (essere, ‘ to godo; -aup- richiama la base corrispondente ad ac
b e’), ebr. haja, accad. ew flm e aw . sem.; accad. cad, w àtu (andare, avanzare verso, ‘ to go, to ad-
kì, Icè (‘ like ’), cfr, kìam , kém , kS (‘ in this man- vance ’), sem. w ’r; v. àrtoópóc;.
ner, how ’) : si chiarisce la formazione di etxàCw ènei: congiunzione temporale e causale: dopo
die, nel senso di congetturo, mostra di avere subito che, quando, giacché: perché: è m i te, ènei S-J|,
l’influsso della base corrispondente ad accad. a^ja- ÌTce[ xe: da àrc-et, v. èTcl e v. et: nel senso origina
aura (sem. ’fed, nel significato di capire, ‘ to under- rio; sTt*: accad. ita (accanto).
stand, to learn *) ; in e’ixsXo<;, KxeXo? la componente ènelyco spingo, affretto, incalzo; al medio mi
finale richiama la base corrispondente alFaltro pro affretto: ^Tisiys yàp o5poi; à,Tir^ìxvìv {Od,, 12, 167)
nome dimostrativo accad. : allùm (quello, ‘ that ’), ché lo spingeva buon vento, èrtel oùxéT’èpeTfxà 7tpo:^xea
ttllùm, lat. « ille ». Xspolv ^Trstyov {Od., 12, 205) chè i lunghi remi p iù non
93
E7iep9a DIZIONARIO GRECO
spingevano con le mani; Ì kbiI ìi; fretta etc. Fu accostato che va ”, mostra che la voce fu alle origini sentita
dal Bruginami (IF, 29, 1911, 238 sgg.) a oTyvujJii in realtà come quella che presiede (èjtl-) al sorgere, al
apro, per reolismo ènoLyuì (Hdn.), dando al verbo venir fu o ri: delle biade: accad. -asù (‘ going o u t’),
il senso di fa r cedere. Calcato su base semitica di asù (crescere, venir fuori, ‘ to come out, to grow,
accad. abaku (spingere, mandare avanti, ‘ to to sprout, said o f plants ’).
send, to dispatch ’) ; cfr. ugar, hpk, arain. hefalc, ebr. éTCìeiKTÓ?; con negazione: (oGévo? oùx èmeixTÓv
Iiàfak (volgere,: volgere, ‘ to turn, to tuni over ’), II., 8, 32) : che non cede, non viene sconfitto, non si volge,
É7rep0 a (Ale. 208 L. P.) al di sopra, xaxéTrep- non indietreggia, che non subisce sconfitta; intollerabile,
•©■ev (Ale. 357) : cfr. Èvsp'&a (v. Évep&e) : si scorge davanti a cui non si può cedere [Od., 8, 307: Èpya...
in -ep- la base di gp«(£v-epoi quelli sotterra, i morti, où)t èmsMTà ...). Ovviamente rinviato a (f)etHw:
Bezzenberger) : Sir-ep-'&e scopre la stessa base -èp- ma è un ricalco greco su base remota corrispondente
terra e denota un valore opposto a Èvep-&e; cfr. a ugar., aram. hpk, accad. abaku, ebr. hàfak
fiTCeptìe dal disopra, sopra : il significato sopra di ÙTtép (volgersi, piegarsi, ‘ to turn back, to changc ’),
(v.) di là, oltre, verso, per, risale alla interferenza accad. apiktu, abiktu (sconfitta, *decisive defeat ’):
della base di (5c7ireipo(;, i^Tieipo^, eoi. «Ttsppoc terra-‘ v, EM, 638, 39: oi>c ÈmuxTÒv oò viKt^t^evov, cfr.
ferma, riva, ted. Ufer, anglos. ofer: sem. ‘apat accad. W . Schuke, Q.E. 495, n. 1.
epem (terra, ‘ eartli, so il’), ebr. èfer (polvere). è7rt(7Tap.ai io so ;èmaTÌi[vr\ esperienza, perizia; pet:
-oo lanuto, ariete, Sppo?, capro (Hsch.): s7t(oTa(i!Xt, sapere il fatto proprio, si tratta di un sa
sinora senza etimologia. Meillet («R.ev. d’et. si.», pere pratico, di abilità nel fere: accad. epèsii (esperto,
5, 9) rinviava a xàTrpot; (v.); Frisk rinvia, a torto, ‘ expert ’) : base corrispondente ad accad. epiStu
a eTpo^ (v,). Sum.-accad. sappatu, sapparu, sa- (opera, azione su un piano prefisso, coltivazione,
bàfu, ebr. sàfit (ariete, ‘ he-goat ’, ‘ Widderhorn, ‘ work, handwork, tillage, construction, plan^,
Wiidbock *), sum. Segg-bar (ariete selvatico, pe incrocio con base di accad. ^jìssatu (l’aver compreso,
cora selvatica, ‘ Wildschaf'). Per la psilosi di Ènspo? ‘ intelligence, understanding, mention *).
rispetto alla base sappàfu, con s iniziale, cfr. éTiloTiov originariamente struttura, abitacolo, ripa
e ^6oc;, Sto? e beot. Féxo<;, lac. y^Top, gTìgc, concitta ro, costruito con arte {Od., 6, 265: vìjei; S’ ... tcÒcctiv yàp
dino, af^ne, Elea féra^; etc. è7r[oTtóv èaxiv èjtàorqi, le navi ».per ciascuna è costruito
èTTì^poAo? che è in possesso ài, che ha parte in, un abitacolo) : Aristarco (Scliol. I l , 2, 125 = hoìtì-
V. àpoXéfa). Xu[A«) lo considera una forma ionica identificandolo
ènyj'ravó? abbondante. Accad. addannis (molto) ; con è^éoTLov : del focolare, abitazione che in realtà de
perenne', edannu (tempo). riva da èTT(t) e la base semitica di accad. esàtu (fuoco,
^TTi e èTtl sopra, su, contro, di faccia: sanscr. dpi, ‘ fìre ’), mentre sTrtariov è forma di aggettivo so
av. aipi, ant. pers. apiy, ami. en/, : deriva dal gen., stantivato e deriva da base corrispondente ad accad,
con senso avverbiale, appi, di accad. appu (parte epistu (struttura, opera, *handiwork, construction,
superiore, naso, ‘ nose, tip, crown, rim, edge ’), fmished structure ’), della stessa base ignorata di
sir. appi (feccia, ‘ Gesicht ’) ; in Omero ed Erodoto latino « opus»: accad. epèsu, epaSu (fare, costruire,
ha il senso talora di “ inoltre ”, cfr. avv. accad. ‘ to act, to build, to construct, to perform *), up-
appis (quindi, ‘ since, because o f thè fact that ’). pusu (‘ to act ’).
'Enlautra epiteto di Denietra (Hsch.). col én io x ep 6 originariamente uno dopo l ’altro, di
significato di industre, dedalea, creatrice, operatrice". sem.: ugar. a^^r, ebr. a^ar (dietro, dopo, ‘ after’),
vi si scorse un participio, a vocalismo zero del a^ér (che segue ‘ following ’) etc. ; c- è il determi
sufllsso: = èmouCTa; cfr. èaaaoi = èoma. Sembre nativo: accad. sa (ebr. se (quello di, ‘ that o f ’);
rebbe ricalco greco della base corrispondente ad ftt iMCcessjone.
ass. epàSu, accad., epèsu (nel senso di essere at èTtLTyjSé?: originariamente: secondo ragione;
tivo, operare, Éire, coltivare, ‘ to be active, to con- anche èTrfrryjSsi;, sTrkòcSe? (Theocr.) opportuna--
struct, to plant, to cultivate ’), eppésu (esperto, mente; opportuno, utile, amico, iTtu'O)-
‘ export '), èpisu (operaio, che ha capacità magiche, SsiÓTT)*;, convenienza, iTriTTjSeiiw, mi applico a etc.
‘ workman, sorcerer ’) ; cfr. lat. « opus » di cui si Se ne ignorò l'origine; si ipotizzò *TaSo5. Costru
ignorò l’origine; ma la tradizione che intese “ quella zione greca su basi antiche col significato di secondo
94
d iz io n a r io greco ^pa(ji.ai
quel che sembra opportuno: ricalca aiiticlie basi mediter (sette) : ant. si. sedmìì (settimo), cfr. itt. fiptamiya. Ac
ran ee: neoass. appit-, appitti corrispondente a, cad. sebet, f. (sette),
(conforme, ‘ accordingly, just as ’) : da ana = ina gTctd osservo, sto a mirare, ho in vista, passo in ras-
e pitti (à propos); la seconda base fu accostata a segna con lo sguardo: Ettore nel celebre passo omerico
osco tadait «videatur»; in realtà il senso di vedere, {II., 6, 320 sgg.) ritrova Paride nella stanza intento
sembrare è nella base sem. : di accad. idù, lat. « video, » a mirare (gT^ovroc) le sue bellissime armi, lo scudo,
aram. jeda', ebr. jàdà (discernere, comprendere, la corazza e a palpare (à9 ÓtùVTa) il curvo arco. Il
sapere, ‘ to discern, to know, to perceive, to be- generico « s’occupant de ses armes...» (Chantraine)
come acquainted witli *); émxìjSé; ha l'affisso -s de dice anche troppo per Paride che non mostra moka
gli avverbi (come in accadico) ; ~t)S- scopre Tintcr- voglia di battersi sul campo: Omero disegna qui un
fereniza di gradevole. imbelle e quasi fanciullesco compiacimento per
gTtoiJioci tengo dietro ai passi, seguo k orme di armi così belle e inutili : lirovra, un hapax (che non
qualcuno. Cfr. gr. dial. TreSà (‘ après’: letter. “ sulla è dalla stessa base di 2ko|x«(,: à[A(p’^TcovTo, II., 11,
traccia ”, sulle orme del piede). Cfr, « sequor » che ri 474: accorrevano attorno) : per cui fu ipotizzato
sulta da un incrocio: cfr. accad. suqàqù (traccia, via, *sep~, accostato a sanscr. sdpati (venerare, aver cura),
‘ Pfad, Gasse ’), sùqu (via, Ietto di im fiume, ‘ Weg, Ila una base semitica: ugar. sp (‘ B lick ’), aram.
Strasse, Bett e. Kanals*): anche è verbo sefa, ebr. §5fa (guardare, osservare, scorgere, ‘ to
denominativo dalla base di accad. sèpu (piede, look, to regard; to look out sharply, to observe,
‘ foot *, * Fuss *) : cosi tra il latino e il greco c’è ana to expect’): v. chiaro, aorpó^ veggente', a
logia di formazione: cfr. analogamente txoXetv an 2tc6) è da connettere StoTro? ‘ overseer \ capo; fu, a
dare, venire: sum. m ul (piede, scarpa). sproposito, accostato lat. « sepelio » (Ernout-Meil-
let S.V.) che significa originariamente sotterrare e
^Tco? argomento, discorso, composizione epica, pa-^
risale alla base semitica di accad. I: §apll e cioè di
roìa\ sIttov, dissi, 6tzci acc.: voce. Cfr. accad. pft
aram. sefal, ugar. spi, accad. sapàlu, ebr. safèl
(accus. pS: detto, parola, discorso, voce, orig.
“ bocca ”, ‘ Ansspriicli, Rede, Wort, Stimmc, W ort- (essere seppellito, andare giia, ‘ to siiik, to be fel-
led, to be low; to make low, te fell ’), §ofela (‘ low
laut*). Ma sulla formazione di èitoi; ci informa
land ’) : deriva il nome di Siviglia.
lespressione accad. epu§ o ipus p i (discorso, pa
€pa terra: ’'Epoc<;'Y^<; (Hsclx.). Vengono richiamati
rola, espressione, ordine; specie divino, linguaggio,
ant. a. ted. erda, ant. sass. ertha, ant. a. ted. ero
‘ speech, utterance, command CAD, 7,168 sgg.) ;
(ingl. earth), oland. aarde (terra, patria), Accad.
cfr. accad. pS epéSu (parlare, ‘ to say anything ’,
et§et, arsat (st. c. di ersetu, arsatu; terra, *Erde
letter. produrre un’espressione, una pai'ola, “ met
vS, 245), ugar., ebr, etea, at§; ant. sud.-aiab.
tere in azione la bocca”); epuS significa letter.
ar4 (cfr. accad. ersu, afsu coltivato, arato, ‘ bestellt,
opera (‘ work ’), perciò in g7co<; occorre sentire
angebaut ’ : eqlam er-sa-am, campo coltivato, vS,
Torig. valore di opera, lavoro, ma anche
246a); aram. arqà: anche af‘a. Cfr. smn.
“ composizione, opera di poesia ” o di letteratura. (piantare: accad. etèsu: seminare, ‘ besaen’). La
La base di Sm , voce, sotto l’influenza di accad. voce ^pa- deve aver subito l’influenza di accad.
pà (parola), è accad. abat (con la caduta di t finale erù (produrre, essere genitrice, essere incinta,
in greco), st. c. di ass. abàtu (parola, ‘ Wort ‘ schwanger sein ’) : cfi:. etitu, atitu (la genitrice,
bab. awatu), cfi:. ^ubba (accus. di ](jubbu grido, ‘ Schwaiigere ’) ; cfr. wàru, a’àru, ajjam (fioritura,
strido, il canticchiare, ‘ summen ’), ^ababu (stri ‘ B liite’).
dere, gridare, mormorare, ‘ murmeln, zirpen ip a n a i (ep., poet.); att. èpdo, bramo, desidero;
‘ schreien, rufen, wehklagen ’) ; v. 6 (1,9 :^ e v o x . èpctrÒQ, amahile, Kpo<;, -wtoc;, brama, passione.
É7iot)i, -07105 upupa : 2n;oTco<;' 8 pveov ; Ìkoì-ko.’ àXe- Fu, a torto, richiamato a.i. rdmate (riposa, ‘ ruht,
XTpuóva 27t:a(po<;* S7roi|j tò 6 pv£ov (Hesch.). steht stili ’). Con la caduta di a intervocalico si
Il nome dell’alato che nei Sepokri del Foscolo ha spiega l’originaria base: accad. etèSu, ass. erSSu,
subito il più fiero oltraggio, non è certo onomato ebr. ’r§ (bramare, desiderare, ‘ to desire, to ask, to
peico; V. upupa. request ’ ; ‘ wiinschen ’) ; Spo? corrisponde ad accad.
énTà, sette, lat. septem, a.i. saptd, av. hapta eréSu (‘ desire, wish ’). cfr. ebr. taaà (‘ tolove ’).
95
^pavo^ DIZIONARIO GRECO
Spavo? banchetto tra amici, festa, contribuzione, èoc;, dor. àói;, a.i. (alba), così erèbu (letter,
circolo, colletta : soccorso, favore, prestito gratuito, op “ Tentrare, l’andar sotto l’orizzonte ”, sott. “ del
posto a elXaTrtvr) (v.), cfr. (v.) ; faccio sole ”) rende l’immagine della tenebra, del buio
colletta, aiuto, soccorro con contribuzioni; M.: mendico, che segue al tramonto, come il gr. èpepoc; cfr, ac
cerco, Cfr. agg, Ipavvó? amabile: come circolo di amici cad. erèpu (“ tramontare, oscurarsi del giorno ”,
Spavo^ esprime più di cppaTp(a la comunanza affettiva, ‘ sich verdunkeln: Tageslicht ’): è ovvio il richiamo
col senso quasi dell’àYàTrv) postapostolica; la base, alla voce Europa, cioè, “ la regione dove tramonta
però, (« inconnue ») di die fu invano ricer il sole”, la regione occidentale: interferenza con
cata, in Spavo? colletta conserva il valore di cercare, etebu nel senso di ovest (‘ setting o f thè sun, w^est ’).
desiderare vivamente, richiedere', ass. emsu, ugar,, ebr. épéBoì eccito, v. Spi?.
