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ARMI DA FUOCO

L'arte della guerra, nel corso del XIV secolo venne completamente modificata dall'introduzione delle armi da fuoco. La conoscenza della polvere da sparo in Europa risale alla met del XIII secolo, quando cominci ad essere utilizzata per scagliare proiettili di pietra con prototipi di bombarde. La creazione delle prime armi da fuoco contemporanea all'evoluzione nella costruzione di fortezze dotate di mura sempre pi spesse atte a sopportare l'eventualit di un cannoneggiamento nemico. In realt il cannone era conosciuto sin dagli inizi del Trecento e la sua origine, con tutta probabilit, era orientale. Tuttavia, a causa della difficile manovrabilit dei primi pezzi d'artiglieria, i cannoni erano utilizzati raramente. Cos bisogner attendere sino al Quattrocento per vedere migliorare le tecniche per esempio l'introduzione delle ruote al cannone. Cos il cannone e i suoi pi stretti parenti (colubrina, mortaio, bombarda, falconetto, etc.) divennero i veri protagonisti della scena bellica. Le fortezze si ampliarono, lo spessore delle mura divenne imponente, mentre le fortificazioni vennero sostenute da terrapieni e bastioni. La superiorit delle armi da fuoco fu presto manifesta, al punto che gi agli inizi del XV secolo le mura dei castelli furono sempre meno capaci di

resistere agli assedi condotti a colpi di cannone. Anche un testimone d'eccezione come Niccol Machiavelli si interess dell'arte bellica, affidando sue idee in proposito a un suo famoso testo dal titolo, appunto, L'arte della guerra(1521), che consisteva in una serie di proposte atte a migliorare il modello bellico di riferimento. Il testo, che ebbe vasta diffusione in Europa.
Il soldato doveva svestire le vesti del mercenario per indossare quelle del cittadino - soldato; era evidente un riferimento all'esercito di massa, dipendente dalla volont di un potere politico riconosciuto dal basso e che aveva nella repubblica il suo esemplare di base. Un passo avanti verso l'idea di un esercito nazionale condicio sine qua non di uno stato moderno. Quello che sconcerta dell'Arte della guerra tuttavia il totale disinteresse nei confronti dell'artiglieria e delle armi da fuoco in genere, come non compaiono riferimenti all'architettura bastionata che si era sviluppata contemporaneamente alle nuove armi per contrastare gli assedi.

Cannoni e bombarde si erano potenziati anche grazie alle conoscenze

nella fabbricazione delle campane. Anche il termine artiglieria smise di indicare semplicemente un insieme di arnesi da guerra a favore del totale delle bocche da fuoco possedute da un esercito. Gli assedi divennero meno lunghi e pi distruttivi, grazie anche alle bombarde che scagliavano pesanti palle di pietra, come presto ci si accorse dopo la presa di Costantinopoli. In Europa nazioni come Francia e Spagna erano le uniche in grado di muovere eserciti numerosi e disporre di cifre considerevoli per le spese necessarie per l'artiglieria (costi d'acquisto e costruzione dei pezzi, della polvere da sparo, dei proiettili, oltre alle ingenti spese per provvedere al trasporto). I piccoli o medi Stati non potevano che constatare la loro debolezza, in quanto le alte e solide mura che avevano sventato gli assedi dell'epoca medievale, ora si sbriciolavano di fronte alle bocche di fuoco dei cannoni, delle bombarde e delle altre, innumerevoli diavolerie dell'industria bellica metallurgica. Alla fine del Quattrocento i cannoni avevano sostituito le palle di pietra con quelle di ferro, inoltre si poteva spostarli su fusti muniti di ruote e trainati da buoi o cavalli. La tecnica balistica si serviva del contributo
di vari esperti: gli artificieri calcolavano il rapporto fra l'alzo del cannone, la traiettoria e la potenza del proiettile; i fabbri non avevano tregua nel tentativo di trovare leghe sempre pi resistenti, mentre gli armaioli inventavano strumenti da fuoco pi piccoli e maneggevoli. Nacquero cos, uno dopo

l'altro,in un lasso di tempo relativamente breve, gli archibugi e i moschetti, seguirono, a breve distanza, le pistole.

