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LA DEMOCRAZIA PLASMATA DAL PASSATO NON DALLA MODERNITÀ

Possiamo affermare di essere liberi in quanto viviamo sotto leggi civili, il merito di ciò è della storia
che è stata immanente e maestra di vita verso l’uomo, poiché con il susseguirsi di eventi come
l’abolizione della pena di morte, la Rivoluzione Francese e il suffragio universale la democrazia ha
potuto progredire socialmente, ma al punto a cui è arrivata sorge spontaneo chiedersi se questa ha
dei limiti oppure può raggiungere uno stato di perfetta stabilità. Quest’ultima condizione diventerà
però irraggiungibile se la democrazia risulta essere infetta da germi (che tuttavia possono essere
sanati) come la non considerazione e l’apatia politica. Pur essendo consapevoli che alcuni governi
esercitano con fermezza e anche con una certa esagerazione e ostentazione la propria autorità “la
maggioranza dei cittadini sono tuttavia semplicemente incapaci e forse anche riluttanti” di fronte
agli aspetti politici. In situazione tale dovrebbe svilupparsi, come ci ha insegnato il passato, uno
stato del welfare che dimostri di avere a cuore i cittadini e che si comporti da garante verso di essi,
esprimendo una politica a favore della società che, oltre a dichiarare diritti come quello alla sanità e
alla pensione, promuova la egual occupazione per ogni concittadino dotandosi di istituzioni per
lottare contro le discriminazioni che sono promotori di disuguaglianze, razzismo e xenofobia.
Inoltre dovrebbe considerare l’uomo come individualità nella società, e quindi non può
assolutamente essere uno svantaggio e un ostacolo per essa. Infatti “lo spazio pubblico è quello in
cui tutti siamo simili, partecipare ad esso in nome di un'identità diversa da quella che è conferita
dalla cittadinanza o residenza sul territorio nazionale”. Alla luce della citazione del critico Jean Paul
Fitoussi l’egualitarismo deve manifestarsi come grado estremo della somiglianza. La similitudine
però implica la disuguaglianza, ma in senso positivo, poiché gli uomini sono personalità eterogenee
con culture, religioni, tradizioni e lingue differenti. E non può esistere un fondamento per fare
discriminazioni sociali a riguardo, in quanto queste diversità nascono da pregiudizi soggettivi e
privati dell’individuo che non possono certo attaccare la sfera pubblica.
Anche se nella società occidentale si sono allentati i pregiudizi di nascita si sono introdotti con
prepotenza i pregiudizi di reddito e di classe. Questi hanno plasmato società e governi troppo
classisti dove prevale la logica del potere hai più potenti. Essi sono inoltre basati sull’equità che a
differenza dell’uguaglianza non è un principio morale politico secondo cui tutti gli uomini hanno
pari dignità e gli stessi diritti, ma un sentimento naturale di giudizio adottato come criterio etico. In
un governo basato solo su questo aspetto diventano inevitabili i pregiudizi e più questi intaccano la
politica e la sfera sociale più l’obbiettivo dell’uguaglianza rimane ancor più irraggiungibile.
Il regresso sociale è concatenato al declino della democrazia e quindi stati che dapprima erano più
democratici diventano meno democratici. Però a questo punto per i politologi diventa difficile
fornire giudizi qualitativi e quantitativi alla luce delle realtà politiche o degli eventuali sviluppi e
regressi. Ma la storia ci insegna che l’uomo può trovare la democrazia ideale nel periodo
pragmatico e progressista dell’Illuminismo. I filosofi alla luce delle modernissime considerazioni
sociali che fece Rousseau possono ricreare il modello utopico della democrazia caratterizzato da
una volontà generale e da egualitarismo. Entrambi però sono caratteristiche ideali della democrazia,
poiché se l’occhio si posa sul primo aspetto la visione non può che essere pessimistica, perché,
corrispondendo alla somma di ogni volontà, diventa un obbiettivo a lunghissimo termine. Invece se
si considera l’aspetto sull’egualitarismo, anch’esso non si riflette nelle democrazie odierne poiché
mira all’assoluta uguaglianza economica e sociale attraverso la soppressione della proprietà privata.
Seppure questi elementi siano promotori di giustizia e serenità tra gli uomini, non potranno mai
attecchirsi in una società efficiente, moderna, produttiva ed economica. Un governo diventa dunque
più o meno democratico se si avvicina o si allontana dal concetto di democrazia ideale. Per esempio
negli stati moderni l’uguaglianza non è del tutto sostanziale, in quanto la politica non si occupa di
rimuovere gli ostacoli di natura economica e sociale che limitano l’esercizio del riconoscimento dei
diritti. Nella società odierna la considerazione sociale dipende dallo stato economico, ed ecco che
riaffiorano le logiche del profitto e del denaro, ed anche se la storia le ha spesso accasate d’ipocrisia
rientrano nelle società moderne più invadenti che mai. Ma in una collettività basata su criteri così
capitalisti non può che maturare, proprio a causa di eccessiva produttività e modernizzazioni,
tensioni e squilibri, ne sono un esempio le discriminazioni sul piano economico sociale. Poiché la
fase che stiamo vivendo è quella di una radicalizzazione estrema della modernità, nella quale, da un
lato sono enormemente cresciute le opportunità di un’esistenza sicura, dall’altro sono aumentati
rischi e pericoli.
I dati di fatto dicono: “la disuguaglianza di reddito sta crescendo a livelli mai visti dai tempi dell’età
dell’oro”. Tra i germi sociali legati al denaro e alla monetizzazione di tutto sono da ricordare la
corruzione politica e le facilitazioni civili e penali. Spesso il cittadino medio sta a chiedersi perché
un ricco imprenditore accusato di evasione fiscale finisce sempre col non essere adeguatamente e
ugualmente punito, eppure l’atto che compie è di ruberia e perlopiù in una delle sue forme più
meschine. Dunque la democrazia sociale progredirà se riuscirà a sanare situazioni come questa di
politica organizzata per agevolare e privilegiare classi di cittadini, in definitiva per essere più stabile
dovrebbe accentuare la dimensione civica dell’uguaglianza, quella propria del cittadino in quanto
appartenente a uno stato del welfare e ad una collettività. Quindi l’uguaglianza deve divenire
l’uguale interesse da parte delle istituzioni verso ogni cittadino.

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