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La reggia di Versailles: le attività da giardino

Tra i tipici passatempi nei giardini di corte e nei boschi compresi nella vasta proprietà della reggia,
la caccia era quello più adorato dal sovrano che un giorno la settimana partiva a cavallo, con i suoi
scudieri e le sue fanciulle da compagnia, per andare a catturare qualche capo di selvaggina. Finito il
pranzo, prima di partire, Luigi trascorreva un po’ di tempo con i propri cani da punta dandogli
personalmente da mangiare, in modo che gli animali lo riconoscessero e lo assistessero fedelmente
durante la caccia al cervo. I nobili al suo seguito, che in questo caso, personificavano il ruolo di
cacciatori, partivano anch’essi a cavallo con le mute di cani e armati d’archi e dei primi schioppi e
si avviavano verso la selva che circondava la reggia dove cacciavano cervi, gru, anatre, cinghiali e
aironi. In particolare questo luogo era ricco d’uccelli, attirati a migrare vicino ai numerosi bacini
d’acqua dolce di cui disponeva la villa e i suoi dintorni. Quando Luigi XIV cacciava era
accompagnato dal maestro dei cormorani ovvero un personaggio che si occupava della falconeria
reale, e dagli scudieri che erano personificati da cortigiani che avevano il compito di consegnare le
armi scelte dal re e di domare gli enormi segugi reali che erano stati importati a Versailles solo per
la caccia reale e prendevano il nome di cani di Sant’Uberto. Una volta terminata la caccia
pomeridiana, il sovrano donava le prede uccise alle dame di corte che partecipavano alle battute.
Luigi XIV era una buona forchetta, ma divorare tutta quella carne gli procurò una generale gotta
che gli andò in cancrena e lo portò alla morte.
La caccia era nei pensieri e nei desideri degli uomini di allora, le grandi cacce nobiliari erano un
divertimento e uno sport caratterizzato da molte varianti come la curiosa cattura del maialino che
consisteva nel mettere un gioiello al collo di un cucciolo di maiale, che scappava impaurito dagli
avidi cortigiani che facevano di tutto per impossessarsi della preziosa collana.
Versailles era nata come luogo di caccia, infatti, i suoi giardini erano cosparsi di casette per il suo
esercizio che, però erano più spesso usati come casini dove il re era solito a ritirarsi con le sue
amanti, le quali erano prevalentemente fanciulle di passaggio o dame di compagnia. Dunque i
giochi amorosi nei giardini fioriti erano all’ordine del giorno anche tra gli altri nobili ed erano
circondati da gelosi pettegolezzi, spesso oggetto di discussioni durante le passeggiate. Inoltre
restando in ambito amoroso il re aveva fatto costruire nei giardini ricamati di siepi, il Tempio
dell’Amore che era una vera e propria casa di piacere per cortigiani.
Nei giorni della settimana non dedicati alla caccia, le visite al parco erano una doverosa
consuetudine per tutta la corte. Queste passeggiate erano molto amate dal Re Sole, accompagnato
da un codazzo di ospiti, ai quali veniva offerto un ricco rinfresco in mezzo al verde. Il drappello
reale vero e proprio era composto dai cortigiani titolari delle cariche più importanti, poi c'era un
cospicuo numero di gentiluomini e dame che osservava a distanza le mosse del sovrano. Durante le
lunghe passeggiate, il re e i cortigiani erano circondati da una moltitudine d’animali domestici,
come pavoni, cigni, gru, aironi ed erano accompagnati da animali d’affezione come barboncini
incipriati e gatti turchi o di provenienza esotica come scimmiette e pappagalli. Il sovrano era un
buon camminatore che nemmeno in età avanzata rinunciò ai suoi giri quotidiani, seduto su una sedia
a rotelle. Per i nobili del seguito rappresentavano invece un vero problema: una dama raccontava
che a corte "le persone sono zoppicanti come oche e, tranne il re, non conosco nessuno che possa
fare venti passi senza sbuffare e ansimare". Così fu necessario ricorrere a speciali portantine
trascinate dai domestici. Per svolgere adeguatamente la loro funzione, i giardini non potevano
essere attraversati liberamente o in modo casuale, il re si assunse personalmente il compito di
scrivere sei diverse versioni di una guida con tutte le indicazioni sul modo migliore di vedere
Versailles. Era prevista la visita alle fontane di Latona, Apollo e Nettuno; al labirinto formato da
pareti vegetali; al Grand Canal e all'Orangerie, dove in inverno venivano protette più di 3.000 piante
in vaso; al boschetto di Flora, al Grand Trianon, il giardino privato di Luigi XIV; alla Ménagerie, il
serraglio che ospitava una preziosa collezione d’uccelli esotici. In ogni caso il tragitto scelto doveva
essere programmato in anticipo, per permettere ad un esercito di giardinieri, all'opera fin dall'alba,
la cura di ogni particolare. La passeggiata principale del re iniziava con il giardino delle acque, le
cui fontane erano allegorie dei fiumi di Francia e i meccanismi delle quali potevano essere regolati
in modo che i loro getti si sprigionassero uno dopo l’altro al passaggio del re, quasi un omaggio
dell’acqua all’apparire del gran sovrano.
Anche Maria Antonietta era un’amante degli spazi aperti e s’intratteneva assieme ad un drappello di
nobili sotto lussuosi gazzebi con giochi simili al giro dell’oca, alla dama e agli scacchi sui quali si
scommettevano denaro e gioielli. Oltre a divertirsi con giochi da tavolo, la regina aveva fatto
costruire un villaggio agricolo francese in scala ridotta, dove era solita a giocare alla pastorella con
le sue ancelle.
Spettacoli, musica e feste non mancavano anche all’esterno del palazzo e per la loro realizzazione
venivano allestiti appositi palchi e scenari, e mobilitate le migliori compagnie teatrali per un
pubblico scelto. La musica era scritta da brillanti compositori dell’epoca e veniva espressa nel
padiglione esterno della musica. Invece la gran vasca centrale, il cosiddetto Gran Canale era stato
costruito per ospitare grandi spettacoli acquatici con vere e proprie navi. Questi spazi dei giardini
costituivano luogo di raduno per migliaia d’invitati che la maggior parte delle volte si abbuffavano
su regali banchetti, che comprendevano una vastità d’arrosti e cacciagione, perciò molti nobili erano
affetti dalla gotta.
I divertimenti più straordinari erano gli effetti luminosi, i fuochi artificiali e i balletti accompagnati
da maestosi giochi d’acqua dei quali Luigi XIV n’era spesso il sovrintendente, come la
rappresentazione memorabile legata a Venezia con tanto di gondole e canali appositamente costruiti.

SITOGRAFIA:
http://www.baroque.it/mirabilia/re.htm
http://www.dweb.repubblica.it/dweb/1997/02/04/rubriche/verde/114ver36114.html
http://www.superquark.rai.it/R2_HPprogramma/0,,1067006,00.html

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