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DELLE

ANTICHIT GIUDAICHE
. DI

GIUSEPPE FJ_JAVIO
TRADOTTE DAL GRECO E [[;LUSTRATE CON NO'l'Jt

D ALL' ABATE

FRANCESCO ANGIOLINI
PUCENTINO

TOMO Sl!:CONDQ

MILANO
DALLA TIPOGRAFIA DE' Fl\ATELU SONZOGNO
I

82

lA

presente "tradttzione ~ protetta dall6 vigenti leggi, esaendoai adempito a quanto ""e prescrivono.

DELLE

ANTICHIT GIUDAICHE
LIBRO QUINTO M

CAPITOLO PlllliiO

Giosu capitano del popolo ebreo , attaccati e J~inti i Cananei , questi uccide , e la terra divisa per sorte distribuisce alle trib.
.A.SS.A.TO nella ~sa anzi detta Mos di vita , e cOmpiuti tutti i doveri verso di lui , e cessatone il pianto , Giosu fe' bandire al popolo di star pronto Jer la parteftza. Intanto spedisce a Gerico esploratori , che ne scandaglin le forze , e ne scoprano le in tenzitmi. In qnesto eSJi trae fuori l' esercito , per con esso valicare il Giordano a tempo opportuno. Indi ehilunati a &e i priooipi della trib .Rubenitide con

I.

si

DELLE ANT ICH:tT A' ~111DAICHE

esso i capi della Gadite e l\lanassitide ( dappoich ancora a questa uih per met fu concesso di stare nell' Amorrea , settima porzione della terra de' Cananei), ricord loro , quanto promisero a Mos.; e li pregava , che in grazi4 ~ CJU~Jla provvidenza , onde egli non si stanc di pensare al lor bene nel punto e~ilql4ip qi. yto)ir-4l t _e ~el cq~e ~iA fofl!ero pronti a tenere loro patto ; al ehe - di bnOft grado prcstatisi , egli ne arm cinquanta mila, e da Ahila marcia sessanta stadj verso il Giordano , ove appena ebbe messo campo , ed ecco gli esploratori comparil'e , .senza che. foss~ sfuggito ai loro occhi veruna cosa attenentesi . a' Cananei. Perciocch tenutisi alla prima nascosti tutta esaminarono comodamente quella citt , e qual parte di mura era forte abbastanza , e quale per simil modo non q~fendevane i cittadini , e quali porte per la loro debolezza potevano pi facil~ente 1icevere g~i iggre&soxi. G~i ahif.\Rti scon'b:llll doli .nen facean ca&o di_ qQ.e' :rigu.a,rq@ti.,. c~;ed,em\o, che il loro esatto cerca.re d' ~ ~~C>Wa CQ~ de.lla citt fosse effetto d' una cwiosit sempre propria dei forestieri, non di un animo mal disposto e ninps;o. IL. Ma menbe iu,l far~ dell~ se:rt JfiWalW. ~ uq (:rto alh,e~o. vifil'Q ~e 11\~11-. ,. qv~ Wl\~i {\lfO.AO ~dlliz~ati p~r ~,ggiru;v~ , e :Y,Q:P I;IYiJI\e, lo:t ~il pe~ ~-~~ a.~ a}.~ c4f1 a,lla p~J:l~ , si, :;e~ aV"4o IJ1. re~ p~ ~eRflVIJ.. , \J:ox~r4i ctlmli, dqJ. . ~pQ ~:req , cM_

wn,no ~p~I\WW ~llp. ' r.it1,' e ~tj~i ~te\ ~.,rg~ pt''!'so_ ~l\~ av'lr grap. pljCI\}.~a di t:w el~1i~ Il r~ W-: p~~ft.~tj XMDDMWOJ p,er .;Mi. of'liiJ.,. c},.e gli, f~~

t.fJt,

V, CAP. J,

'i

sero tratti inlanzi prigioni per m:ettergli alla tortura t ritrarne , a che fare l si trovassero, Ma Raab ccortltsi di tal ~enuta (e in buon pUlito seccava all' aria alquante bracciate di lino' ) il v ravvolge a.asconde per entro gli esploratori ; poscia ai mesSI del re disse, che certi incogniti forestieri poco in:. nanzi del tramontare del sole cenato appo lei se ne andaron con Dio; de' quali s'egli parea, che temer si do'lesse per la citt , e che la venuta fosse al r di peri'coto , noti avrehhbno da penare gr~n fatto a inseguirli e raggiugnerli. Es'si aggirti cosi daU donna non SO Si .ettaron di fl.ode ' e partirono senza cercare l' albergo , e dopo corse quelle strad , cui parea lor pi probabile che avesser tenute, e quelle altres , elle menavano al fiume , poich non trovaronne orma, ristettero dal pi affannarsi. l~1tanto Raah , quetato lo strepito , trasse gli ospiti d'al na~condlgllo , e fattili certi del rischio cors da lei per salvarli ( poich scoperta d'averli celati, non che sfuggirne il reale gastigo, con tutta la sua' fmiglia sarebbene sgraziatamente andata in ruina) indi prC:. gatili a teherne memoria , quando divenuti signori della terra di Canaan potevano rimeritarnda, ordin clie tornassero alla loro gent obbligatisi prima con giwamento , che quando presa l citt rie . mettano a morte gl abitatori second a'decreto gi fattone presso loro, li, e le cose sue salveranno; ch' eUa sapeva bene ogni .cosa per certi segni tutto divini. s'si adhn:que' e iritotrio al prsente protestarono di' l~ergliene gi''do assai'; ' fer J7Eivr~1tre' purai"nO,

DELLE ANTICIHTA.' &lt1DAICJIE

che gliene darebber col fatto a debito guiderdone. Quando per s'avvedesse essere la citt sul pigliarsi, le suggerirono che radunato ogni ~uo avere e tutti i congiunti in quell'albergo ivi entro li racchiudesse, e distendesse fuor della porta un abito cremisino , onde avvisatane a capitano. la casa la ~ssa difendeJe da ogni insulto ; conciossich le promisero di avvertimelo merc la prontezza , " onde pensasti a " metterei in salvo ; che se alcuno de' tuoi venga a , morir nella zuffa , tu non ne dare carico a noi ; , e noi preghiam Dio , per cui giurammo , non , abbia a sdegno verun di noi , quasi fosse violatore , di giuramenti " E .sotto condizioni siffatte n'andarono collatisi di per se gi dalle mura ; e giunti salvi al campo narrarono , quanto fecero nella loro lontananza. . III. Giosu manifesta al gran sacer~ote Eleazaro ed al senato i giuramenti fatti a Raab .dagli esploratori ; cui e$S ratificarono. Ma a c~ptano stando assai in pen.siero intorno al passaggio del fiume , (che vasta erane la corrent.e , n possibile a valicarsi per ponti non istativi mai per lo innwzi ; e dove si ':olesse gittarne alcuno , ben comprendeva , che noi paprebbono . gl' inimici ) n barche essendovi da trasporto , .Dio. gli promette , che re~der loro a fiume accessibile coll scemarne la piena. Di fa&ti Giosu dopo du giorni , che ancor sostenne., traghett per tal modo l'esercito e t~tta la moltit~duie (1-). Pre cedevano i sacerdti con l'arca, seguivano i Le:viti r~canti il Tabernacolo , e il vasellamento pe' sacri

:r.IB. v. eu. 9 fzj. Dietro a Leviti veD\'a distinto in trib tutto il popolo , . dhe si chiudeva in mezzo i .fanciulli e le t(onne pel' timore, che non reggessero alla corrente. Ma c&me all'entrarvi de' sacerdoti, che furono i primi,. :parve loro d' agevo_le guado il fiume assai acemato d' altezza , siccome ne facean fede le pietruue giacentiai al fondo , le quali tenendosi alla forsa dell' acque mostravano, che la coiTente non era n molta n impetuo$a , tutti omai francamente pasarono il fiume , veggendo verificarsi ci , che Dio -stesso promise di voler fare ; e i sacerdoti fino a fJplto che il popolo fu passato e messo in sicuro, . stette.o in mezzo al fiume. Quando tutti poi fW'ono all'altra riva, nche i sacerdoti ne uscirono, lasciando ornai libero al fiume l'usato suo corso. Di fatto non ebbel'Q cos tQsto gli Ebrei preso teiTa di l , che il fiume fu gro!!SO , e si tora all'- antico suo stato. Essi intanto innoltratisi stadj cinquanta , pongono campo a dieci stadj da Gerico. E Giosu alzato un altare di qaelle pietre , che giusta l'ordine del pro feta Mos ciascun principe delle trib avea tolte dal fondo del fiume , in mell'lOria del fiume tenuto in coHo ~ffri saerifizio son:' esso a Dio ; e quivi medeaim~ festeggiaron la Pasi{Ua in. una pena abbondanza 'eli tutto quello , onde prima patirono tanta scarsez. za; perciocch il grano de' Cananei gi 10atur6 per la ricolta il tagliaron per se, e cos. pure del:: resto fecero bottino; che allora appunto falli la manna 4opo l' uso continuo di quarant' anni. . lV. ~a }>Qieh ~. taat~ ~At ~~ fc:~~ p.Iaraeliti,

lO

DELLE &tnllCBI'lTA.7 GRJDA.ICHB

i Cananei non ai 111.08era , auzi tenevansi dentrG aile mura , determin di assediarli. P"er tanto- il primo di della festa i aaeerdoti levatili. in sulle spaDe l' Al-oa la pttallo. intol'no alla citt., eon UlJ9. man- di solclati a l or guardia , e le ' aggirano iatorno in ceJ.'oo ehio sonando le setfil lor tremlie 1 e fa!YiiO oo11aggio all' esereiro , e dalmo una volta d1 attorMJ alle mura eo1 seguito del senato. Cos i sacerdoti <lUpo soltanto a suon deUe . trombe , che noa fecero DieJi.te pi , si rendettero al campo ; e ci fatto pel corso di sei giornate , .alla settima Giosu , :radunata la soldatesca ~ il popolo tutto , di lo?o la lieta novella che era vicina a prendersi la cit; Pfrich Dio l~ darebbe loro nelle mani quel d medesimo , col roYinar che fmebbero di per se e senza loro fatica le mura : uccidano dunqoe quanti prendono , nti si rimangano di far macello degl' inimicr; pereh od opptessi dalla stanchemii , o vinti dalla piet , o tratti da cupidigia di p_reda, che li distragga d11Irinseguire il nimico che fugge ; ma quanto v' ha d. vivente , mettano tutto a mor~ se'Dza riservar Bulla per giovarne privatamente se stessi. Tutto l'o:ro- e 1'm-gento lo mettano in 00 Sl luogo ' e semftO' per offerire a Dio eoine scelta ptimizia dei prosperi av.venimenti le spoglie deUa pt'ima citt' da loro presa. Salvino ~aab sola , col su~ pa-rentado m-erc il giuramenti> a lei fattone' dagli esploratori. Cos detto mise in ordinanza- l' esetcito , e lo conduce vicino alla citt; e da capo le si ag~arono intorno guidati dall'Arca , ~ ~ saeaodoti,- cbe e(IY, 1 trombe animavano la JDi..

J.JB. T, c&l'. J. '

mia all' impre.t~a. Compiuto il &.ettio giro fennaronsi alquanto , ed eeco precipitare da se le mura senza totmento di ::maceJaiu o d' altro .ordignQ, che . v' a dop1auer gli Ebrei ; i quali entrati i~ Gerico uccidevano tutti , quanti , mentl'' erano dall' impeasato oad,r deUe mura s.to:rditi e non avevan pi senno eapaeo a difendersi. Qu,inei cfdev.aao seannati in Jnemzo alle . vie , n ei avea seampo per easi ; che tutti. ~VJUO fino alle d.onne e a' fanciulli : sicch fu ripi~a la citt di oadaveri , o veruno pot JQttraraeJUl. In tutta poi la citt e i contomi misero a fu.oco ; gli esploratol-i per salvar.ono Raah .colla famiglia rico:v.eratasi gi nell' alberg : e Giosu , venuta che gli fu inuanzi , pr~test di sape.tle assili . vado ~eUa atllv~za degli esplowatori ; e aggiunse cll' ei non sarebbe dam.me110 uel compellsarla di tal benefizio. ID. &.tti lo doa di presente alquante eampagt\0 , e le fece poi semp-.e grudissimo OBor~. . V. Ora tornando alla citt, quelle parti qualUDque ai furono , eh. il fuoco baecouse , attentolle col ferro; e. coruro qual che ai fusse deli abitanti, a u.i Vtlni.Jse takiJilo di cisuacitacla disautta, chiam ~ Dlaled.Uione pv modo , che sul gettue le fondaepta d~l :Ql~ .pr.bro restas.se del primogenito, e Yen~t()ne 1t. capo pordesee anoor l' ultimo de' uoi tcli N Dio tbtellti.c l' intpe~aaione ; ma .pi ~ ~ltMO -~ qutn6cl aagm par essa, lntante~ raccos)ieat daDa pr~ .critt copia iiDBletasa d' &ll;eDto e cl? .QfQ ., e di bro~ ezi.mdio ; . ohe MSSUilO.. non J.WA. i Qui. ocdi.ai ,. D puto. u.u)ia avoJ,e a prgp.rig.

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DBLLB ANTICRITA' GIVD!JCIJ'B

vantaggio. Tutte coteste spoglie Giosu le coB.segna. .a: sacerdoti , che le ripongano nel tesoro. Tale fu il modo , onde Gerico fu messa al niente; VI. Ma un ce~ Acan (2) figliaol di Zabdi della trib di Giuda , scontratosi in un manto reale tutto a ricamo d'oro , e in una verga pur d'oro del peso di sicli dugento ' e parutogl grave a86ai il dovere privar se. stesso dell' utile d' un guadagno .irovato a costo di gran pericoli per poi farne presente a Dio, che non ne abbisogna, fece una buca profonda nel suo padiglione ; e i vi entro seppell . ogni cosa pensandosi , che siccQme a' commilitoni , cos rimarrebbe celato anche a Dio. Ora il luogo, ove Giosu pose campo , chimavasi Galgala (3) ; il quale nome significa liber ; perciocch dopo vareato il fiume si ravYi~avano omai liberi cos dagli Egizj' come dalle meschinit del deaePto. Pochi giorni dopo la disavventura di Gerico manda Giosu tre inil fanti ad Ai citt poita nelle vicinanze di Gerico ; . i qtiali all'affiontarsi che' fecero cogli Aiti ,.volte le spalle lasciarono dalla loro parte sul campo trentasei uomini. n .che riportato gl'lsraeliti sparse dappertutto grande dolore e profonda malinconia , non per . la perdita fatta di alquanti di loro , sebbene i peritivi fossero tutti brava gente . e di molto rilievo , ma per disperazioite , poich quando cred.eansi padroni omai del pese e sicuri , ginsta le promesse gi fatte da Dio , che l' esercito fora salvo , vedevano cl' improvviso pigliar animo dall' inimico: Per vestito uu . sacco iro.no. tutto qud pomo m pian~ e in .dolca..e.' ino .

tJ:II. T. C.lP. J,

.a dimenticarsi del cotidiano alimento ) e di 't'erit


s'attristarono pi di quello , che l' accidente non meritava. Vedendo adtinque Giosu abbattuto cos l'esercito ~ gi inchinevole a far tristi auguri dell' esito d'ogni cosa , animosamente si volge a Dio ; '" e. noi ' disse ' nn da presunzione condotti fummo , a sommettere questa terra coll'armi, ma dal tuo , servo Mos , ch a ci fare ci confortava , mentre " tu gli davi con molti argomenti a sperare , che " avresti noi fatti signori di que-sta terra, e l' armi " del nostro. esercito vittoriose mai sempre rendutP. " dell'inimico. Alcuna cosa infatti ci ' succeduta, , come portavano le .tue promesse. Ma battuti al " presente fuor d' ogni nosbo pensare , e printi di , alcuni de' nostri ci troviamo acl un tempo intra , due , come se i tuoi detti e quei di Mos non " fosser costanti, e peggio stiamo in pensiero dell'av.. , venire con sotto gli occhi la speri enza del primo " fatto cos funesta. Ma tu; Signore, poich tu ben " puoi trovarvi riparo , deh ci togli con una piena , vittoria e il presente dolore , e la paura in cui " siamo dell'avvenire " Cos' Giosu prostrato hoc eone sul pavimento preg~~ova Iddio ; e n' ebbe in risposta , . che si levasse di l , e nettasse l' esercito -della contaminazione, che vi era; 'e delfurto, che si os fare ,}elle cose a lui consecrate : che di qui appunto veniva la rotta avuta test ; e che qnando se ne fosse scoperto e punito l' autore, egli darebbe loro sempre vittoria de gr inimici. Giosu riferisce al popolo tai sentimenti , e chiamato Eleazaro i'aa

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DELLE !l'I'TJORIYA.' GIUD!ICHE

Sacerdole con esso i Magistrati 1 mise iaacuu Trib alla sorte, la qual dichiarando, che. l'attentato s'era commesso in quella di Giuda, novellamente ne mise alla sorte le genti ; e la reit del misfatto si trov iu quella di Zare. Fattane finalmente ricerca a uom pel uomo , l' aswrtito fu Acan ; che non potendo negare , perch troppo ape,.tamente da Dio circo.scritto, e confessa il suo furto, e rec alla presenza di tutti il mal tolto. Questi adunque levato subitamente di vita ebbe di notte ignobile sepoltura , e quale si conveniva ad un reo. Indi Giosu purgato .il popolo, U guida sotto. Ai, e di notte tempo dispostolo negli agguati d' intorno alla citt , sull' aggiornare s' affronta cogl' inimici. Or mentre questi per la passata vittoria imbaldanziti gli vengono ad~ dosso , egli fatto semhiant di eedere gli allontana -in tal mod dalla citt, lusiilgatisi .d'averlo sconfitto, il schernendolo quasi gi vittoriosi. Ma poieh fatto alto volt loro la faccia , e dato quel seguo , che fu pattuito con que' degli agguati , anch'essi trassero fuori alla pugna , questi corsero tosto alla citt , mentre quei dentre trovavansi intorno alle mura distratti. in 'parte allo spettacolo di ci , che avv~ I'Yft di fuori. Altri pertanto mettevano la citt sott050pra , e uccidevano quanti loro faceT&nsi iucono tro ; mentre Giosu costretti a dar vGlta coloro , .con cui era venuto alle prese , gl' incalz~t ; e quegli spintisi ve:rso la citt creduta ancor salva , poich "Videro presa pur questa, e seppero , che gi si da.;. va alle fiamme con esso le mogli e i figliuoli , ne

~~ v.

(:,LI>. '

,5

aud~~ ~lillrti per le e~p4JW1e, s~ po qi~den! , perch oli. Colti da tale disavventur~ gli !iti ; f1.1- \"litta la molt.it~dinc de' fanciulli 7 d,Ue do~e, c d' soni fa.t~ prigim~e ()}tre l' acquisto d' p.na copia immensa di m~S5erizie: s' impacL.o nirollU ~ora ili Ebrei eli greggi , di heitiami , e di Jllolto ~aro ; poilh era ~ssa.i. ricca la tc:na , .e bltte cotesre co. distribu Q' soldati Giosu , che ri sttl"tte ia Galgal,_. ' VII,. Iuta~ ~ G.Qniti , che abitavano pr_e840 di ~oaolitn~ , V'S"~ il funesto caso de' Gericun-. tipi , e ~gli Aiti. , ~ "vvisali\do , che la disgrazia correhhe ane.h~ lorQ , noo. si credettero di potere piegaJi' Gios~., t'he non iaperavano ni.ent.o hone da chi f~a guR!Tl:\ C0:9D. aw~o cl' estirpare la razza tutta tle' Cuem:i; pE!W. c~ie.1ero d'alleanza i Caferiti ,. c i CIU'i~erniti ~ro qonfinaoti, di.c;endo, che nepp.ur ~i camp~ebhQI}O dal peci~olo- , quando grisraeliti, ~tt;O$e\te~~ro la. ~rQ n~iqne. ~vutili presti hl loro vQleri, _d~~ann~ .U sottrarlii alle- forze d.egli Israeliti. .._PPJ''tV~tA>t *JU-~8lto peu.siero , &nandano aun.. haliC~tWJli. Gio-"l per i&tri~ra COQ. esso lui ami <:i~i~., pen.ou , che q.eglio. aceonciB credevano a provvedere ~- co~e- vant,aggjo. Or eui b:n, giu-. clic~ ri4e~v.o,le. coM. ~sAere , il pale.al'si per. ;m~i , ~ piQPI.~~Je~i 4i s<;~e eotal pe~icQlq, cpiandQ. atr~NMD~ ili JMD. aver ~uUa. ohe fare CQ' n~i , ~it4Q'fi.e ~ a.ssai 1 diaserQ ,: s ve t~llti ~_pC). Wl v-i>. lu~ghisimc> tratti- col d~ fa:aJe dd. S\lQ. vW.~, c: ia tfc,cl~ ~ ~stp : acldu.sMlro.

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ea. .

l6

,DELLE

Alll7lCBiT1' Gll1D!ICIIE

la figura, in che comparivan~li innanzi ; poicb quelle vesti, che , quando si misero alla via 1 eran Bu~ve , trovarsele ora dalla lunghezza del cammino logore indosst1 ; e appostatamente per ottenere da lu.i credenza avevan bascelti a vestirsene cenj e ci arpe. Adunque in tal portamento recatisi in mezzo al campo dicevano, .come eran mandati da i Gabaoniti e dalle citt confinanti sterminatamente lontane da quelle terre, per far con esso alleanza a que~ patti J che s confarebbono colle loro leggi : poich avendo udito 1 che per gt'llzia e beneficenza di Dio venivan fatti padroni della terra de' Cmanei, e dicevano di goderne assaissimo , e li pregavano della loro citta- dinauza. Cos dicendo, e' mostrando le prove del loro viaggio strignevan gli Ebrei a riceverli per allea-' ti ed amici. Giosu , dato fede a quanto dicevano , e persuaso, che non fossero di razza Cananea, fa. con loro amicizia , ed Eleazaro gran sa,cerdote insiem cl senato giura , che li terran por amici e consorti, n moveran passo violento contro di. loro. Que&t' alleanza dal popolo fu approvata ; onde essi ingimnevolmente vennto a capo di ci che volevano , se ne tornarono alle loro terre. Intanto Giosu , mosso il campo verso le moBtagne della Cananea , come seppe , che i Gabaoniti abitavano presso di Gerosolima , ed eran d'origine Cananei , s mand~ pe' loro magistrati, e gett loro , in faccia la frode. usata: Del che essi scusandosi col pretesto , che non trovarono altra via di ' salnte-, che questa , e per a questa s' er~o forzatamente appigliati, chiama a

LIB.

v.

CAP. I.

.11

e il ~an Sa~erdote /Elea~aro ed i semon, i quali. per non violare la fe' giurata furono. di parere, che ?ccupar si dovessero nel servigio pubblico ; e cos\ decretossi 1 che si facesse. Tal fu lo scampo , e la siou1ezza 7 che nell' imminente disavventura si procacCiaron costoro. VIII. Ma il Re gerosolimitano sentendo assai male la ribellione de' Gahaoniti 1endutisi a Giosu mand esortando i re delle. genti vicine, ch'erano quattro, a volere soccorrer! o nella guena, che contro a quelli m.oveva , e venirvi con lui in pe1sona. Saputlo i Gahaoniti, e veggendo nel tempo medesimo il campo nimico presso. a nna fonte non l ungi dlla citt pre pararsi all'. assedio, si ,olse~o al loro alleato G-iosu. ~perocch a tale era condotta la cosa, che da. questi non s'aspettavano che sterminamento , e da quelli, che guet'reggiavano per disertare la razza de' Cananei, mcrc la contratta amist p.romettevansi salvamento. Di fatto Giosu corso in fretta con tutte le forze per sovvenirli, e camminato d e notte sul far del giorno i affronta cogl' inimici 1 che gli si fecero incontro ; e voltigJi in fuga inseguilli dando loro dietro per ischiene di monti intorno ~ paese chiamato Betoron; dove Iddio gli di un saggio della sua assistenza significata con tuoni e fulmini , e con un: rovescio W. vandine fuor di modo .terribile. Avvenne oltre questo , che il gi.orno f\l stranamente pi lungo , 9nde il sopravvenir deUa notte non ritardasse l' impeto degli Ebrei ; talch il capitano sorprende i re ~ppi~ttatisi in una grotta vicin!l a (q) Maceda, e pn
F'J.AYIO

torno ]],

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BELLE AltTICltiT!' Glt'IDAIC'HB

nisceli tutti. Che poi il giorno ~rescesse allora ad assai , e varcasse gli usati confini, si fa palese dalle memorie riposte nel Tempio. Distrutti in tal modo quei re , che vennero per fare guerra ai Gahaoniti; Giosu si ritira di nuovo verso il montagnoso della Cananea ; e qui fatto grande mace11o degli abitanti , t lenta gran preda , fu al campo in Galgala. IX. Spargendosi' intanto ne'popoli convicini la fama del ~alor degli Ebrei, stordivana tutti all'udire la quantit degli uccisi. Quindi i re de' contorni del monte Libano , Cananei di sangue, vengono ad oste conbo di lo1o. I Cananei pwe ahi tanti al piano presi con seco i Palestini mettono campo vicino a Berot citt dell' alta Galilea non lungi da Cedesa , terra anche 'J:Uesta de'Gallei. Questo esercito era composto in tutto di treceutomila fanti , diecimila cavalli , e ventimila catTi. La moltitu~ne de' nimici mise spavento nell'animo e dello stesso Giosu e degl'Israeliti ; e l'eccessive timore pi ritenuti facevagli a sperar bene dell' avvenire. Ma conciossiach loro Iddio rimprovel' tal paura e la poca fidanza , che avev~el suo soccrso, e promise, che avrehbono vinto il nimico, e ingiu.nse, cbe i cavalli rendessergli inutili ; e i cocchi li dessero al fuoco , Giosu fatto cuore per le impromesse divine and incontro a' nimici , e dopo il viaggio di cinque giorni avvenutosi in loro gli attaca. Atroce la mischia , e tale la' f strage , che a chi l'ascolta parr incredibile. Dando loro dietro trascorse assai lungi, e le truppe nimiche, sai yo alcuni pochi , fur morte tutte. Vi caddero au<-

v. CUI. J. 19 cora i re tuttiquanti ; finch stanchi gli uom.~w di p.i ferire , Giosu volse 1' armi contro i cavalli , e ~se... fuoco nei carri. Indi senza contras.to corse il paese , poich niuno ardin di. opporsegli a campo aperto ; e a forza d' assedio prende le citt , e ove che giugne coll' 1umi, fa nuove sbagi. X. Gi era volto il quint' anno, n pi vi restava anima di Cananeo, salvo chi per ventura pot ricoveraie, in alcun luogo oltremodo guernito. Per Giosu trasportato da Galgala il campo , e postolo sulle. montagne , pianta il Tahemacolo presso alla citt di Silo (5). Perocch la vaghezza . del luogo il rendeva opportuno per ci, fino a tanto che la condizione degli affari consentis11e loro di alzare il tempio. Di qui partitosi cou tutto il popolo verso Sichem , e col appunto erge uu' ara , dove predisse Mos , che il facesse; e diviso l'esercito in due, ne colloca l'una met sul monte Garizim , e aull' Ebal, ove ha anche l' ara , l' alba met con esso la schiatta Levitica e i sace1doti. Indi dopo offerto col il sacrifizio, 'e fatte le imprecazioni , che si lasciarono scritte sull' ara , tornaronsi in Silo. Quivi Giosu essendo omai vecchio, e ben veggendo la malagevole impresa ch'ella era , espugnare le citt Cananee s per la fortezza de' luoghi, dov'erano situate, s per la gagliardia delle mura, .le quali aggiunte alla fortificazione naturale delle citt promettevano loro, che l'inimico per. disperazione di prenderle ne avrebbe abbandonato l' assedio , ( percioech , siccome v.ennero i Cananei a sapere, che dell'Egitto. uacirehbono gl' Israeliti per
LIL

!IO

Dltt.LE Al'f'l'ICB1TA' Glti!IAICRE

loro danno , . cos tutto quel tempo impiegarono in fortificar le citt) , radunato il popolo in Silo bandi parla~ento , ove essendo concorsi studiosamente , echier loro innanzi l'adoperato finora , e le imprese gi fatte, belle oltremodo, e degne cos di quel Dio che v'ebbe mano, come della dirittura di quelle leggi, cui seguono, e la sconfitta di trentuno re arditisi di venire con loro alle mani , e la rotta to tale di quanti eserciti confidati nelle lmo forze s'af. b'Ontarono con essi , fino a non rimanerne reliquia. In riguardo poi alle citt, siccome alcune son prese, ed altre abbisognano di tempo , e d' assedio assai lungo, perch fortemente murate e difese da troppo ostinati abitanti , cos fu di parere 7 che quanti s' e :rano mossi fino da' paesi di l dal Giordano 7 ed dvev~o a loro sollievo corsi i medesimi rischi , omai si dovesse1o, poi.ch loro congiunti, rimandare a'loro paesi , mostrandosi cono~eenti delle fatiche a loro pr sostenute. Indi trascelta da ogni trib una per aona di bene provata virt le mandassero , perch misurati con lealt i teiTeni senza commettervi frode ae riferissero candidamente l' ampiezza. E cos detto Giosu tacque 7 ed ebbe l' approvazione di tutto il popolo XI. Laonde spedi uomini , che la misura facess;ro delle loro terre, accompagnati da gente pratica "di geometria , che attesa quest' arte ignorare non pote'Yano il vero , con ordine di ritrarre il diametro dei terreni , non solo fertili ma men buoni eziandio ; conciossiacb di tale fatta l' indole della terra a,.

LJB. V. C!P. J.

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nanea ; dove avverr di trovare spaziose pianure e fe1tili d' ogni fl'lltto , che paragonate con altre terre' si giudicheranno felicissime, dove messe a confronto colle Gericontine e Gerosolimitane sarebbero Wl niente : eppure sono queste assai poche , e per lo pi montagnose ; ma tanto sono feconde e amene , che indietro si lasciano tutte l' altre. E per Giosu fu d'avviso, che la distribuzione regolare si dovesse non a misura , ma a stima , petciocch spesse volte una bifolca vale quanto mille. Ora dunque le persone spedite per questo , ( ed erano flieci ) accerchiata la terra e fattane stima , il settimo mese furono presso -di Giosu in .Silo , dove fermato avevano il Tabernacolo. XII. Allora Giosu , presi seco Eleazaro ed il senato con esso i principi delle trib , partisce alle nove trib, c alla rimasta met della Manassitide la provincia, facendo rispondel'lle le porzioni alla gran dezza di ciascuna trib. Gettate adunque le sorti , quella di Giuda tutta ottiene la Giudea superiore etendentesi fino a Gerosolima , e in ampiezza ali& gantesi fino al mare di Soddoma. In questa porzione comprese furono le citt d'Ascalona e di Gaza. La Simeonitide, ch'era feconda, ebbe in sorte quella parte dell' Idumea, che contigua all'Egitto insieme e all' Arabia. I Beniamiti sortirono le terre , che dal Giordano s'allungano fino al mare, abbracciando in larghe:ua il batto da Gerosolima a Btel. Queata porzione fu picciolissima , perch compensata dalla bont del terreno _; imperciocch comprendeva Ge

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DELLE ANTICHITA.' GIVDA.ICHE

rico 7 e la citt de' Gerosolimiti (6). Alla trib d'Eftaimo tocc il paese da Gazer (7) fino al Giordano per lungo , e per largo , quant' avvi da Betel al Campo gtande. La met rimanente della Manassitide ebbe i paesi dal Giordano alla citt di Dor (8) , stendentesi in largo fino a Betsan, ch' or si chiama Scitopoli (g). Dieb'o a questi viene Issacar , che ha per- termine di sua lunghezza il monte Carmelo e il Jume, di sua latitudine il monte Tabor. I Zabuloniti poi cominciarono dalle parti contigue al Carmelo e al Mediterraneo, e giunsero fino al mar di Genesaret. Della Valle (10) poi cos detta, perch veramente era tale , che dalle radici partivasi del Carmelo , otienncro gli Aseriti tutta quella parte, ch'era volta verso Sidone. Quivi avea la citt d: Arce chiamat anche Actipode. I paesi posti a Levante fino alla citt di Damasco, e all'alta Galilea, furono de' Neftaliti , che si stende-uno fino al Monte Libano, e alle sorgenti del Giordano , che scaturisce da quella banda del monte , che tocca i confini settentrionali deJla vicina citt d'Arce. I D ani ti poi ebbero qua~to .di Cava-Siria guarda a ponente b'a Azoto e Giop p e (11) , e per ancor Giamnia , e Get , e tutto paese da Acearon al monte, da cui comincia la trib di Giuda. XIII. Per tal maniera divise Giosu le sei genti che la denominazione b'aevano dai figliuoli di Canaan., e ne diede abitare le terre alle nove trib e mezzo. Impel'Ciocch l' Amorritide essa: pure cosl chimata da UD fi;lio di Canaan presa gi da Moa,

LJB.- T, CA.:t. J.

desso fu che assegnolla alle due bib e mezzo, come ho raccontato di sopra. I contorni poi di Si dobe , .e degli Arucei , degli Amatei , e degli Arutei non furono in tal divisione compresi. XIV. Giosu intanto sentendosi dalla vecchiaja omai senza forze per eseguire quanto pensava, men-tre coloro , che presedevauo in vece di lui , si cura~ vano poco del pubblico bene , intim a ciascuna trib, che della stirpe de' Cananei non lasciassero ~vanzo nelle tene loro toccate ; perciocch la loro sicwezza, e l'osservanza de' patrii riti dipendere da ci solo , e Mos l' ha predetto , ed essi medesimi l' h~n pe1 fermo. lnolbe assegnino .le trentotto citt ai Leviti ; poich n' hanno avute gi dieci nell'A morrea. In tre di queste stabilisce l'abitazione de' fug~ gitivi; poich s' avea g1an riguardo di non hascwar punto nulla di quanto ebbe gi divisato Mos. DalJa ~b dunque ili Giuda fu s~elta Ebron, Sichem , da quella d' Efiaimo, e dalla Neftalitide Cades, ch tmTa situata nella Galilea superiore. Indi pa1tisce il rimasto vi della preda , eh' e1a moltissima ; onde fw ~arichi di gran ricchezze e tutti in comune , e privatamente ciascuno in oro , e in vesti , e iu altre sup pellettili. Di besttme poi tanto fu. quello , che loro ai aggiunse , che non sarebbe possibile di levame il eonto. Dopo ci radunato l' esercito a parlamento 2 a quelli , che avean loro sede di l dal Giordano nell' AmoiTea , ed erano cinquantamila atq all'armi, parl cos. " Giacch quegli , che Dio ~ Padre , e " Sigaore dell' Ebrea stilre -1 ~i ha fatti pad,Q.Ui ~

DELLE ANTrCHITA' GIUDAICHE

, questa terra , e ~ol 'donarcela 's obbligalo <tl " mantenerctme sempre mai in possesso , e voi a' .bih sognosi dell'opera vostra vi siete p1estti giusta il , volere di lui in tutto assai di buon grado , ben ., ragione , dacch non ci resta pi niente di fasti " dioso , che ornai vi si dia riposo , risparmiando la , vostra prontezza , cui, quando se ne 'rinnovasse il , bisogno , noi siamo certi d' avere ad ogni' uopo , prcstissima , n per le sostenute fatiche crediamo ,, sia per mostrarsi meno volonterosa. Grazie adun~ " que ne sieno a voi del sollievo, che ne'pericoli ci , prestaste ; e non solo per al presente , ma per , tutto l' avvenire eziandio conservandovi cos valo~ " tosi ricordatevi degli amici , e tenete a mente , " quanti vantaggi vi sono da loro venuti , quando e .., i beni, ch'ora son vostri, per mezzo nostro li , possedete , e scortici dove la buona merc di Dio ;, siamo giunti, poich a. voi pare oggimai di doverne " godere , ecco con quale giunta ai gi procacciati " voi ne partite dopo i travagli con esso noi soste.; " nuti! ci sono un'immensa ricchezza,. e una preda " assai grande , ed oro , ed argento , e, che pi; " la nosba amicizia , e la disposizione che abbiamo " di ricambiarvi, quando a voi piaccia. Perocch n " mancaste di un punto a quanto Mos v' ing~unse " cmanti di lui hench morto , n feste cosa , ~ " cui non dobbiamo sapervi grado. Paghi voi dunque " e contenti rimandiamo alle vostre terre, pregandovi " a non pensare , che abbia confine la nostra con " " sanguinit ; . n perch~ ci tramezza cotesto fiume ,
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Llll. V. CAli'; 1.

. 2.5

"' " " " " , , " , ,

ci abbiate per istranieri , e non per Ebrei ; che tntti siam figli d'Abramo, o di qua abitiamo dal fiume o di l ; e nn Dio medesimo don la 'Vita a'nostri antenati, e a'padri vostri; il cui servigio e le cui leggi , che dl'Vis egli stesso 7 mediante Mos , egli conviene che abbiate in gran pregio guardandole con somma lealt ; siccome quelle , che ben osservate vi renderanno propizio Iddio c sovvenitor ne'bisogni, e trasemate, per farvi simili all'altre genti , diserteranno la vostra stirpe. " XV. Cos detto , e salutato a un per uno i capi di quelle trib e tutta insieme la moltitudine , egli si rimase col. Intanto il popolo gli accomiatava non senza lagrime, e con a stento poter dipartirsi gli uni dagli altri. Passto adunque ii Giordano la trib Rubenitide , e quella di Gad , e quanti tennero loro diebo de~ Manassiti ergono sulla riva del fiume un altare , per monumento ai loro posteri, e per segno dell' affinit , cbe strignevali cogli abitanti di l. Questi udita l'erezione dell'altare fatta dai gi partiti, non si poterono cavar del capo che non qnel fine , ch'ebbero veramente in ci fare, ma ve li traesse amore di novit , e riverenza per Dei sbauieri ; e per verisimile credendo l'oltraggio fatto alla loro religione , erano gi sull' at'Dli , e in vendetta del l' altare fabbricato stavano gi per passate il fiume 7 e punirli della violazione de' patrii riti ; perciocch pareva loro bene , non d' avere riguatdo all' alfinita e ai grado de'rei, ma s ai voleri di Dio, e al mod() di far~li onore, che gl~ piacesse. Quiitdi mossi da

DELLE !NTICHJT.l' GltiDAICBE

collera gi s'accingono alla spedizione. Ma ne Ii trattiene Giosu , e il gran Sacerdote Eleazaro ed il Senato , piegandoli con parole a voler prima esplorare le loro intenzioni~ indi se veggaho, che fu tristo ll loro fine , perseguanli pure coll' armi. Mandano adunque perci amhasciadori , .e sono Finees figliuol d'Eleazaro 1 e con lui altri dieci de'pi ragguardevoli ua gli Ebrei, che s'informino del perch valicato il fiume abbiano sulla riva di l eretto un altare. Portatisi adunque di l , e giunti alla loro presenza li radunarono a padamento, e leva tosi Finees 1 maggior peccato, diceva 1 aver essi fatto di quello, che possa punirsi a parole , e sperarne emenda per l' avvenire. Con tutto questo non essere , attesa l' enormit dell' eccesso , corsi tosto all' armi per gastigameli di man propria , ma riguardata la stretta loro congiunzione, e la possibilit di tOI'narli, parlando, al dovere intraprendere questa ambasciata : . " onde compreso ., il motivo dell'esservi recati ad erger l' altare , n ., precipitosa paresse la pena , che ve ne daremmo " coll' armi 1 se con diritta ragione l'aveste fatto , e ., punissimo giustamente l' accusa 1 se fosse trovata " vera ; perciocch non crediamo possibile , che voi ., dopo le prove avute gi del volere di Dio 1 e dopo ., udite le leggi , che egli stesso vi diede , partitivi ., appena da noi, e trovativi nel vostro , che come " piacque a Dio , e a colui, che tanto pens per voi 1 " vi diede la sorte , l'abbiate posto in dimenticanza 1 ., e lasciato il Tabernacolo , e l'Arca, e l' altar a ,. v!li pawio , biate iptrodotti Numi stranieri rico~

LJJI Y. CiP. J,

piando in voi l'empiet cananea. Ora Yia il vostro ., fallo sar tenuto per niente , se non impazzando ~ pi oltre , e avendo qualche rispetto e memoria " per le patrie leggi riconoscerete voi stessi. Dove " se dwerete ostinati nel vostro fallo, noi per soew " nere le leggi non ricuseremo certamente travaglio; ;, anzi, passato il Giordano, verremo per dar mano " a quelle e a Dio stesso , non ponendo divario da , voi a' Cananei , e disertandovi al pari di loro. N ,. non vi deste gi a credere, che perch siete oltra " il fiume , siate ancora oltre i limiti del divinb " patere. No ; ovech voi n'andiate , siete nel suo ., distretto ; n vi fia possibile di sottrarvi al suo , braccio, n al giusto vendicarsi, ch'egli far. Se " poi vedeste , che l' abitar queste terre ostacolo vi n fiammettesse al ben vivere , nessuno si oppoiT a " una partizione tutto nuova della provincia , e al, l'abbandonare che voi farete questi teneni di s " buon pascolo. Ma deh fate oggimai questo bene " di ritornare in voi stessi, e di correggere il nuovo , fallo : e pei vostri figli e per le mogli noi vi , preghiamo , che non vogliate condurne alla dura , necessit di punirvi. Come se dunque da qaesta , adunanza dipendesse lo scampo di voi medesimi , , e quello de' vostri pi cari , cos consigliatevi , , rifiette~do , tornare assai meglio il rimanere vinti " dalle ragioni , che l' as~ttre d' esserlo a prova , di fatto, e di guerra " Poich' ebbe Finees cos\ parlato , i capi dell' adunanza e tutta la moltitudiue ~i~e prese1o a diacolpar.ai intorn9 lllli oppo~

l>ELLE A.NT1CIIITA7 GitlDAICHE

reati ; non volere no essi disdire l' attegnenza cott loro , n avere per amore di novit fabbricato l' altare ; ma riconoscere e un sdlo Dio comune a tutti gli Ebrei, e l'altare di bronzo ritnpetto al 'Taherna..: colo , sopra il quale offtiranno le vittin're. " Laonde , l'eretto presentemente, per cui de'fatti orc:i hanno n formato tiisto concetto, non essersi pet motivo di ;, :religione innalllato, ma perch fosse un contras " segno e una memoria perpetua della scambievole " affinit nostra , e un motivo che ci st.rignesse ai " nostri doveri, e alla costanza Iie' patii istituti, non " perch fosse il principio , come voi sospettate , , d' apostasia. E dell' avere per ci solamente co.. , strtitto l'altare ci sar testimonio autorevole Iddio. n Il perch pit favorevolmente pengando di noi non n vogliate accusarci di ci , che fa degni di morte ;, quanti per sangue figli d'Abramo va n dietro ai h costumi stranieri; e si' dipartono dalla usata loro " vita. , XVI. Pago Finees di tal discolpa e lodatigli assai si rendette a Giosu , e tifer al popolo quanto a quelli s' apparteneva. Pertanto Giosu tutto lieto , perch non Y' era punto bisogno di fargli impugnal' l' artni , n di conllW'lo al sangue e alla guerra contro persone loro congiunte , offer a Dio sacri6zio di ringraziamento ; e dopo ci , cngedata la molti tudine per le terre toccate a ciascuno , egli stesso pass i suoi . giorni in Sichem. Scorsi vent' anni , ~ssendo decrepito, fce venire a se i personaggi pi degi a' ogni citt on e_sso i capi e il senato, e

LIJL

'V.

CAP. 1.

lUlito quanto popolo potea ~nz' inc~odo. ~sser co-

l , poich fur presenti , ricordc) loro in prima i benefizj di Dio , ch' eran pur molti in gente da cos\
povero stato condotta a tanta gloria e ricchezzll ; poscia animogli a voler conservarsi cos benevolo Iddio , come allora il provavano , e a persuadersi , che la piet solamente lo manterr-loro amico : conciossiach bene a lni si copvenga nell'atto d' uscir di vita, lasciar loro in retaggio cotale avvertimento; e pregava~li a non dimentica,re giammai cos ~tto aniso. Or egli dopo tenuto agli astanti questo diacorso sen muore contando cento e dieci anai . di vita; quaranta ~e' quali .occup sotto l' ,utUe ~i-. &tero di Mos, e a lui motto sottentr J1;el cOQ\aado per anni veutiinque : uomo non privo d' intelligema , D di picciola abilit nell'esporre al p~blico coa chiarezza i suoi pensamenti , ma nell'una e nell'altra valentissimo ; nelle. grandi imprese poi e ne' pericoli. coraggioso ed ardito , e degli a{fari di pace accortis&imo regolatore' e in mtti gl'incontri formato appuntino per la virt. Vien seppellito in Tamn"'l$are citt della trib d' Efraimo. Intorno a quel tempo finisce di vivere. anche Ele~azaro grap. Sacerdote , laaciato per sace&sorQ Finees suo figliuolo. Ebbe sepoltura ed avello nella citt di G~aat. Dopo la cottoro morte Finees dichi~u~ voler di Diq essere , the intOfllO al distrllggere i Cananei si dia iJ CO JDaado alla trib di Giuda ; giaech al popolo ~sai premea di Sll.pere , che ne paresse a Dio. Essa adnnC{Jle prese in sua comp~gnia la trib di Simeo~~ c,Qll

D&LLJ: .A.IfTICBIT.A.' GIVDAICBE 3o patto , che quando l' una si fosse levati. dinanzi i suoi trihutarj , adoperasse poi il medesimo nelle te:rre dell' altra.

C A. P

l T OL O

Il.

Passato di vita Giosu, ~f lsraeliti , perch trasgressori de' patrii istituti, restano awolti in molu sciagure, e levotisi a gran romore rimase distrutta la trib. Beniamitide, salvo seicento. . I. Frattanto i Cananei, essendo a' que' tempi le eoae loro tornate in buon essere , con numerosa oste aspettavangli a Bezec sotto il comando di Adonihezec re de' Bezeceni. D cui nome val quanto Signore de' Be%eceni ; eonciossiach Adoni l'1M in ebraica lingua sooni Signore. Or questi dall' essere mort Giosu promettevansi di superare gl'lsraeliti. Ma gl' Israeliti venuti con loro alle prese ( ed erano le due trib , ch'ho gi dette) adoperarono francamente : talch ne uccidono da dieci mila , e volti in fuga i rimasti , .nell' inseguirli fanno prigione Adonibezec ; il quale , poich mozzate gli furono mani e piedi , disse , " egli eonvien ben dire , che Dio non , dimentichi tutto, quando mi Teggo patir quel me, desimo , che non mi son vergognato di fare un , tempo a settanta due re ". Essi intanto sei traggo n vivo sino a Gerusalemme , dove passato di vita il metton sotterra. Nel tempo medesimo corsero quei paesi prenendone le citt ; e avutene la pi parte

LB. Y. C!P. Il.

3l

in loro. potere! strinser d' assedio Gerusalemme; e giunti col tempo a pigliarne pi basso, ne misero a morte tutti gli abitatori ; conciossiach riuscisse loro il pi alto d' assai malagevole pigliamento tra per le forti mura ond' era difeso , e per la natura del luogo in se stessa. Quinci per allo indietro ri~ volsero il campo verso Ebron , o occupata ancor questa vi uccidono ogni uomo. Quivi restava ancora certa genia di giganti 1 i quali per la grande corp~ ratura , e per le semhianze che avevano tutto difformi dagli altri uomini , erano strana cosa a vedere e a udire terribile. Anche oggid se ne mostrano l' ossa, niente a quanto si tien per credibile , somiglianti. Quella te1Ta fu data in premio onorato a'Leviti colla giunta di due mila cubiti intorno ad essa. I terreni poi giusta gli ordini di Mos fur concessi a Caleb. .Fu questi uno degli esploratori , cui invi nella Cananea Mos. Anche ai discendenti di Jetro suocero di Mos dieder terra per abitarvi ; dappoich abbandonata la patria s'erano uniti con esso loro gi nel diserto , e gli avevano seguitati costantemente. Le trib dunque di G-iuda e di Simeone s' impadronirono delle citt t?tte quante poste sul montagnoso della Cananea , di quelle por fabbricate al piano e a mare occup'arono solo Ascalona ed Azoto ; che scapp loro di mano Gaza ed Accaron , le quali, perch situate alla pianura e a dovizia fomite di carri , conciavano male gli assalitori. Ora queste trib salite mediante la guerra a stato di gran fortune s1 ren-o dettero alle loro citt , e poser gi l' armi.-

3,

DELLE ,UrTICJUT4' G'~UCHE

Il I Beniamiti poi, a' quali apparteneva Gerosa-. lemme , conaentirono a&li aliitanti , che fossero ~~ butarj , e per qne~ta Qlaniera cessato dall'una banda l' uccidere , dall' altra il pericolarc ; si volsero tutti con grande studio ~la coltivazione della tetTa. Simile ancora ad es~mpio de' Beniamiti adoprarono l'altre tr.ih ~ e contenti , che si pagassero l' imposte, lasciarono vivere in pace i Cananei. Intanto la trib d' Eflaimo essendo all' assedio di Betel non ci scorgeva ancor fine , che degqo fo&se del tempo spesovi e. d~Ilc t'atiche col sostenute ; essi per , benh a mal cuore , dwavano &aldi all'impresa , quando alla 6ne sorpreso . un tale della citt , che recava a quei dentro il necessario per' vivere , gli si obbligarono a certi patti, sol che consegnasse loro la citta , di salvare lui stes~o ' e a suo parentado ; ed egli sotto' queste condizioni giur , che darebbe loro la citt nelle man.i. In fatti per questo modo tradita la patria egli rest salvo co' suoi ; e gli Efraimiti , uccisine tutti gli abitatori, s' impad1onirono della terra. Dopo ci cominciarono gl' lsraeliti a domesticarsi cogl' inimici , e volsero tutti i loro pensieri ai terJ'cni , e al lavoro di quelli. Ma siccome crescevna ogni d pi in ri~chez'a , cosi per amor del piacere e del lusso andavano dimenticando il loro debito , e piit non erano esatti osservatori delle loro leggi. Del f.!be inaaprito forte Iddio. li e.ondanna primieramente, perch mal su.o grado allbiano a' Caq.anei risparm~ta. la vit; indi fa loro sapere, come costoro, venutone. il destJ;o , li uaJ;teranuo ass~ Cl1ldelmente. E sei per

LI

v.

CAP. IL

non ostante l' avviso di Dio procedevano con gran lentezza , n si sentivan gran fatto disposti alla. perra , tra per li molti vantaggi , che ritraevano dai Cananei , e per lo snervamento , a che il lusso gli aveva condotti. Quindi avvenne il totale sterminio del governo aristocratico ' n pi si creavano senatori , n qual altro magistrato fu stabilito dapprima. Ogni loro industria era intesa aJ. piacere dell' interesse . . III. Ma la soverchia licenza fe' nascere nuovaJneJSte .di mezzo a loro un' orribile sedizione , che strasci nogli a una guerra civile. Tale ne fn. il motivo. Un certo levita dt!' pi vulgari, a cui tocc d'abitare nelle terre d' Efrair:no , sposa una donnicciuola di Beem, luogo della trib di Giuda. Or questi mentre spasimava d'amore per la donna, e andava Jl'!:r duto dell' avvenenza di lei, ebbe la disavventura di non esserne riamato del pari. Quindi essa mirandolo assai freddamente , e per in questo crescendo viep pi l' affetto , avevan continuo che dir tra loro. Del che alla fine nojata la moglie, indi a qnattro mesi abbandona il marito , e ai rico.vera presso i parenti. Ora l' uomo , perch amante , colpito forte da tal ventura corse dai .suoceri , ove sgombrata ogni ragion di querela fa pace con esso lei , indi si fe1ma col quattro giorni , ne' quali fu molto corteJemente trattato da' genitori ; al quinto poi parutogli bene di ritornarsene a casa , sul tramontare del sole si mette in cammino, dacch i genitori non si sapevan condurre a licen:Uar la figliuola 1 e per tiFuvre ,
to1110

11.

DELLE A31TICHI'l'A' GJ11DAICliE

J'arono in lungo assai. Seguivagli un solo servo , ed avevano un giumento, su cui sedeva la donna. Pervenuti adunque nelle vicinanze di Gerusalemme, ( e gi fatto avevano b:enta stadj di viaggio ) fu il servo d'avviso , che si fermassero in qualche luogo, . per~h dal viaggiare di notte non incogliesse loro qualche sinistro , molto pi non trovandosi troppo lungi dai paesi nimici quando l'occasione rende mal sicuri e sospetti ancora gli amici. Al padrone non piacque il consiglio di ricogliersi presso a stranieri : che 1a citt di que' tempi era di ragione de' Cananei , ma credeva esser meglio con solo venti stadj di pi 'che farebbe di rendersi in citt .ma ; .e fermo nel suo parere entra in Gabaa citt Beniamitide, fatta gi sera ; dove mentre non ritrov in piazza anima, che gli- desse ricetto , avvenne , che un vecchio tornando dalla campagna, (di trib Efraimita, ma Gabaeno d' abitazione ) e avvenutosi in lui dimandoll() c:hi fosse , e perch fino a. notte indugiato avesse di provvede1si di che cenare. Egli ri&posto , se essere levita, e tornare in patria con la dllnna, che. test partita da' suoi genitori , aggiunse esseigli toccato d' avere stanza nelle . terre della trib d' Efi.-aimo. Allora il vecchio tra per la congiunzione , che fra loro correva di sangue , e per lo star che facev~ nt:lla medesima sua trib , e certo anco1-a per l' accidente del forestiere, senz' altro ricoverogli ad al bergo presso di se. Ma certi giovinastri di Gabaa , veduta in piazza la donna ed ammiratanel'avve:aenza, come riseppero che alloggiava appo il vecchio , si

LIB.

v.

CAP. U.

3.)

presentaronsi alla di lui porta affidati nella povert e. debolez~a dell' alber,atore. Supplicati dal vecchio a ris.tarai, e a non volergli far forza e oltraggio , ri sposero che quando consegnasse la forestiera, allora cesserebbono dal molestarlo. Al che soggiugnendo il vecchio , che del l01o sangue medesimo era la foreatiera , e oltre a questo levita , e che gi'1lll peccato farebbo~o , se per amore del piacere violassero le leggi .ospitali, i giovinastri schernivano t.ai diritti, e ridevansene minacciando d'ucciderlo , se si oppo~esse a' loro voleri. Messo adunque a tale sLretta il buon yecchio, n sostenendo di veder gli ospiti maltrattati proffer loro la propria figlia, dicendo che men rea.mente satollerebbono le loro brame senza far onta agli ospiti , e credendo in tal modo di risparmiare l'affronto, a chi avea rice:ttato in sua casa. Ma poieh nou calmava illoro ardore per la donna , am;i persistevano nel volere pur quella , egli si volse a pregarli, che non s'ardissero di far nulla contro alle leggi : ma oos\ero pi della forza valutisi , che. non d' altro piacevole mezzo, rapita la donna lfk s,i condussero a casa ; dove olft:'aggiatala tutta notte , .ul far del giorno la licen~ial'O~o. Essa pertanto piena d' affanno per l' avvenutole entr nel suo albergo. Quivi oppressa dal gran dolo1'e per quanto le convenne patire , e diii rossore, pe1 cui .ncm osava di comparire dinanzi al marito, ben prevedendo che ne saria iaconsolahile , venne meno , e spir. Ora il marito pensando, .che la moglie profondamente dormisse , 11 sospotta11do di niun. ainistro ac:cidenw

DELLE AIITICIIJT1' Gll1D,\1Cll

si fece a svegliarla con intendimento di darle cuore; giacch non di sua. volont era andata in mano a quella gente impudica , ~a di forza, perch rapita fuor dell' albergo. Ma come s' avvide , che pi non viveva , saviamente adoperando nell' orridezza della disgrazia , caric della morta spoglia il giument , e recollasi a casa; dove partitala in dodici brani, ne mand uno a ciascuna trib con ordine a chi li portava di palesare a tutte gli autori di quella morte. e d!!lla violenza fatta alla donna. Gl' Israeliti adunque al vedere insieme e all' udir cotal prepotenza forte sdegnati ' dacch un fatto simile non sapevano che prima fosse mai. succeduto, e da giusta collera ma stemperata commossi adunaronsi in Silo, e trovatisi tutti innanzi al Tabernacolo presero tosto consiglio di volgersi all' armi, e di trattar que' di G.. haa come nemici. Ma il senato ne li ritenne , pel" suasili che noa si doveva cos ciecamente far guerra a que' del loro sangue innanzi d'aver diciferato a parole il delitto, quando la legge neppure contro stranieri consente , che senza ambasciate e altrettali tentativi per ritornargli al dovere , si corra all' armi, con tutto paja d' averne aggravio. Egli 6a dunque meglio , che uhbidendo alle leggi mandino a Gabaa per gli autori di quel delitto ; e se glieli dessero , bastasse loro eotal gastigo ; se fosser pai non curati , allora se ne ricattassero coll' armi. Spediscono dunque a Gabaa, chi porti l' accusa contro de' gioYinastri nel fatto della donna , e chiegga giustizia conb>O -di quelli ' perch gl'innocenti non perano in srazia

In. V. CAP. 11.

lorO. Ma i Gabaeni n consegnarono i rei , e ere devano cosa indegna sottometterei alle altrui voglie per timore di guerra. , non riputandosi dammeno di cui che fosse nell' armi , o il numero si riguardasse de' combattenti o il valore. Fecer pertanto di grandi preparamenti sostenuti dagli altri della medesima trib ; i quali con easo loro concertarono , che in easo di violenza si sarebber levati in loro difesa. Saputo gl' Israeliti il procedere de' Gabaeni giuran d' accerdo , che n,iun di loro non mariter niuna fi~lia con uom Beniamita , e che romperanno con loro guerra , pi verso d'essi implacabili , che non furono i loro ntenati verso de' Cananei ; e di presente allestirono .a loro danno un' annata di quattrocento mila uomini. Dalla parte de' Beniamiti saliva la sol datesca al aume:ro di venticinquemila e seicento ; tra quali ven' erano di cinquecento di mano deatris-.ima a ferir colla fionda , per modo che attaccata sotto di Gabaa la mischia , i .Beniamiti mettono in Tolta gl' lsraeliti , e ne ateudono morti sul campo intomo a ventiduemila. E forse ancora in pi numero vi sarebbero periti , se non ci fosse inttamessa la notte , che s~ar i combattenti. I Beniamiti per festeggianti ai riolsero nella citt , e gl' lsraeliti abbattuti dalla sconfitta nel campo. n d appresso rinnovata la pugna , vincono i Beniamiti , e degli avversarj fur morti diciottomila , onde tutto intimoriti ahbandonarone il campo. Giunti in Betel citt vici aisaima, il giorno vegoente, premesso il digiun13 ,'ai fecero a enpplicar Dio , me~te Finees sran Sa-

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!IELLE .llfTICRITA' GroD.liCBE

cerdote , perch volesse placare omai la sua coller" contro di loro , e pago delle due rotte per loro ricevute renderli vittoriosi , e porgli al di sopra degl'mi miei ; e Dio per mezzo di Finees profeta obbliga la sua fede a esaudirli; Essi perci, diviso in due parti l' esercito ' della met misero agguato di notte tempo intorno a Gahaa. , e i restanti affroutatisi co' Beniamiti al primo urto cedettero. 'l Beniamiti inseguivano l' inimico , che dava addietro posatamente , e appunto giusta il volere .di questo , che intendeva di allontanarli dalla citt , cos inealzarono il fuggitivo , che i vecchi eziandio e i fanciulli lasciati in citt , perch imbelli , corsero fuori tutti per desiderio di metter le maui ancor essi addosso al nimico. Quando furono buon tratto lungi dalla citt , fanno alto gli Ebrei ; e voltata faccia preparansi aHa battaglia , e a quelli che stavansi negli agguati dilno il segno gi pattuito ; i quali balzando fuori in un punto , -con grande schiamazzo vennero addosso ai nimici. Questi ad un tempo e si vider delusi , e non sapevano , ch'e si fare. Alla fine cacciati in un luogo basso e precipitoso, furono tolti in mezzo e blrttuti di modo , che vi perirono tutti salvo seeento , i quali raccoltisi in un sol corpo ' e aggruppati insiemesi si spinsero per mezzo il nimico , e ricoverati nelle viCine , montagne quivi si fecer forti ; mentre tutti gli altri :al numero .di venticinquemila morirono. IV. Intanto gl' lsraeliti misero a fuoco e fiamma Gahaa , e alle donne e ai maschi ancor teneri tolsero la vita. Simile adoprarono coll' altre citt Be

3g
ftiam.ite ; tanto erano fuor di misura sdegnati : anzi a J abes di Galaad , pereh non aveva loro dato mano contro de' Beniamiti , mandarono uno scelto corpo di dodicimila armati con ordine di spiantarla ; e gli pediti fanno un maceHo di quanti aveva col atti all' armi con esso i fanciulli e le donne, salvo quat tro"cento vergini ; a tal li trasse la- collera conceputa tra pel dolore deli' avvenuto alla donna , e per la perdita fatta della loro gente. V. Ma furono alJa fine presi da compassione del1a disgrazia de' Beniamiti; e bandirono a pro loro un digiuno , tuttoch persuasi , che ben loro stesse il gastigo, poi che tanto avevano contraffatto alle leggi; indi per messi chiamarono que' secento di loro, che erano campati , e ascosi si stavano in una rupe chiamata Rmmon verso il diserto. Adunque i legati, come se non a que' soli intravvenuta fosse la traver sia , ma a se stessi ancora per la rovina de'loro fra telli , piagnenti li confortavano a star di buon animo, e ad unirsi ;n un luogo, pi presto che condannare a un totale sterminio la trib Beniamitide ; poich , dicevano, noi vi concediamo le terre tutte della trib, e quanta preda sappiate trar vosco. Essi allora aperti gli occhi a vedere , che Dio solo in pena della loro ingiustizia aveva disposta la serie dell'avvenuto, piegandosi ai loro consigli tornarono alle natie loro terre , e gl' lsraeliti diedero loro -!in mogli le quattrocento vergini tolte da Jahes; intorno poi ai dugento rimasti senza , andavano fantasticando il c6me mumogliarli , sicch Qe aYessero discendenza ; dap

DELLE ANTICRJTA.' GJUDA.ICHB

poich avendo essi innanzi la guerra giurato , che non allogberebbono con uom Beniamita veruna fis}iuola , altri avvisavano , che non si donsse tenere conto -del giuramento siccome fatto pi per impeto d'ira, che per consiglio di ntente ben aneduta; n far essi contro a Dio , mentre in loro mano di salvare tutta una trib .gi in procinto di perdersi ; e gli spergiuri , non ~ando di necessit sono tali , 1'uscire dannevoli e pericolosi , ma quando maliziosamente si ha l' ardire di fal'li. Ma poich il senato al nome sol di spergiuro inorrid, un di loro disse, se aver modo e di dar moglie a costoro , e di non rompere il giuramento. Richiesto che produceue. co tal trovato , " a noi , disse, ue volte l' anno aduna" tici in Silo sQgliono t-ener dietro in truppa le mo. " gli e le figlie. Di queste si lasci , che i Beniamiti " rapiscano quante potranno senza noi n volerlo , ., . n divietarlo. Ai genitori poi 1 che sentita mal la ,. facenda volesser piglimne pena , l'sponcL:remo ~ssi , ave1ne la colpa, perch a dov.ere non custodirono " le figliuole ; che finalmente convien rimettere al" cuna cosa .dell' ira contro de' Beniamiti gi troppo , da noi secondata furiosamente " Persuaso a tai detti il consesso ferm, che alle nozze de' Beniamiti si provedesse col ratto. Correndo adunque la solennit , i dugento Beniamiti a due e a tre s' appiattarono presso alla citt tra le vigne , e in luoghi , donde non sarian visti , per quinci assalire le vergini che l nrrebbero. Ora queste festanti senza sospetto di ci , che aveva a: seguae , spasseggiavano sicwa..

tm. T. c.uo. 11. 4i anente: quand' ecco uscir essi improvviso , e qua e l dissipatele met~r loro le mani addosso. E pea tal via celebrate le oozze si volsero alla coltivazione della terra , e studiaronsi di risalire di nuo~o alla antica felicit. La trib dunque di Beniamino andata a rischio di spegnersi affatto , merc l' accortezza degl' Israeliti, nell'an~idetta maniera fu salva; e fiori tostamente , e in breve a' avanz cos in numero come nel resto. Tal fu dunque. la fine , a che riusc:i questa guerra. vi. Un simile incontro tocc eziandio a quella di D an condotta essa pure a tale stremo per la cagione, che son per dire. Gl' Israeliti dimenticato gi l' eser.. cizio dell' armi e indiritto ogni studio al lavorio della leiTa , vennero a' Cananei in dispregio , i quali per ci allestirono grande oste, non perch ne temessero qualche sinistro, ma prch, conceputa quinci fondati\ speranza di malmenare gli Ebrei, promettevansi, che indi innanzi ahiterebbe1o sicuri le loro citt ; e per preparavano carri, e mettevano insieme il bisognevole per la guerra. I loro comuni cospirarono unitamente, e divelsero dalla trib di Giuda Ascalona ed Accaron con altre citt poste al piano, e costrinsero i Daniti a ricogliel'Si. alla montagna , perciocch al piano non lasciarono loro un palmo di telTeno libero. Essi per~ tanto siccome non erano in istato di gueiTe5giare, e non avevano terra bastevole per abitare, cos trascelgono cinque dei loro, e li mandano dentro terra , perch ricerchino di luoghi , ove trapiantare le loro Jedi. Que.ti adunque si misero in via, e pervenuti

alla grande p\anura non lungi dal Monte Libane e dalla sorgente minore del Giordano , a una giornata dalla citt di Sidone, e avvisato il fertile e buono teiTeno che quello era, ne diedero contezza ai loro; i quali rec-atisi col bene in arme vi fondano Dan citt del medesimo nome che un figliuol di Giacobbe, cos appellata dal nome di loro ttih. In questo lo stato degl'lsrat-liti tra per la loro scioperatezza e per la noncuranza del divino culto andava ognera di male in peggio ; poich ebbero appena sttavolto l'ordine del governo, che diedersi a vivere tutto altrimenti a seconda del loro talento e piacere , fino a. riempirsi ancor di que' vizj, ch'erano a' soli Cananei naturali.
CAPITOLO

III.

