A.A. 2002-2003
Gestione Aziendale
A.A. 2002-2003
Indice:
Strategia di impresa
Scelte strategiche su singola SBU
1.
1.1.
1.2.
2.
Vantaggi di costo
Economie di scala
Economie di apprendimento
Integrazione verticale
Localizzazione
Vantaggi di differenziazione
a pagina 3
a pagina 4
a pagina 4
a pagina 4
a pagina 7
a pagina 7
a pagina 8
a pagina 8
a pagina 9
a pagina 10
a pagina 10
a pagina 11
a pagina 11
a pagina 12
Matrici di portafoglio
Matrice BCG
Matrice McKinsey
a pagina 13
a pagina 13
a pagina 14
a pagina 16
2.1.
2.1.1.
2.1.2.
Organizzazione
3.
3.1.
Meccanismi di coordinamento
a pagina 16
3.2.
a pagina 17
4.
La progettazione organizzativa
4.1.
4.2.
4.2.1.
4.2.2.
a pagina 18
a pagina 19
a pagina 19
a pagina 20
4.3.
Decentramento/delega
a pagina 21
4.4.
Collegamenti laterali
a pagina 21
5.
PG
a pagina 18
Esempi di imprese
a pagina 22
5.1.
a pagina 22
5.2.
a pagina 23
5.3.
Societ di consulenza
a pagina 23
5.4.
a pagina 24
Gestione aziendale
5.5.
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Societ di ingegneria
a pagina 24
Business Plan
Fonti di finanziamento
6.
6.1.
a pagina 26
6.2.
a pagina 27
6.3.
a pagina 27
7.
Executive Summary
a pagina 28
7.2.
a pagina 28
7.3.
a pagina 28
Piano strategico
a pagina 29
a pagina 29
a pagina 29
a pagina 30
7.4.1.
7.4.2.
7.4.3.
7.5.
Analisi esterna
Analisi Interna
Valutazioni strategiche
Piano di Marketing
7.5.1.
7.5.2.
7.5.3.
7.5.4.
PG
a pagina 27
7.1.
7.4.
8.
a pagina 26
a pagina 30
a pagina 30
a pagina 31
a pagina 31
a pagina 31
7.6.
Piano Operativo
a pagina 32
7.7.
a pagina 32
7.8.
Struttura finanziaria
a pagina 32
Appendice
a pagina 34
Gestione aziendale
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Strategia di Impresa
La strategia dimpresa tratta quelle scelte i cui effetti si hanno nel medio e lungo periodo, ovvero in un
arco temporale di 3-5 anni minimo. Un esempio tipico di scelte potrebbe essere lacquisizione di nuovi
macchinari o il lancio di nuovi prodotti. Prendiamo in considerazione fattori di lungo periodo (2/3
anni).
Lobbiettivo dellimpresa quello di creare valore per gli azionisti. Il conseguimento di tale obbiettivo
dipende dalla redditivit dellimpresa, e questa a sua volta dipende dalle scelte strategiche.
OBBIETTIVO IMPRESA:
creare valore per gli azionisti
dipende da
dipende da
redditivit impresa
scelte strategiche
Le scelte strategiche si differenziano principalmente a seconda che limpresa operi in ununica area di
affari (SBU = Strategic Business Unit) piuttosto che su di un insieme di aree daffari (al che si parla di
scelte strategiche a livello corporate).
Singola area di affari (SBU)
Insieme di SBU (corporate)
Scelte
strategiche
SBU
Creazione di
vantaggio
competitivo
Corporate
Attrattivit
della SBU
Creazione di
vantaggio di
portafoglio
PG
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PRODOTTI
ESIGENZE
CLIENTI
Modello di Abbell
Le scelte strategiche dipendono dalla posizione competitiva che ha limpresa allinterno della SBU e
dallattrattivit di questultima.
PG
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CVTOT
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CFTOT
CTOT
QUANTIT
QUANTIT
QUANTIT
CTOT=CVUQ+CFTOT
CU
= CTOT
= CVUQ+CFTOT/Q
CU=C
/Q=
TOT/Q
In realt, dopo una certa quantit le curve
tendono a salire per un fenomeno detto di
complessit.
QUANTIT
-(Tecnologia variabile) Ma leconomia di scala prevede uno studio sul lungo periodo, nel quale la
curva del costo unitario rispetto alla quantit prodotta cambia, per effetto del rinnovamento tecnologico.
