Sei sulla pagina 1di 411

DELLA

G E O GR A F I A
DI

TRABON
LIBRI XVII
V O L G A R IZ ZA T I

DA FRANCESCO A M BROSOLI

V O L V A IE Q U A R T O

MILANO
coi tipi di Paolo Andrea Molina
Contrada dell' Agnello , nu/ru 96 }

1834.

DELLA

G E O GR AF I A
DI STRADONE

LIBRO U N D E C I M O

CAPO

PRIMO

Perch F Asia si divida in settentrionale e meridionale. Paesi si tua ti nel seno del monte Tauro. Divisione d e ll Asia settentrio nale in quattro parti. Enumerazione succinta dei paesi che fo r mano V Asia meridionale.

JrV.LL Europa contigua I Asia che le si unisce per mezzo del Tanai. Di questa dunque, a progredire oon ordine, dobbiamo presentemente parlare, e dividerla per

DELLA GEOGRAFIA D I STRABONO

amor di chiarezza secondo certi naturali confini; facendo cos rispetto all1 Asia quello eh Eratostene fece rispett a tutta la terra abitata. 11 monte Tauro divide quasi pel mezzo quel con tinente, e stendendosi come una cintura J a ponente a levante, ne ' lascia Una parte a settentrione , un altra a mezzogiorno $ le quali poi dagli Elleni si chiamano Asia al di q u a , e al di l del Tauro. Tutto questo stato gi detto da noi : tuttavolta giover il rammento* rarlo anche qui. La larghezza del Tauro in pi luoghi di tre mila stadi! $ la sua lunghezza, ch anche quella dellAsia, di circa quarantacinque m ila, partendosi dalla spiaggia rimpetto a Bodi fino all estremit dell India e della Scizia verso 1 oriente. Tutto il monte poi si divide in pi parti e denominazioni, circoscritte da periferie pi o meno ampie. Il Tauro nella sua larghezza gi detta comprende diverse popolazioni, alcune delle quali non hanno ve runa celebrit, altre invece sono pienamente cono sciute (per esempioi Partiei (i), i Mdi, gli Armeni, al cuni dei Cappadoci, i Cilici, i Pisidi ); e questi a misura che stendon&i pi verso le parti settentrionali o verso le meridionali, si devono ascrivere all una od all al tra delle predette divisioni dellAsia. Quelle nazioni poi che trovansi proprio nel mezzo del m onte, per la so miglianza del clima voglionsi attribuire di preferenza alla parte settentrionale 5 perocch quivi il paese
(i) Questo uorae d Strabone ai Parli.

LIBRO tK D B C m o

freddo, mentre invece quelli che accennano al meazogiorno son caldi. Le correnti dei finte! he discendno dal Tauro van no quasi tutte con contraria direzione, le une alle parti sttentrionalij le altre alle parti del- mezzogiorno, almen sul" principio ( perocch dopo, alcune convertonsi all oriente od al tramnto ) ; ed questo altres un motivo per valerci di quel monte cpme d uil confine a dividere l5 Asia in.due Sparti : in quella guisa che il mare al di dntro delle Colonne (i), per essere quasi tutto io linea retta col Tauro riesce opportuno a distnguere i due continenti dell Europa e delia L ibia, formando trammendoe un notbile confine. A chi nel descrvere la terra trapassa dall1 Europa taelP Asia, allacciasi pet la prima quella parte ch verso il. settsatcione ^ sicch da questa noi dobbiam co inioeiane. Il prinoipio poi di cotesta parte lo formano! luoghi iiCQpvidiii al fiume Tabai che noi ponemmo chfine .dell, Asia e <UU Europa. Quella regione in fcertomodo ptiila : perocch circondata verso il ponente -dal fiiitn Tanai e dlia Meotide fino al.Bo sforo , e da quella spiaggia dell Eussino che germina alla Colchide^ verso il settentrione dallOcean fioo alia bocca del Mar Caglio {a); verso loriente da-questo mare medpsimo sino ai confini dell Albania e dell Arm enia,
(i) Il Mediterraneo. (a) noto che il mar Caspio fu detto anche' mare Ircano ; par che Strabono desse il prifno di questi nom falta csta occi dentale, e il secondo all'orientale. (Edit. fr.)

DELLA GEOGRAFIA D I STRABONE

dove il Ciro e l Arasse vengono a metter foce, dopo avere attraversata questo l Armenia, queHo l Iberia e 1 Albania ; e finalmente verso il mezzogiorno, dlia bocca del Ciro fino alla Colchide, ha quello spazio di ter* ra che stendendosi da mare a mare''ben tre mila stadii attraversa gli Albani e glIberi, e pu/essere considerato come l istmo. Di coloro poi i quali ( come Clitarco) fanno stretto quell istmo per modo: da dire che pu ssere tutto innondato da amendae i mari, non k. da par lare. Posidonio io dice di mille e cinquecento stadii , simile a quello cbe da Pelqsio va al mare Eritreo : E stimo (egli aggiunge) che non differisca gran fatto nemmanco quello che va dalla Meotide allOceano . Ma non so come alcuno potesse mai dargli credenza in torno a luoghi sconosciuti e dei quali non vha nulla di probabile, mentre parla tanto sconsideratamente anche di quelli che pi si conscono' eppure egli & amico di Pom peo, il quale port la guerra contro gl Iberi.e gli Albani fino all uqo ed all altro mare , cio fina al Ca spio. Perocch si dice che trovandosi Pompeo in Rodi quando andava a combattere i pirati ( per dovere pi far la guerra contro Mitridate e contro le nazioni che stendonsi fino al Caspio) s abbatt una volta a sen tir discorrere Posidonio 5 e che partendosi lo doman d se volesse qualcosa da lu i; al che Posidonio rispose: Foglio che tu ti comporti sempre ottimamente , e che superi sempre gli altri. A tutto questo s aggiunga p o i, che Posidonio scrisse anche la storia di Pompeo; sicch avrebbe dovuto procurarsi qualche miglior notizia di queste cose.

LIBItO TJNDCIMO

La seconda parte (i) sar quella al di sopra del mare d Ircania, denominato Capi, fino agli Sciti confi nanti cogl'indi. La terza sar quella contigua all istmo gi detto, ed ai paesi che trotransi procedendo al mez zogiorno de{l istmo stesso e delle Pile Caspie al di qua del. Tauro e vicinissimi, all Europa , quali sono la Med i , Arate)a, la Cappadocia, e gli altri a queste frapposti. La quarta parte si compone del territorio al di qua dellAli (a), e de paesi situali nel seno stesso del Tauro od anche al. di l , quanti almeno ne cadono nella penisola formata dall istmo che disgiunge il mar Pontico da quello di Cilicia (3). Fra gli altri paesi, fra qoelli cio al di l de) Tauro, coHocbiamo1 Vfeda lArianafin dove sono le nazioni cbfe steudonsi al mare di Persia, al golfo arabico, al N ilo, al mare egizio ed a quello d Isso.
( i) Intendasi la seconda parte non dell Asia in generale , ma si di quella porzine dellAsia che lAulore sta descrivendo. (a) K izil-erm a ck , ovvero Fiume rosso. (Edit. fr.) (3) Questo istmo quello che Strabono supponeva formato da una linea tirata fra Amiso ( Somsoun ) sulla riva dell E tassino, ed un punto della spiaggia del Mediterraneo presso Tarso. Ne ba parlato gi nel libro l i . (Edit. fr.)

IO

DELLA GEOGRAFIA D I STRABONO

CAPO

II.

Popoli che abitano la prima parte cfclV 4 s t settentrionale. Corto del Tonai. Spiaggia dalla bocca del Tonai fino al Bosforo Cimmerio. Grande e piccolo Rombile. Popoli Mcoli. ' Del Tirambi e del fium e Anticite. Borgo Cimmerio. Botgo Achilleo. Monumento d i Satiro. Corocondanu. . Z o g Corocondamite, ed isola form ata da questo lago, da due braccia d e ll' Anticite e dalla Palude Meotide. Fanagoria. C epiy Ermo nassa, Apaturo, Gorgippia, Reggia de S in d i, Aborace. Enu merazione dei popoli M eoti, e loro costumi ed usanze. Restante della spiaggia fin o a Dhscitriade.

Di questi paesi cos disposti la prima parte abitata verso il settentrione e verso i Oceano da alcuni Sciti nomadi ed amassici ( i ) : pi addentro di costoro abitano i Sarm ati, Sciti d origine anch essi, e g li. Aprsi c i Siraci che stendonsi al mezzogiorno fin dove sono i monti Caucasii } e in parte vanno erranti, in parte, vi vono sotto le te n d e , o coltiva la terra (a). Intorno alla Meotide stanno i Meoti ; e verso il mare del Bo sforo , sulla sponda asiatica, stendesi la Sindica (3) : dopo di questa trovansi gli Achei, i Zigi, gli Euiochi,
(i) Popoli che vivon sui carri. (a) Letteralmente: Nomadi, Sceltiti o Georgi ; t i / i t t

i cft

2 *1

, K tc) Tmfyti.

(3) Questo paese corrisponde probabilmente a quello che fu poi detto D eserto d Anapa. Dei Cerceti parler nuovamente r Autore; ma dei Macropogoni o uomini-dalla-unga-barba , n egli fa mai pi menzione, ri sarebbe possibile dire dove abitas sero. (Edit. fr.).

LIBRO V N D E C M O

I t

Cerceti ed i Macropogoni } e al di sopra di costoro sono le gole dei Ftirofagi. Dopo gli Eniochi la Colchide, situata die radici dei monti Caucasi! e Moschici. Ma poich il fiume Tanai fu considerato da noi come il confine dell Europa e dell Asia, da questo ci partiremo per farci a descrivere i singoli paesi. Il Tanai muove dalle parti settentrionali con un cor so non gi ( come dicono alcuni ) diametralmente op posto al Nilo, ma pi orientale. Le sue sorgenti sono sco nosciute, non altrimenti che quelle del Nilo ; ma in ci poi differiscono i due fiumi, che il Nilo in tutto il re stante assai noto, perch scorre attraverso di un pae se accessibile e pu essere, per lungo tratto, rimontato dalle navi } mentre del Tanai invece conosciamo sol tanto le foci. Queste son due nelle parti pi setten trionali della Meotide, distanti sessanta stadii luna dal1 altra. Al di sopra poi delle foci poco quello che si conosca del T a n a i, pel freddo e pei disagi di quelle regini, a cui ben possono resistere i naturali ( che vi von da nomadi e si nutron di carne e di latte), ma non gi i forestieri. Oltrech quei Nomadi, insociabili come sono,; e potenti cos di forza come di numero, sogliono opporsi-a quanti tentassero mai o di entrare in quella parte del loro paese che pu praticarsi, o di risalire quel tanto del fiume che pu essere navigato. Quindi alcuni supposero che il Tanai abbia le sue sorgenti nei monti Caucasi!, e che dopo essersi spinto per lungo tratto verso il settentrione dia volta e vada a gettarsi nella Meotide $ e nella costoro opinione concorre auche Teofane da Mitilene : altri affermano chesso viene

I 2

DELLA GEOGRAFIA D I STRABONE

dalle parti superiori allIstro. Ma non recano in mezzo verna argomento che provi la ragionevolezza di attri buirgli questa origine s lontana e da climi diversi, pinttostoch derivarlo da luoghi vicini e settentrionali. Lnngo il Tanai e la Palude Meotide vebbe una citt che si chiam Tanai anch e ssa, fondata da quegli Elleni che abitarono il Bosforo ; ma recentemente poi la distrusse come ribelle il r Polemone (i). Fu quella citt un emporio comune ai nomadi dellAsia e dellEuropa, ed a quelli che dal Bosforo entravano navigando nella Palude Meotide: e gli uni vi portavano schiavi e pelli e quantaltro proprio delle nazioni selvagge; gli altri vi ricevevano in cambio vesti e vino e ci che produce il vivere civile. Dinanzi a questo emporio ed alla di stanza di cento stadii situata l isola Alopecia, dove abitano insieme genti di varia origine. Vi sono anche ivi presso alcune altre isolette nella palude. Il Tanai, per ehi naviga direttamente verso il setten trione, distante dalla bocca della Meotide due mila e due cento stadii ; u molto maggior numero ne conta chi va rasente la spiaggia. Navigando lungo il lido, chi si parte dal Tanai, dopo un viaggio di ottocento stadii trova il cos detto gran Bombite, dove sogliono pigliarsi in molta abbondanza di pesci acconci ad essere marinati: quinci ad altri ottocento stadii incontra il piccolo Rombite con un promontorio 7 (1) Fu costui un retore, che ottenne dal triumviro Marc An tonio la sovranit del' Ponto , confermatagli poi anche da A l t gusto.

LIBRO UNDECIMO

13

dove pure si fanno pescagioni, ma non cos abbondanti. Coloro che vanno alla pesca nel primo di questi fiumi soglion partire da certe isolette che stanno col intorno; quelli invece che praticano nel piccolo Rombile sono gli stessi Meoti : perocch in tutta quella costa abitano i M eoti, agricoltori bens, ma, non meno dei Nomadi, bellicosi. Costoro dividonsi in parecchia nazioni, fra le quali alcune vicine al Tanai sono molto selvagge, le altre contigue al Bosforo sono pi incivilite. Dal piccolo Rombile fino al Tirambi ed al fiume. Anticite son seicento stadii ; poi cento venti finon al borgo Cimmerio, il quale una specie di scala d onde salpa chi naviga nella Palude Meotide. Lungo quella spiaggia poi si trovano .alcune vedette, fondate ( per quel che si crede) dai ClazOmenii. 11 borgo Cimmerio fu anticamente una citt fondata sopra una penisola, il cui istmo era chiuso da una fossa da un argine. Tennero i Cimmerii gi tempo una gran signoria nel Bosforo , il quale da loro fu denominato Cimmerio ; e sono que medesimi che scorsero poi fino ali Ionia i paesi mediterranei situati sulla destra del Ponto : gli Sciti cacciaronli in progresso di tempo da que luoghi ; e qusti furono poi ^discacciati anch 1 essi dagli Elleni fondatori di Panticapea e delle altre citt lungo il Bosforo. A venti stadii dal borgo Cimmerio l Achilleo, nel quale si trova il sacrario d Achille. Quello il punto pi stretto nella bocca della Meotide (vi si contano venti stadii o poco pi) \ e sulla sponda opposta al

l4

DELLA. GEOGRAFIA D I STRABONE

borgo Achilleo sta il borgo Mirmecio ; e vicini a questo I Eraeleo e il Partenio. Di qaivi al monumento di Satiro sono novanta sta dii : e qnesto monumento uu rialto di terra sopra una specie di promontorio in onore di nn uomo che s illu str signoreggiando sul Bosforo (i). A poca distanza il borgo Patraeo ; e da questo al borgo Corocondame (a) v hanno cento trenta stadii. Questo 1 estremo con fine del Bosforo detto Cimmerio, vai quanto dire d quello stretto che trovasi alla bocca della Palude Meo tide, da dove il canale si fa pi angusto fra il borgo Achil leo e il Mirmecio, fino a Corocondame ed al borgo detto Aera (3), che gli sta dirimpetto sul territorio de Panticapei. Il canale interposto fra questi due borghi di settanta stadii. Fino a quel punto si stende il ghiac cio quando nel verno la Meotide gela per modo da potervisi camminare a piedi. Del resto poi tutto quello stretto fornito di comodi porti. Al di sopra di Corocondame giace un lago molto ampio, detto Corocondamite dal nome del borgo stesso, e sbocca nel mare alla distanza di dieci stadii da questo borgo. In quel lago^viene a metter foce un ramo del fiume Anticite (4), formandosi cos una specie d isola

(i) Parecchi re del Bosforo portarono il nome di Satiro- II sig. de la P o rle 'd a T h til crede che qui si tratti di Satiro U morto l anno 3 io prima dell E. V. (?) Taman. (3) La punta , Il capo. (4) Il Cubati.

LIBRO UNDECIMO

l5

circondata all intorno dal lago predetto, dalla Meotide e dal fiume. Alcuni denominano Ipani questo fiume, come anche quello (i) che scopre vicino al Boristene. Chi risale navigando pel lago Corocondamite trova Fanagorria , ragguardevol citt ; poi C e p i, Ermonassa ed Apaturo , sacrario di Venere. Di queste citt, Fanagovia e Cepi sono fondate soli isola gi d e tta , alla sini stra di chi entra nel lago ; le altre stanno alla destra al di l dellIpani nella Sindica. Quivi sono anche Gorgippia ( reggia de Sindi ) vicina al m are, ed Aborace (a). Tutti coloro che sono soggetti ai dominatori del Bo
(i) 11 Bog. (a) V Erii S't xx) T tf /iv n t , il f*5, r fix riX ltti r S t T n S Z i, vXiitiui S'u^Tjis , .< \fSipctx.ri. Cosi legge il Coray al quale io mi ton' attenuto. Ma nei lesti ordinar] si legge: "&lt cTi k u'i T e ff unti*. tfi ti? S f/ * S , to . r . A. j d onde parrebbe che Gorgippi fosse disgiunta dalla Sindica e diversa dalla reggia dei Sindi. Il sig. de la P orte da T h eil con fessa che la frase greca k riuscita dubbiosa anche a lui. La le zione adottata poi dal Coray egli l aveva gi trovata nella in terpretazione del Liiteinan ; ma sebbene fosse tentato di segui tarla, se ne distolse per non attribuire senza certezza a Strabono lasserzione positiva che Gorgippi fosse una citt marittima e reggia dei Sindi. Quindi egli tradusse: De ce riime cl (cio alla destra di chi entra nel lago) se truve pareiU em ent G orgippia : m ais d la Siridc appartiennent e t la residence des rois des S in d i voisine de la m er et A borac: Egli dubita se Gorgippi sia Una citt od Una provincia, e propende a questa seconda opinione. Del resto cos Gorgippi come Aborace sono luoghi poco meno che sconosciuti.

l6

DELLA GEOGRAFIA D I STBABONE

sforo chiamatisi Bosforani : e dei Bosforani europei & metropoli Panticapea ; degli Asiatici Fanagoria, la qua le dicesi anche citt di Fanagora. E pare che questa citt sia 1 emporio delle merci che vengono dalla P-' lude Meotide, e dagli altri paesi barbari situati al di l ; e che Panticapea invece sia il luogo dove raccolgonsi quelle che vengon dal mare nel Chersoneso. In Fanagoria un illustre sacrario di Venere Apatora ; del quale soprannome poi sogliono, spiegare letimologia raccontando una certa favola, che trovandosi quivi as salita la Dea da alcuni giganti, chiam Ercole a s e lo nascose in una spelonca ; e facendo le viste di voler quivi ricevere i giganti ad uno ad uno , invece poi conseguavali per tradimento a quell eroe che li ucci desse (i). Sono popoli Meoti anche i Sindi, i Dandarii, i T o rcati , gli Agri, gli Arrechi ; e cos pure i T a rp e ti, gli Obidiaceni, i Sittaceni, i Dosci ed altri parecchi (a). E sono Meoti altres gli Aspurgiani che abitano tra F a nagoria e Gorgippi alla distanza di cinquecento sta dii . . . (3). A costoro tendeva gi insidie il re Polentone sotto apparenza di amicizia ; ma non avendo potuto te( 1) Quindi il soprannome A p a to ra verrebbe dalla voce ix tn in g an n o, perch la Dea i { i v i l n t a d inganno o per tradimento metteva i giganti nelle mani di Ercole. (2 ) Tutti questi popoli sono poco conosciuti , e forse i loro nomi furono alterati daj copisti. (Edit. fr.) (3) Il traduttore francese fu il primo a sospettare che il testa fosse qui mutilato.

LIBRO UNDECIMO

IJ

ners nascosto fu da loro medesimi innanzi tratto assa lito, e mori prigioniero. Di tutti i Meoti asiatici poi gli uni furono soggetti ai padroni dell emporio situato sul Tanai ; gli altri ubbi dirono ai Bosforani : ma in certi tempi mutarono di padroni. Spesse volte i capi dei Bosforani possedettero tutti i paesi fino al Tanai ; e questo avvenne principal mente degli ultim i, Farnace, Asandro e Polemone. E rispetto a Farnace raccontasi, che avendo fatto levare il Ietto morto da un antico canale, condusse per quello il fiume Ipani sul territorio dei Dandarii e lo inond. Dopo la Sindice e la Gorgippi (i) trovasi lungo il mare la spiaggia abitata dagli Achei, dai Zigi e dagli Eniochi, quasi tutta senza porti e m ontuosa, siccome quella che una parte del Caucaso. Quelle popola zioni vivono dei ladronecci che esercitano sul mare eon certe loro barchette sottili, anguste e leggiere > nelle quali possono capire venticinque 'uom ini, o al pi trenta ; ma queste seconde per sono poche. Sif fatte barche gli Elleni le dicono Comare. Raccontasi che quando Giasone fece la sua spedizione alcuni FtiotiAchei fermarono la loro stanza in que luoghi, mentre invece alouni Laconi, dei quali erano capi Reca ed Amfistrato, aurighi dei Dioscuri, simpadronirouo dun altra regione, la quale probabilmente ricevette da loro
(i) MtV* tfi ri Y n J ix .it *< *'< t r t f y i ir x ) * r . Di qui puh convalidarsi l opinione che la Gorgippi del nostro Autore sin una provincia anzich una citt. iSrM iow, tom. IV, %

l8

DELLA GEOGRAFIA D I ;STRA BONE

il nome d Eniochia (i). Questi popoli adunque appa recchiano talvolta numerose flotte di Camare, e discor rendo eoa quelle come padroni del m are, ora depre dano le uavi d e mercatanti, jora le spiagge e le citt. A costoro prestano aiuto talvolta anche que popoli che abitano il Bosforo, ricevendoli nei proprii porti, e lasciando che nei loro mercati possano vendere il frutto delle commesse piraterie. Quando poi riconduconsi ai proprii paesi, non avendo ridotti di navi, si mettono sulle spalle le Cantare, e le portano dentro le selve, dov essi abitano coltivando una sterile terra (a) ; quindi le riportano al mare quando viene la stagione opportuna alla navigazione. Questo medesimo essi fan no anche negli altrui paesi: perocch cercando di cono scere dove siano delle selve, in quelle nascondono le loro Camare, ed essi mettonsi a scorrere a piedi di notte e di giorno il paese per farne schiavi gli abitanti: ma quaudo li hanno portati via, ne accordano fcilmente il riscatto, al qual fine ne danno essi medesimi avviso a coloro a cui li hanno tolti. Nei luoghi poi dove coteste genti vivono nell ubbidienza di un principe, chi fosse ingiuriato ( come avviene talvolta che gli uo mini di quelle trib si tendano reciproche insidie, e
(i) Da che in greco significa auriga. (a) 'Et ola-xif x\ cinturi k v x ftt fo o ttt y i . Ma n il testo di sicura lezione , n gl interpreti sono d accordo nello spiegarlo. Sarebbe forse da preferire la lezione i f t t v t l t s , per la quale verrebbe a dirsi che questi popoli abitano nelle se lv e giacch possedendo un paese sterile non attendono punto all agricollura, ma vivono di bottino.

LIBRO UNDECtM O

1 9

portino via le Camare colle ciurme ) potrebbe trovare od qualche soccorso : ma quelle parti che sodo sog gette ai Romani ne sono prive per la negligenza de ma gistrati che vi si mandano. T ale pertanto si il vivere di quelle genti. Sono go vernate da magistrati detti SceptAchi (i) ; i quali poi sono soggetti anch ssi a tiranni ed a re. Di questi re gli Eniochi ne avevano quattro allorch M itridate Eup a to re , fuggendo dall avito suo regno (a) ai B osforo, attravers il loro paese. Quivi egli trov un facil pas saggio: ma non ebbe speranza di trovnrlo siffatto nel territorio de Z ig i, conoscendo 1 asprezza dei luoghi e la ferocia degli abitanti ; sicch fece un faticoso viaggia lungo la costa del m a re , sul quale dovette spesse volte imbarcarsi flnch non fu pervenuto al paese degli Achei; dai quali essendo bene accolto (3), compi per terra il cammino che gli rimaneva di circa quattro mila stadii al di l- del Fasi. Subito dopo Corocondame la navigazione si volge verso levante : e in capo a cento ottanta stadii incon trasi il porto e la citt di Sindica. Quindi a quattrocento stadii sono i luoghi detti B a ta , cio un borgo ed u n p o rto , in quella parte di questa spiaggia (4 ) a cui pare che sia direttam ente opposta la citt di Si-

(i) (a) (3) colla (4)

Da e da aventi-scettro, che-porlano-scettro, L anno 65 av. l E. V. Alcuni dicono invece che Mitridate dovette aprirti la vi forza. ( Edit. frane. ) La 'spiaggia settentrionale del Ponto Bussino.

20

DELLA GEOGRAFIA S I STAABONE

nope situata sulla costa meridionale ; siccome dicem mo gi che Carambista di rimpetto a Criumetopon (i). Dopo Bata afferma Artemidoro che si stende la spiaggia dei Gerceti per lo spazio di circa ottocento cinquanta stadii, fornita di porti e di borghi: poi quella degli Achei di cinquecento stadii : indi quella degli Eniochi ; di mille : e poi Pilo il grande (a) che va per trecento sessanta stadii fino a Dioscuriade. Ma coloro che scrissero la storia delle guerre mitridatiche, ai quali principalmente si vuol prestar fede, fanno primi gli Achei, quindi i Zigi, poscia gli Eniochi, poi i Gerceti, i Moschi, i Colchi, e i Ftirofaghi al di sopra di costo r o , e i Soani, ed altre piccole nazioni situate intorno al Caucaso. Sul principio pertanto la spiaggia occupata da questi popoli si stende ( come gi dissi ) verso 1 oriente , e guarda al mezzogiorno: ma dopo Bata comincia alcun poco a inclinare, finch riesce ad esser di fronte al po nente , terminando poi a Pito ed a Dioscuriade: pe rocch questi luoghi della Golcbide sono contigui alla spiaggia predetta.
(i) Sono questi i Capi Kerempi e Karadj. (a) E incerto (dice il traduttore francese) se questo aggiunto di grande indichi l importanza assoluta del lu ogo, o 1' esistenza di un secondo a noi sconosciuto, che si chiamasse pur Pito .

LIBRO TODECIMO

21

C A P O III.
Della Colchide.

Dopo Dioscuriade comincia la restante spiaggia della Colchide, a cui contigua quella di Trapezunte che' notabilmente si piega, formando poi in una linea retta' il lato destro del Ponto che guarda al settentrione. E tutta quella spiaggia dove sono gli Achei con altri po poli fino a Dioscuriade ed agli altri luoghi slendentisi rettamente in fra terra verso il mezzogiorno, situata si piedi del Caucaso. Qusto monte domina I uno e l altro mare , quello del Ponto ed il Caspio, facendo quasi un muro dell istrao che li separa (i). Esso poi divide dalla parte me ridionale 1 Albania dall Iberia, e verso il settentrione serve di confine alle pianure dei Sarmati. E copioso di alberi d ogni m aniera, e principalmente di quelli da costruir navi. Eratostene dice che dai nativi quel monte suol es sere denominato Caspio, forse pigliando siifalta de nominazione dai Caspii (2 ). La catena del Caucaso poi protende quasi alcuni angoli verso il mezzogiorno,
( 1) t'o irS f t r , r t i i n t f y t >7* it i c i . 7. Qualcuno ha

(a) Ir a t [* r i L K-7

creduto che si dovesse leggere: r i K x r x /u t %*, delle Pile' Caspie ; ma il traduttor francese osserva che "devono intendersi i Caspii, popolo che al tempo di Strabone era gi spento.

a*

DELLA GEOGRAFIA D I STRifcOSfc

i quali abbracciano l Iberia, e si congiungono coi monti degli Armeni e con quelli che si chiamano Moschivi, ed anche col Scidisse e col Pariadre (i). Tutti questi ultimi monti appartengono al Tauro il quale for ma il fianco meridionale dell' Armenia ; e da quello in certo modo staccandosi, e protendendosi verso il set tentrione vanno a congiungersi fino col Caucaso e con quella spiaggia dell Eussino che dall Colchide si di stende a Temiscira. Dioscuriade pertanto, situata nel seno predtto e nel punto pi orientale di tutto quel mare, suol essere de nominata e fondo dell Eussino e termine della navi gazione. Perocch quel detto passato in proverbio : A Fasi V ultimo corso delle n a v i , bisogna interpre tarlo di questo m odo, che il suo autore>non abbia vo luto alludere n al fiume n alla citt che van sotto il nome di Fasi\ ma bens che nominando una sola parte volle farci intendere tutta la Colchide. Perocch dal fiume e dalla citt fino all'ultimo seno del mare rstan non meno di seicento stadii in linea retta. Questa medesima Dioscuriade anche il principio dell istmo fra il mar Caspio ed il Ponto ; ed anche lemporio comune alle nazioni che stanno al di sopra di essa o nelle sue vicinanze. Per fama che sogliono con* Venirvi settanta (altri dice trecento) trib, nessuna delle
(i) Questi non erano altro che una continuazione dei monti Moschici verso i confini dell Armenia e del Ponto: e i monti Moschici sono probabilmente quelli che oggid si chiamano dagli abitanti Tschildir. (Edit. fr.)

LIBRO UNDECIMO

a 3.

quali si cura dello stato delle altre , e diverse tutte di lingua, siccome quelle che abitano sparse, senza meschiarsi punto fra loro per alterezza e ferocit. I pi poi di costoro sono Sarmati ; e tutti hanno la loro stanza snl Caucaso. Tauto ci basti aver detto intorno a Dioscuriade. An che il restante poi della Colchide va lungo il mare. La scorre il F a s i, gran fiume che ha le sorgenti dall Ar menia e riceve dentro di s il Glauco e l Jppo, i quali discendono dai monti vicini. Qdesto Fasi pn navigarsi contro la sua corrente fino a Sarapana, castello che potrebbe contenere anche la popolazione di un intiera citt. Di quivi poi si va sopra carri per terra fino al Ciro in quattro giorni. Sul Fasi situata una citt dello stesso suo nom e, emporio dei Colchi, e circondata per una parte dal fiume, per 1 altra dal mare. Di quivi ad Amiso ed a Sinope avvi una navigazione di tre giorni, o forse sol tanto di due ; perch la costa , anche all imboccatura dei fiumi, agevole a praticarsi (i). Buono poi il paese, cos di frutti ( tranne soltanto il mele ^ che per lo pi alcun poco amaro ) , come di tutto ci eh' necessario alla costruzione delle navi : perocch molte di queste cose crescono naturalmente col, e molte soglion esservi trasportate sui fiumi. E produce quel pae se molto lino e canape e cera e pece : e se ne lo dano inoltre le tele, le quali solevano portarsi an(i) Alte rt rie a y i \r t i n t i , **'< r t t r t

CELLA GEOGRAFIA D I STRASOff

che a paesi stranieri : ed alcuni anzi, volendo provare che v ha una certa parentela fra i Colchi e gli Egizii, si fondano sopra questo fatto. Al di l dei fiumi predetti , nella regione dei Moschi il sacrario di Leucotea (i). Lo fond Fricso; e quivi loracolo di quell eroe ; n vi s immola giammai verun montone. Fu gi molto ricco, ma venne spogliato ai d nostri da Farnace, e poco dopo anche da Mitridate pergameno : perocch, dice Euripide, quando un paese devastato , anche la cura degli Dei diminuisce , n piti vi sono onorati. Risptto al tempo antico quale celebrit abbia avuto questo paese lo fan manifesto le favole, raccontando il viaggio di Giasone che s inoltr sino alla Media; e cos anche il viaggio di Frisso prima di lui In progresso di tempo il paese venne alle mani di Re che lo possedete tero diviso in Sceptuchie con una mezzana possanza; fin-, tantoch poi, cresciuta a dismisura la potenza di Mitri-, date Eupatore, quel paese cadde nel dominio di lui ; il quale ebbe sempre in costume di mandarvi come prefetto e governatore qualcuno de suoi amici. Tale si fu Moafeme zio di mia madre dalla parte paterna. Di quivi Mitridate traeva la maggior parte delle cose che gli bisognavano a fornirsi di forze navali: ma qaando poi
(i) Non facile (dice il traduttore francese) a determinare qtu il senso della voce v tf K iiliti, a l di l o a l disopra: tuttavolta crede di poter affermare che secondo Strabone il sacrario qui mentovato si trovasse all oriente dei fiumi predetti, rispetto al loro corso.

LIBHO tINDKCIMO

S-

egli fu dibattuto, anche la siguoria che gli era soggettai si dissip divisa tra molti. Finalmente la Colchide fa posseduta da Polentone ; e morto lui vebbe dominio sua moglie Pitodoride, la quale fu regina dei Colchi, di Trapezunte , della Farnacia e de 1 paesi barbari situati pi addentro ; dei quali parleremo pi tardi. La Moschica intanto, nella quale trovasi il tempio di Leucotea, divisa in tre parti. Una ne posseggono i Colchi ; una gli lberi ; una gli Armeni. La citt di Frisso, la quale ora dicesi Ideessa, una rocca assai ben munita appartenente alllberia sui con* fini della Colchide. Lungo Dioscuriade scorre il fiume Caris (i). Fra le nazioni che soglion concorrere a questa citt sono anche i Ftirofagi, che prendono il loro nome dal sucidume e dallo squallore. Vicini sono anche i Soeni, non punto inferiori nello squallore, ma pi potenti, e forse anche pi coraggiosi e pi valenti di tutti. Quindi signo reggiano sui paesi ond circondata la sommit del Caucaso dov essi abitano. Hanno un re ed un si nedrio di trecento : mettono insieme , per quanto si d ice , un esercito di duecento mila soldati ; perocch son tutta moltitudine bellicosa, ma per indiscipli nata. Dicesi che presso costoro i torrenti portano loro, e che i barbari lo raccolgono in cestelle forate ed in pelli lanose, donde poi nacque anche la favola del vello d oro : se non che forse furono detti lberi coi nome stesso degl lberi occidentali, per trovarsi appo gli uni
(i) Forse lo stesso che il Caristo di Tolomeo. (S ii.)

a(5

DELLA GEOGRAFIA D I STRAB0NE

e gli altri miniere d oro. I Soani sanno mirabilmente innestare i veleni sulle punte delle loro lance, dalle quali poi chi rimane ferito getta un incomodo fetore. CAPO IV.

D tlP Iberia,

Tutte le altre nazioni abitano i luoghi vicini al Cau* caso sterili ed angusti : ma quelle degli Albani e degli lberi, dalle quali principalmente popolalo l istmo gi detto (e si potrebbero dire anchesse popolazioni cau casie), hanno un paese fertile e da poter essere como damente abitato. L Iberia infatti per la maggior parte egregiamente fornita di citt e di altre abitazioni costrutte per modo che hanno tegole di terra cotta, e forma architettonica nelle case e piazze, ed ogni sorta di pubblici edifizii. Al lintorno del paese sono i monti Caucasii \ i quali (co me si detto) protendono verso il mezzogiorno alcuni rami di terreno fertilissimo, che abbracciano tutta I Iberia e vanno a congiungersi collArmenia e colla Col chide : nel mezzo poi una pianura irrigata da fiumi, il maggior dei quali il Ciro ; esso ha il suo principio dallArmenia, entra subito nella predetta pianura, riceve dentro di s lArrabone che scorre ai piedi del Caucaso ed altre Bumane, poi entra in uno stretto canale nellAl bania ; e dopo aver corso tra questa e 1 Armenia co pioso dacqua per campi ricchi di pascoli pigliando seco parecchi (lumi (come a dire 1 Al^zonio, il Sandobane,

lib ro

u n d e c im o

27

il Ketace ed il Cane) tulli navigabili, va a gettarsi poinel mar Caspio. Anticamente chiamavasi Coro. La pianura pertanto abitata da quella porzione di Iber c h e , dati allagricoltura ed alla pace 9 vivono al modo degli Armeni e dei Medi. La parte montuosa poi posseduta da un maggior numero dabitanti d indole guerriera , i quali vivono alla maniera degli Sciti e dei Sarm ati, con cui sono e confinanti e congiunti. Atten-' dono per altro costro anche all agricoltura ; ed in sieme con quelli (i) mettono in arme parecchie miriadi di soldati qualora si levi un tumulto. Quattro sono gli aditi allIberia : luno passando per Sarapana fortezza della Colchide, e per le gole circon vicine per le quali discorre il Fasi. Cotesto fiume che si passa sopra cento venti ponti a motivo della sua tor tuosit, scorre rapido e violento nella Colchide, sopra un terreno guasto e avvallato per lo straripare di molti tor renti. Esso si forma nei monti che soprastanno alla Col chide dal concorso di molte sorgenti: disceso nelle pianure riceve in s anche altri fiumi, fra i quali sono il Glauco c l Ippo : fatto cos pi copioso d acque e navigabile, si scarica nel Ponto. Lungo il Fasi poi una citt dello stesso suo nom e, ed ivi presso un lago. L ingresso
(i) Il testo dopo aver detto che quest lberi vivono al modo degli Sciti e dei Sarmati coi quali sono confinanti e congiunti, soggiunge: :r7>r< S " c /t t *<*< y i u f / m t , ti fiv fii<T r <rv*uy*tri? | i n v i v i , } i | , */* ti rvfixtn i tfv fiS J if. Pu quindi rimaner dubbio se queITi*</ si riferisca agli Sciti ed ai Sarmati , od in generale agl lberi. H traduttore francese abbraccia quest ultima opinione.

a8

DELLA GEOGRAFIA D I STRABOHE

adunque dalla Colchide nell Iberia quale lo abbiamo descritto intercluso da pietre, da fortezze, e da torrenti. Dalla parte dei Nomadi poi vi si entra ascendendo per una via difficile il viaggio di tre giorni. Appresso tro vasi una stretta vallea, e si va lungo il fiume Arago per 10 spazio di quattro giorni facendo una via che d luogo soltanto ad un uomo per volta. L estremit di quella strada guardata da un muro che difficilmente si po trebbe espugnare. Dalla parte dell Albania si entra da principio per una via tagliata nel sasso, poi per mezzo di una palude formata da un fiume che discende dal Caucaso. Finalmente dal lato dellArmenia servono din gresso le gole che stanno lungo il Ciro e lungo l Ara go (i) : i quali fiumi prima del loro confluente hanno ciascuno' una forte citt fabbricata sopra rocce, e di stanti l una dallaltra circa sedici stadii ; lungo il Ciro Armoziche , e lungo l altro fiume Seumara. Di queste vie si valsero prima Pompeo eh entr nell Iberia ve nendo dall Armenia, e poscia Canidio (a). Quattro sono anche le classi degli uomini che abitano 1 1 paese dell Iberia. L una , eh la prima, quella di cui si fanno anche i Re, eleggendosi empre il pi vec chio fra i parenti pi prossimi dell ultimo : quello che per et viene subito dopo di lui deve amministrar la giustizia e condurre gli eserciti. La seconda classe
(i) Sebbene tutti i testi concordino nel nome di questo fiu m e , pure fe da credere che la lezione sia falsa o per erroredei copisti, o per abbaglio dellAutore stesso. (a) L uno 56 e 1 altro 56 anni prima dell E. V.

IBRO TJNDECIMO

29

dei sacerdoti i quali devono aver cura anche delle quistioni cbe possono nascere coi confinanti. La terza la classe dei soldati e' dei coltivatori. La quarta si compo ne delle genti del popolo, che sono servi regii destinati a tutti gli uffici della vita. In ciascuna famiglia i posse dimenti sono comuni, ma li governa e li dispensa il pi vecchio. Tali sono gl Iberi, e tale il loro paese. C A P O V.
D eli Albania.

Gli Albani a dir vero sono pi dati alla cura delle greggie, e perci molto si accostano al viver dei No* madi : non per questo per si possono dire diversi da gli altri Iberi ( 1 ) ; ma sono al pari di quelli mediocre* mente inclinati alla guerra. Abitano tra gl Iberi e il mar Caspio, confinando verso l oriente con questo m are, verso 1 occidente cogl Iberi. Degli altri fianchi il settentrionale guardato dai monti Caucasi!, i qnali soprastanno alle pianure, e dove si accostano al mare si dicono monti Cerauni ; e il fianco meridionale for mato dall Armenia (a), la quale si stende lungo l Al bania, e in parte piana, in parte montuosa; co ti) IlAii in WcTfiti. Il Coray adotta laltra lezioue srA ii* i cvypitt, cio: ma non sono per selvaggi.
(a) Secondo questa descrizione l antica Albania risponde al Daghestan od al Schirwan dei moderni. (Edit. frane.).

3o

DELLA GEOGRAFIA D I STRADONE

me a dire la Cambiseua j per mezzo della quale gli


Armeni si cngiungono cogl lberi e cogli Albani.

Il Ciro che attraversa col suo corso 1 Albania, ed anche gli altri fiumi che lo ingrossano accrescono sem pre pi le buone qualit di quel territorio, ma gli tol gono i vantaggi del mare : perocch il molto limo che essi vi traggono nempie il fondo, sicch le piccole iso lette sincorporano col continente a cui sono vicine, e si formano delle paludi incostanti nel loro essere e perico lose. Lincostanza di quelle isole accresciuta altres dal flusso e riflusso (i). Dicono che le foci del Ciro si dividono in dodici bocche, alcune cieche, le altre di basso fondo (a), sicch non lasciano luogo alle navi per approdarvi; che quella spiaggia innondata' dal mare e dai fiumi per uno spazio di pi che sessanta stadii tutta importuosa ; e che il limo portato dai fiumi spin gendosi alla distanza di cinquecento stadii nel mare con verte quella spiaggia in una specie di banco di sabbia. Quivi presso mette foce anche l Arasse (3) uscendo con violento corso dall Armenia ; e quella belletta eh esso conduce, liberando cos il passo alla propria corrente, vien poi accumulata dal Ciro (4). Ma forse ad uomini di tal fatta , quali sono gli Albani, non fa
(i) In questo periodo dubbiosa la lezione. (a) E qui pure dubbia la lezione del lesto. (3) L Autore non lascia intendere se metta foce nel mare o nel Ciro. (4) Questa la spiegazione che d anche il traduttore francese; ma la frase greca rltn ? ( # ) K i f t s i n t r o n f i , non pare che possa tradursi in modo sicuro.

LIBRO UNDECIMO

3l

punto bisogno del m are, mntre non si prevalgono co me dovrebbero nemmanco della terra. Questa produce infatti ogni sorta di fru tti, anche de pi dilicali, ed ogni sorta di piante, fin quelle che verdeggiano sem pre ; pur non riceve da loro n anche la pi pic cola c u ra , ma tutto vi nasce senza semente e senza fatica ; perei essi ( al dir di coloro che hanno fatta la guerra in que paesi ) vivono una certa vita che somi glia a quella dei Ciclopi. Affermano infatti che in molte parli 1 Albania seminata una sola volta produce due e fin anco tre messi, la prima delle quali raddoppia cin quanta volte la semente : n mai quel terreno ha biso gno di riposare ; e per solcarlo non fa punto mestieri di un vomero di ferro , ma {tasta un aratro tutto di legno. Tutte le pianure di quel paese sono inaftate pi che quelle di Babilonia e d Egitto da filimi e da altre acque } sicch poi si conservano sempre erbose a ve dersi, e sono opportunissime al pascolo. Aggiungasi che anche il clima quivi migliorie che nei paesi predetti. Le viti non si coprono mai di te r r a , n si potano se non ad ogni quinto anno : giovani di due anni esse gi portano frutto $ pi vecchie fruttificano tanto, che gran parte dell uva si suol lasciare sui tralci. Vigoroso col il bestiame , cos il domestico come il salvatico, ed anche gli uomini sono notabili per venust e per gran dezza. Sono semplici e non hanno punto di fraudo lenza ; perocch non usano, per la maggior parte, mo nete , n sanno contare oltre a c en to , ma fanno per mute di m erci, e in tutte le altre cose della vita sono negligenti : non hanno esatta notizia n delle misure

3a

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

n dei pesi ; e nelle cose della guerra, della politica e dell agricoltura procedono senza principj. Tuttavolta essi combattono e a piedi e a cavallo, armati o alla leg giera o gravemente , al pari degli Armeni : e mettono in campo eserciti pi numerosi che quei degl lb e r i, perocch armano fino a sessanta mila fanti e ventiduc mila cavalieri, come fecero quando combatterono con tro Pompeo. Contro i nemici che vengano da) di fuori si uniseono cogli Albani anche i Nomadi, i quali per 10 stesso motivo sogliono unirsi anche cogl lberi ; ma in ogni altra occasione le popolazioni nomade sogliono inquietare frequentemente i proprii vicini, tanto che loro impediscono persino la coltivazione dei campi. Gli Albani fanno uso delP arco e dei giavellotti, portano corazze e scudi, ed hanno cimieri fatti di pelle come quei degl lberi. Appartiene al paese dell' Albania anche la Caspiana , la quale al pari del mare che vi si trova, tiene il suo' nome dalla nazione de Caspii, ora affetto disparsa. Per entrare dall' Iberia nell Albania passando per la Cambisena , paese arido e sterile , bisogna attraversare 1 1 fiume Alazonio. Sono eccellenti nella caccia cos gli uorainr come i cani dell Albania ; non tanto per arte , quanto per di ligente esercizio, nel quale sogliono segnalarsi anche i re (i).
(i) Il testo dice: J m Q iftv r t < T V * * \ ! fin n X it i le quali parole generalmente furono riferite al periodo susseguente, come s e lAutore avesse voluto dire o che i re dell'Albania differivano da quelli degli altri paesi, o che a suoi tempi gli Albani avesv sero mutata le regia loro istituzione.

LIBRO FNDECIM O

33

Oggid un nomo solo regna sopra tbtti gli Albani;' ma anticamente ciascuna provincia che avesse una lin gua sua propria aveva anche un re particolare. Nel l Albania poi vi sono vcntisei linguaggi a cagione delle scarse comunicazioni che gli abitanti delle divrse pro vince sogliono avere tra loro. Quel paese produce anche alcuni rettili il cui morso m ortale, e scorpioni e falangi : alcuni di questi ul timi fanno morire i morsicati a forza di ridere ; gli al tri li uccidono invece a forza di piangere, destando inessi un desiderio invincibile dei perduti congiunti. Adorano come Dei il Sole, Giove e la Luna ; ma quest ultima per singolarmente, e ne hanno un tem-> pio sui confini dell Iberia. 11 sacerdozio viene confi dato ad un uom o, tenuto nel massimo onore dopo il re. Egli presiede non solament al territorio saero che vasto e assai popolato, ma ben anche a tutte le altre persone addette ai divini servigi, molte delle quali so gliono essere comprese da entusiasmo, e profeteggiano.. Jl maggior sacerdote guardando quale di loro, come pi frequentemente soggetto a quellestasi, ami di andare er rando solitario pei boschi, su ne impadronisce, e te nendolo in sacre catene lo fa nutrire suntuosamente pel corso di un anno. In quel giorno poi in cui ogni anno; suole sacrificarsi alla D e a , costui viene condotto agli altari, e quivi insieme colle altre vittime, tutto mirrato si uccide ; e il mpdo del sagrificio questo. Un san grificatore portando la sacra lancia, della quale la legge ordina che debba farsi uso quando s tratti di vitSirjsoxe j lom. Jr, X

34

DELLA GEOGRAFIA D I STRADONE

time utnane, traendosi fuori delia moltitudine, feri* sce a traverso di un fianco nel cuore colui che deve immolarsi, come persona esperta in siffatto ufficio. Ca duta la vittima , si traggono del cadavere alcuni pre sagi , e si annunciano pubblicamente ; poi recatone il corpo in un certo luogo a ci destinato, tutti lo calcau coi piedi, stimando che questo sia un purificarsi. Gli Albani venerano sommamente la vecchiaia; e non solamente quella dei propri genitori, ma quella di tulli: ma dei morti poi non credono cosa pietosa n il ser bar pure memoria. Seppelliscono insieme coi defunti i tesori che possedettero; e cos lutti vivono poveri, non ereditando mai nessun patrimonio. Questo quanto risguarda gli Albani. Dicesi poi che Giasone allorch navig in compagnia del tessalo Arme no (i) ai Colchi, s inoltr fino al mar Caspio, all Ibe ria, allAlbania e ad una gran parte dellArmenia e della Media, siccome attestano e i luoghi detti Giasopii, ed alcuni altri monumenti. fama che Armeno fosse na tivo della citt di Armenio, una di quelle che stanno lungo la palude Bobeide tra Fere e Larissa , e che i suoi compagni abitassero 1 Acilesine e la Sispieritide fino alla Calacana ed all Adiabene, e che da lui poi restasse denominata 1 Armenia.
(i) Sulla fine di questo medesimo libro trovasi ripetuto quasi letteralmente tutto questo paragrafo, se uou che qui nel testo in vece di Armeno leggesi Armenio.

LIBRO DKDECIUO

35

C A P O VI.
Delle Ammoni. Situazione del paese delle Amazoni. lo ro co stami. Del fiume Mermoda. Dei Gargarens. Considerazioni sulla storia mitica delle Amazoni. Rimproveri meritati dalla maggior parte degli storici d? Alessandro.

Nei monti ebe soprastanno all Albania fama che abitassero, anche le Amazoni. A dir vero Teofane, che fu compagno di Pompeo nella sua spedizione e viag gi con lui nell Albania, dice soltanto che fra le Ama zoni e gli Albani abitavano i Geli ed i Legi (i), scitiche n a s o n i , e che nello spazio frapposto tra questi popoli e le Amazoni scorre il fiume Mermedali (a). Altri per (fra costoro sono e Metrodoro di Scepsi ed Ipsicrate), i quali non furono senza pratica di que luoghi, di cono che le Amazoni confinano coi Gargarensi (3), ed abitano nelle radici settentrionali dfci monti Caucasii > detti ora Ceraunii. Quivi in generale le Amazoni at tendono esse medesime a- lavori che sou necessarii pei" vivere, cio a piantare ed a ra re , ed a pascere princi palmente cavalli. Le pi gagliarde si esercitano nella caccia cavalcando, e nelle cose della milizia. A tutte poi

(i) Dei Geli torner a parlare Strabone tra b reve, modo che poco si accorda con ci che qui dice della sizione. (Edit. frane.) (i) Pare che questo fiume non sia diverso da quello bone menzioner ben tosto sotto il nome di Mermoda. (3) Popoli conosciuti.

ma d un loro po che Stra (Edit. fr.}

36

BELLA GEOGRAFIA DI STRADONE

suolsi abbruciare mentre sono ancora fanciulle la de stra mammella, affinch possano valersi liberamente del loro braccio in qualunque esercizio , e soprattutto uel lanciar giavellotti. Oltre a quest arma si valgono del* l arco , della sagaride , del pelta , dello scudo ; e colle pelli delle belve si fanno elmi, corazze e cinture. Hanno poi ogni anno due mesi distinti di primavera, nei quali sogliono ascendere sopra un monte vicino che le divide dai Gargarensi. che anch essi vi ascendono secondoun antico costume, e quivi dopo aver celebrati certi sacrificii comuni, si frammischian le une cogli altri pei" avere figliolanza, ma di segreto, nell ombra e senza scelt veruna, ciascuno con quella in cui si abbatte. To sto come sono incinte, le Amazoni si partono: e quelle che partoriscono delle bambine le nutrono esse mede sime; i maschi sono mandati ai genitori affinch li alle vino: e ciascuno dei Gargarensi affezionasi a qualsivoglia fanciullo che gli sia portato; giacch ignorando il vero, lo considera come proprio figliuolo. 11 fiume Mermoda precipitando gi dai monti scorre a traverso il paese delle Amazoni alla Siracene ed ai deserti ivi frappsti (i) e va a sboccare nella 'Meotide. Dicono che i Gargareusi ascesero, gi tempo, insieme 1 colle Amazoni da Temiscira ai luoghi predetti ; e che nimicandosi a lo ro , in compagnia di alcuni Traci ed Eubei penetrati fin l , pigliarono a combatterle, fin
(i) Questi deserti (domanda il traduttor francese) erano'fra il territorio delle Amazoni e la Siracene, o-fra la Siracene e la' Palude Meotide ?

L IM O

NDECJMO

37

'.tanto ,che non si fin la guerra sotto le condizioni gi. dette : in forza delle quali essi acco$tansi a loro solamente per averne dei figli, ma gli uni e le altre, nel rimanente del tempo vivono separati. Del resto nella tradizione che risguarda le Amazoni trovasi qualche;cosa di singolare.. Perocch le tradi zioni degli altri popoli distinguono il favoloso dallo .storico, denominando favole le cose antiche, false e portentose | mentre la storia comprende soltanto il ve r o , o antico o recente, e i portenti o non li ammette mai' D e l l e sue narrazioni, o soltanto di rado. Ma rispetto alle Amazoni, ' cos: adesso : come anticamente, raccontarpnsi sempre soltanto cqse mirabili e lontane dal credibile. In fatti chi potrebbe, credere che un.eser cito ,, una citt od una nazipne di sole donne senza .uomini abt>ia mai potuto sussistere ? E non solamente sussistere, ma fare anche invasioni negli altrui paesi, e impadronirsi non solo delle terre circonvicine, ma spin gersi altres fino, a quella che ora dicesi Ionia, e fare inoltre una spedizione al di l del mare fino nellAttica? Questo sarebbe come chi dicesse che allora gli uomini erano donne e le donne uomini : eppure queste medesi me cose soglionsi ripetere anche oggid intorno alle Ama.zqu. E la singolarit del fatto si accresce considerando, .che in.questa materia le antiche tradizioni paiono pi credibili delle recenti (1 ). In fatti si annoverano alcune
> () Perch ( cme viene a dire subito dopo ) le tradizioni an tiche sono conordi fra loro e determinate ; ma non cosi le re-

36

SELLA GEOGRAFIA DI STRABNfc

citt fondate dalle Amazoni e se ne riferiscono i nomi, per esempio, Efeso, Smirue, Cime, Mulina e Pafo, oltre a parecchi monumenti. E tutti affermano che la Temiscira e le pianure situate lungo il Termodonte , e i monti che a quello sono imminenti, furono una volta abitali dalle Amazoni, e dicouo che da questi esse primamente si mossero quando ne furon cacciale. Ma rispetto poi al luogo dov elleno sono al presente, pochi ne danno contezza, e d un modo poco chiaro e poco credibile. Lo stesso dicasi di Talestri regina delie Amazoni, ve nuta, per quanto raccontasi, a trovare Alessandro nelPlrcania per avere di lui un figliuolo : perocch questo non ammesso da tutti $ ma fra tanti storici, quelli che furono pi studiosi della verit non ne muovon pa rola , e quelli che pi sono credibili non fanno alcuna menzione di questo fatto: oltre di che quei che ne par lano non sono punto concordi fra loro. Clitarco in fatti dice che Talestri partendosi dalle Pile Caspie e dal Termodonte venne ad Alessandro ; ma dalle Pile Caspie al Termedonte vi .sono pi che sei mila stadii (i). E quando bene questi racconti divolgali per esaltare un principe illustre fossero concordi tra loro', chi li ha inventali per attese pi ad adulare, che dire il vero. Per questo essi trasportarono il Caucaso dalla catena dei monti soprastanti alla Colchide ed al(i) Sicch Talestri, non poteva partire dall uno e dall altro di questi luoghi; e il primo argomento per dubitare di questo racconto la somma distanza dei luoghi d onde si dice partita questa regina.

LIBRO UNDECIMO

3^

r Eussino , fra le montagne dell India e presso il mare orientale. Perocch gli Elicili diedero il nme di Cau caso a quelle montagne che sopraslando alla Colchide ed all Eussino sono distanti dallindia pi che trenta mila stadii. Quivi poi si favoleggia che avvenissero i casi di- Prometeo, e quivi si dice eh esso fu incate nato : perocch questi furono gli ultimi confini verso l oriente conosciuti allora dagli uomini. Le spedizioni poi che fecero nell India Bacco ed Ercole , apparten gono manifestamente ad una mitologia meno antica , giacch dicesi che Ercole liber Prometeo soltanto dop mille anni. Senza dubbio fu pi glorioso ad Alessandro essersi iuoltrto colle sue conquiste per 1 Asia fino alle montagne degl In d i, anzich essersi limitato all ultimo seno dell Eussino ed al Caucaso : ma la celebrit c il nome di questo monte, e lopinione volgare che Giaso ne, sebbene andasse ne suoi viaggi a lontanissimi paesi, non sia giunto pi in l delle vicinanze del Caucaso , e finalmente quel credersi che il Caucaso su cui fu inca tenato Prometeo si trovasse all estremit della terra , indussero gli scrittori a considerare come un modo di gratificarsi q quel Re il trasportare nell India il nome di quel monte.

DELLA GEOGRAFIA 01 5THAB0N

C A P O VII,
D el monte Caucaso e dei popoli ond" abitato.

Le parli, pi elevate del Caucaso propriamnte dtto sona le pi meridionali (i) e vicine allAlbania, allIberia, ai Colchi ed agli Eniochi; le quali sono abitate da que popoli che sogliono convenire, come gi dissi, a Dio* scuriade. La cagione poi di questa loro concorrenza a .quella citt principalmente il 6ale. Alcuni di qusti p* poli abitano le alture, alcuni stan nelle valli che si spro fondano Ira i varii gioghi del monte, e il loro cibo per io p i sono le carni degli animali, frulli silvstri e latte. Le cime,del monte nella stagione invernale non si possono ascendere ; ina vi salgono poi la state , legandosi sotto i piedi certe suole fatte di pelle di bue non. confezio nata, larghe a .guisa di tamburi e munite di una punta, a motivo delle nevi e - dei ghiacci. Ne discendono poi seduli sopra certe pelli, sulle qupli sdrucciolano gi in sieme coi loro bagagli. Lo stesso si pratica anche nella Media Atropazia, e rispetto al monte Masio nell1 Ar menia ; se non che quivi usano anche di portare legate -ai piedi suole di legno rotonde e pur munite di punte. Tali sono pertanto le sommit del Caucaso. Discen dendo poi alle radici, il clima v senza dubbio pi settentrionale ; ma altres pi mite : perocch gi si
(i) Alcuni pretendono che sia in vece tutto il contrario. <Cdit. fr.)

irB R O UKDECIMO

4 1

congiuftgoao colle pianare dei Siraci. Vi si veggbno al* cuni Trogloditi che vivono nelle spelonche a motivo del freddo : nondimeno gi si trova nei loro paese ab bondanza di farina (i). Dopo i Trogloditi s'incontrano alcune popolazioni dette dei Cheaneti e dei Polifaghi, e le borgate deglIsadici (a), dove gli uomini possono attendere alla coltivazioe dei campi, perch quel paese non intieramente sog-getto al settentrione* I popoli che vengono appresso gi sono nomadi; e tali sono i Nabiani e i Panxani (3) abi tanti fra la Palude Meotide il mar Caspio; e tali sono eziandio le trib dei Siraci e degli Aorsi. Pare poi che gli Aorsi e i Siraci siano popoli emigrati da- luoghi pi in su verso il settentrione, e principalmente gli Aorsi. Abeaco re di Siraci quando Farnace regnava sul Bosforo, gl invi venti mila soldati di Cavalleria; Spadine re degli Aorsi inferiori ne mand duecento mila; e gli Aorsi superiori ancor p i , siccome quelli che possedevano maggiore ampiezza di territorio, e quasi la maggior parte di quella spiaggia che fu da pri ma signoreggiala da Caspii. Quindi essi trasportavano sopra cammelli le produzioni delle Indie e della Babi lonia , che ricevevano, dai Medi e dagli Armeni'; e per

(i) T i r .Xp/rwr: pu intendersi o del graD o , o in generale delle cose necessarie al vitto. (a) In tutte queste denominazioni pu mettersi in dubbio se il testo sia preciso. (3) Strabone forse' il solo che nomini questi popoli; e li no mina'in questo luogo soltanto. (Edit. fr.)

42

d e l l a g e o g ra fia

di s tra b o x e

la ricchezza in cui erano facevauo anche uso dell oro nelle loro vesti. Ora poi gli Aorsi abitano lungo il T a na! , ed i Siraci lungo 1 Acardeo, il quale scorrendo gi dal Caucaso va a sboccare nella Meotide. C A P O V ili.
Seconda parie delC Asia settentrionale. M ar Caspio-Ircano j sua dimensione, e suoi abitanti verso occidente. Diverse denomina zioni sotto le quali gli Sciti soglion essere m entovati Incertezza d e ll antica storia dei Persiani, dei Medi e dei Sirii. Che gli storici i Alessandro meritano poca fe d e. Popoli vicini al mar Caspio-Ircano dai lati delP oriente e del mezzogiorno. Partico larit di alcuni di questi popoli.

La seconda parte dell Asia settentrionale comincia dal mar Caspio, dove finisce la prima : e quel mare chiamasi anche Ircano. Innanzi tutto pertanto biso* gua far parola di questo e delle nazioni che gli stanno d intorno. il mar Caspio un golfo dell1 Oceano che si stende verso il mezzogiorno. Sul principio esso notabilmente angusto ; ma procedendo pi innanzi si viene poi allar gando, principalmente verso il fine dove la sua larghez za di cinque mila stadii allincirca. La sua lunghezza poi dalla bocca all' estremit opposta potrebbe forses sere alcun poco maggiore, giacch si spinge quasi fin dove la terra priva di abitatori. Dice Eratostene che a navigare lungo la spiaggia co nosciuta dai Greci intorno a quel m are, costeggiando il paese degli Albani e dei Cadusii, si contano cinque

LIBRO TTSftfcCIMO

4^

mila e qtattroceuto stadii ; cbe di quivi (ino alla bocca del fiume Oxo costeggiando il paese degli Anariaei, dei Mordi e degl Irc a n i, se ne contano quattromila e ot tocento ; e cbe dallOxo allIassarte se ne contano due mila e quattrcento. Ma iu quanto ai paesi di questa seconda parte dellAsia cosi remti da noi, e per quello principalmente che risguarda le distanze, non bisogna esaminare con troppa scrupolosit queste asserzioni de* gli scrittori. Alia destra di chi ntra nel Caspio stanno contigui agli Europei gli Sciti ed i Sarmati abitanti fra il Tanf e quel mare. Essi per la maggior parte son nom adi, e noi gi ne abbiamo parlato. Alla sinistra poi sono gli Scili nomadi orientali, che slendonsi a neh 1 essi fino al mare d oriente ed alle Indie. Tutti i popoli volti al settentrione furono comune mente chiamati Sciti Celto-Sciti dagli antichi storici elleni : ma alcuni antichissimi, pi dividendoli, chiama rono Iperborei, Sauromati ed Arimaspj quelli al di l dellEussino, dellIstro e del mare Adriatico; e quelli che abitavano al di l (i) del mar Caspio 4i dissero in parte Saci, in parte Massageti; ma poi non sapevano dir nulla di certo intorno alla loro storia, sebbene raccontassero la guerra di Ciro contro i Massageti. Cos di costoro, come degli antichi Persiani e dei Medi e dei Sirii non sanno darci veruna esatta notizia ; e per la semplicit e per lamore del favoloso che mostrano ad ogni passo, non trovano chi lor presti credenza. Perocch vedendo
( i ) A ll o r i e n t e .

44

DELLA &EOGRAFU DI STRABON

costoro il buon successo dei puri Dittografia stimarono di potere anch essi riuscire piacevoli coi loro scritti ai lettori, narrando sotto forma di storia ci che non avevano u veduto u udito pur raccontare da chi ne fosse stato testimonio di veduta, ma per ci solo eh era piacevole ad udirsi e mirabile. Laonde pi facilmente potrebbe credersi ad Esiodo, ad Omero ed ai poeti tragici in quel eh essi raccontano degli eroi; che nou Ctesia , ad Erodoto , ad Eilanico ed agli altri storici di colai fatta. Ed anche molli fra gli storici d Ales sandro non si potrebbe leggiermente dar fede ; giacch aneli* essi spacciarono molti vani racconti fidandosi nella fama di quel principe, e nella grande lontananza di que luoghi estremi dell'Asia dov egli, si spinse col suo, esercito : perch le cose distanti difficilmente. si possono chiarire. La signoria poi de' Romani e dei Parti i mise in grado di giudicar meglio quanto solevasi rac contare intorno a quei paesi : perocch quei che. ne scrssero dopo la storia, hanno descritlo pi fedelmente degli antichi e i paesi e le nazioni, siccome coloro che meglio dei primi poterono averne contezza* I Nomadi che abitano alla sinistra di chi entra navi gando nel Caspio sono dai recenti scrittori denominali Daii Parni. Quindi s incontra un paese deserto : poscia l'Ircania, lungo la quale gi comincia il mare a farsi assai largo, e tal resta fin dove esso bagna i monti dei Medi e degli Armeni. Questi m onti, considerati alle falde che ne discendon nelle acque, rendon figura di luna, e formano P ultimo seno di quel mare. E questa parte dalle radici fino alla sommit dei monti abitata in

LIBRO UNDECIMO '

'

generale dai Geli, Docusini, Amarcii, Vitii e Anariaei, fuor solamente una pccola porzione dove sono gli Albui e gli Armeni (i). E fama che insieme cogli Anariaei abitino anche alcuni Parrasii, i quali ora si chiamano Parsii; e che gli Eniani fondarono nel paese dei Vitii una citt denominata tuttora E niaua, dove si fonno ve dere anche al preseute armi elleniche, e vasi di rame sepolcri alla maniera degli Elleni. Dicono inoltre che sitrova in que luoghi una citt deit Narbace (2 ), nella quale Suole mostrarsi un oracolo che d le sue rispo ste alte persone mentre che dormono: e finalmente che quivi pure si trovano alcune altre nazioni le quali attendono al ladroneccio e alla guerra piutlostoch. al1 agricoltura; ci che procede dalla sterilit del paese.' Ma la maggior parte poi di quella spiaggia montuosa occupala dai Cadusii, per lo spazio di circa cinque' mila stadii al dire di Patroclo ; il quale porta opinionealtres che il mar Caspio-Ircano sia pari nella sua gran dezza all Eussino.
(1) Ci cbe Strabone ha gi detto e dir ancora sali Albania e sui', diversi rami del Tauro contraddice a questo periodo, sic-/ ch pu sospettarsi che v'abbia qualche storpio.nel lesto , seb bene non si trovi accennata dagli editori diversit alcuna di lezione. - Nel periodo susseguente la lezione comune : Ji
H o . ( p a t r ia / T n t t s m e n im i

r7f A . i f i i * i t ,

if

xctXcSttt

S* n a f f a r m i . A quest ultima voce il Coray sostituisce quella di Parsii ; qualcun altro vorrebbe sostituire invece il nome di Perrebii. (3 ) Questa citt nominata soltanto da Strabone.

46

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

C A P O IX.
Detenzione d elt Iivam'a.

Questi paesi fa qui mentovati sono sterili. L Irca* nia invece molto fertile e vasta, e quasi tutta pia* n u ra , sparsa di ragguardevoli c itt , fra le quali si an noverano Talabroce , Satnariana , Carta e Tape resi denza dei re , fondata, per quanto si dice , poco al di sopra del m are, e distante dalle Pile Caspie mille e quattrocento stadii. Rispetto alla fertilit del paese si pu giudicarne da quello eh io n ho gi detto : perocch una sola vite produce col un metrito di vino : una sola pianta di fico d sessanta mediani di frutti, e il grano na sce dai semi che dalle spighe cadono senz altra cura sul suolo : le api depougono negli alberi il mele che stilla poi dalle foglie. Tutto questo accade anche nella Matiana di M edia, e cos pure nella Sacasene e nell Arassene che spno parti dell Armenia. Tuttavolta n 1 Ircania, n il mare che porta il suo nome non ottennero dagli abitanti tutta quella cura di cui pur erano meritevoli. Perocch nessuno naviga quel m are , ma lasciato deserto , sebbene vi siano alcune isole che si potrebbero abitare, e il cui terreno, al dire di alcuni, ricco anche d oro. E n cagione 1 essere stati fin dal principio glIrcani soggetti a popoli barbari, quali furono i M edi, i Persiani ed all ultimo i P a r ti, peggiori dei primi ; oltre di che il paese all intorno,

LIBRO UNDECIMO

47

per essere pieoo di ladroni e di nomadi, deserto. Ri spetto poi ai Macedoni ri regnarono un breve spazio^ di tempo ; nel quale distratti da guerre contiuue non poterono attendere pi che tanto a quelle rimote re gioni. Aristobulo dice che P Ircania un paese boscoso e ricco di querce , ma sprovveduto per di picea, d abeti e di p in i, dei quali invece l India assai ricca.. Appartiene allIrcania anche la Nesea (i), sebbene al cuni la considerino come separata da quella. L Ircania poi attraversata da fiumi, come sono P Oco e P Oxo* che vau tutti e due fino al mare : P Oco attraversa an che la Nesea; ma alcuni dicono poi eh esso mette foce nell Oxo. Aristobulo afferma che P Oxo il pi grande di quanti fiumi egli vide nelP Asia , fuor solamente quelli dell ndia. Aggiunge altres ( ci che disse pure Eratostene sulla fede di Patroclo ) eh esso pu navigarsi co modamente , sicch serve a trasportare molte produ zioni dell India nel mare Ircano , e di quivi nell Al bania : d onde poi viaggiando sul Ciro e a traverso dei luoghi che a quello succedono, pervengono fino al Ponto Bussino. Rispetto all Oco non se ne trova parlato grau fatto dagli antichi : tuttavolta Apollodoro, scrittore delle cose Particbe, ne fa continuamente menzione af fermando che scorre vicinissimo a Partiei. Anche intorno a cotesto mare (?) furono promulgate
(i) Forse Nisea. (*) Cioc intorno al inart Ircauo.

48

DELLA GEOGRAFIA D I STRABONE

parecchie falsit per desiderio di adulare Alessandro-.; Infatti, mentre si confessa da tutti che il fiume Tanai di vide 1 Asia dallEuropa, e si sa che il paese situato fra il mar Caspio ed il Tanai ( eh una gran parte del l'Asia) non cadde in poter dei Macedoni, non di meno si volle far credere che Alessaudro lavesse conquistato, come gli altri paesi nei' quali realmente port le sue armi. Quindi confusero in uno il lago Meotide che ri ceve in s il Tanai e il mar Caspio, dando anche a quest ultimo il nome di lago, e affermando che hanno' comunicazione entrambi fra loro , siech I1 uno parte dell altro. Policleto poi a far manifesto che il mar Ca spio un lago adduce anche questi argomenti: cbesso nutre serpenti, e che le sue acque sono dolci anzi che no. A provar poi che quel mare sia una stessa cosa colla Meotide adduce questo argomento: che vi sbocca il fiume Tanai: perocch da quegli stessi monti dellin dia dai quali discendono 1 Oco e 1 Oxo discorrono anche altri fiumi, e fra questi l lassarle pi settentrio nale d ogni altro ; e tutti vanuo del pari a metter focenel mar Caspio. Ora questo fiume lassarle lo denomi* narono Tanai, e diedero voce che questo fosse il Tanai i di cui parl Policleto. Osservano in fatti che il paese al di l di quel fiume produce I abete, e che d abete ap punto fanno le loro frecce gli Sciti di quella contrada: e questo affermano essere indizio che quella una parte dell Europa e non gi dell Asia ; perch 1 Asia, cos la superiore come 1 orientale, non produce abeti. Eratostene per dice che quest albero alligna anche nellindia, lauto che Alessandro ue costrusse una flotta^

LIBRO UNDECIMO

4g

Questo medesimo autore sforzasi di confutare molte altre consimili asserzioni ; ma a noi basti quanto ab biamo detto sin qui. F ra le particolarit poi raccontate da Eudosso e da altri intorno al mare d Ircania si trova anche questa, che in certe parti della sua spiaggia si veggono degli antri come scavati dentro la riva stessa, con una specie di basso lido frapposto tra quegli antri ed il mare. Che i fiumi devolvendosi dai precipizii sotto dei quali si ad:dentrano gli antri predetti, si spingono con tanta for za , che vanno a cader nel mare senza bagnar punto il sottoposto lido ; sicch vi potrebbe camminare un esercito all asciutto, sotto la volta formata dall acque : e i nativi di quel paese amano spesso di congregarsi in que luoghi a celebrar banchetti e sagrificii (i). E che quivi essi o se ne stanno allombra negli antri, o si go* dono al sole sotto la volta dell acque ; e ciascuno se condo il suo genio variamente si diverte , offerendosi loro dambo i lati lo spettacolo del mare, e una spiag gia erbosa sempre e fiorita a motivo dell1 umidit.
(i) Ka Il tradattor francese avverte che un MS. legge invece x< Bkat, sicch vorrebbe dire che vanno in qua luoghi a banchettare per godere di quello spettacolo.

So

SE L L A GEOGRAFIA S I STRABONE

C A P O X.
P arti orientale del Tauro.

Chi si parte dal mare Ircaao andando verso l o* riente fino al mare dell India ba dalla destra que monti che gli Elleni denominan Tauro ; quali comin ciando dalla Panfilia e dalla Cilicia continuano fino ai luoghi ai quali ora siamo pervenuti, pigliando diversi nomi. Nel lato settentrionale cotesti monti sono abitati dai G eli, Cadusii ed A m ardi, come abbiamo gi d e tto , ed anche da alcuni Ircani. Tien dietro la na zione de Partiei, poi quelle de 1 Margiani e degli Arii ; e per ultimo trovasi quel deserto che il fiume Sarnio disgiunge dall Ircania : tutto questo s incontra andan do verso 1 oriente ed il fiume Oco : e in quello spazio che stendesi dall Armenia sino a quel punto di cui ora parliamo 0 poco m en o , chiamasi Paracoatra. Dal mare Ircano poi fino agli Arii si contano circa sei mila stadii ; quindi seguono la Battriana e la Sogdiana, ed ultimi di tutti gli Sciti Nomadi. Tutto quel tratto di monti che trovasi dopo gli Arii fu dai Macedoni indicato sotto il nome di Caucaso ; ma dai barbari fu invece diviso in parecchie parti a ciascuna delle quali asse* gnarouo diversi nomi, come a dire le sommit del Pamiso , degli E m odi, dell Imao e simili (i).
(i) In tutto il presente capo il testo d incerta lezione.

LIBRO 1IKDECIM0

5.

CAPO

XI.

Paesi e popoli situati al settentrione della parte orientale del Tauro.

Alla sinistra ( i) , e rimpelto ai popoli gi mentovati si stendono le nazioni scitiche nom adi, le quali em piono tutto quanto il fianco settentrionale (a). La mag gior parte degli Sciti, cominciando dal mar Caspio, sono soprannomati Daii ; ma i pi orientali dicoosi Massageti e Saci; gli altri chiamatisi tutti comunemente Sciti, ma ciascuno di essi poi ha un suo nome particolare. T utti costoro od almeno la maggior parte son no* madi ; fra i quali poi sono principalmente conosciuti quelli che tolsero agli Elleni la Battriana, cio gli Asii, i Pasiani, i Tocari e i Sacarauli ; poi quelli che si partirono dalle sponde dellIassarte, dov essi abitavano rimpelto ai Saci ed ai Sogdiani ; poi i Saci e que Daii che si dicono A parni, Zantii e Pissuri. Gli Aparni abitano vicinissimo allIrcania ed al mare ond essa bagnata ; gli altri si stendono fino ai luo ghi situati rimpetto all Aria. F ra costoro e i paesi dell Ircania e della Partiea andando fino al territorio degli Arii giace un deserto ampio e senzacque, cui quelle genti solevano attraver
(i) S intende alla sinistra discoloro i quali partendosi dallEuro del mare lrcano sinoltrano verso l oriente. (Edit. fr.) (s) Che cosa ( dice il traduttor francese ) da intendersi qui sotto lespressione di fianco settentrionale?

5a

DELLA GEOGRAFIA

s i strabone

sare a grandi giornate per irrompere poi nell Ircania, nella Nesea e nelle pianure de Partiei. Questi ultimi pattuirono quindi una specie di tributo , il quale consi* steva nel permettere che in certi tempi determinati il loro paese fosse corso e depredato : ma perch poi gli Sciti esercitavano questo diritto anche fuori deltem po Convenuto, spesso rompevano guerra, la quale finiva con nuovi patti, che poi si violavano anchessi. Tale appunto la vita cos di questi come degli altri Nomadi ; cio un continuo assalirsi e pacificarsi coi loro vicini. I Saci a somiglianza dei Cimmerii e dei Treri fecero anchessi delle scorrerie , qualche volta in paesi lontani, qualche volta in paesi vicini ; perocch occuparono an che la Battriana e la parte migliore dell Armenia , alla quale rest poi da loro il soprannome di Sacasena : pro cedettero inoltre fino al paese deCappadoci, ed a quelli principalmente che stannq presso lEussino e sono ora denominati Pontici. Ma quivi mntre attendevano a di videre il fatto bottino, piombarono loro addosso di notte tempo i generali Persiani che allora governavano quei paesi, e li dispersero tutti. E in quella pianura dove successe un tale sterminio accumularono della terra intorno ad un masso che vi si trovava , per modo da rendere sembianza di un colle, costrussero un muro allintorno, e vi eressero un tempio alla Dea Anaiti, ed un altro comune ad Ornano e ad A nandato, genii per siani. Vi stabilirono inoltre una solenne adunanza da celebrarsi ogni anno sotto il nome di Saca ; la quale poi fino ai d nostri suole osservarsi dagli abitanti di Zela. Cos viene denominato quel luogo, ed era una

LIBRO UNDECIMO

piccola citt abitata principalftiente dalle persone addette al servigio divino. Ma Pompeo (i) aggiungendovi poi un ragguardevole territorio e trasportandone in quella tutti gli abitanti, ne fece una di quelle citt cbe egli ere* dette opportuno di sollevare dopo avere distrutto' il re Mitridate. Tale lopinione di alcuni intorno ai Saci. Ma alcuni altri raccontano invece che Ciro avendo fatta una spedizione contro costoro, fu vinto in una bat taglia , si trasfer col suo esercito in quel luogo dove egli aveva lasciate le sue tende piene di ogni maniera di vettovaglie e principalmente di vino: quivi (soggiun gono) concedette alcun poco di riposo ai soldati ; poi sul far della sera si mise di bl nuovo in via , come se fuggisse, lasciandosi a dietro le tende tuttora abbondevoJissime di vettovaglie : ma proceduto nel suo nuovo cammino quanto gli parve opportuno, ristette. Frattanto i Saci inseguendolo pervennero al suo campo ^ e trova* tolo vto duomini e pieno di provvigioni, sconsiderata* mente si diedero al mangiare ed al bere : sicch poi gli uni nel sonno e nel vino furono trucidati ; gli altri caddero sotto le armi dei nemici mentrech ignudi at tendevano a saltare e a danzare $ e cos in poco d ora tutti furono uccisi. Laonde Ciro attribuendo a divino soccorso il prospero avvenimento di quel giorno lo con sacr alla Dea venerata nella sua patria denominandolo giorno dei Saci. Di qui dunque venuto che dovun que si trovi un altare di questa D ea, quivi si celebri ogni anno il giorno dei S a c i , ci una specie di bac(i) Circa l anno 64 prima dell E. Y.

54

DELLA GEOGRAFIA S I STRABONE

canale , in cui gli uomini e le donne vestiti all usanza degli Sciti attendono a bere ed a darsi insieme buon tempo. In questa guerra' contro Giro t Massageti fecero ma* nifesto il loro coraggio , di cbe molti variamente hanno scritto, come ciascuno pu chiarirsi leggendo le loro Opere. Di questo popolo poi si raccontano anche le cose seguenti. Alcuni abitano luoghi montuosi, alcuni invece pianure : alcuni soggiornano dentro paludi for mate dai fiumi, altri abitano certe isole emergenti da quelle stesse paludi. Sopra tu tto , il paese dei Massageti dicono che suol essere inondato dal fiume Arasse (i), il quale scorre diviso in pi rami sboccanti poi tutti nel mare settentrionale ad eccezione d uno solo che mette foce nel golfo Ircano. Considerano il Sole come unico Iddio , a . cui sogliono far sagrifizii di cavalli. Ciascun uomo prende una sola moglie; ma poi si mischiano palesemente anche colle mogli altrui , sospendendo per segnale la propria faretra al carro in cui vanno a tro varle, mentre stanno con loro. Tengono in conto della miglior morte 1 essere , quando son vecchi, tagliuzzati colle carni daltri animali, e mangiati insieme con quelle. Coloro poi che muoiono di malattia li gittano come empii e degni di essere divorati dalle fiere. Sono valo rosi soldati cosi a cavallo come a piedi , ed usano in guerra archi, spade, corazze e sagaridi di rame. Hanno altres cinture d oro e diademi nelle battaglie ; e freni
(1 ) Il Coray ed il Falconer portano opinione che debba leg gersi invece Jassarte.

LIBRO UNDBCMO

55

doro ai cavalli ed altri finimenti pur d oro. Non v ha fra loro argento ; ferro poco ; ma il rame e 1 oro vi sono abbondanti. Quelli che stanno nelle isole, non avendo seminagioni, vivono di radici e di fratti salvatici ; vestonsi colle foglie degli alberi, perch non hanno nemmanco pecore ; bevono il succo che premono dai frutti delle piante. Quelli invece che stanno nelle paludi viron di pesci, e vestonsi colle pelli delle foche le quali dal mare sogliono risalire fino l dentro. I montanari si nutrono essi pure di frutti salvatici : hanno anche qualche bestiame, ma poco \ sicch non sogliono ucciderlo, ma ne fanno risparmio per traine la lana ed il latte : sanno poi render varie le loro vesti con colori che difficilmente svaniscono. Quelli finalmente che abitano le pianure , sebbene posseggano dei campi, non sogliono per colti varli , ma vivono di pecore e di pesci alla maniera dei Nomadi e degli Sciti, i quali (come ho gi detto pi volte) hanno tutti un modo comune di vivere; e le tombe e le usanze sono appo tutti presso a poco le stesse. Tutto il modo del vivere che essi osservano indipen dente , ma duro , selvaggio e guerriero ; pur nelle loro relazioni semplice e scevro di frode. Appartengono alla nazione dei Massageti e dei Saci anche gli Attasii ed i Corasmii, tra i quali dal paese dei Battriani e dei Sogdiani ripar Spitamene , uno dei Persiani che al pari di Besso tentarono di sottrarsi ad Alessandro. Pi tardi Arsace fuggendo Callinico si ri trasse fra gli Aspasiaci (i). (i) Trattasi qui probabilmente di Anace II
e di Seleueo II

56

SE L L A GEOGRAFIA D I STRABONE

Eratostene dice che gli Aracoti ed i Massageti abi tano lungo il paese dei Battrii fino allOxo ; e che i Saci e i Sogdiani in tutto il loro territorio sono situati rimpetto all India , ed anche alla Battriana, ma soltanto in qualche piccola p a rte , giacch questa sta quasi tutta lungo il monte Paropamiso. Dice inoltre che il fiume Iassarte divide i Saci dai Sogdiani, come lOxo disgiunge i Sogdiani dai Battrii: e cbe fra gli Ircani e gli Arii abitano i Tapiri (i). Intorno al mare (secondo lo stesso Eratostene) dopo gli Ircani trovansi gli Amardi, gli Anariaei, i Cadusii, gli Albani, i Caspii, ed i Vitii, e forse anche alcuni altri popoli fino agli Sciti. Dall altra parte (a) stanno i Derbici. I Cadusii congiungonsi coi Medi (3) e coi Matiani sotto il monte Paracoatra. Le distanze poi fra questi popoli Eratostene le deter mina come, segue. Dal monte Caspio sino al fiume Ciro circa mille e ottocento stadii : dal Ciro sino alle Pile Caspie cinque mila e sei cento : di quivi fino alla citt d Alessandria nel paese degli Arii sei mila e quattrosoprannomato Callinico. Il regno d quest ultimo steodesi dall'anno 2 4 7 al 2 2 1 o 2 2 6 av. l E. V ., e la fuga di Arsace para che debba riferirsi allanno 2 4 3 . Gli Aspasiaci mentovati qui da Strabone, e in nessun altro luogo da Ini ricordati, sono un popolo pochissimo conosciuto. (Edit. fr.) ( 1) Strabone afferma poco dopo che questi Tapiri abitavano fra i Derbici e glIrcani; n sarebbe possibile conciliare questi due luoghi. (Edit. fr.) (2 ) Cio all oriente degl Ircani. (5) S intendono i Medi Atropatcni. (Edit. fr.)