Come per un procedere di tal fatta datisi alt irrel~ne Dio gli . sottomise alla . schiavit tkgli .Assiri.
Pertanto Iddio si corruccia con loro ; e quell-a felicit , che con infiniti ttavagli s' erano gi procac ciata , col vivere mollemente perdettero : perocch venuto ad oste nelle loro teiTe Cusarte ( 12) Re degli Assiri, e molti perirono sul campo, e gli assediati furono a viv!l forza fatti, prigioni. V'ebbe ancora di qtielli , che vinti dalla paura gli si rendettero spon taneamente. Tutti per ad un modo aggravati pagaVl;UJO imposte superiori alle forze , e sostennero villanie d'ogni fatta fino a compiti otto anni; dope

J.fl, y, C.ll'. Ili.

q3

'i. quali vennero dall' oppresaione liberati in questa maniera.

c .l

p l T

o L o IV.

LibertA ritornata wro da Cenez t).

Ci aveva ua tale della trib di Giuda nomato Cene,;, uomo attivo e di grandi spiriti. Questi avvi sato dall'alto, che non solo non patisse omai pi di vedere gl' lsraeliti a tale stremo , ma intraprendesse coraggiosamente di mettergli in libert, procacciossi compagni , che nella difficile impresa gli dessero mano ( ed erano pure pochi coloro , che si arrossi.sero delle presenti miserif' , e fossero pronti a cangiare fortuna ) ; e primieramente distrugge la guernigione imposta loro da Cusartc ; indi dal non essere riuscito a male termine il primo tentativo , Cftsciuti vieppi i commilitoni vengono cogli Assiri a formale battaglia, e disfattigli onninamente sforzangli a riti .J'8l'si di l dall'Entrate. Cenez poi conosciuto per prova ehe uomo egli fosse, fu dalla moltitudine s~ lento al grado di giudice della nazione ; nel quale impiego durato ben quarant' anni fin di vivere.

DJILLB dTlCBITA.' GJIIDAICJIB

C A. P l

T OL O

V.

Il popolo serve di nuoYO sotto de' Mqahiti1 c da .Aod tratto di servit.

Morto lui , lo stato degl' lsraeliti venne per l' & narchia a infermare novellamente ; e per la loro Te Jigiolie verso Dio , ~ pel disubbidire che facev~o alle leggi , tanto abbass sempre pi , che Eglou Signore de' Moabiti, veggeudogli in tale disordine di govemo , gli ebbe a vile , e usc in campo coo.tto di loro. Rimasto in pi mischie , al di sopra , perciocch tutti avanzava in coraggio , e domatigli affatto rec al niente le loro forze 1 e volle che gli pagaaaer tributp. Indi fermata in Gerico (3) la. 1ua reggia noa tnscur. mezzo .d'angariare la moltitudine; talch nel termine 4i diciott'anni gli ebbe condotti all' ultima povert. Dio allora mosso a compassione del taato patire che facevano, e vinto alle loro preghiere diii.. berolli dell' oppressione Moabitica ; e ne gli sciolsein tal modo. Un giovane della trib Beaiamiti.de , Aod di nome, figliuolo di Gera coraggiosissimo nel.. l'affrontare i pericoli, e delle sue membra agilissimo e tollerante della fatica , pi forzuto nella sinistra e da questa traente tutto il sno nerbo, abitava pur esso in Gerico. Quivi s'insinu nella grazia di Eglou guadagnato a se e adescatolo con presenti; e perci divenne la sua persona cara eziandio a'.famigliari del Re. Ora un giomo, mentte con due ~uoi seni recava

al Re un presente, ai appese di t'urto al destro fianco un pugnale, e in tale modo n'and da lui. La stagione era estiva, e il d nel suo mezzo, quando le guru.-die tra per lo caldo e per l' ora , in cui tutti pensavano al priUlZo , rimettevano della loro atten zione. Il giovine adunque, donato il Re, che si trat 'teneva in una camera per la state molto opportuna, si pose a ragionare con lui ; ed erano soli , giacch aveva il Re licenziati que' servi, ch'erano entrati con Aod, per traitare da solo .a solo con questo. Stavasi' assiso in trono , ed Aod temeva forte , che il colpo non fosse giusto e gli aadaase fallito. n fa dunque rizzare in piedi col 'dirgli , che aveva da parte di Dio a spiegargli un sogno. E'li allora per desiderio d'. udirlo balza tosto dal trono , ed Aod passatogli il euore, e !asciatovi entro il pugnale se n'esce richiu-o dendoai dietro )a porta. Intanto i cortigiani stavansi zitti , perch. credevano a Re dormire; ed Aod dato eecretamente contezsa a' Gericontini del fatto li COJloo fortava a rimettersi in libert. Questi , udita volontieri. tal cosa , e posero mano all' armi , e spa~ciarono trombettieri per tutta )a terra , che le bandissero ; perciocch ab antico n1avano di convocare per mezzo loro )a moltitudine. Ora i cortigiani di Eglon furono luo.go tempo all' oacuro della disgrazia a lui succeduta ; ma , poich s' appressava la notte , entrati in timore di qualche novit per lo Re vennero nella ana stanza , trovatolo morto rimuero stranamente perplessi : e innanzi, che si riatrigneasero inaieme le pa:rdie, ecco aopruvenire la m.oltitu.dine degl' larao-

DELLE J.WTICHITA' GIUD.liCKB

liti 1 ond' altri a prima giunta sono morti ' altri. si danno alla fuga sperando salvarsi nella Moahitide , ed erano da diecimila; ,ma gl' lsraeliti, preoccupato p il passo del fiume, alcuni ne uccisero nella fuga , e molti nell'atto del trapassarlo: talch neppure unt) non ne fugg loro di mano ; e in questo modo gli Ebrei scossero a giogo de' Moabiti. Aod poi percic) appunto onorato del comando di tutto il popolo muore dopo ottant' anni di governo ., uomo, anche senza l' impresa anzidetta, meritevole che si lodi. Dopo lui . scelto al regno Sangar figliuolo d' Anat nell' anno primo del suo governo pass di vita.
CAPITOLO

w.

Ctluti in potere Je' Cananei sono liberati tl4 Btl1'ac.


l. Ora gl' lsraeliti , conciossiach da' passati sinistri non impararono ad essere punto migliori , di. nuovo per la irreligione verso .Dio e per la disubbidienza alle leggi , prima ancora che pigliassero niente fiato dopo la schiavit Moahitide , fur da Jahin Signore de' Cananei messi al giogo. Perciocch questi uscito da Asor citt situata sul lago Samaconitide ( r4) dava le spese a trecentomila soldati a piede,; e diecimila a cavallo, oltre il numero sopraggrande di caJ.Ti, che erano tremila. Di questa .grand'oste creato capitano Sisara , quegli , che pi era in pregio appo il R~, al primo affrontarsi che con lui fecero .gl' Jsrae liti, . s .li batt, che gli astriJilse ~ pagare uibu.to.

LJB, V. C4P. VI.

Durarono vent' anni sotto tal giogo incapaci di concepire di per . se qualche nobile sentin1ento affogato entro loro dall' oppressione , a che furono condotti 7 cos volendolo Iddio per oomate vieppi la loro durezza, e ingratitudine verso lui. Ma finalmente riconosciutisi, e saviamente avvisando le loro disgrazie provenire dal dispre~io ,. in che a-vevano le leggi, upplicarono una certa Debhora profetessa , ( il cui nome secondo il parlar degli Ebrei significa pecchia) 7 perch prega~se Iddio ad avere piet di loro , n a mettere in non cale, che fossero disertati da'Cananei. E Dio conceduto loro lo scampo , crea capitano Barac della b-ib Nefialitide, il qual nome in lingua ebrea vuoi dire folgore. D.ebbora adunque, chia~ato a se Barac , gl' ingiugne , che fatto leva di diecimila giovani marci conbo il nimico; tale comando averlo essa 'da Dio , che gi le ha parlato e promesso vittoria. Ma ricusando Barac l' impero , quando essa altres non gli fosse compagna nella condotta , Deb~ bora corrucciata , " tu dunque , . disse , cedi a una , donna quel posto, che Dio dW-le a te. Ebbene io " eerto non lo :rifiuto " ; e di presente adunati i diecimila; accamparonsi a pi del monte Itahirio (1S). II. Venne Sisara ad incontrarli per ordine 7 che n' ebbe dal Re , e si ferm coll' esercito presso al nimico. Lo spavento degl' lsraeliti e di Barac a tal moltitudine fu assai grande 7 e gi pensavano di ritirarsi ; se non che Debbora li 1itenne ordinando, che si veniss.e quel d medesimo alla battaglia; perciocch vinceranno, e Dio ven loro in soccors.o. S' attacca

DEI.LZ >UU:JCIIIT.l' CJ.IUDAICIB

adunque la zuffa , e nel tlalore della mischia eeco, una scossa impetuosa di pioggia e di grandine , coD pgliarda bufera, ehe in viso a' Cananei cacci tutta r acqua ' e accecolli per modo ' che inutili riuscirono gli archi e le fionde : anche gli uomini ben in armi usare non potevano delle spade per lo gran. freddo. Laddove gl' lsraeliti e ricevevano meno danoo dalla tempesta , che loro veniva alle spalle , e dalla viva persuasione , ehe Dio gli ajutava , traevano vieppi eoraggio , talch avventatisi in mezzo ai nemici ne uccisono molti. Cadderne ancora in gran copia messi In disordine parte dagli lsraeliti , e parte dalla loro propria cavalleria, onde avveime a molti di perire schiacciati dai carri. Sisara poi ( com' ebbe -.isto l' esercito voltare le spalle ) , sceso precipitosamente di coCf"hio diessi ancora egli a fuggire , e giunse alla casa di tlerta donna oinea per nome Giaele; la quale pregata d' un nascondiglio , dove appiattarsi , lo accolse ' e richiesta gli desse bere gli offerse del latte gi forte ; ond' egli bevutone fuori di misura s' ad dorment. Giaele allora piantawgli 11 colpo di JD.8l'o tello un ferreo chiodo in mezzo alle tempie il cacciq fino al pavimento, e alla gente di Barac poco stante giunta col mosttollo inchiodato alla terra. E cos tal vittoria si riconobbe , secondo il presagio di Deb. :bora , da una donna. Barac postlia venuto colla sua gente sotto Asor uccide Jabi.a , che gli usc incontro; e caduto il capitano dell'esercito, da' fondamenti spian la citt , e dw quarant' anni capo degli. lsraeliti.

LJB.

v.

CU. TU.

C.LPITOLO

VII.

Come gli .A.mtdeciti portar,; armi contro gf lsratliti, li vinsero e desolarono per sett' anni il ptuMe~

Morti Barac e Debbora pressoch al tempO medesimo , indi a poco i Madianiti chiamando in ajuto gli Amaleciti e gli Arabi vengono ad oste contro gli Ebrei , e azzuffatisi insieme ile partono vincitori ; e dato il guasto alle biade ne fanno bottino. In questo loro procedere , che dur da sett' anni , la moltitudine israelitica si ristrinse alle montagne , e vot la pianura. Col scavate spelonche e nascondigli sotterra vi riposero a custodirlo, quanto potea sottrarsi a'ni~ci. Perciocch i Madianiti uscendo in campo verso la state , consentivano agl' lsraeliti di lavorare l'inverno, onde tratTe da' loro travagli materia di danneggiarli. Quindi pativano gran fame e scarsezza di viveri, finch si mossere a supplicar Dio pregandolo di salvarli.
CAPITOLO

VIII. in libert.

Gedeone

ri~Mttegli

I. Gedeone figliuolo di Gioas , un dei pochi (16) della trib Manassitide, recando furtivamente nel torcolo i covoni , col li batteva ; perocch il farlo sull' aja temea , che venisse a notizia d,egl' iniinici.
lr.,.rzo 0 tomo Il.

5o

DELLB UTICBIT; GJVOAICBB

In questo presentoglisi una visione in forma di giovinetto , che il salut col chiamarlo felice e caro a Dio. A cui egli rispondendo soggiunse , essere veramente gran prova di sua felicit l' usare del torchio in luogo dell' aja. E animato a far cuore e a tentar di rimettersi in libert, disse parergli ci impossibile; pcrcioceh la trib. 1 ond' egli era, 'mancava di gente, ed e al . era giovine ed 1nesperto in condurre aJfari di tal rili vo. Quegli atr incontto promise 1 elle Diosupplirebbe le sue mancanze , e che otto ]a .sua condotta darebbe vittoria agJ1 lsraeliti. Cotale fatto adunque, battando un di Gedeone con albi suoi pari 1 lo di.s e lom in credenza ; e di p1esente ebbe pronto al cimento un esercito di. Jiec.ioJila sold;tti. {a cGmpa.l'sogli Iddio tra 'l sonno il fece avvc1'tito 1 essere l'uomo amico naturalmente d se 1 e nniL.ixe mal animo verso chi si distingue iu virt ; onde avviene, che la vitto1ia non si cwano di 1'"conoscerla da Dio 11 attribuiscano a e , quasi f ssem gtande ese1cito , e capace di stare a fronte dell' inimico. Pe1ch adunque onoscano quanto possa l'opera sua, gli sugge1isce , che sull ore piu calde del mezzo giorno conduca 11 esercito al fiume .; e quanti chinerannosi ve1so terra, e cosi stando beranno, gli abbia per di gran cuore. Quanti poi con soverchia avidit. e l!1:pazie:nza correranno pe1: d.issl!tarsi , tenga p~r fermo e.s sere questi da vilt d.1 animo a ci fiule con-dotti 1 e t:mppo ptlr sbJgottiti de' loro nimici, };,se.. guito adunque 'd a Gedeone l cons.igHo di Dio 1 5'0lo.

trecento se

JH~

tro:varono , dhe per i tare in gu,a,r(]ia

J.r..

V. C1P. 'VUI.

5s

di se frettoiosamente recaronsi colle maai l' aeJU& alla bocca e con questi soli Dio disse , che andasse a provarsi cogli i~ci ; i quali stavano (17) a campo vcino al Giordano con animo di passarlo a d appresso. Ma Gedeone era in timore ,- poich Dio gli aveva gi ordiaato di assalirli di notte. Ora volendo Iddio sgombrargli dall'animo cotal paura 1 gl'impone, che tolto seco un de' suoi si accosti alle tende dei Madianiti; che indi appunto trarr coraggio ed ardire. Persuaso adunque sen va col solo suo servo per guardia,. e appeuatosi ad una tenda trova persone, che ci vegliavano , e l' un d' essi narrante UD aogno al compagno in maniel'a da:. poterlo udire Gedeone ; e tale era ll sogno. Parevagli , che uaa pagnotta d' orzo per le cattive sue qualit non curata dagli uomini , dopo essersi girata pel campo battesse iq. terra a padiglione del Re , indi quegli di tutti gli altri. Il compagno era d' avviso , che ci presagisse rovina all'esercito ' sosgiupendo a motivo '. onde avveni vagli d'inferirlo. Fra tutte le biade quello, che chiamasi orzo 1 per confenione d' ognuoo il pi vile. Cos di tutte le nazioni asiatiche ciascun vede, che l' israelitica presentemente la meao pregiata ; e simile appunto alla spezie dell' ono ai ora la schiatta israelitiea 1 che ripiglia vigore; vo' dire Ge.. deone con esso la sua aoldat.aca. Poich adunque tu d\ d'aver visto la pagnotta settare al su.olo le nostre tende 1 io temo forie noa abbia Dio a Gedeoae cou.. cessa vittoria sopra di noi. . . n. Gedeone frattanto ,. che udiu il aoplo , con-

DELL'l! A!fTJCBITA' Gltn.JAICHE

cepette speranza ed ardire, e narrato a' suoi il vedut~ perfino dagl'inimici, fece comandamento che stessero presti sull'armi. Fur essi pronti al comando per lo gran cuore che fecero a quel racconto. Dunque sulla quarta ( 18) vigilia trae fuori Gedeone l' esercito gi divfso da lui in tre parti , cento cio per ciascuna. Portavano tutti una fiasca vota con entrovi un lume acceso, perch non fosse dall'inimico scoperta la loro mossa. Colla destra poi tenevano un corno di mon-:tone, di. cui si valevano in luogo di tromba. Grande tratto di paese copriva il campo nimico, poich si trassero <lietro immenso numero di cammelli; ed ~ssi <livisi tutti nazion da nazione attendaronsi in un solo cerchio. Ora gli Ebrei secondo l'avviso loro dato in nam:i , che quanfto vicini fossero all' inimico , tutti d' accordo dato fiato alle trombe , e rotte le fiasche s'avventassero colle faci in mano e c.on grande .schia mazzo su' Madianiti e vincerebbono merc di Dio, che ajuteria Gedeone ~ fccel'o tutto appunti11o. Per tal novitade fu grande scompiglio e paura in quella gente ancor sonnacchiosa ; poich era notte , e cos} piacque a Dio. Cadevano intanto uccisi pochissimi da man nemica , la maggior parte da' loro compagni , perch di linguaggio tra loro diverso; che non si fu '.rono appena levati a romore , che uccidevano, qual venisse loro innanzi, avendolo per nimico. la strage fu molta, e sparsasi tra gl'lsraeliti la fama della vittoria di Gedeone , tosto presero l' armi ; e dato dietro al nimico , il raggiungono in luogo cos da fossi e da acque racchiuso , che non ae ne potea dispacciare.

Lus. v. eu. vm.

53

D perch fattiglisi intorno uccido:ao indifferentemente chicchessia, e due ancora de' loro Re , vale a dire Oreb, e Zeb. D resto de' capitani conducendo gli avanzi rimasti alla strage , ed erano da diciottomila, si accampano ben lontano dagl' lsraeliti. Ma Gedeone non che allassarsi a tanta fatica, inseguilli con tutto l'esercito, e venuto a battaglia distrusseli tutti quanti; e i due capitani superstiti Zebee, e .Salmana seco trasse prigioni. In questa battaglia morirono tra di MRdianiti , e d' Arabi loro alleati da centcclventimila. Fu grande il bottino , che fecero indi gli Ebrei, d'oro , d' argento , di drapperie , di cammelli , e di bestie da soma. Gedeone poi arrivato in Efra (19) S\18 patria uccide i due Re Madianiti. lll. In questo la trib d' Efraimo non potendo patire i prosperi avvenimenti di Gedeone deliber di levarglisi contro coll' armi , apponendogli , che non avesse dato loro parte del movere , ch'egli fece contro i nemici. Ma Gedeone uom modesto, e grandissimo in ogni virt , rispose non essere stato ca.. priccio suo l' attaccare il nemico se~a di loro , ma c-.omandamento divino; e aggiunse il merito della vittoria appartenere del pari a loro, che ~suoi soldati.. Con tali detti chetata la loro collera, pi vantag~oso reudette agli Ebrei il bene\ d'aver vinti i nemici ; perciocch liberolli da una civil sedizione , che stava gi sull'insorgere. Pure di questo attentato la b-ih port la pena , come diremo a suo luogo. Gedeone intanto volendo deporre il comando fu a 'enerlo coahetto per quarant'anni, ne' quali aDlD\i-

54

DELLE .lRTICiliTA' GIUB11CHE

nistr la giustizia, e compose le differenze di quelli, che rimettevansi in lui ; onde tutte le 11ue decisioni . furono sempre avute per buone. Finalmente gi vec c'bio sen muore, e vien sotterrato in E fra sua patria.
CAPITOLO

IX.

Come i successori di Gedeone, cks furon molti, guerreggiarono a tempo opportuno coi popoli . circonvicini.

l. Lasci dopo di se figli ; S?ttanta legittimi da pi mogli' ch'egli ebbe; ed un illegittimo da Druma sua concubina chiamato Abimelec ; il quale , morto suo Padre , ricoverat6si in Sichem presso i congiunti della madre, ch'era nata di col, e avuto molto denajo da loro., che per le grandi soperchierie a' eran fatti famosi, ne viene con essi alla casa paterna ; ove mette a morte tutti i fratelli , fuorc Gioatano , a cui veQD.e fatto .di salvarsi fuggendo. Abimelecco adunque volge in tiraania i governo , dichiarando se stesso padrone di fare quello , che pi gli piace a dispetto della giustiaia ; onde fu cou mal o~hio guardato da quanti sostebevan le parti dell'equit. Ora avvenne, che celebrandosi in Sichem una pubblica festa, e per essendo quivi ra~olta tutta l moltitudine , Gioatano di lui fratello , cui gi dicemmo fuggitogli dalle mani 7 salito sul monte Gari.-. 2im 7 ch'el'll a eavaliere alla citt, alw forte la voce sM:ch fu u.dieo , e a~taWi ~ Slle grida la pte,

n:. pregolla di voler ascoltare quant' ei direbbe. Fatto allol'a silenzio 1 flisse, come le piante allorch avevano voce umana, sbettesi insieme a consiglio richiesero il fico fl' averlo a re. Rifiutando egli l' onore , perch contento di que1lo , che gli venia come proprio dalle sue frutta, non si curava , che gliene dedvasse d'altronde , le piante non abbandonaro il pensiero d' un re ; anzi loro parve di dover onorame la vite , e la vite altres valutasi delJe ragioni recate dal fico ricus il dominio a lei per comune suffl-agio concesso. :Fatto il medesimo dall'ulivo , il ranno , poich fn pregato dal1'-1ltre piante 1 d' assumerne il reggimento, ( ed la pi incendevole pianta fra tutti i legni) promette di pigliarne il comando , che non -ci senfe difficolt ; ma fa di mestieri che gli si uniscano intorno a goderne dell' ombra ; che se temano di perirne , dal fuoco, che asconde in corpo, sieno dis~~ Cotali cose soggiunse non dirle n egli per riderne , ma perch gente tanto beneficata da Gedeone sostien di vedere Abimelecco al goYerno di tutti gli affari , dopo l' ajuto a lui porto nell' uccisione che fece de' suoi fratelli ; ma egli non fi.a dal fuoco punto dissomigliante. Cosi detto si dilegu , e traeva naacosto i suoi giorni tra le montagne iQ continuo timore per tre anni d' Abimelecco. II. Poscia a non molto i Sichintiti , ( cni gi do leva la strage fatta de' figli di Gedeone) cacciano Abimelecco dalla citt non meno che dalla trib; ed egli andava pensando cotne far male alla citt. Or venuto il te-,npo del vendewmiJre, non 11')ltten
LIB. V. CA.P.

DELLE .uiTICIIITA.' GJODA.ICJil!

tavano i Sichimiti d'_uscirne per la raccolta, temende c;he Ahimelecco ne .Ii mandasse mal conci. Ma poich ai trovava appo loro per buona sorte cert' uomo principale per nome Gaal con seguito di soldates~a e di pa1entado , s lo pregarono i Sichimiti , che li volesse difendere sino a tanto che avessero ven demmiato. Accolse benignamente la loro dimanda , e tosto uscirono alla campagna avendo con seco Gaal seguito dalle sue squadre. Quando adunque ebbon sicu1i in casa i loro frutti , cenando a camerate s'ardivano di scagliar villanie contro d' Abimelecco ; e intanto i capi del popolo insidiosamer;te occupati i contorni dell,a citt presero molti partigiani d' Abimelecco , e gli uccisero. Ma un certo Ze\ml un de' pi ragguardevoli. tra Sichhniti , esse1:1do ospite d' Abhnelecco \gli fe' sapere per messi quanto aveva fatto Gaal pe attizzare il popolo, e gli sugger. di venire ad appostarlo intorno alla citt; ch'egli intanto condunia Gaal a movergli incontro : del resto pensi egli a disfarsene , che ci ottenuto gli prometteva di riconciado col popolo. Stando adUllque Ahimelecco al macchione, Gaal si trattenea senza guardia di .se .nei sobborghi e Zebul con lui , ma scorti Gaal soldati , che verso l ne venivano , disse . a . Zebul affrettar. gente armata con~o di loro ; al .che rispondendo egli esser ombre di l'Upi , fattisi omai pi vicini ne intese il ~istero , e non oll!hre son queste , disse , ma una sfluadra di gente ; e Zehul , non se' tu , disse qu~gli , che dai del codardo ~d Ahi,melecco ? Che nop ltl9&tri tu d1Ulqlle l' altezza del tuo valore

LJJ. y. CAP. IX.

provandoti ora con lui ? Sbigottito Gaal s' aft'ronta con Abimelecco ; ma perciocch alcuni de' suoi ca~ don morti , egli cogli altri si fugge dentro al4t citt; e Zebul adopera destramente , che ne sia cacciato , apponendogli troppa fiacchezza ill combattere coi l soldati d' Ahimelel:co. Intanto Abimelecco avuta n~ tizia , che i Sichimiti staw:ano in sull' uscire di nuovo per la vendemmia , dispone intorno alla citt un'imboscata; e appena ne futon. i cittadini un po' dilungati , che una terza parte della sua gente ne piglia le porte chiudendone agli usciti l' ingresso ; mentre il .restante tien dietro a coloro, che s'erano sparsi per la campagna. In ogni parte si fa macello ; e spiantata da' fondamenti la terra, dacch non res~e all' assedio , sulle rovine seminovvi del sale. In tal modo perirono tutti i Sichimiti. Quelli poi d' infra loro, che sparpagliati per la campagna s'erano sot~ tratti al pericolo, rcoltisi tutti sopra uno scoglio assai ben guardato qui vi 1-istettero , e gi s' accignevano a circondarlo di mura : ma saputolo A.bimelecco prevenne le loro intenZioni venuto vi sotto . con tutta la sua gente ; e 8Dlmonbmdo intomo a quel luogo colle sue mani fascine di legne arsic~ie anim il suo esercito a fare medesimo ; dal che cinto in brev' ora lo scoglio di legne , vi gettano fuoco ed Qgn' altra materia di sua natura pi incendevole. Appresesi grande incendio, n v' ebb.e anima sullo scoglio che ne campasse , ma tutti con esso le d.onne e i fanciulli morirono. Furon gli uomini al numero di cinquecento oltre i mille, e l'altra turba "'sai

58 DELLE, AlfTICHITA' GIVDAICHB grande. Tale fu la nentura , che incolse a' Sichimiti , degna veramente di tutta la compassione , se non che della stessa moneta furono Jipagati , onde trattaron s male un loro benefattore. ID.. Ma Ahimelecco , gittato con tal procedere lo spa"ento negli animi degl' lsraeliti, ben si conobbe che a cose maggiori aspirava , e che non avria posto fine alla prepotenza ' se non quando gli avesse tutti recati a niente. Tir dunque a11a volta di Tebes (20) , cui prende di primo assalto. Era in essa un'altissima torte , ove tutta la moltitudine si tro vava raccolta. Questa eziandio disponevasi .d'asse-. diare. Ma in quello , che s' avvicinava alle po1te , avvenne che una femmina lo fer in capo con un rottame di macina; dal qul colpo atterrato Abime- ltcco preg il suo scudiere a finirlo , perch opera non si credesse di femmina la sua morte' ; ed egli tosto esegninne il comando. Tal fu la pena, eh' egli ebbe ' dell' empiet che us co' frateHi , e della barbarie onde tratt i Sichimiti ; i quali incontrarono la sciagura predetta loro da Gioatano. Morto Abimeleceo, l' esercito ch'era con lui' si smembr, e tornaron Ciascuno alle case loro. IV. Al governo. degl' lsraeliti successe Giair (21) di Galaad della trib di Man~sse , uomo per ogni conto felice , ma vieppi per l' otlima figliolanza di cui fu padre. Percioech furon trenta , tutti bravisimi cavallerizzi , e padroni ciascuno d' una cittade nella Galaaditide. Egli adunque amministrata per ven- 1idue aJUi. la caria ~ molto vecchio mor ; ed ebbe

sua

1.1.

T. CiP. IX.

1' onor del sepolcro in Camon citt Galaaditide. Ma


le cose degli Ebrei piegavano ognora pi al disor' dine e al rompimento d'ogni legge; siceh gli Ammoniti e i Palestini (22) non facendone pi Terun conto con grande armata corsero le loro tene , e impadronitisi di tutto il di l dal Giordano si promettevano omai di passare- alla conquista del rimanente. Tornati in se per tali sinistri gli Ebrei si rivolsero a supplicar Dio ; e gli offersero sagrifzj pre ~andolo , che addolcito e piegato alle loro inchiest~ volesse rattemperare il 4UO sdegno. A qu~ste preghiere cangiandosi Iddio in pietoao gi stava per ajutarli. V. In questo scesi col loro esercito gli Ammoniti nella provillcia di Galaa.d , vennero loro incontro ai confini que' del paese privi di Capitano. Eravi allora un certo Jefte uomo ha per la fama del padre suo, e per le truppe da lui mantenate a sue spese potente assai. Lui dunque mandaron pregando , che li volesse soecoiTere' ed in mercede prometton.gli' che in avvenire. si reggeranno mai sempre al governo di lui. Jefte non ammette la loro preghiera , accusandoli , che non aveasero porto soccorso a lui sopercbiato manifestamente da' suoi &atelli; conciossiach per esaere non d' una medesima madre ton loro , ma forestiere , di donna per I.IDOrosa passione tirata ia loro casa dal .padre , ne lo cacciarono villanmente non lo curando, percb senz' appoggio. Ed ea}i fermatosi nel pae~e. detto Galaaditide, avea tratto ~ aq sQ!do f~ualuncpe pel'IOila cuadech _. vc:nisse.

6o

DELLE Al'ITICJIJTA' GfUDA.ICHE

Ma caldamente pregatone , e fatto certo con giuramento , che in perpetuo sar loro Signore , ne asSUII.Se il comando ; e disposto assai provvidamente ogni cosa , e fermato l'esercito nella citt di Masfa mand ambasciadori all' Ammonita, che gli rinfa:,::ciassero le sue usurpazioni ; ed egli all' incontro spediti alcuni de' suoi opponeva agli Ebrei l'uscita loro dell' Egitto , e domandava , che votassero l' Am.orrea siccome antichissimo suo retaggio ; a cui Jefte rispose , che , non che fosse giusto l' apporre , h'essi facevano a' loro antenati l'usurpazione dell'Amorrea, dovevano anzi a quelli saper grado dell' Ammonitide loro rilasciata ; che ben pote"a Mos spogliarli di questa ancora ; e dinunziato , che si ritirasse da quelle terre, ch' essi da trecento anni in qu per favore di Dio possedevano , disse , che ne intimava loro gue1Ta. Ci detto licenzi gli amhasciadori. Egli intanto raccomandatosi a Dio per la vit~qria , votossi di sacrificargli , purch tornasse vivo ia sua casa , cbecch prima gli si parasse dinanzi. Venuto a battaglia vince compiutamente , e uccidendo inseguilli .fino .alla citt di Mennite. Quinci innoltratosi nella Ammonitide vi distrusse molte citt , e ne men grande preda. Cos trasse di schiavitudine i suoi dopo diciotto anni di pena. Ma nel ritornare che fece addietro gli avvenne un caso tutto contrario alle passate felicit ; perciocch usc a scontrarlo l figlia , ch' era unica e vergine. A questo incontro c;liede pel gran dolore in un altissimo grido , e si dolse alla figlia della sovel'cllla .sua fretta a iacon-

LI l". CAP.

n:.

Gr

trarlo ; poicb far doveva di lei una vittima a Dio. Il qual suo destino anenire non 1iuscille discaro 7 perch lascerebbe morendo il pac:he vittorioso , e liberi i cittadini. Solo il richiese , che le concedesse due mesi per piagnere co' cittadini i verdi suoi anni, indi facesse quanto esigeva il suo voto. Dielle il tempo anzidetto, e bapassato che fu sacrific la figliuola in olocausto, offrendo una vittima n conforme alle leggi , n cara a Dio senza punto disaminare col pensiero, che ne sarebbe in avveb.ire paruto, a chi udrebbelo raccontare. VI. Indi a poco avendo la trib d' Efraimo contro di lui mosse l' armi , perch non pur noa gli aveva fatti partecipi della spedizione contro degli Ammoniti, ma godeva egli solo s del bottino s della gloria venutagli dall'impresa, primieramente purg se stesso eol dire , eh' oltre il non ignorar essi no la spedizione de' loro fratelli , non comparvero , bench chiamati , a dar loro mano , quando non che il pregarneli, .ma il saperlo doveva bastare per fa1lo; indi aggiunse essere ben cosa strana , che quelli , che non s' ardirono di affrontarsi con gente nimica intf'sa tolo a' loro danni , $C la pigliassero poi con fratelli; indi li m.iuacci da parte di Dio di farneli , se non tornavano a segno 7 dolenti. Ma non potuto ridwli. fu alle mani con loro gi forte d'un buon esercito chiamato dalla Galaadite 7 e fattone gran macello, cacci il resto in fuga , e preoccupato con una squadra spedita innanzi il passaggio del fiwne, li mette a,. morte , sicch gli uccipi furono da quarantaduemila.

6~

bELLB 1l'fTICBIT"19 WfD.UCBJ:

Dopo ci durato regnando aei anni finisce di Tivere ed aepolto in Masfa (23) sua patria nella prov~ Galaaditide. VII. Morto 1efte. asaume il comando Abeaan della trib di Giuda , nativo di Betlem. Questi ebbe ae~t santa figliuoli , trenta maschi , e femmine il rimanente , cui laaci tutti vivi ; queste gi maritate , e quegli ammogliati. Easo poi non avendo in sett' anni di governo niente adoprato , che meriti ricordanza, wi vecchio se ne mor ; e fu aeppellito nella aua patria. Morto Abesan in tal maniera , neppure chi sottentrogli al comando, vo' di1e Ajalon Zabulonite di trib , in dieci anni , che il teane , non fece COSfl 1 che degna aia di memoria. Abdon ancora figliuolo d' Wel , della trib d' Efraimo , Faratonite eli patria, che fu creato generai capitano della nazione , DOn forse da ricordare per altro , che per la felice aua &... gliolanza , conciossiach atteso la pace e la trllmfuil lit dello stato non abbia fatta impreaa di ni tilievo. Quaranta erano i suoi figliuoli , dnde nacquer,-.. gli trenta nipoti , i quali tutti al numero di aettanta peritissimi nel cavalcare tenevangli dietro , ove che andasse. Egli morendo li lasci tu.tti vivi dopo di ae. Mor vecchio assai , ed ebbe in Farato onornole. sepoltura.

LJ, 't, CAP. L

6l

CAPITOLO

x.

Della gagliardia di Sansone, e di quante calamit per lui vennero ai Pakstini.


l. Morto Abdone , i Palestini sommettono al loro giogo gl' lsraeliti ; ed erano scorsi gi quaraut' anni , che. n' esigevano bibuto. Ma da siffatte miserie in tale modo vengono liberati. Un certo Manne Danita persona di tanto pregio , che avea pochi pari nella trib: , e per confessione di tutti la principale della sua patria , aveva una moglie oltremodo avvenente, e di tutte le doti fornita , che stanno bene al suo grado. Ora egli dolente assaissimo del non anrno figliuoli , sempre che andava colla. sua donna fuori di citt a un suo podere, eh' era usai grande , porgeva continue suppliche a Dio , di vole1e loro dare legittima successione. Era egli inoltre pazzo d'amore per la sua donna, e per ne viveva stemperatamente geloso~ Ora bovandosi un giorno la donna sola , ecco in visione applllide un angelo di Dio in forma di vago giovine d' alta statura , e recale la lieta novella , , che la Dio merc nasceria loro un figlio pel' fattezze ad un tempo e per nerbo celebratissimo , il quale colla sua forza darebbe a' Palestini gran brighe: ci detto le impone di non tosargli giammai la chiOJt\.a ; astengaai inoltre , che cos vuole Iddio , da ogn' altra bevanda, che non aia acqua , e sia page aolo di questa. Adempiuto con ci ll yolere di Di~, per cui nDne , disl"rvc. .

DELLE A!('l'ICHJT&' GIUDAICHE

II. In questo giunto il marito, essa gli raccont ')avvenuto da lei all' angelo, esaltando con maraviglia la bellezza e statrna dd giovine (z4) Queste lodi eotanto innoltrate lo tobero quasi di se medesimo la gelosia e pel sospetto 1 che d11 siffatta pasaione suole (lerivarc. Volendo p l' la donna levargli dell' animo questo irragionevole dolore supplic a Dio, che di nuovo mandassele l' angdo in modo , che si potesse vedei'C ancora dal marito ; e pet grazia di Dio ecco r angelo novellamente , menti erano nei borghi; il quale per si most1'a alla donna trovn'tesi lungi: da suo mat-i to : essa pregatolo di sostenere 1 finch v'abbia condotto il rnar ito, di sua licenza va e :~:i tmna con 1\'Ianue ; il quale tutto foss e ocul<ll' testimonio , pure non si rimaneva di sospettarne ; .e il 1ichiese di palesare anche a lui quanto a ve va detlo alla donna ; ma rispostogli 1 che ~i contentasse 1 che pl:ll' la donna il sapesse 7 iusta 1 percb gli dica chi egli sia 1 oade potere del nato figliuolo e sape115U grado tl rimeritado; al che soggiunse, a lui non fare mestie1i di ntla. , n non avere gi per bisogho data loro la felice novella della prole avveni1e. Manne allora il p1eg di. restarsi , e gradire un ospitale battamento ; m:t glielo neg. Finalmente dalle lunghe pl'egbiere mosso a -fermarsi 1 fiiJch ~li si rechi qualche presente , Manue scanJl un montone in onore di lui 1 e in giunse alla don,na di cuoceilo. Come tntto fn messo a oroi:ne' comand 1' angelo che e le Gal'lll' e i pani si deponessero sopra una. pietl.'a aen.za va'Sell<unento. Ci fatto, egli tocca colla bacch~tta 4he

pet

LIB. V. CAP. ][,

6S

veva in- mano, le carni; le quali da un subito fuoco, che lampeggionne 1 rimasero insieme coi pani bru.ciate ; e l' angelo fu veduto da loro salire in cielo su per lo fwno , come su un cocchio. Manue allora temette , non forse l' aver 't'stp Iddio gli do1esse produrre qualche sinistro; ma confortollo a far cuore la donna ; poich non per altro era loro comparso Iddio ,.- che per proprio loro bene. III. Concepisce indi a poco la donna , e guarda gli ordini avuti da Dio; e il nato fanciullo. chiamano Sansone, il quale nome significa forte; Crebbe in cabreve il fanciullo , e il suo savio procedere , e pellatura non tocca mostravano chiaramente , che dovea riuscire un grand'uomo. Recatosi egli co' suoi genitori in Tamnata- citt palestina, ove tenevasi nna solenne adunanza, s'invaghi d'una vergine del paese; e prega i suoi genitori di maritarlo con quella. E_ssi ricusano di compiacerlo , percli non ~a la donna del sangue medesimo : ma perciocch Dio quelle nozze ordinava al bene degl' Israeliti, Sansone ottiene alla fine , d' averla ad isposa ; onde senza dimora venendo -da' gnitori della fanciulla scontra un leone, e irienne com' era lo accoglie a pi fermo , e colle sue mani Io' strozza; indi ne gitta il cadavere in un luogo pien di cespugli lontan dalla -.-ia. Ora mentre llD d sen'andava di nuovo- a trovare la 'donzella~ gli venne veduto uno sciame d' api 1 che aveva figliato in petto al leone : on,de colti tre favi di mele on eSSO gli altri regali 1 che aveva seco 1 ne- present )a fniulla: Avendo poi que' di Tamnata nel banchetto Fr.AVIO, tomo II. 5

la

66

DELLE A.NTJCliiT.A.' GIVDAICJIZ

nuziale, o\'e gl'invit tutti quanti, per lo timore in che stavano della fmtezza del giovine , assegnati a San1one trenta de' pi robusti che avessero , in apparenza perch gli fossero cdmpagni ma in realt.i perch pronedesse. r o che non tentasse stra,aganze, nel maggior caldo del vino e degli scherzi J cos~ usate in tai tempi 1 Sansone Jisse ; OIa via, se voi siete da tanto 1 nel tempo di sette giorni; ch'io vi d }? r cer al'llC da scior:mi il problema 1 ch' io sono per proporvi , ciascuno di voi in pr!,mlio d' avetlo inteso l'portcr un manto una giubba. lmpazie11.ti qu , giovani di pa1ere ad tm tempo . svegliati 1 !! di avern.e il guadagno pressavanlo petch dicesse. Disse ;;~d1mque. Il divom11bre d'ogni cosa e l' ace~bo pr-Qdnsse cibo e dolcezza. Or;;~ quelli non essencfo in ne giorni potuti giugnere a indovinarne la verit , rac comandami alla donzelt , perch tl:attala di bocca al matita loro la palesi, e minacciaYonla 1 1$1! non com.piacevali 1 di gettarla nel fuoco. Sansone pregato dalla fanciulla si tenne in prima forte sul no, Ma instand.o questa e mettendosi a lagtimar'e 1 e dolendosi d Il' argomento 1 che tale negativa le dava> de1 poco suo amore per lei , finalmente le scop1e tutto il segreto del mo1to leone 1 o donde tolse i tre favi di mde , c;;he a lei rec. Egli a.dUqttfl non sospcttanClo d' i-9ganno le manifesta ogni co_ sa, c la d.oi!Da lo pubblica a chi ne l' aveva J'ic}lie-sta. Giunto pertanto il settime di aes;ti.nato a de ifelare il proposto problema , innanzi al levare del sole raccolti i insie mo' i dieono non avaei cosa n del leone pi acerba

ua. v. eu. x. a chi in quello si aniene 7 n pi dolce del mele a chi a guita. E Sansone rispose non ci avere cosa al inondo pi ingannevole della donna , che a voi fa palese il nostro problema. Cosi detto attiene loro la sua promssa , spogliando quegli Ascaloniti , che s' imbatterono in lui tra via , essi ancora P ales tini. Indi ricusa quelle nozze , e la donna nulla curante il suo adeguo si sposa c.on quell' amico di lui , che stato erane paraninfo. Da questo affronto irritato Sansone giur vendetta sopra di lei , e di tutti i Palestini. IV. Venuta dunque la state , ed essendo le biade omai sul raccorsi , prese b.ecento volpi , e attaccate alle code loro fiaccole accese, lasciolle andare per le campagne de' Palestini; t: in tale ~do fu messa al niente la loro ricolta. Avvedutisi i Palestini essere questa opera di San~one , e 11aputone il perch , spedirono in Tamnata i loro capi", i quali bruciarono Ti vi la donna gi di Sansone e i parenti , siccome autori di que' malanni. Sansone poi, dopo uccisi parecchi nella pianura de' Filistei, si ricover in Etan. U.a.a forte rupe era questa della trib dl Giuda. Per i Paleatini mossero l' armi contro la trib. Al dire che fecero que' di Giuda non essere giusto i) vendicarsi su loro del fallire di Sansone , mentr' essi pagavano loro tributo, riapnsero, che se 116n volevano averne colpa , dessero loro nelle mani Sansone : e questi bramando di non int:ottrre disturbi , si presentarono con tremila . soldati alla rupe ; e dolutisi prima c;oa lui della prepoteaza usata co' Palestini

68
Ehr~a

DELLE Ali'TICBITA.' GIVD!ICBB

gente capace di dare gran danno a tutta la stirpe , poi scopertogli che a lui ne venivano per pigliarlo, e darlo indi loro in potere , pregavanlo di volere ci avere per buono. Egli allora avutone giuramento , che non gli farebbero niente pi , ma che solo consegnerebbonlo in mano ai nemici , sceso gi dalla rupe si rende agli amici ; i quali avvintolo intorno di doppia fune sei conducevano dietro per consegnarlo a'Palestini. Ma ginti a un certo luogo, che daU' impresa ivi fatta da Sansone. al presente viene detto mascelJa (2S) , e prima non avea nome , poco longi dal campo de' Palestini , i quali anzi gli vennero. incontro con festa e schiamazzi per essere a lieto fine condotti i loro desiderj , Sansone rotti i legami , e levata di terra una masceUa d' asino , che per ventura gli stava a' piedi , avventassi contro ai nemici ; e con quella ferendoli , intorno a mille ne uccide , e caccia gli altri con grande spavento in fuga. Sansone poi levatosi pi del dovere per questo fatto in superbia, non rec l'avvenuto . a soccorso di Dio , ma al proprio valore ascrisse , che da una sola mascella i nemici fossero morti in parte , e in parte cacciati in fuga , vantandosi d' aver messo spa vento negli animi loro. Ma fu appena assalito da una sete rabbiosa ' ehe ben veggendo a valore del.. l' uomo non valer nulla , si protest debitore a Dio d' ogni cosa; e fecesi . a supplcarlo , che non volesse per isdegno conceputo contro i suoi detti darlo in poter dei nemici ; ma gli porgesse nel tristo incontro soccorso, e liberasselo da quel sinistro~ A tali pPe-o

.LIB. T. C.A.P. X.

69

piegatosi Iddio gli fa scaturft.e da certa (~6) rupe una fonte dolce assai e copiosa; onde Sansone chiam quet luogo mascella (27); e -conserva tal nome fino al d d' oggi. V. Dopo questa battaglia Sansone avendo a vile i Palestini si por1;a a Gaza, e fece sua stanza un pubblico albergo. Accortisi i principali Gazei , che Sanso ne era quivi, mettono insidiatori d'intorno alle porte , perch non n' esca furtivamente; e Sansone , che taon ignorava le loro trame, le...atosi intorno alla mezza aotte , avventassi contro le porte e recatelesi sulle spalle con .esso la serratura , le imposte , e quan.. t' altro legname ci aveva intorno , triisferisce ogni cosa e depone sul monte vicino ad Ebron. Ma non si tenne' alle patrie leggi, e imbratt la sua vita eoll' imitazione di costumanze straniere , ond' ebbe principio la sua rovina ; poich preso d' amore per una donna di ~ondo tra' Palestini nomata Dalila , T' era spesso : laonde i reggitori del comune venuti a lei con promesse , la inducono a ritrar da Sansone J onde avesse mai tanta forza, per cui riusciva impos.sibile a' suoi nimici il pigliarlo. Essa adunque in, mezzo alle ~e e a .simili trattenimenti ammirandone l' alte imprese venne con artifizio a intelTO garlo perch tanto avanzasse gli altri in valore. San.. 10ne , che aveva ancora il cervello a segno, ricambi *l suo inganno la donna dicendo' che quando fosse legato con sette tralci di Yite avvoltigli intorno a pi giri , egli allo1a sarebbe il pi fiacco uomo del Jllondo. E Dalila per al prsente s' accb.eta. Ma

~hiere

DELLE .ANTICRJT1' JVDAICRE

poscia fattine chiari i capi de' Palestiai, appiatt secretameute w sua casa aluni soldati , mentre giacevasi oppreaso dal vino insieme e dal aoDDo 1 legollo fortissimamente coi tralci. Indi svegliatolo grid , he tali venivangli addosso. Ed egli rotti i legami sforzavasi d' ajutarsi , quasi ci avesae gente , che lo assalisse. Ma la donna, poich Sansone conversava continuamente con seco , dice dolerle forte , ch'egli mostrando fidarsi assai poco al suo amore per lui , non le scopra ci che gli chiede , come stt non sapesse tacer una cosa , che ben vedeva a lui esser utile , in quanto era ignota. Ed egli ingannandola novellamente disse ' che allor perderebbe a suo nerbo , qua,ndo. venisse stretto da . selte corde ; ma poich fatto ancor questo nulla conchinse , le. indici) per la terza volta , che gli dovevano avviluppare la chioma. Come poi neppur questo nel fatto non fu trovato esser -vero , al pregamelo , ch'essa fece , Sanson fiinalmente ( perciocch pur do?tna precipita1lo la sua voluta condiscendenza per Dalila) Dio , disse , ha cura di me , e nato per ispeciale sua provvidenza io nutro questa capellatura con ordine suo preciso di non tosa1la ; perch6 dal conservarsi e crescer di questa dipendono le mie forze. Ci iQteso la, donna gli rase furtivamente i capelli, e lo pose in mano de' suoi nemici incapace di pi resistere . al loro assalto ; i quali cacciatigli gli occhi di testa , lo diedero a condur prigione. Ma in progresso di tempo crebbe a Sansone la chioma ; e facendosi da' P ales tini una pubblic1l festa , ove il . fior de' pri-

LJB. V. CiP. X.

,.

marj e pi ragguardevoli personaggi si stava a un lieto convito , ( la casa appoggiavasi sn due colonne, che ne reggevano il tetto ) col vien tratto a loro inchiesta Sansone , per prenderne tra i bicchieri diletto villaneggiandolo. Or egli cocendogli assai pi d' ogni male il non poter oltraggiato fare vendetta , prega il fanciullo suo condottiere che cessi per poco, dicendo di bisognargli per la sostenuta fatica, eh egli avvicinilo alle colonne. Come vi fu dappresso , tal diede loro una scossa , che colla loro rovina tira tutta la casa sul capo di tre mila persone 1 che tutte' fur morte, e v' ebbe tra quelle Sansone ancora. Ta le fu la fine di questo grand' uomo dopo aver per vent' anni giudicati gli lsraeliti ; degno in vero di maraviglia per la sua virt e fortezza , e pel corag gio onde chiuse i suoi giorni , e per l' ira onde fino alla morte perseguit i suoi nemici : che l' essere stato egli preda di donna, vuole attribuirsi all'umana natura soggetta ad errare : nel resto poi gli si dee far ragione , che fu di grande virt. I suoi cangiun~i poi levatone di l il corpo lo seppelliscono in Saraa sua patria insieme con que' del suo sangne. CAPIToLo
l

xt.

pome i figliuoli t1 Eli gran Sacertlote restarono uccisi nella battaglia contro de' Palestirii. I. Morto Sansone , presedette agl' lsraeliti Eli gran Sacerdote. Sotto di questo venuta gra.n carestia (~8),

DELLE ANTIGmTA7 GIVDAICHI:

Elimelet'co di Betleem citt della trib di Giuda ; noa potendo pi reggere a quelle angustie si trasfeP nella Moahitide colla sua donna Noemi, e coi figli avuti da lei , Chelion , e Maalon. Quivi andandogli , c::ome voleva, le cose sue, spos i suoi figli con donne Moabite , Chelion con Orfa , e Maalon con Rut. Indi a dieci anni , tanto Elimelecco , quanto i suoi figli l' un dopo l' altro si muojono in breve tempo. l>olente l'~oemi oltremodo del tristo caso , e incapace di pi sostenere la perdita de' suoi pi cari , per cui era uscita di patria , novellamente vi si rendette; dappoich udiva , che omai le cose ivi andavano felicemente. Non sofferivano di vedersi le spose dispunte da lei , e con tutto il ricusare ch' ella. faceva di averle seco, non poteva 'in verun modo condurle a restarsi ; pur , mentre di nuovo pressavanla , deaiderate loro nozze migliori, cui certo non ebbero co' suoi figliuoli, e acquisto d' altre fortune , poich trovavasi in quello stato , pregavale di rimanersi e non vGlere lasciando la pab.ia terra arrischiarsi con le.i ad eventi dubbiosi. Orfa adunque si {erma col. Ma Rut non potuta piegare la men seco futura compagna di quanto dovevale intravvenire. Giunta Rut calla suocera in Betleem fu ricevuta ad alberg!) da .Booz congiunto d' Elimelecco ; e Loemi , al chiamar che facevanla j concittadini col pmprio nome ' meglio & , disse , che mi diciate Mara ; ( e nell' ebrea lingua Noemi (~9) vale prosperit, e Mara dolore). Essendo allora tempo di mietere , ~sci Rut con .licenza della suocera a spigolare , onde avere di eh~

v. c.&.l'. XI .sostentarsi , .e aYventurosamente s'avviene ne' campi di ~ooz. Compars.ovi indi a poco Booz , e considerata la giovine ne richiese il castalclo , il quale pochi moJnenti innanzi avuta da lei medesima d' ogni cosa contezza informonne il padrone. Qui egli , tra pel suo amore verso la suocera, e per sovvenir.gli che allora fece il figlio di qu~lla , a cui fu sposata , la salut , e pregatole dal cielo ogni incontro felice , non volle che ristoppiasse , ma che mietesse e seeo portasse quanto poteva , con ordine al suo castaldo di !asciarle tor_ seco ci che bramava , e di porgerle pranzo .e vino , quando dava mangiare a' mieti tori. :Rut intanto serb per la suocera la polenta avuta da lui, e in sul t;:lrdi fu a recargliela insiem colle spighe. Anche Noemi salvato aveva per lei una .parte di certe vivande , che i suoi vicini amorevolmente le avevano sommi~istrate. Indi le vien raccontando ci, ch' erale stato detto da Booz; e risaputo .dalla suocera , che Booz le parente , e che forse per compassione si prenderebbe pensiero di loro , usc di nuovo ne' giorni seguenti a coglier le spighe COI;l le fantesche di Booz. Indi a pochi d Booz venutoci ancor esso , poich le biade erano omai sventolate , si pose a dormire sull' aja. Noemi saputolo pensa il modo di metterla vicino a lui , con<;iossiach tornerebbe assai bene a lor due , se Booz s' abboccasse con lei , e manda la giovine, perch gli si m et(& a riposare dappiedi. Essa adunque , siccome credevasi in debito di non contraddire in nulla ai comandi della ~ua s"Q.ocera , ae :g.e Jieae col , :Uooz aepolto in pro...
Llll.

DELLE Al'ITICBJTA' GnrDAICBE

fondo sonno lilla prima non se ne avvide. Ma destosi intorno alla mezza notte , accortosi della persona che sta vagli poco l ungi , chiese chi fosse. Essa allor pa- lesolle il suo nome , e pregatolo , che siccome suo Signore , le perdonasse , Booz non fece allora motto , ma rizzatosi assai per tempo , anzich cominciassero i servi a moversi pei lor lavori ' destolla ' e le ordina , che tolto seco quanto pi grano essa puote , sen vada alla suocera , prima che niun s' accorga del suo aver dormito col : perciocch saviamente adopera , chi si guarda dalle dicere, eh indi sogliono nascere, massimamente dove si appoggino a qualche fatto. In riguardo poi all' interesse , che pi rileva , la cosa , le dice , andr di tal modo ; tu devi ricltiedere chi pi di me t'appartiene per sangue, se gli il caso,di prender te per sua moglie ; quando che s , segui lui ; se poi ti rifinta , io ti avr legittimamente a mia sposa. Com' ebbe ogni cosa narrato alla suocera, cos incontanente si confortatono di dover esser curate da Booz ; il quale sul mezzo giorno venuto in citt , radunt i seniori , e mandato per Rut ne chiam il parente eziandio , al quale , poich fu presente , s dis- se; non se' tu l'erede d' Ahimeleco ' e de' figli suoi? Risposto che s attesa la sua affinit , a cui la legge lo concedeva, ebbene, ripi glia Booz, .ragion non vuo le ~ che sol per met tu ricordi le leggi , ma piuttosto, che interamente le osservi. Eccoti adunque Ia donna di Maalon , che qua sen viene , cui , se desideri possederne gli averi , ei ti conviene secondo le leggi sposare~ Egli allora cede e l'eredit, e la-donna

J.B, 'f, CA.P. U.

75

Booz consanguineo euo pure d' gi trapassati, di .cendo s avere gi moglie e figliuoli. Booz adunque chiamati del fatto in testimonio .i seniori , comanda alla donna , che a lui si accosti , e secondo le leggi trattagli di pi la scarpa gli sputi (3o) iD faccia. Ci fatto , Booz sposa Rut , e volto l' anno nasce loro un figliuolo maschio ; cui prese Noemi ad allattare , e per consiglio datole dalle donne chiamollo Ohed , quasi dovesse servirla in vecchiaja ; conciossiach in idioma ebraico Ohed (3 1) vaglia s.ervente. D' Ohed vien Jesse, di Jesse Davide il Re, che a' suoi lasci il {egno durato in sua casa ventuna generazione (32). ll fatto di Rut necessariamente l' ho esposto , poich d& volli un sag~o della potenza divina , a cui facil cosa ella sollevare persone aucora di basso affare a sublime stato , qual si fu quello , ove port Davide. nato di tali padri. II. Intanto gli Ehrei , scadendo ogni d pi lo stato loro , escono di nuovo in campo contro dei. Palestini ; e il motivo fu questo. Eli gran Sacerdote avea due figliuoli , Ofni e Finees. Costoro divenuti cogli uomini prepotenti , e irreligiosi con Dio , non ci avea S8elleraggine' da cui s' astenessero. Oltre le offerte che 'ricevevano a titol d'onore , usurpavansi l' altre ancora alla foggia de' rubatori; e alle donne che per religione venivano al tempio , facevano vii lania ~ tirandovele or colla ~rza , or coll' esca dE:i donativi. In somma il. loro procedere non si distin gueva punto da una tirannide. Quindi e il padre senti vane grande affanno, che d' ora in ora temea

~6

DELLE .A.NTICRIT.A.' GIUDAICHE

non ne fos~er puniti da Dio, e il popolo n'era mo.. scontento. Ma poich ebbe Dio predetto cos a h. eome a Samuele il profeta ancora fanciullo, la trista fine che far dovevano que' suoi figli, apertamente allora li pianse , come gi Ill()rti. Or prima a me piace d'esporre quanto .s' attiene al profeta, indi scendere a ragionare dei figli d' Eli , e della sciagura , che venne addosso a tutro il popolo degli Ebrei. III. Elcana , uomo levita , di condizione mediocre in mezzo alla trib d' Efraimo , abitante nella citt di Ramataim (33) , aveva pigliate due mogli , Anpa cio e Fenenna. Di questa gli nacquero figli. All'altra per bench sterile conservava costante il suo amore. Ora portatosi Elcana colle sue donne in Silo per quivi offrir sacri6zio , ove, come abbiamo gi detto, si piant il Tabernacolo di Dio, e distribuendo in tavola le parti delle vivande alle donne e ai fanciulli , Anna data un' occhiata ai figliuoli dell' altra phe le sedevan vicino , proruppe in lagrime , deplorando la sua sterilit e solitudine; e rendendosi sorda pel gran dolore al pur confortarla , che faceva il marito , ne venne al Tabernacolo, e preg Dio le volesse dar prole , e farla madre ; che prometteva di consecrare il primo suo parto al servigio di lui in una vita non certo simile a quella d'uomo vol.. gare. Ma siccome dur lunga pezza pregando, Eli gran Sacerdote , che si sedeva alla porta del Ta.. bernacolo qoedut;da briaca le ordin , che di l si Jevaslje. E1sa allora dicendo aver bevuto acqua , e

Lt.

v; CAP. Xl.

