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Risoluzione urgente
(Riconversione cementificio Scafa)
Il Consiglio regionale
Premesso che
le organizzazioni sindacali hanno espresso viva preoccupazione per le situazioni di evidente crisi di alcune
realt industriali della media Val Pescara che potrebbero condurre alla perdita di centinaia di posti di lavoro;
queste situazioni si aggiungono ad altre di grande emergenza, e non solo dal punto di vista occupazionale,
come il sito di interesse nazionale di Bussi sul Tirino, considerato il pi inquinato d'Europa;
nelle ultime settimane tornata prepotentemente alla ribalta la possibilit di chiusura del cementificio di
Scafa, in seguito alla ristrutturazione prevista dai vertici del gruppo Italcementi, che porterebbe a un forte
ridimensionamento dei cementifici in attivit;
considerato che
la Sama-Italcementi e il cementificio di Scafa rappresentano un pezzo di storia della Val Pescara e, per pi di
due secoli, stato un punto di riferimento occupazionale e di sviluppo dei territori interessati;
la stessa societ ha avuto e ha tuttora concessioni minerarie che interessano una grande parte del territorio
della Val Pescara, anche se ultimamente la societ ne ha richiesto, e ottenuto, la riduzione da 5.006 ettari a
1.100 ettari, dai 6.781 ettari originari, attraverso le quali ha potuto sfruttare le risorse naturali occorrenti
alle proprie attivit;
rilevato che
la societ Italcementi gi una quindicina di anni fa aveva espresso la volont di una chiusura dell'attivit del
cementificio di Scafa e una sua possibile riconversione;
successivamente, anche in seguito all'autorizzazione a bruciare rifiuti speciali (pneumatici e farine animali, in
particolare), il cementificio era stato oggetto di ristrutturazione ed adeguamento anche se la produzione di
cemento e il livello occupazionale non avevano subito incrementi;
constatato che
nel 2009 l'Italcementi ha presentato richiesta di autorizzazione per bruciare rifiuti (CDR), oltre a quelli per i
quali era gi stata autorizzata;
in sede di verifica di assoggettabilit a VIA (14 ottobre 2010), il Comitato CCR-VIA ha ritenuto che il
progetto dovesse essere rinviato a procedura VIA "in considerazione del complesso rapporto dell'attuale
impiantistica con il tessuto urbano circostante nel quale esso si colloca";
da allora la societ Italcementi non ha presentato ulteriori richieste o integrazioni al progetto originario, cosa
che gi da allora presupponeva un certo disinteresse della societ nei confronti del cementificio di Scafa;
nel frattempo i livelli occupazionali sono scesi di molto e i 67 operai oggi in attivit sono soggetti a cassa
integrazione a rotazione mentre alle ditte esterne non sono stati rinnovati i contratti;
Il Consigliere regionale
Leandro Bracco