Ad ogni tecnologia si pu associare una curva di costi. Andando nella direzione delle nuove tecnologie,
linviluppo dei minimi di tali curve, che in pratica viene considerato la curva dei costi a lungo periodo,
decrescente, e diventa (circa) costante oltre un certo valore che prende il nome di DOM: Dimensione
Ottima Minima. Tale valore rappresenta la soglia per poter produrre a costi unitari minimi.
Per quanto detto, poich le scelte strategiche sono per loro natura di lungo periodo, per economia di
scala si intende questo secondo effetto, lunico rilevante in fase di progettazione strategica poich crea
vantaggi competitivi, a differenza del primo, che invece non ne crea.
Il vero vantaggio dell'economia di scala che se il concorrente produce una quantit minore allora
costretto ad utilizzare una tecnologia peggiore e se vuol diventare competitivo deve aumentare la
quantit prodotta per poter cambiare tecnologia.
PG
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Per essi infatti un investimento modesto d risultati trascurabili, ossia al di sotto di una soglia i costi
sostenuti non sono sufficienti a garantire un buon livello delloutput.
Settori con queste caratteristiche sono la ricerca e sviluppo e la pubblicit.
E per questo che capitano casi di aziende che si accordano per promuovere attivit di R&D comuni,
per superare la soglia critica e avere output non trascurabili.
PE: centinaia di aziende del Lombardo-Veneto utilizzano una impresa di servizi, nata appositamente,
che si occupa dei loro fabbisogni di cancelleria e materiale da ufficio, ottenendo cos risultati
vantaggiosi.
OUTPUT
COSTI FISSI
Il secondo motivo legato allautomazione: al crescere della scala produttiva cresce lautomazione, e con
essa si ha risparmio su costo del lavoro e impiego di materia prima notevolmente superiore rispetto
allaumento del costo di ammortamento dei macchinari.
Leconomia di scala un fenomeno significativo per la creazione di vantaggi di costo solo nel caso in cui:
1. La curva abbia una buona pendenza;
2. Vi sia un buon rapporto DOM/marcato totale.
Innanzitutto quindi dipende dalla pendenza della curva dei costi sul lungo periodo.
Se la pendenza della curva molto elevata per Q tendente a zero, ma diventa quasi nulla superata una
barriera di Q piuttosto bassa, leconomia di scala diventa un fattore pressoch irrilevante nel
conseguimento di vantaggi costo.
C
PG
DOM=1
DOM=500
MercatoTotale=1000
MercatoTotale=1000
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Nel primo caso ci possono essere 1000 imprese operanti alla DOM, nel secondo solo 2, quindi c' stata
grande selezione.
B) ECONOMIA DI APPRENDIMENTO
Producendo un certo tipo di prodotto da molto tempo possibile giungere, grazie allapprendimento,
ad un risparmio sulla produzione: vengono diminuiti gli scarti (e quindi la quantit di materie prime
unitarie), ridotti i tempi di produzione e introdotte le cosiddette innovazioni incrementali: piccole
modifiche nel modo di lavorare (infrastruttura ed organizzazione complessiva) che comportano
risparmi di costi.
Costi
Unitari
La learning curve.
Nella sua versione originale accreditava una dipendenza
lineare tra i costi unitari e la quantit cumulata di
produzione in scala logaritmica.
10 Q
100 Q
(Q)
PG
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fissi per il mancato ammortamento degli impianti necessari a produrre i componenti (lazienda non ha
pi ragione di possedere tali impianti, acquistando il componente gi pronto).
I vantaggi dellintegrazione verticale sono:
1.
2.
3.
4.
PG
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margini di miglioramento che risultino un mezzo efficace per attrarre clienti. Ad esempio se produco
acciaio o benzina il mio prodotto indistinto o indifferenziato dagli altri acciai o dalle altre benzine (al
massimo posso migliorare il servizio, ma creo poco margine competitivo).
Per le commodity va bene solo strategia basata sui costi, nel qual caso rimangono solo le grandi imprese
che possono sfruttare l'economia di scala e, essendo in pochi sul mercato si decidono i prezzi di
comune accordo (es. per la benzina tutti insieme si decide un prezzo).
Un prodotto unico o differenziato per i seguenti fattori:
1. Qualit:
-Miglior prestazione funzionale a livello tecnico (Intel contro Amd);
-Conformit: nessun difetto:
Es: faccio cpu molto veloci, ma il 20% risultano poi difettose: buona prestazione, bassa conformit.