?1

,~-vi dolente supplicar Dio perch priva 'di figli, la sort a sperar bene, assicurandola , che Dio le darebbe figliuoli. Tornata per al marito piena di con fidenza , mangi lietamente ; e rendutisi alla patria ; cominci ad aver gravidanza. Nasce indi loro nn bambino, a cui danno il nome di Samuele, ch'altri direbbe ~lr,ru chiesto a Dio (34). Presentaronsi adunque a sacrificar pel figliuolo e ad offrire l decime. Quivi la donna, poich le sovvenne del voto fatto di quel figliuolo , lo porse ad Eli , in lUi con secrando a Dio un futuro profeta. Gli si lasei dun.. que crescere la capigliatura , e non gli si diede bere che acqua. Samuele pertanto veniva allevato nel ten1pio ; mentre ad Elcana nascon di Anna tra gli altri figliuoli , tre feriunine ancora. IV. Or Samuele,all' et pervenuto di dodici anni cominci a pr9fetare, e una voi ta dorrilendo chiamollo Iddio per nome ; ond' egli avvisatosi d'udir la voce del gran Sacerdote ne viene a lui ; ma neg il gran Sacerdote d'averlo chiamato: e Dio per tre volte fa il medesimo: Eli allora illustrato dall' alto dice , i crto , o Samuele, s!ccome innanzi , cosi ho tacciuto ancor questa volta. Adunque Dio che ti chiama ; per digli , che tU se' pronto. Quindi udita novellamente la voce di Dio , preg , che dicebe quanto era d' uopo , che noi troverebbe rstio 'a servirlo 'in ehecch mai volesse. E Dio , poich , dice , se' prt!>' sto , sappi che sovra&tanno agl' Israeliti tali disavventure , che a chi le udr , seinb1eranno maggiori d' ogni espressione e credenza; e che i figli d'Eli

78 DELLE A.I.'I'TICJIIT!' CIVDAICH!: nel d medesimo si mon-anno ambedue , e he . cerJozio fia trasferito nella famiglia d' Eleazi: stante che pi del mio servigio anche contro il Io~ bene am Eli i suoi figli. Eli pertanto astretto fi profeta con giur8JI(ento a palesargli ogni cosa , ( dacch non voleva questi con tai novelle I'ammaricarlo ) ebbe un argomento ancora pi certo della rovina de' figli suoi. Ma crebbe a pi doppi la fama di Samuele , quando si videto verificate le sue predizioni. In fatti verso tal tempo i PalStini venuti ad oste contro gl' lsraeliti si attendano in vicinanza di Afeca (35) ; e gli Ebrei indi a poco usciti per iscontrarli , il d. appresso s'azzuffano , e restano vincitori j Palestini ; i quali uccidono da quattromila Ebrei, e al rimanente danno la caccia. fin dentro alle trincee. Per gli Ebrei paventando l' ultimo eccidio , mandano richiedendo il senato e il gran Sacerdote , che rechino l' arca , onde alla presenza di lei incoraggiti a star fermi possano domar l' Jnimico ; ma noa riflettevano , ch'era dappi* dell'arca colui, che a perire li condann , poich per lui si fece ancor quella. Venne adunque l' arca , e con essa i figliuoli del gran Sacerdote con ordine stretto del padre , che se presa l' arca pensavano di sopravvivere , pi non gli -venissero innanzi. Eppure Finees esercitava gi il ministero sacerdotale per cessione fattagliene dal padre omai troppo vecchio. Grande fidanza presero gl' Israeliti , come se per l' arrivo dell' arca dovessero tosto superar l' inimico. m fatto impaur l' inimico temendo l' arca presente agl' Israeliti. Pure a cosif-

LD. V. CAP. "Xl.

79

fatta aspettazione . d' ambe le parti non corrispose l'evento, ma attaccata la. nschi, quella vittoria , che 11i promettevl!.n gli Ebrei , fu de' Palestini ; e d~a rotta , che questi temevano , incolti -gli Ebrei ben s'avvidero, che fu indarno la lor confidanza nell' arca : conciossiach appena .venuti alle prese coll' inimico voltaron le spalle ' e perdettel'O intorno a tremila dei loro, tra' quali fur morti ~ncora i 6sliuoli del gran Sacerdote. L' arca altres ve~e ia mano dell' inimic:o.
C.lPITOLO

XII.

Eli udito il caso dei fisli cade dalla sua seggia , e ne muore ..
Giunta in. Silo.la nuova della sconfitta, e della presura dell' arca , ( eh~ un certo giovine Beniamita trovatosi presente al fatto recovvela) tutta in dol01~ ne f11 la citt ; ed Eli graa Saeerdote , che se ne stava . sovr' alta segsia a una porta di quella , uditone il lamentare, e anisataJ}e qualche novit per li suoi:, chiama a se un garzone , e vada tosto , gli disse , a informarsi dell'esito cilella battaglia. Ei veramente in torno a' suoi figli, e al campo , di cui nel medesimo istante gli fu riferito l' evento , senza soverchio ram marico se ne pass , come quegli , che gi ne aveva da Dio saputo , e ad altrui prenunziato il destino ; dove i mali che avvengono inaspettati , abbattono assai la persona. Ma , com' ebbe udito , che l' arca

8o DELLE .ll'fTICJIIT.t.' eiVDA.JCHE LIB, V. C.A.P. Dt. eziand.io s' era presa dall'inimico ' per l'improvvisa disgrazia , che quella fu , addoloratone soverchiamente cadde gi capovolto dalla seggia , ove stava , e morinne in et di novantotto anni compiti , per quaranta de' quali dur giudicando gl' lsraeliti. In quel giorno medesimo muore ancora la moglie di Finees , non sofferendo di sopravvivere alla calamit del marito. n tristo caso del marito le fu recato' lnentr' era gravida , e tosto di al mondo un bambino di sette mesi , ch' essendo campato fu detto lccabod (36) , il qual nome significa infamia , per l' i~ gnominia che allor ne incolse all' esercito. Or Eli fu il primo gran Sacerdote della famiglia d' Itamar un dei figli d' Aronne. Poich sal prima al gran Sacer dozio la famiglia d' Eleazaro , che ne ricevette dal padre in retaggio l' onore ; ed egli lascionne erede Finees suo figliuolo, a cui succeduto nel posto Abiezer figlio di questo, fecene suo successore il figliuolo per nome Bocci ; onde l'ebbe Ozi nato da lui, dopo il quale ottenne il gran Sacerdozio quell' Eli , di cui ragioniamo presentemente , e i suoi discendenti fino ai tempi del re Salomone , che allor ripiglia.uowo que' d' Eleazaro.

DELLE

ANTICHIT GIUDAICHE

CA.PJTOLO PlliMO

Sterminio de' Palestini e delle loro terre , e in che modo rimandarono l' arca agli Ebrei.

Palestini adunque , fatta prigione l' Arca degli Inaeliti , come ho detto test , la condussero nella citt .d'Azoto; e la pongono quasi spoglia nimica press~ al loro Dio , che ( 1) Dagone si nominava. D d appresso venendo tutti sul far del giorno nel tempio per adorare il loro Dio, trovano , ch'egli ci fa verso l' Arca. Perciocch si . giaceva in terra caduto dalla sua base , ove solea sempre stare ; on1 d' essi levatoi di l lo rimettono al luogo suo , doFLAvso,
&omo 11.

-I.

DEl-LE A.N'TICHITA.' GltiDAICRE

lenti assaissimo dell' avvenuto. Ma poich quante volte vi andarono , (e fmon molte) altrettante il rinvennero in atto di chi si prostra dinanzi all' Arca, ne fW'ono in gran dubbiet e confusione. Ma finalmente gett Dio in Azoto e nel territorio gan pestilenza e malore ; poich si morivano di penosissima dissenteria , che a forza d' acuti spasimi gli ucc:ideva ; prima per , che l' anima affatto si distaccasse dal corpo , per isbavolgimento Ji viscere le rigettavano tutte insanguinate , e fradicie per 1' infezione del morbo. Una moltitudine poi di sorci spuntati fuor della te1Ta guastavano le campagne , non risparmiando n piante n frutti. Ora gli Azotj trovandosi in mezzo a tanti malanni , n potendo ,pi reggere alle sciagure, si accorsero , che da quell'Arca veniva loro tutto il male , e che la vittoria e la presura di questa non era per loro bene avvenuta. Mandano ~dunque ~gli Ascaloniti pre;andoli , di volere acco-gliere l'Arca presso di se. Non dispiacque a coloro la supplica degli Azotj ; e ne fanno loro grazia. Ma ricevettero appena l'Arca , che si trovarono avvolti nelle medesime baverse ; che l' Arca con se medesima rec le diagtazie d' Azoto a coloro , che indi l' accolsero : per gli Ascaloniti la man.dano longi da ae preas altci di loro nazione ; ma :oeppur appo questi si ferma : perch battuti. da' mali medesimi se ne sgravaao collo spedirla alle citt convieiae; e in quest modo a' aggira l'Arca pell tutte le cinque citt Palestine , fJUa&i esigtmdotte da ciascuna in mercede dell' eljfl"e col. Tenuta , quanto per lei derivano.

I.IL YJ, CAP. J,

j:J

Scanci di tanti mali quei , che provaronli , e dive.. nuti u.a aniso per quei ~be gli udirono , di non al herpre giammai .a tal costo e merced~ J.>l'e&so di se l'Arca , non. pensavano quindi ad altro, chil alla ma aiera e alla strada di liberarsen:e. Per strettisi a eonaigliame i primarj Satrapi delle cinque citt, vale a dire , Get , Accaron , Ascalona , e Gaza , ed Azoto , udavano meditando che si convenisse di fare; e pri.mieramente fur di parere , che si 1-imandasn~ a' suoi l' Atcta , giacch Dio li puniva per quella , e per in aaa compagnia ne venivano i mali , e accompagna vanla nelle loro citt. Ma qtii v'ebbe alcuni , che disaero non doveri ci fare , n prendere errore , l' Arca incolpando di questi mali : perciocch non esser questa una sana via da usare il potere e la forza-; che se Dio ne pigliasse pensiero , non saria DO eduta in bala di uotllini. Esortavanli pe:rei(, a quit!:. tarsi , e portare in pace il mal gi passato , riflettendo non esset'Velle altra cagione , che la natura , la qual~ e ne' corpi, e nella terra, e ne~li alberi, e in quant'altro esiste per lei, col volger degli anni suole produrre di cosiffatte mutazioni. II. Ma prevalse alle dette opinion( l' avviso di personaggi per intendimento e per senno. ne' tempi inDzi fmos , e creduti allora parlare m~glio degli altri acconcilliWlnte al bisogno, i quali dicevano non. doverai n riawulr l' Arca D riteD.ere; lll& cousecrar einque stattle d' Ol'O, , sicome cinque erflO le citt , m ~ndiniento di grazie a Dio , che pt"ovorid.e alla foto saltellza , e serbogli iu "Yita cott tutto i gran
1

DELLE .A.NTICIII'l'.&.' GllJD..liCHE

mali da lui mandati a persegui tarli , contro cui non valeva riparo. Indi un egual numero di sorci pur d' oro simili a quelli , che avevano divorate e guaste le loro campagne. Poi messo tutto in una borsa , e postolo dentro all' Arca allstil'le un carro nuovo ; al quale si aggioghino vacche spregnate di fresco ; e se ne rinchiudano altrove i vitelli ' tenendoli ' che non distolgano dal loro cammino le madri col seguitarle ; e queste pel desiderio di rivederli faran pi presto il viaggio. Messe indi in istrada, quando abbiano l'Arca condotta ad un tiivio , si abbandonino, consentendo loro di scegliere quel sentiero , che pi lor piace. Or se. le bestie tirano verso quello che porta agli .Ebrei , ed entrano nelle loro terre , attribuiscano pure all'Arca i loro mali. Che se piegano altrove , allor, dissero, ne la richiameremo, sicuri che questa .per nessun modo pu tanto. Credettero adunque che fosse giusto cotale avviso , e col fatto rettificat;ono la sentenza ; e recato ad effetto il proposto sin qui accompagnano fino al trivio il carro , e quivi lasciatolo s1 ritirarono.

cA

p l T

o L o II.

Pttoria degli Ebrei sotro la condotta di Samll8le.


I. Or tenendo le vacche la giust strada., come se avesserd , chi le guidasse , i Satrapi palestini le seguitavano per curiosit di vedere, ove mai si ristes-o .sero, e in qual luogo ne andassero. Evvi un borgb

.LI..

VI. CAP. U.

85

della trib di Giuda nomato Betsame. Col arrinn le vacche ; e poich dopo il fatto viaggio le accolse una grande e amena pianura , nou s' innoltraron di pi 7 e qui"Yi stesso fe1marono il carro. Fu questo uno spettacolo per que' borghigiani , che ne fecero grande festa. Perciocch essendo di state , e tutti trovando&i alla campagna in atto di raccogliere le biade , non venne appena loro veduta l' Arca , che rapiti fuor di se dalla gioja , e !asciatisi cader di mano il lavoro, corsero tosto al carro; donde tirata gi1 l' Arca , ~ il vasello :, che le statue conteneva ed i sorci , tutto ripongono sopra un gran sasso, che ave vaci in mezzo a quel piano , indi fatto tmo splendido sacrifizio e un banchetto assai lauto , offersero in olocausto il carro e le vacche. Vedute tai cose i Satrapi palestini tornarono indietro. Ma l' ira e lo sdegno di Dio fece grande vendetta; poich de' Bet samiti tutto che indegni di toccar l' Arca per non esser sacerdoti , pure accostatisi troppo a lei , ferinne settanta (2) ed ucciseli. Grande fu il lutto de' borghigiani per chi fu soggetto a tale disavventura ; e ne piansero grandemente , come ragion voleva , che ai facesse per un gastigo mandato da Dio ; oltre che ognuno ci aveva il suo da compiangere. Per con chiudendo i Betsamiti s essere indegni che l' Arca ppo loro soggiornasse , mandarono al comune degli lsraeJiti , chi gli avvisasse , che avevano i Palestini renduta l' Arca ; ed essi , tosto che lo riseppero , ne fecero trasporto in Cariatiarim (3) citt vicina a Betsame. Qui vi condussero l' Arca in casa d'' un crte.

86 DELL'! .lKTICHl't.l' &lllD.liCHE uomo di stirpe Levita per ;pome Abinadab , clte vinva con fama di santita e religione , csedeudo luogo dicevole a Dia quello , o.e abitava UD. uomo giu&to. Scnivano all'Arca i suoi figli , eh.o s' impiegarono in tal mistero fino a compiti vent' anni ; che tanti appunto ne stette io Cariatiarim dopo la stanza di quattro mesi presso de' Palestini. II. Or poicb tutto il popolo io quel tempo , che l' Arca dimor. in Cariatiarim. , &~ era alle preghiere rivolto ed a' sacri6zj , e dava gran aegni di religione e d' amore per Dio , il profeta Samnele vedutane la prontez~ ' che apri vagli a varco di ' ngionall'e a persone cos ben disposte di libert ~ de' vantaggi di lei s' insinua loro con quelle ragioni , che stima pi acconce a piegarne gli animi ed a condurli al 100 intento. Disse adunque eos. " ISJ'aeliti, in ques.ta ., occasioiJe , io e i Paleatiui beosl si mantengono , quei dolorosi nimici , ch' eran dianzi, ma Dio co," mincia mirarvi con oeei~ benev-olo e amieo 1 " egli conviene non solo desiderar libert, ma usare " eziandio di que' mezzi, ond' ella De venga a roi. " Non vogliate voi dunque segm qul tenore di ft.. , vere , ond' egli conservansi tali ; .a siate giusti. Cacciate da' vostri cuori l' iniquit , e purgati che , sieno con la possibile diligen.za 't'olgetegli a Dio. , Cos f~endo ne avrete ogni bene , con esso la , liberazione dal servii ~iogo , e la vittOI'ia degl' D n lnici , ad otteaere le quali cose non 't'agliano n , armi , n 'robustezza di co:t:po, n moltilludme d'al, leati ; co:aciosaiacb. Dio no,ll prometta cp1e' beni a

LIB. YJ. CAP. U.

" tai condizioni, ma a patto , che s'ami la rettitu " dine e la giustizia. E delle sue impromesse mc ., ne fo io mallevadore ". A tali detti sclam in segno d' approvazione la moltitudine tutta lieta per cosiffatti consigli; e si offerse prontissima a fare i vo 1eri di Dio. Samuele adunque raduna il popolo in una citt detta Masfa (5) , che in lingua .ebrea vale quanto vedetta. Quivi attinta dell' acqua ne fanno a Dro libamento , e digiunando tutto quel d attendoM solo a pregare. Non ignotano i Pa1estini, clte s'erano gli Ebrei assembrati col , anzi risaputo appena siffatto concorso ci vengono forti d' una grand'oste spe;. rando d coglierli all' impensata e sprovvisti. In fatti questa venuta sgmentali , e mette negli animi loro seompiglio e' paura. Per coNi tutti da Samuele gli confessarono d' ave1 perduto il cuore dalla paura e memoiia della passata sconfitta ; e per intende.;. 'YBDO di star cheti , per non irritare a loro danno le forze nimiche. " E ti rammenta, soggiunsero, che " allora appunto che tu ci avevi adunati ad orare , H a sacrificare , a giurare , i nimici ne colsero ignudi , ed inermi. Non ci rimane atlunque altra via da , sperarne salute, che qulla di poter col tuo mezz~ , e col mezzo di Dio supplicato da te campar dalle " mani de' Palestini ,, A questo dire , esso e gli nima a far cuore , e promette loro soccorso da Dio. Indi p;eso un agnello di latte ne fa sacrifzio pel popolo ; e prega Dio , che Toglia reggere la loro de-o stra nelJa battaglia contro de' Palestini , e non softra di vederll per la seconda yoJta mal eapitati. Di~

DELLE N:l'ICKIT' GIUDAIC.E

porge l' orecchio alle suppliche , e accolta con arllm.o lieto e presto al soccorso la vittima , concede loro fortezza e vittoria. Era ancor sull' altare la vittima offerta a Dio , n per anche la sacra fiamma l' aTen tutta consunta , quando l'oste nimica ~osse dal campo , e schierossi per la battaglia , sperando vittoria , cui appoggiavano sull' aver colti i Giudei senza provvisioni , senz' armi , e per tutt' altro col radunatisi, che per far guerra. Ma incontrano accidenti s strani , ehe s' albi gli avesse loro predetti, a gran pena si .sarebbero condotti a crederli. Perciocch Dio primieramente scompigliali eol tremuoto ; e dato un crollo alla terra la rende sotto i loro piedi tremante e incerta, sicch e al suo ondeggiare le piante loro non eran ferme , e all' aprirsi qua e l in voragini dentro vi p1ecipitavano. Indi romoreggiando con tuoni , e con infocate folgori lampeggiando , strapp loro di mano le armi , e inermi cacciolli in fuga. Esce allor Samuele con tutta la moltitudine per incalzarli , e mortine assai , segu gli altri fino a Betcar (5) luogo cos nominato. Quivi piantato un sasso quasi termine alla vittoria di lui e alla fuga degl' inimici , e rendutolo forte lo chiama il segno della fo.-... tezza ~ data loro da Dio contro a' nemici, i quali dopo tal rotta non si levarono pi a danni degl' 1sraeliti ; ma impauriti ahbastan:~;a ., e ricordevoli dell' avvenuto si acquetarono , e quell' ardire , onde un tempo i Palesini usavano eogli Ebrei , dopo la vittoria pa~s a questi. Laonde Samuele movendo loro contro ne uccide molti , ed abbassa del tutto la lo:rq

LIJl. VI. CAP 11.

8g'

tracotanza. Gli spoglia inoltre di quel paese , che avevan tolto a' Giudei soggiogati innanzi da loro ~oli' armi ; ed era quello , che da' confini di Get si stendeva fino alla citt d' Accaron. In quel tempo medesimo passava buona armonia dagl' lsraeliti alle nazioni cananee rimaste infra loro.
CAPITOLO

III.

ced

Samuele indebolito per la vecchiaja amministrazione de' pubblici affari a' suoi figli.

Ora il profeta Samnele , rimesso in buon ordine lo stato del popolo , assegn loro Citt , ove volle , che si adunassero per comporre le differenze , che insorgevano dagli uni agli altri. Egli poi due volte l'anno facendo il giro delle citt rendea loro ra gione ; ed ebbe di mira nel lungo tempo , che vi dur , l' accurata esecuzion~ delle le~gi. Ma oppresso alla fine dalla vecchiaja, e pi non potendo le usate cose operare , cede a' figliuoli il comando ~ la reg genza del popolo. D nome del primogenito fu Gioele, quel del secondo Abia. Ordin adwl(p1e , che l' uno avesse il suo tribunale nella citt di B-etel , l' altro in Bersahee , partendo a ciascuno quel popolo , che 'gli doveva star soggetto., Ma costoro servirono d' un manifesto argomento ed esempio , che alcuni non si rassomigliano ne' costumi a' loro genitori; ma siccome alle volte da' padri rei vengono figli di belle doti e dabbene , cos questi allora , tutto che nati dt ~adr~

DELLE Al'fTIOBITA' GIWDAICRE

buono , mostrar~~si tristi ed iniqui. Perciocch tJ'a.4 viando dalle istituzioni paterne , e tenendo una stra da tutto contraria soggettavano la giustizia a' vitupe rosi presenti e guadagni ; e proferendo sentenza a misura non gi del vero ma dell' interesse, e abbandonandosi ad una vita molle c diapendioaa operavano primieramente contro al volere di Dio ; poi contro a quello del profeta loro padre, il qnale avea dirizzata ogni mira e pensiero a .far sl , che nel popolo fosse giuatizia.

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p I T

o L o IV.

Come per in~iusto governo di quelli la T~Wltitudine volle un re.


I. Quindi il popolo per lo stravolgimento , che i figliuo)i del profeta introdussero nella primiera CO stituzione del governo , forte nojato del loro procedere n' and a lui , il qual dimorava nella citt di Ramata. Quivi gli sposero e l' iniquit dei figliuoli : e r impQtenza in cui egli stesso, trovavaai per la troppo moltrata et sua e pr la debolezza quindi prove gnentegli, di amministrare come soleva 1 i 'pubblici affari. D pregavan pertanto e lo supplicavano , che VQlesse crear loro un re , che governi la nazione , d punisca i Palestini delle passate soperchierie , di cui debbono ancora pagarli. Questo parlare dolse assais,simo a Samuele , cos per l' innata sua rettitudine , ,;:ome per l' odio , che ai re portua. Conciosaiach

91 forte piaoevagli 1' Aristoeruia , cQDle quella che fa beati e felici coloro , ehe &Ottomettonsi al govei'DO di lei. Per i continui pensieri e le coosidera&ioni pr0oo fonde intorno ~le cose gi dette dimenticare facevan-o ~li e cibo , e sonno ; n in altro spendeva tutta la notte , che in. seco stesso ravvol$ore e meditare gli affari correnti. la queste stato gli oompa.risec Iddio , e il conforta a non affimaarsi della domanda , che ba fatta iJ popolo; che U non ClU'&to da 'loro non era gi esJ.i, ma Dio , eui non volevano solo a re. Questo disegno fin da quel giorno , che li cav da}.. l' Egitto , essersi sempre aggirato lor per lo capo. Ma aon andr gnari tempo , che Re sentiraa pentimento ass~ doloroso ; per cui pero , D il fatto torner indietro , e condanneranno se stessi di avere inconsi,.. deratamente seguito consigli poco riconoscenti dei miei bene6zj e delle tue prediziolli. " Vot}io per " tanto , che crei loro quel re , cb' io ti additer , " purch innanzi palesi loro , a quati Jnali ndanG , incontro sottoponendosi a ua re , e ti dichiari con, trario a ~el cambiamento , a cui fare s' aflrettan , tanto ,. . Udito ci. , Samuelo ul 6r del p orno assembrati i Gi11-dei COI\86Dt di crear loro un re : ~a disse dover egli prima esporre , quanto avver rebbe loro dai re, e a qaanti mali sarebbero pe:rci soggetti. " Avvertite adunque , egli disse , che pri aieramente vi rapiraiiDO i figliuoli: de'quali parte Torran. che aieno cocehieri, parte soldati a cavallo " e guardie del corpo , e parte con-ieri e eeliarchi. Indi ae metterumo qucati al laYo.ro dell'anni, dei
J.IB. YL CU. l\'.

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DELLE ..LNTICHIT.\1 GI1JD..LICIIE

carri , .e d' altri stromenti , qtiegli a coltivare la terra , ad aver cura de' ]oro campi , e a zappare le vigne. Ne vi sar cosa , che a un .suo comando non facciano, oome schiavi comprati a contanti. Le vostre figlie eziandio saran deputate a lavorar nei profumi , nella c1:1cina ; ed al forno , e in ogn' altro mestiere , che sogliono fa~: le fantesche sforzate dal timor del bastone , e dalla tortura. Vi spoglieranno de' voshi averi , e li doneranno agli eunuchi , e alle guardie : e le vostre greggi saran divise a' l6lro cortigiani. In somma 1 a dir breve 1 voi tutto il vostro impiegherete a servigio del re divenuti altrettanti suoi s.ervi. V ero , che il pro vare tai cose vi torner alla memoria quant' or vi dico ; e riconosciutivi supplicherete Dio 1 che si mova a piet di voi , e vi liberi tostamente dai re. Ed egli non accorr vostre suppliche 1 ma rimandativi in pace permetter 1 che paghiate la pena del vostro reo consiglio " Il. Ora la moltitudine e alle predizioni dell' avvenire fu sorda, e mostrossi restia a ritrattar quel partito , che aveva contro ragione gi preso. Perciocch n cangiossi d' un punto , n fece caso veruno di quanto seppe dir -Samuele ; .anzi importunamente pressavalo e il richiedeva , che si sbrigasse a crear questo re , n si prendesse gran fatto pensiero dell' avvenire ; che per umiliare i nimici facea me stieri di chi seco loro combattesse : n ci vedevano sttavaganza nel reggersi , che farebbono a quell~ forma medesima di govern~ , che le nazioni d'in ., ., ., ., ., , , " , " , , " " " , ,. " .,

. ' . LIL VI. CAP.

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torno , tutte soggette a re. Samuele adunque veggendoli non solo niente mossi dalle cose dette di sopra , ma fermi egualmente ne' loro voleri , per ora , disse , andate ciascuno alle case vostre ; che quando avr inteso da Dio , chi egli vi assegni per re , sap1 opportunamente chiamru:vi. C .l P
l T OL O

V.

Creazione di Saule a .Re per comando di Dio.


I. Eraci un uomo della trib Beniamitide di buon lignaggio e di savie maniere , chiamato Cis. Questi aveva un figliuolo ; ed era giovine di beli~ aspetto , e di grande statura. In prudenza poi ed in senno avanzava le sue fattezze. Avea nome Saule. Cis .adunque essen'dogli andate raminghe dalla pastura alcune belle giumente , di che dile.ttavasi piucch d' ogn' altro bestiame , mandonne in traccia il figliuolo accompagnato da un servo. Or egli, poich' ebbe scorsa la patria trib tutta quanta in cerca delle giumente, pass in quello dell' altre. Ma neppur qui riuvenutele , pens di tornarsene indietro, perch non avesse indi il padre a stare in apprensione. de' fatti suoi. Ora il servo, che lo seguiva, come si furono alla citt di Ramata 1 disse che l dimorava un profeta v~ri tiero , e il consiglia a portarsi da lui: ehe ne risapr certamente , qual fine abbian fatta le bestie ; a cui rispose che dal viaggio non era avanzato loro nulla, di che meriwe il profeta del suo oracolo : al che

S4
eo~ungendo

DELLE .llfTICRI'l'.t' GI'ID.&.ICIIB

il servo, che aveva un qnarto di siclo ,

e glielo darebbe , ( cos 1agionavano , ingannati dal non saper che il profeta non riceveva mercede ) ne vanno a lui ; e scontratisi presso alle p011.e in verk gini che andavan per acqua , le addomau.dano doT stia il profeta. Quelle glielo additano , e gli spin gono a sollecitare , anzich vada a cena ; perciocch ha molti alla sua tavola , ed egli il primo de' con vitati a sedervi. ll motivo poi dell'aver Samuele rac colta gran gente a cena , ft~ questo. Coniossiach avendo egli pregato Iddio tutto il giorno a mostrargli , chi volesse far re , promise Iddio d' additarglielo il d vepente ; che in quell' ora appunto , che lo pregava ' gJi manderebbe egli stesso per ci un garzone della trib Beniamitide. Egli pertanto fermo nell' alto della sua casa stava aspettandone il tempo ; Tenuto il quale scese gi per andarsene a cena. ht questo s'avviene in Saule , e Dio gli palesa <fUllo &sere il re futtlro. Saule io. taato si fa pi dappresso a Samuele , e salutolo il prega a volergli iwegoare l' ahitazion del profeta , che forestiere , com'egli era, diceva di o.on saperlo. Al ch11 rispondendo Samuele, ch' egli era desso , e :rnenandolo a tavola come se ;i fosser salve le sue ~iumente per cui cercare era .stato spedito , ed egli fatto per sempre padlone degli averi di tutti u ma , Signor, disse,. io non mi rico " nosco pllri a tante peranze , che tu mi dai ; e " sono d' una trib cos\ picciola da non uscirne , un re , e d'una citt la pi miliera di tutte l' altr. , Tu certo ti prJldi piacere di mia pe1sena , e ool

J.J.. YJ. t.lP.

'f.

parlarmi ehe fai di cose troppo cceedenti il biso" gno , per eu ae vengo , render mi vuoi ridicolo ~ altrui ". Allor Samuele introdottolo nelht sala Callo edere a menaa e con lui il suo serTo in luogo pi <legno , che non il resto de' convitati , i quali erano da settanta. Indi impone a' serventi , che mettano innanzi a Saule la porzione dovuta ai re. Venuta l' ora d' andare a letto , rizzatisi. gli altri tutti partirono ognuno per le loro case , e Saule col serTo rest a rmire presso il prGfeta. Sul far del dr Samuele fattolo alzar di letto l' accompagn per buon tratto di via; e. giunto {uor di citt gli ordin, che mand.aase innanzi il .w servo, e ch'egli si rimaDeue con lui , perciocch aveva a parlBl'!li da aolo a solo. Saule adun4f1e alloatana il suo seno ; e il profeta c:avato fu.ori un vaaelletto , infonde olio in capo al sarzone ' e datogli un bacio ' tu sii ' disse ' il re de. 1tinato da Dio a punil'e i ,Palestini , e a vendicue gli. Ebrei. Di quaato io ti dico , tu an-ai un segnale , c~ vopo, c~e sappi innanzi. Quando tu sii partit di qui 1 t' anurai tra via m tre uomini incamminati alla .volta di_ Betel per adorar Dio. Al primo d' esai vedrai portare. tre pani ; al secondo un capretto ; seguir il terzo coa una 6asca di vino. Ora questi ti saluteranno , e ti use1'aJ1 corteeie , e darant due pani ; tu ~ accetterai (6). Quinci arrinrai al luogo detto sepokro di Bachel , dove t' incontrerai in pe:taqna , che ti ~ hl novella , clM le gillQlente son ~ve. Poscia -v:enuto-di quivi a ~abata tro'ferai una truppa di p:rofti ; e pruo da pirito- diyino c6n es.o

DJ:LLE .iNTIC.I'rA' GIUDAICHE

loro profeterai , talch qualunque persona veggendoti stordir , e dir maravigliando , e donde mai a tal grado di felicit salito il figliuolo di Cis ? Quando abbi avuti cotai contrassegni , sappi c'be Dio con teco. Va e saluta tuo padre e i congiunti. ludi chia;mato da me verrai in Galgala , per ivi offrire ambedue sagrifizj a Dio di ringraziamento per tai benefizj. II. Ora a Saule iQtravenne ogni cosa in quel mod appunto 1 che prenunziato gli aveva Samuele. Come fu giunto a casa , Abner suo parente , che amavalo pi che non gli altri congiunti , l'interroga del suo viaggio e dell'avvenutogli in quello ; a cui egli rivel tutte l'altre cose, e come s'era portato da Samuele il profeta , e come questi gli disse , che le giumente erano salve. Ma intorno al regno , e alle cose , che appartenevano a questo affare, le quali udite pensava che procacciato gli avrebbono invidia , o beffe , non gliene fa motto , e con tutto il parergli , che gli volesse grandissimo bene , e lo amasse pi che non facevano tutti gli altri cengiunti , pure stim pi sicuro e savio partito non palesarglielo , riflettendo ( cred' io ) all' umana natura , qual veramente in s stessa ; che n congiunto , n amico per saldo che sia nel suo amore, neppur s' eridenti prodigj di Dio ve Io spingano , non si mantien sempre tale ; ma negli altrui innalzamenti diviene tosto malevolo ed invidioso. Ili. Sam.uele intanto raduna il p~polo in Masfa; e con esso tien parlamento in quel modo , che disse avergli Iddio comandato: cJ;te ayende>gli ldclio .fatti

LB. VI. CiP. 'Y.

liberi , e renduti Signori de' loro numea , hanno- di menticati catai benefizj , e l' escludono presentemente dal regno senza riflettere, ehe non havvi utile pari a quello d' essere governati dal pi saggio di tutti ; e tal certo si Dio. Amano poi meglio d' avere in suo luogo a re un uomo) che si val de' suoi suddi. ti , quasi fossero bestie , come gli detta il capriccio, il talento , e la voglia dell' altre passioni , ingojand~si senza riguardo le loro sostanze; che certo non sar mai , ch' ei rimiri il genere umano , come fattura e lavoro suo proprio , e come tal lo conservi amoro amente. Laddove Iddio per appunto avviene, che lo protegge. " Ma dappoich cos pare a voi , e amate , meglio far torto a Dio ; or bene schieratevi tutti , per ordine di trib e fa!niglie , e gittate le sorti. , Fatto ci dagli Ebrei , uscinne la trib Beniamitide. Messa questa di nuovo alla sorte , ne venne fuori la famiglia di Metri, che per individui rimssa nel l' urna , la sorte ne destin al regno il figliuolo di Cis Saule. Ci sapendo il garzone gi s' era antici patamente sottratto dall' adunanza , non volendo j penso io ) parere d' accettar volontieri il comudo ; e mostr tanta moderazione , e saviezza , che dove i pi neppur nelle picciole loro prosp('rit. non san contenerne la gioja , ma dappertutto si aggirano a fare mostra di se , egli non che darne segno per l'ottenuto comando , e per la signora , in cui fu posto di tante e tali nazioni, s' invol eziandio dallo sguardo de' futuri suoi sudditi, e adoper in modo 1 da doYerlo cercare e fatictll'visi intorno per rinvcnirlo.
l"IJ.Yle, IDmo 11.

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D.LLJt AJITICIIIT_, GIUD.UC::IIB

Stando il popolo in sospeusione e pensiero , perch8 Saule non si trovava , Samuele supplica a Dio. d' io.aegna.rli ove sia ~ e di :recare a luce il garzone. Ri~aputo pertanto da Dio il lqogo , on stava appiat-, tato Saule , liWlda chi ne lo tragga. Venuto che fu, lo colloca in mezzo alla moltitudine ; . e .soprastava. :io tutti , e l' altezza della statura degnissimo lo faceva del regno. Dice .adunque il profeta , " questi colui, , che Dio davvi. a Re. Mirate . quanto e aevra tutti -. s'innalza, ed meritevole del comandO" Com' ebbe aclamato il popolo, viva il Re 7 Samuele,. r.he aveYa p scritte le cose avvenire , le lesse al Re 7 che stava ad udirlo. lodi ripo~e il libro nel Tabernacolo di DiG, testimonio alla posterit delle sue predizioni. Compiute coteste cose ; Samuele licenzia .)a moltitudine ; ed egli si rende in Ramata , eh' era sua patria. Saule poi, mentre torna in Gabata ond' era nativo 1 'riene da molte buone persone accompagnato per fare al Jluovo Re l01o i dovuti onori. Ma i pi., ch' eran tristi 7 . facendone poca stima e si ridevan ~gli altri 1 e non . ofl'erivapo verun presente , n si .cnranno punto di farsi accetti a Saule n ia parole n ll .fatti. IV. Ma indi a un mese la guerra mossa con~ cJi Naas Signore degli Ammoniti fu per Saule il prin-t ipio di quegli onori , che ottenne da tutti. Percioc.. ch questo Naas venuto con grande. esel'Ci.to e poderoso. a danno de' Giudei abitanti di la dal Giordano li reea a. molta desolazione ; e ne sottomette le .letTe , .valendosi per al presente .della Yiolenza B 4ell' anni ad avergli in aua mano., e dell' accor.te:aa

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elfella sagaciti pel futnro a in6evolirli da non po ter ribe}lando sottrarsi al su<l giogo; perciocch tantQ a quelli~ che gli si rendono sotto fede, quanto a qtrelli , che . per legge di guerra son presi , faceva eavar l' oechio clestro, con intendimento, che siccO-; me l'occhio sinistro vniva lor dagli scudi impedito, eos rimanesser disutili affatto. Ora il :R.e ammo11ita dopo. avere cos malco11ci que' di l dal Giordano port le sue anni contro degli Ebrei detti Galadeni; e attendatosi sottG la capitai de' nimioi, che Iabes, manda loro per legati ordinando , che rendansi di per se 1 con questo per , che sia tratto loro di fronte il deetr' occhio ; se no J minacciavali -d' asse diarli , e di abbattere le loro citt.. Storditi a tale di.. nunzia i Galadeni non si anischiano di dir nulla n , dell' una parte n dell' altra , n s~ accettan di ren dersi , n se voglion guerra ; ma invece domandano, si conceda lo110 la tregua di s'eUe giomi , onde spe ditine messi a' loro nazionali richiededi di soccorso ; a. qual quands venga ' vogliono guerra : che se da questa parte restio delqsi, prQmettevan ii rendrsi eblla trista con~zion di soffrire quanto a lui fosscr ia grado. E Naas, che dispregiava del pari e la mol titudine de' Galadeni , e la loro l'sposta , accotda la tregaa , e consente che mandino per soccorso , ovc loro pare meglio. Per mezzo adunque clegli ambascia' dori spediti a ciascuna citt fan sapere agr ISl'aeliti , quant nasce tra loro e Naas, e in quale inctrtezza ai trevino. All' udire le circostanze de-' Jabesili pr'o .wppero tutti in pianti e in lam~; ma fuor di quo-

I 00

DELLE 1l'I'TICIIITA' GIUD11CH.

sto non eonsentiva loro la paura eli far niente pi.: Vennero ancor nella pabia del re Saule i messi , allo sporre che fecero il pericololo stato , in eui si trovavano i Jahesiti, il popolo si port co~e i primi. Ma Saule , che appunto allor ritornando dai lavoli della campagna in citt trova i suoi cmicittadini ~otto piagnenti, e domandato il perch della loro confusione e tri11tezza 'sente le nuove portate da' messi ; riem... piuto suhitamente di . Dio rimanda nelle loro teiTe que' di Jahes con la promessa eli essere indi a tre giorni a soccorrerll, :e eli vincere, anzich levi il sole ' i nimici ' onde al suo naM:ere vedr a sole e questi gi vinti , ed essi sgombri da . tutti. i timori. Volle per, che alcuni restassero per insegwngli la 'ria.

c A p l T o L-O

VI.

Spedizion di Saule contro J.ecli Ammoniti, e vittoria.


l. Or egli volendo col timor della pena tir~re il popolo nella gueiTa contro degli Ammoniti , e farloii corr!r pi presto , tagliati i nervi a' !iUOi buoi,_ mi.. nacci , che farebbe il medesim con chiunque troTasse , quando il d appruso non l vnissero . ad inconbare .armati al Giordano , e non seguissero lui e il prof~ta Samuele , oveeh li guidassero. Essi adunqt1e per la pau:ra: del rnincciatQ. gastigo trovatisi insieme al tempo prefisso, Saule rassegna la JDoltitudiue presso alla citt eli Bezec (7) ; e~ li trova

l.rt. Yl, CAP. \'l. :

101

Dlire al -numero (8) di . trecentomila , senza per comp~ndeni la trib di Giuda , che sola facevane trentamila. Indi passato il Giordano , e fatti in tutta quella notre ben dieci scheni (g) di strada , col ano arrivo previene il nascer del sole; e partito in. tre corpi l' esercito , da ogni banda COlTe improvviso addosso al nimico , che non sei prevede .; e attaccata la mischia , uccide gran parte degli Ammoniti , e con essi il Re. Questa nobile impresa , che fu da Saule condotta a fine, gli merit presso tutti gli Ebrei molta lode , e il fe' salire a gran fama d' uom valo1'019. In fatti, se v'ebbero alcuni 1 che dapprincipio non lo stimassero , allora si rivolsero ad onorario, e a rener1o per lo migliore uomo del mondo. Perciocch non fu gi egli pago soltanto d'aver salvati quelli di Jahes , ma oltre a ci condotto l' esercito nelle terre degli Ammoniti , le disert tuttequante ; e me natane molta preda , to1nossi gloriosamente alla patria. Ora il popolo tutto lieto del valoroso procedere di Saule , gioiva seco medesimo d' aver creato un tal Re; e contro a quelli , che sostenevano, non ne dovere tornar verun utile al pubblico , schiamazzavan dicendo , u ove son ora , e ne paghino il fio : " e v' aggingnevano quanto suoi dire una moltitudine imbaldanzita da' prosperi avvenimenti contro chi. ne abbassava poc' anzi gli autori. Ma Saule siccome mostr gradimento del buon animo e della di!OZiOD loro verso la sua persona , cos giur, che non ..!!Ot. Crirebbe in quel d.la rovina ,di .nessun nazionale; concioaaiach egli aaria be11 . cosa U!.de;na br\lttare

n:

fO:t

DELLE .UITKHITA'. GJtJBAICHE

del sangue e dell' occision di persone congiunte quella vittoria , che l<tro diede Iddio :. anzi fia meglio , che in buona pce e armonia Ticendevole facc.ian festa. Qui Sam.uele avendo detto, che si . dove'Va con un secondo suffragio rassodare nel regno Saule ' con corrono tutti nella citt di Galgala , dove ordinato avea , che ve11issero ; e di nuovo veggente il popolo, unge col santo olio Saule ' e per la seconda volt il proclama Re; e per tal .modo l'ebrea repuhblic venne a cangiarsi in monarchia. lmpercio~h sotto Mos , e il suo disc~polo . Giosu , che ne fu capitano, si ressero per Ottimati. Morto lui, per lo spazio d'anni diciotto . visse la moltitudine in una totale anarchia ; dopo i quali rimisero in piedi il governo primiero ; dando l' uni versai reggimento di tutto a chi loro parea pi valente nel mestiere dell' armi , e pi gagliardo della persona. Quindi fu ~ che il tempo in cui dur tal governo , il chiamarono quello de~
~udici.

III. Samuele poi radunato il popolo a parlamento, io vi sc~ngiuro , disse, pel sommo Iddio , che diede " la vita a que' buoni fratelli, Mos vo' dire ed f> Aronne, e che i padri vostri sbapp di mano agli " Egizj , e li hasse dai loro ceppi, che senza o r.en n dervi 1al soverchio rispetto , o cedere aUa paura , , o ritrarvi per altra passione qual sia confessiate , " se o interesse e ambizione mia propria , o parzia, lit per altrui m'abbia fatto giammai baviare d~l " retto e dal giusto : e m' accusiate se ho ricevuto " mai o vitello , C) pecora ~ o cost altrettali , che

Jo3 .,. l' atcettare a proprio sostentameklto non pu degno ,. di riprensione , ovvel.lDrente se ho dato di -che do " lersi a .nessuno col volger di forzll a mio uso l' al " trui giumento. Qu dunque alla presenza del Re , " ae avete nieate scopritelo ,, Essi allora a una -voce pidarono niente niente di tali cose , anzi aver egli con santit governato e con rettitudine la nazione~ Or Samuele dopo questa universale , e a lui favore vole attestazione, u dappoich }. disse, mi avete ac., cordato di non saper che mal dire de' fatti miei, " ora uditemi, ch'io vi parlo con libert, e vi di ., co , che avete pur fatto il, gran torto a Dio . chie.1. ., dendogli nn re. Dovrebbevi ricordare , c&me con ., sole settanta anime deJla vostra stirpe il progeni ., tore Giacobbe scese costrettovi dalla fame in Egit " to; e quivi quelle molte migliaja, a cui creltbe la ." vostra schiatta , e che gli Egiziani fecero schiave e ., trattarono malamente } alle preghiere de' vostri an ~ tenati senza bisogno di re concedette Iddio, che , da tante anpstie si libetoassero , col solamente ,. mandarvi i fratelli Mos ed Aronne , i quali guida~ .. rono voi a questa telTa, che al giomo d'oggi ahi ., tate. Eppure dopo sifl'atti bene6zj di Dio-~ voi ne " tradiste la religione e l' onore-. Con tutto questo , " bench venuti in man di nimici , pure vi liber ! " la prima volta col rendervi superiori agli 'Assiri e " alle forze loro ; poscia col dam vittoria degli Am " moniti, de' Moabiti, e. finalmente de' Palestini: e ., queste cose voi adopraste non sotto la condotta di un re, ma sotto quella di un Jefte _, di un

r.a. vr. eu. n .

104

DELLE kNTIC:JllT' GJUDJCBE

, " , , .,

Gdeone. Che pazzia dunque fu mai la vostra sottrarvi a Dio , e voler vivere soggetti a 1D re l Finalmente io ve l' ho creato , ed quello , che scelse Dio. stesso. Per dimostrarvi poi evidenza l' ira di Dio , e a suo cruccio per lo appigli~vi , J> che avete fatto alla monarchia , io mi volger a ., manifesti prodigj. Conciossiach tal tempesta sup 1J plicandone Iddio far, che veggiate presentemente, J' quale nessun di voi nel cuor della s~te non vide mai per addietro in queste contrade" Non ebbe- .appena finito Samuele di dir tali cose al popolo , che con tuoni e con lampi , e con un rovescio di . grandine Dio conferma esser vero quanto ha detto il profeta , talch sbalorditane la moltitudine e spaventata riconosce prima il suo fallo 7 e l' ignoranza che ve l' ha fatta cadere ' indi prega a profeta ' che le ritorni in Dio quel buon padre amoroso e benevolo, eh' era prima, e ottenga loro la remissioae di questa c,>lpa aggiunta a tant' altri torti e rei trattamenti , che i;li hanno usati. Samuele promette e di pregar Dio , e di muoverlo ancora al perdono'. lnt8n'to gli esorta ad esse1e giusti e buoni , e a tenere mai sempre di~i agli occhi i mali , che non facendo caso della virt incontrarono , e i prodigj 'di Dio , e . la legge moaaica, quando bramino d' euer ccd Principe salvi e felici. Che ae metteran queate eoae in. non cale; disse , che ne sarebbero tanto essi , quanto il Re flagellati aspramente da Dio. Fat~ queste predizioni agli Ebrei , e ...confermato di nuovo il regno ~ S~ale , tciolse Samuele congresso , riaand tutti a aslb

LlB. TJ, C:AP, '\'Il.

,lo$,

CA.PI'l'OI.O

VII.

Come i Palestini venuti di nuovo contro .gli Ebrei furon vinti.


I. Saule intanto traseelte da tutto il popo1o , intomo a tre mila persone , con due mila , che prese a sua guardia, and a stare in Betel; e i rimanenti cedutigli al figlio Gionata per sua difesa , mandollo a Gahaa. Questi intanto s'impadronisce per assedio d' un forte de' Palestini non lungi da Gahaa : percioc eh i Palestini di Gabaa, secondo c;he andavan vin,. cendo i Giudei , gli spogliavano ancora dell' armi , e. con guernigioni occupavano i luoghi pi forti della provincia , e proibivano loro di portar ferro o di usarne in qualunfJUe maniera. Da questo divieto se 111iva che gli agricoltori , quando loro bisognava racOOB.ciare qualche stromento , fosse vomero .o zappa o altro simile necessario per coltivare , andavano per .{arlo da' Pal'estini. Sparsasi adunque tra' Palestini la fama , che il forte era preso , grande .ne fu la loro doglia , e credettel'o quell' ingiuria tornare a tanto loro vitupe1o , che presero l' armi contro a' Giudei. Levan pertanto trecentomila fanti , trentamila carri , e seimila cavalli, e si pongono a campo d'intorno a. Macmas (10). Saule re ,degli Ebrei risaputolo sen va tosto a. Galgala ; e chiamando il suo popolo a libert bandisce per tutto il regno g:uerra contro dei P~estini ; c: ne va c:on pll.fol.: e1tenu.a11do .l forze ,

DELLE ANTICHlTA' G11!D.l1CBB

e sparlandone come di cosa da non pigliarsene graa pensiero , e da non temerne periglio alcuno. Ma quei di Saule, avvisata la moltitudine de' nimici, snial'rirooo , sicch pa~te intanaronsi in ispeloache e caverne sotterra ; e i pi si fuggirono ne' paesi di l dal Giordano appartenenti alle trib di Gad e di Ruben. Per .Saule mand chiamando . il profeta , perch aveva a trattare con lui della guerra e degli affari correnti ; "e il profeta rispose , che l' aspettasse col , e intanto mettesse in ordine i sacri6zj ; eh' egli indi a sette giorni sar da lai per offrire insieme al eettimo d sagrifizio , indi attaccar l' inimico. Sault~ sostiene ivi , come gli ha fatto dire il profeta ; non per ne osserva appuntino il comando ; ma Tisto 1 che il profeta indugiava , senza pi di sua mano sagrifica. Come poi ebbe inteso sopravvenir Samuele 1 s gli and incontro , e il profeta mal , disse , aver egli fatto col trapassare gli ordini avuti da lui , e col prevenirne l' llrrivo, avanti al quale perch vo luto da Dio , anticipando i sagrifizj e le preci a bene del popolo , aveva colla sua precipitazion quei sacri uffizj male adempiuti. Qui Saule adducendo a auo scarico , che veramente l' aveva aspettato il numero intero de' giorni da lni prefissi, ma la necessit e il disertar che facevano le sue genti per la paura del campo nimico piantato in Macma, e l~ voce ~parsasi , che i .Palestini venivano ad affrontarlo ia Galgala , condotto l' avevano al sagrifizio , ripigli Samuele dicendo , e tu se giustamente adopravi , ~ pon avessi franteso me ' -e tenuto per niente ~

' a' impose Iddio negli affari presenti per


vu~

I.tB. , n.

eu.

t oy
tu11.

fretta

troppo mag(ior del biaogno ; tu , e i tuoi discen denti, ne avreste avuto in mercede lunghissimo re.. gno. Dopo ci Samuele dolente dell'avvenuto ritirasi a casa sua ; e Saule avente seco secento soli uomini, venne col figlio Gionata in Gabaa , e la pi parte di quegli era inerme , perob scarseggiava il paese di ferro , .e di gente abile a farne armadure; che i Palestini non permettevano , che ve ne fosse, co.. ,me poc' anzi abbiamo dimostrato. II. I Paleatini llldunque , divise in tre parti le lord forze , e inviatele per altrettante strade , davano il guasto al paese degl' lsraeliti , veggenti Saule loro re e Gioriata suo figliuolo , n per in essere di 'pi<gliarne difesa ; perch n()n avevano , che secent persone. Pertanto fermatisi egli e suo figlio e il gran Saeerdote Ac:hia discendente da ( r 1) Eli sofra erto colle , e veggendoai sotto gli ecchi devatt.ve le t~ tre sentivano estremo dolore. Intanto il figliuol di Saule concerta eol suo scudiere d'insinuarsi furtivamente nelle trincee nimiche , e correrne il campo, e in tutti 'l'lWttere turbamento e scompigliO'. Lo scu:. diere protest d' esser presto a seguirlo, ove che gli piacesse .di scorgerlo , a eo~to ancor delta 'Vita. V aJendosi adunque dell' opera del garzone , stende dal poggio , e incamminasi verso i nimici. Era il campo nimico sopra un dirupo , stendentesi per lo lungo sottilmente in tre punte , e cinto per ogni verso da vivo sasso , che opponeva una forte trincea agli ..J.trui tentativi. l>i qui era, ch non si uravan gr~

108

DELLE !NTJCBITl' GftJII.UCHlt

fatto di sentinelle per guardia del campo , atteso il difendersi , che faceva na'turalmente da se quel luogo; e il credere i Palestini per d'impossibile riuscita, non solo il salirvi da niuna banda , ma il pur accostarvisi. Come adunque furono alle trincee , Gioriata ina niml!-va lo scudiere-, e assaliamo , diceva , i nimici ; e quando essi vedutici ne invitino a montat verso loro , credilo questo segno per noi di vittoria. Che se non fatan -motto alcuno , come gente , che non ci chiama , torniancene indiebo. Or mentre appressavano al campo niJ;Jco , in ora , che compariva il giorno , avvisatigli i Palestini dissero gli UB agli albi , sbucar finalmente dalle loro tane e spelonche gli Ebrei ; indi volti ~ Gionata e al suo scudiere , or via , dissero ~ venite qua, onde possiamo darvi de' vostri attentati il gasti go , che vi si deve. Accolta il figliuol di Saule tal voce , come un augurio della vittoria , abbandona di presente quel luogo , donde fur visti dall'inimico ; e passato altrove accostoui al dirupo ' che per la natura! sua fortezza non avea difensori ; e quipdi ar~ rampicatisi a grande , stento , fecero forza alla natura del luogo pr indi salire ai nimici : e coltili , che dormivanQ., n.e uccidon venti; e getum negli altri spavento e tertore , sicch v' ebbe tali , che buttate l' armi si diedero a fuggire : ma i pi non ricono scendosi insieme ' per le nazioni multiplict ond' eran composti ,- e stimandosi gli uni gli altri nimici , (per ciocch non credevano , che d' Ebrei fos~ro col venuti solo que' due) presero a far battaglia, onde parte fe1iti morivano , e parte in quella , che si fuggivuo , spinti da altri precipitavano gi. dai dirupi.

vn. r ot , m: Ora le sentinelle di Saule avendo al l'e riferito , che nel campo de' Palestini. era gran. inovimento, Saule domanda, se niun de' suoi sia Jonta no ; e . udito ~ c~ il figlio e con lui lo' scudir ' ordina al gran Sacrdote , che messo l' abito pontificale predicagliene l' avvenire. Dettogli adunque da questo , che vincerebbe e avrebbe soggetti i nimici , esce tosto per attacue i Palestini , e .li trova tutti in disordine e in atto d' uccidersi scambievolmente. In questa sortita quegli ancor gli si aggiungono , che dapprincipio s' erano in tane appiattati e in ca verne , alla prima novella , che udon& della vittoria di .Saule. Adunatosi pertanto un corpo di diecimila Ebrei , Saule incalza i nimici sparpagliat' per tutta la campagna ; e , o fosse il giubilo conceputo per la vittoria (.conciossiach le pi volte addi~enga , che nelle prosperit di tal fatta si perda il senno ) , o fosse por ignoranza ' sdrucciola un fatto .assai aapro e :meritevole di gran ripunsione. Perciocch volen(lo egli punire a suo senno i nemici , e fame compiuta vendetta maledice , e fa reo di :morte qual che sia quell' ebi-eo , che rimangasi dall' uccisione dei Palestini affin di cibarsi , prima che il sopravvenir della notte tolga lor .l' inseguire e tagliare a pezzi i nimici. Pronunciata da Saule c~tal sentenza, avvenne che gli Ebrei si trovarono in una certa boscaglia della trib d'Efraimo assai folta, e piena d'api; quivi il figliuol di Saule , che non avea risaputa la maleclizione del padre , e il consenso prestatovi dalla moltitudme, avveiUltosi in un favo di mele ai fe' a man
LJB. VJ, dA.P .

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D!LLE UTICRIT' C::nr.ltCRII

parne. n C'fUelto informato , che il padre eOD solenne avea. proibito il gustar niuna cosa innanzi al tramonto del' sole , ristette di pi mangiare , disse per essere mal consigliato questo divieto paterno; che con ma&gior nerbo e vigore rinforzati dal cibo , molta pi copi' avrebbero di nimici e pesa e am... mazzata. Mandate adunqu a illo di spada parecchie migliaja di Palestini , la se1-a sul tardi si volsero a saccheggiare il campo nimieo ; e portatane molta preda e bestiami , scannano questi , e cos~ lordi an.. cora di sangue gi li divorano; se non che gli Scribi dinunzimo al Re , che il popolo offende Iddio. sagri ficando di propria mano e mangiando animali prima d.' averne ben bene lavate dal sangne e monde le earni. Saule allora comanda , che in mezzo al campo ai str~scini un gran sasso ; '.e bandisce, che .sopra quello la .turba scanni le vittime , e delle carni ma nette dal sangue appareccbin le tavole ; poic ala-i., menti non faran cosa grata a Dio. Adatta~i. tutti pertante a' voleri del Re , quivi erge Saule un altare , sul quale offr quiv~. stesso a Dio olocauato. Questo fu il primo altare , ch' ei fabbric. IV. Volendo egli poi senz' indllfPo anzi il fare del giorno portarsi nel campo nimico per mettere a sacco il rimastovi. { e la sua gente era pronta a seguirlo e mostrava gran genio . per tntto ci ch' ei faceva), chiam il 'ommo Pontefice Acbia , e gl' ingiunse di vede1e , se Dio alla loro andata nel campo nimico avrebbe concesso di uccidere quelli , che v' ~ . deatro. Ma dettogli il sac~~ , che Dio no dava
~alediziow:

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Jispos:ta , egli non fia certo senza ragiou , ripiglia Saule , questo 1ilenzio di Dio tuttoch interrogato da llOi , quando dapprima ci ha fatto palese ogni cosa , cd ha prevenute le notre inchieste : convien dunque dire , che in alcuno di noi 1i occulti qualche peccato , che il .muove a tacerai. Ma io giuro per lui me desimo , che se il reO fosse ancora Gionata mio .fiPiuolo , di dargliene morte, e rendere in tal maniera placato Iddio , aicch punirollo in quel modo , cho terei . con ogni altro c1te foase straniero , e non atte KeDtesi. a me per niun conto. Quindi , spinto ancora a ci fare dalle acclamazioni del popolo , di presente mccoglie tutti in luogo , ed egli altre col figliuolo ai mette dall'. altra banda, e col mezzo della sorte eerca scoprire il ~ reo : e per la sorte appunto viea accennato esso Gionata. Richiesto dal paclre , che Callo. il .suo) e qual Teit e ingiustizia rinfacciagli l~ soaciema nel cors() del viver o , " padre , rispose , qnesto sblo , che jeri igrunando io la maledizione " e gimamento fatto da te ' mentre inseguiva i ne:,. miei , g.s1ai on tantino di mele ". Saule gli giura la mQrte , anteponendo al sangue, alla natura , e all' amore il suo giuramento. Ma Gionata alla dinunzia di morte non ismarrisce , anzi richiamata in se stesso }a generosit e grandezza dell' animo suo , " neppur io , risponde , non sono per supplicarti , che mi , perdoni o padre. Dolcissima n;ti riesce la morte , datami con pia ragione e dopo una vittoria cosl ~ strepitosa ; che somma consolazione si per me , lasciare gli Ebrei vincitori de' Palestini o. A queato

Jlt

'bELLE .ll'ITICRITA.' ISIVBAICH&

parlare tutto il popolo si rammaric for_temente e il compianse ; e giur , che non avrebbe sofferto giammai di vedere condotto a morte Gionata autore della vittoria : e. in tal modo il rapiscono alla maledizione paterna. Essi . .intanto porgono .suppli~he a, Dio , per ch prosciolga il garzone dal suo peccato. V. Quindi Saule si rende alla patria;. dopo aver morti intorno a sessantamia nemici. Prosiegue felicemente a regnare , e fatto guerra colle vicine nazioni sottomette gli Ammoniti , e i. Moabiti _, .e i Palestini , gl' Idumei , gli Amaleciti , e il re di Soba. Aveva tre figli maschi, Gionata, Jessui (12), e Mel chi sua; e due femmine Merob , e Mieol. Ebbe a capitano delle sue truppe Ahner :figliuolo del sno zio nominato Ner; poich Ner, e Cis padre eli Saule eran fratelli , siccome figliuoli ambedue d' Ahie)e. Abbondava Saule di cavalleria e di carri ; . onde , qualor fece guer1a , ne part vincitore , e . condusse gli Ebrei. a grande stato di prosperevol fortuna , . e li rend~tte la pi potente nazione, he allor vi .fosse. .Quanti poi v'aveva giovani per istatura e bellezza .considerabili , gli sceglieva a guardie di. aua persona.

LJB. VI. CAP. VDI.

tJ3

CAPITO L

o VIIL

Guerre di Saule contro gli .A.maleciti , fl sue vittorie.

I. Or Samuele comparso innanzi a Saule gli disse , com' era mandato da Dio per rammentargli che Dio , antipostolo a tutti gli alti-i l' aveva c~eato re ; che per ubbidisse a lui , e fosse a' suoi voleri soggetto : giacch s' egli aveva dominio sopra nazioni , Dio l'aveva sopra di lui, e sopra tutte le cose. " Dio , dice adunque ; poich gli Amaleciti diedero molti " danni agli Ebrei nel diserto , allor quando usciti ., d'Egitto erano incamminati verso il paese ch' ora " posseggono , io voglio che tu gastigati coll' armi gli Amaleciti e sommessili non ne lasci vivo pur " uno ; ma scorra per ogni et cominciando il ma" celio dalle donne e da' pargoli , e questa sia la " pena de' rei trattamenti, che fecero gi de' nostri antenati : e non perdonar n a giumento ' n ad " altro animale, per indi giovartene a' tuoi servigi; " ma tutto consacra a Dio , e il nome d' Amalec gin.. " sta gli ordini di Mos spegni affatto " .Saule promette di fame i comandamenti ; e avvisando l' ubbidienza a'voleri divini consistere non solo nel mandare ad ,effetto la spedizione contro gli Amaleci.ti, ma vieppi nel mosbare prontezza e celerit , che allontani ogni indugio , raduna tutte le forze , e levatone il conto in Galgala vi trova d' Israeliti senza la trib
FIJ.TlG >

tomo II.

