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Egregio Presidente,
i sottoscritti Consiglieri regionali, chiedono, ai sensi dell'art. 17 dello Statuto della Regione
Abruzzo e della lettera b), comma 3, dell'art. 35, del Regolamento interno per i lavori del
Consiglio regionale, la convocazione straordinaria del Consiglio regionale per procedere alla
discussione del seguente argomento da inserire all'ordine del giorno: Opere di laminazione
delle piene del fiume Pescara.
A tal fine allegano alla presente il documento relativo all'argomento di cui si chiede
l'iscrizione, da porre in discussione in Aula, ai sensi del comma 1, dell'articolo 38, del
Regolamento interno per i lavori del Consiglio regionale.
Nel ringraziare per il seguito che vorr dare alla presente richiesta, Le porgiamo
cordiali saluti.
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Premesso che:
stato depositato dal Commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico presso il
Dipartimento Opere Pubbliche, Governo del Territorio e Politiche Ambientali - Servizio
Valutazione Ambientale della Regione Abruzzo il Progetto "Opere di laminazione delle
piene del Fiume Pescara", consistente nella realizzazione di una serie di bacini di invaso
temporaneo delle acque di piena del fiume Pescara, al fine di ottenere un significativo
effetto di laminazione degli idrogrammi propagati lungo il fiume Pescara, limitandone le
portate al colmo, per il rilascio del previsto parere reso dal Comitato di Coordinamento
Regionale per la Valutazione d'Impatto Ambientale, con il Giudizio n. 2712 del 04 ottobre
2016;
il 28 gennaio 2016 l'opera stata sottoposta a procedura VIA (procedura sospesa il
24/03/2016, riattivata il 13/04/2016 e conclusa il 04/10/2016), in base alla Delibera di
Giunta regionale n. 60 del 29 gennaio 2008 e con successiva pubblicazione avvenuta
sull'Albo Pretorio dei Comuni interessati, stato avviato il procedimento per
l'approvazione del progetto mediante una Conferenza di servizi con conseguente
apposizione del vincolo all'esproprio e dichiarazione di pubblica utilit, senza alcuna
consultazione dei proprietari e/o conduttori dei terreni individuati e senza coinvolgimento
delle Organizzazioni Professionali Agricole;
dagli elaborati del progetto si evince che con la realizzazione delle vasche, per la
laminazione del colmo del fiume di circa 160 mc/sec. e l'invaso di 6.255.000 di mc
d'acqua, in caso di onda di piena per 13 ore del fiume Pescara, evento che in genere in
passato si verificato una volta ogni 50 anni (1992, 2013, 2014), con una portata di circa
690 mc al secondo, si andrebbe a produrre un assorbimento del 13% del volume della
stessa. Tale percentuale si ridurrebbe ad un assorbimento del 5%, in caso di piene
eccezionali che possono generare una portata di circa 1220 mc al secondo. Pertanto, se
consideriamo che grazie alla conformazione del bacino idrografico del fiume Pescara, nel
passato abbiamo avuto sempre eventi di piene della durata di circa 48 ore, appare del tutto
probabile come la capacit di assorbimento delle vasche che si intendono realizzare sia
totalmente inadeguata a contenere i normali fenomeni di piena a tutela dei centri abitati a
valle del fiume e si avrebbe una massa enorme di acqua ingovernabile in grado di
distruggere le produzioni agricole, di rendere incoltivabili i terreni e di danneggiare le aree
fortemente antropizzate di San Giovanni Teatino, Spoltore e Pescara. Tale perplessit
aumenta, se si considera inoltre che tutti i dati raccolti negli ultimi studi climatologici
dal parere reso da esperti del settore si riusciti a porre le basi per una risposta alternativa
al problema, meno impattante per l'ambiente oggetto dell'intervento e molto pi efficace.