’rs, accad. erésu (‘ to ask, to request, to crave, to épelSto appoggio, sostengo; int. mi appoggio,
desire ’). cado su; ^peta[ia, (Appoggio, sostegno, àvTTjpl^, -(805
(cret. fspYà85o(iat), io lavoro, con puntello; apertura. Accad. ^jiaradu (fermo, fisso, rin
netto, tesso, V. Èpyov: operai i valori originari vanno saldo, congiungo saldamente, fortifico, ‘ festmachen,
connessi con la tessitura (^py“ xXuTa, Od., 20, festfì-igen, zusammenfligen ’), cfi*. hatdStu (ele
72; cfr. 22, 422), con lavori meccanici {II., 18, 469) mento di rinforzo, palo, ‘ Befestigimgsteil, Quer-
in cui diversi elementi vengono composti per dare h o lz ’); cfr. accad. iharasu (legare). Calcati su ac
corpo ad un oggetto: péCfo, fut. connetto, cad. aradu, eredu (pendere, ‘ to hang dovm ’).
compongo, calcato su base di accad. watà^u (‘ to èpEtxT) erica, lat. «erìce». Il suffrutice sempreverde
hasten ’) ; cfi:. sa-rakasi (l’opera del connettere) : dalle foglie persistenti, deriva il suo nome da base
jrakasu (connettere, fabbricare, preparare, ‘ Wolle, col significato di essere verde, accad. waràqu, ai’aqu
Steine usw. an Korpert. binden, Gebaude zusam- (essere verde, ‘ to become green ’), watqu, batqii,
menfìigen, Riistung, Opferzuriistung aufstellen, erqu (verde, ‘ green: as naturai color; greenish *),
jmd. verpflichten, zur Arbeit m ieten’); (sa)-feksi: aram. farqà, arab, waraq, ebr, j3faq (verdura, erba,
riksum, feksum (opera di legamento, connessione, ' greens, herbs, vegetables ’).
‘ Bindung, an der Klleidung [Woll-, Leinen-] Band, épeCxa) rompo, spezzo, frantumo, v, àpàaow
Fugung v. Bauten ’). Cfr. ebr. àrag (tessere, ‘ to Accostato ad a.i. rikkdti (egli scalfisce); con palatale:
w eave’), eteg (tessitura, ‘ texture': àpà^vv)): cfr, riéàti (strappa); ant. a. ted, riga (linea, canaletto),
’Epyiivìf), industriosa, epiteto di Atena; cfr. da n. a. ted, Reihe, Accad. atà^u (annientare, consu
^TjYo?, tappeto, tessuto; (originariamente tingo) è mare, *to attack, to rush against ’, ‘ vemichten
da distinguere da compongo, imbastisco, realizzo. ‘ aufzeln-en ’).
épYov> -ou dor. fépYov, elea, fàpYov ; opera, lavoro, èpetirw abbatto, faccio cadere. Ant. norr. rifa (di
èpYdcCo(Jia^ opero. Ant. a. ted. werc, werah, av. va- struggere, abbattere); viene accostato anche lat,
T9za~ (attività), arm. gore (opera) ; cfr. ant. a. ted. « ripa » (v.). Accad. l^ai-apu (abbacchiare, battere per
wirchen (agire), v. i^ ‘^éX,o\w.u portar via, ‘ to cut ’, ‘ wegschlagen ’), ar.
èp5w, fépSù): il sign. orig. è compio il ser^ (‘ Friìchte abnehmen ’).
vizio divino, servo il dio; sacrijico al dio: pres. de èpéxifjs, -ou rematore, V. lat. «remus», xtJ)7ri().
nominativo da base (incrociata col prec.) di accad. ’Epéooù), io remo, èpeT|jt,óv, remo, Omer. eìpscriy), re
wardu, ardu (chi è addetto al culto del dio, schiavo meggio. Sanscr. ari-trah (remo), ant. Ìrl. rdm (remo),
addetto al lavoro, ‘ slave, servant, wocshipper o f ant. nord, ròa (remare), ant. a. ted. ruodar (remo),
a deity ') : ma si ricordi che il lavoro, non solo per lit. irià, irti (remare) etc. Cfi-, Tpt-i^py)?, trireme, àXi-
il tempio, era spesso compiuto da schiavi: v. prec. ■/|pv)?, che remeggia sul mare. Viene postulata una base
èpépivQos, -ou cece, v. lat. ervum. *eri>-: tale base corrisponde ad accad. erum, amm
gpepO(;, “OU? oscurità, tenebra; c5p9 vr), oscurità, (ramo, ‘ Zweig, Stengel, Abschnitt ’), attu (rami
notte, buio. Accad. erebu (tramonto, ‘ setting o f ficazione, rami, ‘ Zvi^eigwerk ’), lat. artus, gr.
thè sun ‘ Sonnenuntergang '), cfr. ebr. *eteb (Sp-^pov.
(sera); cfr. accad. efèbu (calare, “ del sole"; eteb épeiÌY<>M'«i grido, urlo, mugghio: detto del mare,
Bamsi : la calata del sole, ‘ Sonnenuntergang ’). Come ruggisco, lat, « rugio », ant. a. ted. rohón, ant. si.
accad. a§ù (l’uscire, sott, del sole) corrisponde ad ryhàtt (ruggire), antingl. fy n {ò a *rìih ja n ); àpiio^xai:
96
PIZIONAEIO GRECO «pi?
èpsiÌYO[x«i, nel senso di levare la voce, è originariamente èpTQTUOv): da una base remota: accad. erretu (stec
diverso da èpsóyofiiai, emetto, erutto : il primo, come cato, per lo più di camie, ‘ dam o f reeds ’), cfr.
jàpUY(xó<;, strepito, òpio^ai., grido, ripete la sua base erru (cerchio, ‘ Reifen, Pferch ’).
^ voci come ugar. rgm , accad. ragàmu (le épi-: prefisso che dà valore superlativo; equi
vare la voce per protestare, ‘ gerichtlich klagen, valente a àpi- (v.).
rufen ’), figm u {fragore, voce, tuono, ‘ Gelose, éplYjpc^ n. pi.; accus. onorati, bravi, valenti:
Geschrei, Stimine: r. À dad ‘ Donner', vS, 982). [XEYciXfo;; TijjLt&tJievoi, àyaSot, TCpóSoj[jio(,; èiràpouc; èp^Y)-
Mentre èpeóyoixai, sputo, emetto, vomito, rutto, lat. potc { I I , 3, 47); una forma èplTjpo^ éTaipo<; { I I , 4,
té-nigo'» erutto, <i ructo », russ. rygà-, ant. ingl. ro- 266), Iptvjpov àoiSóv {Od., 1, 346). Il significato ori
cettan “ ruttare” si riportano alla base con significato ginario molto-valido, -bravo è dato da èpi- (v.) e la
di buttar fu o ri: accad. rafrù, raihium (che si riversa, base corrispondente a ebr. ‘ éfeh (stima, valore, pre
‘sich crgelssend’), re!(>ùm (riversarsi, spruzzare, parazione, rango, ‘ estimation, value, price, row,
‘sich ergiessen, besprengen’), cfr. ral|]iafeu (rime pile ’), *àrah (mettere in ordine, preparare, stimare,
scolare, ‘ mischen ’), (rigettare, dilavare, ‘ to set in order; to estimate, to draw up for batde ’) ;
‘ spiilen ’). interferenza semantica di basi come accad. erau
épécpbì, coprof fipotpoi;, copertura, tetto, tetto. (amato, desiderato), da etèsu (desiderare, ‘ to de
Non si rinvennero correlazioni persuasive; vennero sire ’), V. ^potjJt.ai.
accostati ant. a. ted. himi-reba (cranio) e rippa (co- ÉpiO-o^ (i^, ó ) salariata, salariato, «hired servant»;
stola), anglos. rihh, ant. isl. rif. Accad. ^?aramiim, mietitore {II., 18, 550); fila trice, tessitrice. Il signi
neobab. erém u (leggi efèwu), aramu (coprire, ficato originario, di chi lavora per ingaggio, risale
‘ to cover: said of clouds ’): dio ctonio. a base semitica corrispondente ad accad. agktu,
épéx 6 to squasso, batto, attacco con impeto; &X- agfu (salariata, salariato, ‘ hired man, hireling’),
yso(, OufAÒv èp£x6oiv {Od., 5, 83) in pene dilaniandosi arani. ’gr (prendere a mercede, salariare, ‘ mieten, ’
l'anima. Se ne ignorò l’origine: ipotizzato a torto ‘ to hire ’) : ^pìOo<g è calcato sulla forma di un
l’accostamento a sanscr. rdksas-, avest. ra h h - di originario femminile agra > agktu > >
incerto significato e rifiutato dal Kretschmer. Il *erìthu.
valore originario è evidente in v^a 0o-J}v ... spsxQo- épivEÓ^, -oG caprifico, fico selvatico. Il caprifico,
txévìjv àvi[jioicyi {il., 23, 317) la rapida nave squassata il fico selvatico, il f. fecondatóre, con la sua forma e
dai venti; èpéx6o> è forma denominativa da base i suoi semi, è simbolo dell’utero e perciò della fe
corrispondente ad accad., med. bab. etè^u (attacco, condità. ’Epiveó? deriva dalla base corrispondente
aggredisco, assalgo, riduco a mal partito, ‘ to attack, ad accad. etù (essere incinta, ‘ to be prcgnant; to
to rush against ‘ aggressiv vorgehen *), er^ju (ag conceive ’).
gressivo, ‘ aggressiv ’ : cfr. nel senso di med. a. ted. Épiov, “ou al pi. lana. lon. el!ptov, sTpoi;. Fu ri
vréch, tcà. fiech): ithutu (impetuosità, ‘ impetuo- chiamato àp-^M (v.) che ripete accad. arwu (armu),
sity ’), lir^u (* insolence ’) : per èpéxQcov, dilanian sir. arma (‘ Bergziegenbock’), lat. «vervex» (v.).
dosi l'anima, rodendosi i l cuore, v. interferenza seman Ma il valore di ^ptov, ^pwt, lana ci riporta ad accad.
tica di altra base: «frango». *^etwu (ermu: copertura, coperta, mantello, ‘cover,
èpv}{A05 , att. gpiQtxoi;, solitario, deserto, abbando wrap ’) di eréwu, atàwu (erému, aramu, ^laramu ;
nato. èpy)iila, solitudine, scarsezza, èpyjfxóto, rendo de coprire, ‘ bedeclcen’, vS, 64 b), incrocio con éw em
serto, spoglio,-desolo etc. Avuto riguardo alla evolu (em m etu, im m efu: ariete, pecora, ‘ Schaf, W id-
zione accad. h > m, richiama ad accad. d er’).
featàbu (essere deserto, solo, desolato, ‘ ode sein, ^pi?, -i8os contesa, gara, ’Epivó?, Erinni, vendetta,
wuste sein, verwustet sein: Land '). Cfr. però èpé9co (att. £ps0£Cw) irrito, eccito etc. Viene accostato
bafamu (voce rituale: nel senso di “ separare, iso ad àpà, maledizione, rovina, e persino ad ^pvoi;,
lare ”, ‘ absondern ’), cfr, ^lafmatu (orig. “ isolata, rampollo, Accad. éretu (etretu, atitu, arratu: ma
segregata ”, ‘ Abgesonderte *, ‘ prostitute ’). ledizione, ‘ Fluch vS, 244), cfr. sum. erim
épTQTÙto, dor. èpaTiitó, tengo dietro sbarre, steccato, (*efin: contesa, carneficina, ‘ Gemetzel, Vernich-
trattengo in un ambito ristretto, separo: gli araldi trat tun g’); ’Eptvós; accad. arnu (colpa, peccato, ini
tenevano la folla tumultuosa dei soldati (//., 2, 97: quità, ‘ Siinde, Unrecht, Schuld ’, vS, 70).
97
^pi<p05 DIZIONARIO GRECO
Èpicpog, -ou capretto. Accad. hiirapu (capretto, (cfr. gr. Ipé9 w, rimasto senza etimologia), leggi
‘ Zicklein, Lamm ’), Nuzi t b^fàpu (‘ Lamm ’) : erèwu (coprire, ‘ to cover ’) : Orazio cantò il dio
gpi.901; è calcato su accad. éribtu (prodotto, rendita, «callidum ... iocoso condere furto»; a quella base
‘ Ertrag, Einzug ’). si connette épixTjveù? “ chi toglie via l’occulto ”,
gpMo?, -eo^ steccato, vallo, recinto, siepe, laccio, interprete’, spiegazione, interpreto:
rete. Accad. perku (steccato, vallo, siepe, ‘ Sperre, svelo ciò che è nascosto: -veó<o corrisponde a accad.
Grenzbereich, Bereich ’), lat. «parcus» (v.). La voce néu, neù, ne’au (togliere via, ‘ to turn away ’).
greca * f épHos riflette il fenomeno dell'aspirazione épvo5 n. (Spvo?) rampollo, ramoscello. Fu ac
della bilabiale occlusiva sorda. Già nel semitico costato a sanscr. àr'^as- (corrente, flutto), che è ben
nord-occidentale, neiraramaico posteriore alla di altro. Il suffisso -vo-<; fu accostato, a torto, a quello
visione, neirebraico biblico si verifica un passaggio di Xvjvo;;, dove -vo- non è suffisso, ma £sl parte del
della bilabiale occlusiva in labiodentale fricativa tema; la base di Ipvoq corrisponde ad accad. em ,
sorda f . Ma, come è noto, il simbolo sumerico PI atu, featum (stelo, rampollo, ‘ Stengel, Stiel,
registrò in accadico aiiche la semivocale bilabiale Zweig ’) e la componente -vo- ha l’originario valore
^piJia, pi. èpjjiaxa originariamente: pietre poste di: venuto su, cresciuto, spuntato: accad. nasù (‘ rai-
lungo la riva di un fiume, come riparo, argine contro le sed, lifted ’), semitico né* (venire su, ‘ to lift ’) li
onde, quindi pietre, base, sostegno, zavorra, SpjjidcCo), vellato sulla base di un’afrormante in -vo-.
ép(j,ai:[5^aj, consolido, sostengo. P. Kretschmer [Kleinas. ^pTto) vado, procedo, mi dirigo. V. lat, « repo » (ori-
Forschungen, I, 1930, 4} evocò il fiume Hernios e gin. declino; vado, striscio, cfr. Lucr. 6,1119), Il va
antroponimi lidi in Erm~, A rn i; però cfr. Heubeck, lore originario non è affatto striscio, ma vado, vengo:
Lydiaca 32. Accad. arammu (terrapieno, argine, tale è il significato che risulta in arcado-cipriota, nel
pontile, ‘ wharf, embankment, ramp, construct for lesbico e nel greco occidentale. "EpTrto corrisponde
a siege ’). ad accad. (w)erébu *(w)etépu (mi dirìgo, vengo,
épiJ.rjveti(;, v. ‘ to come, to come in, to enter into thè presence,
‘Epjiyjs, -oO, -éw ion.; (?/., 5, 390), to enter*); poi con il senso dì tramontare: accad,
nom, *Ep{jie^Tfi? < 'Ep(xs[5c? {Od., 1, 42), tess. ''Ep(Jwco<; erebu (‘ setting: o f thè stin’). Analogamente il
'Eptiàtov (Hes., Jr. 23) > ‘Ep^Aotv, -«vot; (Cali., valore originario di « repo » è quello di mia forma al-
are., lac,) Ermete, fig lio di Zeus e di M a ia ; erma, lotropa di (w)erèbu (cfr. accad. rèbu: declino,
stele del dio: Zeus (v.), alle origini, è divinità del tramonto, ‘ Untergang ’) : accad. tabù (andare, an
cielo tempestoso, della pioggia, col suo attributo, dar sotto, scomparire, ‘ verschwinden, hinschwlnden,
la folgore; Maia, figlia di Pleione e di Atlante, è untergehen ’),
ipostasi delle acque fecondatrici: ant. ass., accad. ^ppto vado, erro, vado in rovina, v. lat. erro,
m à'ù, aramaico majja, ebr. m ajjm (acqua, *-wa ^payj, -if]^ rugiada, v. Spóco^.
ter’): *Ep[xìj; è alle origini divinità delle acque èpuOpóg, - à , -óv: orig. del colore del bronzo,
sotterranee: il nome si riconnette alla base semitica rosso, èpeiiGcii rendo ro55o : connessioni lontane
corrispondente ad accad. ihierùm (scavare, ‘ to dig ’ : con la base corrispondente a sum, utudu, accad.