Dl::LLE AIITICHITA' GIUDAICIIE

di Giuda quattrocento migliaja iu circa ; e la trib di per se fa trcnt.amila soldati. Il. Saule adunque cnbato improvviso in quello (legli Amaleciti colloca molti agguati cd insidie vicino al toJTente , per quindi avere non solo onde battergli apertamente pugnando , ma onde impensatamente assalirgli in mezzo alle strade , e chiusili da ogni banda ammazzarli. In fatti "Venuto alle mani mette in volta i nimici ; e. insegucndoli fuggitivi li disfa tutti quanti. Escgt~i.t.a l'impresa ~el modo appunto , che aveva Dio comamlato , s n'and sopra le. citt degli Amaleciti, e parte con macchine, e parte con cave sotterra e contrammuri di fuori , alcune per fame e sete , altre per altre guise assediate e prese i forza, alla strage si volse de' bamboli e delle donne ' non giudicando di far cosa habara o ripugnante alla umana natura , prima perch ttattavasi di nimici , poi eh v' era il .comando di Dio ; che se non faceva11i , si saria corso grande pericolo. Fa prigione altres il nimico re Agag ; alla cui avvenenza e grandezza di corpo rapito r ebbe per degno di vivere , e diluagossi con ci da' voleri .di!ini , dandosi ,into a un affetto privato , e fuor di tempo cedendo a una compassione per gente , di .cui non poteva senza pericolo averla. Perciocch. Dio di tanto odiava la nazione degli Amaleciti , che neppure a' bambini non volle , che si perdonasse ; de' quali per suolsi avere pi che degli altri naturalmente pieta. Saule adunque n~ salva il Re, e l'autore primario de'mali -offerti ~agli Eh1-ei , pi :onto facendo della bllnza

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d'un inimico, che de' comandi, che pur ricordava di un Dio. L'esercito ancora gli fu compagno nel fallo. conciossiach risparmiarono la . morte a' giumenti e bestiami , .e ne fecero preda con tutto il divieto divino di con.servarlisi , t; ne portarono albi beni , e ricchezze : che se si avvennero in cosa, che non meritasse i loro pensieri per farne acquisto , quella fu che distrussero. Saule adunque 1imasto Yincitore di quante genti si stendono da Pelusio d' Egitto al mar rosso spegne la razza tutta nimica, salvo la nazione de~ Cinei , che nel cuore ahitanno delle te1Te di Madian ; a' quali Saule prima della battaglia aveva mandato dicendo , che si. ritirassero , onde non fossero involti neJle disgrazie degli Amaleciti; che aveva ben egli ragione di :volcrli salvi , perch d; medesimo sangue di Raguele suocero di Mos. III. Per tal modo Saule, come se non avesse passato d' un punto le commissioni , che diegli il profeta , quando fu per portare la guerra agli ~aie citi, anzi le avesse puntualmente eseguite , vincitor de' nimici torno~sene a casa lieto del buon successo. Ma Dio si corruccia tanto del re Amalecita salvato, quanto de' :bestiami rapiti dalla moltitudine; perch fatti tutto contrarj alla sua volont ; e ben parevagli cosa insoffribile , vincer quelli dall' una parte e domare i nemici merc la forza avuta perci da lui; c vedersi dall' alba spregiato e disubbidito peggio . che non f111ebbesi con un re della terra.. Disse adunque al profeta Samuele , rincreacer~li forte ~ aver. creato Saulo re , atantcch non .faceva niente

DELLE ANTICJUT&' GIUDAICHE

di quanto ordinavagli , e seguiva sempre i suoi: p~ pri capicci. Gran turbamento prov Samuele udendo tal c~sa , e dur tutta notte pregando Iddio , he tornasse in sua grazia Saule , e non si sdegnasse con lui. Ma Dio per le preghiere del Profeta non volle conceder perdono a Saule , dicendo non esser. giusto rimettere colpe in grazia d" intercessioni , perciocch da nient' albo pi agevolmente germogliano , che dalla troppa condiscendenza verso de' rei , e chi cerca nome di mansueto e piacevole, non sa, ch'egli stesso produce questi disordini. r poich Iddio si mostr renitente alla supplica del Profeta, e non v'era speranza che si cangiasse , sul far del d Samuele fu a Galgala da Saule. Vedutolo il Re tosto COlTe per inc~trarlo, e salutatolo " grazie sieno, disse, ., all'Altissimo, che m'ha conceduto vittoria; e certo " i suoi voleri si sono adempiuti appuntino " Ma Samuele sorpresolo a tai parole , " ond' adunque , " soggiunse. , eh' io sento nel campo voci di pecore e di giumenti ? " Al che 1ispose, averli serbati il popolo per ofl'rirne a Dio . sacrifizio : essersi per spenta affatto secondo il comando avutone la genia degli Amaleciti fino a non esserne campata testa: averne egli soltanto condotto presso di se e tenutoin vita il Re ; di cui soggiunse consultarsi tra loro , che far se ne dehha. Allora il Profeta , " no non ., compiacesi , disse , Iddio delle vittime , ma delle ., buone e giuste persone , e tali sono quelli , che , ne fanno i voleri e i comandamenti , n credono. di operare mai rettamente , se non allo1a che

LIB. VI. CAP. VIII.

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stanno a' suoi ordini; pcrciocch vicn dispregiato , " non quando altri non offlegli un sagrifizio , ma ., quando gli si mostra disubbidiente.; e da chi noc , gli vive soggetto e non presta a lui solo u~a vera , e gradevole servit , offta egli pure molte vittime , e pingui , e :rechigli una dovizia di doni d' oro e , d' argento , non per volontieri gli accoglie ; anzi ,. volge altrove la faccia, e tienli per al'gomenti d'i~ , niquit, non per segni di religione. Dove quelli " che ad altro non pensano che alla voce e al co., mando di'Dio, ed amano di morire piuttosto, che ., d' esserile in cosa neppur minutissima trasgressori , " forqrano le delizie di lui. Da siffatte persone non " ceica vittime; che se gliel' offtano, per quantunque ., Sien tenui, pi di buon grado riceve dalla loro " povert, che non dalle immense 1icchezze altrui ,. quest'onore. Sappi adunque, che Dio sdegnato ., con teco ; perciocch l' hai offeso non ti cul'ando di ci , che t' ingiunse. Con qual occhio adunque , vuoi tu, ch'egli miri un'offerta di cose, che per , decreto di lui si volevan distrutte? QnauJo tu non ,. pensassi , che il sacrificarle a Dio e i] distrug , . gerle fosse tutt' uno. Aspettati adunque di rima,. ner senza regno e dominio , donde ti festi frte " per non cware quel Dio, a cui tu lo devi " Saule allora confess d'esser reo, e non negava il suo pec~ cato; aver. veramente violati gli ordini del Profeta; ma colpa del timore e riguardo de' suoi soldati, onde non li distorn, n rattelllleli dal rapire la preda. ~a deh perdona ' ad usa piet ; .che avvenire mi

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DELLE Al!fTICHITA 1 G111DAICHE

guarder dal peccare. Segu poi a pregare il profeta, ehe sostenesse per poco fino ad aver fatto a Dio un sagrifizio di ringraziamento ; ma egli, poieh ben ve~ deva che Dio su quel punto non era placahile , se ne part.

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o IX.

Come Samuele cre un altro Re nominato Davidde.


I. Or volendo Saule fermar il profeta lo piglia pel manto, e dalla violenta strappata, che gliene d atteso l' impetuoso andarsene di Samuele, gli squarcia la veste. n profeta allor. disse' che cos appun~o gi s' e1a squarciato il suo regno, e che avrebbelo indi innanzi un uom,o buono e giusto , poich Dio era immobile ne' suoi decreti, .,essendo il mrita1si e il cambiar sentimenti difetto umano , non divina Tirt. Saule rispose aver egli ben~ commesso gran fallo, ma il gi fatto non potere tomare pi indiebo. Facciagli almeno quest'onore di u:6irsi con ,eco, veggente il popolo , per adorar Dio. Con&ente a ci Samuele , e con lui accompagnandosi adi)Jil Iddio. Vien tratto inoltre alla sua presenza Agag re degli Amaleciti , al quale sclamante sull' IUJlarezza della sua morte' disse il profeta ; siccome gi festi piagnere molte ebree madri e ~ddolorare pe' morti figli 7 cos al presente morendo tu re~ar devi afi'anno alla madre. E comand che subitamente in Galt;ala stesso sia morto. Egli poscia si rende in Ramata ; e Saule

LIB. VI;. .CAP. IX.

dai mali gi sperimentati avvedutosi d' aversi fatto nimico Iddio, toma alla sua regia in Gahaa: il qual nome significa poggio : e da quel giorno iu poi non comparve mai pi dinanzi al profeta. Il; Or Samuele , poich rammaricavasi forte. per lui , ebbe ordine da Dio di pi non istarne in pensiero : anzi pigliato seco il santo olio , n' andasse in Betlemme da Jesse figliuolo d' Ohed; e de' figli di lui quello ungesse 1 eh' ei mostrerebbegli , . a re futuro. Samuele rispose temer egli assai 1 che Saule , quando mai gli venisse tal cosa a notizia , o insidiosamente , o a forza aperta non sei levasse dinanzi ; ma avutane da Dio parola di sicurezza portassi nell' anzidetta citt. Quivi tutti gli davano il ben ven.uto , e lo richiedevano del perch di cotal sua andata ; a cui rispondea , che per fare a Dio sagrilzio. Fattolo adunque , chiama a mangiare della viltima Jesse con esso i figli; e affissatone il maggiore ,. ch'era d' alta statura e di avvenenti fattezze , argoment dal sembiante lui dover esser il Re destinato : ma il suo pensare non si conforma con quel di Dio: poich richiesto da Samuele 1 se unger doveva coll' olio quel giovinetto 1 alla cui vista era stato preso da maraviglia , rispose che l' uomo non ci vedeva 'egualmente che Dio ; " conciossiach tu arrestandoti alla bellezza del giovine gi tu lo credi perci n meritevole dello scetbo ; dov' .io non propongo no , il regno in premio all' avvenenza del corpo , . ma " a' pregi dell'animo, e cercp uno 1 che abbi~ que... sto ~en fauo , c .fornito aia di. piet., di giustizia ,

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DELLE ANTICJiiTA' GIUDA.ICBS

n di docilit , di valore , donde 1isulta il bello del" l'anima " Per questo parlar di Dio Samuele ordin a Jesse, che gli schierasse dinanzi tutti i figliuoli ; ed egli ne fe' venire altri cinque ( I3) , dei 'fllali il maggiore si nomiuva Eliahbo , il secondo Ahina4ab, Samma il terzo, il quarto Natanaele, e Raddai il quinto, e il sesto Asom. Veduti il Profeta ancor questi , che di fattezze non erano niente peggiori del primo, interrog Dio, qual di lor scegli~va a l'e. Rilipostogli che nessuno, domanda a lesse, se fuor di questi n' abbia altri ancora ; e udito , che un altro per nome Davidde , il qual era al pascolo , ed al governo delle greggi , ordina che senz' indugio si chiami , perch .non era possibile , lui lontano , sedere al banchetto. Come fu giunto Davidde alla chiamata del padre , giovinetto di pelo biondo , di guardatura assai forte , di fattezze per avvenenti , questi , l'Olto verso di lui Samuele disse con voce bassa , questi il destinato da Dio a regnare. Assidesi egli adunque , e si fa assider ..vicino il garzon, e lesse, e i figliuoli con lui. Indi pigliato , veggente Davidde , l' olio prima lo unge , poi gli si fa all' orecchio , e di soppiano lo avverte , ci voler dire , che Dio lo ha scelto a regnare. Lo esorta pertanto ad esser giusto , e ubbidiente a' voleri di lui ; che in tal modo gli durer lungo tempo il regno , . e .la sua famiglia diverr illustre e famosa. Soggiogher i Palestini , e per le vittorie e i trionG che riporter da qualunque nazione , con cui faccia guerra , una gloria imm.orWe e a se stesso procao-

LJJI. VI. C!P. lX.

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c:er men~e vive, e lascer dopo morte in retaggio a' suoi posteri. III. Dopo siffatti avvertimenti Samuele. si parte 7 e Dio , abbandonato Saule , si volge a Davidde ; quale pel trasferirsi che fece in lui lo spirito di Dio, cominci ptofetare , e Saule fu preso da orribili malinconie e da' mali demonj , che lo striguevano fino a restarne pressoch affogato , onde i medici non sapevan trovarci riparo alcuno. Pure quando vi avesse un valente cantore ed abile sonatore di cetra 7 ordinarono , che rinvenutolo , qualora il demonio gli si accostava e inquiebivalo , adoprassero in modo , che quegli ponendoglisi ~resso al capo toccasse ad un tempo la cetra , e cantasse canzoni. Saule non indugia un momen,to , ma tosto comanda che gli si cetchi un tal uomo. Ma poich uno degli astanti ebbe detto , che nella citt di Beemme gli venne veduto un figliuolo di Jesse , di et ancor tenera , ma vago e gentile della pel'Sona , e siccome nel resto meritevole d' ogni stima , cos nel canto e nel suono espe~ tissimo , e in cose- di guerra assai bravo , mand tosto a Jesse ordinandogli, che tog.liesse Davidde alle greggi e spcdisselo di presente a lui ; poich la. fama della sua avvenenza e bravura desideroso a. facea di vederlo. Jesse adunque gli manda il figliuolo , datigli prima alcuni regali da presentarne Saule. Veduto ap-o pena gli piacque , e creatolo stio scudie1e l' onor sommamente ; perciocch ne sentiva gr~nde sollievo, e qualora il demonio assalivalo , egli solo era il meclico , che ne placava le furie cantando cazoni , to

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DELLE ANTICHITA' GI11DAICHE

cando la cetera , e con ci . tutto a se rivolgendo l' animo di Saule. Saule adunque spedisce nn ordine a Jesse padre del giovine, perch lasci Davidde presso di lui ; che l'averlo presente e il vederlo gli dava conforto. Jesse non si contrappose al voler di Sanle, e consent , che restasse.
CA.PITOLO

x.

Altra spedizione de' Palestini contro gli Ebrei.


I. Indi a poco fecero i Palestini cospiFazione , e adunata grand'oste entrano in quello degl' lsraeliti 1 e occupato lo spazio tra Soco e Azeca ( t4) piantano qui vi .le loro tende. Anche Saule muove lor contro colle sue truppe , e accampatosi sopta un monte costringe il nimico ad abbandonar prima il campo ) indi porsi. sul dosso d' nn altto monte rimpetto all' occupato gi da Saule. Trammezzava fta l' un campo e l' altro la valle delle .montagne , sopra cui si bo-vavano. Sceso adunque un del campo dei Palestini 1 per nome Golia , Geteo di pabia, uomo stranamente grandissimo ( poich era alto sei cubiti e un palmo), copetto d' arini corrispondenti ~Ila sua corporatura ; eonciossiach vestiva un usbergo del peso di cinquemila ( 1 5) sieli , elmo poi e gambiere, quali ragion voleva che fossero per coprir membra d' uomo di cosl stravagante statura. La lancia non era pe50 da sostener colla destra senza fatica: per la .si portava !curata sugli oweri ; J..a cui punta. contrappeaava. se

LIB. VI.' CAP. X. 123 cento sicli. Venivangli dietro molti colle sue arme. Fermatosi adunque cotesto Golia tra l'un campo e l' altro mette fuori una voce bestiale , e volto a Saule agli Ebrei cos dice. " Io vi libero dalla battaglia e , da tatti i pericoli. E che bisogno v' mai , che ". tutta la nosba gente, s'affronti ~ sia malmenata? .. Datemi alcun de' vostri , che meco si batta, e l'e" sito della guen-a sar dalla parte del vincitore ; , sicch avranno quegli il dominio , dalla cui banda , si trovi il vincente ; ed meglio assai , e pi sa" viamente pensato giugnere a quel che volete col , rischio d'un solo, che non con quello di tutti " Cos detto si ritir nel suo campo. D d appresso uscitone come prima parl.J co' medesimi sentimenti, e per quaranta giorni continui segu a sfidare i ni.~o miei colle medesime condizioni , fino a impaurirne Saule istesso , e tutto l'esercito; onde mettevansi behs in ordinanza per la battaglia, ma non venivano mai alle prese. II. Ora Saule ali"accendersi che fe' la ~uerra tra'Palestini e gli Ebrei, avea rimandato Davidde a Jesse . suo padre, pago abbastanza di tre figliuoli, che Jesse aveva e spediti a lui in soccorso, ed esposti ai periricoli !.della guen-a. Davidde. adunque alla prima ri-piglia novellamente la cura , e il pensier della greggia. Ma non istet1e poi suari tempo , che fu di ri torno al campo speditovi dal genitore , perch re . casse a'fratelli il di che tostelltarai, e gli sapesse ridir come stavano. In quello appunto Golia uacl 'di nuovo , e sfidava sii Ebrei , e dic11va lor villania ,

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DELLE ANTICBJTA' CIVDAICHE

poich non ave,ano pure un solo , che ardisse combattere a corpo a corpo CQn l~i. Ora Daviddt:, mentre adempiva le commissioni avute dal padre spettanti a' fiatelli , ud il Palestino oltraggiare villana mente l' esercito , e ne sent grande sd~gno ; e coi suoi 'fratelli protest , esser pronto a. battersi col nimico. Di questo il fratello maggiore nomato Eliahbo &giidollo , battandolo da ardimentoso pi che non convenivasi all'et sua, e. da poco informato del caso , di cui si trattava. Per gl' ingiugne , che se ne torni alle greggi e al padre. Davidde per rispetto al fratello di la si sottrasse , e presso alcuni del campo and spargendo , ch' egli di buon gi'ado accetterebbene la disfida. Riferita a Saule la proposizione del garzon.'ello , il Re manda tosto per lui ; e richiestolo che intendesse di dire, rispose " no non " ti abbattere o Re , n temere . soverchiamente. Io " umilier io l'arroganza dell' inimico prO\andomi in " campo con lui , e quell' omaccio s gtande io mel ., cacct:r sotto a' pie(li. Questo l' unico modo da " r~ndere lui schernito , e le tue genti gloriose ,_ ,. quando non gi da k uomo abile a vestir l' atme , ed espe1to nelle battaglie e ne' militati. arti6zj, ma .,. da tale sia morto , che sembra ancora fanciullo , " e ne ha veramente l'et " 01 mentte Saule ammiravane per l'una patte l'intlepidezza e l'ardire , ma non si fidava per l' altra del giovine perch troppo tenero, e per gli diceva, che si troverebbe assai debole a &onte d' uno , che sapea troppo l'arte del gueJTeggiare , " tanto , rispose Davidde , io . Qli pro--

Lm. VI. C.LP. "L

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.., " ., ., ... ., ,, ., , ,

metto di JJH:, affidato in Dio, che vien meco; e del suo ajuto io ne ho prove abbastanza. Percioc~ ch a un leone , che assal le mie greggi e se ne port un agnello , tenendo dietro il raggiungo , e in prima rapisco di bocca alla .fiera l'agnello, indi in quel che si avventa conbo di me , per la coda lo prendo e battutolo contro teiTa (16) l'uccido. Nella maniera )Jledesima' io tratto un orso per vendicarmi di lui. Tengasi dunque il nimico per una di queste fiere , il quale gran tempo , che va svillaneggiando l' ~sercito e bestemmiando il nostro Dio , che certo me lo ar nelle mani " Qui Saule pregato al coraggio e all' ardir del garzone un pari esito , v an ne , disse , in campo. Indi ves titolo del suo' usbergo, e cintagli al fianco la spada, c adattatogli l'elmo in capo il licenzia da se. Ma Davidde , pcsanog~ indosso l' armi , ( che ancora non eravi usato , ne appreso aveva a portarle ) .. tienti , disse , o Signo, re , tienlo per te questo ingombro , che il sai " portare ; e a me tuo servo permetti di gueiTeggia" 1e, come mi aggrada '' Cos detto pone gi l'armi, e presa una verga , e messe nella past01ale sua tasca cinque piebuz:.:e del vicin fiume , e nella destra tenendo una fo.nda incamminavasi verso Golia. Se ne ride il nimico veggendolo in tale arnese venire a se , e Io ya motteggiando , perch voglia combattere .non con quell'armi , che soglionsi adoprare cogli uomini ' ma s con quelle ' onde cacciamo i cani da noi , e ce ne difendiamo: e' non gli pm certo in vece d' uomo d'essere un cane ; ed egli rispose , che tale

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DELLE lNTICB!TA.' G11JD!IC:iiE

appunto :anzi peggiore il credeva d' un cane. A queste parole si muove a sdegno Golia , e col nome di Dio in bocca lo carica di maledizioni , e il minaccia di voler dare le sue carni a sbranare alle fiere e agli augelli. A cui Davidde sBggiugne. " Tu vieni , egli ,. vero sopra d~ me ben guernito di spada, d'asta; ,. e d' usbergo ; ma io movo conb.o a te armato di " Dio , il quale per nostra mano recher a niente la " tua persona , e tutte le vostre forze , perciocch , oggi stesso i ti mozzer il capo , e il fusto , che " rimarr , 'getterollo a1 cani tuoi pru.i. Cos tutti ve" dranno , che Dio ha degli Ebrei il governo , e che " le nostr' armi , e il nostro potere altro non , che , la' sua Provvidenza ; conciossiach ogn' altro appa-" recchio e nerbo di forze senza di lui resti inutile" Il Palcstino adunque siccome colui , che dal peso dell'armi mal poteva esser agile al corso , vin passo passo alla volta di Davidde , menf.Te di lui si tide 7 e non dubita punto di non doverselo levar dinanzi senza travaglio , inerme com' egli , e fanciullo per anche d' et.
CAPITOLO

Xl

Duello di Davidde con Golia , e scorifitta de' Palestini.


l. Movegli incontro il garzone con a Lanco un sovvenitore invisibile . all'inimico, che era Dio ; e Uattosi della 11tsoa uno di que' sassetti, che tolti;

:Lm, VI. C!P. XI.

a.vea dal tOITente e in quella nascosti , indi adat. tatolo ben nella fionda lo scaglia in fronte a Golia , e penetr fino al celabro la ferita; onde tosto istupidito Golia stramazz in terra col capo innanzi. Corre Davidde , e sta sopra il nimieo giacente al suolo; e tratta a lui stesso di fianco la spada ( eh' ei non ne avea) gli taglia il capo. Il cader di Golia 7 c lo scompigliasi e fuggire de' Palestini fu una cosa medesima. lmperciocch, visto ch'ebbero il pi pregievole lor personaggio atterrato , tale fu la paura , che assalseli deJl'estrema rovin;t, che deliberarono di llOD dover sostenere col un momento ; onde ~tisi a una di11ordinata e vii fuga ingegnavansi di sottrarre se stessi ai pericoli. Ora Saule e tutto l' esercito degli Ebrei con militare schiamazzo escono dietro a loro; e uccidendone molti gl'inseguono sino a' ~onfini di Get, e alle porte d' Ascalona. l Palestini morti salirono trentamila , e a due ianti i feriti. Indi tornato Saule al loro campo J lo Juba tutto , e mettelo a fuoco e fiamma. La testa poi di Golia Davidde se la port nella tenda, e consacro nn e la spada a Dio. Il. l\la le donne gli attizzano contro l' invidia e l'odio del re Saule. Perciocch uscite ioont.Lo all' e sercito vincitore con cembali ,. e con timballi , e con ogni albo segno di gioja, le maritate andavau can tando 7 che molte migliaja di Palestini avea morti Saule, e le vergini 7 che molte decine di migliaja no aveva disfatti Davidde. Il Re adunque sentendo 7 che la minor parte delle coagratulazioni toccava a lui 7 mentre a gloria del garz.oucello recavansi le deoirie

28 DELLE AKTICBITi' GllJDiiCIIB di migliaja , e avvisando seco medesimo , che nulla pi rnanea da bramare a D'avidde dopo un' acclamazione cos gloriosa , che il regno , cominci a temere e a sospettare di lui. Quindi poich la paur glielo faceva credere troppo vicino alla sua persona, sicct>me fatto da lui suo scudiere , rimossolo da quel posto lo crea tribuna , e gli d una carica veramente migliore , ma come pensava , assai pi sicura per se. Perciocch di mandarlo intendeva. contro a' nimici , e d' involgerlo nelle battaglie , sperando , che qualche volta morisse poi nel cimento. Ma Davidde avendo seco per tutto , dovunque andasse il suo Dio , recava prosperamente ad effetto ogni impresa , e ognuno il vedeva , sicch pel grandissimo suo va-_ lore e tutto il popolo l' avea caro , e una figlia an cor vergine di Saule invaghillD.e , e tanto si accese di lui , che venne a notizia del padre il suo amore , e a lui fu palese. Egli pertanto , siccome colse questa occasione per tendere un laccio a Davidde , cosi ne fu lieto oltremodo ; e senz' altro promise a chi discoprigli l' inclinazione della figlia , di maritarla con lui tostamente , sperando , che a lui l'avere tal moglie dovesse costare la vita , o certo molti peicoli ; " e , impe.gno , disse , la fede mia, eh' egli sposer la " figliuola , quando mi rechi innanzi secento teste " nimiche. Ed egii certo tra per l' onorevole prenrio " propostogli, e per la brama di farsi nome in cosi " pericolosa e appena credibile impresa , voler to.. , stamente a eseguirla ; ma rester morto da' Pale., stini ; e pr me la faccenda andr a maraviglia ;
l

LJll. Yl. C.A.P. Xl.

ng

, coneiossiach~ leverommelo io dinanzi con una mor, ~ datagli per altrui mano, non mai per nu'a. ~. Qrdfna ntanto a' suoi cortigiani , che esplorino l' in. ten:don di Davidde ; t come senta lo sposalizio della fanciulla. Essi perci cominciarono a fargliene motto dicend , che tanto il Re quanto il popolo ama.ano lui teneamente, clie per il primo intendeva di maritare con lui una figlia : ma egli , " e' vi , par , disse , poco divenir genero del Re ? a me " certo non sembra cos , molto ' pi , perch son " poverettO , n vanto nobilt od onori che mi di., stinguano " Saule udite da' cortigiani suoi le risposte di Davidde, " rispondetegli, disse , ch'io , non ho bisogno n di danari , n di regali ; pey.. , cio'~h'' saria questo anzi vendere la figliuola ' che ~ non collocarla. Ma , ~ dappoicb il genero . -v alo" roso , e d\ ogni pregio fornito , siccome io veg:.. " gio cogli occhi miei , io . voglio da .lui in ricom., pensa del dargli ; che fo la figlia , non ar , n ... argento, n .ch'egli mi rechi dalla sua casa paterna ., tai beni, ma solo il gastigo de' Palestini e secento ., loro teste : perciocch non v' ha dono che sia per riuscire di questo a me pi gradito , e a lui pi , glorioso ; e la mia figlia ama assai pi di oongiu.. " gnersi con uomo s grande , e per la rotta de1Pa" lestini cotanto famoso , che non d' avere gli usati " regali " Davidde al riferirglisi di tai novelle fu. lieto , credendo che daddovero Saule ~siderasse di strignerlosi col legame del sangue, n sosl>ettando di tradimenti ; senza rifiettere se agevole (oBSe () no

Fl..APIO, &01110

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DBLLB .liiTJCBIT.A' CJVD.llCIIE

Ja propostagli impresa' corn di preaente colla aua compagnia addosso ai nimici , e mise mano all' operca ~untagli , ae volea quelle nozze. E , poichtt Dio gli :JOendeva ogw cosa le1giere e po&&ibile , venne a Dvidde compiuta l' impresa. Perciocch dopo averne as~ morti , fece ritorno al Re con $ecento teste recise , -e presentatele a lui dinanzi , sliene chiedeva .in mercede le ~zze.

CQme &uk amnt.irato il yaJor di Dtwidlle sli di la figliuola.

Saule ~dunq_ue non ritrotando apediente che lo disitapegnas1e dalla gi data fede , ( perciocch riputava vii cosa il sembrare , o d' easer mentitore , G d' avere insidiosamente promesse a Davidde queste nozze1 perch addossandosi egli imprese quaai impossibili vi lasciasse la vita) gli di.la figliuola nomata Micol. Non doveva per Saule durar guari tempo nelle jnesenti disposizioni. Conciosaiacla veggendo egli Davidde favorito da Dio e da' popoli , concepinne timore , e non sapendo celarlo , perch ai trattav~ di troppo , del regno oio , e clel1a vita , e il rimaner privo dell' uno o dell' altra era grande seia~a , fel"Ul seco stesso ii uceider Davidde ; e De commette l' eaecuzione a Giooata auo figliuolo e a' pi fidi suoi famigliari. Ora quegli slll.pito del canciauHnto del padre ioto.rno a Davidde , col quale

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n. eu.

XJ&.

dopo U si grAil bene che gi gli Yolle ' DOn ave&. lnezzo , ma trucon-eva perfino a volerlo morto ,. tra per l' amore che al giovinetto portava, e per la Te:b.:razioiie in. che aveva le aue virt , gli sceiperte i segreti ordini e le intenzioni del padre. Stia 'pe... -tanto in guardia di se , e dileguiai pel d vegncnte-,; ~h' egli andr a salutare suo padre ; e al preaentar. ~isi dell' occasione l' inndarr .a parlare de' fatti auoi , e gliene chieder la ragione ; e gliela u:enter dicendo , che non tale da mettere a morte ~ persona , che ha fatto ~ gran be~ a tutti 1 e che ha beneficato l~ tanto , fluo a doversliai perdona~ cpmlunque bench grandiuimo :Wlo. Indi saprotllen dire la decisione del padre. Davidde pers~o a col\ ~oroao cenaiSlio si mttrae alla Yiata del R..,_.

Gionat4

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favtJr .li DtWlJe ottiene lo 8C1111tf10.

D d ap.preaao nnuto.Gionata iu.uaazi a SauLr, poich lo trov d' animo lieto e giulivo , prese incontanente a parlargli di Davidde in tal JQniera. " Qual ., t=olpa mai grande o picciola t'ha co~otto , o pa., cke, a volere la morte d'un uomo, che molto , valse alla tua salvezza, pi al castigo de' Palestini , ed ha l' ebreo popolo liberato dalla vergogna e " dallo smacco, Wte per quaranta giorni sostenne , .eaao.clo csli aolo acc~ttar dia6da dell' inimico/

la

DELl.E AN!l'ICRI'f.A.' GIUD-'ICHE

Un uomo oltre a questo, che ti rec.qaante teste ., nimiche tu gl' imponesti; che n'_ ebbe -in premio ., la mia sorella per moglie : onde molto pi , dolo., 1'068 n sar la sua morte ' non tantO per le virt ' .., che !'adornano~ quantn pel parentado, che a noi , .lo strigne ; perciocch la . sua morte colpisce al ., tempo medesimo la tua figliuola costretta pro" vare la vedovaaza , prilllll ancor di godere i frutti ,., del maritaggio.: Con tali considerazioni alla mente , deh piegati a' pi". . soavi consigli , n far mle ad .., uD uomo , che primieramente ha fatto a noi Ull " grandissimo benefizio salvandoci la tua per.c;na, , allorch e dal tuo fianco allontan il reo apmto , ~, e il mal. detponio .che ti crucciava, e rendette al., l'animo .tuo la pace, indi ne :ha vendicati de' no.. ,, stri nemici : cose tutte , che il dimenticare saria ., vergogna ". A queste ragioni si placa Saule , e giura al figliuolo , che non far nessun male a Davidde: perciocch la ragione prev~se allo, sdegno e al timore. Gionata adunque raand per Davidde , e scoprgli le buone salutevoli nuove , che aveva dal padre. Indi glielo conduce . diaanzi. ; e Davidde rest presso il Jte ; .come prima. ,
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l.IJ, VI. CiP. XIV.

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o L o . XIV.

Come soventi ,volts troMtosi Davlils in pericolo . d e.sser morto da Sauk, scamponne, e 'com6 avuto .. due volte. in sua mano Sault: , sicch6 poteva txJrlo dal mondo ' non offese.

I. Intorno a questo tempo, essendo di nuovo usciti in campo' i 'Palestini contra li Ebrei, Saule spedisce a combatterli colle . se .' truppe Davidde ; il quale affrontatosi co' nemici ne 'nccide molti , e ne . torna al suo Re vincitore. D riceve Saule u.on come si prometteva Davidde dopo cos felice condotta , ma in atto d' uomo a cui dolesse delle sue pro1pere av.. ventme , come se tanto crescessero per. lui i peri.. coli , quau.to pi belle imprese faceva Davidde. Ma poch a. demonio innsatolo novellamente si ns&' a straziarlo , e a fare di lui rio governo , chiam ~~ella camera , ove giaceva , Davidde, e. tenendo iDt. man l'asta gli ordin, ch'inni e aalmi cantasse. Or mentre Dayidde .eseguisce i suoi ordini , ecco Saulo .scagliargli incontro con empito l' asta ; ma Davidde a tempo av,yedutosene la schiv. Indi si fugge in lu& casa , ove. stette quel giorno intero. Venuta l~ n()tte manda il .Re gente con ordine di guardarlo fino all' aurora , onde furtivawente non si sottragga del 'tutto al -tuo braccio , perch poi voleva, sedutosi a tribunale e messolo in man dei : Giudici , dargli ~orte. Ma Mieol spoJa di Davidde e figlia del Ile 1

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DI:LLZ OTieiiPU; CI'IID.UCWB

~msato l' intendimento dei padre , corre al mfrlte tutta in disperazione per lui e in affanno per ae , perciocch non sosterrebbe di vinre pur un mo-mento aenza di lW. a Per prda bene , che cpi , DOn ti colga il sole ; altrimenti non ti vedr pi. ., Fuggi adunque lontaao , J111Udo la notte che dura , ancora te lo consente ; e noa temere , che Dio , , ae bisogni, per te l' allut1gher; e sappi . che 1e il padre ti coglie qu, tll se' morto " Co detto .il ooll dal balcoae lo pose in salro. Indi appa recchiato il letto , come auol farsi per un infermo 1 e sottoposto alle coltri un fegato di capra 1 quando sul ir del giorno suo padre m.and per Dniclde 1 ditae , che tuta notte era stato in ambascia , e reeandone UV{ede asli astanti a letto coperto : e a palpitar ~he faceva a fegato sotto le coltri rendeva credibile, che di l aotto Davidde infermo ansasse. Ora , tornati enendo i messi colla aovella che DaWclcle quella notte s'era i:afermato , il Re non per tanto ordin , che glielo JDe~~BNero- tal, CfUl era ; poich lo voleva uccidere. Veati adunque tc:Oprono jl letto ' e acoortiai dell' artifizio donnesco Ile clauno. IIYVi8o al re. Or ripigliandola il padre d' avere ad ..- tempo saluto ua nimicG 1 e iDpnnate lui,_ essa iaveDta una scusa asaai v.erieimile. Dis~a adunque , cbe per ella dontte ajatar~ a saJ.rarai, percla miuaccioUa se noi ~ d' uceiderla ; 011d' era ben nsionnole che le perdOilflsae , quando aoa il volere aao proprio , ma la necessit vel' aveva condotta ; pueht\ poi 6uhcaeD.te ~ .,p111l' ella ) tu noa cerean

J35 mnto cred.' io d'uccidere un'inimico, quanto di aal var me. In questa maniera la giovine ottien da Saule il perdono. II. Davidde intanto salv da quel pericolo venne ill Ramata presso il profeta Samule , a cui raccont l' inaidiarlo, che anva fatto il Re, e come poco man.. c, che dall' asta di lui non restasse ferito e morto ; eontuttoch n colpevole fosse tato verso di lui , D vigliacco in combattere gl' ~ci anzi la buona merc 4li Dio che fa sempre meco ( aggiunse ) ogui eosa abbia sortito un esito fortunato. Ma questa appuDto fu la ragione dell'inimicizia 'sua con Davidde. Udite il Profeta le atranezze del Re parte subitamente da Ramata , e seco menando Davidde venne a un. certo luogo chiamato Najot , o-.e con lui i ferm. 1\isaputo Saule , che Davidde si trovava presso a Profeta , sped un cQ-rpo di soldatesca. con Gidine di pigliarlo e condW"glielo iD.JUlJUli. Ne andarono adunque da Samuele , e avvenutisi in un drappello di profeti 1 ti sentono essi ancora ripeni dello spirito di Dio , comincino a profetare. Uditolo Swle ve ne spedisce degli altri. Ma provando ancor questi l' effe~ de' primi , manda di nuevo i terzi. E profetando. andtc i terzi , adiratosi 6aalmente ci n egli steuo in persoaa , e come fa giuato vicino a quel luogo , Samuele prima d'esser veduto il fe'profetare. Venuto poi finalmente Saule dinanzi a lui , fu compreso da tanto ardore , che usci di mente a se ateso ; e gito tatasi di dosso la veste si giacque disteso al suolo tutto quel dl. , e la notte ancora _, ngenti saautle. e Davidde.
J.D, VJ.

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136

DLLE .il'I'TISBJTA.' GI1JMICH:&

'UI. Gionata intanto, a cui si rivolse partito di qui Davidde , .e .lagnavasi. delle trame orditegli contro dal padre dicendo , eh e con tutto il non trovarsi egli reo d'alcun fallo e delitto era da lui non per tanto cercato a .morte, confonaYalo a non 'day fede n a sospetti , che di ci gli "enivano , n alle persone che glieli mettevano in capo , se pw v' era gente he ci facese : ma badasse a' suoi . detti , e .stesse di buona vogli~ ; poich auicuravalo, he suo padre allora non. macc~ina'V~ niente contro di lui, che certo glielo avria palesato , e . gliene .avrebbe chiesto pa~ 1ere; stante che nell'altre cose eziandio si valeva del suo consiglio. Davidde all' incontro giurava , ch'era a tal tet"Pline veramente cou.dotta la cosa; quindi egli ,piuttoalo col .crederlo provvede~&e al auo stato , ~he col : currue la verit d' un racconto dover .ricfHJ.Osce~lo allora per ~ero , quando vedrebbene ' o Qe. udreW>e la. morte. Vero ' il padre J?-Gn gliene ba fatta parola ; ma unicamente pmch ben gli tJ.oto il suo amore e le aue buone dispo.sizioni .per. Davidde. Dolente Gionata di vederlo cosi persuaso 4elle intenzioni cW. padre lo interroga , in he ablti,pgni ~Il' opera . sua ; f1 cui egli , ". giacch ., ben so ,. di~e. , che tu mi compiaci in tutto , e di , buon gr~do mi ce~~cedi .ogni coaa, dimani cOiTono , le cj~nde ( 1 8) , ed io in tal giorno soglio ceuare , alla mensa del Re, Ora se a te cos pare; io me n' usir all' ~perto fuor di citt, e quivi terrommi " nasco.~. Tu intanto, al chiedere, ch'egli far di "' )De , dei rispowlere , ch'io son ito a BetleiAQle mia

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:LB. VI.

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JIJY,.

, pahia, per una: festa; eire ivi fa la mia Trib: ., aggiugnendo che tu me l'hai couceduto tu stesso ; ., ohe se, come porta il dovere e il costume che degli , amici viaggianti si parli, aoggiunga; Dio lo feliciti ., nel suo viagsio , sappi , u.on a temere da lui "' neuun tratto nimiche-vole .o inaidioao. Se poi ri ., sponde altrimenti , qesto sar una prova .dei lacci ot ch'egli m'ha tesi. Tu poscia mi farai chiaro di ,. ci che pensa tuo padre, e dona questo alla piet, ., che ti sb'nse di m.e , e a quell' amicizia , , di .cui ., ti degnasti volerne giurata .fede da me e dat'lami , n tu Signore al tuo servo. Che se tu rav~ai in me , qualche sorta di colpa , deh m' uccidi Lu di ~a , mano, e pre.vieoi tuo padre " Amareggiato Gionata a queate estJ:eme parole , promettegli di far quanto brama , e se il padre rispondegli crudamente e in modo che senta. dell' irritato , di dargliene parte; e per rendeilo. vieppi sicuro, menatolo all'aria aperta e se!&na , . giur" di ai:>n traacurar nulla pel" la aalvezza di Davidde ; !' e '{)biamo, disse, in teati., monio CfUe&to :pio-, che tu vedi , s .grande e dif., fu.so per tu.tto , il quale prima ancora eh' io spie, ghi parlando i miei pensmpenti , gi gli ha veduti,. n lo chiamo , dico , in testimonio della f che ti ho , data , che io non ristar d' esplorare pi e pi , volte l'animo di mio padre , fintanto che non dio .scopra se in qualche secreta parte del cuore .na., sconda alcun male ; e chiaritone noi celer , ma , darottene avviao , sia egli bene o mal disposto , vctao di t~ ; t be~a lo aa quettG Dio , quanta ie

t38, BELL ..lftiCIIITA' GIVDllCJQt 11 il preghi di star sempre teco. AI presente eerto ei , vi sta , n per l' anClllire porratti in obblio ; anzi , ti metter al di sopra de' tuoi nemici,. e. di mio' , padre ezimdio e di me , ae lo Coasimo. Tu fl"at., taDU> ricordati qnes(o 10lo ; se mai avveogami di ., morire, aalva i miei figli; e il guiderdone, che , ai presenti miei benefizj dovrebbesi , loro il ren " di " : e obbligatisi con giuramento 1cambievole , Gionata licenzia Davidde e gli dice , che si ritiri in un certo luogo della campagna, OYe esli era solito esercitarsi coll' arco. Perciocc risapute le disposi zioni del padre " Terr , disse , col servo 1 e se " dopQ scagliati contro il bersaglio tre dardi , ordino , al servo che me gli rechi , poich sono dinanzi a , lui , argomenta da ci , che non bai onde temer " da mio padre; che se tu senti, ch'io dico al servo .. il contrario , dal B.e eziandio ti aspetta il contrario. Ma non dubitare ; per opera mia tu fia salYo , n t' incorr niun siniwo. Guarda per che nei " tempi felici llOD t' escan di mente tai c01e, e ren-o " diti vantaggioso a' miei figli " Davidde adunque avuta da Gionata cotal 1icureua ritirasi nel lu.ogo accordato. IV. Venuto il giorno delle CaleRde, il Re lcondo ~ costume purificatosi and a cena; e sedutigU a fianco. dall'una pane Gionata. suo ~:h, e Abnero ue senerale dall'altra , com' ebbe veduta la aedia di Davidde .vota ' ai tacque ' credeRdo starne egli ror.. lontano , perch aon serbatoai 111011do. Ma poich aon COIDp&rve neppe jJ. 4 ap.ptuso ,_ dOIDaDda al

J.Q, VJ. Ci. WJV.

1~9

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Gioaata , oncl' mai , che il figliolo di ~es~ non e' nduto n jeri n oggi aDa cma , e al banchetto. Riapoee Gionata, che secondo una parola gl datane era ito alla patria per una lesta , ehe la trib celebrava, e. glielo avea consmtit~ egli stesso , u anzi ha invitato me pure a intqovenire al aacrifizio che 'Vi si fa ; onde 'Se tu mel permetti , io vado ; giacch6 ben ti nota la nostra amicizia. , ADora finalmente onobbe Gionata il reo animo dd padre vers~ Davidde , e chiaro n acors le inten:.ioni tu.tte quante. Perciocch Saule non teane la eollera , ma bestemmiando gli di del nimico e del traditore , e il chiam partigiuo e favoreggiatore di Duidde , che nel nudrire di tali affetti riguardo non avea n a se stesso , n alla madre , e non vole J'ersuadersi di questo , che , sino a tantoch Davidde ci viveva ' le cose del regno tronvansi per loro m pericolo. Disse adunque d'averlo fatto chiamare perci4 eolamente , che ae pagasse la pena. Qui a-vendo sog ciunto Gionata , ma per qual suo misfatto lo vuoi punire , tlOD :t>i Saule. sfog la ~oliera con parole e :bestemmie , ma dato- eli piglio all' asta s' avventla contl'o lui per ucciderlo. Veramente non l' esegu , perch sii amici glielo impec:lin.no ; conobbe per evidenza il figliuolo , ch' egli odian Da,idde , e li IDOrin di voglia di torio del mondo fino a renderli per lui presaoch uceiaore d' un figlio. Allora pertaato il figliuolo del Re levatoai dalla cen~ (- giacch pel dolore non po~ prendere punto di cibo ) passc) ~cUa DOtte piapmcle er a. ~ , pm:bc\ fa j'

tipo

4o

DELLE ' AJrTIC.IIJ' .1' .GIIJD!ICHE

pericolo d' essermorta, ora Daidde,. per.ch era gi oondannato: a morire. SUI far del giomo esce al luogo usato fuor di citt , .in. appareDIU. per di.Yertirsi , ma in realt per fQr note alll. amico le disp06izioni del padre , cem' era! il patto. Compiuto Gionata il gi concertato fra loro , rimaD.da il servo in . citt , ed egli in luogo appartato si .raccoglie con Davidde per vederlo .e. parlar gli. Ora Davidde appena gli. fu. dinanzi., e si gitt a1 piedi ili Gionata ,. e adorandolo lo chiamava il c:!onservatore della sua vita; ma Gionata lo fa rizzar, e abbracciatisi ioaieme stettero buona pezza baciandosi e lagrimando soli' et loro ancor f1esca, sull'invidiata lOl"o amicizia e s.ul vicino distaccamento , tta 'l quale e la morte . non pareva loro, che correMe 'divario alcuno. Non cosi tosto si furono riavuti dai lunghi pianti , e coafortati l' un. l' altro a ra1111UieJltare i loro -giUl'tliDenti , che si ~ wisero. V. Davidde fuggendo it Re e i contmsti, ch'indi venir gli potevano, ricovera in Nobe (19) pressa;. al pontefice Achimelecco '(~o), il quale stup al vederlo venir' cosi solo seDza un amico o un famigliare, che lo seguisse , e T()lle sapere il pert:h de1 ilon &l'el' egli seco nesauno. Davidde rispose essere incaricata d'una. secreta commissione del Re, clella quale noa era mestieri, ch'a lui, bench vogliosissimo, si.facesse parte ; -aver egli perci . dato ordine a' suoi servi , c!1e. lo venissero ad incontrilre ol : ,pertanto pregavalo di provvision pel camniino ; e .aoopJZerehb~ a lluoa ami~o , sliCJ~e deate e l.o aonenisae iD

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, J;J11, VJ, Gl'P. "'llV

.qaell'-GcCOI!'~a. A~otele, iebitse a. . ~alci e. iu"me -da ta:apo, o spda eBa foe, . o lancia. -Si trovava --presente- a .1Jllel ~tto un servo di Saule nativo di Siria (~.u), per no.- Doeg, paatqr: delle mole del -.B.e. li graa SllOCNote ad~ ,lispose ' che &Yea .di tali v' era per la spada del palestino Go -lia i ch' egli steas9 ., uoeiso il nimioo ; . appese .-.1 ~eJ!Dpio. .&cceftolla Davidde , . e cen. qf.1esta in :mBlSO nrcati i coofni israelitici .si port a. Get -citt pale atina , oy Achis :regnav. Riconoseiuto da' oortigiarii del R.e, e' nnuto a .netizia di questo pef. la ilontez~a; ebe gliene .died.eD coloro dicendo lui easere f.Juel Da vidde , che -aieva taute migliaja llCCIBe di Pale &tini-; sifl'atta paura entr in Davidde di restarne' mort(), ' di correre Fesso , di' lui quel peri~olo , che avea achiTato pressG . a Saole , che s,' iatif!Se maniaco e furioso , sino a .giuar dalla bocca la .,chiuma , e a .fue alla presenza ~el .Re tutti i segni da aicurll.DleAtll inferirne , eh' egli se.ti& del. f~tico .; , cmde il. Re sdegJUitOBi oo'suoi 'famigliari., .ehe ayess tratt. annti un mentecatto , . Ol'dinc; , che ,fJiielo levassero quanto prima dinanzi. Uscito in tal pi.a David.d.e ealvo di Get rifugge nella trib . di .Giuda ; e fe.rma-tosi nella spelonca vicina. alla citt d' Odollama , mmda gente che arnsi i fratelli lui essere qoivi ; ond' essi con tutto il paren~do ne vennero a lui, e con loro, quant'altri: o. .l'utile proprio, o il .tiinor di Saule vi spinse ; i. quali si protestarono. pl'Onti a Ca.J.,e quanto .a lui fosse in grado':: ed erano in numero quasi di quattra.cento. ,

armi ,

non

nu.s Alr7CIIJT:t.' 411'1JD:u:n VI. Ep ..Jnncpae fattosi. animo, dal ftdem sii -.palleggiato eia buoaa mano di gente , che gli darebbe soccorso , partibli di l 'le llJ 'lil!ne dal re . de' Moabiti , e lo prep di dar ael auo repo ricettd a' IUO (leDt()ri ' finanto che nOft IacODO' 'a qualcbe fine :Le cose IoM. CoJU~ta l Re la grazia,. e per
1

quanto tempo col i tratllealaero , aommate OBOrati da lui i genitori di Davidd6 , egli iatanto per Ol'diae d' un profeta ,cl muove a laSciar.' la solitu.. dine , e venir nelle terre della trib di Giuda per ivi abita~ , quindi egli tornato indietro fe~"~Qosai nella Clitt d' Aret (33). Ora Saule udito, che Daridde a'er ..-iato con gvan om.papia , non picciolo t lo acompiglio e il timore , che ne sent. Percioee l' iadofe eonos~ndo e il coraggio delr uomo sospettava doeme liiCire qualche gra!tde attentato , che mettesse in fondo , o ae noa altro , a ripe~~taglio. ogni cosL Per chiamati a se nell' alto del poggio , OYC a"eva il palazzo, gli amiot 7 i generali 1 e la Trib , di cui . era DalTO' e alzato a trono ne} campo (che tale era il nome del luoso ) con dintorno a .te , l' onoreole sua cor~ disposta in ordUte 1 e le guardie , cos loro parla. " O della medesima Trib mia va~ }ol'()ae persone , mi giova cvedere , che non siate ,, dimmtichi de'miti benefizj, e che vi ricordi, com'io , altri di voi ho fatti padroni di molti campi , ed " altri innalzati ad oaori 11 cariche pressd il popolo. " Vorrei rdUDCJW' sapere , se dal figliuolo di Je&M ' voi ae aspettiate di pi. e: ~ori ; poicb so Imi .,, io , che tutti correte dietra a lui , colpa di Gie

." ., ..,

il quale ed e~ stesso di tal sentimento , e ne ha persuasi pur voi ; che non ignoro no io i ~uramenti e i trattati corsi da lui a Duiclde ; e il consigliare , e il dar mano , che Gio~ta ba ~atto alle macchine fabbricate contro ~ di me. Voi iatanto non che pigliarvene punto briga, ,. state colle mani in mano a ndere , che n' per ., seguire ... Finito il Re di parlare , non ehbevi tra Bli astanti , . ehi gli facesae risposta , salvo che Doeg Siro , il pastor delle mule reali , il qual diase , che .visto aven Davidde in Nohe presso il pontefice Achta.aelec:co , dal quale, oltrech ne riseppe il suo de~ .stino av.venire , avea ricevuto provvisioni pel Tia~gio e la spada ancor di_ Golia , perch eema tema n'an. dasse , ove pi gli piaceva. Chiamato aduiHJ1le pr ordine di Saule il gran Sacerdote , e tutto il suo p rentado .. che torto o villania , disse il ke , t' ho io , fatta, che desti riccwero al figlio di Jesae, e lo ., provvedesti di viveri e d' armi , quando ogaun ., aa, eh' egli pone insidie al mio troilO l E poi , che n gli hai tu pre~iato dell'avvenire? PoM:h non , ti deve riuscir ftuovo, cb' .egli fuggiva da me, ed , aveva in odio la cao mia ... Il gran Sacerdote aon si rivolse al partito di negare quanto a\'ea fatto, ma confess francamente aver e,li somministrate tai COle, non per in grazia di Davidde, ma di lui stesso; che uon lo eredeva mai ano 1mico , anzi l' ehbe mai sempr.e per uno de' suoi pi fidi , ~ tribuno , e, e'be pi , suo genero omai e parente.; e certo cotali co.. tanto non aon uti sii uomiDi di c:oncede1le a'lor
- .nata mio &gliuolo ;

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DI:LLB ,.lli'TIC'BIT.l' GID.liCU

nimici, che sol 'le riserTimo per le pi eare persone e pi pregiate che s'abbino.. Avergli, a, prenunziate le cose avvenit-e, ma non fu quella la prima volta ; averlo fatto pi volte e in pi incOntri. " Sic" come egli diase , che tu lo mandvi a un' iin,. presa di graa rilievo , . 'io pensai , che il . negargli n quanto hiedevami 1 saria atatO un op~ormi a' tuoi , voler'i piuttosto che .a' suoi. Laonde D'OD pensare , sinistramente di me , ll voler credere, .che ..la :co1"1o , resia usatagli allor da me. abbia mimto ~ favoreg-" giar Davi.lde , in quaot9 or odi tentarsi da lni ; n peroiooch io ho sovvennt un . tno afuico , un tao " gnero , un tuo tribono, non uu nimieo ,. . Queato -dir del Ponte6_, nn fil' capace Baule; che il sover. chio timore non laseia dar. fede a discolpe , per. quantunque aieno vere, ond' egl impone a' soldati, che circondatol.o uecidauo lui , e tutta. la stirpe sua. Ma quelli non s' atteatando di .porre le mani addosso al Pontefice , -poich temevano pi il .gastigo di Dio, che la disubbidienza al Re,, Sllu.le :d commissione d'ucci1' dergli a Doeg Siro; il quale pigliati _in ajuto' alcpni ribaldi suoi pari mette a mortle Adaimelecco colla sua stirpe ; cd. erano .in tutto ben ia trecento. (23) ottantacinque. .Indi mand Saule etiche in Nobe, ove fece una strage uDTersale, non la perdonaado n a donne, n a pargoli, n a verun'Bltra e~, e. finalmente bruci qu.ella tel'll8. .Un Dgliaol solo d' Achimelecco fu salvo , e nom~vasi 'Ahiatarre. Segu questo fatto appunto , come predi~sel Iddio ad Eli gran Sacerdote , per la mi~Kgit de" due .figli di lui , quadD iisse , che la sua discendenza aaria distrutta.

por,

LIB. VI. C.\.P. XIV.

VII. Ma il re Saule con un fatto cos crudele , -e tol macello , che fece di tutta la stirpe sacerdotale , senza sentire n piet pe1 bambini., n riverenza pei vecchi, e colla di~truzione a che reC' quella terra , cui Dio avea scelta a patria e nudrice de' sacerdoti e profeti , e sola destinata a produr1e di cosiffatti uorrum , fece a tutti conoscere chia1amente , di che tempera sia l'umana natura, la quale, quand'altri si bova .iu essere di privata e bassa fOI'tuna, sic-o come non puote spiegare sue forze , n te'ntar '.(Uanto vuole , cos tra i limiti si contiene d' una ben regolata modestia , ed ha per guida la sola giustizia , e a lei sola consac1a il suo amore e i pensieri suoi tutti quanti. Allora altres crede l' uomo , checch si faccia quaggi , averlo Iddio innanzi a' suoi . occhi , n sol veder le opere , quando si compiono , ma chiaramente ancor discopride fin ne' pensieri , onde 1traggono l' esser loro. Che se avvengagli di salire a grande stato e potere , sveste allora tutti que' sentimenti , c cangiato , come si . fa delle maschere nella scena , costumi e maniere, veste alterigia, arroganza, e disprezzo di tutte le cose umane e divine; e quando per essere amai oggetto d'invidia ad alhui, e bersaglio allo sguardo di tutti ' che stanno intentissimi a conside1are cecch si pensi , o si faccia , gli farebbe mestiere di pi religione e giustizia , egli appunto allora , che quasi Dio noi mirasse , o ne temesse il potere , impehersa vieppi contro i sudo diti ; e quanto egli o per altrui relazione paventa 1 o per proprio capriccio .Qa, in odio , od ama per
IO

))ELLE .A.l'ITICHJTA' GI11D.A.IC11E

cieco trasporto , crede che tutto debba clagli uomm averai per .legge inviolabile e veritiera , e g1adirsi da Dio: Dell'avvenire poi e' non pigliasi punto pensiero; ma quelle persqne medesime , eh~ in premio de' soatenuti travagli onor , onorate le invidia ; e con tutto le abbia egli stesso condotte a quel posto sublime , che godono , pure non che solo spogliarle di questo , per questo ancora sotto pretesti iniquissimi, e con abuso enorme del suo potere le toglie clal mondo , non per reati a cui si debba gastigo , ma per calunnie ed a~use , che non si vogliono disaminare ; n quanti solo son degni di cotal pena, ma quanti egli puote uccidere impunemente. VIII. Tanto appunto ci fe' capire Saule figliuolo di Cis , il primo cio , che dopo l' aristoctazia e il governo ebreo sotto i giudici abbia regn:tto , avendo per un mero sospetto contro la pesona di Achimelec trucidati trecento tta sacerdoti , e profeti. Molto pi ae si aggiunga lo spiantar <:h' egli fece da'fondamenti la loro citt , e il procurare in tal modo dal cardo suo , che il Tempio fosse spogliato di sacetdoti e profeti , uc<:idendone in tanta copia , e non !asciandone in piedi ueppur la patria , perch dopo quelli non ne sorgessero pi altri. IX. Ora Abiatarre figliuolo d' Achimelecco, l'unico che spenta fu rampollo di quella litirpe sacerdotale , 1 da Saule , fuggitosi in braccio a Davidde , gli scopl )a sciagura de' suoi , e la inorte del padre. A cui ~gli rispose , che ben previde dover loro accader" tai. cose , quando gli venne veduto Docg poich

LJJJ, VI. CAI. !UV.

giudic tostamente, che avrebbe colui calunni~to il gran Sacerdote appo il Re ; di questa lol'O disgtazia pertanto a se ne attribuiva tutta l colpa. Egli per si fermasse col , c stesse con esso lui ; perch al. trove non lo credeva tanto l coperto. X. Intorno a tai tempo udito Davidde, ch'erano i Palestini usciti su quel di Ceila , 'e ne menavano prede , vuole esporre se stesso a combatterli, quando Iddio interrogatone per profeta gli prenunziasse vittotia ; e avutane lieta risposta ' usc col suo seguito conuo de' Palestini, a cui , dopo fatran~ grande st1a ge, lev di mano la preda; indi timase co' Ce1liti, finch non ebbero sicuramente raccolte e trebbiate le messi. In questo vien riferito a Saule , ch' egli si trova col: ch il felice esito de1l'impresa non sep pesi contenere in quel breve giro di luogo , ov quella fu operata ; e la fama siccome per tutto all' orecchie degli altri 1 cos a quelle del Re port la novella del fatto , e di chi stato erane autore. Saule fu lieto , quando sent Davidde trovarsi in Ceila; e disse , oggimai Dio me l' ha posto in mano. Or poich p ebbe astretto a ~'cogliersi nella citt guernita di mura, di porte , e di ripari , intim a tutt() il popolo di andar sopra Ceila , e preso a forza di assedio Davidde melterlo a morte. Ma Davidde avvedutosi di tal. diseg1;1o, e fatto accorto da Dio 1 che se pi a lungo si tiattepeva appo i Ceiliti , essi il druehhono in mano a. Saule , ~on seco i suoi quatbocento (24J usc della citta verso la solitudine sopra il luogo detto Engadrli. Ora il Re , aditane la fu_;a

DELLE .iNTICBITA.' GIUJ?A.ICHE

da Ceila, si" rin!ase dal pi ins~guirlo. Davidde intanto di l partitosi, viene in un luogo di ragione de' Zifeni chiamato Selva. Quivi Gionata figliuol di Saule av;venutosi in lui , e baciatolo l' anim.J a far cuore~ a sperar bene per l' avvenire , e a non cedere pel'" istanchfl~za a' travagli presenti ; perciocch stia si~ curo, che regner~ , c avr sotto il suo impe1o tutti gli stali ebrei ; n siffatte cose conseguite si sogliono senza grandi travagli. Indi fermata con n,uovo giuramento tra loro eterna amicizia , e chiamato Iddio in testimonio del pregar ch' ei faceva ogni male a chi primo rompesse la fede , o si can:;;a.~se in tutt'altro 1 quivi lo lascia alqrlanto ne' suoi timori , e nelle sue sollecitudini confortato ; ed egli si rende a' suoi. XI. Ora i Zifeni volendo piacere a Saule lo avvi .sano , presso di loro trovarsi Davidde ; e gli promisero 1 se cola ne veniva , di d~glielo neile mani ; perciocch occupate le gole delle montagne Zifene non aveva pi luogo a scampo. ll Re commendolli , e protest l' obMigo che avea loro per la notizia datagli del suo nimico ; e promesso di meritarnegli in breve con largo premio , li rimand senz'indugio, perch seguissero le tracce di Davidde , e ne cercasser per tutto il .deserto : esso poi terrebbe loro dietro. Quegli adunque precedettero .Re nella. caccia e presura di Davidde , desiderando , che pi dell'avergli indicato il. nimico fosse evid~nte riptova della loro divozi:oue verso dllui il consegnarglielo .in mano. Ma l'ingiusta e rea brama venp.e fallita a coloro, i Ttali , dove non arrischiavano nulla tacendo a Saule

LI). VI. CAP. XIY.

tai COie , per adulazione e cupidit di guadagno dinunziaron e promisero di tradire un uomo dall'una parte caro a Dio, .e dall'altra ingiustamente cercato a morte e non malagevole ad occultarsi. Di fatti risaputo Davidde la malignit de' Zifeni , e la mossa del Re , abbandona le angustie di quel paese , e ricovera .sopra una vasta rupe dentro il diserto della trib di Simeone. Saule tir verso quella per insegun:lo: perciocch avvisato ha via, che Davlde uscito era di queHe s'trettezze, s'incammin verso l' altro fianco della montagna. Ma dal tenere piit dietro a Davidde per altro vicinissimo ad esser preso il distolsero i P ales tini, cui corse voce avere da capo invase le terre ebree. Contro a questi pertanto si volse, ch'erano di loro natura nimici 1 credendo pi necessario il vendicarsi di lmo, che non per impegno di aver nelle mani un pl'ivato avversario permettere il devastamento del regno. E in tal m.aniera Daviddc fuor d' ogni sua speranza campato il pericolo si conduce ne' luog'hi angusti d' Engaddi (25). XII. In questo a Saule , che aveva gi discacciati i Palestini , vnnero m.essi a ditgli , che Davidde si trovava dentro a' confini d' Engaddi. Presi pertanto seco tremila de' pi valenti soldati avviassi alla volta di lui;. e arrivatone gi sui .confini vede lungo l~ strada una grotta profonda e cava , la quale per ogni verso steridevasi assai , dove bovavasi per ventura Davidde co'. suoi quattrocento .nascosto. Quivi ad un.. que pressato da un naturale bi.sogno innolttasi tutto o~olo. Fu visto da UD de' eompa;ni di Davidde;

tto

DELLE ANTJCBtT1' GHID!lCHB

te~o a lui COlTe dicendo ' che Dio porgengli

1: oe..

casione di far vendetta del suo nimico , e il consiglia a mozzare il capo a Saule , e a liberarsi una volta da tanti perigli e d.isagi. Ma Davidde 1izzatosi albo non fa , che tagliare un lembo solo del manto , che aveva indosso Saule : sebbene pentitone tostamente , non giusto disse , l'uccidere il proprio Signore , e colui , che Dio volle onorare del regno ; che s'egli a torto maltratta noi , non per questo conviensi a me d' esse1 tale con lui. Conie poi della grotta fu uscito Saule, fattosi Davidde alla bocca di quella alz la voce pregando Saule di udire. Rivoltosi in ttti il Re alle gl'ida, Davidd~ gittatosi in terra boccone lo adora , com' costume , poi dice , " non a , gente iniqua , o Re , n a fabbricatori di menzo~ , gnere calunnie tu dc' porgendo l'orecchio fare' l'o " nore di ctcder loro , e prendere intanto sospetto " delle pi a~iche persone, ma & dalle opere trarre , argomento di quale animo sia ciascuno ; poich la " calunnia ingann , e i fatti sono la prova pi '' certa dell' amicizia. Conciossiach le parole di lor " natra essr possano or vere or false; laddove i '' fatti presentano agli occhi l' animo altt'Ui, tal. quale * egli , Tu devi adunque dar fede a me. , che con , questi alla mano ti mostro il mio buon animo , vel'SO la tua persona e la tua famiglia , non a " coloro che oppongommi cose- non mai venutemi in capo , n possibili ad eseguirsi , ostinato in, tanto ~ perseguitar la mia vita, e non avente altro .. penaiere n d D. notte ' che a mio sterminio ' il

tU.

vi.

C.I.P. XlV.

t5r

~-quale ingiustamente vai procurando. E come po-

testi mai tanto sinistramente pensar di me fino a

Ct'edere , ch'io volessi levarti ia vita? E come non oltraggi tu Dio giudicando nimico un umo, che potendo oggi stesso rendersi soddisfatto colla vendetta , e pagartene , pur non volle servirsi d'una occasione , la quale , se a te si fosse offerta contro la mia persona , non te l' avresti no certo lasciata fuggir di mano , mentre tanto desideri di rovinar., mi ? Certamente , quand' io t'ho reciso un lembo " del manto , poteva allor fare il simile. della tua , testa (e in questo mostratogliene il brano lo in" dusse a dargli credenza) ; ma io , aggiunse , mi " sono astenuto da una ben giusta . vendetta ; e tu " lion vergogni all'ingiusto odio, che pur mi porti? " Ma ne sia giudice Iddio , c disamini egli . il pro" cedere d'ambedue noi " Saule stordito in vedersi contra egni sua espettazione salvo , e tutto fuor di se stesso per lo discreto contegno e per la bell' indole del garzone gemette profondamente : il che facendo anche Davidde , " a me , disse Saule , con " pi ragione conviensi il pianto ; poich tu non hai ., fatto a me , se non bene ~ ed io per contrario a , te, se non male. Oggi tu ti mostrasti dotato della " giustizia de' nostri antichi, i quali scontrandosi ne~ " loro nemici ' quand' erano soli ' amavano meglio " mandarneli salvi. Ed or finalmente mi persuado, " che Dio serba per te questo regno, e che tu ~ci " destinato all'impero di tutta l'ebrea nazione. Gill,, rami adunque , che tu non ispegnerai la mia

" , ;, , , ,

J52

liELLE AlfTICIIITA' GltiDUCBF.