LIBRO CHDECIHO

5j

cento: poi fino alla citt di B attra, la quale chiamasi anche Zariaspa, tre mila e ottocento settanta. Egli determina inoltre anche le distanze dalle Pile Caspie fino agli Indi, dicendo che dalie Pile fino ad Ecatompilo con tatisi mille e nove cento sessanta stadii ; fino ad Ales sandria degli Arii quattro mila e cinquecento trenta ; poi fino alla Proftasia nella Drangea mille e sei cento ; di quivi fino alla citt detta Aracoti quattromila e cento venti; da Aracoti fino ad Ortospana, dove la strada che viene dai Battrii si divide in t r e , due m ila; poi .mille fino ai monti dell india; sicch in tutto ascendono a quindicimila e cinquecento stadii (i). Bisogna poi im maginarsi come una linea retta la strada che partendosi dal fiume Indo procede sino al mare orientale, se guendo la lunghezza dell India (a). Questo rispetto ai Saci.

(i) Sommando le distanze accennate si hanno invece soltanto i5 ,a io stadii. Strabone stesso nel lib. xv par cbe ne attribuisca a questo cammino i5,3oo: difficolt notata da altri, ma non ri soluta poi da nessuno. (Edit. fr.) (a) Questa lunghezza dell India gi si disse nel lib. 1 eh di i $ , 0 0 0 stadii. (Edit: fr.)

58

S E L L A GEOGRAFIA D I STRABONE

CAPO

XII.

Della Panica. N atura di questo paese. Citt soggette ai Partie. D ei Tapiri. Origine e progresso della potenza dei Par tisi.

La Partiea non grande; sicch sotto la dominazione persiana, e poi per tutto quel tempo che ne furon pa droni i M acedoni, rispetto alle imposte, fu considerata insieme cogli Ircani come una sola provincia. Oltre poi alla piccolezza anche ingombra di selve e montuosa e povera ; di sorte che quando i re lattraversavano con seguito numeroso, sollecitavano il viaggio, non essendo quel paese capace di somministrare le necessarie prov vigioni n anche per pochissimo tempo. Ora per que sta regione fu ampliata. In fatti al governo detto P a r tiena (i) appartengono la Camisena e la Corena, ed an che quasi tutti quei luoghi che stendonsi fino all? Pile Caspie, agli Aragi ed ai T a p iri, e che furono antica mente soggetti alla Media. Fanno parte di quella pro vincia anche Apamea ed Eraclea , citt vicine a Raga. Dalle Pile Caspie a Raga , al dir d Apollonio , vi sono cinquecento stadii ; e fino ad Ecatompilo dove abitano i re de Partiei se ne contano mille e due cento ses santa. II nome di Raga (a) dicono sia nato dai tre(i) probabile che 1 Autore con questo nome abbia voluto indicare la Partiea, non gi qual essa era da prima, ma secondo le sue posteriori ampliazioni.

. (a) La voce p u y tt significa fe s s u r a .

LIBRO OHDECntO

5g

muoti che in quella regione, per testimonianza di Possidonio, sommersero molte citt e due mila villaggi. Dicono che i Tapiri abitano fra i Derbici e glIrcani, e dei Tapiri si racconta che avessero in costume di ce dere altrui le proprie mogli dopo averne avuti due o tre figliuoli ; siccome ai d nostri anche C atone, pre gato da Ortensio gli cedette la propria moglie Marcia , secondo un antica usanza dei Romani (i). Quando poi s innovarono le cose al di l del Tauro per le dissensioni che nacquero fra i re della Siria e della M edia, i quali possedevano anche i luoghi di cui ora parliam o, da prima coloro che stavano al governo della Battriana la ribellarono , e lo stesso fecero poi anche dei luoghi vicini a quella provincia i fautori di Eutidemo. In progresso di tempo lo scita Arsace, traen do seco alcuni Daii nomadi soprannomati Parni e abi tanti lungo le rive dellO c o , assal la Partiea e se ne fece padrone. E sulle prime quel principato fu debole, dovendo Arsace e i suoi successori essere in guerra mai sempre contro coloro ai quali avevan tolto il pae se : ma poi allargandosi sulle province circonvicine colle continue vittorie, crebbero in tanta forza che al lultimo si trovaron padroni di tutto il paese al di qua dellEufrate. Impadronironsi inoltre anche di una parte della Battriana cacciandone a forza gli S citi, e prima di questi il re Eucratide : sicch ora sono padroni di tanti paesi e di tante nazioni, da potere in qualche
(1 ) Se questa usanza veramente sussistesse cosa da potersi mettere in dubbio. (Edit. fr.)

6o

DELLA. GEOGRAFIA D I STRABONE

modo nell ampiezza del dominio gareggiar coi Romani. Di questi successi furon cagione il loro modo di vivere ed i loro costumi \ i quali tengouo molto del barbaro e dello scitico, ma sono per acconcissimi ad essere fondamento di una signoria assoluta, ed al buon esito delle guerre. Dicesi che i Daii Parni sieno emigrati di que Daii che stanDo al di l della Palude Meotide denominati Zantii o Parii : ma non ben certo per che alcuni degli Sciti abitanti al di l della Palude Meotide sieno Daii. Da questi Daii Parni pertanto dicono alcuni che trasse la sua origine Arsac; ma alcuni invece lo fanno Battriano ; ed affermano che ribell la Partiea per sot trarsi al crescente dominio di Diodoto (i). Se non che per avere parlato gi assai intorno alle costumanze dei Partiei nel sesto libro delle mie Memorie, eh il secondo delle Aggiunte a Polibio, le passeremo qui in silenzio, affinch non paia che noi amiamo di ripetere le stesse cose. Questo sol direm o, che i Par tiei hanno ( per testimonianza di Posidonio ) due sined r ii, 1 uno dei congiunti (a), 1 altro dei sapienti e dei magi : e che questi due sinedrii eleggono i re (3).

( 1) Verso l anno a56 prima dell E. V.

(a) Z uyyuSt. Il tradattor francese spiega les membres de la

famille royale.
(5) Il testo dice: ' { r c v t fiunkt"s xct&iriitit :

e alcuni tradussero come se Posidonio dicesse che bastava ap


partenere ad uno di questi sinedrii per poter essere eletto re. Ma perch questa spiegazione contraddetta dalla storia, dalia

LIBRO UNDECIMO

6l

CAPO

XIII.

DeW A ria e della Margiana. N atura d questi due paesi. Esten sione dell Aria , sue citt j sue produzioni. La Margiana.

L Aria e la Margiana sono le province migliori in questa seconda parte dell Asia settentrionale, e si com pongono o di yalli circondate da m onti, o di pianure copiose di abitatori. . . I monti sono popolati da alcuni Sceuiti : le pianure sono attraversate da fiumi che si derivano in parte dall Ario in parte dal Margo. L Aria confina colla Battriana da quella parte do* Vessa dominata dal monte che ricinge questa provin cia; ed distante dallIrcania circa sei mila stadii (i). Rispetto al pagare i tributi univasi collAria la Drangiana che stendesi fino alla Carmania ; la quale seb bene per la maggior parte sia situata alle falde dei monti dal lato meridionale, ha non dim en o alcune province vicine alle parti settentrionali di essi monti contigue all Aria. Con questa poi e colla Draugana
quale sappiamo che il regno dei Parti apparteneva soltanto al ramo primogenito degli Arsacidi, perci non fu n poteva es sere adottata dal traduttore francese. Egli osserv poi che tutta la difficolt potrebbe forse consistere nel significato da darsi in questo luogo alla parola r e , dovendosi forse qui intendere i go vernatori delle province, le quali sono da Plinio denominale regna. (i) Fin qui le parole dell Autore in questo capitolo ci sono pervenute guaste ed incerte.

6 l

DELLA. GEOGRAFIA DI STRABONE

univasi anche lAracosia, la quale non molto da lun g i , ed situata anch essa ai piedi dei monti dal lato meridionale, si stende sino al fiume I n d o , e si consi dera come una parte dell Ariana. La lunghezza dell Aria di circa due mila stadii ; la sua larghezza ne luoghi piani ne conta soli trecento. Le sue citt sono A rtacana, Alessandria ed A chea, denominate cos da coloro che le hanno fondate. 11 territorio copioso di buon vino , il quale dura fino alla terza et senza bisogno che le botti sieno intona cate di pece. Di simil natura (i) anche la Margiana, se non che in quella parte dov essa pianura circondata da de serti. Ammirando pertanto la fertilit del paese, An tioco Sotero lo ricinse con un muro il cui circuito era di mille e cinquecento stadii, e vi fabbric una citt detta Antiochia. Anche il terreno della Margiana molto opportuno alle viti : per dicono che vi si tro vano spesso tronchi di viti grossi per modo che ad abbracciarli son necessarii due uomini, e che producono grappoli lunghi due cubiti.
(i) Il testo dice: w*f*Xnrt*t che spiegasi anche vicina.

LIBRO OUDECIMO

63

CAPO

XIV.

Estensione della Battriana. Progressi della -potenza dei principi greci che fondarono un regno in quel paese. Citt della Bat triana. Sua unione colla Sogdiana. Costumi degli abitanti di questi due paesi. Alessandro vi fo n d a parecchie citt , e ne di strugge alcune altre. Fium i d i questi due paesi Popoli pi orientali e poco noti.

Alcune parli della Battriana verso il settentrione sono circondate dall A ria} ma in generale per la si stende verso loriente : ed una regione ampia e ferace dogni produzione tranne l ulivo. Anzi per la bont del ter reno quegli Elleni che la staccarono (dalla dominazione dei Seleucidi) vi crebbero in tanta potenza, che giun sero ad impadronirsi dellAriana e-degl I n d i, secondo* ch dice Apollodoro artemitteno: e nel numero delle nazioni soggiogate superarono Alessandro } principal mente Menandro ( i ) , il quale attravers PIpani e si spinse verso POriente fino alP Isamo (a). Ma le con* quiste accennate in parte furono compiute da costui, in parte da Demetrio figliuolo di Eutidemo re dei Battria n i, impadronitosi non solamente della Patalene, ma anche di tutta la spiaggia denominata Tessarioste,
(i) Costai successe nel regno al proprio fratello Eutidemo verso l anno ig5 av. l E. Y. (?) Alcuni credono che debba leggersi Imao ( il monte ) ; se condo alcuni altri l Isamo un fiume che oggi dicesi Zanna ; forie_dovrebbe leggersi tS itx * , sino aW Idaspe. (Edit. fr.)

64

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

e del regno di Sigertide (i). Insomma Apollodoro af ferma che la Baltriana divent la parte principalissima di tutta quanta 1 Ariana ; e che i Greci stesero il loro dominio anche fino ai Siri ed ai Fauni ( 2 ). Le citt da loro possedute fucino B a ttra , denomi nata anche Zariaspa, la quale attraversata da un fiu me dello stesso suo nome che va a sboccare nellOxo ; poi Daraspa ed altre parecchie , fra le quali contavasi Eucratidia, che ricevette il suo nome dal proprio fonda tore. Gli Elleni che possedettero questo paese lo divi sero in satrapie, fra le quali poi quelle di Aspiono e di Turiva furon sottratte ad Eucratide dai Partiei.. Tennero anche la Sogdiana situata verso l oriente al di l della B attriana, tra il fiume Oxo (che serve di confine tra i Battriani e i Sogdiani) e l Iassarte, il quale disgiunge i Sogdiani dai Nomadi. Anticamente, cos nel modo di vivere come nei co stumi , non molto differivano i Sogdiani ed i Battriani dai Nomadi ; pur le costumanze dei Battriani erano un popi civili, bench Onesicrito racconti anche di costoro orribili cose, affermando che i vecchi e gl'infermi la cui guarigione fosse disperata eran da loro esposti per es sere divorati vivi da certi cani educati a tale effetto, e

( 1) Nota il traduttore francese che forse la voce fiartXn'mt vorr qui significare non gi regno, ma solamente residenza reale} e che di questi paesi non si trova notizia in verun altro scrittore. (a) Cosi il testo, ma si dubita se questi noini siano quali Strabone li scrisse. (Edit. fr.)

LIBRO UHDECIM O

65

chiamali nel patrio loro linguaggio entafisti (i)* donde poi 1 estern della metropoli dei Battriani a vedersi p u r o , m a al di dentro per la maggior parte piena di ossa um ane. Questa usanza fu abolita da Alessandro. T ali sono a un di presso anche le costumanze che si raccontano dei G aspii, dicendosi che sogliono chiu dere in certi luoghi e lasciarvi morir di fame i proprii genitori quando siano pervenuti ai settantanni. Questa usanza senza dubbio pi comportabile di quella dei B attrian i, e mostra di essere una legge nativa dei Casp ii, sebbene sia d indole scitica; ma pi scitica assai per quella dei Battriani. E se allorch Alessandro conquist quei paesi vi dominavano siffatte instituzioni, che cosa dobbiamo pensare del tempo dei primi re persiani e dei principi ancora pi antichi (a) ? fama pertanto che Alessandro fondasse otto citt nella Battriana e nella Sogdiana , distruggendone in* vece alcune che gi sussistevano, fra le quali ( nella B attriana) contasi C a ria ta , dove fu preso ed imprigio nato Callistene (3). Appartengono al numero delle citt distrutte ( nella Sogdiana ) anche Paracande e C ir a , la pi rem ota fra le citt fondate da Ciro. Essa trovavasi sulla sponda dell Ia ssa rte , il quale serviva di confine
(1) Da la e da rkpcc sepolcro. ( 2 ) T utto questo paragrafo si spiega sulla fda dei commenta to ri pi che sulle parole del testo. (3) Di Callistene scolaro di A ristotele, e delle cagioni p er le quali Alessandro gli si fece nemico vedasi Arriano lib. iv , c. 1 0 e seg.
S tim bo xe * tom. I V . 5

66

SELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

alla dominazione dei Persiani. sebbene Alessandro portasse grande rispetto alla memoria di.Ciro, non di meno distrasse quella citt per le frequenti sue ribel* lioni. Egli poi occup, ma per tradimento , alcune foi> tezze situate in luoghi gagliardi e di accesso diffteilissimo \ come a dire nella Battriana il castello di Sisimitra , dove Oxiarte aveva lasciata la propria figliuola Rossane (i) ; ed uno della Sogdiana , oltre a quel che dicevasi castello dellO x o, o secondo alcuni castello di Ariamaze. Raccontasi pertanto che il castello di Sisimitra avesse quindici piedi d altezza e ottanta di cir conferenza. La roccia su cui era fondato, nella sua som mit , aveva una pianura di buoa terren o , capace di somministrar loccorrente a nutrire cinquecento persone. Quivi Alessandro fu magnificamente ricevuto, e quivi pu re celebr le sue nozze con Rossane figliuola dOxiarte. Dicono poi che 1 altra fortezza occupala da lui nella Sogdiana fosse alta il doppio di Sisimitra. In quei me desimi luoghi prese Alessandro anche la citt dei Branchid posti col ad abitare da Serse, cui essi avevano volontariamente seguito dal proprio paese dopo avere consegnato ai Persiani il tempio e i tesori d Apollo in Didimi : ed il Macedone poi li distrusse in abbominio di quel sacrilegio e di quel tradimento. Il fiume che scorre attraverso la Sogdiana da Aristobulo vien detto Polutimeto, come lo denominarono i
( i) Osserva il sig. de la Porte du Theil che secondo Arriano la fortezza in cui Rossane era custodita apparteneva invece alla Sogdiana ; ina che non sarebbe quasi possibile chiarire la verit.

LIBRO UNDECIMO

bj

Macedoni, i quali anche a molti altri luoghi imposero o nomi o soprannomi nuovi (i): e dice che dopo avere irrigato il paese, entra in un terreno deserto e sab bioso, e che quivi assorto si perde, come saccede del* l Ario che attraversa il paese degli Arii. Dicesi che i Macedoni scavando lungo le rive dellOxo trovassero una sorgente di olio ; e ben verisimile, che siccome v hanno umori nitrosi, alluminosi, bitumi nosi e sulfurei nelle viscere della te r r a , cos ve ne siano anche di grassi, bench poi per trovarsi di rado la cosa paia incredibile. Alcuni dicono che l Oco attraversa la Battriana, al cuni invece che scorre soltanto lungo quella regione : cos alcuni affermano che lOco tiene un corso pi me ridionale e differente dall Oxo fino a quel punto dove mette foce, e che ciascuno di questi fiumi ha un uscita sua propria nel mare Ircano; mentre alcuni altri per lo contrario sostengono che da principio questi due fiumi
(i) 11 testo dice: T* t it* rie /?* fitim trai a (tir

HeXvr/fUiTC 'A ftn ifitv X tt X iy ti, vt M a x Jctttt S tfittv r ) ix x trtX X , r* fit *<* r* Si ifS tila S i* , t. A. II verbo si
gnifica un nome c h a in s una qualche allusione, un nome de dotto da un a ltr o , e simili. Q uindi in questo luogo pu spie garsi, o come dice il traduttor francese des noms traduits dapris ceux doni se servoient les habilans du p a y s, o in quel modo generale eli io preferii. 11 vocabolo TuXvliftntt in latti (signi ficando degno di molta stim a , prezioso) pu considerarsi come u n soprannome. Curzio dice peraltro che questo fiume chiamavasi gi cos anche dai nativi di quel paese.

68

DELLA GEOGRAFIA DI STRBONE

camminano separati, ma che poi entrambi si uniscono nella sola corrente dellOxo, la cui larghezza in certi luo ghi di sei o selle stadii (i). LIassarte, da dove comin cia fin dove finisce, sempre diviso dall Oxo, sebbene poi vadano entrambi a gettarsi nello stesso mare: le lo* ro foci, al dire di Patroclo, sono distanti luna dallaltra ottanta parasanghe; e la parasanga dei Persiani secondo alcuni di sessanta stadii, secondo altri di trenta o qua* ranta. Quando noi navigammo sul Nilo notammo che le distanze da citt a citt determinavansi a scheni; ma questi poi non erano da per tutto d una stessa misura, sicch un medesimo numero di scheni corrispondeva ad una navigazione maggiore o minore secondo diversi luoghi. E questa variet di misure introdottasi gi dai tempi pi antichi si conservata poi sempre fino alla nostra et. Partendosi dal mare Ircano ed andando verso loriente fino alla Sogdiana, tutte le nazioni abitanti al di l del Tauro furono conosciute prima dai Persiani, poi dai Macedoni e dai Partiei : quelle poi che trovansi

(i) Leggo col C oray : X v ftp iX iit Ti (t> rQ%t) t


tc) xu/

lir72e

rlaS/m t

> ri s% 7<r. Questo neutro ( riferendosi a jii79pi fa che la larghezza di sei o sette stadii attribuiscasi all O zo com n atu rale: ma le stampe ordinarie leggendo invece ?'/<* non possono riferirlo se non all accusativo mascolino ri Il traduttor francese riferendo una nota del Brequigoy mostr di avere veduta l'incongruenza di questa lezione, ma non osando niutarla attribu all Oco la larghezza predetta.

LIBRO UNDECIMO

69

procedendo in linea retta (i), si congettura dallesterna somiglianza che siano scitiche; ma nei loro paesi non si fecero spedizioni che ci siano note, come nemmanco in quelli di Nomadi pi settentrionali. Contro costoro Crasi deliberato di andare Alessandro quando inseguir Besso e Spitamene; ma poich Besso gli fu condotto vivo, e Spitamene venne ucciso dai barbari, si rimase da quell impresa. CAPO XV.

Qual form a diano alla ' Terra abitata le cotte che d a t estremit orientale del Tauro risalgono verso il settentrione fin dove il mare Ircano entra nell Oceano settentrionale. Dimensioni della Terra abitata 'fr a il mare Ircano e V estremit orientale del Tauro Sotto qual meridiano deve trovarti la massima larghezza d i tutta la Terra abitata.

Non consentono tutti nell opinione che alcuni par titisi dall india siano venuti per mare nell Ircania; ma Patroclo afferma per che un tal viaggio pos sibile. Dicesi che 1 estrema parte del T a u ro , la quale chia masi Imao ed contigua coll In d ia , si spinge verso 1 oriente n pi n meno dellndia stessa : ma chi s inoltra da quella estremit lungo il fianco settentrionale, trova che il mare va occupando sempre alcun poco della larghezza e della lunghezza del continente ; di qualit,che la parte dell Asia da noi ora descritta (ed
(i) Cio : sotto lo stesso parallelo.

70

SELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

quella contenuta fra il Tauro e l Oceano settentrio nale da cui si forma il m ar Caspio) dal lato orientale par che finisca in una specie di angusta coda. La lunghezza maggiore di quella parte dell1 Asia, dal mare Ircano fin all Oceano presso all Imao , & di circa trenta mila stadii, camminando sempre lngo le montagne del Tauro : la sua larghezza poi meno che dieci mila. E nel vero noi abbiamo gi detto che dal golfo Issico fino al mare orientale dell India contansi circa quaranta mila stadii ; e che dalle estremit occi dentali presso le Colonne fino all Isso ve n ha trenta mila : l intimo seno poi del golfo Issico o non punto pi orientale d Amiso o l sol di poco^ e siccome da misG atT Ircania contansi circa dieci mila stadii ( an dando per una Hnea parallela a quella che noi gi in dicammo dal golfo Issico agl1 Indi ) , cos per quella parte orientale di cui presentemente parliamo riman gono appunto i trenta mila stadii che abbiamo detti. Ora , poich la larghezza maggiore della Terra abi tata, la cui figura somiglia a una clamide, di circa trenta mila stadii, questa larghezza maggiore dovrebb essere presso a poco dov il meridiano che attra versa i mari d Ircania e di Persia, se vero che la lunghezza della Terra abitata di settanta mila stadii. Qualora pertanto dall Ircania ad Artemita di Babilonia v'abbiano otto mila stadii, come ha detto Apollodoro, ed altrettanti ve n abbia da Artemita alla bocca del mare di Persia, e pure altrettanti o poco meno se ne contino per condursi imo ai luoghi posti rimpetto alle estremit

LIBRO UITOECIMO

< JI

dellEtiopia (i), rimarr la larghezza della Terra abitata gi descritta da noi dal fondo del mare Ircano alla sua bocca, quale appunto dicemmo eli7 essa . Come poi questa porzione della Terra abitata si va facendo pi angusta nelle parti orientali, cos la sua forma somi glia ad un coltello da cuoeo. In fatti la catena dei monti che si prolunga in linea retta pu considerarsi come il taglio o il filo del coltello , e la spiaggia che stendesi dalla bocca del mare Ircano fino al Tamaro nell altro fianco descrive una linea che lo arrotonda e poi lo tronca. CAPO XVI.

Particolarit risguardanti i popoli compresi nella seconda parte dell' M ia settentrionale. Derbici. Siginni. Tapiri. CaspiL

Voglionsi qui ricordare alcune particolarit che si raccontano di certi popoli affatto barbari, come sono quelli che abitano intorno al Caucaso ed in altre parti montuose. Dicono che fra alcune di quelle genti costa* masi, come vorrebbe Euripide, di piangere i neonati pei molti mali in cui entrano , e di portare invece dalle

proprie case ai sepolcro con feste e con canti chi muo re, considerandolo come liberato dalie miserie di que
(i) E < f rtt itia ip tti* ttis i x f t i t r ? f A ibitw lat. I l signor de la Porle da Theil traduce : Jusquau parallile des caps de VJEthiopie. Egli poi nota che tutto questo paragrafo pieno d i difficolt.

7a

d e ll a g e o g ra fia d i s tra b o n e

sto mondo (i). Altre di quelle nazioni non puniscono mai colla morte nessun malvagio, per quanto i suoi delitti sian gravi, ma sogliono solamente bandire i colpevoli insieme coi figli} usanza affatto contraria a quella dei Derbici, i quali condannano a morte anche per delitti di nessun conto. I Derbici adorano la T e r ra , e si astengono dal sagri* ficare e dal mangiar nulla che sia di genere femminile. Sogliono poi uccidere i vecchi quatid abbiano oltrepas sato il settantesimo anno, e i loro pi stretti congiunti ne mangiano le carni : in quanto alle vecchie per le strangolano e le seppelliscono. Cos pure non mangiano, ma seppelliscono quanti muoiono al disotto dei settan tan n i. I Siginni che in generale vivono alla maniera dei Persiani, si valgono di cavalli piccoli, ispidi e non atti a portare un cavalcatore. Ad un sol carro ne ag giogano qu attro , che poi sono guidati dalle d o n n e , esercitate a ci sin da fanciulle. Quella che supera tutte le altre in questufficio pu eleggersi a marito chiunque essa vuole. Dicono che alcuni di . questi popoli pongono gran cura ad allungare per quanto possono le teste dei loro bambini, e ne rendono s prominenti le fronti che il mento ne resta ombreggiato. costume dei Tapiri che gli uomini portino neri
' (i) Questo passo d Euripide trovasi riferito da m o lli, ed ap partenne al Cresfonte, di cui ci rimangono solo alcuni fram-

LIBRO UNDECIMO

Ji

abiti e lunga chiom a, e che le donne per lo contrario usino abiti bianchi e si taglino corti i capegli. Abitano i Tapiri fra i Derbici e glIrcani; e quello fra loro ch giudicato pi valoroso di tutti prende in moglie qua lunque fanciulla gli aggrada. 1 Caspii lascian morire di fame coloro che oltrepas sano i settant anni, poi li espongono in un deserto, mettendosi da lontano a spiare; e se li veggono dagli uccelli strascinati gi dal letto su cui li hanno esposti, li reputano beati; ,se invece sopravvengono animali fe roci o c an i, suppongono che la loro beatitudine sia mi nore ; ma se poi nessuno li to cca, allora li stimano in felici. CAPO XVII.

Detenzione del monte Tauro. Corso delT Eufrate e del Tigri

Siccome, rispetto al monte Tauro alcune regioni dell Asia sono settentrionali, e si chiamano altres paesi al di qua del Tauro stesso, cos noi credemmo di do ver parlare innanzi tutto di queste; ma vuoisi notare per che vi sono comprese anche certe province le quali o intieramente o per la maggior parte si trovano nel seno stesso di quelle montagne. F ra queste province quelle situate all oriente delle Pile Caspie non si pos sono punto descrivere minutamente, a cagione della loro salvatichezza; n molto importa che siano ascritte allAsia settentrionale piuttostach alla meridionale (i): (t) Letteralmente : A questo od a quel clima.

74

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

ma le province occidentali per lo contrario sommini strano materia da parlarne ampiamente. Cominciamo pertanto dai luoghi adiacenti alle Pile Caspie. di questo numero la M edia, paese ampio che ac cenna al ponente, una volta di molta potenza, e si tualo nel mezzo del Tauro, il quale si divide col in molti rami con cui abbraccia grandi vallee, siccome avviene anche nell Armenia. Perocch questo monte comincia dalla Caria e dalla Licia, dove peraltro non ragguardevole n per larghezza n per altezza : verso poi le Cbelidonee ( isole situate rimpetto al principio della spiaggia Panfilia ) innalzasi assai ; e distendendosi verso le parti orientali abbraccia le piccole valli dei Cilicii. Qnivi da una parte si stacca dal Tauro lAmano, dall altra 1 A nlitauro, nel cui seno fondala Comana appartenente alla cos detta Cappadocia superiore. Que sto Antitauro poi finisce nella Cataonia , ma il monte Amano prolungasi fino all Eufrate ed alla M elitene, d onde la Commagene si stende lungo la Cappadocia. Ricominciano poi le montagne al di l dellE ufrate, le quali sono contigue alle predette, se non quanto ne le disgiunge il fiume che passa fra loro : e quivi cotesta catena molto s accresce cos in altezza come in larghezza, ed anche nella moltiplicit delle diramazioni. L a parte pi meridionale mantiene il nome di Tauro e serve di confine tra 1 Armenia e la Mesopotamia. Da questa parte di mooti discorrono i due fiumi che abbracciano la Mesopotamia, poi savvicinano lun 1 al tro presso Babilonia e vanno a gettarsi nel mare Per siano; e questi fiumi sono lEufrate ed il Tigri. Il pi

LIBRO UNDECIMO

J5

grande lEufrate, e scorre anche im maggior tratto di paese, perch il suo corso tortuoso : infatti ha le sor genti nella parte settentrionale del T a u ro , poi scorre verso il ponente attraversando la cos delta Armenia Maggiore fino alla Minore ; quivi avendo a destra que sta regione, e la Basitisene (i) a sinistra, si converte al mezso giorno , toccando dove esso d volta i monti della Gappadocia. Lasciatisi quindi a destra cotesti monti coi paesi della Commagene , ed a sinistra lAcilisene e la Sofene ( due province dell Armenia Mag giore ) procede verso la Siria $ poi d volta di nuovo verso Babilonia ed il golfo Persico. 11 Tigri discendendo invece dalla parte meridionale dello stesso m onte, dopo avere insieme coll Eufrate circoscrtta la Mesopotamia , scorre verso la Selencia dove si accosta all Eufrate medesimo, e va anch egli a sboccare nel golfo Persico. Le sorgenti dell Eufrate e del Tigri sono distanti fra loro circa due mila e cinquecento stadii. Dal T a u ro , in quella parte dove esso si volge verso il settentrione, si partono molti rami, uno dei quali poi
(i) 11 testo del Coray legge: E t%*t ir 11 sig. de la Porte du Theiladotta la correzione proposta gi dal Casaubono leggendo, Basilisene invece di Lisene, ma suppone che questa provincia sia , come le due Armenie, sulla destra del fiume. Del resto (dice in una nota) tutta questa descrizione soggiace a grandi difficolt , a giustifica quegli eruditi i quali affermarono che Strabone non sempre daccordo con s medesimo.

ifirlifS fi ri

76

SELLA GEOGRAFIA S I TRABONE

dicesi Antitauro (i) ; cos nominandosi quella porzione di monti che abbraccia la Sofene in una valle che si apre fra essi monti ed il Tauro propriamente detto. Al di l dellEufrate , lungo 1 Armenia Minore tien dietro aliAntitauro e si spinge verso il settentrione un gran monte, ed diviso anchesso in pi rami luno dei quali dicesi Poliadre, laltro Moschico , ed altri con al tri nomi distiDguonsi. I monti Moschici abbracciano tutta 1 Armenia fino agli Iberi ed agli Albani. Quivi dalla parte dell Oriente s innalzano altri monti sopra stanti al mar Caspio fino alla Media, cio fino alla Me dia Atropazia ed alla Media Maggiore. Chiamansi poi Paracoatri tutti questi rami di m onti, ed anche quelli che vanno fino alle Pile Caspie, e quelli eziandio che veugono dopo, e che spingendosi verso loriente vanno a congiungersi collAria. Questi dunque sono i nomi che si danno ai monti settentrionali. I monti poi meridio nali che sorgono al di l dell Eufrate, e partendosi dalla Cappadocia e dalla Commagene si stendono verso loriente, da priocipio vengono anch essi sotto il nome di monte Tauro, e disgiungono la Sofene ed il restante dellArmenia dalla Mesopotamia. Alcuni li chiamano in vece monti Gordiei, fra i quali si comprende anche il Masio imminente alle citt di Nisibi e di Tigranocerta (a).
(f) Da questo e da parecchi altri passi del nostro Autore il sg. de la Porte du The il congettura eh esso ammettesse due m onti col nome di Antitauro. Questo in fatti che qui si menziona pare diverso da quello che abbracciando la Comana ed una parte della Cataonia andava assai meno al settentrione chc alloriente. (*) O ra Nesbin e Sered.

LIBRO DNDECIMO

77

Dopo questo punto la catena montuosa che andiam descrivendo si fa sempre pi a lta , e piglia il nome di Nifate ; e quivi presso a poco sono le sorgenti del Tigri nel fianco meridionale del monte. In mezzo a tutte queste diramazioni del Tauro si trovano la Media e lArmenia, le quali chiudono dentro di s molti m onti, parecchie colline di lieve pendio, e pianure e grandi valli, abitate allintorno da molte pie* cole nazioni stanziate nei m onti, e che vivono per lo pi di ladroneccio. Cos dunque noi collochiamo al di qua del Tauro la Media (alla quale appartengono anche le Pile Caspie) e lArmenia; e perci secondo la nostra descrizione spettano all Asia settentrionale. Ma Eratostene, dopo avere adottata la divisione dellAsia in me* ridionale e settentrionale, ridivide ciascuna di que ste due parti in sezioni (i) distinguendole pure in set* tentrionali e meridionali, ed assegna per confine tra le une e le altre le Pile Caspie. Di qui poi egli dovette considerare come meridionali tutti i paesi che si ac costano al mezzo giorno ed all oriente pi delle JPile Caspie , fra i quali sono la Media e 1 Armenia, riser vando all Asia settentrionale soltanto i paesi situati al settentrione delle Pile gi dette ; perch le minori suddivisioui dipendono naturalmente dalla divisione ge nerale. Ma questa descrizione per avventura non do veva da lui adottarsi, perch nessuna parte n dell Ar ti) T i, W avi tu Xiytfittm rfp*yiJ<tet quelli ch'egli chia ma sigilli. .

70

DELLA. GEOGRAFIA DI STRABONE

menia n della Media al d l del Tauro si stende verso il mezzogiorno (i). CAPO XVIII.

Descrizione della M edia

La Media dividesi in due parti : luna chiamasi Gran Media, e la sua metropoli Ecbatana: ampia citt dove solevano stare una volta i re medi ; ora posseduta dai P artici, se ne valgono anch essi per residenza reale; quivi almeno abitano i loro re nella stagione di estate per la freschezza del clima, mentre nel verno per lo contrario stanno in Seleucia sul Tigri nelle vi* cinanze di Babilonia. Laltra parte la Media Atropazia, la quale ebbe cotesto nome dal suo governatore Atropato perch la salv dal cadere insieme colla Gran Me dia a cui apparteneva, sotto la signoria dei Macedoni, Essendone poi creato re egli stesso, ordin questo paese ip un principato da s ; e la successione di lui si conservata fino al presente, per essersi i suoi discen* denti imparentati per via di nozze coi re dellArmenia, poscia con quelli dei Sirii, e finalmente con quelli dei
(i) Il traduttore francese osserva che in questo paragrafo dove parlasi di Eratostene la lezione avrebbe bisogno di essere corretta. P e r chiarire poi quest ultima parte soggiunge : O ra , secondo lo stesso Eratostene , il Tauro consideralo in tutta la sua lun

ghetta costituisce la vera, divisione dellAsia in meridionale, e settentrionale. Senza di ci non riesce abbastanza chiaro il ra
gionamento di Strabone contro Eratostene.

l i b r o e n d e c im o

79

Partici. Questo paese confina verso loriente collArme nia e colla Mattana, e verso loccidente colla Gran Media: dalla parte poi del settentrione contiguo ad entrambe dovesse accostansi all ultimo seno del mare Ircano ; e verso il mezzogiorno confina colla Mattana. Per quanto ne dice Apollonide non piccola la potenza della Me dia Atropazia, giacch somministr ben dieci mila sol* dati di cavalleria e quaranta mila fanti. Comprende in s un Iago, detto di S pauta, sulla cui superficie fiorisce e rapprendesi un sale che produce prurito e dolori, con tro cui poi buon rimedio 1 olio. Cos se qualcuno im merge le vesti in quel lago ignorandone gli effetti, que ste abbruciano, ma possono salvarsi collacqua dolce. I Medi Atropazii hanno potenti vicini, gli Armeni e i Partiei da cui furono parecchie volte danneggiati : non di meno resistono e ritolgono a questi nemici quanto fu loro usurpato. Cos ricuperarono Simbace dagli Ar meni quando costoro divennero sudditi dei Romani, ed essi accostaronsi in amicizia a' Cesare, sebbene corteg giassero anche i Partiei. II soggiorno dei re della Media Atropazia durante la state la citt di Gaza fondata in una pianura, o il forte castello di Vera che Antonio assedi nella sua spedizione contro i Partiei. Questo castello distante dal fiume Arasse che divide lArmenia dall Atropatena duemila e quattrocento stadii, come dice Dellio amico di Antonio che ne scrisse la guerra contro i P artiei, nella quale intervenne auch egli e comand una parte dell esercito. Nella Media Atropazia le altre parti sono fertili, ma

80

SELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

la porzione settentrionale 'm ontuosa, aspra e fredda. Quella la stanza dei Cadusii montanari, degli Amardi, Tapiri, Cirzii ed altre siffatte popolazioni, le quali tutte emigraron col d altri paesi, e vivono di ladroneccio. Infatti anche sul Zagrio e sul Nifate si trovano sparse qua e l coleste nazioni ; e. i Cirzii della Perside, ed i Mardi (giacch cos si trovano anche detti gli Amardi), e quelli che nell Armenia sono conosciuti anche ai d nostri sotto cotesti nomi, tutti appartengono ad una me desima razza. I Cadusii pertanto nel numero dei fanti di poco rimangonsi addietro dagli Ariani (i); sono otti mi arcieri ; e dove il terreno difficile combattono pe doni invece che a cavallo. Ad Antonio poi la spedi zione gi detta fu resa difficile non tanto dalla natura del luogo quanto dalla guida, che fu Artavasde re degli Armeni ; costui nel suo secreto tendeva a tradirlo, e nondimeno egli lo tolse a consigliero e direttore di quella guerra. Vero bene che Antonio poi Io pun ma troppo tard i, e dop che era stato gi cagione ai Romani di molte sventure. Lo stesso fece anche quellaltro che dovendo guidarlo dal Zeugma deli Eufrate sino ai confini dell Atropatene, lo condusse per una strada di otto mila stadii, e cos gli fece fare un cam mino pi che il doppio della via r e tta , e tutto per monti, per luoghi impraticabili e per. sentieri tortuosi. La Gran Media anticamente prevalse su tutta lA sia dopo avere distrutta la signoria dei Sirii : in pro gresso di tempo mentre regnava Astiage, da Ciro e dai
( 1) Forse dovrebbe leggersi Armarti. (Edit. fr.)

LIBRO- UNDEC1MO

8 t

Persiani le fu tolta quella somma potenza, ma conserv nondimeno gran parte dell antica dignit ; tanto che Ecbatana continu ad essere la residenza dinverno dei re persiani, poscia dei Macedoni da cui, abbattuti i Per siani , fu posseduta la Siria : ed anche ai d nostri essa somministra ai re de Partiei lo stesso uso e la stessa sicurezza. All orinte la Gran Media limitata dal territorio dei Partiei e dalle montagne de Cossei, uomini dati al ladroneccio, i quali una volta somministrarono tredici mila arcieri agli Elitnei loro alleali contro i Susii ed i Babilonesi. Nearc poi dice che v ebbero in quella regione quattro popoli, i quali vivevano di rapiua, e che fra questi i Mardi confinavano coi Persiani, gli Uxii e gli Elimei coi Persiani e coi Susii, e i Cossei ei Medi ; ed afferma che lutti si resero tributarii i re della Persia ; che i Cossei ne ricevevano anche alcuni doni ogniqualvolta il r e , dopo aver passata la state in Ecba tana discendeva nella Babilonia, finch poi non fu pro strato il soverchio loro ardire da Alessandro che li as salt nel cuor dell inverno. Questi sono dunque i po poli dai quali la Gran Media limitata dalla parte orientale , e v hanno inoltre i Paretaceni, contigui coi Persiani, e popoli anch essi montanari che vivono di ladroneccio. Dalla parte settentrionale poi limitata dai Cadusii abitanti lungo le rive del mare Ircano e dagli altri popoli poc anzi menzionati (i). Verso il mezzo giorno dall Apolloniatide che gli antichi dissero Sita
c i) Vedi pag. 8 0 d i questo volume.
SrtA M O stj tom. I V ,

f i

8*

DELLA g e o g r a f i a , d i s t r a b o n e

cene e dal monte Zagrio lungo il quale si stende la Mesabatica appartenente alla Media, sebbene alcuni la attribuiscano all EKmea. E verso 1 occidente limitata dagli Atropazii e da alcuni degli Armeni. Vi sono nella Media alcune citt elleniche fondate dai M acedoni, fra le quali si contano Laodicea, Apa* tnea o .............. press Raga, e la citt stessa di Ragea fondata da Nicatore (i), la quale egli denomin Europ o , ma i Parti (a) la chiamarono Arsacia. Essa pi meridionale delle Pile Caspie lo spazio di circa cinque cento stadii, siccome dice Apollodoro adramitteno. La maggior parte della Media elevata e fredda : tali sono le montagne soprastanti ad Ecbatana, e quelle d intorno a Raga ed alle Pile Caspie, e in generale le province settentrionali fino alla Matiana ed all Arme nia. Quella parte poi della Media che sta al di sotto delle Pile Caspie consiste in terreni bassi e vallee, ed molto b u o n a , e ferace di tutto fuorch di ulivi ; i quali se in qualche sito allignano restano per scarsi ed asciutti. La Media al pari dell Armenia ricca di ottimi pascoli per cavalli : anzi v ha una prateria che si chiama Ippoboto (3) : lattraversano coloro che dalla Perside e dalla Babilonia vanno alle Prie Caspie; ed fama che al tempo dei Persiani vi solevano pascolare cinquanta mila cavalle appartenenti ai re. Quegli ottimi
(i) Seleuco Nicatore il quale non fond R ag ea, ma la ricostrusse mutandole il nome. (i) Parti. Il testo qui dice Iip&*t e non n (3) Pascolo da cavalli.

LIBRO

vhbecimo

83

e granai cavalli dei quali solevan valersi i principi per* siani, secondo alcuni, traevano origine da quellarmento, sebbene vabbia cbi afferma chefan nativi dellArmenia. Questi cavalli sono duna forma loro particolare, come anche quelli die ora si dicouo Partici, diversi da quelli d irazza ellenica (4) e dagli altri che trovansi presso di uoi. Anche P erba pi acconcia al nutrimento dei ca valli, perch abbonda in quella regione, dicesi Medica. . La Media produce anche il Silfio, da cui si trae il succo denominato Medico ; il quale sebbene generai* mente sia molto inferiore al Cirenaico, talvolta per al tro n migliore, qual che ue sia la cagione, o le dif ferenze dei luoghi, o Ja varia specie delle piante, o l arte di chi le coglie e ne apparecchia il succo in mo do da poter essere riposto ed adoperato al bisogno. Tale adunque la Media. Rispetto alle dimensioni la sua larghezza presso a poco uguale alla lunghezza ; e dov essa pi larga, cio dal luogo dove suole pas sarsi il monte Zagrio detto Pila M edica, fino alle Pile Caspie, a traverso della Sigriana, si crede che sia quat tro mila e cento stadii. Alla grandezza poi ed alla po tenza di questo paese fa testimonio anche quello che si racconta de suoi tributi : perocch mentre la Cappa-? docia somministrava ai Persiaui ogni a n n o , oltre un t r i s t o di danaro, mille e cinquecento cavalli, due mila muli e ciuquanta mila pecore, i Medi sommini stravano quasi il doppio di ciascuna di queste cose. Le usanze sono per la maggior parte le stesse ai (1) EAAaJixVf,

84

D E L L ! GEOGRAFIA DI STRABO!

Medi ed agli Armeni, per essere anche i loro paesi presso a poco ugnali. Dicono per altro che queste usanze cominciarono primamente fra i M edi, e che da loro passarono agli Arm eni, come pi anticamente le avevano trasmesse ai Persiani che li sottomisero suc cedendo a loro nella signoria dellAsia. Perocch quello che ora dicesi abito persiano , e lo studio che mettono nel maneggio dell arco e nel cavalcare, e le cerimonie che costumano coi loro re, e labbigliamento cbe que sti usano, e la quasi divina venerazione in cui sono te nuti dai loro sudditi, tutto venne dai Medi ai Persiani. questa verit apparisce principalmente negli abiti. In fatti la tia ra , la ettari, il berretto, le tuniche colle m aniche, e i lunghi calzoni, sono abili da portarsi propriamente in paesi freddi e boreali com la Media, ma pochissimo invece si adattano alle regioni del mez zogiorno. Ora i Persiani abitavano principalmente lungo il Mar Rosso, sicch sono pi meridionali dei Babilo nesi e dei Susii ; ma dopo che per la rovina dei Medi appropriaronsi alcune province della Media confinanti con loro, le usanze dei vinti parvero ad essi cos splen dide e cos convenienti al regio decoro, che alla nu dit ed agli abili leggieri di cui solevan far uso sostitui rono gli abiti femminili, e cominciarono ad andare co perti dal capo ai piedi (i). Alcuni dicono che lesempio di siffatto vestire fu dato da Medea qundessa regn
( i ) K} x*nq>tQus ltu i I tti cxtxatrftua-i. Questa frase (dice il tradultor francese) si volterebbe pi esattamente in latino d i cendo et velamenlis adumbralos esse.

LIBRO UITDECIMO

85

snlla Media in compagnia di Giasone, affermando che ogni qualvolta essa usciva invece del re, soleva coprirsi il volto (i). Dicono inoltre che sono monumenti eretti a Giasone i cos detti Iasonii molto venerati dai barbari; oltrech vha un gran monte che soprast alle Pile Ca spie dal lato sinistro, ed detto Iasonio; e da Medea derivata cos la foggia degli abiti come la denominazione del paese. Raccontasi eziandio che a lei succedesse un figliuolo detto M edo, il quale lasci al paese il proprio nome. Certo si poi che a siffatta tradizione acquistano fede e i monumenti detti Iasonii che trovansi lungo l Armenia, e il nome del paese, ed altre parecchie circostanze delle quali parleremo. costume proprio dei Medi anche quello di eleg gere a re il pi valoroso ( costume non osservato da tutti, ma soltanto da quelli che occupano le montagne), e che i re debbano avere pi mogli : e tanto agli abi tanti delle m ontagne, quanto a tutti i Medi comune cotesta usanza, e non lecito averne manco di cinque. cos anche le donne recansi ad onore 1 avere parec chi m ariti, sicch quando sieno meno di cinque se ne tengono sventurate (a). Mentre poi tutta 1 altra Media (l) Ertxfwltftimr tJf ipif, 7 irli rS
11 sig. de la Porle da Theil traduce : Elle se couvroit le visage,

afin de laisser croire qut ce pouvoit (.tre le roi.


(a) In tutto questo passo che tratta dei matrim onii il testo pu& ricevere una spiegazione alquanto diversa. Principalmente in quest ultimo periodo b incerta lintenzione dellAutore , non pgtendo bene spiegarsi come !e donne abbianQ molti mariti in un paese in cui gli uomini hanno pi mogli, 11 traduttor francese

86

SELLA GEOGRAFIA f il STRABONE

fertile, la parte settentrionale e montuosa invece i sterile per modo che gli abitatori si nutrono di ghiande, e fanno loro paste ( mazas ) di pomi secchi, il pane di amandole abbrustolite, e da certe radici estraggono il vino. Mangiano inoltre le carni degli animali selvaggi} n hanno in costume di nutrire domestico bestiame! Questo sia detto dei Medi. Rispetto poi alle instituzioni di tutta la Media, per essere divenute comuni anche ai Persiani dopo che questi ftssoggettarorisi quel paese, ne tratteremo quando terreni discorso di loro. CAPO XIX.

Descrizione d elt Armenia. Lim iti d i qusta regione da tu tti e quat tro i suoi lati. Cono delP E ufrate, e distinzione ' dei diversi ram i del Tauro. N atura del territorio nelle diverse province d e ll Armenia. Successivi ingrandimenti del! Armenia. Sue citt. Fiumi. Laghi. Miniere. Razze di cavalli. Ric chezze. Estensione di questo paese. Origini armene. Sto ria compendiosa d e ll Armenia. Religione degli Armeni.

Le parti meridionali dell Armenia si uniscono col Tauro (i) che la divide da tutta quella regione la quale per trovarsi fra il Tigri e 1 Eufrate dicesi Mesopotamia : le parti orientali sono contigue alla Gran Me dia ed all Atropatene. Sono al settentrione dell Arnae-

aherando un poco la lezione, intese che le donne stesse abbiano! cura che i loro mariti trattengano parecchie mogli. (i) Cio con quella parte del Tauro di cui parlasi a pag. 7 # di questo volume.

UBB O IWBECIMO

87

nia i monti Paracoatri soprastanti al mar Caspio, poi il paese, degli Albani e quel degl Iberi ed il Caucaso che circonda coteste nazioni, ed nel tempo stesso contiguo agli Armeni ed ai monti Macchici e Colchici fino a que popoli che diooofii Tibareni. Dalla parte poi d1Decidente stanno queste.medesime nazioni ( i ) , e i monti Pariadre e Scidisse fino all Armenia Minore, e la sponda dell Eufrate , la quale disgiunge l Armenia dalla Cappadocia e dalla Commagene. Perocch.1 Eu frate avendo le sue srgenti nel fianco settentrionale del T a u ro , salle prime scorre verso 1 occidente a tra* verso dell Armenia ( Maggiore ) , poi voltasi al mezzo giorno e taglia il Tauro per modo da separare gli A dmeni dai Cappadoci e dai Comnotageni $ quindi sbucato da quelle angostie e pervenuto alla Siria, si converte al levante d-iuverno andando fino alla Babilonia dove insieme col Tigri forma la Mesopotamia ; e tutti e due poi vanfao a finire nel golfo Persico. Questi paesi pertanto che stanno intorno all Armenia sono quasi tutti montuosi e sterili, tranne solamente quepchi che si aocostano alla Media. L a catena gi detta del Tauro ricominciando al di l dell Eufrate dove cotesto fiume bagna il territorio dei Commageni e dei Meliteni, forma il monte Masio soprastante ai Migdonii nella parte meridionale della Mesopotamia, dov anche la citt di Nisibi ; e nella
(i) Il lesto dice : t S ari t , t vi sono le stesse na zioni. Il tradutior francese interpreta questi medesimi Tibareni, osservando che Strabone riconobbe parecchie trib d i tal nome.

68

DELLA fl'ROOBFIl DI STRABONO

parte settentrionale ella Sofene posta fra il Masio e l Antitauro. L ultimo di questi monti va dallEufrate e dal Tauro a finire nelle parti orientali dellArmenia la* sciandosi da un lato la Sofene e dallaltro lAcilisene, la quale situala fra il Tauro (i) e la sponda dell Eu frate prima eh esso abbia mutato il suo corso volgen dosi al mezzogiorno. La citt della Sofene dove risie dono i Te Garcatiocerta ( 2 ). Al di l del Masio inoltrandosi molto verso 1 oriente lungo la Gorgodilene, si trova il Nifate e poi lAbo, da cui discendono lEufrate e lArasse, luno verso locciden te, laltro verso i paesi orientali; quindi il monte Nibaro che si stende fino alla Media. Rispetto allEufrate dun que noi abbiamo gi descritto il s ik > corso. LArasse do po essersi spinto alloriente fino llAlropatene, d volta e si muove tra il ponente e il settentrione^ e da prima scorre lungo 1 Azara (3), poi bagna Artassata, citt degli Armeni, ed all ultimo avendo attraversata la pia nura Arassenia , sbocca nel mar Caspio. NellArmenia si trovano parecchi monti e parecchie colline (4), dove non allignano facilmente nemmanco le viti. Vi sono inoltre molte valli in parte mezzanamente) in
( 1) L Antitauro. (a) L ultiina parte di questo periodo fe da leggersi col Coray come segue: Mtntu itfpvfiiiir (t* f 'A t( A in iiir ) r# Tavpn
tt

ri

EiQp&Tts *-Tccftf*e, *f l t ti x i p t x r i t i *if

ai Basta confrontare questa lezione coi testi ordinari! per conoscere la ragionevolezza delle introdotte variazioni. (3) Non si Conosce la posizione di questo paese.

[i) O ftriJtic, pianure-di-montagne.

LIBRO UNDBCmO

89

parte straordinariamente fertili. Tale anche la pianura Arassenia per la quale discorre il fiume Arasse fino alle estremit dell Albania , dove poi cade nel mar Caspio. Tali sono altres la Sacassena (la quale vicina allAl' bania ed al fiume Ciro ) e la Gogarene. Perocch tutta questa regione abbonda di frutti e di alberi domestici e sempre verdi, e produce fin anco lulivo. E una prefettura dell Armenia anche la F anene, e cos anche la Comisena, e lOrchestene, la quale som* ministra gran copia di cavalleria. La Corzene poi e la Cambisena sono pi settentrionali di tutte, sempre co* perte di neve e confinanti coi monti Cacasii, colllberia e colla Colcfaide. Quivi si dice che nel passaggio delle mon tagne spesse volte le intiere comitive deviandanti riman gano sepolte sotto le nevi, quando queste cadono a di smisura. Contro questo pericolo i passeggieri sogliono andar muniti di lunghe canne, le quali poi emergendo dalla superficie della neve Caduta, servono loro per re spirare , e per dare indizio di s a chi soprarriv&, sic ch venendo in soccorso li traggano fuori e li salvino. Dicono che nella neve si formano certi massi che a guisa di vasi trovansi poi pieni d acqua eccellente $ e vi si generano anche certi animali detti scoleci da Apoilonide, e tripe da Teofane, i quali pure si dice che sono pregni d ottima acqua, che si beve dopo avere stracciati gl involucri in cui sta raccolta. Si crede che questi animali si generino, come i moscberini nelle mi niere, di faville e di fiamme. Raccontasi che 1 Armenia anticamente fu piccola, e che si ampli sotto Artassia e Zadriadre, i quali da pri

gO

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

ma furono generali d Antioco il Grande , mia dopo la sna caduta divennero principi, l uno della Sofeue, dell Acilisene , dell Odomantide , e di alcune altre pr* vince; l altro del territorio di Artassata: poi s ingran dirono eutraoibi togliendo alcune province alle nazioni circonvicine. Ai Medi infatti sottrassero la Gaspiana la Faunite e la Basoropeda; aglIberi la falda del monte Pariadre, la Corzene e la Gogarene situata al di l del Ciro ; ai Calibi ed ai Misoneci la Parenete e la Sersene , le quali confinano coll Armenia Minore , e ne sono anzi una parte ; ai Cataoni l Acilisene e il paese circonvicino all Antitauro ; ai Sirii la Tamonite ; di sorte che ora tutti questi paesi hanno uno stesso lin* guaggio. Souo citt dell Armenia Artassata cui danno anche il nome di Artassiata , e la fond Annibaie al re Ariassia ; ed anche Arsala. Amendue stanno lungo l Arasse ; Arsata verso i confini della Media Atropazia; Artassata verso la pianura Artassenia. Quest ultima assai ben popolata, e vi risiedono i re del paese: essa trovasi so pra un terreno che in forma di un gomito costituisce nna specie di penisola ; e il muro che la circonda tutto accerchiato dal fiume, fuorch nellistmo, il quale munito da nn fosso e da una palizzata. Non molto lontano da Artassata sono Babirsa ed Olane castelli situati fra m onti, dov erano custoditi i tesori di Tigrane e di Artavasde. Vebbero anche altri castelli lungo 1 Eufrate, fra i quali quello di Artagera fu ribellato da Adore che lo aveva in guardia; ma gli

LIBRO UNDBCIMO

9 1

officiali di Cesare dopo nn lungo assedio se ne impa dronirono , e ne rovinaron le mura. Vi sono nellArmenia parecchi fiumi. I pi conosciuti sono il Fasi ed il Lieo, i quali si scaricano nel mare del Ponto (Eratostene in luogo del Lieo pone a torto il Termodonte) ; il Ciro e 1 Arasse che sboccano nel m ar Caspio }lEufrate ed il Tigri cbe mettono nell Eri* treo. Trovansi anche nellArmenia dei grandi laghi. Uno di questi il lago Mantiana (il cui nome significa ce ruleo) pi grande di tutti, per quel ohe dicono, dopo la palude Meotide ; le sue acque sono salate, si stende fino alla Media Atropazia, e comprende dentro di s anche alcune miniere di sale. Poi il Iago Arsene detto anche Toniti: le sue acque sono miste col nitro, sicch fervono a larare le vesti ed alle opere dei folloni ; ma per questa cagione medesima poi non son buone da bere. 11 Tigri movendosi dalle alture del Nifate attraversa co testo lago, ma non mischia con quello le sue acque per la celerit del corso ; dalla quale celerit appunto gli derivato il s h o nome, giacch i Medi chiamano tigri una freccia. E di qui nasce che il fiume continui ad avere anche in quel passaggio pesci di varie genera zioni, mentre i palustri sono di una sola specie. Giunto allestremit del lago il fiume precipitasi in un baratro, e dopo essere corso per lungo tratto sotterra risorge in vicinauza di Caloniti: di quivi poi si volge verso Opi, e verso il monumento di Semiramide , e via procede la sciandosi a destra i Gordiei e tutta la Mesopotamia. L Eufrate per lo contrario ha questo paese a sinistra: ma cotesti due fiumi poi si avvicinan tra loro dopo

ga

SELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

avere formata la Mesopotamia', e luno per la Seleucit, 1 altro per la Babilonia se ne vanno al golfo Persico, siccome abbiam detto parlando contro Eratostene e Ipparco. NellIspiratide presso Cambala si trovano alcune mi niere doro, alle quali Alessandro mand Memnone con alcuni soldati che poi furono uccisi dagli abitanti. Vi sono nell Armenia anche altre miniere : vi nasce an che il Sandice denominalo eziandio armeno, e simile nel colore al calco (i). Tanto poi abbondevole di ca valli quel paese, che sotto questo rispetto non in* feriore nemmanco alla Media ; sicch quivi nascono anche quei cavalli Nisei dei quali sogliono servirsi i re della Persia ; e il satrapo dell Armenia soleva spedire ogni: anno venti mila puledri al re perso per le feste Mitriache. E quando Artavasde entr nella Media in sieme con Antonio, oltre laltra cavalleria, mise in ordi nanza anche sei mila cavalieri di grave armatura. N di siffatta cavalleria furono studiosi soltanto i Medi e gli Armeni, ma s anche gli Albani, i quali usano anch essi cavalieri di grave armatura, Della ricchezza poi e della potenza di questo paese v ha questo in dizio non piccolo, che Pompeo ingiunse a Tigrane padre di Artavasde di pagare sei mila talenti dargento, i quali furono distribuiti alle milizie romane per tal
(i) Quello che qui dice lAutore, cos per lincertezza manifesta della lezione, come p er non conoscersi bene quel che significhino i nomi da lui adoperali, lascia nel dubbio anche gli interpreti pi diligenti.

LIBRO CNDECIM O

modo, che ciascun soldato ebbe cento cinquanta dram me , i centurioni n ebbero m ille, ed a ciascun eparco e chiliarca tocc un talento (i). Rispetto allestensione dellArmenia, Teofane le asse gna una larghezza di cento seheni, e due volte tautO di lunghezza, supponendo che lo scheno sia di quaranta stadii $ ma questo autore esager quasi sempre : ed molto pi presso al vero il dire che la lunghezza del lArmenia sia quale la pone T eo fan e, e che la sua lar ghezza sia l a . met o poco pi di quella che le viene attribuita da lui. T ali sono pertanto la natura e la potenza dellArme nia. L origine poi di quel popolo secondo un antica tradizione questa. Armeno nativo d Armenio citt della Tessaglia posta tra F ere e Larissa in vicinanza di Bebe (cotie gi dissi) accompagn Giasone nell Ar menia , e da lui quel paese ricevette il suo n o m e , p e r quel che ne dicono Cirsilo di Farsaglia e Medio di Larissa , i quali seguitarono entrambi Alessandro. Affer mano inoltre costoro che i compagni di Armeno in parte popolarono 1 Acilisene, soggetta da prima alla S ofene, in parte si misero ad abitare nella Sispieritide fino alla Calachene ed all Adiabene fuor dei confini dellArmenia (a). 11 modo del vestire usato nell Arme( 1) Chiliarca significa qui probabilm ente tribuno ; ma sotto il nome epareo qual grado militare dobbiamo intendere ? Il sig. de la Porte du Theil accenna che fo rse, a mal grado di tutti i m anoscritti, dovrebbe leggersi Ipparco ; e questa lezione trovasi appunto adottata dal Coray. (a) Alcuni leggono non i f t t f , ma l f S t a cioc al di l dei

monti.

g 4

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

nia si crede che sia originariamente tessalo ; come a dire le lunghe tuniche che nelle tragedie si chiamano Etoliche, e che soglion succingersi al petto, ed anche i veli omerali, nel che gli attori imitarono i Tessali, per ch conobbero il bisogno di aggiungersi un qualche or namento j e i Tessali i quali portano lunghissime vesti (e ci naturale perch sono pi settentrionali di tutti gli Elleni d abitano i paesi pi freddi) somministrarono loro un modello opportunissimo da imitare. Dicono inoltre che gli Armeni al pari dei Medi seguitano il costume dei Tessali cos nellabbigliamento degli istrioni, come nella cura dei cavalli. La spedizione poi di Giasone nell Armenia 1 atte stano i monumenti detti Iasonii, alcuni dei quali furon fatti costruire (i) dai principi di quel paese, imitando il tempio che Parmenione innalz a quell eroe in Abdera. Anche lArasse pretendono che abbia ricevuto il suo nome dai compagni di Armeno per la somiglianza che esso ha col Peneo, il quale porta anch esso il nome di Arasse perch distacc (a) 1 Ossa dall Olimpo per a4traversare la Tempe. E raccontano che anche l Arasse disceso dai monti deli Armenia anticamente diffondeva le sue acque e stagnava nelle sottoposte pianure non trovando unuscita; ma Giasone poi imitando la Tempe
() K otrt m icerat. Altri leggono invece xxTincx^/xt, fecero distruggere. (2 ) A i* r x-apul'tti. Senza questa precisa parola non pu sentirsi nelle versioni letimologia del nome Arasse.

LIBRO UNDECIHO

Q5

fece quellapertura per la quale ora lacqua dellArasse si precipita nel mar Caspio ; donde rimase scoperta la pianura Arassenia, attraverso della quale il detto fiume discorre andando fino alla cateratta (i). Questa tra* dizine intorno all Arasse pu credersi : non cos ci. che oc dice Erodoto, il quale afferma che questo fiume uscendo del paese de Matiani si parte in quaranta cor renti , e disgiunge gli Sciti dai Battriani. All opinione di Erodoto saccord poi anche Callistene (a). Citansi anche alcuni degli Eniani postisi ad abitare in parte la Vitia , in parte al di sopra degli Armeni lungo i monti Abo ed Iuibaro. Sono questi monti due parti del Tauro } e 1 Abo vicino alla strada che da Ecbatana conduce al tempio di Baride (3). Dicono al* tresi che alcuni dei Traci soprannomati Sarapari, o Tagliatori, di teste abitano al di l dell Armenia vicina ai Gurani ed ai Medi } e sono montanari selvaggi sfre. (i) Osserva il Iraduttor francese che qui Strabone discorda al cun poco da quanto ha gi detto intorno al corso dellArasse. (a) Basta leggere Erodoto (lib. i , c. ao a ) p er accorgersi che o nel testo di quello storico debb esservi qualche lacuna, o Stra bone non lo consider colla necessaria diligenza , o citandolo a memoria cadde in errore. Veggasi M. d Anville, Accad. des l i se rip. et Belles leltres voi. x x v i, ffist. pag. 84* (3) Baride una divinit sconosciuta. Qualcuno propose di leg gere Abari.de, ma il traduttor francese non adotta questa lezione perch non si conosce alcuna divinit detta Abaride , e perch 1 articolo femminile { T?f ) non perm ette di credere che Strabone volesse qui alludere allo scita Abari di cui parla anche Erodoto (lib . i v , cap, 3 6 ). Il C oray tolse questa difficolt/ eliminando l'articolo, .e lesse 7 "AfiiftScs m i.

g6

DELLA GEOGRAFIA DI STAABOSE

n a ti, usi a tagliare altrui le gambe e la testa ; ci ap punto significa il soprannome Sarapari. Nel parlare dei Medi riferii gi quello che si racconta intorno a Medea, sicch poi da tutte le cose dette si congettura che i Medi e gli Armeni sieno in qualche modo parenti coi Tessali discesi da Giasone e da Medea. Tale almeuo la tradizione antica: rispetto poi alla storia pi recente, cominciando dal tempo in cui l Armenia fu dominata dai Persiaui e venendo fino ai nostri giorni, basta toc-: caria per sommi c a p i, dicendo che prima la possedettero i Persiani, quindi i Macedoni dominatori, dopo i Persiani, della Siria e della Media. Lultimo che la go vern (i) fu Oronte, discendente dIdarne, uno dei sette Persiani. Dopo costui i generali di Antioco il Grande (quello che guerreggi contro i Romani) partirono lArmenia in d u e, sotto Artassia e Zadriade, i quali vi dominarono colla permissione di quel re. Vinto poi Antioco, costoro aderirono ai Romani, e da questi oltennero nome reale. Ora da Artassia discendeva Tigrane possessore dell Armenia propriamente detta , la quale confina colla M edia, cogli Albani e cogli Ib eri, sten dendosi fino alla Colchide ed a quella parte della Cappa docia che sta lungo lEussino. Da Zadriade poi discese il sofeno Ariane che possedette le parli meridionali, quelle per pi vicine alloccidente , e fu abbattuto da Tigrane il quale di ogui cosa s impadron. Costui ebbe varie vicissitudini ; perocch primamente fu ostaggio
(i) Il traduttor francese spiega parafrasando : Le dernier Sa trapi qui la gouverna sous tes rois de Perse fu i ecc.

LIBRO U NDEC1M O

97

presso i Partiei ( 1) ; poi col loro soccorso pot ripatriare, .cedendo per ricompensa settanta valli deir Armenia. Cresciuto quindi in potenza riprese i luoghi ceduti, corse anche i domimi dePartiei presso Nino ed Arbela ; ebbe soggetti i governatori dellAtropatene e della Gordiena coi quali occup quindi per forza anche la re stante Mesopotamia, e la Siria e la Fenicia al di l dellEufrate. Venuto a tanta grandezza fond una citt in vicinanza dellIberia fra questa e il Zeugma dell Eu frate denominandola Tigranocerta, e vi raccolse gli abi tatori di dodici citt elleniche distrutte da lui. Ma so prarrivato LuCullo vincitore di M itridate, diede li cenza a ciascuno di ritornare alla sua p atria, rovin quel tanto della nuova citt che era stato costrutto , ri ducendola cos ad essere un piccolo borgo, e cacci an che Tigrane dalla Siria e dalla Fenicia. A Tigrane suc cesse Artavasde mentrech fu amico dei Romani ; ma quando trad Antonio nella guerra contro i Partiei fu giustamente punito. Perocch condotto in catene nella citt dAlessandria, e quivi menato in trionfo, fu tenuto prigioniero per qualche tempo, e poi fu ucciso quando si cominci la guerra Azziaca. Dopo di lui regnarono parecchi, ma dipendenti da Cesare e dai Romani; e cos anche al presente. Tutte le cerimonie religiose dei Per siani furono adottate dai Medi e dagli Armeni, ma quel le dAnaitide principalmente da questi ultimi, che in pi luoghi gli elevarono templi e soprattutto nellAcilisene.
(i) Verso l anno 9 6 prim a dell E. V.
S
te jbo xe ,

lo m . I V .

g8

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE , LIBRO TODECIMO

In quei templi non solo si trovano ministri d1ambo i sessi, ci che non punto cosa mirabile ; ma i princi pali della nazione vi consacrano vergini le proprie fi gliuole. Queste secondo il costume di quel paese, dopo essersi lungamente prostituite in quel tempio pigliano poi un marito \ n alcuno ricusa una moglie siffatta. Qualche cosa di simile racconta anche Erodoto rispetto ai Lidii, dove tutte le giovani fanno copia di s j e sono cos inclinate agli amanti, che oltre allaccoglierli ospi talmente sogliono far loro dei presenti anzich riceverne, come appartenenti a ricche famiglie. Non ricevono per indistintamente ogni straniero, ma di preferenza quelli dugual grado con loro.

DELLA

GEOGRAFI A
DISTRABONE

LIBRO

DUODECIMO

CAPO

PRIMO

Lim iti della Cappadocia. Sua divisione. La Melitene. La Ca tatonia. Citt di Comana e tempio di Bellona. D el fiume Piramo. Sacerdotessa di Giove Dace. La Molimene. La 7 'ianitide. L a Cilicia. Ampiezza e produzioni della Cappa docia. Frontiere della Cappadocia e del Ponto. Re della Cappadoa.

Anche la Cappadocia divisa in pi parti e sostenne parecchie mutazioni; m ai popoli che in quella regione parlano una medesima lingua sono principalmente quelli

100

DELLA GEOGRAFIA DI STRAB05E

circondati al mezzogiorno dal Tauro detto Cilicio ; al1 oriente dall'Armenia, dalla Colchide e dalle nazioni d altro linguaggio situate fra queste due; al settentrione dallEussino fin alle bocche dell Ali ; ed a! tramonto dalla nazione dei Paflagoni, e da quei Galati che si tra mutarono nella Frigia fino ai Licaonii ed a quei Cilicii che abitano la Cilicia-Trachea (i). F ra questi medesimi Cappadoci parlanti una sola lin gua gli antichi appartavano i Cataoni e li contrappone vano agli altri, considerandoli come una diversa nazione. Nellenumerazione dei popoli poi, dopo la Cappadocia, solevano porre la Cataonia ; poscia 1 Eufrate e le na zioni abitanti al di l di questo fiume; sicch mettevano sotto la Cataonia anche la Melitene, la quale giace fra questa e lEufrate, contigua alla Commagene. Ed que sta una parte della Cappadocia, secondo la divisione di quel paese in dieci province. Cos almeno ai d nostri divisero lamministrazione della Cappadocia i re che precedettero Archelao. La Cataonia pertanto era una di queste dieci province ; ma al presente essa ha avuto da s un suo proprio governatore. N la lingua p o i, n le altre costumanze non fan manifesta veruna differenza tra i Cataoni e gli altri Cappadoci; ed mirabile adirsi come siansi intieramente cancellati gl' indizii delle loro antiche diversit. Tuttavolta i Cataoni un tempo fu rono separati, e ve li aggiunse Ariarate, il primo che fra i Cappadoci avesse nome di re. Questa parte in cui trovasi la Cappadocia come
(i) Cio la Cilicia montuosa.

LIBRO DUODECIMO

IO I

listmo di una grande penisola accerchiata da due mari, cio da quello del golfo Issico fino alla Cilicia-Trachea, e da quel dellEussino fra Sinope e la spiaggia dei Tibareni : ed al di dietro poi di tale istmp chiamiamo pe nisola tutto quello che trovasi alloccidente dei Cappadoci. Erodoto lo chiama paese al di qua delVAli : questa infatti la regione su cui signoreggi Creso ; e lo storico dice Creso essere stato tiranno delle nazioni al di qua del fiume A li. Ma i moderni chiamano Asia il paese al di qua del Tauro, applicandogli cos questa de nominazione eh propria di tutto quel continente (i). Sono pertanto compresi in questAsia, da prima (co minciandosi dall oriente) i Paflagoni, i Frigii ed i Licaoni ; poi i Bitinii, i Misii, e la provincia delta Epitteta; appresso vengono la Troade e lEUespontia. Quindi lungo il mare abitano gli Eolii e glIonii, popoli elle nici ; e d altra origine i Cirii ed i Licii; e dentro terra i Lidii. Di tutti questi popoli noi parleremo pi tardi. I Macedoni ebbero dai Persiani la Cappadocia mentr era divisa in due satrapie; ma poi, tra di buona vo glia e contro la voglia loro, lasciarono che queste satrapie si convertissero in due regni, l uno dei quali chia marono propriamente Cappadocia, o Cappadocia vi cina al T a u ro , od anche Gran Cappadocia; laltro de nominarono Ponto, od anche Cappadocia vicina al Ponto. Della Gran Cappadocia ignoriatpo presentemente qual fosse la primitiva costituzione : perocch quando il re
(i) Trattasi dell Asia Minore.

10 2

DELLA GEOGRAFIA DI STHBOHE

Archelao ebbe terminato di vivere, l imperatore ( Ti* berio) e il senato decretarono che quel paese diventasse una provincia dei Romani ; ma sotto Archelao e sotto i re suoi precessori tutta quella regione era divisa in dieci prefetture, cinque delle quali cadevano sotto il nome di prefetture vicine al T a u ro , ed erano la Meli* tene, la Cataonia, la Cilicia, la Tianiti e l Isauritide, le altre cinque erano la Laviniasene, la Sargausene, laSaravene, la Cammanene e la Morimene. Vaggiunsero i Romani un undecima prefettura togliendola alla Ci* licia per darla ai predecessori di Archelao, quella cio intorno a Castabaia ed a Cibistra fino a Derbe dove si gnoreggi un tempo il ladrone Antipatro. E ad Arche lao fu soggetta anche la Cilicia-Trachea circonvicina ad Eleussa, eoa tutto il paese dove i ladroni solevano ra dunarsi. La Melitene somiglia alla Commagene ; perocch sola in tutta la Cappadocia piena di alberi fruttiferi , sic ch produce anche l olio, e quel vino che dicesi Mo* nari t e , e che disputa il vanto agli ellenici. Questa provincia situata rimpetto alla Sofene lungo il fiume Eufrate che le disgiunge; e lo stesso vale anche delia Commagene eoa cui confinante. Sulla riva opposta T om isa, ragguardevol castello che i Cappadoci ven* dettero pel prezzo di cento talenti al principe della Sofene ; ma Lucullo poi lo diede nuovamente in dono al re della Cappadocia, portatosi ottimamente verso di lui nella guerra contro Mitridate. La Cataonia un ampia e bassa pianura ferace di tu tto , ma non di alberi sempre verdi. Le stanno d in*

LIBRO DUODECIMO

Io 3

torno, fra gli altri monti, dalla parte del mezzogiorno an che lAmano eh un ramo del Tauro Cilicio, e dalla parte opposta l Antitauro. Perocch l Amano dalla Cappadocia si stende alla Cilicia ed al mare di Siria verso 1 occidente ed il mezzogiorno ; e in questo spazio circonda tatto il golfo Issico e le pianare dei Cilicii vi cine al Tauro. LAntitauro invece iacliaa alle parti settentrionali, e prende alcun poco anche delle orientali, poi finisce nelle regioni mediterranee. In questo Anti tauro si trovano profonde ed anguste valli nelle quali stanno la citt di Comana e il tempio di Bellona che i nativi dicono tempio di Mas : ragguardevole quella citt, e il maggior numero degli abitanti componsi din dovini e di persone addette al culto della Dea. I cittadini sono del popolo dei Cataoni, soggetti bens al re della Cappadocia, ma dipendenti per dal pirincipal sacer dote di Bellona. Questo sacerdote padrone del tem pio e de ministri di quello ; i quali al tempo del no stro viaggio col erano pi di sei mila tra nomini e donne. Appartiene a quel tempio anche un gran terri torio , i coi frutti li coglie il maggior sacerdote, il quale dopo il re occupa il secoado posto doaore nella Cap padocia ; anzi avvenne spessissimo che il sacerdote ed il re fossero d uno Stesso casato. Rispetto poi alle sacre cerimonie, pare che Oreste venuto col colla so rella Ifigenia dalla Scizia Taurica vi abbia portate quelle che usavansi per Diana Tauropoli ; e si crede che in questo tempio egli deponesse in segno di tristezza la chioma, donde poi la citt ricevette il suo nome. ' A traverso pertanto di questa citt scorre il fiume

10 4

DELLA. GEOGRAFIA DI STJtABONE

Saro^ che per le valli del Tauro e per le pianare della Cilicia va a scaricarsi nel sottoposto mare. La Cataonia poi ;attraversa{p dal Piram o, fiume naviga bile , che ha le sue sorgenti nel mezzo delle pianure, dov un baratro di notabile ampiezza pel quale pu vedersi l acqua (i) che scorre copertamente per lungo tratto sotterra, finch poi si solleva alla superficie, e ne esce con tanto impeto, che se qualcuno scagliasse una freccia in quel baratro, appena sarebbe possibile che la vi entrasse per la forza dellacqua in contrario. Questo fiume d immensa profondit e larghezza scorre per lungo tratto; poi quando giunge a toccare il Tauro si riduce ad una straordinaria strettezza. Straordinaria anche la fessura del monte per la quale devolvesi la sua cor rente : perocch siccome nelle pietre casualmente spac cate e sparate in due si vedono le gibbosit di una parte rispondere alle concavit dall altra per modo che si potrebbero ancora commettere insieme ; cos noi ve demmo gli scogli sovrastanti al fiume da amendue le sponde, sebbene sieno distanti gli uni dagli altri lo spazio di due o tre pletri (a) e sinnalzino quasi fino alla sommit delle montagne, offerire delle concavit e convessit che si rispondon fra loro. Il fondo interposto a questi scogli tulio sassoso, basso ed angusto, ed ha nel mezzo una profonda fessura, s stretta che un cane od una lepre potrebbero valicarla d un salto. Questo
(i).A r ' l'o rd in a ria lezione

irr'i , *. r. A. Cosi T ysw hitt, invece del , l acqua pura.

(a) Duecento o trecento piedi.

LIBRO DUODECIMO

105

quivi lalveo del fiume; e l acqua lo empie fino alle labbra, siccb rende immagine di un largo acquidotto : se non che lobliquit del corso, e 1 angustia e la pro fondit della fessura cagionano un tal fragore che, simile al tuono, ferisce anche da lontano chiunque va a quella volta. Quando poi il Piramo ha attraversati quei monti strascina seco al mare tauta copia di fango, cos dalla Cataonia come dalle pianure Cilicie, che di lui si dice quelloracolo : Verr tempo che il Piramo dalla rapida e vasta corrente, spingendo sempre pili innanzi la spiag gia , perverr alla sacra Cipro. Perocch quivi accade qualcosa somigliante a ci che si vede farsi in Egitto dal Nilo, il quale va di giorno in giorno convertendo in conti* nete il mare colle sue alluvioni. Quindi Erodoto disse che I Egitto un dono di quel fiume, ed Omero affer ma che una volta lisola di Faro era molto a dentro nel mare, la quale ora invece vicina al continente egizio. ............ ... ................... (i) Il terzo grado quello del sacerdozio di Giove D ace, il quale sebbene inferio re al gi mentovato, nondimeno assai ragguardevole. Nella sua giurisdizione un ridotto d acqua salata che uguaglia nella circonferenza un lago di notabil grandez za. E chiuso allintorno da scogli alti ed a perpendicolo,
(i) Strabone h a detto gi che il sacerdote di Morimene il secondo in dignit dopo quello di Com ana; a ci dunque si ri ferisce probabilmente lespressione che qui si trova del teno gra do. Tuttavolta siccome dopo una si lunga interruzione sarebbe assai difettoso questo modo di rannodare il discorso , cosi parm i di dover seguitare 1 esempio del sig. de la Porte du Theil in dicando qui una lacuna nel testo.

Io 6

SELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

sicch vi si discende per scale; e dicono che la sua acqua non riceve giammai n aumento n diminuzione che appaia. Non hanno veruna citt n la pianura dei Cataoni n la Melitene, ma solo alcuni forti castelli sui monti, quali sono Azamora e Dastarco circondato dal fiume Cannala. Quivi anche un sacrario di Apollo Cataonio veneratissimo da tutta quanta la Cappadocia, tanto che se ne veggono parecchi costrutti a sua imitazione. Anche le altre prefetture, tranne due sole, non hanno citt (i). Rispetto alle altre, nella Sargarausena si tro vano la piccola citt detta Erpa e il fiume Carenala, il quale mette foce anch esso nel mar di Cilicia. Nelle rimanenti stanno Argo, castello molto elevato vicino al T a u ro , poi Nora presentemente detto Neroasso, dove Eumene fu assediato e resistette per lungo tem po, e dove ai di nostri furono custoditi i tesori di quel Sisina che assalt la signoria dei Cappadoci (a). Costui ebbe per reggia Cadena costrutta in forma di citt. Evvi ancora siti confini della Licaonia e della Cappadocia la piccola Citt di Garsaura, la quale fu per quan to si dice anch essa metropoli di quella regione. Nella Morimene trovasi presso i Yenasi il tempio di Giove dove abitano circa tremila persone addette al

Della prima

(i) E rano queste la prefettura di T ianiti e quella della Cilicia: trovavasi la citt d T ia n a , nella seconda la citt

di Mazaca. (Edit. fr.) (a) A Sisina figliuolo d una cortigiana fu donato il regno della Cappadocia da MarcAntonio, contro i diritti d i Ariarate. (Ed. fr.)

LIBRO DUODECIMO

10 7

servigio divino. Appartiene a quel tempio anche un fertile territorio da cui si ricavano ogni anno quindici talenti a vantaggio del principal sacerdote. Questo suol nominarsi per tutta la sua v ita, come anche quel di ,Comana; ed dopo costui nel secondo grado di onore. Due sole prefetture, come dicemmo, hanno citt. L una di queste la Tianiti dov Tiana posta alle falde del Tauro verso le Pile Cilicie , attraverso alle quali il passaggio pi facile e pi frequentato per andare nella Cilicia e nella Siria : chiamasi anche Eusebia vicina al Tauro. La Tianiti poi per la maggior parte una pia* nura fertile ; e la citt di Tiana fabbricata sopra il cos detto argine di Semiramide , ed munita di buone mura. Non molto lungi da Tiana si trovano le piccole citt di Castabaia e di Cibistra ancor pi vicine al monte. In Castabaia il tempio di Diana Perasia, dove fama che le sacerdotesse passeggiano illese piedi nudi sui carboni ardenti (i). Alcuni eziandio spacciauo intorno a cotesto tempio la storia che si racconta di Oreste e di Diana Tauropoli, dicendo che fu soprannomata Perasia perch il suo culto vi fu recato da lontani paesi (2 ). Nella prefettura Tianiti adunque (una delle dieci menzionate da noi ) trovasi unicamente la piccola citt di Tiana ; perocch io non conto le citt aggiunte
( 1) V airone parlando di un somigliante miracolo solito avve nire a Feronia in Ita lia , lo spiega con queste parole : jimbulaturi per ignem , medicamento plantas tingunt. (Edit. fr.) (2 ) I I I t f < r xipa$u xeftirrititi-

108 DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE da p o i, come a dire Castabaia e Cibistra, e quelle della Cilicia-Trachea , dove Arcbelao orn di belle abi tazioni Elcussa , fertile isolett ( i ) , e soleva passarvi la maggior parte del tempo. Nella cos detta Cilicia (2 ) , Mazaca la metropoli della nazione : chiamasi anch essa Eusebia e vi si ag giunge vicina aW Argeo (3) \ perocch giace ai piedi dell Argeo eh il pi alto di tutti quei m onti, ed ha il suo vertice che non rimane giammai spoglio di neve. Quelli che sono ascesi fin colass ( e sono pochi ) af fermano che quando il cielo sereno si veggono da quell altezza amendue i mari, il Pontico e quel dIsso. Del resto la citt di Mazaca non ha punto di ci che concorre a rendere un silo qualunque opportuno alla bitazione ; essa infatti manchevole di acque, e non ha fortificazioni, n m uri, o per la noncuranza dei suoi c ap i, o fors anche a bello studio , affinch non avvenisse che i cittadini troppo fidando nella forza di que ripari, non si dessero ad infestare coi ladronecci il ter ritorio ; al che potevano dar loro opportunit i colli che innalzansi qua e l nella pianura, e dai quali avrebbero potuto a sicurt ferire i passeggieri. Oltre di ci i ter reni che le stanno d intorno sono affatto infruttuosi,
( 1) L isola Carco. (G.) (3 ) Cio in quella parte della Cappadocia che si chiama Cili cia , diversa dalla Cilicia propriam ente detta. Mazaca, soprannomata Cesarea, si disse poi Kaisarieh. (G.) (3) lntendesi qui che Mazaca era la c itt capitale della Cap padocia , ci che Strabone dir espressamente. Il m onte Argeo poi fu detto Ardgeh. (G.)