‘said ofrivers, canals’); cfir. 'Hpax>.%; "Wilamo-witz urudù (bronzo, ‘ copper ’, *Kupfer ’), accad. erù
{Glauhe, 1, 159, 285), Nilsson (Gr. R e i, 1, 503) (bronzo): erù tiri (‘ weather-worn copper’).
non esitarono a identificare il nome di Hermes con èpì^Kco tengo indietro, arresto. Forma allotropa di
gp[xcc (v.) : « absurdum per absurdum», perché di àpxéw (v.), dalla base corrispondente ad accad.
queste voce si ignorò l'origine e P, ICretschmer afka, wafka (indietro, ‘ hinten ’). A torto ritenuta
{Kleit:as, Porschungen, 1, 930, 4) l’accostò al nome un suffisso del pres., generalizzato a tutti i tempi, la
greco del fiume "Epfioi;, mentre èpf^a, ormeggio, sillaba finale -ko>. La sillaba iniziale attesta la ten
appoggio, h tutt altra cosa; il significato delle astuzie denza dell’a accad. a mutarsi in e: cfr. accad. etèbu
e dellabilità inventiva del dio risulta dal giuoco di (entrare) per atàbu, elèlu per alàlu etc.
richiami e di ambiguità di suoni nell’area semitica: ÉpujjLQti, éptSo(i,ai { I I , 9, 248 etc.) proteggo,
ebraico ‘5rem (essere astuto); gli attributi di dio Spua^ai, p 5c^ t {II., 15, 141) etc., Spuria protezione,
ctonio sono assicurati dalla base semitica di accad. difesa, riparo [ l i , 4,137), pu^juKprotezione, ^óorio? che
ermu (copertura, ‘ cover '), sostantivo di etèm u protegge, ^ur:?ip guardiano {Od.) cfr. sanscr. varù-
98
PIZIONARIO GliBCO èxeóq
tàr (protettore), v4rù-tha~ difesa, ingl. weir (sbarra ^as(ù)-epetu che indicano “ l’oscurarsi della terra ”
mento, diga). Accad. :^a£awu (hafàmu), atàwu al cadere del sole. Il gali, gosper, irl. fescor mostra
(atamu, erému, eréwu: proteggere, coprire, co che il lat. v- si basa su un originario h, presumibil
prire il corpo, stendere, ‘ to cover thè body or a mente etrusco, nella quale lingua è evidente il fe
part of body ; to stretch or place a layer o f metal over nomeno h > f ; l’origine di «vesper», éanepaq si
all object ’), u ra w w u (a ra m m u : m olo, diga, argine, chiarisce sull’analogia semantica di ^pe^o?: accad,
difesa, * wharf, causeway, embankment '). etebu (‘ setting o f thè sun ’). La prima componente
èpiSto, ion. eipt3a>: tiro, irascitio, cfir. die chiarisce di gosper, fes~ di fescor, ves-^ di
saho, libero. Non fu trovata im’etimologia: «pas vesper corrisponde ad accad. ^>asù (oscuro, ‘ dark ’),
d’étyinologie satisfaisante ». (Chantraine). Come per ^ia§ù (‘ to darken ’), |ju§Sù (abbagliante rosso,
ép'ijcw (v.) è- iniziale corrisponde ad tr- originario: ‘ red ’) che ridiiama sum, uSù (* Sonnenuntergang ’) ;
accad. atù, w atù (porto, reco, guido, dirigo, ‘ to la seconda componente corrisponde ad accad. eperu,
Icad, to bring, to steer; a boat ’). eptu (suolo, terra, ‘ Erde ’) ; v,
£pXO(i,ai vado, vengo. Le etimologie proposte éoTla (att., iaTla: dot., beot,, are.), focolare,
sono insostenibili. Cft. accad. erèlju, arà^u (vado fuoco', èfmàci), ion, e dor, loTiàio, invito, ricevo al
in fretta, *sich rasch bewegen; vorgehen’), athu mio focolare, invito a desinare. Se ne ignorò l’origine.
(ebr. aram. o r ^ via, ‘ W eg ’), etihii (che Iota iniziale di lorfa fu ritenuto per assimilazione
va in fretta, ‘ scimeli ’). È in sostanza originariamente (Schwyzer, I, 255; 531), Accad. isatu (Aniarna
10 stesso verbo Sp/w che Iia assunto il valore di andie eSatu), ug. ’st, ebr. es, aram. issata, eSSàta,
“ andare avanti” (v. passato), ma alle etiop, esàt (fuoco, ‘ Feuer ’) : accad, (w)isatu chia
origini ha quello di “ affrettarsi per via, essere risce lat. Vesta.
guida Il verbo accad. etè^u, arà^u (assume il éo/Apoi» -a? focolare “ ardere del fuoco ”, L’an
valore di muoversi rapidamente “ procedere con tichissima voce è costituita da basi semitiche corri
im peto” specie in guerra, ‘ eilen; aggressiv vor spondenti ad accad. eS(à)t), st, c, di eSàtu (fuoco,
gehen ’). ‘ fire ’), ebr. ès e aram., ebr. Mra (ardere, ‘ to bum,
èp(déti> schizzo, sprizzo fu o ri: del sangue (11,, glow ’), bah. :|jatam (ardere, ‘ aufbrennen ’).
1, 303, Od., 16, 441); balzo fuori, mi allontano, Soxaxoi;, - yj, - o v ultimo, letter, che giunge al
èp<A^, slancio, to schizzate; tratto: detto dei dardi, limite finale, lontano, eccelso. Se ne ignorò l’origine:
(/ uettir fu o ri: da una contesa; quindi il cessare da, si pensò ad è^, ma. il dettaglio ne rimase oscuro.
11 desistere. Cfr. base corrispondente ad accad. fàbù, L’ipotesi di è assurda: si tratta piuttosto di !<;,
(che si riversa, ‘ sich ergiessend ’), rafeù (riversarsi eie, corrispondente alla prepos, accad, ìS (‘ to, for ’),
* sich ergiessen ’), calcato su basi come accad. e la base di accad. qatùm (‘ to come at an end
atS^u (muoversi rapidamente, ‘ to hasten, to hur- *zu Ende geheii ’) ; cfr. accad. qltu (‘ end ’, ‘ Ende ’).
ry ’), ebr, jàtàh (versare, sparare, scoccare, ‘ \\ferfen, esamino, ricerco. Fu rinviato a i.e. *se-to-:
schiessen '), ugar. jtj. (* seiend v. èo-t() ; v. èTeó?, Accad, feàtu, t^àtum
“WT05 amore. Cfr. «amor» (v.); (esaminare, ricercare, ‘ (iberpriifen ‘ to examine,
sembra avere uno sviluppo autonomo rispetto al to trace, to investigate, to explore ’).
verbo ^pa^l.a^ con la penultima -a- breve. "Epùx;, ÉTaipo? (*gTaipo<;), -ou compagno', ÌTaip£a, co
-cùToc corrisponde ad accad. etéSu, erlstu (‘ wish, munanza, associazione;v. 8xt](5, la cui base, a torto,
object o f desire ’), cfr. accad. erésu (‘ to desire ’). fu ricercata nel tema del riflessivo, nella forma
ètisu (‘ asking &vours, bridegroom ’). èTEÓq, -A , óv vero, reale, evidente. Cfr. èrà’
éaOXó^ il nobile: la sillaba iniziale corrisponde a àX7)07i (Hsch.), èvi\z\ì[i,o<; reale, Stujxoi;, reale, vero. Fu
un determinativo simile a £èn. es, accad. Sa; la tentato l’etimo da *se-to- (‘ seiend’, cfr. sa-Tf):
base è di accad. etellu (nobile, principe, ‘ lord, cfr. accad. isu, yasii, ebr. jès, come copula (“ es
prmce ’), incrociata con accad, ejlu (uomo, ‘ man ’). sere ”). L’antecedente di è^còq, a. i, satyah, è accad. kè-
Éanepo?, -ou sera: letter. l ’oscurarsi della terra. tum (verità, veridicità, ‘ Wahrheit, Wahihaftig-
Lat. «vesper», gali, gosper, k l. fescor (sera). Ut. va- keit ’) ; per la riduzione della consonante iniziale k-
karas (sera); rinviati a *veqe~: «mot inanalysable», cfr. accad. kabtu (‘ dick ’) > l^^abaru dick sein ’),
Chantraine. Corrispondente alle basi accadiche abfu (‘ dick ’) ; in analogia, ad esempio, con gr.
99
^TCpO^ D IZIONAHIO GRECO
ócTTTco, lego: accad. kapàtu (lego insieme, ‘ zusain- ÈT05 , “OU5 dor,, beot. Hto?, lac. yÌTop:
meiifassen, binden’), e così gr. v^rcaTo^ (gen. di anno in corso, V. lat. annus, gr. èviauxò?. Ant.
^TTocp): accad. kabattu (fegato, ‘ Leber’); (Stctco, accad. ettu (tempo, termine, ‘ time, term Gelb).
brucio: base di kababu (ardere, ‘ brenneii’). Sulla Cfr. ebr, 'èt (stagione, tempo, ‘ season, time ’) ;
formazione di eteó^, £tu[j,o5 etc. ha influito la base ugar. ’d (giro di tempo, ‘ Zeitwende ’) ; cfi:. lat.
corrispondente ad ass. ettum (aram. a|a, ebr. « dies ». ’'Eto<;, f èro? ha il senso di accad. sattu
5t: prova, testimonianza, segnalazione, ‘ proof, no- (anno), §antu, da Sanù, ebr. Sana (mutare, ‘ to
tice, sign, Information ’) ; cfr. accad. ìfiStum, change ’),
(verificare, vedere, esaminare, gr. èrdlJ^eiv, ‘ uber- èxó?: nelle espressioni oòx ètó?, non {è cosa) di
prufen \ ‘ to examine, to trace, to investigate, to poco conto. La metrica ammette un originario f -
explore etc. ’), cfr. accad. etùm, atùm, watùm, sulla scorta del derivato (f)sTcI)tnoc: il digamma
(vedere, riconoscere, determinare, ‘ sehen, erken- corrisponde a un originario w, da m die recupera
nen, bestimmen ’), al quale appartiene la forma l’identità con la base di ^ónaio<;, insignificante, da
sutàtft (evidente, sicuro, ‘ ersiJitlich, fiirwahr ’). nulla: accad. mafùrn (leggi w a tù m , ‘ small in
^Tepog, eoi. dor, àTepo?: altro', micen. size or quantity, low in status, hunible ’).
aiterò (raltro). Accad. (w)atm, st. c. (w)atar (altro, vero, reale v. èrcó?.
rimanente, ridondante, eccedente, ‘ in excess, addi- ett5ios, -ov sereno, calmo, sòSia, serenità. Inteso
tional, oversize, excessive, superfluous, excellent ’). a.i. sudivdh: “ buon d i ” ; v. sum. ud
èTyj5, -OD affine, appartenente allo stesso gruppo (chiaro, orig. giorno: cfr. W . v. Soden, I l medio
sociale; el. féràt;. Accad, pron, determ. sa-, ebr. oriente nell'evo antico, «Propilei», II, 150), richiama
§e-; cfr. tema pronominale * m e - . In Omero ^Tai: accad, batlù (gioioso, piacevole, aggettivo di feadù
plurale, come anche accad, (ant, bab. e ant. ac (‘ to be happy, to be pleasant, to be agrceable ’ sul
cad.) : at]|je, pi. (‘ members o f a group o f persons cui modulo è calcato sòhiS,: serenità).
o f equal status and age, partners ’), considerata
eOBo) dormo, mi poso, mi acquieto. « Pas d’^ty-
Tattenuazione normale della laringale (^>) e la ten
mologie admise par tous& (Chantraine, s.v.); v.
denza di accad, a a e, da base corrisponde ad ant,
€Ìi8 io$. Ben veniste (Origines, 156) accosta *seu~d
accad. itùm , etù (‘ neighbour: whose property
a *sv-ep di sanscr. svapiti (dorme) ; cfr, « sopio ». Cor
adjoins ’) da accad. ìtù (accosto, vicino, a lato,
risponde ad accad. ewédu (emèdu: posarsi, pog
‘ adjacent to, border line, border, confmes die
giarsi, stendersi, rifugiarsi, ‘ to lean, to reach, to
influisce sulla base precedeiite. Il valore di FéTàq
stand by, to refuge etc. *), cfr. sum. se-e-di (‘ ruhen *,
(Schwyzer, 413, 8) ‘ particulier ’, singolo mo
vS, 716, s.v. nàtu),
stra la corrispondenza con ant. bab. (w)ettum
(‘ unique, only ’) f. ; wèdu, èdu, ìdu (‘ individuai, còBrjvéw, còQevéti) godo di benessere, abbondanza,
sono felice, prospero. Se ne ignorarono le connessioni.
single'); cfr. gr. USto*;: accad, ìdu (‘ individuai’).
Dalla base di Snfjq deriva èTaipo?, ^Tapo^ (Homer.; Si accostarono sanscr. ghanà- (compatto), balt. Ut.
ganh (molto), ant. si. gonèti (bastare). Fu supposto un
compagno, coetaneo) con lo stesso valore di accad.
atfeu (‘ partners etc. ’) : la terminazione -aipoc, neutro *0£voi;. In realtà eò07)véw indicò alle origini
più che a voci come yepapó?, veapós, lascia pensare “ macinare in abbondanza ” che è segno di benes
airorigine accad. ajaru (‘ young man ’) : ÉTatpoi; sere: accad. ténu, teànu (macinare, ‘ mahlen’),
significò giovane amico; ma cfr. ugar, r*, ebr. iè “' tènu (macinato, ‘ gemahlen ’), sem.
(‘ friend ')• €Ù0 \Ì5 , -età , -ó diritto, retto, raddrizzo,
8ti ancora, sanscr. 4ti, av. aiti, lat. et, got. ip. guido. Se ne ignorano le connessioni: eù9iìc, diritto,
Accad. itti (con, accanto, ‘ with, beside '), cfr. ac richiama accad. i 2u 22u, n. ass. itussu (stare diritto,
cad. itft, etù (a confine, ‘ adjacent to ’) ; ebr., fen. dirizzarsi, ‘ sich aufrecht stellen, stehen; sich ver-
et. lassen auf; Stele, Bild aufstelleii ’).
Stoiixo?, éTot(i,o^ letter. a portata di mano, t^i- cOktqXos v. ékiqXo?.
cino, Esposto. Base accad, etùm (vicino, ‘ neigh c^KoXo^, ~o')t facile, agevole; che si accontenta,
bour’); cfr. preposizione accad. itu (ebr., fenic. et: eÒKoXlac, contentatura per i cibi. Gli antichi pensavano
a fianco, presso, con, vicino), v. èzi. a y.óXov, nutrimento: rpo^^: ma della voce xóXov in
100
pIZIONAttIO GRECO eiSpo^
tal senso sì ignorò Torigine. Viene ora invocata la cinto e di l a t t u g a l a voce non di origine greca
radice k^el- di 7réXo(xai, mi trovo. Gli antichi ave a indicare la lattuga, eùvouxov, gioca su basi come
vano ragione: significa di facile contentatura nel vitto, accad. èbu (sereno) e iiu^i^u (riposo, ‘ quiet ’)
al contrario di SiiaxoXo?, incontentahile nel vitto, di mentre e^vouxo;; (v. CTuàStov) nel senso di senza
stomaco sdegnoso, dij^cile: -xoXo<; ricliiania accad. testicoli risulta alle origini deformazione di tipo
akalu (vitto, cibo, pane, ‘ food, bread ’), da akalu, popolare di basi corrispondenti a gr. <Kveu: cfr.
sem. ’kl (mangiare, ‘ to eat ’). accad. jànu, ja’iia (senza, ‘ no, [there] is, [are]
eOvi^, -^5 dove si giace, letto, eùvàofAat, riposo, eùvif]- not ’) ; ugar. ’in (col significato negativo) e la base
tv)?» sposo, V. eòvouj^oi;, guardiano del letto, eunuco. col significato di testicoli corrispondente ad ugar.