2. Tempo:
Tempo di consegna: consegnar al momento giusto (non necessariamente pi velocemente,
altrimenti l'impresa cliente potrebbe avere scorte) rilevante per prodotti industriali e molto meno per
gli utenti finali (8 mesi di media per poter ricevere una Ferrari!!!).
Time to market: tempo che passa tra l'istante in cui concepita l'idea di un nuovo prodotto e
quello in cui il prodotto realizzato e messo sul mercato (ingegnerizzazione: passaggio dal prototipo
alla produzione industriale). Meglio se breve: mettendo sul mercato velocemente nuovi modelli ne
posso aumentare la variet (questo stato uno dei problemi che ha portato alla crisi della FIAT).
3. servizio: offrire servizi complementari: garanzia, servizio clienti,assistenza (tipico dellinformatica).
4. variet (ampiezza di gamma): segmentare il mercato, ossia suddividerlo a seconda di criteri rilevanti
come prezzo, area geografica, tipologie di clienti. Meglio se la variet elevata per poter coprire tutti
i segmenti di mercato.
PG
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1.2.1 Prodotti sostitutivi: fatti
da chi non del mio settore, ma
che soddisfano comunque lo
stesso bisogno.
es. teleconferenze invece di
viaggi aerei
PG
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4. Accesso alla rete distributiva specialmente per i beni destinati al largo consumo. Spesso si rivela
assai costoso (tipicamente 4 volte i costi di realizzazione del prodotto).
5. Reazione degli operatori che gi operano nel settore con quantit di prodotto vicino alla DOM, i
quali possono applicare lentry deterring price, meccanismo molto efficace con il quale abbassano i loro
prezzi riducendo i propri margini ed eliminando quelli dei nuovi entranti: in tal modo resa quasi
nulla la minaccia della loro entrata o permanenza nellarea di business.
1.2.3 Intensit della concorrenza
Su di essa incidono molteplici fattori, elencati qui di seguito.
Numero di imprese: se maggiore ho maggior concorrenza.
Lo misuro col grado di concentrazione del settore: ho elevata concentrazione se il numero di imprese
basso, quindi il grado di concentrazione dice com' concentrato il potere: se molto concentrato sono in
pochi ad averlo.
1. Grado di differenziabilit dei prodotti: gioca a favore della profittabilit perch spinge a ricavarsi
spazio in nicchie diverse, quindi senza farsi concorrenza a vicenda .
Pi c opportunit di differenziazione, meno risulta intensificata la concorrenza (ogni impresa in
grado di trarre vantaggi di differenziazione).
Questo effetto quindi praticamente assente nel caso si tratti di commodities.
2. Tasso di crescita del mercato: pi elevato il tasso di crescita del mercato (e quindi la domanda),
minore la concorrenza (la domanda in grado di assorbire pienamente lofferta).
Minore concorrenza significa che non si ha il bisogno di abbassare i prezzi per mantenere i clienti,
quindi non si hanno effetti di erosione dei margini.
3. Livello dei costi fissi: Se il settore richiede che i costi fissi siano alti, si ha un maggior grado di leva
operativa (cfr. appendice), ovvero piccole variazioni di fatturato procurano grandi variazioni di
margine; a causa di questo, le imprese del settore cercano di massimizzare il fatturato, inasprendo la
concorrenza.
4. Barriere all'uscita: sono gli ostacoli che unimpresa deve superare per uscire da una area di
business. Tanto pi tali barriere sono alte, tanto pi le imprese sono costrette a rimanere nel settore,
intensificando la concorrenza. Le cause possono essere molteplici:
4.1. la non convertibilit degli impianti o del personale;
4.2. ostacoli di natura socio-politica, per limpossibilit o il costo estremamente elevato dei
licenziamenti in condizioni non fallimentari (vedi caso Fiat);
4.3. elevati costi fissi di uscita (per esempio, nel caso di azienda automobilistica, garantire
assistenza e pezzi di ricambio per un certo numero di anni).
1.2.4 Potere contrattuale verso i fornitori/clienti
La bilancia del potere contrattuale fra due imprese collocate nella filiera una a valle dellaltra (impresa
cliente e impresa fornitrice) influenzata da:
1. grado di concentrazione relativa tra le imprese: il rapporto tra il grado di concentrazione del
settore acquirente e quello del settore fornitore, ed a favore del settore pi concentrato.