LIBRO DUODECIMO

JO Jj

n si possono coltivare sebbene siano una pianura, per ch sono sabbiosi, ed hanno sotto un poco di terra uno strato d pietre. A qualche distanza poi da Mazaca il ter reno tutto ardente e con baratri di fuoco per lo spazio di molti stadii : sicch le cose necessarie alla vita biso gna portarle col da lontano. E quel medesimo in che pare che Mazaca abbia un vantaggio, porta seco ancor esso un pericolo. In fatti, mentre la Cappadocia quasi tutta priva di legname, il monte Argeo invece tutto coperto da un bosco siffatto che ne somministra fin anco alle province lontane ; ma il terreno su cui in nalzasi quel bosco ha pur esso in pi parti del fuoco. Nel tempo medesimo sotto quel terreno discorre anche un acqua assai fredda ; e cosi il fuoco come 1 acqua non erompono mai dalla superficie, la quale per la maggior parte suol essere coperta derba: pure in qual che parte il suolo paludoso , e di notte ne sbucano fiamme. Quindi avviene che solo i pratici del luogo sanno cautamente andarvi quando vogliono far legna y ma i pi vi corron pericolo , e principalmente il be stiame, che cade nelle occulte bocche del fuoco. . Avvi anche nella pianura ond circondata Mazaca un fiume detto Mela (i) distante da quella citt circa quaranta stadii. Questo fiume ha le sue sorgenti in un terreno molto pi basso di Mazaca, e perci esso rie sce inutile agli abitanti, perch non devolve a loro dall alto le sue correnti ; anzi dilatandosi in laghi e
( 1 ) Si disse poi Koremoz o Kara-sou , che significa Fiume nero, al pari dell antico suo nome. (G.)

I lO

DELLA GEOGRAFIA D I STRABONE

paludi, nella stagione destate corrompe l aria din torno alla citt, e rende inutile una cava di pietre che suol recare del resto una grande utilit ; perocch si trovano col numerosi strati di pietre che i Mazaceni scavano poi in grande abbondanza per valersene nei loro edifizii, ma quando sono coperti dalle acque riesce difficile il poterne approfittare. Anche queste paludi poi sono piene da per tutto di fuoco. Il re Ariarate fece otturare un angusta bocca per la quale il Mela andava a mettere nellEufrate, e cos con* verti tutta la pianura circonvicina in un lago che per la sua ampiezza somigliava ad un mare: ed avendovi fatte innalzare alcune isole a similitudine delle Cicladi, quivi poi ebbe in costume di trattenersi consumando quasi puerilmente la vita. Ma l acqua poi ruppe im provvisamente quell argine , e ripigliato il suo corso and ad ingrossare lEufrate, sommerse gran parte della Cappadocia, e ne fece disparire molte abitazioni e molti terreni ben coltivati } oltre di che rec danno ad una ragguardevole porzione del paese dei Galati abitanti nella Frigia, i quali se ne richiamarono ai Romani ; e questi condannarono Ariarate a pagar loro trecento ta lenti in risarcimento dei danni. Lo stesso accadde anche nei dintorni d E rp a , dove Ariarate fece otturar la cor rente del Carmala ; ma questa ne port poi le dighe } le acque devastarono alcuni terreni della Cilicia vicini a Mallo , ed il principe dovette pagarne la pena a coloro che ne ebbero il danno. Per molte cagioni adunque labitare nel territorio di Mazaca debb essere incomodo ; ma nondimeno pare

LIBRO DUODECIMO

11 I

che i Re abbiano scelta quella citt a loro stanza, perch situata proprio nel mezzo di tutta la ragione, e cos possono esservi provveduti di legname e di pietre da fabbricare, e di quanto serve al nutrimento delle greggie, di che hanno molto bisogno pel gran numero delle pecore che essi mantengono. Questa citt poi per loro una specie di campo : e la sicurezza cos delle cose, come delle persone, fidata ai presidi! delle molte castella situate allintorno, per custodire i beni dei re e dei loro amici (&) Mazaca situata circa a ottocento stadii dal Ponto (a) dalla parte del mezzogiorno; a poco meno del doppio dal* 1 Eufrate ; dalle Pile Cilicie e dal campo di Giro, attraversando Tiana situata verso il mezzo del cammino distante quanto il viaggio di sei giorni; e da Cibistra trecento stadii. I Mazaceni seguono le leggi di Caronda ; ed hanno un magistrato detto Nomode, eh presso di loro ua interprete delle leggi, come sono fra Romani i giureconsulti. Tigrane re dellArmenia cagion loro gravis simi danni allorch invase la Cappadocia; perocch li costrinse tutti a trasferirsi nella Mesopotamia, e di loro compose in gran parte la popolazione di Tigranocerta (3),
(i) 11 testo qui d incerta lezione. (a) Sebbene labbreviatore di Strabone dica dal mare del Pon to , il traduttor francese dim ostra per che deve intendersi dal regno del Ponto , giacch la misura di ottocento stadii non po trebbe mai essere sufficiente per comprendere tutto lo spazio fra Mazaca ed il m are predetto. (3) Appiano nella Guerra Mitridatica dice che il numero dei cittadini costretti ad emigrare fu di trecento mila.

I t3

BELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Ma quando poi questa citt fu espugnata ( i ) , quanti poterono si ricondussero all antica loro patria. Chi cercasse 1 estensione della Cappadocia , essa larga circa mille ottocento stadii dal Ponto al Tauro ; e la sua lunghezza dalla Licaonia e dalla Frgia sino al* 1 Enfi ate verso 1 oriente e 1 Armenia di circa tre mila. ferace di frutti, principalmente di frumento, ed ha d ogni maniera bestiame. Sebbene sia pi meri' dionale del Ponto , nondimeno pi fredda; sicch poi anche la Bagadaonia (bench sia una pianura e pi me* ridionale di tutto il resto della Cappadocia, perch giace ai piedi del Tauro ) anch essa appena produce qualche albero fruttifero. Questa provincia ricca di pascoli, e cos anche molte altre parti della Cappadocia, ma principalmente la Gersauria , la Licaonia e la Mo* rimene. Nella Cappadocia si trova anche il minio detto sinopico, migliore di t a t t i , se non quanto pu conten dere con esso quello dIberia. F u denominato sinopico, perch i mercatanti solevano andarlo a prendere a Si nope , prima che gli Efesii stendessero le loro relazioni commerciali fin nella Cappadocia. Dicesi inoltre che in vicinanza della Galazia le persone impiegate da Ar chelao al lavoro delle miniere trovassero anche pia stre di cristallo e di onice : ed in un certo luogo scavavasi eziandio una pietra bianca, somigliante nella vista allavorio, e nella mole a coti di mezzana gran dezza, delle quali poi solevano farsi 1 else delle spade; cd altrove trovavasi una specie di pietra da farne spec(i) Da L u cu llo , come racconta Plutarco.

LIBRO DUODECIMO

I t3

chi, di notabil volume, che si portava anche al di fuori. Il confine tra il Ponto e la Cappadocia una certa ca tena di monti parallela al T a u ro , la quale comiucia dalle estremit settentrionali della Cammanena , dove sopra un altura scoscesa situato il castello Dasmeno, e si stende fino alle parti orientali della Laviniasena : e noi abbiamo gi detto la Cammanena e la Laviniasena essere state due prefetture della Cappadocia. Quando primamente i Romani , dopo aver vinto Antioco, co minciarono ad ingerirsi nelle cose dell Asia , conchiu dendo amicizie ed alleanze colle nazioni e coi re, questo onore che altrove se 1 arrogavano i principi a s soli, nella Cappadocia invece fu accordato comunemente a tutta quanta la nazione. Anzi essendo venuta meno la schiatta reale appo quel popolo, i Romani gli conce dettero di vivere secondo le proprie leggi, conseguente mente all amicizia ed all alleanza che avevan fra loro ; ma i Cappadoci mandarono a Roma un ambasceria per rinunciare alla libert, affermando che non potevano comportarla, e domandarono che fosse lo? dato un re. I Romani, meravigliati che si trovasse una gente cos inesperta della libert , permisero loro di eleggersi un proprio re ; ed essi scelsero Ariobarzane (i). La costui discendenza si estinse alla terza generazione ; ed allora Antonio fece re della Cappadocia Archelao , che non apparteneva per nulla a quella nazione. ( i) Giustino dice per lo contrario : Sed Cappadoces , munus libertatis abnuentes, negant vivere genlem sine rege posse ; alque rex illis a senalu Ariobarianes constituitur.
S tiuhoxe
j

toni. I V .

I I4

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Fin qui abbiamo parlato della Gran Cappadocia. Della Cilicia-Trachea che ad essa contigua sar meglio ri serbarci a parlarne allorch terremo discorso di tutta la Cilicia. C A P O II.
Regno del Ponto. Popoli sulle coste del Ponto Eussino dopo la Propontide. D ella citt d i Eraclea. Fium i che scorrono tra Eraclea e la Calcedonio. Degli E neti e dei Paflagoni. D i Amastri e di altre citt. Sinope. I l fium e A li. La GadilonitL La Saramena e la citt d i Amiso. Temiscira. La Sidene. Farnacia e TrapezunU. Altre citt ed a ltri luoghi della spiaggia da Amiso fino alla Colchide. Popoli situati al di sopra di Trapezunte e d i Farnacia. De Caldei o Calibi. Digressione sugli A lizoni d i Omero. DelV Armenia Minore. Estensione del dominio di Pitodori. Tempio d i M en-Famace. Comana del Ponto J e tempio d i quella citt. Della Fazemonitide. Ci(t di Amasea. Piccolo regno del Ponto al di l del V A li. Sandaracurgio. Rimanente della Paflagonia Mediter ranea. Pesci pietrificali.

Del Ponto fu fatto re Mitridate E upatore, il quale possedette il paese a cui serve di confine il fiume Ali (i) fino ai Tibareni ed agli Armeni, ed anche al di qua dell Ali il paese che stendesi fino ad Amastri e ad al* cune parti della Cappadocia. Egli poi aggiunse al proprio dominio, verso il ponente, la spiaggia marittima che va fino ad Eraclca, patria del platonico Eraclide (2 ) ; e
(1) 11 Kizil-ermak. (2 ) Questo Eraclide Pontico fu soprannomato Pompico dagli Ateniesi a cagione della sua grande sollecitudine nellabbigliamento

LIBRO DUODECIMO

I I5

dalla parte opposta tutto il paese fino alla Colchide ed all Armenia Minore (i) l aggiunse pure al1Ponto colle sue conquiste. Dentro siffatti confini comprendeva;! que sto regno, allorch Pompeo se ne impadron dopo aver vinto Mitridate. Egli poi diede i paesi dell Armenia e della Clchide ai principi che in quella impresa com batterono insieme con lui $ il restante lo divise in un dici governi, e li aggiunse alla Bitinia, sicch di quei due regni venisse a comporsi una sola provincia roma na, tranne alcune parti mediterranee della Paflagonia, delle quali concesse il dominio ai discendenti di Pilemene (a ), ed i Galati eh egli restitu ai discendenti degli antichi tetrarchi. In progresso poi di tempo gli imperatori Romani introdussero in quei paesi altre divi sioni , o stabilendo novelli principi e re , o dichiarando libere alcune citt, o lasciando che alcune altre stessero sotto il popolo romano. Or noi pigliando a descrivere qnesto paese dobbiamo dire in che stato si trova presentemente , non senza
della persona. Alcuni lo dicono scolaro di Platone stesso, altri di Speusippe discepolo e nipote di quel filosofo. Non ci restano di lui se non alcuni frammenti d i unOpera intorno alla Costitu zione degli S iati, che fu probabilmente un compendio di una d* Aristotele che and perduta. (E d it fr.) (i) Cio tutto il paese marittimo sino al fiume Balouni anti camente detto Bathys. (G.) (?) questo quel Pilemene di cui fa menzione anche O m ero , I I . , lib. i i , v. 8 5 1. Rispetto poi alle province date da Pompeo agli alleali, Appiano ci fa sapere che don lArmenia a Tigrne e la Colchide ad Aristarco.

I I6

DELLA GEOGRAFIA DI STBABD51!

toccare per alcun poco anche delle sue passate condizio ni, dove parr che questo sia utile. E.cominceremoda Erad e a ( i) , che il punto pi occidentale di tutti quei luoghi. Chi dalla Propontide entra nell1 Eussipo ha dalla si nistra quelle parti della Tracia che sono contigue a Bizanzio e che si chiamano la sinistra del Ponto ; e dalla destra ha le regioni contigue alla Galcedonia. Fra costoro sono prima i Bitinii, poscia i Mariandini, e alcuni di-' cono anche i Gauconi, poi i Paragoni sino all Ali ; quindi i Gappadoci vicini al Ponto e le popolazioni che tengono dietro fino alla Colchide. Su tutta questa spiag gia che si chiama la destra del Pbnto regnava Mitri-< date Eupatore , cominciando dalla Colchide fino ad Eraclea. I luoghi poi al di l di Eraclea fino alla Calcedonia appartennero al re dei Bitinii. Ed anche dopo avere aboliti quei r e , conservarono i Romani gli stessi confini, attribuendo Eraclea al Ponto , ed ai Bitinii i paesi che vengono dopo quella citt. I Bitinii, che anticamente chiamaronsi Misii, mutaron lantico nome nel nuovo a cagione di certi Traci detti Bitinii e Tinii che vennero a fermare la sede tra loro : in questo sono d accordo i pi; e rispetto alla genera zione dei Bitinii ne adducono questa prova , che nella Tracia sussistono anche al d d oggi alcuni popoli di questo nome; e rispetto ai Tinii osservano che la costa vicina ad Apollonia ed a Salmidesso dicesi Tinia (a).
(i) Erekli. (a) Apollonia fu poi della

Siiapoli,

e Salmidesso

Midjeh.

LIBRO DUODECIMO

I I J

Anche i Bebrici, che prima di costoro abitarono la Mi* sia , stimo che fossero Traci ancor essi : e gi abbiamo detto che i Misii stessi furono una colonia di quei Traci che ora si chiamano Mesii. Questo dunque si dice in torno a cotesti popoli. Ma sui Mariandini e sui Gauconi non sono punto concordi le relazioni. Dicono infatti che la citt di Eraclea fosse fondata dai Megares ( 1 ) nel territorio dei Mariandini : ma quale origine avessero o donde venissero cotesti fondatori, noi dicono ; n fra quelle genti apparisce veruna differenza di nazione, ma sono in tutto somiglianti ai Bitinii, sicch pare che fos sero anche essi una trib di popoli traci. Nondimeno Teopompo afferma che un certo Mariandino re di una parte della Paflagonia, signoreggiata allora da molti principi, conquist il paese dei Bebrici, e che quando se ue ritrasse gli lasci il proprio nome. Dicesi inoltre che questi Megaresi fondatori di Eraclea primi di tutti co strinsero a servire i Mariandini, i quali possedevano prima di allora quel luogo , e si arrogarono anche il di* ritto di venderli, non fuori peraltro dei proprj confini. Erano insomma i Mariandini rispetto a quei d Eraclea come i Mnoti appo i Cretesi ed i Penesti appo i Tessali. 1 Cauconi ( i quali si dice che abitavano la spiaggia susseguente ai Mariandini sino al fiume Partenio, ed ebbero una citt detta Tiejo) da alcuni si credono Sciti, da altri Macedoni, da altri ancora Pelasghi. Gi se ne
F ra queste due citt trovavasi quella di T in ia , il cui territorio conserv poi il nome di Tiniad. (G .) () 11 Coray conservando lantico testo legge invece Milesii.

I I8

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

detto in qualche altro luogo. Callistene poi a quel verso di Omero


E d Egialo e di Cromma e dalC eccelse Balte eriline ( i ) ,

aggiunse : E il valoroso figliuol d i Policle guidava i Cauconi, i quali ebbero splendido soggiorno lungo il fiume Partenio. Perocch (dice) da Eraclea e dai Ma* riandini fino ai Leucosiri, che noi denominiamo anche Cappadoci, si stende la schiatta dei Cauconi abitanti dalle vicinanze di Tiejo sino ai Partenio, e quella degli Eneti stanziati subito dopo cotesto fiume ed abitanti la citt di Citoro (a); e soggiunge che anche ai d nostri trovansi alcuni Cauconi lungo il Partenio. Eraclea una citt fornita di buon porto ed assai ragguardevole, siccome quella che gi pot mandare fuori colonie , quali sono quelle del Chersoneso e di Callatide. Essa un tempo si resse con leggi sue proprie ; fu quindi governata da tiranni, e poi si rimise in li bert di bel nuovo (3). All ultimo essa fu governata da r e , caduta in podest dei Romani (4), dai quali rice(i) 11., lib. i i , t . 855. (a) Kudros. (3) Meninone scrisse la storia dei tiranni di E raclea, di cui Fozio ci ha conservato un sommario. Al dire di lui la tirannide dur in Eraclea 8 anni ; ma il suo traduttore dice invece ]5. II primo di questi tiranni fu Clitarco discepolo di Platone e d Isocrate. (Edit. fr.)
(4)

iBunXtUhi,

yn t/ti rn

sr

rf

'F

mftafttt.

Siccome Eraclea dopo la conquista che ne fecero i Romani non ebbe pi r e , se non Adiatorige creato da A ntonio, e duratovi

LIBRO DUODECIMO

I I<)

vette una colonia in una parte della citt e del terri torio. Adiatorige poi figliuolo di Domeneclio tetrarca dei Galati che ricevette da Antonio quella parte della citt che possedevano gli Eraclioti, poco prima della battaglia d Azzio, per ordine ( come diceva ) di Anto nio stesso, assal di notte tempo i Romani e li trucid ; ma dopo quella battaglia fa condotto in trionfo ed uc ciso insieme con un suo figliuolo. Del resto Eraclea parte della provincia Pontica appartenente alla Bitinia. Fra Calcedonia ed Eraclea scorrono parecchi fiumi, come a dire il Psilli, il Calpa ed il Sangario. Di questo ultimo parla anche Omero ; ha le sue sorgenti presso il borgo Sangia a circa cento cinquanta stadii da Pessinunte; attraversa la maggior parte della Frigia Epitteta, ed anche una parte della Bitinia , sicch poi distante da Nicomedia poco pi di trecento stadii, quando in lui mette foce il fiume Gallo. Questo tr.V! le sue sorgenti da Modra nella Frigia situata lungo 1 Ellesponto , la quale una stessa cosa colla Frigia E p itteta, e fu an ticamente posseduta dai Bitinii. Di quivi innanzi il San gario , divenuto pi copioso dacque e navigabile (m a tale non fu per anticamente ) , serve di confine alla Bitinia verso la spiaggia dove poi mette foce, e dinanzi alla quale sta l isola Tinia.

un brevissimo te m p o , cosi il Coray tradusse : Dani la suite e lle /u t soumise aux empereurs de Rome. Il Falconer dop il verbo ij3ar<AtvS segn uo punto traducendo : A llultimo ebbe

alcuni re. Ma venuta in poter dei Romani ricevette una co lonia, ec.

120

DELLA GEOGRAFIA S I STRABONE

Nel territorio di Eraclea si genera l aconito. Questa citt lontana dal tempio Calcedonio circa mille cin quecento stadii, e dal Sangario circa cinquecento. Tiejo una piccola citt della quale non occorre par lare , se non per dire che di quella fu nativo Filetero, da cui ebbe principio la schiatta dei re Attalici. Quindi il fiume Partenio che volge le sue correnti attraverso fiorite pianure, donde ha ricevuto il suo nome ( t ) , ed ha il suo principio dalla Paflagonia. Appresso vengono la Paflagonia stessa e gli Eneti. Ma alcuni domandano di quali Eneti parli Omero ove dice :
Dall Eneto paese, ov la razza Dell indomite mule , conducea Di Pilemen Fanimoso petto J Paragoni (a) ;

dicendosi che in nessuna parte della Paflagonia si veg gono Eneti. Alcuni sostengono invece che egli volle al ludere ad un borgo situato lungo la costa a dieci sche ni (3) da Amastri. Zenodoto legge da Eneta, e dice do versi intendere quella citt che ora chiamasi Amiso. Altri credono che si tratti di una trib confinante coi Cap padoci , la quale emigr coi Cimmerii, e and a finire sul golfo Adriatico. Ma lopinione pi ricevuta si che gli Eueti fossero quella ragguardevolissima trib dei
( t ) Partenio significa Verginale i e Stefano Bizantino dice che si diede un (al n o m e , perch nel tranquillo suo corso Fende immagine di una modesta vergine ; o perch Diana soleva cacciare sulle sue sponde. (Edit. fr.) (?) 11., lib. i i , v. 8 5 1 . (5) Seicento stadii.
a quel fiume

LIBRO DUODECIMO

121

Paragoni, della quale nacque anche Pilemene ; chessi in gran numero lo accompagnassero nella spedizione di Troia ; che quivi avendo perduto il loro condottiero, dopo che quella citt fu distrutta, si trasferissero nella Tracia, e che dopo avere errato per qualche tempo giungessero in quel paese che ora chiamasi Enetica (i). E dicono alcnni che anche Antenore e i suoi figliuoli si unirono con costoro nella predetta emigrazione, fer* mando poi la loro sede nell estremit del golfo Adria* tico ; di che abbiam fatta menzione nel descrivere 1 Italia. Quindi ben naturale che nella Paflagonia non restino e non si mostrino pi Eneti. I Paflagoni poi all1 oriente sono limitati dal fiume Ali, che scorre dalle parti del mezzogiorno fra la Siria e la Paflagonia , e riesce nel Ponto Eussino ; cos dice Erodoto , il quale chiama Siri i Gappadoci. Ed anche ai d nostri si chiamano Leucosiri, e Siri invece si dicono quelli cbe stanno al di l del Tauro, distinguendoli cos sotto il rispetto del colore da quelli che stanno al di qua di quel monte , ai quali per essere abbronziti non potrebbe convenire lo stesso soprannome (a). Pindaro poi dice che le Amazoni guidavano la pugnace schiera dei S iri, facendo cos manifesto che labitazione di queftti popoli era nella Temiscira (3) : ma questa parte (i) Nella Venezia.
(a) Strabone stesso nel lib. xvi parler ancora di questa diffe renza tra i Siri ed i Leucosiri. (3) La Temiscira fu un piccolo paese attraversato dal fiume Termodonte detto poi Termth > all oriente dell Amiso 0 Santsom . (G.)

132

SELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

degli Amiseni abitanti oltre l Ali. Verso loriente adun> que il confine dei Paflagoni il fiame Ali : verso il mezzogiorno i Frigii ed i Galati con quelli frammisti : verso il ponente i Bitinii ed i Mariandini ( perocch la schiatta dei Cauconi fu intieramente e in ogni dove di strutta): verso il settentrione 1 E u s s d o . E la Paflagonia si divide in due p a rti, cio nella mediterranea ed in quella che stendesi lungo il mare dall Ali fino alla Bitnia. Questa spiaggia fino ad Eraclea la possedette Mi tridate Eupatore : il quale tenne altres della Paflagonia mediterranea quel tanto che pi si trovava da presso ai suoi S ta ti, stendentesi in parte sino al di l dellAli : ed anche al presente la provincia Pontica viene circoscritta cos dai Romani. Il restante della Paflagonia infra terra continu a rimanere soggetta a piccoli po tentati anche dopo la rovina di Mitridate. Ma della Paflagonia mediterranea, cio di quella non soggetta a Mitridate, parleremo da poi : ora ci conviene primamente descrivere quella che fu sotto il dominio di quel re e che si denomina Ponto. Dopo il fiume Par tenio la citt di Amastri che porta il nome della sua fondatrice : essa fabbricata sopra una specie di peni sola c ha due porti dai due capi dell istmo. Amastri poi fu moglie di Dionigi tiranno di Eraclea , e figliuola di Ossiatro fratello di quel Dario che fu vinto da Ales sandro. Costei dunque compose quella citt di quattro abitazioni, cio di Sesamo, Ciloro e Cromna (luoghi menzionati anche da Omero nella descrizione della Pa flagonia ) , ed inoltre d Tiejo ; la quale poi si disgiunse assai presto dall altre. Queste invece rimasero unitele

LIBRO DUODECIMO

1 i3

Sesamo forma la cittadella di Amastri : Gitoro fu una volta l emporio dei Sioopesi, e ricevette il suo nome da Citoro figliuolo di Frisso , per quello eh Eforo dice. Nel territorio di Amastri cresce il bosso in pi copia e di miglior qualit che altrove. Quel tratto di paese che dicesi Egialo una grande spiaggia lunga pi che cento stadii; ed ha una citt dello stesso suo nome, ricordata da Omero ove dice :

E< TEgialo , e di Cromna e dall eccelse Balte eritine (i); bench alcuni invece di Egialo vogliano scriver Coitalo, E rispetto alle balze eritine intendono i due scogli che ora diconsi Eritrini (a) dal loro colore. Dopo Egialo si trova Carambi (3) gran promontorio che si spinge addentro nel mare verso il settentrione e verso il Chersoneso scitico. Pi volte ne abbiamo fatta menzione , come anche del promontorio di Criumetopon che gli sta dirimpetto, e che serve con lui a par tire in due mari il Ponto Eussino. Dopo Carambi sono Cinoli ed Anticinoli, la piccola citt di Abonu-Tichos , ed Armene , di cui va intorno quel proverbio): Non ebbe nulla da fa re colui che mur Armene. E questa un borgo dei Sinpesi con un porto. Appresso viene Sinope , lontana cinquanta stadii (4) da Armene, e pi ragguardevole di tutte le citt di quella
(i) I I . , lib. , v. 855. (a) Cio Traenti al rosso. (3) Kerempi-bouroun, ovvero (4) Arriano dice quaranta.

Capo Kerempi.

(6 .)

134

DELLA GEOGRAFIA DI $TRABONE

regione. La fondarono i Milesii; poi quando sebbe fat to un bun naviglio signoreggi il mare al di dentro delle Giane (i) ; ed anche al di fuori di quellisole Soc corse gli Cileni in molte battaglie navali. Per gran tempo si govern con leggi sue proprie , ma non conserv poi sino alla fine la sua libert: perocch fu presa dassalto e serv primamente a Farnace ; poscia ai suoi succes sori fino a Mitridate Eupatore, e finalmente ai Romani, dai quali quel principe fu abbattuto. Mitridate nato in quella citt, nella quale poi anche mor, la onor sopra 1 altre e la fece metropoli del suo regno. La natura me desima si diede cura di abbellirla. Infatti questa citt situata sull istmo di una penisola con un porto e un arsenale da ciascun, lato; ed ha inoltre mirabili serbatoi di peiamidi (3) , delle quali gi abbiamo parlato, e di cemmo che i Sinopesi ne fknno la seconda pescagione, ed i Bizantini la terza. La penisola si stende in forma di cerchio, con una spiaggia piena di scogli e di cavit, a guisa di tanti truogoli di pietra a cui dann il nome di Chenicidi (3). Quan do il mare si gonfia , quelle cavit si empiono dacqua, e fanno inaccessibile la penisola, perch tutta la super ficie di quegli scogli aspra ed acuta per modo da non potervisi camminare a pi nudo. Ma procedendo oltre

( 1) Piccole isole sullingresso del canale di Costantinopoli. (G.) (3) Intende lAutore certi seni dalla natura o dall arte disposti in modo che i pesci vi si radunano spontaneamente. (Editi fr.) (3) Questo nome derivasi da #<><1, che signific una misura di varia capaciti.

LIBRO DUODECIMO

Ia5

] istmo ed oltre la citt trovasi un bnon terreno adorno di molti begli o rli, principalmente nei sobborghi. La citt poi ottimamente m urata, e le sono uno splen-: dido ornamento il ginnasio, il foro ed i portici. Con tutto questo Sinope fu espugnata due volte ; la prima quando Farnace le fu sopra contro ogni aspettazione ed all improvviso ; la seconda allorch Lucullo la ven ne ad assalire, mentre nell interno era travagliata da; un proprio tiranno , sicch fu in un tempo medesima oppressa da doppia battaglia. Perocch Baccide, lascia tovi da Mitridate siccome capo del presidio , sospet tando sempre qualche tradimento dei cittadini, e com mettendo perci molte vessazioni e molte uccisioni, fece ad essi impossibile cos il difendersi valorosamente da. Lucullo, come 1 arrendersi a lui sotto buone condizioni. Quindi Lucullo la prese per forza, e vi conserv tutti gli altri ornamenti della citt, tranne la sfera di Billaro (i) che egli fece portar via, e la statua dAutolico (opera di Stenide) che quegli abitanti consideravano come fonda tore della loro citt, e veneravanlo come un Dio. Di lui erari anche un oracolo (a). Pare eh egli sia stato uno, 4i coloro che navigarono insieme con Giasone a quel
(t) Probabilmente una sfera celeste costrutta da B illaro , o se condo i suoi principi. Questo Billaro poi un personaggio non conosciuto. Autolico fu uno dei compagni di rco!e nella sua spedizione contro le Amazoni. (Edit. frane.) (a) L abbreviatele di Strabone dice cbe questo oracolo p e r suase Digene il C d c o a farsi falsificatore di monete : e questa particolarit manca forse nel testo per negligenza dei copi sti. (Coray.)

I 26

DELLA. GEOGRAFIA DI 8TRA.BONE

paese e lo conquistarono: dopo di che i Milesti, veduta lopportunit del sito e la debolezza dei cittadini, se ne fecero padroni e vi mandarono abitatori. Ora poi ha ricevuta una colonia di Romani, ai qjuali spetta una parte cos delia c itt , come del territorio. Sinope distante dal sacrario Calcedonio tre mila cin quecento stadii ; da Eraclea due mila ; da Carambi set tecento. Questa citt produsse uomini di gran pregio ; tra filosofi Diogene Cinico e Timoteo Patrione ; tra i poeti Difilo il comico ; tra gli storici Batone, il quale scrisse intorno alle cose persiane. Procedendo oltre Sinope si trova la foce dell Ali, detto cos dalle saline ( 1 ) lungo le quali discorre. Esso ba le sorgenti nella Gran Cappadocia vicino alla re gione Pontica e verso la Camisena ; va per luogo tratto all occidente; poi si volge al settentrione attraversando i Galati e i Paflagoni, e serve di confine cos a questi, come ai Leucosiri. Anche il territorio di Sinope, al pari di tutto il paese montuoso che stendesi fino alla Bitinia ed imminente alla spiaggia della quale parliamo, produce legname atto alla costruzione delle navi e di buona qualit, oltrech si pu anche facilraete trasportare altrove. Produce inoltre labete e certe piante di noci montane delle quali si fanno anche mense. Tutto poi quel tratto di paese che si coltiva poco al di sopra del mare , ferace di ulivi. Dopo la foce dell Ali si stende la Gadiloniti fino
(i) Dalla v o c e ',AAtf.

LIBRO DUODECIMO

alla Sramena, paese felice, tutto pianura e ricco di ogni produzione. Ha iaoltre armenti che sogliousi tener coperti, e le cui lane son morbide ; di che in tutta la Cappadocia ed in tutto il Ponto grandissima penuria. vi sono anche capre quali non trovansi in verun al tro luogo. Di questo paese una parte ne posseggono gli Amiseni, una parte ne diede Pompeo a Dejotaro, come anche la Farnacia ed il territorio di Trapezunte fino alla Colchide ed allArmenia Minore. Di tanto egli lo fece re, men tre gi possedeva per eredit di suo padre la tetrarchia dei Galati detti Tolistobogii ; ma dopo la morte di lui la sua signoria fu divisa tra molti. Dopo Gadilone la Saramena, e poi Amiso, ragguar devole citt, distante da Siuope circa novecento stadii. Teopompo dice che primamente la fondarono iMilesii, qnindi ne furon padroni i Cappadoci, e poi fu sotto Atenocle che vi condusse una colonia di Ateniesi e ue mut il nome in quel di Pireo. Anche questa citt fu posseduta dai re del Ponto; fra i quali Mitridate Eupatore lorn di templi e laument. Lucullo poi venne ad assediarla, e lo stesso fece in appresso anche Farnace , quando attravers il Bosforo. Fatta quindi nuovamente libera per opera di Cesare, Antonio la diede un al tra volta ai re del Ponto. Fu maltrattata dal tiranno Stratone ; quindi riebbe la libert da Cesare Augusto dopo la battaglia Azziaca , ed ora in buono stato. Ha poi un territorio di buona qualit ; soprattutto la Temiscira, abitazione delle Amazoni, e la Sidene. E la Temiscira una pianura, da una parte bagnata

13 8

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

dal mare e distante circa sessanta stadii da Amiso ; dall altra parte circondata da una catena di monti ric chi d alberi e irrigati da fiumi che in quei monti me desimi hanno le loro sorgenti. Di tutti questi fiumi se ne forma poi uno solo detto il Termodonte, che attraversa la sottoposta pianura : un altro che gli quasi uguale uscen do del luogo che dicesi Fanarea, attraversa quella pia nura medesima e chiamasi Iri. Anchesso ba le sorgenti nel Ponto, e dopo avere attraversata la citt di Comana Pontica e la fertile pianura della Dassimonitide andando verso occidente , si volge alle parti settentrionali verso Gazinra, ora deserta, ma una volta residenza dei re. Quindi si converte di nuovo all oriente; e ricevuti den tro di s il Silace e .parecchie altre correnti, passa lungo le mura di Amasea mia patria, e citt munitissima ; poi entra nella F an area, dove gli si mescola il Lieo , che nasce nellArmenia ; poi attraversa la Temiscira, e va a gettarsi nel Ponto Eussino. Quindi avviene che quella pianura sia sempre umida e verdeggiante, e capace di nutrire copiose mandre di buoi c cavalli : vi si fa gran seminagione di panico e di miglio, di cbe quel terrena non mai senza. Perocch la copia delle acque rende col inefficace ogni siccit ; sicch quegli abitanti non sono afflitti mai dalla carestia. Rispetto agli alberi frut tiferi , quella parte della pianura che si congiunge coi monti n assai abbondante e li produce senza veruna coltura. Essa porta altres viti, peri, pomi, noci, sic ch basta uscire alla selva, per trovarvi in ogni stagione dell anno abbondanza di tali fru tti, o tuttora pendenti dai rami , o caduti e confusi col molto fogliame sul

LIBRO DUODECIMO

1 ?()

suolo. E per 1 abbondanza del nutrimento vi si fanno frequenti cacciagioni di ogni maniera. Dopo la Tmiscira trovasi la Sidene , anch essa una pianura fertile, ma non come quella, e irrigata (i);c o n fortezze lungo la spiaggia^ fra le quali Side pfer cui fu denominata Sidene, e Cabaca e F a u d a ........... Fino qui 1 Amisene. Quivi poi nacquero parecchi uomini ce lebri per dottrina , come a dire fra matematici Deme trio figlio di RateDO, e Dionisiodoro ch'ebbe uno stesso nome col geometra Ionio (a), e il grammatico Tirannione del quale noi siamo stati uditori. Dopo la Sidene, Farnacia , citt piccola ma forte, e poi Trapezunte citt ellenica. Da Amiso a Trapezuntq evvi la navigazione di circa due mila e duecento stadii; e da Trapezunte poi sino al Fasi se ne contano mille e quattrocento : sicch ttitto insieme, dal tempio di Calcedonia sino al Fasi, sono circa ottomila stadii, poeo pi o poco meno. Cbi partendosi da Amiso naviga lungo qulla spiaggia trova primamente il promontorio Eraeleo, poi un altto detto Iasonio, e il Genete (3). Appresso la piccola
() n .cf/,, tv J m i f f t i x ipit/nt xm KMT*ppvrn. 11 G oriy tra
duce : Piaine qui neslp a s a iu ti fertile, mais qui est de mima abondammenl arrose; come se il suo testo fosse: IJtcUn

f t t t % ip i tlt/ f, tftms f i XUT*ppvT*t. (2 ) La lezione comune I f t i t v f t t s r i ' i m i ympitrpif. La va riante "'luti si trova io un manoscritto e fu adottata dal Coray.
(5) L Eraclo probabilm ente il Capo Teahtchina o di Termeh: lIasono conserva presso a poco il suo nome Jasoun: quel di Genete risponde al Capo Boonah o Fotta. (G.)
S t u m o n e 3 tonu I V .
y

I 3o

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

citt di Cotioro, dalla quale fu popolata Faraacia ; poi vieue Ticopoli, ora distrutta : indi un golfo nel quale stanno Ceraso ed Ermonassa, mediocri abitazioni. Vicin di Ermonassa Trapezunte ; poi viene la Colchide. Quasi in cotesti luoghi medesimi situata una citt detta Zigopoli. Ma della Colchide e della spiaggia ma rittima che le tien dietro , gi abbiamo parlato (i). Al di sppra di Trapezunte e di Famacia stanno i Ti bareni, i Caldei, i Sanni ( anticamente denominati Macroni), e poi lArmenia Minore. Anche gli Appaiti che prima furono detti Cerceti, sono essi pure vicini ai luoghi fin qui mentovati. A traverso di questi popoli si stendono lo Scidisse monte asprissimo che si congiunge coi Moschici soprastanti alla Colchide, e le cui sommit sono occupate dagli Eptacometi (a), ed il Pariadre che dai luoghi vicini alla Sidene ed alla Temiscira stenden dosi fino all Armenia Minore , forma il fianco orientale del Ponto. Tutti gli abitanti di quelle montagne sono infieramente selvaggi, ma sopra tutti gli Eptacometi. Al cuni abitano dentro gli alberi od in piccole torricelle (di legno), le quali diconsi mosini, donde poi gli antichi diedero a quei selvaggi il nome di Mosinci. Vivono di carne d animali c di ghiande \ e balzando gi dalle loro picciole torri assalgono i passeggieri. Questi Eptacomti trucidarono tre coorti di Pompeo che attraversavano quella catena di monti. A tal uopo collocarono lungo la via tazze piene di un certo mele che geme dalle estre. (i) I^el libro undecimo. (a) Cio: Dagli abiCaitU-d(i-setl(-borghi.

LIBRO DUODECIMO

I3 t

mit dei loro alberi, e eh dotato della facolt d inebbriare ; e quando videro che lo avevano trangugiato piombarono loro addosso e li uccisero assai facilmente. Alcuni di questi barbari si chiamarono anche Bizeri. Quelli che ora si dicono Caldei anticamente chiamaronsi Calibi. Tra costoro propriamente fondata Famaeia, la quale dalla parte del mare ha il vantaggio d'una co moda pescagione di pelamidi ( perocch quello appunto il primo luogo dove si prende tal pesce ) ; e dalla parto della terra ha miniere, presentemente di ferro, ma anti* camente anche di argento. In tutti questi luoghi poi la spiaggia generalmente assai stretta ; perocch vi sinualzano subito a dominarla alcuni monti pieni di me talli e di boschi. Poca la terra che si coltiva, sicch alcuni attendono alle miniere, e del provento di quei lavori sostentano la propria vita ; gli altri si volgono alle cose del mare , e vivono delle pescagioni, princi palmente di pelamidi e di delfini ; perocch questi ultimi inseguendo le torme degli altri pesci, e soprattutto dei cordili, dei tonni ed anche delle pelamidi, ingrassano e facilmente si prendono, allorch troppo avidi delle preda si accostano alla terra. Quando son presi li trag gono dalla pelle, e della molta lor grascia si valgono a tutti gli usi. P a ra i che Omero' chiami Alizoni questi Calibi, no minandoli uella sua enumerazione delle navi dopo i Paflagoni :
................. Li seguia la squadra Vegli Alizoni d'Ali e discesi ,

l3 a

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

D'Alibe ricca del? argentea vena. Duci a questi eran Oditi ed Epistrofi) ( i) ;

o perch i copisti mutarono Calibe in Alibe, o perch dagli antichi si dissero Alibi quelli che ora noi denomi niamo Calibi. E nel vero se oggid fu possibile che il nome di Calibi, si cangiasse in quello di Caldei, ben pot avvenire assai pi di leggieri che anticamente il nome di Calibe si mutasse in quello di Alibe ; giacch questi nomi proprj, massimamente tra i barbari, sog giacciono a molte alterazioni. In fatti vha un popolo di Traci che una volta si dissero Sintii, e poi Sititi, e pi tardi Saii, presso i quali Archiloco dice di aver get tato via tl suo scudo, con quelle parole : Ed ora qual

cuno dei Saii si d vanto col mio scudo ; perfetta arma tura , eh io contra mia voglia abbandonai fr a 1 cespu gli (2 ). E questo medesimo popolo al presente va sotto il nome di Sapi : perch tutti cotesti popoli avevano la loro sede intorno ad Abdera e nelle isole circonvicine a Lenno. Cos anche i nomi di Brigi, Briges e Frigi si gnificarono un popolo solo; e un altro solo pur se ne intende sotto i nomi di Misii, Meroni, Maioni e Meoni : ma non punto necessario di moltiplicare gli esempi. Anche Demetrio di Scepsi suppose l alterazione del nome Alibe in quello di Calibe; ma non intendendo poi n quello che segue nel testo di O m ero, n perch questo popolo ricevesse da lui il nome di Alizoni, ri gett quella conghiettura : or noi mettendo al confronto
(i) 11., lib., 11, v. 856. (3 ) Queste parole di Archiloco furou gi riferite nel lib. z, c. 3.

LIBRO DUODECIMO

I 33

la nostra opinione colla su a , verremo nel tempo stesso considerando le altrui. Alcuni adunque alterano la scrittura, di Alizoni fa cendo Alazoni od Amazoni, e di'Alibe facendo Alobe od Alope : e i primi dicono gli Alazoni essere Sciti abi tanti al di sopra del Boristene, dei Callipidi c di altri popoli i cui nomi furono sognati da Ellanico , Erodoto ed Eudosso ; gli altri collocano le Amazoni fra la Misia, la Caria e la Lidia in vicinanza di Cime , secoudoch dice Eforo nativo di quella citt. E forse questopinione ba qualche ragionevolezza, parendo chei parli di quella regione che fu occupata dagl Ionii e dagli Eolii, e dove stettero prima le Amazoni : e dicesi che da queste tras sero i loro nomi alcune di quelle c itt , per esempio ; Efeso , Smirne , Cime e Mirine. Ma Alibe o, come al cuni dicono, Alobe od Alope, che hanno mai a fare con questi luoghi? Come potrebbe dirsi con Omero che questi Alibi venivano da lontano ? o che in quel paese si trovasse un argentea vena ? Se non che poi egli scio glie queste difficolt, proponendo che il testo dOmero si emendi cos: Odio ed Epistrofe.condussero insieme le Amazoni venendo da Alope , ove dimora la schiatta Amazonide. Ma per isciogliere di questo modo la dif ficolt egli cadde in un altra finzione , giacch in nes suna parte di questo paese trovasi una citt delta Alo* pe ; oltrech una s grande alterazione del testo contro la fede degli antichi libri, ha sembianza di troppa te merit. Rispetto poi a Demetrio da Scepsi non pare che egli adotti n lopinione di Eforo, n quella di chi credette

134

DELLA EOGRAFlA Di STRADONE

che Omero abbia voluto parlare degli Alizotii abitanti presso Pailene, e dei quali abbiam fatta menzione anche noi quando parlammo della Macedonia (i): e mette in dubbio se popoli Nomadi abitanti al di sopra del Boristene potessero venire in soccorso dei Troiani. Per lo contrario loda grandemente P opinione di Ecateo milesio e di Menecrate eleate discepoli di Senocrate, e quella altres di Palefalo. Ecateo pertanto nella sua Descrizione della Terra dice che dopo la citt di Alazia trovasi il fiume Odrisse , il quale attraversa la pianura Migdonia venendo dal lago Dascilite nelle regioni occidentali, e va a scaricarsi nel Bindaco: che Alazia presentemente deserta; ina che vi sono parecchi borghi abitati dagli Alazoni, fra i quali poi scorre 1 Odrisse. Dice inoltre che nei borghi predetti sommamente venerato Apollo, massime in quelli che trovansi lungo la frontiera dei Ciziceni (a). Menecrate poi nella sua descrizione dellEllesponto afferma che al di l di quei luoghi dov la citt di Mirlea trovasi una catena di monti dove abitava la na zio ne degli Alizoni ; ma dice che questo nome dee seriversi con due II , e che se Omero ne pose una sola lo fece in grazia del verso.
() Probabilmente in quella parte del settimo libro che and perduta. (2 ) Il testo dice: K r ri Eptpi/t, (al. iQpf*i) rZt KuII Silandro dedusse la voce ipopifxr dal verbo Qtpic* tradusse : inspeclione Cysicenorum. Ma comunemente riget tata questa interpretazione, il cu vero significato poi non potreb[besi. indovinare.

LIBRO DUODECIMO

13 5

Finalmente Palefato asserisce che Odio ed Epistrofe condussero la schiera degli Alazoni (i) ; i quali allora abitavano in Alope , ma ora stanno in Zele (2 ). Come dunque le eosloro opinioni meritarono che Demetrio le approvasse ? Perocch non solamente Cam biano anch essi l antica lezione (di O m ero)7 tua non ci danno poi indizio in qttal parte della Mirleatide (3) si trovassero le miniere di argento di cui parla il peta, n come potesse dirsi che gli abitanti di quel paese tra sferendosi a Troia venissero da lontano , quando bene si ammettesse che abbia esistito una citt di Alope d i Alazia. In {atti questi luoghi sono vicini alla Troade pi che il territorio di Efeso j e_ nondimeno Demetrio dice che parlano al veatO coloro i quali eolloaano le Amazoni presso Pigella tra Efeso , Magnesia e Priene, affermando che quella espressione di Omero da lontano non potrebbe convenire a cotesto luogo. Ma come non disconverrebbe ancor pi ai tenritorj della Misia e della Teuirauia ? Ben Vero che alcune espressioni dOonero non si debbono interpretare rigorosamente, ma consi* derarle Cme pleonasmi, per esempio ove dice : Da lungi, dalP Ascania < ebbe nome Arneo ; cosi lo aveva chiamato la veneranda madre allora Penelope prese colla pingue e catta mano la ricurva chiave. Que sto sia conceduto ; ma non per questo son da concedere
( 1) I testi antichi leggono vSt ' (3 ) Ora dicesi Biga. (G.)

ilZ)',Own Tilt in t. Letteralmente: In qual parte della Mirleatide il lago : ma luogo sospetto.

1 3(5

BELLA C K O G R A fU D I STRABONE

quelle ragioni sulle quali Demetrio si fnda senza per altro poter contraddire a chi sostiene che debba.leggersi da lungi^ da Calibe. Perocch quantunque egli ammetta cbe. se nel .territorio di Calibe non trOvansi presente* mente miniere di argnto, possono per esservi state altre volte, non vuol' peraltro concedere che siano tate considerevoli e degne di farne menzione,? come quelle del. ferro. Ma qualcuno potrebbe domandare qual cosa dovette impedire che le miniere dell argento fos sero conosciute al pari di quelle del ferr ? Forse che T abbondanza del ferro pu render celebre un paese, e non cos quella dell argento Oltre di che ste le mi niere dell argento, neglette al tempo degli Eroi,, verniero in fama soltanto all et di O m ero, chi potrebbe per questo riprovare la menzioue eh egli ne fa ? E se qual cuno domanda j come la fama di queste miniere abbia potuto..pervenire al pD'et ; noi domanderemo' altres , tom egli abbia potuto avere, notizia'delle miniere di ra me-che si trovavano in Temeso d Italia , o delle ric chezze che si trovavano in Tebe di Egitto, da cui egli era Lontano quasi due volte tanto che da Caldei ? .Questo poi da notarsi, che Demetrio non concorda nemmanco con coloro la cui opinione egli approva: pe rocch descrivendo i luoghi circonvicini alla sua patria, dice che presso a Scepsi d a l fiume Esepo trovansi il borgo Enea, ed Argina ed Alazia; i quali paesi, se pure sussistono, debbono trovarsi alle sorgenti di quel fiume. Ma Ecateo invece li colloca alla sua f o c e . Rispetto a Palefato affermando che le Amazoni abitarono prima mente in Alope, ed ora stanno in Zelea, non va punto

LIBRO DUODECIMO

" 5 j

d accordo colle cose gi dette. Per se Demetrio con corre nellopinione di qualcuno, sar forse con quella di Menecrate ; ma n questi , n Demetrio ci dicono poi dove sia quest Allope od Allobe , comunque si voglia scrivere cotesto nome. In quanto poi ad Apollodoro che tocca di questi luoghi nei suoi commenti all enumera zione dellesercito troiano, noi ne abbiamo gi parlato a lungo , ma qi pure vogliamo parlarne. Egli sostiene ehe gli Alizoni mentovati da Orner non sono punto pi. fontani dellAli, dicendo che nessuno dei popoli abitanti al di l di cotesto fiume venne in soccorso dei Tro iani; Ma noi innanzi tutto lo domanderemo chi siano questi Alizoni eh egli colloca i di qua dell Ali, e come spieghi quelle parole di Omero : vennero da lungi , da Alibe, dov la vena deWargento. E certo non sapr che rispondere. Appresso poi gli domanderemo per qual motivo nega che ai Troiani venissero alleati d oltre il fiume Ali : perocch sebbene tutti gli altri alleati, ad eccezione dei T raci, fossero popoli al di qua di quel fiume , nulla impedisce che gli Alizoni ppsti dall altra parte ed anche pi lontani dei Leucosirii venissero al soccorso di Troia. O dovr forse dirsi che quei popoli potevano bens passare il fiume in qualit di nemici (come si dice che fecero le Amazoni, i Treri e i Cina m eni), ma in qualit di alleati poi non potevano? Che se le Amazoni non vennero allora come alleate di Troia, ne fu cagione l essere stato gi una volta il re Priamo contrario ad esse allorch fecero guerra cogl Ionii ; e lo dice Priamo stesso in quei versi :
...... Un denso iti vidi

13 8

CELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Popolo di cavalli agitatore Dell indilo Migdon schiere e d' Otreo, Che poste del Sangario alla riviera Avean le tende , ed io con lor m aggiunsi Lor collegato , e fu i del numer uno f i d che a pugna le tirili Amazoni Discesero (i).

Ma parmi cbe i popoli confinanti colle Amazoni, i quali non erano si da lontano che fosse difficile l invitai-li co me soccorritori, e non avevano alcun motivo d inimi cizia, non dovessero avere cagione alcnna che li tratr tenesse dal concorrere in quella! alleanza. N Apollodoro potrebbe mai sostenere cbe questa sua opinione si fondi sulla testimonianza degli antichi, come se fossero lutti d'accordo a sostenere che nessuno dei popoli oltre lAli concorse alla guerra troiana , mentre anzi si potrebbero citare testimonianze in contrario. Cos , per esempio, Meandrio dice chfc gli Eneti partitisi dal paese dei Leucosirii vennero come alleati ai Troiani: che di quivi si partirono in compagnia dei Traci , ed andarono a sta* bilirsi nel fondo del golfo Adriatico (a): e che gli Eneti concorsi (3) a questa spedizione furono Cappadoci. Alla (i) II., lib. in, v. i85.
(a) Strabone ha gi dello in altro luogo di questo volume, che gli Eneti dopo la morte di Pilemene loro capo andarono nella T ra cia, d onde poi si trasferirono nel golfo Adriatico. Qui dice per Io contrario che i Traci furon con loro fino da quando si partiron da Troia. (3) Il testo dice non concorsi ftirxr% t*f , ma quella negazione si considera come un errore de copisti 0 dei primi

LIBR DUODECIMO

l3 g

quale opinione pare cbe faccia testimonianza il trovarti che in tutta la Cappadocia dall Ali fino alla Paflago nia si usano i due dialetti, e mlti nomi paflagoaici, come sono Bagas , Biasas , Eniates , R atolet , Z a rd o ces, Tibius , Gasys , Oltgsys e Manes. Perocch que sti nomi sono citatissimi nella Bamoniti, nella Perno* liti, nella Gazeloniti, nella Gazacene ed in altre molte prvinc. E lo stesso Apollodoro citando il otodo con coi Zenodoto leggeva quel verso di Omero :
DalV Eneto paese , ot> la ratta DelC indomite m ule ,

dice che Ecateo milesio sotto il nome di paese tnet intendeva la citt di Amiso \ la qnale dicemmo gi die appartiene ai Lencosirii ed al d i'l dell Ali. Egli ha detto altres in qualche parte deL suo libro cbe Orner conobbe la storia dei Paflagoni mediterranei sulle te stimonianze dei viaggiatori, ma che poi non ne conobbe la spiaggia marittima, in quella guisa che gli fu ignota anche quella del Ponto Eussino : perocch altrimenti ne avrebbe altnen fatta menzione. Ma si potrebbe invece affermare tntto il contrario , pigliando argomento da quella descrizione che noi qui ne abbiam fatta ; e dire cbe il poeta visit anzi tutta quella spiaggia, n trala* sci di accennare veruno dei luoghi che fossero degni di essere ricordati. Se egli non parla di Eraclea, d Aeditori. Altrove poi disse Strabone cbe gli Eneti erano limitrofi, a! C appadoci, e non g ii Cappadoci anch essi : ma da notare ch 'eg li vien riferendo diverse opinioni di autori differenti.

l4 0

DELLA GEOGRAFIA DI STRADONE

mastri e idi Sinope , non punto da maravigli arsene , giacch queste citt ai suoi tempi non sussistevano ancora ; cme non cosa strana che anche dei luoghi infra terra ne abbia passati alcuni in silenzio. Oltre di che noti sempre indizio d ignoranza il silenzio di al cuni, luoghi; di che noi abbiamo gi recate prove non dubbici Dice Apollodoro che ad Omero furono ignote molte delle cose pi illustri lungo il Ponto , come a dire fiumi c nazioni ; di cui avrebbe parlato se ne avesse avuta notizia. E questo potrebbe concedersi rispetto ad alcuni punti notabilissimi, quali sono gli Sciti, la Palude Meo tide e 1 Istro (i) : ma dopo avere indicati i Nomadi col1 epiteto di galattofagi , abii , uomini giustissimi e ve nerandi ippemlghi, non avrebbe taciuto il nome di Sciti, di Sauromati e di Sarmati , se cos allora li avessero chiamati gli Elleni ; n dopo avere menzionati i Traci ed i Misii che abitavano sull Istro avrebbe taciuto poi di 'qul fiume , il pi grande fra quanti se ne trovano col; massimamente qualora si consideri quanto Omero fosse inclinato a valersi di fiumi per distinguere le na zioni; n dopo avere parlato dei Cimmerii avrebbe pas sato in silenzio il Bosforo e la Meotide. Rispetto poi A lile cose chfe al tempo di Omero non erano illustri o non tanto come o r a , o che non hanno relazione c'ol suo argomento, chi Io potrebbe rimproverare?Cos per esempio il Tanai non conosciuto se non solamente perch serve di confine tra 1 Asia e 1 Europa ; ma gli
() Nomi che non si trovano in Omero.

LIBRO DUODECIMO

141

uomini d allora non conoscevano questi nomi di Asia e dEuropa , n la Terra abitata si divideva per anco in tre continenti come ai d nostri. Senza di ci egli avrebbe nominati al certo questi d u e , che sono di s gran ri lievo , in quella guisa che nomin la Libia ed il vento Libeccio cbe trae dalle parti occidentali di quella.. Poi ch dunque non era invalsa a quei tempi cotesta divi sione , non gli occorse nemmanco di far menzione del Tanai. Ben verano molte altre cose degne di essere ricordate , e,delle quali nondimeno egli si tacque ; per ch le nostre parole al pari delle nostre azioni dipen dono spesso da un movimento spontaneo dello spirito, che s inclina di preferenza al tale o tal altro oggetto, senza considerazione dei motivi che possono trarre ori gine dalla natura delle cose medesime (i). Da tutte queste cose pertanto manifesto che cad in un vizioso raziocinio chiunque dal vedere che una cosa non fu ricordata da O m ero, argomenta che egli 1 abbia ignorata : e conviene che noi col soccorso di molti esempi mostriamo 1 errore di cos fatto ragiona mento i perocch, siccome molti se ne valgono assai di frequente, giover confutarli opponendo loro molte prove del contrario , quand anche dovessimo ripetere il gi detto. Se qualcuno, per esempio, afferma che Omero nou ebbe notizia del fiume Tanai perch non l ha nomi nato , noi dicemmo eh egli stoltamente sragiona, giac( i) In lutto questo periodo che nel testo stranamente oscuro ho seguitata la parafrasi del Coray nella sua traduzione francese.

l4 a

DELLA GEOGRAFIA Di STRABONB

ch egli non nomina il Melete cbe scorre lungo Smirne, tenuta dai pi per sua patria, e nomin invece lErmo e l Ilio (i). Cos pure non fa menzione del Fattolo cbe pur entra con quelli in un medesimo letto, e trae la sua sorgente dal Tmolo di cui egli parla (a). Cos ancora non parla di Sm irne, n di altre citt degl Ionii, n della maggior parte di quelle degli Eolii, mentre ri corda poi Mileto, Samo, Lesbo e Tenedo. Non nomina il fiume Leteo che scorre lungo Magnesia, e nemmanco il Marsia, i quali si scaricano tutti e due nel Meandro da lui menzionato ; ed annovera invece
....................... Reso, Cranico

Rodio , Careso , Eptporo ed Esepo (3) ,

ed altri ancora, i quali per la maggior parte non sono altro che ruscelli. Aggiungasi che qualche volta, insieme colle province e colle citt, nomina anche i fiumi ed i monti, e qualche volta no. Cos non nomina quelli del1 Etolia, dell Attica e di molte altre regioni. E non di rado mentre fa menzione di siti lontani, si tace di altri che gli son molto vicini, n il fa certamente perch fossero ignoti a lui quei luoghi che conoscevano tutti gli altri., Anche rispetto ai popoli lontani non serbi sempre una stessa regola , ma di alcuni fece menzione e di altri volle tacere : quindi nomin i Licii ed i So limi, ma non i Misii, n i Panfilii, n i Pisidi, nomin
(i) IL , lib. x z , v. 5ga. (a) I I . , lib. xiii , v. 6i5 ; * xj , v. 385. (5) 11., lib. x u , v. 3 o.

LIBRO DUODECIMO

143

i Paflagoni, i Frigi ed i Misii, ma non i Mariandini, i Tinii, i Bitinii ed i Bebrici ; nomin le Amazoni, ma non i Leucosiri, n i Siri , n i Gappadoci, n i Licaoni, bench parlasse frequentemente dei Fenicii, .de gli Egizii e degli Etiopi ; nomin la pianura di Aleio ed i monti Arimei, ma tacque della nazione dove trovansi collocati. Egli falso adunque il rimprovero che Apollodoro vuol fare ad O m ero, n giusto potrebbe essere se non in quanto mostrasse che egli abbia detta qualche menzogna ; ma in questo non riusc ; n os pure de* nominar finzioni i venerandi Ippemlghi e i Galattofagi. Tutto questo sia detto contra Apollodoro : ed ora ritor ner per ordine alla mia descrizione. Al di sopra dei paesi circonvicini a Farnacia ed a Trapezunte fino all Armenia Minore, abitano i Tibareni ed i Caldei. L Armenia Minore poi un paese mezza* namente felice j la signoreggiarono sempre ( come la Sofene ) suoi proprii principi , talvolta d accordo eoa quelli dell altra Armenia, talvolta indipendenti da ogni legame. Ebbero oggetti i Caldei ed i T ibareni, sicch la loro signoria stendevasi fino a Trapezunte ed a Far nacia. Ma cresciuto poi in potenza Mitridate Eupatore, si fece padrone della Colchide e di tutti i luoghi dei quali ora parliamo , per la cessione che gliene fece Antipatro di Siside (i). Quel monarca si piacque poi tanto di questi paesi, che V i fabbric seltantaciaquu castella,
(i) ' A7<jr*7f* r i X tn itt. Queste ultime dp voci possono o significare che Antipatro era figliuolo di Sisi, od essere un soprannome.

14 4

SE LL A GEOGRAFIA DI STRADONE

alle quali raccomand le sue pi grandi ricchezze. Le pi importanti fra le dette castella sono Idara , Basghidariza e Stnoria cbe domina i confini dell Armenia Maggiore ; donde poi Teofane ne mut il nome in Synoria (i). E nel vero latta la catena dei monti Pariadri somministra parecchi ponti opportuni alle fortezze che vi pose Mitridate, come quella che abbonda di acqua e di legname, ed interrotta da scoscesi burroni e da frequenti precipizii. Quivi pertanto egli costrusse la maggior parte dei luoghi destinati alla custodia dei suoi tesori : ed egli medesimo all ultimo si rifugg in quella estremit del regno Pontico, quando gli fu addosso Pom peo^ e si accamp sopra un monte vicino a Dastira nell Acilisene, monte copioso di acque e vicino allEufrate che disgiunge l Acilisene dall Armenia Minore. Quivi egli si sostenne alcun poco, finch Pompeo strini gendolo d assedio , uol costrinse a fuggire pei monti nella Golchide , e da quella nel Bosforo. Anche Pompeo costrusse verso quella parte nell Armenia Minore una citt detta Nicopoli, la quale sussiste anche oggidi ed ben popolata (a). L Armenia Minore fu in diversi tempi signoreggiata da varii, secondoch volevano i Romani, ed allullimo la possedette Archelao. I Tibareni ed i Caldei fino alla Colchide, a Farnacia ed a Trapezunte sono in potere di Pitodori, donna
(i) Di Z uofi* fece "Zvimft*, la qual voce equivale alla no stra Limitrofa. (a) Si disse poi Dioriki. (G.)

LIBRO DUODECIMO

1<f5

di molto senno e capace di presiedere al governo degli affari. Essa figliuola di Pitodoro da Traili; fu moglie di Polemone e regn per qualche tempo insieme con lui, poscia neredit la signoria quandegli mor fra quei barbari vicini alla Sindica , i quali si chiamano Aspurgiani. Di Polemone essa ebbe due figlinoli e una figlia, la quale fu data in moglie a Coti sapeo (i): ma essendole poi ucciso a tradimento il marito rimase vedova con al cuni figliuoli, il maggiore dei quali tiene ora quel regno. Rispetto ai due figliuoli di Pitodori, luno come sem plice privato govern il regno in compagnia della ma dre; P altro fu recentemente nominato re dellArme nia Maggiore. E Pitodori rimaritossi con Archelao e stette con quello fin chegli visse: ora essa vedo va di bel nuovo, e possiede oltre ai gi detti anche al tri luoghi di maggior pregio, dei quali ordinatamentediremo. Al territorio di Farnacia tengono dietro la Sidene ela pianura di Temiscira. Al disopra di quest* luoghi' trovasi F anarea, eh la parte migliore del Ponto, giacch produce olio e buon vino , ed ha tutte le altre migliori qualit di un terreno. Dalle parti orientali le si stende parallelo pel lungo il monte Pariadre : dalle parti occidentali ha il Litro e lOflimo; e fra questi monti la Fanarea forma una valle di lunghezza e lar ghezza assai ragguardevole. Scorrono per questa vallo
(i) Cio del paese di Sapa nella T racia, di cui si fu metuioo*Ift

a pag. i3 a di questo volume.


SlRABO.'iEj loia. I V .

l4 6

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

il fiume Lieo che vien dallArmenia, e lIri che sbocca da certe gole presso Amasea. Questi due fiumi si uni* scono in una sola corrente verso la met della valle ; e sul loro confluente si trova una citt (i) cbe il suo primo fondatore denomin Eupatoria dal proprio suo nome. Pompeo se ne impadron quando non era per anco intieramente costrutta; le aggiunse un territorio, vi raccolse abitanti e la nomin Magnopoli (2 ). Questa citt situata nel mezzo della pianura. A circa centocin quanta stadii verso mezzogiorno, alle falde del Pariadre situata Gabira, dove sono la reggia di Mitridate, il mu lino ad acqua, e vivaj, e non lontano luoghi da caccia e miniere. Quivi pure il cos detto Coenonchorion (3), eh una roccia forte e scoscesa distante da Gabira meno che duecento stadii. Nella sommit trovasi una fonte che getta moltacqua; alla radice ha un fiume, ed una valle profonda; e l immensa altezza a cui sollevasi que sta roccia la fa essere inespugnabile. Il castello tutto murato a meraviglia, fuor quella parte che ne hanno abbattuta i Romani. 11 terreno tutto allintorno co perto di boschi, montuoso e privo dacqua per modo che dentro lo spazio di cento venti stadii non si pu mettere un esercito a campo. Quivi pertanto Mitridate facea custodire le pi preziose sue suppellettili, le quali ora stanno nel Campidoglio, dove le depose Pompeo.
( 1) Ichenikeh - I l fondatore da cui ebbe il prim o suo nome fu Mitridate Eupatore. (2 ) Dal soprannome eh egli ebbe' di Magno. {3) Cio Luogo o Castello nuovo.

LIBRO DUODECIMO

Tutta questa regione adunque la possiede Pitodori ed contigua al paese barbarico ehessa aveva gi pri ma insieme colla Zeliti e colla Megalopoliti. Come poi Pompeo aveva - ridotta Cabira a forma di citt dan dole il nome di Diopoli, cos Pitodori v aggiunse altri edifizii, la chiam invece Sebaste, e la destin ad es sere sua residenza. Possiede Pitodori altres il tempio di Men detto Farnace, situato nella piccola citt di Ameria, dove sono molti servi addetti ai divini uffici, e un territorio sacro, i cui fruiti tornano a profitto del pontefice. Quel tempio fu sempre tenuto in tanta venerazione dai re , che il giuramento reale facevasi con questa forinola: Per la fortuna del re e pl Men Farnace. Esso poi dedicato anche alla Luna; e cos pure quello che tro vasi fra gli Albani, e quelli di Frigia, ci sono il tem pio di Men situato nel luogo di cotal nome, e il tempio detto Arceo presso Antiochia nella Pisidia, e quello che vedesi nel territorio antiocheno. Al disopra di Fanarea posta la citt di Comana sul Ponto, che ha ll nome a comune con quella della Gran Cappadocia, ed consacrata alla stessa divinit. 11 tempio costrutto a imitazione di quello di Cappado* e ia , ed anche i riti sacri cbe vi si usano, e gli onori attribuiti ai sacerdoti, e il modo di rendere gli ora coli sono presso a poco gli stessi. Rispetto ai sacerdoti furon tenuti in grande onore principalmente sotto i primi re : in fatti due volte ogni anno nella festa che si diceva l'uscita della Dea, il sacerdote portava diadema, e teneva il secondo luogo d onore dopo il re. Nominai gi prima d ora Darilao il tattico che fu

X4 3

DELLA GEOGRAFIA DI 8TRAB0NE

proavo di mia madre; e poi un altro Dorilao nipote per parte di sorella del primo, e figliuolo di Filetero; e dissi cbe questo secondo, dopo avere ottenuti sotto Mi tridate Eupatore i pi grandi onorf, ed anche il sacer dozio nel tempio di Comna, fece pensiero di ribellargli quel regno per trasferirlo ai Romani: se non cbe poi, scoperta quella sua trama, fu cagione di ruina a s stesso ed a tutta la nostra famiglia. Pi tardi per Moaferne, zio di mia madre, acquist nuovamente celebrit, quando quel regno gi declinava al suo fine : ma rovin poi di bel nuovo insieme col re egli e i suoi partigiani, tranne quesoli che in tempo si allontanarono da quel principe, fra i quali fu il mio avo m aterno, il quale vedeva le cose di Mitridate nella guerra contro Lucullo indirizzarsi a pessimo fine, ed erasi anche alienato da lui perch da poco tempo aveva fatti uccidere Tibio suo cugino e Teofilo figliuolo di Tibio, sicch si volse a cercare ven detta di loro e di s medesimo. Quindi venne a prati che. con Lucullo, e in favore di lui fece ribellare da Mitridate quindici castella, in premio del quale servigio Lucullo stesso gli aveva promesso gran cose: ma soprar m poi Pompeo per succedere nellamministrazione di quella guerra, e consider come nemici tutti coloro che avevano in qualche modo favorito quel capitano, per la stio che gli portava. Allorch pertanto, debellato qnel re, Pompeo fu di ritorno a Roma , vinse nel senato il par tito , che non si ratificassero le ricompense pattuite da Lucullo con veruno degli abitanti del Ponto, affermando essere cosa ingiusta che le ricompense e gli onori da darsi a coloro che avevano contribuito al buon esito

LIBRO DUODECIMO

d una guerra fossero distribuiti da altri che da colui il quale condusse a fine la guerra stessa. Sotto i re pertanto Comana si govern in quel modo che gi si detto : ma Pompeo divenutone padrone ne fece sacerdote Archelao , ed aggiunse al territorio sacro tult all1 intorno due scheni, cio sessanta stadii, or dinando agli abitanti di prestargli ubbidienza. Di questa guisa dunque Archelao divenne capo di quegli abitanti, e padrone delle persone consacrate nella citt al servi zio divino, ma non peraltro di venderle; ed erauo poco men che sei mila. Fu questo Archelao figliuolo di quell altro che ricevette onori da Siila e dal senato e fu amico di Gabinio uom consolare. Quando questultimo fu mandato nella Siria, Archelao se ne venne a lui, sperando di potersegli unire nella guerra che appa recchiava contro i P arti: ma perch poi il senato non assenti a quel disegno, caduto da quella speranza, na abbracci un altra maggiore. Tolomeo padre di Cleo patra trovavasi allora dagli Egizii cacciato fuori del proprio regno, di cui s era fatta padrona sua figlia sorella maggiore di Cleopatra. A costei cercavasi allora un marito di schiatta reale ; per Archelao si offerse a coloro che di ci erano incaricati, spacciandosi figliuolo di Mitridate Eupatore: come tale fu accolto e regn per sei mesi; ma Gabiuio poi luccise in battaglia ricon ducendo nellEgitto Tolomeo. Il figlio pertanto di questo Archelao ottenne la ca rica di sacerdote a Comana : dopo di lui l ebbe Lieom ede, a cui si accrebbero di quattro sclieni i posse dimenti sacerdotali : e cessato auche costui, ora tien

j5 o

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

quell officio Diteuto figlio di Adiatorige , il quale pare che lo ricevesse: da Cesare Augusto in premio della sua virt. Perocch quell imperatore, dopo avere condotti in trionfo Adiatorige coi figliuoli e colla moglie, or din che fosse ucciso insieme col maggiore dei figli, eh era questo Diteuto. Il secondo dei fratelli allora disse alle guardie incaricate di condurli al supplizio, chesso era il maggiore; di che fra i due fratelli dur per molto tempo uua gara, finch i parenti non persuasero Diteuto di cedere al pi giovine la vittoria, dicendo eh egli sa rebbe per la sua et pi acconcio a soccorrer la madre e l altro pi piccol fratello che rimanevano. E cos il se condo mor insieme col p a d re , e Diteuto salvato ot tenne poi il sacerdozio di Comana. Giacch , per qul che ne pare, quando Cesare dopo il supplizio ebbe con tezza di ci eh era avvenuto, se ne afflisse; e conside rando i superstiti come degni de suoi benefizii e della sua c u ra , di loro quella dignit: Comana una citt ben popolata, ed un ragguar devole emporio a tutti coloro che vengono dall Arme nia. Quivi all uscita della Dea concorrono da ogni p a rte , cos dalle citt come dalle campagne, uomini e donne a celebrare la festa; oltre di che molti altri sem pre vi soglion venire in pellegrinaggio per voto o pef fare sagrificii. Gli abitanti poi di Comana vivono dilicatamente. I loro possedimenti sono tutti vigneti. Vi gran numero di donne che fan mercato del proprio corpo, e le pi son sacerdotesse. Perocch la citt di Comana in certo modo una piccola C orinto, dove un gran numero di forestieri soleva concorrere a cele

LIBRO DUODECIMO

l5 l

brare la festa di Venere, attirativi dalla moltitudine delle cortigiane, le quali erano addette al servizio di quella divinit. Quivi poi i mercatanti e i soldati non di rado consumavano ogni loro avere; d onde nacque il proverbio : Non da tutti il navigare a Corinto. Tale la citt di Comana. Tutto poi il paese allintorno posseduto da Pitodori, a cui appartengono an che la Fauarea, la Zeliti e la Megalopoliti. Della Fanarea abbiam gi parlato. La Zelili ha una citt detta Zela fondata sullargine di Semiramide, con un tempio della dea A nsiti, di cui sono adoratori anche gli' Armeni. Ma in Zela le cerimonie religiose hanno maggior santit che nellArmenia ; e tutti gli uomini partecipanti nel maneggio dei pubblici affari pronunciano in quel tempio i giuramenti di maggiore importanza. La moltitudine dei sacri ministri e le cariche sacerdotali sotto i re fu rono quali abbiamo gi detto : ora poi ogni cosa in potere di Pitodori. Ma gi prima di lei molti principi avevana diminuito e ridotto a peggiori condizioni la moltitudine delie persone consacrate al divino servigio cd anche le altre ricchezze del tempio. E fu diminuito e diviso in molte signorie anche il territorio adiacente, che viene sotto il nome di Zeliti, e nel quale la citt di Zela costrutta sullargine. Perocch anticamente i re consideravano Zela non come una loro citt, ma come un tempio delle divinit persiane ; e il sacerdote vi era padrone di ogni cosa. Abitavanla le molle persone ad dette al culto divino, e il sacerdote fornito di grande ricchezza , e i molli che dipendevan da lui : ed a tutti costoro somministrava il bisognevole il territorio sacro

(5 2

DELLA,

g e o g r a f ia d i s t r a b o n e

dipendente dal gran sacerdote. Pompeo poi vi aggiunse molte prefetture, e diede a Zela il titolo di citt, come lo diede anche a Megalopoli{i); ed un in un solo corpo la Zeliti -, la Colopena e laCamisena, le quali confinano collArmenia Minore e colla Laviniasena, e posseggono saline -e lantica fortezza di Camisa presentemente di strutta. Gl imperatori romani che vennero dopo attri buirono una parte di questi due Stati ai sacerdoti di Coman a , una parte a quello di Zela , unaltra ad Ateporig e , principe appartenente alla schiatta dei tetrarchi dei Galati: e quando costui mor, la sua parte, che non era cosa di gran m om ento, rest soggetta ai Romani col nome di provincia. questo come un piccolo Stato da s di cui capo la citt di C arana, d onde il paese poi dicesi Caranitide: il restante lo posseggono Pitodori e Diteuto. Rimanci ora a parlare di quella parte del Ponto che stendesi fra questo paese di cui ora abbiamo trattato e quello degli Amiseni e de Sinopesi verso i Cappadoci, i Galati d i Paflagoni. Dal paese degli Amrseni pertanto sino all Ali stendesi la Fazemoniti, la quale Pompeo disse Neapoliti, avendovi fondalo presso il borgo Fazepaone un luogo detto Neapoli (a). Dalla parte settentrionale questo paese circondato dalla Gazelitide e dal territorio di

(i) I nomi Megalopoli e Magnopoli significano tutti e due la citt del grande : si dubita quindi se Strabone con questi due nomi abbia voluto parlare d i due diverse citt o di una sola. (a) In questo periodo il testo notabilmente alterato.

LIBRO DUODECIMO.

a53

mso : al ponente Io cinge lAK : dal lato orientale la Fanarea ; nel restante il territorio della nostra patria Amasea, il quale cosi di grandezza come di bont via* ce tutti gli altri. Quella parte della Fazemoniti ch verso il territorio di Fanarea occupata da un lago cbe nell ampiezza somiglia ad un m are: dicesi lago S tifa n e ; abbonda di pesci, ed ba tutto all intorno pascoli d ogni maniera. Signoreggia sopra quel lago un castdio, gi forte ed ora deserto, denominato Cizari, vicino al quale era fab bricata la reggia che ora distrutta. Il restante del ter reno quasi n u d o , ma pur ferace di frumento. Al di l dAmasea si trovano le acque termali dei Fazemoniti, molto salubri: poi v il castello Sagilio sopra un monte e rto , sublime e fioiente in nn vertice a c u to , e non di meno copioso d acqua. Quel castello ora tenuto a vile, ma in moke occasioni torn uti lissimo ai re. Quivi dai figliuoli del re F arn ace, fu preso ed ucciso Arsace (i), il quale tendeva a sconvol gere, quel paese, e voleva esserne r e , senza che ve runo degl imperatori gliene avesse data autorit. E fu preso, non gi perch Polemone e Licomede ( tutti e due re ) espugnassero a forza la rocca, ma per la fame. Perocch discacciato dalla pianura rifuggi nel monte ; dove oltre al non essere approvvigionato di nulla, trov * anche i pozzi otturati con enormi pietre. E questo era stato fatto per ordine di Pom peo, il quale comand he si distruggessero i castelli, per modo che non vi
(i) Il Falcooer preferisce la lezione Arsane.

15 4

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

restasse cosa alcuna di cui potessero giovarsi i pirati. Cos dunque ridusse Pompeo la Fazemoniti: ma quelli che vednero dopo divisero anche quella regione fra varii re. La mia patria (Amasea) situata in una valle profonda e grande, per la quale scorre il fiume Iri. Essa mira bile cos per Parte che vadoperarono gli uomini, come per quello che vi fece la natura : e pu anche servire come un castello ; perocch una roccta alta e scoscesa che cade a picco sul fiume, e da una parte ha il muro sullorlo del fiume stesso, lungo il quale la citt fabbricata; dall altra risale a manca ed a destra fino a due sommit, che sono uguali fra loro e perfetta mente munite di torri. In quel cerchio di mura si com prendono la reggia e le tombe dei re. Le due som mit poi hanno una gola angustissima, di cinque o sei stadii d altezza, che va alla spooda del fiume o ai sobborghi della citt. Da quelle gole fino alle sommit gi dette resta ancora per lo spazio di circa uno stadio una salita difficile, e non superabile da nessuna forza. L acqua si conduce alla citt per mezzo di due canali scavati nella roccia, l uno dei quali fluisce al fiume, laltro alla gola predetta. Il fiume attraversato da due ponti, luno dalla citt nel sobborgo, laltro dal sobborgo ai luoghi circonvicini : ed a questo ponte finisce la montagna ond signoreggiata quella roccia. La valle, partendosi dal fiume, si allarga ; sicch dove prima era di piccola ampiezza, si va facendo spaziosa, e forma il piano detto Chiliocomo : poi tengono dietro

l i b r o d u o d e c im o

155

la Diacopene e la Pimolisene, tatto paese ferace sino all1 Ali. Queste sono le parti settentrionali del paese degli Amiseni, e la loro lunghezza di cinquecento stadii. Il restante che viene appresso fino a Bibanomo ed alla Ximene, stendentesi anch essa fino allAli, di molto maggiore lunghezza. Rispetto alla larghezza va dal set tentrione al mezzo giorno verso la Zeliti e la Gran Cap padocia fino ai Trocmi. Trovansi nella Ximene alcune cave di sai fossile, dalle quali si congettura che il fiume siasi poi denominato Ali. Nel nostro paese (i) vi sono molte castella diroccate e molto terreuo deserto per colpa della guerra.Mitrida tica. Nondimeno ricco di alberi, ha molti pascoli per Cavalli e per altri animali, ed tutto opportuno ad es sere abitato. Anche Amasea fu data ad alcuni r e ; ma presentemente provincia. Resta ora quella parte della provincia del Ponto che situata al di l dell7Ali intorno allOlgassi e contigua alla Sinopide. Ed l Olgassi un monte di grande al tezza, difficile a salirvi, e sul quale i Paflagoni eressero templi da per tutto. Il paese allintorno molto fertile e popoloso, come sono la Blaene e la Domanitide per mezzo alla quale scorre il fiume Amnia. Quivi Mitridate Eupatore ( non egli personalmente, ma i suoi generali) intieramente distrusse gli eserciti di Nicomede re della Bitinia : il quale fuggendo con pochi de suoi si salv nella sua reggia, doude poi navig alla volta dellItalia.
(i) Cio in quel d Amasea patria di Slrabone.

*56

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Mitridate inseguendolo, prese al primo arrivo la Bi tinia , ed occup anche 1 Asia fino alla Caria ed alla Licia. Quivi pure si vede una citt detta Pompeiopoli (nella quale trovasi il Sandaracurgio) non molto lontana da Pimolisa. E fu Pimolisa un castello reale, che ora di strutto , da cui il territorio d ambo i Iati del fiume si disse Pimolisena. Il Sandaracurgio un monte nel quale si sono fatti grandi sterramenti per trarne il metallo dalle persone destinate a cotesti lavori. Questi lavori si fecero sempre a pubbliche spese, e vi si adoperavano i malfattori condannati in pena dei loro delitti ad essere venduti : perocch oltre allessere un mestiere di grande fatica, anche esitiate, dicendosi che laria dalle gravi esalasioni della miniera corrotta, e reca ai corpi uua presta rovina. Quindi non di rado bisogn intermettere le scavazioni perch non se ne traeva alcun profitto ; infatti, sebbene vi si adoperano pi che duecento lavora tori, si trovano sempre scarsi a cagione delle malattie e deglinfortunii. Ma tanto ci basti aver detto del Ponto. Dopo Pompeiopoli chi procede verso ponente trova il restante della Paflagonia mediterranea fino alla Bi tinia. Quella provincia, tuttoch sia piccola, prima della nostra et ebbe in un medesimo tempo parecchi do minatori : ma venuta poi a-roancare la schiatta di quei r e , se ne impadronirono i Romani. Quella parte che confina colla Bitiuia dicesi Timonitide: le altre parti si chiamano dominio di Gezatorige, Marmoliti^e, Sanisene e Potamia. Eravi anche una parte detta Cimiatene, nella quale trovavasi Cimiata forte castello situato alle falde

LIBRO BUDECntO

del monte Olgassi. Se ne valse gi Mitridate Gtiste (i) come di piazza darme quando si fece padrone del Pon to ; e pass poi nei successori di lui fino a Mitridate Eupatore. Ultimo di tutti a regnare sulla Paflagonia fu Deiotai'o figliuolo di Castore e soprauuomato Filadelfo. Egli possedette Gangra , piccola ma forte c itt , che fu residenza di Morzeo. Eudosso parla di pesci pietrificati che trovansi in al* cuni luoghi asciutti della Paflagonia, ma non determina bene cotesti luoghi : ed anche in siti umidi nei dintorni del lago Ascanio in vicinanza di Ci afferma che se ne trovano : ma non si spiega punto chiaramente. Cos abbiamo descritta la Paflagonia che confina eoi Ponto; e poich dalla parte occidentale coi Paflagoni confinano > Bitinii, ci accingeremo presentemente a parlare anche di questi : dopo di che, pigliando nuovo principio dai Bitinii e dai Paflagoni, descriveremo i luoghi cbe loro tengono dietro verso il mezzogiorno in fino al T a n ro , paralleli al Ponto ed alla Cappadocia. Siffatto ordine e compartimento ci i prescritto dalla natura stessa dei siti.
(i) Cio : Mitridate il Fondatore.

i5 8

DELLA CBOCRFIi DI BTJ)ABORK

CAPO

III.