Non ne fu diiarita lorigine. La sillaba có- è di tono 'uSk, ebr. ’eske, accad. i§ku (testicolo, ‘ tcsticle ’).
popolare che banalizza una voce come o5 (v.) dove; eòpà?: OTT] S’eòpà^ (//., 11, 251; 15, 341) si
la base h corrispondente ad accad. nd|^u (riposare, appostò discosto] in Aristofane [Aves, 1258) per cac
‘ to rcst ’ ‘ to take a rest ’), nè^ju (riposaiate, ‘ quìet, ciare via gli uccelli: col senso dì via di qua. Forma
secure*): eòvdtw, faccio appostare in luogo: opportuno. avverbiale come èSà^: dalla base corrispon
€5vl^, -i5 o s consorte, v. C'òvii^. dente ad accad. ebèru, sem. *bt (passare da. una
cSviq, gen. e(SvlSoi; e e(Svio(;, privo di', cfr. got. parte all’altra) ; ebr. ’àbar (‘ to pass over ’), ‘èber
wans (mancante), lat. « vanus »/inVo, vuoto; il greco (che si estende all’altra parte, ‘ what is beyond, thè
è ricalco su base corrispondente ad accad. jani, opposite side ’), col suffisso avverbiale con funzione
ja’flu (non c’è, ‘ there is not, thcre are not; no ’}, di accad. -as, ma da base sem. corrispondente
ebr, ajin, 'en, ugar. in; v. étvcu, ant. a. tcd. dno, ad accad. akasu (andare).
med. a. ted. dne, ted. ohne. cOpiTio^, -ou stretto di mare, canale. È il nome
eóvoOxo? eunuco, evirato, (Herod. I, 117; 3 dello stretto che separa l’Eubea dalla Beozia; ge
4; 8, 105; Aristopli. Ach., 117; Xen., Cyr., 1, 5 neralizzato come stretto. Il semplicismo degli eti
60); detto anche di animali (Philostr. Her., 1, 3) mologi che credono di spiegare la voce come com
di datteri; senza noccioli (Arist., Fr., 267). Erodoto posta da eS e col senso di ‘ au courant vìolent ’
(in particolare 3, 4; 8, 105) mostra tra i barbari gli non ha bisogno di commento. L’elemento eù- (v.
eunuchi in funzioni di assoluta fedeltà in compiti còvT^) è in toponimi e idronimi greci, persino
di difesa, di guardia del corpo dei capi, un incarico in EÙ9 p(ÌTìf)q: accadico Putattu. Il Sommer («In-
di fiducia che per lo pili, con U letto o Tharem non dogerm. Forschungen », 55, 185 A. 1) vi scorse già
ha nulla a che vedere: se per i cantori della Si ima voce pregreca, come EòptiTu?), Eòpc!)Ta<;. E(5pt-
stina si vorranno ottenere con la castrazione delle Tzoq indica luogo stretto in cui si suol “ penetrare:
voci chiare, nell’antichità si vorranno servi insensi accad. ètibu (che rientra, ‘ com bg ’), erèbu (‘ to
bili ad ogni seduzione, solo offerti alla fedeltà e alla enter into ’) : cfr. erèbu (nel senso di ‘ mountain
salvaguardia degli interessi dei loro padroni; eòvou- pass ’).
X<xi è riduzione semplicistica greca di una voce orien eóploK<ji} trovo. I tentativi di ricostruzione com
tale che significa senza testicoli: e perciò letimologia parativa sono stati sinora inconsistenti e non meri
da eùv?| e rende il reale e originario valore; terebbero cenno; irl. -jUar («inveai»); s5p(s): accad.
si ipotizzò anche e5 tòv vouv essere in sesto col biani = accad. awafu (amara : scorgere, trovare,
cervello perché privati degli attributi virili, in quanto ‘ to fmd ’, ‘ fmden ’).
per gli antichi res venereae àvir)T«: questa se mai e5po5, "oo vento di sud-est, scirocco, vento che
sarebbe la ragione di averne Éitti degli uomini di traversa il mare. Nel De mundo 394, Aristotele defi
fiducia, vigilanti: senza interessi sessuali: sòvoòxot.<; nisce a3pa ima brezza fresca che si leva dairacqua,
fi^[>t,acnv: in un frammento di Sofocle, nel senso che ovviamente con riferimento airomerìco {Od., 5,
gli occhi vigili non cedono al sonno ; ma sòvouxov 469) ai5pY] S’Ik 7i:oTa[iou lijuxp'f) Ttvéet, rcpó.
dissero i Pitagorici la lattuga (Athaen, 2, 69) so Fu proposto *e5CT-pO(S da e{Ì6i dissecco e lo spirito
porifera: renderebbe inabili ai rapporti venerei: in lene fu chiarito per analogia con a6pa. E5poi; ha
realtà agli antichi non erano ignote le doti sopori la stessa etimologia di eòpós (v.) : dalla base corri
fere della lattuga e il Giusti disegnò il Granduca: spondente ad accad. ebèru (»Jie traversa lo spec
« il toscano Morfeo vien lemme lemme, di papaveri chio d’acqua, il fiume, il mare, estendersi oltre, ‘ to
101
EÙp\ìona DIZIONARIO GRECO
cross water, to extend beyond '), cfr. eber (nati: eòpc!)^, v. còp(i[>eiQ.
‘ far bank; Beyond thè River; Euphrates’), ebar èi3s, TfjOs, n. ^6 , gen. s. éoto; buono; che
(di là, ‘ beyond’); su questa base è calcata l’altra si eleva, di buona qualità, che si eleva su altri : richiama
base di accad, sàfum (vento, ‘ Wind, Atem vS, itt. assus, buono itt. ger. wa-au- ; cfr. accad, asù, ass.
1192). usa’u, n. ass. usfl, sir. aram. j'a, ugar. |s», ebr.
cOpóoita inteso altisonante, Chantraiiie ( G r m - jasa (andar su, crescere, avere esito, progredire,
maìre homériqm, t. I, Paris, C. Klincksieck, p. 200) riuscire, * to go forth, to grow, to rise: su n ’), la
trova che eiipiSoTTw risulta da uno sviluppo partico stessa base di Scoi;, :^à(;,dor.àà(;;èó(; èanch’essoagg.:
lare e che si trova usato come accusativo in forme di accad. àsft (wsisù: che viene su, si eleva, ‘ high-
tipo sòpùoTCoc Zt)v [ I l 8 , 206 etc.) e anche in 1, 498, rising’): in s5 Trotsiv, e5 Trpàaaetv riemerge il si
15, 152, 24, 98); egli lo ritiene accus. del nome ra gnificato originario; incrocio con la base che in
dice *eùpuotjj. Ma poi non cliiarisce eòpiioTua Zeii<; accadico ha il significato di avere: accad. iSù (avere,
e lascia capire che si tratta di forma analogica di possedere averi, etc. ; ‘ to have, to own ’, ‘ haben :
[ATf)T{eT« Ze6c in lì . 5,265 e 8 altre volte neiriliade, Besitz usw ’), ebr. jès, (esiste, è, esistenza, sostanza,
7 volte neirodissea, sìipiioTra Zsu in I I 16, 241. ‘ existence, substance'): cfr, ©sol, Sai-ri^pe^ èàtov
La voce è formazione epica su un impianto di {Od,, 8 , 325) g li dei datori di beni.
diversi tipo e origine: perché Zeus (v.) parla col éQa<S£K\ioz dai begli scalmi, v. a ^ l q .
tuono (cfr. accad. sawù: samù, ‘ Himmel, R egen’) eCxe quando, allorché; come, come se {II., 3, 10).
e eòpiioTTot Vadmatore di nubi corrisponde ad L’ipotesi più attendibile fu quella del Brugmann
accadico etpu, efpetu, ufpatu (nuvola, ‘ cloud '), {Grundr, IP, 2, 731 sgg.) ; sE e ute, cfr. come,
da erèpu, acapu (essere oscuro, ‘ to become dark ’). quando, come, siccome. Il primo elemento, per chia
“cta , - ò esteso, che va oltre. Se ne ignorò rire il significato comparativo nei due versi omerici
l'origine. Dalla base corrispondente ad accad. { I I , 3, 10; 19, 386), vuole il senso di ' ‘ p ro prio’*
ebèfu (estendersi oltre, ‘ to extend beyond ’), “ appunto” : cfr. gr. -3], invero: accad. *wà, ma
ebef, ebar (oltre, di là, ‘ beyond ’), (‘ verily, indeed’), con il secondo elemento - uts
eOp(]|>ei^, -d>e(Too(, -fi>ev originariamente cto che corrisponde al lat. ut, uti (v.),
nio, che è giò nella terra, e quindi oscuro, squallido'. €{ixo(j,at dichiaro, prometto solennemente, faccio
detto dell’Ade: al? ’AtSsw lé»a\ Sófxov eipóevta voto, desidero; eCxo?, gloria, cfr. sóxeràojjiai,
{Od., 10, 512) scendi alla dimora sotterranea di Ade. prometto in voto, rendo grazie, mi vanto, lat. «voveo».
Se ne ignorò l’origine: eòpà?, ròpCÌTO?, detto ori I^a base iniziale eu- mostra interferenza di un verbo
ginariamente della terra, acquistò il significato di di dire solennemente, dichiarare: accad. V u , awù
ciò che è penetrato di umidità, ruggine, muffa, sòpojTnito, (parlare, ‘ sprechen ’) denominativo; awatu (pa
ammuffisco, imputridisco; eòptE>c, ruggine col suo colore rola solenne), ma si ipotizzò sanscr. éhate (vantarsi):
terreo, ci richiama alla base semitica corrispondente *gh*~: v. accad. qabù (*qawù: parola: a Dio, pro
a ebr. ejre§, ugar.*rs, aram. ’ar'a, arab. ’atd, accad. messa, ‘ address: to god, promise’), ass. qa’ um
ersetu, ant. accad. arsatutti (terra, fondo sotter (attendersi, ‘ to wait ’) ; s(Sxo[Jiat, ricalca riplasmandola
raneo, ‘ earth, thè nether world; soÌl, ground’). una base corrispondente a ass. ba*’ù (cfr. *wah^ù,
Chantraine raccoglie la suggestione dell’idronimo neobab. bu^jfeu, ar. bagà desidero, ho ambizione,
BòpàTOi; che è però calcato su un'antica base se ‘ to wish, to ask, to intend ’, ‘ suchen ’), ebr. b5*5,
mitica: accad. tatù, ebr., aram. etc. faha? (corrente aram. b®'5 (‘ to ask *).
' Rinne ’). eOto ardo, brucio, eiSoTÓv, olocausto, vittima arsa.
Eòpcbny), figha di Fenice e dì Telefaessa, rapita Venne richiamato sanscr. osati ardere, che è deno
da Zeus e recata a Creta; alle origini, il nome che minativo dì voce corrispondente ad accad. esàtum
denoterà l’occidente, è accad. erebu (‘ west ’, ‘ set- (fiioco, ‘ fire’), ebr. ès; i§Se (‘ holocaust’).
ting o f thè sun letteralm. “ il rientrare del sole ”) : -ég pungente, acuto, v. ncójty).
accad. urmbu (‘ to enter ’); il prefisso eù abbellisce Il* ostilità, èx^pàq, nemico, èx^alptù, ho ini
molti nomi greci che di bello non indicano nulla, micizia. Fu acutamente intuito, ma senza ulteriori
e Eòptirtv) significò bruna: accad. etèpu, aràpu (‘to sviluppi, che lx®pó<; è “ quello dì fuori, lo straniero
become dark ’), arpu (‘ dark ’). la base corrisponde ad accad. afeù (straniero, ‘ foreig-
102
d iz io n a r io greco
ner, hostile ’) con l’incrocio della base corrispon trattengo'. Sx<i) è calcato su base corrispondente a ac
dente ad accad. (commettere offesa, * to com- cad. aljtù (che si trova accanto, che appartiene a,
mit an ofFence ’) : si ha il profilo dì ostilità, ‘ auf der Seite befindlich ’), da a^^u (fianco, lato,
gXi-5va (Hcs., Theog., 297) vipera, serpente, è ‘ Seite ’, avverbialmente “ presso ”, ‘ bei ’) ; tox“
come QSpa: appartiene ai grandi serpenti marini, si tengo, scopre incrocio con base di (v-)>
mili al hihìico Leviathan che Jahvè uccide allorché si cui etimologia chiarisce la radice di «xeiv: b - corri
rivolta contro di Lui {S ai, 89, 10), uno dei mostri sponde ad accad. i 8u (avere, Miaben’), ebr, jèS,
marini che Jahvè creò “ per giocare con L ui” mentre richiama la base corrispondente ad
[S a i, 104, 26); ^x^Sva, serpe “ a riva accad. a^jiù (da lato, da parte); a ^x“ »
del fiume ” e forse è simbolo trasparente del fiume anche, chiaramente, di seguito, “ accanto” ;
stesso: da accad. alju (riva), ah- calcato su egù-id: mentre èx^w, sostenere, tenere, portare, 6x>][xa, veicolo
id o ittu (‘ riverì as a divinity’): egù (‘ w a v e’). richiamano accad. abaku (portare via), v, lat.
-€<05 m., talora £, vipera, serpente: v. « veho ».
é^^ta svago, étJiidojjiai; il verbo é()ji(iac0 oct ha
“A, -óv al sicuro, sbarrato, munito. Fu significato originario di rilassarsi xxì <p6p-
accostato a Calcato su base corrispondente ad Od., 21, 429: col canto e la cetra): nelle lingue
accad. Sabùrum, sum. su^ur (rocca, « sancta semitiche (in accad. n > ’) con prefìsso : accad, na-
sanctorum », ‘ Gipfelbau ’), incrocio con base sem. pàsu (“ rilassarsi ”, propriamente “ respirare ”, ‘ to
sgi:: accad. sekem (sbarrare, ‘ absperren’), ebr. relax, to breathe f r e e l y c o l sost, napìsu: respiro,
sagar (sbarrare, munire, cingendo ‘ to surround, to ‘ breath ’) ; sum. pe-es ( = napasu) si ritrova nella
enclose *), cfr. accad, se^jrum (ambito delimitato, base di (v.), cfr, il sost. accad. nlpsu (‘ breath-
* Umkreis, Bereich’), da sa^àtu, ebr. sahair (es ing ’), ugar. nps, ebr. nefes, sir. nafsà, arab. nafs.
sere sbarrato, circondato, *to be shut, to he stop-
cuocio. Arm, ep‘em (cuocio), v. ÒTrràw,
ped'); héx^gov, pegno di sicurezza, sicurtà (èv èx<5p<p)
ÒTtréttì, abbrustolisco. Accad. epù (cuocere, ‘ backen *,
con qualche influsso del semitico; ebr. ae^ief (com
anche apù).
penso, *wages’), risalente alla base suddetta: cfr.
€<05 , gen. €o), eol.a(i<o<;, dor. ion. ^<Sìq, aurora,
accad. sà^^bku (che va in giro: per affari).
mattino; v. *Aota, Asia; v. «aurora ». Sanscr. u^Ss, etr.
posseggo, ho, sono in possesso di, conosco,
usil si riconducono alle forme accad. usà’u, ufù
comprendo. Viene accostato a.i. sdhate (‘ bewiiltigt ’),
di accad. wa§ù, wasa’u, a§ù (sorgere del sole, * to
cfr, epit, SKTtop: “ che tiene, che ha potete”,
sdkas (forza), zend. haz- (impadronirsi di), got. rise: said o f tlie sun ... ’), asù, wa?iu, wà§ù (‘ going
sigis, ted. Sieg (vittoria) etc. Ma tali voci corri out ’); della stessa base di a?ù, sost. sit, ^itu (‘ rise,
spondono con evidenza ad accad. Safeatu (pren rising o f thè sun, east ’).
dere con la forza, ‘ gewaltsam abzieheii, entreis- ion.-att. ; omerico (^o^) avanti a con
sen ’), Sagàsu (annientare, colpire, abbattere, sonante, Swt; davanti a vocale; eolico à<;, dor. S<;;
‘ zerstoren: Stadte, erschlagen') che chiarisce Sieg-, alle origini denotò, come congiunzione temporale,
molte di quelle accezioni greche si ritrovano in l'esito, la fine di un’azione: infine, sino a che: 0uvs
accad. a]^3zu (v. sotto); cfr. sum. ag (possedere, Sià Kpo\^x(òv, ^0? eptXov tìXeoe { I I , 11, 342)
avere, mantenere, ‘ besitzen, erhalten ’), à k (pos si aggirava infuriando tra i p rim i combattenti finché
sesso, ‘ Habe, Besitz’), cfr. sum. a^; (portare, perdette la vita. Il beotico àto?, epico gtw<;, come con
‘ bringen, tragen ’) : accad, a^azu, aram. ’eljad, giunzione, rende airorigine il significato di goj<;,
sem. 'bd (possedere, tenere, stringere, impadronirsi dor. àéìq aurora nel senso di esito, uscita: uscire,
‘ to hold, to possess, to take over, to learn ’) ; ebr. venir fila r i legittima infine, sino a che: ricalca il valore
ahaz (‘ to hold ’). Dopo tali premesse occorre pun di un esito finale: la base è l’agg. verbale corrispon
tualizzare il problema etimologico di dente ad accad. 5§ù, wa8ù, wasìu (uscente, che è
posseggo, sono in possesso di, aor. ox^w, Soxov; al suo esito: detto di tempo, ‘ outgoing: m onth’).