Un comparto con poche grandi imprese ha un potere contrattuale molto pi elevato di uno con
molte imprese piccole, sia se collocato a valle che a monte;
2. importanza del prodotto fornito sulla prestazione del prodotto finale, ovviamente al crescere di
questa il potere contrattuale si sposta verso i fornitori;
3. grado di standardizzazione del prodotto fornito: se elevato aumenta la concorrenza tra i
fornitori, ed il potere contrattuale si sposta verso i clienti ( tranne nel caso in cui i fornitori
costituiscano un cartello e si accordino su prezzi non concorrenziali);
PG
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IMPRESA
BUSINNESS
A
BUSINNESS
A
cross finanziamento
investiti a tasso i
finanziati tasso k
Possibilit di agire sul livello di rischio dellimpresa: affiancando ad un business rischioso uno
stabile, limpresa abbassa il livello di rischio percepito e attrae investitori;
Gestione comune delle risorse umane.
Invece, i portafogli correlati presentano i seguenti vantaggi:
Sfruttamento di economie di scala: utilizzando gli stessi impianti per la produzione di prodotti
diversi potrebbe essere possibile operare ad un volume uguale o superiore alla DOM (dimensione
alla quale, i due business dei singoli prodotti presi singolarmente, non arriverebbero), quindi con
costi medi minori;
PG
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Raggiungimento della massa critica di attivit facilitato (es. nella R&S ovvero nella ricerca e
sviluppo, lattivit degli addetti potrebbe produrre risultati sfruttabili in pi aree di business
correlate);
Output
Massa
critica
N addetti
Completezza di gamma.
Daltro lato, operare in pi SBU si con portafogli correlati che conglomerati porta anche degli
svantaggi, quali:
Costi di coordinamento;
Complessit gestionale;
Disomogeneit culturali (es. fra settori in evoluzione e settori pi tradizionali, o anche dal punto
di vista geografico per settori particolari).
Posizione
competitiva =
QUESTION
MARK
STAR
10%
Attrattivit del
=
settore
DOG
CASH COW
posizione
competitiva
>1
=1
<1
limpresa follower
La matrice BCG divide i business che fanno parte dellimpresa in quattro categorie:
STAR
PG
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DOG
CF I
NCF0
STAR
CF I
NCF0
maturazione
settore
CASH COW
CF I
NCF>>0
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Lattrattivit (dellarea di business) misurata tenendo conto delle 5 forze di Porter, ognuna delle quali
pesata in maniera diversa a seconda di quanto incide nella profittabilit del particolare settore.
PESO
PUNTEGGIO
Intensit concorrenza
Presenza prodotti sostitutivi
Minaccia nuovi entranti
Potere contr. vs clienti
Potere contr. vs fornitori
(totale = 1)
PUNTEGGIO
I quadranti della matrice non sono pi rettangolari come per la BCG, ma pi irregolari.
1
INVESTIRE
2/3
1/3
LEADER
ABBANDONO
SFRUTTAMENTO
1/3
2/3
Lo svantaggio della matrice McKinsey dato dalla soggettivit del calcolo dei parametri attrattivit e
posizione competitiva, che dipendono completamente dalla scelta di pesi e punteggi effettuata dal
decisore.
PG
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Organizzazione di impresa
Lorganizzazione pu essere definita semplicemente come il complesso delle modalit secondo le quali
viene effettuata la divisione del lavoro in compiti distinti e quindi viene realizzato il coordinamento fra
tali compiti.
Pi nel dettaglio, la progettazione organizzativa costituita da:
Progettazione delle posizioni individuali. Le dimensioni elevate di unimpresa portano ad una
suddivisione dei compiti, cio alla specializzazione (assegnazione di un compito specifico) dei
singoli individui facenti parte di essa.
E qui che nascono le figure del coordinatore e del supervisionato.
Progettazione della macrostruttura. Rappresentata dallorganigramma della societ,
necessaria per coordinare i singoli.
Indica le relazioni e le aggregazioni degli elementi del gruppo.
Decentramento/delega. Concessione di libert decisionale (e di utilizzo delle liquidit!!!) a
diversi livelli dellorganizzazione.
Collegamenti laterali. Meccanismi attraverso i quali entit (persone o strutture) allo stesso
livello della gerarchia interagiscono tra loro.
PG
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R
Direttive
Adattamento reciproco
Supervisione diretta
Via via che lattivit dellazienda diventa complessa, la scelta del mezzo privilegiato di coordinamento da
parte del responsabile passa dalladattamento specifico, alla supervisione diretta e infine alla
standardizzazione. Al che, i collaboratori del responsabile diventano dei sottoresponsabili, e al
complicarsi della loro attivit seguono un ciclo di coordinamento analogo a quello del responsabile
generale.