Inizialmente si trattava di armi lunghe, pesanti e quindi poco maneggevoli, che dovevano essere supportate da una forcella piantata nel terreno. La polvere che sparava il proiettile era innescata dall'accensione d una miccia. L'intera operazione di caricamento, di puntamento e sparo era lenta, cos solo chi era in grado di schierare diversi reparti sovrapposti di archibugieri, avrebbe avuto la meglio sull'avversario. Il soldato non pi colui che incarna i valori della corte, che assomigliano sempre pi a ideali di un mondo passato; l'uomo d'arme abbandona l'armatura del guerriero, baluardo dell'onore, della fedelt vassallatica e della cristianit, per indossare la divisa del soldato moderno che ha i tratti asettici e razionali del professionista, dell'esperto conoscitore dei problemi della gestione della guerra secondo le indicazioni della scienza e della tecnica. Per arrivare a ci l'evoluzione di questo individuo passata attraverso l'esperienza dei soldati di ventura. Si trattava di compagnie di mercenari che percorrevano l'Italia e l'Europa in lungo e in largo, la cui fama era sempre o quasi macchiata dell'accusa di saccheggi e stragi. Eppure bisogna riconoscere che alcuni capitani di ventura "illuminati" finirono con l'introdurre nuovi

assetti tattici nell'arte della guerra. Lungo il Quattrocento le compagnie di ventura fecero sempre pi largo uso, ad esempio, di balestrieri, scoppiettieri, bombardieri e fanti muniti di armi bianche di ogni tipo.

Nella seconda met del Quattrocento, nell'Italia centrale le fonderie diffuse nell'area "franco-borgognona" avevano progettato un nuovo tipo di cannone che aveva di gran lunga aumentato i propri effetti sugli assediati. la sostanziale divisione politica del territorio italiano sar uno dei motivi che permetter di mostrare alle nazioni straniere la debolezza del nostro stato. Infatti, l'assenza di un processo unificatore che permettesse la nascita di uno stato moderno e centralizzato, aveva impedito anche la nascita di un esercito progredito, ovvero dotato di nuove artiglierie. Nel panorama europeo tardo quattrocentesco solo la Francia in grado di fare il primo passo. Cos quando Carlo VIII discender le Alpi per impossessarsi del Regno di Napoli, nessuno stato italiano opporr la bench minima resistenza. Carlo VIII era il sovrano di un potentissimo stato europeo e la sua discesa diede inizioa quelle che sono universalmente note come le guerre d'Italia. Si tratta, in ultima analisi, di un tempo molto lungo costellato da guerre e conflitti di ogni genere tra grandi potenze europee che si cimenteranno in Italia e avranno proprio nel possesso del Belpaese l' ambizione pi evidente.

La discesa in Italia di Carlo VIII comincia nel settembre 1494. Il re alla testa di un esercito di circa 30.000 uomini e dotato di un'artiglieria moderna. Si tratta di circa quaranta pezzi d'artiglieria, che gli permisero di vincere psicologicamente qualsiasi velleit di resistenza. Scende rapidamente la penisola e giunge ricevuto con altissimi onori alla volta di Milano. Poi il re di Francia si reca a Firenze, ricevuto da Piero de'Medici con cos tanto servilismo da determinarne, alla partenza del sovrano, la cacciata dalla citt e la nascita di una repubblica. Nel 1495 entra a Napoli senza colpo ferire e si impossessa del regno. A questo punto gli stati italiani cominciarono a preoccuparsi; nacque la lega antifrancese che tent di fermare a Fornovo Carlo VIII mentre cercava di rimpatriare. La battaglia di Fornovo, presso il fiume Taro, resta negli annali per essere una riprova della schiacciante inferiorit militare degli eserciti regionali italiani nei confronti di un moderno esercito

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