Lm iti e citt della Bitim a. Calcedonio. Nicomedia. P rusiada.__ Prusa. D ifficolt di distinguere i lim ili della Bitinta e de paesi vicini. Altre citt della Bitinia. Antichi abitanti (fi questo paese. Uomini illu stri eh esso produsse. Popoli situati a t mezzogiorno della Bitinia.

La Bitinia dalla parte orientale circoscritta dai Paflagoni, dai Mariandini e da alcuni degli Epitteti: al settentrione ha il mar Pontico dalle bocche del Sanga rio fino allo stretto fra Bizanzio e Calcedonia : allocci dente ha la Propontide: al mezzogiorno la Mista, la Fri gia soprannomata E p itteta, la quale si dice anche Fri gia ellespontiaca. Appartengono a questa Bitinia lungo Io stretto del Ponto la citt di Calcedonia fondata dai Megaresi, e il borgo Crisopoli e il tempio Calcedonio. Ha inoltre quel paese, alcun poco al di sopra del m are, una fon tana detta Azaritia che nutre piccoli coccodrilli. Seguita appresso la spiaggia deCalcedonii che dicesi golfo Astacene (i), ed parte della Propontide. In questo golfo fondata Nicomedia, la quale trasse il suo nome da uno dei re delia Bitinia che la fond. Ma questo nome fu di molti re di quel paese, come quello di Tolomeo nel lEgitto , per la gloria del primo che lo port. V ebbe in quel medesimo golfo anche Astaco fondata dai Me garesi insieme cogli Ateniesi , ed accresciuta poi da
(i) 11 Golfo di Nicomedia. (G.)

LIBRO DUODECIMO

15 9

Dedalso (i): c da questa venuto al golfo il suo nome. Essa fu poi distrutta da Lisimaco ; e i suoi abitanti fu* rono trasportati in Nicomedia dal fondatore di questa citt. Al golfo Astacene n contiguo un altro (3 ) che si spinge in fra terra principalmente verso levante, e nel quale Prusiada anticamente denominata Ci. Filippo figliuolo di Demetrio e padre di Perseo rovin questa c itt , e la diede a Prusia figliuolo di Zela concorso in sieme con lui a distruggere cos C i , come Mirlea vi cina a Ci stessa ed a Prusa. E Prusia sollevando dalle loro rovine coteste citt, dal proprio nome chiam Pru siada quella che prima dicevasi Ci , ed a Mirlea diede il nome di Apamea da sua moglie. Quest quel Prusia che accolse Annibale fuggitivo dopo la rotta di Antioco, e che in forza di ua trattato cedette ai principi Attalici la Frigia ellespontiaca. Gli antichi solevan chiamarla Piccola Frigia , e que nuovi padroni la dissero Frigia Epitteta (3). A Prusiada soprast un monte detto Argantonio. Quivi si favoleggia che I l a , uno dei compagni di Er cole , che viaggiava insieme con lui sulla nave A rgo, uscito in cerca di acqua fu rapito dalle Ninfe : e cos pure si dice che C i, compagno ancor esso di E rcole, ritornando da Coleo si ferm in quel luogo, e vi fond
( 1 ) F u costui trisavolo di Nicomede I fondatore di Nicomedia. (a) 11 Golfo Ciano che pigliava il suo nome da Ci, delta poi Ghio o Kemlk. (G.) (3) Cio : Aggiunta agli antichi possedimeRti.

]60

d e l l a g e o g ra fia d i s tra b o n e

una citt col proprio suo nome. Certo si che anche al presente suol celebrarsi da quei di Prusiada nna fe sta nella quale vanno discorrendo pel monte a guisa di baccanti invocando I la , come se andassero in cerca di lui per le selve. I Prusiadesi per essersi dimostrati favo revoli a Roma conseguirono la libert; ma gli abi tanti di Apamea dovettero accogliere invece una co lonia romaua. Prusa situata ai piedi dell Olimpo nella Mesiar ed una citt di buone leggi confinante coi Frigii e cor Misti, fondata da quel Prusa cbe guerreggi- contro Creso (i). Il determinare i confini dei Bitinii, dei Misti, dei Frigii, dei Dolioni (vicino a Cizico), dei Migdonii e dei Troiani cosa difficile. E per mentre tutti s accor dano a dire che ogni popolazione debb essere descritta separatamente dalle altre, sicch anzi appunto dei Frigii e dei Misii corre un proverbio : Son differenti i confini dei Frigii e dei Misii : si confessa poi altres che il chiarire questa distinzione cosa di molta difficolt. E n cagione 1 essere stati que popoli soldati e bar bari , i quali non fermarono stabilmente la propria di mora ne luoghi una volta occupati, ma solevano per
(i) Il testo dice che Prusa fondata tsr rS 'OXvpira sulL Olimpo1 , ma sulla testimonianza di altri autori si crede che invece di <* debba leggersi Js\i sotto, ai piedi - poi riconosciuta falsa la lezione xp'tt K pttm v, contro Creso , ma non si trova come correggerla con sicurezza. Molto plausibile la congettura del C oray , che debba leggersi n psr/ev rS K/> *-aAiwi7#r, quel

Prusa che rifabbric Ci dalle rovine.

LIBRO DUODECIMO

l6 f

10 pi andare vagando, ed ora cacciavano gli altri, ora invece eran cacciati da quelli. Potrebbesi congetturare cbe tutte queste popolazioni siano originarie della Tracia perch i Traci occupano la spiaggia ehe sta loro rimp e tto , e s anche perch non v ha gran differenza tra loro. Con tutto ci farebbe una probabile congettura anche chi collocasse la Misia in quello spazio che va dalla Bitinia e dalla foce dellAsepo sino al monte Olim po quant' esso lungo. Intorno alla M isia, ma dentro terra sicch non tocca in nessun punto il m are, si tuata la Frigia Epitteta , che stendesi fino alle parti orientali del lago e del territorio Ascanio (i): perocch 1 1 lago e il paese portavano un medesimo nome j e il paese dividevasi in scania-Frigia e Ascania-Misia, ma V Ascania-Frigia era pi che l altra lontana da Troia. Per di questa si vuole intendere che parlasse Omero ove disse :
F ord ed Ascanio deiforme al campo DalVAscania traean le frigie torme Di commetter battaglia impazienti (3).

Perocch PAscania qui menzionata senza dubbio IAscania-Frigia $ e il contesto delle parole dinota che vi era un altra Ascania pi vicina, cio l Ascania-Misia
( 1) I l lago Ascanio era il Lago di Nicea. (G .) (2 ) II. lib. u , v. 8 6 3 . Si noti per che il testo Omerico di cendo rX | 'A n m i'1 1 , ex Ascania procul conferma pi chia ramente il raziocinio di Strabone. Nella versione italiana la lon tananza si congettura da quel verbo traean, ma non cosi chia ramente indicata come dalla voce r?A.

S tiuboxs j toni. IV,.

i6 a

d e l l a g e o g r a f ia d i st r a d o n e

presso Nicea, della quale poi si debbono intender que versi :


1 tre & Ippoiton gagliardi fig li
Palm i, M ori ed Ascanio , dal gleboso Suol dAscania venuti (i).

N deve recar meraviglia che Omero parlando dei Frigii dia loro un condottiero nomato Ascanio e proveniente dall Ascania : incontrandosi frequentemente in quel poeta questa conformit di nom i, dedotti da fiumi, laghi e paesi. Omero stesso poi assegna l Asepo come confine deiMisii: perocch dopo avere accennata sotto il nome di Dardania quella parte della Troade al di so pra dElio, la quale era soggetta ad Enea, colloca verso il settentrione la Licia signoreggiata da Pandaro, dove dice eh era Zelea :
Quei che d eltld a alle radici estreme Hanno starna in Zela riechi Troiani La profonda beventi acqua dA sepo ,

Pandaro guida

(a).

Dopo Zelea ed al di l dell Asepo trovansi lungo il mare la pianura di Adrastea, e Terea e P itia, e in comma quella che ora dicesi Cizicene, vicina alla citt di Priapo, di cui Omero fa menzione subito dopo. Quindi egli si rivolge di nuovo alle parti orientali ed ai luoghi che a quelle tengono dietro j sicch ben fa manifesto di avere considerato i luoghi luDgo lAsepo come i confini () 11. lib. xm, v. 7 9 7 . (a) IL lib. 11, v. 8 2 4 .

LIBRO DUODECIMO

63

della Troade al settentrione ed all oriente. Imperocch dopo la Troade si trovan la Misia e l'Olimpo. L antica tradizione pertanto assegnava siffatta posi* zione a cotesti popoli ; ma i cambiamenti della nostra et alterarono molte cose : perocch varii dominatori si succedettero, i quali ora disgiunsero , ora compenetra rono diverse province. E nel vero dopo la distruzione di Troia dominarono su quel paese i Frigii ed i Misii, poscia i Lidii, quindi gli Eolii e gl Ionii, poi i Persiani e i Macedoni, e finalmente i Romani. Sotto costoro la maggior parte di que1 popoli hanno perduti glidiomi ed i nomi antichi, per essersi introdotta una nuova divi* sione di qnel paese. Ed a questa divisione dobbiamo principalmente aver 1 animo nella nostra descrizione, senza considerar pi che tanto l antico stato che la precedette. Nelle parti mediterranee della Bitinia trovasi Bitiuio posto al disopra di Tieio, col territorio vicino a Salona dove sono ottimi pascoli per bu o i, e d onde si trae il formaggio Salonite. Evvi anche Nicea metropoli della Bitinia sul Iago Ascanio, intorno alla quale giace una pianura grande e fertile assai, ma non molto salubre nel tempo della state. La fond primamente Antigono fi* gliuolo di Filippo, e la nomin Antigonia ; e Lisimaco poi la disse Nicea dal nome di sua moglie, la quale era figliuola d Antipatro. La figura di questa citt che abbraccia sedici stadii tetragona ; posta in una pia* uura, ed ha quattro porte. Le sue strade sono condotte per modo, che da una certa pietra collocata nel mezzo del ginnasio, tutte e quattro le porle si possono vedere.

164

DELLA GEOGRAFIA D I STRABONE

Alcun poco al disopra del lago Ascanio evvi poi la piccola citt di Otrea sui confini della Bitinia verso 1 oriente, la quale si congettura che anticamente ab bia ricevuto il suo nome da Otreo (i). Che la Bitinia sia stata abitazione deMisii lo attestano primamente Scilace di Carianda, dicendo che i Frigii ed i Misii abitarono intorb al lago Ascanio (a) ; poi Dio nigi che scrisse le Origini delle citt , e dice che le gole vicine a Galcedonia e Bizanzio , le quali ora si chiamano Bosforo Trace , da prima denominaronsi Bo sforo Misio : e questo potrebbe citarsi anche a provare' che i Misii originariamente furono Traci. Oltre di ci Euforio scrisse : Presso la corrente dell Ascanio nella Misia\ ed Alessandro Etolo disse: Hanno le case loro sulle rive del lago Ascanio , dove stette Dolione figliuolo di Seleno e di Melia. E queste citazioni si riferiscono entrambe ad un medesimo oggetto , non trovandosi in verun altro luogo, fuor questo , un Iago Ascanio. Gli uomini della Bitinia degni di fama per la loro dottrina furono Senocrate filosofo, Dionigi dialettico, Ipparco , Teodosio e i suoi figli matematici, Gleofane mirleano reto re , Asclepiade di Prusa medico. Al mezzogiorno della Bitinia stanno que Misii che abitano nelle vicinanze dellOlimpo (alcuni dan loro il soprannome di Olimpeni, alcuni altri quello di Elle* spontii ), e la Frigia ellespontiaca. Al mezzogiorno dii
(i) Principe della Frigia. (?) F u gi osservato da altri che questa testimonianza non trovasi nella piccola O pera geografica attribuita a Scilace.

LIBRO DUODECIMO

|( 5

Paflagoni stanno i Galati. Ancor pi lontano, al mezzo* giorno d ameudue questi popoli, troyansi la Grande Frigia e la Licaonia fino al Tauro di Cilicia e di Pisidia. Ma poich i paesi contigui alla Paflagonia si uniscono col Ponto, colla Cappadocia e colle nazioni che noi abbiamo gi descritte, sarebbe conveniente farci innanzi tutto a descrivere le parti vicine, e riserbarci poi dopo i luoghi che vengono appresso. C A P O IV.
Divisione dei G alati, e form a del loro 'governo. Dei Trocmi. D TettosagL Dei Tolistobogii. Pessinunte j e il tempio d i jtgdisti. D el lago Tatta.

Al mezzogiorno pertanto dei Paflagoni si trovano i Ga lati (i). Di costoro si conoscono tre nazioni; due delle quali portano il nome dei loro capi , e sono quelle dei Trocmi e dei Tolistobogii; la terza dicesi dei Tettosagi, e deriva il suo nome da un popolo della Celtica. I Galati occuparono questo paese dopo essere andati per lungo tempo vagando e scorrendo le regioni soggette ai re Attalici e Bitinii, finch poi questi cedettero loro volontariamente quella che ora si chiama Galazia e Gallogrecia. Pare che il principal condottiero in questo pas saggio dall Europa nell Asia sia stato Leonorio. Cia scuna di queste tre nazioni che parlano uno stesso lin
(i) Questi popoli occupavano quella parte dell Anadoli mo derno in cui trovasi il paese dAngora. (G.)

>66

DELLA GEOGRAFIA DI STRADONI

guaggio , n differiscono in nulla fra lo ro , dividevasi in quattro part cbe si chiamavano tetrarchie, ognuna delle quali aveva un suo particolare tetrarca, un giudice, un prefetto degli eserciti dipendente dal tetrarca, e due sotto-prefetti (i). Il consiglio di questi dodici tetrarchi era di trecento uomini, i quali si radunavano in un luogo detto Drunemeto. Questo consiglio giudicava i delitti capitali ; le altre cose spettavano ai tetrarchi ed ai giu dici. Tale pertanto si fu la costituzione di quel paese anticamente : ai d nostri poi tutta la signoria appar tenne da prima a tre capi, e poscia a due, e finalmente ad un solo, cio a Deietaro a cui successe Aminta (a). Ora i Romani posseggono cos quel paese come quello di Aminta, e ne hanno fatta una sola provincia. I Trocmi posseggono le parti vicine al Ponto ed alla Cappadocia, le quali sono migliori di quante ne siano possedute dai Galati. Essi hanno tre castelli murati; vogliam dire T a n ia, emporio di quel paese, dovera un colosso di Giove in bronzo , e un bosco sacro con un asilo; Mitridazio conceduto da Pompeo a Bogodiataro, avendolo staccato dal regno del Ponto; e Danala dove ebbero il loro abboccamento Pompeo e Lucullo, ve nuti col il primo per succedere nellamministrazione della guerra, l altro per consegnargli il comando del(i) ZTpttTKpliXtcnitt **) liirtrTp*Tph},tt*.ctt i letteralmente Guardiani e sotto-guardiani degli eserciti. (?) Questo Aminta fu segretario di D eiotaro, ed ebbe da An tonio il principato della G alazia, e di una porzione della P an filia e della Licaonia. Perci poi Plutarco lo chiama re dei Licaoni e dei Galati. (Edit. fr.)

LIBRO DUODECIMO

167

P esercito, ed avviarsi quindi al trionfo. Questi sono i luoghi occupati dai Trocmi. I Tetlosagi poi possedevano i paesi vicini alla Gran Frigia verso Pessinunte ed Orcaorici. Essi ebbero per fortezza Ancira cha il nome a comune con una piccola citt della Frigia verso i confini della Lidia , e in vici nanza di Blando. I Tolistobogii sono confinanti coi Bitinii e colla Fri gia detta Epitteta. Sono loro castelli Bouclio e Peio ; quello reggia di Deiotaro, e questo custodia delle sue ricchezze. Pessinunte i la citt pi ragguardevole di quel paese sotto il rispetto del commercio : ed ha un tempio della Madre degli Dei a cui si porta una grande venerazione. Essi poi chiamano quella Dea col nome di Agdisti. I sa cerdoti di quel tempio anticamente 'erano una specie di potentati pel grande vantaggio che loro recava quella carica. Presentemente la loro importanza si molto di minuita ; ma il commercio di Pessinunte continua ad es sere in fiore. Il bosco sacro fu dai re Atlalici magnifi camente ornato con tempio e con portici costrutti di marmo bianco: e i Romani fecero illustre quel tempio colPaverne trasportata a Roma la statua (i) per ubbidire agli oracoli della Sibilla ; siccome avevano fatto gi della
( 1) Che i Rom ani trasportassero la statua e non un modello (come parrebbe significare la voce <plSfv/t* del testo) lo affermano E radiano, e T . L iv io , le cui parole sono le seguenti : Is (At-

talus) legalo comiter aceeptos Pesinuntem in Phrygiam ded u xit; sacrumque iit lapidem , quem Matrem Deum esse in coine dicebant, tradidit, ac deportare Romani jussil. (Edit. fr.)

16 8

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

statua di Esculapio che stava in Epidauro. Evvi anche un monte soprastante alla c itt , che dicesi Dindiino T e dal quale venuto alla Dea il soprannome di Dindimene; come dai monti Gibelii le venne quello di Gibele. Vicino alla citt scorre anche il fiume Sangario, lungo il quale sono situate le antiche abitazioni dei Frigii , cio quelle di M ida, e pi anticamente di Gordio, e di alcuni altri. Queste abitazioni non conservano pi al cuna traccia d essere state citt; ma sono semplici bor ghi, un poco pi grandi degli altri. Tali sono Gordio e Gorbeo reggia di Castore figliuolo di Saocondario ge nero di Deiotaro, dal quale fu col ucciso insiem colla moglie. Dopo la Galazia andando verso il mezzogiorno avvi il lago Tatta lungo la Gran Cappadocia, la quale vi cina ai Morimeni ; esso una parte della Grande Fri g ia , e cos anche il paese fino al Tauro, che gli contiguo e che fu per la maggior parte posseduto da Aminta. II Tatta pertanto un lago le cui acque convertonsi naturalmente in sale ; e questo si rapprende con tanta facilit intorno a ogni cosa immersa in quel le acque, che se vi metti un cerchio di corda ne cavi una corona di sale, o se un uccello v immolla alcun poco le ali subito cade pel sale che gli s appiglia alle penne.

LIBRO DUODECIMO

l69

CAPO

V.

N atura e produzioni detta Ucaonia. Della citta tTIconio. Deltlsa m ic a e de suoi borghi. D erie residenza d i Antpatro. Cremna e Sagalasso.

Subito dopo il lago Tatta trovansi il paese degli Orcaorici e quello di Pitnisso (i). Vi sono inoltre le pia* nure montuose dei Licaoni, luoghi freddi, n u d i, con pascoli d asini salvatichi e molto poveri d acqua, se non quanto se ne pu trovare in alcune parti dentro pozzi profondissimi. Questo accade per esempio in S oatra, dove anzi l1acqua suol vendersi : ed Soatra un borgo somigliante ad una citt presso Garsaura. Ma sebbene questo paese sia privo di acqua, nondi meno alimenta una mirabile quantit di pecore ( delle quali per si trae una lana ruvida ), ed alcuni degli abi tanti se ne fanno ricchissimi. Aminta ebbe in que luo ghi pi che trecento greggie. Vi si trovano poi anche due laghi ; il maggiore dei quali dicesi K orali, il men grande Trogiti. Verso quelaghi situata Iconio, pic cola citt bea popolata , e fornita di un territorio mi gliore di quello che abbiamo descritto fin q u i, e nel quale abbiam detto che trovansi pascoli d asini salva tichi. Questo paese lo possedette gi Polemone. A cotesti luoghi comincia ad esser vicino il Tauro che divide la Cappadocia e la Licaonia dai Cilicii Tra() Nelta Carmania moderna. (G.)

170

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONO

cheoli. Il confine da Licaoni a! Cappadoci fra Coro* passo borgo de Licaoni, e Gareatiro (i) piccola citta* della de' Cappadoci : e la distanza fra questi due castelli i di circa cento venti stadii. parte della Licaonia anche lIsaurica verso il Tauro gi detto. Vi sono due borghi col nome tutti e due dIsaura ; ma soprannomati p o i, uno l antico , 1 altro l eiferve : e da questi ne dipendono molti altri, tntti abitali da ladroni : sicch diedero che fare ai Romani ed a Publio Servilio soprannomato lIsaurico, che ab* biamo veduto aucbe noi. Egli assoggett questi paesi ai Romani, e distrusse le pi delle castella appartenenti ai pirati che erano lungo il mare. A fianco dell IsauriCa D erbe, situata vicinissimo alla Cappadocia, e sede del tiranno Antipatro il Der* bete , al quale appartenne anche Laranda. Ai nostri giorni e Isaura e Derbe furono possedute da Aminta , che assal ed uccise il D erbete, ed avendo ricevuto Isaura dai Romani ne distrusse l'antica per fabbricarsi in quel luogo una reggia. Erasi poi anche accinto a costruire col un nuovo m u ro , ma non pot recarlo a fine ; perch essendo entrato fra gli Om onadi, i Cilicii lo presero a tradimento e I uccisero. Perocch posse* dendo costui Antiochia di Pisidia, e il paese che vien appresso fino ad Apollonia vicin di Apamea sopranno* mata Ciboto, ed anche alcune parti della Frigia Paro* rea (a) colla Licaonia, si pose in cuore di sterminare
(i) Secondo il Coray si vuol leggere Garsaura, ed il luogo stesso poc anzi nominato. (a) Cio: situata lungo i monti.

LIBRO DUODECIMO

1^1

que ladroni cilicii e pisidii, i quali discendendo gi dal Tauro corseggiavano il paese dei Frigii e dei Cilicii (i). Quindi prese molte castella che prima non erano state mai espugnate, fra le quali v ebbe anche Cremna ; ma non s accinse per ad espugnare Sandalio posto fra Cremna e Sagalasso. Cremna occupata oggid da una colonia di Romani : Sagalasso sottoposta a quel me desimo governatore romano a cui soggiace anche tutto 1 antico regno di Antipatro. Questa citt distante da Apamea circa il viaggio di un giorno ; e dalla fortezza (di Cremna) a lei v ha una discesa di circa trenta sta di!. Chiamasi pure Selgesso, e fu espugnata anche da Alessandro. ~ Aminta dunque simpadron di Cremna, ma pervenuto poi fra gli Omonadi, i quali erano con siderati come i pi difficili a vincersi, e dopo essere di venuto padrone di moltissimi luoghi ed aver preso an che il tiranno, fu egli stesso fatto prigione per tradi mento della moglie del tiranno medesimo, e vi lasci la vita. In progresso poi di tempo Quirino ( 2 ) li costrinse per fame ad arrendersi, ed avendone presi vivi quattro mila li pose ad abitare nelle vicine citt , spogliando tutto quel paese d ogni uomo capace di portare armi. Questo paese posto fra le parti pi elevate del Tauro circondato da precipizii molto scoscesi e per la mag gior parte inaccessibili : nel mezzo v1 ha una bassa e
( 1) II C oray porta opinione che invece di Cilicii ( * t ) debba leggersi Lidi. (a) Sulpicio Quirino, delle cui spedizioni parla Tacito e. 4,8. K<aA lib. nr,
1

172

DELLA. GEOGRAFIA DI STRABONE

fertile pianura divisa in parecchie valli. E que popoli coltivando cotesta pianura abitavano intanto sulle alture circonvicine o dentro caverne. Solevano poi vivere in sull armi la maggior parte del tempo , e corseggiavano laltrui paese a fidanza dei monti che li proteggevano come mura nel proprio. C A P O VI.
Situazione e citt della Pisidia. Citt di Selge. Storace ed Iride di Selge.

Contigui a questi popoli sono i Pisidii, e principal mente i Selgii pi ragguardevoli di tutti. La maggior parte dei Pisidii pertanto occupano le sommit del Tauro : alcuni abitano altres certi colli che innalzansi al di sopra di Side e di Aspendo, citt de Panfili!, tutti arborati di ulivi. Al di l di questi luoghi tutto il paese montuoso , e lo abitano i Catennii confinanti coi Selgesi e cogli Omonadi. I Sagalassi poi stanno ver* so la Miliada al di qua del Tauro. Dice Artemidoro che sono citt de Pisidii Selge, Sa* galassio, Pednelisso , Adadate , Briada, Cremna , Pitiasso , Amblada, Anabura, Sinda , Aarasso, Tarbesso e Ter messo : alcune delle quali sono in luoghi affatto montuosi, ed alcune altre discendono sino alle falde dalluna parte e dalla ltra , cio alla Panfilia ed alla Mi liada confinando coi Frigii, coi Lidii e coi Carii, tutte na zioni pacifiche sebbene siano settentrionali ( 1 ). Ma i Fan ti) Val quanto dire, sebbene siano situate al settentrione della catena del Tauro, la quale comincia dal promontorio Trogilio rimpello a Samo. (G.)

LlBkO DUODECIMO

I?3

filii tenendo assai dell indole deCilicii, non hanno in tieramente cessato dal mestiero dei ladroni, n lasciano vivere in pace i loro vicini: e nondimeno essi abitano le parti pi meridionali alle radici del Tauro. Sui confini poi deFrigii e dei Cani stanno le citt di T a b a , Sinda ed Amblada, d onde si trae il vino ambladese di cui si valevano i medici a curare gl infermi. I Pisidii, quasi tutti montanari, vivono partiti sotto varii tiranni come i Cilicii, e sono dediti al ladronec cio. Dicesi che anticamente vennero a frammischiarsi con loro alcuni Lelegi, uomini erranti, i quali per la somiglianza dei costumi quivi con essi fermarono stanza. Rispetto alla citt di Selge , fu da principio fondata dai Lacedemoni od anche pi anticamente da Calcante, e in progresso di tempo conserv la sua indipendnza, c tanto s* accrebbe per la bont del suo governo, cbe una volta ebbe fino a venti mila abitanti. Mirabile poi la natura di quella regione. Perocch nelle parti pi eminenti del Tauro trovasi un terreno che pu nutrire miriadi di persone, abbondante di produzioni per modo cbe molte parti sono ricche di ulivi e di viti, e sommini strano copiosi pascoli ad ogni maniera di bestiame : e questi luoghi sono circondati da boschi con alberi dogui sorta. Evvi una grandissima quantit di storace, eh un albero non grande ma diritto, del quale si fanno giavellotti simili a quelli di corno. Nei tronchi di questi alberi si genera una specie di vermi che ne mangiano il legno. Questi vermi rosicando quegli alberi fino alla scorza ne fanno primamente cadere una specie di forfora o di segatura che si accumula alle radici; po

174

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

scia ne geme una specie di umore che facilmente si rapprende come una gomma. Una parte di questo umore cadendo sulla forfora coacervata ai piedi del tronco si meschia con quella e colla terra, tranne solo quel tanto che resta al di sopra, e che perci riman puro. Un altra parte si coagula lungo la superficie del tronco pel quale discorre, e conservasi nella sua purit. Di quello che non puro fanno una cotale mistura di legno e di terra, pi odorosa del puro storace, ma di minore efficacia. Il volgo non conosce questa diffe renza, e i divoti se ne valgono moltissimo per farne pro fumi. Lodasi auche l iride di Selge , e 1 unguento che se ne trae. Poche sono le strade alla citt ed al territorio di Selge, per essere tutto il paese montuoso e pieno di pre cipizi! e di burroni, de quali si fanno parecchi fiumi, e fra questi lEurimedonte ed il Cestro che dalle mon tagne di Selge discendono nel mare della Panfilia. Al cuni ponti gettati sopra questi fiumi servono a congiun ger fra loro le strade. La malagevolezza deluoghi fece s che quelli di Selge n anticamente, n in tempi a noi pi vicini non fu rono mai soggetti a verun altra nazione , ma si godet tero tranquillamente le produzioni del loro paese, se non quanto ebbero sempre a contendere coi re ( 1 ) pel possedimento delle parti pi basse della Panfilia * > 1 qua del T a u ro , finch poi non le ottennero dai Ro ti) Coi re limitrofi, e principalmente coi tclrarchi della Ga lizia ai quali davasi il titolo regio. (Edit. fr.)

LIBRO DUODECIMO

jS

mani sotto certe condizioni. Gi tempo mandarono nn ambasciata ad Alessandro dicendogli che farebbero co me amici quanto egli volesse da loro : al presente in vece sono affatto sottoposti ai Romani, ed apparten gono a quella provincia che fu da prima soggetta ad Aminta. C A P O VII.
Z a Misia e la Frigia entrambe divise in due parti. Confusione dei popoli d i queste due regioni e dei paesi vicini. Cause d i questa confusione. Digressione sulla confusione ia lc u n i altri popoli. Dell Olimpo e delC Ida a l d i sopra delia Propontide. Cicorie capo di ladroni. Popoli circonvicini a lt Olimpo. Della citt < Cizico. Frigia E pitteta. Gran Frigia e sue citt. Frigia Parorea e tempio d i Meri Arceo. Citt di Sindana. Citt dApamea e fium e M arsia. Laodicea. D i Cantra tra la Frigia e la Caria. D ella Catacecacumena. Favole originate dalla natura d i quel paese. Tempio d i M fn Caro. Popoli

F rigii che pi non sussistono.

Coi Bitinii confinano dalla parte del mezzogiorno, come si disse, coloro che stanno intorno all1Olimpo Misio , e che si dicono Misii e Frigii. Ciascuna di queste nazioni dividesi in due: perocch una parte della Frigia dicesi Grande (ed quella chebbe Mida per re, e di cui una porzione fu anche posseduta dai Galati); ed uua parte dicesi Piccola, cio quella vicina allEllesponto e all' Olimpo , e denominata anche Epitteta. Cosi anche la Misia si divide in Olimpene, contigua alla Bitinia ed alla Frigia E pitteta, la quale al dire di Artemidoro fu popolata dai Misii cbe stanno al di l dellIstro; ed in

17 6

DELLA GEOGRAFIA DI SThABONE

Misia vicina alla Pergamene ( 1 ) ed al Gaico sino alle foci di questo fiume ed alla Teutrania. Queste divisioni sog giacquero per col tempo a tali cambiamenti (come si gi detto pi volte), ch gli antichi denominarono Fri* gi anche il paese vicino a Si pilo , ma ignorasi poi se fosse parte della Grande 0 della Piccola. Quindi che Tantalo, Pelope e Niobe (a) si dissero frigii. Ma come eh ella si fosse questa divisione , manifesto che sog giacque ad alterazioni. Perocch la Pergamene e lElea. tide cui il Caico discorre, e la Teutrania ( situata fra queste due province ) dove stette gi T e u tra , e dove Telefo venne allevato, sono fra lEUesponto e il Sipilo e quella parte della Magnesia eh alle falde di questo monte ; sicch p o i, come dicemmo, difficile distin guere con precisione i confini dei Misii da quelli dei Frigii. Anche i Lidii ed i Maioni, che Omero disse Meoni, sono essi pure confusi e coi popoli gi mentovati e fra di s. Gli uni dicono che questi sono un popolo solo, altri sostengono invece che sono due popoli dif ferenti. Oltre di questo alcuni dissero che i Misii sono tra c i, altri che sono lidii ; e ne adducono in prova una storia tramandata da Xanto lidio e da Medecrate eleate, i quali spiegarono anche letimologia del nome Misii, dicendo che i Lidii chiamano cos il faggio, del
( 1) Pergamene dicevasi il territorio di Pergamo ; e questa citt conserv poi il nome di Bergamo (G.) (2 ) 1 quali abitarono nelle vicinanze di Sipilo. E il monte Sipilo presso Sm irne si disse poi Slplj-dag. (G.)

LIBRO DUODECIMO

I 77

qual albera molto copioso 1 Olimpo, dove furono esposti i decimati (i), dai quali discendon costoro cbe si dicono Misii. dicono cbe a questo fa testimonianza anche l idioma misto di Lidio e di Frigio : perocch i Misii abitavano anticamente intorno all1 Olimpo, ma quando i Frigii vennero dalla Tracia per mare e, preso il principe della Troade e del paese circonvicino, ferma rono la loro stanza in quel luogo, allora i Misii si tra mutarono alle sorgenti del Caico vicino dei Lidii. Con corrono poi ad avvalorare coteste favolose tradizioni la confusione di nazioni che veramente si trova in que paesi, e la fertilit del terreno, al di qua dall1 Ali, prin cipalmente della spiaggia marittima. Per questa fertilit fu quella regione assalita da ogni parte ed in ogni tempo dai popoli doltre mare, ed anche dai vicini che sempre si guerreggiaron tra loro. Queste aggressioni ed emigra* zioni successero principalmente verso i tempi della guerra troiana, quando e i barbari e gli Elleni pai-vero ugualmente desiderosi di occupare gli altrui paesi. Non dimeno anche prima dei tempi troiani si trovano esem pi d invasioni. Infatti v ebbero le nazioni dei Pelasghi, dei Cauconi e dei Lelegi, le quali abbiamo gi detto che andarono anticamente vagando per molte parti dEuropa : e tuttavolta Omero afferma cbe portaron soccorso ai T roiani, ma senza passar il mare. E quelle cose eziandio che si raccontano dei Frigii e dei
(i) A che si riferisca veramente questa parola non pare che possa dirsi eoa sicurezza.
S t& j b o n e * tom . I V .

12

ljg

d e l l a g e o g r a f ia d i st b a b o n e

Misii precedettero la guerra di Troia. Pare che i due popoli denominati Licii diano indizio d essere upa sola gente, o perch quelli della Troade furono una colonia deLidi abitanti presso la C aria, o perch questi in vece furono una colonia di quelli. Forse questa mede simo accadde anche rispetto ai Cilicii, i quali sono essi pure divisi in due popoli ; ma non possiamo produrre veruna testimonianza cbe vi fossero Cilicii gi prima dei tempi troiani. Rispetto a Telefo si pu credere chegli1 sia venuto dall Arcadia in compagnia dis.ua macjrc., dove poi pel matrimonio di lei con Teutranta da cui furono ospitalmente accolti, entr nella fa miglia di quel principe , ne fu considerato figliuolo , e gli successe nella signoria dei Misii. Anche i Carii ed i Lelegi che prima , al dire di al cuni, furono isolani, diventarono abitatori del conti nente col soccorso dei Cretesi; gli stessi Carii fonda rono anche Mileto sotto la scorta di Sarpedone nativo di Creta: e collocarono anche i Termiti in quella che ora dicesi Licia : i quali Termiti fama che li guidasse col da Creta Sarpedone fratello di Minosse e di Radamanto; e si crede che desse il nome di Termiti a coloro che prima cliiamavansi Milii (come dice Erodoto), ed aucor pi anticamente Solimi. In progresso poi di tempo essendo pervenuto fra loro Lieo figliuolo di Pandione, dal proprio suo nome volle si chiamassero Licii. Secondo questa tradizione pertanto i Solimi e i Licii sarebbero una sola gente; ma Omero li distingue. Perocch Bellel'ofonte al dir di Omero si parte dalla Licia per andare a

LIBRO DUODECIMO

I jg

combattere gl illustri Solimi (i) ; e parlando poi d Isandro suo figlio , il poeta usa queste parole :
: . . Da Marte uceis Cadde Isandro co' Solimi pugnando (a).

Oltre di ci Omero afferma- che Sarpedone fu nativo della Liei. Che pi questo paese a cagione della sua fertilit sia stato sempre quasi uu premio del pi forte che leniva' ad assalirlo, cosa da- potersi confermare con molte prove di fatti accadati cos prima come dopo la guerra di Troia. E nel vero, lasciandd di parlare delle altre invasioni, anche le Amazoni tollero assalir quel paese ; donde poi si racconta che Priamo pigli guerra contro di lo ro , e cos anche Bellerofonte. E vi sono certe citt che anticamente portarono il nome di al cune Amazoni ; e rimpetlo a Troia
Solitario nel piano ergesi un eolie A cui s ascende (H ogni patte. detto Da mortai Bata , dagl immortali Tomba delV agilissima Mirinna (3).

E questa Mirinna si dice che fosse una delle Amazoni} e la congettura si fonda sull epiteto che le vien dato da Omero. Perocch euscarthm i si dicono i cavalli quan do sono buoni corridori ; e quindi Mirinna fu delta polysearthm ia per significare eh essa maneggiava ca valli agilissimi al corso. A tutto questo aggiungasi poi (i) 11., lib. vi, v. i84(a) 11., v. ao3. (3) I I ., lib. i i , v. 8 1 4- L aggiunto di agilissima corrisponde al greco polyscarthmoio , su cui ragiona poi qui Strabone.

l8 o

DELLA GEOGRAFIA DI 5XRABOHE

che la citt ora detta Minima trae il suo nome da que* sta Amazone. Anche le isole circonvicine soggiacquero alte stesse infelicit per questa cagione medesima. Quindi Rodi e Coo anche prima dei tempi troiani, furono popolate di E lleni, come attesta chiaramente Omero : e dopo la guerra di Troia le emigrazioni degli Elleni, e le inva .sioni dei T re r, dei Cimmerii, dei L idii, poscia dei Persiani e dei Macedoni, e finalmente dei Galati di sordinarono e confusero ogni cosa. E nacque Poscuril non solamente per queste mutazioni, ma ben anche per le discrepanze degli storici, i quali intorno alle stesse cose non portano una stessa opinione ; ma chia mano Frigii i Troiani seguitando i| costume dei tragici, e Carii i L ic ii, e cos via dicendo. 1 Troiani poi da piccoli principi crebbero a tale, che divennero re di re ; ed Omero applic a tanta gente il loro nome , cbe i suoi commentatori ebbero a doman dare qual fosse precisamente la Troade (i). Egli in fatti chiama comunemente Troiani tutti gli alleati di T ro ia , in quella guisa che sotto il nome di Danai od Achpi intende tutti i loro avversarj: ma non per questo

(i) n*fic% tr xx'i TB X eytt, r Ir* %fi xA i Ir T fila i, *<*'< roit (nynfti><iir <*>7rer. Letteralm ente: E diedero occa

sione al Poeta ed a suoi commentatori di domandare qual pae se si debba chiamar Troade. Ma manifesto che mancano qui
alcune p a ro le , non potendosi dire che Omero avesse quel dub bio , ragionevole ne suoi interpreti ma non gi in lui : e tutti si accordano presso a poco in uno stesso modo d i spiegarlo.

LIBRO DUODECIMO

18 1

diremo Troade anche la Paflagonia e la Caria o la Licia che a questa contigua. Cos in un luogo dice che i Troiani si mossero forte gridando e schiamazzando ; e parlando dei loro nemici li comprende anch essi sotto un sol nome dicendo :
............ Ma taciturni E spiranti valor tnarcian gli Achivi :

e cos pi volte altrove. Ma a malgrado di siffatta con fusione a noi bisogna cercar di distinguere , per quanto possibile, ciascun luogo dagli altri : pur se qualche cosa spettante alla storia antica ci verr tralasciata, ci sia perdonato ; perocch 1 ufficio della geografia il descriver le cose non gi quali furono un tem po, ma quali sono al presente. Vi sono dunque due monti soprastanti alla Propon tide, lOlimpo Misio e Fida. All Olimpo sottoposto -il paese dei Bitinii : fra P Ida ed il mare giace la Troade che ( dalla spiaggia ) va fino ad unirsi col monte. Di questa pertanto e dei luoghi che le sono contigui al mezzogiorno diremo pi tardi; ora ci facciamo a par lare dei siti vicini all Olimpo , e di quelli che loro ten gono dietro fin al Tauro in una linea parallela ai paesi finora descritti. L Olimpo un monte non ben popolato (i) ne suoi dintorni ; e nelle parti elevate ha mirabili boschi , con luoghi naturalmente muniti e tali da potervisi mante(i) I l testo dice veramente cosi: f t i ma da quello che segue si raccoglie doversi leggere al contrario

ben popolalo.

l8 a

SELLA

g e o g r a f ia d i st r a b o n e

nere i ladroni. Quivi parecchie volte fermarono la loro stanza alcuni tiranni e poterono trattenervisi per gran tempo : come fece ai di nostri Cleone capo di pirati. Costui fu nativp del borgo di.Qordio da lui poscia ac cresciuto per modo che divenne una citt denominata Giuiiopoli. Sulle prime egli si yalse per rpcpa e per ri postiglio delle sue ruberie del pi forte castello che si trovasse in que luoghi,, detto Callidio; e fu utile ad Antonio perch assalse coloro, cbe facevan raccolta di denaro per Labieuo allora prefetto dellAsia., e mand cosi a vuoto * costui apparecchi. Ma nella guerra Azsiaca poi si distolse da Antpnio accostandosi coi ge nerali d Augusto, e ne fu onorato pi di quello che meritava : sicch aggiungendo a quello che Antopiogli avea gi dato ci che gli fu largito da Augusto, pigli sembianza di un principe anzich di un capo di ladroni. In fatti egli fu creato sacerdote di Giove Abretteno, divinit della Misia; ebbe soggetta una parte della Mo rene ( la quale appartiene anch essa alla Misia al pari dell Abrettene ) ; e finalmente ottenne anohe il sacer dozio di Comana sul Ponto. Ma pervenuto a questa di gnit , dopo un mese perdette la vita per unacuta ma lattia , qual che ne fosse la cagione, o lo strabocchevol m angiare, o ( come affermavano i ministri del tempio) l ira della Dea. Perocch nel circuito di quel sacrario compresa 1 abitaziqnq del sacerdote e della sacerdo tessa : e in quel sacrario, fra le altre osservanze di purit, sopra tutto proibito il mangiar carne di maia le, tanto che se ne astiene tutta intiera la citt, dove uon suole introdursi giammai alcuno di quegli animali:

LIBRO DUODECIMO

l8 3

ma Cleone abituato a vivere da pirata , tosto come fa messo in quella dignit cominci a violare quel costu me, comportandosi non gi cme sacerdote, ma come dispregiatore delle sacre instituzioni. Tale dunque lOlimpo. Intorno poi a questo monte verso il mezzogiorno abitano i Bitinii, i Migdoni i Dolioni; il restante lo posseggono i Misii e gli Epitteti. Dolioni poi chiamansi principalmente que popoli cbe stanno nei luoghi circonvicini a Cizico dall Asepo fino al Rindaco ed al lago Dasciliti : Migdoni qbelli che tengono dietro a costoro fino al paese deMirtei. Al di sopra del lago Dasciliti stanno due altri grandi laghi, 1 Apolloniate e il Miletopoliti : e lungo il Dasciliti la citt di Dascilio ; lungo il Miletopoliti, Mileto* poli ; e lungo il lago Apolloniate quella citt che si chiama Apollonia-siil-Rindaco. La maggior parte di que sti luoghi presentemente soggetta ai Ciziceni. E poi Cizico un isola della Propontide che s con giunge per mezzo di due ponti col continente. 11 suo terreno ottim o, ed ha una periferia di circa cinque cento stadii. Evvi una citt dello stesso nome dellisola vicina ai pionti, con due porti che all uopo si possono chiudere, e capaci di pi cbe duecento navi. Di que sta citt una parte situata al piano, una parte si con giunge col monte detto Arcton-oros. Un altro monte che salza in un vertice solo e chiamasi Dindimo domina questa c itt , e suvvi un tempio di Dindimene madre degli Dei, fondato dagli Argonauti. Cizico pu conten dere colle principali citt dell Asia cos per ampiezza come per bellezza , ed anche per le leggi con cui si go

84

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

verna in pace ed in guerra. Nelle sue instituzioni somi glia alle antiche repubbliche deRodiotti, deMarsigliesi e dei Cartaginesi: ma io ne passo la maggior parte iu silenzio , per accennarne soltanto alcune. Vi sono in Cizico tre architetti che debbono sopraintendere ai pubblici edifizii ed alle macchine da guerra: e vi sono anche tre depositerie, di arm i, di macchine e di fru mento , il quale suole guardarsi dalla putredine fram mischiandovi della terra Calcidia (i). E l'utilit di sif fatte instituzioni fecesi manifesta nella guerra mitrida tica. Perocch quel monarca fu loro addosso improvvi samente con centocinquanta mila fauti e con molta ca valleria , e da prima occup il monte opposto alla citt detto Adrastea e il sobborgo della citt stessa, poi si trasfer nell? istmo posto al di sopra di Cizico, combat tendola cos ad un tempo stesso per terra e per mare con quattrocento navi : e nondimeno i Ciziceni resi stettero a tutto quell' im peto, e per poco anzi non pi gliarono vivo il re contramminando una strada sotterra nea chegli tentava di aprirsi; se non che avvedutosi del pericolo se ne sottrasse. Pi tardi Lucullo generale ro mano riusc a far entrare in Cizico di notte tempo al* cuni ausiliari : oltre di che poi giov a quella citt anche la fame (a) che si mise in quel numerosissimo esercito;
(i) Crede il Coray che sotto questo nome debba intendersi la

terra <TOlinto, a cui anche Teofrasto attribu la stessa virt ac


cennata qui da Strabone. C fu Olinto una citt della Calcidica, provincia della Macedonia dov era la citt di Calcide. (a) A iptot. A ltri leggono Atftes fam e, di cui la peste suol essere poi quasi sempre un effetto. Questa lezione parrebbe

L ib r o

d u o d e c im o

85

la qnale il re non ave a preveduta, e per dopo avere perdati parecchi de suoi, lev il campo. 1 Romani poi ebbero in onore questa citt ; sicch rimase libera fino al presente, ed h a un-gran territorio possedendo oltre lantico, anche quello che le aggiunsero i Romani stessi. Perocch i Ciziceni occupano quella parte della Troade ch al di l dell Asepo, i luoghi vicini a Zelea, la pianura di Adrastea, una parte del lago Dasciliti (di cui i Bitinii posseggono il rima n e n te ), e grande spazio altres di territorio nella Do li ooide e nella Migdonide fino al lago Miletopoliti ed anche fino. all Apolloniate. A traverso di questi paesi scorre il fiume Riudaco che ha le sorgenti neH Aza ni tide , e ingrossato dalle acque di molti altri fiumi: nella Misia Abrettene, e da quelle principalmente del Macesto che viene da Ancira dell Abasitide, sbocca nella Propontide presso l isola Besbico. Nell isola dei Ciziceni v ha il monte.Artace ben for nito di alberi, rimpetto al quale giace poi un isoletta dello stesso stto nome. Ivi presso anche il capo detto Melano che incontrasi navigando da Cizico a Priapo. Sono luoghi della Frigia Epitteta le citt di Azani, di Nacolea, Cotiejo, Midejo, Dorileo, Cadi: ma alcuni sostengono che questultima appartiene invece alla Mi sia. E la Misia si stende infra terra dall Olimpene alla
da preferirsi anche per quello che dicesi d o p o , cio che Mitri date non aveva preveduto quel disastro ; trovandosi ragionevole che si rim proveri nn condottiero di eserciti se non previde il pericolo della fam e, non gi quello d una malattia.

l 86

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Pergamene ed alla cos detta pianura del Caico ; sicch giace fra lIda e la Catacecaumene, la quale da alcuni si ascrive alla M isia, da altri alla Meonia. AI di sopra della Frigia Epitteta verso il mezzogiorno s ta la Gran Frigia che lasciasi a manca Pessinunte, gli Orcaorici e la Licaoiiia, ed a destra i M eoni, i Li dii ed i Carii. In quella regione compresa la Frigia Pa rorea ( i) , e quella vrso la Pisidia ; pi il paese vicino ad Armorio, ad Euroenia ed a Sinnada ; quindi Apa nica soprannomata Ciboto , e Laodicea, che sono le pi grandi fra le citt della Frigia, e intorno alle quali stanno alcune piccole c i t t .......................Afro disia , Colossa, Temisonio , Sanao, Metropoli, Apol lonia ; e pi lungi P elta, T a b a , Eucarpia e Lisia. La Frigia Parorea ha una catena di monti che va da levante a ponente, ed a cui da tutte e due le parti sottoposta una grande pianura con una citt vicina ai monti stessi. Verso il settentrione evvi la citt di Filo* melio; dall altro lato sta Antiochia, quella che dicesi vicina alla Pisidia : la prima al piano , la seconda sul colle, abitata ora da una colonia di Romani. Questultima la fondarono queMagneti che abitavano lungo il Mean dro. I Romani poi la liberarono dai re allorch do narono ad Eumene il rimanente dellAsia al di qua del Tauro. E vebbe in queluoghi anche una carica sa cerdotale in onore di MeniArceo, con una gran molti tudine di servi, e con territorio sacro : ma labolirono
(i) Cio : la Frigia lungo i monti.

LIBRO DUODECIMO

18 7

dopo le morte di minta coloro che furono spediti a raccoglierne l eredit. Sinnada nna citt non grande, dinanzi alla quale sta nna pianura ricca di nlivi , di circa sessanta stadii. Dopo quella pianura trovansi il borgo Docimia, e i a cava del marmo sinnadico: cos sogliono denominarlo i- Romani, mentre i nativi di quel paese lo dicono .in vece Docimite o Docimeo. Da principio traevansi da quelle.cave soltanto massi di mediocre grandezza, ma la romana magnificenza ne trae presentemente dei massi s grandi che se ne fanno intiere colonne, le quali per la variet decolori si accostano a quelle di alabastro. Laonde bench sia grave il trasportare siffatti pesi dal luogo ove cavansi fino al mare, nondimeno se ne conducono a Roma colonne e tavole mirabili cos per la mole come per la bellezza. . Apamea un grande emporio dellAsia propriamente d e tta , e tiene il secondo li}0 g0 dopo Efeso, comune ricetto a quelli che vengono cos dall Italia come dal* l Eliade. Apamea fondata alle foci del fiume Marsio che lattraversa : esso ha le sue sorgenti nelj antica citt ( i) , e pervenuto con grande , e impetuoso corso fiuo al sobborgo scaricasi nel Meandro, il quale riceve altres nel suo letto un altro fiume detto Orga di equa bile e placido corso. Di qui pertanto il Meandro dive* (1 ) Il testo dice soltanto nella citt (** rj/ *ltas), c la voce antica fu aggiunta per congettura dal Coray, e prima di lui dal Salmasio. Quest antica citt poi Celene , come dice subito dopo lo stesso Strabone.

l86

SELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

nuto gi un gran fiume se ne va per la Frigia, poi di sgiunge la Caria dalla Lidia verso quel silo che chia masi pianura del Meandro. II suo corso tanto tor tuoso j che da lui tutte le tortuosit sogliono poi deno minarsi meandri. Finalmente questo fiume attraversa quella parte della Caria che oggid posseduta daglion i i , e va a metter foee tra Mileto e Priene. Esso co mincia da un colle detto Celene, sul quale vebbe nna citt di questo medesimo nome : e gli abitanti di que sta citt furono da Antioco Solero trasportati in Apam ea , a cui egli diede cotesto nome da quello di Apan a sua madre figliuola di Artabazo data in moglie a Seleuco Nicatore. Quivi fama che avvenisse quanto si favoleggia d Olimpo e di Marsia, e la gara di que st ultimo con Apollo. Al di sopra di questo luogo tro vasi un lago cbe produce una canna della quale si fanno buone linguette di flauti : e dicono che da quel lago hanno il loro principio amendue questi fiumi, il Marsio e il Meandro. Laodicea che da principio fu una piccola citt si fece molto pi grande al tempo nostro e de nostri padri, sebbene per I assedio che vi pose Mitridate Eupatore abbia sofferto gran danno. Ma la bout del terreno e le ricchezze di alcuni trasuoi cittadini la fecero grande. 11 primo di questi fu Jerone che lasci al popolo di Lao dicea un eredit di pi che due mila talenti, e di molti monumenti adorn la citt. Poi Zenone il retore, e il figliuolo di lui Polemone, il quale per le sue splendide .geste fu stimato degno di esser re prima da Antonio, e poscia da Cesare Augusto. 1 1 paese circonvicino a Lao-

LIBRO DUODECIMO

189

dicea produce ottime pecore, non solo per la morbi* dezza delle lane ( nel cbe anche il paese de Milesii eccellente ) , ma altres pel colore corvino ; sicch gli abitanti ne traggono un gran provento, ci che avviene anche ai Golosseni loro vicini, per le lane eh essi han no del colore detto colosteno. Quivi sboccano nel Meandro il Capro ed il L ieo, fiume assai grande , dal quale poi la citt fu denomi nata Laodicea-sul-Lieo. S innalza al di sopra di que sta citt il monte Cadm o, da cui discendono e il Lieo <d un altro fiume che porta lo stesso nome del monte. II Lieo dopo essere corso un gran tratto sotterra sbocca U superficie e si frammischia con altri fiumi, facendo cos conoscere che quel terreno cavernoso e soggetto perci ai terremoti. nel vero a Laodicea e nel terri torio circonvicino sono frequenti pi cheinverun altro paese. C arura, confine tra la Frigia e la C aria, un borgo dove sono alberghi di forestieri, e fontane dacqua bol lente , le une nel fiume stesso M eaudro, le altre lungo le sue rive. Raccontasi che essendo una volta venuto un lenone con molte donne in uno di quegli alberghi, successe di notte tempo un tremuoto da cui tutti furon sepolti. Quasi tutto il paese lungo il Meandro va sog getto a questa sventura, ed ha vie sotterranee piene di fuoco 0 di acqua che vanno molto addentro infra tetra. Perocch questa condizione di suolo cominciando dalle piauure vicine al fiume si stende fino ai Caronei ( i) ,
(1 ) K it T X m f m m .

1g o

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

uno dei quali si trova a Ierapoli, un altro ad Acarae'a nella, Niside, ed iin altro vicino a Magnesia ed a Miunte. Il suolo quivi arido, sicch facilmente risolve! in polvere ; ed inoltre pieno di sali e facilmente sinfiamma. E forse anco per questo tortuoso il Mean dro , perch la sua corrente si trova in varie parti in tercetta ; e traendo seco gran copia di lim o, parte ne depone in diversi punti delle sue riv e, parte ne so spinge al mare. Cos Priene che anticamente era collo cata sulla spiaggia divenuta una citt mediterranea per averle il Meandro portato dinanzi un terreno di quaranta stadii. - Anche la Catacecaumene, posseduta dai Lidii e dai Misii, ricevette il suo notale d una consimile deposi zione del suolo. E la citt di Filadelfia vicina a quel paese non ha sicuri nemmanco i muri delle case, che ogni giorno son danneggiati dalle scosse sotterranee: sic ch poi gli abitanti sono sempre in sospetto ed affaccen dati a premunirsi contro la malvagia natura del luogo.' F ra le altre citt poi Apamea soggiacque pi volte a tremuoti anche prima della spedizione di Mitridate, sic ch quel re avendola trovata in rovine diede cento tal lenti per ricostruirla. Ed fama che una stessa sven<tura avesse patita al tempo di Alessandro. Per questo probabile che quelle genti adorassero Nettuno bench abitassero nel continente ; e che la citt fosse antica mente chiamata Celene o dal nome [di una delle Danaidi, o dalla nerezza delle sue pietre occasionata dal fuoco. Quindi poi non dobbiamo considerare come una favola ci che si racconta del Sipilo e del suo sovver

LIBRO DUODECIMO

I gl

timento : perocch anche ai d nostri la citt di Magne* sia posta alle falde di quella montagna fu rovesciata da terremoti, che in quel medesimo tempo danneggia* rono in molte parti e Sardi ed altre nobilissime citt. Quindi lImperatore soccorse con molto danaro accioc ch fossero rifabbricale, come gi prima suo padre aveva soccorsi quei di Traili (quando in una somigliante sven tura rovin il loro ginnasio con altre parti della citt ) e gli abitanti di Laodicea. Vogliousi inoltre sentire gli antichi storici, per esempio Xanto scrittore delle Cose lidie , il quale racconta le molte rivoluzioni cui quel paese soggiacque, e delle quali noi abbiamo gi in qualche luogo parlato (i). Quivi poi si racconta che av venissero i casi di T ifone, e quivi si collocano altres gli Arimi (a ), e si dice che questo sia il paese a cui fu dato il nome di Catacecaumene. N si dubita cbe an che lo spazio frapposto tra il Meandro ed i Lidii non sia di questa natura medesima, facendosene congettura dalla moltitudine delle paludi e dei fiumi che quivi si trovano, e dalle caverne che s'aprono nel seno di quella terra. Il lago che sta fra Laodicea ed pam ea, quan tunque sia profondo a guisa di un m are, fangoso e manda un fetore insalubre. E dicono che snol citarsi in giudizio il Meandro (3) quand egli tramutando colle

(i) Nel lib. i. (?) Ne parla Strabone stesso nel libro xm . (3) Bisogna ricordarsi che Draeone ordin pene e castighi an che contro le cose inanimate quand esse occasionavano la morte di qualcuno. Penzel che fa quest osservazione cita l esempio

I92

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE, LIBRO DUODECIMO

sue acque i terreni, altera i confini dei possedimenti ; e che vien condannato a pagare ammende, le quali si pigliano poi dapedaggi. Fra Laodicea e Carura sta il tempio di Men-Caro as sai venerato. Quivi si fond ai d nostri una grande scuola di medici Erofilei ( i ) , di cui Zeuxide fu capo , e poi Alessandro Filalete. Cos all et dei nostri padri v ebbe a Smirne una scuola di medici seguaci di EraB is tr a to (a), della quale fu capo. Icesio ; ma o r a pi non sussiste. Parlasi anche di alcune popolazioni frigie che ora pi non si trovano in nessun luogo, quali sono i Bere cinzii e i Cerbesii di cui tocca Alcmano ove dice : Suon col suo flauto una cantone Cerbesia della Frigia. Par* lasi inoltre di una certa fossa Cerbesia che gitta un pestifero fetore ; e quella fossa sussiste tuttora, ma gli abitanti non conservano lantic nome. Ma Eschilo nella Niobe (3) confuse cotesti luoghi dicendo eh essa ram menterebbe le avventure di Tantalo sulla rupe Idea dov V ara del patrio Giove ; poi soggiunge : Sipilo nel territorio d Ida ; e fa che Tantalo dica: Io semino

i campi Berecinzii che stendonsi quanto il viaggio di do* dici giorni ; e la pianura di Adrastea , e il monte Ida , e tutti i luoghi alV intorno suonano del muggito e del belalo de' miei armenti.
della statua di Teagene, la quale (al d ir di Pausatila) fu dai Tasti gettata in mare perch cadendo aveva uccisa una persooa. (Ed. fr.) <i) Davasi questo nome ai medici della setta d i E ro d o vissuto ai tempi del primo Tolomeo. (Ed. fratte.) (a) F u contemporaneo di E rotilo. (5) Una delle tragedie perdute.

DELLA

G E O G R A F I A DI STRADONE

LIBRO DEGIMOTERZO

CAPO

PRIMO

Posizione della Troade e de luoghi vicini. Suoi lm iti secondo Omero e secondo altri. Colonie eolie. D el monte Ida. Golfo <t Ida o i Adramtto. Nove principati della Troade 3 e sue rivoluzioni dopo la guerra d i Troia. Come la descrizione della Troade si unisca con quella delV Eolide. Descrizione della Troade. Zelea ed altre citt che vengono appresso. I l Granico. Sidene. Arpagea. Citt di Priapo. Pianura e citt <f Adrastea. Pano. G li Ofogeni. Pitia. Isola di Proconneso. Del monte Torta. Lampsaco ed altre citt.
S t h j b o x s j tom, I V .
i

ig ^

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Uomini illustri di Parto e di Lampsaco. Abido, Sesto ed altri luoghi e fium i. Astira e sue miniere d oro. Paese al mezzo giorno et Abido. Opinione cU Platone sui vani gradi della ci vilt umana. DclV antico Ilio e del moderno. Descrizione della spiaggia della Troade e de monumenti che vi si trovano. Perch quei d Ilio non onorano Ercole. Pianura d i Troia. F iu m i che hanno lo sorgenti sul monte Ida. Opinione di Omero sulle sorgenti dello Scamandro. Luoghi vicini all Asepo. Isola d i Tenedo. Altre citt sulla costa della Troade. Tem pio Apollo Sminteoj ed origine d i tal soprannome. Citt al mezzod del Capo L ectoj e Golfo d Adramiuo. Digressione sui lelegi. Scepsi. Varie tradizioni risguardanti Enea e i suoi compagni. Uomini illustri di Scepsi. Delle biblioteche d A ri stotele e d i Teofrasto. A ltre citt dopo Scepsi. Del tiranno Erm ia. Differenza tra i Lelegi e i Carii. Dei ciUciL Della citt di Crisa. Spiegatisi varii soprannomi di alcune divi nit. D i Adram iuo , e di alcune altre citt. Citt di Teu trania , ed origine del suo nome.

Fin qui abbiamo descritta la Frigia: ritornando adesso di nuovo alla Propontide ed alla spiaggia marittima cbe comincia dall Asepo, la descriveremo coll ordine se guitato finora (i). E dunque il primo paese di quella spiaggia la Troa de (a); la quale bencb sia ora in rovine e deserta, non dimeno per la sua celebrit somministra alla storia non ordinaria materia di discorso. Laonde ci conviene qui e scusarci ad un tempo ed avvertire che la cagione della lunghezza del nostro parlare non debb essere at ti) La Propontide h il Mare di Marmara ; 1 Asepo il Salal-dere. (G.)
(2 ) La Troade fu poi detta Biga, nome della citt principale di quel paese. E Biga risponde all antica Zelea. (G.)

l i b r o D E cnroTB R zo

195

tribuita a noi pi che a coloro, i quali sono molto de* siderosi di conoscere le cose celebri ed antiche. E con tribuiscono a qusta prolissit amebe la moltitudine dei popoli succedutisi in quel paese, cos Elleui come bar* bari; poi la discrepanza degli storici, che non sono daccordo fra lo ro , o non dicono abbastanza chiaramente ogni cosa : fra i quid* poi primeggia Omero che per lo pi somministra soltanto materia di congetture. Quindi ci bisogner considerare lopinione cos di Omero come degli altri, dopo avere descritta per sommi capi la na tura dei luoghi. Dalla Gizicene e dai luoghi lungo 1 Asepo ed il Cra nico fino ad Abido ed a Sesto si stende la spiaggia della Propontide. Da Abido fino a Lecto trovatisi il territorio d Ilio , e T enedo, ed Alessandria dell Troade , sui qtali paesi tutti domina il monte Ida che stendesi fino a Lecto. Da questo promontorio sino al fiume Caico ed ai monti cos detti Cani (i) corre il paese dAsso, Adrainitto, Atarnea, Pitane, oltre il golfo Elaitico; rimpetto ai quali luoghi sta poi lisola di Lesbo. Quindi tien die tro il paese di Cime sino al fiume Ermo ed a Focea, la quale il principio dell Ionia ed il fine dellEolide. Tali sono qne luoghi : ed Omero dice che dalle vici nanze dellAsepo e di quella che ora dicesi Cizicene fino
(i) Il testo dice soltanto : E d a i cos d e tti Cani. Ma sintende quella catena di monti che chiude al mezzod il Caico , e eh finisce al Capo C oloni dove una volta era una citt detta Cane. Asso ed Adramitto conservano presso a poco gli antichi nomi. Il golfo Elaitico, dove si scarica il Caico, il golfo d Ialea cor rispondente allantica E lia . (Edit. fr.)

ig 6

BELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

al Caico dominarono i Troiani propriamente detti, divisi in otto o nove parti secondo i principati; e i molti po* poli poi venuti in loro soccorso li annovera fra gli al leati. Ma gli scrittori vissuti dopo non conservano n i confini (i) n i nomi di O m ero, dividendo il paese in un maggior numero di parti. Della qual differenza fu* ron cagione principalmente le colonie degli Elleni; non tanto quelle dell'ionia (perch sono molto lontane dalla Troade ), come quelle degli Eolii, le quali si sparsero in tutto lo spazio che disgiunge la Gizicene dal Caico, ed occuparono altres molta parte di quel paese che sta tra i fiumi Caico ed Ermo. Dicono che le colonie eo liche sono di quattro generazioni pi antiche dellionie; ma che impedite da molti ostacoli consumarono molto tempo prima di stabilire. Oreste (a) fu il condottiero di quella spedizione ; ma avendo egli nell Arcadia fi nito di vivere gli successe il figliuolo Pentilo, sotto di cui la colonia procedette fin nella Tracia, sessantanni dopo la guerra di T ro ia , in quel medesimo tempo in cui gli Eraclidi rientrarono nel Peloponneso (3). In progresso di tempo Archelao figliuolo di Pentilo tra
( i ) vOptvs i Tat curati;. Cos il Casaubono e poi anche il Coray. Nei testi ordinari manca la negazione. (a) O reste, al dire di P in d a ro , ebbe a compagno P isandro; ma probabile che quest ultim a intraprendesse da s solo cotsta spedizione sotto il regno di O reste, limitandosi ad occu pare l isola di Tenedo. (Edit. fr.) (3) Siccome questo ritorno accadde, al dir di Tucidide e di al tri, 8 o anni dopo l incendio di T ro ia , cos devessere un errore il numero di 6 o indicato qui da Strabone.

LIBRO DECIMOTEHZO

igj

sport la colonia eolica in quel paese che ora dicesi Cizicene nelle vicinanze di Dascilio (i) : poi Grao ul timo tra i figliuoli di Archelao procedette sino al fiume Granico ; di quivi avendo copia di quanto gli era me* stieri , tragitt il pi de suoi nell isola di Lesbo e se ne impadron. Frattanto Cleve e Malao figliuoli di D oro, discendenti pur d Agamennone, attendevano anchessi a raccogliere un esercito; ma i compagni di Pentilo passarono tosto dalla Tracia nell Asia , mentre invece la colonia di quegli altri due indugi lungamente nella Locride vicino al monte Fricio , donde si part poi ed and a fondar Cime denominata Friconide dal monte predetto. Sebbene pertanto gli Eolii siano stati diffusi su tutto quel paese che dicemmo essersi da Omero indicato come soggetto ai T roiani, nondimeno gli scrittori che ven nero dopo, non s accordando punto fra loro, gli uni diedero a quel paese o ad una sua parte il nome dEolide, e gli altri (alcuni a tutto il paese, alcuni ad una parte soltanto ) gli diedero il nome di Troade. E veramente Omero pone il principio della Troade nei siti stessi della Propontide, cominciandosi dal fiume Asepo : Eudosso invece facendola cominciare da Priapo e da Artace ( luogo nellisola di Cizicene rimpetto a Priapo), ne strinse iconfini in uno spazio minore. Pi ancora la circoscrisse Damaste che ne pone il principio a Parlo (2 ). Egli poi la fa terminare a Lecto ; ma al cuni altri diversi confini le danno.
( 1) O ra Diaskillo lungo il Mare di Marinara. (G.) (4) Priapo corrisponde, p er quanto pare , al castello situato

i g8

d e l l a g e o g r a f ia d i s t r a b o n e

Carone Lampsaceno sottrae trecento altri stadii facen* dola cominciare dal Prazio ; perocch tanti appunto ve ne sono da Pario a codesto fiume: ma poi la pro lunga fino ad Adramitto. Scilace cariandeo la comincia invece da Abido (i). Cos anche rispetto allEolide, men tre Eforo dice che stendesi da Abido a Cime, altri di versamente la circoscrivono. A conoscere la topografia di quella che propriamente dices Troade giova sopra tutto la posizione dell Ida, monte eccelso che guarda all occidente ed al mare occidentale, se non quanto convrtesi alcun poco al settentrione ed alla costa settentrionale, ch poi quella della Propontide dallo stretto di Abido fino all Asepo ed alla Cizicene. II mare che noi chiamiamo occiden tale comprende .lEllesponto e I Egeo (a). L Ida ha parecchie estremit iti forma di piedi, sic ch nella figura somiglia una scolopendra, e.le due ul time estremit in cui termina sono il promontorio di Ze lea e quello di Lecto , il primo dei quali finisce dentro terra un poco al di sopra di Cizicene (giacch anche oggid Zelea appartiene ai Ciziceni ), il secondo riesce al mar Egeo, e proprio a quel punto della spiaggia donsul Capo Caraboa , e Paria alle rovine presso Kamaris, dove 1 Ellesponto entra nel Mare di Marmara. 11 capo Lecto poi b ora Capo Baba. (G.) (1) Di Abido si veggono le rovine sulla costa orientale del1 Ellesponto. (G.) (2 ) 11 testo secondo la lezione comune direbbe: I l mare occi

dentale i F EUesponlo, del quale anche il mar Egeo.

LIBRO DECIMOTBRZO

I gg

de si parte chi naviga da Tenedo a Lesbo. Omro dice che Venere e il Sonno , & Ida attrice di belve e di ruscelli
Giunti alla falda , usctr della marina Alla punta Leita (i) :

dove propriamente il poeta parla di L e c to , dicendo eh nna parte dell I d a , e quasi il primo luogo a cui approda dal mare chi vuol salire su quella montagna. E parla dirittamente anche dicendo l Ida attrice d i rii* scelli ; giacch in quella parte appunto pi che in ogni altra quel monte abbondevole d acque ; di che sono prova i molti fiumi che
...................... dalle cime ide Si devolvono al m ar , Reso , Cranico Rodio, Careso , Eptaporo ( a ) ,

ed altri dei quali Omero fa menzione, e che si veggono anche oggid. Egli poi dopo avere accennato le estremit e quasi i piedi dell'Ida, cio i capi di Lecto e di Zelea, distingue assai bene anche il sommo della montagna col nome di Gargaro ; perocch anche al presente nelle parti pi elevate dell Ida mostrasi un luogo chiamato Gargaro, da cui prende il suo nome Gargara citt eo lica. Considerando adunque lo spazio compreso tra Ze lea e Lecto da dirsi, che la prima porzione va dalla Propontide fino allo stretto d Abido, e il restante com prende ci che al di l della Propontide si stende fino a Lecto (3).
(i) I I . , lib. z i v , v. a83. (a) II., lib. z i, v. 1 9 . (3) La lezione dell originale in questo paragrafo confusa e sospetta.

200

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Chi abbia superato quest ultimo capo si vede aperto dinanzi un gran golfo formato dalllda (cbe ritraendosi da Lecto si raccoglie dentro terra), e da Cane, promon torio posto dall altra parte di fronte a Lecto : questo golfo da alcuui chiamato Id e o , da altri Adramitteno. Lungo questo golfo sono fabbricate le citt eoliche fi-* no alle bocche dellErmo (i), siccome abbiamo gi detto. Ed abbiamo gi detto altres cbe chi naviga da Bizatizio verso il mezzogiorno, va in linea retta prima a Sesto e poi ad Abido per mezzo della Propontide, poi va lungo la costa dell Asia fino alla Caria. Bisogna per tanto che serbi memoria di queste cose premesse chi si fa a leggere quello che ora soggiungiamo ; sicch poi quando farem menzione di ,seni che incoutransi lungo questa spiaggia, gi si sappia che i capi onde sono for mati trovansi per Io meno sulla stessa linea, e per cos dire sotto Io stesso meridiano (a). Da quello che dice Omero congetturano gli studiosi di queste m aterie, che tutta quella spiaggia fosse sog getta ai T roiani, divisa in nove principati, tutti poi di pendenti da Priamo nel tempo della guerra Iliaca, sotto il nome comune di Troia. E ci si chiarisce conside rando la cosa a parte a parte. Sul cominciar della guerra Achille vedendo che i Troiani s erano chiusi dentro le loro m ura, si diede a guerreggiare ed a sottomettere i luoghi all intorno :
....................Conquisi

(1) Il Sarabat. (G.)


(2 ) Questo meridiano quello che secondo il sistema di Stra bone passava p e r la foce del B oristene, Bizanzio, 1 Ellesponto, R o d i, Alessandria, Siene e Meroe. (G.)

LIBRO DECIMOTERZO

201

Guerreggiando sul mar dodici altere Cittadi ; ne conquisi undici a piede D 'intorno ai campi tC Iton (i).

Perocch chiama T roia , tutto il continente da lui de predato , nel quale comprendevansi, fra gli altri luoghi, anche i siti rimpetto all isola di Lesbo, e quelli vicini a T e b e , a Lirnesso ed a Pedaso soggetta una volta ai Lelegi, ed anche la signoria di Euripilo figliuolo di Telefo, al quale si riferiscono quelle parole di Omero :
I l Telefi de Euripilo trafisse Fra i suoi Cetei (a).

Tutti questi luoghi pertanto dice Achille di aver deva stati , ed anche l isola di Lesbo, e Lirnesso e Pedaso e la ben murata Tebe. E in Lirnesso appunto fu presa Briseide ; nella quale occasione tnoriron col Mi ne te ed Epistrofe), siccome accenna Briseide stessa allorch piange per Patroclo \ perocch dicendo :
E quando Achille il mio consorte uccise , E di Minete la citt distrusse -, Tu mi vietavi il piangere (3),

dinota che Lirnesso era governata da Minete, il quale mor per difenderla. Criseide poi fu fatta prigioniera a Tebe , sacra sede d? Eezone ; perocch Achille ricordando il bottino che

(i) I I ., lib. i x , v. 3a8. Ma si noti per l intelligenza cbe il testo invece d i campi d Ilion dice <- Tf t f ot , intomo a

Troia.
(a) O d iss., lib. x i , v. 5 1 9 . (3) II. , lib. x ix , v. ag5.

202

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

quivi avea fatto dice che vi fu presa Criselde. Di Tebe era altres Andromaca,
............................illustre germe D'Eezione , abitator delV alta fpoplaco selvosa , e de' Cilici Dominator nelV ipoplacia Tebe (i).

Ecco dunque un secondo principato di Troia dopo quel lo di Minete. Ed a questo saccordano anche quelle pa role di Andromaca :
Oh me deserta ! oh sposo mio ! noi dunque Nascemmo entrambi col medesmo fa to , Tu nella reggia del tuo padre , ed io Nella ttbaha Jpplaco selvosa (a).

Perocch queste parole non voglionsi intendere se condo l ordine in cui sono, ma interpretarle come se per iperbato avesse voluto dire: Noi nascemmo en trambi a T roia , tu nella reggia di Priamo , io nella

citt di Tebe. Il terzo, principato poi fu quello dei Lelegi sui quali aveva Alte limperio. Priamo spos una figliuola di que sto Alte e ne gener Licaone e Polidoro. Quelli poi ai quali comandava Ettore chiamansi anch essi Troiani : ed i Dardani condotti da Enea sono Troiani essi pure; poich Enea trovasi dtto consigliero de Teucri (3). Vengono poi appresso i Licii
(1) II., lib. vi, v. 3g5.
(2) I I ., lib. x x ii, v. 477.

(3) 11., lib. xx , v. 83.

LIBRO DECIMOTERZO

30 3

condotti da P andaro, i quali sono da Omero chiamati anch essi Troiani :


Quei che delP Ida alle radici estreme Jlanno stanta in Zelea ricchi Troiani La profonda beventi acqua d Asepo, Pandoro guida ( i ) :

e questo il sesto principato. E quelli ancora che stanno fra l Asepo ed Abido sono anchessi Troiani. Perocch il territorio d Abido era soggetto ad Asio, giusta que versi:
M andir Percote e Pratio e Sesto e Abido E la nobile A rista i lor guerrieri, Ed Asio li conduce, Asio figliuolo Jf Irlaco (a).

In Abido poi viveva un figliuolo di Priamo dedicato a nutricare cavalli, senza dubbio , del padre :
....................... Fer Democoonle Priamide bastardo, che d Abido Con veloci puledre era venuto (3).

Ed in Percote stava il figlinolo d Icetaone, custode di bnoi che non appartenevano per certo ad estrani.
........................................ Allora

I l teucro duce incoraggiando tutti l congiunti, si volse a Melanippo LP lcetaon. Pasceva egli in Percote , Pria d eff arrivo degli A chei, le mandre (4)*
(i) (n) (3) (4) I I ., lib. I I ., lib. 11., lib. 11. > lib. ii, . 834. v. 835. iv , v. 4 9 9 . * v , v. 546.
11 ,

ao4

d e l l a , g e o g r a f ia d i st r a b o n e

Sicch anche questo paese dovrebbe dirsi T ro a d e , e cos anche il susseguente fino ad Adrastea, perch ne erano dominatori due figliuoli di Merope Percosio. Era no dunque de Troiani tutti i paesi da Abido fino ad Adrastea, i quali si dividevano per in due parti, luna sotto Asio, l altra sotto i figli di Merope. Cos Fu di visa in due parti, anche la Cilicia , l una dipendente da Tebe, 1 altra da Lirnesso. E forse a questa seconda parte potrebbe ascriversi anche il paese che le tenea dietro sotto la dominazione di Euripilo (i). Che poi sopra tutti questi paesi avesse Priamo la signoria lo dimostrano chiaramente quelle parole.dAchille a Priamo stesso :
..................... E te pur anco Udimmo un tempo, o vecchio , esser beato

Posseditor di quanta hanno ricchezza Lesbo sede di Mdcare , e la Frigia Ed il lungo Ellesponto (a).

Tale pertanto fu la condizione di cotesti paesi a quel tempo; ma poi soggiacquero a mutazioni d ogni ma niera : perocch i dintorni di Cizico furono occupati dai Frigii sino a Prazio, e i dintorni di Abido dai T raci; e prima di costoro, dai Bebrici e dai Driopi : il paese che viene appresso 1 occuparono i T re ri, anch essi
(i) La Cilicia pertanto era divisa in tre principati, come d iri Strabone medesimo in questo stesso libro. Ma forse questa di visione fu immaginata soltanto per compiere il numero dei nove p rin cip ati, giacch Strabone stesso ha gi dett che alcuni ne contavano otto soli. (Edit. fr.) (a) I I . , lib. xxiv , v. 543.

LIBRO DECIMOTEHZO

3o5

Traci d origine: la piannra di Tebe occuparonla i Lidii una volta detti M eoni, e lavanzo di que Misii che fu rono sotto Telefo e prima sotto Teutrante. Poich dun que Omero unisce in un solo corpo lEolide e la Troade, e gli Eolii possedettero dall Ermo a Cizico tutta la spiaggia, e vi fondaron c itt , non sar cosa assurda se noi in questa nostra descrizione mettiamo insieme lEolide propriamente detta oggid, dallErmo fino al capo Lecto , col paese che viene subito dopo fino allAsepo: se non che poi discendendo alle particolarit li torneremo a distinguere per confrontare Io stato in cui trovansi presentemente con quel che ne dicono Omero ed altri. Dopo Cizico e dopo l Asepo trovasi dunque il prin cipio della Troade secondo Omero. Cos egli infatti ne parla :
Quei che del? Ida alle radici estreme Hanno stanta in Zelea ricchi Troiani La profonda beventi acqua d Asepo, Pandaro guida , Licaonio figlio , Cui / e dono delVarco Apollo stesso (i).

E questi popoli li chiama poi anche Licii. Rispetto poi al soprannome di A fn ei che lo stesso poeta di loro si crede sia derivato dal lago Afniti, nome dato talvolta al lago Dasciliti (3 ). Zelea situata alle estreme radici dellI d a , lontana da Cizico centonovanta stadii, e circa ottanta (3) dal
( 1) I I ., lib. a , v. 8 2 4 . (a) O ra Lago di Biga. (G.) (3) 11 Falconer crede che debba leggersi invece

cento ottanta.

206

d e l l a g e o g r a f i a d i ITRABONE

mar pi vicino in cui mette foce T Asepo. Or subito dopo avere parlato di questa citt Omero viene a parte a parte descrivendola spiaggia lungo il predetto fiume:
Della citt dApesio e Adrastea , Di Pitiea la gente e delleccelsa Fera montagna han duci Adrasto ed Anpo Corazzato di lino, ambo rampolli Di Merope Percosio (i).

E nel vero questi luoghi trovansi al di sotto di Zelea e sono posseduti dai Ciziceni e dai Priapeni fino alla spiaggia. Presso Zelea scorre il fiume Tarsio che si va* lica ben venti volte battendo una sola strada, come lEptaporo di cui parla Omero. Cos anche il fiume che scorre da Nicomedia a Nicea si valica ventiquattro volte : 10 Sarton (a) cbe va dal monte Foloe allElide venticin que volte : quello cbe va dai Coscinii ad Alabanda anch esso pi volte : e per ben settautacinque volte quello che da Tiana scorre a Soli attraversando il Tauro. Al di sopra della foce dellAsepo a c ir c a ................. stadii evvi una collinetta sulla quale si vede il sepolcro di Meninone figliuolo di Titone; ed ivi presso anche 1 1 borgo di Meninone. Tra il fiume Asepo e la citt di Priapo scorre il Granico attraversando principalmente la pianura di Adra stea : lungo quel fiume Alessandro sconfisse pienamente i satrapi di D ario, facendosi cos padrone di tutto il paese posto fra il Tauro e l Eufrate. Sul Granico era
(i) I I ., lib. i i , v. 8 2 8 . (a) Non trovasi menzionato da altri: questo fiume.

LIBRO DECtMOTERZO

307

situata la citt di Sidene che aveva sotto di s molto paese collo stesso nome; ora essa rovinata. Nel confine della Cizicene e della Priapene trovasi il luogo detto Arpagea ( i) , donde si favoleggia che fu ra pito Ganimede ; ma altri dicono che questo accadde sul promontorio Dardauio vicino alla citt di Dardano. Priapo una citt lungo il mare con porto, fondata secondo gli uni dai Milesii, i quali avrebbero in quel tempo medesimo fondato anche Abido e Proconneso j e secondo gli- altri dai Ciziceni. Questa citt porta il nome del dio Priapo venerato dagli abitanti , o che quel culto fosse col trasportato dalla citt di Ornea vicina a Corinto , o che per essere questo dio creduto figliuolo di Bacco e d una ninfa, naturalmente inclinas sero a venerarlo quelle genti che abitano in un territo rio molto copioso di viti qual quello di P riapo, e quali sono altres quelli di Pario e di Lampsaco che gli seguono appresso. Quindi che Serse aveva assegnata Lampsaco a Temistocle pel vino (a). Questa divinit per altro cominci a celebrarsi sol tanto dai moderni, giacch Esiodo non conobbe punto Priapo, che par somigliante ad Orlane, a Conisalo , a Ticone e ad altre siffatte divinit ateniesi. II paese del quale ora parliamo chiamavasi Adrastea ed anche Pianura di Adrastea , secondo una certa usanza d indicare con due nomi uno stesso luogo , per esetn*
( 1 ) 11 nome di Arpagea {'k fx n y * ) significa appunto luogo

del rapimento.
(a) V . Corn. Nep. nella vita di Temistocle.

308

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

pio Tebe e Pianura di Tebe , Migdonia e Pianura di Migdonia. E dice Callistene che questo nome Adrastea venne dal re Adrasto, il quale pel primo fece- col co struire un tempio di Nemesi. La citt pertanto di Adra stea situata fra Priapo e Par io, ed ha sotto di s un territorio dello stesso suo nome con un oracolo di Apollo Atteo e di Diana (i). E quando poi questo ora colo fa distrutto, le pietre e tutte le altre cose furono trasportate a Pario, dove si costrusse un altare, opera di Ermocreonte , assai ragguardevole per grandezza e per bellezza : e 1 oracolo cess, come anche quello di Zelea. Non trovasi dunque in quei luoghi niun tempio n di Adrastea n di Nemesi : ma bens presso Cizico vha un tempio di Adrastea. Tuttavolta Antimaco dice:

E w i una gran Divinit detta Nemesi che dagli Dei ri cevette un potere sopra tutte queste cose. A lei fond pel primo un altare Adrasto lungo la corrente del fiu me Asepo , dove la Dea venerata sotto il nome di Adrastea. Anche Pario citt marittima ed ha un porto pi ampio che quel di Priapo. In generale poi Pario cre sciuta dalle rovine di questultima citt : perocch gra tificandosi i Pariani ai re Attalici, ai quali era soggetta anche la Priapeae, ebbero licenza di appropriarsi gran parte di quel territorio.
(i) Il testo aggiunge thi U ntam i. Il Gronovio propose di leggere arte v i n i piutrm. Il Coray adotta la correzione x a rt r ii iicrit, lungo la riva. Ma il Berklei che la propose soggiunse : hoc emendatione ipse mihi vix satisfacio.