103
%à particella che, specie in composizione, ha xarà xpaTspàc 6a(jilva; ( l i , 12, 347) sono ostinati
valore intensivo: epico talora Sa- che richian^ la nelle mischie violente (cfr. 13, 684) ; àv£[xo)v
base di accad. dan, stato assol. di dontiu (potente, {ibid., 5,525) dei venti avversi) cfi:. J^a/paeit;- è^aTTivat-
‘ strong, heavy, hard ') ; ma sarebbe assurdo rive ouq (Hsch.): fu accostato l’aor. èxpd{F)ov «s’attaquer
derlo in l^a>t6 poc (servo, Kodq del tempio), ScicTreSov à ». Ma valore semantico fondamentale b avverso,
(v.) pavimento, dove viene anche ricondotto alla base ostile, pieno di odio, che fa paura\ accad. aà’eru
di SóiJio?; J^axópoq è il corrispondente di accad. (*2 àhietu: ‘ hostile, enem y’, ‘ hassend'j *Feind'),
sal^u (servo, ‘ servant, child ’), calcato su una cfr. ze'àtu (essere ostile, ‘ to dislike, to avoid ’) ;
base corrispondente ad accad. zakaru (invocare una cfr. ebr. Sa'arut (orrido, ‘ horrible ’), s5'à« (aspro,
divinità, ‘ to invoke: thè nanie o f a d eity’). cattivo, ‘ horrid, bad, harsh ’).
^àyHÀTj, -yj5 falcetto, C<^Y>tXov, -oo. Fu ritenuta ?€iat f. plur. spelta, biada, zea, lat «zca» {pd,,
voce siciliana, senza etimologìa. Secondo Nieder- 4 , 41; 604*. nupot Te x t IS ’eùpufpuèt; xpi Xeuxóv
mann (v. Walde-Hofmann s. fa lx ), voce ligure. biada spelta e Vorzo bianco che cresce ampiamente,
Torna in ital. zagaglia (lancia), accad. sahialu (tra J^elStópoq, che dà cereali, fecondo di biade (Hom.).
figgere, ‘ durchbohren, stechen ’), se^ylu (punta,
Acca, se’u (orzo, granaglie, ‘ grain, coni * Gerste,
‘ Stich ’) ; berb. zagàja (punta) ; cfir. accad. §a-
Getreide ’), st. c. se-e, sum. Se: a forme semitiche
galtu, Sagastu (uccisione ‘ Totung ’).
vamio ricondotti sanscr. ydva-, av. yàva^ m. cereali,
Zaypeùs fu ritenuto divinità cretese ed è cer
orzo, lit. ja v a t (cereali).
tamente da connettere con i culti del monte Ida; finì
congiungo', lat. «iungo»: accad. \ju-
col rappresentare il simbolo della dottrina soterio-
nùqu (‘ constriction ’) di ^ansiqu (stringere, ‘ to
logica deirorfismo e a questa dottrina accenna un
constrict, to compress ’) ; il greco presuppone accad.
frammento di Eschilo che canta del cielo che penetra
sanaqu (accostarsi, ‘ herankommen ’), arab. snq
la terra e la feconda. Fu nome di Dioniso, il figlio
(congiungere, ‘ zusammenbinden *), v. ^uyóv giogo.
di Zeus e, come Zeus, alle origini Zagreo h divinità
delle acque fecondatrici che scendono dallalto, non Zeóg Zeus. Beot., lac. Aeiie, voc. Zeu, accus.
delle acque dei fiumi; Porfirio {De Ahstìn., 4, 19) Afa, gen. A té?, Aifó?, dat. Att, AtfÈ, micen. D iwe;
ha conservato un testo in cui si parla dei “ tuoni ” accus. omer. Z^v, Z^va, gen, Z7)v6c, dat. Zyyvt.
di Zagreo. Si comprende perché si sveleranno nei Zave? le statue di Zeus dì Olimpia. L’etimologia
miti di questo dio sfondi di religiosità agraria. Come di Zeus non fu inquadrata in un sistema di riferi
divinità del cielo che penetra e feconda la terra, menti che comprendesse elementi concreti di un’an
Zagreo alle origini è attributo di Zeus (v.) pluvio tichissima divinità e si vagheggiò invece un’astra
stesso e della sua montagna cretese, accad. zaqm zione incompatibile con le concezioni e il sentimento
(alto, che si eleva in alto, ‘ high, steep, tali, pro- degli antichi. Fu accostato sanscr. dyduh (giorno)
truding*). Il nome fu spiegato a torto, come che scopre la componente semitica jaum (‘ d ay’),
àypsiie “ il perfetto cacciatore”. ebr. jòm: accad. iim u (ùwu: ‘ Tag, Zeit, Sturm’)
^a>tópt>5 , -o\) curatore del tempio, v. %&. che si ritrova in lat. «Jov-», *Juv-piter; S- di d y h ft è,
v. odtXo^. con funz. deterin., pr.: aram. di, de, da, ebr. ze,
(anche TsXéSooot, arab. da, con valore di Ss (cfir. è). L’attributo omerico
104
d iz io n a r io greco
di " adunatore di nubi ” (vsqjeXvjyepéra), il mamlis la base di accad. esatu, isàtu (fuoco, ‘ Feuer’),
lapis in RoiTia, betilo di Giove Pluvio, Ctqviov ebr. ’ès, etiop. ’esat (fuoco). Zéw corrisponde ad
{JSwp Vacqua piovana (PMag, Par. I, 225), Titalico accad. sawù (cuocere, ardere, ‘ braten, brennen,
«Sémo» (v.), ipostasi del cielo, sia come sede della rosten’), semù: bollito,
divinità, sia come luce, sia come complesso di ^?jXos, ?aXos m.: origin. « contesa», rivalità,
fenomeni atmosferici, quale, e specialmente, la gara, invidia, ambizione: acc?ià, sèlu, sàlu (conten
pioggia richiamano entità atmosferiche: v. accad. dere, disputarsi, ‘ to quarrel, to fight ’, ‘ streiten ’,
samù (sawù), ugar. sm m (aaui), cfr. Soll- ‘ miteinander streiten ’) : se ne ignorò Torigine.
berger, «Iraq», 24, 68), aram. |semaj)à, s(u)m in ^afjita, -a? pena, multa, castigo. Non
(ciclo, *sk y’, ‘ Himmel; als Gottersitz, Licht, se ne conobbe retimologia e si tentò di chiarirlo
Regen vom H. ’, vS, 1160); la Z di Zeói; (sem. ite accostandolo a (v.). È calcato su base corri
e Jaum) ricalca la base alle origini delle forme spondente ad ebr. zim m à (azione cattiva, ‘ evil
omeriche Z^v, Z^va: accad. *zìu < 2 innu (‘ rain’) : deed’); il senso originario ò ciò che si jissa come
zanànu (‘ to rain ’), che si sarà confuso con za- ammenda: sem. éim , accad. Sàmu (stabilire, fis
nàfiu (‘ to provide ’). In Aióc, Atfó? etc., saiiscr. sare, ‘ fèstsetzen, bestimmen ’) ; cfr. ebr. sam m à
ilyS, operano le componenti sem. di, de e jaum, (‘ ruin ’),
jom (a Ugarit, il teoforico yw < Yatn); cfr. ^Yjxéw chiedo, cerco: fu ritenuto derivato da un
1 ebr. Jahweh, il Dio tempestoso che risponde aggettivo in La base corrisponde ad accad.
col fuoco celeste (Elia: I Re, 18, 24): cfr. accad. se’ù, ug, t‘j, ebr. sa’a (cercare, ‘ suchen’): cfr.
Qwu (ùmu; giorno, tempesta). I Greci della Ionia, forme accad. se-te-e’-iS, si-te-ù etc. : alla stessa
oltre a moltissime affinità, come gli aggruppamenti base vanno ricondotte le voci ZYjn^p, epiteto di
di città nel numero di 12, tipico delle civiltà cananee, Zeus in Cipro: Zeus inquisitore dei colpevoli;
ebraiche ed etrusche, hamio in comune con le re luogo di inquisizione sulle colpe degli schiavi,
T p e io v ,
ligioni cananeo-fenicie anche la credenza che la di- luogo di pena, tribunale penale.
vinità si identifìdbi con l’oggetto di culto e sia pre
-ou oscurità, v. ^écpupo^.
sente nel luogo ove si veneri un pilastro o un altare
^uYÓv, “ou, beot. A.i. yugd-, itt.
(ma??èbà, hamtnàn). Perciò in Ak5<;, in lat. Jfvos
jugan, got. iuk, ant. si. igo, ant. irl. cuing, Ut. jànkas,
si scopre Tinterferenza della base corrispondente ad
lat. « iugum » giogo. Accad. zunqu, sunqu, auqu
accadico di’u, di^iu, dù (sancta sandorum, cella,
(giogo, legame, vincolo, * Gebundenheit ’), verbo
“ platform: in a cella”); v. 8105 .
accad. zanàqu, sanaqu, sanaqu (aggiogare, avvin-*
^éqjupo?, -ou vento di Occidente; CÓ9 o<;, oscurità
cere, legare, ‘ binden, festbinden, in Ordnung halten '
accidente, ^09 epóc, tenebroso, oscuro, Sv6<po<;, oscurità.
Se ne ignorò l’origine. ‘0 Sè àTiò 8il)oe<o<; ^£9 upoi;* etc.), sum. ugug (giogo, legame, * Gebundenheit ’),
al quale si richiama più direttamente il latino.
yàp ^ Siiat? xaTà TCOiYjTràc, A. Tatius,
Introd. ad Phaetiomena A rai., 988, in Migne, XIX. birra, decotto d’orzo, cervogia: nei papiri
L’etimologia di C^tpupoi; ha analogia con quella di ^UT05 m.: di rado neutro; questa forma meglio si
«Favonius»: base accadìca da’w u (da’m u: buio, offre airesame: ^utottoiói?, ^uTOTrtiXTjg birraio, J^urac,
oscuro, ‘ dark colored: said o f thè light o f thè sun ’), birraio, ^u'trjpà — TéXo<;, tassa sulla birra, J^u-
da’umm atu (‘ darkness ’) : la voce da’w u chiarisce Tijcóv {id.). Come lievito di birra di cui
oscurità, occidente, ma Co9 epó(;, che è allotropo si ignorò l’origine, va ricondotto alla base
di ^é9 upoi;, denota il declino del sole, Sùtrii;: ebr. di Xfiia (v.) nel senso di fermento: suffisso -to<; col
s®fità (‘ cycle o f time ’), sàfar, accad. ?abàtu (pie significato passivo, cfr. il nostro decotto.
garsi) col senso di accad. etebu (occidente, ‘ setting v. ?éto,
of thè sun ‘ west ’). cingo, cintura, fascia, striscia;
?éci> scaldo, bollo. Il greco moderno ha ?JeoTÓ(;, ^cùor^p, fascia. Si ritenne derivato da *yos- e se
caldo, J^eoTTf), calore. Se ne ignorò l’origine. Viene ne ignorarono le comiessioni remote, Accad. eizè^>u,
richiamato, a torto, sanscr. yasati, che è voce dei esé^jiu (cingere, ‘ to gird '), *wé 2 efe[U, m èze^u
grammatici, col valore di bollire, inoltre ant. a. ted. (cintura, sciarpa, ‘ a scarf or belt ’), ebr., egiz,
jesan (fermentare, bollire), ma tali voci richiamano I^Gì vivo, attico inf. ^5jv; ion.
105
^tI>CO DIZIONARIO GRECO
^Ó7) vita, col. (Theocr. 29, 4) ^o'tà proprietà dell*essere (vita, respiro, vigore vitale, *Iife, vigour, vitality,
vivente, vitalità, per i cristiani la vita eterna; breath '), il sum. zi-i (vita, vigore, vitale) torna nel
vivente, anche (Hom.), ion-att. verbo accad. izuzzu, assiro ìzèzum (esistere, stare
animale, figura, ?^wtik6(; vivificante, vitale, che riguarda saldo, con vigore, ‘ stehen, stehen bleibeti: Lebewe-
la vita. Per si ipotizzò per sen; gultig bleiben’) con forme: izzaz, pret. izzìz;
ma, come per (pux^ (v.), si ignorò l’origine. L ac- cfr. accad. sàhu (crescere, prosperare, ' wachsen '},
cadico traduce il sumero zi-i con la voce napiStu sawàhu (samàt^u (‘ gedeihen’) ; v,
106
H
^ 0, ovvero, ?Ì€, i\é (Hom.) lat, «ve»; servì got. sokjan (cercare), ant. irl. saigim ; cfr. lat. « sagax »:
per introdurre il comparativo : ^ e corrispondono assir, seà^um, Seà'um, accad. se’ùm , cbr. §à'a
al sem. au, accad. ù (o, *oder ’) ; cfr. accad. ùl, (cercare, * suchen *) : richiama, sum. sag-
ula (ovvero, ‘ oder ’) : lat. « vel ». gà-gà; sag (vado avanti, sono a capo, vado con
^ interiezione eh\: accad. ù’a, ùia, wa: sem. tro, comando, ‘ to go, advance: against a person,
wai, ò ’i {aimél ‘ wehe). to attack; ... to rule, to govern, to give an order ’)
?i in vero, ^ éJpa ; dopo Omero servi come in che viene reso anche da accad. saqù (nel senso di
terrogativo : ^ se ne ignorò l’origine: accad. essere capo, elevato, ‘ hoch sein; im Rang steigen ’)
*w5 (ma : invero, veramente, *verily, indecd ; in forme coniugate come Isaqqi; il significato
what ’). di sum. sag è testa. Il valore di “ credo, ritengo,
fi diceva, v, penso ” fa supporre un influsso della base corri
iljponi? piccolo, poco, scarso; con la negazione: spondente ad accad, ^lakamu (‘ to know, imder-
oùS’^^Paióv, per niente; ... <ppévg(; oùS’'fiPaia{ [II., 14, stand ’), Su^jkumu (‘ t< prescribe ’).
141) senno neppure un briciolo: la iniziale f|- corri conduco, trascino (x<xx6<; xaxòv ijYTjXd-
sponde alla particella intensiva, asseverativa ?j (v.) Cei (Oi/., 17, 217) un gaglioffo mena un gaglioffo; ^
davvero, veramente e (v.). Si tentò di chiarirlo Tivà Kai où xazòv (xópov (O ^/.,li,618) quale
come oó S'Jj paióv « par fausse coupé des mots » anche tu triste destino trascini. Se ne ignorò l’origine:
(Leumann, Hom. Worter 50). se ne fece « doublet expressif» di (v.) o
“ifjs, dor. puhertàt giovinezza, fiore una contaminazione di èX&to (v.). Da base semitica
della giovinezza; S<piQPo(;, pubere, efebo, essere corrispondente ad aram., sir. seqal (portar via,
pubere, lat « pubes » saldo, virile, pubere, lat « pubes » ‘ to take away ’), bab. Saqàlu (condurre via, ‘ to
lanugine, pelo, barba, pube, gioventù, virilità ètp-f)- carry o ff’): questa voce ha condizionato la forma
P«iov, pube, piacere, desiderio. Venne accostato a zione di (v-}> derivare da (v.) :
lett, jèga (forza), in mancanza di altri riferimenti. ma troppe voci vengono ascritte a questo verbo,
Cfr. accad. ebù (essere folto, detto di peli, sodo, persino àypói; !
‘ to be thick CAD, s.v. : ‘ said o f parts o f tlie f^5o{ji,aL rallegro, mi diletto, v. àvficiivfai.
body... uS-§u-eb-bu if hìs penis becomes diick... :^8ovi(^, piacere, v. &v6div(o.
AMT, 39, 9, 6 [sum ma sarat] qaqqadx e-bi, Infili? dolce, V. d.vSdvb>.
‘ if thè hair on bis head is thick e tc .’); da ebù, in Omero {Od., 9, 52: i Ciconi giungono
cfr. sost. m ubù (il folto, ‘ Dicke vS, 183 b) : numerosi come le foglie e i fiori che spuntano in
ebù (folto, *thick ‘ didit, dick ’). Ma alle primavera, tanti da fare paura, ^jépioi) l’aggettivo
origini mostra TiMcrocio di basi corrispondenti ad significa appunto da incutere terrore, paura; la voce ha
accad. ebù e ebbu (puro, splendido, ‘ clean, pure ’, lo stesso etimo di ispó<; che alle origini denota ciò
‘ licht, rein ’), gr. «potpoi;; ^àbù (amare, *to love ’), che incute timore, che desta timore reverenziale etc.:
e in anche l’influsso di accad. feàbu (consa sorge dall’onde Teti (//., 1, 497: S’àvépiQ; cfr.
crare, *to consacrate ’), conforme al rito. ibid., 557: Era nota che Teti si è seduta maestosa, la
àyéo^itat: sono a capo, vado avanti; dea del mare, accanto a Zeus: tradurre « à laube»,
^ostomev,: credo, ritengo, accostato a lat. « sàgio» (v.). li, nel cielo di Zeus, h insostenibile; e neppure «com-
107
iqepóeis DIZIONARIO GHECO
me une vapeur, ou dans la brume». Chaiitraine); Vocchio (Hsch.). Cfr. ’H t ó v , E i o n e , città della
delle gru è detto { I l 3, 7) : terribili (Tjépiai,), portano Macedonia aH’imboccatura dello Strimene. Orig.
mala contesa ai Pigmei: aWalba non ha senso; così agg.: accad. ahu (riva, ‘ bank o f a river’): al^iu;
i^epòcpiovo^ (v.) detto degli araldi ha il senso di cfr. sem. 'ain (sorgente, corrente, cavità, anche
M ìa voce che incute rispetto, reverenza; in i^épio?, occhio, ‘ spring, hole, eye ’).