In sostanza, man mano che lattivit dellazienda diviene complessa, la sua struttura gerarchica si
sviluppa ad albero.
PG
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ORGANO
DI STAFF
LINE
DI GOVERNO
ORGANO
DI STAFF
VERTICE
STRATEGICO
(Vertice strategico
Management intermedio
Nucleo operativo)
MANAGEMENT
INTERMEDIO
Organigramma di unazienda
NUCLEO
OPERATIVO
4. La progettazione organizzativa
4.1 Progettazione delle posizioni individuali
Per quanto riguarda questo aspetto della progettazione organizzativa, sono rilevanti tre parametri:
1. Grado di specializzazione delle mansioni
2. Grado di formalizzazione dei comportamenti
3. Formazione e indottrinamento
PG
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SPECIALIZZAZIONE
VERTICALE
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MANAGEMENT
INTERMEDIO
NUCLEO
OPERATIVO
VERTICE
STRATEGICO
ORGANI DI
STAFF
Specializzazione Verticale
Alta: controllato
Bassa: Si autocontrolla
SPECIALIZZAZIONE
ORIZZONTALE
Formazione
Formazione professionale necessaria per rendere lindividuo operativo.
Indottrinamento
Consiste nel far apprendere ai membri il sistema di valori, le norme e i modelli di comportamento
richiesti dalla societ. Scopo dellindottrinamento quello di rafforzare la lealt dei dipendenti
verso lorganizzazione.
Per esempio nellIBM il vertice strategico composto da persone che vengono da 25-30 anni di
esperienza in IBM, questo per trasmettere i valori della fedelt e della carriera interna.
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Chimica
Biologica
Farmacol.
Logica delle attivit svolte: le persone sono aggregate in base alla funzione svolta allinterno
dellazienda (es. acquisti, vendite, logistica, ecc.).
Se viene scelta questa modalit come primo livello dellorganigramma, la macrostruttura che ne
deriva detta macrostruttura funzionale, ed quella pi largamente utilizzata.
Le unit che si riferiscono ad una singola attivit sono le Funzioni.
Questo il tipo di macrostruttura pi utilizzato.
D.G.
VENDITE
ACQUISTI
PRODUZ.
LOGISTICA
CAVI
PNEUMATICI
TLC
PG
Logica dei clienti: raggruppamento in base alla tipologia di clienti serviti (tipico delle societ di
consulenza).
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Logica dellarea geografica: aggregazione delle persone in base ai mercati a cui destinato il loro
lavoro (macrostruttura divisionale per area geografica).
D.G.
EUROPA
NORD
AMERICA
MEDIO
ORIENTE
AUSTRALIA
PIRELLI
Macrostruttura divisionale per prodotto
PNEUMATICI
CAVI
Struttura
divisionale per
prodotto
A CONSUMO
INDUSTRIALI
TELECOMUNICAZIONI
Struttura
funzionale
ACQUISTI
PRODUZ.
VENDITE
Caso Pirelli
4.3 Decentramento/delega
Il decentramento consiste nella suddivisione del potere decisionale tra pi persone.
Il livello di decentramento elevato se viene concessa ampia libert decisionale ai bassi livelli
dellorganizzazione, mentre basso se tutto il potere accentrato nel vertice strategico.
Il decentramento pu essere di tipo orizzontale o verticale, a seconda che le concessioni vengono
fatte lungo linee orizzontali (cio verso gli organi di staff) piuttosto che verticali dellorganigramma.
Si parla di decentramento parallelo quando la delega ad un certo livello comporta una concessione di
ampia autonomia su molteplici decisioni; viceversa si parla di decentramento selettivo se la delega
comporta autonomia in merito a una o poche decisioni.
Esempio di decentramento orizzontale e selettivo quello destinato a centri di pianificazione e
controllo.
PG
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Gestione aziendale
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Team o comitati. Gruppo di persone rappresentanti varie unit organizzative che necessario
collegare perch interessate in una medesima attivit. I primi lavorano per progetti a termine (con
un limite temporale fissato), per tanto sono a carattere temporaneo, mentre i secondi hanno
carattere permanente e hanno un target specifico. In genere tali gruppi sono costituiti da persone
riguardanti ognuna una specifica funzione (esempio di formazione di un tipico gruppo: R&S,
progettazione, marketing e vendite, produzione e ingegneria, acquisti).