LIBRO DECIMOTERZO

30g

Quivi si favoleggia che abitassero gli Ofiogeni, uomini che avevano una certa parentela coi serpenti. Dicesi che i maschi -avevano virt di guarire i morsicati dalle vipere; perocch ripetutamente toccando a guisa d in cantatori, da prima trasportavano sopra s stessi la livi dezza deUa ferita, poi ne facevano cessare e la gonfiezza e il dolore. E favoleggiano altres essere stato capo di questa schiatta un tale che di serpente fu tramutato in eroe : e forse fu costui uno dei Psilli della Libia, nella cui razza dur per qualche tempo quella propriet me dicinale. Del resto poi la citt di Fario fu edificata dai Milesii, Eritrei e Parii (i). Pitia nel territorio Pitiunte, parte della Pariana, ed alle falde di un monte coperto di pini fra Priapo e Pario presso L d o luogo marittimo , dove si pescauo le chiocciole linusie migliori di tutte. Nel tratto di mare da Pario a Priapo s incontra l antica Proconneso, ed anche la Proconneso moderna, con una citt e una cava di marmo bianco molto lodato ; sicch i pi belli edifizii di quelle c itt , e principalmente di Cizico, sono tutti di cotal marmo. Fu nativo di Proconneso il poeta Aristea autore del poema sugli Arimaspii, uomo quan* t altri mai impostore. Rispetto al monte Terea (a) alcuni dicono che cor*
(r) Gli abitanti dell isola di Paro. (a) 11 testo secondo la lezione ordinaria dice il mante di Rea rfc 'flin t cftf. Il Tzchucke e poi il Coray sostituirono la le zione ro tTi Ttipf/tis t f t t , principalmente perch il monte Te-, rea trovasi menzionato da O m ero , e qui trattasi appunto dei luoghi di cui parla quel poeta.
S t r j b o n e , tom. I V , l4

aio

d e l l a g e o g r a f ia d i s t r a b o n e

risponda ai monti di Pirosso, posseduti dai Ciziceni e contgui a Zelea , e sui quali ebbero gi una caccia i re della Lidia e pi tardi quelli di Persia : alcuni altri sostengono invece doversi intendere un colle a qua ranta stadii da Lampsaco, sul quale un sacrario della Madre degli Dei soprannomato sacrario di Rea (i). Anche Lampsaco una citt lungo il mare fornita di buon porto e ragguardevole, la quale si conserva tuttora in buono stato al pari di Abido da cui distante circa cento sessanta stadii : e anticamente si chiam Pitiussa, come chiamavasi anche lisola di Chio. Dirimpetto poi a Lampsaco sul Ghersoneso di Tracia trovasi una pic cola citt detta Caltipoli. situata su quella parte della costa che molto si spinge verso lAsia e la citt di Lam psaco, sicch il tragitto non maggiore di quaranta sta dii. F ra Lampsaco o Pario eravi la citt di Peso ed un fiume dello stesso nome : la citt fu distrutta, ed allora gli abitanti di Peso si trasferirono a Lampsaco , perch cos essi come i Lampsaceni erano coloni dei Milesii. Omero disse indistintamente Apeso e Peso, ora aggiun gendovi una sillaba ora levandola; ma il nome di Peso rimasto poi al fiume. Fu edificata dai Milesii anche Colone, situata dentro
(>) vAyie tZs "Ttfa tiriu c tx iftittt. Il Coray porta opinione che si debba anche qui sostituire a r j t Fti'ns il vocabolo unico T V U t , e senza dubbio con molla problit. Ma egli poi traduce :

Un tempie consacr la mre des D ieux, sumome Terea ;


come se avesse letto itrixmxn/tituf. Ho creduto perci di la sciare il testo nella sua in te g rit , bench sospetta.

LIBRO DECIMOTERZO

3 I I

terra al di sopra di Lampsaco nel territorio Lampsaceno. Evvi unaltra Colrte'lungo lEllesponto fuor dello stretto a. circa centoquaranta stadii da Ilio ; e di questa di cono che'fosse nativo Cicno. Anassimene poi afferma esservi anche nellEritreo e nella Focide e nella Tessa glia delle citt che portano il nome di Colone: e nel ter ritorio di Pario ve n ha una detta lliocolon. Nel terri torio di Lampsaco un luogo copioso di viti denominato Gergizio: e vebbe anche una citt di Gergita fondata dai Gergiti nel territorio di Cime : perocch si trovava col una citt che si denominava al plorale ed al femminile Gergite, donde poi fu pativo Cefalone il Gergizio: ed1 anche oggid suol mostrarsi presso Larissa nl territorio di Cime un luogo detto Gergizio. Di Pario fu nativo Neottolerao detto il glossografo (i) e degno dessere ricordato : di Lampsaco Carone lo sto rico , Adimanto, Anassimene il retore e Metrodoro sco laro di Epicuro ; anzi Epicuro stesso fu in certo modo lampsaceno, perch stette lungamente in Lampsaco , ed ebbe amici i principali di quella citt, come a dire Idomeneo e Leonteo. Di quivi Agrippa fece levare il leona rovesciato , opera di Lisippo , eh egli poi consacr nel bosco tra lo stagno e 1 Euripo (a). Dopo Lampsaco avvi Abido coi luoghi che stanno fra queste due citt ; dei quali Omero ha parlato in modo, che parve confondere insieme il territorio di Lampsaco
(1) Ateneo cita il terzo libro di un Glossario o Dizionario di Neottolemo. (2 ) Tacito , A n n ., lib. x v , c. 3 7 .

21 a

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

e quello di Pario, senza che nominasse queste due citt, perch non sussistevano ancora al tempo della guerra troiana.
Mandr Percote e Prazio e Sesto e Abido E la nobile Arisba i lor guerrieri, Ed Asio li conduci , Asio figliuolo D' Irtac ;

e soggiunge essere stato quest Asio un


..............prence che Arisba venne Da fervidi portato alti cavalli Alla riviera sellenta nudriti (i).

Con queste parole sembra eh egli accenni Arisba come reggia di Asio, dicendo eh esso venne di l. Ma que luoghi sono tanto oscuri, che non s accordano intorno ad essi nemmeno gli storici, se non in quanto li collo cano nei dintorni di Abido, di Lampsaco e di P a rio , aggiungendo che questultima citt si disse anticamente Percote (2 ). Rispetto ai fiumi, Omero dice che il Selleente scorre vicino ad Arisba, giacch Asio veniva d Arisba e dal fiume Selleente. Anche Prazio un fiume (u si trova citt di tal nome ), e scorre esso pure fra Abido e Lam psaco. Allorch dunque Omero dice abitavano Prazio, si vuole intendere che abitavano lungo il fiume Prazio, come in quelle altre espressioni : Abitarono lungo il (1) IL, lib. n , v. 835.
(a) "Ori i a- H t f K t U t i

fttru ttftifB ! tfarts. Se il

testo (d ice il C oray) non alterato , almeno molto oscuro.

LIBRO DECIMOTERZO

2 l3

saero Cefiso ; ovvero : Intorno al fiume Partenio ebbero inclite abitazioni. Eravi anche nell isola di Lesbo una citt detta Aris b a , il cui territorio posseduto ora da Metimnei. Cos anche nella Tracia vha un fiume denominato Arisbo, come abbiamo gi detto, luogo il quale abitano i Traci Cebrenii. E in generale pu dirsi che presso i Traci e i Troiani si trovano molte ripetizioni degli stessi nomi: cos vi sono certi popoli della Tracia detti Scei, poi un fiume Sceo , e un castello Sceo pur nella Tra c ia , e nella citt di Troia verano le porte Scee : cos veran nella Tracia popoli detti Xanti, e Xanto era un fiume d Troia : e v ha un fiume Arisbo che si scarica nellEbro, e un Arisba nella Troade; e un fiume Reso vicino a Troia, ed un Reso re dei 'Traci ; ed oltre il gi detto Asio se ne trova un altro in Omero :
.......................... Era < FEttorre Zio cotesi Asio ad Ecuba germano , E nondimeno ancor di giovinetta Fresco e di fo r te , di Dimante figlio , Che del frigio Sangario in su le rive Tenta suo seggio (i).

La citt di Abido ebbe a fondatori i Milesii, i quali n ebbero licenza da Gige re deLidii a cui erano allora soggetti queluoghi e tuttaquanta la Troade ; e n prova l essersi denominato Giga un promontorio in vicinanza di Dardano. Essa fondata sulla bocca della Propon tide e dell Ellesponto, ed egualmente lontana da (i) II., lib. u n , v.
717.

21 4

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Lampsaco e da Ilio , per lo; spazio cio di circa cento settanta stadii. Quivi poi 1 Eptastadio (i) fra lEuropa e 1 Asia, cbe Serse volle congiuogere con un pnte. estremit dell Europa chiamasi Ghersoneso .per la sua figura. Essa forma lo stretto del Zeugma rimpetto ad Abido. Sesto poi la principale fra le citt del Chersoneso ; e per la vicinanza dipendeva dal principe stesso di A bido, perch gli uomini di que tempi non solevano distinguere le signorie per mezzo dei conti* nenti. Abido e Sesto sono distanti fra loro circa trenta ptadii misurando dall uno all altro porto. II Zeugma 004 precisamente rimpetto a nessuna delle due citt, ma un poco verso la Propontide per chi si parte da Abi do, e verso la parte contraria per cbi si parte da Se sto. E v ha in vicinanza di Sesto un luogo detto Apo batra (2 ) dov era attaccata 1 estrema nave del ponte. Sesto situata pi addentro verso la Propontide al di sopra della corrente che ne sbocca: quindi riesce facile la navigazione a chi partendosi da S esto, e declinando alcun poco s avvia alla torre d E r o , poi lascia che la corrente se ne porti a suo grado la nave: ma coloro che salpan dAbido bisogna che convertano il loro corso ella parte contraria per Jo spazio di circa otto stadii, tanto che pervenuti a una torre posta dirimpetto a

( 1) C io: Quivi dove fr a F Europa e V Asia si contano soli sette stadii. noto poi che la parola Chersoneso equi vale a Penisola. (a) Cio Scala o Luogo dove si discende. Qui poi si deve intendere il ponte di barche formato da Serse.

LIBRO DECIMOTERZO

ai5

Sesto, quivi possano poi fare il tragitto senza essere combattati di fronte dal corso dell acqua. Dopo la guerra di Tria pertanto Abido fu abitata dai T ra c i, e poi da Milesii. Quando poi Dario padre di Serse incendi alcune delle citt situate sulla Pro pontide, anche ad Abido tocc quella sventura: e le ab bruci Dario dopo il ritorno dalla Scizia; giacch senten do che i Nomadi si apparecchiavano a veujre contro di lui per vendicarsi di quanto avevan sofferto, ebbe timo re che quelle citt non servissero di ricetto al loro eser cito. Cos alle altre mutazioni ed alle conseguenze na turali del tempo venne ad aggiungersi auche questo nuovo motivo per confondere que luoghi. Ma di Sesto e di tutto il Chersoueso noi abbiamo gi parlato descri vendo i paesi della Tracia (i). Dice poi Teopampa che Sesto una piccola citt, ma bea m unita, congiunta col suo porto da un muro di due pletri ; sicch per que ste circostanze, e per trovarsi al di sopra della corrente padrona di quel passaggio. Procedendo oltre il paese di Abido incontrasi nella Troade Astira: il suo territorio ora posseduto dagli Abideni , ma la eitt distrutta. Un tempo essa fu in dipendente, ed ebbe miniere doro, le quali al presente danno uno scarso provento e sono quasi esaurite, sic come avvenne anche di quelle del monte Tmolo in vi cinanza del Pattolo. Da Abido all Asepo si dice che vhanno circa sette cento stadii, ed anche meno qualora si navighi in linea
(i) In quella parte del lib. vii che and perduta.

3 l6

BELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

retta. Al di l di Abido sta il paese d Ilio , poi tatta l altra spiaggia fino a Lecto, e la pianura troiana, e i I noghi lungo il monte I d a , soggetti una volta ad Enea. II nome di questi luoghi fu da Omero espresso in due m odi, qualche volta chiamandoli Dardanii, come fece in quel verso (i): A i Dardanii comandava i valoroso Enea figliuolo d Anchise ; e talvolta Dardani, come ia quellaltro verso (2 ): I Troiani e i L idi e i Dardani combattenti da vicino. E probabile altres che quivi fosse anticamente quella citt che il poeta denomina Dardania, dicendo : Primamente Giove adunator di nubi ge ner' Dardano ; e questi fond Dardania (3) ; ma oggid non rimasta nessuna traccia di citt. Platone congettura che dopo i diluvii siansi formate tre maniere di politiche societ ; la prima semplice ed agreste composta d uomini rifuggiti sulle vette dei monti per timore delle acque tuttora diffuse sulle sottoposte pianure: la seconda di questi medesimi uomini che a poco a poco pigliarouo ardire di scendere alle radici dei monti, dopo che le pianure cominciarono ad asciu garsi : la tersa finalmente di quelli che vennero a sta* bilirsi nelle pianare. A queste tre maniere se ne potrebbe forse aggiungere una quarta, e una quinta, o pi, l ul tima delle quali si comporrebbe di coloro che ferma rono la loro stanza lungo la spiaggia o belle isole , quando gi era svanito del tutto il timore dell acque : (1 ) 11. , lib. ir, v.
819.

(a) 11., lib. x v , v. 4 i5 . (3) 11,, lib. x x , v. a i 5.

L i m o DECIMOTERZO

ZIJ

perocch il maggiore o minor ardire di avvicinarsi al mare serve a distinguere varie differenze di governi e di costumi. E nel vero, come il passaggio da una vita selvaggia alla seconda maniera di politica societ am*' mette diversi gradi di addolcimento nei costumi, cosi potrebbe ridividersi questo secondo stato in altre suc cessive unioni d uomini rustici ed inciviliti : poi si po trebbero supporre anche fra questi ultimi alcune pi minate divisioni, secondo eh essi vengono procedendo verso la civilt ; fino a tanto che p o i, dopo avere pi volte mutato abitazione e modo di vivere, non siano pervenuti allestremo grado di civilt (i). Le tre distin zioni gi dette pretende poi Platone che si trovino in dicate anche da Om ero, dicendo eh esso pone come sempio della prima societ il vivere dei Ciclopi, i quali nutrivansi dei frutti che la terra spontaneamente pro duce , abitando sulle vette dei monti dentro certe spe lonche :
Questi lasciando ai Numi ogni pensiero, N ramo 0 seme p o r, n sogllon gleba Col vanter spettar; ma il tutto viene Non seminato , non piantato o arato;

e subito dopo :
Leggi non han , non radunanze in cui Si consulti tra lor : de monti eccelsi Dimoran per le cime , o in antri cavi ;

( 1) T utto questo paragrafo (d ice il C o ray ) tanto confuso nel testo , che lo stesso Casaubono ' non ha potuto chiarirlo. Nella mia traduzione poi ho seguitato il Coray medsimo.

l8

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Su la moglie ciascun regna e tu i fig li, N V uno alP altro tanto o quanto guarda (i).

Della seconda dice Platone che Omero addasse in esem pio l et di Dardano :
.................... ................ Giove

Dardano gener che fondamento Pose qui poscia alle dardanie mura. Perocch non ancora allor nel piano Sorgean le sagre iliache to rri, e il molto Suo popolo le Idee fa lde copriva (a).

E della terza (dice ancora Platone) trae Omero lesempio da Ilo postosi ad abitare nella pianura. Esso infatti suole citarsi come fondatore d Ilio, e da lui si crede che que sta citt ricevesse il suo nome : anzi probabile chegli fosse poi sepolto nel mezzo della pianura, per questo appunto ch egli primo di tutti os fermarvi la.sua sede :
........................... Ma gl inseguiti

Teucri dritto al sepolcro del vetusto Dardanid Ilo , verso il caprifico La piena fuga dirigean , bramosi Di ripararsi alla cittade (3).

Pur anche Ilo non pare che osasse intieramente discen dere alla pianura, giacch non fabbric la citt in quel luogo dov essa al presente, bens circa trenta stadii pi in alto , all oriente verso lIda e Dardania, dove (r) Odiss., lib. is , v. 1 0 9 . (3 ) II., lib. xx, v. 3 1 6 . (3) l i., tib. xi, v. 1 6 6 .

LIBRO DECIMOTERZO

119

ora si trova il cos detto borgo degl? M esi. Ai di no stri poi gli abitanti di questo borgo, volendo per vanit sostenere eh esso non punto diverso dallantica citt) sommistraron materia di studio agl interpreti dei poe mi d Omero, secondo il qnale non pare che quella citt e questo borgo fossero una medesima cosa. Alcuni so stengono eziandio avere quella citt mutato parecchie olte di luogo, ed all ultimo essersi collocata dov adesso, in forza principalmente di un oracolo. Questi tramutamenti che una volta successero a luoghi sempre pi bassi indicano, per qnel che mi pare, alcune diffe renze anche nel modo di vivere e di governarsi : ma sono cose da trattarsi in altra occasione. Quella che ora citt d Ilio dicono che una volta fu un borgo con un tempio di Minerva, piccolo e di poca im portanza; ma che essendovi poi asceso Alessandro dopo la vittoria del Granico (i) adorn il tempio di voti, diede al borgo titolo di citt, ordin a suoi procuratori di ag giungervi nuove abitazioni, e volle che fosse libera ed esente da tributi. E soggiungono che quando ebbe com piuta la distruzione dei Persiani mand agl lliesi una lettera tutta benevolenza, promettendo di voler ingran dire la loro c itt , renderne celebratissimo il tempio e stabilirvi un sacro certame. Dopo la morte poi di Ales sandro ebbe cura di quella cittprincipalmente Lisimaco, il quale vi fabbric un tem pio, la ricinse con un muro di circa quaranta stadii, e vi trasport gli abitanti delle
( 1) A m an o e Plutarco dicono invece che vi and prima di quella vittoria. (E d it fr.)

390

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

antiche citt circonvicine, gi decadenti fino d allora. In quel medesimo tempo egli cambi anche il nome a quella citt che Antigono aveva costrutta e denominata Antigonia, e volle che si chiamasse Alessandria (i) ; giu dicando conveniente alla piet dei successori di Ales sandro il fondare citt le quali si denominassero da quel principe, prima di applicare a nessuna il proprio loro nome. Alessandria poi-dura tuttavia e s anche in* grandita : anzi per aver ricevuta una colonia romana divenuta una delle citt pi illustri. Con tutto ci quello eh ora dicesi Ilio era soltanto una grossa borgata quando i Romani passarono la prima volta nell Asia e cacciarono Antioco il Grande dal paese al di qua del Tauro. Dice infatti Demetrio scepsio chegli in quel tempo essendo ancora fanciullo venne straniero col, e vi trov tanto misere le abitazioni, che nemmeno i tetti erano coperti di tegole. Ed Egesianatte (a) afferma che i Galati quando si trasferirono dall Europa nell Asia ascesero a quella c itt , sperando potersene valere come di piazza forte , ma subito 1 abbandona rono per averla trovata priva di mura. In progresso poi di tempo quella citt ricevette grandi miglioramenti; ma la rovinaron di nuovo i Romani che vi andarono sotto la scorta di Fimbria e la presero d assalto al tempo

(i) Le rovine di queste citt furono poi credute appartenenti ad Ilio. ( E d it fr.) (a) Questo Egesianatte fu nativo d Alessandria nella Troade e grammatico di professione. Egli comment varii A utori, e scrisse una storia di Troia.

LIBRO DECIMOTERZO

221

della guerra mitridatica. F a questo Fimbria mandato col come questore in compagnia del console Valerio Fiacco a cui venne affidata la spedizione contro Mitri date : ma nella Bitinia si ribell, e tolto di mezzo il console si fece padrone dell esercito egli solo. Proce duto quindi contro Ilio gli abitanti negarono di rice verlo considerandolo come un ladrone, ed egli allora accostatevi le macchine (i) lespugn nello spaziodi un dici giorni. E vantandosi egli di aver presa in undici giorni quella citt di cui Agamennone a stento aveva potuto impadronirsi dopo dieci an n i, sebbene avesse con s una flotta di mille navi, e tutta l Eliade fosse concorsa con lui a quella spedizione, uno degllliesi ri spose: Gli che noi non abbiamo avuto ora Ettore cbe ci difendesse. Sopravvenne poi Siila, il quale distrusse Fimbria, e sotto certe condizioni rimise,Mitridat nella signoria di prima , quindi con molti beneficii riconfort gllliesi. Alla nostra et poi il divo Cesare provvide an cor pi al loro benessere volendo in questo emulare Alessandro, il quale oltre al desiderio di rinnovare la parentela fu inclinato a favorire gl lliesi anche per la more che portava ad Omero. Dicesi infatti che vha uu

. (i) 11 testo ordinario dice: fia titi xpariptpti, che il Silandro spieg re cum ariolo communicata, mettendo per in nota que sta osservazione : verti hoc ut inveni, quamquam valde sutpectum, In alcuni codici peraltro leggevasi njtrQ ipti, come not gi il Casaubono; e nel testo del Coray troviamo ftnxcttis wptrQtpti. 11 Palmerio prima di lui propose di leggere

p*Znt

rt xftrQtfti.

aa

BELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

esemplare dei poemi di Omero detto del Nartecio (i) r rivedato da Alessandro, perch questo principe dopo averli letti eoa Callisteoe e con Anassarco ed avervi ac che fatte alcune postille li ripose in una cassetta son tuosa, la quale s era trovata nel tesoro persiano. Quindi e per riverenza di O m ero, e per la parentela cogli Eacidi re dei Molossi, presso i quali si dice che re gnasse anche Andromaca moglie di E tto re, Alessandro si comport favorevolmente agl Iliesi. Ma Cesare oltre all avere carissima la memoria di Alessandro, era incli* nato a favorire ed a beneficar gl Iliesi dalla parentela che aveva con loro molto pi comprovata che noo fosse quella del re macedone. Innanzi tatto Cesare era romano; e i Romani considerano Enea come loro primo stipite : poi cbiamavasi Giulio da Julo u b o de suoi progeoitori, il quale ebbe tal nome da Julo discendente d Enea. Per tutto ci egli volle che restasse agl' Iliesi il terri torio che possedevano , e li fece liberi ed esenti da ogni imposta; e fino al d d oggi essi conservano que pri vilegi. Che poi l antico Ilio di Omero non fosse fondato in quel sito dov il moderno lo coDgettorano dalle ra' (i) C io: Della cassetta. Son notabili le parole d i Plioio in questo proposito : Alexander Magnus inter spolia Darii Persarum regis unguentorum serinio capto , quod erat auro gemmisqne ac margaritis pretisum , varios ejus usas amicis demonstrantibus ( quando taedebat unguenti bellatorem et militia sordidum ) imo Hercule , inquit, librorum Homeri custo

d ite detur t ut pretiosissimum fiumani animi opus quam ma xime diviti opere servaretur. Lib. r i i , e. 3 9 .

LIBRO PECLMOTERZO

2 i3

gioni che verr esponendo dopo che avr descrtti i luoghi che sono lungo la spiaggia cominciando dal punto a coi mi sono fermato. Dopo Abido vengono il capo Dardanide (i) di cui ab biamo fatta menzione poc anzi, ed anche la citt di Dardano lontana settanta stadii dAbido. Fra queste due citt sbocca nel mare il fiume Rodio, rimpetto al quale n el Cbersoneso sta il Cinosema, tomba, per quanto si dice, di Ecuba (2 ). Alcuni credono invece che il Rodio si scarichi nellAsepo. E poi questo ubo dei fiumi ricor dati da Omero ove dice :
....................dalle cime idee Si devolvono al mar Reso, Gnatico , Rodio , Careso, Eptaporo (3).

Rispetto alla citt di Dardano la sua fondazione senza dubbio antica, ma fu tenuta poi cosi a vile, che spesse volte i re ordinarono agli abitanti di trasferirsi in Abido, poi vollero che si riconducessero nell antica loro sede. Quivi ebbero un abboccamento Cornelio Siila generale dei Romani e il re Mitridate soprannomato Eupatore , e s accordaron fra loro di metter fine alla guerra. Ivi presso Ofrinio dove trovasi il bosco di Ettore

( 1) Lo stesso cbe il capo Dardanio gi mentovato. significa tomba della cagna ; perch secondo alcuni Ecuba fu tram utata in cagna, secondo altri ebbe questo nome dai Greci a motivo delle sue fiere imprecazioni nella cat tivit. (3) I I . , lib. x i i , v. 2 0 .

(2 ) Cinosema

aa4

DELLA. GEOGRAFIA DI STRABONE

in un, luogo ragguardevole da ogni parte ; e dopo Ofrinio viene il lago Pteleo. Trovasi poscia la citt di Reteo situata sopra un colle: e contigua a questa citt una spiaggia quasi allo stesso livello del mafe, sulla quale trovasi l Eanteo, cio u a monumento ed un sacrario colla statua dAiace (i). Questa statua trasportata da Antonio in Egitto fu poi nuovamente restituita aRe tesi da Cesare Augusto, il quale' fece pur restituire ai loro luoghi parecchie altre statue che Antonio per gratificare a Cleopatra aveva tolte dai templi pi illustri. Dopo Reteo avvi Sigeo, citt ora distrutta, poi Naustatmo (a), il porto degli Achei, il Campo acaico, detto Stomalimne, e le foci dello Scamandro. Perocch il Simoenta e lo Scamandro, congiungendosi nella pia* D u r a e seco traendo grande abbondanza di terra, la sciano delle alluvioni alla spiaggia, accecano la bocca e producono laghi marini e paludi. . Rimpetto al capo Sigeo stanno nel Chersoneso Protesileo ed Eleussa di cui abbiamo parlato nella descri zione della Tracia (3). La lunghezza poi di questa spiag gia da Reteo fino a Sigeo ed al monumento d Achille per chi naviga in linea retta di sessanta stadii. Tutta quella spiaggia soggetta ad Ilio , cio la parte vicina al porlo degli Achei a dodici stadii al di sotto dilio
(1) Dalla voce Atr Aiace si form l altra A iiiliit* Eanteo , che sarebbe come a dire Aiaco. (2 ) Cio la Stazione delle navi. (3 ) l a quella parte del lib. vii che si perduta.

LIBRO DECIMOTERZO

92$

m oderno, e il restante a trenta stadii di pi al di sotto dell antico Ilio, eh era posta pi in alto verso il mon te Ida. Il sacrario e il monumento d Achille sono vicini a Sigeo : di Patroclo e di Antiloco vi sono soltanto mo numenti. E glJliesi rendono onori divini a tutti questi e ro i, ed anche ad Aiace ; ma non venerano poi Ercole, perch egli ( dicono ) devast il loro paese. Pur si po trebbe dire che se Ercole devast il loro paese vi lasci per altro ancora una citt, che per quanto fosse danneg giata era tuttora una citt, e pot dare materia di nuova devastazione a coloro che vennero dopo di lui. Quindi Omero disse che Ercole :
....................... Ilio distrusse, E vedovale ne lasci le vie (i) t

indicando col verbo vedovare una mancanza duomini, non gi un eccidio compiuto (a). Ma bens recarono per lo contrario un intiera distruzione coloro i quali essi tengono degni di essere onorati e venerati come Dei. Se non che forse diranno che .questi mossero loro una giusta guerra, ed Ercole invece venne ad assalirli: in i giustamente , per desiderio di portarsene i cavalli di' Laomedonte (3): ma a questo si opporrebbe quellaltra,
(i) (a) bone (3) I I . , lib. v , v. 64a. 11 Coray nota a ragione che questo raziocinio di 5tra*h una puerile sottigliezza. Omero dice in fatti di Ercole : ............. Qua venuto un giorno

A via menar del re Laomedonte 1 promessi destrieri, egli ee. StR4 B0 HEf lom. IV.

iS

aa6

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

tradizione, secondo la quale Ercole venne contro di lo ro , non gi pei cavalli predetti, ma sibbene per la mercede guadagnata liberando Esione dalla balena. Ma lasciamo oramai questo argomento , perocch perden doci a confutar favole ci dilunghiamo dal nostro sog getto ; oltre di che noi forse ignoriamo qualche pi ragionevol motivo per cui prevalse fra gl Iliesi il co stume di venerare gli Eroi gi mentovati e non Ercole. Quello poi che dice il poeta nel parlare della spedi zione di questo eroe c induce a credere che allora Ilio fosse una piccola citt ; giacch afferma
. . . . . . eh' egli con sole Sei navi e pochi armati Ilio distrasse :

sicch poi si fa manifesto da quelle parole, che Priamo fece di piccola divenir grande quella citt, e salz ad essere re di re, come si detto. Chi procede alcun poco oltre quel lido trova Achco appartenuta gi al continente opposto a Tenedo. E questi sono i luoghi situati lungo il m are, al di sopra dei quali poi la pianura troiana che pel tratto di molti stadii si stende-fino all Ida verso 1 oriente. Quel tratto di questa pianura che va lungo il monte predetto an gusto , e in parte si stende verso il mezzogiorno fino ai dintorni di Scepsi, in parte verso il settentrione fino ai Licii di Zelea. Omero fa questa pianura soggetta ad Enea ed agli Antenoridi, e la chiama Dardania. Al di sotto di questa situata la Gebrenia quasi tutta pia nura e parallela quasi alla Dardania stessa : quivi era gi tempo una citt chiamata Gebrene. Suppone poi Demetrio di Scepsi, che fin col si stendesse il terri

LIBRO DECIMOTERZO

337

torio d Ilio soggetto ad E tto re , sicch comprendesse tutto lo spazio fra Naustatmo e Cebrene, giacch quivi si mostra la tomba di Alessandro ( Paride ) e di Enon e , la quale si dice essere stata sua sposa prima cbe rapisse Elena. Omero poi disse: Cebrione figliuolo ille gittimo dell illustre Priamo : quindi probabile che da questo Cebrione traesse il suo nome la Cebrenia, o ( ci che pare ancor pi verisimile ) la citt di Cebre ne (i). Aggiunge quel medesimo autore che la Ce brenia si stende fino al territorio di Scepsi, & che il fiu me Scamandro il quale scorre frammezzo serve di con fine. Che fra Cebreni e gli abitanti di Scepsi v ebbe guerra mai sempre fin tanto che Antigono non li ridus se ad abitare iusieme in una stessa citt allora chia mata Antigonia e presentemente Alessandria : se non che poi in progresso di tempo i Cebreni continuarono a dimorare col insieme cogli antichi abitanti ; ma quelli di Scepsi se ne tornarono alla patria colla permissione di Lisimaco. Dice ancora io stesso Demetrio che da quella parte del monte Ida dov esso si congiunge con questi luoghi stendonsi verso il mare due braccia, l uno dei quali va dritto al capo Reteo, laltro al Sigeo, di qualit che tutti e due insieme fanno una linea che

() Osserva il Coray che se la Cebrenia avesse derivato ilsuo nome da Cebrione avrebbe dovuto dirai Cebrionia. Meglio sareb b e, egli d ic e , dedur questo nome dal fiume Cebren cre duto padre di quell Enone che fu moglie d i Paride. Meglio b ancora ricordarsi che queste etimologie fondate sopra tradizioni favolose non meritano di essere seriamente trattate.

2a8

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

rappresenta un semicerchio, le cui estremit finiscono nella pianura lontano dal mare quanto il moderno Ilio. Perocch questo (dice) trovasi proprio fra i punti estre mi delle due braccia predette , mentre invece 1 antico slava nel centro di dove esse cominciano. Questo semi cerchio poi abbraccia la pianura Simoisia attraverso della quale scorre il Simoenta, e la pianura Scamandria at traversata dallo Scamandro. Questa (soggiunge) si chia ma anche propriamente pianura di T ro ia , e quivi dice Omero che avvennero quasi tutti i combattimenti : pe rocch essa pi larga dellaltra, e vi si veggono al-' tre s i luoghi che troviamo da quel poeta menzionati, come a dire Erineo , la tomba d Esieta, la Batieia e il monumento dilo. I due fiumi poi Scamandro e Simoenta dopo essersi avvicinati quello a Sigeo , questo a Reteo, poco pi oltre del moderno Ilio si congiungono, e quindi sboccano insieme nel mare presso a Sigeo, dove fanno il cos detto Stomalimne (i). Le due pianure predette (dice ancora Demetrio) sono divise fra loro per mezzo di nn lungo dosso, il quale va in linea retta dal moderno Ilio fino alla Cebrenia, formando col semicerchio gi detto questa fi gura o (2 ). 1 Un poco al disopra di questo dosso il borgo degli

( 1) Lago salato , Lago la cui bocca si congiunge col mare.

(2 ) Il Coray col soccorso di qualche manoscritto e colla sua molta perizia filologica chiar meglio di tutti questo periodo che' nel testo assai guasto. da vedersi la lunghissima nota Con cui giustifica le varianti da lui introdotte.

LIBRO DECIMOTERZO

33g

Illesi, dor si crede cbe fosse situato 1 antico Ilio a trenta stadii dalla citt moderna. Dieci stadii al di so pra del borgo degl Iliesi trovasi Callicolooe, eh un colle lungo il qaale alla distanza di cinque stadii scorre il Simoenta. Si fa quindi probabile primamente quello che Omero dice di Marte in quei versi:
Grida Marte dalV altra (parte) a tenebroso Turbiti simile , ed or dal? ardue cime Delie dardanie to rri, ed or sul poggio Di Colone lunghesso il Simoenta Correndo, infiamma a tutta voce i Teucri (i).

Perocch agitandosi la battaglia sulla pianura Scamandria ben credibile che Marte mandasse i suoi inco raggiamenti ora dalla rocca, ora dai luoghi vicini al Simoenta ed a Callicolone, ai quali probabile che la battaglia si distendesse : ma essendo Callicolone a qua* ranta stadii dal moderno Ilio , perch si sarebb Marte trasportato a luoghi cos lontani, dove non si sten deva lordinanza decombattenti ? Quellaltro luogo poi di Omero, ove disse : / Licii ebbero il loro campo vicin di Timbra (2 ) : si pu riferire pi facilmente all antico Ilio. Perocch, ivi presso si trovano la pianura Timbria e il fiume Timbrio che le scorre pel mezzo per andare pi a gettarsi nello Scamandro vicino al tempio dApollo Timbrio : dai quali siti il nuovo Ilio distante cinquanta stadii. Aggiungasi che lErineo (3), luogo aspro e pieno
( 1) 11., lib. x x , v. 5 i. (?) Conserv il nome di Tumbrek. (G.) (3) L a voce greca <>ir significa un luogo pieno di fichi salvatici.

a3o

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

di caprifichi, soggetto allantico Ilio: donde Andro* maca dicendo :


A l caprifico i tuoi guerrieri aduna , Ove il nemico alla citt scoperse Pi agevole salita e pi spedito Lo scalar delle mura (i) ;

parl molto propriamente rispetto all antico Ilio , ma il suo discorso non si potrebbe riferire al moderno. Un poco al disotto dellErineo il faggio di cui parla Achille dicendo :
.............................. queir EUorre

Che, mentre io parvi fr a gli A chei , scostarsi Non ardia dalle m ura, e non giugnea Che sino al faggio delle porte Scee (a).

Ma Naustatmo, chiamato anche al presente col pri mitivo suo nome, cos vicino al nuovo Ilio, che ognuno dovrebbe ragionevolmente maravigliarsi della demenza dei Greci e della codardia dei Troiani. E nel vero sarebbe stata dementa lasciare lungamente senza mura quel luo go, mentre gli era vicina una citt con tanta moltitudine cosi di cittadini come di alleati : e nondimeno si dice che il muro fu costrutto sullultimo della guerra; e forse anzi non fu mai costrutto, ma il poeta se lo fabbric e lo distrusse, come dice Aristotele. Grande poi sarebbe stata la codardia dei Troiani, se avessero aspettato che il muro fosse costrutto per venire ad assediarlo e ad assalire le navi; e quando queste erano senza difesa di
(i) 11-, lib. v i , v. 43 (?) II ., lib. ix, v. 352.

LIBRO DECIXOTKRZO

a3(

muro non avessero osato di avvicinarsi per assalirle, bench si trovassero a cos breve distanza. Perocch il Naustatmo (i) vicino a Sigeo; ed ivi presso mette foce anche lo Scamandro lontano da Ilio venti stadii. Che se qualcuno volesse dire il Naustatmo essere stato quel lo che ora dicesi Porto degli Achei, costui accenne rebbe un luogo distante solo circa dodici stadii dalla citt : e qualora si consideri che la pianura dalla citt fino al mare quasi tutta alluvione di fiumi, pu con getturarsi che se ora lo spazio di dodici stadii. allora dovette essere meno della met. Anche quellartificiosa descrizione che Ulisse fa ad Eumeo, dimostra assai bene la distanza del Naustatmo dalla citt; perocch dopo aver detto:
............. al tempo che sotC Ilio agguati Tendemmo , Ulisse ed io ;

soggiunse poi :
. . . ........................un divin sogno

Dormendo m avverti che dilungati Troppo ci siam dalle veloci navi (a).

Trovasi inoltre che i Greci mandarono a spiare se i Troiani avessero intenzione di passar la notte presso le navi dov erano allora molto di lungi da T ro ia , o se volessero invece ritornarsene alla citt. E Polidamante dice :
Librate, amici, la bisogna ; ir dentro Alla cittade e tosto mio consiglio
( ) C io: la stazione delle navi. (a) O diss., lib. z iv , v. 4^9 * 49-

SELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Seti* aspettar davanti a queste navi L alma luce del d. Troppo siam lungi Qui dalle mura (i)>

Demetrio poi reca a testimonio anche Estiea alessandri na, la quale scrisse qualche cosa intorno allIliade dOnrero (a ), e domanda se la guerra si agit intorno alla citt che ora sussiste, e se la pianura troiana di cui parla Omero sia quella che stendesi fra questa citt ed il mare : perocch quel terreno che vedesi ora dinanzi alla citt tutto alluvione di fiumi, posteriore a quella guerra. E Polite,
Di Prim un figlio che del pi fidando Nella prestezza , slavasi de Teucri Esploratore al monumento in cima Dell antico Esteta , e vi spiava Degli Achivi la mossa {5) ,

qualora l Ilio di cui parla Omero fosse stato lo stesso che il moderno, sarebbesi comportato da stolto. Peroc ch quando bene suppongasi eh egli si fosse collocato sulla parte sublime del monumento, nondimeno avrebbe potuto stare alla vedetta da un luogo ancora pi alto
() II. , lib. xviii , V. 2 5 4 . (2 ) Estiea sillustr colle sue osservazioni sopra O m ero, presso a poco come la signora Dacier si rese celebre verso la fine del Secolo X V II col suo lavoro intorno alle O pere di quello stesso poeta. G li scoliasti d Omero pubblicati dal Villoison citano Estiea rispetto ad una certa pianura detta la pianura d'oro, da ui crede quella commentatrice che Omero derivasse il sopranno m e di aurea o dorala eh egli diede a Venere. (Edit> fr.) (3) 11., lib. 1 1 , v. 7 9 1 .

LIBRO DECIMOTERZO

233

licita rocca della citt, e quasi anche ad uguale distanza; n avrebbe avuto bisogno della velocit dei piedi per la propria sicurezza. Infatti il sepolcro d Esieta che ora suole mostrarsi, distante ( dalla rocca predetta ) non pi che cinque stadii sulla via d Alessandria. Cos an che quell aggirarsi di Ettore correndo intorno alla citt (i) non si potrebbe spiegare: perocch al moderno Ilio non si pu girare all intorno per essere contiguo al dosso montuoso, ma ben potevasi correre invece intorno allantico. Perch poi di questo antico Ilio non siasi salvata veruna traccia facile a dirsi ; perocch trovandosi le citt circonvicine mal conce ma non in tieramente distrutte, ed Ilio invece diroccato dalle fon damenta , tutte le sue pietre si portarono via per risto rare quelle altre citt. Quindi si dice che Archeanatte initileneo {2 ) mur Sigeo colle pietre tolte appunto dagli avanfei dell antico Ilio: del quale Sigeo impadronironsi poscia gli Ateniesi mandandovi Frinone vincitore dei giuochi dOlimpia; mentre i Lesbii si arrogavano come ereditario diritto il possedimento di tultaquanta la Troa de. E nel vero essi vi fondarono la maggior parte delle abitazioni che vi si eressero dopo ; alcune delle quali sussistono anche oggid, ed altre sono disparse. Pittaco di Mitilene uno dei sette sapienti condusse poi una flotta contro Frinone generale ateniese, e guer
( 1) II., lib. x z ii, v. i65. Allude alla fuga di Ettore innanzi ad Achille. (2 ) Mitilene fu una citt dell isola di Lsbo , la quale porta anche oggid, come tutta l isola , il nome di Mitylini.

234

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

reggi per qualche tempo eoo fortuna ora prospera ed ora contraria : e in quella spedizione il poeta Alceo dice che in un certo combattimento trovandosi a mal partito , gitt via le armi e fugg ; sicch parlando ad uu araldo, gl impone di annunziare a suoi concittadini che Alceo sano e salvo, ma perdette I elmo e lo scudo, che gli Ateniesi consacrarono nel tempio di Mi nerva Glaucopide. Allultimo poi avendo Frinone pro vocato Pittaco ad un singolare certam e, questi v and portando seco gli attrezzi da pescatore, e inviluppatolo in una rete, col tridente e col pugnale lo trafisse e l uccise. E durando ancora la guerra , le pose poi fine Periandro eletto arbitro per consenso di tutte e due le parti. Demetrio dice che Timeo ment quando afferm che Periandro colle pietre d Ilio mun di mura 1 Achilleo contro gli Ateniesi per favorire Pittaco : e sostiene che lo fortificarono invece quelli di Mitilene contro le of fese che gli si polevan recare dalla parte di Sigeo. Ma questo ( egli dice ) noi fecero n colle pietre dlio , n per consiglio di Periandro : altrimenti, come mai gli Ateniesi avrebbero eletto arbitro un uomo che guerreg giava contro di loro ? L Achilleo, eh il luogo del monumento dAchille, una piccola abitazione. Sigeo fu distrutto dagl Iliesi, perch non volle prestare ubbidienza a loro divenuti padroni, come sono anche al presente , di tutta la spiaggia marittima fino a Dardano. Anticamente poi la maggior parte di questi luoghi furon soggetti agli Eolii, sicch Eforo non dubit di chiamare Eolide tutto

LIBRO DECIMOTERZO

a35

lo spazio da Abido fino a Girne. E Tucidide afferma che la Troade durante la guerra peloponnesiaca fu tolta dagli Ateniesi a quelli di Mitilene sotto la scorta di Pacliete (i). Gl Iliesi poi sostengono eziandio che lantica citt non fu intieramente distrutta al tempo in' coi gli Achei la espugnarono, e cbe non fu mai deserta: e ne recano in prova le vergini della Locride che dopo quell avve nimento cominciaronsi a mandar a Troia ogni anno (a). Ma questa non omerica tradizione ; giacch Omero non seppe della violazione di Cassandra. Solo ne parla come di vergine al.tempo della guerra, dicendo:
............................................... Idomeneo ,

Fatto ai Greci coraggio , i Teucri assolte E sbaragliolli , ucciso Otroneo. Di Cabeso poc' a m i era costui Venuto al grido della guerra, e a sposa La pik bella chiedea , senta dotarla, Delle fanciulle priamee , Cassandra (3);

n fa menzione d alcuna violenza, n dice cbe la morte d Aiace nella sua navigazione avvenisse per l ira di Minerva, o per altra consimil cagione. Dice per altro che Aiace, come in generale tutti gli altri Greci, doveva
(i) Il Casaubono osserva che Tucidide (lib . u t , c. S o ) dice tutte le citt del continente possedute da quelli di Mitilene ; ci che Strabone poi esprime col nome di Troade, (Ed. Frane.) (*) Dicono i poeti e mitologi posteriori ad Omero che gli abi tanti di Locri patria d Aiace dovettero, in forza di un oracolo, inviare ogni anno a Troia due fanciulle, per espiare loffesa fatta da quell eroe a Cassandra figliuola di Priamo. (3) 11., lib. x m , v. 363.

236

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

essere in ira a Minerva , perch avendone tutti profa nato il tem pio, la Dea era con tutti adirata; ma che .fu ucciso da Nettuno iu pena della sua arroganza; e che le fanciulle locresi cominciarono a mandarsi col solamente dacch ne furono divenuti padroni i Persiani. Questo pertanto dicono glIIiesi. Omero per altro, espres samente indic la distruzione della loro citt dicendo :
Giorno verr , presago il eor mel d ice , Verr giorno che il sacro Iliaco nutro E Priamo e tutta la sua gente cada (i);

ed altrove :
...........................Rovesciata V alta

Citt di Priamo , e i Greci in su le ratte Navi saliti, si divise il campo (a).

A questi argomenti poi se ne aggiungono alcuni altri : per esempio che la statua di Minerva ora vedesi ritta in piedi, ed Omero la descrive invece seduta. Infatti quando egli dice :
................................. I l peplo ,

I l pi grande, il pi bello e a lei pi caro Di quanti in serbo ne regali alberghi Ella ne tie n , deponga umilemente Su le ginocchia della Diva (3);

questa espressione dee valere quanto quest altra


.................................................. pregando Che mai concesso non mi fosse il porre Sul suo ginocchio un figlio mio (4) . (i) (a) (3) (4) II. , lib. v i , v. 4 3 1. O d iss., lib. i n , v. i3o. II., lib. n i , v. g. II . , lib. i z , v. 455.

LIBRO DECIMOTERZO

a3J

n si deve darle, come fanno alcuni, diversa interpretazione , i quali adducono quell espressione dello stesso Omero : Essa era seduta sul fuoco ; che significa certa mente presso il fuoco. Ma chi potrebbe intendere che cosa significhi an peplo deposto presso alle ginocchia ? quelli che alterando- la prosodia invece di yt>*rn vorrebbero legger y come $**, non dicono se non parole vuote di senso . . . . . Oltre di che molti fra i simulacri antichi di Minerva sono seduti, come se ne vedono in Focea, in Marsiglia, in Roma, in Chio ed in parecchie altre citt. E s aggiunga inoltre che an che gli scrittori recenti concorrono a comprovare la distruzione dell antica c itt; fra i quali anche l ora tore Licurgo , che facendo menzione della citt de gl Diesi, dice : Chi non ha sentito che da quando la distrussero gli E lleni, essa disabitata ( i ) ? Si congettura pertanto che coloro i quali pensarono di rifabbricare Ilio avessero in abbominio l antico suo luogo, o per le calamit a cui era andato soggtto, o per le maledizioni che Agamennone gli aveva scagliate, secondo un costume antico (a); come anche Creso dopo

. (i) Ecco le parole di Licurgo 1 o r a t o r e r i f e r i te dal C o rty ;

Chi non ha sentito dire che Troia, la pi grande fr a le citt di quel tempo e padrona di tutta V A sia , poich f u distrutta dagli Elleni , rimase disabitata ?
(2) Tanto antico (dice il C oray ) che lo troviamo nella Sacra Scrittura dove Giosu pronunci queste parole: Maledetto di

nanzi a l Signore colui che risusciter e riedificher la citt di Gerico.

a 38

DELLA GEOGRAFIA DI STB ABONE

avere distrutta Sidene in cui il tiranno Glaucia erasi rifuggito, maledisse chiunque pensasse a murar di nuova quel luogo. Quindi si tennero lontani da quel sito e posero le mura in un altro. Oa prima pertanto gli Astipalei, divenuti padroni an che di Reteo, fondarono Polio lungo il Simoenta (detta ora Polisma ) ; ma per essere in un luogo non molto forte fu prestamente distrutta. Quella che ora sussiste fu costrutta al tempo dei re lidii, cos l abitazione come il tempio. Essa non era per altro una c itt , ma tale divenne solo molto pi ta rd i, e crebbe, come di cemmo, a poco a poco. Ellanico per volendosi gratificare agl1 Iliesi com suo costume, afferma che sono una sola citt l antica e la moderna : che quando Ilio fu distrutto se ne divi sero fra loro il territorio gli abitanti di Sigeo e di Reteo ed alcuni altri; ma che tutti poi restituirono la parte occupala, quando si ricostrusse questa citt. Gredesi che l Ida sia stata detta propriamente ab bondante di fo n ti per la moltitudine dei fiumi che ne discendono, sopra tutto da quelle parti alle quali sotto posta la Dardania fino a Scepsi ed ai luoghi vicini ad Ilio. E Demetrio che fu pratico di que siti come colui che n era nativo, cos li descrive: Evvi una collina, parte del monte I d a , denominata Gotilo, al disopra.di Scepsi circa cento e venti stadii. Da quella discorrono lo Scamandro, il Granico e 1 Asepo. Questi ultimi due traggono la loro origine da molte sorgenti, avviandosi verso il settentrione e verso la Propontide ; lo Scamaudro va verso l occidente e nasce da una sola fonte.

LIBRO DECIMOTERZO

s3g

Tutte queste fonti sono vicine fra loro dentro un cir cuito di circa venti stadii. E quello tra codesti fiumi la cui foce pi d ogni altra lontana dalla sua sor gente 1 Asepo, che ha un corso di circa cinquecento stadii. Somministrano poi argomento di ricerca quelle pa role di Omero :
................... .................. Gi venati Son delV alto Scamandro alle due fo n ti. Calida i P una , t qual di fuoco acceso Spandesi intomo d i sue linfe il fu m o : Fredda come gragnuola o ghiaccio o neve Scorre P altra di state ().

Perocch u si trovano oggid fonti calde in quel luogo, n la sorgente dello Scamandro risponde a quel sito che Omero le assegna, ma sta nel m onte, ed una sola, non due. Tuttavolta pu darsi cbe la sorgente calda sia venuta m eno; e la sorgente fredda potrebb essere un ramo dello Scamandro stesso, il quale spro fondalo in una voragine e corso per qualche spazio sotterra, sbuchi poi in quel luogo di cui parla Omero : o forse quella fo n te ju detta sorgente dello Scamandro soltanto per la sua vicinanza a questo fiume : cos ap punto suol avvenire che ad uno stesso fiume si assegnino parecchie sorgenti. Nello Scamandro mette foce IAndrio che viene dalla Caresena , paese montuoso, con molti borghi, ottima mente coltivalo e parallelo alla Dardania fino ai din
( i ) I I . , lib.
xxii

, v. 147.

2^0

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

torni di Zelea e di Pitiea. Dicesi che quel paese rice vesse il suo nome dal fiume Careso menzionato da Omero in quel verso : Rodio , Careso , Eptaporo ; ma la citt che portava il nome stesso del fiume fu distrutta. Lo stesso Demetrio poi dice che il fiume Reso ora chiamasi Reite, quando peraltro (soggiunge) il Reso non fosse quel fiume che sbocca nelGranico.LEptaporo, il quale detto anche Poliporo si valica sette volte (i) andando dai luo ghi circonvicini al Bel Pino fino al borgo di Celena ed al tempio d Esculapio fondato da Lisimaco. Rispetto al Bel Pino or ora mentovato cos scrive Attalo re di Per gamo , primo di questo nome : La sua periferia di ventiquattro piedi : il tronco dalla radice s innalza per ben sessantasette stadii, poi si divide in tre rami ugual mente distanti fra lo ro , che nuovamente si uniscono al vertice, costituendo cos un altezza di due pletri e quindici cubiti. Quest lbero distante verso il set tentrione cento ottanta stadii da Adramitto. Il Careso scorre da Malunte eh un luogo posto fra Palescepsi (2 ) ed Acheo nel continente rimpetto a Tenedo } poi si scarica nellAsepo. Il Rodio che viene da Cleandria e da G ordo, distanti susanta stadii dal Bel Pino mette foce nellEnio. Sul principio poi della valle che si stende lungo l Asepo, alla sinistra della sua cor(1) Questo appunto significa il nome di Eptaporo , come il nome di Poliporo significa in generale che si valica pi volte. (2) Cio lantica Scepsi. - Poco dopo invece di Cleandria crede il Wesselingio che debba leggersi Neandria. Anche il nome di Gordo sospetto, e qualcuno vorrebbe sostituirvi quello di

Gergito.

, .

LIBRO DEC1M 0TERZO

$4 l

ren te , trovasi Polichna, luogo mpnito di buone mura ; quindi tengono dietro Pale&cepsi ed Alizonio, P ultimo, dei quali luoghi fu. immaginato in servigio di quanto ai congettura sugli Alizonii di cui abbiam parlato. Segui* tano poscia la deserta citt di Careno e la Caresene ed il fiume che porta lo stesso nom e, il quale forma an ch esso una valle di qualche importanza, minore per altro di quella dell Asepo. finalmente i luoghi che a questi teogopo dietro spqo le pianure; di Zelea con certe, colline .ottimamente coltivate. Alla destra dell Asepo fra Polichna e Palescepsi collocano INea-Come con alcune miniere d argento, le quali .furonp anch esse immaginate a comprovare (e. congettura gi detl,e, affin* ch si giustifichi quell espressione di, Ornerei: ; ricco, d argentea vena (i). Ma dopo tutto questo, dove sa rebbe poi Alibe od Alope > qualunque siasi K denomi nazione che vogliasi preferire? Perocch castoro, poich sono gi proceduti a tal segno di sfrontatezza, dovreb bero pur fingere anohe questa c itt , e non lasciare un vuoto, n dar materia di censura contro la lro fin zione. A questa parte adunque delle cose dette da t)e* metrio si possono /are queste opposizioni; il rimanente crediamo cbe sidehba accettare; e stimiamo che con venga por mente a quanto egli dice, perch fu pratico, e nativo di que luoghi, e tanto medit sopra questa m ateria, cbe scrisse ben trenta libri a spiegare poca pi che i sessanta versi dei quali Omero compose Perni merazione delle milizie troiane.
(i) II., lib. u ,.v . 857.
S tb jo h e

j lom.

IV .

>0

34 a

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Dice pertanto Demetrio cbe Palesccpsi distante cinquanta stadii du Enea (i) e trenta dal fiume Asepo; e che questo nome di Palescepsi s esteso anche a parecohi altri luoghi. Ma tempo oramai di ripigliare la nostra descrizione della spiaggia da quel punto dove 1 abbiamo lasciata. Dopo il promontorio S ige^e il monumento dAchille s'incontrano la spiaggia opposta allisola di Tenedo, e il luogo detto Acheo. Lisla di Tenedo non distante dal continente pi che quaranta stadii; la sua circonferenza ne conta circa ottanta ; evvi una citt eolica, e due porti e un tempio d Apollo Sminteo, ci che viene attestato anche da Omero in quel verso ove Crise dice a quei Dio : Tu che
................................... sei di Tenedo Possente imperador, Sminteo, deh modi (a).

Le stanno intorno pi isolette, e due fra laltre denomi nate Calidne, poste nel tragitto da quellisola a Lecto (3). Alcuni poi diedero il nome di Calidna all isola stessa di Tenedo ; altri la dissero invece Leucofride. Trovansi pure alcune altre isolette circostanti a Tenedo. Quivi poi dicono avvenuti i casi di Tenne da cui deriv anche il nome all isola ; e quivi pure i casi di GicnO, trace
(i) questo il luogo stesso nomato pocanzi Nea+Come. (a) 11, , lib. i , v. 3 o. (3) Non iti conoscono isole al mezzogiorno di Tenedo, cio fra quest isola e il Capo Lecto, ora Capa Baba. Il disordine del testo permetterebbe di credere che invece di Lecto Strabone avesse scritto Sigeo ; nel qual caso le isole Calidue potrebbero corrispondere alle isole Mauro od a quelle dei Lapmi (Q.)

LIBRO' DECIMOTERZO

3^3

di origine, padre (come dicono alcuni) di Tenne e re di Colone (l). Ad Acheo eran contigue Larissa e C olane, le quali in antico furono dipendenti da Dia ; poi quella che ora dicesi C risa, situata sopra un'altura pietrosa all orlo del mare; ed Amassito pi abbasso e vicinissima al ea< po Letico. Ora poi contigua ad Acheo Alessandria,' nella quale le piccole citt menzionato poe 1 am i i sono tutte compenetrate; e la stesso accadde anche di parecchi altri castelli, fra i quali sono Cebrenu e Nean d ria , il cui territorio posseduto presfcuteroette dagli abitanti cP Alessandria, G il luogo dove o ri sittwt-* questa citt una volta chiatnav&si Sigia. In Crisa posto il tempio d Apollo Sm inteo, il simbolo che giustifica letimologia del soprannome un topo che sta sotto i piedi della statua (a), la quale lavoro di Scopa da Pario, E rispetto al to p o , ecco la storia o la favola cbe ne raccontano. Ai Teucri ch& si partiron da Creta ( cos disse pel primo Cattino poeta
(i) Secondo Conone , Tenne figliuolo di Ciouo re della Troade, per l odio della matrigna fu chiuso in una cassa eoa Emitca sua sorella , e gittata in mare. Le onde portarono la cassa all isla di Leuoofride, la quale, per esserne poi Tenne divenuto padrone, ricevette il nuovo sno nume da lui. Cicno dopa qualche tempo venne a quell isola , e dalla nave su cui eri) venuLo si diede a pregar il figliuolo che gli perdonasse ; ma questi presa un accetta tagli la oorda con cui il legno paterno era raccomandato alla spiaggia, e lo costrinse a partire. (?) Da r /titS o f, che nel dialetto eolico significava un topo , venuto il soprannome di X ftu S tili, Sminteo.

!14 4

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

elegiaco, e Io seguitaron poi molti ) un oracolo aveva ordinato che fermassero la loro sede in quel luogo dove si troverebbero insidiati dai figli della terra (i); ci che per quanto si dice accadde loro nei dio torni di Arnassito. Perocch di notte tempo una gran moltitudine di topi di terra usc fuori e corrose qnant essi avevati di cuoio nell armature o negli utensili. Essi pertanto si posero a dimora co l , e denominarono Ida il monte dal nome di una montagua di Creta. Aggiunge poi Eraelide pontico che i topi i quali abbondavano intrno al tempio furono tenuti sacri , e che per questo si fece la statua del Dio appoggiata sopra uno di quegli animali. Alcuni altri invece raccontano esser venuto dall Attica un certo Teucro appartenente al demo dei Troiani he ora dieesi degli Xipetei ; non gi che venissero i Teucri da Creta. Ed a provare questa unione e meschianza dei Troiani cogli Attici recano in mezzo questo argomento, che damendue questi popoli fu primo stipite un certo Eritlonio. Questo adunque raccontano gli scrittori mo derni. Ma coi poemi di Omero concordano meglio i vestigi, che. veggonsi nella pianura di Tebe ed a Cri sa, citt fondata in quella stessa pianura: di che noi par leremo ben tosto. In pi luoghi poi trovasi il nome di Sminteo. Perocch presso la citt stessa di Amassito, oltre il tempio di Apollo Sminteo , v ha due siti denominati Smintia : altri ve ne sono nel vicino territorio di Larissa : anche nella Pariana v ha un luogo detto Smintia, e cos pure a Rodi,
(i) Oi yi'itis, i terrigeni.

LIBRO DECIMOTERZO

3 /( S

a Lindo ed in altri siti parecchi. il tempio di cui qui si parla ora dicesi Smintio anchesso. < Evvi inoltre nelle vicinanze di Lecto la pianura di Alesio, non grande, colle saline Tragasee, dove il sale da s medesimo si rapprende allorch spirano i venti etesii. Sul capo Letteo suol farsi vedere laltare dei do dici Iddii, fondato, per quello che se ne dice, da Agamennobe. Qtesti luoghi poi stanno dirimpetto ad Ilio , da cui sono distanti duecento stadii o poco pi (i). Cos pure dall altra parte .si veggono i luoghi intorno ad Abido, ch per un poco pi vicino ad Ilio. Chi supera il capo di Lecto scopre le nobilissime citt degli Eolii e il golfo Adramftteno, in. cui manifesto che furono collocati da Omero quasi tutti i Lelegi e i Cili cii divisi in due popolazioni. Quivi .pure anche la spiaggia marittima detta de Mitilenesi, perch vi si trovano alcuni borghi fondati dagli abitanti di Mitileue che si trasportarono sul continente .1 Quel golfo poi vien detto anche golfo Ideo : perch il dosso montuoso che stendesi dal capo Letteo all Ida situato al di sopra delle prime parti dal golfo stesso, anticamente abitate dai Lelegi secondo Omero. Di questi Lelegi noi abbiam gi parlato : ora si vuole aggiungere che la citt di Pe daso appartenente a loro fu soggetta ad Alte per quel che dice Onder stesso:
Di queir Alte che vecchio ai bellicosi
() Cio circa sei leghe, (G.).

46

DELLA GEOGRAFIA DI STB ABONE

Lelegi impera, e lien suo saggio al /itone Satnioenle lieti* eccelsa Pedaso (l).

Ora per suol mostrarsi deserto il luogo itt cui era questa citt. Alcuni poi scrivono non gi al Satnioenle, ma sotto il Satnioenle, come se la citt di Pedaso stesse ai piedi di un monte di questo nome. Ma non si trova col verun monte denominato Satnioenle, bens un fiume, lungo il quale era posta la predetta c itt , cbe ora distrutta. E questo fiume menzionato anchesso da Omero in que versi :
E primo Aiace tP Oilio < P assalto Satnio fe r , che Natde gintile A d Enopo pastor lungo il bel fiume Satnioenle partorito avea (q)*.

Ed altrove :
fato che sua sta n a avea nelP alta Pedaso , in riva dell amato fiume Satnoente (3)>

In progresso poi di tempo alcuni diedero a questo fiume il nome di Sat'ioenle, altri quello di Safnfoente: non & per altro se non un gran torrente divenuto illustre per ch Omero t*e fece menzione. Tutti questi luoghi pertanto sono contgui alla Diardania ed alla Scepsia, anzi sono quasi unaltra Dardania, ma pi bassa. Essi appartengono presentemente agli As* sii ed ai Gargarii fino al mare di L esbo, e sono .cinti (i) II., lib. xvt, v. 8 6 . (a) II., lib. xiv, v. 4 4 ^* (3) II., lib. vi, v. 34.

LIBRO DECIMOTERZO

47

all intorno dall Antandria e dal territorio de Cebrnii, de 1 Neandrii e degli Amassiti. Perocch al di sopra del paese di Amassito abitano i Neandrii, anch essi al di qna del capo L etteo , ma pi dentro terra e pi vicini ad Ilio, sicch ne sono distanti solo cento trenta stadii. Sopra costoro abitano i Cebrenii ; ed al di sopra dei Cebrenii i Dardaifii. fino a Palescepsi ed anche fino a Scepsi stessa. Antandro poi fu detta citt dei Lelegi da Alceo in quelle parole : Primamente trovasi Antan dro citt dei Lelegi : ma Demetrio da Scepsi l anno vera fra le citt circostanti ai Lelegi, sicch verrebbe ad essere nel territorio dei Cilicii. Costoro infatti sono strettamente contigai ai Lelegi dalla parte del mezzo giorno , ma sono anch 1 essi pi bassi, e confinano prin cipalmente colla spiaggia del mare presso Adramitto. Perocch dopo L e c to , alla distanza di quaranta stadii, trovasi Polimedio (i), poi a ottanta stadii un bosco poco al di sopra del mare, poi Gargara alla distanza di cento quaranta stadii. Giace Gargara sul promontorio che for ma il golfo Adramitteno propriamente detto. Perocch ben vero che tutta la spiaggia da Lecto fino a Cane i chiama con questo nome sotto il quale comprendersi an che il golfo Elaitico , ma nondimeno pi propriamente si applica a questo golfo Adramitteno chiuso fra il pro montorio gi detto su cui sta Gargara , e fra quello sopraoqomato di P irra , sul quale fondato il tempio di Venere. E la larghezza della bocca di questo golfo dall uno all altro promontorio di cento venti stadii.
(i) Il Corny creils che debba leggersi invere Palamedio.

DELLA GEOGRAFIA DI STflABONE

Dentro cotesto golfo trovasi Antandro a cui soprast un monte detto dAlessandrea, sul quale fama cbe le Dee fossero giudicate da Paride (i). Poi Tiene Aspaneo, dov suole depositarsi il legname che tagliasi nella selva dell Ida per darlo quindi a chi ne abbia bisogno. Ap presso trovatisi il borgo di Astira ed il bosco sacro a Diana Astiretta: e subito dopo evvi la citt di Adramitto , colnia'dfegli-Ateniesi, la quale ha porto e sta gione di navi. Al di fuori poi del golfo e dopo il pro montorio di Pirra trovasi Cistn, citt deserta , con porto 5 ed al di sopra di quella dentro terra uua mi niera di ra m e , poi Perpereria e Trario ed altre siffatte abitazini. Sulla spiaggia che tied dietro stanno i borghi de Mitilenesi, Corifntid ed'Eraclea; dopo questi Attea; poi Ataniea e Pitaoe e le foci del Caico, luoghi che appar tengono gi al golfo degli Elaiti. Sulla riva - opposta del fiume predetto fondata Elea, poi trovasi il restante 'del golfo sino a Cane/ Ma ora conviene che noi rico minciando il nstro discorso 1 soggiungiamo intorno ciascuno di questi luoghi ci che forse avrem tralasciato di dire, che pur merita di essere ricordate : e pri mamente di Scepsi. L Critica Scepsi (a) superiore a Cbretie, e posta nella patte pi elevata dellIda vicin di Polichna. E si chiam Scepsi, Come per altre' cajgioni, cos principal(i) noto che Paride eh lamavasi prima Alessandro , <T onde il nome di questo monte. 0 ) ir Lo stesso che Paltseepsi.

LIBRO DECMOTERZO

mente per essere in Jnogo che pu vedersi da tolte le parti all intorno (i); se pure i nomi usati dai barbari in quella et s debbono spiegare con elleniche etimologie. Col volgere di tempo gli abitanti di quella;citt furono trasportati sessanta stadii pi abbasso nella citt di Scepsi che tuttora sussiste, per opera di Scamandro fi gliuolo di Ettore, e di Ascanio figliuolo di Enea: ed fama che questi due casati vi regnarono lungamente. Appresso poi il governo si convert in oligarchia*, quindi gli abitanti di Scepsi conformarono il loro modo di go vernarsi a quel de Milesii (a), e si ressero democratica mente; ma nondimeno i discendenti da quelle due fa miglie cbiamaronsi r e , e conservarono certi onori. Pi tardi Antigono trasport gli abitanti di Scepsi in Ales sandria, d onde li liber poi Lisimaco; ed essi tornaT o n o alla loro patria. Demetrio crede altres che Scepsi, d onde egli era nativo, sia stata la reggia di Enea, sic come quella eh era situata fra i domhm di quel prin cipe e la citt di Lirnesso, nella quale Omero dice che Enea'stesso faggi essendo inseguito da Achille. In fatti quel poeta fa che Achille dica ad Enea:
Altra volta., mi par, ti pot in fuga Questa mia lancia. Non rammenti il giorno Che soletto ti colsi , e con veloce Corso dair Ida ti cacciai, lontano Dalle tue mandre ? Tu volavi, e , mai
(i) Dui verbo -*(*>-/<*<, circumspicio.
(a) Quando i Milesii inviarono a Scepsi una- colonia , come Slrahone slesso dir nel lib. xiv.

SELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Non volgendo la. fronte , entro Lim esto Ti riparasti. Col favore io poi D i Giove e Palla la citt distrussi (i).

Con questa tradizione per altro intorno ai primi fon datori di Scepsi non concorda quel cbe si dice comu nemente di Enea , cio chegli uscisse illeso dalla guerra in conseguenza della sua inimicizia con Priamo ; alla quale inimicizia poi dovrebbero alludere quelle parole di Om ero, ove dice che Deifobo si volse a cercare di Enea,
E negli estremi lo trov del campo Stante, il cor roso di perpetuo cruccio , Perch lui che tra prodi uvea gran fam a Inonorato il re troian lasciava (a).

Ed anche gli Antenoridi, compagni di Enea, ed Antenore stesso fama che si salvassero in premio dell ospitalit ehe Menelao trov presso di loro. Per ci poi Sofocle nella Distruzione dilio dice che sulla porta di Ante nore fu distesa una pelle di pantera , per segnale che quella casa dovesse lasciarsi illesa. Quindi si crede che Antenore e i figliuoli di lui in compagnia di quegli Eneti che scamparono dalla guerra, siansi primamente rifug giti nella T ra c ia , e che di quivi discendessero poi nelP Enetica lungo P Adria. E rispetto ad Enea raccontano eh egli in compagnia di Anchise suo padre e del pro prio figliuolo Ascanio, avendo raccolta una certa quan tit di popolo, si mise in mare : e gli uni poi dicono (i) 11., lib. s s , v. 187 . (a) 11., lib. siv, v.

in n o n&cittoTfcazo

a51

clic s pose ad abitare net dintorni dell Olimpo di Ma cedonia , gli altri invece presso Mantinea d Arcadia, e che quivi fond la piccola citt di C apna, denominan dola cos da Capi (i). Ma alcuni altri dicono per lo con trario eh egli approd ad Egesta nella Sicilia insieme con Etimo troiano, che occup Erice e Lilibeo, e diede i nomi d Scamandro e di Simoenta ai fiumi che scorrono in vicinanza dEgesta. Aggiungono ancora, che passato dalla Sicilia nella terra Latina, quivi ferm la sua sede 4 seconda di un certo oracolo che gli ava ordinato di stabilirsi in quel luogo dove la fame lo riducesse a di vorare la mensa. E questo appunto gli avvenne nel La zio presso Lavinio, dove in luogo di mensa si valse di una grande focaccia, e per non avere altro la mangi insieme colle carni che gli furono apposte. Ma Omero per altro non concorda, per quanto pare, con nessuno di costoro, e nemmanco con quella tradizione da noi gi riferita intorno alla fondazione di Scepsi. Perocch dice invece che Enea rest 1 nella T roade, della quale eredit il dominio , eh egli poi trasmise come retaggio ai figli dei figli dopo che la schiatta di Priamo fu di spersa.
................................................. I f i l i Decretar eh egli (Enea) viva , onde la stirpe Di Dardano non pera interamente, Di lui che Giove , innanzi a quanti Jtgli Alvo mortai gli partoro , dilesse ; Perocch da gran tempo egli la gente

(l) Capi fu padre Hi Anchisc.

052

SELLA GEOGRAFIA DI STHBOIfE

Di'Priamo abbatte , e sui Troiani ornai D' Enea, la fo rta regner con talli Defig li.i fig li e chi verr da quelli (1).

-Sicch poi non potrebbe ammettersi nemmaoco la suc cessione di Scamandro (a). Molto pi poi discorda Ome ro da chi dice che la navigazione di Enea si estese fino ali Italia, dove suppongono chegli passasse il restante della sua vita. Se non che alcuni invece di iquelle parle la forza di Enea regner sui Troiani ( An fit'n T fitrni mr*(u ) leggono : la schiatta di Enea regner sull 1universo ( Ain/a* y'ucc n m m i i t i ( n ) , e vogliono che il poeta facesse con ci allusione ai Ro mani. Di Scepsi furon nativi tre filosofi socratici Erasto, Corisco e Nleo figlinolo di Gorsico stesso. Questultimo fu anche nditore di Aristotele e di Teofrasto, dal quale ere dit poi la biblioteca in cui era compresa anche quella di Aristotele : perocch questo filosofo lasci la pro pria biblioteca a Teofrasto a cui lasci anche la- scuola. Aristotele il primo di quanti ci son conosciuti che fa cesse raccolta di libri; e insegn ai re Egizii di com porsi una biblioteca. Teofrasto poi la trasmise aNeleo, il quale la trasport a Scepsi e lasciolla a suoi con cittadini , uomini idioti, da cui i libri furon tenuti chiusi sotto chiave e negligentemente gettati alla rin* fusa: e sentendo poi che i re Attalici sotto la cui si gnoria era posta la loro citt facevan ricerca di lib ri,
(t) II ., lib. x x , v.

3oa.

(3) Accennata pocanzi a pag. 2p.

u n o D Scm tO TEBzo

a53

per formarne a Pergamo una biblioteca 7 essi li nasco* sero in una fossa , donde li trassero poi ( malconci dall umidit e dai vermi) i discendenti del gi mentovata Nelto per venderli ad Apellicone, da Te>o a prezzo di molto denaro. Ma ApeNicne, come colui che era bi blifilo molto pi che filosofo (i), volendo restaurarne lo parti corrose fece copiare in nuovi volanti le antiche scritture malamente empiendone i vuol*, e cos diede fuori.dei libri pieni di inesattezze: Di qui avvenne che i Peripatetici antichi, cio' quelli che succedettero a Teo fraato essendo afftto privi di libri, fuor solamente po chi quasi tutti esoterici (2 ), non ' poterono trattare pr* fondamente nessuna materia, ma soltanto esentare un qualche tesi : e gli altri che -vissero quando i libri pre detti eran venuti in luee, ebbero bens potest di filoso fare un po meglio seguitarono! principi dAristotele , ma pel gran numero delle scorrezioni trovaronsi neces sitati di trattare il pi delle cose : sopra il solo fonda mento delle congetture. A queste scorrezioni contribu poi mollo anche.Roma^ perooch subito dopo la morte di Apellicone, Siila espugnatore di Atene s impadron della- sua biblioteca, la quale fu trasportata in questa citt. Qui poi il grammatico' Tirannione seguace delia

(1) Cio amava i libri materialmente considerali pi cbe la dottrina io quelli compresa. (2) Davasi questo nome ai libri destinati ad esser letti da tutti e perci divolgati ; i quali poi non contenevano i dogmi fonda mentali che Aristotele comunicava soltanto a coloro eherano ammessi alla sua scuola. ( Ed. frane. ).

a54

S E L L I GEOGRAFIA. D I STRABO*

dottrina Aristotelica amicatosi colai die 1 ebbe in tu stodia, ottenne di poter ricopiarne te Opere : ed allret* tanto fecero alcuni venditori di libri valendosi di cattivi copisti, e non confrontando cogli originati ci cbessi seri vevano, il che avviene auebe di altri libri dei quali si traggono copie da vendere cos in Roma come in Ales< sandria. Ma tanto ci basti intorno a questo argomento. Di Scepsi fu uativo anche quel Demetrio di cui ab* biamo falla menzione pi volte; grammatico commen tatore dell enumerazione dell esercito troiano, vissuto contemporaneo a Cratete e ad Aristarco.. Ne fu nati* vo altres Metrodoro che di filpsofo s fece uomo di Stato , il quale nelle sue scritture tenne per lo pi il modo dei retori, e si valse di un suo nuovo stile che a molti parve mirabile : quiudi poi per la stima in cui venne, bench fosse povero , trov in Cartagine una moglie doviziosa, dopo di che assunse il soprannome di Cartaginese. Postasi poscia al servigio di Mitridate Eupatore lo seguit colla moglie nel P o n to , e s acqui st grandissimo o n o re , tanto che gli fu data una giu risdizione dalla quale non era permesso appellarsi nemmanco al re. La sua buona fortuna non fu per al tro perpetua; ma caduto nell invidia duomini ingiu sti si ribell da quel principe quando lo sped am basciatore a Tigrane re dell Arineuia. Questi poi lo vimaud suo malgrado a Mitridate Eupatore cacciato gi dallavito suo regno; ma nel viaggio perdette la vita o per opera di quel re o per naturai m alattia, perch luuo e laltro si afferma. E questo sia detto di Scepsi. A Scepsi tengono dietro Aqdria, Piouia e Gargaride.

LIBRO DECIMOTERZO

355

Nel territorio di Andria avvi una pietra la quale ab bruciala d il ferro ; poi messo nella fornace con una certa terra si converte in pseudargiro (r); e se a que sto aggiungi del rame ne riesce una colale mistura che' alcuni dicono oricalco. Il pseudargiro si genera anche vicino al Tmolo. questi sono i luoghi che furono pos seduti dai Lelegi, come anche quelli intorno ad Asso. la citt di Asso in una forte posizione e fornita di buone mura a cui dal mare e dal porto si ascende pei* una via erta e lunga, sicch ben pare ehe di lei possa dirsi quel verso del citarista Stratonico : Procedi verso Asso se desideri procedere verso una pronta morte (a). Il porto i formato da un gran argine. DAsso fu nativo Cleante filosofo stoico che successa nella scuola di Zenone da Cizio e la lasci poi a Cri sippo da Soli : ed anche Aristotele visse per qualche tempo in quella citt a motivo della sua parentela col tiranno Ermia, il quale fu eunuco, e servo una volta dua banchiere. Venuto in Atene egli fa uditore di Platone e di Aristotele. Ritornato quindi da quella citt alla pa tria si fece compagno di tirannia al proprio padrone
(i) Cio : In argento falso. (a) Il verso di Stratonico dice : *Arrtt y i t * B-trc 1 ixi^p to wlfpaSr (d uria parodia di Omero ( I L , lib. vi, v. i{ 5 ), in cui 1 av verbio Zrvtr ( prope ) di Omero viene adoperato come nome proprio della citt di Asso ; sicch poi nella traduzione va per duto lo scherzo, mancando la somiglianza delle dite voci "A trti e S ir r ti.

56

SELLA GEOGRAFIA. DI STRABONE

che di recente erasi impossessato di Atarnea e di Asso, poi gli successe nella signoria di quei luoghi. Allora egli chiam col Aristotele e Senocrate e li tenne in graade onore ; anzi accas con Aristotele la figliuola dun suo fratello (i). Ma Memnone di Rodi allora ministro e ge nerale dei Persiani, fingendo amicizia, chiam a s E rmia sotto nome di ospitalit, e col pretesto di dover, trattare con lui di certe immaginarie faccende, e per tal modo avendolo preso, lo mand al proprio re dove mor impiccato. 1 due filosofi predetti salvaronsi fuggendo da quei luoghi dei quali i Persiani si resero padroni. . Dice poi Mirsilo che Asso fu fondato dai Metimnei; ed Ellanico la considera come una citt Eolica, : sicch poi sono citt eoliche Gargara e Lamponia. Gargara in fatti una colonia dAsso, pella quale, perch scar-. seggiava dabitatori, i re trasportarono qpei di Mileto desertando cos questa citt. Quindi Demetrio scepsio disse che gli abitanti di Gargara, di Eolii erano divenuti semibarbari. Al tempo di Omero per altro tutti cocesti luoghi fu* no dei Lelegi, i quali da alcuni vengono indicati come C arii, ma quel poeta ue li distingue dicendo :
Quei della Caria, ed i Peonii arcieri, I Lelegi, i Cauconi ed i Pelatghi Tutto il piano occupdr che al mare inchina (a).
(i) Cos il Coray, leggendo coi testi antichi: Svyurip* iS tX 0u. Ma altri leggono: Svyurip SiXQiStZ, la figliuola d un .suo nipote. Il Casaubono poi nota che Laerzio dice: BvymAp* v iJtXQ /Jnt, una figlia od un nipote; e cosi forse do vrebbe leggersi anche qui. (a) 11., lib. x , v. 428.

LIBRO DECIM OTERZO

*5 7

Perocch questi versi dimostrano che i Lelegi erano distinti dai Carii ; i primi abitavano fra i paesi sog getti ad Enea e fra quelli ehe il poeta chiama Cilieii ; se non che infestati da Achille si trasferirono nella Ca* ria ed occuparono i dintorni dAlicarnasso. La citt poi di Pedaso che da costoro fu abbandonata pi non sussiste : ben eravi per lontano dal mare una citt a cui essi diedero il nome di P edasa, c il cui territorio, dicesi anche al d doggi Pedaside. fama inoltre che i Lelegi possedettero in quel paese .ben otto c itt , e che anticamente vi crebbero in tanto numero da occupare anche la Caria fino al Mindo ed a Bargilia, e da sottrarre anche alla Pisidia buona parte del suo territo rio. Ma in progresso di tempo essendosi accostati coi Carii in una certa guerra si diffusero per tutta quanta la Grecia, e la loro nazione disparve. Delle otto citt gi menzionate, poi sei furon da Mausolo compenetrate nella sola Alicarnasso come racconta Callistene, con servando nell esser loro di prima soltanto Suagela e Mindo. Qualora gli abitanti di Pedaso od i loro vicini stavan per incontrare qualche sventura , Erodoto afferma che alla sacerdotessa di Minerva spuntava la barba ; e che questo era avvenuto loro tre volte (i). Pedaso poi tuttora una piccola citt nel territorio di Stratonicea.
. (1) Anche Aristotele { dice il .Coray ) fa menzione di questo prodigio ; ma dal modo cou cui ne parla si raccoglie che non lebbe per vero.
S tu jm o h e 3 toni. I V ,
17

258

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

l a tutta la Caria e nella citt di Mileto si mostrano sepolcri di Lelegi, e castelli e vestigi di abitazioni. La spiaggia che vien dopo i Lelegi, secondo Omero, era abitata dai Cilicii $ ora la posseggono gli AdramtU te n i, gli Atarniti e quei di Pitane sino alla foce del Caico. Ed e ra n o , come si disse, divisi i Cilicii in due principati ; quello d Eeziotie, e quello soggetto a Minete. Lo stesso Omero poi dice che la citt di Tebe fu nella signoria d Eezione :
......................... . . Nella sacra sede j y Eeiion ne gimmo ; la ctlade Ponemmo a sacco, e tutta a questo campo Fu condotta la preda (i).

E d manifesto che appartenne ad Eezione anche Crisa sacrario di Apollo Sm inteo, giacch Criseide fu presa in Tebe.
.......................Tutta a questo campo Fa condotta la preda. In giuste parti La diviser gli Achivi e la leggiadra Criseide f u scelta al primo Atride.

A Minete poi afferma che appartenne Lirnesso, raccon tando che Achille s avea conquistata Briseide
. . . . ............. per metto alla mina Di Lirness e di Tebe , a morte spinti Del bellicoso Eveno ambo i figliuoli Epistrofi) e Minete (?).
(i) 11., lib. i , v. 366. Si noti per che il testo omerico uoa dice soltanto nella sacra sede dC Eezione, ma bens in Tebe,

sacra citt d Eezione.


(i)

11. , lib. h , v. 691.

LIBRO SB C JM 0T E R 2O

E dove Briseide dicq :


E quando Achille il mio consorte uccisa E di Minete la citt distrusse , Tu mi vietavi il piangere (i) ;

non vuoisi gi intendere chessa parli della citt di Tebe, la quale apparteneva ad Eezione, ma s di Lirnesso. Tutte e due poi queste citt si trovavano in quella cbe pi tardi si disse pianura di Tebey la quale fama che per la sua grande fertilit fu combattuta parecchie volte, primamente dai Misii e dai Lidii, e dopo dagli Eti leni che vi si trasferirono dallEolide e da Lesbo. Ora la posseggono per la maggior parte gli Adramitteni, e v ancora T e b e , e v il castello di Lirnesso, due luoghi deserti, e distanti da Adramitto 1 uno da un lato ses santa stadii, 1 altro dall altro l^to ottanta. Nell Adramittene sono pur anche Crisa e Cilla. Vi cin di Tebe pertanto trovasi oggid un luogo detto Cilla, dov il sacrario dApollo Cilleo, e lungh esso venendo dall Ida scorre il fiume Cillo. Tutti questi siti sono dalla parte dellAntandria. Anche il Cilleo di Lesbo deriv il suo nome da questa citt di Cilla. Ew i inoltre un monte Cilleo fra Gargara ed Antandro. Dae coloneo dice che il tempio di Apollo. Cilleo fu primamente fondato a Colone dagli Eolii che vi navigarono dall Eliade. Anche in Crisa si vener un Apollo Cilleo, ma ignorasi se fosse Io stesso che lo Sm iuteo, od un altro. Crisa poi era una piccola citt lungo il mare con porto ( posta alcun poco al disopra
(i) l i . , tb. x i x , v. a g 5.

a6o

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

di Tebe ), dov era il tempio dApollo Sminteo, e dove fu trovata Criseide : ma quel luogo fu convertito ia un vero deserto ; e il tempio dei Cilicii fu tramutato a quella cbe ora dicesi Crisa presso Amassito , perch di quel popolo alcuni si trasferirono nella Panfilia, altri in Amassito. Quelli poi che mal si conoscono delle anticbfe storie , credono cbe questa fosse la Crisa men> zionata da Omero , e che qui sia stata presa Criseide. Ma questa moderna citt uon ha porto, cd Omero dice:
......................... Intanto a Crisa

Colla sacra ecatombe Ulisse approda. N el seno entrati del profondo porto Le vele ammainr (i) :

N v in questa alcun tempio lungo il mare, come il poeta afferma che nellautica trovavasi :
.......................... Ecco sul lido Tutta smontar la gente , ecco schierarsi

V ecatombe d Jpollo, e dalla nave Dell onde vatrice ultima uscire Criseide. AlV aitar t accompagnava L accorto Ulisse, ed alla man del caro Genilor la ponea (7).

