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La guerra nei mari

I mari diventano campi di battaglia con le guerre tra squadre navali


Nella storia dell’uomo non è certo da scartare la potente storia della guerra di diversa natura che
viene costantemente chiamata in causa.
Se pensiamo alla grande guerra nel Mediterraneo, non possiamo che pensare alle possenti galere,
queste navi sono fondamentali ed efficaci per combattere tra le acque e soprattutto quando sono in
grosse formazioni. Esse però hanno bisogno dell’ausilio di battelli tondi che portino i rifornimenti
necessari, soprattutto per quanto riguarda polvere da sparo e proiettili di piombo, perché
rischierebbero di colare a picco, se sovraccaricate. Occorre molto tempo per preparare ed
equipaggiare una flotta alla battaglia, ma le galere sono famose per le loro partenze improvvise e i
loro viaggi brevi e la capacità che hanno di sbarcare su qualsiasi tipo di costa, grazie alle sottili
chiglie che permettono di navigare in acque basse, fino alla riva. Non bisogna però sopravvalutare i
colpi inferti dalle galere, se era necessario conquistare una costa non erano pertanto molto efficaci
poiché non erano in grado di trasportare un grande numero di uomini.
Di fronte agli attacchi, le città si muniscono di protezioni, sfruttando l’arte nell’ingegno dei loro
architetti, riparandosi dietro alle vaste mura e costruendo solide torri fortificate contro gli attacchi
marittimi.
L’avvento dell’artiglieria ha trasformato bruscamente le condizioni della guerra, inizialmente essa
prese possesso dei ponti delle galere e delle galeazze, delle quali accrebbe notevolmente la potenza
di fuoco e successivamente venne situata sui galeoni e sulle navi tonde mercantili.
La produzione di materiali bellici che riguardavano l’artiglieria ha ulteriormente sviluppato il
mercato dei metalli,come ferro e bronzo, ed è stata fonte di arricchimento per le città che si
svilupparono soprattutto nella fabbricazione di cannoni e proiettili. Da ciò trassero molto beneficio
Milano e Ferrara, grazie alle loro fonderie e alla loro tradizionale esperienza, poiché erano esperti
sulla lavorazione dei metalli.
Per soddisfare le armi d’artiglieria c’era anche bisogno della polvere da sparo, che costituiva la
materia prima del processo, i principali fornitori di polvere furono i popoli nordici che ne trassero
un enorme profitto.
“Nel 1565 Malta fu salvata semplicemente perché l’anno prima il duca di Firenze aveva fatto
consegnare ai Cavalieri duecento barili di polvere.”
I costi della guerra
E’ importante partire dal presupposto che la guerra è spesa e la maggior parte delle volte uno
spreco. I suoi costi sono spesso abbastanza gravi da causare bancarotte, poiché nel XVI secolo non
furono affatto redditizie. Le flotte divoravano crediti e rifornimenti, il mantenimento annuale di una
galera costava quanto la sua costruzione e dal 1534 gli armamenti marittimi triplicarono di prezzo.
“Nel 1571 si calcolava a Madrid che il mantenimento di una flotta alleata (quella di Venezia, del
papa e della Spagna) forte di 200 galere, 100 navi tonde e 50000 soldati, sarebbe costato più di
quattro milioni di ducati l’anno.”
La guerra delle squadre navali, oltre a portare a enormi sprechi di denaro, determina una
mobilitazione di uomini, soldati arruolati e galeotti incatenati a remare sulle galere che navigano per
tragitti interminabili.
La guerra, con le sue spese elevate, ha bisogno di essere finanziata attraverso le entrate che derivano
dalle attività dell’uomo, la pace è dovuta solamente ai ritardati pagamenti, agli armamenti
insufficienti e alla tempesta che invade il mare.

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