(v.) corrisponde alla particella intensiva, assevera ?jKot scarsamente, un poco, comp. meno, pi^
tiva; segue la base di lepó? (v.): cG,'. seni.: ngar. jr , debole, più fiacco, ■^acàop.ai, sono inferiore,
ebr. jarè (aver timore reverenziale, venerare, ‘ to il più scarso, il più fiacco. Si evocò lat. segnis. È accad.
reverence, to be afraid ’), jir’a (timore, reverenza, akù (bisognoso, debole, umile, ‘ weak, destitute,
timore di dio, ‘ reverence, fear, picty *) etc. powerless, hum ble’).
^cpóei^^ ^epo€i8 V)5 orrido: piipco èq Tàprapov i^KecTTO?: con (v.): pou(; ...: Tjxéarai;
•?)epóevTa { I I , 8 , 13) io lo scagli nelVo. Tartaro. vacche giovani non aggiogate: àSdcjxaaroq
V. 5^épio$. (Suda) e la glossa rende bene il significato originario
:^ep<Scptovo<; { I I , 18, 505: detto degli araldi, che non fiitono legate al giogo; da respingere il senso
x 7)piixMV ^jepo9 ti!>vcov, degli draìdi dalla voce che incute di “ ignorant Taiguillon ” che presuppone la com
rispetto] la spiegazione jrXripoTivTtDV 9 tov% t^)V àép«, ponente “KsoTÓq di xevTé6>: è invece della base
data da Esichio, è un calembour; così anche l’ac xsCTTÓq (ÌJoioT^p) cinto, fascia che stringe, lat. « cestus »
costamento a àetpto: che leva la voce. Se ne ignorò cesto, intrecciato di vimini: dalla base semitica cor
l’origine, ma occorre scorgere in vjepo- con il suo rispondente ad accad. kasù (legare, ‘ to join, to
originàrio significato, la base di ^épio? (v.) e in tie ’, ‘ binden ’), kisStu (legame, ‘ binding ’), è
tendere dalla voce che incute rispetto, reverenza. particella negativa: accad. è (non, ‘ negative par-
9j0o?, - 0 U5 sede, dimora; carattere, costume. Got. ticle = aj, ja: in thè sequences è ... e’).
sidus, ted. Sitte (costume). Gli etimologi si limitano { I l 5, 478; Od., 13, 325), v. Ixto,
a fissare il radicale *swédh-, v. elcofia. Oltre a ^^XaKdcTyj (dor. àXanaTa), conocchia, rocca.
maniera di essere, costume sociale, comportamento so La “ rocca ”, ove si raccoglie la lana che vi “ scorre ”
ciale è dimora, rijugio, il significato fondamentale via via per essere filata, ha in greco una voce di
in Omero, stalla, pascolo-, accad. bètu (casa, rifii- etimologia ritenuta oscura. Dalla base corrispon
gio ‘ house, shelter ’), incrocio con esdu (sede, fon dente ad accad. alakta (scorrimento, procedimento,
damento, seggio solenne, trono; stato sociale, fondo, passaggio, movimento, ‘ course, passage, movement,
‘ base, foundation, administrative or politicai or- flow, traffici CAD, 1, 297).
ganization; o f a country or city; discipline, social erro, vado qua e là: si considera affine
status or position, support, assurance o f continua- ad àXàoiAott (v.). È calcato su base che richiama
tion: o f a family; stance, horizon', CAD, 7, 235), accad. alàku, ebr. hàlak (aggirarsi, ‘ to go, to
ebr. set (seggio, ‘ Gesass ’), sir. està. A eSdu, iSdu oc move about, to walk about ’), cfr.
corre accostare anche sanscr. swadhà-. La formazione :^XéKi:top, -opo^ lucente: del sole; splendente;
di got. sidus richiama isdu, st. c. i-sl-id. Occorre &XéKX(x>p, (ìXeHTputlìv, il gallo. ’HXéKTwp è denomi
aggiungere che la ricchezza semantica di si nazione del sole { I I , 6 , 513), epiteto di Iperione
carica del valore di carattere, “ segno distintivo ” { I I , 19, 398), del fuoco (Emped., 22 , 2); -JjXexTpic;,
che scopre l’influenza della base corrispondente ad epit. della luna; ìjXexTpov, ijXsxTpoi;, lega d’oro, d'ar
accad, ettu (caratteristica, segno, lineamento, ‘ cha- gento; ambra: letter. “ la lucente, splendente
racteristic, mark, sign, feature ’). ’HXéjtTpoc, ’A>isxTpc£>va neironomastica. Accad. alilcu,
T^tOeog, non coniugato, scapolo, giovane, àlìktu (ardente, ‘blazing ’), da accad. alàku nel senso
'i?)L0eo(; (Sapph., 44 L.P.). Ugar. j)^d, ’a^d, ebr. ja^id, di ardere (‘ to bum, to go: said o f fire ’). ÀUktu,
aram. ^ad, arab. wal^id wahid, accad. Jdu, èdu, come voce di alaku (nel senso di “ avanzare ”, ‘ to
wèdu (singolo, ‘ only child, single person’); v. com e’) può denotare 1’“ aurora àXéxrojp, àXex-
lat. «viduus». Tputiv, il gallo, è il nunzio deiraurora: v. àXxufiv
iQL<iei5 ricco di sorgenti, v. seguente. nunzio {di primavera) : accad. alikum (‘ messenger ’).
tqJcùv, dor. àtóv, - óvo^. Se ne ignorò l’origine. Cfr. base sum. zalàg (splendore, lucentezza, ‘ Hel-
Il significato è riva, spiaggia, la parte al di sotto deU ligkeit ’), die torna in accad. 2 alaqtu (‘brightness’);
108
d iz io n a r io greco fi {Atti
cfc. da accad. 2ahàlu (lega di argento, ‘ a coetaneo; ■fikw.icc, età, l ’epoca, g li uomini del tempo.
silver alloy ’), formazione popolare, siuonimo della Il dor. 3cXc^ ricalca accad. aliku (“ chi percorre il
voce accadica che fu intesa come lega d’argento e suo canimino ”, se. della vita, passeggero, ‘ tra-
elettro-ambra (ismatù, esmarù). veller ’) da accad. walaku (nel senso di “ vivere ”,
ip^BÓq, dor., eoi. «Xe-, svanito, folìe, insensato; che cioè percorrere il proprio cammino nel tempo,
turba la ragione, t)X(0io<; mno, stolto : accad. feàlu (dis (to liv e ’); 'HX£kt) Elice, fium e, nel senso di corso.
solversi, disfarsi, ‘ to dissolve ’), ebr. hala, halas (es ep. TjéXio?, dor. dtéXtOf;, (KXio?, cret. àpéXwi;
sere infermo, malato, languido, *to be languid, -ou, sole; V. lat. «sol» 5o?e. Accostato ada.i. séra-,
weak, ili, to be sick ’), cfr. ebr. elll (vano, inutile, surya (sole), cfr. oetpio<;, che richiamano più diret
‘ vain; fcebleness, notbingness ’); enormemente; tamente accad. satùm (luce, splendore, ‘ Sdiein ’) :
alle origini “ altamente ” {lì. 11, 677; Od. 5, 483): ass. ella, èlu (splendente, ‘ clean: said o f light'),
da altra base sem.; accad. eli (su, sopra, ‘ o v er’), cfr. Standard Bahyhnian belù (‘ bright, shining ’) ;
elù, ebr. 'àia (salire), accad. elitu (parte alta). incrociatisi con ant. accad. elivi, elù (alto, ‘ high ’) :
^piiata V. àoWvVjs, §a-eliì (“ quello dell’alto ”). La glossa à(3éXto<;, cre
if|XtpaTo?, dor. d^- che si eleva, va in alto, tese secondo Esichio, pamfilio secondo Eraclide di
inaccessibile. Se ne ignorò l’origine. Dalla base se Mileto (Bechtel, Gr. DiaL, 2, 667), corrisponde ad
mitica corrispondente ad ant. accad. 'al, accad. accad. abu-ellu (letter. il padre splendente, della luce],
eli (alto, ' over, upon, oti; towards ’), ugar. *1, cfr. "H<pawTO(;.
ebr. ‘alà (‘ to go up ’) e la base di patvw; cfr. la base dor. 5Xo<;, testa di chiodo, chiodo; cfr. YàXXoi*
semitica: ugar. ba, accad. bà’u, ebr. bó (nel senso ^Xot (Hsch.); forma eoi. f<iXXoi; àpYupÓT)Xo<;, adorno
di « andare», * to go, to travel, to go in ‘ in acca- di borchie d’argento; denom. •^Xów, inchiodo. Viene
dico anche ' to pass over ’). ipotizzato un accostamento a « vallus », « valium »
fJXi6oc enormemente, immensamente dalla base di appoggio, sostegno: si ipotizzò *wal-nos etc. Deriva
(v.). da base antica con valore di fermare insieme, legare,
- 0V, dor. àX- vano, inutile; sciocco, appendere (il chiodo al quale si appende): accad.
insensato, inefficace: péXo<;, rendo stolto, e’elu o a'àlu (che lega, ‘ binder ’} ; da e’élu, a ’alu
confondo. Il significato originario è che va errando, (congiungere, legare, appendere, ‘ to bind, to hang
fuori strada: base di àXi^op/xi, ma v. T^eó? e la «P ’)•
base corrispondente ad accad. (in relazione a, ombra, oscurità, è7n)XuYii2^o|J.ai, avvolgere,
vicino a, *nearness, near to, at ’). avviluppare nell’omhra. Se ne ignorò l'origine. Cal
dor. o3l- quanto, quanto grande^ v. àXi?, cata su base corrispondente ad accad. i^elèqu (spa
^]Xi>{e<;, coetanei, compagni, originariamente cre rire,* to disappear ’), Ijjulluqu (fere scomparire,
sciuti come...; v. ttvjTlIko^. SÌ tentarono diverse ‘ to make disappear ’), ma la base originaria su cui
ipotesi: si scorse oltre al tema del relativo 8<;, 8, si è esercitata la metatesi corrisponde a babilonese
con elemento àX-, ótXt- identificato con il lat. ^ li eklu (oscuro, ‘ dark ’, ‘ dunkel, finster ’), accad.
di « talis » « qnalis » (v.) che sono ben altro, anche ekèlu (essere buio, ‘ to be dark’ ’), arab. Jhkl.
una componente -Uoi; intesa come il suffisso di T^Xiioiov, se. TueStov: elisio; paradiso, paese dei
appartenenza: ixóc etc. (Chantraine, s.v.), O. beati, dellafelicità, « laeta arva », Verg., Aen., VI, 744.
Szmerényi, oltre al tema, pronominale, vi scorse la Anticamente fu accostato, a torto, alla radice lXu9-
base riconducibile al lat. «alò» (v.) faccio crescere (nota la differenza della iniziale) e perciò sarebbe
(O. Szemeréiiyi, Ann. Ist. Or. Napoli, 2, 1960, inteso come “ luogo d’arrivo Ma non meglio i
1-13); ■fiXLxo^, (SX- deriva dalla base semitica di lat. moderni: «on pourrait partir de èv:r]XuCTio<; (sic),
«alò» (v.): cfr. ebr. *àl5 (crescere, andar su, ‘ to « firappé par la foudre » (Chantraine). Corrisponde
go up, to rise, to grow up ’), accad. elù (‘ to go up, ad accad. elsu (felice, di giubilo, ‘joy fu l’, ‘ju-
to grow ’), ‘al, eli (in alto, ‘ on, above, upon, over bebd, jatichzend’), cfr. elsiS (‘jubeliid’), elè§u
to ’) con la componente corrispondente al semitico (essere felice, ‘ to rejoice’, *jubeln’), ulsu (giubilo,
k-, ebr. ke, arab. ka-, accad. ké, kì, aké (come, ‘Juber).
‘ as, like, in thè manner o f ’) etc. ^(xai (-^cT-Toci) mi trovo, sto, seggo: a.i, dste, av.
- 1X05, dor. àXi^: come compagno di via : aste, luvio a/- itt. e^-, a i- “sedere, trovarsi”, hanno
109
?Ì(iap DIZIONARIO GRECO
calcato sulla base comune a accad. isù (essere in pos anche sanscr. sàmi- in composti; aut. a. ted. sami-,
sesso), ebr. iés (c'è, esistenza, ‘ tliere is, [v. etfjit], anglos. sam" (mezzo). Origin, sost.: occorre ri>.
existence ’) una base corrispondente ad accad. condurre tijjIcctoc a (xÉoro<; (v.), lat. medius. Base è
*asa(b), wa§[àbu] > *asàmu (sedere, esserci, abi accad. Sa-miSli, -m eslu (la metà, ‘ half', ‘ Halfte ’),
tare, ‘ to sit down: on seat, to sit and wait, to be st. costr. m isal, mÌ8Ìl, m esel con la conseguente
prescnt, to reside *), wàsibu (abitante, residente, caduta di -l- finale, o in sillaba chiusa; avanti alla
‘ dweller, inhabitant ’), cfr. accad. esdu, ̧du (sede, base è Torig. pron. determinativo accad. sa-, su,
base, ‘ base, foundation ’). fen. es, incrociatosi col pron. relat. (Su), in ultima
9jjjiap (Hom.), dor. &(A«p; locr, ocfjiàpa, att. analisi finirà con Tavere valore di un nostro articolo
^jjAépa, ion. giorno: cfr. Genesi I, 3 sgg.: determinativo; cfr., con la stessa funzione, il sardo su,
« Egli chiamò giorno la luce ». L’omerico ^[zap, f\}xoq ion., epico; S,iioq, dor.: allorché, quando,
giorno, risulta da incrocio delle basi corrispondenti mentre, finché. Se ne ignorò l’origine; creduto for
a accad. fimu, sem. jaum (giorno, ‘ day '}, con fen. mato sul tema del relativo: si pose '^yà-^, ma la fi
’r, accad. ùfu (luce) e amaru (vederci, ‘ to see '), che nale « est obscure » (Chantraine). Accad. em a (nel
indica la “ &se diurna del giorno ”, quando c’è senso di quando, ‘ whenever ‘ wann immer ’),
luce; il locrese, il dorico, Tattico riproducono più come ogni avverbio originariamente locativo ac
o meno esattamente accad. amatu. D verbo acca- quista anche valore temporale: alle origini ém a ha
dico amara ha le accezioni di “ esser chiaro ”, senso di * w h e r e v e r ‘ wo im m er’; -s fmale è il
(‘ klar, hell sein, sichtbar werden ’). L arm. awr segno deiravver. accad.; la forma dor. scopre l’in-
(giorno) richiama la lettura awar della voce ac- tcrferenza del pronome dimostrativo accad. am m ù
cadica: circa il valore di w > m, v, corrispondenze. (quello, ‘ that ’) : cfr. accad. ùm u, sem, jaum (tempo,
noi; lesb. Hy-Yzc,, dor, à[xé?, lat. nos (v.) ‘ time ’) : in quel tempo. Il correlativo è ion.-att.,
gr. duale vwi. Av. ahma, a.i. asmdn; a a.i. vayjm ; Ta[jio? dor., etc.: allora, in quel momento, tS(j(,ov (tò
si accostano ant. a. ted. wir, ant. sass. wi, wé, anglos. TafAov): formato con il tema deU’orig. pron.: to-,
wé, got. weis, itt. Si postula i.e. *i^s + elem. Ta-; cfr. Sox; ... t£w^.