Il Team tipico quello dedicato allo sviluppo di un prodotto.
Avr quindi bisogno di competenze provenienti da R&D, progettazione, marketing, produzione e
acquisti.
Un Comitato tipico il comitato per lambiente, che necessiter di persone dellambito Tecnico,
della Progettazione e della Produzione.
Product o project manager. Individui aventi il compito di coordinare persone che partecipano
ad una determinata attivit. I primi hanno un ruolo fisso e solitamente si occupano del prodotto
cui sono assegnati, mentre i secondi si occupano di un progetto (es. negli enti spaziali i project
managers sono responsabili per lintegrazione di alcune attivit funzionali).In entrambi i casi
dipendono direttamente dal Direttore Generale.
Struttura a matrice. Con essa lorganizzazione dellazienda diventa a due dimensioni: la
macrostruttura non segue pi un certo criterio, ma utilizza due basi di raggruppamento. In questo
modo ad ogni unit organizzativa giungono due linee di comando, quindi essa deve sottostare a due
unit organizzative (il che pu essere uno svantaggio dal punto di vista del coordinamento, per le
discordanze tra le direttive imposte). Il vantaggio introdotto dalla struttura a matrice quello di
avere un equilibrio tra strutture di tipo diverso. Le imprese multinazionali hanno tipicamente
struttura a matrice funzionale/divisionale - geografica.
D.G.
VENDITE
ACQUISTI
PRODUZ.
EUROPA
NORD
AMERICA
5. Esempi di imprese
5.1 Piccola impresa padronale
Limpresa caratterizzata dalla presenza di un imprenditore/gestore (che da solo costituisce il vertice
strategico) e di dipendenti (costituenti il nucleo operativo).
PG
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ANALISTI
DEL
LAVORO
PRODUZIONE
ACQUISTI
VENDITE
Management intermedio
IMPIANTO 1
IMPIANTO 2
Nucleo operativo
PG
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D.G.
ANALISTI
DELLE
COMPETENZE
Vertice
Strategico
CLIENTI
SETTORE 1
CLIENTI
SETTORE 2
CLIENTI
SETTORE 3
Nucleo operativo
ANALISTI DI
PIANIFICAZ.
E CTRL
DIVISIONE
PRODOTTO 1
ACQ.
PR.
DIVISIONE
PRODOTTO 2
DIVISIONE
PRODOTTO 3
VEN.
PG
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D.G.
Divisionale per
prodotto
PROGETTAZ.
LOGISTICA
Macrostr.
funzionale
ACQUISTI
PROGETTO
1
PROGETTO
2
PG
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Business Plan
Il business plan (BP) un documento che formalizza unidea di business. I suoi obbiettivi sono:
1. Comunicazione e trasparenza. Dare informazioni sullidea a chi la svilupper, cio:
a. finanziatori;
b. partner industriali (clienti, fornitori, ecc.);
c. attori pubblici (enti o istituzioni che offrono finanziamenti).
Questa la funzione esterna, e serve ad individuare gli eventuali interessati (stakeholders).
2. Pianificazione dellidea. Valutarne la profittabilit e la fattibilit. Pianificare passo - passo lo
sviluppo del progetto.
3. Controllo/apprendimento. Utile una volta avviato il business, per verificare se si sta seguendo
ci che si pianificato.
Lo sviluppatore di tale documento limpresa interessata in tale idea di business, impresa che pu
essere una start-up (ovvero una nuova impresa che si avvia) piuttosto che una gi esistente.
Vi sono fondamentali differenze in questi due casi.
Limpresa gi esistente possiede un insieme di risorse (finanziarie e umane) che pu sfruttare per la
realizzazione del business, pertanto dovr concentrarsi sugli ultimi due obbiettivi da conseguire; per
contro, promuovere un nuovo progetto per essa potrebbe voler dire far sorgere conflitti interni. Per
questo motivo capita, talvolta, che unazienda interessata ad un business offra, ad uno dei suoi membri
promotori dellidea, la direzione di una nuova societ (una start-up) controllata da essa.
Nelle start-up risulta di fondamentale importanza il conseguimento del primo obbiettivo del BP, in
quanto una simile impresa non possiede n finanziatori, n partner industriali abituali.
Nel primo capitolo vengono enunciate le possibili fonti di finanziamento di un business (a cui
destinato il documento BP), nel secondo verr esposta la struttura tipica di un BP.
La trattazione svolta riferita ad unimpresa start-up.