N la Crisa de nostri giorni vicina a Tebe com era P antica , dacch Omero dice che in Tebe fu presa Criseide. Aggiungasi che non si trova nel territorio di Alessandria alcan luogo denominato Cilla, n un tempio
( 1) 11., lib. 1, v. 43?(a) 11., lib. 1, r . 459.

LIBRO DECIMOTERZO

iG (

dApollo Cilleo, mentre Omero congiunge insieme que sti due siti dicendo :
Dio dair areo argento , o tu che Crisa Proteggi , c f alma Citta (i).

In fatti questi due luoghi si mostrano ancora nella pia nura di Tebe vicini fra loro; e la navigazione da Crisa di Cilicia fino a Naustatmo (a) di circa settecento stadii, cio quanto pu compiersi in un giorno, come dimostrasi dal viaggio dUlisse. Perocch uscito della nave subito offerse il sagrificio al Dio, e soprarrivata la notte si trattenne col per mettersi poi al ritorno allo spuntare del di seguente. Ma da Crisa d Amassitf> a Naustatmo la distanza appena la terza parte di quel cbe abbiam detto $ sicch Ulisse avrebbe potuto in un medesimo giorno compiere il sagrificio ed esserne di ritorno. Trovasi anche presso il tempio d Apollo Cilleo un gran rialto di te r r a , monumento di un certo Cilla, il quale si dice essere stato auriga di Pelope e governatore di quel paese. Da costui forse la Cilicia ricevette il suo nome , od egli invece lo ricevette da quella (3). Quello pertanto che si dice dei Teucri (4) e dei topi, dai quali si deriv il soprannome di Sm inteo, perch i topi si dicono s m in ti , tutto si vuol trasportare a cotesti

(i) II., lib. i , v. 57. (a) Cio : Fino alla stazione delle navi dei Greci. (3) Secondo Apollodoro la Cilicia ricevette il suo noni* da Cilice figliuolo di Agenore. (4) Venuti da Creta.

362

SELLA GEOGRAFIA DI STRADONE,

luoghi. Tale denominazione poi derivata da vili og getti la giustificano con alcani altri esempi. Infatti dai parnopi ( 1) che gli Oetei chiamano cornopi, venne il so prannome di Ercole Cornopione, da quei popoli vene* rato in memoria dell averli Ercole liberali da quegli animali. Ipoctono invece detto da quelli Eritrei che abitano il monte M ima, perch distrusse le ipi divo ratrici delle viti : sicch fra gli Eritrei sono eglino i soli cbe non hanno siffatti animali. Quelli di Rodi-hanno nel loro territorio un tempio di Apollo Eritibio, perch chiamano efitibe Verisibe (la ruggine delle biade). Presso gli Eolii dell Asia v ha un mese chiamato Pornopio, net/quale s&grificano ad Apollo Pornopio, giacch i Beoti usano dire pornopi in luogo di parnopi. Alla Misia appartiene il paese circonvicino ad Adra* mitto, una volta sottoposto ai Lidii: anzi anche oggid vi sono certe Porte in Adramitto che si dicono L id ie, perch si dic cbe i Lidii furono fondatori di qaella citt. Dicono cbe appartiene alla Misia anche Astira la quale Ora un borgo vicin d Adramitto, ma fu prima una piccola c itt , con nn sacrario di Diana Astirena in nn bosco, presieduto con molta venerazione dagli Antandi'ti ai quali principalmente vicino. Questa citt distante venti stadii dallantica Crisa, la quale ebbe essa pure un sacrario in un bosco. Quivi altres il cos detto vallo d Achille. Procedendo di col a cinquanta stadii verso linterno del paese trovasi Tebe ora deserta, che Omero dice cs(1) Ci?: : dalle locuste.

LIBRO DECIMOTERZO

63

sere situata ai piedi del Placos selvoso. Ma ora non si rinviene col n nn luogo detto Placos o P lax , n veruna selva, bench sia vicino il monte Ida. Tebe lontana da Astira circa settanta stadii, e sessanta da Andira. Ma tutti questi son nomi di luoghi dpserti o mal popolati, o di semplici torrenti, dei quali per si fa gran men zione nelle antiche istorie. Le citt poi di maggiore im portanza sono Asso ed Adramitto. Ma Adramitto nella guerra Mitridatica soggiacque ad avversa fortuna, per ch il generale Diodoro per gratificarsi al re mise a morte il senato composto di cittadini, bench si van tasse filosofo accademico, e fosse causidico e retore. Egli poi seguit Mitridate nel Ponto ; ma quando cadde quel r e , pag il fio delle sue male azioni : perocch essendosi poste in campo diverse accuse a un sol tempo contro di lu i, egli si lasci turpemente morire d inedia nella mia p a tria , per non sopportar quella infamia. Fu di Adramitto l'illustre oratore Senocle, partigiano dello stile asiatico, ma forte quantaltri mai a conten dere ; il quale aring in favore dell Asia dinanzi al se nato, allorch fu accusata di favorire le parti di Mitri date (i). Vicino ad Astira evvi il Iago di Sapra (2 ) , pieno di vortici, il quale entra nel mare da un lato dove la spiag tutta aspra di massi. Sotto Andira trovasi un tempio sacro alla Madre degli Dei soprannomata Andirene , e v ha eziandio un antro
(1) Letteralmente : di Mitridatismo. (2) Cio : Lago putrido.

DELLA GEOGRAFIA DI STRBONB

che va sotterra fino a Palea ( Pala una certa abita* zioire distante da Andira cento trenta stadii ) , il quale fu scoperto perch un capro che vera caduto fu il gior no dopo trovato a caso presso Andira dal suo pastore che andava a fare un sagrificio. Atarneo fu il luogo dove tenne sua dimora il tiranno Ermia. A questo tengono dietro Pitaue, citt eolica for* nita di due porti, e il fiume Eveno che le scorre al fianco, dal quale per mezzo di acquidolti si conduce 1 acqua agli Adramitteni. Di Pitane fu nativo Arcesilao filosofo accademico e condiscepolo di Zenone da Cizio presso Palemone. Avvi poi anche a Pitane un certo luogo detto Atarneo sotto Pitane , ed lungo il mare rimpctto allisola Eleussa. Dicono che i mattoni di Pitane galleggiano sull acqua, ci che avviene anche in unisoletta della Tirrenia $ perch quella terra pi leggiera dell acqua dentro cui si getta , e perci vi sornuota. E Posidonio afferma di aver veduta nell Iberia una certa terra argillosa, la quale si adopera a pulirei vasi d a r gento, e di cui si fanno mattoni forti e galleggianti. Dopo P itale il fiume Caico sbocca nel golfo detto Elaitico alla distanza di treuta stadii. Al di l poi del Caico, a dodici stadii dal fiume, trovasi Elea citt eo lica anch essa , la quale serve di porto ai Pergameni, bench sia distante cento venti stadii da Pergamo. Procedendo ancora lo spazio di cento stadii trovasi il promontorio di Cane opposto a quello di Lecto, eoa cui forma il golfo Adramitteno, del quale poi P Elai tico una parte. Ed Cane una piccola citt de Locresi venuti da C in o , posta rimpetto alle estre-

LIBRO DiCISrOTERZO

St65

tnt meridionali di Lesbo nella provincia C anea, la quale si stende fino alfe Arginusse ed al promon torio loro imminente (i). Alcuni danno a questo pro montorio il nome di Ega o Capra; ma bisogna pro nunciar kiDga la seconda sillaba dicendo Egdn , come Actdn ed Archdn ; perch cos una volta denominavasi tutto il monte cbe ora dicesi Cane o Cana. Questo monte poi circondato verso il mezzogiorno e verso P occidente dal mare , verso loriente dalla pianura del Caico, verso il settentrione dall Elaitide. Esso sorge diritto e raccolto sopra s stesso, se non cbe pende al cun poco verso il mare Egeo da cui gli venuto il some, cbe poi rimase soltanto al promontorio poc anzi mentovato, siccome dice anche Saffo; e tutto il restante chiamasiv Cane o Cana. F ra Elea i Pitane, Atarneo e Pergamo situata Teu trania al di qua del Caico, e lontana pi che settanta stadii da ciascuna di queste citt. Teutra che le diede il nome raccontasi che fosse re dei Cilicii e dei Misi Euripide afferma che Aleo padre di Auge la fece gittar in mare chiusa in un cofano iusieme col proprio fi gliuolo Telefo, poich saccorse eh era stata violata da Ercole; ma per cura di Minerva il cofano attravers il mare ed entr nella bocca del Caico ; dove poi Teu tra trattili da quella prigione si tenne Auge come mglie e Telefo come figliuolo (2 ). Ma questa una favola, e bN
( 1) 11 Capo Coloni. (G .)

(2) Si perduta la tragedia dEuripide a cui allude Strabone : la favola di Auge di Telefo per trovasi in Apollodoro.

266

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

sogna perci cbe sia concorsa qualche altra circostanza a far s che la figliuola di Arcade diventasse moglie ni re dei Misii, e che il Gglio di lei ereditasse la si gnoria di quel re. Ad ogni modo si crede che Teutra e Telefo abbiano regnato sulla Teutrania e sul paese cir convicino al Gaico. Omero poi rispetto a questa tradi zione dice soltanto queste parole : Neottolemo uccise ton acuto strale f eroe Euripilo figliuolo di Telefo , e

d1intorno a lui morirono molti Cetei suoi compagni pei doni muliebri (i). Ma con queste parole il poeta ci ha messo innanzi un enigma, pinttostocb qualche cosa di chiaro ; giacch non sappiamo n chi si debba intendere sotto il nome di Cetei , n che cosa significhi quell1 espressione pei doni muliebri ifm): e quegrammatici i quali a spiegarla adducono alcune altre favole, sanno bens accumulare parole, ma non gi risolvere il dubbio proposto. Lasciamo adunque ui disparte coteste cose, e volgendoci a quel eh pi chiaro, diciamo cbe nei luoghi vicini al Caico, secondo Omero, par eh abbia regnato gi Euripilo; sicch forse fu soggetta a lui anche uua parte dei Cilicii, i quali pteron essere divisi in tre principati anzich in due soli.
(i) Il Pindemonte diede a questo passo di Omero, considerato da Strabone come un enigma, la seguente interpretazione : ..........................Abili solo Che (Neottolemo) il Telefide Euripilo trafisse

Fra i suoi Cetei, che gli moriano intorno; Euripilo di Troia ai sacri muri Per la impromessa man d' lina del Rege Figlia venuto.

LIBRO DECIMOTERZO

A questa opinione d fondamento il picciol fiume o tor rente Ceteo che si vede nell Elaitide : questo fiume si scarica in un altro consimile a lu i, e questo ancora in un altro , finch tutti mttono foce nel Calco. Il Caico poi non iscorre gi dallIda come ha detto Bachillide; n vero ci che disse Euripide, che Marsia abitasse la celebre citt di Celene alle radici dellIda: perocch Celene molto lontana da quel monte, e cos anche le sorgeuti del Caico, le quali si veggon essere in una pianoro. Ben v ha ir monte Temno che disgiunge questa pianura dall A pia, la quale dentro terra al di l della pianura di Tebe. Dal Temno pertanto scorre il fiume Misio che si scarica nel Caico al di sotto delle sue sorgenti ; laonde credono alcuni che Eschilo parli del confluente di questi due fiumi, allorch nel prologo dei Mirmidoui dice: Salve, o Caico, corrente del Misio. Vicino poi alle sorgenti del Caico situato il borgo Gergita dove Attalo trasfer i Gergecii della Troade dopo averne distrutto il paese. C A P O II.
Situazione ed estensione del t sola di Lesbo. Citt di Metimna. M i tilene ed alcune altre citt. Uomini illu stri d Mitilene e delie al tre citt d i Lesbo. D egli Ecatonnesi. Pordotelenej etimologia d i questo nome e d i alcuni a ltri somiglianti.

Rimpetto alla spiaggia che va dal capo Letteo a Cane s stende l isola di Lesbo degna di essere ampiamente descritta. Intorno ad essa poi stanno parecchie isolette,

a68

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

alcune al di l, alcune fra Lesbo stessa ed il continente. Egli questo pertanto il tempo di farne parola ; poich sono appartenenti all Eolide anche questi luoghi ; e Lesbo anzi quasi metropoli di tutte le citt eoliche. Quindi cominceremo da quel punto donde abbiamo co minciata anche la descrizione della spiaggia che le sia dirimpetto. A chi da Lecto'naviga ad Asso le prime terre di Le sbo chei trova sono quelle del capo Sigrio (i), che l'e stremit settentrionale dell isola. Verso quella parte situata Metimna citt dei Lesbii, distante sessant sta dii dalla spiaggia che stendesi fra Polimedio ed Asso. La periferia di tutta lisola di mille e cento stadii ; le sue parti sono le seguenti. Chi tenendosi l isola a destra naviga da Metimna a Malia, che il capo pi meridionale ed opposto preci samente a Cane, corre tre cento quaranta stadii: di quivi a Sigrio (che la lunghezza dellisola) ve ne sono cinquecento sessanta ; da Sigrio a Metimna duecento dieci. Mitilene situala fra Metimna e Malia la maggior citt di quell isola. Essa distante da Malia sessanta sladii, cento venti da Cane, ed altrettanti dalle Arginusse, le quali sono tre isole non grandi in vicinanza del con tinente e circostanti a Cane. In quel punto fra Mitilene
(i) Ora capo Sigri; ma il Gosselin osserva che Strabone avrebbe dovuto dire essere questo capo 1 estremit occidentale di Lesbo, trovandosi alcuni punti di quellisola pi settentrionali del capo Sigri.

LIBRO DECIMOTERZO

6g

e Melimna, dove trovasi il borgo Egiro, la maggior

strettezza dell'isola, giacch quivi brevissimo.il pas saggio allEuripo Pirreo. Pirra poi sul fianco occiden tale di Lesbo, lontana cento stadii da Malia. La citt di Mitilene ha due porti : 1 uno dei quali , chiuso dalla parte del mezzogiorno, acconcio ad es sere stanza di galee , ed ha una stazione capace di ben cento navi ; 1 altro settentrionale grande e pro fondo e difeso da un molo. Dinanzi ad entrambi sta nna piccola isola su cui costrutta una parte di Mi* tilene stessa. Questa citt ben provveduta di ogni cosa, ed ebbe, anche uomini illustri; anticamente Pittaco uno dei sette sapienti, e il poeta Alceo, e suo fratello Antimenide. Costui (dice Alceo medesimo) guerreggiando in favore dei Babilonesi compi una grande impresa e li sottrasse da gravi mali uccidendo un valoroso guerrie ro, che quel poeta medesimo chiama lottatore dei re (i). Fior contemporanea a costoro anche Saffo, donna mi rabile ; tanto che non sappiamo se a memoria duomini ne sia vissuta un altra che potesse punto n poco ga reggiare con lei nel pregio della poesia. In quei tempi dei quali ora parliamo, la citt di Mitilene fu padroneg giata da molti per le dissensioni degli abitanti ; e di qui poi nacquero le poesie di Alceo denominate Stasiotiche (2 ). Fra i tiranni di Mitilene vebbe anche Pittaco;
(1) Il testo soggiunge : inX$iriiTit (ta tti itta i r w tx fftx n t : ma queste parole cos come sono non ti prestana a veruna ragionevole spiegazione. (2) Cio : Poesie sulle fazioni.

270

DELLA GEOGRAFIA D I STRABONE

contro il quale non meno che contro Nirsilo > Megalegiro e i Cleanattidi inve poi Alceo , sebbene anch egli non fosse del tutto immune dallamore delle novit. Pit taco per si valse della sua monarchica autorit soltanto a distruggere le dominazioni dei m olti, e quando 1 eb be distrutte ridon alla citt l indipendenza di prima. Dopo un lungo volger di tempi fior poi in Mililene il retore Diofane} ed allet nostra vi fiorirono Potamone, Lesbocle, Crinagora e lo storico Teofane. Costui fu anehe conoscitore della politica, e principalmente per questa virt fu amico di Pompeo M agno, e lo aiut a ben condurre tutte le sue im prese, dande poi ebbe potest di abbellire la patria cos pel favor di Pompeo come per opera sua propria, e divent celebre sopra tutti gli Elleni ( 1). Lasci moreudo un figliuolo, per no me Marco Pompeo, che Augusto fece poi governatore dell Asia, e che ora si annovera fra i principali amici d Tiberio. Gli Ateniesi corsero pericolo di cadere in una incan* cellabile infamia allorch decretarono di trucidare tutti gli abitanti di Mitilene al di sopra della pubert: ma poi cambiarono opinione, e il nuovo decreto pervenne ai capi dellesercito soltanto uu giorno prima che si mandasse ad effetto la precedente deliberazione (a). La citt di Pirra fu distrutta. Nondimeno il sobborgo (1) Ricevette da Mitilenesi gli onori divini. (Ed. frane.). (3 ) Veggansi Tucidide, lib. 111 , c. 36 e 49 1 e Diodoro Si culo , lib. x u , c. 55.

LIBRO DECIMOTERZO

27 I

ancora abitato ; ed ba un porto lontano ottanta sta* dii da Mitilene. Trovasi poi Eresso dopo P irra , sopra un colle che' stendesi fino al mare ; e di quivi al Sigrio contansi ventotto stadii. Furo nativi di Eresso Teofrasto e Fama filosofi peripatetici e scolari di Aristotele. Teofrasto da prima chiamavasi Tiriamo, ma Aristotele poi gii mut il nome per fuggire la cacofonia della parola Tirtamo , ed anche per dinotare colla nuova denominazione la molta eleganza del suo parlare: perocch Aristotele fece bei parlatori tutti i suoi scolari, ma il pi ben parlante di tutti fu Teofrasto. A Sigrio tien dietro la citt di Antissa fornita di un porto. Poscia viene Metimna donde fu nativo quell Arione, di cui Erodoto favoleggiando racconta, cbe gel* tato dai pirati nel mare fu da un delfino portato sano e salvo a Tenaro. Costui fu musico di professione. Anche Terpandro si dice che coltiv larte della musica, e che fu nativo anchesso dellisola di Lesbo, e il primo che si valse di una lira con sette corde invece di quat tro , come si raccoglie da quei versi che a lui si at tribuiscono : Abbandonando la lira di quattro corde , noi Gabbiamo armata di sette, e cantammo nuovi inni> F u poi di Lesbo anche lo storico Ellanico, e cos anche Callia che comment Saffo ed Alceo. Lungo lo stretto che fra lAsia e lisola di Lesbo si trovano circa venti isolette, anzi forse quaranta, sicco me dice Timostene : e si chiamano tutte in comune le Ecatonnesi ; secondo il costume di raddoppiare la lettera N in questi nom i, per esempio, Peloponneso,

DELLA GEOGRAFIA D I STRABO!**

Mionneso, Proconneso, Alonneso. Sicch tanto a dira Ecatonnesi, quanto Apollonnesi (od isole d1 A pollo) \ per ch Ecato fu anche il nome di Apollo, Dio venerato lungo tutta quanta quella spiaggia fino a .Tenedo sotto i nomi di Sm inteo, Cilleo, Grineo e simili. Vicin di queste isole situata anche Pordoselene, isola fornita di una citt dello stesso suo nome : e rim* petto a questa citt vha unaltra isola. . . . maggiore di Pordoselene, con una citt anehessa del medesimo no* me, ma deserta, e con un tempio dApollo. Alcuni fuggendo lo spiacevole suono di questi nomi dicono che a Pordoselene debba sostituirsi Poroselene ; e cos vogliono che il monte Aspordeno in vicinanza di Pergamo, per essere aspro e sterile, si debba chia mare Asporeno ; e il sacrario della Madre degli Dei si tuato sopra quel monte vogtiono che si dica sacrario della Dea Asporene. Ma cbe dovremmo dunque dire dei nomi Pordali, Saperde , Perdicca 5 e di quella espres sione abiti pordacchi per significare abiti bagnati, o di quellaltra, terreno pordacco per dire terreno paludoso, che trovansi nell antica commedia ? Lesbo a pari distanza da T enedo, da Limne e da C bio, cio a meno di cinquecento stadii.

n a so raemOTEM. C A P O HI.
D ei C ilicii, Lelegi e Petasghi. Varie citt denominate La/issa. Altre citt eoliche. Citt ed cUntanti di Cime. Uomini illu stri d i Cime.

Poich i Lelegi ed i Cilicii ebbero cos stretta refa zione coi Troiani, domandano alcuni per qual motivo non trovatisi anch essi annoverati fra coloro che ven* nero in soccorso di Troia. probabile che i Cilicii, p er essere stati uccisi i loro capi e distrutte le loro citt > rimasti.in picciol numero combattessero sotto il comando di Ettore. Credegi infatti cbe Eezione e i suoi figli gi fossero stati uccisi quando si fece la rivista descritta da O m ero, perch' Andromaca dice ad Ettore
Orba del padre io sono e della madre. M uccise il padre lo spietato Achille I l d che dei Cilici egli V eccelsa Popolosa citt Tebe distrusse. D i ben sette fra telli iva superba La mia casa. Di questi in un sol giorna Lo stesso Jiglio della Dea sospinse Vanirne a Pluto (i).

Cos parimente i soldati soggetti a Minete perdettero i condottieri e la citt ; perocch per mano d Achille furono .............................. a morte spinte (i) 11., lib. v i, v. 4<4>
S t b o s e j tom. I V .

3^4

della

aB o eu jru

di shabone

Del bellicoso Eveno ambo i figliuli E pistrofi e MXHele (l).

Dei Lelegi poi dice Omero che alcuni intervennero ai combattimenti :


Quei della Caria , ed i Peoni arciri l Lelegi> i Cauconi ed i Pelasghi Tutto il piano occupr che al mare inchina (a);

ed altrove:
E primo Aiace di Olio d assalto Sainio fer- che Naide gentile A d Enopo pastor lungo il beljiutne Satnoente partorito avea (3).

P erocch i Lelegi non etano stati cos intieram ente di strutti 4 da non poter tuttavia form are u n corpo da s. In fatti vivea ancora il loro re A lte, e la loro citt non era stata del tutto messa in rovine ; talch Omero fa dire da Licaone ad Achille :
Di queW Alte che vecchio ai bellicosi Lelgi im pera,,e tien suo seggio al fiuta* Satnoente nell eccelsa Pedaso (/j).

T uttavolta Om ero in quella sua enm erune li pass in silenzio, stimando che non formassero da s soli u n corpo tan to considerevole da dover esservi men* zionato ; o forse perch li comprese fra i soldati di Et*

(i) (a) (3) (4)

IL , 11., IL , IL ,

lib. lib. lib. lib.

, v. 6t)a. x , v. 4a8. xiv j v. 44n. x x i , V. 86.

l i m o b e c ih o

m aso

a^5

lore a cui erano s strttamente imiti. Infetti Licaoua> fratello dEttore dice}
.............-.............. A hi I che a ben corta Vita la Madre a partorir mi venne\ . La' thadre Laoloe d Altri J giiuoty ; D I queW A lte eho vecchio ai beilicoti Lelegi impera , e tiem sud tsggio al fium Satnioente nel? eccelsa Pedaso.

Questo quanto pu dirsi congetturando intorb a costoro. E bisogna contentarsi di tdngetture anche' quando si cerca qual fosse secondo Orner il confine' tra i Cilicii e i Pelasfghi, o quali fossero r Cetei che al dir del poeta abitavano fra questi due popoli ed eran soggetti ad Euripilo. Intorno ai Glieli ed ai sudditi di Euripilo noi abbiado' gi detto quanto drr Si pttfeva , e dicemmo altres che loro servono di Confine! i luoghi' circostanti al Caico. Rispetto poi i Pelasghi, ragio nevole collocarli subit dopt costoro, o si guardi tri ci che ne dice O m ero } od alla stria in generale. Omero infatti dice :
Balla pingue Lariss i furibondi Lanciatati Petasghi Ippto mena Con P leo, bellicosi ambo germogli Del pelasgfco Leto Teutamide (i).

Con queste parole il poeta fa manifesta la moltitudine de Pelasghi, giatieh non dic la gente , mai le genti (4)} ( i ) li., lib. i , v. 8 4 0 . (3 ) Il testo propriamente dice:
Pelasghi.

le genti dei

a j6

DELLA GEOGHAFIA DI STBABONE

e dice altres che abitavano in Larissa. Ben il vero che molte sono le citt di tal nome, ma vuoisi iotendere di una che fosse vicina ( alla. T roade); e forse pi che di ogni altra, si vuoi intendere di quella vicina a Cime; perocch fra le tre Larisse vicine alla Troade quella eh presso ad Amassito, era affatto dirimpetto ad Elio e molto vicina ad esso ( infatti n era distante non pi di duecento stadii); sicch Omero non avrebbe detto cosa credibile allorch parlando d Ippotoo, morto nel combattimento che si fece sul cadavere di Patroclo, disse :
.................................................Sovra il morto ei pure Boccon cadde e spir lungi dai campi Di Larissa fecondi ( i ) .

Ma questo converrebbe piuttosto a Larissa vicina a Cime, la quale distante da Ilio circa mille stadii (a)., L a terza Larissa un borgo del territorio efesio nella pianura del Caistro. Dicesi che anticamente fu una citt nella quale eravi un tempio d Apollo Larisseno : essa, pi vicina al Tmolo che ad Efeso da cui distante cento ottanta stadii, sicch potrebbesi considerare come soggetta ai Meoni. In progresso poi di tempo gli Efesii cresciuti in potenza si appropriarono in gran partje il territorio dei M eoni, i quali ora si chiamano Lidii : e perci questa non potrebbe gi essere la Larissa dei Pelasghi, ma piuttosto quellaltra di cui prlam(i) I I., lib. x v ii, v. 3 o5 . (a) Pare che Cime o Carne fosse in fondo al golfo di Sandarlic. (G.)

LIBRO DECIMOTERZO

277

ino poc anzi. Perocch non abbiamo veruh forte argo mento per prorare che al tempo della guerra troiana gi sussistesse la Larissa della pianura Caistriana ; e lo stesso vuol dirsi anche rispetto a quella d Efeso. Ma per quella situata in vioinanza di Cime fa testimonianza tutta la storia eolica, che sussisteva poco dopo le cose troiane. Infatti quella storia racconta che gli abitanti del Fricio ( i ) , monte della Locride situalo al disopra delle Termopili, partendosi di col attraversarono il mare e vennero in quel luogo dove ora Cime. Quivi essi trovarono i Pelasghi i quali erano bens abbattuti gi dalla guerra troiana , ma tuttavia possedevano Larissa distante circa settanta stadii da Cime stessa. A trnta stadii da Larissa eglino costrussro quello che ora chia masi Neo'tichos (a) per combattere i Pelasghi ; e dopo averne presa la citt fondarono Cime, dove ridussero ad abitare quanti dei vinti sopravanzarono a quella guerra. Dal moute Fricio poi venne il soprannome di Friconide cos a Cime come a Larissa, la quale ora deserta. Che poi i Pelasghi sieno stati una grande nazione , dicono che vien comprovato anche da altre istorie. Pe rocch Menecrate eleate nell Opera sulle origini deile citt afferma che tutta la spiaggia ora detta Ionia co* minciandosi da M icale, e tutte anche le isole a quella spiaggia adiacenti furono una volta abitate dai Pelasghi. I Lesbii poi asseriscono che nella guerra di Troia essi ebbero a condottiero quel Pileo che da Omero detto
(1) Strabone n ha gi parlato nel principio di questo libro (a) Nuovo castello.

a j8

DELLA GEOGRAFIA

di

STRABONB

prineipCdei Pelasghi, e da cui affermano che fu deno minato Bileo anche il monte che si trova fra loro. Oltre di ci anche i Ghii dicono che i Pelasghi deila Tessa glia furono loro fondatori. F u poi la nazione dei Pelasghi vagante, e molto in* dittala aH etnigraeioni (j ). Essa grandemente sampli, poi soggiacque ad una rapida decadenza, principalmente dopo che gli Eolti e gl Ionii passarono nell Asia. Tutte e tre queste Larisse, cos la Castriaaa, come la Fricoiiide ed anche quella della Tessaglia, hanno questa particolarit che U loro territorio i tutto alluvione di 'fiumi, cio del C aistro, dell Ermo e del Peneo. A Larissa Friconide dicesi che era venerato Piaso , principe, per quanto si crde, dei Pelasghi. Raccontasi ohe costui innamoratosi della propria figliuola Larissa le fece violenza ; ma pag il fio di questo delitto : pe rocch la figliuola avendolo una volta veduto ourvto sopra un tino di vino, lo prese per le gambe e solleva tolo ve lo acci dentro. E questo quanto rig u ard a le antichit di quel paese. Alle cht he ora diconsi eoliche bisogna aggiungere anche Ega e Tempo , donde fu nativo quell Eroi gara he scrisse dellavt*} rettorica (2 ). E queste due citt so* no situate sullaltura (3) soprastante ai territorio di Ci-

{i) I usty comuni leggono xp\i W^tatrlartif alle sedmonf.


(p) Quintiliano lo cita in pi luoghi come no dei migliori
scrittori di rettorica. Ne fa menzione anche Cicerone. (Edit. fr.) (3) Pare che quest altura debba essere il monte T em no, il quale disgiunge, al dir di Strabone, la pianura del Caico da quella d Apia. (Edit. fr.)

t r e n o OBOmOTBMSO

3 JC)

me,di Fdea e di Smirne pel quale lErmo discorre. Non lontano da quelle citt situata anohe Magnesia alle lide del Sipilo, la quale dai Romani fu dichiarata citt Ubra. F u anohessa danneggiata dai recenti jtremuoti. Chi va dalla parte contraria verso il Caico ed ohre l Ermo trova cbe il tragitto da Larissa a Cime i di settanta stadii ; di quaranta quello da Cime a Minima ; e di altrettanti quelli da Mirinna a Grinio, e da Grini ad Elea. Al dire di Artemidoeo, dopo Cime trovasi Ade, e qua ranta stadii pi in l trovasi un promontorio sopranno* mato Idra, il quale essendo situato rimpetto al promon torio Armatunta forma con quello il golfo ElaHto. La larghezza della bocca di questo golfo di circa ottanta stadii. Chi vi saddentra per lo spazio di seasapta stadii trova M irinna, citt eolica fornita di poeto : poscia il Porto degli Achei dove sono le are dei dodici Iddi ; poi Grinio piccola citt da Mirinoci; quindi il sacrario d Apollo, oracolo antico, e il tempio magnifico co strutto di marmo bianco. Questo sito lontano da Mirinna quaranta stadii. Settanta stadii pi in l si tuata Elea fornita di p o rto , dov era anche la stazione delle navi dei re AUalici. La fondarono Me>nejt* 0 e gli Ateniesi concorsi con lui alla guerra di Troia (t). Dei luoghi che vengono appresso, P itau , Ataroea ed a ltri, gi si parlato. Pi grande e pi forte di tutte le citt eoliche & Ci: ( 1) N<% il Coray che questo paragrafo tolto da Artemidoro i di lezione molto dubbiosa.

yi8t>

bfeLL k KJEOGKAFI DI STUABON

me. Qaesta Lesbo sono quasi metropoli delle altre circostanti citt, le quali fatano trenta 5 ma non pohe gi sono disparse. Gli abitanti di Cime sono accasati di stolidezza (come dicono alcuni) perch solo dopo tre cento dnui dacch la loro citt era fondata stabilirono gabelle al loro porto, n mai prima di quel tetpo pen* saroiro a trarne vantaggio: sicch poi nacque il prover bio, che quelli di Cime tard isi accorsero di abitate una* citt marittima. Di questa loro stolidezza suoi puoi ad dursi anche quest' feltra prova , che pigliarono in pre stito una certa quantit di denaro a nome della ^ p b blica ipotecandone i po rtici, e che non avendo potuto restituire al tempo prefisso quel denaro, fa foro vietato di passeggiare sotto i portici ipotecati. Se non che i creditori per un certo pudore, ogniqualvolta pioveva, facevano pubblicamente igridare da tm banditore di ri trarsi sotto i portici : ma da questa usanza di gridare : Ritiratevi sotto i portici: si fece poi il proverbi, che' quelli di Cime non accorgevansi che in tempo th piog gia bisogna approfittare dei portici, se non veniva nn banditore a darne loro avviso* U n nom nativo di questa citt, ma degno intentra- 1 stabilmente che se ne faccia menzione fa Eforo disce- polo dell orator Isocrate , autore di nna storia e di uri. libro intitolato delle Invenzioni. Anche prima di costui fior in quella citt il poeta E siodo, il'quale dice eglistesso che sno padre Dio lasciando Cime citt eolica si trasfer nella Beozia dove si pose ad abitare in Ascra, miserabile borgo ai piedi dellElicona^e incomodo sog giorno cos d estate come d inverno.

LIBRO DECIMOTRZO

i 8 1

Cbe Omero fosse anch egli nativo di Cime non cosa affermata concordemente da tutti, perocch molte citt glielo contendono. Gredei cbe il nome di Cime provenisse da unAmaione , in quella guisa che il nome di Mirinna deriv dallAmazone sepolta nella pianura troiana sotto Ba tiea;
Alla vitto, rimpetto Solitario nel piano ergesi un colle A cui s* ascende d ogni parte. detto Da'mortai Satiea , dagV immortali Tomba delP agilissima Mirinna (i).

Viene deriso anche E foro, perch non avendo notabiliaeioni della sua patria da raccontare fra quelle'eh egli narr, e non volendo per altro passarla in siletizio, fin il suo scritto dicendo : Durante questo tempo i cittadini

di Cime viveano tranquilli. Ora avendo finito di descrivere la spiaggia della Troade e dell Eolia, ci resta da scorrere nelle parti mediterra nee fino al Tauro, collo stesso ordine osservato fin qui.
(i)

11. ,

li b . l i , v. 8 1 4 .

DELLA OHOftflFfA DI STBABONB

CAPO

IV.

J)ella citt d i Pergamo. Re d i Pergamo soprannomati Aitatici. Uomini illu stri nativi d i Pergamo. Apollonia ed altre citt. D ella citt d i Sardi. D el monte Tm alo. D el Pattalo e iPa ltri fium i. I l lago Coloe. Discussione sopra alcuni passi di Omero e di Pindaro. Sepolcri dei re di Lidia. Rivoluzioni d i Sardi. La M isia. L Cataceeaumene. ; A ltri paesi al mezzogiorno del Tm olo. D i Itra p o li t del- suo Plutonio, -i- D i Antiochia su l M eandro, t * / Solim i. r-> G iiira. Z a M iliade.

Ha una specie di maggioranza sui luoghi dei quali bbiaor dtto di voler parlare, la citt illustre di Per gamo stata per molto tempo felice sotto i re Atletici. Da questa pertanto ci conyjen cominciare la nostra de* scrizione, facendo innanzi tutto conoscere brevemente d onde avessero origine i suoi Re e ctm e finissero. F u Pergamo il luogo dove Lisimaco di Agatocle uno dei suceessori di Alessandro deposit le sue ricchezze ; ed era fabbricata sul vertice di un monte che alzandosi finisce in una specie di cono. L a custodia della fortezza e del tesoro ( ammontava a nove mila talenti) era commessa a Filetero da Tiana eunuco sin dall infanzia : perocch concorrendo una volta gran popolo a vedere una pompa funebre, accadde che la nutrice di Filetero allora bambino fu cos circon dala e cos stretta dalla moltitudine, che al fanciullo furono schiacciati i genitali. Cos egli rimase eunuco; ma essendo poi diligentemente educato parve degno di quell ufficio. E per qualche tempo Filetero stette fe

t I B * 0 DECIMOTERZO

a83

dele a Lisimaco : ma caduto poi nellodio di rsinoe moglie di Lisimaco stesso, e da lei perseguitato, ribell il castello al s d o principe, valendosi duuoecasione cbe ^li pareva opportuna a tentar novit. Perocch Lisimaco Avvolto in domestiche sventare era stato costretto di' far morire il proprio figliuolo Agatocle : pi era stato vinto e abbattuto da Seleuco Nicatore, il quale fu ucciso a tradimento anch'egli da Tolommeo Cerauno. Mentrech queste turbolenze ferveaiio, 1 eunuco se ne stette nel suo castello, con promesse e con altre arti guadagnandosi sempre astutamente colui eh era pi forte od almeno pi vicino a lui: e cosi dur ben venti anni padrone del luogo e dei tesori. Filetero ebbe due fratelli, luno Eum ene, 1.altro, mi* nore di e t , Aitalo. Dal primo nacque un figliuolo che si nomin Eumene, come il padre; e questi eredit poi la signoria di Pergam o, alla quale aggiunse anche quella de luoghi circonvicini ; tanto che sconfisse in vi cinanza di Sardi Antioco figliuolo di Seleuco $ e mori dopo un regno di venti anni. Ad Eumene successe Attalo figliuolo di Aitalo (i) e di Antiochide figlia d Acheo. Questi primo di tutti fu proclamalo re dopo aver vinti i Galati in una grande battaglia. Fu anche amico ai Rom ani, e combatt in loro fivore contro Filippo insieme colla flotta di Rodi: e mor vecchio dopo aver regnato ben quarantalr anni. Egli lasci quattro figliuoli avuti da sua moglie Apollonide cizicena, cio Eumene, Attalo, Filetero ed Ateneo.
(i) 11 minor figlinolo di Filetero.

584

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

F ra questi figliuoli i tre ultimi vissero come semplici privati, ed Eumene maggiore di et ebbe il regno ( i ). Anche costui si un coi Romani a guerreggiare contro Antioco il Grande e contro Perseo, e nebbe in ricom pensa tutto il paese al di qua daj Tauro ch era stato soggetto ad Antioco. Prima di ci i luoghi dipendenti da Pergamo erano pochi, come quelli che si stende vano sol fino al mare verso il golfo Elaitico e l Adramitteno. Questo Eumene ampli la citt di Pergamo , vi piant il bosco Niceforio, vi eresse monumenti e bi blioteche , e tutta insomma procedette da lui quella ele ganza che noi vi troviamo anche ai d nostri. Dopo aver regnato quarantanove anni lasci il dominio al proprio figliuolo A'ttalo natogli da Stralonica figlia di Ariarato re della Cappadocia ; commettendo per alla cura del pro prio fratello Attalo cos il figliuolo, chera tuttora fanciul lo, come il regno. Questo principe regn ventunanno, e mor vecchio nella gloria di molte belle imprese. Pe rocch unitosi con Alessandro figliuolo di Antioco vinse Demetrio di Sele&co, e insieme coi Romani vinse il / pseudo-Fhppo : guerreggi poi contro Diegilide re dei Ceni nella Tracia, e lo fece prigioniero. Egli fu cagione altres della morte di Prusia suscitandogli contro il fi gliuolo Nicomede. E dopo tutto questo lasci poi il re gno ad Attalo suo pupillo. Questi soprannomato Filometore, dopo aver, regnato per cinque anni fin la vita
(i) La concordia di questi quattro fratelli merit di essere por tata in esempio anche da Plutarco nel suo opuscolo Dellamore

fraterno.

LIBRO DECIMOTERZO

385

di m alattia, e morendo fece suoi eredi i Romani} i quali ridussero in una provincia quel paese, chiamandola Asia dal nome del continente (i). Il fiume Gai.co bagna la citt di Pergamo attraver sando la cos detta pianura del Caico, terreno molto fertile, e forse anzi il migliore di tutta la Misia. V ebbero in Pergamo alla nostra et uomini memo randi , come a dire Mitridate figlio di Menodote della figlia di Adobogione ( appartenente alla famiglia dei tetrarchi dei G alati), la quale si dice essere stata concubina del re Mitridate : e soggiungono che i pa renti di lei, traendo profitto da questa circostanza, des sero al fanciullo il nome di Mitridate affinch poi fosse creduto figliuolo del re. Questo Mitridate pertanto (a) divenuto amico di Ce sa re , crebbe a tal grado di onore , che fu creato tetrarca com erano stati i suoi maggiori per parte di ma dre , e quindi re del Bosforo come anche di altri paesi. Ma fu poi rovinato da quell Asandro (3) che uccise il re Farnace e si fece padrone del Bosforo. Al pari di questo Mitridate fu degno di gran nome anche Apollodoro il retore, il quale scrisse precetti del ti) Nel libro susseguente Strabone dir che Aristonioo fratello d Aitalo disput per qualche tempo ai Romani questa eredit. (?) Il figliuolo di Menodote. figli fu ausiliare di Cesare allor ch , morto Pompeo , fece guerra in Egitto contro il re T olommeo. (3) Il Casaubono da cui tutto questo passo di Strabone ha ri cevute notabilissime correzioni propose di sostituire il nome di Asundro alla lezione comune Lisandro.

a 86

DELLA GEOGRAFIA DI STHABONB

l arte rettorica e fond la tetta denominata Apollodorea, se pure si pu dir setta ; perch oggid invalsa una moltitudine di dottrine delle quali non ci sentiamo capaci di giudicare (i); e di questo numero sono appunto l Apollodorea e la Teodorea. Sopra tutto serv ad il lustrare Apollodoro l amicizia di Cesare Augusto a cui fu maestro di eloquenza. Ebbe inoltre un celebre sco laro , Dionigi sopraunomato A ttico, suo concittadino ; il quale fu poi buon sofista, e storico ed oratore. Chi procede oltre la pianura e la citt di Pefgatno verso le parti orientali trovai Apollonia situata in luoghi molti alti : verso il mezzogiorno v ha una catena di monti. Chi la valica e procede alla volta di Sardi s vede a manca la citt di Tiatira eolnia de Macedoni creduta da alcuni lultima citt dei Misii. Alla destra in vece si vede Apollonide distante da Pergamo trenta sta dii, ed altrettanti anche da Sardi : essa porta il nome di Apollonide cizicena moglie d A italo (2 ). Appresso gli i presenta la pianura di E rm o , e quindi l citt di Sardi. I luoghi poi situati al settentrione di Pergamo sono per la maggior parte soggetti ai Misii, alla destra di quepopoli che si dicono Abliti, coi quali si congiunge la Frigia Epitteta fino alla Bitinia.
(1) Cosi presso a ppco il Coray. 11 testo dice:
tv iK filti / 1) k x & iftis t*

y&f

(a) Il testo dice soltanto tiriv/**s ef' trit r K w < * i i r A vtX X tit/S tt. E il Coray fu il primo a notare cheran tulti ca duti ia errore i precedenti interpreti erodendo che la voce ' dovesse riferirsi ad Apollonia citt de Ciziceni, di cui si parla sulla fine del libro precedente.

L IM O DECIMOTERZO

487

Sardi una citt grande fondata dopo lo cose dj Troia , ma nondimeno antica. Essa ba ona forte rocca^ e vi ebbero stanza una volta i re di queLidii che Omero chiama Meonii, e ohe dagli scrittori venati dopo furono detti Maioni. E alenai stimano ohe qusto popolo sia una stessa cosa con quello dei Lidii T altri lo fanft di verso; ma meglio crederli un popolo solo. Al di Spra di Sardi innalzasi il Tmolo, fertil monte, ohe ha nella sua sommit una vedetta di marmo bianco Opera dei Persiani, dalla quale si scorgono tutte le pia* nure circostanti, principalmente quella del Caistro. bi* tano intorno a quel monte i Lidiiy t Misii 6 i Mace doni. Dal Tmolo discende il Pattalo che anticamente por tava colle sue acque molta sabbia d o r o , d onde si crede che slissro in tanto grido l ricchezze di Creso e de suoi maggiori : ma ora quella sabbia d oro ve nuta meno. .Del resto il Fattoio va a metter foce ntU 1 Ermo , nel quale si getta anche 1 Ilio che ora chia masi Frigio. Tutti e tre poi questi fiumi, e con essi anche alcuni altri di minor fam a, sboccano nel mare presso Fotea, come dice Erodoto (i). L Ermo tocca () anche la Misia scovrendo gi dal monte sacro alla Dea Dindimene : poi attraversando la
(i) focea stava vicino all ingresso del golfo di Smirne. Le sue rovine conservano il nome di Fokia-vecchia. (G.) (a) Parecchi manoscritti invece di a misiut leggono p% fitti t f t ' ( , r . A . , cio V Ermo comincia dalla Misia. Ma par preferibile ! Fabro lezione, giacch anche Plinio colloca le sor genti dell Ermo presso Dorileo nella Frigia. (Ediu fr.).

288

DELLA GEOGRAFIA DI STRASONB

Catacecaumene va pel territorio di Sardi e per le pia nure vieine fino al m are, come s detto. Alla citt di Sardi sono sottoposte la pianura Sard iana, e quella del Ciro t dell Ermo e del Caistro , le quali sono contigue fra loro;, e vincono tutte laltre nella fertilit. A quaranta stadii da Sardi trovasi un lago che fu detto Gigea da O m ero, ma poi cambi questo nome in quello di Coloe ; e quivi il tempio di Diana Coloena , tenuto in grande venerazione. Quivi si dice che nei giorni solenni si fa una danza di scimmie; ma io non so perch gli uomini amino di dir cose assurde y piuttostoch raccontare la semplice verit. Cos dicendo Omero :
Di Pilemene i figli Antif e M etile , A lla Gigea palude partoriti A i Meonii eran duci , a quelli ancora Ch alld falda del Tmolo ebber la vita (i).

alcuni vi aggiungono quell altro verso dello stesso poeta :


.......................... nell opulento Popolo <f Ida sul nevoso Tmolo (a) ;

ma non si trova nessun luogo detto Ida fra i Lidii. Al cuni altri sostengono che di quest Ida fu poi nativo quel Tichio che Omero dice essere stato prestantissimo fabbro (3). E soggiungono che fu un luogo selyoso, dove
(t) I I . , lib. i i , v. 864. (a) 11. , lib. x x , v. 385 . (3) Opter fa menzione di Ticbio nel settiino dell Iliade, ina dice che fu nativo d Ila.

UBRO DECIMOTERZO

*89

cadevano spessi fulminee che quivi abitarono gli Arimi. Perocch a quel verso in cui Omero dice : Presso gli Arim i dov' fam a che giaccia prostrato Tifeo; aggiun gono aucora quell altro:
......................... ...

neW opulento Popolo d1Ida sul nevoso Tmolo .

Altri poi collocano qusta favola nella Cilicia, altri in vece nella Siria, altri ancora nelle Pitecnse, dicendo in parte che dai Tirreni le scimmie ( n ' <$*** ) si chiamano /arim i, in parte che queste due Voci Ida 0 Sardi signi6 cano uno stesso luogo. Alcuni finalmente so no dopinione che Ida si chiamasse la rocca deHa citt di Sardi. Ma Demetrio Scepsio stima pi credibili fra tutti quelli i quali collocano gli Arimi nella Catececaumene della Misia. Pindaro poi confuse colla Cilicia le Piteeuse situate rimpetto al territorio di Cuma ( in Italia ) ed anche 1* Sicilia. Egli dice infetti parlando di Tifone :
Gi F educ il Cilicio antro famoso ; Ma i lidi ove il mar geme Di Cuma , e tutta insieme Sicilia, or son penoso Pondo che a lui V ispido petto opprime E r Etna il preme, che colonna altissima Colle nevose cime Tocca le nubi (1).
(1) Piod. P ii Od. 1, v. 3 r. II Casattbono nota ohe anohe Eschilo nel Prometeo Incatenato, parlando di Tifeo, confuse 1 Cilicia colla Sicilia. (Edit. fr.)

Stk 4 mohj tom. IV.

19

ago

SELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Ed in un altro luogo dice a Giove :


O Tu ehe stai fremendo Sovra r Etna ventoso, ove invan frem e Per cento capi orrendo Tifon che sconta V empio orgoglio e geme (i).

Ed altrove ancora : Tu solo , o Giove, abbattesti gi presso gli Arimi il terribil Tifone dalle cinquanta teste. Perocch alcuni sotto il nome di Arimi intendono i Sirii ora detti Ararne! ; e dicono che i Cilicii della Troade discacciati da quel paese si trasferirono nella Siria, sot* traendo ai Sirii quella parte del lor territorio che ora nomata Cilicia. Ma Callistene porta opinione che gli Arimi si debbano collocare presso il Calicadne (a) e presso il promontorio Sarpedonio vicino all antro Co ncio ; e che da loro poi siansi denominati Arimi i monti di quel paese. Intorno al lago Coloe stanno i monumenti dei re (della Lidia ), e vicino a Sardi vha quello di Aliatte (3), ch un gran tumulo di terra sopra un alta b ase, costrutto ( come dice Erodoto) dal popolo di quella citt, e dove la maggior parte del lavoro fa compiuto dalle corti giane ; perocch al dire di Erodoto tutte le fanciulle di Lidia sono cortigiane. Anzi alcuni danno a quel se polcro il nome di monumento della cortigiana. Alcuni affermano che il lago di Coloe fu scavato a
(i) Olimp. i v , v. io. (a) Fiume della Cilicia detto poi Kelikdni. (G.) (5) Aliatte fu padre di Creso.

LIBRO DECIMOTERZO

B9 I

forza, d uomini per ricevere le acque dei fiumi cbe tal volta straripano (i). Chi discende dal Tmolo alla pianura del Gaistro in contra la citt d Ipepa. Callistene dice che Sardi fu presa prima dai Citoinerii e poi dai Treri e dai L icii, ci eh comprovato anche da Cailino poeta elegiaco ; e che l ultima espu gnazione accadde al tempo di Ciro e di Creso. Siccome poi Cailino dice che la spedizione in cui i Citnraerii espu gnarono Sardi fu.contro gli Esionei, perci Demetrio Scepsio congettura, eh egli abbia detto all' ionica Esio nei invece di Asionei: perocch forse (egli dice) la Meonia era una volta denominata Asia, come apparisce da quel passo di Omero :
Ovver di cigni che snodati il tenue Collo van Asio ne bei verdi pascer Lungo il Caistro ( 2 ) ,

Questa citt in progresso di tempo pot notabilmente rifiorire per la fertilit del terreno, tanto che non rimanevasi a dietro a nessuna delle circonvicine $ ma re centemente perdette gran parte delle sue abitazioni a motivo d alcuni tremuoti. La provvidenza poi di Tiberio che ai nostri giorni tien la somma delle cose sollev co suoi benefizii cos questa come altre molte citt col pite a un tempo stesso da uguale sventura.
(1) Della terra scavata per formare questo lago si fecero poi lo tombe di cui parl pocanzi Strabone, ed alcune delle quali era no di un enorme altezza, come afferma Chandler testimonio di veduta. (3 ) II., lib. 1 1 , v. 461.

acp

BELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Nacquero in Sardi alcuni uomini che divennero il lustri , quali sono i due Diodori oratori, dei quali il pi vecchio chiamato Z ona, sostenne molte contro versie in favore dell Asia ; e quando Mitridate invase quella regione, svent le accuse che gli erano date d avere sospinte le citt alla ribellione. E del pi gio vine, che fu nostro amico, si hanno Opere storiche, odi ud altre poesie, le quali hanno in s molto del fare an tico. Dicesi che fosse lidio anche lantico storico Xanto ; ma se fosse poi di Sardi lo ignoriamo. Dopo i Lidii vengono i Misii e la citt di Filadelfia soggetta qUant altra mai atrem uoti, sicch i muri mi nacciano sempre di rovinare; e quando una parte della c itt , quando un altra soggiace a qualche disastro. Quindi sono pochi coloro che vogliano abitarvi ; ma i pi invece passano la vita nella campagna coltivando la terra eh molto fertile. Ed veramente cosa mira bile che si trovino anche que pochi i quali amano un luogo di s pericoloso soggiorno ; e pi ancora da fare le meraviglie che a qualcuno sia caduto in mente di fondare in quel sito una citt. Vengono appresso i luoghi conosciuti sotto il nome di Catacecaumene, Mi si a o Meonia che dir la si debba (i). Essa ha cinquecento stadii per lunghezza e quattrocento
(i) Strabone verso la fine del libro duodecimo ha toccato gi questo dubbio se la Catacecaumene appartenesse alla Misia od alla Meonia. Alcuni poi 1 hanno attribuita alla F rigia , perch questo nome al pari che quello di Catacecaumene, derivando da $pvyt> siguifica Paese abbruciato.

LIBRO DECIMOTERZO

4^3

per larghezza. Tutta questa regione priva d 'a lb e ri, eccettoch di viti, le quali producono il vino Catacecaumenite, non secondo nella bont a nessuno dei pi celebrati. La superficie dei campi col sparsa di ce nere ; e dove sono i monti tutto terreno pietroso e nero come se fosse uscito del fuoco: anzi congetturano alcuni che questo avvenisse per forza di fulmini e di altri ignei fenomeni, n dubitano di asserire che quivi accadde quanto le favole raccontano di Tifone. E lo storico Xanto parla di un certo Arimo che fu re di quei luoghi. Non per altro ragionevole che una tanta esten sione di paese sia stata abbruciata dagli accidenti pre detti ; ma s piuttosto da fuoco ingenerato nel suolo, e di cui le sorgenti ora siano estinte : anzi soglionsi mostrare tre baratri che gli abitanti chiamano f i s e , di stanti 1 uno dall1 altro circa quaranta stadii $ ed al di sopra di questi baratri elevansi certi colli aspri probabilmente formati dalle materie che ne furono get tate fuori. Che poi quel terreno debba essere abbon dante di buone viti si potrebbe congetturare anche dal territorio di. Catania cosparso pur esso di cenere , e ferace ai d nostri di molto vino squisito. Sopra di che alcuni facetamente scherzando hanno detto che ben a ragione si diede a Bacco il soprannome di P ir ig e n e , deducendolo dalla natura di cotesti luoghi (i).
(1) Pirigene ( cio nato dal fuoco od in mezzo al fuoco ) si adisse Bacco perch secondo la favola fu tratto dal seno di Semele nel momento in cui essa moriva tra le fiamme accese dalle folgori di Giove. (Edit. fr.)

ag4

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONO

I paesi che vengono subito dopo qusti dalle part meridionali sono, fino al Tauro, cos confusi tra loro da non poter distinguere quali spettino alla Frigia o alla L idia, quali siano dei Carii e quali dei Misii. Ed a questa confusione contribuirono grandemente i Ro mani , i quali non divisero quei paesi secondo le popo lazioni da cui li trovarono abitati, ma ordinarono per tutt altro modo le prefetture, dove stabilirono poi e fori e giurisdizioni. II Tmolo assai ristretto, ed ha una mezzana peri feria , giacch si circoscrive dentro i confini della Lidia. Ma il monte Messogide invece si stende dall'altra parte da Celene fino a Micale, come dice Teopompo; donde poi quelle parti di es30 monte che avvicinansi a Celene e ad Apamea le occupano i Frigii, altre ne tengono i Misii e'd i L id ii, altre i Carii e gl Ioriii. Cos anche i fiumi e principalmente il Meandro, ora disgiungendo na zioni da nazioni, ora attraversando uno stesso paese, ren dono difficile il dare una descrizione precisa: e ia stessa difficolt poi si trova a parlare delle pianure che stanno a Iato cos dei monti come dei fiumi. Del resto non-ci corre obbligo per avventura di studiare una somma pre cisione, come se noi primi di tutti dovessimo determinai* le misure di quelle regioni ( i) ; ma pu bastarci il far conoscere quel tanto che ne han tramandato i nostri, predecessori. Alla pianura Caistriaua situata fra il Tmolo e il monte
(1^ l<eggo col Coray me ixpit y% > v> xupepttrptSru. ordinario certamente alterato legge i r &p* xs? II testo

LIBRO DECIMOTERZO

35

Messogide contigua verso l'oriente la pianura Cilbiana, ampia, abbondevole d'abitatori, e di fertile terreno (i). Appresso viene la pianura Ircana cos denominata dai Persiani che vi mandarono una colonia d'Ircani; e cos anche la pianura di Ciro a cui i Persiani medesimi die dero il nome. Poi segue la pianura Peltina, la quale gi territorio della Frigia: poi la Cillania, e la Tabena con piccole citt abitate daFrigii insieme con altri po poli fra i quali sono anche alcuni Pisidii ; e da queste citt appunto ricevono le loro denominazioni quelle pianure. Chi abbia valicata quella parte del monte Messogide che situata fra i Carii ed il territorio di Nisa (il quale si stende al di l del Meandro fino al paese di Cibira e di Cabali) trova queste altre citt. Verso le parti medi* terranee, e rimpetto a Laodicea, sta Ierapoli, dove sono sorgenti di acque calde; e poi il Plutonio (a), due cose straordinarie. Perocch quelle acque hanno tanta facilit a pietrificarsi, che facendole correre per certi canaletti che si fanno a tal uopo, si convertono tosto in una pie tra che a guisa di siepe determina le divisioni dei cam pi: e il Plutonio situato sopra una picciola collina della
(i) Dividevasi in Cilbiana superiore e Cilbiana inferiore: la prima comprendeva il paese vicino alle sorgenti del Caistro ; la seconda fu celebre per una miniera di cinabro vicino ad Efeso, e secondo Vilrnvio appartenne a questa stessa citt. (Edit. fr.) :. (3) Strabone chiama qui Plutonio ci che altrove disse Caronio. La derivazione di questi nomi s indovina facilmente : tutti due poi servivano a significare certe grotte esalanti mortiferi vapori. (Edit. fr.)

ag6

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

soprastante montagna un apertura larga abbastanza per dare adito a un uomo , ma profondissima e chiusa all intorno -da una specie di balaustrata di forma qua dra , la cui periferia di circa un mezzo pletro. Tutto quello spazio pieno d una caligine densa e nebbiosa in modo che a stento vi si pu vedere il terreno. Co* loro pertanto che vi si accostano quando, per essere il tempo tranquillo, quella caligine se ne sta dentro il cer chio della balaustrata, non ne ricevono incomodo alcuno, ma se un essere vivente vi s'inoltra, cade morto in un subito: tanto che se vi si mette un toro, cade anch'esso, n si trae fuori se non morto : io vi gettai alcuni passeri i quali immantinenti spirarono. Soltanto i Galli (t) eunu chi vi si accostano senza patirne alcun danno. Costoro si fanno allapertura, e vintromettono anche alcun poco la testa trattenendosi intanto dal respirare, cii che si conosce daUoro aspetto; sia che questo avvenga a tutti gli eunuchi, o soltanto a quelli che servon nel tempio; sia per provvidenza divina, come naturale trattandosi di uno stato dinspirazione, o pel soccorso di certi an tidoti capaci di produrre quell effetto. La pietrificazione dellacque dicono che succede an che nei fiumi di Laodicea (a), sebbene le loro acque siano
(r) Da vasi questo nome (derivato dat fiume Gallo della Frigia) ai sacerdoti di Cibele. Dione Cassio'parla anch egli come testi monio di veduta dei vapori che uscivano della grotta dIerapoli, perniciosi a tutti fuorch agli eunuchi quali erano i sacerdoti Galli. (Edit. fr.) (?) Chandler dice che veggonsi ancora a Laodicea certe staJattki formate dalle acque. -

LIBRO DECIMQTERZO

297

buone da bere. inoltre mirabilmente efficace per tin gere lana lacqua d Ierapoli, sicch quelle che tingonsi colle radici contendono il primo grado a quelle tinte col cocco o colla porpora. Tanto poi lacqua col abbon dante, che la citt piena naturalmente di bagni. Dopo Ierapoli sono i luoghi situati al di l del Mean dro , fra i quali abbiamo parlato gi di Laodicea, di Afrodisiade e del paese fino a Cerura. I luoghi che ten gono, dietro sono, verso loccidente, la citt dAntiochia sul Meandro appartenente gi alia Caria ; verso il mez zogiorno, Cibira la grande, Sinda (i) e Cabali fino al Tauri* ed alla Licia. \Antiochia una mediocre citt, situata anchessa lun go il Meandro dalla parte della Frigia, e comunica col laltra riva del fiume per mezzo di un ponte. Essa pos siede su tutte e due le sponde un territorio ampio e ferace, abbondevole di molti fichi detti d Antiochia ed anche fichi trifilli (a). Anche Antiochia poi soggetta a frequenti tremuoti. Fu nativo di questa citt Diotrefe celebre sofista di cui fu discepolo Ibrea oratore valen tissimo dei nostri giorni. Si crede che gli abitanti di Cabali siano i Solimi (3): e veramente la collina che sinnalza al di sopra della rocca dei Termessii denominata Solimo, e Solimi chiamatisi gli abitanti di Termessa. Vicino a quei luoghi anche
(t) Citt della Pisidia. (a) Cio: Fichi con tre foglie. (3 ) Si pretende cio che siano una stessa cosa con quelli eh* Omero denomina Solimi.

398

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

il vallo di Bellerofonte, e il sepolcro d Isandro suo fi glio morto nella guerra contro i Solimi. E questo con corda al tutto con Omero, il quale parlando di Bellero fonte dice: Pugn poscia coi Solim i: e rispetto a suo figlio soggiunge :
..............................D a Marte ucciso , Cadde Isandro coi Solimi pugnando (1).

Termesso una citt della Pisidia vicinissima e pro prio soprastante a Cibira. Credesi che i Cibiriati siano discesi dai L idii, i quali una volta possedettero Ca bali ; e poi dai Pisidii loro vicini , i quali ripopolarono questa citt trasportandola in un altro luogo fortificato allintorno pel circuito di circa cento stadii. La citt di Cibira fu poi prosperata dalle buone sue leggi ; e i suoi borghi si stesero dalla Pisidia e dalla Miliade sua con finante sino alla Lidia ed al continente rimpettoa Rodi. Le si aggiunsero col tempo tre citt che le stavan ap presso, Bubona, Balbura ed Enoanda, e tutte e quattro insieme furono poi denominate Tetrapoli. Ciascuna di queste citt ebbe un voto nelle adunanze fuor sola mente Cibira che n ebbe due , come quella che poteva armare trenta mila fanti e due mila cavalli. Essa fu sempre soggetta a principi assoluti, ma governata per altro moderatamente. Un tal governo fin poi coii Moagete vinto da Murena (a ), il quale aggiunse ai Licii la
(1) II., lib. v i, v. ao 3. (9) Un altro Moagele vi ebbe signoria circa un secolo prim a, fu condannato da Gneo Manlio a pagare cento talenti. (Falconer.)

LIBRO DECIHOTERZO

Sgg

citt di Balbnra e di Bubona : ma anche dopo di ci la Ciberitica n<fn cess mai di essere considerata fra le pi importanti province dell Asia. Di quattro idiomi si vai* gono gli abitanti di Gibira, e sono quel di Pisidia, quello dei Solimi, 1 Ellenico e il L idio, di cui non ri mane nella Lidia vestigio alcuno. Un abilit tutta pro pria degli abitanti di Cibira la facilit con cui lavora no il ferro. Viene sotto il nome di Miliade tutto il paese mon tuoso dalle gole che sono vicine a Termesso, ed al luo go dove si passa il Tauro per mezzo di quelle gole me desime, fino a Sinda ed al territorio dApamea.

DELLA

G E O G R A F I A

DISTRABONE

LIBRO DECIMOQUARTO

CAPO

PRIMO

lim iti dell Ionia. Colonie e Citt ioniche. Oracolo d .Branchidi. Citt di M ilito. Uomini illustri d i M ileto. D i Era clea sotto il Latino. M iunte. Priene. Isola di Samo. Tiranni d i Samo. Isola d'icario. D el Panionio. Neapoli t Pigela. D i Efeso e del tempio d i Diana. Uomini illu stri d i Efeso. D i Colofone e degli uomini illu stri che vi fiorirono. Lebedo. Tea. E litra . Isola d i Cio e suoi uomini illu stri. ; Clazomene. Sm im e. Magnesia. Uomini illu stri d i Magnesia. T raili. N isa. Plutonio <t Acaraca. Uomini illu stri di Nisa.

Restaci a parlare degl Io n ii, dei Carii e della spiag gia marittima al di l del Tauro occupata dai Licii ,

DELLA. GEOGRAFIA DI STRABOITE, LIBRO DECIMOQUARTO

3oi

dai Panfili! e dai Cilicii : e eoa ci avr fine tutta la descrizione di quella penisola (i), il cui istmo , come abhiam d e tto , ls spazio compreso tra il mar Pontico e il mar d Isso. La navigazione intorno all Ionia rasente il lido di eira tremila e quattrocento trenta stadii (a), perch la costa piena d! golfi, e perch quel paese somiglia in gran parte ad una penisola. Ma considerata in linea retta la lunghezza dell Ionia non molta. Infatti da Efeso fino a Sm irne, chi andasse in linea r e tta , v ha una strada di trecento venti stadii; cio cento venti fi no a M etropoli, e il restante da Metropoli a Smirne ; mentre invece andando per mare questa distanza di poco meno che duemila e duecento stadii. Del resto dal capo Posidio dei Milesii e dai monti della Caria, la spiaggia dell Ionia si stende sino a Focea ed all Ermo. E Ferecide afferma che lungo quella costa i Carii an ticamente occupavano Mileto, Miunte, e i luoghi vicini a Micale e ad Efeso; e che il restante sino a Focea, a Chio ed a Samo (dove regn Anceo) fu posseduto dai Lelegi. Aggiunge poi che tutti e due questi popoli fu rono discacciati daglIonii e che si trasferirono nelle al tre parti della Caria. Alla colonia deglUonii venuta dopd leolica (3) fu capo,
(i) Letteralmente: Di quel Chersoneso. (a) Leggo col Coray: rrciVi> m .

rpt&Kir*.

.. .

(5) La colonia o piuttosto l emigrazione ionica avvenne lanno n 3o prima di G. C. L emigrazione degli Eolii cominci nel r i ?4 e fin l anno n 5 i. (G.)

302

d e l l a g e o g r a f ia d i s t r a b o n e

secondo quello stesso scrittore, un certo Androclo figli legittimo di Godro re d Atene. Costui (egli dice) fond Efeso, dove poi per questa cagione ebbero stanza i re dell Ionia. Ed anche oggid i discendenti da quella progenie si chiamano r e , e conservano certi privilegi ; per esempio quello di occupare il primo posto nei pubblici giuochi, e di vestir porpora, insegna di schiatta reale, portando un bastone in luogo di scettro, ed eserci tano il culto di Cerere Eleusina. La citt di Mileto la fond Neleo originario di Pilo. I Messemi poi ed i Pili! dicono di avere una certa pa rentela fra loro , per lo che gli scrittori moderni han no detto che Nestore fu messenio, che molti Pilii in sieme con M elanto(i) padre di Codro si trasferirono ia Atene, e che tutta questa moltitudine insieme cogl Ionii fu poi mandata a fondare una colonia ( nell Asia ). Suolsi poi mostrare sul promontorio Posidio unara fon data da Neleo. Cidrelo (a) figliuolo illegittimo di Codro fond Miunte; e ndropompo fond Lebedo avendo occupato un certo luogo detto Artin. Andremone di Pilo fabbric Colo fone , siccome dice anche Mimnermo nel Nanno (3). La citt di Priene fu primamente fondata da Epito figliuolo
(i) F a Milesio di nazione. (a) Pansania lo nomina invece Ciareto. Il Coray suppone che debba leggersi Codrilo diminutivo del nome Codro. (3) Mimnermo poeta elegiaco fu contemporaneo di Solone. Fra le sue poesie , che andaron perdute, trovasi ricordata fre quentemente un elegia intitolata Nanno dal nome d' una sua amica ; anzi Ateneo ne riferisce un lungo brano. ( Ed. frane.)

LIBRO DEC1MOQUARTO

3o3

di Neleo, e poi ampliata da Filota che vi condusse da Tebe novelli abitatori. Teo ebbe tu origine a fondatore Atamante (d onde poi Anacreonte la chiam Atamantid e); ma dopo i tempi della colonia ionica fu ampliata da Nauclo figliuolo naturale di Cdro, poscia da Apeco e da Damaso ateniesi, e finalmente da Gerete della Beozia. E nopo, anch esso figliuolo naturale di C odro, fond Eritra. Focea la fondarono alcuni Ateniesi gui dati da Filogene. Paralo fond Clazomene.Egerzio fond Chio conducendovi una moltitudine composta di varie genti: e Samo fu popolata prima da Tembrione e poscia da Prode. E queste sono le dodici citt dell Ionia. Col tempo fu poi ascritta alle citt ioniche anche Smirne pel favore che le prestaron gli Efesii; perocch questi due popoli una volta abitarono insieme, sicch Efeso fu detta anche Smirne. E cos in qualche luogo la denomin anche il poeta Callino chiamando Smirnei gli Efesii nel suo inno a Giove : T i prenda piet degli Smirnei; ed altrove: Ricordati delle pingui cosce di buoi eh essi ti offersero. F u Smirna un Amazone la quale conquist Efeso, e da cui ebbero il nome gli abi tanti e la citt ; in quella guisa che da Sisirba (i) al cuni Efesii denominaronsi Sisirbiti. V ebbe inoltre un luogo presso Efeso che si chiam Smirne, come raccogliesi da Ipponatte ove dice : Abitava dietro la citt di Efeso a Smirne fr a Trachea e Lepreatte. E chiamavasi Lepreatte il monte Prione soprastante alla moderna citt di Efeso, e sul quale anzi stendevasi una parte del muro
() Fu iDche costei un Amazone mentovala dallo Stefano.

3o4

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

di questa citt : e i possedimenti che stanno a tergo del Prione chiamansi anche oggid possedimenti dell Opistoleprea (i). Trachea poi si chiamava il paese luogo i fianchi del monte Corisso. La citt anticamente fa vicina allAteneo (a), che ora trovasi fuori della citt stessa in vicinanza della fontana Ipelea: sicch il luogo detto Smirne trovavasi dove ora il ginnasio dietro alla moderna citt fra Trachea e Lepreatte. In progresso poi di tempo gli Smirnesi allontanatisi da Efeso si tra sferirono in quel luogo dov presentemente la citt di Sm irne; e cacciatine i Lelegi che allora l occupavano fondarono l antica Smirne distante circa venti stadii dalla moderna. Pi tardi essendone anch essi cacciati alla loro volta dagli Eolii, si rifuggirono a Colofone ; poi in compagnia di alcuni Colofonii ritornarono ad oc cupare lantica loro citt. Tutto questo vien raccontato dal predetto Mimnermo nell elegia intitolata N anno, facendo menzione di Smirne il cui possesso fu conti nuamente disputato: Noi lasciando P eccelsa Pilo,citt fondata da N eleo , venimmo sulle navi alla desiderata Asia : ma uomini audaci provocandoci colle ingiurie , ci cacciarono dal luogo dove approdammo a Colofone ,* dopo p o i , abbandonando le rive delC A stiate , ne ri conducemmo a Smirne ; e col soccorso degli Dei V ab* biamo espugnata (3).
(i) O xtaStXtxpti*. Val quanto dire: Possedimenti situati dietro il monte Lepreatte. (a) Cio : A l tempio di Minerva. (3) Non vanno daccordo fra loro glinterpreti n sulla lezione

LIBRO DECIMOQUBTO

3o5

Questo sia detto in generale intorno alla fondazione delle colonie ioniche : ora necessario che ci rifacciamo da capo a parlare di ciascuna paratamente, comin ciando dai luoghi di maggiore importanza e fondati pri ma degli altri; voglio dire da Mileto e da Efeso, ch sono le citt pi forti e pi celebri di quella regione. Dopo il capo Posidio appartenente ai Milesii, chi ascende per lo spazio di circa diciotto stadii trova loracolo dApollo Didumeo presso i Branchidi ( 1 ). Esso fu incendiato da Serse, non altrimenti ehe gli altri templi dei Greci, fuor solamente quel dEfeso : e i Bran chidi avendo consegnali i tesori del Dio a qHel re ', quando fugg se ne andarono insieme eoa lui per non pagare il fio del sacrilegio e del tradimento. Pi tardi i Milesii rifabbricarono un tempio maggiore di quanti se ne vedessero mai, tanto che per la sua ampiezza rimase senza tett. La circonferenza di tutto il saeraria sarebbe capace della popolazione di un borgo; e cosi al di den tro come al di fuori gli va in giro un magnifico bosco. Le cose spettanti al culto si conservano in certe sepa rate cappelle, nelle quali poi si reodooo anche gli ora coli. Quivi pertanto si favoleggia che avvenisse quanto si racconta di Branco, e dellamore ehe gli port Apollo;

di questi versi di Mimnermo, n sul vero loro significato. Qui si sono seguite le congetture del Coray. (i) I Branchidi discendenti da Branco, di cui Strabone par ler ben tosto , erano i sacerdoti dell oracolo fondato da Branca stesso. S t u d io s e , tom. K

3o6

ULLA GEOGRAFIA DI STRABONE

11 tempio con somma magnificenza ornato di opere d 1 antichi artisti : e da quello alla citt il viaggio non lungo gran fatto n per terra n per mare. Eforo dice che la citt fu primamente fondata e for tificata dai Cretesi sul mare dove ora si trova l antica Mileto ; che i fon d tori vi giunsero da Mileto di Creta sotto la scorta di Sarpedonte, il quale impose alla co lonia lo stesso nome della citt donde venivano ; e che il sito era prima occupato dai Lelegi. E dice altres che Neleo pi tardi fond la moderna citt di Mileto. Questa citt ha quattro p o rti, ciascuno dei quali capace di una fiotta. Molte poi sono le cose ond il lustrata Mileto, ma supera tutte le altre la moltitudine delle sue colonie ; perocch tutto lBussino fu popo lato da loro, e cos anche la Propontide e parecchi altri luoghi. Quindi Anassimene da Lampsaco dice che an che lispla dIcarO e quella di Lero furono popolate dai Milesii, e cos anche Limna nel Chersoneso lungo^EIlesponto; e nell Asia Abido Arista e Peso; e nell isola dei CUiceni Artace e Cizico ; e nelle parti mediterra nee della Troade Scepsi. E gi noi nel fare la descri zione dei singoli paesi vabbiamo sempre aggiunte anche quelle altre colonie che da Anassimene furono trala sciate. I Milesii e gli abitanti di Deio venerano un certo Apollo Oulio , come a dire salutifero e medico; peroc ch tantp a dire oulein quanto esser sano ; d onde poi la voce oule , che significa cicatrice, trovasi ado perata da Orner come augurio di salute in quel verso

LIBRO DEC1MOQURTO

O J

vXi ti 5 pty* x*~t* (<). E veramente Apollo tenuto come esperto nella medicina; e cos anche Diana si disse Artemide, perch sa rendere gli Domini sani e salvi (a). Con queste qualit concordano anche i nomi di Sole e di Luna; perocch questi due pianeti sono conside rati come pi di tutti gli altri influenti sullo sfato del1 aria ; e i mali epidemici e le morti improvvise spgliousi attribuire a quelle due divinit. In Mileto nacquero alcuni uomini ragguardevoli, quali sono T a lete , uno dei sette Sapienti, e il primo fra gli Elleni che attendesse allo studio della fisica e della ma tematica; Anassimandro suo scolaro, e Anassimene sco laro di Anassimandro stesso; Ecateo che fu scrittore di storia ; ed ai d nostri 1 oratore Eschine, il quale mor in esilio per avere parlato con soverchia libert dinanzi a Pompeo il Grande. La citt di Mileto soggiacque a sinistra fortuna per aver chiuse le porte ad Alessandro , che poi la prese per forza, come avvenne anche d Alicarnasso : ed an che prima era stata presa dai Persiani, sopra di che narra Callistene che Frinico poeta tragico fu condan nato dagli Ateniesi a pagar mille dramme perch fece una tragedia sulla espugnazione di Mileto al tempo di Dario. Sta dinanzi a Mileto P isola L a d a , e vi sono anche
(i)
gioisci.
(a) Da i f r i f t t sano e salvo sarebbesi dunque fatto il nome di Artemide. Odiss. , lib. xxiv, v. 4 0 2 . Il Pindemouti traduce: Vvi ,

3o8

DELLA GEOGRAFIA DI STRADONE

intorno alle Tragee alcune isolette con ricoveri di cor* sali. Seguita il golfo Latmico , nel quale situata Eraclea (piccola citt detta Eraclea sotto il Latmo) con un luogo da approdarvi le navi. Anticamente anche questa citt chiamavasi Latmo al pari del monte ond deno minata. Pare che Ecateo considerasse questo monte non punto diverso da quello che da Omero detto monte dei Ftiri (i); giacch afferma che al disopra di Latmo (a) si eleva il monte dei Ftiri. Alcuni altri per sostituiscono il nome di Grio come parallelo al Latmo, e stendentesi dalle parti orientali del territorio milesio fino ad Eu* romo ed ai Galcetori attraverso della Caria. Il certo si che questa montagna si eleva molto sopra Eraclea. Chi procedendo alcun poco dal Latmo valica un pic ciolo fiume che quivi s incontra, trova la tomba di Endimione dentro uno speco. Da Eraclea alla piccola citt di Pirra vha una na vigazione di circa cento stadii: alcuni di pi se ne conta no andando fino a Mileto, qualora si costeggino i golfi. Navigando in linea retta da Mileto a Pirra v han soli trenta stadii; tanto pi lungo il navigare rasente la spiaggia. Quando poi si tratta di luoghi illustri neces sario sostenere il fastidio duna minuta descrizione. Da Pirra alla foce del Meandro sono cinquanta stadii: quel luogo poi pieno di guadi e di paludi. Chi sopra
(1) IL , lib. h, v. 868. (2) E Latm o, come disse poc anzi Strabone, era lantico nome di Eraclea.

LIBRO DECIMOQUAgTO

OO9

certi legni a ci destinati risale il fiume per lo spzio di trenta stadii trova M iunte, una delle dodici citt ioni che , la quale o r a , per esser venuti meno i suoi abi tanti , si compenetrata con Mileto: ed Miunte quella citt che Serse (come si dice) avea data a Temistocle pel companatico, come gli avea data Magnesia pel pane e Lampsaco pel vino. Quattro stadii dopo Miunte trovasi Timbria, borgo della C aria, ed ivi presso il sacro antro Aorno detto Caronio, che gitla mortali esalazioni. Al di sopra di Timbria sta Magnesia lungo il M eandro, colonia dei Magneti della Tessaglia ed anche dei Cretesi; della quale noi parleremo tra breve. Dopo le foci del Meandro sincontra l spiaggia Prien e se , sopra la quale stanno la citt di Priene ed il monte Micale ricco di alberi ed opportuno alla caccia. Questo monte s inclina verso il territorio di Sam o, e da quella parte, al di l del capo detto Trogilio, forma uno stretto di circa sette stadii. Da alcuni la citt di Priene delta Cadm ea, perch Filota che lampli fu beozio ( 1 ). Di Priene fu nativo Biante, uno dei sette Savi, intorno al quale fece Iponatte quel proverbio :

Migliore di Biante prieneo nel discutere le cause. Dinanzi a Trogilio situata un isoletta dello stesso suo nome. Di quivi al capo Sunio il pi breve tragitto di mille e seicento stadii, da principio tenendosi a destra Samo, Icaria e Corassia, ed a sinistra gli sco
ti) 'Butilitis Tifati. Il Coray per rendere pi chiara la de rivazione del nome tradusse: Era della Cadmea nella Beozia.

3 10

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

gli Melanzii, e procedendo pel restante del viaggio a traverso delle isole Cicladi. Lo stesso capo Trogilio quasi un piede del monte Micale disteso innanzi alcun poco. A questo monte Micale poi se n 6 congiunge anche un altro detto Pactie appartenente al territorio efesio : ed anche il monte Messogide riesce al Micale.' Dal capo Trogilio a Samo si contano quaranta stadii. Questa citt (i) guarda al mezzogiorno e cos anche il suo porto, fornito di una stazione di navi. Essa per la maggior parte situata nella pianura e bagnata dal mare; una piccola porzione per si stende sul monte ond dominata. Alla destra di chi naviga verso questa citt trovasi il promontorio Posidio, il quale insieme col monte Micale che gli sta di fronte forma lo stretto di sette stadii gi menzionato. Ivi presso una piccola isola detta Narteci ; e sul prombntorio Posidio v ha un tempio di Posidonio (a). Alla sinistra invece stanno il sobborgo vicino all Ereo, il fiume Imbrasa e poi lEreo stesso , antico sacrario e gran tempio (3) ora convertito in una pinacoteca. Oltre il gran numero dei qudri ivi raccolti vi sono anche alcune altre pinacoteche minori, e certe cappelle piene di lavori delle arti. Anche quella parte di sacrario eh a cielo aperto piena essa pure
(i) Cio Samo citt dell isola di questo medesimo nome. (a) Cio : Un tempio di Nettuno. (3) L Ereo era il tempio di G iunone delta dai Greci. poi noto che la parola Pinacoteca composta di e di significa un luogo dove siano raccolti e riposti molli quadri.

LIBRO DEC1MOQUARTO

3 1I

di bellissime statue, fra le quali ve n ha tre colossali, opera di M irone, e collocate sopra una sola base. An tonio le aveva portate via, ma Cesare Augusto n fece collocar nuovamente due sul loro piedestallo, cio quelle di Minerva e di Ercole ; quella poi di Giove ordin che si trasferisse nel Campidoglio, dove le fece erigere ap positamente una cappella. La navigazione intorno all isola Samo di seicento stadii. Anticamente, quand essa era abitata dai Carii si chiam Partenia: quindi si disse Antemi, e poi Melatafilo, ed allultimo Samo, traendo questo nome o da qual che eroe nativo dellisola stessa, o da qualche colonia venuta da Itaca e da Cefallenia (i). Una delle estremit di questisola volta al capo Drepano dellisola Icaria chia masi Ampelo; ma anche il monte che occupa quasi tutta Samo dicesi Ampelo esso pure. Tuttavolta quell isola non punto ferace di vino, sebbene le altre che le stanno d intorno ne siano abbondanti^ ed anche quasi tutto il continente vicino produca ottimi vini, come a dire quei delle isole Chio , Lesbo e Coo : e quelli di Efeso, di Metropoliti, del Messogide, del Tmolo, della Catacecaumene, di G nido, di Sm irne, e di altri luoghi men conosciuti ; i quali vini sono' tutti buoni da bere usuai menta o per guarire chi sia infermo. Rispetto al vino pertanto l isola di Sam non molto notabile ; ma in quell* vece essa abbonda di tutte le altre cose. Quindi il suo possedimento fu sempre conteso da m olti, e i
(i) Perch Cefallenia anticamente dicevasi Samo. Vedi il vo lume m , pag. 5o3 e seg. di questa edizione.