-sme: a.i. nas, alb. ne, ant. a. ted. uns (n^). Il sass. mi piego, mi abbasso; talora con preverbi:
wi,w e etc. mostra Taffinità con ted. bei (insieme con), Kax-, Itc-, Ì7T-. Se ne ignorò Torigine, Arab. ‘amuqa,
ant. a. ted. hi, anglos. bi, ingl. by: sera, b-, ebr. b® ebr, *5maq, aram. 'emaq, etiop. *amaqa (essere
(nel senso di con, tra, ‘ with, among, on ’) ; analo basso; ebr. Hi: ‘ to make deep’), ebr. *±imèq
gamente etc., av. ahma attestano che (basso, ‘ deep’), *èmeq (bassura, ‘ depth*): -q-
sono forme calcate su basi corrispondenti ad accad. ha subito un affievolimento come * e dileguo.
a|?5meg (a^^awes Tun l’altro, ‘ together, one :^vIqcl redini. V . « habenae » briglie. Il lacon. àvw-
another, jointly ’ ; ‘ zusammen ’) inclusiva col va xCòv (Tfivioxécov) mostra che l’aspirazione non è ori
lore originario dì “ io e tu, voi e noi insieme”); ginaria: V. lat. habenae ricalcato su habeo, ma che è
cfr. accad. a|?amma (letter. ‘ zur Seite “ accanto ”) : corrispondente ad accad. appaili (le briglie, plurale
gr. : riferito a torto ad i.e. *5d/m- impeci di appatum briglia, ‘ Z iiger) > -pani.
la spiegazione di -a finale, ritenuto oscuro (cfr. :^vbtot, dor,, eoi. àvlxot, allorquando, quando. Fu
Schw)'zer, Gr. Gr. I, 550); -[xst; ipotizzato il tema del relativo sotto la forma di *y3-,
ricalca il segno del plurale sum, me-e§; così per senza dire di altre ipotesi complicate. ‘Hv^xa equi
Ì[xeT<; (v.): plur. di oii: oii + me-e§, mi-e§, es. vale esattamente al nostro “ allorquando ”, La com
i5(Jiepo5 non selvaggio, civile, addomesticato: se ne ponente corrisponde ad ant. accad. ènu (inu)
ignorò Torigine: calcato su basi corrispondenti ad (allora, allorché, ‘ when ’ : ‘ its numerous derived
accad. (è-)(S)amtu (selvaggio, ‘ wild ’): vi è un pre forms ... are considered here as belonging to a
fisso negativo: accad. è (non, ‘ nicht’). deictic element én: see also thè corresponding 5n
^ dico, diceva: la forma pili antica è la in anùmiSu e tc .’, CAD, 7, 152 sg,); la compo
> pers. sing. deU’imperf. Viene postulato per la nente -ixa corrisponde alla congiunzione tempo
3* pers. deirimperf. da v. lat, aio. rale ant. accad. aké, ké, k i (allora, dopo, quando,
Accad, awùm (dire, ‘ to speak ’), ‘ when, as soon as ’), v. aóxlxa. Cfr. accad. anni
f){xtou^, -eie», -u mezzo, per meth. Lat. « semi-». ka (‘ als bald, sogleich, sofort *).
110
d iz io n a r io greco ^p«
molto fiorente, hen integra, sana, epiteto di ja, i, e la base semitica corrispondente a accad.
pouc, ^viv: pouv; genit. Si ipotizzò im gvo^, padànu (via, cammino, ‘ Weg, Pfad’): ebr. pad-
amo, scorto in èviauTÓ?; rilievi furono avanzati da dàn (parte piatta, piano, campo, ‘ plain, fiat, field ’).
Szemerényi [Sprache, 11, 1965, 6 sgg.) che contesta i^Tteipo^, dor. «Tteipo?, eoi, ànepoq: terra/erma,
l’esistenza di Svoc. Ma la difficoltà notevole è in -ì continente. Anglos. òfer, med. a. ted. uover, ùfer,
e non è agevole sostenere come metrica la qualità ùher, forse arm, ap'n (costa). È accad. eperu, eptu,
limga. Deriva da intensiva asseverativa e dalla tardo bab. ipitu (terra, *earth ’, ‘ Erde ’).
base semitica col significato dì fiorente, integro, vi ingannatore {Od., 11, 364), ■?)7repo-
tale: ebr. nissà (fiore, ‘ blossom, flow er’), nSs jteiioj, inganno, seduco etc. Se ne ignorò l’origine. Il
(fiore, rampollo, ‘ J9lower, blossom ’) ; cfr. accad. significato di inganno, ingannare, per gli antichi di
nésu (vivere in buona salute, ‘ to live, to stay scende dall’idea di ciò che resta occulto, del sottcr-
alive ’), nìSu (vita, *life ’) usato in particolari frasi fiigio, di ciò che non si opera alla luce del giorno :
di giuramento; tiisu (offerta, elevazione, ‘ raising, V. àiràTì]; fiTcepoireóo) alle origini denotò il no
gift’)* stro “ sollevare polvere ” e originariamente “ spar
fjvo4^, - 0 JT05 , detto del bronzo: gere polvere ” : occorre osservare il significato ori
{ l i , 16, 406 e 18, 349; O l , 10; 360); del cielo: ginario di ebr, èfer (polvere, cenere, roba
oiSpavóc (Cali., fr. 238): il significato che risulta da nulla, ‘ dust, ashes, nothingness ’), accad. eperu
dalle componenti è che risptende alVocchio: da base (polvere, terra, territorio, ‘ dust, earth, territory’)
corrispondente ad accad. ènu, semitico *aìn (oc etc.; la seconda componente, che può essere stata
chio, ‘ eye ’) c la voce corrispondente ad accad. sentita nel senso di accad. apù (apparire, essere vi
apù, ebr. jafa (risplendere, rilucere, ‘ to shine, to sibile ’) richiama eb. pà a (soffiare, ‘ to flow^ av^ray,
give light, to appear in brightness ’). to scatter’), accad, (con prefisso na-) (na)patu
:r||7Tdo{Jkoti, aor. ■?|7t7]adi{A7)v etc. ; letter. “ addob (levarsi su, sollevarsi, farsi visibile, ‘ to rise, to become
bo", riparo, sarto. Da base semitica: ebr. visible ’).
jhafa (coprire, velare, *to cover, to v eil’), cfr. i^TclcxXo^ brivido, brivido di febbre, fjTrioXéw, ho
ebr. jafa Pi (adomare, ‘ to adorn, to beautify ’). brividi', la forma èrufeXo*; è calcata su l9iàXT7](;, in
Jjxrap, fiTcoLToq fegato, letter. organo ” pesante, cubo, demone pauroso. Fu derivato da e inteso
sodo è il più grosso organo ghiandolare dell’ad- come febbre dolce, benigna (‘ Stroberg ’) ; •?]- origi
dome. Considerato che Taccadico non distingue naria, protesi intensiva, ma nella formazione della
con sufficiente chiarezza la grafia della sorda dalla voce si fece sentire nella prima sillaba un ricalco
sonora ed enfatica, delle velari occlusive e delle su come dimostrerà la forma iKtaXoi;: la voce
uvulari, si spiega talora l’affievolimento di un ori originaria ha il valore di tremito : da paura e richiania
ginario k in così accad, kapattu, kabattu, ga- basi come accad. palà^u (tremare di paura, ‘ to
bidu, kabittu (fegato, parte interna del corpo, fear ’), cfr, ebr. pala? (essere scosso, tremare, ‘ to
‘inside of tlie body, liver, emotions, m ind’); il be shaken, to tremble ’),
nominativo greco rispeccliia però la base corri dolce, incantevole: cfr. accad. èpi(s)u (in
spondente ad accad. kabàm o ^abafu (‘ to become cantatore, ‘ sorcerer ’), ma deriva da base di ao-
fat, thick ’), kabbatu (pesante, grasso, ‘ thick, Éit, cad. epu, apù, ebr. jàfà (essere gradevole, ‘ to he
heavy: said o f parts o f thè b ody’); ^notxoQ scopre fair’), Jàpé (bello).
l’incrocio con la base corrispondente ad accad. dor,, are. chiamo a gran voce:
si-ba-a-at, sibtu (‘ a part o f thè liver’). Lucilio denominativo dalla base corrispondente ad ass.
{apud. Non,, 2, 39) ha hepatia nel senso di interiora. abut (st. c. di abutu: parola, ‘ spoken vrord
^TieSavó?, - 1^, -óv, debole, storpio detto di Efesto ‘ Wort, Befehl v. Gottern, Wortlaut ’) : la iniziale
{Od., 8, 311): originariamente che non sta bene in corrisponde alla base di (v,).
piedi, quello a cui manca i l terreno sotto i piedi. Se fjpa in Omero sempre nell’espressione <pé-
ne ignorò l’origine: si accostarono a torto, sanscr. psiv, fare piacere, portare riguardo. La metrica attesta
apvà (angoscia, panico), lit. opàs (tenero). Deriva un iniziale digamma: il semitico ha in ebr. il corri
da base originaria di accad. è (particella negativa, spondente beralt^ (favore, benedizione, ‘ fiivour,
«non, no», ‘ negative particle: n o t’), anche ai, blessing, benediction; a happy or blessed man ’),
111
*HpaKX?js DIZIONARIO GlìECO
cfr. accad, barù (aver riguardo a, ‘ to look at, to f^pwg, “0) 0 ^, eroe; calcato su; ant. egiz. wtt
consider’); composti èTcl'/jpo;, l7i:iY)pavo(; {Od.). (‘ great, important ’), wr (‘ prince ’) ; aram, Hata,
Brade, «Hercules»; «Herculis fons» arab. htitr, etiop. liatràwi, ebr. h5t (‘ thè
in Etruria, « Herculis Monoeci portus », « Herculis noble, thè free’). Per '5^pw(;, che certo anche si
coluirmae» etc.; anche il semidio italico scopre una gnificò “ famoso ”, si pensò a una radice *ser-;
originaria divinità connessa al regime delle acque: e in realtà la voce greca, che non fu mai chiarita,
la base di 'Hpa-, corrisponde a quella semitica di risulta molto affine semanticamente ad accad. situ
accad. betù (scavare, ‘ to dig ’ *. ‘ said o f rivers, (eccelso, augusto, eccellente), detto di divinità e
canals etc. '), ugar. accad. fearòru (‘ to dig ’), di capi, usato poi in iscrizioni reali come epiteto di
^ef itu (canale, ‘ canal ’), b^rru (corso d'acqua, truppe e anche in nomi propri; nel neobabilonese
‘ watercourse ') ; lat. « -cules » derivano da sarà sostantivo nel senso di “ capitano ” (first-rank
base semitica corrispondente ad accad. kalu (molo, in importance, outstanding, august, excellent; used
diga, ‘ dike: surrounding fields to keep tlie irrigation only as a poetic term; said o f deities, said o f rulers,
water inside thè field di kalù (trattenere, custo in personal names, foreign chieftain ’), dal verbo
dire, ‘ to keep in custody, to reserve ’) ; mentre il ?àru, siàtum (essere Éimoso, ‘erhaben seìn’), sutru
mito di Eracle perseguitato da Hera richiama Tin- (rendere famoso, ‘ to make famous’).
fluenza della base semitica corrispondente ad accad, *Hffto5o? Esiodo, il poeta degli insegnamenti
qaUum, qàlu (servo, ‘ slave * ; small, young ’) : agli uomini che faticano per realizzare le opere nei
etr. clan. giorni, si dichiara esattamente tale nel nome: che
•fipéiia, T^péjxai;: dolcemente. Come non è alle origini un nome proprio, ma un attributo
dolce, calmo, 'Jipefjiéw, esser calmo etc. È richiamato del grande ammaestratore. L’etimologia da
got. rimis (pace), lit. rlm ti (pacificarsi) etc.: accad. “ lancio ” e un presunto “ voce ” si lascia
rému (accondiscendenza, pietà, ‘ Mitleid'), accad. giudicare da sé. *HoioSo« significa “ poeta della
fàm u (dolcezza, amore, grazia, ‘ Liebe, Gnade ’) ; saggezza ", e deriva da basi corrispondenti ad ac
ra’im u (amato, ‘ geliebt ’) : la •?)- iniziale corri cad. wasiu (‘ singer, solo singer ’, letter. emergente,
sponde a ^ intensivo. ‘ departing: messenger; high-rising’) e uddù (‘ to
dai significati fondamentali di “ ama inform, to reaveal, to make known, to recognize ’).
bile ”, ma anche “ ben eseguito è suffisso che sco i^ouxo?» “ov sereno. Da base sem.: accad. suhhu
pre nei vari composti dei chiari richiami: eu[x-/ipr)^ (gioioso, ‘ smiling ’), sà^u (‘ to smile *) ; ma se
{Od., 10, 362), Gu(iapìf|? { I l, 9, 336) amabile, desidera ne ignorò l’origine: cfr, accad. Suqawuwu (su-
bile: base di 2ptó(;: accad. erèsu (‘ desire, wish'); qam m um u: essere tranquillo, ‘ stili sein '), cfr. §a-
eò;f|pY)<; significa ” ben fatto, ben lavorato ” : si pensò qùwum (saqum m um : tranquillo, ‘ ruhig*), sum.
a torto ad àpaptaxco ; corrisponde ad accad. erSù, §eg-6, i-si(-U6), sìg-8ig-ga (■rìoux^a. ‘ Rulie, Stille,
etsù (pronto, esperto, ‘ ready ‘ said o f objects and Schweigen ’) : richiama la base di ^ asseverativa.
people, well, well trained’: ‘ said o f a scribe; ^Top, forma eoi. per -ap: cuore. È significativa
fmished’: * said o f cloth’): xpi-i^py)? trireme mostra ai fini etimologici la voce ^rpov, « venter », Come
Tiniluenza di base come etiim, arum (ramo, lat. uter, ^xop è stato costrutto accad. atar di atifu,
‘ Zweig, Stengel’). m atm , watm , w etm (ciò che sporge, è grosso,
^pi presto, di buon’ora', letter. a ll’apparire della lu eccellente, in alto, ‘ pre^eminent, foremost, excel
ce, •fjépioi;, mattutino; v. ^ìixap, &n,ap, ^ipiépa, £iorno; lent ’) : per analogia di sviluppi semantici v. xotpSla.
av. ayar^ (giorno). Si usa richiamare il congetturale 'hxAi "'nS suono, eco; -^x<^
*ayeri, got. air (di buon'ora), Ug. “f (luce, ‘ Licht ’), mento, rumore, eco: è da Hx^; Jàxw, grido: se
accad. uffi (di giorno), urti§ (‘ bei Tage '), ebr, ’òt, ne ignorò lorigine: della stessa base di là ^ a , grido;
fen. ’r (luce); semanticamente accad. wa^ti (ma^ri: accad. bakù (gridare, ‘ to cry ’), bakkù (strillante,
prima, ‘ earlier ') ; con ■^- intensivo. ‘ crying ; cfi:. sum. akkil (grido, lamento, suono,
^ptov loculo, tomba { I I , 23,126) : base corrispon voce: cfr. accad. ikku: ‘ Stimmung’), accad. ik-
dente ad accad. feètu (fossa, ‘ ditch ’), feStum (sca killu e angillu (‘ rumor, loud cry, din', CAD,
vato, * dug, dug out ’), (scavare, ‘ to dig ’). 7» 57 sg.).
112
Oaifjós m. cardine di m a porta { I I , 12, 459), l’origine. Le voci che denotaiio il mare in greco
asse di una vettura. Ritenuto termine tecnico oscuro. sono TTÉXayoi; (accad., st. c. palag di palgu, ebr.
Denota elemento girevole o intorno al quale si peleg *stream, river ’) : il grande fiume che cinge
gira: accad. tajjàm (die gira, girevole, ‘ sich um~ la terra; kóvto<; accad. pattu (canale, ‘ canal’) con
wentlencl *), tafu (girare, aggirarsi, ‘ sich umwen- 10 stesso significato; lat. « undantem salum»
den ’). (masch.) di Ennio, gr. oràXoi; (agitazione del mare) :
0 aKos m. (att.): (Hom., ep., poet., dor.), accad. salà’u, salà^iu (spruzzare, aspergere, ‘ to
0Ó6)xo<;, seggio, sedia : seduta, concilio (Hom.) ; 0e^cro(j) ; sprinkle, to besprinkle ‘ Wasser sprengen ’) : offre
6aàooù) (Hom.) sono seduto; 0axéco, dor. Bcùxéw l’immagine, già piià larga, dell’ondeggiante mare;
sono seduto, 9odt^w (Emp., Aesch.); cfr. Oaxov
0àXaoCT« e 6 dtXaTTa partecipano, a due livelli crono
^ 0póvov (Hsch.) che ha fatto ipotizzare * 6dFaK0(;; logici differenti, delle due concezioni. Con OàXaooa
6wxo(; ha fatto presupporre *0óFaxo;, *0tf>faxoc: le
si esce dalla angusta visione del izéXayot;, sia pure il
forme che si accordano con tali presupposti, richia
grande fiume, e ci si trova dinanzi a quella della
mano per * 0 ófa-: ugar, tb(t) (seggio, posto,
koXu9 Xóo[3oi,o 0«Xàocn)(;: OàXacroa deriva da basi cor
‘ Sitz ’), mtb (sedia, ‘ Stuhl ’), ugar. jtb, aram. jetb,
rispondenti ad accad. *sal-apsà (l’ondeggiare delle
arab. witàb, accad. asàbu (sedere, ‘ to sit, to take,
acque del mare) : sala’u (aalù), forma allotropa di
aseat, to be seated ’) ridotto sulla base del sem.: ebr.
sala’u (spruzzare, aspergere, ‘ to besprinkle ’), con
faba (mi piego giù); con base ugar, ks», accad.