" schiatta, n pel.' memoria de' mali , ch'io t'bo pto- " caeciati, non mi diserterai i figliuoli; che anzi vonai , salva e intatta la mia famiglia 1. Giur Davidde ; come Saule bramava , indi lasciollo andar libero al suo regno ; ed egli co' suoi innoltrossi ne' pi riposti luoghi di Messera (26). XIII. Verso questo tempo medesimo viene a morte il profeta Samuele uomo di credito non ordinario presso gli Ebrei. Si fece chiara la sua virt e l' affezione di tutti verso di lui dal corrotto, che ne dur lungo tempo nel popolo , e dalla magnificenza e dal zelo , onde ne procurarono la sepoltura , e gli feceto tutti gli onori funerali. Lo seppelliscono in Ramata sua patria , e continuarono pi giorni a piagnerlo , non per quel dolore comune , che provasi nella .morte d' uno shanieto , ma per quel proprio e particolaie, che sente ognuno nel morirgli che fa un domestico. Fil uomo giusto e d' indole buona, e per molto caro a Dio. Govern e resse il popolo dopo la morte d'Eli gran Sacerdote anni dodici solo , e col re Saule diciotto. Tal fu la fine, ch'ebbero le cose di Sanmele. XIV. Eravi tra' Zifeni un oe1t' uomo , della citt di Maon , 1icco e padrone di molte gteggi ; concios siach a' pascoli manteneva tremila pecore , e mille capre. Davidde adunque diede ordine a' suoi, che guardassero bene di non toccade , n di fare a quelle alcun danno, fosse la cupidigia, o il bisogno , o la . solitudine , e il potersi tener na,scosti , che ve li spig11esse : a tutte coteste cose antepongano il non so-

LIB. VI.

CA~,

XIT.

r5!

perchiar chicchessia ; e stimino grave offesa di Dio toccare l' altrui. Questi erano gli insegnamenti che loro dva , pensandosi di beneficare un uomo dabbene , e degno , che si avesse di lui tal premura: !\fa Nabale (che cos nominavasi) era uomo salvatico e d' aspre maniere, uso a vivere duramente, fortunato per per la moglie che aveva sortita, savia -donna e prudente e d'aspetto leggiadro assai. A questo Nabale adunque , allor quando ebbe tosate le greggi , ~:spedisce Davidde dieci de' suoi, che a suo nome il salutino , e gli preghin dal cielo , che possa rinnovar quelht. festa molti anni; indi per mezzo loro l' esorta a volergli somministrare quello che 'pu ; u concios, siach sa ben egli da' suoi pastori , che noi non ., gli abbiamo giammai molestati , anzi per tutto quel " molto tempo ' dacch ci troviam nel diserto, stet , tero a guardia di noi tanto essi quanto le loro , greggi ; e non aVl' no a pentirsi d' aver provve " duto Davidde " Soddisfacendo i messi a queste commissioni innanzi a Nabale, egli con gran durezza gli accoglie e con molto mala creanza. lmperciocch in'terrogatili , chi era questo Davidde , come ud, che flgliuolo di Jesse , oggid appunto , disse , usimo i servi fuggiaschi, abbandonati i padroni, levarsi in superbia e insolentire. Davidde , al riportargli che fecero questi detti, s' adir forte; e ingiunto a qnat,. trocent de' suoi di. seguhlo sotto l'armi, menbe alla . guardia del bagaglio ne lasciava dugento ( che gi ne aveva secento) marciava contro Nahale obbligatosl t:on giuramento di abb~tterne quella lteasa notte la

DELLE ANTICHITA' GIUDAICllt

casa , e spogliarlo d' ogni suo avere ; percioccbt: non pesavagli tanto la scortesia usata con toro seuz' avet punto 1iguardo alla molta umanit , onde s'erano diportati cn lui , quanto il J'Ovescio delle villane parole onde aveva1i proverbiati ; bench non avesse de' fatti loro occasion di lamento. Ora avvenne, che un servo di quelli , che pascevano le greggi di Nahai , rifer alla sua padrona e moglie di lui , come avendo Davidde al marito spediti messi per non so qual cosa , non che ricevcssene in qualche modo accoglienze , anzi restonne svillaneggiato con ingiuriose maniere , ben ch avesse con loro usata ogni cortesia, e difese le greggi con la possibile diligenza ; questo per avvenire per sola colpa di suo maito. A questo l'acconto AbigaiUe (che tale erane il nome) allestiti nlcuhi giumenti , e caricatili d'ogni fatta di doni senza pur farne motto al marito (che per sovcrchio di vino era fuori di se ) s' incammina alJa volta. di Davidde. E mentre gi discendeva dall' erta del monte , ecco farl~si .incontro Davidde , che insieme co' suoi quattrocento venivane contro Nabal. Vedutolo appena la donna , balz dal giumenlo , e gittatasi al suoi boccone adoroUo. Indi lo .prega di non voler ricordarsi delle parole di Nabal; che non gli ignoto , il tratto di lui rispondere appuntino al suo nome: (e (27) Nabal in lingua ehFea significa mentecatto). Si fece poi a scusare se stessa dicendo di non aver ella vista la gente da lni spedita. Laonde " perdo narni , disse , e ringrazia Iddio che distolgati dal lordarti di ?t san~ue umano. Percioech , quando tu te ne serbi

LUI. l't. eiP. ](IV.

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mondo, egli stesso prender de'malngi vendetta: e que' mali , che pendono sopra il capo a Nahale, rovineranno ancora su quello de' tuoi nimici ; deh voglimi bene ; e degnati d' accettare quest baga'telluzze da me: e lo sdegno e la collera , che del marito mio e della casa di lui concepisti , deh rimettila in grazia mia ; che ben si conviene a un tuo pari l' essere mansueto e cortese , massima mente dovendo salire in trono. " XV. Davidde , accettati i presenti " ben batti , , disse , o donna , condotta o~gi innanzi a noi la " bont di Dio; ch'altrimenti non avreati veduto il , d di domane, pel giuramento ch' io fatto avea di " distruggere questa notte mede1im.a tutta la casa di " Nabal fino a non !asciarne campar persona, atteso " la discortese e sgraziata maniera, onde tratt tante " me , quanto i miei. Ma tu al presente , vinto me , della mano , hai saputo cogliere il rempo d' am,.. , monare il mio sdegno , per lo pensiero che Dio " si piglia di te. Ma N ab al , comech in grazia tua " ora gli si perdoni la pena dovutagli, non ne andr per esente ; che il suo proeedere in altra acca" sione rovinerallo " Cosi detto licenzia la donna; la quale al suo ritomo trovato il marito con gran compagnia a tavola gi bl'iaco, non gli fe'per allora parola alcuna dell' avvenuto. Ma il d appresso , poich aveva la 'mente sgombra dal vino , appena ebbe udito dalla sua donna il racconto di tutto, clus ba per le cose nanategli e pel doiOI'e che il soprapprse, u~e~ di m,ente a ae stesso, e tutte morirouili

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DBLLB Al!fTICRIT.&' GIUDAICIIE

indosso le meilbra ; onde sopravvisuto poc' oltre dieci giornate fin Nabale di vivere. Sentitane l:t novella Davidde " ben gli st, disse, questo gastigo , di Dio ; che la atessa malvagit sua lo ha 1110rto, , e me. ne ha pagato a fio senza bisogno' eh, io me " ne imbrattassi le mani " Allou <!onobbe altres, che Dio non lascia in pace i malvagi , n le umane ose trascura, ma a tutti d quello che lor si l'iene, a' giusti il premio colTispondente, e agl'iniqui la pena condegna. . XVI. 01a Davidde per messi a posta f'a interrogare la donna di Nabal, se voglia venire a lui, e sposarlo. Ella veramente protest agli astanti , che riconoscevasi indegna di pur toccargli i piedi ; nientedimeno con tutto il corredo ne venne a lui , e sposollo con tanto suo onore , a cui sollevaronla le . sue savie e discrete maniere , e la sua avvenenza. Aveva ancor Davidde un'altra moglie, tolta prima da lui nella citt di Jezrael. Perciocch Micol figliuola del re Saule , gi moglie di Davidde, il padre unilla con Faltiel figliuol di Lais nativo di Gallim. _ XVII. Indi a poco vennero alcuni Zifeni a far avvisato Saule , che Davidde era di nuovo nel loro paese , e lo possono arrestare , quand' egli brami l' opera loro. Saule tosto con tremila soldati mosse contro di lui; e sopraggiunta la notte accampassi in un certo .luogo no~to Achila. Ora Davidde sentendo , -che' Saule veniva per lui , invi esploratori con ordine di sapergli dire, fino a che termine, s'era. gi moltrato Saule ; e riferito.gli , che in Ac:hila 2

LIB. VI. CAP, XlV.

Tenuta la notte si dilunga da' suoi , e mcriando coD. seco Ahisai figliuol di Saruja sua sorella , e Achimelec eteo viene al campo di Saule; e mentre questi dormiva , e giacevansi intorno a lui i soldati ed Ahnero suo generale , posto Davidde il pi nella tenda reale, n di sua mano egli uccide Saule, con tutto ne ravvisasse dall'asta il letto , in cui quella &tava conGtta, n consenlillo ad Abisai, che pur il voleva, e gi era COl'$0 per truci dado, ma dicendo, che indegna cosa ella era nccierc chi Dio aveva creato Re , pm quantunque fosse malvagio , poicht: quel mcde~imo che gli aveva . dato il comando , il punirebbe ben egli a suo tempo ' ne ammorz r impeto; e in segno del non averlo, potendolo, ucciso, piglionne l'asta, e la tazza d' acqull, che aveva Saule a fian!!O dormen~o, e con ~o tai cose, senza punto avvedersene alcun de' nimici , essf'ndo ancor tutti s,epolti nel sonno , usc del campo , dopo eseguito sicuramente, quanto coll' ajuto del tempo, e del suo coraggio avea divisato di fare coi Regj. Indi varcato il torrente , e acquistata la cima d'una montagna , donde r uclrebbono ,. con alto grido rivolto a' soldati dd Re , e al gener~e Ahuero li desUt dal sonno. Seguiva egli intanto a chiamar lui per nome, e il popolo. UJitane Abne\"o la voce,. e chiesto, chi lo .volesse , .. son io , disse , Davidde figliuol ~ Jesse , " e fuggiasco da voi ; e donde mai , che tu quel" " l' uomo cos grande e onQrato . del primo posto " appo il Re tanto poco ti curi di guardare la per" sona del tuo ~ignore ; e ti sia pi caro il sonno ,

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!>ELLE ~J!TICIIlTA' CIVD.UCd

.. che non la salvezza e la cura di lui? questo un , reato degno di morte, o di grave gastigo, che voi ., non vi siate avveduti d'alcuni di noi poc' anzi ., entrati nel campo dentro alla tenda del Re , & ., degli altri tutti. Cer(:a adtinque l' asta reale , e lll "' tazza dell' acqua , e comprendi , a qual rischio vi , siate trovati in mezzo senza saperlo " Saule allora, avvisata la voce di Davidde, e udito, che avutolo nelle mani, colpa del sonno, c delle trasCU rate sue guardie' pure non che lo togliesse di vita, ma gli avea perdonato, hench l'ucciderlo saria stato a ragione , protest di sapere a lui grado della sua vita , ed esortollo , che fatto cuore senza paura di dover pi soffiire da lui alcun danno si I'cstituisse alla patria; che f:nalmente era certo, che non tanto egli amava se stesso , quanto era amato da lui : eppure a chi potevalo teuer prigione, e dati gli avea tanti saggi d'un cuor leale, usava tante stranezze, e <lannandolo a cos lungo esiglio e a continui pericoli della vita l'avea co!rtretto a menare suoi giorni lungi dagli amici , e parenti ; hench' egli non si stancasse mai di salva;~lo, e restitui1gli una vita manifestamente perduta. Davidde all'incontro gl'impone, che mandi per la sua lancia , e per la tazza dell' acqua , che iavralla , aggitignendo , che dell' animo d'ambedue , e del !mo procedere secondo- quello , sia giudice Iddio, il quale, disse , ben sa , cl1e potendo io oggi ancota levarti del mondo , pur me ne sono' rimaso. Saule adunque per la seconda fiata uscito salvo di mano a Davidde si 1endctte al real suo palazzo.
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LIB. VI. CAP. XIV.

XVIII. 1\fa 'Davidde temendo , ehe se dimorava col pi o}be , Saule forse il farebbe pl'lgwnc , si consigli per lo migliore di andatsene in Palestina , e qui vi trarre suoi giorni. Con que' secento adunque, che seco aveva, presentasi ad Achis re di Get, una deHe cinque citt palestine. Accolto egli con tutti i suoi da quel Re , che loro diede ricetto , insieme colle due mogli Achinoam (28) , e Ahigaille ferm sua stanza in Get. Saule risaputolo non si di pi pensiero di mandare per lui o di seguirne egli stesso le tracce ; che ben due volte pef troppa voglia di averlo in mano avea corso pericolo d' essere presoda lui. 1\la non piacque a Davidde la stanza in Get: per si fece a pregare quel Re, che siccome l'avevacon tanta umanit ricevuto , cos gli fi1eesse ancora questa grazia di assegnargli alcun lucgo tra le sue terre pe1 abitarYi ; che vergognavasi troppo di se medesimo prevedendo , che tal sua dimora nusc1 rebbe a lui pesante e nojosa. Achis dunque gli assegna una terra nomata Siccleg , in cui pose tanto amore , che assunto al trono levolla ad essere sua ptivata possessione e de' suoi discendenti. Ma faremo di tai cose parola altrove. XIX. Ora il tempo , che Davidde pass in Siceleg e'Palestini, fu di quattro mesi, e venti giol'lli. Egli adunque venendo furtivamente addosso a' Ges suriti (29) e agli Amaleciti popoli confinanti co' Palestini mcttevane a ruba il paese , e tornavane con gran bottino i pecore, e di cammelli. Non si ardiva per di toccare gli uomiui per timore che non l' ac

DELLE .lJrTICHIT.l' &IUDAICHE t6o cusassero presso il re Achis (3o). Intanto mandava al Re porzion della preda in dono ; ed essendo da lui richiesto , in danno di chi tornassero quelle prede , col dirgli, che de' Giudei volti a mezzod, e abitanti al piano , d a credere ad Achis , che veramente il fatto stia cos : perciocch egli ebbe speranza , che Davidde avria messa guerra alla sua nazione , e che stando per tutto il tempo del vivere suo appo lui avrebbelo avuto per servo sotto di se. lntol'llo a questo tempo medesimo stabilito avendo i Palestini di muovere contro gl' lsraeliti , e per~ dato avviso a tutti i loro alleati di radunarsi in Rengan (3 1) , che esser dovea piazza d'arme, d'onde uscir tutti insieme contro gli Ebrei , :Achis signore di Get preg Davidde, che voless~ co' suoi soldati porgergli in quella guerra soccorso contro gli Ebrei. Davidde rispose , che volentieri il farebbe , ed aggiunse r che venuto era il tempo da poter meritarlo de' beuefizj e delle accoglienze a lui fatte; laonde Achis promise di farlo dopo la vittoria, e quando la guerra. riuscisse a quel termine ch'egli sperava, capitano delle sue guardie, e,ccendendo vieppi con promesse di onori e della sua grazia l' impegno in Dav~dde di compiacerlo.

LJB. VI. CAP. XV.

161

CAP

I T OL O

XV.

l Palttstini, portate di nuovo farmi contro gli Ebrei , ne ri1714ngono vincitori , e il re loro Saule muore. co' figliuoli in battaglia.
l. Intanto avvenne, che Saule re degli Ebrei gitt con un bando fuori de' suoi dominj gli astrologhi, gl' indovini , i fitonici , e quanti ci aveva di simile fatta impostori, salvo i profeti. Vdito poi egli, che i Palestini gi comparivano, perch attendati presso a Sunam citt posta al piano , marci sen~' indugio colla sua gente per iscontrarli, e giunto a una mon.. tagna chiamata Gelhoe pianta l' alloggiamento rimpelto a' nimici. Ma al vederne le forze sttaordinaria fu la paura , che gliene entr ; che in realt erano assai , ed egli c~edevale maggiori delle sue. Per andava interrogando Iddio per lo mezzo de' profeti , affinch prenunziassegli alcuna cosa della battaglia , e dell'esito che aver doveva. Ma non. danrlo Iddio fiato di risposta , Saule intimor vie maggiormente , e perdette il cuore , ben prevedendo il suo danno , come ragione voleva che s' inferisse dal non avere pronta all'uopo la man di Dio. Pertanto egli ordina, che si cercki di qualche femmina fitonessa , che chiami dall'altro mondo l'anime de' trapassati, pet indi trame , se la faccenda dovesse andare a suo modo. Conciossiacb la gena de' fitonici del richiamare che fa di lag1i i defnnti , ai vaglia a ,predire
Fz.J.J'IO , tomo 11.
Il

DELLE ~NTICHIT~' Gll!DAJCHE

a chi lo desidera l' avvenire. Riferitogli adunque dl! un suo cortigiano : esse.-vi di tal razza una femmina in Endor (32) egli tosto .senza niuno avvedersene trafugatosi dal suo campo , e posta gi la reale sopravvesta , con seco soli due seni , che conoscea fidatissimi , si port dalla femmina in Eodor ; e la prega che getti sua arte , e facciagli comparire quell' anima , che a lui piace. Al che mostrandosi 1'estia la donna, e dicendo che mai non tertebbe s picciol conto del Re , il quale avea sbandeggiata questa genia d' indovini ' e eh. egli non aaoprava certo da uomo leale , se non fosse che offeso da lei volesse tirarla al laccio del farla disubbidire-, perch ne fosse punita , egli giur che non saptebbelo anima nata , n comunicheria con persona il suo ineantameato, e per non andrebbe a niun rischio. Com' ebbe Saule col giurament animata la donna a non farsi paura, s le comanda , che chiami l' anima .. di Samuele. Ed ella , bench non sappia , chi egli siasi questo Sa:q~uele , colla sua voce gliel trae di laggi.. Il Comparso il Profeta , al vede.re la doana il venerabile uomo e divino che quegli era, si turba, e stordita a siffatto spettacolo , e aon se' ta, disso , il re Saule ? che gi Samuele, glielo avea palesatQ. Rispose egli che s , e richies.tala , donde venisse quel suo tw;bamenoo, io veHo, ripigli, aoa penou tutto simile nelle fatte:c1e a Dio ; Jaoad ia.l. B.e pressata a dil'gliene le sembiaaze , il port111Milto , e l'et, egli vecchio, disse,. e di aaeatosa p:tes&aza, e vestito dell' ~itQ sacerdotale. A tai COIU\llMsesDi

LI VI. CA.P. XV.

il Re riconbbe Samuele , e prostratosi al suolo il $aiUta , e P adora. Poscia interrogato dall' anima di Samuele , a ch,e (lU"e l' avesse inquietata traendola a questo mondo 1 Saule incolponne la necessit : tro~arsi egli in mezzo a gravi nimici , n S'apere dove Yolgersi nel presente bisogno , abbandonato cb' egli era da Dio ,. e sfornito di predizioni n da' profeti 'concessegli, n da' sogni. " A te pertanto, cui sempre , calse di me , io ricorsi ". Samuele allora , che ben vedeva la vita di lui gi vieina al suo termine , .. egli inutile , disse , volere ancora da me ritrar ., qualche cosa, quando gi Dio ti ba abbandonato. " Pur sapp; , che Davidde ba da salite al regno , e " raddrizzme a buon fme la guerra ; che tu disub., bidiente gi alle voci di Dio nella guerra contra gli Amaleeiti, e violatme de' suoi comndl hai da , perdere regno' e vita ' com'io v.ivendo ancor ti ,. predissi. Sappi inoltre- , che il popolo cadr in " mano d' suoi nimiei , e tu stess co' tuoi figliuoli , morti domani sul campo nn-ete a star mec " All'udir tali eose Saule pet' lo dolote, che il prese, rest senza voce; e caduto boccon, o ci fosse p'er lo cord~lio pred.ottogli ~falle l'erit palesaftigli , o pel l,dg~ digklrro , poicl n lo scor&O d , n la llGtte n<ln a'feva t&eca:t<l cibo , svnue iJlBitarnente. Roitorll'a.t a: graa pen ~e ; il cos-trinse la donna 11 Dl~llre-, pregundolu di questa grazill, in gnidetd~ue dell' attisebiato esert;:iz'i'O cteW arte sua: ; che quantWlqe a permettes~l~ di gittarl il timore eli lui aoo con~iul!c) clii fosse t put 'ft -,i: apose

DELL~ j.l'fTJCHIT1.' GIUD.UC~

il compiacque. Per adunque consenta, che gli si


apparecchi la tavola e mangi, onde possa, ricoverat!' le forze, rendersi a' suoi sano e salvo. Ora bench tuttavia resistesse , e per l' oppressione del cuore abborrisse il cibo , pur finalmente ve Io sforz e condusse. Aveva la donna un unico vitcllino , allevatolsi in casa con gtan diligenza e attenzione ; siccome quella , che sostenea la sua vita filando , e di quello aver solo era p~ga. Questo adunque scann , e cottene le cawi, a lui, e a' suoi cortigiani recolle innanzi. E Saule la notte medesima fu di ritorno al suo campo. III. Qui vnolsi ammirare la generosit della donna, la quale con tutto il divieto reale d' esercitare un mestiere , onde le sue cose domestiche andavan meglio ~ e i suoi averi aumentavansi , e contutto che non avesse mai .Per lo addietro veduto il Re, pur non serb acerba memoria della proscrizione da lui fatta dell' arte sua , n trattllo sg1aziatamente ~ siccome straniera persona , n. stata mai di sua confidenza ; anzi ed ebbene compassione , e il consol_, e il mosse a far quello, da cui si sentiva soverchiame,nte ritrane , e ci solo , che la sua povert le permetteva d' avere , tutto a lui diede con grande libera~it e cortesia , senza n ricompensa presente del suo benefizio, n speranza di g1azia avvenire ( poich ben ,sapeva ch'egli n'andava alla morte ) ; quantunque gli uomini di lor natura o ai studino di far bene a coloro , onde n' han ricevuto , o que' aoli prevengano co' aer~igi, o~de sperano di ritrani: al-

LIB. VI. CAP. li'.V.

e.una utile ricompensa. Bello si adunque imitare questa donna , e beneficare que' tutti , che n'abbisognano , giudicando non v' essere cosa miglior di questa , n che pi si confaccia al genere umano , n che ci renda pi Dio benevolo insieme e pi largo donatore. Ora per quanto appartiensi alla donna , basti il ragi~nato sin ora. IV. Altre riflessioni per intendo qui d' inserire gio.vevoli a11e I'epubbliche, a' popoli , alle nazioni , e molto adatte. alla gente dabbene, che ne trarr inci~ tamento a virt, le quali siccome scorte alla gloria, e producitrici d' un nome immortale , cosl svt-gliera,nno in cuore ai Re delle genti , e ai capi delle repubbliche desiderio ed amore del. giusto , e gli animeranno a incontrare per la patria pericoli e morte , e ammacstrerannogli a non far conto di qualsivoglia sinistro evento. A ci fare mi porge occasione Saule re degli Ebrei. Perciocch questi , tutto gli fossero noti gli av.venimenti futuri e la vicina sua morte , atteso la predizione del Profeta , pure non volle fuggirla , n per amor della vita por le sue genti in balia del nimico, e disonorare in tal modo la real dignit , ma gettato se stsso colla sua casa e coi figli in braccio a' pericoli stim ben fatto donr morire con questi . pugnando pe' sudditi , e consentir che cadessero i figli ancora , mentr' erano buoni , anzich }asciargli alla ventura di ci che sarebbero poscia per riuscire ; conciossiach il buon nome e. la fama immortale appo i posteri gli varl'Cbb~. quanto la successione e la discendenza. Qes!i

DELLE AJfTJ.CmT.t.' GI11t>A1cnE

pedanto a me pare che sia veramente opmo giusto, ~avio, e animoso, e s'altri ve n'ebbe mai, o ve ne avr somigliante, io penso ch'egli da tutti otterr la dovuta commendazione d' uom virtuoso. Perciocch quelli , ch' entrano in campo con isperanza o di. vincere o di uscirne salvi , per quantunque essi fac. ciano chiare imprese , egli nou parmi che adoprino $aviamente a chiamarli valorosi coloro, che n'ha1mo parlato o in istorie, o in altrettali scritture , poiclt , ~ebbene essi ancora sieno degni di lode ' pure quei soli a ragione si possono chiamar valorm,i ed arditi, e disprezzatori de' pericoli , che le pedate seguil'Ono di Saule. lmperciocch chi non invilisce allor quando non sa che gli debba succede1e nella guerra, ondeggia per colla mente quando si trova in mezzo al peri., colo incerto dell'avvenire , non per questo si dee chiamar uomo franco , sebbene. gli avvenga di fa1 gran prodezze ; laddove non isperare dall' una pa1te verun buon successo , anzi antivedere , che furz' ch' egli muoja , e ci in campo , e non abbattersi dall'altra, n: sbigotti1e a una vista s cruda , anzi affronwe l' autiveduto pericolo , questo s ch' io lo stimo un indizio verace d' uomo prode. E questo ~ppunt{> fu ci , che fece Saule , co~ suq sempio Jl)ostr~do , che quanti . b1amano dopo. morte buon nom,e , egli ~estieri ,, che adop1'no quelle cose 1 per cui ai giugne a ottenerlo ; e molto pi ci con~ viene ai re , ai quali merc l' alte7.za del loro grado non solo non lecito l' ingiustizia co' loro sudditi 1 ~a neppwe una medioCJ.e virt. Pi altre cose potrei

LJII. VJ. CAP. XV.

qui dir di Saule 1 c del suo valore per }\argomento. c:h'egli d'abbondante materia 1 ma perch non paja eh' io voglia eccedere soverchiamente nelle sue lodi, io ritorno col , donde sono partito. V. Stando adunque , come ho gi detto 1 a campo i Palestini 1 e rassegnate le loro genti per nazioni , per regni e per satrapie , finalmente comparve il re Achis col proprio esercito. Seguillo Davidde co' suoi secento soldati. Vedutolo i capitani de' Palestini, richiesero il Re, donde 'venissero quegli Ebrei, e chi gli avesse chiamati; rispose che quegli era Davidde, che fj.aggitosi da Saule suo re 1 e presentatosi a lui egli avevalo accolto , ed esso ora per rendergli contraccambio del favor ricevuto 1 e per vendicarsi di _Saule prestava loro soccorso. Contuttoci fu rip1eso da' capitani , perch ammettesse alla sua alleanza un nimico : pe1 consigliavanlo di licenziarlo 1 onde mai non seguisse , che egli aenza volerlo , mediante Davidde , fosse agli amici' cagione di qualche, gran danno ; perciocch col fiaccrue le nostre forze aprirebbesi il varco per riconciarsi col suo Signore ; al che avendo inna!!Zi tratto risguardo volevano , ehe rimandasse lui e i secento soldati a quel luogo ' ove concesao gli avea d' abitare ; percioech esser egli quel Dnidde , di cui van cantando le vergini , che disfece molte migliaja di Palestini. Udite siffatte eose il re Get, e parutogli savio l'avviso loro ; chia4 m.. D~Widde , e gli disse cos. ~< Io per me sono , te!Jtim011io io stllfaso tle) :trMlho tino ilnpegno . ed' ... o~~ per oent-. mio, e cri& s1&81e Dl' ha .iu.dotto:

DELLE Al!fTICIDT.t.' GlliDAICIIE 168 ,, a volerti in mio ajuto : ma questo non piace ai " miei capitani-. Per infra un giorno fa d' essere ., al luogo , ch' io gi t'assegnai , n temere di niun " sinistro per te : di col. difendimi e mie terre , , che alcun nimico non v' entri; e questo ancora , un dovere attenentesi ad alleato " Davidde al comando del re di Get sen venne a Siceleg. Ora in qutl tempo appunto, ch'egli partinne a socconere. i Palestini , la gente Amalecita investilla e la pl'ese di forza ; indi bruciatala , e fatto grande bottino cos in Siceleg, come nel rimanente paese de' Palestini si ritirarono alle l01o terre. Davidde adunque tro-vando Siceleg messa a guasto , e rubata ogoi cosa fino ad esserne state tiatte con esso i figli in catene )e donne sue , ch' eran due, e quelle der suoi fOml'agni , si lacera impetuosamente di dosso le . vesti ; e piagnendo e lagnandosene <;ogli amici tanto fu penetrato da quell'accidente, che falliron le l~grime al suo dolore. Fu a rischio inoltre , che i suoi compagni dolenti oltremodo deiJa prigionia delle mogli e de' figli noi seppellissero sotto i sassi, perciocch davano a lui la colpa , di quanto segu. VL Riavutosi alquanto dal su'o cordoglio Davidde e levata la mente a Dio , preg il gran Sacerdote Abiatarre , che si vestisse dell' abito sacerdotale , e intenogasse Iddio , e predicessegli , se dando diotro agli Amaleciti gli conceder di raggiugnerli, e in. tal modo di ricoverare .salv~ le donne e i fanciulli, e di punir l'inimico. Avuto dal gran Sacerdote l'ordine d' inseguli, uacito frettolosamente co' aoldati aegu

I.IJI. VI. CAP. XV.

6g

le tracce degli Amaleciti : e giunto a una certa fil.lmana chiamata Besor s'avvenne ad un va~ondo 7 egiziano di stirpe 7 sfinito dalla miseria e dalla fame (ch' eJan gi tre giorni, ch'egli digiuno s' andava aggirando per quel dese'to) : e primieramente gli diede mangiare e bere , indi rimesso) o in fol'7.t! 1~ interrog , di cui egli fosse , e donde venisse. Quegli rispose lui essere egiziano d' origine ; ed averlo il suo padrone lasciato col in abbandono , perch -io.fermiccio noi potea seguitare ; confess inoltre , che egli era un di quelli, che avevano test dise:rtate e rubate siccome altre parti della Giudea , cos ancor Siceleg (33). Valutosi dunque Davdd di lui per iscorta contro gli Amaleciti , e giuntili , che sdrajati si stavano in atto chi di mangiare e chi gi di briachi ed oppressi dal vino , e chi di far festa per le spoglie e la preda gi riportata , uscl loro addosso improv~iso 7 e ne fece .grande macello. Perch inermi com'erano, e non che aspettanti una tale avventura, rivolti al vino e a' bagordi , agevole cosa era l'uccidei.Ji tutti. Infatti altri di loro , poste ancora le la vole , presi mentre pur vi sedevano 7 Tenian tratti a morte , e il aangue loro imbrattaTane le vivande e il convito ~ altri erano trucidati mentre invitavansi a bere vicendevolmente con brindisi 1 ed altri ancora , mentre per l' ubhriachezza giacevano sepolti nel sonno ; n quanti furono a tempo di bene armarsi da capo a piede e di stargli a fionte 1 non per meno agevolmente di chi era ine1me , scannolli. Dur Davidde co' 1uoi uec;;idendo dalla pl'P. ora del .U

J 70

l'IELLE ANTICIIIT4' GJ11D41CRE

a aera sino a non camparne degli Amaleciti che quattrocento ; e questi montati sopra veloci cammelli salvaronsi. Ricuper Davidde siccome tutta la preda cl.e gli avevan apita i nimici , cos le sue donne , e quelle de' suoi compagni. Giunti poi nel ritorno a quel luogo , dove dugeuto dei loro , per non pGtere seguir tutti gli altri, alla guardia rimasero del bagaglio , non volevano i quattrocento far parte a quelli delle utilit e deJle spoglie acquistate in que-. sta spedizione , perch non venuti con loro di conserva , anzi staucatisi d' inseguire il nimico ; per dicevano dover esser paghi abbastanza d' aver riavute salve le loro mogli. Ma Davidde mostr , che era ingiusto e maligno cotal pensameljltO ; perciocch ogni ragione voleva , che , poich Iddio aycva concesso loro e di \endicarsi dell' inimico . e di ricu' perar tutto. il loro , se ne distrihuisse1o a tutti i soldati egualmente i vantaggi; molto pi, ch'e1au questi rimasi alla. guardia de' lor bagagli. E quiuci ebbe cominciamento la legge , che poi fu sempre dUIcvore ' di meritare del pari cos. quei che combattono ' co:pte que', che difendono la sa1meria. Ritornato David(ie in Siceleg , mand a tutti i congiunti ed amiei della trib di Giuda parte di quel bottino. Di questa mauiera avvenne il d:isolamento di Siceleg , e la rotta degli Amaleciti. l VII. V eauti intanto i Paleatini aliie mani , e attaccata una fol'te mischia rimangono vioc:itori, e lascia. W> morti. sul campo nimici assai. Quivi Saule re.

cles{' meliti ,. e } .fisliwili. di lui adopr.aado d& forti

LIB. VI. CAl'. :RV.

e facendo imprese di gran- coraggio ~ poicli nel solo

enerosamente morire , e nel far che tal morte costasse c&a a' nimiei, s' (:ra ristretta tutta la loro gloria , n altro pregiavano pi di questo, contro di se rivolgono tutte l' armi nimicbe ; da cui attor niati , dopo fatta non picciola sbage di Palestini, restano finalmente uccisi sul campo. Ci intervenne ai fgliuqli di Saule Gionata , Abinadabbo , c Mel.. chisua. Al cadere di questi tutto l' ebreo esercito volta le spalle; e all'incalzar de' nimici si scampi gliano J 11i confondono, e sono tagliati a pezzi. Saul& allora con un drappello di gente assai prode a aua difesa si mette in fuga ; e per lo spedire , che i Palestini .feciongJi dietro saettieri e arcadori , perdette tutta la compagnia, salvo alcuni pochi. Egli poi do po fatte grandi proJezze , e riportate molte ferite sino a non re~ge1e pi, n dmare alle troppe che eli' erano , siccome non avea forza da uccidersi di sua mano , cos ordin al suo scudiero , che tratta fuoJi la spada gliela piantasse nel cuore , onde non. cad~r vivo in man de' :rumici. Ma u.on osando lo scudiere di tor la vita al suo Re , egli stesso sguainata la sua , e appuntatalasi al petto vi si lasci ader sopra ; mil non potendo spignersi olbe , n per quanta forza facesse , passarsi da banda a banda si volge indietro , e vedutosi appres110 un giovine A.J:Ilalecita il richiede chi egli sia , e inteso , . che Amalecita , U prega , che immersagli affatto la spada , i che far non poteva colle sue mani , gli di, quella m~ ch' ei c,er~ L' Amaleita il compiac~e , a

172

DELL~

.A.NTJCBIT.A.' GIUDAICBB

trattigli gli ori del braccio , e del capo il diadema' reale si dilegu. Or lo scudiero veduto Saule tolto. di vita , si di la morte ; onde non camp delle guardie reali persona , ma tutti caddero sulle montagne chiamate Gelboe. VIII. Giunta la fama di l dal Giordano 7: che Saule , e i suoi figli non eran pi , e che tutta la moltitudine era perita , quegli Ebrei , che vi abitavano le vallate , e ci avevano citt al piano , abbandonate le loro pab-ie si rifuggirono nelle meglio gnernite. ltitanto i Palestini trovatele vote abitaronle. D d appresso , mentre i Plrlestini spogliavano i morti nimici , scontransi in Saule e ne' figli , a' quali tratto di dosso ogni cosa mozzano il capo ; indi per tutto il paese mandarono banditori dicendo, ch' eran distrutti i nimici. Le loro armadure le appesero al tempio d' Astarte (34) ; e i c'orpi li crocifissero presso alle mW'a di Betsan , citt ora detta Scitopoli (35). Ma come gli abitanti di Jabes-Galaad riseppero il reo trattamento fatto a' cadaveri .di Saule e de' figli , cos parendo lor cosa indegna dimenticargli in~ quel disonore , i pi valorosi e i pi arditi ( poich la citt feconda d' uomini nerboruti e valenti) uscirono della lor patria ' e viaggiata tutta la notte pervennero in Betsan. Q~ivi fattisi dappresso alle mura nimiche , e involatine i corpi di Saule e de' tigli , li recano in Jabes , senza potere od osare gli nimici opporvisi per_ li gagliardi uomini ch'eran qt.telli. I Jabesiti adunque dopo fattone pubblicamente corrotto ne seppelli$cono i corpi nel pi bel sito del lor

LIB. VI. C!P. XV.

paese , chiamato il Campo. Indi per sette giorni con esso le dorme e i fanciulli ~ontinuarono il pianto con sommo rammarico e gran lamenti sulla pers~na del Re e de' figli, senza punto gustare bevanda n cibo. Cos termin la sua vita Saule , secondo la predizione fattagliene da Sa,muele per la sua disubbidienza a' comandi di D.io c~mtro gl.i Amaleciti; e per la distruzione , a che rec la progenie d' Achimelecco gran Sacerdote , e lui stesso e la citt de' pontefici. Regn , vivendo Samuele , diciott' anni ; e morto lui -ventidue. Cos adunque Saule (36) lasci di vivere.

DELLE

ANTICHIT GIUDAICHE
LIBRO SETTIMO\)

CA.PITOLO PJtiMO

Come Davidde fu re ti una sola tribr ~ e del resto il figliuolo di Saule.

l. OR'l' la ventura , che il fatto d' arme seguisse il d appunto , che Davidde vincitore degli Amaleciti ritorn in Siceleg. Scorsi due giorni dalla sua dimora in Siceleg , ecco al terzo apparire campato dalla battaglia contro. de' Palestinl l' uccisor di Saule con le vesti lacere ndosso , e <:ol capo sparso di c~nere : e adorato Davidde, al 1ichiederlo che fe'questi, donde venisse in quel }>'lrtamento , da ca,mpo degl' IsraeJiti , rispose ; e gli pales il trillo fine a che riusc.

DELLE .&.l.'f~IC.mTA' GIIIDAICII Lla. Vllo C.&.P. J.

i75-

quel ct>pflitto , per le molte migliaja d' Ebrei tru~i dati , e molto pi per la morte del re Saule co' suoi figliuoli ; queste cose aggiunse sapede egli , perch testimonio di vista cos della rotta degli Ebrei , come della fuga del Re ; cui confess d' aver egli stesao finito , ruenhe gi stavano gl' inimici per mettergli le mani addosso ; spinto a far ci da lui lltesso. Coaciossiach lasciatosi colla persona cade1e sulla spada, per la moltitudine delle ferite non. avea forze &eppure da finirsi : e mostraVIlgli in fede d'averlo ucciso le "maniglie reali e il diadema , di cui avna spogliato il morto &ule per farne a lui nn p.-esente. Davidde non potendo pi negar fede a' suoi detti , ch'erano ~i hoppo chiare le .PI'ove d(:)]' avvenuto a Saule , si straccia la veste , e pass tutto il giomo piagnendo e lamentandosi co' suoi compagni. Ma ci che pi lo addolora si il figliuolo di Sanle GiooaU.,. il pi fedele amico e' egli si avesse , e l" autore di sua salvezza. Tanta fu poi la generosit , e la beaivoglienza moetrata da lui per Saule , che non ~ sent grao doglia ddla sua morte , tuttoch spesse volte stato in perioolo di rimanere uceiso da lur 1 Iml ne pun eziandio l'uccisore. Perciocch. dettogli, eh. ei s'era fatto accuatG.re di se slcslilt aoll' asere t~ fii vita il Re, e saputo , che dalla pute del padre era di nascita A.w.alecita , il c~ndallll alla mMte. Scri1se ancora JamentaBioai ed elogi; fimebri ,. che ai eons.rvano $nehe a! d nostri. n. Dappoich ebe fatti al Re tal oaori , pose &a.e al suo daolo 1 e P18tUaD.U: Wl pnta ridlicacs

I 76

:DELL'l: lNTICRIT 1? GJUDlJCRE

Iddio , qual citt gli assegnava della uib 9biamata di Giuda , ove da indi innanzi poter abitate ; e ri~ spostogli, che Ebron (1), egli incontanente lasciata Siceleg col si reca, menando seco le mogli, ch'e~ rano due , e i soldati. Quivi assembratosi presso di lui tutto il popolo dell' anzidetta Trib lo crea suo Re. Egli poi avendo udito , che gli abitanti di JabesGalaad seppellirono Saule e i suoi figli , mand pe~' sone, che commendassero ed approvassero questo loro fatto , e da pa.rte sua promettessero , che della loro carit verso i morti egli stesso li meriterebbe : e nel medesimo tempo dessero loro notizia , che la trib di Giuda lo aveva creato Re. m. Intanto il generale di Saule Ahnero , figlio di Ner , uomo di gran cuore , e dabbene , come risep pe , che il re Saule , e Gionata , ed altri due figli erano morti , si rende a tutta corsa nel campo , e rapitone il figlio superstit nominato lsbosetto (2) vola incontanente di l dal Giordano , e Re lo dichiara della na\ione tuttaquanta , salvo la trib di Giuda. Fermonne .la residenza nel luogo secondo il parlar del paese chiamato Maanaim (3) ; e secondo quello. de' Greci, Alloggiamenti. Di .l mosse Ahnero con nna scelta mano di gente; desideroso di venire alle mani con quelli della trib di Giuda , per isdegno contro loro conceputo, perch avessero sa latato re Davidde. Gli veune incontro Gioabbo 6... gliuolo di Sur e di Saruja. sorella di Davidde , di cui era generai capitano , con esso i due suoi fra.. tBlli .A.bisai ed Asaele ,, e tutta ,Ja: soldatesca di Da

LIB. VII. CAP. I.

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vidde; e avvenutosi in lui presso a un fonticello non lungi da Gabaon mette in ordinlmza le truppe per la battaglia. Qui avendogli Abnero proposto , che avria volentieri veduto chi di loro avesse migliori soldati , appuntossi , che si affrontassero da ambe le parti dodici combattenti. Usciti in mezzo tra l'un campo e l' altro i trascelti da ambedue i capitani alla mischia , e scagliatisi contro i dardi traggono fuori la spada , e presisi per li capelli e tenendosi forte cacciavansi vicendevolmente le ponte ne' fianchi e nel ventre, fintanto che tutti quasi d'accordo morirono. Caduti questi, attaccaronsi entrambi gli eserciti, dove. dopo un'atroce zuffa rimasero que' d'Abnero al di sotto ; e voltigli in fuga Gioabbo non trascur d' inseguirli : anzi ed egli stesso in persona diede loro dietro confortando i soldati a stare lo1o alla vita , e a non istancarsi d' ucidere ; e i fratelli facevano valorosamen.te le parti loro; ma meglio de gli altri volgeva a se gli occhi Asaele il pi giovine, che s'era acquistato gran nome per la snellezza nel correre ; conciossiach non gli uomini solamente vin. ceva, ma un desuiero eziandio messo con lui in cor.sa: dicono ch' ei lo passasse. Egli adunque si difil di~tro ad Abnero , e pel grand' impeto , che lo portava di ritto , non mai volgeva il suo piede da niuna banda. Per voltatosi Abnero , e per ammorzarne l' ardore dettogli in prima che anzich inseguirlo , vedesse di spogliare dell' armadura alcuno de' suoi soldati, poscia , giacch non gli venne fatto d' indurvelo , di nuovo lo consigli di fermarsi e lasciad , per uon
FI..A.YIO, tomo

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DELLE ~NTICHIT~' C'iUl)~ICHE

dovere coll'ucciderlo perdere la buona grazia di su~ fratello. Ma non piegandosi a tai parole, anzi essendogli sempte pi alle spalle , Ahncro nell' atto appunto in cui eta della fuga , gir destramente l'asta all' indietro , e d' un colpo solo il batt morto a terra ; onde quelli , che insieme con lui davano dietro ad Ahnero, come l furono giunti, dove Asaele giac:eva , fatti~lisi intorno non p~I curarono d' inseguire i nemici. Ma Gioahbo stesso e il fratel suo i\hisai , trapassa'to il cadavere, e dallo sdegno pel morto fratello pigliato anzi argomento d' incalzare Ahnero vieppi , con incredibile :velocit e prestezza cacciaronlo fino ad un luogo chiamato Acquidotto, che il sole gi tramontava , e salito Gioahbo su certo colle , ove Abnero colla trib Ben,iamitide s'era fel' mato , si pose a 1imirare l'uno e gli altri. Qui Ahnero al~ando la voce e dicendo non convenire , che uomini della nazione medesima si accendano in mischie e litigi scambievoli ; anche il fratello As.aelc aver fatto errore , poich non piegossi alle sue esortazioni di non seguirlo, e per ferito dovette morire. Gioahbo aperti gli occhi, e parutogli questo parlare un consiglio da non trascurarsi , son a racc:olta, e rattenne i soldati dal gir pi oltre. Egli in.. tanto per quella notte si attenda col ; mentre Ab. nero viaggiatala tutta , e passato il Giordano pervenne al ca~p.po, dov'era lsbosetto figliuolo di Saule. n d vegnente Gioabbo , numerati gli uccisi , tutti indifferentemente gli onora de' funerali. Dalla parte d' Ahnero periscono da b:ecento sesaanta soldati ; ~

Ul. VII. C.lP. l.

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da quella di Davidde, diciannove senza Asaele; il cui corpo di l recato in Betlemme , e sepolto nel patrio avello , Gioabbo ed Abisai si reDdettero pre11so Davidde in Ebron. IV. Fino da questo tempo cominci fra gli Ebrei nna guerra civile , che dur buona pezza , restando sempre la fazion:e di Davidde superiore, e crescendo vieppi ne' pericoli , mentre i figliuoli di Saule e i loro sudditi andavano quasi ogni giorno di male in peggio. Circa questo tempo nacquero ancora a Da.. vidde figliuoli , e furono sei di numel'O Ila altrettante 1ue mogli. Il primo di loro nato d' Achinoam si chiamava Amnone ;' a secondo d' Abigaille , Daniel..; lo (4): Al terzo avuto da Maaca figlia di Tolmai re di Gessur (5) fu dato il nome di Ahsalom. Il quarto, figliuolo d' Aggit , appell Adona. Il quinto poi ed il sesto fur detti Safatia e Jetraam. Insorta adunque la guerra civile , e affrontandosi spesse fiate i R'e d aWedue le fazioni , Abnero generai d' Isbosetto figliuol di Saule, siccome uomo di gran mente, e as;. sai caro al popolo , fece s, che tutti durassero fer.:. mi nella suggezione al suo Re ; e in questi suei seDtimenti si conservarono alquanto di tempo. Finalmente accusato Abnero, ed appostagli, che si tenesse' nna eoucuhina di Saule nomata Resfa figliuola d'Aja, e ripresone da Isbosetto , ne f11 assaissimo punto e sdegnato , perch non parevagli , che dopo avuta di lui tanta cura , egli poi lo b'8.ttasse com' era degno , e minacci 1 che trasferirebbe a Davidde il mo re;no ; e cos capirebbe~ che s' e;li reilla di l dal

t8o

DELLE A.NTICHIT .l' GIUD.liCHB

Giordano , ci non merito di sna virt o pru!lenza, ma della condotta e lealt del suo capitano ; e incon~ tanente per messi spediti in Ehron a Davidde lo preg.J , che volesse ohbligargli con giuramento la fede. sua , che quando egli avesse condotto il popolo a ribellarsi dal figliuol di Saule , e avesse lui di~ chiarato Re della nazione tnttaquanta , Davidde il guarderebbe come uno de' suoi compagni ed amici. Davidde lieto oltremodo dell'ambasciata d'Abnero vi si obblig , e per primo argomento della novella ami~ cizia richiestolo, che salva gli rimandasse Micol sua donna da lui comperatasi a costo di gran pericoli , e di secento teste di Palestini, che per aver lei Pec egli stesso a Saule suo padre , Ahnero immantinente ritoltala a Faltiel , che viveva con lei , la rende a Davidde ; al che fare lsbosetto eziandio gli di mano: conciossiach gli avea sctitto Davidde ') che a tutta ragione gli si doveva la donna. V. Chiamati a se' poscia Ab nero i capi del popolo e i generali della milizia tenne con loro parlamento, e disse , che essendo una volta essi pronti ad ab~ handonare Isbosetto, e unirsi a Davidde, ei gli avea distolti da quel pensiero; ora per consentiva che andassero dove meglio piaceva loro ; perciocch aver egli saputo , che Dio , mediante il profeta Samuele , nel dichiarare , che fece Davidde re di tutti gli Ebrei , pre:lisse , che DavidJe appunto avrebbe puniti i Palestini, e vintigli in guerra gli aVl'ia recati alla sua ubbidienza. Udito questo i capi del popolo e i seniori , cio che anche Abnero intorno agli d-

LID. VII. CAP. J,

J8t

fati comuni era di quella opinione medesima ' che essi un tempo gi ebbero , si rivolsero a favoreggiare Davidde. Condottigli Abnero ne' suoi voleri raduna a parlamento la trih Beniamitide , da cui eran tolte le guardie tutte d' hbosetto ' e tenuto con loro a ragionare med~simo , poich non gli scorse niente contrarj alle sue proposizioni , anzi gli ebbe presti a quanto desiderava , pigli seco venti de' suoi com.. pagni , . e ne w:nne a Davidde per indi ricevere il giuramento in persona ; s perch le cose fatte. da noi sempre ci pajono pi sicure , che le fatte per mezzo altrui , e s ancora perch intendeva di manifestare a Davidde le pratiche da lui tenute e coi generali e colla Trib tuttaquanta. Accolto da Davidde cortesemente , e trattato a splendidi e sontuosi conviti per molti giomi, alla fine il preg che il lasciasse andare ; e a lui condunebbe tutta la moltitudine , per consegnargliene in mano , presente. e veggente lui stesso , il comando. Appena ebbe Davidde-licenziato Ahnero , ecco in Ebron Gioabho suo generale, il quale risaputo , che quivi poc' anzi trovavasi Ah~ nero , ed era test pR1tito sotto la condizione di dare il regno a Davidde , ed entrat<t in sospetto I\On fosse egli per ottenere in suo luogo da Davidde i primi onori e il posto pi ragguardevole , dappoich lo giovava dell' opera sua nel fatto del regno ( e poi era uomo acutissimo nel maneggiai ogni affare , e nel servirsi del tempo ) , e quindi la sua persona venisse perdendo del suo concetto, e fosse rimossa dal sommo comando, ei s'appiglia a un maligno e.

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DELLE ARTICHITA.' GIVDUCHE

tristo partito. E primieramente cerca di calunniarlo appo il Re , consigliandolo a stare in guardia di se, e a non fidarsi all' impromesse di Abnero ; adoprar egli tutto questo per render pi fermo in trono figliuol di Saule : venuto egli da quel frodolente e ingannevole uomo che era , esser poscia partito oon quella speranza ' e con quel div.isamento di rei di.tegni , che gli tornavano a grado. Ma poich a' suoi eletti Davidde non fu punto mosso , n gli mostr indizio alcuno di sdegno , egli si volge a una via ancora pi ardita , e ferm seco stesso d' uccidere Ahnero. Quindi spedisce gente , che il segua ; raggiuntolo impone, che lo richiamino indietro da parte di Davidde , il quale aveva da dirgli non so qual eosa intorno agli affari con-enti , eli cui , quando trovavansi insieme , non gli sovvenne. Abnero adunque udito ci <!he recavano i messi , i quali arrinroolo a un certo luogo chiamato Sira , longi da Ebton venti stadj 1 senza sospetto di cosa avvenire di~ volta. Venne a scontrarlo Gioabbo presso alla citt , e fattegli quelle cortesi accoglienze, che suole un cordialissimo amico ( perciocch a coprire le loro frodi sanno soventi volte infingersi gli uomini i pi dabbene del mondo coloro , che tentano qualche misfatto) lo allontana da' suoi , quasi voglia. dirgli alcuna cosa in credenza ; indi menatolo nel pi secreto angolo della P<?rta ( e non avea seco che Ahisai suo fratello ) , trae fuori il pugnale , e gliel pianta disotto al fianco. Di questa guisa Abnero tradito d Gioabho sen muore , in vendetta , come Gioabbo

LJB. Vl. CAP. l.

volea far credere' della morte data da lui al ftatello Asaele nell' inseguirlo che questi gi fece dopo il conflitto accaduto vicino ad Ehron; ma in realt per timore che non gli fosse tolto il supremo comando e l' onor che godeva presso del Re , e Davidde Don trasferisse le prime cariche nella pPrsona d'Ab-. nero. Quinci ognuno argomenti , in quali e quanti misfatti non si precipiti l' uomo per ambizione di comandare , e per vanit di non cedere a chicchessia ; percioch il desiderio , onde muojono , di pur arrivarvi , fa loro inghiottire cento iniquit ; e il timore di perdere l' acquistato a molto peggior partito li trae per COilservarlo pi fortemente , giacch per loro non son disgrazie , a cui v'abbia altra simile , il giungere cio~ a cos alto potere e stato, e dopo fatta l' usanza a que' beni , che ne derivano , il doversene poi trovar privo. Quindi essendo questo il peggio della sciagura , sempre pi rei attentati van macchinando , e arrischiando per il timore di perdere. Ma di siffatte cose basti il succinto parlare , che n' abbiam fatto. VI. Ora a Davidde , udita la morte d' Abnero , ne. dolse fino all' anima ; e levando la destra mano a Dio, e gridando volle, che tutti gli fossero testimonj, eh' egli non avea punto parte in queU' uccisione, e che n d'ordine, n di consenso suo il meschino era morto : aggiunse ancora terribili maledizioni contro l' autore di quel misfatto , e la casa. sua , e i suoi ~omplici sottopose alle pene dovute a'micidiali, per ciocch stavagli molto a cuore , che non semhiaSH

DELLE .ll'iTICBIT.l~ GIVDUCBB i84 aver egli tradito Ahnero dopo la fede, e i giuratnenti7 che dati gli aveva ; e quindi ordin a tutto il popolo 1 che facesse pianto , e corrotto per lui , e l' onorassero del funerale dovutogli , colle vesti stracciate in dosso , e coperti di sacco : queste cose eseguissero pracessionalmente col feretro innanzi. Seguitavalo egli ancora cogli anziani , e generali d' armata , con grande espression di dolore e colle lagrime agli occhi , che dimostravano quanto lo avesse atnato vivente , e lo compiangesse ora morto , e facevano fede , che contro sua voglia era stato ucciso. Indi poich l' ebbe con grande pompa sepolto in Ebron , e onoratolo d' un epitaffio lugubre da se composto., egli il primo accostatosi all'arca lo pianse, poi diede luo~ agli altri di fare altrettanto; e tale fu il turbamento prodottogli dalla marte d' Abnero , che con tutte le istanze fattegli da' suoi amici non volle mangiare ; anzi giur , che non gusterebbe cibo , prima che il sol tramontasse. Queste cose gli coaciliaronG la benevolenza comune ; conciossiach quanti amavano Ahnero, appt-ovarono assaissimo l' onorario che ei fece morto, e il mantenergli inviolabile la sua fede ; perch lo avea di quelle funebri pompe degnato , che ad un congiuntO si debbono e ad un amico , n per cagione della nim.icizia passata gli avea fatto il torto di condannarlo ad ignobile e per que'tempi disonorevole sepoltwa ; e perch siccome tutti con gioja scorgevano in lui un indole buona e mansueta , cos ciascuno si prometteva dal Re le medesime dimostrazioni d' amore che gi vedea conseguite dal morto

r85 Abaero. Ma pi che non di tai cose nel darsi di lui quel pensiero , cbe si conveniva , Davidde godeva dell' onor suo , giacch. pi nessuno non sospettavalo autore di 'fllella morte. Indi parl alla moltitudine col raccolta , e disse , che quanto straordinario era stato il suo dolore per la morte d' un uom cos pr~ de ' altrettanto era grande a danno ' che Be veniva alle cose loro , perch rimasti privi di tale , cbe e cogli ottimi suoi consigli , e col valor suo negli af. fari di gueiTa poteva salvarli ; ma Dio ( soggiunse ) che pena a tutto , noi lascier invendicato ; e sap pia egli pure, ch'io non bo forze bastevoli da far nulla a Gioabho , ed Abisai figliuoli di Saruja pi potenti di me : ma render bene Iddio la condegna mercede al lorQ attentato. Questo adun'flle fu a fine, .ehe pose Abnero al suo vivere-.
LIB. Vn. CAP. l.

c A p l T" O L o

II.

Come ucciso insitliosamenre da' suoi lsbosetto , tutto il re.gno venne in mano a Davidde.
I. Pervenuta all'orecchio ancor d'lsbosettola nuova di questa morte , egli non se ne pass leggermente , trovandosi senza d' un uomo , che oltre l' essere suo congiunto lo avea fatto Re; ma funne dolente assai84 aimo , e se ne rammaric oltremodo. Neppur egli sopravvisse gran tempo ; che .per insidie tesegli dai figliuoli di Remmon chiamati Recab , e Baana rest JDort~ Perciocch eostoro di trib Beniamiti e per

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DELLE .1N'l'ICBI'tA.' 011!D.liCBB

grado fra' pi ragguardevoli , avvisando , che se uc-cidevano lsbosetto , grandi p1emj avrebbero da Da. vidde ottenuti , e frutto di quell'impresa sarebbe un generalato, o qualch' altro onorevole impiego, tro vatolo solo in casa , che passava dormendo l' ore del mezzod, senza pure una guardia, che.lo difendesse, o l' usciera , che lo vegliasse , poich ancor essa tra per le fatiche e lavori in cui s'era occupata, . e pel caldo eccessivo era stata pre1a dal sonno , e per iminuatisi in quella casa , dove per sua sventura giaceva dormendo il figliuol di Saule , l' uccidono ; indi mozzatogli il capo ' e spesa tutta la notte e a di appresso viaggiando , siccome quelli , che dalle offese persone fuggivano , a chi ne do'Yl'ebbe saper loro grado , e li metterebbe in sicuro , alla fine per vennero in Ebron ; e mostrata a Davidde la testa d' lsbosetto gli si raccomandavano , come amici, che levato gli a'\ean dinanzi un nilnico e competitore nel regno. Ma Davidde non accolse la loro impresa , come ,speravano, " anzi, ahi rihaldi, lor disse, -e " vicinissimi a riportarne il meritato gastigo! Forse , non v' era noto come ho trattato chi uccise Saule, , e recommene l' aureo diadema , tuttoch l' esser , tolto di vita fosse per lui una grazia, per non " cadere in hala de' nhnici ? O avete forse creduto, ., ch' io abbia .cangiato pensiero, n sia pi quel di " prima; sicch mi piacciano gli scellerati , e mi " debbano parer bene6zj i sanguinosi vostri misfatti, , avendo voi, nel suo letto medesimo trucidato un " uom giusto , che non ha fatto male a persona , e

s. vn. cAP. 11.


voi aveva degnati della sua grazia , e d' orrevoli impieghi? Ma col gastigo, ch'io vi dar, ben voi ne pagherete la pena tanto a lui per avere osato d' ucciderlo , quanto a me , per avere creduto , n ch' io potessi sentirue volentieri la morte; che " non avreste saputo far maggior torto al mio onore, , che sospettando tal cosa di mia persona ,, Dopo tali parole , e dopo fattili vergognosamente mozzare di mani e di piedi , li di alla morte ; e il capo d'lsboset coi dovuti onori funerali il ripose nell'arca d' Abuero. II. Terminata in tal modo questa faccenda , ecco tutti primieramente venire a Davidde in Ehron i generali del popolo ebreo e i lor capi , e sottomettersi alla sua ubbidienza , rammemorando l' affetto , con che l' ama1ono fin d' allora ch'era vivo Saule, e ponendogli innanzi agli occhi il costante onorario che fecero da .Tribuno , tra perch l' ana Dio per mezzo di Samuele il profeta creato Re, e perch fino d'al.. lora all' impegno suo di salvare le terre ebree corrispose Iddio col farlo vincitore de' Palestini. Davidde ed approva questa loro prontezza, e confortatigli alla costanza , giacch non avranno a pentirsene , li fe' sedere a banchetto; e trattatili cortesemente, spedi persone , che a. lui guidassero tutto il popolo. Asaembraronsi adunque dalla trib di Giuda intorno a aeimila , e ottocento soldati gueruiti di scudo e d'asta , i quali seguito avevana il figliuolo di Saule ; percioceh , salvo .questi , la trib intera di Giuda avea dichiarato re Davidde. Dalla trib di Simeone , , " "

DELLE ANTJCBITA' GtUDA.ICRE r88 settemila , e cento ; da quella di. Levi sotto la condotta di Giojada quattromila e settecento ; con questi trovavasi il gran sacerdote Sadoc (6) con ventidue suoi parenti , principalissimi personaggi. Dalla trib Beniamitide quattromila soldati ; conciossiach questa atava ancora in espettazione d' alcun discendente di Saule , che foss~ loro Re. Da quella d' Efraimo ventimila e ottocento dei pi poderosi e gagliardi. Dalla mezza Manassitide diciottomila ; da quella d' lssacar dugenta , che conosuvano f7) le cose avvenire, e ventimila altri armati. Da Zabulon cinquantamila , gente sceltiS&ima ; e questa trib si fu l'unica, che tutta venisse a Davidde. OFa. i nominati sin qui tutti . ebbero armadura medesima dei Gaditi. Da Neftali mille per fama, e per condotta chiarissimi usanti lo scudo e la lancia; a costoro ve:.. niva dietro la Trib numerosa oltremodo. Da quella di Dan, ventisettemila , e n'erano il fiore. Aser ne diede quarantamila ; e le due di la del Giordaro colla restante met di Manasse centoventimil. forniti di scudo ' di lancia ' d' elmo ' e di spada; la quale portavano ancora l'altre trib. III. Questa fu la moltitudine (8) che radunossi presso a Davidde in Ebron , con grande accmpa gnamento di vittuaglie:, di vino, e d'ogni altra prov:w-isione per sostentarsi; e quivi tutti a una voce con fermarono re Davidde. Dopo tre giorni di festa , e banchetti fatti dal popolo , levato Davidde il campo da Ebron , venne coll tutto l' esercito sotto Gerusalemme; dove i Gebusei abitanti della citt, di J;azza

LJB, VII.

~AP .