3 (2

DELLA GEOGRAFIA D i STRABONO

suoi lodatori le applicarono quel detto del poeta Me* andr : Produce perfino latte di galline. Questa sua fertilit poi fu cagione anche delle tirannidi alle quali soggiacque, e delle guerre che le furono mosse da Alene. Le tirannidi prevalsero in Samo principalmente al tempo di Policrate e di suo fratello Silosonte, il primo dei quali ebbe s buona fortuna e.s ragguardevol potenza, che stese la sue dominazione anche sul mare. E come prova di questa sua buona fortuna suol raccontarsi, che avendo egli a .bello studio gettato in mare un magnific anello con una pietra egregiamente scolpita, un pesca* (ore poco dopo gli port il pesce che lo aveva inghiot tito; si tagli, e fu ritrovato l anello. Dicono poi che il re d Egitto quando ebbe notizia di questo fatto con una cert aria profetica vaticinasse, che Policrate usci rebbe in breve di vita con infelice fine , poich tanto lo aveva la buona fortuna esaltato; e come predisse, cos avvenne: perocch preso a tradimento da un satra po del re di Persia fu crocifisso. Insieme con Policrate visse Anacreonte poeta lirico, cbe nelle sue produzioni allude a lui molto frequente mente. Dicono che in quel medesimo tempo vedendo Pitagora incominciar la tirannide abbandonasse quella citt recandosi nell Egitto ed a Babilonia per erudirsi. Al suo ritorno da que paesi, trovato che la tirannide ancora durava , navig alla volta d Italia dove fin la vita. Ma di Policrate ci basti il detto fin qui. Silosonte poi fu lasciato da lui semplice privato; ma essendosi gratificato Dario figliuolo dIstaspe col do nargli una veste che aveva desiderata quando non era

LIBRO DECIMOQUARTO

3 13

ancor r e , n ebbe in ricompensa, poich tenne il trono , della Persia, la signora lasciata da suo fratello. Egli poi govern duramente, sicch la citt fu abbandonata dagli abitanti, e si fece quel proverbio : Per opera di Silo sonte Samo divenuta spaziosa (i). Gli Ateniesi avendovi primamente spedito Pericle in qualit di capitano, e con lui il poeta Sofocle, fecero soggiacere ai mali di nn assedio gli abitanti di Samo in pena della loro ribellione; poi vi mandarono anche una colonia di due mila dei loro cittadini, fra i quali vebbe anche Neocle padre del filosofo Epicuro, maestro (per quel che si dice) di scuola. Anti sostengono che Epi curo stesso fu allevato in Samo ed in T e o , poi stette in Atene quando fu pervenuto alla pubert, dov ebbe a compagno Menandro il comico. Di Samo fu pur anco Creofilo, il quale dicono che una volta ricevette Ome ro come ospite, e cbe n ebbe in ricompensa di po ter pubblicare sotto il proprio nome quel poema che s intitola Espugnazione cP Oecalia. Callimaco per lo 1 contrario dice in un epigramma, che avendo Creofilo composto quel poema fu poi attribuito ad Omero per ch stette come ospite presso di lui. E 1 epigramma questo : lo sono fatica di quel Samio che ricevette una

volta nella propria casa il divino Omero, e piango i mali sofferti da Eurito e dalia bionda Jolea; pure son detto opera omerica. Questo , o Giove , grande onore
(i) Erodoto (lib. i n , c. >49) dice per lo contrario che i Per siani consegnarono Samo a Silosonte gi spopolata, fpSfeci

ieuntt iSfSt.

3l4

DELLA. GEOGRAFIA DI STRABONE

a Creofilo! Alcuni poi affermano che questo Creofilo fu maestro di Omero ; ma altri dicono che non costai gli fa m aestro, ma bens Aristea di Proconneso. Dinanzi allisola Samo situata Icaria, da cui rice vette il nome il mare Icario: l isola poi fa denominata cos da Icaro figliuolo di Dedalo (i), del qaale si narra che fuggendo in compagnia del padre allorch tatti e due si Ievaron di Creta sopra certe ali che serano fatte posticce, per non avere saputo temperarsi net volo precipit in quell acque : perocch sollevatosi troppo vicino al sole si liquefece la cera, di che lali eran com m esse, e si scomposero. La circonferenza di tutta lisola di trecento stadii; non ha porti, ma solo alcuni siti d approdarvi, il mi gliore dei quali .dicesi Isti , ed un promontorio che si stende verso zefiro (2 ). Evvi nellisola anche uu tem pio di Diana detto Tauropolio, ed una piccola citt O enoe, ed anche un altra detta Dracano col nome stesso del promontorio su cui fondata ; questa citt ha pure un luogo opportuno per approdarvi le navi. Questo promontorio distante dal promontorio Can tano di Samo ottanta stadii, e questo lo spazio mi nore fra quelle due isole. Ora poi l Icaria, poverissima dabitatori, coltivata dai Samii per nutrirvi il loro be stiame. Chi poi dallo stretto fra Samo ed il monte Micale
(1) noto quel verso di Ovidio : Icarus Icariis nomina fec it

aquis.
(a) Yerso loccidente.

LIBRO DECIMOQURTO

3 l5

naviga alla volta dEfeso ha dalla destra la spiaggia de gli Efesii, una parte della quale appartiene ai Samii stessi. Innanzi ta tto , lungo quella spiaggia, situato il Panionio, tre stadii al di sopra del mare, dove soglio no celebrarsi le Panionie, o comuni adunanze di tutti glIonii con sagrifizii a Nettuno Eliconio. Presiedono quivi alle sacre cerimonie i Prienei, di cbe gi si par lato nella descrizione del Peloponneso. Appresso si trova Neapoli, la quale prima fu degli Etesii , ma ora dei Sam ii,' e 1 ebbero in cambio di Maratesio a cui la pre ferirono per essere pi vicina. Vien poscia la piccola citt di Pigela con un tempio di Diana Miinichia fon dato da Agamennone. Questa citt fii abitata da una parte dell esercito di qul re , dicendosi cbe alcuni fra loro furono denominati Pigalii(i), come quelli che presi da dolore alle natiche furono costretti di rimanersi in quel luogo a cui diedero cotesto nome. A Pigela tien dietro il porto detto Panormo con un tempio di Diana Efesia ; e poi la citt di Efeso. Lungo la spiaggia nn coco al di sopra del mare & situata Ortigia , magnifico bosco con alberi d ogni ma niera , ma copioso principalmente di cipressi. A traverso di quel bosco discorre il fiume Cencrio, in cui fama che si lavasse Latona dopo il parto : perocch quivi si favoleggiano e il parto, e la nutrice O rtigia, e l1 antro dove Latona p a rto r, e P ulivo sotto cui primamente si dice che la Dea riposasse quando si trov libera dai dolori.
(i) Da

, natica.

3 j6

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Sopra questo bosco si eleva il monte Solmisso, dve raccontasi che i Cureti collo strepito delle armi assordaron Giunone che per gelosia andava insidiando Latona, e cos le fecero potest di partorire nascostamente da lei. Come poi si trovano in quel luogo parecchi tem pli, in parte antichi, in parte recentemente costrutti , cos in quei primi si veggono statue dartefici antichi, negli altri si trovano opere di Scopa; cio Latona scettra ta , e presso a lei Ortigia cbe porta nell una e nel* l altra mano un fanciullo. In Ortigia si celebra ogni anno unadunanza univer sale , e per un certo costume particolare a quel popolo i giovani si studiano sopra tutto di dare magnifici ban chetti. E nell occasione di quelle adunanze anche il collegio dei Gureti imbandisce simposii e celebra certi mistici sagrifizii. La citt fu abitata dai Carii e dai Lelegi. Andrclo poi avendo scacciata la maggior parte di costoro, pose alcuni de suoi compagni ad abitare intorno allAteneo ed allIpeleo, ed occup nel .tempo stesso anche una porzione del paese posto alle radici del monte Coresso: e cos stette quella citt fino ai tempi di Creso. Ma dopo quel re gli abitanti partitisi dal Coresso si trasferirono presso il moderno tempio di D iana, e vi stettero sino qll et di Alessandro. Lisimaco poi mur la citt che ora sussiste, e vedendo che quegli abitanti vi si tramu tavano mal volentieri, colse 1 opportunit di una stra bocchevole pioggia, e chiusi certi canali per modo da impedire lo scolo dellacque innond 1 antica citt, da cui allora gli abitanti affiettaronsi di emigrare.' Egli poi

LIBRO DECIMOQURTO

3 I7

avea denominata Arsinoe la nuova citt dal nome della propria moglie , ma. prevalse lantico di Efeso. Eravi in Efeso un senato coscritto (i), al quale aggiungevansi anche i cos detti epicleti, e tatti insieme amministravano tutti gli affari. Il tempio di Diana fa architettato primamente da Chersifronte, e un altro poi lo ampli : ma poich un certo Erostrato lebbe incen diato, gli Efesii ne fabbricarono uno migliore, conver tendo in tal uso gli ornamenti delle doune, le sostanze private, e il prezzo che ricavarono dalla vendita delle colonne del tempio antico (2 ) : di che fanno testimo nianza i decreti che allora furono pubblicati. E Arteraidoro dice che Timeo tauromenio inclinatissimo ai biasimo ed anche alle calunnie e perci soprannomato Epitimeo ( o censore ), solo per non avere avuta notizia di questi decreti afferm che gli Efesii rifabbricarono il tempio coi tesori che vi avevano depositati i Persiani $ giacch fino allora non sera fatto veran deposito di te sori , 0 se ve ne erano dovettero abbruciare insieme col tempio. E dopo quell incendio essendo distratto il
(1) F i ( U r i * **r*yf*pftttn. Il Casaubono pone questa nota: Sic dixit ut Romani, Patres Conscriplos : nec memini antiquiores Graecos sic loqui. (a) L architetto Chersifronte che disegn il primo tempio fu di Gnosso, citt di Creta. L incendio poi di quel tempio si attri buisce comunemente ad Erostrato. Esichio invece ne incolpa Ligdamide capo dei Cimmerii, il quale penetr bens fin nella Lidia e nell ionia, presso Sardi, e giunse anche ad Efeso, ma poi non si dice che incendiasse il tempio di Diana. Callimaco anzi afTerma che minacci di depredarlo, ma non vi riusci. (Edit. fr.)

3 18

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

tetto, chi mai avrebbe voluto deporre ia un edifizio sco perto le sue ricchezze ? Aggiunge poi lo stesso Artemn doro che Alessandro aveva offerto agli Efesii di resti tuir loro quanto gi avevano speso, e di sostenere tutte le altre spese occorrenti per quella riedificazione, sotto questa condizione che si mettesse sul nuovo tempio una inscrizione la quale dichiarasse lui esserne stato il re stauratore ; ma che gli Efesii non acconsentirono: per la qual cosa (prosegue) da credere che non avranno voluto nemtnanco procacciarsi col sacrilegio e colla rapina la gloria di quella riedificazione. E loda uno degli Efesii il quale in quella occasione rispose ad Alessandro : Aon

conviene ad un Dio innalzar templi agli Dei. Quaudo poi la costruzione del tempio fu terminata (e dice Artemidoro che ne fu architetto quel Chirocrate a cui dovuto anche il disegno di Alessandria, e quel medesimo che promise ad Alessandro di ridurre il monte Ato a forma di statua che a lui somigliasse, e di far s che da una specie di brocca versasse uu fiume in una fiala, erigendovi poi due citt l una a destra, 1 altra a sinistra del monte per modo che il detto fiume dalluna venisse a cadere nellaltra), quando ripeto la costruzione del tempio fu terminata, gli Efesii si procacciarono tutte le altre opere che ne sono ornam ento, allogandole a quegli artefici che si offersero di darle a migliori con dizioni. Quindi laltare quasi tutto pieno di lavori di Prassitele ; e ce ne furon mostrati alcuni anche di quel Trasone che fece altres la statua d E cate, la fontana, Penelope, e la vecchia Euriclea (i).
(<) Rispetto alla lezione, e per conseguenza anche alla inter-

LIBRO DECIMOQURTO

3 lg

Avevano poi gli Efesii certi sacerdoti eunuchi chiamati da loro Megalabizi, e eh essi traevano anche da altri paesi quando li riconoscevano degni di quellufficio, e li tenevano in grande onore. Davano poi p e r compagne a questi sacerdoti nella loro carica alcune vergini : ma ora le antiche instituzioni in parte si custodiscono an cora , in parte son cadute in disus. Cos quel tempio bens tuttora un asilo , come era anticamente, ma i confini della franchigia soggiacquero spesse volte a di verse mutazioni : perocch Alessandro li estese allo spazio di uno stadio : Mitridate a quel tratto a cui gignesse una freccia scoccata da un angolo dell edificio , il che poi si trov alquanto maggiore di uno stadio : Antonio raddoppi questa misura, sicch nell asilo ve niva ad esser compresa anche una parte della citt. Ma perch questo poi si conobbe dannoso, :e quasi un dar la citt in balia dei malfattori, fu abolito da Cesare Augusto. La citt di Efeso possiede arsenali ed un p o rto , se non che gli architetti, caduti in errore insieme col re
prefazione , tutto questo paragrafo in cui si parla della ricostru zione del tempio ricevette dal Coray notabili miglioramenti. Invece poi di Chirocrate il Casaubono vorrebbe leggere Dinocrale , e cos lo chiama anche Plinio ; ma in qualche luogo poi gli d il nome di Dinocare. Plutarco invece lo chiama Stasicrate. Anche la boriosa proposta di quell architetto ad Alessandro da Plutarco descritta diversamente da quel che ne dice qui Strabone. Finalmente pare cbe l opera di Trasone accennata sulla fine di questo paragrafo rappresentasse la nutrice Euriclea che riconobbe Ulisse lavandogli i piedi.

3 aO

SE L L A GEOGRAFIA D I STRBOWE

da cui fu loro dato lincarico, ne fecero troppo angusta la bocoa. Questo re fu Attlo Filadelfo; il quale sebbene vedesse che il porto si empiva di banchi di sabbia per le alluvioni del Caistro, credendo che si potesse rea darlo abbastanza profondo per ricever grosse navi qua* lora si costruisse un molo dinanzi all ingresso ch era troppo ampio, ordin che fosse costrutto ; ma l effetto fu poi contrario alla sua aspettazione. Perocch il ter* reno che il fiume seco strascina, trattenuto da quel m olo, empi il porto di banchi fino alla sua bocca , mentre invece per lo addietro dal flusso e riflusso del mare soleva esserne bastevolmente portato fuori. Tale pertanto il porto di Efeso. La citt poi a moti vo delle sue comodit in tutto il restante si viene di giorno in giorno aumentando, ed diventata il maggior emporio delle produzioni dellAsia e dei paesi al di qua del Turo. Nacquero in Efeso alcuni uomini illustri; fra gli an tichi Eraclito soprannomato il tenebroso, ed Ermodoro di cui paria Eraclito stesso ove dice : Agli Efesii tutti sarebbe dovuta la corda perch discacciarono il loro ottimo concittadino Ermodoro dicendo : Non sorga tra noi chi sia da pi degli altri; o se vha si tramuti ad altri luoghi e ad altre genti. Pare poi che questo Ermodoro abbia scritte alcune delle leggi romane (). Anche il poeta Iponalte fu dEfeso, e cos pure il pittor Parrasio ed Apelle. Fra i moderni vi nacquero loratore Alessandro soprannomato Licmo (a), il quale s immischi anche
(i) S intendono le leggi delle X II Tavole. (?) Cio : Lampada.

LIBRO DECIMOQDART

32 t

nelle cose delia politica, scrisse una storia, e lasci al cune Opere poetiche nelle quali tratt dei corpi celesti e fece la descrizione dei varii continenti, per ciascuno un poema (i). Dopo la foce del Caistro vha nn lago detto Selenusio formato dalle acque che riboccan dal mare : ed a questo lago ne tien dietro un altro cbe con lui si eoogiunge. D m questi laghi si traggono ragguardevoli pro venti consacrati in origine al >culto del tempio. I re poi ne avevano spogliata la Dea : i Romani glieli restituirono: ma alcuni appaltatori se li appropriaro no violentemente di nuovo. Artemidoro inviato (come racconta egli stesso ) a Roma per muoverne querela ri vendic alla Dea quei laghi, e fattane giudicare la causa prov che le apparteneva^ anche 1 Eracliotide, la quale se u era ribellata : sicch poi in ricompensa di questi servigi la citt d Efeso gli eresse una statua d oro nel tempio. Nella parte pi interna del lago trovasi un tempia reale, e dicono che lo fond Agamennone. Seguitano poi il monte Gallesio, e Colofone citt io nica col suo bosco consacrato ad Apollo Clario, nel quale anticamente vebbe un oracolo. E fama che l in dovino Calcante sia quivi venuto una volta a piedi da
(2) Il Coray si meraviglia bea a ragione cbe il nostro Autore non abbia citato fra gli aomini illustri di Efeso il geografo Ar temidoro , di cui parla pi volte nella sua Opera , ed anche in questa pagina. Quindi suppone che questo nome sia stato omuiesso per incaria degli amanuensi.
S t k j s o .vB j tom. I V ,
A4

3aa

DELLA GEOGRAFIA DI STB AB ONE

Troia in compagnia di Anfiloco figliuolo di Anfiarao, e che avendovi trovato Mopso figlio di Manto (figlinola di Tiresia ) conosciutolo miglior indovino ne mor di dolore. Questa favola raccontata da Esiodo cos : v Calcante propose a Mopso questa domanda : Gran

meravglia mi prende al vedere quanti /ru tti porta questo caprifico che pur cos piccolo ,* sapresti per avventura dirmene il numero ? E Mopso rispose : Son dieci mila, sicch compiono un medimno e ne sopravanta tino che tu non sapresti fa rvi capire. Cos disse Mopso : la mi sura si trov essere appunto qual egli.laveva detta, e il sonno della morte occup subitamente Calcante. Fe* recide invece racconta che Calcante rec innanzi a Mopso una scrofa pregna, e lo domand quanti por cellini partorirebbe ; e Mopso rispose : T r e , uno dei quali sar femmina. E cbe essendosi avverata quella pre dizione , Calcante ne mor di dolore. Altri finalmente dicono che Calcante propose il quesito della scrofa, e Mopso quello del caprifico, e che Mopso indovin il vero, ma Calcante non seppe fare altrettanto, di che poi s afflisse e m or, come un oracolo gli aveva pre detto. Anche Sofocle nella Rivendicazione di Elena dice che Calcante era destinato a morire quando si abbatte rebbe in un indovino migliore di lui 5 ma poi trasporta nella Cilicia la gara poc anzi detta e la morte. Queste sono le antiche tradizioni. Possedettero una volta i Colofonii una ragguardevole forza marittima, ed ebbero una cavalleria tanto superiore a quella delle altre nazioni, che nelle battaglie dub biose vinceva sempre quella parte a cui essa veniva in

LIBRO DECIMOQURT3

3a3

soccorso. E di qui poi si fece il proverbio elise dice': V'aggiunse il Colofone ( i) , per significare che ad una cosa qualunque si data stabile fine. Tra i Colofonii che meritano d essere menzionati avvi Mimnermo sonatore di flauto e poeta elegiaco, Senofane il fisico cbe compose dei siili in verso. Pin daro poi ricorda un certo Polimnasto fra gli uomini far niosi nella musiea, dicendo : Udisti per cerio la cele brala voee di Polimnasto da Colofone. Ed alcuni so* stengono che di questa citt fu nativo anche Omero. Navigando in linea retta si contano da Efeso a Co* lofone settanta stadii , e cento venti qualora si costeg gino i seni. Dopo Colofone s incontrano il monte Co ra ci ed unisoletta sacra a Diana, dove si dice che so gliono trasferirsi a nuoto le cerve per partorire. Viea poscia, lontano da Colofone centoventi stadi*, Lebedo, dove sogliono radunarsi ed avere comune abitazione tutti gl istrioni delle feste di Bacco dai paesi dell Ionia fino allEllesponto; e dove ogni anno sogliono celebrarsi una fiera ed un certame in onore di quella divinit. An ticamente solevano abitare in Teo citt degl lonii ehe tien dietro a Lebedo ; ma per esservi nata una certa sedizione si rifuggirono in Efeso. Dopo di che avendoli

(i) Ti KpXtpSt Il Corciy per appropriare quatto proverbio al soggetto tradusse : I l a ajoui ( la cavalfrie d t ) Colophon ; ma in una nota fa poi osservare che questo prover b io , secoodo un scoliaste di Platone, ebbe invece origine dal privilegio che aveva la citt di Colofone .di poter dare all uopo due voti nell assemblea Pan ionia , o di tut gl lonii.

3a4

DELLA GEOGRAFIA D I STRABONK

Attalo collocati io Mionneso fra Teo e Lebedo, gli abitanti di Teo spedirono ambasciatori ai Romani pre gandoli di non tollerare che Mionneso diventasse con loro danno un importante citt. Quindi gl istrioni si tramutarono a Lebedo dove furono volentieri accolti, perch quella citt trovavasi allora molto povera di abitatori (i). Anche Teo distante da Lebedo cento venti stadii, e framezzo v l isola Aspin che alcuni dicono Arconneso. Sopra unaltura che spingesi in mare a guisa di una penisola situata Mionneso. Sopra una penisola fondata anche Teo fornita di porto. Di questa citt fu nativo anche Anacreonte poeta lirico, al cui tempo i Tej abbandonata la patria si trasferirono in Abdera citt della Tracia per non sopportare linsolenza dei Per siani : e di qui poi ebbe origine quel verso : Abdera bella colonia de Tej. Ma in progresso di tempo alcuni si ricondussero poi all antica loro patria. E gi prima d ora abbiamo parlato di Apellicone dicendo che fa anchegli di Teo : e fu di questa citt anche lo storico Ecateo (a).
(i) Questi istrioni sono detti dallAutore artisti, tm t wtfi iitvtrat ri#/?* s e s intendono tutti gli attori, cantanti, ballerini e simili che concorrevano alle rappresentazioni nella festa di Bacco. Siccome poi queste rappresentazioni facevansi solo in una parte dell anno, cosi questi artisti negli altri mesi abita vano in un dato luogo tutti insieme, e questo luogo primamente fu Teo. (Edit. fr.) (a) Pi comunemente si dice Scatto abderita 9 come Erodoto dicevasi alicarnasseo dal luogo in cui nacque , e turio dalla colonia di Turi. (Edit. fr.)

LIBRO DECIMOQURTO

3a5

Evvi anche un altro porto verso il settentrione a trenta stadii dalla citt di Teo detto Cherreid : poi trovansi i Calcidesi e l istmo della penisola de 1 T^ej e degli Eritrei. Al di dentro di quellistmo abitano gli Eri* trei; sull istmo stesso i Tej ed i Clazomenii. Perocch il suo fianco meridionale presso i Calcidesi occupato d Tej ; e il fianco settentrionale dai Clazomenii che quivi congiungonsi CollE ritr e a . Trovasi anche al princi pio dellistmo un luogo detto Apocremno (i), al di l del quale situata l Eritrea, ed al di qua il paese dei Clazomenii. Al di sopra dei Calcidei avvi un bosco sacro ad Alessandro figliuolo di Filippo, dove dai popoli dell Ionia soglionsi celebrare certi giuochi detti Alessandrei. Il tragitto dellistmo dal bosco predetto e dal ter ritorio dei Calcidesi fino allApocremno di cinquanta stadii ; ma chi fa questo viaggio per mare ne conta pi di mille. Verso il mezzo di questa navigazione situata Eritra citt ionica con porto, e dinanzi alla quale stan no quattro piccole isole denominate Ippi. Ma prima di giungere ad Eritra incontrasi Era piccola citt de Tej, poi 1 alta montagna di Corico col porto Casiste alle fal de, quindi un altro porto (a) detto porto dEritra, e dopo di questo parecchi altri. fama che tutta la spiaggia del Corico servisse un tempo di ricetto ai pirati detti
() Leggo col Coray: ' Axixftiftttt consideralo qual nome pro p rio , anzich ixixft/in* che traducono luogo scosceso. (a) Forse (dice il Coray) dovrebbe leggersi < tX invece di &M*f, e tradurre: il porto Casiste, altrimenti detto porlo (TE-

ritrea.

3a6

DELLA GEOGRAFIA D i STRABONE

Coricai, i quali trovarono uua nuova maniera di eserci tare il loro mestiere. Perocch diffondendosi nei porli cd accostandosi ai mercatanti informavansi di quel che portavano e del viaggio che avevan da fare, poscia ri strettisi insieme^ quando costoro uscivano in mare li as salivano e li derubavano. Di qui poi siamo soliti chia mar coriceo ogni uomo che si caccia negli affari altrui, e che studiasi di sentire ci che gli altri dicono fra di loro in segrto e iti disparte ; e diciamo in proverbio : Pha udito per un Coriceo , quando altri si crede di operare in segreto e celatamente da t u tti, ma poi non gli riesce di rimaner celato a coloro i quali attendono sol a domandare e scoprire le cose altrui. Dopo il Corico vien lisletta Alonneso, poi Argenno (i) promontorio dellEritrea vicinissimo al Posidio di Chio col quale frma un golfo di circa sessanta stadii. F ra Eri tra e lApocremno trovasi il M im a, eh una mon tagna alta , abbondante di selvaggina e ricca di alberi. Vengono poscia il borgo Cibelia, e il promontorio detto Melena dov una cava di pietre molari. In Eritra na cque anticamente Sibilla donna inspirata e profetessa. Al tempo d Alessandro ve n ebbe un altra per nome Atenaide parimenti profstessa, e nativa di quella stessa citt. All et nostra poi vi fior Eraclide medico dlia setta degli Erofilei e condiscepolo d Apollonio sopran nomato Mus (a).
(i) Ora capo Bianco. Il Posidio il capo S. Eletta nellisola di Scio. (i) Cio: Topo.

' LIBRO DHCIMOQURT

L isola di Chio quando le si navighi intorno rasente il lido ha novecento stadii di circonferenza ; e possiede una citt con buon porlo e cn una stazione di ottanta navi. Chi partendosi da questa citt si tenga l isola a destra trova primamente il Posidio, poi Fan profondo povto, poi un tempio d Apollo ed un bosco di palme. Appresso viene il monte Notio , alle cui falde si pu fare scala, e Laio (i), dove pure la spiaggia tale da po tervi approdar colle navi, e da cui fino alla citt si sten de un istmo di sessanta stadii, mentre invece per mare la distanza fra questi due luoghi di stadii trecento sessanta, di che feci esperienza io stesso. Segnita quindi il promontorio JVfelena (a), rimpetto a cui alla distanza di cinquanta stadii situata Psira, alta isola con una citt dello stesso suo nome , e il cui circuito di quaranta stadii. Vien poscia Ariusio di circa trecento stadi, pae se aspro ed importuoso, ma ferace nondimeno del mi gliore fra i vini ellenici ; quindi il monte Pelineo al tissimo fra quanti se ne trovino in quell isola, la quale possiede altres una cava di marmo bianco. Gli uomini illustri di Chio sono Ione il tragico, Teopompo scrittore di storia e Teocrito il sofista , i quali furono anche avversarj tra loro nelle fazioni politiche (3).
(i) 11 Casaubono not pel primo che questa voce debb essere alterata. ' (a) Il capo S. Nicol. (G.) (3) Agli uomini illustri di Chio si possono aggiungere Enopide astronomo che scoperse, per quanto si dice, l obliquit del zo diaco , Nessa o Nesso filosofo, e Metrodoro suo discepolo che fu maestro (al dire di Suida) d Ippocrate, e Sciamo di cui resta un piccolo trattato di Geografia in versi. (Edit. fr.)

328

DELLA GEOGRAFIA DI STRABOtt

I Cbii pretendono che fosse nativo della loro citt an* cbe O m ero, e ne recano in testimonio i cos detti Omeridi tenuti della medesima schiatta di quel poeta , e dei quali Pindaro disse :
Dar base agl Inni in lor vario cbncento Gli Omeridi poeti usan talora Giove invocando (t).

Possedettero una volta gli abitanti di Ghio anche una (lotta , colla quale aspirarono alla signoria del mare e si conservarono la libert. Da Ghio a Lesbo si naviga col Noto, e v ha uno spazio di circa quattrocento sta dii. Dopo 1 Apocremno trovasi un luogo detto Cilrio nel quale fu anticamente fondata Clazomene j poi la Clazomene moderna con intorno otto isolette il cui ter* ritorio coltivato. Fu nativo di questa citt l illustre fsico Anassagora scolaro di Auassitnene milesio e mae stro del fisico Archelao e del poeta Euripide (2 ). A Clazomene tengono dietro un tempio d Apollo , una sorgente di acque calde, poi il golfo e la citt di Smirue. Appresso trovasi un altro golfo nel quale era situata 1 antica Smirne lontana venti stadii da quella che ora sussiste. Ma dacch i Lidii distrussero quella c itt , i suo abitanti stettero pel corso di quattrocento anni dispersi in alcune borgate. Antigono poi la sollev di bel nuovo e pi tardi ancora Lisimaco, sicch al presente bellissima sopra tutte (3). Essa in parte (1) Nera. 1 , v. 1 .
(?) Ed anche di Socrate. (3) Sopra tutte le citt dell Ionia. Fa poi meraviglia (dice il

LIBRO DECIMOQURTO

3 2 ()

edificata sopra il monte, ma il pi situata nel piano ed ha per termini il porto, il tempio della Madre degli Dei e il Ginnasio. Singolari sono le sue strade inter* secantisi ad angolo retto, per quanto stato possibile, e lastricete \ e cos pure i grandi portici quadrati , al cuni al piano stesso della strad a, alcuni pi alti. V a Smime una biblioteca, e 1 Omerio cbe un portico di figura quadrata col tempio e colla statua d Omero: perocch anche gli Smirnei pretendono fortemente che quel poeta sia stato loro cittadino; ed hanno anche una moneta di rame chiamata Omerio. Vicino ai muri di Smirne scorre il-fiume Melete ; e a tutte le altre pre rogative di questa citt si .aggiunge anche un porto che si pu chiudere. Fu per altro una grave mancanza de* gli architetti, che lastricando le vie.non vi fecero'sco latoi, sicch vi si fermano le immondezze principalmente nei tempi di pioggia quando si votano le latrine. Quivi Dolabella assedi e fece morire (i) Trebonio, uno di coloro che uccisero Cesare a tradimento , e distrusse allora eziandio alcune parti della citt. Dopo Smirne vien Leuce, piccola citt che AristoniPalmerio ) che Strabone non ricordi Alessandro creduto ristora tore di Smirne moderna. Anche Arriano (soggiunge) nonne fece parola, e forse avvenuto che Alessandro decret la ricostru zione di Smirne, ma il suo decreto rimase ineseguito per la sua assenza e per le altre sue molte occupazioni* e solo Antigono poi lo rec ad effetto. (1) A i X n . Alcuni lessero invece , prese : ma la storia attesta la verit della prima lezione.

33o

d e lla

g e o g r a f i a d i STRABONE

co, ilopo la morte di Aitalo Filometore (i) fece ribellare, sostenendo eh egli era della schiatta reale , e sforzan dosi di far s cbe la signoria cadesse in lui : ma ne fa poi cacciato dopo che gli Efesii lo sconfissero in una battaglia navale presso il territorio di Cime ; e ritrattosi nelle parli mediterranee radun tumultuariamente una moltitudine di poveraglia e di servi allettandoli colla pro messa della libert; e loro impose il nome dEliopoliti (a). Seguitalo poi da costoro, primamente piomb sopra Tiatira, poi prese Apolloniade, poi si volse ad alcune altre castella; ma non si sostenne gran tem po, perch subi tamente le citt mandarongli contro numerose milizie, e Nicamede re della Bitinia , e i principi della Cappa docia diedero loro soccorso. Vennero poi cinque ambasciadori da Roma, e quindi un esercito condotto dal console P. Crasso, a cui successe M. Perpenna, il quale termin quella guerra, e pigliato vivo Aristonico lo mand a Roma dove fin la vita in una prigione. Per penna poi termin i suoi giorni- p er malattia; e Crasso mor combattendo, difendendosi da un imboscata in cui cadde presso Leuce. Dopo di ci portatosi col il console Aquilio con dieci luogotenenti ordin la pro vincia in quella forma di governo che tuttavia vi sus siste.
() Colui che morendo dichiar erede il popolo romano. (a) Cio : Cittadini dEliopoli. Sei o sette citt portarono que sto nome, una delle quali forse fu occupata da Aristonico; L 01stenio invece not : Heliopolilas appellavit, ni fallor', quod

mendici apricari et ad solem corpus fovere solenni, vel quod, aedibus et ldo carente! , sub dio vivant.

LIBRO DECIMOQURTO

331

A Luce tien dietro Focea nel golfo, ma di questa abbiamo parlato nel trattare di Marsiglia. Quindi si tro vano i confini tra glIonii e gli Eqlii; ed anche di que sti gi s1 parlato : sicch oramai ci restano da descri vere solo le parti mediterranee dellionia lungo la strada che va da Efeso sino ad Antiochia ed al Meandro, il quale spazio anch esso promiscuamente occupato da L idii, Carii ed Elleni. Partendosi dunque da Efeso s incontra primamente Magnesia citt eolica detta Ma gnesia sul Meandro per trovarsi vicina a questo fiume. Nondimeno le molto pi presso il Leteo, che si scarica nel Meandro ed ha le sue sorgenti sul Pattio (i), monte degli Efesii. V ha un altro Leteo presso G ortina, ed un altro vicino a Tricca, lungo il quale fama che na scesse Esculapio, ed un altro ancora nella Libia occi dentale. La citt di Magnesia situata in una pianura presso al moute chiamato Torace, su cui dicono che fu crocifisso il grammatico Dafita (a) per avere vituperati i re di Pergamo con queversi: Schiavi flagellati sotto la porpora , raschiatura delle ricchezze di Lisimaco , voi regnate su Lidii e sui Frigii. E si racconta che un oracolo gli avesse ordinato di guardarsi dal Torace. Credesi poi che i Magnesii siano discesi da que Delfii cbe abitavano i monti Didimi nella Tessaglia, intorno ai quali Esiodo disse : Simile alV intatta vergine che abit

i sacri Didimi colli nella Dozia pianura rimpetto ad


(i) O Pactie. (3) Secondo Suida fu invece precipitato dal monte Cavallo, verificandosi posi un oracolo di cui Dafita facevasi beffe.

33*

DELLA. GEOGRAFIA D I STRABONE

Amira ricca di vili , e bagn il piede nel lago Bebeide.


In Magnesia era anche il sacrario di Dindimene madre degli D ei, dov fu gi sacerdotessa , secondo alcuni la moglie, secondo altri la figlia di Temistocle. Ora poi pi non sassiste, perch la citt fu trasferita in un altro luogo, e vi si trova invece il sacrario di Diana Leucofriene. Questo nella grandezza del tempio e nella copia dei doni rimansi addietro da quel d Efeso ; ma nella eleganza e nell arte con cui l edilzio costrutto gli invece molto superiore : ed anche nella grandezza vince tutti quelli dell'Asia, tranne due soli, quel dEfeso e quello di Didime. Anticamente avvenne ai Magnesii di essere intieramente distrutti dai Treri, gente deCimmerii che per gran tempo ebbe prospera fortuna ; poi nell anno susseguente a questa rovina il sito della loro citt fa occupato dai Milesii. Cailino pertanto parla dei Magnesii come di un popolo ancora in fiore e vittorioso nella guerra contro gli Efesii ; ma Archiloco mostra di aver conosciuta la sventura alla quale soggiacquero di* tendo : Piangete le sventure dei T a sii , non gi quelle dei Magnesii: e di qui possiamo congetturare chegli fu anche posteriore a Cailino. Questi poi fa menzione di unaltra invasione dei Cimmerii pi antica che quella dei T r e ri, dicendo : Ora ci sta sopra il rovinoso eser cito dei Cimmerii ; e in questa invasione racconta an che l espugnazione di Sardi. Furono uomini illustri di Magnesia 1 oratore Egesia, il quale fu il primo che se guitando il cos detto stile asiatico corrompesse la ma niera attica gi stabilita ; e Simo poeta lirico , il quale corruppe anch egli lantica maniera della poesia lirica

LIBRO DECIMOQUARTO

333

sostituendovi quella che poi si disse Simodia, come le furono anche sostituite con maggior danno la maniera Lisioda e Magode. Fu di Magnesia anche Cleomaco pugilatore, che innamoratosi di un giovinastro e di una prostituta che con lui conviveva, si diede a imitare gli a tti, il linguaggio ed i sentimenti di siffatte persone. 11 primo cbe ci facesse fu Sotade, dopo di cui v ebbe Alessandro d Etolia : costoro per se ne valsero nella prosa, ma Liside, e prima di lui Simo l accompagna* rono colla musica. I teatri applaudirono altamente an che il citaredo Anassenore: ma pi ancora lo illustr Antonio nominandolo esattor de7tributi di quattro citt, e dandogli a tal uopo una guardia di soldati. Anche la patria gli diede notabile splendore vestendolo della por pora sacra a Giove Sosiopoli ( i ) , come viene attestato dalla sua immagine dipinta nel foro. Evvi anche unal tra sua immagine di rame nel teatro con questa inscri zione :
*Hr f t r i i * xAr
T / vS ' e l i *<f' 'i t
t i,

irri it t S t v ,
Sh*?t iv J jt (l).

Ma lo scultore non avendo ben misurato lo spazio della base dovette tralasciare l ultima lettera del secondo verso, dando materia di accusar d ignoranza la citt, perch tale omissione induce dubbiezza se quella voce
(i) Cio : Giove salvatore della citt. (a) Omero Odiss. lib. ix , v. 3 e 4- Bello udir un cantore quale costui, somigliante agli Dei nella voce. - Si noti poi che nelle inscrizioni usandosi lettere maiuscole l iota sottoscritto all della voce i v i f avrebbe dovuto essere invece l ultima let tera -di questa parola.

334,

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

*vin sia di caso nominativo o dativo : perocch molti scrivono ora i dativi tralasciando l iota, e senza ve* runa buona ragione rigettano il costume gi stabilito. Dopo Magnesia trovasi la strada di Traili avendo a si* nislra il monte Messogide ; alia destra ( comprendendo sotto questa denominazione anehe la strada) stala pia nura del M eandro, occupata dai Lidii, dai Carii, dagli Ionii di Mileto e di Miunte, ed anche dagli Eolii di Magnesia. Lo stesso accade anche degli altri luoghi fino a Nisa e ad Antiochia. La citt dei Traili fondata so pra una specie di trapezzo che ha sul vertice una fortez za, ed all'intorno luoghi ben fortificati. Essa poi popo lata quanto nessan* altra dellAsia da cittadini doviziosi ; e sempre aleuti di loro incaricato di sopraintendere ai giuochi sacri e solenni sotto il titolo dAsiarca. Fu di que sto numero Pitodoro. Egli fu nativo di N isa, ma tra sportatosi prestissimo a Traili per la celebrit di quel luogo, divenne illustre per lamicizia che port a Pom peo con pochi altri. Egli possedette poi una principesca sostanza di pi che due mila talenti; e quantunque i suoi beni fossero fatti vendere da Giulio Cesare per ca stigarlo di essere stato amico a Pompeo, egli nondimeno li redense e li lasci morendo ai proprii figliuoli. Di costui figliuola quella Pitodori cbe oggid regna nel P onto, e della quale noi abbiamo gi parlato (). Pito doro pertanto fior ai nostri giorni; e vi fior anche Menodoro, letterato grave e rispettabile che esercit il sa cerdozio di Giove Larisseo; ma fu perseguitato dagli
(i) Lib.
xii ,

c. , verso la fine.

LIBRO DECIMOQURTO

335

Amici di Domizio Enobarbo, il quale poi lo fece morire prestando fede a coloro che lo accusarono d aver cer* calo di ribellargli le milizie di mare. Nacquero in Traili anche alcuni celebri oratori, qual stato Dionisocle, e dopo di -lai Parnaso detto Scombro; Dicesi poi che qnesta citt fosse fondata dagli Argivi ed anche da al cuni Traci, e che da questi ricevesse il suo nome. Essa per qualche tempo stette nella signoria dei figliuoli di C ratippo, e fu allora che si agit la guerra Mitridatica. Nisa situata vicino al monte Messogide ed a quello in molta parte addossata. Essa quasi una doppia citt, perocch le scorre attraverso un. torrente che vapre una specie di burrone, di cui una parte occupata dal pon te che serve a congiuDgere le due c itt , il rimanente adornato da un anfiteatro che uasconde sotto 'di s il passaggio di quel torrente. Soprastanno i teatro due colline, una delle quali ha poi alle falde il ginnasio dei giovani, 1 altra ha sotto di s il foro e il ridotto devecchi. Dalla parte di mezzogiorno soggiace alla c itt , come a quella di T ra ili, una pianura (i). Lungo la strada fra Traili e N isa, non lontano da questultima citt, trovasi Acaraca borgo deNisei, dove il Plutonio adorno anche di un magnifico bosco, e un tempio di Plutone e di Proserpina, e il Garonio, antro soprastante a quel bosco e di mirabil natura. Pe rocch si racconta che glinfermi confidando nelle gua rigioni operale da quelle divinit vengono a quel luogo, soggiornano nel borgo vicin di quell a n tro , presso al() La pianura del Meandro.

336

BELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Cuni pratici sacerdoti, e questi mettonsi a giacer* nel l antro invece degl infermi, ai quali prescrivono poi. que* rimedi che loro vengono suggeriti nel sonno. Que* sti medesimi sacerdoti pregano dagli Dei la guarigione dei m alati, al qual fine glintroducono spesse volte nell antro, e quivi li lasciano in riposo quasi dentro una fossa senza cibo per lo spazio di parecchi giorni. Qual che volta gl infermi trovano il rimedio ne proprii loro sogni, ma nondimeno si valgono di quesacerdoti come interpreti e consiglieri. A tutti gli altri quel luogo inac cessibile od esiziale (i). Ad Acaraca si celebra ogni anno un assemblea ge nerale , ed allora principalmente si vedono e si raccon tano coteste guarigioni. Allora altres i giovani e gli efe bi usciti del ginnasio nudi in sul mezzogiorno afferrano un toro e studiosamente Io fanno entrare nell a n tro , dov esso lasciato sinoltra alcun po co , e subito cade esanimato. A trenta stadii da Nisa andando verso il mez zogiorno dopo aver superato il monte Tmolo e il Mes sogide trovasi un luogo che si chiama Leimone (a), dove sogliono convenire i Nisei e tutti gli abitanti de luoghi circonvicini. Non lungi di l trovasi pure un antro sacro alle predette divioit,e stendentesi per quel che si dice fino ad Acaraca. Di questo Leimone parla Omero allor ch dice nello praterie dA s io , e ne mostrano in prova due templi consacrati a due eroi Caislro ed Asio, e
(i) Tutto questo paragrafo, pieno di dubbiezze nel lesto, fu ridotto a buona lezione dal Coray. (i) La voce Attfiat significa prateria.

LIBRO DECIMOQCARTO

33?

presso ai quali scorre il fiume Caistro. Raccontasi che tre fratelli Atimbro, Atimbrado ed Idrelo venuti da La* cedendone fondassero tre citt che portarono i loro nomi; alle quali essendo poi venuta mancando la popolazione, si compose di tutte e tre la sola Nisa; ed ora i Nisei ri conoscono Atimbro come loro primo fondatore. Stanno intorno a Nisa alcune ragguardevoli abitazioni, quali sono Coscinia ed Ortosia al di l del M eandro; al di qua Briula, Mastaura ed Acarac. Al di sopra poi di questa citt nello stesso monte Messogide la citt di Aromata ( colla seconda sillaba breve ) , d onde si trae il vino aromeo eh il migliore fra tutti quei del Mes sogide. A Nisa nacquero alcuni uomini illustri: Apollonio filosofo stoico ottimo fra gli uditori di Panezio; Mene* crate scolaro di Aristarco; Aristodemo figlio di Mene crate , di cui gi vecchio fummo uditori anche noi giovinissimi in Nisa ; Sostrato fratello di Aristodemo ; ed un altro Aristodemo suo cugino eh educ il gran Pom peo , amendue grammatici illustri, ma quello di cui an chio fui uditore era maestro altres di rettorica. Egli ebbe cos in Rodi come nella sua patria due scuole, 9 insegnava rettorica la mattina, e la sera grammatica. l a Roma poi attendendo alleducazione dei figliuoli di Pom? peo si content della scuola di grammatica.

338

D E L L ! GEOGRAFIA D I STRABONE

C A P O II.
Lunghezza della spiaggia della Caria. Dedala. Cauno ed altre citt. Isola e ciltd d i Rodi. Stato politico d i Rodi. Ori gine dei RodiottL Lindo ed altre citt deWisola d i Rodi. Uomini illu stri di quest isola. Gnido. D i AUcamasso e del suo Mausoleo. Uomini illu stri e t AUcamasso. Genealogia e successione dei prncipi i Alieam dsso. Isola e citt di Coo. Uomini illu stri d i Coo. M indo ed altre citt deUa Caria. laso ed altre citt. M ilasa e suoi uomini illustri. Stratonicea. Alabanda. Origine e linguaggio dei Carii. D istanze d i alcun* citt della Caria e d e lt Ionia.

I luoghi al di l del Meandro che ci restano ancora da descrivere appartengono tatti alla Caria. Quivi per i Carii non sono pi frammisti coi Lidii, ma stanno da s , fuor solamente io quella parte di spiaggia che loro sottrassero i Milesii ed i Misii. Principio di questa spiaggia quel punto del conti* nte che trovasi rimpetto a Rodi ; fine il Posidio dei Milesii ; e nelle parti mediterranee poi gli estremi ter mini di questo paese sono dal Tauro al Meandro. Pe rocch ben si dice il principio del Tauro essere i monti situati al di sopra delle isole Chelidonie ( i ) , le quali stanno rimpetto al confine della Panfilia e della Licia (e quivi in fatti il Tauro si eleva a grande altezza); ma nel vero poi quella catena montuosa disgiunge tutta quanta la Licia lasciandosela al mezzo giorno, da Ci*
(i) Erano queste isole vicine al capo Sacro della Licia ; e quel capo ne conserv il nome Chelidoni. (G.)

LIB R OD EG IM O Q U R TO 33() bira fino alla costa in faccia all isola di Rodi. Se noti che per essere quivi quella catena di monti molto pi bassa cbe altrove, non si considera pi come una partodei Tauro ; n i luoghi pei quali si stende si dicoooi pi paesi al di qua e al di l del Tauro, perch ora si alza, ora si avvalla stendendosi pel lungo e pel largo, n reode pi immagine di una divisione. A navigare lungo la Caria radendone i golfi si con tano quattromila e novecento stadii ; e la navigazione della spiaggia che sta rimpetto allisola di Rodi di cir ca mille e cinquecento. Questa parte de|la spiaggia ha il suo principio dal forte Dedala appartenente a Rodi, ed il fine nel monto detto Fenice, il quale soggetto a Rodi ancor esso. Dinanzi poi a quella spiaggia situata l isola Eleussar lontana da Rodi cento venti stadii. A mezzo di questo spazio chi naviga da Dedala alla volta dell occidente, in linea retta lungo la Cilicia, la Panfilia, la Licia, trova; il golfo detto Glauco fornito di buoni porti, poi il pro montorio Artemisio e suvvi il sacrario dello stesso .floh me. Quindi viene il bosco di Latona; ed a sessanta sta dii da questo e dal m are, la citt di CaHnda. Seguita poi Cauno ; ed ivi presso il Calbi , profondo fiume cbe pu essere navigato contro il suo corso ; e fra Cauba e il Calbi la citt di Pisilide. Ha Cauno un arsenale ed un porto che si pu chiu dere ; ed al di sopra della citt situata nell alto una fortezza detta Imbro. Mentre per il paese fertile, si confessa da tutti che la citt in tempo di state e d au tunno malsana pel caldo eccessivo e per la str^boo

34 0

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

chevole quantit dei frutti.- Quindi poi ebbero origine alcuni divolgati racconti, per esempio che Stratonico citarista vedendo i Caunii tutti assai pallidi, applic loro scherzando quel verso di Omero :
...................................... Quale delle foglie Tal la stirpe degli umani (i).

E che rimproverandolo alcuni di biasimar l citt co me malsana , rispose : Malsano non oserei io dire giam mai quel luogo dove passeggiano anche i morti. I Caunii una volta si ribellarono dai Rodiotti, i quali poi per giudizio dei Romani li ripigliarono di nuovo : e sussiste tuttora l aringa di Molone contro di loro. Dicesi eh essi parlano la stessa lingua dei Carii ; che vennero dallisola di Creta, e fondarono leggi loro pro prie. A Cauno tien dietro la piccola citt di Fisco (a) dov un porto ed un bosco sacro a Latona. Appresso vieue laspra spiaggia di Loriina, e poi il monte Fenice, che il pi alto di tutta quella regione, con una fortezza dello stesso nome sulla cima. Rimpetto a questi luoghi sta l isola d Eleussa alla distanza di quattro stadii; la sua circonferenza ne conta diciolto. La citt di Rodi situata sul promontorio orientale dellisola di cotal nome; e di porti, di vie, di mura e di quant altro concorre al pregio d una citt supera le altre per modo che nessuna potrebbe dirsi maggiore,
(1 ) I L , lib. v i , v.

146.

(2) Il picciol golfo in cui si trovava questa citt ricevette poi il nome di Porto Fisco, (G.)

' LIBRO DECIMOQURTO

3^1

anzi n anche pari a lei. Mirabile la bont delle sue leggi, e la cura in cui essa tiene tutto ci che spetta al governo, ed alle cose del mare. Laonde poi tenne gran tempo la signora del mare, distrusse lusanza dlie pira* t e n e , e divenne amica ai Romani ed a quanti re furono amici dei Romani e degli Elleni: e per queste cagioni medesime continu a governarsi colle proprie sue leggi, e fu adornata di molti d o n i, i quali si trovano per la maggior parte nel sacrario di Bacco, nel ginnasio, ed al cuni anche altrove. Fra i maggiori monumenti che sia no in Rodi si vuol collocare il colosso del Sole, che al dir dellautore delliscrizione in versi giambici fu opera di Carete figliuolo di Lindo, ed ebbe settanta cubiti di altezza. Ora poi giace abbattalo da un tremuoto e rotto nelle ginocchia : n i Rodiotti lo rialzarono, perch un oracolo ne fece loro divieto. Questo senza dubbio il maggior monumento di Rodi, e tutti si accordano a collocarlo fra le sette me raviglie del mondo ; ma si ammirano inoltre in quella citt le pitture di Protogene, il Gialiso ed il Satiro ap poggiato ad una colonna su cui inalzavasi una pernice, la quale sul primo mostrarsi del quadro si guadagn lattenzione dei risguardanti per modo che a lei sola e non al satiro ponevano mente, sebbene fosse anchesso di mirabil lavoro. Quest ammirazione si accrebbe dall efftto che quella pittura produsse sulle pernici vi^ venti ; perocch alcuni che ne avevano alquante dome stiche le portavano dinanzi al quadro, ed esse comin ciavano subitamente a cantare, a gran diletto dei molti che concorrevano a quello spettacolo. Ma vedendo Pro-

34

D E L L ! GEOGRAFIA H I STRABONE

togerie che la figura principale del sdo quadro era di ventata accessoria, preg coloro cbe presiedevano al tempio di poterne cancellar la p ernice, e la cancell.

1 Rodiolti hanno gran cura del popolo sebbene non si governino a democrazia, dandosi soprattutto pensiero di tenere tranquilla la moltitudine dei poveri. A tale effetto sogliono fare gratuite distribuzioni di frumento , e per un antico loro costume i ricchi sostengono i bi sognosi. V hanuo poi certi pubblici servigi ai quali so no tenuti costoro che vengono cos alimentati) sicch nel tempo medesimo e il povero abbia il suo necessario sostentamento, e la citt non manchi degli operai che le occorrono, principalmente in ci che risguarda le flotte. Rispetto agli arsenali ve n erano alcuni chiusi e interdetti alla moltitudine ; e chi ardiva spingervi lo sguardo od entrarvi era sottoposto alla pena della morte. A Rodi non altrimenti che a Marsiglia ed a C i zico ci che risguarda gli architetti, la costruzione delle macchine, e ie raccolte darnri o daltre cose somiglianti ordinato con singoiar diligenza, pi forse che presso qualunque altro popolo. I Rodiotti al pari che quelli dAlicarnasso, di Gnido e di Coo sono d origine dorica. Perocch quei Dori! che fondarono Megara dopo la morte di Codro, io. parte restarono eol , in parte si unirono colla colonia spedita in Creta sotto largivo Aitemene, in parte si diffusero tra Rodi e le citt menzionate poc anzi. Questi fatti sono posteriori alle cose dette da Orner^ perocch al tempo di quel poeta non sussistevano an cora Gnido ed Alicarnasso : Rodi e Coo gi v erano,

LIBRO DBCIMOQUARTO

343

ma le possedevan gli Eraclidi. Infatti Omero parlando di quei di Rodi cos dice :
V eraclide Tlpolemo lor duce, Grande e robusto battaglici' ehe al forte Ercole un giorno Atliochea prodotte , Cui d! Efira e dal fium e Selleente Seco addutte t eroe poich distrutto V ebbe motte cittadi e molta intieme Giovent generosa. Entro i paterni Fidi alberghi Tlipolemo cresciuto D i subitaneo colpo a morte mite Licinnio al padre avunculo diletto E canuto guerrier. Ratto costrutte Alquante navi V uccisore , e accolti Molli compagni si fugg per F onde . L ira vitando e il minacciar degli altri Figli e nepoti delP erculeo seme.

E soggiunge :
Dopo error molti e ttenti i fuggitivi ToccAr di Rodi il Udo, e qui diviti Tutti in tre parti posero la ttania ;

e nomina le tre citt che allora gi v erano, cio


...................................... Lindo , Ia lito , E il biancheggiante di lerren Camiro ( i) ;

ma non fa menzione di Rodi che non ancor sussisteva. N mai quel poeta denomina dorici i compagni di Tlepolemo, ma mostra invece che fossero eolii e beozii, poich nella Beozia abitarono Ercole e Licinnio. Che se
(i) l i . , lib. i i , v. 656 te Mg.

344

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

poi (come sostengono alcuni altri) Tlepolemo si part d Argo e da T irinto, non per questo si potrebbe dire dorica quella colouia, giacch precedette il ritorno de gli Eraclidi. Lo stesso vale anche degli abitanti di Coo : perocch al dir di Omero ,
Quei che tenean Nisiro e Caso e Crdpalo E Coo seggio d Euripilo, e le prode D tlt isole Calidne, il cenno regge J f Antifo e di Fidippo , ambo figliuoli Di Tessalo eraclide (i) :

le quali parole indicano una schiatta eolica piuttostoch dorica. L 1 isola di Rodi si chiam anticamente Ofiusa e Sta* d ia , e poi Telchinite dai Telchini onde fu abitata. Costoro secondo alcuni erano prestigiatori e fascinatori, i quali facendo una loro mistura di zolfo e d acqua di Stige recavano la distruzione agli animali ed alle piante. Secondo altri furono esimi! artisti, che invidiati dai loro rivali nelle a rti, ed accusati di sortilegi si trasferirono primamente dallisola di Creta a quella di Cipro, e po scia da Cipro a Rodi : e dicono eh essi primi fra tutti lavorarono il ferro ed il rame e fecero la falce di Sa turno. Di costoro noi abbiamo gi parlato (a); ma il gran numero delle favole che si raccontano intorno ad essi richiedeva che ripigliato quel tema vi si aggiungesse ci che forse mancava nel nostro libro alla loro istoria. (t) 11., lib. n , v. 6 7 8 . (a) Lib., x , c. 6 .

LIBRO DECIMOQURTO

345

Dopo i Telchini'raccontasi che lisola di Rodi fa oc cupata dagli Eliadi (i). Da uno di costoro, per nome Cercaso, e da Cidippe nacquero tre figliuoli che fondarono tre citt alle quali-diedero i proprii loro nomi e furono.
IjiiidO f lahso E i l biancheggiante d i lerren Camiro.

Ma alcuni altri affermano queste citt aver avuto a fondatore Tlepoletqo, il quale impose ad esse i nomi predetti pigliandoli da alcune delle figliuole di Danao. Del resto la citt di Rodi che ora sussiste fu fabbricata al temp delia guerra peloponnese, ed opera di quel medesimo architetto, per quanto si d ice , da cui fu di segnato anche il Pireo (a). Ma il Pireo pi non sussiste, perch ne furono diroccate le mura, prima dai Lacede moni e poscia da Siila generale romano. E raccontasi dei Rodiotti, che non solamente dopo la fondazione della moderna citt ebbero prospera fortuna sul mare, ma che anche molti anni innanzi all instituzione delle Olim piadi solevano navigare a paesi molto lontani per la sal vezza dei naviganti (3). Per tal cagione navigarono allIberia e vi fondarono R de, la quale fa poi col tempo occupata dai Marsigliesi^ venuti nel paese degli Opichi fabbricarono Partenope (4) ; e in quello dei Danni, aiu tati dagli abitanti di C oo, fondarono Salpi. Alcuni poi (i) Cio: Figliuoli del Sole.
(a) L architetto si nom Ippodamo di Mileto. (3) 'Ex-/ rarnpff rSt Il Coray proporrebbe di leggere invece r i * (4) Napoli.

346

DELIA GEOGRAFIA DI STRABONE

dicono che dopo il ritorno da Troia popolarono di loro colonie le isole Gitnnesie , la maggior delle quali ( dice Timeo) vince la grandezza di tutte le altre dopo queste sette, Sardegna, Sicilia, Cipro, Creta, Eubea, Cimo, Le sbo : ma non dice il vero ; perocch ve ne sono altre molto pi grandi. Dicesi che i gimneti (i) dai Fenicii sono chiamati baleari, e che di qui le isole Gitnnesie furono denominate Balearidi. Alcuni poi de Rodiotti abitarono anche intorno a Sibari nel paese dei Coni. Alla prosperit goduta dal popolo di Rodi subito dopo la prima fondazione delle tre citt pare chefaccia te stimonianza anche Omero dicendo :
Dopo error molti e stenti i fuggitivi Toecdr di Rodi il Udo, e qui divisi Tutti in tre parti posero la stanza : E il*gran re de mortali e degli Dei L i dilesse , e su lor piovve la piena Dinfinita mirabile ricchezza. (?).

Ma alcuni favolosamente interpretando cotesti versi, dicono che in quell'isola cadde una pioggia d oro al lorch Minerva nacque dal|a testa di Giove, come Pin daro afferma. Rodi poi ha un circuito di novecento e venti stadii. Dopo la citt che porta Io stesso nome dellisola chi na viga a destra incontra la citt di Lindo fondala su dun m onte, e tutta volta al mezzogiorno e principalmente verso Alessandria. Quivi un illustre sacrario di Mi(i) Cio : I soldati leggieri.

(a) 11., lib. ii, v.

668.

LIBBO DECIMOQURTQ

347

nerva Lidia fondato dalle Danadi. E primamente i Lindii governarono da s stessi quella c itt, come fecero deHe loro i Camiresi e i Gialisii ; ma in progresso di tempo convennero tutti nella sola citt di Rodi. Fu na tivo di Lindo uno dei sette sapienti nominato Cleobulo. Dopo Lindo vengono Issia e Mnasirio, e poi Atabiri eh il pi alto monte di quellisola, sul quale situato il sacrario di Giove Atbirio : poi sincontra Ca mini , e quindi il borgo Gialiso, ed al di sopra di que sto borgo una rocca detta Ochiroma, e poi di nuovo la citt di Rodi alla distanza di circa ottanta stadii- In questo intervallo (i)si stende ilToanzio ch una spiag gia rimpetto a cui, principalmente verso Calcia, sono si tuate le Sporadi, delle quali noi abbiamo gi fatta men zione. Molti uomini memorabili cos nella guerra come ne gli esercizii degli atleti nacquero in Rodi ; fra i quali sono da porre anche i progenitori di Panezio. F ra i col tivatori poi delia politica , dell eloquenza e della filoso6 a si vogliono ricordare Panezio stesso e Stratocle e Andronico peripatetico, e lo stoico Leonida ; e prima di costoro Prassifane, Eudemo e Jeronimo. Panezio
(1) Cio, fra il borgo o la citt di Gialiso e quella di Rodi : ma il testo potrebbe anche significare tra Gialiso e Camiro. Stra bone d anche al Toanzio la denominazione di spiaggia, i t i l i , ed anche questo potrebbessere un error del copista in luogo di ticp*, capo. Bisogna poi guardarsi dal confondere questo Toan zio con un capo dello stesso nome situato da Tolommeo nella parte pi meridionale dell isola Carpato, posta a mezzogiorno di quella di Rodi. (E dit fr.)

348

S E L L I GEOGRAFI! DI 8TBA.BONE

orse l carriera politica ; e fu anche maestro di eloquenza e di filosofia in R odi, ma fu nativo d Apamea nella Siria. Cos anche Apollonio il Malaco ( i) , e Molone furono alabandesi e scolari dell orator Meneeleo; ma si trasferirono a Rodi prima Apollonio , e pi tardi Molone d onde Apollonio gli disse : o^ /* invece ili (9.) Anche il poeta Pisandro autore de\VEraclea fu nativo di Rodi ; ed ahcb'e Simmia il grammatico, ed Aristoclea vissuto a questa nostra et. Dionigi il trace ed Apollonio autore degli Argonauti furono dAlessan dria , e nondimeno sono detti da Rodi. Ma di questa citt bastevolmente oramai si parlato. Il lido della Caria chetien dietro a quello posto rim* petto all isola di Rodi, da Eieunte (3) e da Lorima d volta alcun poco verso il settentrione, dopo di che si naviga fiuo alla Propontide in una linea retta somigliante ad un meridiano di cinque mila stadii -o poco meno. In questo tratto comprendonsi il restante della Caria , gli Io n ii, gli Eolii, la T roade, ed i paesi circostanti a Ci zico ed a Bizanzio. Dopo Lorima dunque sono il capo Cinosema e l'isola di Sim. Poi Gnido fornita di due p o rti, l uno dei

(i ) L effeminato. ' (a ) Non si potrebbe tradurre letteralmente questo giuoco di parole. 'O *'. M'oAwr vorrebbe dire: Troppo tardi, o M olone; dicendo invece : *d^< fitXt coll accento sull ultima sillaba , il nome prprio si converte nel participio del verbo venire e significa : Troppo tardi venuto , come se fosse tdw r. (3) La stessa isola che poc anzi nomin Eleussa.

LIBRO DECntOQCRTO

quali che si pu chiudere , acconcio alle triremi , ed ha una darsena per venti navi. Dinanzi a Gnido si tuata unisola la cui periferia^ di sette stadii, alta, so migliante nella vista.ad un anfiteatro, e congiunta per mezzo di certi argini alla tersa ferm a, sicch forma quasi con Gnido una doppia citt : perocch molta parte della popolazione di Gnido abita in quellisola ehe pro tegge i due porti. A tergo poi di quell isola se ne trova nell* alto del mare un altra detta JNisira (i). Gli uomini illustri di Gnido furono primamente *Eudosso matematico , uno dei compagni di Platone ; poi Agatarchide filosofo peripatetico e scrittore di storia ; ed ai nostri giorni Teopompo (amico del divo Cesare) uomo di grande potenza, e il figliuolo di lui Artemidoro. F u nativo di Gnido anche Ctesia medico dArtaserse, il quale scrisse la storia delle cose assirie e persiane. Dopo Gnido si trovano Ceramo e Bargasa, cittadelle situate al di sopra del mare. Poi trovasi Alicarnasso, reggia dei prncipi della C aria, detta anticamente Zefira. Quivi il sepolcro di Mausolo, una delle sette me raviglie del m ondo, eretto da Artemisia al proprio ma rito. Evvi anche la fontana Salmacida, infame, non so per quale cagione, come se le sue acque avessero po dest di rendere effeminato, chiunque ne beve. Pare che la mollezza, degli uomini abbia a torto incolpato laria e le acque del suo proprio difetto j ma di quella
(i) O ra Nisari.

35o

DELLA GEOGRAFIA- DJ STRABONE

mollezza non sono gi queste le vere cgioni, beni I ricchezza e lintemperanza nei cibi. Alicarnasso ha ana cittadella ; e d innanzi a s nel mare l isola Arconneso (i). F a suo fondatore tra gl altri anche Ante che vi condusse una colonia di Tretzenii. Furono poi uomini illustri d Alicarnasso lo sto* rico Erodoto che fu denominato Turio perch entrnella colonia mandata a T uri; il peta Eraclito com pagno di Callimaco, ed ai d nostri lo storico Dionigi. Anche questa citt soggiacque alla sventura di essere presa a forza , da Alessandro. Perocch Ecatomno -re dei Carii ebbe tre figliuoli Mausolo, Idrieo e Pixodaro, e due figliuole, la maggior delle qaali, per nome Arte misia, si accas con Mausolo chera il maggior dei fra telli } Idrieo , il secondo, colla minore che nominava Ada. Mausolo tenne il regno paterno, e morendo senza figli lo lasci alla moglie, dalla quale gli fu innalzato il monumento gi detto. Morta poi anche Artemisia con sumata dal desiderio del m arito, regn Idrieo \ ed an che a costai, morto di m alattia, successe nel regno la moglie Ada \ ma ne la cacci poi Pixodaro, il solo che rimanesse dei figliuoli d Ecatomno^ Costui avendo ab bracciato il partito dei Persiani fece venire presso di s un satrapo col quale volle aver a comune il regno. Quindi essendo anche Pixodaro uscito di vita, quel satra po rest padrone dAlicarnasso dove sostenne un assedio allorch Alessandro fece la sua spedizione nellAsia, ed ebbe in moglie Ada figliuola nata a Pixodaro da Afaeide
(i) L isola Coronata (G).

LIBRO DECIMOQUA.RTO

351

della Cappadocia. Rispetto poi ad Ada figliuola di Ecatomno cui Pizodaro aveva privata del regno, essa preg Alessandro e lo persuase a rimetterla nella signoria cherale stata tolta, promettendogli in ricompensa lopera sua per ridurre all ubbidienza di lui que paesi cbe s erano ribellati ( perocch li possedevano persone a lei attinenti), e intanto gli.consegn Alinda' dov essa abitava. Alessandro acconsenti alla proposta, e la di* chiar regina dAlicarnasso di cui gi s era impadro nito, fuor solamente la rocca munita di doppia fortifica zione , e del cui assedio lasci l incarico a lei. Ed an che quella rocca dopo breve tempo fu presa , perch i soldati assedianti raddoppiarono i loro sforzi, come ir ritati della resistenza che si vedevano opporre. Ad Alicarnasso tien dietro Termerio promontorio dei Mindi, al quale sta dirimpetto il promontorio Scandario dell isola Coo distante dal continente quaranta stadii. E v ha eziandio un forte detto Termerio al di sopra del promontorio di Coo. La citt poi di Coo anticamente chiamavasi Astipalea ed era situata in un altro luogo, ma sul mare come quella che ora sussiste vicino allo Scandario, nella quale si trasferirono a motivo di una sedizione intestina, e la denominarono Coo al pari dell isola. Questa citt per tanto non grande, ma popolata meglio d ogni altra ed bellissima a vedersi dal mare. La grandezza dell isola di circa cinquecento stadii, tutta fruttifera, principalmente d ottimi v in i, come sono quei di Chio e di Lesbo. Dalla parte del mezzogiorno ha quest isola un pr*

35

DELLA GEOGRAFIA DI STIABOHE

montorio detto Laceterio, da cui Nisira lontana ses santa stadii ; e presso il capo Laceterio v ha un forte detto Alisarna. Dal lato poi doccidente ha il capo Drecano (i) ed un borgo detto Stomalimne: il capo lon tano dalla citt di Coo la navigazione di circa duecento stadii ; e la distanza del Laceterio di trentacinque .sta dii maggiore. Nel sobborgo di Coo trovasi il tempio d Esculapio molto celebre e pieno di molti voti, fra i quali anche l Antigono d Apelle. Eravi pnre la statua di Venere Anadiomena (2 ) , la quale ora in Roma consacrata da Augusto a Giulio Cesare suo padre, come prima ra dice della loro schiatta: ed fama che in ricompensa di quella statua limperatore perdonasse agli abitanti di Coo cento talenti del tributa che loro era stato impo sto. Dicono che Ippocrate principalmente sull? guari gioni descritte nel tempio d Esculapio fond la pratica che poi tenne delle sue cure dietetiche. Ippocrate poi uno degli uomini illustri di Coo; e cos anche Sim o, pur medico ; e Fileta poeta e critico insieme ; ed ai d nostri Nicia che si fece tiranno della p atria, ed Arnio ne , prima scolaro e poi successore del peripatetica (3). E di Coo fu pure anche Teomnesto sonatore famoso, ed avversario di Nicia nelle cose della politica.
(1) Drecano al pari di Dracano e Drepano (differenti solo per le variet dei dialetti) significa fa lc e ; e questo nome applicavasi a molti promontorii. (a) Cio: Venere emergente dal mare. (3) Di Aristone peripatetico parl gi il nostro Autore nel p rin cipio del primo libro, e nel lib. x , c. 8.

LIBRO DECIMOQUARTO

353

Luqgo la spiaggia del continente nel territorio < 3 eMin dii si trovano i capi Astipaleo e Zefirio ; poi seguita la citt di Mindo fornita di porto; e dopo di questa evvi Bargilia eh 7 pure una citt. Nello spazio frapposto si incontra il porto Carianda, e unisola dello stesso nomfe di quel porto abitata da Cariandei. Di questisola fu na tivo 1 antico storico Scilace. Vicin di Bargilia situato il sacrario di Diana Cindiade, il quale fama che non sia bagnato. giammai dalla pioggia bench gli piova tutto all intorno : ed an che questo paese una volta appartenne alla Cindia (i). Fra i Bargilii poi fu illustre Protarc filosofo epicureo, il quale fu maestro di quel Demetrio che fu sprannomato Lacone. Quindi tien dietro Ia?o in un isola a poca distanza dal continente. Questa citt ha Un porto; e i suoi abi tanti traggono quasi tutto il sostentamento della loro vita dal mare : perocch da un lato quivi abbondante la pescagione, dall altro il terreno vi sterile ; di che poi va intorno il seguente racconto. Capitt una volta in Iaso un sonatore di cetra che faceva pubblica esperienza dellarte sua, lutti i cittadini concorsero ad ascoltarlo ; ma quando s ud sonare una certa campa na da cui soleva annunciarsi il cominciar del merfc&to dei commestibili, tutti levaronsi e lo abbandonarono per accorrere alla piazza, fuor solamente un sordo. Il cantore accostatosi a costui gli disse : Molto ti son te(i) Altri legge Mindia > e poc anzi Diana Mindiada.
S t m b o h b , tonu

IV.

f a4

354

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

nuto dell onore che tu mi fa i, e dell* amore he bea mostri di portare alla musica, mentre tatti gli altri al primo sentirsi della campana se ne sono andati. E il sordo : Che dici ? s forse gi fatta sentire la campana? S c e rto , rispose il sonatore di cetra. - Addio dunque riprese il sordo ; e levatosi se ne and al pari degli al tri. Nacque in Iaso il dialettico Diodoro che da princi pio fa male a proposito deaominato C ro n o , perch questo fu il soprannome d Apollonio suo maestro : ma loscurit (i) del vero Crono fu cagione che un tal so prannome si applicasse poi al suo scolaro. Ad Iaso tien dietro il capo Posidio dei Milesii. Nel linterno poi del paese sono tre citt ragguardevoli , cio M ilasa, Stratonicea ed Alabanda : ed alcune al tre in parte circonvicine a queste, in parte circostanti alle citt marittime, come a dire Amizone, Eraclea, Euromo, Calcetore la cui fama minore delle altre. La citt di Milasa fondata in una pianura molto fertile, ed dominata da un monte che ha nella sua sommit una cava di bellissimo marmo bianco. Ed questo per certo un vantaggio non piccolo a qnel 'p ae se;, avere cos in pronto un abbondante materia da fabbricare principalmente templi e pubblici edifizii ; e perci poi quella citt adorna quant altra mai di portici e di templi sontuosi. cosa per altro da non
(i) Aic t *r* /$/> r i ii K f i m . D Coray so stituisce ad '/ag/W i, e tradace la celebrit f u ca

gione, ec.

LIBRO DECIMOQUARTO

355

potersi considerare senza meraviglia il poco giudizio di coloro che fondarono questa citt alle falde di un tal precipizio : ed fama che uno dei governatori di quella provincia, meravigliato a quello spettacolo, dicesse: Co me mai il fondatore di qusta' citt non si vergogn di collocarla in tal luogo ; se pur non n ebbe paurta ? Hanno i Milasii due templi consacrati a Giove Osogo (i ) ed a Giove Labrandeno ; il primo nella citt; il secondo a Labranda, ch un borgo situato sul monte in quella parte che suol valicare chi va da Alabanda a Milasa, lontano da quest ultima citt. In questo borgo trovansi un antico tempio e una statua di Giove Stratio (a), venerato dai popoli circonvicini non meno che dai Milasii: e vha una strada lastricata di circa sessanta stadii da quel tempio fino alla citt, detta strada sacra, lungo la quale so gliono celebrarsi le sacre processioni. Il sacerdozio quivi esercitato da cittadini pi illustri, i quali conser vano quella dignit per tutto il tempo della loro Vita. Questi due templi adunque appartengono alla citt de' Milasii, Ve n ha poi un terzo sacro a Giove Cario , comune a tutti i C arii, e del quale partecipano anche i Lidii ed i Misii come fratelli. Raccontasi che la citt di Milasa anticamente fu na borgo , e che fu patria e reggia di Ecatomno principe dei Cani. Essa poi vicinissima a F isco , arsenale dei Milesii. Milasa ebbe ai d nostri alcuni uomini illustri i quali
(i) P au sa la scrve invece Giove Ogoa. (t) Cio : Giove degli eserciti.

356

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

furono nel tempo stesso oratori e demagoghi : tali fa* rono Eutidemo ed Ibrea. Il primo di costoro che avea ereditato da suoi maggiori grande sostanza, v'aggiunse la riputazione e la forza del dire; e cos non solamente divenne illustre nella sua patria, ma in tutta l Asia fu stimato degno del primo onore. Ad Ibrea ( come soleva dire egli medesimo nella scuola, e.come concordemente attestato dai cittadini) il padre lasci soltanto un mulo che portava legna ed un uomo che lo guidava ; ma dopo essere per qualche tempo vissuto dei guada gni di quellanimale e di quelluomo, egli se ne and in Antiochia per farsi uditore di Diotrefe. Quando ritorn alla patria si consacr agli uffici risguardanti i mercati, e dopo esservisi trattenuto alcun tempo, ed avervi fatto qualche piccol guadagno, salz a maggior grado dedicati* dosi alle cose della politica, e seguitando gli aringatori. In brevissimo tempo venne in gran fama, e fu ammirato mentre vivea ancora Eutidemo , ma pi per altro dopo che questi fu morto. Allora egli divent quasi padrone della citt : ma Eutidemo per tutto il corso della sua vita gli fu superiore, come colui eh era nel tempo stes so e potente ed utile alla citt } sicch poi bench in clinasse alcun poco al dispotismo, gli era perdonato in grazia dell utilit. Quindi lodato quel detto con cui Ibrea termin un giorno nna sua aringa : O Eu tidemo , tu sei un male necessario alla nostra citt ; perch non possiamo vivere n con te n senza di te. Ma Ibrea dopo essere asceso a grande altezza, e quan do gi s era acquistata riputazione di politico ed ora tore non comune, ne perdette gran parte per essersi va

LIBRO DECUfOQUARTO

35j

namente opposto a Labieno. Perocch mentre tutti gli altri come inermi e pacifici si accostarono a questo ge nerale che veniva col suo esercito e coll alleanza dei P a rti, allora gi impadroniti dell Asia , soltanto Ze* none di Laodicea ed Ibrea , entrambi oratori, non gli si vollero accostare, ma ribellarono anzi contro di lui le loro citt. N contento di questo, Ibrea irrit anche Labieno, giovine facile allo sdegno e pieno di vanit. Perocch essendosi Labieno proclamato Partico imperatore, ed io (disse Ibrea) mi chiamo imperator Carico. Quindi poi Labieno occup la citt di Mila* sa con alcune coorti romane che gi si trovavan nel lAsia ; e se non pot prendere Ibrea fuggito innanzi tratto a R odi, ne distrusse intieramente la casa che era un belledificio e con molta magnificenza arredato. Cos parimenti tratt assai male tutta quanta la citt. E questo sia detto di Milasa. Stratonicea una colonia dei Macedoni ; adornata anchessa magnificamente dai re. Nel territorio di Stra tonicea vi sono due tem pli, 1 uno a Lagine sacro ad Ecate e celebratissimo, dove ogni anno sogliono te nersi grandi mercati : l altro proprio vicino alla citt consacrato a Giove Crisaoreo, e comune a tutti i Carii, i quali sogliono concorrervi per celebrare sagrificii e per deliberare intorno ai pubblici affari. Ed anzi que sta loro confederazione composta di borghi si chiama Crisaoreo ; e gli abitanti di quelle provincie dove i bor ghi sono pi num erosi, per esempio i Ceramieti, hanno maggiori voti degli altri. Di questa confederazione par tecipano anche i cittadini di Stratonicea (quantunque

358

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

non siano della schiatta dei Carii) perch posseggono alcuni borghi appartenenti al Crisaoreo. Anche a Stratonicea nacque un celebre oratore al tempo dei nostri avi. F u costai Menippo soprannomato Catoca, lodato da Cicerone sopra quanti oratori del* l Asia gli vennero uditi, e paragonato da lui in qual che sno scritto (i) a Senocle e ad altri oratori che fio rirono in quellet. Evvi anche un altra Stratonicea denominata Stra tonicea presso il Tauro ; citt piccola e situala vicino al monte predetto. Alabanda situata anch essa ai piedi di due colli, i quali chiudendola in mezzo la fan parere un asino che porti dambo i lati una cesta. Quindi Apollonio Malaco volendo motteggiare Alabanda cosi per la sua posizione come per la grande quantit degli scorpioni ond in* festata, diceva eh 7 essa un asino carico di scorpio ni (a). Del resto non solamente Alabanda, ma anche la eitt di Milasa e quella catena di monti che si stende fra loro, tutto pieno di questi animali. Gli abitanti d Alabanda inclinano al lusso ed allintemperanza^ e vi si trovano molte cantatrici. Nondimeno vi nacquero due illustri oratori, fratelli } cio Meneclete del quale abbiam fatta menzione poc a n z i, e Ierode. Costoro si

( i) Nel Bruto , c. 91. (1) 11 testo non qui di sicura lezione, e potrebbe anche intendersi che Alabanda rendesse immagine di una cesta capo volta , e che Apollonio la paragonasse ad una cesta piena di

scorpioni e rovesciata.

LIBRO DBCIMOQUARTO

35g

trasferirono poi a Rodi siccome fecero anche Apollonio e Molone. Molte tradizioni si narrano dei Carii ; ma quella che confermata dal maggior numero si che i Carii furouo soggetti a Minosse ; che a quel tempo si chiamaano Lelegi, ed abitavano le isole : divenuti poi conti nentali occuparono un gran tratto di spiaggia ed anche di paese mediterraneo, cacciandone coloro che lo possedevan da prima, i pi dei quali erano anch essi Lele gi e Pelasghi. Col tempo furono essi pure scacciati in parte dagli E lleni, cio dagl lonii e dai Dorii. Che i Carii siano stati un popolo dedito alle cose della guerra ne fanno prova le imbracciature degli scudi, e gli orna menti di che soglionsi abbellire, e i pennacchi; tutte cose soprannomate carie. Quindi Anacreonte disse : Or via ,

intrecciale la mano neWimbracciatura caria dello scudo; ed Alceo : Squassando il cario pennacchio. E quando Omero dice: Waste guidava i Carii barbqrojoni (di barbara favella ), non apparisce per qual ragione quel poe* ta che conobbe tante barbare nazioni non diede mai il nome di barbara a nessuna, e solo ai Carii aggiunse questo epiteto di barbarofoni. E nel vero non ebbe ra gione Tucidide quando afferm non essersi usato al lora il nome di barbari, pereh non era invalso per anco quello di Elleni a signififere il contrario. Peroc ch a provar falsa questa opinione si noti quel verso di Omero : Un uomo la cui gloria si stende per l'E l iade ed Argo; ed altrove: Se vuoi rivolgerti allEliade 0 ad Argo. Oltre di che se allora non s era creato questo nome di barbari, com erasi dunque potuta for

36o

DELLA GEOGRAFIA DI STB ABONE

mare la voce barbarofoni N il grammatico Apllo doro tocca nel segno dicendo che questo nome co mune a parecchie popolazioni fu adoperato dai Greci e principalmente dagl Ionii in modo particolare ed a guisa dingiuria contro i Carii, odiati a cagione dellini, micizia e .delle guerre che avevano continuamente con loro. Perocch se ci fosse avrebbe dovuto denominarli barbari ; e noi cerchiamo per qual motivo il poeta usi il nome barbarofoni, non avendo adoperato mai quello di barbari. Dicono alcuni che la voce plurale ftvs non pu capire nella misura dun verso, e che per questo non l us mai Omero ; ma se questo vero dell accusativo, ben potea invece capirvi il nomi nativo che non differisce punto del nome &?/>< com preso in quel verso : T fiif, * *) A*fS*tn i Troiani , i Licii ed i Dardani ; n da quello di Tfmi'tt che si, trova nell altro verso : Oim quali i

cavalli, troiani. N vero, come affermano alcuni, che la lingua dei Carii fosse la pi incolta di tu tte} giacch aveva iu s moltissimi vocaboli ellenici, come dice Filippo che scris se intorno alle cose della Caria. Io poi credo che da principio con questa voce bar bari siansi voluti significare per onomatopeia coloro che parlavano con diffcolt# e iu modo rozzo ed aspro : al qual fine trovaronsi anche quelle altre voci , ^ giacch noi siamo inclinatissimi per natura a denominare i suoni delle voci con suoni di voci consimili. Laonde il maggior numero delle nomatopeie trovasi appunto nella materia dei suoni, come

LIBRO DECIMOQUAHTO

361

a dire *>L*f%w, *A*yy, ^ ip tr, e *-firic, Ja mag* gior parte dei quali vocaboli sogliono adoperarsi come tiomi proprii. Ora dandosi il nome di barbari a coloro che parlando adoperano nna pronuncia grassa, parve che questa pronuncia fosse propria principalmente delle po polazioni straniere, di quelle cio che non erano .elle niche. Quindi chiamarono propriamente col nome di barbari queste popolazioni, da principio a modo di scherno, pel diftto della loro pronuncia, poscia perch questa parola cominci ad usarsi come se fosse un nome etnico comune per comprendere tutti i popoli che non erano Alleni : perocch le grandi comunicazioni e il molto conversare coi barbari furon cagione che non s distinguessero pi a motivo della crassa ed ingrata pro nuncia o per un difetto naturale degli organi della voce, ma s piuttosto per certe particolarit dei loro dialetti. Vha poi anche nel nostro linguaggio un difetto di pro nuncia che potrebbe denominarsi barbarastomia, quando alcuno parlando la lingua ellenica non ne rende il giusto suono, ma pronuncia le parole a quel modo che fanno coloro i quali cominciano appena acHuiziarsi in questo idioma, il che avviene anche a noi rispetto ai loro dia letti. Ora questa difficolt si. not principalmente appo i Carii: perocch mentre gli altri popoli non erano molto frammisti cogli Elleni, n si davano pensiero di vivere al modo nostro, o d imparare la nostra lingua, fuor solamente alcuni pochi che a caso ed isolatamente entravano in relazione con alcuni Elleni ; i Carii invece gi fin dallora erravano per tutta lEllade come soldati mercenarii. Quindi gi fin dallora questo nome di bar-

36a

DELLA GEOGRAFIA DI ST1ABOHB

b a ra fo n i cominci a darti di frequente ai Carii per le

loro molte spedizioni nelP Eliade ; e in progresso di tempo divent molto pi diffuso, da che principia rono ad abitare le isole in compagnia degli Elleni, e da quelle cacciati nelP Asia pel sopraggiungere degli lonii e dei Dorii non poterono n anche col abitare divisi dagli Elleni. Da questa medesima origine viene anche la parola b a rb a rise in , che siamo soliti applicare a coloro che pronunciano male la nostra lingua, e non gi a coloro che parlan la lingua dei Carii : e quindi le pa role barba rofo nein e barb a ro /b u i si vogliono intendere di eoloro che parlano male la lingua ellenica ; ma il verbo barbarizein formato a somiglianza dell altro carieein fu poi introdotto nei libri che insegnano Pidioma ellenico ; come vi s introdusse anche il solecizein ( i ) , sia che questa voce si derivasse da Soli, sia che la si componesse diversamente. Dice Arteraidoro che da Fisco andando ad Efeso sulla via lungo la spiaggia che sta dirimpetto all isola di Rodi, si contano ottocento cinquanta stadii fin a L a gine ; di quivi ad Alabanda duecentocinquauta , da Alabanda a Traili cento sessanta. A mezzo la via fra Alabanda e Traili si trova il M eandro, e quivi pure il confine della Caria : sicch p o i, sommando , da Fisco sino al Meandro sulla strada di Efeso si contano mille c cento ottanta stadii (a). Dal fiume predetto, e da quel
(i) Il fa r solecismi. (a) La somma dei numeri precedenti ascende invece a ia6 o stadii, ma gli 80 che mancano sono la distanza dal Meandro a

LIBRO DECWOQtJRTO

363

luogo dove comincia lionia andando per quella mede sima strada fino a Traili sono ottanta stadii ^ da Traili a Magnesia cento quaranta ; da Magnesia ad Efeso cento venti ; da Efeso a Smirne trecento venti ; e da Smirne a Focea ed ai confini dellionia meno di duecento ; sic ch la lunghezza dell Ionia in linea retta sarebbe un poco pi di ottocento stadii. Siccome p o i i frequentatis sima la via da Efeso ai paesi orientali, cos Artemidoro ha voluto darci la descrizione anche di questa. Da Efeso pertanto a C aru ra, che il confine della Caria verso la Frigia passando per Magnesia, Traili , Nisa ed An tiochia v ha una strada di settecento quaranta stadii. Da Carura, prima citt'della Frigia, sino ad Olmi dove comincia la catena dei m onti, passando per Laodicea , Apamea, Metropoli e Chelidonia, contansi circa nove'' cento venti stadii. Da Olmi a Tirieo, dove la catena dei monti predetta finisce e dov il confine della Licaonia passando per Filomelio, sono un po pi che cinque cento stadii. Di quivi a Coropass attraversando Laodi cea della Catacecaumene se ne contano ottocento qua ranta. Da Coropasso di Licaonia fino a Garsaura, pic cola citt della Cappadocia sulle frontiere se ne con tano .cento venti. Di quivi per Soando e Sadacora fino a Mazaca metropoli dei Cappadoci, sei cento ottanta. Da Mazaca procedendo verso l Eufrate sino a Tomisa

a T raili, come dice poi anche l Autore. Cosi pure fra i nu meri eh egli viene indicando subito dopo e la somma che ne fa trovasi la differenza di circa 3 0 0 stadii, che sono lo spazio tra Smirne e Focea. (Edit. fr.)