11 fenomeno di s > 0 : v. 9 <iiXa(xo5, e accad. apsà,
kussÙ, cbr, kès, k i 8sè (trono, sedia, ‘ high seat,
con la -a generalizzata delloriginario accusativo, da
throne, chair *), sum. g a ia ; il pres. 6itoató, poet.
apsù (mare, acqua profonda, ‘ sea, deep water’);
Oadtooco (Hom.) sono seduto, fu chiarito come da
0àXaTTa appare sotto la suggestione di un’antica
0afaK-jù)-; Godc^oi, sono seduto, richiama la base di
(v.). base che significa “ cammino” : accad. talakta <
0 aXa{xifjT:<i3LO5, -ov che ha cura del talamo-, i} 6 * tallaktu (cammino, tragitto, ‘ Gangbahn, Gang,
ancella. La seconda componente -tcóXo^ corrisponde
Wandel '), da alàku (andare, ‘ to go ’), con l’as
ad accad. palà^u (servire, rispettare, ‘jmd.m. similazione -kt- > TT.
dieiien, respektvoll behandeln aram. *bedienen, OóAAoj sono rigoglioso, copioso, lussureggiante,
bearbeiten ’) ma è ricalco di originaria base di accad. 0aXiiota, festeggiamenti della raccolta, 0oX(a, floridezza,
qallu (servo, noctq, ‘ Dienst ’)- festività, ^cùXàq, germoglio, ■&àXo<;, germoglio, 0aXepó(;
0 àXa(Ao? significò alle origini cantera da letto, copioso, 0y)Xéw abbondo', 'vriksq, fieno greco, lat. « talea»
luogo dove si dorme: Tiniziale 0 - deriva, come di (v.), «talla» («folliculum cepae»), corn. deìe (verga),
frequente, da originario s : accad. §allum (dormente, ant. sass. d illi (aneto), ant. Ìrl. deil, alb. dal (sorgere),
‘ sleeping ’), §alàlum (dormire, ‘ to He asleep ’, arm. dalar (fresco). Prisk accennò all’arm., all’alb.
schlafen’): §alalum “ dormire'* si incrociò con dal (sorgere): sulla base accad. tallu, talu, tialu
la base corrispondente ad accad. sululum (tetto, (germoglio, ‘ Schossling’), kt. «talea» (germoglio)
‘ roof, protection ’), salulu (ital. “ sala ”, got. ha influito ant. bah. dalù (‘ gardener, water drawer ’),
*saljan ’). dalu (irrigazione, ‘ irtigation’), dalO (‘ to draw
6(5^aaoa, f.; att. óàXaTTa mare. Se ne ignorò water irom a w e ll’), come anche la base di 0r)Xi^:
113
OdtTkTib) DIZIONARIO GRECO
mammella, seno : accad. tulùin, telù {seno, ' breast ’) done orienta per il corrispondente accad. dannata
etiop. talà'. (sventura, *distress ’ termine eufemistico per
OdXjTto riscaldo, tengo caldo, accendo, sono sollecito. “ m orte”), da’anu (violenza, ‘ violence’) 0Vf]aK<jj,
Gà^Tto?, ardore, calore, OaXTttopT), riscaldamento, con dvf)a>iiù, eoi, OvatcTKw muoio di morte violenta: f.
forto: OoIXttw orig, corrisponde ad accad. dalàpu 6av-: scm., ugar. t*n, arab. ta'ana (trafiggere con
(lat. « fervere », essere in agitazione, sveglio, in trava lancia, ‘ mit der Lanze durchbohren ’), ebr. tà'an
glio, essere acceso, ‘ heiss sein’), ma fissata la rela (‘ to be pierced ’) ; con suffisso di base sem. che ri
zione accad. s > greco 0 (v. Qi’xxàvoì, lat, « fingo », chiama accad, isqu (destino, ‘ fate, destiny ’).
«fictilia», etc.) e tenuto conto anche dello scambio Sàrtrto rendo g li onori della sepoltura, compio il
normale delle liquide, è agevole scorgere che pio o^cio: con influenza semantica di base cor
eàXTTw parte da base come accad. Sarapu (accen risponde ad accad. tabtu (buona, pietosa azione),
dere il fuoco, ardere, ‘ anzunden, verbrcnnen, Peuer {iàbu (essere benevolo, ‘ gut sein ’), ma lia origine
anziinden'); “ accendere il fu o co ” è semanti da base corrispondente ad accad. t^iba’um , te-
camente collaterale di ristorarsi, rifocillarsi e ac bflm, ebr. {aba (andar giù, andare sotto, ‘ to
cad. sarapu è Tantecedente anche di tépTroi, ri sink down *, ‘ untergehen v. « sepelio ») ; Tàtpoi;,
storo, rallegro, perciò 6aXncop-/) è orig. allotropo di rito funebre, banchetto consolatorio, è suggestione di
TBpTcoX':^; cfr. Tepoaivcù, dissecco, asciugo. base che dà lat. « daps » “ banchetto religioso ” :
0a(jid spesso: come lat. «saepe» da«saepes» aram., ebr. dap, ar. daflf, accad. dappu (tavola,
“ chiusura fatta spesso da un folto di cespugli ", ‘ Brett, Tafel ’).
OàjAvot;, boschetto, 0ap,ée(;, fo lti, 6a|zeiv6(;, denso etc. ri 0apYìf)Xnùv, -wvog mese ion.-att. maggio-giu
salgono ad una base che indica il folto, lo spesso gno, Anche TapyyjXic&v. Non ne fu cliiarlta Torigine.
(lat. «spìssus») dei rami della vegetazione: accad. Il nome allude al ritorno (iTTiSYjjxta) di Apollo dopo
sam ^u (copioso, fiorente, ‘ iìppig ’) da samàtiu che egli in inverno si era rifugiato nel paese degli
(essere in rigoglio, ‘ gedeihen, hoch aufschiessen : v. Iperborei: OapYrjXitìiv significa il viaggio e il cam
Vegetation’): per § > 6. mino (di ritorno) di Helios. La base iniziale corri
Oajjtpéo) sono scosso, 6à^t.|3oc, sbigottimento, spa sponde ad accad. tarqu, dataggu (cammino, ‘ path
vento, stupore: perfetto Té^Y)T:a, part. Ta9 civ; Tric90 (;, ‘ W eg '), ebr. derek (cammino, ‘ W eg ’),
stupore. Il valore originario è ‘ étre frappé de stu- ecipoo?, -eo 5 att. 0àppo<;; tracotanza, coraggio,
peur Dalla base corrispondente ad aram., ebr. OpAaoq id., 0pocoÓG, audace, spavaldo, 0paoiÌTr)?, ar~
dhp, accad. dalàpu, da’abu (scuotere, colpire, roganza; Oapaéoi, sono temerario. Accad. dafàsu (in
‘ stossen ’). calzare aspramente, trattare duramente, respingere,
0 à(ji,vo5 , V. ©«[/.à: la formazione di 0à{jLvo? calpestare, ‘ to press hard, to treat harshly, to throw
esibisce l’affìsso >^0- che, come -s del nominativo, over or back *wegdrangen ’), dxirtusu (* to treat
non solo greco, corrisponde a un originario pro oppressively’) : cfi-. sanscr. dh^^nà- (audace),
nome con valore anaforico, con funzione qui quasi èocdcroco v. 651ko^,
di aggettivo dimostrativo: ugar. hn, accad. annù OaùXio?, epiteto tessalico di Zeus, Zì)v (v,
(questo, quello, ‘ this, that'); v. èvv], èjtetvo?, Z eù?): di pioggia fecondatrice: significa “ pluvio” :
Oà(jiupi^, il mitico cantore della Tracia, Tamiri. accad. dalù (irrigatore, giardiniere, ‘ water drawer,
Accad. zammeru (cantore, ‘ singer ’) ; la tradizione, gardener’); fu proposto Kav-SauXa (Hipponax)!
che vuole il cantore cieco, mostra che tende a con OaOfxa, (Scótia), -aTo? n. spettacolo, stupore, 0au-
cepirlo come veggente simile a Tiresia, “ d’occhi [jtcic^cù, stupisco, m i meraviglio. Cfr. accad. tama^u
cieco e divin raggio di mente ”, come il Manzoni (afferrare, prendere, ‘ ergreifen’), ebr. tamah (es
cantò di Omero stesso: perciò 0à[j!.upt(; è calcato su sere stupito, sbalordito, ‘ to be astonished, to be
una base corrispondente ad accad. tamut(t)u, ta- amazed, terrified ’) ; tim m ahòn (stupore, ‘ astonish-
mattu (osservazione, visione dei segni celesti, ment, araazement, terror ‘) ; cfr. ebr. sam m a
*Beobachtung, Sehen: Oraina’: sa tam arti...; (‘ astonisliment ’) ; incrocio con 9éa.
della visione, *seeing ')• Oéet vista, V. O e d c o jjia i.
OàvaTo?, - 00 , maced. Sàvof;: morte. Fu rinviato ecAojxai, xon. Orjéo^i, dor. Saéojxat, cerco con
alla rad, * M w - ; e accostato a 0óco (v.). Il mace g li occhi; 0éa, vista etc. Se ne ignorò l’origine. Te-
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d iz io n a r io greco 0éjj,i<;
liuto conto della corrispondente accad. s > i.e. t-, caso sarebbe corrispondente ad accad. daddu,
si postula accad. §e’ù (guardare, *schauen ’), dàdu (‘ object o f love, darling: diild: thè form
ebr. sà^a (guardare, ‘ to behold, to gaze at ’), ugar. daddu may represent a Lallw ort ’), ebr. dod (zio,
durchschaueti, vidieren ') : l’ant. accad. è amato, ‘ Onkel, Geliebter ’), sir., ant., sud-arab. dàd
sa’ajam (‘ to look for, to scardi', Gelb., Gloss., (* Onkel ’). Ma v. accad. tè^ju, st. c. téljL (affinità,
256); sél>u (visione, ‘ vision’). propinquitas, affinitas, * Nahe, in der Nahe von,
deista pesto, percuoto, batto: v. agg. verb. {Od,, 2, angrenzend an ’).
355) J [(i.uXTf)]-9 aT0(;, triturato dalla mola. Fu postulata ÒéXyto incanto, GeXxx^p, incantatore, OeXxTTjpiov
la radice i.e, *gh^en~ (colpire, abbattere), ma tale incantamento etc. Non se ne conobbe l’origine- Fu
base richiama ad accad. qew ùm (qemùm; tri evocato lit. ipelgii^ (guardare), considerando l’azione
turare, ‘ mahlen ') die è sinonimo di accad. tSnu, dello sguardo capace di indurre in trance, ed è
sem. fhn (pestare, macinare, *zermalilen ’). intuizione esatta : OéXyto deriva, per metatesi di tipo
GetoV) “Oi> (Oéeiov e Hom.) zolfo: 9 U7] popolare dalla base corrispondente ad accad. dagalu,
TP09 Ò? E^piixXeia ^Jvetxev S’dcp« icijp «al 0^ÌEov, (guardare fisso, possedere, ‘ to gaze, to look at, to
aÙTÒtp ’OSuffCTeòc e3 SieGetwosv fi^yccpov xal Stó{i« look on, to own ’), deglu, diglu (sguardo fisso,
Kal aòX-^)v {Od., 22,492, sgg.) la diletta nutrice Euriclea ‘ gaze, eyesight ’).
€ si aj^ettò a portare fuoco e zolfo, quindi Odisseo pu -0d3ku{jt.vo<;, -ou congiunto, aderente, compaginato.
rificò per bene la sala, il soffitto e cortile; tì^eiów, ep. In composti es. Terpoc^éXujjLvo^, a quattro strati con
S'SEtótó, purifco con zolfo: oToe S'éetov, Ypy]ó, Kaxwv giunti, TptdéXufAvof;, a tre strati giustapposti etc. Se
otae Sé {Jioi Kup, 89 pa ^esióoto {ihid. ne ignorò l’origine. Ant. accad, talim u, ta-Um,
481 sgg.) portami zolfo, halia, rimedio dei mali e ta(a)lim (gemello, ‘ twin brother; associate, com-
portami fuoco, perché io purijìchi la sala; tìsiàSv)?, panion ’).
solfureo etc. Si ipotizzò *flfécfo^ < 6 éeiov col signi déAco, V. èBé^ùì.
ficato di fumo etc. La forma omerica -9if)iCov, un hapax, de^elXia, xó. = 6 é{xe8Xoi: le parti profonde, che
non è certo « une réfcction métriquement commode» sono al fondo: Ò90 aX^oto 0. le radici dell’occhio {II,,
(Chantraine) : Omero stesso ha sentito il valore 14, 493); aTO(A«xoio 0. {Il,, 17, 47), ’ilxeavoio 0.
apotropaico della voce che ha chiarita con Kanfiiv (Hes., Th. 816), A torto accostato a Tt0Y)[At; -ti-,
&no<;, rimedio dei mali; l’etimologia di ^ l ’ov, svela come in 6vo[xa (v.), è da originaria -b-: dalla base
nella componente 6 if)-, nella ipotizzata base *&Féaoq, corrispondciite ad accad. tebft, aram., ebr. tàba
significato di impurità, sozzura: * 0fÉ- richiama (andare al fondo, ‘ to sink down ’, ‘ untergehen’),
una base semitica col significato di ebr. tamé (im cfr. Ti<po<;; cfr. ebr, tàbal (‘ to dip, to immerse’).
puro, 'unclean: ritually and morally’) e, nel caso gen. eéfxicr'Toi;: Omer, etess.; eé(AiTO§,
di impurità di delitto di sangue e in particolare il OéftiSo^, 0 é|Jt.io5 , 6 é(ji,eu)^ costume, giustizia,
massacro dei Proci, la voce che ci soccorre ha il diritto; al plur.; decreti, ordinanze, Cfr. ant. ind.
valore di strage, macello: accad. fabà^jtu, aram. {ebah, dMma (legge, ordine, ‘ law, order ’) nel senso inteso
ebr. tabah (massacrare, uccidere, ‘ to slaughter, da Asoka. Fu evocata la rad. *dhè- di e fu
to kill *), tèbàh (massacro, uccisione, *massacre, richiamato av. dà-mi (creazione) che non dicono
killing, slaughter’), voci ricalcate poi su base col gran die per la loro genericità; per altro dà-mi cor
significato di contatto: impuro: accad. tilju, risponde a sum. dim (creare). Cfr. accad. $èmu
telhilhiu (vicinanza, l’accostarsi, ‘ nearness ’, ‘ das (giudizio, discernimento, affare giudiziario, co
Anstossende ’), cfr. aram., ebr., fàii (strofinare, spal mando, legge, ‘ Verstand, Einsidit, Befeld, Rechts-
mare, ‘ aufstreichen ’) ; la componente ~t.ov è dalla angelegenheit, Wille ’) ; l’abbreviazione dì é > e
base ignorata di l(4o|xai, curo, rimedio a: aram. asja, presuppone lo st. c. in cui la vocale in sillaba chiusa
(in greco è caduto -s- intervocalico), accad. asù talora si abbrevia: jem - < tém u; cfr. accad. dik >
(medico, ‘ physician ’) : -lov sembra calcato su base dik; ikun > ikun; idJo > idlti etc.
semitica come ebr. jà‘a (spazzar via, *to svreep Cfr. ug. thm (‘ decree, word ’) : in siriaco (‘ law,
away’), v. «sulphur»; Mttèatpco. precept ’). La flessione S-lfitoTOi; corrisponde ad ac
6 C105, -ou zio. Ritenuto derivato dal linguaggio cad. tèm i s(à)tu cioè il gen. di tem u il pron.
infantile come nonna, ava, Tr)()£(;, zia ; in tal ajiaforico Sàtu, forma di su che concorre a formare
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06(J(.ÓU> DIZIONARIO GRECO
il gcn. greco e latino; la flessione ^ ì \ja‘xoc, richiama della divinità, è una pietra conica a punta ovoidale;
la base del plur. accad. tèm éti. Le abbreviazioni una pietra conica era il simulacro di Afrodite a Pafo,
delle finali di satu, su sono normali per i pronomi : non dissimile la pietra nera di Emesa; un aerolite,
anaku >