Con la stessa disponibilit economica si potrebbero realizzare circa 700 laghi collinari di
piccole e medie dimensioni, con una capacit di raccolta delle acque superiore di circa 8
volte quella che si otterrebbe con le vasche di invaso temporaneo. Quindi, considerato che
le vasche di invaso temporaneo hanno una capacit di assorbimento, in caso di onda di
piena, pari al 13% del volume della stessa, con la creazione dei laghi collinari potremmo
ottenere una capacit di assorbimento pari a circa il 70% delle acque di piena;
in dettaglio, l'idea quella di realizzare detti laghi collinari di modeste dimensioni sui
corsi d'acqua temporanei del bacino idrografico del fiume Pescara, nel quale convogliare
unicamente le acque che si produrrebbero in caso di pioggia, senza andare ad intaccare
minimamente la normale portata del fiume Pescara. Tali laghi di piccole o medie
dimensioni avrebbero una capacit media di accumulo delle acque pari a circa 30.000 mc,
quindi nel loro insieme potrebbero riuscire a contenere una quantit d'acqua pari a circa
25.000.000 mc;
sfruttando la presenza di centinaia di zone gi adatte per la loro conformazione ai fini
della creazione del lago, si pensi ai centinai di fossi naturali presenti, si limiterebbero
drasticamente i lavori di scavo e successivo trasporto di materiali di risulta, con
abbattimento dei costi. In moltissimi casi con piccoli lavori di rifinitura del terreno, una
chiusura a valle e una struttura in cemento sul colmo per la fuoriuscita di acqua in caso di
eccessivo riempimento, si otterrebbero la costruzione di centinaia di laghi senza impattare
pesantemente sull'ambiente e l'ecosistema circostante;
i vantaggi che si potrebbero ottenere con tale sistema dei laghi collinari di piccole e medie
dimensioni, oltre a quelli detti, sarebbero molti. Come la creazione di una vasta riserva di
acqua su tutta la zona adatta per lo sfruttamento in agricoltura; si renderebbero utilizzabili
porzioni di terreno, come i fossi naturali che altrimenti rimarrebbero abbandonati; tali
invasi potrebbero essere utilizzati come vasche di fitodepurazione naturale, dove
verrebbero raccolte e depurate, attraverso la vegetazione presente, le acqua provenienti dai
terreni agricoli circostanti, a tutto vantaggio per la qualit delle acque del fiume Pescara
quindi del mare, con il ripristino di una buona qualit delle acque di balneazione;
potrebbero nascere attorno ai laghi delle attivit imprenditoriali dedite alla pesca sportiva,
sport acquatici, allevamento pesci, creazione di parchi lacustri a scopo ricreativo
naturalistico, ecc; con la creazione di posti di lavoro. Si favorirebbe altres l'incremento
della biodiversit, ultimamente sempre pi minacciata dai continui e massicci interventi
da parte dell'uomo, con ricadute positive per gli ecosistemi circostanti e l'attivit agricola
autoctona;
si otterrebbe infine un netto miglioramento del microclima, in quanto nei periodi di siccit
dovuti al caldo eccezionale, con la presenza di una massiccia diffusione su tutto il
territorio di laghi, si riuscirebbe ad ottenere una mitigazione degli effetti che spesso
procurano delle ricadute pesanti sulle coltivazioni agricole presenti sul posto, a cui
nell'ultimo periodo abbiamo assistito sempre con pi frequenza e come confermato
d'altronde dagli ultimi studi climatologici effettuati da esperti del settore che hanno
ipotizzato in futuro un aumento di tali fenomeni;
contestualmente, si potrebbe intervenire con una risagomatura e rinaturalizzazione
dell'alveo del fiume, con lo scavo delle zone pi frequentemente allagabili e la creazione
di una quota di piena e una di magra. La creazione di due fasce boscate ripariali di circa
30 m in entrambe le sponde del fiume e all'interno del perimetro delle pertinenze
demaniali, con piante autoctone al fine di rallentare la velocit dell'acqua in caso di
esondazione ed evitare l'asportazione di terreno e il deposito di materiale inerte sui terreni
coltivati, garantire la fitodepurazione delle acque e aumentare il grado di naturalit
effettiva e quella percepita;
l'opera in oggetto fortemente contestata dalle Amministrazioni comunali interessate
dall'intervento (Cepagatti e Rosciano), oltretutto incompatibile con la pianificazione
urbanistica degli stessi, dalle Associazioni ambientaliste, dalle Organizzazioni
Professionali Agricole e dal Comitato dei proprietari dei terreni interessati;
Rilevato che:
diversi Paesi come la Svezia a Malm e Rotterdam, la Germania lungo il fiume Emscher e
a Dortmund, la Francia a Lione e la Spagna a Barcellona (In sintonia a quanto sollecitato
dalla Commissione Europea nel suo Programma Horizon 2020 ad "aumentare la
previsione dei rischi, a sviluppare soluzioni di adattamento al cambiamento climatico e a
recuperare gli ecosistemi degradati"), hanno gi dato il via a progetti, alcuni gi realizzati,
attraverso i quali creare un sistema diffuso su tutto il territorio in grado di raccogliere
l'acqua piovana delle piene, sfruttando aree verdi esistenti. Anche l'Italia, in provincia di
Milano, ha dato vita ad un progetto "Cap Holding", insieme il Dipartimento di scienze
agrarie e ambientali dell'Universit Statale di Milano e al Consorzio Villoresi con
l'obiettivo di verificare se i piccoli fossi che ancora esistono nella provincia meneghina
possono essere riutilizzati per assorbire piene e alluvioni e creare, di conseguenza, una
rete di citt spugna intorno a Milano chiamato "Flood hide", riscontrando buoni risultati
nei primi test svolti nei Comuni di Cisliano, Sedriano e Vittuone;
la stessa Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi Tecnici (APAT), oggi
Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), nel documento
"Atlante delle opere di sistemazione fluviale", redatto nell'anno 2003, annovera tra le
soluzioni ideali per il contenimento delle piene dei fiumi quella della realizzazione dei
"Laghetti collinari";
Per tutto quanto in premessa,
il Consiglio regionale
impegna
il Presidente della Giunta Regionale
Il Consigliere regionale
(Proponente e primo firmatario) Domenico Pettinari _____________________________