364

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

fortezza della Sofene, per la piccola citt di E rfa, se ne contano mille e quattrocento quaranta. I luoghi poi che succedono a quelli finora descritti sino all India in linea retta trovansi a un modo stesso determinati da Artemidoro e da Eratostene. Ed auche Polibio dice che rispetto a quei luoghi si deve credere principalmente ad Eratostene \ il quale comincia da Samosata della Commagene presso il Zeugma dellEufrate^ e dalle frontiere della Cappadocia presso Tomisa fino alla detta citt di Samosata conta quattrocento cin quanta stadii. C A P O III.
Lim iti della Licia. Governo dei Lieti. Citt, montagne, pu m i ed isole adiacenti alla Licia. Pinara. Patara. M ira. Isole Chelidonie. Faselide. Che i L id i, secondo Omero, sono diversi dai Solimi.

Dopo quel tratto di spiaggia eh rimpetto a Rodi e finisce a Dedala, chi procede colla sua navigazione verso il Levante trova la L icia, la Panfilia, la CiliciaTrachea, e poscia laltra Cilicia situata intorno al .golfo Issico (i). E queste sono le parti di quella penisola, il cui istmo dicemmo essere la via che mena da Isso ad Amiso od a Sinope come sostengono alcnni. II paese al di l del Tauro consiste in una stretta spiaggia dalla Licia fino ai luoghi vicini a Soli che ora
(i) Il Golfo d Atessandrelta.

LIBRO DECIMOQURTO

365

dicesi Pompeiopoli : poi si comincia a distendere in ana pianura intorno al golfo Issico principiando da Soli stessa e dal Tarso. Noi pertanto colla descrizione di questo paese daremo fine al nostro discorso sopra quel la penisola, e potremo quindi rivolgerci alle altre parti dell Asia oltre il Tauro. In ultimo poi parleremo della Libia. Dopo Dedala dunque, citt dei Rodiotti, trovasi un monte denominato Dedala anch* esso , che appartien alla Licia, e da cui comincia la spiaggia della Licia stessa di circa mille e settecentoventi stadii, tutta aspra e dif ficile. nondimeno molto ben provveduta di porti, ed occupata da una saggia nazione. La natura'del paese somigliante a quello dei Panfilii e dei Gilicii-Tracheoti. Ma dove gli abitatori di queste due regioni le hanno convertite in ridotti di ladroni o facendo essi medesimi il mestier dei pirati, o concedendo a chi lo esercita luo ghi da vendere i loro bottini e da ridurre i loro navilii ( talch a S ida, citt della Panfilia , avevano stabilito i pirati il loro cantiere, e vendevano all incanto chiun que cadeva nelle loro m ani, confessando senza veruna dissimulazione che vendevano uomini liberi ) , i Licii per lo contrario vivevano con buoni ordini civili e modestamente. E sebbene vedessero i popoli predetti impadronirsi con buona fortuna del mare fino all Ita lia, non si lasciarono per mai vincere dal desiderio di quei.turpi guadagni, ma sempre durarono nella mode razione del liciaco sistema. Questo sistema componsi di ventitr citt, le quali tutte nelle pubbliche adunanze han diritto di votare, concorrendo a tal uopo in uu

a66

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

cornane sinedrio che tiensi in quella citt che si gin* dica pi comoda. F ra queste citt poi le pi grandi possono dare tre voti, le mediocri d u e , le altre uno solo; e con questa misura concorrono anche ai tributi ed agli altri pesi. Artemidoro dice che le pi grandi sono sei, cio Xanlo, Ptara, Pinara, Olimpo, Mira e Tloo, la quale situata lungo la via di Cibira. Nel sine drio predetto eleggono innanzi tutto un liciarca , poi le altre magistrature del sistema liciaco , ed i giudici dei dicasteri in eomune. Anticamente solevano quivi deliberare anche della guerra e della pace; ma non cps al presente, perch queste cose bisogna metterle nell arbitrio dei Romani , i quali non permettono siffatte deliberazioni se non quando abbiano per oggetto il proprio loro vantaggio. Del resto anche i giudici e gli altri magistrati eleggonsi da ciascuna citt in propor zione dei voti che loro competono. A questi popoli in grazia delle buone leggi colle quali si reggono fu conceduto dai Romani di conservarsi li beri. Preservarono inoltre le antiche loro costumanze, e videro intieramente distrutti i ladroni ; al che diede principio Servilio soprannomato lIsaurico per avere di strutta la citt d Isaura, e lo compi Pompeo Ma gno , abbruciando pi che mille e trecento barche di pirati, e rovinando tutti i loro ridotti. Quei ladroni poi che avanzarono alle battaglie li distribu, parte in Soli denominata da lui Pompeiopoli, parte in Didimene dove la popolazione era scarsa , e dove ora si trova una co lonia di Romani. I poeti, principalmente i tragici, con fondendo le nazioni, in quella guisa che denominarono

LIBRO DECIMOQURTO

3 67

Frigii i Troiani, i Misii ed i Lidii, cos diedero anche il nome di Carii ai Lieii. Dopo Dedala monte dei Licii seguita a poca distanza Telmisso, piccola citt dei Licii ancor essa fornita di porto. Eumene ricevette questo luogo dai Romani nella guerra contro Antioco; ma quando poi quel regno (i) fu distrutto lo riebbero i Licii di bel nuovo. Viene appresso lAnticrago, erto monte ai cui piedi (a) fabbricato il castello Carmilesso che giace in una vallea; e poscia il Crago che ha otto vertici ed una citt dello stesso suo nome. In questi luoghi si favoleggia che avesse il suo soggiorno la Chimera ; ansi non molto distante di quivi una valle chiamata Chimera, la quale comincia dalla spiaggia stessa del mare. Alle falde del Crago e nelle parti mediterranee si* tuata P in ara, una delle pi grandi citt della Licia. Quivi divinamente onorato Pandaro, il quale non ebbe forse se non per caso a comune il nome con quel Pati* dar troiano capo dei Licii ; non altrimenti che quelV altro di cui fa menzione Omero ove dice:
Cme allor th di Pandaro la figlia Canta soavemente. (3):

ed anche questo si pretende che fosse licio. Vien poscia il fiume Xanto che gli antichi denomi narono Sirbe. Chi lo risale sopra piccole barche trova alla distanza di dieci stadii il tempio di Latona j ed al
() Il regno di Pergamo o d Eumene. (2) Col Falconer e col Coray leggo v f' invece di ip* .

(3) Odiss., lib. xix, v. 5 1 8 .

368

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

di sopra di questo tempio a sessanta stadii situata la citt dei Xantii maggiore di quante ne son nella Licia. Dopo il fiume Xanto trovasi Patara citt grande aneh essa con porto e con parecchi templi. La fond Pataro ; ma Tolommeo filadelfo avendola restaurata, dal nome della propria moglie la chiam Arsinoe di Licia : tuttavolta prevalse la denominazione di prima. Seguita poi la eitt di Mira venti stadii al di sopra del mare ; e dopo Mira si trova la bocca del fiume Li miro , al di l della quale chi viaggia per terra lo spa zio di altri venti stadii, incontra la piccola citt di Limira. Lungo questo spazio nella navigazione che abbiam nominata si trovano molle isole e molti porti. F ra quelle isole contasi anche Megista con una citt di questo medesimo nome : dicesi altres Cistene. Nell in terno del paese & situata Fello, poi Antifello e Chimera di cui abbiamo gi fatta menzione. Alla foce del Limiro tengono dietro il promontorio Sacro e le Chelidonie che sono tre isole di terreno {sco sceso, di grandezza press a poco uguale , e distanti luna dall altra circa.cinque stadii. Una di queste isole ha un luogo dove si pu gettar lncora. Crede il volgo cbe di qui abbia principio il monte Tauro per essere quel promontorio assai elevato, per ch nasce dai monti Pisidici soprastanti alla Panfilia, e perch ie isole situate dinanzi a quel promontorio for mano nel mare come la falda di un monte. Nel vero poi a quella parte di spiaggia che appartiene, ai Rodiotti andando ver$o la Pisidia, tieu dietro un territorio mon tuoso che chiamasi Tauro.

LIBRO DBCIMOQVJtT

69

Le Chelidonie si crede che siano situate quasi ri l u petto a Canopo; e il tragitto si dice cbe sia di quattro mila stadii. Dal promontorio Sacro ad Olbia restano trecento sessantasette stadj; e fra questi luoghi si trovano Cratabusa ed Olimpo (citt grande con un monte del mede simo nome che si chiama anche Fenicunte), la spiag gia detta Corico. Dopo Olbia viene FaseHde, citt ragguardevole eoa tre porti e con un lago. Le stanno al di sopra il monte Solima, e Terniesso citt della Pisidia che signoreggia quelle gole che servono di passaggio nella Miliada : il che poi fu cagione che Alessandro la distruggesse f vo lendo cbe quel passaggio fosse aperto. Presso Faselide evvi dalla parte del mare un luogo angusto pel quale Alessandro condusse il suo esercito. Quivi inalzasi il monte detto Climace che domina il mar di Panfilia, e lascia tra s e la spiaggia una stretta via per la quale si pu camminare quando per es sere il mare tranquillo si trova asciutta; ma quando in vece la marea ingrossa coperta da grandi flutti. In questi casi adunque sogliono valicare quel monte fa cendo uua via lunga e difficile ; ma nei tempi tranquilli costeggiano invece il mare. Alessandro vi s abbatt in tempo di marea ingrossata i ma come colui che soleva affidarsi molto alla fortuna , senza punto aspettare cho il flutto si ritraesse volle mettersi in v ia , sicch i sol dati camminarono un giorno intiero nell acqua, che U bagnava fino all umbilico.
S r t j a o x t j tom. I P .
34

JO

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Anche Faselide una citt della Licia fondata sui confini della Panfilia: essa per non partecipa della comunione dei Licii, ma si governa da s. Omero fa i Solimi diversi dai Licii : giacch Bellerofonle spedito dal re dei Licii combatt contro gli illu stri Solimi ; e fu quella la seconda sua impresa. Alenai poi asseriscono che i Licii anticamente si chiamarono Solimi, quindi Termiti (da coloro che in compagnia di Sarpedonte vennero da C reta), e poi Licii da Lieo figliuolo di Pandione, allorch esule dal proprio paese fu ricevuto da Sarpedonte a parte del regno ; ma co storo dicono cose discordanti dall Omerica tradizione. Quindi meglio dice chi afferma che i Solimi da quel poeta menzionati sono i cos detti Milii dei nostri gior ni , di cui gi si parlato. CAPO IV.
Citt e fium i della Panfilio. Origine dei Panfilii.

Dopo Faselide trovasi Olbia (i) principio della Panfi lia, e notabil fortezza: quindi il fiume Cataratte, denomi nato cos perch con gran volume di acque ed a guisa di un torrente si precipita da un alto scoglio, sollevando un romore che si sente a molta distanza. Seguita poi Attalea che ricevette cotal nome dal suo fondatore Attalo Filadelfo, il quale condusse anche una colonia nella vicina cittadella di Corico, e la circond di
(i) O ra Anta.Ua o Satalia. (G.)

LIBRO DECIMOQURTO

3 j I

una piccola cinta di muri. Dicono che tra Faselide ed Attalea sogliono mostrarsi certi luoghi detti Tebe e Lirnesso, i cui abitanti (al dire di Callistene) discen dono da alcuni Cilicii della Troade tramutatisi dalia pianura di Tebe nella Panfilia. Viene appresso il fiume C estro, lungo il quale, chi lo rimonti per lo spazio di sessanta stadii,, trovasi la citt di Perge. Vicino di questa citt in un luogo eievato il tempio di Diana Pergea, dove si celebra ogni anno una generale adunanza. Poi al di sopra del maro circa quaranta stadii s incontra la citt di . . . . . . . . alta per modo che la si pu vedere da Perge. Quindi si trova lampio lago di Capria ; e poscia il fiume Euri* medonte. Chi naviga su per questo fiume Io spazio di sessanta stadii trova Aspendo , citt bastevolmente po polosa fondata dagli Argivi Al di. sopra di questa Pe* dnelisso (i). Dopo lEurimedonte trovasi un altro fiume con molte isolette che gli stanno dinanzi : poi Side colonia degli abitanti di Cime dov un sacrario, di Minerva. Quivi presso anche la spiaggia dei piccoli Cibirati, poscia il fiume Mela ed un sito da ancorare ; poi la citt di Tolemaide : e dopo tutti questi luoghi si tro vano i termini della Panfilia ed il Coracesio (a), princi pio della Cilicia-Trachea. Tutta la navigazione lungo la Panfilia di seicento quaranta stadii.
( t ) Nel lib. x i i , c. 6 in princ. Strabone annover invece Pe datliiso fr le citt della Pisidia. (a) Castel Ubaldo. (G.)

3^2

d e l l a , g e o g r a f ia d i s t r a b o n e

'Erodoto dice che i Panfilii discendono da coloro che seguitarono Anfiloco e Calcante dopo la distruzione di Troia, e furono un miscuglio di molte popolazioni (i) : i pi di costoro (soggiunge) rimasero in questi luoghi; gli altri si dispersero in varii paesi. Ma Callino afferma che Calcante fin la sua vita in Claro ; e che alcuni di quelli che avevanlo seguitato , superarono sotto la scorta di Mopso il monte Tauro e vennero a stabilirsi nella Panfilia, mentre gli altri si diffusero nella Cilicia, nella Siria , ed anche nella Fenicia. CAPO V.

Divisione deUa Cilicia a l d i l del Tauro. Coracesio. P irati cilicii. Sidra ed altre citt della Cilicia. Seleucia e suoi uom ini illu stri. Lantro Concio. Lisola ttE leussa. D el pirata Ze~ niceto. Soli, e suoi uomini illustri. Anchiala, e la tomba d i Sardanapalo. A ltre citt della Cilicia. Vera misura deWistmo dal m ar Issico fino a l Ponto Eussino. Citt d i Tarso. A ltre citt della Cilicia. Pile Amameli. Origine dei Cilicii. D igressione contro Apollodoro.

La Cilicia al di l del Tauro in parte dicesi Trachea, in parte Campestre. Trachea dicesi quella la cui spiaggia angusta, e dove non trovasi se non di rado una quaU che pianura. Essa altres dominata dal Tauro e male abitata fino alle parti settentrionali vicine ad Isaura ed agli Omonadii, ed anche fino alla Pisidia. Cotesta parte
(i) Di qui il nome Panfilii da rat. tutto ogni, e di fi K s i,

popolo, nazione.

LIBRO DECIMOQURTO

Sji

della Cilicia chiamasi anche Tracheotidc, e i suoi abi tanti Tracbeoti. La Cilicia Campestre poi si stende da Soli (i) e Tarso fino ad Isso (a); e comprende altres quel paese, al di so pra del quale si trovano i Cappadoci abitanti il lato set tentrionale del Tauro. Essa composta per la maggior parte di fertili pianure, ed un paese fecondo. Come poi una parte della Cilicia al di qua del Tauro ed una parte al di l , e noi della prima abbiamo gi parlato ; cosi diremo ora della seconda cominciando dai Tracheoti. Primamente dunque si trova Coracesio fortezza dei Cilicii fondata sopra una roccia scoscesa, della quale Diodoto soprannomato Trifone si valse come di piazza darme quando ribell la Siria a suoi re (3), e sostenne contro di loro la guerra ora con buona, ora con trista fortuna. All altimo poi Antioco figliuolo di Demetrio avendolo chiuso in una fortezza lo costrinse ad. ucci dersi da s stesso. La prima idea di consacrarsi alla pi rateria nacque fra i Cilicii per colpa di questo Trifone e per la nullit dei principi che allora si succdettero nel. dominio della Siria e della Cilicia. Perocch Trifone gettandosi a tentar cose nuve fu cagione che anche gli altri imitassero il suo esempio per desiderio di novit; e di principi, venendo a discordia fratelli contro fratelli, fecero s che la signoria cadesse facilmente nelle mani
(i) Lamuzo.

(a) A'ias. (5) Cio ai re Seteucidi.

3^4

DELLA GBltAFtA DI STRABONE

di coloro che vollero tenderle insidie. Ma il frutto d ie traevano dalle persone di cui s impadronivano l pr- voc sopra tutto a quel malvagio mestiere : perch non solamente riuscivano con grande facilit a procacciarsi dei prigionieri, ma avevano altres vicina lisola di Deio, grandissimo e ricchissimo emporio capace di ricevere e mandar fuori in nn medesimo giorno miriadi di chiavi ; sicch poi nacque il proverbio: O mercatante, approda il tuo legno, sponi il tuo carico, e tutto vnduto. di questa pirateria furoti cagione anche i Romani che, di* venuti ricchi dopo la distruzione di Cartagine e di Co* rinto, cominciarono a far uso di molti schiavi ; perch S pirati veclendo questa buona occasione s accrebbero d tutte le parti predando e vendendo quanti venivano Jot-o alle mani. Vi contribuirono inoltre anche i re di Cipi' e dell Egitto colla loro inimicizia contro quei della Siria; ed i Rodiatti (i) altres, i quali essendo ne mici essi pure dei Sirii non i curarono punto disoc* correrli contro questi ladroni, che sotto pretesto di fare utt semplice Commercio di schiavi esercitavano ogni sorta di ruberie. A questo si aggiunga che i Romani fino a quel tempo non si davano gran pensiero dei paesi al di l del Tauro; e sebbene, inviando col Scipione Emi liano e poi alcuni altri per conoscere sulla faccia stessa dei luoghi lo stato di quelle nazioni e di quelle c itt , si accorgessero che questo male avveniva per colpa di chi ne aveva il dominio , tultavolta si astennero dal
() Il Casanbono not primo di tutti che alla lezione ! X ( f t delle antiche stampe doveva sostituirsi quella dei MSS. ! ' Vtifiti.

U l t o D E C m O Q B A lT Q

3?5

privarne i discendenti di Seleuco Nicalore, ai quali essi medesimi *e n erano {atti mallevadori. Questo frattanto avveane, che. di quel paese diventarono padroni i Parti i quali occupavano i luoghi al di l dellEufrate, ed all ' ultimo ancbe gli Armeni. Costoro s impadronirono anche dei paesi oltre il Tauro sino alla Ffnicia, abbat terono per quauto fu loro possibile i re con tutta la loro schiatta, e lasciarono il mare nellarbitrio dei Cilicii. Quando questi ultimi si furono notabilmente accre sciuti, i Romani trovaronsi necessitati a distruggerli colla guerra e con militari spedizioni, perch avevano tralasciato di opprimerli allorch cominciavano ad allar garsi. Pur sarebbe difficile accusarli di negligenza ; pe rocch distratti da 'altri popoli pi vicini e quasi che sotto le loro mani, non fu loro possibile attendere an che alle oose lontane. Questo mi parve di dover dire brevemente e per modo di digressione : del resto dopo il Coracesio si trova la citt di Sidra; poi Amassia eh un abitazione vicina ad un colle con piccolo p o rto , d ve snl far*i raccolta di legname da costruir navi. Questo per la maggior parte di ce d ro , e pare che quei luoghi sopra gli altri abbondino di colai albero : e perci appunto Antonio li assegn a Cleopatra , come opportuni al di segno di costruire delle flotte. Viene appresso il castello di Laerte situato sopra un eolie, somigliaste nella sua forma ad una mammella, e fornito di porto. Poi trovasi il fiume Se|inunte (i);c il (i) Si disse poi Selenti-soui o Riviera di S e k n ii , nome so stituito eli antico Selinunte. (G.)

3 l6

DELLA GfiOGUFIA t>l STRXBONB

Crago eh una -upe scoscesa in vicinanza del mare ^ e la fortezza di Caradro dove trovasi pure un picciol porto. Essa dominata dal monte Andriclo. Vha quindi im tratto di navigazione difficile lungo la spiaggia detta Platanisto ; dopo di che si trova il promontorio Ane murio dove il continente pi che in qualsivoglia altro Inogo avvicinasi all isola di Cipro rimpetto al capo di Crommio ; tanto che la distanza di soli trecento cin quanta stadii. Per giungere dunque al capo Anemurio partendosi dai confini della Panfilia si navigano lungo la costa della Cilicia ottocento venti stadii ; poi resta di col a Soli una spiaggia di circa cinquecento stadii. Quivi dopo lAnemurio s incontra primamente la citt di Nagide t, poi quella dArsinoe con un luogo da approdarvi le na* vi ; poi un sito detto M elania, e la citt di Celenderi con un porto (i). Alcuni pongono questa Celenderi come principio della Cilicia , e non gi il Coracesio ; e in questo numero anche Artemidoro. Egli dice altres che dalla bocca PeInsiaca (2 ) fino ad Grtosia vhanno tremila e novecento stadii: da Ortosia al fiume Oronte mille e centotrenta : dallOronte alle Pile cinquecento venticinque : e da que ste ai confini della Cilicia mille e duecento sessanta. Dopo Celenderi incontrasi la citt di Olmi dove an ticamente abitarono quelli che ora si cfaiaman Seleucii, ma tosto come fu fabbricata Seleucia (3) sul Calicadno vi
(1) Celenderi si disse poi Kelnar. (?) Dna delle bocche del Nilo.
( 3) S elefkeh .

:
9

LIM O DECIKQQDAHTO

3^7

trasferirono ' perocch in vicinanza dOlmi, e subito dopo aver superata quella spiaggia che forma il cos delta capo. Sarpedonte, trovasi la bocca di quel fime. Ivi presso un altro promontorio che si chiama Zefirio. Risalendo quel fiume si naviga fino a Seleucia, citt po polosa e molto diversa nelle sue costumanze dal vivere dei Cilicii e dei Panfilii. Quivi nacquero ai nostri giorni aicuui uomini illustri appartenenti alla filosofia peripa tetica , Ateneo e Senarco. F ra costoro Ateneo attese anche alle cose della p o litic a le fu per qualche tempo .nella sua patria capo del popolo. Impigliatosi poi nell amicizia di Murena, fu preso mentre fuggiva con lu i, dopoch si scopersero le insidie che questi tendeva a Cesare Augusto ; ma trovato innocente fu dall impe ratore medesimo rimesso in libert. E quando egli ritor n a Roma, ed alcuni amici, dopo averlo abbracciato, 10 domandarono dei casi suoi, rispose colle parole di Euripide :
/ cupi regni dette morte g en ti, E le porle d A vem o , ove Plutone Scevro dagli altri Numi alberga , avendo Lasciale, vengo (i).

Poco sopravvisse a questi sinistri, e per sotto la casa in cui abitava che rovin una notte improvvisamente. . Senarco p o i, di cui noi medesimi fummo uditori, non si trattenne gran tempo nella sua patria, ma pass la vita in Alessandria e in Atene, e finalmente in Roma doverasi dedicalo allistruzione dei giovani. Quivi aven
ti) Ecttba , v. i. Traduzione del ,P. Carmeli.

3p8

d e l l a g e o g r a f ia d i

STBABONE

do contratta amicizia con Areo e poi anche con Cesare Angusto, visse onorato fino aUa vecchiaia, e termin la vita per malattia.: poco tempo prima egli aveva per* dota la vista. AI fiume Caiicadno tien dietro la rupe detta Peoile, dov una scala intagliata nella roccia che conduce a Seleucia. Poi viene il capo Anemurio c ha il none a comune coll1 altro gi da noi mentovato ; poi Pisola Crambusa, e il promontorio di Corico. Venti stadii al di sopra di questo capo trovasi I antro Corici in cui nasce il miglior zafferano che si conosca. E questantro una caverna ampia e rotonda, circondata allintorno da un alto orlo di rocce. Chi vi discende trova un terreho ineguale e sassoso, pieno di arboscelli e^ virgulti sempre verdi e domestici, e qua e l alcuni spazii che produ cono pure il zafferano. Quivi altres una grotta con una grande sorgente ch esce poi in un fiume di acqua pura c trasparente, il quale subito dopo si sprofonda in un baratro sotterra, e via per quello va a gettarsi nel mare: lo chiamano Acqua amara. Dopo Corico trovasi lisola Eleussa (i) in vicinanza del continente. Lo popol Archelao e la fece sua residenza quando ebbe presa sotto di s tutta la Cilicia*Trachea, fuor solamente Seleucia, come prima se n era impa dronito Aminta , e pi anticamente ancora Cleopatra. Perocch essendo quei luoghi molto opportuni al la droneccio cos di terra come di mare (di terra per la grandezza dei monti alle cui falde trovansi certe na*
(i) La piccola isola di Curco. (G.)

LIBRO DECIMOQCARTO

3 jfg

ioni che occupano pianure fertili ed ampie, e facili per conseguenza' ad essere depredate ; di mare perch vi abbonda il legname opportuno alla costruzione delle navi, e vi sn numerosi i p o rti, i castelli e i ridotti) parve miglior consiglio ai Romani di sottoporli a regio dominio, tfnzich amministrarli per mezzo di gover natori mandati da loro col , i quali non avrebbero potuto esservi sempre presenti, n andarvi accompa gnati delle necessarie milizie. ' Quindi l ebbe Arche lao cbe aggiunse alla Cappadocia anche la CiliciaTrachea. 1 confini di qnesta provincia sono il fioraie Latmo (i) ed un borgo di questo medesimo nome fra Soli ed Eleussa. Alle estremit del Tauro trovasi il monte Olimpo e un castello di cotal nome in cui soleva abitare il pirata Zeniceto, e d onde si veggono tutta la Licia, la Panfi lia e la Pisidia (a). Ma quando lIsaurico ebbe preso quet m onte, Zeniceto si abbruci con tutta la sua casa: cd erano in potere di lui anche Corico , Faselide e molti, luoghi delia Panfilia , dei quali tutti lIsaurico b1 impa dron. Dopo il Latmo viene la ragguardevole citt di Soli principio dellaltra Cilicia circonvicina ad Isso': la fon
(i) Il Coray legge Lamo. (a) Questo monte e questo castello trovavansi in fondo al pic colo golfo ora detto Porlo frenetico presso al capo Chelidoni, tina volta capo Sacro. (G.) - L Isaurico fe Serpillo 1 Jsaurico, gi ricordato nel cap. 3 di questo libro.

3& 0

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

darono gli Achei ed i Rodiotti di Lindo. Pompeo Ma* gno trovatala scarsa d abitatori vi trasfer i pirati cbe avevan potuto salvarsi nella guerra eh' ei mossa contro di loro, quelli almeno che gli parvero degni d'essere conservali e protetti, e le diede il nuovo nome di Ponapeiopoli. Quivi nacquero alcuni uomini illustri, come a dire Crisippo filosofo stoico figliuolo di uno da Tarso che si era trasferito a Soli ; Filemone poeta comico ; cd Arato che scrisse i Fenomeni in versi. A Soli tien dietro un capo detto Zefirio come quello vicino al Galicadno : poi Anchiala un poco al di sopra del mare , fondata da Sardanapalo , come dice Aristo bulo. Egli afferma altres che' quivi si trova il monu mento di quel re , ed una statua di marmo in cui era rappresentato coi diti della mano destra composti co me chi li vuol far scoppiettare. E dicono alcuni che vi era anche questa epigrafe in lettere assirie: Sardanapa

lo figliuolo d'Anacindarasse fond Anchiala e Torto in un solo giorno. O tu che passi, mangia, bevi e godi, perch tutto il restante non vale uno scoppiettar delle dita (i). Anche il poeta Gherilo fa menzione di questa
(i) Nellediiioni comuni tra lopiagrfe e il periodo seguente si iggono questi versi :
' v i l i a t t ri S t n l t t i p v t r i r S v f t t t c s i

T t f r i f i t f f B-a-X/riTt. B u t t i l i r t i t'vns t t t r i c
K< ytf tym r x* Si t t i p i , T Jr N (tu

fttriXtvrets.

, i r r f Q x y t t < ) i p i f i f i r u , m ei fitTtpt tl ot

T l f x t t r t S t t rie tTt xtXXit KaiX/Six * i 7 1 * Xt Mitri et i.


h J * rt.tp /Sititi. r *f * f > t r i t m S f t i w t i f i i .

LIBRO DECIMOQUARTO

381

epigrafe, e sono conosciutissimi que suoi versi : Quel tanto che godetti alla mens e nell'amore mi retta ; ma gli altri miei tesori svanirono. Soprastante ad Anchiala la fortezza Cuinda, di cui una volta servivansi i Macedoni come di luogo da cu stodirvi i tesori cbe poi Eumene port via quando si ribell da Antigono. Al di sopra di Cuinda e di Soli trovasi un paese montuoso dov la citt di Olbe ceti un sacrario di Giove, fondata da Aiace figliuolo di Teu* ero. Il sacerdote di quel tempio fu una volta prncipe della Tracheotide ; ma parecchi tiranni impadronironsi di quel paese , e vi stabilirono consortere di ladroni. Dacch poi costoro furono distrutti ai d nostri, quella regione si disse principato di Teucro , ed anche Sacer dozio di Teucro , e i pi di ooloro che ne furono insi gniti si nominarono Teucri od Aiaci. Ma introdottasi per mezzo di matrimonio nella famiglia di questi prin cipi Aba figliuola di Zenofane, uno dei tiranni, occup la signoria che il padre gi aveva tirata a s in qualit di tutore. In progresso di tempo anche Antonio e Cleo patra le concedettero quel dominio cedendo alle sue
Sapendo che sei nato mortale , appaga V animo tuo dandoti ai piaceri. Una volta che tu sii morto non godrai pi di nulla. Anch io dopo aver regnato sulla vasta N inive , non sono al tro che cenere. Solo mi resta il vantaggio daver goduti i pia ceri della mensa e d tlt amore ; ma tutte le altre ricchezze svanirono. Questo V unico savio consiglio per gli uomini, nella loro vita. - Ma credetti di dover seguitare 1 esempio del

Coray trasportando in nota questi versi.

38

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONB

istanze ; ma poi essa ne fu cacciata, e il principato ri* mase ai discendenti di Teucro. Dopo Anchiala sono le foci del Cidoo in quel sito cbe diceB Regma ; ed un lago eh ebbe anticamente dei cantieri, e nel quale si scarica il Cidno dopo avere attraversata la citt di Tarso al di sopra della quale ba le sorgenti nel Tauro : sicch quel lago e come il porto di Tarso. Tutta la spiaggia dal punto che sta in faccia a Rodi fino a questo inclina dal tramonto equinoziale . al le vante pur d equinozio ; poi si eonverte al levante din verno fino ad Isso : di quivi sino alla Fenicia ji piega verso il mezzogiorno ; e il restante fino alle Colonne va all occidente. A dir vero pertanto , l istmo della penisola che noi ora abbiamo descritta si stende da Tarso e dfjla foco del Cidno fino ad Amiso ; perocch questo b spazio di minore lunghezza da Amiso ai confini della,Cilicia ; da questi confini a Tarso corrono cento veuti stadii, e non pi che cinque da Tarso alia foce del Cjdno. per andare da Amiso ad Isso e al suo golfo non si pu fare altra via pi breve di quella cbe passa per Tarso : n da Tarso ad Isso vha un viaggio minore di quel ehe sia alla foce del Cidno. Laonde si fa manifsto che a parlare precisamente questo dovrebbessere listmo: ma nondimeno si dice eh esso va fino ad Isso, perch que sto un punto pi notahile. Per questa ragione mede sima non ci siamo astenuti dal dire che la linea che sta dalla spiaggia opposta a Rodi fino all imboccatura del Cidno prolungasi direttamente sino ad Isso , e che il

LIBRO DEC1MOQOARTO

383

Tauro si stende in una linea parallela a questa fino all India. La citt di Tarso giace in una pianura, e la fonda rono quegli Argivi che accompagnarono Trittolemo al lorch andava cercando Io. Le scorre pel mezzo il Ci dno bagnando il ginnaiio dei giovani. Come poi le sor genti di questo fiume non sono molto lontane dalla c itt , e la sua corrente vi entra subito dopo aver pas sato uno scosceso burrone, perci le sue acque sono fredde e veloci, e giovano a guarire gli uomini e gli animali infermi delle articolazioni. Tanta fu la diligenza posta dai cittadini di Tarso nello studio della Filosofia e in tutto il restante della coltu ra , che superarono Ateue e Alessandria, e qualunque altra citt potesse mai nominarsi in cui siano state scuole 0 adunanze di filosofi o di eruditi. In questo poi diffe risce cbe a Tarso i coltivatori della sapienza sono tutti nativi di quella citt, e i forestieri non vi si conducono facilmente ad abitare ; anzi i nativi medesimi non vi dimorano, ma si recano altrove per desiderio di perfe zionarsi, e quando hanno raggiunta questa perfezione, 1 pi vivono volontieri fuor della patria, n vi ritornano se non pochi. Ma nelle altre citt dette pocanzi, tranne Alessandria, succede invece il contrario : perocch molti forestieri vi si conducono, e volentieri vi stanno, ma non molti dei nativi escono della patria per desiderio d'istruirsi, n in patria coltivano gli studi. Gli Alessan drini invece sogliono far l'una e l'altra di queste cose, perocch ricevono molti forestieri, e mandano fuori non

384

DELLA GEOGRAFIA D I STRlBONE

pochi dei loro (t). In Tarso vi sono scuole cPogor ma niera. inoltre una citt copiosa dabitatori, molto p* tente e da essere considerata come metropoli (a). Gli uomini illustri di Tarso furono, deHa setta stoiea, ntipatro, Archedemo, Nestore e i due Atenodori. Un di questi ultimi sopranhomato Cordilione visse eoa M. Catone e mor presso di lui : laltro figliuolo.di Sandney il quale dal nome di un certo borgo dicevasi anche Caia ni te, fu educatore di Cesare (3) ed ottenne grandi onori. Ritornato alla sua patria quandera gi vecchio, abbatt il reggimento che vi s era introdotto avendola trovata in pessima condizione per colpa principalmente di uu certo Boeto, cattivo poeta e cattivo politico, ma valen tissimo nel guadagnarsi il favore del popolo. A eostui aveva dato da principio molto favore anche Antonio in grazia del poema eh egli scrisse per celebrare la vitto ria di Filippi: ma pi ancora gli giov& la facilit comu ne fra i Tarsii di parlare all improvviso sopra qalsi** voglia argomento che gli fosse dato. Per Antonio aven do promesso ai cittadini di Tarso di stabilire fra loro un ginnasiarca, commise questa carica a Boeto dando*
(1) Il Casaubono accenna in una nota che dovrebbero forse chiudersi in una parentesi questi due periodi nei quali si tocca la differenza fra Tarso e le altre citt. A questo dubbio non si trova che il Coray desse alcun peso, n ristampando il testo, n traducendolo, lo per me non solamente credo ragionevole il dubbio del Casaubono , ma sarei tentato di considerare tutto questo passo come un interpolazione. (2) S intende della Cilicia. (3) Augusto.

LIBRO DKCIMOQCRTO

385

gli iuoltre incombenza di spraiotendere alle spese cbe il ginnasio richiedeva. Scopertosi poi eh egli usurpava ogni cosa, fin lolio, ne fu accusato ad Antonio di cui Boeto mitig l ira , usando fra 1 altre queste parole: Come Omero celebr Achille , Agamennone c Ulisse , cos io celebrai te; non dunque giusto che io ti venga dittanti come accusato. - Ma Omero ( rispose 1 accusa tore) non rub poi l'olio n d?Agamennone , n d 'A chille ; tu s ; e per questo pagherai il fio. Nondimeno aiutato dalle protezioni di alcuni amici, schiv il casti go, e sino alla caduta di Antonio non cess mai dal padroneggiare a suo talento quella citt. in questa condizione la trov Atenodoro,. il quale per alcun tem po si sforz di persuadere colla ragione Boeto e i suoi partigiani; ma quando vide che non si volevano astenere da nessuna ingiuria, adoper la forza che Cesare gli aveva commessa, e li cacci dichiarandoli ribelli. Co storo avevano scritto da prima sul muro : V operare proprio dei giovani, U consigliare della virilit , della vecchiaia lesser petardo ; e Atenodoro pigliando la cosa come uno schrzo vi fece scrivere invece : della vecchiaia il tuonare. Allora pigliando ardire da questa mitezza, uno degli avversarj che aveva per caso grande scioglimento di corpo passando di notte tempo dinanzi alla sua casa gli insudici tutta la parete : sopra che Atenodoro, par lando in una pubblica adunanza eontro quella fazione disse che la malattia e il cattivo stato della citt potea scorgersi a molti segni, e principalmente agli escrementi che se ne vedevano. Costoro furono stoici. Fu invece tom. IV. a5

386

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

accademico quel Nestore vissuto alla nostra et , il quale educ Marcello figliuolo di Ottavia sorella di Ce sare. Costui pure presiedette alle cose politiche dalla sua patria succedendo ad Atenodoro, e visse mai sem pre onorato cos dai governatori come da 1 suoi concit tadini. Rispetto agli altri filosofi , quelli eh1io conosco e dei quali potrei dire anco il nome sono Plutiade e Diogene , che peregrinando per varie citt vi apersero scuole fiorenti. Diogene poi soleva anche recitare versi improvvisi il pi delle volte tragici sopra ogni tema che' gli foste proposto. Furon di Tarso anche i grammatici Artemidoro e D iodoro, dei quali sussistono ancora gli scritti ; e Dioniside, il migliore di que sette poeti che componevano la cos detta Plejade. Sopra tutto poi in Roma si pu conoscere il gran numero dei sapienti ood ferace la citt di T arso; perocch piena cos di T a rsii, come d Alessandrini. Tale Tarso. Dopo il Cidno trovasi il Piramo che scorre daUa C a taonia, del quale noi abbiatn fatto menzione anche pri ma d ora. Artemidoro dice che di quivi a Soli v ha una navigazione in linea retta di cinquecento stadii. Presso al Piramo la citt di Mallo situata sopra unal tura , e fondata da Anfiioco e da Mopso figliuolo d Apollo e di Manto, dei quali molte favole si raccontano; e noi pure ne abbiamo gi fatta menzione quando par lammo di Calcante, e della gara chebbero fra loro per larte dindovinare Calcante e Mopso. Perocch questa gara viene da alcuni trasportata nella Cilicia ; e fra co storo vha anche Sofocle, il quale la chiama Panfilia aUa maniera dei tragici che chiamano Caria la Licia, e Fri-

L IM O BECIMOQUiBTO

38^

gi la Troade e la Lidia. E Sofocle al pari di molti al tri pone nella Cilicia anche la morte di Calcante. E si racconta non solo che questi due personaggi gareggia rono tra loro per P arte d indovinare, ma s ancora cbe Mopso contese del principato con Anfiloco. Dicono pertanto cbe ritornati da Troia Aufiloeo e Mopso fon darono Mallo; che Anfiloco-dapo di ci venne in Argo, ma che non nccedendogli in quella citt le case a sua genio, si ricondusse a Mallo. Quivi Mopso la escluse dalla comune signoria, sicch egli venne a singoiar cer tame con lui. Tutti e due morirono in quello scontro ; e furono sepolti iu luoghi cos distanti, che dalla ton ba dell uno non potesse vedersi quella dellaltro. Quelle tombe sogliono mostrarsi ai d nostri in vicinanza di Megarsa lungo il Piramo. Di Mallo fu nativo Crate il grammatico, a cui dieona cbe fu scolaro Pauezio (i). Al di sopra di questa parte delia spiaggia trovasi una pianura detta di Aleio per la quale Filota condusse la cavalleria d Alessandro, mentre che questi guidava la falange lungo la spiaggia e pel territorio di Mallo da Soli ad Isso contro le forze di Dario. Ed fama ohe Alessandro celebrasse alcune cerimonie funebri io onore di Anfiloco per la comune loro origine dal paese dArgo, Esiodo poi afferma che Anfiloco fu ucciso in Soli da Apollo ; altri dicono nella pianura d Aleio ; altri
(<) Seconde qualche altra lezione dovrebbe tradursi: di CKt

Puntiti dice di essere stai sc&laro.

388

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

nella Siria mentre allontanavasi dAleio a cagione della sua contesa. Dopo Mallo la piccola citt dEgea fornita di porto; poi trovansi le Pile Amanidi, le quali anch esse hanno un porto. Quivi finisce il monte Amano che si dirama dal T a u ro , e che domina la Cilicia nella parte orien tale. Questo monte si trov sempre sotto il dominio di parecchi tiranni che abitavano in certe fortezze ; ma ai d nostri lo ridusse tutto sotto di s Tarcondim oto, uomo ragguardevolissimo, che i Romani denominarono re a motivo delle sue nobili imprese. Egli lasci la si gnoria di quel monte in retaggio a suoi discendenti. Dopo Egea trovansi Isso , piccola citt con p o rto , ed il fiume Pinaro. Quivi accadde la battaglia fra Ales sandro e Dario; e da Isso fu denominato Issico il golfo, nel quale trovansi le citt di R oso, Miriandro, Ales sandria , Nicopoli e Mopsuestia ; e vi sono anche le cos dette P ile, che servono di confine tra i Cilicii ed i Sirii. Sono nella Cilicia anche il sacrario e l oracolo di Diana Sarpedonia, dove i vaticinii sono profferiti da uomini inspirati. Dopo la Cilicia la prima citt dei S irii' Seleucia nella P ieria, in vicinanza della quale sbocca il fiume Oronte. Da Seleucia a Soli v ha una navigazione in li nea retta di poco meno che mille stadii. Ora siccome i Cilicii della Troade menzionati da Omero sono molto distanti dai Cilicii abitanti al di l del T auro, cos al cuni sostengono che quelli furono progenitori di que

l i b r o d e c im o q u a rto

389

sti^ e ne recano in prova alcuni luoghi (i), come a dire Tebe e Lirnesso nella Panfilia : altri sostengono invece il contrario, e ne adducono in prova anch essi una certa pianura denominata Aleio cbe trovasi fra i Cilicii al di l del Tauro. Ora poi alle parti della penisola situata oltre il Tauro che abbiamo fin qui descritte si debbono aggiungere anche i seguenti luoghi. Apollodoro nel suo libro sulla Enumerazione delle navi dice fra le altre cose che gli ausiliari dei Troiani venuti dallAsia, sono tutti da Omero annoverati fra gli abitanti di quella penisola il cui istmo pi stretto va dal golfo di Sinope a quel dIsso: i fianchi. esteriori di questa penisola che ha la forma triangolare sono ineguali ; perocch l uno si stende dalla Cilicia fino ai Chelidonii ; 1 altro dai Chelidonii fino alla bocca dell Eussino ; e il terzo di quivi a Sinope di bel nuovo. Ma lopinione che tutti gli ausiliari asiatici provenis sero da questa penisola si pu provar falsa con quegli stessi argomenti coi quali gi dimostrammo non essere vero che tutti fossero venuti da paesi al di qua dell Ali. E nel vero il paese vicino a F arnacia, ove di* cemmo che abitavano gli Alizoni, com posto al di l dellAli, cos deve trovarsi anche fuori dellistmo, poi ch situato fuor della linea che va da Sinope ad Isso; e non solo fuori di questa , ma ben anche di quella
(i) Cio recano in prova alcuni luoghi dello stesso nome. Del rimanente tutto questo paragrafo anche ai pi esperti riesce oscuro e dubbioso.

30

D ELIA OEOOIAFIA &1 SttU B O N E

cbe forma il veto istmo fra Amiso ed Iss (i). Perocch Apollodoro s inganna anche dve considera Snop ed Isso come le estremit dell istmo. Sopra tutto poi ai* surda la sua opinione, che la penisola sia di forma trian* golave , e quel chiamarne esteriori i fianchi ; giacch parrebbe che egli con questo nome abbia voluto eccet tuare la linea che forma l istmo, considerandola bens come un fianco, ma interiore perch non bagnato dal mare. Ora se quell istmo fosse tanto breve da poter quasi dongiungere il lato che termina ad Isso con queHo che riesce a Sinope, sfebbe forse conveniente il dir triangolare la penisola ; ma poich resta uno spazio di tre mila stadii (che egli poi chiama stretto), proprio dun ignorante e non duri corografo lapplicare il no* ine di triangolo ad un quadrilatero : e nondimeno Apol l doro pubblic una corgrafi* in versi gimbici, inti tolandola Descrizione deila Terra. E d ignoranza po trebbe tacciarsi Apollodoro quahdo bene si riducesse Fistino ad una met della sua vera lunghezza, come fe cero alcuni che p ii di tutti si discostaron dal Vero (fra costoro anche Artemidoro che lo fa di circa mille e cinquecento stadii); giacch anche ad onta di questo la figura della pehisola non sarebbe un triangol. N in ci solamente singann Apollodoro, ma non fece n anche Una giusta divisione dei fianchi esteriori : peroc ch uno ne conta da Isso fiuo ai Chelidonii, sebbene tutta la spiaggia Licia che gli tiea dietro in linea retta
(i) Osserva il Coray che dovrebbe leggerai fra Ami? e Tar so ; altrimenti Strabone contraddice a s stesso.

LIBRO DECIMOQURTO

3 ()l

e quella rimpetto a Rodi sino a Fisco sieno una continaazione di quel medesimo fianco, il quale soltanto a Fisco comincia a dar volta per formare poi il fianco oc cidentale che va fino alla Propontide ed a Bizanzio. Eforo aveva detto che questa penisola era abitata da sedici popolazioni, tre delle quali erano elleniche e le rimanenti barbare , oltre alcune miste : ed aveva distri buiti lungo il mare i Cilicii, i Licii, i Panfilii, i Bitinii, i Paflagoni, i Mariandini, i Troiani ed i Carii; e nellin terno del paese i Pisidii, i Misii, i Calibi, i Frigii, ed i Milii. Ma Artemidoro esaminando questa opinione di Eforo dice che vi abit una diciassettesima popolazione cio quella dei Galati, la quale appartiene a tempi po steriori a quei dEforo. Quanto poi alle altre popolazio ni afferma che le tre Elleniche non abitavano in que sta penisola al tempo della guerra troiana; e che le bar bare sono ravvolte in una grande confusione per la lunghezza del tempo. Dice inoltre cbe Omero menziona i T roiani, e quelli che ora diconsi Paflagoni, M isii, C arii, F rigii, Cilicii, i Meonii (invece dei Lidii) ed al tri sconosciuti, come a dire gli Alizoni e i Cauconi ; e fuori dell Enumerazione delle navi, i Cetei, i Solimi, i Cilicii della pianura di Tebe ed i Lelegi : ma che non mentov i Panfilii, i Bitinii, i Mariandini, i Pisidii, i Calibi, i Milii ed i Cappadoei ; gli uni perch non abilavan per anco queluoghi, gli altri perch si com prendevano sotto altre popolazioni, per esempio gl Idrensi d i Termili sotto i Carii, i Dolioni e i Bebrici sotto i Frigii. Ma pormi che Apollodoro non abbia esaminata dirit-

3ga

DELLA

g e o g r a f ia

d i stra b o n e

tamen le 1 opinione di Eforo, e che abbia in parte con fuse, in parte falsificate le parole dOmero. Perocch ri spetto ad Eforo avrebbe dovuto domandare innanzi tu tto , perch mai colloc i Calibi dentro la penisola ; mentre sono a tanta distanza da Sinope e da Amiso verso loriente. In fatti coloro i quali dicono che listmo di questa penisola .una linea condotta da IssoallEussino, la considerano bens come.una specie di meri diano ( e alcuni credono che finisca a Sinope, altri ad Amiso), ma nessuno la fa riuscire a Calibe. In tal caso la linea dovrebb essere intieramente obliqua ; perocch il meridiano dei Calibi dovrebbe descriversi a traverso della piccola Armenia e dell Eufrate chiudendo dentro di s tutta la Cappadocia, la Commagena, il monte Amano e il golfo Issico. Ma quando bene concedessimo che l istmo venisse determinato da una linea obliqua, la maggior parte dei luoghi predetti e principalmente la Cappadocia si troverebbero al di dentro di essa, e cos pure quello che ora dicesi propriamente regno del Pon to, ed una parte della Cappadocia verso I Eussino. Laonde se i Calibi si devono considerare come una porzione della penisola, questo dovr farsi tanto pi rispetto alla C ataonia, a tutte e due le Cappdocie, ed alla Licaonia , di cui Eforo non ha fatto n anche menzine. E perch poi colloc plle parti mediterra nee i Calibi , i quali da Omero furono nominati Ali zoni , come abbiam gi dimostralo ? Perocch era mi glior consiglio dividerli, ascrivendone una parte alla spiaggia , una parie al paese mediterraneo. E questo avrebbe dovuto farsi anche rispetto alla Cappadocia

LIBRO DECIMOQDARTO

3g3

ed alla Cilicia. Ma della Cappadocia Eforo non fece nemmanco parola ; e dei Cilicii ricord soltanto quelli vicini al mare. Ma e i sudditi di Antipatro Derbete ? e gli Onomadii ? ed altri parecchi contigli ai Pisidii ? gente
................... che non conosce il mare ,

If cosperse di sai vivande gusta (i) ?

Tutti costoro qual posto potranno pigliare ? Ma Eforo non m.enzion poi n anche i Lidii e i Meoni ; n qui importa indagare se sotto questi nomi si debbano inten dere due popoli od un popolo solo, e nemmanco se for massero un popolo indipendente, o se fossero com presi sotto qualche altra nazione. Perocch trattandosi di una nazione posi insigne non possibile che Eforo la ignorasse; n passandola sotto silenzio poteva evitar la taccia di aver trascurato un punto di grande impor* tanza. Quali sono poi i popoli misti di cui Eforo parla ? Certo non possiamo dire che dopo i gi ricordati, altri ve n abbiano o menzionati da lui o taciuti, i quali si possano ascrivere ai misti. Perocch poniam pure che vi siano stati, dei popoli m isti; egli certo per che una qualche parte di essi, o l ellenica o quella dei barbari, doveva col tempo prevalere: queste due sole g* nerazioni ci son conosciute ; n sappiamo che ve.n ab bia una terza a cui possa darsi il nome di popolo mi* ,sto. Finalmente come possono poi esser tre le schiatte degli Elleni da cui la penisola abitata ? Perocch se
(i) O m ,, Odiss., lib. x i , y. taa.

394

DELLA GEOGRAFIA D I STRABONE

proviene dall essere stati una volta gl Ioni! e gli Ate niesi un solo popolo, da notare cbe anche i Doni e gli Eolii furono una sola g ente, sicch verrebbero ad essere due sole schiatte. Ma se invece si voglion di stinguere secondo 1 uso moderno tante popolazioni quanti sono i dialetti, dovremo dire che quelle al pari di questi son quattro : giacch in qnella penisola, an che attenendoci alla descrizione di E foro, abitano non solamente degli lo n ii, ma anche degli Ateniesi, come si dimostr nel parlare di ciascun luogo separatamente. Questi sono i dubbi che si potevano mettere in cam po contro Eforo : ma Apollodoro non ne mosse pur uno; ed alle sedici popolazioni aggiunse la decimaset* tim a, cio quella dei Galati. O r questo va bene, ma non appartiene allesame di quanto Eforo disse od oro mise: giacch Apollodoro medesimo reca la cagione per cui Eforo la tralasci, notando eh una nazione sta bilitasi in quel paese dopo I et di quello scrittore. Passando ora ad Om ero, Apollodoro dice il vero af fermando che tra i popoli barbari menzionati da quel poeta come ausiliari dei Troiani si trova una grande confusione a motivo delle rivolnzioni alle quali andaron soggetti fino alla nostra et ; perocch qualcuno se ne aggiunse, qualche altro disparve, taluno si divise in m o lti, pi altri si composero in noo solo : ma non tocca por nel segno ove dice che alcuni popoli furon passati in silenzio da Omero per queste due ragioni, cio , o perch essi non abitavan per anco i paesi da lui accennati, o perch alcune si comprendevano allo ra sotto il nome di altre popolazioni. Or s egli tacque

im o

DEcntOQVAftTo

3g5

la Cappadocia, la Cataonia ed anche la Licaonia, certo noi fece per nessuna di queste due Cagioni, giac ch la storia non ne conferma n 1 una n 1 altra. D altra parte ridicolo che Apollodoro pensi a trovar le cagioni per le quali Omero tacque i Cappadoci e i Licaoni, ed a giustificarne il silenzio ; e non dica poi nulla del perch Eforo siasi anch egli taciuto di questi popoli, mentre s era proposto di esaminare lopinione di questo autore. Cos parimenti ridicolo volerci inse gnare perch Omero chiamasse Meoni i Lidii d oggid, e non dirne poi chEforo non fece parola n di quelli, n di questi. Dove poi Apollodoro afferma che Omero paria di alcuni popoli a noi sconosciuti, dice il vero rispetto ai Solimi, ai C etei, ai Lelegi ed ai Cilicii abi tanti nella pianura di Tebe : ma rispetto agU Alizoni egli se li finge sconosciuti; o piuttosto la colpa da re carsi ai primi che non sapendo chi fossero gli Alizoni dOmero ne trascrissero variamente il n om e, e si fin sero inoltre miniere dargento e daltri metalli abbando nate : e per desiderio pi di sostenere questa loro opi nione , aggiunsero tutte le storie che Denetrio scepsio raccolse da Callistene e da a ltri, tutti macchiati della stessa falsa opinione intorbo agli Alizoni. Tale la sto ria che le ricchezze di Tantalo e dei Pelopidi provenir scro dalle miniere della Frigia e di Sipilo ; quelle di Cadmo dalle miniera della Tracia e del monte Pangeo; quelle di Priamo dalle miniere d 6 W > d* Astira in vi cinanza di Abido, delle quali rimane oggid appena qualche vestigio, ma la quantit folla terra smossa, e le ampie fosse dimostrano che anticamente vi si fecero

396

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

grandi scavazioni 5 quelle di Mida dal monte Barmio ; e quelle d Gige, di Aliatte e di Creso dalle miniere della Lidia e d una cittadella ora deserta fra Aternea e Pergam o, vicino alle quli si trovano delle miniere abbandonate. Questo ancora potrebbe rimproverarsi ad Apollo doro, che mentre suol d ordinario censurare i moderni accusandoli d alterare le omeriche tradizioni, qui non solamente lasci inosservata quest alterazione, ma con fuse in uno diversi oggetti o li rappresent diversamente ^la Omero. Xanto di L idia, per cagione di esempio, dice che dopo la guerra di Troia i Frigii tramutaronsi dall Europa nell Asia venendo dalla sponda sinistra del Ponto Eussino, e che ne fu condottiero Scamand rio , il quale li aveva col guidati dai paesi dei Berecintii e dell Ascania. Ora aggiunge Apollodoro che di quest Ascania fa menzione anche Omero dicendo :
Forco ed Ascanio deiforme al campo Dall Ascania traean le frig ie torme (1).

Ma se 1 emigrazione dei Frigii fa posteriore alla guerra di Troia, e i Frigii annoverati da Omero fra gli ausiliari di -Troia vennero dal paese dei Berecintii e dall Ascania, chi saranno poi quelli altri Frigii, dei quali Priamo dice :
Che poste del Sangario alla riviera Avean le tende , ed io co m iti maggiunsi Lor collegato (a) ?

(1 ) I L , li b . 11, v .

856.

(3) 1 1 ., lib . 1 1 , v . 1 8 7 .

LIBRO DECIMOQDRTO

J 97

Come mai Priamo avrebbe chiamati in aiuto dal paese de Berecintii questi Frigii coi quali non aveva relazione di so rta, e non sarebbesi volto piuttosto a quegli altri suoi confinanti, ed a cui egli stesso in altri tempi aveva recato soccorso? Dopo avere cosi parlato dei Frigii, Apollodoro soggiunge poi anche rispetto ai Misii opi nioni contraddicenti a quelle di Omero. Dice in fatti che nella Misia trovasi un borgo chiamato Aseania lungo un lago di questo medesimo nome, da cui esce il fiume Ascanio menzionato dal poeta Euforione ove dice: Lungo VAscanio della Misia \ e da Alessandro etolo in quei versi : Abitano sulle rive del lago Ascanio , dove abit gi Dolione figliuolo di Sileno e di M tlia. E dice Apoi-' lodoro stesso che si chiama Dolioaida Misia il paese che s incontra andando da Cizico a Miletopoli. Ora se questo vero ( ch ne fanno testimonianza i luoghi stessi e i poeti orora citati), perch non poteva Omero far menzione come di quest Aseania, cos anche di quella citata da Xanto ? Ma di queste cose si gi parlato nella descrizione della Misia e della F rigia, sicch sar il meglio non dirne pi oltre.

398

ELLA GEOGRAFIA DI STKAKONE

CAPO

III.

Potatone di Cipro. Circuito e lunghezza d i Cipro. Citt ed uomini illustri di quetf itola. Sue produzioni. Rivoluzioni alle quali soggiacque il governo di Cipro.

Restaci ora a descrvere l isola di Cipro situata di nanzi alla penisola di cui abbiamo parlato. Gi si detto che il mare circondato dallE gitto, dalla Fenicia, dalla Siria, e dalla restante spiaggia fino a R odi, si compone in cerio modo del mare Egizio, del Panfilio e di quello che addentrasi nel golfo Issico. Ora in questa mare posta l isola di Cipro, le cui parti settentrio nali congiungonsi colla Cilicia-Trachea, e cos anche quelle che pi s avvicinano al continente. Dalle parti orientali essa tocca al golfo Issico; alloccidente ba gnata dal mar Panfilio ; al mezzogiorno da quello dE gitto. Questultimo mare dalla parte occidentale concorre con quel di Libia e col Carpazio; dai lati di mezzogior no ed oriente ha il mare d E gitto, e la spiaggia che va fino a Seleuciae ad Isso; al settentrione ha l isola di Cipro ed il mare Panfilio. E questo mare Panfilio dalle parti settentrionali cinto dalle estremit della Cilicia>Trachea, della Panfilia e della Licia sino alla spiaggia opposta all isola di Rodi ; all occidente ha li sola stessa di Rodi; all oriente il territorio di Cipro in vicinanza di Pafo e dell Acamante ; al mezzogiorno si confonde col mare d Egitto. 11 circuito dell isola di Cipro , chi le navighi intorno

LIBRO DEClHOQOAfiTO

OQQ

radendo anche le sinuosit dei golfi, di tremila quattrocento venti stadii. La sua lunghezza dall oriente all occidente, cio dalle Clidi fino all Acamante, di mille e quattrocento stadii per terra. E sono le Clidi due piccole isole situate dinanzi a Cipro dalla parte orientale distanti dal Piramo settecento stadii. L Acam ante, promontorio che si parte quasi in due poppe, e copioso di boschi, situato nelle parti occidentali dell isola e si stende verso il settentrione. Il pi breve tragitto da questo promontorio alla foce del Selinunte nella Cilicia-Traehea uno spazio di mille stadii; a Si de della Panfilia di mille e seicento ; alle isole Cheli donie di mille e novecento. Tutta la figura dell isola pi lunga che larga, e in certi punti della sua spiaggia forma anche deglistmi. Ora noi ci faremo a descriverne p a rtitam ele ogni luogo cominciaodo da quello eh pi vicino al continente. Abbiamo gi detto che il capo Anemurio della Citi* cia-Trachea situato rimpetto al promontorio di Cipro denominato Crommio , alla distanza di trecento cin quanta stadii. Chi partendosi da questo capo tiens l isola alla destra e il continente alla sinistra , e na viga tra il settentrione e loriente, giunge in linea retta alle isole Clidi dopo un viaggio di settecento stadii. Nello spazio frapposto situata Lapeto ( i) , citt fornita di p o rto , fondata da una colonia di Lacedemoni condot tavi da Prassandro. Essa rimpetto a Nagide. Tien dietro poi Afrodisio , dove l isola pi angu(i) Lapilo,

400

DELLA GEOGRAFIA DISTRARONO

sta ; perocch non vhanno che settanta stadii di col a Salamina. Qaindi s incontra la spiaggia degli A chei, dove Teucro primamente approd quando cacciato (co me si dice) da Telamone suo padre, venne a fondar Salamina in Cipro. Appresso viene' la citt di Carpasia con porto , opposta al promontorio di Sarpedonte. Da Carpasia attraversando un istmo di trenta stadii sarriva alle isole Carpasie ed al mare meridionale. Seguitano un promontorio ed un mnte, sulla cui sommit, detta Olimpo, trovasi un tempio di Venere Aerea ( i ) , che le donne non possono n accostare n vedere. Vicino a questo luogo stanno le Oidi ed insieme con molte al tre le isole Carpasie, e dopo di queste Salamina donde fu nativo lo storico Aristo (a). Tengono dietro la citt e il porto d Arsinoe ; poi un altro porto detto Leucolla : quindi il promontorio Pedalio, dominato da un erto d elevato colle della figura di un trapezzo e consacrato a Venere, distante dalle Clidi seicento ottanta stadii. Dopo questo punto fino a Cizio v ha una navigazione sinuosa e malagevole. Cizio ha nn porto che si pu chiudere ; e di que sta citt furon nativi Zenone capo della Setta stoica, ed Apollonio il medico. Di quivi poi a Berito si con tano mille e cinquecento stadii. Appresso trovasi la citt di Amato ; e nello spazio frapposto sono la pic cola citt detta Palea, e il monte Olimpo che rende
(1) Il soprannome di Aerea viene da uttftt {sommit), ed i n dica la posizione del tempio. (2 ) Fu uno degli storici d Alessandro.

LIBRO DECIMOQUARTO

4 01

immagine d una mammella. Quindi segue Curiada, nn capo in forma di penisola distante da Troni settecento stadii. Dopo questo capo si trova la citt di Curio con una stazione di navi, fondata dagli Argivi. E notabile qui la negligenza di quel poeta elegiaco che scrisse :

Noi cerve sacre a Febo attraversando molto spazio di mare venimmo con rapido corso per evitare le frecce. N importa l investigare se questo poeta fu Edilo od altri. Del resto trattasi qui delle cerve che fuggite dalle gole del borico , dalla spiaggia della Cilicia passarono a nuoto a quella di Cipro vicino al capo Curiada. E il poeta soggiunge: Gran maraviglia deve recare agli uo mini , che noi allo spirare dei Zefiri di primavera ab biamo attraversato un mare insuperabile. Perocch ben si pu navigare da Corico alla spiaggia C uriada, ma non al soffio di Zefiro, n tenendosi l isola a destra. Si naviga invece a sinistra, e non gi facendo un tra* gitto. 11 principio pertanto della navigazione occidentale verso lisola di Rodi da Curio. Subito dopo trovasi il promontorio da cui suolsi precipitare chi osa toccar lara dApollo. Appresso vengono Treta , Boosura e Palepafo (i), fondata circa dieci stadii al di sopra del ma re, ma fornita nondimeno di un piccol porto, e con un tempio antico di Venere Pafia. Poi trovasi il capo Zefirio , dov un luogo da gettar 1 ncora; poi un altro capo detto Arsinoe, dove trovasi pure un sito da anco rare ; e un tempio ed un bosco sacro. Un po lontano
(i) n p f , lantica Pafo.
26

S tajmobEj tom. IV.

4oa

della

g e o g r a f ia d i

strabone

dal mare sta Jerocepi. Yien poscia Pafo, citt fondata da Agapenore con porto e magnifici templi. Questa citt distante per terra sessanta stadii da Palepafo ; a coi per questa strada concorrono ogni anno da tutte V altre citt uomini e donne in gran numero. Da Pafo ad Alessandria alcuni dicono che vi sono tremila e seicento stadii. A Pafo tien dietro il monte Acamante, e dopo que sto monte navigando verso le parti orientali trovansi la citt di Arsnoe, e il bosco sacro a Giove. Seguita la citt di Soli con un p o rto , un fiume ed un tempio di Venere : la fondarono Falero ed Acamante ateniesi $ e i suoi abitanti si chiamano Solii. Di questa citt fu na tivo Stasanore, uno dei compagni di Alessandro, che lo trov degno della capitananza. Al di l di Soli nelle parti mediterranee situata Limenia , e poi il promon torio di Crommio. Ma perch dovremmo noi maravigliarci dei poeti, e massimamente di quelli come E dilo, la cui diligenza consumasi tutta intorno alla frase, qualora si consideri che Damaste assegna per lunghezza a questisola dal settentrione ( com egli dice ) al mezzogiorno , lo spazio che va da Jerocepi (i) alle d id i ? N Eratostene tocca nel segno allorch censurando Damaste afferma che Jerocepi non al $ettentrione ma al mezzogiorno: perocch questa citt non situata n qnphe al mezzogiorno, ma bens all occidente, su
(i) Il testo qui e poco dopo dice veramente Jerocepia.

LIBRO DECIMOQURTO

43

quel medesimo fianco dell isola su cui stanno e Palo ed Acamante. Tale pertanto Cipro rispetto alla sua posizione ; rispetto poi alla fertilit non si rimase addietro a ve rmialtra. Abbonda di vino e dolio, ed i bastevolmente copiosa di biade. Vha in Tamaso ricche*miniere di ra me, nelle qnali si generaci calcante (i), ed anche il verde rame che si adopera a guarire certe malattie. Dice Eratostene che anticamete le pianure di Cipro eran folte di boschi per modo che non si potevano coltivare. Il dissodamento del terreno fu poi aiutato alcun poco dalla necessit di consumare il legname nei lavori deile miniere per fondere il rame e l argento ; al cbe si aggiunse la costruzione delle navi e delle flotte, dopo che il mare cominci a potersi navigare liberamente, e s ebbe una forza marittima. Ma perch por tutto ci non bastava, fu conceduto a chiunque volesse e potesse il tagliare foreste, lasciandosi loro stanza vertuti ricom pensa il terreno che per tal modo rendevano sgombro* Anticamente i Cipriotti erano divisi in citt gover nate ciascuna da un suo tiranno : dacch poi i re di scendenti da Tolomeo diventarono padroni dell Egitto cadde in loro potere anche lisola di Cipro, ai che spesse volte diedero loro aiuto anche i Romani. Se non che lultimo Tolomeo zio di quella Cleopatra che regn ai nostri giorni per essersi mostrato ingiusto e sconoscente verso i suoi benefattori, fu cacciato del regno ; quindi i Romani occuparono lisola e ne fecero una provincia pre*
(i) Calcamo da e da
s ig n if ic a

fio r d i rame*

4o4

DELLA GEOGRAFIA D I STRABONE, LIBRO DECIJtOQDARTO

toria. Ed alla rovina di questo re porse occasione princi palmente Publio Claudio Pulcro: perocch caduto uelle mani dei pirati Cilicii allora molto potenti, mand a To lomeo pel dauaro di cui bisognava a riscattarsi : ma egli lo mand cos scarso che quei ladroni vergogna* ronsi di riceverlo, e lo rimisero in libert senza alcun prezzo. Il Romano per tal modo salvato non si dimen tic di quello che egli doveva a Tolomeo ed ai pirati : ma fatto trib u n o , tanto si adoper, che fu mandato M. Catone per togliere al re Pisola di Cipro di cui era pos sessore. Tolomeo allora prevenne P arrivo di quella spedizione uccidendosi ; e Catone , occupata Cipro , vendette all incanto ci che il re possedeva, versan done il danaro nell erario romano. Dopo d allora P i sola di Cipro divenne una provincia pretoria, qual anche al presente. Ben il vero che per un breve spa zio di tempo Antonio la cedette a Cleopatra ed a sua tirella Arsinoe : ma dopo eh egli fu disfatto, cadde insieme con lui tutto quanto egli avea ordinato.

Fine del quarto Folunie.

INDICE
D EI,LE M A T ER IE C O N T E N U T E IN Q U E ST O TOM O.

LIBRO UNDECIMO.
Ckt
I. Perehfc 1 Asia si divida in settentrionale c meridionale. Paesi situati nel seno del monte T auro. Divisione dell Asia set tentrionale in quattro parti. E num era zione succinta dei paesi che (orm ano lAsia m eridionale............................................. Pag. II. Popoli che abitano la prim a parte dell Asia settentrionale. Corso del T anai. Spiag gia dalla bocca del T anai fino al Bosforo Cimmerio-----G rande e piccolo Rom bile. Popoli Meoti. D el T iram bi e del fiume Anticite. Borgo Cimmerio. Borgo Achilleo. Monumento di Satiro. Co* rocondame. Lago C orocoodam ite, ed isola formata da questo lag o , da due brac cia deHA nlicite e dalla Palude Meotide.

4oG
Fanagoria. Cepi, Ermonassa, Apaturo, Gorgippi, Reggia de S indi, Afaorace. Enumerazione dei popoli Meoli, e loro co stumi ed manze. Restante della spiaggia fino a D io sc u ria d e ...........................Pag. io Della C o l c h id e ..................................... . a t Dell I b e r i a ................................................ a6 Dell Albania ................................................ 39 Delle Amazoni. Situazione del paese delle Amazoni. Loro costumi. Del fiume Mermoda. Dei Gargarensi. Conside razioni sulla storia mitica delle Amazoni. Rimproveri meritati dalla maggior parte degli storici d Alessandro . < . . 55 Del monte Caucaso e dei popoli ond abitato. 4 Seconda parte dellAsia settentrionale. * Mar Caspio-lrcano; sua dimensione, e suoi abi tanti verso occidente. Diverse denomi nazioni sotto le quali -gli Scili soglion es sere mentovati. Incertezza dell antica storia dei Persiani, dei Medi e dei Sirii. Che gli storici dAlessandro meritano poca fede. Popoli vicini al mar Caspio-lr cano dai lati dell oriente e del mezzogior no. Particolarit di alcuni di questi po poli ........................................................... i l Descrizione dell' Insania . . . . . . 46 Parte orientale del Tauro . . . . . . 5o Paesi e popoli situati al settentrione della parte . . . . . . 5t orientale del-Tauro Bella Partiea. - Natura di questo paese. CiU seggette ai Partici. Dei Tapiri. Origine e progresso della potenza dei Par tici . ....................... . . . . . 58

C apo

III. IV. V. V I.

VII. V ili.

IX . X. XI. XH.

47

C*fo

X III. Dell Aria e della Margiana. Matura di questi due paesi. Estensione dellAria, sue c itt, sue produzioni. La Mar giana . . . . . . . . . . Pag. 61 XIV. Estensione della Battriana. Progressi della potenza dei principi greci che fondarono un regno in quel paese. Citt della Battriana. Sua unione colla Sogdiana. Costumi degli abitanti di questi due pae si. Alessandro vi fonda parecchie citt, e ne distrugge alcune altre. Fiumi di questi due paesi. Popoli pi orientali e poco n o t i ................................................ 63 XV. Qual forma diano alla Terra abitata le coste che dallestremit orientale del Tauro ri salgono verso il settentrione fin dove il mare Ircano entra nell Oceano settentrio nale. Dimensioni della T erra abitata fra il mare Ircano e 1 estremit orientale del Tauro. Sotto qual meridiano deve tro varsi la massima larghezza di tutta la Terra 69 abitata . . . . - ................................ XVI. Particolarit risguardanti i popoli compresi nella seconda parte dell Asia settentriona le. Derbici. Siginni. Tapiri. Caspi! . . . . . . . . . . . . 71 XVII. Descrizione del monte Tauro. Corso del1 Eufrate e del T i g r i ............................

X V III. Descrizione della M e d i a ........................... 78 XIX. Descrizione dell Armenia. Limiti di que sta regione da tutti e quattro i suoi lati. Corso dell Eufrate , e distinzione dei di versi rami del Tauro. Natura del terri torio nelle diverse provincie dell Arme-

4o8

aia. Successivi ingrandimenti dell Ar menia. Sue citt. Fiumi. Laghi. Miniere. ' Razze di cavalli. Ricchez ze. Estensione di questo paese. Ori gini armene. Storia compendiosa dell'Ar menia. Religione degli Armeni. . Pag.

86

LIBRO DUODECIMO.
Cafo Sua divisione. La Melitene. La Cataonia. Citt di Comana e tempio di Bellona. Del fiume Piramo. Sacerdotessa di Giove Dace. La Morimene. La Tianitide. La Cili cia. Ampiezza e produzioni della Cappa docia. Frontiere della Cappadocia e del Ponto. Re della Cappadocia . . . II. Regno del Ponto. Popoli sulle coste del Ponto Eussino dopo la Propontide. Della citt di Eraclea. Fiumi che scorrono tra . Eraclea e la Calcedonia. Degli Eneti e dei Paflagoni. Di Amastri e di altre cit t. Sinope. Il fiume Ali. La Gadiloniti. La Saramena e la citt di Ami so. Temiscira. La Sidene. Farna cia e Trapezunte. Altre citt ed altri luo ghi della spiaggia da Amiso fino alla Colchide. Popoli situati al di sopra di Tra. pezunte e di Farnacia. De Caldi o Ca libi. Digressione sugli Aliioni di Omero. Dell Armenia Minore.' Estensione del do minio di Pitodori. Tempio di Men-Far cisce. Comana del Ponto > e tempio di quella citt. Della Fazemonitide. Citt

1. Limiti della Cappadocia.

gg.

49
di Amasea. Piccolo regno del Ponto al di l dellAli. Sandaracurgio. Rimanente della Paflagonia Mediterranea. Pesci pietri Beati ............................................. .

Pag.

f i*

C iro

111. Limiti e citt^ della ^Bitinia. Calcedoni.


Nicotnedia. Prusiada. Prusa. Diffi colt di distinguere i limiti della Bitibia e de paesi vicini. Altre citt della Bitinia. Antichi abitanti di questo paese. Uomini illustri eh* esso produsse. Popoli situati al mezzogiorno della Bitinia . . . . . i 58 Divisione dei Gala l i , e (orma del loro gover no. Dei Trocini. Dei Tettosagi. Dei Tolistobogii. Pessinunte, e il tempio di Agdisti. Del lago T a t t a ..................... i 65 Natura e produzioni della Licaonia. Della citt d Iconio. Dell Isaurica e de suoi borghi. Derbe residenza di Antipatro. Cremna e S a g a l a s s o ................................ 169 Situazione e citt della Pisidia. ' Citt di Sel ge. Storace ed Iride di Selge . . - . 172 La Misia e la Frigia entrambe divise in due parti. Confusione dei popoli di queste due regioni e dei paesi vicini. Cause di questa confusione. Digressione sulla confusione d alcuni altri popoli. Dell OUmpo e dellIda al di sopra della Propontide. Cleone capo di ladroni. Popoli cireonvidni allO limpo. Della citt di Cizico. ' Frigia Epitteta. Gran Frigia e sue citt. Fri gia Parorea e tempio di Men-Arceo. Citt di Sindana. Citt dApamea e fiume Mareia. Laodicea. Di Carura tra la Frigia e la Caria. Della Calacecacumena. Fa-

IV.

V.

VL VII.

4 io

role originate dalla natura di quel paese. Tempio di Men Caro. Popoli frigii che pi non sussistono ........................... Pag. f j 5

LIBRO DECIMOTERZO.
C iro I. Posizione della Troade e de luoghi vicini. Suoi limiti secondo Omero e secondo altri. Colonie eolie. Del monte Ida. Golfo d Ida o d Adramitto. Nove principali della Troade, e sue rivoluzioni dopo la guerra di Troia. Come la descrizione della Troa de si unisca con quella dell Eolide. De scrizione della Troade. Zelea ed altre citt che vengono appresso. Il Granico. Sideue. Arpagea. Citt di Priapo. Pianura e citt dAdrastea. Pario. Gli Ofiogeni. Pitia. Isola di Proconneso. Del monte Terea. Lampsaco ed altre cit t. Uomini illustri di Pario e di Lampsa co. Abido, Sesto ed altri luoghi e fiumi. Astira e sue miniere doro. Paese al mez zogiorno d Abido. Opinione di Platone sui varii gradi della civilt umana. Dell antico Ilio e del moderno. Descrizione della- spiaggia della Troade e de monumenti ' che vi si trovano. Perch quei dilio non onorano Ercole. Pianura di Troia. Fiu mi che hanno le sorgenti sul monte Ida. Opinione di Omero sulle sorgenti dello Sca lo andr. Luoghi vicini allAsepo. Isola di Tenedo. Altre citt sulla costa della Troade. Tempio d Apollo Sminteo, ed origine di tal soprannome. Citt al mez-

codi del Capo Lecto; e Golfo dAdramitto. Digressione sui Lelegi. Scepsi. Varie tradizioni riguardanti Enea e i suoi compa gni. Uomini illustri di Scpsi. Delle biblioteche dAristotele e diTeofrastb. Al tre citt dopo Scepsi. Del tiranno E r ra ia. Differenza tra i Lelegi e i Carii. Dei Cilicii. Della citt d i Crisa. Spiegansi varii' soprannomi di alcuite divinit. Di Adramitto, :e di aleute altre citt. Citt di Teutraaia, ed origine del suo nme. Pag. ig3 Cafo II. Situazione ed estensione dell isola di Lesbo. Citt di Metimna. Mitilene ed alcune al tre citt. Uomini illustri di Mitilene e delle altre citt di Lesbo. Degli Ecatonnesi. Pordoselene; etimologia di questo nome e di alcuni altri somiglianti , . 367 111. Dei Cilicii, Lelegi e Pelasghi. Varie citt denominate Larissa. Altre citt eoliche. Citt ed abitanti di Cime. Uomini illu .......................................... 373 stri di Cime i y . Della citt di Pergamo. Re di Pergamo soprannomati Aitatici. ; Uomini illustri nativi di Pergamo. Apollonia ed altre citt. Delle citt di Sardi. Del monte Tmolo. Del Pattalo e d altri fiumi. 11 lago Coloe. Discussione sopra alcuni passi di Ome ro e di Pindaro. Sepolcri dei re di Li dia. Rivoluzioni di Sardi. La Misia. La Catacecaumene. - Altri paesi al mezzo giorno del Tmolo. Di lerapolr e di sub Plutoaio. Di Antiochia sul Meandro. 1 Solimi. Cibira. La Millade . . 3 8 3

4 ia

LIBRO DECIMOQUARTO.
C ap o

I. Limiti deiriooia. Coionie e Citt ioniche. Oracolo dei Branchidi. Citt di Mileto. Domini illustri di Mileto. Di Eraclea sotto il Latmo. Miunte. Priene. Isola di Samo. Tiranni di Santo. Isola d Ica ria. Del Panionio. Nespoli e Pigela. Di Efeso e del tempio di Diana. >' Uomini illustri di Efeso. Di Colofone e degli uo mini illustri cbe vi fiorirono. Lebedo. Teo. E ritra. Isola di Chio e suoi uo mini illustri. Clazomene. Smirne. Magnesia. Uomini illustri di Magnesia. Traili. Nisa. Plutonio dAcaraca. Uomini illustri di N i s a ..................... Pag. II. Lunghezza della spiaggia della Caria. Deda la. Cauno ed altre citt. Isola e citt di Rodi. Stato politico di Rodi. Ori gine dei Rodiotti. Lindo ed altre citt del* lisola di Rodi. Uomini illustri di questi sola. Gnido. Di Alicarnasso e del suo Mausoleo. Uomini illustri dAlicarnasso. Genealogia e successione dei principi dAlicarnasso. Isola e citt di Coo. Uomini illustri di Coo. Mindo ed altre citt della Caria. Iaso ed altre citt. Milasa e suoi uomini illustri. Stratonicea. Alabanda. Origine e linguaggio dei Carii. Distanze di alcune citt della Caria e dell Ionia . III. Lirtti della Licia. Governo dei Licii. C itt, montagne, fiumi ed isole adiacenti alla Licia. Pinara. Patara. Mira.

Soo

338

Isole Chelidonie. F&selide. Cbe i Licii, secondo O m ero , sono diversi dai Solimi P. 364 Ckto IV . Citt e fiumi della Panfilia. Origine dei Panfilii . ................................................ 370 V. Divisione della Cilicia al di l del Tauro. Coracesio. Pirati cilicii. Sidra ed altre citt della Cilicia. Seleucia e suoi uomini illustri. Lantro Coricio. L isola dEleussa. Del pirata Zeniceto. Soli, e suoi uomini illustri. Anchiala, e la tomba di Sardanapalo. Altre citt della Cilicia. Yera misura dellistmo dal mar Issico fino al Ponto Eussino. Citt di Tarso. Altre citt della Cilicia. Pile Amanidi. Ori gine dei Cilicii. Digressione contro Apol lodoro .......................................................... ..... 372 VI. Posizione di Cipro. Circuito e lunghezza di G pro. Citt ed uomini illustri di quelli sola. Sue produzioni. Rivoluzioni alle quali soggiacque il governo di Cipro . 398

Potrebbero piacerti anche