Il.

eananea , chiusergli in faccia le porte , e per farsi beffe del Re collocati sull'alto delle loro mura. gli orbi, gli zoppi , ed ogn' altra caricatura , e dicendo essi , che questi mezzi uomini gliene impedirehbono l' enbata ' ( e ci facevano per dispregio fidati nella fortezza de' loro ripari ) sdegnato Davidde cominci ad assediare Gerusalemme, e spingendo innanzi l'i m presa con gran diligenza e calore, perch il pigliarla darebbe fin dapprincipio nn saggio delle sue fone , e atterrirebbe quant' altri ci fossero per ventura, che a~essero l'animo verso lui egualmente disposto, pren de per forza il basso della citt. Ma restandovi an cora la rocca, pens di dovere con allettamenti d' oo. nori e di premj 1endere i suoi soldati pi coraggiosi all'impresa; e al primo , che su pe' frapposti dirupi salisse alla rocca , e pigliassela, la capitananza pro mise di tutto l'esercito. Per accintisi tutti con grande ardore a salire , n per fatica , che vi dw:assti', non arrestandosi alcuno dall' impresa , che il desio della somma dignit dava lena ad ognuno , il figliuolo di Saruja Gioahbo fu il primo di tutti , e acquistata gi l' erta grid al Re domandandogli il Generalato.

1!)0

DELLE

ANTICBITA'

C.IUDAICIII:

CAPIToLo

m.

Dtw:Me, assedi{Zta Gerusakmme, e twuta la citt ne discaccia i Cananei, e introducevi ad abitarla i Giudei.
Cacciati pertanto i Gebusei dalla rocca e rifabhri~ cata per opera sua Gerusalemme , ehiamolla citt di Davidde , e quivi abit tutto il tempo , che Tisse Re. 01a il tempo , che regn sulla sola trib di Giuda in Ebro n , fu d' anni sette, e sei mesi. Ma com'ebbe fermata su..a real residenza in Gerusalemme, tosto le cose sue vennero sempre acquistando nuovo .splendore , merc la divina Provvidenza , che faceTa suo il pensiero di felicitarlo , e di renderlo ognora pi grande. In questo lram signore di Tiro per ambasciadori strinse con lui amicizia , e alleanza. Mandgli aneora in regalo molto legname di cedro , e con esso artefici , fabbri, e architetti, perch gl' innalzassero la reggia io Gerusalemme. Davidde intanto ri-cinse di mura l'alto della citta; e di lei e della rocra , che uni con quella , fece un sol corpo ; e alla fabbrica delle mura deput soprantendente Gioabbo. Davidde adunque fu il primo, che sterminati da Gerusalemme i Gebusei , le diede il suo nome ; perciocch a' tempi d' Abramo nostro progenitore dicevasi Solima ; e in progresso di tempo dicono averla anche Omero chiamata Solima (9) ; perciocch il Tempio secondo l' ebreo linguaggio fu tla lui detto

1.111. VII. CAP. Hl.

Solima che val sicurezza. Ora tutto il tempo , che scorse da Giosu capo della spedizione contro dei Cananei , e dalla guerra , in cl\i vinti questi , par. tinne il paese agli Eb~:ei , n pi gl' lsraeliti pote rono snidar da Gerusalemme i Cananei , fino a quando Davidde ne prese la citt per assedio , com prende cinquecento quindici anni. Qui far ricordanza d' Orfone (10) uomo ricco tra' Gebusei, non ucciso da Davidde nell' assedio di Gerusalemme pel suo buon animo verso .gli Ebrei , e per una grazia e un favore da lui conferito al Re stesso , di cui indi a poco pi a proposito parler. Davidde poi men altre mogli , oltre quelle , che aveva , e tenne concu... bine (11). Quindi gener altri undici Jgli da lui nominati, Samaa, Sohah, Natan, Salomone, Jebar, Eliada, Noge , Nefeg, Jafia, ed Elifalet (u) , colla figlia T amar. Di questi, nove gli nacquero dalle mQoo p.i primarie ; e i due .da noi recitati in ultimo luogo, da concubine ; Tamar poi ebbe la mad.!e medesima
CCUl

~ssalonne.

cA

p l T

o L o IV.

Come Davidde super i Palestini venuti a combatterlo a GerusalemmB. I. Fatti certi i Palestini , che Davidde fu creato re dagli Ebrei , muovono verso Gerusalemme pe1 fargli guerra , e occupata la valle , che dicevasi dei Gisanti (r3), luoiQ non molto lUJlgi dalla citt, quivi

192

DELLE ANTICIIIT.A.? GlVD.A.ICHB

piantano ll loro campo. Intanto il Re de'Giudei, ehe a nessuna impresa non accignevasi senza il consiglio de' Profeti , e senza il comando di Dio , che gli entrasse mallevadore dell' avvenire , ordina al gran Sacerdote di riferirgli; che pajane a Dio , e qual sia per essere il fine di quella battaglia. Avuta promessa di vittoria e trionfo, trae fuori suhitamente a danno de'Palestini l'esercito; e accostatisi gli uni agli altri, Davidde assale improvviso i nemici alle spalle , e parte ne uccide , parte li volge in fuga. E qui non sia , chi pensi molto meschino essere stato l'esercito palestino in questa spedizione contro gli Ebrei , cre dendosi di poterne argomentare la vigliaccheria , e la dappoccaggine dalla celerit della loro sconfitta , e dal non rferirsene l' imprese illustri e degne di ricordanza ; perciocch dee sapere , che in lor soc- . corso , e a parte di quella guerra furono tutta la Siria, la Fenicia, e oltre a ci altre bellicose nazioni: unico e solo motivo , che vinti le tante volte , e uccisi a molte migliaja tornassero contro gli Ebrei con maggiori forze di prima. Servagli questo fatto d' esempio ; che dopo la rotta test riferita uscirono JlOvellamente contro Davidde con un esercito ben tre volte maggiore , e accamparonsi appunto nelle cam'pagne di prima. Avendo pertanto il Re interrogato di nuovo Iddio intomo all' esito dell' imminente battaglia , il gran Sacerdote l avvisa, che tenga l' esercito nelle boscaglie chiamate dei pianti non Iung dal campo nimico; n muova ,passo, n dia principio alla pugna, se innanzi non s' asiti.la foresta senza

LJB. VJI, C.lP. IV.

tato di vento. Non cos tosto gli alberi della selva ondeggiatono, e venuto fu il tempo predetto da Dio, che sicuro usc a una presta ed evidente vittoria. Perciocch le ordinanze nimiche non ressero all'urto, ma sul primo affrontarsi volser le spalle , e Davidde fu loro sopra coll'armi ad uccidedi; ed inseguilli fin presso a Giezer citt , che l'estremo confine dei Palestini , avendo per saccheggiati prima gli alloggiamenti , ov~ trov gran ricchezze , e distrutti i lor numi. II. Riuscita a s lieto fine ancor questa gueiTa , parve a: Davidde gi consigliatosi co' seniori , e coi generali e tribuni delle sue tl'Uppe , di dover dalle teiTe tutte ai sua nazione chiamare a se il fiore della gioventt , indi i sacerdoti , e i leviti ; e venuto in Cariatiarim trasportare l'Arca di Dio di ] in Gerusalemme, dove, chi n' avea il carico, l' onorasse per l'avvenire co' sacrifizj , e cogli altti riti, ch' erano in grado a Dio ; perciocch se l' avessero fatto prima , allor quando regnava Saule , non sarebbe avvenuto loro alcun male. Unito perci tutto il popolo, come avean divisato , il Re si presenta all' arca , che dai sacerdoti levata di casa d'Abinadahbo, e posta su un CalTO D.uovo tirato da' buoi , ne deputarono condottieri i fratelli , e figliuoli di lui. Precedeva il Re , e con esso tutta la moltitudine lodando Iddio e cantando d' ogni fatta canzoni all' usanza del paese ; e al vario echeggiar- di stromenti, di danze, e di salmi ajutato da trombe e da cembali andavano accompagnando l'Arca in Gerusalemme. Giunti pertan~o all' aja
FUYIO' tOIIIO

11.

94

. DELLE

.lNTICDIT.l' CIUD.liCHE

eli Chidon ( 1 4) ) luogo appellato cos , muore Oza colpito dall' ita di Dio : petciocch allo stender che fece la mano per sostener .l'Arca , che i buoi verso tetTa piegavano, in pena d'averla non sacerdote toc~ cala lo fe' morire. La perdita d' Oza inctebbe assaissimo al Re e(l al popolo , e per il luogo , .dove fu morto, anche oggi d vien chiamato, stemzinio d' Oza. Quindi temendo Davidde e pensando seco medesimo, c.he gli potrebbe forse avvenite il medesimo che. ad Oza , se fosse ardito di ricettare presso di se l'Arca in citt , giacch il meschino era motto cos per lo solo stendere d'una mano verso llell'A,ca, non la riceve presso di se in citt ; ma torcendosi a una picciola ten-a d' un uomo giusto , chiamato Obededom, di progenie le vita, ripone l'Arca presso eli lui; e vi stette tre mesi interi, nel quale spazio di tempo accrebbe le fortune di Obededom , ed arricchili o eli molti beni. Udito il Re l'avvenuto ad Obededom. che eli povero ed umile uomo ch' egli era , in un . attimo si trovava salito a uno stato di felicit da invidiarglielo quanti il vedevano , e domandavano di sua famiglia , confidatosi che non gliene incon-ehbe alcun male , trasporta l'Arca in sua casa. Recar!)nla adunque levata sugli omeri i sacerdoti , preceduti da sette , che aveva il Re stesso disposti in ordine) .e da lui, che toccava la cetera festeggiando in maniera, che Micol sua moglie e figliuola del suo ntece,sore Saule vedutolo in quel portamento ne lo beff. lntr~ dotta l'Arca in casa , la collocarono sotto la tenda , che preparata le avea Davidde, il quale fe' sacrifizj
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LIB. VII. CAP. lV.

sontuosissimi , ed offi vittime pacifiche. Mette poi tavola per tutta la moltitudine , e alle donne non meno che agli uODIni , ed a' fanciulli distribuisce pane soccene1ino, e carn arrostita , e focaccie fritte in padella , e parte de' sacrifizj. Dopo tale banchetto licenzia il popolo; ed egli titirasi in casa sua. Qui vi fattaglisi incoutlo la figliuola tli Saule, e sua moglie 1\licol .cominci dal pregargli ogni bene , e dal bramargli quante venture pu dargli un Dio , ch' benevolo; ma poi lo riprese, che un .J\e del suo g ..ado si fosse avvilito in quel modo fino a danzare, e a questo fine deporre il suo manto tra la folla de'servi e delle fantesche. Ma Davidde 1ispose , che non che si vergognassf.: di quanto avea fatto per aggradil'e a quel Dio , che lui antepose e a Saule suo padre e ad ogn' altro, tornerebbe le -cento volte a scherzare e danzare 7 per quantunque vil fatto potesse questo parere alle serve e a lei. Per questa Micol in tutto il tempo, che stette con Davidde, non ebbe figliuoli, sebbene all' altro marito, con cui sposlla Saule suo padre , e donde alla fine Davidde la riebbe ., partorl 4;:mque figli, de' quali ragioneremo a suo luogo. . III. Ora veggendo i.l Re , che per grazia di Dio le sue cose pressoch ogni giorno andavano migliol'ando, credette di far~li ingiuria, se menb' egli abitava dentro un palagio tutto di cedro , levantesi a grande altezza , e fornito d'ogni pi raro arredo 7 lasciasse l'Arca sotto una tenda; e si consigli d' in nalzare a Dio un tempio , siccome aveva predetto Mos. E intorno a ci domandato il parere di Natu

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.ELLE iN1'1CHJTA' GJVDAJcnF.

profeta , poich questi gl' ingiunse di fate, quanto si sentiva ispirato, che Dio Io awebbe ognora soccorso, si accinse con tanto pi ardore all' erezione del tempio. Ma Dio comparso quella medesima notte al profeta gl'impone di dire a Davidde, ch'ci veramente ne approva il consiglio e la brama , poich ; dove nessun per l' addieuo aveva pensato ad e1gergli un tempio, lo ha fatto egli: ma non acconsente, ch'egli in tante guerre impacciato , e lordo del sangue nimico gl'innalzi il tempio. Morto lui dopo lungh'anni di vita' e una felictl vccchiaja ' il tempio verr fabbricato da quello tra' figli suoi , che succedcrgli nel I'cgno , e si chiamer Salomone , del quale lo assicur , che si piglier quella cura e pensiero, che un padre suole del figlio, serbando il regno in perpetuo retaggio a'discendenti de'figli suoi, contento, se mai peccasse , di gastigarlo con pestilenze e carestie. IV. Risapute Davidde cotali cose da Natan , e lieto olbemodo della certezza in cui si trovava , che il regno sarebbesi mantenuto nella sua discendenza costantemente, e che la sua casa n'andrebbe chiara e famosa , si reca dinanzi all' Arca , e cr:tdulo boe eone al suolo fecesi ad adorarla e a rendere grazie a Dio , di quanto avea gi dato a lui sollevandolo , come ha fatto dal misero e pastorale stato, in cui nacque, a cotanta altezza d'impero e di gloria, e di quanto promesso aveva a' suoi posteri, e della cura, onde aveva guardati sempre gli ,Ebrei e la loro libert. Dopo tali espressioni di lodi a Dio si rizza c parte.

LJB. VII. CAP. V.

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C AP l

T OL O

V.

Davidde rotta guerra alle genti circonvicine e domatele .impone loro tributo.
Indi a poco determin di dovere uscire a oste contro de' Palestini , e di non comportare , che l'~ zio e l'infingardaggine entrasse in lui, onde come gli aveva gi imposto Iddio, distrutti i nimici, .venisse a lasciare a' suoi posteri il regno stabilmente pacificato. Chiamato pertanto all'insegne .di nuovo l'esercito, e intimatogli di tenersi in pronto alla guerra ; quand'? a lui pane tempo d' uscire in camp? , partitosi da Gerusalemme entr nelle terre de' Palestini. Rimasto in quel fatto d' armi vincitore, dopo avere tolti loro assai luoghi , e aggiuntili all'ebree provincie , tra:sfer contro de' Moahiti la guerra; e in una giomata sbaragliate due parti del loro sercito le distrusse.; il resto li fece prigioni; e imposto a quella gente 'un tributo annovale , indi mosse contro Adarezer 6~ gliuolo di Rooh signor di Soba (1 5) ; col quale af~ frontatosi presao all'Eufrate gli uccise di fante1ia in torno a ventimila persone , e di cavalleria cinquemila; lo spogli eziandio de' cani , che furono mille ; de' quali , disfattane la pi parte, volle che gli si riservaasero cento soli.

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DELLE !NTICniTA' GIUDAICHE

cAp l T oL o

VI.

B~aglia di Davidde contro que' di Damasco ~ e vittoria.

' I. In questo Adad re di Damasco e de' Siti udito: che Davidde muove guerra ad Adarezer , per l' amicizia, che aveva con lui, venne con poderosa oste a socorrerlo , e a liberarnelo , come sperava ; ma fatta con lui giornata presso l'Eufrate , fu vinto in battaglia_, e vi perdette gran numero di soldati; perciocch caddero sotto le spade ebree dell' esercito d' Adad ventimila uomini ; e il rimanente si mise in fuga. Di questo Re fa menzione ancora (16) Nicol nel quarto delle sue storie , cos dicendo. " Dopo " ci passato gran tempo un del paese de'tto Adad " salito a grande potenza regn in Damasco e in " tutta la Siria , salvo sol la Fenicia. Questi, rotta " guerra a Davidde re de' Giudei, e azzuffatosi con " lui pi volte , alla fine presso l' Eufrate dove fu " rotto , di prove del pi valoroso e forte tra tutti " i Re " Riferito tal fatto segue a parlare de' suoi discendenti , che morto lui successivamente l'uno dall' altro ricevettero e regno e nome , in ept esto te nore. " Morto lui, per dieci et regnarono i suoi di" scendenti, ricevendo ciascuno dal padre suo insiem " collo scettro ancor questo (17) nome, come i T o" lommei nell' Egitto. Fra questi il terzo degli altri " tulti assai pi potenti 1 volendosi ricattar della rotta
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LJB. VII. CAP. VI,

" data al suo avo, mosse contro i Giudei, e guast " il pacse ora detto Samaritide " N and lungi dal vero ; conciossiach questi fu l' Adad, che , regnante Acahbo sopra Israele , venne a Samaria , del che a suo luogo ragioneremo. II. Davidde pertanto venuto colla sua gente sopra Damasco e la Siria, la rec tuttaquanta alla sua ubLidienza. Indi distribuite gueruigioni per tutto il paese , e fattolsi tributario , torn nel suo reguo , e i turcassi d'oro, c l'armadure, di che andavau vestite )e guardie d' Adad , consecrolle a Dio in Gerusalemme ; le quali in progresso di tempo Sesac re dell''1:gitto , che fece guerra a Roboamo di lui nipote , con molti altri tesori rap da Gerusalemme. Ma di tai cose allora parleremo, quando venga il l or luogo. Ora il re degli Ebrei, f,l.jutandolo Iddio, che a buon fine gli conduceva le guerre , e men la sua gente conbo le pi belle citt d' Adarezer , Bete cio e Cuna; e avutele per forza in potere le saccheggi, In esse fu ritrovata immensa copia d' argento e d'ol'o ; e moltissimo bronzo 7 cui dissero miglior dell'oro , del quale cone fama che Salomone ,facesse il gran vaso ehiamato mare , e que' catini bellissimi , quando fabbric il Tempio a Dio. III. Ora, come il re d' Emat (18) riseppe quanto era nvenuto ad Adarezer 7 e ud 7 che tutto il suo esercito era stato disfatto , temendo de' casi suoi , s prese il partito di strignere Jega e amicizia con Davidde , anzich gli venisse contro , e a questo fine manda a lui Adoram (19) suo figlio; pel cui mezzo

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DELLE ANTICHITA1 GltiDAICII!:

protestanllogli la sua riconoscenza per aver egli mossa guerra al comune .nirnico Adarezer, e facendo con lui alleanza e amicizia gli offl' de' pre.senti, ed erano vasi d'antica fattura, d'oro, d'argento, e di bronzo. Davidde adunque collegatosi con Tou , ( che tal era il nome del re di Emat) , e ricevuti i presenti ne rimand il figlio con quegli onori , che si convenivano all'uno e all' altro. I doni poscia mandati da Tou , e l' altro oro ed argento , che ricav dalle vinte citt e nazioni , l' offl'e a Dio di sua mano. Ora Iddio , non solo quando egli stesso usciva alla guerra in persona , e alla fionte ponevasi delle armate, concesse vittoria e prosperit, ma ancora quando sped Ahisai fratello del generalissimo Gioahho colle sue truppe nell' Idumea , per mezzo di lni lo fe' vincitore degl' Idumei; conciossiach Abisai ne mise a morte diciottomila ; e occupata con guerni~ gioni tutta l' Idumea , il Re da loro raccolse sopra i terreni e per ogni capo d' uomo tributi. IV. Egli era giusto naturalmente ; e nel dare sen tenza teneva l' occhio rivolto soltanto al vero. A generale di tutto l' esercito ebbe Gioabbo. Giosafatte figliuolo d' Ailud fu suo segretario. Cre della famiglia di Finees Sadoc gran sacerdote insieme con Abiatarre ; poich gli era caro ; e fece Susa suo cancelliere. A Banaja figliuolo di Giojada diede il c~ mando delle reali sue guardie : e tutti i figliuoli pi attempati di Davidfle gli stavano intorno a difesa di sua persona. Ebbe a mente eziandio gli accordi e la fede giurata a Gionata figliuolo di Saule , e l' ami

LD. VII. CAP. TI,

llOI

c1zaa e l'impegno , eh' esso sempre mostr per la sua persona. Conciossiach d' infra sii altri pregi tutti che l'adornavano, il ricordarsi di quelli, che furono in qualche tempo suoi benefattori , forse era il pi grande. Quindi cercando Davidde , se fosse rimasta anima di quella stirpe, a cui dell'amicizia avuta con Gionat render potesse giovevole ricompensa , fogli condotto innanzi un liberto di Saule , che ben poteva conoscere quanti ancor ci viveano -di quella schiatta ; e Davide il richiese , se additare gli sapeva nessuno , che a Gionata appartenesse per sangue , e fosse in istato di ricevere da lui il guiderdone de' benefizj , che Gionata aveva a lui fatti. Rispostogli ai.nque , che ne restava un nipote 1 nomato Milbosetto (:w) , malconcio di piedi poich per la fretta con cui lo rap e fuggissene la nudrice, all'n dir la novella, che il padre del fanciulletto ~ l'avolo ancora erano morti iu battaglia, le cadde di braccio, e rest offeso ne' piedi: e saputone dove e in casa di chi s'allevava, mand senz' indugio per lui a Machir abitante della citt di Lodahar ( giacch in ~asa di quest' uomo era allevato il figliuolo di Gioaata ). Venuto Mifibosetto alla presenza del Re, gittoglisi ginocchione dinanzi , e adorollo. Davidde il conforta a stare di buon cuore, e a sperare migliore fortuna. Intanto gli da il palazzo del padre suo , e tutti gli averi che possedette l' avo Saule. Indi lo volle suo commensale , e che tutti i giorni senza eccettuarne por uno sedesse alla sua tavola. Obbligato dalle parole ad un tempo e dai doni il garzone adorollo ; e

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DELL:S iN'l'ICBIT.l' GJ1l'DAICBE

Davidde , chiamato (2 1) Siba, gli di ragguaglio, co: me al fanciullo era stata ceduta in dono la casa paterna e ogni aver di Saule. Egli pertanto lavorandone le campagne e presedendo agli agricoltori guardasse, che in Gerusalemme ne fossero recate tutte le rendite. Davidde adunque ogni giorno conduce alla sua mensa egli stesso Mifibosetto ; e del gi detto Siba , e dc' figli suoi , . ch' erano quindici , e dei servi di lui venti in tutto gli fa un dono. Dati il Re questi ordini , Siba adoratolo e promesso d' eseguire ogni cosa si ritir. Ma il figliuolo di Gionata si rimase in Gerusalemme , dove mangiava sempre col Re , ed era non altrimenti trattato , che un figlio. Quivi ancora gli nacque un figliuolo, che nomin Mica. Questi furono gli onori, che fe' Davidde agli avanzi della posterit di 'Saule e di Gionata. V. Circa questo tempo essendo morto Naas signore degli Ammoniti suo amico, e succedutogli il figlio nel regno , Davidde mandogliene ambasciata di condoglienza ; con cui primamente esortavalo a non rammaricarsi soverchio della morte del padre , indi a promettersi da lui costante quell'amicizia, ch'ebbe gi con suo padre. Ora i principali signori tra gli Ammoniti non riguardarono in questo fatto l' indole di Davidde ~ ma la loro malignit; e andavano attizzando il Re con dirgli , che quelle erano spie sotto colore di convenienza mandate da Davidde ad esplorar il paese e le forze loro : per consigliavanlo di .andar ben cauto e non lasciarsi prendere ai loro discorsi 1 onde mai ingannato non si venisse a pre-

Lm. V'li. CAl'. VI.

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cipitare in qualcl1e irreparabile disavventura. Parute adunque al figliuolo di Naas signore degli Ammoniti siffatte cose ~ pi che la verit non portava , credibili , fece agli amhasciadori 4i Davidde grandissima villania. Perciocch tosata loro mezza la barba , e tagliate le vestimenta dai fianchi in gi rimandgli a portare coi fatti , non colle parole al Re loro risposta. Veduto Davidde. questo spettacolo n' ebbe sommo dolore , e fece chiaro conoscere , che non che dimenticarne l' ingiuria e l' onta , avrebbe. coll'armi portate contro degli Ammoniti saputo punire il Re loro della vergogna fatta agli ambasciatori. Quindi accortisi i generali e i parenti del Re, che avevano violata la fede pubblica, e per ne dovrebbono portar la pena , si mettono p1estamente in ordine per la guerra 7 e mandati al re della Siria Mesopo'taxnitc mille talenti pregaronlo , che volesse a tal prezzo venire col re di Soha in loro soccorso: poich questi Re avevano in pronto ventimila fanti. Tirarono ancora coll'oro dalla loro parte il re del paese chiamato Maaca (22) , e un quarto detto lstob , i quali gui~ davano unitamente dodicimila soldati (').

DELLE ANTICBIT.l' GIUDAICHE

c .l p l T o L o

VII.

Come Davide uscito contro i Mesopotamiti n' ebbe vittoria. Peccato da lui commesso.

I. A una lega cos strepitosa e a tanti apprestamenti degli Ammoniti non ishigottissi Davidde affidato in Dio , e sicuro esser giusta la gueiTa , che stava per muovere contro coloro, che aveTanlo offeso. Pertanto spedisce a combatterli Gioahho capitan generale col fiore pi scelto delle sue truppe ; il quale accampassi vicino a Rahhat metropoli degli Ammoniti. Usciti in campo i. nemici, e schieratisi non in una sola ordinanza , ma in due , ( che le truppe ausiliarie stavano di per se dalla parte della pianura 7 e l' esercito ammonita presso alle porte di fronte agli Ebrei), Gioabho vedutolo contrappone arte ad arte , e preso con seco i pi valorosi tra' suoi ne va contro il Siro , e gli altri Re suoi compagni ; il restante poi dell' armata affidatolo alla condotta di Ahisai suo fratello gl' impone , che affrontisi cogli Ammoniti ; aggllgnendo , che se si accorge , che i Siri l' incalzano e sopraffanno , accorra tosto colle sue truppe dal luogo ove trovasi , per sostenerlo ; eh' egli far il medesimo , quando lo vegga mal reggere all' urto degli Ammoniti. Accompagnato adunque il fratello , e animatolo a far tutto da coraggioso e prode uomo , a cui il timor dell' infamia suole dar

LJB, VII. CAP. VII.

~os

lena a ~ran cose 1 il lasci 1 perch andasse conbo degli Ammoniti. Egli intanto s'azzuffa coi Siri ; i quali con tutto alla prima facessero resistenza gagliarda , pure Gioahbo parte gli uccise , e parte costrinsegli a mettersi in fuga. Veduto ci gli Ammoniti , e compresi da grande paura di Abisai e della sua' gente pi non sostennero; ma seguito l' esempio degli alleati fuggirono enbo la citt. Vinti adunque i nemici Gioabbo torn glorioso al suo Re in Gerusalemme. II. Questa sconfitta non bast a persuadere gli Ammoniti di starsi cheti , e, poich avean visto per isperienza essere gli Israeliti dappi di loro , di non tentare pi olbe: ma ordinata un ambasce1ia a Calama re de' Siri di l dall' Euf1ate , lo baggono con danari a soccorrerl.i. Capitano de1le sue tl'Uppc er Sobac (23) , ed aveva ottantamila fanti , e diecimila cavalli. Saputo il Re degli Ebrei, che di nuovo a?e vano gli Ammoniti contro di lui allestita si grande armata, giudic di non dover pi combatterli per mezzo di generali; laonde passato egli stesso il Giordano con tutte le sue forze e scontratili fece t'Oll loro giornata e li vinse. In questa battaglia pass a fil di spada intorno a quarantamila fanti , e settemila cavalieri ; fer eziandio il generale di Calama Sobac, che perci venne a morte. Ora i Meaopotamiti , essendo la zuffa riuscita a tal fine , renderonsi vinti a Davidde , e spedirongli dei regali. Egli poi , venuto l'inverno torn in Gerusalemme. Sull' aprirsi della novella stagione sped Gioahbo suo generale a pro-

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!IELLE A:NTIClliTA'. GltrDAICIIB

seguire la guerra cogli Ammoniti ; il quale corrend()tutte le loto terre le disert , e costretti loro stessi a rinchiudersi in Rahbat lor capitale vi pose l' a.asedio. DI. ~u questo intervenne a Davidde un caso .assai duro per un uomo come lui , giusto , e timorato ed esattissimo nell' osservare le patrie leggi. Perciocch sul fa.J. della sera , dall' alto del suo reale terrazzo , dov'era solito di passeggiare in quell'ora, gittando lo sguardo abbasso vide una donna nella sua casa lavhtesi con acqua fresca , di bellissimo aspetto , e da non poterlesi nessun'altra paragonare; Betsahea n' era il nome. Sentissi il Re preso dall' avvenenza della donna , e non potendo resistere alla passione mand p~r lei , e fu seco. La donna poi .divenuta incinta ne fece avvisato il Re , onde pensasse a qualche via di nascondere il fallo ; altrimenti giusta le patrie leggi, siccome adultera le conveniva morire. Egli adunque chiama a se dall' assedio lo scudier di Gioahbo , ch' era il marito della donna , e nomansi Uria. Comparsogli innanzi r intelTOg dell'esercito e ddl' as6edio ; a cui rispondendo il meschino , che tutto andava secondo i loro desiderj , egli fattagli recare una parte della sua cena gli d mangiare , poi gli comanda, che vada a trovar la sua donna, e prenda quivi un po' di sollievo. Uria per non lo fece, ma dormi presso al Re cogli altri scudieri. Av.,edutosene il Re lo richiese , perch non si fosse portato in sua casa , e dopo s lungo tempo non fosse ito a trovar la sua donna, quando non ci ha uomo , che ritornato da lontani paesi n~ faccia: ma

LIB. VII. CAP. VII.

egli rispose non esser giusto , che mentre i suoi commilit.oni e il generale stesso dormivasi in terra sotto le tende e in mezzo a un paese nimico , eglj stesse godendo piaceri e delizie colla sua moglie. Ci udito il Re ordingli di soffrmarsi tutto quel giorno , che il . d vt>gnentc rimanderebbelo al suo generle. Chiamato pertanto Uria dal Re a cena, e innoltrato:.i in bere fino a restarne uhbriaco 1 al che fare il Re invitavalo appostamente con brindisi, niente per di meno dorm di nuovo dinanzi alla porta del Re 1 senza p tinto venirgli in pensiero la moglie. Della qual cosa sdegnato il Re fortemente scrisse a Gioahbo ordinandogli di punire Uria, perch dichiarava di esserne offeso ; e suggcrivagli la .maniera di gastigarlo, ond'egli non ne apparisse l'autore. Gl'impose adun'lue di mettedo io parte 1 dove pi malagevole fosse il combattere ; indi solo il lasciasse , dove il pericolo era pi grande : aggiunse voler egli 1 che tutti i compagni di lui all'attaccar della mischia si 1itirassero. Scritta la lettera 1 e risegnata col suo sigillo la diede ad Uria, petch la recasse a Gioahbo. 1\icevuto Gioabho lo scritto , e letti i voleri del Re , in quel luogo appunto dove gli parve , che gl' inimici darebbongli assai che fare , vi pose Uria dandogli per compagni alcuni de'pi bravi soldati. Egli poi verr loro con tutta l' aJmata in soccorso, quando abbattuta qualche parte di muro possano per la breccia entrare in citt. Egli intaQto pcl coraggioso soldato che , e per la fama di gran valore che gode s presso al Re , come prbsso i suoi nazionali : non

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DBLL. Al'fTICIIIT.l~ GIVDAICIIB

che se ne dolga, gioisca anzi a fronte de' grandi stenti. Accettata da Uria con gran cuo1e l' impresa , Gioahbo di commissione segreta a' compagni di lui di abbandonarlo , ~uando vedessero gl' inimici venirgli addosso. Appressati adunque gli Ebrei alle mwa , temettero gli Ammoniti, non fotse i nemici da quella parte , ove trova:vasi per ventura di posto Uria , fossero per iscalarle , e per messi nella prima fila i pi valorosi tra loro , e aperta la p01ta , fecero impetuosissima e improvvisa sortita. Non cos tosto gli ebbero visti i compagni d' Uria, che bel bello arrettaronsi, come n' avevan otdine gi da Gioabho. Ma Uria vergognandosi di fuggire e d' abbandonare il sno posto si tenne saldo all' urto nimico , e op ponendo al l01o impeto la sua persona ne mette a morte parecchi; finch attorniato e preso in mezzo vi cadde morto. Con esso lui alcuni albi mori1ono de' suoi compagni, IV. Seguite in tal modo coteste cose , Gioabho sred al Re messaggieri con ordine di riferirgli, come per troppa voglia di presto aver la citt nelle mani fattosi sotto alle mura e mortivi molti fu astretto di dare indie~o : a queste novelle , se mai vedessero perci adirato il Re , aggiungano ancora la morte d' Uria. Sentendo adunque il Re assai male queste novelle , diceva aver essi commesso errore nel farsi sotto alla mura, poich l'unico mezzo di prendere quella citt era lavorare d' ingegno e di macchine ; che un buo:ri esempio ne avevano in Ahimelecco figliuolo di Gedeone , il quale. volendo pigliar pe.r

1.1'8. VII. CAP. TU.

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ssalto la tmTe di Tehes , fetito con una pietra per mano d' una vecchiuccia morl 1 e con tutto il valol'osissimo .uomo , ch' egli era , per la pi disgraziata insidia che fosse mai fin vergognosamente la vita ; al qual fatto chi .pensa , non deve accostarsi alle mura nimiche; che ottima cosa ella l'aver sempre a mente , quanto di bene o di male fn operato da chi si trov . a' medesimi rischi , onde l' una pa,rte imitarne , fuggirne l' altra. Ma poich in cosifftta .disposizion d'animo il. messaggiero scoprgli la morte d' Uria , animorz .t08to l' ira ; e di commissione di dire a Gioabho, ch'a umano accidente recar dovevasi l' avvenuto, e che di tal indole sono le cose di guerra; onde accade, che colla felice V1!:ntura rimane talora il nimico , talor l' altra parte. Per l' avvenire poi di maniera provvegga all'assedio, che. i suoi non solo non hbiano a inconbarvi pi inciampi , ma ridotta all'estremo, e battuta con fortificazioni e con mac.chine la citt, lei spiantino da' fondamenti, e ne uccidano tutti gli abitatori. Con questi ordini adunque affrettavasi il messaggiero verso Gioahho. V. Ma la moglie d' Uria Betsahea , udita la mol'te di suo marito, lo pianse pet molti giorni. Cessato il dolore e le lagrime per. Uria, .il Re tostamente la fece sua moglie ; e gli nasce di lei . un figliuolo maschio. Queste nozze non videle Iddio di buon occhio ; anzi cotTucciatosi con Davidde apparve al profeta Natan in sogno, e gliene fece gravi doglianze. Or Natano., ch'era prudente ed accorto, avvisando che i Re, quando sono in collera,. pit a questa han
FL..tJ'ItJ ,

tomo II.

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DELLZ ANTICHirA' GltJDAJCHE

t'guB.ldo, che al giusto, pens di dovergli dissimulare le divine minacce. Quindi tenne con lui. una via di parlare assai dolce , e la maniera d' insinuarglisi 7 onde ancora ritrarne i suoi sentimenti , fu questa. Abitavano, disse, in una medesima citt due uomini 7 uno d' essi era ricco , ed avea molte mandre di pecore, di giumilnti, e di buoi, l'altro povero non avea, che un'agnella. Questa egli se l'allenva insiem coi figliuoli partendo con lei il suo cibo, e amandola in quella guisa , ch' altri farebbe una figlia. Ora il ricco , capitatogli nn forestielo , per imbaadire la mensa all' amico , non volle scannare neasuna delle sue bestie ; ma in lor luogo mandato per l' agnella del po~ro ~iela rap, e prepru-ata bene e condita la diede mangiare all' oapite. Questo racconto penetr forte nell' animo del Re , il quale dichiar in facci di Natan ribaldo quell'uomo che ardissi di far tal misfatto , e meritevole primieramente di fargli sborsare il quadruplo di quel,, che valeva l' agnella, poi d'esser punito con morte. A questo passo Natano, rottagli la' parola, soggitmse lui essere appunto quell' uomo , che per sentenza di lui medesimo meritava ~sti gastighi , essendo egli il reo del grande e orrendo attentato. E qui gli scoperse e .pose dinanzi agli occhi l' ira {)i Dio, il quale tuttoch lo hlk fatto ;re degli Ebrei e Signore di tutte le circonvicine nazioni, che son ~olte e grandi , e prima Jo ba rapito di mano a Saule , e gli ha date ancor mogli .giuste e legittime , pure si vede da lui. negletto ed offeso di tanto, che ha fa'lto nozze coll'altrui donpa,

LIB. VII. C.A.P. VII.

e n'ha ucciso il marito , gettandolo in man del .nimico. Ma pagherannelo bene Iddio, e uno cile' suoi figliuoli a forza oltragger le sue donne ; e di pi gli tender insidie alla vita: e il peccato da lui commesso nascosamente, pubblico avr il gastigo. Intanto, aggiunse, ti morr senz' indugio il fanciullo , che avesti da lei. Agitato a questo parlare il Re, e confuso assaissimo, mentre con lagrime e pentimento si riconosce e confessa colpevole ( che veramente era pio , n per tutto il corso deJla sua vita non avea mai commesso altto fallo , che l' appartenente alla donna d' Uria) , Dio ne fu mosso a piet , e lo ritorna in sua grazia assicurandolo , che gli conser.ver vita e regno; p~ich vedutol dolente dei passati trascorsi non era pi disgustato con lui. Natano adunque , predette al Re queste cose , toruossene a casa. VI. Intanto al figliuolo , che nacque a Davidde dalla mo~lie d' Ur.ia, manda Iddio una gravissima 1Dfermit ; dell~ qual cosa dolente il Re oltremodo , per sette intieri giorni , bench importunato da' cortigiani , non prese cibo ; e mcssasi in dosso una veste negra ed un sacco si pose a giacere in terra pregando Iddio per la guarigion del bambino ; conciossiach ne amasse teneramente .la madte. Ora -essendo nel settimo giotno morto il fanciullo , non s'attentavano i servi di darne al Re la novella , temendo, non forse 11apendolo gettasse ogni pensiero di cibo e d'ogn'altra 'cura di sua persona, addolorato JO'tetchiamente per l~ perduto igliuolo, quando per

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DELLE Al'iTICHITA' GIUDAICHE

doglia d'averlo infermo cos maltrattava se stesso. Ma avendo il Re dallo scompiglio dei Sel'V , e da quelJo che suole comunemente succedere in chi vuoi tenere segreto alcun flttto , compreso eh' era morto il figliuolo , chiam uno de' suoi cortigiani , e risaputone il ve-o si rizza in piedi ; e lavatosi , e presa una candida veste entra nel Tabernacolo di Dio ; e dato ordine , che gli si prepari da cena , fece dell'impensato procedere stupir grandemente i congiunti e la corte , poich non avendo mai fatto niente di questo nell'infermit del figliuolo, ora appena spirato faceva tutto; e pregatol prima che permettesse loro di domandargli il perch di tal cosa , spignevanlo a palesarglielo : egli alJora , " h i mal avveduti , che " siete voi mai , rispose ! . Perciocch disse , quanclo " ancor<:; viveva il fanciullo siccome ragionevolmente " speravane la guarigione , cos faceva ogni cosa , " pensando , che Dio si sarebbe piegato a suo pro ; " ma quando egli morto, non v' bisogno d'inutil " pianto " A questa ragione tutti lodarono il savio pensare del Re. Egli poscia tornato con Betsabea geneJ; e il ~gliuol maschio , ch'indi gli nacque per ordine del profeta Natano , fu nominato da lui Salomone. VII. Intanto GioalJbo mettca coll' assedio in grandi angustie gli Ammoniti , tagliando loro i canali del.J l'acque , e chiudendo ogni via a' soccorsi , talch penavano assai per difetto di viveri, e d' acqua; che da un picciolo pozzo attignevano , e assai. men del bisogno, pcrch no111 venisse ~no l'acqua del tutto.

LIB, VII. CAP. VII.

Scri"e egli pertanto al Re discoprendogli queste cose, e sollecitandolo a venire in persona alla presa della citt , onde se ne attribuisse a lui la vittoria .. Letta il Re quest~ lettera di Gioabbo e lodatane la Lenivogliem:a e la fede, con seco tutte le forze venne alla presa di Rabbat; e avutala per forza consent a' solilati di metterla a sacco. Egli poi riserva per se Ja corona Jel re Amnwu.ita, che pesava un talento d'oro; ed aveva nel mezzo un sardonico di rarissima qualit; e d'indi innanzi Davidde portolla in capo. Molte altre spoglie nobili e di gran pregio trovaronsi nella citt. Agli abitatori poi dopo varj vituperosi tormenti diede la morte; per egual modo tratt tuttel' altre citt ammonite , cui prese di forza. VIII. Tornato che fu il Re in Gerusalemme, grave disavventura intervenne in sua casa per tal motivo. Egli aveva una figlia , vergine ancora , ma di s a\vcnenti fattezze, che oltrepassava, quante vivevano allora bellissime donne : il suo nome era Tamar , nata della medesima madre onde nacque Assaloune._ Di questa invaghito il maggiore tra i figli di Davidde Amnone , perciocch tra per esser ella vergine , e per la cura, ond' era guardata, conseguir non poteva l'intento , stavane assai malinconico ; e per Io man giru.lo, che facea vivo il dolore , ogni d pi dimagrava , e veniva cangiandosi nella cera. Questa pas sione fu discoperta da un certo Gionadah suo parente ed amico, uomo quant'altri mai scaltro e di finissimo intendimento. Veggendo egli adunque , che Amnone di gim'llo in giorno andava pi stenua.ndo , fattoglisi

DELLE ANTICHIT.l' GIUDAICHE

appresso richieselo del pere h : immaginarsi ben egli , aggiunse, che cos lo battasse qualche passione violenta. Amnone allora confess schiettamente l'amore, onde ardeva, per chi eragli dalla banda del pad1e sorella , ed esso gli sugger la maniera e l' arte di giugnere al reo suo intento. S' infinga indisposto ; e quando venga a vededo il padre , preghilo di mandare a lui la sorella , pe1ch lo assista ; ch per tal modo si sentir meglio , e in b1eve fia libero dal suo male. Per esegui1e il proposto partito , gettatosi Amnone in letto infngvasi giusta il consiglio di Gionadab ammalato. V cnuto il padre e interrogatolo come stava, e' si fooe a pregarlo , che gli volesse mandar la sorella ; ed egli ordin di presente , che fosse condotta. Giuntagli innanzi le impose di prepalargli ella stessa del pane fritto in padella ; perch dalle sue mani ne mangcrehhe pi volentieri. Ella adunque ~ Ycggente il fratello , impast la fa1ina , e formatene tortel1ine , e frittcle gliele rec. Amnone non fece ne punto assaggio; ma comand a' suoi servi, che licenziassero quanti trovavansi . alla potta della sua can\era ; perciocch volea ripo~are fuor dello strepito e del romore. Eseguiti i suoi ordini , disse alla sorella , che gli recasse il mangiare denbo la stanza ; il compiacque la giovine , ed egli ghermitala tent di condurla al suo intento. Allor la donzella gridando disse ; deh non mi volere opprimere , ri commettere l' empiet , o fratello , di basgredire le leggi con una maccliia s vergognosa al tuo nome : dh frena un s in.giusto e sconvenevole desrderio,

LIB. VII. C.i.P. VII.

donde verr alla nosba casa ignominia e vergogna ; indi gli suggeriva , che ne parlasse al padre , e ne avrebbe sicuramente licenza; cos diceva per declinare almeno al presente l' empit-o della sua sfrenatezsa ; ma non si muove l'indegno, che divampava d'amore, anzi punto dalla passione fino a farneticare, -.iolente mente la vince. Appena fu paga la :rea sua voglia , che tostamente in Amnone sottentr l' odio , sicch con un rovescio d' ingiurie ordinolle , che se gli togliesse dinanzi e partisse. Or essa lagnandosi , che ben peggiore sarebbe perci ancora l' affronto , se dopo l'onta fattale non che consentirle di soffermarsi col fino a notte , volesse tosto cacciarla nel pi vivo del giorno e del lume , perch trovasse ancor testimoni del suo rossore , egli impose a un suo servo , che la. mandasse longi di l. Ella pertanto compresa da ferocissima doglia per la violenza ed ingiuria, che riceve vane, stracciossi la toga (concios .siach le vergini anticamente portassero toghe con maniche stendentisi fino al tallone per non essere punto vedute ) , e sparsosi il capo di cenere andavz gridando per la citt, e dolendosi dell' affronto a lei fatto. In questo avvenutosi a lei il fratello Assalonne richiesela ' per qual nuovo accidente avvenutole an dasse in quel portan:'ento. Ella palesagli tutto jl fatto; e Assalonne la conforla a quietarsi e a portarsela in pace : n credasi offesa per onta fattale da un fl'lltello. Piegata a questo dire la giovine si riman dalle grida e dal pubblicare pi oltre .quella violeW:a ; e riLirasi press~ il fratello Aasalonue, ove lungo tempo

.ELLE ANTICHITA' GIUDAICHI:;

<limor solitaria. Saputa il padre tal cosa , quanto dall'una banda esecrava l'azione, tanto dall'altra pel gramle amor , che portava ad Amnone , perch suo primogenito , condur non sapevasi a dargli noja. Ma intanto Assalonne odiavalo implacabilmente : e stava in suo cuore aspettamlo l'opportunit di punirlo del suo peccato. E gi dali' oltraggio fatto da Amnone alla suora era scorso l' anno secondo , quando Assalonne dovendo partit per Baalasm citt della trib d' Efraimo per farvi tosar le sue greggi, invit il padre e i fratelli a mangiare presso di se. Ma ricusando quegli di compiacerlo, perch gli sarebbe forse di troppo aggravio, pregollo che vi mandasse almeno i fratelli. Ottenutolo di commissione a' suoi servi , che quando vedessero immerso nel vino e fuor di cervello AlDDone , a un suo cenno il finissero senza riguardo.

cAp l T oL o

VIII.

Come levatasi contm Davidde la famiglia. a tumulto ,.


suo .figlio cacciollo dal regno.
I. Mentre adunque eseguirono i suoi voleri, grande fu Io scompiglio e il letTore degli altri fratelli ; i quali per timor di se stessi montati a cflvallo inviaronsi a briglia sciolta verso del padte. Intanto v' ebbe un tale , che corso innanzi rec la novelJa a Da-vidde , che tutti quanti i suoi figli avea trucidati Allsalonne. Ed egli come se veramente perduti avesse

LIB. VJJ. CAP. VIli.

217

in un (~olpo tanti figliuoli' e cib per iniquit d'un fmtello (che assai pi gli coceva il ved~rgli uccisi da lui) trasportato dall'impeto della doglia non cur di crucarne il motivo : n aspett. di sapere pi olbe , come per altro esigeva . una nuova s trista e per la sua stravaganza incredibile ; ma stracciatesi indosso le vesti , e gittatosi in terra giaceva in tal atto piagnendo tutti i suoi figli e i c1edut gi morti, e il loro uccisore. Qui Gionadab figliuol di Semmaa suo fratello esortavalo a porre modo a tanto dolore, e a non credere che sien tutti morti ; ch'egli non ne poteva trovar la ragione. Faccia piuttosto ricerche di Amnone; ch'egli par verisimile, che Assalonne per l' onta fatta a Tamar abbia osato levarlo di vita. In questo un calpestio di cavalli e uno strepito, come di gente afftettantesi verso loro, rivolsegli a se. Eran questi i figliuoli del Re gi sotb:attisi colla fuga al cominciato banchetto. Esce a scontrarli ehe ancor piagnevano il padre addolorato e veggente fuor di ogni speranza coloro stessi, che aveva poc'anzi udito esser morti. E qui da ogni parte gemiti e pianti : agli nni dolea dell' estinto fratello , all' albo del trucidato figliuolo. II. Intanto Assalonne fuggendo ala volta di Gessu1 1-icovera presso l'avo materno, Signore di quel paese, e quivi soggiorna tre anni intieri ; dopo i quali Davidde si consigli di mandare per Assalonne con intendimento non gi di punirlo , ma di tenerlo presso .di se ; che gi il caldo dell' ira col tempo era am~on;ato. Iu questa deliberazione lo fece enbar piit

~.u8

DJ!:LLE Al'fTICBlTA' GlVDilCBE .

d: ogn' altto Gioahbo suo genetale ; perciocch fu egli , che spinse una donna d' et gi matura a venirgli dinanzi in portamento di gran dolore; ~ qui vi 11arrargli , come trovandosi alla campagna i suoi figli ai- riscaldarono di parole , e ostinatisi nella contesa , siccome non comparve persona, che la dispartisse, l'uno ferito dall' altro mor : chiedeva pertanto , che poich i congiunti andavano in traccia dell' uccisore , e volevanlo morto, e' volesse graziosamente salvare il figlio , e non sotbarle quell' unico appoggio , ch' i.:._di sperava alla sua vecchiezza: le far questa grazia 1 -quando distolga dal reo disegno , chi tenta d' ucciderle il figli~ ; ed. essi certo per cosa del mondo non si ritrarranno dal preso impegno salvo che per timore di lui. OJ,'a avendo il Re esaudite le suppliche della donna, essa novellamente soggiunse: " io veramente ,, mi professo tenuta alla tua bont, che s' mossa , a compassione della cadente et mia , e del ve" de1mi pressoch senza figli ; ma se desideri , eh~ " io sia certa di tua clemenza , de'h ritorna prima .., nella tua gt-azia il tuo stesso figliuolo , e deponi " ornai quello sdegno , che nutri contro di lui. E " come potr persuadermi io mai ch.e tu veramente , concedi a me questa grazia, quando per la cagione , medesima tu conservi nimist anche al d d' oggi ., col figlio tuo? N adopr.erebbe da savio uomo e . , prudente colui , che volesse a un uc~iso contro " sua voglia aggiugnerne un altro spontaneamente ~. Accortosi il Re , che il consiglio venia da Gioahbo .e ,dalla--premura, che in questo affare egli aveva, e

LJB. VII. CAP. VIII.

:ug

poich da11a vecchia , che intenog, ritrasse cos essere appunto , com' ei pensava , chiam Gioabho , e gli disse , che aveva ottenuto il suo intento: e ri conducesse pur Assalonne-; che pi non era sdegnato con lui ed avea gi deposto tutto il rancore e l'odio passato. Gioahbo , fatto un inchino profondo al Re, e del parlare di lui lietissimo vola subitamente in Gessur , e levato di l Assalonne con lui si rende in Ge1usalemme. 1\fa il Re udito che il figlio era ornai arrivato , mand sollecitamente chi gli denun.. ziasse in suo nome , di ~on comparirgli dinanzi; che l' animo suo non era ancor tale verso di lui , che tornato appena il potesse vedere ; ed egli, volendolo cos il padre , sfuggivane la presenza ; e servito dai suoi fa~igliari menava i suoi gior:pi lontano da lui. Ma n il dolore di tale assenza , n il non vedersi curato , come si conveniva a un figliuolo di Re , fece danno alla sua avvenenza; che anzi andava ogni d vantaggiando e ~rescendo in bellezza e statura , talch non cedeva a quanti nutrivansi nelle pi squisite delizie. Tanto poi folta sorgevgli in capo la zazzera , che otto giorni appena bastavano per (24) tosarla , e il tonduto giugueva al peso di sicli (25) dugento ; i quali equivalgono a cinque mine. In que'llto tenor di Vita stette due anni in Gerusalemme , ove padre divenne di be figli maschi , e d' una figliuola di straordinaria avvenenza , cui poscia men R.oboamo figlio di Salomone , onde nasce un figliuolo per nome Abia. III. Or As.salonne fatto a se venire Gioabbo iJ
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220

DELLE ANTICRITA1 GIUDAICHE

preg , che volesse del tutto acconciarlo col padre 1 e condur lui a consentirgli, che venuto alla sua presenza potesse vederlo e pada1gli. Gioabbo non cm tal preghiera ; ed egli spediti alcuni de' suoi fece mettere il fuoco nelle vicine di lui campagne. Gioabbo inteso ci ch' eragli i11tervenuto , fu da Assalonne, e a lui se ne dolse, e iuterrogonnelo del perch. Ed egli , quest' arte , disse , ho inventata per ttarti pure a me ; che pptendolo non hai condisceso alle inchieste , ch'io gi ti feci , di riconciliarmi col paclre. Deh te ne prego, menb~e qui se' in persm~a, ritornami in grazia del genitore ; che se dura pi a lungo l' ira del padre verso di me , peggior d' ogni esiglio mi pare l' essere ripatriato. Persuaso Gioabbo e mosso a piet del penoso suo stato n' enh mediatore appo il Re , e parlatogli del figliuolo cos bene il dispose a favore di lui , che chiamollo a se tostamente. Venutogli innanzi gli si gett a' piedi , e mentre gli chiede merc de' commessi errori , egli il rizza , e promettegli st passato una totale dimenticanza. IV. Assalonne , dopo ottenuto cos felicemente quanto voleva dal padre , in assai breve tempo si fc' sigoore di molti cavalli , e di cocchi molti. Teneva in difesa di sua persona cinquanta guardie. Ogni d per tempissimo si trovava alla cOlte ; e con chi ci veniva per suoi litigi , e ne rimaneva al di . sotto , adoprando parole da andargli a genio con dhe , che oltre al non avere suo padre buoni consiglieri, fors'egli .Il tesso nel dar sentenza ha commessQ

LJD. VJI, CAP. VIli.

22f

ingiustizia , si cattivava la benevolenza di tutti ; e aggiugneva , che s' egli si fosse ttovato in quel p o sto , gli avrebbe ben egli fatto abbondevolniente ragione. Tirato con tal maniera il popolo dalla sua , come a lui parve , che fermo abbastanza era il popolo nella benevolema verso di se , ( e gi dalla riconciliazione seguita tra lui ed il padre erano corsi quattr' anni ) s gli viene innanzi e lo prega, che gli consenta d'andare in Ebron per quivi afferire a Dio . sacriizio; al che nel suo esiglio s'era obbligato con voto. Esauditene le domande , si mette in viaggio, e tennegli dietro gran seguito, poicht: avevane innanzi mandato in molte parti l' avviso. Ebbe seco eziandio il consigliera di D~vidde Achitofello di Gilo , e du.. gento altri della stessa Gerusalemme, non perch ne sapessero l' intenzioni , ma perch invitati credevansi a un sacrifizio. Egli poi seppe in guisa aggirare i lor animi , che a una ,ace tutti dichiaranlo Re. V .. Come a Davidde narrate furono queste cose, e gli venne udito l'inaspettato procedere (Tel figliuolo , temendone a un tempo l' empiet e l' atdire , e maravigliando, che non solo Iiem avesse pi a mente il perdono concessogli de' suoi trascorsi , tna rivolgesse l' animo a molto peggiori e pi esccramli attentati, quanto sono primieramente usurpare un regno a se dato da Dio , poscia levare di vita il padre , deliber di fuggire di l dal Giordano; e tra' suoi a roii chiamati a se i pi aconci al bisogno , comunic loro la disperata risoluzione del figliuolo ; indi rimettendo ogni sua cosa al giudizio di Dio , e la-

222

DELLE ANTICBITA.' GIUDAICHB

sciate alla guardia della reggia le dieci sue concubine uscl di Gerusalemme seguiti da molti del popolo , che di buon grado gli si dier per compagni , ma in particolare da que' secento soldati , che accompagna~ ronlo gi nella sua fuga; quando viveva Saule. Abia~ tarre poi e Sadoo gtan Sacerdoti tutti i Leviti , che volevan venirgii dietro , gl' indusse a restare coll' Arca ; che Dio ancor senza quella avrebbelo liberato. lnolbe commise , che lo tenessero s~greta~ mente avvi~ato di quanto andra succedendo; ed ebbe fedeli ministri in tutti gli affari Achimaas figliuol di Sadoc , e Gionata d' Abiatarre. Volle coner la sorte medesima di Davidde , Etai Geteo, e per fece forza al volere di lui; conciossiach Davidde lo persuadeva a fermarsi ; e con questo pi chiare prove gli diede della sua lealt. VI. Ora, mentre saliva il poggio dell'Uliveto scalzo ne'piedi e dalle lagi"me accompagnato di quanti eran con lui , ecco un messo , che gli d nuova , anche Achitofelfo trovarsi con Assalonne , e tenere da lui. Questa novella gli accrebbe a pi doppi il dolore , e si 1ivolse a pregar Dio , che alienasse l' animo di Assalonne da Achitofello , poich temeva, non forse per l' accorto uomo ch' egli era , e acutissimo a comprendere quanto in ogni affiue ci aveva di vantaggioso , consigliandolo siniatramente il facesse en trare ne' suoi pensieri. Giunto sulla cima del poggio si abbass a mirar la citt , c con ditottissime lagrime , quasi fosse spogliato del regno, porse preghiere Il Dio. Qui vi si. avvenne in lui un prode uomo e

Llll, VII. CAP. VIli.

nomato Cu&ai. Daviddc vedutolo colla veste stracciata in dosso c col capo sparso di cenere e in atto di piagnere qu~l cangiamento , prese a consolarlo e pregavalo che ponesse freno al dolore. Finalmente lo supplic , che unitosi eon Assalonne , come uno de' suoi partigiani , ne discoprisse le pi segtete intenzioni, e si opponesse ai consigli Ji Achitofello; che non gli appo1'terebbe tanto vantaggio il venir egli seco , quant~ lo star con quello. Egli adu~qull mosso daHe .parole di Davidde , si divise da lui , e venne in Gerusalemme ; dove indi a poco capit Assalonne eziandio. Passato innanzi Davidde scontr Siba servo di Mifibosetto , he avea deputto egli stesso alla cura ~i que' poderi , che gi fur donati da lui al figli nolo . di Gionata , con un pajo d' asini caricati del bisognevole pet mangiare, donde il preg che pigliasse , quanto a lui e a' compagni suoi ocCOlTeVa. Alla domanda poi , che gli fecero dove ha lasciato Mifibosetto , rispose , che in Ge~usalemme coll' espetta~ione d' essere in quell' univeJ'salc -'Ollcvamen:to c1eato Re , merc la memoria , . che ancor si aveva de' benefizj ricevuti gi da Saule. Sdegnato perci Davidde, a Siba fa donazione di quanto avea prima concesso a Mifibosetto , avisando essere questi beni collocati assai meglio in Siba , che non in lui ; del che Siba fu lieto oltremodo. VII. Pervenuto Davidde a Baurim luogo cos\ no.; minato gli si fa incontro un congiunto di Saule chiamato Semei figliuol di Gera , il qual Jo accoglieva coi saui e dicevagli villania ; ed essendoglisi gli

I~a]c

DELL"t AlfTtC11ITA.' t'fi'Ol)AIC'HE

amici mess1 d'intorno per coprirne eon se medes.i.rni la persona , tanto pi proseguiva le sue maledizioni_. chiamandolo micidiale ed autore di mille iniquit. Laoode intimgli ,. come a persona esecrabile e maledetta , di sgombrar tostamcnte il paese , e protestava di saper grado a Dio , che l' avesse spogliato del regno , e per mano del proprio figlio g1i avesse fatta tornare in capo quelll ingit1stizia , onde tratt gi il suo Signore. A questo parlare accesi tutti di grande sdegno e pi degli altri Abisai , che voleva levarsi dinanzi Semei , Davidde ne ammorz il caldo " onde, disse, ai mali presenti non diam nuova , spinta per farli maggiori ; che la rabbia di questo " cane non mi d n rossor, n petisiero. Io mi so t , tometto a quel Dio , da cui riconosco il pazzo in" fiuriare , che fa costui contro a me; n pi ma" raviglia, che s mi tratti costui, dappoich m' " toccato provare in un figlio tanta empiet. l\1a ci " sar , spero, in Dio compassione per noi; e quan" do a lui piaccia' uionfetem de' nemici " Quindi proseguiva il cammino senza curarsi punto di Semei, che gli correa dietro dall' altta parte del monte , e proverbiavalo mordacemente. Trovatosi finalmente al Giordano , qui vi restassi per dar riposo a' suoi, che dal lungo camminare eran lassi. VIII. Quando Assaloone ed Achitofel suo consigliere arrivati furono in Gerusalemme , insieme con tutto il popolo si present loro eziandio l' amico di Davidde ; e inchinatosi ad Assalonne s pteg.J a lui regno eterno, e a se di potel'lo sempre sel'Vire. Inter-

LJB. VI. CA.P. VIli.

225

l'Ogato poscia da lui, onde mai , ch'egli stato sempre, e in que' tempi singolarmente amico del padre suo, a cui s'era in ogni inconbo mostrato fede]~ , ora non che si rit1ovi con quello, anzi abbialo abban!lonato , e si sia rivolto a seguit le sue parti, da uomo accorto e prudente risponde, ch' ei dee seguir Dio , e tutto il popolo. " .Favorendo essi a" dunque la tua persona , o Signore , egli ben " ragionevole , ch'io pur ti segua ; perciocch. dalle " mani di Dio tu hai ricevuto lo scettro..Pertanto io " ti sar cos fido amico , purch tal tu mi creda , , come abbastanza ti noto , ch'io il fui a tuo " padre. N mi sembran gli affa1i presenti degni , ". eh' altri ne pianga; perciocch il regno non pas" sato in diversa famiglia , ma in quella di prima , rimasto , cio nel figlio " Cos dicendo lo persuase ; poieh dapprincipio gli era sospetto. Quindi Assalonne chiamato Achitofel , da lui prese consiglio , che far dovesse. Egli esortollo a oltraggiare primieramente le concubine del padre, ch'indi, diceva , assicurato il popolo si persuaderebbe , la sua nimicizia con lui essere irreconciliabile , e per moverebbe con molta prontezza contro suo padre ; imperciocch fino ad ora tutti han temuto di dichiararglisi apertame~te nimici, per l' espeftazione in cui furono mai sempre, di rivederli pacificati. Accettato il consiglio , comanda a' suoi servi , elle nella reggia gl' innalzino .:un padiglione , veggente il popolo , . e quivi entro fa onta alle concubine del padre. Queste cose intervennero giusta il .predicimento, che fece
FL.AP'IO,
tOIJJO

11.

DELLE AllfTJCRIT A.' GJUD11CBI!!

Natan a Davidde, allorch prenunzigli la ribellione futura d' un figlio.

p l T

o L o IX.

Assalonne venuto a campo contro Davidde suo padre, perisce insiem coll' esereito.
l. Recato Assalonne ad effetto , quanto gli avea suggerito Achitofello , per la seconda volta richieselo di consiglio riguardo alla guerra da farsi contro del padre. Achitofel dunque domanda , che diagli diecimila scelti sold~ti , e gli obbliga la sua fede , che gli dar morto il padre , e t;icondurr salvi , quanti sono con lui ; cqe in tal guisa , soggiunse , 'lllando pi non viva Davidde , sar sicura la sua coro na. Piaciutogli questo consiglio chiama a se Cusai caporione degli amici di Davidde ; eh' egli cos il nominava; ed espostogli il pa1ere d' Achitofello l'in' terroga , che ne pare anche a lui. Or egli ben comprendendo , che se si eseguisse il consiglio d' Achitofello , Davidde correrebbe rischio di rimaner preso e morto , studiavasi d' insinuargli il contrario. " Im... ., perciocch ti ben noto , disse , o Re , il valore .. cos del padre come de' suoi , e che guerreggi molte guerre , e da tutte part vincitore de' suoi " nimici. dunque probabile, ch'egli presentemente " si tenga chiuso nel campo , ( poich nell' arti d'un " capitano non ha chi 'l pareggi , e nel ritrovare " partiti d' ing;mnevohnente sorprendere gli assalitori

LJ:t. VII. CAP. IX.