6. Fonti di finanziamento
Unimpresa pu ottenere finanziamento per un business tramite capitale di debito, di rischio o di servizio.
Nel BP molto importante che compaia la valutazione degli investimenti del business, in quanto lo
strumento formale principalmente considerato da ogni tipo di finanziatore. ??? potresti chiarire???
PG
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Gestione aziendale
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Contribuzione, dato dal rapporto Debt/Equity, ossia qual la porzione di investimento che
devono mettere entrambe le parti.
Collaterali, ovvero garanzie (di restituzione del capitale) che limpresa pu offrire.
Le istituzioni valutano anche aspetti di carattere sociale, come per esempio la creazione di posti di
lavoro da parte del business da avviare. Esse possono offrire:
Contributi in conto capitale. Sgravi fiscali, ovvero possibile esenzione dalle imposte in base
allutile.
Contributi in conto interessi. Prestiti a tasso dinteresse agevolato.
Fondi di garanzia. Offerta di garanzia di risarcimento a istituti di credito che finanziano il
business, contribuendo a soddisfare la quarta C (collaterali) da essi valutata.
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Gestione aziendale
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
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Piano strategico
Piano di marketing
Piano operativo
Piano risorse umane e organizzativo (facoltativamente)
Struttura finanziaria
PG
28
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ANALISI
INTERNA
S W (7.4.2)
MISSION
VISION
OBBIETTIVI
ANALISI
ESTERNA
O T (7.4.1)
VALUTAZIONI
STRATEGICHE
STRATEGIA
Esempi:
Il mercato richiede un alta qualit (o)
I competitors hanno bassa qualit (o)
Io possiedo macchinari che producono ad alta qualit (s)
PG
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Gestione aziendale
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Correlazione
ai benefici
RISORSE
INDISPENSABILI
RISORSE
CRITICHE
Riuscendo
a sfruttarle
RISORSE
IRRILEVANTI
Unicit risorse
ANALISI E
VALUTAZIONE DI
MERCATO
Stabilisco la campagna
pubblicitaria
PREVISIONE
RISULTATI
Quota di
mercato
MARKETING MIX
Stabilisco
il prezzo
PG
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A.A. 2002-2003
Serve per stabilire e quantificare i futuri clienti, cio il cosiddetto mercato penetrato.
MERCATO POTENZIALE: clienti raggiungibili con uno sforzo di
marketing infinito, cio il numero di potenziali clienti.
MERCATO DISPONIBILE: clienti che possono usufruire del
prodotto o servizio offerto.
MERCATO SERVITO: clienti che limpresa decide di servire.
MERCATO PENETRATO: clienti effettivamente serviti (misura
a posteriori, che nel business plan viene stimata)
La stima del numero di clienti costituenti il mercato penetrato viene fornita da fonti informatrici, che
possono essere di due tipi:
primarie: enti che effettuano stime su commissione appositamente richiesta dallazienda; sono
molto costosi ma anche precisi;
secondarie: fonti che gi posseggono le stime di interesse dellazienda per altri scopi (es. sondaggi
ISTAT); sono meno costosi ma anche meno precisi dei primari.
Tali fonti informatrici forniscono anche le stime dellevoluzione della domanda e lanalisi di sensitivit.
7.5.2 Evoluzione della domanda
Informa sul trend del mercato, ovvero su come varier il numero di clienti del prodotto o servizio nel
futuro.
7.5.3 Analisi di sensitivit
Presentazione di diversi scenari in cui non sono verificate le ipotesi di mercato, con relative
conseguenze.
7.5.4 Marketing mix
Viene presentata la strategia di marketing, sulla base del modello delle 4 P:
Price. Politica di prezzi (sottocosto per guadagnare mercato; in base ai concorrenti; mark-up:
costo pi percentuale; ecc.).
Product. Scelta delle caratteristiche estetiche e tecniche del prodotto (confezioni, colori di
rivestimento, ecc.).
Place. Come raggiungere il cliente, cio il tipo di posto in cui si vender il prodotto/servizio, il
luogo geografico, il tipo di punto vendita (proprio piuttosto che in franchising, ovvero aprire un
punto vendita appartenente ad una catena, la quale mi offre il marchio in cambio di una
percentuale sul margine).