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nimici 1noi } , ma egli sul far della sera lasciato nel campo il suo esercito si appiatter in qualche valle , o si metter dietro a qualche montagna in agguato. Attaccata poi ch'abbiano i nostri la zuffa, la ~ua gente dar un poco addietro; ma lual~ mente per la vicinau~a del Re fatto cuore torneranno in battaglia ; e mentre questi combattono , fattosi d' improvviso vedere tuo padre , a' suoi accrescer l' ardir nei pericoli , e nel tuo campo get~ ter smarrimento. Ammetti pertanto nella tua mente anche il mio consilio ; e quando questo a te paja " il migliore , lascia da banda il parere d' Achito" fello. Spedisci adunque tuoi ambasciadori per tutto ~> le terre ebree ; e intima loro una leva generale , contro del padre ; e raunate tutte le forze sii tu ~o il reggitor della guena , n non ne affidar la con, dotta ad altrui. Fatto ci sta\ sicuro di dover viu , cerio di leggieri , quando tu il colga in aperti! " campagna difeso da poca gente, avendone tu molte migliaja desiderose di darti un saggio della loro , divozione e prontezza. Che se tuo padre ami me ., glio d' essere chiuso d'assedio , con edifizj e con " fosse sotterranee ne schiallterem la citt " Questo ,. parlar di Cusai piacque pi che non quello d' Achitofel ; perciocch Assalonne all' avviso di questo antepose quello dell' altro. Ma era Dio , che alla mente di lui facea comparire miglior il parere di Cusai; Corso questi pertanto in fretta ai sommi Pontefici Sadoc ed Abiatarte , dopo aver loro esposto il consilliQ d' Achitofel , e il suo, ed agsiunto , che

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!IELLE Al!ITJCHITA' GlVDAJCH'B

suggerito da lui parve pi a proposito per r esecuzione , ordin , che tantosto pet messo si dichiarasse a Davidde e si facesse palese la riuscita di que' consigli ; e oltre a questo si stimolasse a passare suhitamente il Gi01dano , onde mai non seguisse , che il figlio pentitone enbasse in pensiero di dargli dietro , e innanzi che fosse egli in sicuro, gli metLsse le mani addosso. Ora i sommi Pontefici appostatamente tetievano i loro figli nasosi fuor di citt, aftnch riferissero , quanto andava seguendo , a Da'Vidde. Per mezzo adunque d' una fantesca di lealt ben provata , che lor doveva notificare il partito preso per Assalonne , coupnettono loro , che faccian note sollecitamente a Davidde tai cose. Essi adunque non intramisero alcun indugio ; ma intesi gli ordini dei lor genitori se ne fan portatori fedeli ad un tempo e pii , e avvisando , , che il meglio del loro servtgJO nella celerit consisteva e nell' esattezza , si davano grande fretta per abboccarsi con Davidde. Appena eran lungi dalla citt due .stadj , ed ecco petsone a cavallo correre velocement , e fatne avvertito Assalonne; il qual in istante sped loro dietro per arrestarli; del che avendo i figliuoli de' sommi Pontefici sospettato , toltisi gi dalla strada piegarono a un certo villaggio de' Gerosolimitani non lungi dalla via battuta , e si chiamava Baurim. Quivi pregarono una donna , che li volesse nascondere in luogo, ove fosser sicuri. Ella pertanto coli ati i garzoni nel pono , e copertane con involti di lana la bocca , quando fur sopraggilllti quelli, che gl'inseguivano, e le do-

LIB. 'VII. CAP. IX.

DJ.andarono , se gli aveva veduti , rispose che no 7 percioch dopo breve dimora ave.- ripigliato il lor viaggio; che s'eglino. senzaperdet tempo n'andranno in traccia , sicuramente li piglieranno. Quelli perci dopo un lungo ma inutil cammino non rinvenutili dier volta indietro. La donna intanto poich fu certa del loro ritorno, e del niun pericolo , in che gi si t:lovavan que' giovani d' esser pesi , trattili da quel luogo li confort a proseguir l'intrapreso canunino. Essi adunque usando della possibile celerit giunsero fnalmente a Davidde ; a cui minutamente scoprirono , quauto avea divisato Assalonnc di fare : onde egli intim a' suoi , di passare in quello stante , che era gi notte , il Giordano , n perci frapponessero indugio. II. Frattanto Achitofel , veggendo i suoi consigli disapprovati , mont sul giumento , e 'andossene in Gilo sua patria. Quivi adunati quanti ci erano suoi congiunti , venne loto sponcndo i consigli i "he ad Assalonne avea dati ; e poich non udito, in breve n' andr a certa motte ; giacch diceva , dover Davidde restar vincitore e tornar nel suo regno. Meglio esser dunque levarsi , come a libero e forte uom si conviene , da questa vita, che non riservarsi agli strazj , che ne farebbe Davidde per l' opera da lui sempre in ogni incontro prestata al suo figlio Assalonne. Dopo tai detti passato nel pi riposto della sua casa s'appicc per la gola. Cos Achitofello di per se co~dannatosi a tal supplizio fini di vivere., e i suoi parenti levatogli il laccio di gola ;li diedero 1epol t!-ua.

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DELLI: .lKTl(:lTA.' CNI)i'UCIIZ

III. Ora Davidde, passato il Giordano , eome abhiam detto , perviene ad Allo~giamento (~6) citt molto bella e forte ; quindi con grandi mostre di gentilezza concorrono a dargli ricetto tutti i principali uomini del paese tra pel rossore , che loro dava il vederlo cos fuggitivo , e per la gratitudine , che gli professavano de' ricevuti favol'i. Enno questi BerzelJai Galaadite , e Sohi Signore dell'Ammonitide , e Machir il pi ragguardevole della Galaadite. Questi adunque offelirono a lui e a' compagni in gran copia il l>isognevole , sicch non mancavangli , n letti soffici , n pan , n vino ; anzi gli somministrarono .una dovizia di carni , e gli posero soprahhondantemente ci che a ristoro tornava ed a nodrime:q.to di gente stanca. Es!i adunque trovavansi in questo stato. Intanto Ass~lonne , fatta una grossa leva d'Ebrei contro al padr , c passato il Gio1dano , si pose a campo nella provincia de' Galaaditi non .lungi dall' Alloggiamento, fatto capitan generale di tutta l' oste Amasa, in luogo di Gioahbo , a lui stretto di parentela ; conciossiach Jetra gli era padre, e madre Ahigaille; questa poi e Saruja mawe di Gioahbo eran sorelle di Davidde. IV. Or poich al no vero , che de' suoi fe' Davidde, gli ebbe trovati montare forse a quattromila , non si credette di dover aspettare che uscisse Assalonne a combatterlo ; e aggiunti ai capitani che aveva , parecchi tribuni , e diviso in tre parti l'esercito , ne diede una al generale Gioahbo , l' altra ad Ahisai di lui fratello , e la terza affidolla ad Etai suo confi.

LJB, VII. CAP. lX.

dente ed amico , bench nativo di Gel Volendo poi egli coh esso loro trovarsi in persona a quella giornata i non gliel consentitono gli amici , valutisi a distornarlo d' una savissima riflessione ; conciossiach . se restavano vinti con lui , perderebbono ogni buona. speranza ; dove se vinta una parte delle loro truppe , col resto si ricogliessero presso di lui , questo saria il caso a rimettere in piede una truppa miglior della prima. . Inoltre il nimico probabilmente sospetterebbe , che fosse rimasto con lui altro esercito. Appro-vato il consiglio deliber di fermarsi in citt. :Nello spedire per che faceva gli amici e i capitani a combattere , raccomandava loto il coraggio , e la lealt ; e se avevano mai ricevuto da lui qualche bene , pregavagli allora di rico1darsene. Ma soprattutto con gran calore avvertilli, che in caso di vittoria guardassero bene di risparmiargli il figliuolo Assalonne , se non volea colla morte di lui , chi sarebhene il reo , tiratsi addosso qualche disavventura. Cos detto, e augurata lor la vittoria , .manda fuori l' esercito. Quivi mentre Gioabbo schierava la sua soldatesca in una vasta pianura rimpetto ai nemici , e difesa alle spalle da una foresta , Assalonne albesi di rinoontro distende la sua ; e attaccatasi la battaglia, si diedero grandi prove dall'una parte e dall' altra di gagliardia e bravura. Or mentre gli uni affl'ontavano tutti i pericoli , e adoperavan con ogni prodezza pe.r ritornare Davidde nel regno , e gli altri non si I'manevano n di fare n di soffrire, parte per non vederne spoglialo Assalonne , e per sottoposto al

DELLE ANTJCHJT&' GIVDAICHE

gas ti go , che. per la fellonia aspettar si doveva dal padre, ma i pi1 per non essere vinti dai pocL condotti da Gioabbo e da' generali compagni suoi ( pe~ ciocch saria questa per loro grande vergogna ) , e que' di DavitMe sforzavansi a tutto potere per riuscir vincitmi di tante migliaja, nacque gan zuffa: vincono que' di Davidde siccome pi forti , e nelle cose di g,netTa pit esperti. Gittatisi pertanto a fu~"Sire que' d' Assalonne per entro i boschi e gi per le valli ebbero que' di Davidde alle spalle , che in parte li facevan prigioni , e i pi uccidevano , talch ne perirono in maggior copia fuggendo che combattendo ; conciossiach in queJla giornata ne fosser morti da ventimila. Tutti per gli amici di Davidde si rivolsero . ad Assalonne , che ]or si .facea conoscere d' infa tutti per la sua avvenenza e statura. Egli adunque temendo , che i suoi nimici non lo pigliassero , salito sulla reale sua mula si diede a fuggire. Or mentre COI'I'eva a briglia sciolta' e l'agitazione e il movimento il rendevan leggiero in seJla , gli si avvilupp la zazzera intorno a un albero scheggioso, cl1e gli spaziosi suoi 1ami stendev~ assai largo , e vi rest stranamente impiccato. Intanto la bestia dall' empito , che la portava , come se avesse addosso il padrone , and oltre ; ed egli appeso ai rami col era fr.zato . di stare esposto alla merc dei nemici. V ednto questo accidente un soldato di Davidde ne di tosto parte a Gioahbo ; il quale. promessegli cinquanta sicli, se con un colpo di lancia uccideva Assalonne , neppure , se d,ar men volessi .duemila ,

LIB. VII. CAP. IX.

rispose , io non tratterei di tal guisa il figliuolo del mio Signore , molto pi avendo egli iu nostra presenza te supplicato di non toccarlo. Gioabho allora , ohbligatolo ad accennargli , ove gli etra avvenuto di vedere sospeso Assalonne , passatogli il cuore l' uccise. Indi quei , che 1ecavano l' arnii a Gioahho , attorniato r albero ' ne distaccano il morto; e gittatolo in una buca profpnda ed oscura lo cuopron: di sassi fino a restarne piena , e riceverne forma e mole C'Onveniente a sepolcro. Fatto questo Gioabho son a raccolta , e rattenne la gente sua dal pi oltre incalzare i nimici', volendo risparmiare i suoi na zionali. V. A v eva Assalonne nella valle reale imialzata una colonna di marmo l ungi due stadj da Gerusalmme , che appell Mano di Assalonne , dicendo che , eziandio se gli venisse meno la discendenza , rimarrebbe per il suo nome nella colonna. Percioc ch gli erano nati tre maschi , e una femmina di nome Tamar , come ahhiam detto pi sopra. Maritata poi questa al nipote di Davidde Roboamo , ne usc il successore del regno Ahia. Ma di tai cose ragioneremo pi abbasso in luogo meglio adattato alla storia.

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DELLE UITICUIT.l' GIVD.liCB&

CAPITOLO

x.

Davidde ritonw al suo regno e ci vive felicemente.


L Morto Assalonne , il popolo si dissip, e n' andarono tutti alle case loro. Achimaas figliuolo del sommo Pontefice Sadoc venuto innanzi a Gioahbo il preg , che volesse concedergli di recar egli stesso in persena a Davidde la nuova della vittoria, e di sporgli i prosperi eventi, a cui era giunto merc l'ajuto e la provvidenza di Dio. Ma Gioahbo noi consent adducendogli per ragione , che un uomo come lui stato sempre annunziatore di liete coso, or aVJ-ebbe dovuto manifestare a Davidde la morte del figlio; per saria meglio , che si restasse. Quindi chiamato a se Cusi, a lui ue commise l'impresa: e desse pur conto al Re suo Signore di quan.to sapeva. Ma Iinnovatagli .Achimaas la preghiera di enbare ancor egli nell' ambasciata ( che recherebbene sol la vittoria, e della morte d'Assalonne non farebbe pur motto) gliene permise l'andata; laonde appigliatosi alla via pi corta nota a lui solo, previene Cusi. Or mentre Davidde sedea ba le porte della citt, e aspettava, chi gli recasse dal campo qualche novella attenentesi ai suoi affari , una guardia , scorto Achimaas che correva , ma non potutolo ravvisare, disse rivolto a Da'vidde ' ch' egli vedeva un non so chi innpltrarsi alla volta di lui ; e avendo soggiunto Davidde , che sicuramente veniva con buone nuove , indi a poco

LIB. Vlt. "ciP. X.

accertollo, che il primo era seguito ~ 'Q'!l altro non conosciuto , e questi ancora J ripigli Davidde , ci annunzia felici avventure : e qui appunto la guardia, riconosciuto Achimaas, che gi s'appr-essava, avvisollo , che il primo era il figlio di Sadoc gran Sacerdote .. Davidde allora tulto festante per l' allegrezza , disse , questo essere annunziatore di cose liete , e recargli dal campo qualche novella degna de' suoi desiderj. Or mentre Davidde cos va dicendo, ecce) Achimaas comparire dinanzi al Re , e inchinarglisi.. In,terrogato dell'esito della battaglia , vittoria disse o trionfo ; ma domandato , se gli sapesse dir niente ancora di suo figlio , rispose , se veramente , appena volti in fuga i nimici , es&er corso a lui, avere per sentiti grandi schiamazzi di chi inseguivta Assalonne; non aver potuto ritrarne di pi, perch da Gioabbo spedito a dare a lui parte della vittoria. ~n quella giunto Cusi, e adoratolo, e fattol certo della vitto. 1ia , il Re gli chiese nuove del figlio ; ed egli, cos, disse , trattati sieno i nemici tuoi , come fullo Assalonue. II. Queste parole non lasciarono n lt. lui n ai soldati goder lungo tempo di quella gioja , che aveuno provata srandissima per la vittoria. Conciossiaoh salito egli al pi alto deUa citt amaramente piagneva suo figlio , battendosi il petto , e stracciandoti dalla testa i capelJi , e facendo di sua persona il pi tristo governo , che mai poteva ; " e figliuol ,. mio , sclamava , cos mi fosse avvenu,to di perdel" " la vita e di morir teco. " Perch 1 5iccome egli fa

DELLE ANTIClllTA' GIUDAICHE

d'amorevole natura' cos vieppi s'accresceva la sua compassione per lui. Quindi l'esercito tutto e Gioahho udito che il Re piagneva tanto suo figlio 7 si vergognarono d'entrare in citt alla foggia de' vincitori; e per veniano tutti malinconiosi, e piagnenti, come chi rimasto sconfitto. Ora standosi il Re tuttavia cona testa coperta' e seguendo a gemere sul perduto figliuolo , gli viene innanzi Gioabbo , e consolandolo " Signor ' dice , e ~on vedi , che quel che ., fai , disonora la tua persona l Ch'egli pare che tu , abbi in odio te stesso , la tua famiglia , e quanti , ti aman davvero 7 e s'espongono per te a' perigli ; , e sii aH' incontro perduto de' tuoi nimici , e ti , strugga desiderando chi pi non , e chi giusta., mente fu ucciso ? Che se Assalonne avesse vinto , ., e assodato si fosse in trono, di noi non ne saria ., per miracolo campata testa ; ma quanti eravamo ., cominciando da te e da' tuoi figli saremmo mise, rabi)mente periti ; e non che spargere sopra noi i " nimici una lagrima, ne avrebbono fatta gran festa, ., e bisto a chi pianto avesse quelle disavventure. , E non ti vergogni tu di far questo per lo nimico ., maggior che avessi? poich tuo figlio per la sua " fe1lonia divenuto pur tale. Pon fine adunque a , un ingiusto dolore , e uscendo all'aperto mosbati , a' tuoi soldati , e ringraziali dell'ottenuta vittoria ., e della bravma , con cui si prtarono nella ten " zone ; altrimenti, se tu continui lo stile finora te " nuto , oggi io stesso col sommovere il popolo a ribdlartisi , e pare il regno ad un' altro sapr ben

LIB.' VII. CAP. X.

, io cagionarti un dolore pi amaro e giusto n. Con tal parlare Gioahbo distolse il Re da' quei tristi pen sieri , e il condusse a curare le cose sue. Quindi Davidde cangiata la foggia dell'abito, e messosi in aJ'Dese da. compari1e agli occ"hi del pubblico , and a sedersi vicino alle porte della citt ; sicch tutto il popolo , che ud questa cosa , trasse iu gran numero a salutarlo. E tale. fu la fine , ch' ebbe questa faccenda. III. Intanto gli Ebrei della fazione d'Assalonne, che salvi campa1ono dalJa battaglia , giunti ciascuno in patria mandarono al Re ambasciadori da ogni citt , ricordandogli i benefizj che aveva lor compartiti , e la libert , che lor diede togliendoli dall' imbaraz~ di molte e gran guerre , poi riprendendo se stessi dello sbalzatlo che avean fatto dal trono per farvi salire un altro. Ora per, ch'era morto chi scelto avevano a loro capo, pregavano Davidde di calmare il suo sdegno e riccverli nella sua g.azia : ripigliasse il governo , e avesse de' pubblici. affari il pensiero, che gi una volta. Quest' erano le ambasciate, che venivano di frequente a Davidde ; ed egli con tutto questo mand per Sadoc, ed Ahiatar gran Sacerdoti, perch trattassero coi principali delle hib di Giuda, e mostrassero, Gh' era una vergogna per loro l'averli vinti l' altre Trib della mano nel farlo Re , non ostante quell'affinit e comunione di sangue 1 che aveva con loro. Il medesimo ordin che dicessero acl Amasa generale, maravigliandosi i ch'egli figliuolo di sua sorella non inrlncesse la moltitudine _a

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DELLE lNTJCRIT .t1 GltmUCRZ

rJstituire Davidde nel regno ; aspetti da lui ~ non pure la riconciliazione , che questa gi fatta , ma inoltre il generalato di tutte le truppe , che .ancor da Assalonne avea ricevuto. I Pontef~i ad~nque abboccaronsi prima co' principali della bih di Giuda ; poi condussero Amasa , col riferirgli quanto avenn dal Re commissione di dirgli, a fa,oreggiar gl' interessi di lui. Quindi egli persuade la trib di Giuda 7 nhe mandi tosto ambasciadori a Davidde in~ vitandolo a ritornare nel proprio regno. Lo stesso fecero tutti gl'Israeliti, per la spinta che ne di loro Ama sa. IV. Partiti adunque i legati s'unirono per rice;. -.erlo in Gerusalemme. Ma la trib di Giuda precorse tutti , e scese fino al Giordano per incontrare il suo Re. Quivi pure trovossi il figliuolo di Gera Semei con mille uomini , che avea raccolti dalla trib Beniamitide, e Siba Jiberto di Saule, e i quindici suoi figliuoli con venti servi. Questi unitamente alla trib di Giuda fabbricarono un ponte sul fiume , onde fosse pi agevole al Re ed a' suoi il passarlo. Com egli fu pervenutO' al Giordano , la trib di Giuda lo salut ; e Semei innoltratosi sopra il ponte gli si gett ginocchione dinanzi , e abbracciatolo per li piedi pregava , che dimenticasse le offese da lui rievute , n lo volesse trattar aspramente , e appena montato in trono strasciar lui il primo al supplizio: riflettesse inoltre ch'egli pentito del fallo commesso avea il primo cercato di presentarglisi. Or suppliw eando egli in tal modo , e chiedendo piet , Abisai

J.Jll. Vli. CAP. X.

fra~l di Gioahbo , " perci dunque, disse , speri ta. , di fuggire la morte , tu che vomitasti bestemmie , contro chi fu creato Re da Dio stesso? " Davidde allora rivolt a lui disse , " e non rifinate mai , o " figliuol~ di Saruja ? Tu intanto guarda che nO'Il ., aggiunga alle antiche nuoYe sollevazioni e discor., die ; conciossiach Yoi dovreste sapere , che oggi ., comincio a regnare. Per io giuro di perdonare i dovuti gastighi a quanti m'hanno oltraggiato , e ., di non fare vendetta di niuno, che m'abbia offe., so. Tu adunque , o Semei , fa cuore , e non te " mere di morte ". Quindi egli inchinatolo profondamente si mise a precederlo. V. V enne eziandio a scontrarlo il nipote di Saule Mifiboletto con una sordida veste in dosso , e oon una lunga zazzera e scarmigliata ; perciocch dalla fuga di Davidde fino a quel giorno non s'era per lo dolore tagliata mai pi la chioma , n ripulita d' intorno la veste, riputando il cambiamento del Re sua sventura. Avevalo inoltre Siha suo castaldo ingiustamente appo lui calunniato. Ora , avendogli Mifibo setto porto il saluto e fatto l' inchino , il Re preso tosto a richiederlo , perch mai non era venuto con lui, n avevalo accompagnato nella sua fuga; ed egli rispose, che per colpa di Siha; il quale avuto ordine di allestirgli quanto occorrevagli per l' andata , noa. se ne diede pensiero , " anzi , disse , cos appunto " ascoltmmi , come si fa d' uno schiavo : che se , avessi aTUte sane le piante , non sarei no io stato " lungi da te ; che avrei potutQ . usarne a. fuggire.

DELLE ANTJCHITA.' GJUDAJCHB

" Ma non solamente , o Signore, egli ha fatto torto " alla divozion mia per la tua persona ; perciocch " da vantaggio ha dato a me carico , e te malizio, samente ha ingannato. Ma so n boppo sicuro, che , l' animo tuo giusto natmalmente , e del vero , cui " sempre vuoi che bionfi , e, di Dio am.antissim.o , " non avr dato fede a nessuna di queste cose; che , messo a maggimi pericoli , che non son questi , ,. dall' avo mio e da tutta la nostra famiglia , che , per me1"tava d'essere spenta , tu ti portasti co~ , gran clemenza c bont , allora appunto obL1iando , ogni cosa, che il ricordarlo andava unito al pote1 , vendicarsi. Inoltre tu m' hai trattato da amico e , m'hai voluto ogni d alla tua mensa , e non CI'a , in nessuna cosa diverso dal pi pregiato de' tuoi , congiunti " Udite queste discolpe non volle n gastigare MifiLoset, n citar Siha come bugiardo, ma dettogli d' avere a Siba donato ogni cosa in premio d' ~sser venuto a trovarlo , gli promise per il perdono , e ordin .che i suoi beni restituiti gli fossero per met. Allora Mifiboset , " tengasi pur , disse , , tuttO Siha , he . per me basta , che tu sii Re ". VI. Dopo questo Davidde invit a venir scco fino in Gerusalemme. Berzellai Galaadite, uomo grande e dabbene, il quale e molti benezj gli av(;va fatti nella sua. patria , ed avevalo accompagnato fino al Giordano. Davidde obbligavasi di provvedere all' avanzata et sua : onevolissimamente , e d' averlo in conto di padre , e come a .tale procurargli tutti i vantaggi.. Ma egli per amor de' domestici ; ricus di.

l.JB. VII, CA.P,

l[,

viver con lui, e dicendo l'et sua esser tale non da delizie , perch omai giunto agli ottanta: , ma da pensare alla m<.te e al sepolcro 7 perci supplica.. .valo, che se volea fargli grazia, il lasciasse vive1e a suo piacimento, conciossiach la vecchiaja gli avesse tolto ogni gusto nel mangiare e nel bere. Aveva eziandio l' orecchio oggi mai insen11ibile alle armonie delle cetere , e . a' suoni di quant' alb-i stromenti sogliano dar diletto a chi sta nelle corti de' Re. A queste sue replicate preghiere mosso Davidde, " eb, ben , disse , io ti lascio in libert ; ma concedimi " Camaam tuo figliuolo , e gli far parte di tutti i .., beni " Berzellai dunque !asciatogli .il figlio , e inchinatosi al Re, e augurato felice esito a'.suoi disegni tornassi a casa. VII. Davidde intanto perviene a Galgala , .avendo di tutto il popolo intorno a se la met , e la trib di Giuda. V erigono in Ga~ala per trovarlo i pi ragiJUardevoli personaggi tra gl' lsraeliti col seguito di gran moltitudine , e si lagnano della trib di Giuda , che senza darne loro notizia portossi. a lui ; che l' incontro doveva farsi da tutti d' unanime consentimento. Laonde i capi- della trib di Giuda pre8avanli , che non dovessero aver per ~aie d' essere da lor prevenuti; perciocch~ siccome essi avevan col Re congiunzione di sangue , cos per l' amor che portavangli essersi dati fretta di compiere prima degli altri questo dovere. Ma non credano gi , che per questo abbiano avuto . alcun premio da doversene rammaricare, perch venuti iu u;ltimo luo;o. A questo
~odere
Fr..AJ'IO , tomo

11.

DELLE ANTICHI'l'A' GIUDAIC!IE

parlare de' capi della trib di Giuda non acchetaroriai i capi dell' altre ; ma " noi ci maravigliam bene 7 o " fratelli, dissero, che voi soli appelliate vostro , congiunto il Re : che avendo egli da Dio ricevuto .. il supremo poter sopra tutti appartiene eguahn.ente " a noi tutti; e per siccome il nostro popolo tutto quanto comprende undici parti, il vostro una sola: ., e noi siamo pi anziani ' non fu giusta cosa a .., vostro venir di soppiatto e furtivamente ad acco, gliere il Re " Mentre cos tra loro altercavano i capi , cert' uomo ribaldo e amico di turbolenze , nomato Seba figliuol di Boeri deJia bih Beniamitide postosi in mezzo alla moltitudine, e alzata gagliardamente la voce, disse, " nessun di noi non ha " parte con Davidde , n retaggio col figlio di '' Jease " ; dopo queste parole, dato fiato alla tromba tocc all' armi contro del :Re; e tutti abbandonato Davidde furono dietro a lui. La sola trib di Giuda si tenne salda col Re, e lo ricondusse al reale palagio in Gerusalemme. Le eoncuhine oltraggiate dal figliuolo Assalonne trasferl ad altra ahituione con ordine a' soprantndenti di provvederle a dovizia del bisognevole ; ma quanto a se ' egli non tratt pi c:on loro. Innalza indi Am.asa al generalato , e lui mette nel posto , dov' era Gioabbo. Pertanto d or-dine , che raccolte dalla trib di Giuda quante pi forze egli pu, indi a tre giorni ne venga a se., oadc {atto lui capitano di tutta l'armata .mandarlo a com llattere col figliuolo di Boeri. Vll. Uecito. adunque Amasa. , e aoverchio inda

LJB, VH. CAP. X.

-siando la leva della milizia, sicch pi non tornava, al tro:zo giorno disse il Re a Gioahbo non mettel' conto , che si desse pi tempo a Seba ; onde fatti pi. validi preparamenti non fosse loro cagione di maggior danni ,e pensieri, che gi non fu Assalonne. Non indugiare dunque pi oltre, ma prese teco quelle forze che 1ono in pl'Oilto e i secento con esso Ahisai tuo fratello va e peregui il WaU<:o; e ~"e ebe t' av~ venga in lui, tenta ogni strada di tirado a battaglia. Studiati di prevenirlo , onde mai non avyeuga , che impacL.onitosi delle pi forti eiu ci c.ondanni a grandi stenti e sudori. Gioabbo adunque no~ pens di dover pi tal'dare ; ma pigli seeo il fratello e i aecento , e dato ordine a quante truppe trovaYansi ancora in Gerusalemme di aeguitarlo , usc eontro a Seba. Era gi in Gabaon terra a quaranta atadj da Gerusa,. ~emme, quando tcop.trossi in Amasa, che veniva cori un cran cotpo di .gente da se assoldata. Ora Gioahbq, dt' era cinto di spada e vestito d' usbergo all'.avvicinarglisi d' .A.maaa per salutarlo, al'latamente si fe' cadere dalla guaina la spada in ma'liera, che parve un caso. Indi levatala con lUla mano di teJ.Ta, e coli: altra preso Amaaa che s'era appressato a lui, per la barba, quaai volese haciado , gli ficca improniso la spada nel ventre e l' uc:ide con un' azione per ogni conto iadegna, sospintovi da geloaia eonceputa contro d'un giovine dabbene , suo parente, e in nulla colpevole; percb ,e.nerale , e dal Re ouorato , a eome lui. E per questa cagione ancora assassin gi Ahner.o. Ma .iaabnente cotal misfatto aveva un pretesto specioso,

'bELLE Al'ITICHI'tA' GI11DAICHE

che pareva scusarlo 1 cio l'opinione, che avesse con ei vendicato il fratello Asaele ; dove l' uccisione di Amasa non poteva difendersi con tal coperta. IX. Morto il generale , e }asciatovi un uomo a guardarne il cadavere , egli prosegu il suo viaggio alla volta di Seha, dato ordine , che si bandisse per tutt'o il campo , che fu giusta la morte d' Amasa , e che non senza cagione gli si di quella pena. Or se vi cale del Re, aggiunse , seguite Gioabbo sno capitano , e il fratello Abisai. Ma perciocch il cadavere giacca sulla strada , e tutta la moltitmfine vi traeva d' intorno ' e come usanza del volgo ' quanto pi .si fermavan mirando , tanto pi ne stupivano , per la guardia toltolo quinci , e recatolo lontanissimo dalla via col il ripone, e lo copre d'un velo. Fatto ci tutto il popolo segu Gioabbo ; il quale menb:e ya in. traccia di Seba per tutte le terre israelitiche , .un non so quale lo avvisa, trovarsi egli in una forte ciit chiamata Abelmaaea (2:7). VeDilto ad.unqu col, e attorniata colla sua gente la terra , e condottavi intorno intorno. nn:l trincea , impose a' soldati , che .acavassero appi delle mura, e abbattesserle ; percioc.ch al non vedersi accolto da'cittadini dentro la terra; eoneep grande sdegno contro di loro. Ma una donna -savia e prudente veggendo la patria sua all'sb-emo, salite le mura, chiama pet mezzo de' soldati a parlamento Gioahbo ; il quale poich si . fu fatte innanzi , :s prese ella a dire, che Dio 'aveva creati i Re e i capitani , perc distruggessero i nimici degli Ebrei , c a questi dQnas!lero una pace univrsale; e " tu,

LD. VH. CAP.

x.

" aggiunse, tenti per ogni modo . di rovinare ed " abbattere una metropoli degl' Israeliti, che non ha , commesso alcun fallo " Gioabbo rispose pregando dapprima Iddio , che voles~e serbarsi costantemente propizio verso di loro; poi disse tal essere la disposizione dell'animo su, . che non voleva la morte pur d' un sol uomo , non che la rovina di cos ragguardevole citt. Laonde, quando egli avesse nelle sue mani il ribelle Seba figliuol di Boeri, onde punirnelo, abbandonerebbe l' assedio , e via menerebbe di h la sua gente. Udito questo la donna, preg Gioabho che sostenesse per poco; che in breve gli aar dalle mlU'a gittata la testa dell' inimico : e itane a' suoi Cittadini , u volete 'Voi , disse, uisti che siete , perir " tristamente colle donne e coi figli in grazia d' un " rihaldecio , che non sapete neppur chi sia , e " avere costui in cambio del re Davidde s grande " vostro benefattore, e contrappor questa sola citt " a un esercito s numeroso e. s forte ? " Cos diC)eado al6n li conduce a questo , che mozzo il capo a Seba lo gettino gi a'soldati di Gioabho. Mandato ci ad effetto, il capitano del Re son a ritratta, e sciolse l' assedio. Arrivato in Gerusalemme viene creato di nuovo generalissimo di tutta la nazione. Deputa ancora il Re capitano delle sue guardie e de' secento BaBaja, . diede ad Aduram la soprantendenza alle imposte , fece gran cancelliere Giosafatte figliuolo d' Ailud, Siva suo segretario , e conferm sommi Pontefici Sadoc , ed Abiatarre. X. I vi a poco tempo vel(luta ;ran e,r,&tia u.e1

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Dl!:LLE 1NTICBJT1' GI1JD.UCH2

paese , DavidJe supplic a Dio , che avesse piet del suo popolo, e gliene volesse palesar la cagione ed insieme rimedio. Risposero adunque i profeti , volere Iddio nndicare i Gabaoniti , che il re SauJe frodolentemente aveva contro ogni dritto uccisi, rompendo con ci la fede , che giur loro il generai Giosu e il senato. Per s' egli pronto di darne a' Gabaoniti quella soddisfazione, ch'essi vorranno, Dio far pace con loro (') , e il popolo sia libero tla ogni male. Com'ebbe adunque Davidde inteso da'profeti il volere di Dio , mand tostamente pe'Gabaoniti , e interrogolli , che mai bramassero ; e risposto, d'aver nelle mani i sette figliuoli che rimanevano della stirpe di Saule per fame giustizia , il Re andatone in traccia li consegn in lor mano , salvo :Mi6bosetto figliuol di Gionata. Avutene i Gabaoniti le persone in potere , punironle come )or piacque ; e Dio cominci tosto a piovere , e a richiamare la terra agli antichi prodotti col liberarla che fece dalla prima sua squallidezza, talch il paese ~breo fu di nuovo abbondevole come dianzi. . Xl. llldi a poco il Re muove guerra ai Palestini; e attaccata con loro la mischia e voltigli in fuga nel.1' inseguirgli rimase solo. Quivi venuto meho per la &tancbezza fu visto da un de' nimici chirunato Jesbibenob, figliuol di Arafa (~8); ed era costui della razr:a de' Giganti. Questi adunque con in mano una lancia, la cui impugnatura pesava trecento sieli, e con una corazza tutta ad aneHi, e colla spada nl .tianco si volse atldietro improvvi~o per ferire il Re.

LIB, VII. CAP. X.

de' nimici: perciocch l~ fatica lo aveva spo$Sato : ma.


oomparsovi tosto Ahisai ftatel di Gioahbo collo scudo si fece davanti al Re e il difese , e coll' "ltra mano batt morto a terra il nimico. Tutto il popolo sentl gran dolore pel grave pericolo, che avea cotso il Re ; e i capitani lo aatrinsero ad obbligarsi con giu...ramento , che pi non andrebbe con loro in ba~ta. glia , per lo pericolo; che il suo valore e coraggio spignendolo in qualche sinistro accidente non p.rivasse lui della vita , e il popolo tutto de' beni , che ne aveva gi ricevuti ,. e che riceverebbe in avvenire , quando vivesse molt' anni. XII. Assembraronsi poscia m Gazer (29) i Palesti ni ; e il Re, risaputolo, mand contro loro l'eserci.. to. In questa spedizione ebbe il vanto infra tutti , e si fe' grande onore Sobocai Usatite un de' pi bravi soldati di Davidde ; imperciocch mise a morte pa.. recchi di quelli , che si gloriavan d' avere per ante-nati i giganti ~ ed erano di gran valore ; e fu egli , che diede agli Ebrei la vittoria. Dopo quJ!lla sconfitta tornarono i Paleatini in campo , e nell' esercito , che sped contra loro Da.. idde , si segnal infra tutti Elcanan (3t>) suo congiunto ; perocch combattutosi a corpo a corpo col pi valoroso che fosse tra' Palestini , uccise lui , e cacci tutti gli altri in fugiL l pi. di loro furon morti in battaglia. Non and gnari tempo , che i Palestini si misero a campo viciao a una citt , ch' era presso i confini delle provincie ebree. Era tra loro un uomo alto sei cubiti , che a elle mani e ne' piedi. aveva un dito di pi, che Qon.

DELLE ~NTtCntTA' GltJDAJCq

sogliono naturalmente aver gli alui. Nelle trupp adunque spedite lor contro da Davidde vi fu. Gionata figliuol di Sammaa , che si batt con lui ; e toltol del mondo ebbe tutto il metito della vittoria , e ne riport il primo vanto. Questo Palestlno altres millantan se stesso, come di razza di giganti. Ma dopo la detta battaglia non mossero mai pi armi contra gl' lsraeliti; XIII. Sgombro alfin dalle guerre e dai rischi David de , e godendo nel rimanente del viver suo d' una pace profonda compose in lode di Dio inni, e salmi di vario metro ; perciocch parte furon trimetri 1 parte pentametri ; e procacciati strumenti dacci , sco pr la maniera a' Leviti di lodar sopra quegli Iddio cos ne' giorni detti di Sahbato come ~eli' altre ~ lennit. Della foggia di que~ti strumenti eccone qual .:be idea. Il .altero a dieci corde si batte col plettro (3r); l'arpa, che ha dodici tuoni , toccasi colle dita. I cembali finalmente eran grandi , larghi , e di brnzo. E di questo argomento sia detto per noi 1lhbastanza ; intanto che non l'estiamo affatto all' O curo del come fossero gli anzidetti strumenti. XIV. Il Re poi aveva alla guardia di se persone dal primo all'ultimo tutti di gran valore; de' quali i piii segnalati e pi illustri per grandi imprese furon trentott.o. Di soli cinque io entrer qui ad espone le geste ; che bastan questi a far noti i pregi degli altri : conciossiach eran tali da poter da se soli sottopone il paese e domal'e grandi naziorii. Il priJDO adunque fu -Jeaboam. figliuolo d'Acheman (3~) , il

Ll'll; VII. CAP. :J:.

:~49

tiuale pi volte lanciatosi nelle ordinanze nimiche non cess dalla pugna, finch non n' ebbe mo1.-ti no'Vecento. Dopo lui veniva Eleazaro figliuolo di Dudia , il quale trovossi col Re in Fesdomim. Questi una volta, essendo gl'Israeliti per la moltitudine dei Palestini in grande scompiglio, e in atto gi di fug gire , egli solo oppostosi agl' inimici fermolli ; e attaccata con loro la mischia ne uccise molti fino a impigliarglisi dal tanto sangue la mano alla spada 1 e gl' lsraeliti, veggendo i nemici da lui messi in volta , tornare in campo , inseguirli , e riportame una mirabile e in quella et 1inomata vittoria , mentte Eleazaro uccideva, e il popolo gli veniva d.ietto c spogliava i cadaveri. Il terzo era il figlio d'Age no.. mato Semma ; e questi altres nelle guerre contro de' Palestini, mentre costoro schierati trovavansi ver so il luogo detto Mascella (33), e gli ~rei da paura assaliti non si tenevano pi saldi , solo si present al nimico , come se fosse un intero esercito bene ordinato ' e pal'te li mise a morte ' e parte ' poich.. -non reero. all'urto e al vigore di lui, e per si cac.eia~o a fuggire , inseguilli. Queste furono le imprese valorose ed ardite, che fecero in prova di lor bra vura questi ue personaggi. XV. Ma in quel tempo , che i Palestini vennero eolle lor forze a combattere il Re, che trova vasi in Gemsalemme , Davidde, come abbiam detto , mont -sull'altO' delJa citt a supplicar Dio per lo felice eito della guerra. Ora giacendo gli alloggiamenti ne_11!i~i pw.- tutta la valle , che tendeai fi:u.o a Beea

DELLE .lNTICIJITA' GI11DAICH8

me ben venti stadj lontan~ da Gerusalemme, Davidde disse agli amici , " oh la buon' acqua , che ci ha , nella patria mia , e quella singolarmente , che , dentro alla cisterna vicina alla porta ! oh se tal , ci fosse , che me ne recasse da bere ! mi sarebbe , ella certo pi cara, che non un tesoro, ch' altri , mi desse " Appena udirono questo i tre valenti uomini sopraddetti , e corsero di presente , e- &ttosi larg(} per mezzo il campo nemico giunsero in Betlemme , ove , attinta di quell' acqua , di nuovo per entro gli alloggiamenti tornarono al Re con istupore de' Palestini , i quali rapiti da tanto ardire e coraggio non si mossero punto, u per disprezzo dei po,.. chi eh' ess~ erano , non osarono di far niente in l or danno. Rt!cata l'acqua, il Re non ne bebbe 7 dicendo che il recargliela era costato il pericolo e il sangtit altrui , . e per non gli stava bene di berla. Quindi ne fece a Dio un' offerta, anche in rendimento di grazie , perch gli aveva serbati illesi i tre suoi. Appresso a questi ci era il fratel di Gioabbo Abisai, il quale in un giorno solo tagli -a peui secento nimici. D quinto si fu Banaja di stirpe sacerdotale. Egli richiesto da due fratelli di gran nome tra' Moahiti di far con essi prova del suo valore , li vinse. Di pi sfidato da :un uomo di schiatta egiziano e di statura maravigliosa , inerme com'era , uccise lui armato di lancia , strappandogliela dalle maai ; impe~' ciocch saltatog]i addossQ , e mal suo grado spoglia tolo , che ancor vive_ya e difendevasi indarno, si valse d.ell' armi p1op1ie di lui a ferirlo. Avrehb~ forse

' LJB, VII. CAP. :t.

sa5r

altri alle imprese cmzidette "Bigiunta ancor questa 7 o eome la prima di loro per ardimento , o come loro pari. lmpereiocch facendo tempo assai nevicoso, un leone sdracciolando cad<le gi in una fossa ; quivi ba per l' ang1.1stia della bocca e per la neve che la tur , si vedeva manifestamente costretto a morirne. Non apparendo adunque modo da uscirne e da met tersi in salvo, prese a ruggire. :Banaja, che per ven.tura passava i l , udita la fiera , e messosi dietro alla voce scese gi nella fossa , e venuto alle prese eon quello , e feritolo col bastone cl1e avea tra ]e mani , l' uccise d' un colpo. Su questa foggia erano fatti i trentatr altri , di ~ui non parliamo. XVI. Ora Davidde, essendo voglioso di sapere, a quante migliaja d' anime salisse il suo popolo , di-. menticati gli ordini di Mos , il quale fin da' suoi tempi ingiunse , che quando si noverasse il popol(:J' ,si dovesse per ogni testa d' uomo pagare a Dio un mezzo siclo , fece .comandamento al generale Gioabbo di andar tant~sto e recargli il numero di tutti q:uanti i suoi sudditi. Gioabbo rispose, non essere -necessaria tal cosa. Ma il :Re non fu smosso ; e sen-,.' indugio sen vada , e ritorni coi conti fatti. Gioabbo adunque tolti in sua compagnia i capi delle Trib c i notaj , ilggirossi per tutto il paese isnielitico , e levato il conto di quanta era la moltitudine, indi a nove mesi e venti giorni fu presso al Re in Gerusalemme ; al fUale consegn in mano il novero del popolo} salvo la trib Beniamitide , e ancor la Leitica , cui Jign ebbe tempo d,i uamerate , marce~-

DELLE 1NTICntTA' GIUD.liCHE

ch il .Re si riconobbe del fallo commesso contro a Dio. Montavano adunque tutti gli altri lsraeliti compresi insieme a novecentomila , abili a portar l' armi e a guerreggiare; la sola trib di Giuda ne comprendeva quattrocentomila. XVII. Ma i profeti avvisaron Davidde , che Dio era sdegnato con lui : per egli si volse a supplicargli con grande istanza , perch volesse rimetterlo nella sua grazia , e perdonargli il suo fallo. Ora Id~ dio gli mand per Gad pl'ofeta offerendogli che scegliesse. di tre cose , che gli facea presentare, qual pi gli piaceva; o una uni versai carestia di sett' anni pe1 tutto il suo regno ; o tre mesi di guetTa , ove fosse vinto da' suoi nimici ; o un morbo pestilenzioso, che s' appigliasse agli Ebrei per tre giorni. Obbligato egli a una scelta difficile di gran mali ne eta in affanno , e trovavilSi molto confuso. Ma dicendo il .Profeta , che pur doveva necessariamente esser cos , e sbingendolo a una pronta risposta , .onde a Dio rifetir la sua scelta , il Re seco stesso avvisando , che se chiedeva la fame, quest' era piuttosto altrui danno ( conciossiach egli per se non ne .temesse, che aveva ne' suoi granai una dovizia di provvisioni., ma il popolo ne avria patito ) , se poi sc.egli.eva i tre mesi di guerra, o ve fossero vincitori i nimici , . siccome aveva d' intorno a se fortissimi combatte.Dti e guardie sicure , cos scelto avrebbe un )llale da non temerne per se, volle H male, ch'era comune cos ai Re , come ai sudditi , poich eguale il timore .per ~utti , dicendo eu~ me,lio cader nelle

DESCRIZIONE
della nuova Pianta di- Gerusalemm-e.
1.

Tempio . Giardini reali. Porta del letame ~ o aia di 'Beniamino, " delli cavalli. della .-alle delle acque. " degli armenti. " di Emath. dei pesci. nuova d' Efraim. oe " vecchia. " d'Efraim. " degli Angoli. " della Fontana. Nuova citt costruita dopo li Macoabei. Citt di Davidde. Monte di Moria. " di Sion. MILLo. Seconda citt fabbricata dopo Man,aue. Juus, o antica Geruealemme. Fontana di Siloe Ruscello del follone. Campo del follone Valle d' He~non. Fontana di Gihon. Monte Calvario. S. Sepolcro Torrente di Cedron. Monte degli Olivi.

.z. PalaZllo del Re.


J.

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LIB. VII. C.A.P. X,

mani di Dio , che in queJie degl' inimici. Ci udito il Profeta ne di P'"'rte a Dio ; ed egli mand sugli Ebrei il morbo e la pestilenza. Morivasi; ma non d'un male medesimo, n in maniera da ravvisare agevolmente la natura del morbo. Concios'siach il danno era un solo , ma per cento cagioni e motivi da non poter riconoscerli venian tolti dal mondo ; e. tale periva d' n' infermit , tal d' un' altra ; e il morbo anentandosi addosso altrui non previsto ca gionava una p1esta morte. Questi spiravan l' anima per acute doglie e tormini acerbissimi ; quelli veni van meno dallo spasimo , n ammettevan rimedio alcuno ; poich in quell' affanno medesimo useivan del tutto di vita. tltri da improvvise tenebre, che oscuravmo lor la vista assaliti nell' atto di chiedere aita l'CitaVano miseramente affogati 1 ed altri' mentre facevano ad alcun de' domestici il funerale , cadevan. morti prima di compierlo. Perirono in queste guise dall' alba , quando cominci a infierite la pe&tilenza , fino ad ora di pranzo , settantamila persone. Stese l' angel di Dio la sua mano sopra Gerusa lemme , facendo a lei pure comune il danno. Il Re , vestito di s;u:co giaceva prosteso in teiTa , porgendo suppliche a Dio , e pregaudolo , che ornai si chetasse, e pago de' gi periti ritraesse il flagello. In questa alzati il Re gli occhi al cielo, e veduto l' angelo , che per aria portavasi verso a . Gerusalemme e tenea sguainata la spada, disse rivolto a Dio , che al pastore , ch' era egli , si doveva il gastigo, ma le. greggie' che non ci avevan colpa' le risparm&ssc;

DELLE ANTICHIT' GIVDAICBB

e seguiva pregando 7 che &opra di lui e tutta la sua famiglia sfogasse il suo sdegno , ma perdonasse al suo popolo: Esaudita Iddio la preghiera , cess la peste ; per Gad profCltll gl'impose, che di presente n' andasse all' aja di Ornan Gebuseo , e quivi innalzato .un altare , offrisse a Dio sacr.ifizj. Davidde udito il comando DQn perd tempo, ma tosto an.dou,ne al luogo accennatogli. Om~Jl adu.oque , che stava trebbiando sull' aja il grano 7 com' ebbe visto il Re e tutti i suoi figli accostarsi , gli corse inconb.o e adorgllo. Egli era, hnch~ Gebuseo di schiatta, pur amicissimo quant' altri mai di Davidde ; il quale perci non gli fece alcun male , quando dised# Ll citt , Corlle abbiamo poc' anzi mostrato. Interrogato da Ornan , 011de mai fosse , che il Signore veniva dal servo , rispose , che per compe1are da lui quell' aja., ove erger doveva un'ara, e qui vi sopra far ~acrifizio a Dio ; ed egli , ".e l' aja , . c\\sse , e gli " aratri, e i buoi io ti cedo per l' olocausto , e v prego Iddio , che di buon . grado accetti la vitti" ma . Jtipigli il Re , che piacevagli assai la sincera e gene1osl offerta , e che accettava il favore. Lo strinse per' a. rice'fele il prezzo d'ogni cosa; .che non era dovere , . che il sa~:ifizio non gli co stasse nulla. Soggettatosi Oroan a fare qual)lio ei va. leva , il Re compra l' aja con cinquecento sic:li ; e fabbricatovi un altare ivi adempi i sac-ri riti , e fece olocausto e oft'r vittime a Dio di pace. Placasi Iddio perci , e di nuovo gli ai rende propizio. E questo appunto fu il luogo , ovQ Abramo men suo figlio

LJB. VII. CAP. X.

)A

55

Isacco per farne a Dio un olocausto : e. mentte stava per ferire il figliuolo, apparve sopra l'altare un montone , che Abramo ivi stesso sacrific in luogo del figlio , come abbiam detto pi innanzi. XVIII. Ora Davidde veggendo 1 ch Dio aveva e ascoltata la sua pregniera e gradita la vittima , f11 d' aniso , che tutto quel luogo chiamar si donsse l' altare comune del popolo, e fabbricar i vi un tempio a Dio; n indam pe' tempi avvenire gli usc tal voce : perocch mandatogli Iddio un profeta , col disse dover fabbricare un Tempio quel figlio di lui , che gli succederebbe nel ttono. Dopo tal pro-feza ordin si facesse il novero de' forestieri (34) abitanti nel regno 1 e si trov 1 che monta~ano forse a cento. ottantamila : di questi ne deput ottomila a ,tagliare le pietre; la restante moltit11dine a traspor.. tarlo ; e tremila e cinquecento ne fece SQpral\J,t!ndenti ai lavori. Apparecchi ezindio molto ferro ~ bronzo da mettere in opeta , e di legname di cedro una da. vizia di sterminata grandezza, mandatogli da' Sidonj e da' Tirj. lmperciocch aveva scritto loro per prov vision di legna1ne , e come a,.suoi amici avea detto, pe1ci far egli questi preparamenti , onde al figlio suo successore potesse lasciar la mteria bisognevole all' erezione del Tempio ; talch non sol non dovesse giovine com' egli era 1 e per l' et inesperto di tali cose provvederl , ma gi trovandola in pronto desse all'opera compimento.

a56

ll.JSU.t .llliTICBITA.1 GIIJDAICIIE

.lPITOLO

XJ.

Davidde ancDr vivo crea re &JonwM suo .figlio.

I. Indi chiamato il figliuol Salomone anisollo, che quando fosse in suo luogo salito in trono , doveva egli innalzare a Dio il Tempio, aggiugneodo che veramente l'aveva voluto far egli, ma poich era lordo di sangue e impacciato nell' &'1Di 7 Dio gliel disdisse, e prenunzi , che in sua vece a Salomone il minor de' suoi figli , che si doveva chiamar cos , era riservato l' incarico di fabbricarlo ; e Dio , come ua altro pad1e, obbligavasi egli stesso ad averne ogni cura. Quindi sotto di lui renderebbe felici gli stati Ebrei di qualsiasi bene , ma aingolarmente del massimo , che ia pace , e la liberazion dalle guerre e dalle civili discordie. " Tu adunque , prosegu , poich " prima lllle()r del tuo nascere fosti Re destinat6 da " Dio , studiati dal canto tuo di degnamente disporti '* a qttesta destinazione colla giustizia 7 colla piet , " col valore , e osserva i precetti e le leggi , che ;, mediante Mos. ei ci diede , e non consentire che " altri le passi. Quanto si poi al Tempio, alla cui , fabrica ha Dio prescelto il tuo .regno, procura di - farglielo , n la grandez~a dell' opera ti spaventi o , ti stanchi; perocch innaui la DJ,ia mo1te sar da n me preparata ogni cosa. Sappi intanto , che d'oro , si sono gi raccolti diecimila talenti 7 centomila " d' argento , di bronzo 'poi e di ferro io n' ho ra-

LIB. TIJ. CAP. Xl.

, , , , ,

donata una quantit maggiore d' ogni numero ; il legname e le piebe sono una materia abbondevolissima. Hai inoltre pi migliaja di scarpellatori e di fabbri ; che se questi non basteranno , 6a tua la cura di aggiugnerne altri. Quando adunque tu " il facci , tieni per certo , che sarai caro a Dio , e ,, protetto da lui " Oltre a questo esort pure i capi del popolo ' perch nella fahbi;ca desser mano al figliuolo , e messo da banda ogni timore d' eventi sinistri si adoperassero bravamente nel servir Dio ; che ne auebbono in ricompensa la pace e il buon essere della repubblica , premj onde Iddio guiderdona gli uomini giusti e dabbene. Fabbricato il Tempio riponganvi l'Arca e il sagro vasellamento, a cui molto prima dovevasi un Tempio, se i loro antenati non avessero contraffatto a' vole1i di Dio , che ingiunse loro, cos come fossersi impadroniti di questa terra , di alzargli un Tempio. In tal modo Davidde parl --ai ~i del popolo e al figlio suo. Il. Ma divenuto egli ornai vecchio , c agghiacciandoglisi intorno per la troppa et la persona , tanto era intirizzato di freddo, che non .hastavan le molte sopraccoperte, che gli mettevano addos.so, a scaldarlo. Si radunarono pertanto i medici a consultazione , e avendo deciso , che scelta la vergine pi avvenente di tutto il regno dormisse con lui ( che l' unico rimedio era questo al suo intirizzimentQ per lo riscaldarlo ch'essa ~atebbe) fu ritrovata in citt una giovine , che di bellezza vantaggiava quant' altre donne allor ci vivevano , e avea nome Abisag ; . la
FLJI.YIO tomo

II.

~58

DELLE A.l'I'TICHITA.' GIUD.liCJIE

quale donnendo col Re, soltanto lo I'scaldava ; perciocchi.\ la veccbiaja lo aveva renduto incapace di figliuolaflza. l\Ia di questa donzella avremo che dire pi abbasso. III. Ota il quarto figliuol di Davidde , giovine di gentile presenza e d'alta persona, natogli d'Aggit sua moglie, nomato Adonia, il quale volgeva in capo p:nsieri simili a que' d'Assalonne, cominci a battarsi da successore nel regno; e andava spargendo tra' suoi amici , che a lui si doveva lo scetbo. Laoude si ptocacci molti cocchi e c~valli e .cinquanta lacch. Veggendo tai cose il padre non lo. sgrid n il distolse dal suo intendimento, neppure allora che ud la cagione, perck. si moveva a far ci. Aveva Adonia complici de' suoi trattati il generale Gioabbo, e il sommo Pontefice Abiatarre. Soli opponevansi a q:uesto , Sadoc. gran Sacerdote , Natano profeta , e Banaja soprantendeQ.te alle guardie del Re , e Semei (35) l' amico di Davidde e tutto il nerbo della .s.ua gente. Ora Adonia, preparata fum di citt una cena presso alla fontana , che scorrea nel giardino reale , e imitativi tutti i fratelli , salvo che Salomone , ed ammessivi ancora e il generale Gioahho e AhiataiTe e i principi della bih di Giuda , non vi chiam n il som mo Pontefice, n il pr~feta: Natano, n il capitano delle guardie reali Banaja , n alcuno della fazione eontrat-ia. Rifer questo fatto a Betsabea madre di Salomone il profeta Natano, cio, che Adonia era re, e che Davidde l'ignorava. Salvi pertanto se stessa e il figliuolo Salomone al regno; po~ch in quell'ora

s5g medesima Adonia s' usurpava lo scettro. MP.ntr' ella parler di tal guisa al Re , egli stesso vi sopraggiu gnera m persona , e colla sua testimonianza confcr mer i suoi detti. Betsahea mossil al dir di Natano presentasi al Re ; e adoratolo e chiesta licenza di favellare gli spone quanto le avea suggerito il Pro feta , che allora punto facevasi da Adonia una ce na , ove erano gl' invitati da lui , cio il pontefice AhiataiTe , il generale Gioahbo , e i figliuoli reali , trattone Salomone, e i suoi amici pi intrinseci. Ag giunse, che il popolo stava aspettando, cui egli fosse per crear Re. Pregavalo poi _di considerare , ~hc morto lui avrebb~ Adonia suo successore levato divita lei e il figliuolo Salomone. Parlava ancora la donna, ed ecco avvisarlo i camerieri, cl1e Natano vorrebbe vederlo. Fatto il Re cenno. che s' introduca , enb , e tosto intenogollo , se quel d medesi mo ayesse creato re Adonia , e ceduto gli avesse l'impero : conciossiach bandito solenne banchetto , aver egli invitati tutti i reali figliuoli , fuorch Salomone , e con essi il generale Gioahbo ; " ed ora , appunto con grandi schiamazzi c festevoli viva " mangiando gli pregano un regno durevole lunga " mente; non vi chiam egli gi n la mia persona, " n il sommo pontefice Sadoc, n il capitano delle , tue guardie Banaja. Ben dunque ragione , che " da noi tutti si sappia , se questo si faccia col tuo " consenso " IV. Udite cotali cose il Re diede ordine , che si chiamJsse a lui Betsahea , perciocch al venir del
LI'B. Ylt,. CAP. Xl.

DELLE ANTICHITA' GIUDAICHE

P1ofeta, ella s'era tirata in disparte fuor della stanza. Coinparsagli innanzi la donna , " io ti giuro , , disse , pel sommo Iddio , che 1egner Salomone , tuo figlio , siccome ho giurato anche innanzi , e , ch'egli s' assider sul mio trm;10 , e questo fa , oggi " Alle quali parole avendogli fatta la donna un inchino profondo , e augUIati molt' anni di vita , egli manda per Sadoc sommo Pontefice , _ e per Banaja capitan delle guardie reali , e venutigli innanzi comanda loro, che prendano seco il profeta Natano, e quanti soldati v'ha in corte; indi posto il suo figliuol Salomone sopra la mula reale il menino fuor di citt alla fonte chiamata Gion. Quivi ungendolo col sacro olio l' acclamino Re. Quest' uffizio per lo compiano Sadoc gran sacerdote, e Natano profeta. Poscia l' accompagnino per mezzo alla citt gridando a suono di trombe , segga in eterno sul trono reale il re Salomone ; affinch tutto il popolo sappia , eh' egli il Re dichiarato dal padre. A Salomone poi furono ripetute le ammonizioni spettanti al regnare, cio, che da uom giasto e pio governasse tutta la nazion degli Ebrei e la trib di Giuda. . Qui avendo Banaja pregato Iddio di favorir Salomone , senza mettere tempo in mezzo fecero salir Salomone sopra la mula ; e scorgendolo fuor di citt alla fonte , ivi l'unsero d' olio sacro : poscia il condussero novantente in citt accompagnandolo con acclamazioni ed augnrj di lungo regno. Indi menatolo nel reale palagio lo fecion sedere sul trono ; e tutto il popolo di presente si volse ai banchetti e alle

LJB. l'Il. C&P. Xl.

feste intrecciate di danze e di suoni , sicch la moltitudine degli stromenti facea rimbombare la terra tutta e l' aria. V. Come Adonia e i convitati si furono accorti di qello strepito , forte si scompiglia1ono ; e il gep.erale Gioahbo diceva, niente piacergli quel suono n quelle bomhe. Or mentre le tavole erano ancora apparecchiate, n si gustava pi nulla, (che erano tutti sopra pensiero), ecco Gionata figliuol del pontefice Abiatarre , che a corsa vien verso lol'O. Adonia volto al garzone con ceia ridente l' interrog se recava liete novelle ; ed egli spose a lui tutto il fatto attenentesi a Salomone , e i sentimenti , che il re Davidde aveva su ci. Balzarono tosto di tavola i convitati tutti e con loro Adonia , e fuggirono ognuno a nascondersi nelle proprie case. Ma temendo Adonia lo sdegno del Re perci , che avea fatto, va supplichevole a Dio , stretto alle corna t~nendosi dell' altare , che sporgevano in fuori. Salomone avvisato di questa cosa , e insieme della domanda ch' ei fa d' avere da lui promessa , che .metter il suo fallo in ohhlio, n perci gliene avverr male alcuno ; ed egli da savio e prudente uomo adoperando rimisegli intieramente il trascorso <l'allora; ma aggiunse , che se tornava altra volta a tentar novit, egli sarebbe a se stesso la cagione unica del suo gastigo ; e mand chi levasselo di franchigia : e poich gli fu compa1ito innanzi e l' .ebbe adorato , Sa. lomone gl'in giunse , che andasse pure senza sospettl] in sua casa , ma in avvenire si dimostrasse uomo dabbene; il che giudicava tornargli meglio.

DELLE ANTICRll'A' GIUD!ICHJ!'.

VI. avidde intanto , siccome vuoi dichiarar suo figlio Re di tutta la nazione , cos raduna in Geru..salemme i principi , i sacerdoti , e i leviti. E pri mieramente si fece a nove1ar questi , e trovatine dai trent'anni in su trentottomila , a ventiquattromila diede la sopran~ndenza all' erezione del Tempio , seimila ne deput tra giudici del popolo' e loro no taj , qnattiomila custodi della casa di Dio ; e altrettanti a cantate le lodi divine cogli sbomenti , che avea procacciati egli stesso, come pi innanzi ahhiam raccontato. Pattilli poi in famiglie , e separati dal resto della Trib i sacerdoti trov, che ve n'erano nntiquatbo famiglie , sedici discendenti da E. leazaro , e otto da Itamar. Ordin adunque , che ciascuna fap1iglia servisse Dio otto giomi da un sabhato all' altro ; e per le famiglie tutte fur tratte a sorte , presenti Davidde , e Sadoc ed Ahiatare gran . sacerdoti , e tutti i principi; e la prima , che usc dell' urna , fu detta famiglia prima ; cos la seconda, e di mano in mano J'altre fino alla ventesimaquarta; e mantennesi questo scompartimento fino a' d nostri. Anche . della trib Levitica fece Yentiquattro patti ; che nella forma me~esima tratte a sorf.e furono aggiunte al giornale de' sacerdoti con otto giorni a ciascuna. Onor eziantlio i posteri di Mos , e li fece tesorieri del Tempio e custodi dei doni , che i Re per ventura afferissero a Dio. Dispose inolbe , che quanti venivano dalla ttih di Levi servissero a' sacerdoti e a Dio notte e giorno , come avea gi ordinato Mos,

LIB. VII. C.A.P. XI.