Promotion. Come promuovere il prodotto; gli strumenti utilizzabili sono:
a. Promozioni: per generare vendite nel breve periodo (es. prezzo di lacio, 3x2, gadget
omaggio con il prodotto, ecc.).
b. Pubblicit: per generare ritorni nel medio periodo.
c. Relazioni pubbliche: per generare ritorni nel lungo periodo (es. sponsorizzazioni).
d. Direct marketing.
PG
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e. Indirect marketing.
Vengono specificati anche i costi e la tempistica di marketing. I costi di ogni attivit di marketing sono
esposti mediante tabelle, mentre la tempistica rappresentata mediante il diagramma di Gantt.
Diagramma di Gantt
Tipo di
attivit
PUBBLICIT SUI
GIORNALI
SCONTI
3x2
Tempo
PG
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PG
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Altri indicatori: P.I., N.P.V., I.R.R., payback time, punto di break-even; in particolar modo
importante il budget di cassa, che registra in un dato arco di tempo tutte le entrate e le uscite di
cassa: importante che la cassa non vada in rosso nel singolo sottoperiodo (generalmente un
mese).
Fonti di finanziamento ulteriori: utile se linterlocutore con cui si ha a che fare non un
istituto di credito, ma un possibile azionista.
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Appendice
Leva operativa
Attivit caratterizzate da alti costi fissi percentuali sono pi sensibili a variazioni di fatturato rispetto alle
attivit caratterizzate da bassi costi fissi percentuali.
Attivit A
Attivit B
Costi fissi: 500 (50%)
Costi fissi: 200 (20%)
Fatturato medio:1000 (100 oggetti)
Fatturato medio:1000 (100 oggetti)
Costi variabili (per oggetto): 2
Costi variabili (per oggetto): 5
MON medio: 300
MON medio: 300
Variazione volume di vendita: -20%
Fatturato: 800 (80 oggetti)
MON: 140
Variazione MON: -53%
il grado di Leva operativa si esprime come rapporto tra variazione percentuale del margine operativo
netto e variazione percentuale del fatturato.
MON
1
MON
=
Fatturato
Cf
1
Fatturato
M* Q
Cf = Costi Fissi
M = P - Cvu
P = Prezzo
Cvu = Costi variabili unitari
Tipologie di mercato
CARATTERISTICHE
Grado di
concentrazione:
Presenza di barriera in
entrata:
Grado di
differenziazione del
prodotto
CONCORRENZA
PERFETTA
CONCORRENZA
MONOPOLISTICA
OLIGOPOLIO
MONOPOLIO
molto basso
(molte imprese)
basso
alto
altissimo
(1 unica impresa)
nulle
basse / nulle
alte
alte
nullo
elevato
alto / basso
PG
SITUAZIONE
TEMPORANEA:
sbloccata dallantitrust o
in maniera naturale
dallingresso nel mercato
di nuove imprese.
E la situazione con cui si
apre una nuova area di
business in seguito
allintroduzione di nuovi
prodotti.
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VALORE PRODUZIONE
COSTI PRODUZIONE (compresi Amm. e Acc.)
MARGINE OPERATIVO NETTO
AMMORTAMENTI
ACCANTONAMENTI
FLUSSO DI CASSA POTENZIALE DELLA GESTIONE ORDINARIA
VARIAZIONE CAPITALE CIRCOLANTE NETTO
FLUSSO DI CASSA NETTO DELLA GESTIONE ORDINARIA
ONERI FISCALI
IMPOSTE
FLUSSO DI CASSA NETTO DELLA GESTIONE CORRENTE
ALTRE FONTI
+ ACCANTONAMENTO DEBITI FINANZIARI
+ AUMENTO CAPITALE A PAGAMENTO
+ DISINVENTIMENTI
ALTRI IMPIEGHI
- INVESTIMENTI
- DIVIDENDI
- RIMBORSO DEBITI FINANZIARI
SURPLUS/FABBISOGNO FINANZIARIO
Catena di Porter
Il modello della catena del valore di Porter distingue le attivit in:
primarie: direttamente e correntemente volte a rendere disponibile loutput sul mercato;
di supporto: volte a creare le condizioni correnti perch le attivit primarie possano funzionare al
meglio o a predisporre il futuro dellimpresa.
GESTIONE RISORSE UMANE
ACQUISIZIONE RISORSE
ATTIVIT DI
SUPPORTO
ATTIVIT
PRIMARIE
LOGISTICA
IN ENTRATA
OPERATIONS
(produzione)
LOGISTICA
IN USCITA
POLITICA
COMMERCIALE
(marketing)
SERVIZIO
POST-VENDITA
PG
CLIENTI
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