VII. Dopo questo .divise tutto l' esercito in dodici patti, co'suoi generali, centurioni, e uibuni. Ciascun corpo conteneva ventiquattromila persone ; e volle che tutti i corpi con esso i centu:ioni e i triliuni assistessero al re Salomone, ciascuno trenta d interi. Cre e~iandio i condottieri di ciascun corpo, quelli , che a lui parvero di sperimentata bont e giustizia. Fece ancora i soprantendenti ai tesori , e alle ville , e ai campi , e alle gregge , i cui nomi io non ho creduto necessario di qui riferire. Ora , com' ebbe ogni cosa coll'ordine sopraddetto distribuita, radun a parlamento i principi degli Ebrei , i capi delle Trib , i condottieri dei corpi d' armata , e quanti maneggiavan gli affari e le sostanze del Re, e sali tg sovr' alta aninghiera cos parl alla moltitudine l raccolta. " Fratelli e nazionali miei, io vo' che sap., pia te, come avendo io divisato di fahbricate a Dio .. il Tempio, ho raccolto molt'oro, e centomila talenti " d'argento. Ma Dio per Natano ,profeta me l'ha , divietato , conciossiach dalle guerre fatte pet voi ., e dal sangue sparso degl' inimici portaTa lorda la ., destra. Valle per , che il fabbricarglielo fosse ., opera del mio successore. Ora adunque, po:ch " ben sapete, che de' dodici nostri progenitori e ., figliuoli di Giacobbe fu dichiarato re Giuda , e , che di sei fratelli , che noi eravamo , io -fui il , uascelto e ricevetti dalle mani di Dio il governo., n n niun di loro l' ebbe per male , per io .credo ., opportuno , che i miei figliuoli altaes al succe'1 dermi , che far Salomone , non levinsi gli uni

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DELLE I.NTICIIIT.t.' GJUQ.llGJIB

contro degli altri a discordie , ma riflettendo , che Dio l' autore di questa scelta, soffranlo di buon gtado loro Signore ; perciocch , se non grave cosa il servire a un padrone straniero , quando lo voglia Iddio , quale gioja non dovrebbe produrre in loro un fratello salito a cos alto stato , considetando, che anch'essi ne son partecipi ? Io certo prego Dio , che le sue impromesse abbiano Jor compimento , e che quella felicit, ch' ei promise d dare sotto il governo del re Salomone, si aparga per tutto il regno e vi duri -in eterno. Sa1an questi beni durevoli, e tutto riuscit- ,a buon fine, se tu 1 mio figlio , avrai a cuore la piet , la giustizia , e " l' ossetvanza' delle leggi paterne; altrimenti, se le , trapassi, t'aspetta il peggio N. Dopo questo ragionam1ento il Re interruppe il suo dire. Indi veggenti tutti consegn a Salomone il disegno , e la distribuzion della fabbrica, ove segnati avea i fondamenti, e le case e le .stanze 7 e quante di numero 7 e quali esser dovevano per altezza e latitudine , e infine quanti i vasi d'oro e d'argento, e- quale il lor peo; e nell' atto medesimo esort con parole 7 lui ad uar nel lavoro la pos.aibile celerit , e i principi , e la bib di Levi a giovado deJI' opera loro 7 atteso l' inespetta et sua , e l' averlo Iddio scelto a governare la faLbrica del suo Tempio, e il regno. N sta t() saria malagevole n di molta fatica il fabbricarlo , merc .l'apprestare ch' ei fatto aveva molti talenti d' oro , e molti pi d' argento , e legname e numero grande di fabbri e scarpellatoti, e smeraldi e d' ogni

LlB, VII. CP. XI.

fatta pietre preziose ; e in quel d stesso aggiunse , che col ministero del proprio erario darebbe altri tremila talenti d'oro purissimo per adornare l'intima parte del tempio e il cocchio di Dio , cio i Cheru.. bini , che debbono soprastare all' Arca in atto di ricoprirla. VIII. Qui ai tacque Davidde ; e grande fu la prontezza , con che profferironsi i principi , i sacerdoti , e la trib di Levi con una giunta di splendide e generose promesse ; perciocch s' obbligarono di contribuire cinquemila talenti , e diecimila sicli (36) d' oro ; d' argento poi diecimila talenti ; e molte m.igliaja eziandio di fetTO : e se alcuno ebbe gemma di prezzo , recolla e la pose nei tesori del Tempio , dei quali era custode Jeiele postero di Mos. Per queste cose e il popolo tutto fu lieto , e Davidde v~ggendo la prontezza e l'ardore de' principi, e de' sacerdoti , e di tutti gli ordini cominci con gran voce a lodare Iddio , autore chiamandolo e principio dell'universo e fahbricator dell'umane cose e divine, onde accrebbe a se lustro, reggente ch'esso era e tutore del popolo ebreo, della loro felicit, e del regno commesso a lui. Indi pregato ogni bene al popolo tutto , e al figliuol Salomone una sana mente e diritta e d' ogni genere di virt ben fornita, volle che tutta la molti~ tudine altres desse lodi a Dio ; ed essi prostrati i~ terra adoraroulo; poi rendettero grazie a Davidde di quanti beai avevano sotto il suo regno goduti. IX. Il d appresso offrirono a Dio in sacrifizio Jllille vitelli , e altrettanti montoni , e in olocausto

DI!LLJ: .A.I!ITI0BITAI:' RIUD.A.ICHJ:

un migliajo d'agnelli.. Sacrificarono ancora vittime pacifiche , e ne scannarono molte e molte migliaja ; e quel giorno intero fu solennit s pel Re s pel popolo tuttoquanto. Allora altres unsero Salomone per la seconda volta , e acclamarono lui Re , c Sadoc pontefice sommo della nazione. Poi condussero Salomone in corte, c postolo sopra il trono paterno fecero da indi innanzi i suoi comandamenti.
C.A.PITOLO

XII.

Morte di Davie e quanto lasci al figliuolo per r erezione del Tempio.


I. lvi a poco tempo Davidde caduto infenno per la vecchiezza e certo di averne a morire chiam Salomone , e gli parl di tal guisa. " Io gi me ne ,. vado , o figlio , dove mi chiama il debito della " natura, ad unitmi co' padri miei; viaggio comune " a quanti or ci vivono e ci vivranno giammai , ., donde non possibile ch'altri ritorni a vedere, " che facciasi in questo mondo. n perch vivo s' ., ma vicino induhitabilmente alla morte io ti ripeto , gli avvertimenti , che innanzi tratto ti diedi , che ,. guardi bene d'essere giusto verso de' sudditi, e ., pio terso lui , che ti ha dato il regno : per ne ., 03serva i voleri e le leggi , ch'egli a noi dichiar ., per Mos , n mai o grazia , o adula:ftone , o eu" pidigia, o qual alba passione ti spin3a a metterle " in non calere ; pe;rciocch non curate le leggi pel'-

"J.J..

VU. CA.P. Xli.

!l~

"'' derai l' amicizia di Dio , e quella aua provvidenza, .n che amorevolmente ti regge in tutto , auenteraui , da te. Che se tu ti porterai in quel modo , che si " conviene , e ch'io ti suggerisco , renderai stB;bile " il trono alla nostra posterit, n altra famiglia di " Ebrei fia mai che regni , fuorch noi soli , che ci " dureremo in eterno. Ricordati poi dell' empiet di " Gioahbo mio generale , che per invidia tolse di " vita due giusti ed ottimi capitani , Ahnero figliuolo " di Ner, ed A.masa figliuol di leba; al quale darai " quella morte che a te .pi pare , dappoich sino , ad ora siccome di me pi forte e potente , ha " scansato il dovuto gastigo. Ti raccomando ancora " i figliuoli di Berzellai Galaadite , i quali in grazia " mia tu traUetai coi possibili onori , e provvederai .., riccamente ; perocch non saremo noi i primi a " beneficarli, ma ci scaricheremo d'un debito col n meritarli di quanto fece il lor padre per me fuS" , giasco. Anche Semei 6g1iuol di Gera, che .carica" tomi di villanie nella fuga, quando era inviato , verso Alloggiamento , mi venne poscia incontro al Giordano ed ebbe da me parola , che non gliene ., avverrebbe allora alcun male, or cercatone ragio. , nevol motivo, nel paga " Dopo dati questi av vertimenti al figliuolo intorno s a' pubblici afi'111-i, s alle persone sue care e a quelle che sapeva esser degne di punizione , mor in et d' anni settanta , :regnato avendo sett' anni e sei mesi in Ebron sopra la trib di Giuda , e in Gerusalemme sopra tutto f{nanto 1o stato trentatr.

268

DELLE .lNTICBIT.t' GltiD.liCRE

II. Fu uomo d'ottime qualit e fornito di tutte quelle virt , che stan bene in un Re e in una persona, a cui affidata fu la sal nte di tante genti. Perciocch egli fu valoroso , quant' altri mai; nelle battaglie poi a vantaggio de' sudditi affrontava il primo i pericoli , colla fatica e coll' armi alla mano , non coJI' impero siccome padrone, animando i soldati al travaglio. Abilissimo nel trovare spedienti e nel comprendere s le cose avvenil'e , s la maniera di regol~ le presenti, sobrio , mansueto, compassionevole coi disgraziati , giusto , cortese ; che sono pregi richiesti in altissimo grado soltanto ai Re : n per in tanta sublimit di potere caduto mai in niun fallo salvo 'quel, che appartiene alla moglie d' Uria. Lasci ancora dopo di se tai ricchezze, che non v' ebbe Re n d' Ebrei , n d' altre nazioni , che mai facesse altr'ettanto. Gli di sepoltura il figliuol Salomone con grande magu.ifcenza in Gerusalemme , ed oltre la . solita a usarsi ne' funerali dei Re sotterr con lui un copioso tesoro e inestimabile di ricchezze; la cui quantit sopraggrande altri potr facilmente argomentare da ci , che sono per dire. Perciocch dopo mille e trecento anni, !reano sommo pontefice assediato da Antioco detto il pio , figliuol di Demetrio , voleva con oro indurlo a sciorre l'assedio , e a menare altrove l' esercito ; ma non avendone altronde, apr una cella del sepolcro di Davidde , e levatine tremila talenti ne di una parte ad Antioco , e in tal. guisa si ricatt dall' assedio , come diremo anche altrove (37) Dopo questo, passati 10olt' anni Erode

vn. C!l'. xn. 269 il re apertane di nuovo un'alba ne cav gran danaro. Ma all'arche de'Re niun di loro pervenne; ch'erano sotterra artificiosamente nascose , perch discoperte non fossero da chi eqtrava nel monumento. Ma di tai cose a noi basti d' ave1 ragionato fin qui.
LIB.

DELLE

ANTICHIT GIUDAICHE
LIBRO OTTAVO(")

CAPITOLO

PRil\10

Salomone salito al trono toglie di 11ita i nimlci , e sposa la figlia di Faraone.

ERCJ adunque , che spetta a Davidde , e alla sua virt, e a quanti henefzj fece a' suoi nazionali 7 e a quante guerre e battaglie sino alla tarda et\ sua iOvern e condusse a fine , noi he abbiamo abbastanza nel libro antecedente parlato. Ora avendo il figliuolo di lui Salomone giovine ancor d' et preso in mano le redini del governo , dappoich il padre fin d' a Ilor che viveva, avevalo dichiarato signor degli Ebrei , cd essendo giusta il volere di Dio salito

I.

DELLE A.NTICBITA.' GIUDAICHE UB. VIIJ. CAP. l.

271

sul bono, tutta la moltitudine con liete acclamazioni augurgli, come dover che si faccia coi nuovi Re, compimento felice alle sue imp~ese e regno henavventurato e d1Uevole fino alla vecchiaja. Ma Adoni a, il quale, vivente anco . il padre, cerc d' usurparsi lo scetbo, venuto innanzi alla madre del Re Betsabea , e salutatala colle pi cortesi maniere , all' intenogar ch'essa il fece , se mai per qualche bisogno a lei ricorreva , e. all' animarlo a parlare siccome presta a soccorrerio volentieri, s cominci a dil'e, che verantente essa pure conoscer, clJC o l'et si consideri , o si guardi il voto del popolo , il regno dovevasi a lui. Ma passato questo , come a Dio piacque , nella persona di Salomone figlio di lei, egli ama cd ha caro di vedersi a lui sottoposto, e compiacesi dello stato , in cui sono le cose prc.. sentemente. Pregavala adunque , che fav01ire il volesse presso il fratello , e indurlo a concedergli per isposa Ahisag , che Davidde gi vecchio aveva serbata intatta , e per era vergine ancora. Qui Betsabea assicwollo e di tutta l'opera sua in ajuto di lui , e dell' effetto , che aVI;ehhono queste nozze pet due ragioni , l' una perch il Re brama di renderlo pago in alcuna cosa , l' altta , perch essa ne. lo preghe1 caldamente ; e con questo partissi Adonia pieno di buone. speranze intorno alle nozze. II. Quindi la madre di Salomone non indugi. punto di presentarsi a suo figlio, onde seco trattare di ci , che al pregarnela , che avea fatto Adonifl , s'era condotta a promettergli. Sceso adunque il fi-

~72

DBL:t.E 1NTICRJT19 GltJD11C111:

gliuolo a scontrarla , e abbracciatala , poich l' ebbe col guidata , dove trovavasi il bono regale, mentre egli si assise, ordin, che alla madre ne fosse rizzato un altro alla destra di lui. Sedutasi Betsahea " una grazia, disse, o figliuolo, io vo', che' alle mie " preghiere conceda; nil voler col nega1lami usar " meco durezza e rigore ". Per Salomone animandola a comandare , che santa cosa ella consentire ~tto alla madre , e dolutosi a lei dell' avergli parlato in modo non di chi spera sicuramente d'ottener quanto chiede , ma di chi teme di negativa , fecesi ella a pregarlo, che dar volesse in isposa la vergine Abisag al fratello Adonia. Udita il Re con isdegno cotal domanda licenzia di presente la madre , con dirle che a maggiori cose aspirava Adonia , e che maravigliavasi non gli chieldesse ancora di cedergli come a maggiore il regno, mentre addimandava le nozze d' Abisag , egli , che aveya i potenti amici Gioabbo generai delle truppe , e il pontefice Ahia tarre. ill. Per chiamato Banaja capitan delle guardie gl' ingiunse di uccidere tosto il fratello Adonia. Poi fattosi venire innanzi il pontefice Abiatarre , " dalla " morte , disse , ti campa e quant.o gi sostenesti ,. pel padre mio, e l' Arca, che seco lui trasportasti. ., n gastigo petanto' ch'io ti do per avere seguito " Adonia e ador~~ti i .suoi sentimenti ,-. sia que~to ! " non restare pm qu un momento ne companrou , mai pi dinanzi : vanne alla tua patria , e mena i , tuoi giorni in campagna, e questa fia la tua stanza

LIB. VIII. CAP.

r.

.. finch vivrai , reo di tal colpa , che d' ogni onore " ti rende indegno " Per questa cagione adunque la casa d' Itamar fu spogliata della pontitcale digni.. t, come aveva predetto Iddio all'arcavolo (1) d'Ahiatarre Eli , la quale scadde alla discendenza di Finees (2) nella persona di Sadoc. I posteri poi di Finecs; che vissero vita privata nel tempo , che il pontificato pass nella casa d' Itamar , di cui Eli ftt il primo ad averlo , son questi : Bocci tigliuolo di Ahisue pontefice : di lui Gioatano , di questo Mera~ jot, di Merajot Arofeo, d'Arofeo Achitob, d'Achitob Sadoc il p1imo, che sotto il re Davidde fu creato (3) pontefice. IV. Ora il generale Gioabho, udita la fine d'Ado .. nia, n'ebbe grande spavento ; perciocch pi teneva da lui , che dal re Salomone : e per sospettando non senza ragione da questa sua amicizia qualche si nistro per se ' ricovera presso r altare ; ove 1 attesa la piet del Re verso Dio, si crede a di trovare franchigia. Ma il Re avvisato dol pensier dj Gieabbo mand per Banaja, e gr impose, che distaccatolo di l il menasse a rendere di se ragione a corte. Gioahbo protest , che non abbandonerebbe giammai l'altare 1 ma qui vi m01~rebhe pi presto, che altrove. Ripol'tatane al Re la risposta , Salomone a Banaja diede ordine , che ivi medesimo , siccome bramava , gli ricidesse la testa ; e pagasse tal pena in isconto de' due generali barbaramente morti da lui : ne seppellisse per il cadavere' ond e i peccati non ve-nissero meno giammai neJla stirpe di lui , e per la
l

FL.CJ'lO' L0/110

11.

DELLE A.NTJCHJTA' GIUDAICHE

m01te di Gioahbo fossero tanto egli quanto suo pa dre inco1pabili. Ora Banaja, dopo eseguiti questi ordini, dichiarato egli stesso generale di tutte le truppe ; e nel pontificato , ove avea luogo Ahiatarl'e , che funne 1-imosso , volle il Re , cbe Sadoc solo rimanesse. V. Intim egli ancora a Semei , cbe fabbricatasi in Gerusalemme una casa restasse presso , di lui n gli fosse lecito di passare il torrente Cedro n: e pena la morte , se disubbidisse. Alla grandezza della minaccia aggiunse lo strignerlo a giurar, che il farebbe. E Semei dopo aver protestato che gli sapea grado di tal comando , e. giurato che l' eseguirebbe , aJ,bandon la sua patria,_ e fece stanza in Gerusalemme. Ma volti tre anni avendo udito , cbe due suoi servt fuggitigli si trovavano in Get, and tosto per loro. Se ne avvide il Re , allor quando tornava con essi , e avvisato in lui il disprezzo de' suoi comandi 1 e, che peggio , il niun caso -ch'egli avea fatto della promessa giurta a Dio, l'ebbe per male assai; e chiamatolo, " non se' tu, disse, quegli, che a " me giurasti di non !asciarmi , e di non uscire giamt> mai di questa ad altra citt ? oh questa volta non , iscanserai tu no il gastigo dovuto allo spergilll'o 1 " ma e di qudto e di quante villanie dicesti a mio ,, padre ~ella sua fuga io ti punir, rihaldo che sei, " onde apprenda , che nOD vantaggiano gli empj, se " immediate alla colpa non tiene dietro il gastigo, -" ma in tutto quel tempo , c:he per non accader loro " nulla di male si credon sicui.i , cresce diventa

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1'1-

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..______

_________________ _[

~PI.EGAZIONE

tlella nuova Pianta del Tempio di Gerusalemme.


~4A.A..

Il Cubito ebraico era di pollici 20 ~ circa miaara di Parigi. Primo reointo o moro lungo &o c. nelli aaoi quattro lati alto 6 c. ed ecaalmente largo. BBBB. Atrio dei Gentili o aia prima corte I.rga 5o c . CCCC. Ma~ esteruo dell' atrio del popolo o reciato in quadrato di 509 c L' alteua di qaetto muro ai calcola a 3o c. circa. DDDD. ,Atrio del popolo largo 1oo c. EEEE. Muro eaterno, o recinto dell'atrio de' Preti di 2oo c. ia quadrato. Gli ai auesnano 3o c. di aheua. TFFF. Atrio de' Preti di 100 c. in quadrato. G. Santuario di 20 c. in quadrato. H. Il S11ncle S1111ctorum di 4o c. di longhena e 20 di largheua. I. n Veatibulo di 20 c. di largheaaa 10pra IO c. (Il c. secondo :tzecbiello ) di lungheaaa. La aua porta era larga 4 c. K. Altare decli Oloca111t.i di 12 o. in quadrato secondo Eaechiell XLllt 12 r3 e aeg o alto 10 c. e largo 20. UL. Muro d( aeparuione che oiroondan il Tempio e l' .Altare degli Olooauati. La Scrittura non ne indica le dimensioni. Ea1o era 20 c. diataote dagli edifaj deU' atrio de' Preti e 5 c. diataote dal Tempio. Giaaeppe gli a 3o c. di alteaaa. lti.MMMMJII. Porte dell atrio del popolo e dell' atrio de' Preti \ntte anodo le medeaime dimensioni. Ciascheduno dei Vestiboli era lungo 5o c non altrimenti che l'area delle ali, e 20 c. di largheaaa in opera e 6o di aheaaa. Alli due lati del Vestibulo n erano tre camere oada110a di 6 c. io quadrato ad- altri acomw partimeati fra quaate tre aamere, di 5 c. d'area. NNNNNNNN. Galleria intomo all'atrio del popolo. Vi aicollew cano 3o coloDDe 1Gpra 200 c. di luogheua per conservare una giuata proporaiooe col numero delle colonne date per roo e. di luosheaaa all'atrio del Paluzo di Salomone. OOQOOOO. Camere o appartamenti iatorno au atrio del popolo. Eranvene 16 per cadaun lato della porta. PPPP. CllCIDo del Tampio di 4o c.. 4ii lutb_. topra 3o t1i

luabeaa.

Q. Porta settmtriooale dtlr atrio da' Preti don ai diaponeno le


ittime, e don si 1180aanano gli animali destinati a' sacrifiaj.

BRRR. GaHerie (o tora o ll' atrio de' Preti.


Appartamenti sopra l'atrio de' Preti. L'ala cb.' en al della perta orimtale servin per li Preti addetti alla custodia del Tempio. L'ala al setteatriooe della a~ porta , e la 11alleria 'YeriO la porta setteatriooale era dealinilta pe'C.oaeri. L'ala cb' era an orlmte della porta , euln abitate chili Preti eni iur.umbevi il seriaio delr o\ltate. Le ali, che eruo a po nrnte tlella porta settentrionale , e della porta meridifttle, comprrndenno le sale ove i Preti man8ianwo. TT. Cucine delr atrio dei Preti, quifi si eaoctftao le vi'Y.-. Antilicate ed ofrert in eapiazioae de' peocati. Erano .._. ' llbe 4o c., e larshe 3o. 'FYYY. Scale o veroni che conducono all'atrio del popolo. Opi scala comprenden selle gradini. XXX. Scale clte conducono all' attio de' Preti. Ciascbeduai di ease era di otto 11radiuf. TY. Scala che conduce al Vestlbu'o det Tempio. Era qullllll di otto gradini. aa. Camere intorno al Tempio in D~tm. di .33. Eaecbielfo d ad esAe 4 c. di larshezza; ma il terzo libro dei Re loro hlepl5 c. al primo pi~llo , 6 c. al secondo e 7 al terzo. l&. Scale a cbioeciola cbe coodocnano nelle camere iotonto al Tt!mpio. Gradinata dell'Altare deSii Olocausti dalla parte d' or~ote. tlddd. Taole di marmo ch'erano nel portico dalla ~rte della porta settmtrinnale dell'atrio de' Preti, so cui si ssoaaanao le "Yiltime , si spogliavano e 8i nccidenuo. Queste tnole nenno oa cubito e mea..o in qnadrato. l prineipali muri del Tempio IYeYIUO 6 c. di srotH&II, ed erano questi il muro che Cotma il primo recinto , il muro delr atrio del popblo, il muro dd l' atri de' Preti , ed i mari del T~mpio. Ma il anro esterno delle 35 camere situare intorno al S11nct4 Sanctorum ed al Santuario , lioo a~:"Vt che di 5 c. larsltezaa e tS cft allena. Tutte le porte delli due at'ril efa cnl popolo , sia de'Pnti h le mecleaime dimeuaioai. Il mar' dove ., l' apertUIII Jsa f c. ci
meazo~t'lrllo

,sss.ss.

farghnsa. La porta ~ larsa l o. e lo sguaucio di essa porta noa el~epasaa un cubito. La porta ha J3 c. d' alteaza. La porta occidentale del Tempio non ~ indicata io Ezechiello, perch secondo la pianta de' suoi tempi il Palazao del Re non doeva pi ea&ere icino al Tempio, e con~guentemente la porta occidentale , quella appunto per cui il Re entraa, non doveva pi sussistere. Egli li per certo secondo Giuseppe, che dopo il ritorno da Babilonia vi furono nel Tempio delle porte dalla parte occidentale, ed avanti la schiavitil su&sisteva certamente la porta occidentale, come rilevaai da Ezechiello. La porta del Santuario era larga 6 e due ubiti soltanto eontava il muro di aeparaaione. La porta orientale dell' atrio de' Preti doveva tutta la settimana rimaner chiusa , aprendosi &econdo Ezechiello il solo aabbato. A lei da pres10 il .Re aveva la sua tribuna. Agli appartamenti, che circondano l' atrio del popolo, ai danno aoli due piani. Gli appartamenti per all'intorno dell' atrie de' Preti ne avevano tre. Eravi pure nn' altra differenaa fra la fabbrica dell'atrio de' l'reti e quella dell' atrio del popolo cio che i muri del primo erano fabbricati di pietre tramezaate da legname , il che 11on &i o11enava nella costruzione dell' atrio eaterno , o del popolo. Ili eli' antico Testamento non si fa menzinne dell' aLrio de'Gentili ; solo in esao ci vengono indicati due atrii l'uno de' Preti , del popolo l'altro; il primo deLlo interno , il secondo esterno. Ma non ai pu mettere in dubbio che vi esistesse una prima corte , qui vi chiamata atrio de' Gentili. La Scrittura DOD rammenta in alcun luogo l'altezza delle ali o appartamenti che e1istevano all'intorno delli due atrii. Venne quindi loro assegnata l' altezza di 3o c., tale appunto essendo quella dttll'edilaio del Tempio e det Palazze di Salomone.

c.,

LIB. VIII. CAP. I.

" maggior quella pena , che avrebbon dovuto , com, messG il fallo , pagar tantosto " Banaja adunque per cenno avutone da Salomone tolse di vita Semei. VI. E gi Salomone, fermatosi in capo stabilmt"nte il diadema, e puniti i nemici suoi , sposa la figlia di Faraone re dell'Egitto ; e tendute le mura di Gerusalemme maggiori e pi forti, che lJrima non erano , amministr indi con molta pace i pubblici affari , senza. ritrarre dalla sua giovine et alcun danno n la giustizia , n l'osservanza del1e leggi , n la memoria di quanto il padre morendo gi . gli ~ommise di fare ; anzi con molta accuratezza esegu tutto ~ello , che proprio delle pit provette e assennate persone.
CAPITOLO

Il.

Della sapienza, e prudenza, e riccheiza di Salomone; e com' egli il primo fabbric' il Tempio in Gerusalemme , sua prevaricazione.
I. Egli poi stabil di portarsi in Gahaon per i vi offerire a Dio sagrifizj sull' ara di bronzo eretta gi da Mos; e in fatti vi sagrific mille vittime in olocausto; del qual fatto si Yide, che Dio' resi onorato assai ; perciocch quella notte medesima apparsogli in sogno gli ordin, che chiedesse , qual dono fare doveva in contraccambio alla sua piet : e Salomone domanda una cosa ottima e somma , e la pi dolce a Di9 in concederla , e in riceve1;la all' uoma
\

276 DELLE ANTICIUTA' GIUDAICHE la pii vantaggiosa : conciossiach non , come suole un uomo ed un giovine , preg che gli desse oro , o argento , o aluettali ricchezze; beochi! queste cose dalla pi parte sieno credute le sole meritevoli, che di loro si pensi , e che donile Iddio: ma, " dammi, n disse , o Signore , una sana mente , e un buon n senno , onde possa fornito di questi doni rendere " con verit e giustizia ragione al popolo " Piacque a Dio tal dimanda , e promise di dargli quant' altri beni aveva nel far la scelta lasciato addietro ; ricchezze , gloria , vittoria degl' inimici , e sopra tutto intelligenza, e sapienza tale, quale non ebbe altr'uomo giammai , o Re egli fosse , o privato. Si obblig inoltre di conservare nel regno lunghissimo tempo i suoi posteri , quando giusto perseYerasse , e ubbidiente a' voleri di lui, e imitatore del padre suo, ove fu virtuoso. Udite Salomone da Dio tai cose, balza fuori , del letto ; e adoratolo si riconduce a Gerusalemme , ove fatti nel Tabe1nacolo gran sagrifizj , mise tavola per tutti i suoi. II. In questi giorni fu a lui portata una lite scabrosa , di cui a gran pena poteva venirsi a capo. Il fatto , onde nacque la cntroversia , mi par necesaario di espodo ; onde e chi legge comprenda la difficolta del deciderla, e chi si uova a queste medesime circostanze riuagga dall' a~ortezza del Re , quasi da uu esemplare, il. come poter facilmente sciar le quistioni. Due femmine di mondo per professione vennero a lui. Quella , che si' cledeva aggravata , eominci a parlare la prima cos : " Io abito , o

LIB. VIU. C.lP. U.

" Sire , in una casetta medesima con costei. Ora " accadde , che nel medesimo d , e nell' ora mede, sima partorimmo ambedue un maschio. Passato " terzo giorno dormendo costei col suo pargolo lo , soffoc. Essa pertanto , rapitomi 11 mio dal fianco " sel reca presso di se ; e il morto , mentr' io mi " dormiva , mel pone in braccio. Or~ volendo io la , mattina per tempo porgergli il latte, pi non rin " vengo il mio, e in suo luogo mi veggo a canto , il morto fanciul di costei ; che per la perfetta co , gnizion , che ne aveva , lo riconobbi ben tosto. , Domandai il mio figlio ; ma perch noi riebbi , a " te son ricorsa, o Signor , per ajuto: conci ossia" ch affidatasi sull' esser noi sole , e sul non temere " pe1sona , che ne la possa convincere, si tien forte , in sulla negativa " Dopo questo parlare il Re intelTog l'altra donna, se avesse che opporre alle cose finora dette , e negando quella il fatto , e dicendo che il figlio suo era vivo, e che il morto era quello dell'avversaria, mentre nessuno sapeva decidere la questione, anzi tutti, come si fa d'un enimma , stavano col pensiero fissamente l"volti a trovarne lo scioglimento, il Re solo trov un siffatto partito. Dato ordine , che si recasse col il mo1to fanciullo (4) ed il vivo, chiama a e una delle sue guardie , e le ingiugne , che tratto fuori il pugnale tagli per mezzo ambedue i fanciulli , onde abbiano l' una e l'altra per met cos il vivo, come il morto. A que sto passo tutto il popolo sottovoce scherniva il Re , ~ual fanciullo: ma mentre la madre vera sridan'

nELLE A.NTICHIT.l' GU1DAICIIE

.he non s1 facesse mai questa cosa, ma si cedesse pnre a bambino all' altra ' come se fosse di quella ; che bastavale di vederlo vivo , contutto sembrasse d' albui; e l' altm mostra vasi pronta a vedere diviso a mezzo il bamhino , e chiedeva di soprappi che ancor la compagna fosse messa a questo totmento ; il Re avvedutosi , che l'una e l'altra parlava secondo il vero , decise il bambino essete di colei , che gridava i la qual veramente n' era la madre , e condanti la malizia dell' altra, che non contenta d'aver ucciso il proprio studiavasi ancor di vedere quel dell' amica perduto. Questo a tutta la moltitudine valse d' un grande esempio e argomento a inferirne il senno e la sapienza del Re ; e da indi innanzi ascoltavanlo ubbidienti, come persona fornita di mente divina. IIL Ebbe poi Salomone generali e governatori di tutto il. paese , e fur questi. Delle terre d'Efraimo Benur, della Signoria (') di Betsames Bendecar : il paese di Dor (5) e a mare era soggetto ad Abina.. dabho , che ~veva sposata una figlia di Salomone. A Bana figliuolo d' Ailud uhbidiva il gran campo; e gli si aggiunsero eziandio , quante tene stendevansi fino al Giordano. La Galaadite poi e la Gaulonite fino al monte Libano con esso sessanta g1andi e forti citt governavale Bengaber. Achimaas teggeva tutta (6) la Galilea fino a Sidone, ed egli pure aveva in isposa una figlia di Salomone nomata Basemat. Baana ebbe le maremme d' intorno ad Arce : a Giosafatte fur conceuti i monti Carmelo e Tabo1 e tutta quanta (:7)

LJB. VI II. CAP. 11.

la Galilea inferiore_ sino al Giordano. A questi poi e alle loro provincie soprantendeva un solo. A Semei toccarono le terre della trib Beniamitide. Gaber presedette al paese di l dal Giordano. E di nuovo sopra ques4 crasi costituito . un principe , che ne fosse capo. IV. Intanto .maravigliosi progressi fecero e l'ebreo popolo e la trib di Giuda, essendosi tutti rivolti alla cu1a e coltivazione de' terreni ; perciocch provando il ben della pace senza distrazion n di guerre, n di turbolenze , e oltre a ci godendo fuor di misura della libert lungamente desiderata ciascuno era inteso ad accrescere il suo , ed a renderlo ognor pi pregevole. V. Servivano al Re altri governatori eziandio ; i quali reggendo le terre de' Siri e degli stranieri, che dall' Eufrate cotTevano fino all' Egitto , esigevano dalle genti le imposte per lui. Queste ogni giorno somministravano alla mensa e al mantenimento del Re trenta cori (8) di fior di farina , sessanta di farina : dieci buoi ben nutriti , e venti da pascolo ; di pi cento agnelli ingrassati.. Tutt() ci si recava al Re ogni giorno dagli stranieri , n vi comprendo la caceiagione che si faceva , di cervi , e di bufoli , e di uccelli, e di pesci. Aveva poi Salomone tal copia di cocchi ; che quarantamila pos~e vi erano di cavalli da giogo. Oltre a questi ve ne avea da maneggio dodicimila ; i quali per met si tenevano appo il Re in Gerusalemme, e i restanti vivevano sparsi qua e lit nelle ville t:eali ; e il ministro medesimo , che

!~llo

DELLE .lNTlClftTA.1 GIUD11CRF.

praintcndeva a1la mensa del Re , provvedeva ancora del necessario a' cavalli , uaendolo seco , ovech si portava il suo Principe. VI. Tanta fu poi la mente, e la sapienza data da Dio a .Salomone,. ch', super quanti furono a' tempi antichi 2 e gli Egiziani , 'e'bit son creduti i pii1 saggi .del mondo , paragonati con lui non solo gli cedono tli poco , .ma si danno a conoscere per lontanissimi dalla prudenza del Re. V antaggi ancora in saggezza, quanti godevano di que' tel;llpi fama di acute pe1sone presso gli Ebrei, delle quali non fia , eh' io passi taeendogli , i nomi. Furono adunque Etan, ed Eman, e Calcol, e Do1da figliuoli di Maol. Compose ancor libri di canzoni c di lirica poesia fino a mille e cin~ que ; e tremiia di parabole e di similitudini ; con~ ciossiach a ciascuna. spezie di pianta dall' isopo sa~ lendo al cedro appose la sua parabola ; nella forma medesima scrisse ancor dc' bestiami e degli animali tutti tenestri , e acquajuoli , e volatili; che delle lor doti non ne ignor neppur una , n non lascionnc veruna intatta ; ma filosof sopra tutte , e mostr somma scienza di quante propl'iet in ciascuna d' esse contengonsi. Fecegli ancora Iddio .conoscete l'arte contro i demonj a vantaggio e sollievo degli uomini. Pertanto scrisse incantazioni (9) , onde curare le infermit, e pi maniere lasci di scongiuri; co' quali di guisa si sforzano i demonj a fuggire , che pi non ritornano ; e questa foggia. di curagione a' d n~ sbi eziandio ha molto potere. Perciocch io conobbi un certo Eleazaro mio nazionale, il quale 7 presenti

un. vm. c.A.P. n.

Vespasiano e i suoi figli ~ tutto l' esercito , liberava gl' indemoniati; e la maniera del farlo era questa. Appressava alle n8li dell'uomo offeso un anello avent.e nel suo castone quella radice , che addit Salomone , e nell'atto , ch' egli fiutava, traevagli fuo1:i per le narici il demonio : e , caduto perci l' uomo a terra , Elcazaro scongiurava il maligno spirito. a non ricondurcisi pi, l'C'orclandogli Salomone, e gl'incantesimi ripetendo, ch'egli compose. Volendo poi Eleazaro persuadere e mostr8le agli astanti , che veramente egli- aveva questa virt, ivi vicino poneva una tazza o un catino pien d'acqua; e ordinava al demonio, che nell'uscire di corpo all'uomo ribaltasse quel vaso, e desse a vedere a' presenti, che aveva lasciato l' uomo. Da questo fatto 1endevasi manifesta l' acutezza e sapienza di Salomone ; per la qu~e io mi sono condotto a riferir queste cose , perch tutti .veggano l' eccellenza del sno ingegno e l' amor , che portavagli Iddio, n sia ignoto a persoua, che vive nel mondo, il sopraggrande uomo, ch'egli era in ogni genere di virt. VII. Intanto lram re de'Tirj udito, che Salomone era al padre succeduto. nel regno , se ne consol ; poich era amico di Davidde ; e per sua ambasceria aalutatolo congratulassi con esso lui del felict:: suo stato. Salomone gli scrisse una lettera di tal tenore.

Salomone al re lram.
1f

Sappi , che il padre :miQ intendellde di fabbri-

28:.&:

DELL:t ANTJC.JT.l' GI111UJCHE

, care Dio un Tempio ne fu dalle guerre e dalle , continue spedizioni distolto: perciocch non ristette , mai di domare i nimici, finch non gli ebbe tutti , suoi , tl'ibutarj. Io poi rendo grazie a Dio della pa" ce , che godo al presente ; e dandomi questo agio. , a farlo, io voglio ergere a Dio la caaa; dappoich , Dio ha predetto a mio padre , che ci avverrebbe , sotto il mio regno : il perch io ti prego , che " mandi co' miei alcuni sul monte Libano per ta" gliarvi legname ; che in tal faccenda sono pi , esperti i Sidonj , che i nostri. Quanto alla mer" cede dovuta a' taglia tori, io star a quello, che , tu mi p~scriverai " Letta ltam la. lettera, e piaciutegli le scritte cose risponde a Salomone cos.

/ram re al re Salomone.
" Sia benedetto Iddio , che n' deglo , poich "ne' dominj paterni ha fatto succeder te, uomo " saggio e fornito d' ogni virt. Lieto io per questo , ti compi~cer di quanto mi scrivi. Fatto tagliare " molto e grande legname di cedro e cipresso J mander pe' miei servi al mare , .e ordiner ai , miei , che allestita una nave da carico , e valicato " il. mare il depongano ne' tuoi stati , ove pi a te , torni a grado : indi i tuoi lo trasportino in Geru, salemme. In contraccambio di questo prenditi pen" siero di provvederei di gano, di cui , perch ahi" tanti in un'isola, abbiam bisogno " L~ copie di queste lettere si conservmo fino al d d' oggi guar-

LIB. VIIJ. CAP. Il.

date non solo ne' nostri archivj , ma presso i Tirj eziandio ; ' onde se a taluno venisse talento di risa perne la verit , ne preghi i custodi del pubblico archivio appo i Tirj , e vedr , che alle cose dette da noi conforme appuntino ' quanto conservasi presso loro. VIII. Io ho detto questo , perch voglio che Bap piano i leggitori , niente nan-ar io fuor del vero , n pago solo nel compilar la mia storia di cose pro. babili e conducenti all'inganno e al diletto~ mentre dall' una parte con ogni studio io schivo le diligenze nel ricercare, pretendere poi dall' altra di trovar fe de; n poter io riputarnii esente da colpa , se mi diparto da quanto conviensi a una storia ; anzi de si derare, che non vengale fatto accoglimento nessuno, ~uand' io non posso con dimostrazioiii e testiino nianze efficaci confermare la verit. IX. Or Salomone , come gli fur recate le lettere del signore de' Tirj , s ne lod la prontezza e il buon animo , e nel merit appunto con quello , che esso bramava, :nlandandogli ogni anno ventimila (10) cori di frumento , e altrettanti bati d' olio; e il bato potea capire settantadue ( 1 1) sesti eri. Diedegli ancora un'eguale misura di vino. L'amicizia adunque tta Iram e Salomone si fece perci maggiore; e accor daronsi di mantenerla mai sempre. Intanto il Re impose al popolo tutto il tributo di trentamila lavora tori , co' quali condusser l' opera senza fatica per la savia partizion, che ne fece: conciossiach ne asse c:n diecimila a: t~iare per un sol mese sul monte

284 DELLE A:'fTICHITA, GIUDAICHE J,ibano ; ne' due tnesi poi che seguivano , ritornati alle case loro preudean riposo , finch di nuovo i ventimila rimanenti impiegavano il tempo gi stabilito alla loro fatica. Cos poscia avveniva che al quarto mese i primi diecimila sottentravano a quel lavoro. Il soprantendente al detto b'buto fu Adoniram. V' erano poi tra' forestieri lasciati da Davidde scttantamila carradori di pietre e d' altro materiale , e ottantamila scarpellatori. Soprantendevano loro bemila e trecento persone. Volle eziandio, che tagliassero grandi pietre pe' fondamenti del tempio , le Iua1i pulite prima e commesse sul monte le trasportassero cos lavorate in citt. Queste cose eseguite furono non da' muratori sol del paese, ma dagli artefici ancora , che mand lram. X. Di Salomone cominciamento alP erezione del tempio, compiuto gi l'anno quarto del suo regno, al mese secondo , cui i Macedoni chiamano Artemisia , . e Jar ( 1 2) gli Ebrei ( I3) , cinquecentononantadue anui dacch gli lsraeliti uscirono dell'Egitto 7 mille e vent' anni dacch Abramo dalla Mesopotamia. pass in Cananea , mille quattt-occnto e quaranta dall'universale diluvio. Dalla cteazione poi del primo uomo fino alla fabbrica che Salomone fece del tem pio volsero in tutto tremila cento e due anni ; e in (JUcJla stagione appunto ' che ad erge1 S prese iJ Tempio, correva per lram l' undecimo anno del regno suo in Tiro , tra la cui fondazione e l' innalz~ mento del Tempio tramezzarono dngenquarant' anni. Gett adunque il Re a una somma profondit i fon-

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.T.D.Ta,.:Jf!jn 7.;<, :td';t.

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LIB. VJIJ, CAP. JJ.

damenti del tempio , tutti di vivo sasso e possente a resistere al tempo ; i quali incorporati che fossero col te1Teno servire doveano di pavimento e sostegno alla fabbrica superiore , e colla sotterraBea loro fortezza reggere senza fatica al grande alzamento di sopra , e alla p1eziosit degli o1nati , che in peso non dovevano ceder punto a quant' altro avea clivi.sato si per pi magnificenza e splend01e intorno alla vastit ed altezza del tempio. :Fino alla soffitta pertanto condusse1o l'edifizio tutto di bianco marmo. E1a alto sessanta cubiti , lungo a1trettanto, e venti largo. Sopra di questo rizzossenc un altro d'egual misura; onde tutta l' altezza del Tempio montava a cubiti centoventi. Aveva la faccia rivolta a levante. Al suo vestibolo diedero venti cubiti di lunghezza , stendemlolo tanto pel lungo, quant'era largo il Tem pio: e dieci cubiti davano la sua latitudine. D'alzata poi ebbe cubiti centoventi. D'intorno al tempio condussevi in giro trenta casette ; le quali continuantisi col tutto dovevano colla loro spessezza e moltitudine circondarlo al di fuori. Quanto si all' ingresso, egli fece , che l' una lo aprisse all' altra. Ciascuna di queste case avea per lo largo cubiti venticinque , c pel' lo lungo albettanti , e venti in altezza. Addosso a queste furono fabbricate altre case, e sopra queste seconde altre ancora pari di numero e di misura , sicch tutta l'altezza di queste rispondeva appuntino a quella delle pi basse. n piano per pi alto dell' edifizio non avea fabbriche intol'no a se. Sopra di esse vi si distese una soffitta di cedro ; e ogni a.a

286

DELLB A!fTICIIITA' GIUDAICHE

avea la sua propria non continuantesi con quella delle Vlcme. Il resto poi della fabbrica era coperto da un tetto comune legato insieme con lunghe travi, che trapassavano il vivo de' muri di mezzo, i quali fortificati da questi legni rendevansi con ci pi sicuri. Il soppalco poi sottoposto alle travi era tutto messo ad intagli, e smaltato d'oro. Le pareti poi rivestite di tavolati di cedro le intonic d' oro , talch tutto il tempio scintillava per ogni parte , e dallo ~plendore dell'oro, onde da tutte le bande schizzava lume , restavano gli occhi di chi entrava abbagliati. n vivo poi della fabbrica tutta del tempio era molto artifiziosamente composto di duri marmi, con somma corrispondenza ba se e uguaglianza commessi ; on dc , chi ben le mirava, non ci scopriva opera n di martcUo, n d'altro fabbrile stromento; anzi pareva 1 che senza bisogno di ci si fossero tutti i materiali di per se adattati in quel sito naturalmente, fino a femhrare spontanea piuttosto la loro giusta distrihn ~one , che non voluta Jlecessariamente dall' arte. XI. Trov inoltre il Re con ingegno nella grosfezza del mnro la salita alle case ili .sopra; che non ave.vano la gran porta a leTante , come le case pi basse ; ma da' lor fianchi s' entrava per porte assai strette. Vestito era il tempio e dcnbo e di fuori d' assi di cedro unite l' una coll' altra da grosse ~pranghe , che vieppi forte. e robusto il rendevano. Diviso il tempio in due parti, quella pi indentro di venti cubiti volle, che fosse impenetrabile. L'altra di qu~anta cubiti la dichiaro luogo santo. Apr il

LIB. VIU. CAP. Il.

muro , che divideva l' una dall' altra , e v1 fece imposte di cedro riccal'ftente vestite d'oro e d'intagli vaghissimi. Innanzi ad esse distese portiere leggiat\ramente dipinte , e intessute di candidissimo bisso e finissimo , tinto di giacinto , in porpora (I 4) 7 e in grana. Ripose nell' impenetrabile parte del Tempio , che venti cubiti era larga e lunga altrettanto ; due Cherubini d'oro (I5) massiccio, alti ognun cinque. cubiti. Eran forniti ciascuno di due ali stendentisi cinque cubiti; ond' che non furono colloeati tla se troppo lungi 7 sicch con un' ala (I 6) toccavano la parete del Santo de' Santi posta a mehod , e coll' altra la rivolta a tramontana. Quelle poi , che rimanevano tra se congiunte , servivano di coperta all'A1ca posta infra loro. C~me questi Cherubini si fossero , non ci ha per&ona 7 che dire il sappia o idearselo. XII. Lastric eziandio i} pavimento del Tempio con lamine d' oro ; e alla porta del Tempio adatt usci d' altezza proporzionata al muro , e ftllargantisi venti cubiti , e questi pure coperse d' oro. In somma , a dir breve , non v fu parte alcuna del Tempio , n fuori n dentro 7 ove non fosse oro. A questa porta ltres appese le sue portiere 7 siccome avea fatto pi indentro colr altra : la porta per del vestibolo non -ebbe niente di questo. XIII; Dopo ci Salomone manda ad lram per un artefice da condurglisi da Tiro, nomato Chiram ( 1 7), per madre d'origiBe Neftalita; dalla quale 'trib essa era nati'Va ; e per padre , Tirio , oriundo .pet . essO'

l>ELLB Al!fTlCRITA.1 GIVDAICHB

ancora israe]ita. Questi era spertissimo in ogni me stiere ; ma in particolar modo valente in lavorar oro, argento , e bronzo. Da lui pertanto fu, arti6zio samente eseguito ci , che il. Re volle si fesse nel tempio. Di pi questo Cbi1am alz due colonne di bronzo grosse (r8) internamente quattro dita. Erano alte diciotto cubiti ; e ne avevan dodici di circonferenza (rg). In capo a ciascuna sovrappose un giglio fonduta, e tirato all'altezza di cinque cubiti; intorno al quale condotta vedevasi una reticeHa a fogliame di bronzo intrecciata in manieta, che i gigli n' eran coperti. Da .questa pendevan disposti in due file dugento granati. Tali colonne fur collocate da lui , l'una (20) al destro stipite del vestibulo, e chiamolla Jachin , l'altra al sinistro , e dissela Booz. Fuse ancora il mare di bronzo a foggia d' un emisfero. Questo vaso di bronzo fu per la sua capacit detto mare : perciocche egli era un catino avente il diametro di dieci cubiti, e la grossezza d'un palmo. Sostenevalo una spira innestata nel cuor del vaso 7 e girantesi intorno ben dieci volte. Il suo diametro era d' un cubito. Stavanle intorno dodici buoi colla faccia rivolta alle quattro piagge del mondo, tre per ciascuna , e tenevano verso la parte interiore ahbas salo il groppone , perch sovr' essi potesse reggersi l' emisfero , il quale secondo l' andar che faceva stno t,>nendosi in giro, si profondava vieppi. Era il dett{) mare capevole di duemila bati (21). XIV. Fece ancor dieci basi di bronzo da sosknere C:atiui quadraJa!olari : ciascuna di esse era lungt
4
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LIB.

VIII.

CAP. -11.

cinque cubiti, larga quattro, ed alta sei. Quest'opera lavorata parte per parte fu unita cos. V' erano quattro colonnette quadrangolari , poste agli angoli , ed aventi dall'una parte e daD'altra i lati della base congiunti a se stesse. Questi lati partivansi ognuno in tre , e ciascm:a faccia adornavala un finimento foggiato a cordone. In essi pure scolpito vedevasi da una parte un leone, da un'altra un toro , ed un'aquila. Sopra le colonnette si fece il lavoro medesimo, che sopra i lati (22). Tutta questa fattura reggevasi in alto su quattr() ruote ; le quali eran fuse, ove i mozzi e le razze avevano, presi insieme, un cubito e mezzo di diamebo. Sarehbesi altri fatto maraviglia , in vedere i cerchj esteriori deJle ruote , com'erano ben torni ti, e come congiunti ai lati della base aggiustatamente innesta vansi nelle razze : eppur cos era. Erano chiusi gli angoli superiori della base da spalle (2.3) con mani distese; sopra le quali stava piantata una spira, che a forma di tronco sosteneva il vaso appoggiantesi sulle mani, infra le quali erano collocati in cos vaga maniera un leone ed un'aquila, che a chi li vedeva , semhtavano nati in quel luogo. Correva infra loro un intaglio di palme. Questo il lavoro si fu delle dieci basi : a cui sovrappose dieci catini (24) ritondi di bronzo foggiati a pentola , ciascun de' quali capiva quaranta cogna , perciocch s' innalzava a quattro cubiti , ed altrettanto tra se ne distavano gli orli. Piant adunque questi catini sopra le dieci basi chiamate Mecherwth (~5). Cinque catini colloc nella parte sinistra del tempio, la qual
FLA.YIO tomo

II.

DELLE UITICBITA' GIVD!JCBB

rispondeva a 1ettenttione , e altrettanti alla destra verso mezzod , e rivolti a levante. Nella parte medesima pose anche il mare ; ed empitine gli uni e l'altro d'acqua , destin questo a la\arvisi mani e piedi i sacerdoti ch' enbavan nel Tempio, quando salit dovevano all' ara : i catini poi ' a purgarvi le interiora e i piedi delle vittime offerte in olocausto. XV. Fece ancora un altare di bronzo venti cubiti lungo, largo altrettanto e alto dieci per gli olocausti. Tutti altres fur di bronzo i suoi strumenti , bacini cio e calderotti , e oltre a questo forchette e raftj ed o~' altro strumento ; tutti d' un bronzo che in isplel!dore e in bellezza era simile all' oro. ll Re poi vi dispose mense in copia ' e tra r altre una grande d'oro , sopra la quale ponevansi i pani (26) di Dio; e simili a queste diecimila altt-e , lavorate per in altra forma ; sopra le quali stava il vasellamento 1 ci sono caraffe e coppe , tra cui ventimila eran d' oro , e d' argento quarantamila. Oltre a ci fece dieci (27) candellieri , siccome aveva gi comandato Mos; de'quali uno ripose nel Tempio, perch secondo la legge ardesse di giorno; e rimpetto al candelliere dal lato settentrionale del Tempro una mensa con sopravi i pani ; percioch quello fu collocato a mezzod. L' altare poi d' oro giaceva tra l' uno e l' altra. Tutte coteste cose capivano nel ~into di quaranta cubiti di qua dal velo, che separava la pi intima parte del Tempio , dove riporre dovevasi l'Arca) Allest inoltre il Re ottantarnila ampollette 1 e diecimila. carde d' oro ' e due tanti d' ar,ento :

LJB. VIII. CAP. Il.

i piatti poi d'oro , per recare sovr' essi all' alta1e il fior di farina impastato , oUantamila , e il doppio d'argento; e di coppe, entio alle quali coll'olio mestavasi il fior di farina , sessanta mila d' oro , e due cotanti d'argento. Delle misure poi di Mos (l'In cio e l'Assaron poco diverse l'una dall'altra) ventimila d' oro , e d' argento il doppio. Di pi ventimila turiboli d'oro , ne' quali portavano incenso al Tempio ; e simile cinquantamila altri incensieri , co' quali dall' altar grande recavasi il fuoco al piccolo ch'era nel Tempio. Oltre a ci miiJe vesti sacerdotali pe' sommi Pontefici , con esso ancr gli spa1lini, le robe tal ari , il razionale , e le gemme. La corona poi , ncJla quale scrisse Mbs il nome di Dio , fu una sola , e si conservata fino al d' d'oggi. Furmi le vesti sacerdotali inlessute di bisso; e le cintole ciascheduna ~i porpora , cio diecimila in tutto , e dugentomila trombe secondo il disegno ]asciatone da Mos. lnoltte dugentomila resti di bisso per Ji cautmi leviti ; e di musicali stromenti trovati pel canto de' salmi, che chiamansi arpa e saltero, procaccionne quarantamila, tutti di elettro. Queste cose tutte prepar Salomone ~ad onore di Dio con molta magnificenza e grandezza non pure senza riguardo a spesa , ma colJo splendore possibile in ci he spettava all' ornamento del Tempio , e riposele ne' tesori di Dio. xvi. Condusse d'intorno al Tempio un muro nel paesano nostro linguaggio appellato Giso (28) , e appo i Greci ep,,-~~r, che all' altezza tir di tre eu-

DELLE A.NTICUITA' GI'DDAICIIB

biti, il quale l ungi tenea dall'entrare nel Tempio la moltitudine , e a' soli sacerdoti ne apriva l'ingresso. Al di fuori di questo fabbric un Tempio di quadrangolare figwa con larghi e gran portici , i quali aprivansi in alte porte, che erano volte ciascuna ad uno de' quattro venti , e chiudevansi con imposte dorate. Quivi quanti del popplo si rendevano ragguardevoli per purezza di vive1e e per osservanza di leggi, entravano. Or pi di quello che possa dirsi a J>arole o vdersi con occhio , maraviglioso fu questo Tempio esteriore. ltJ>erciocch dopo empiute gran valli , entro a cui per l' immensa loro profon dit non poteva altri senza fatica spigner lo sguardo , salito all' altezza di cubiti quattrocento giunse a pareggiare la cima del monte , sopra .la quale e1etto fu il sagro luogo ; e per il piano esteriore a scope~to riusc alto egualmente che quello del Tempio. Indi gli fa girare dattor~o un portico doppio per istruttura, e appoggiato a colonne di marmo tutte d'un pezzo. Coprivalo una soffitta di cedro messa ad intagli. Gli uscj poi tutti quanti , che pose in questo Tempio , fwon d' argento. XVII. Compiuti adunque il re Salomone in sette anni questi lavori' e .condotti al grande e bello stato in cui erano cos le fabbriche come gli arredi del Tempio, e mosbata a evidenza la sua ricchezza non meno che la sua celerit , onde altri vedendoli crederebbe esser opera d'un' intera et quella , che attesane la grandezza fu il! cos breve tempo fornita, scrisse ai capi .e agli anziani del popolo ebreo , or--

dinando loro , che in Gerusalemme adunassero tutta la moltitudine per goder della vista del Tempio , e per trasferirvi l' Arca di Dio. Bandita adunque per tutto l' andata a Gerusalemme , al settimo mese appena vi si trovaron raccolti ; nel mese cio da'Macedoni denominato lperhereteo, e Tisri (29) da'nostri. Nel medesimo tempo cadeva la festa de' Tabernaco li, solennit appo gli Ebrei olttemodo santissima e somma. Levata adunque dal luogo suo l' Arca , e il Tabernacolo fabbricato gi da Mos e tutto il vasellamento bisognevole a offrit sagrifizj a Dio , basport~Yono ogni cosa nel Tempio. Ci vennero ancora con vittime il Re , tutto il popolo , ed i Lcviti , i quali spargevano per tutta la via libamenti con sangue di molte vittime , e una copia immensa bruciavano di profumi' talch tutto r aere intorno rimas ton e pregno recava a' pi lontani eziandio la fragranza , e dava notizia a tutti del viaggiar che faceva Iddio e trasferirsi secondo l' umana pensare al luogo test fabbricato da loro e a lui consagrato. Di fatti per quanto cantare e danzar che pur fecieno sino ad esser giunti nel Tempio , non si sentirono punto stanchi. Or questa fu la maniera , onde si basfer l' Arca. ~la quando venne il momento , che questa dovevasi trasportare nell' intima parte del Tempio, il popolo allor ritirassi, e i sacerdoti- soltanto, levatalasi sulle spalle , riposerla tra i due Cherubini, i quali intrecciate insiem l' ali ( che in tal maniera fatti fur dall' artefice) venivano a ricoprir l'Arca quasi sotto una tenda o volta. L'Arca poi non aveva entro di se ,

UB. VIII. CA. P. Il

DELLE lNTICHITl' GIVDllCH.

che due tavole di marmo , le quali setbavano scritti i dieci comandaDJepti dati da Dio sul Sinai. Il candelliel'C poi C la mensa e }'a}tar d'OrO furonO collocati nel Tempio dinanzi al Santo de' Santi in que' luoghi Jnedesimi , che occupavano fin d' allora , quando fur posli nel-- Tabernacolo ; indi offrirOllo i quotidiani sagtifizj. L'altare di bronzo fu messo in faccia al Tempio rimpetto alla porta , sicch all' aprirsi di questa, visibile riusciva ad ognuno tanto esso, quanto )e Yitti,me e la .magnificenza de' sagrifizj. fl restO poi degli a1Tedi raccolto insieme il rip()sero dcnbo al Tempio. XVIII. Acconciato i sacerdoti quanto spettava all'Arca, non cos tosto usciron di l, che un volume di nebbia non densa , n qual si leva l' inverno pregna di pioggia , ma ben temperata e distesa ugualmente si sparse ' intomo al Tempio , e tale oppose agli occhi de' sacerdoti un velo , che non vedevansi :peppur tra se; e in mente ad ognuno fece cadere il pensiero e la persuasione, ch'era nel Tempio disceso Iddio , e quivi di buon grado abitava. Or essi mentre cos pensavano seco medesimi , il re Salomone rizzato si, dappoich per ventQJ'a si trovava a sedere, yo!se il parlare a Dio , e fu tale , qual giudiJ: convenirsi all' esser divino , e atar bene a se. Perciocch , " tu , disse , o Signore abiti una casa eterna ; " che formata da ci , che t11 medesimo ti fabbri" casti , dal cielo cio , dall' aria, dalJa terra, e dal " mare , c1J,e tu da ogni parte sebbene non conte" nuto ri~wpi. lo non p~tanto consacrato al tue

Lm. VJII, CAP. JJ,

nome t'innalzai questo Tempio , perch di qui of., ferendoti grate vittime spedir P?tessimo al cielo le , nostre suppliche , e fossimo costantemente persna , si, che tu se' presente, n ti se'punto allontanato , da' tuoi ; conciossiach siccome vedi e odi ogni " cosa , non lasci d' abitar neppur ora , ove a te si " conviene , anzi sei vicinissimo a tutti , e a ciascu , no , che a te per consiglio 1icona , ti trovi in , particolar modo d e notte presente " Dopo avere cos parlato con Dio , si dirizz. alla moltitudine 7 e le mise dinanzi agli occhi il potere divino e la sua provvidenza ; come cio palesato avesse a Davidde ano paru-e ogni cosa avvenire in quel modo appunto, ch'era in gran parte gia succeduto e ama succt;: dendo di mano in mano , e come Dio avesse a lui posto il nome , anzich fosse nato , e avesse innanzi tratto predetto, eome chiamat si doveva; poi 7 come egli dopo la morte del parue creato Re fabbricato gli avrebbe il Tempio ; le quali cose tutte veggendo essi secondo la predizione di lui appuntino compiute pregav;tli , che ne dessero lode a Dio , n volessero disperare di quanto era stato loro promesso di beni, quasi non si dovesse tenere la data fede ; poich bastante argomento per crederlo era loro ci che ve devano. Dopo tal parlamento tenuto al popolo, volge il Re di bel nuovo gli sguardi al Tempio ; e levata la destra mano sul popolo " l' uomo , disse , non pu coi fatti meritar Dio de'favori da lui ricevuti; " perciocch Dio , che di niente abbisogna, egli superiore a cotal ricompensa. Quello peJ:tanto , in

DELLE ANTICBITA' GIUDAICHE

, che noi , o Signore , ( la tua buona mercede ) siamo al di sopra degli altri animali, e' conviene, " che sia occupato a esaltate la tua grandezza , e , vuole il doyere che a te renda grazie di quanto e , la nostra casa , e il popolo ebreo gode presente" mente. E con che albo possiamo noi meglio o " placarti adirato, o beneyolo conservarti, che colla " voce , cui ed abbiamo dall' aria , e per questa , sappiam che di nuovo risale all'alto? Grazie adun" que io debbo con essa rendere a te primamente " pel padre mio , cui tu dall' ignobile stato in che " nacque , a tanta gloria traesti ; indi per me , a " cui attenesti fino al d d' oggi , quanto mi avevi " promesso. Ti supplico inoltre , che in avvenire mi ,. somministri , quanto pu un Dio a persone a lui ., care ~ e facci grande mai sempre la nostra casa , ., come gi protestasti a Davide mio padre di voler " fare e sua vita durante e lui morto ; che lo scettro " cio non si dipartirebbe da noi , e che nella sua " schiatta per successione infinita discenderebbe di " padte in figlio. Queste cose pertanto deh a noi " le concedi , e i miei tutti fornisci di quella virto.de ., che ti pi cara. Dopo questo io ti supplico , " che qualche particella almen del tuo spirito scenda " ad abitare nel Tempio , onde abbiamo un argo, ~ento visibile del tuo stare quaggi con noi. Egli " vero , il confesso , che tutto il concavo ancor , del cielo e qo.anto ci ha in esso picciola abita" zione per te, non che questo Tempio qual egli , sia; ma perci solo ten prego, pereh tu lo pardi
n

Ln. vm. eu. u. , come tuo propri e il difenda da ostili attentati " mai sempre , e ne prenda pensiero , come d' un , fondo tuo proprio. Che se il popolo caduto mai " in peccato da te fosse perci punito con qualche , flagello o di sterilezza di terra , o di morbo pesti, lenziale o d'alcuno di que'malanni, onde ti vendi., chi de' tras~fessori di qualche tua legge, e per ,; tutto insieme concorresse supplichevole al Tempio , chiedendone liberazione , deh tu siccome abitante , qui dentro gli ascolta , ed ahhine compassione , e " li libera dalle sciagure : e questo soccorso noi " chieggio io gi per li soli Ebrei, se caduti in pec , cato; ma, quand'anche dall'ultime parti del mon" do , ondech sia , venisser persone per supplicarti , di qualche grazia , deh gli esaudisci , e rimandali , paghi; che in questa guisa apprenderan tuttiquanti, , aver tu stesso voluto, che ti s'innalzasse casa da , noi ; e noi ll()n essere per natura nimici dell' uo" mo, n veder di mal occhio le genti sbaniere, ma , aver anzi inteso , che il tuo soccorso, e il godi, mento di questi beni fosse comune ". Cos dicendo gettssi boccone al suolo , e dopo lunga adorazione rizzatosi appress all'altare le vittime; e riempiutolo d' olocausti conobbe a evidenza il piacere , onde accolse Iddio i sagrifizj ; perciocch schizz fuoco. dalr ru:ia ; il quale veggenti tutti avventatosi' verso l' altare rapnne le vittime e divorlle. A questo spettacolo tutto il popolo trasse un' argomento assai chiaro , che Dio verrebbe a porre sua stanza nel Tempio; e tutto lieto peJ: ci si prostra in terra e

DELLE .lliTJCRITA.' GlVBA.ICRE

lo adora. Il Re poi e prese a lodarlo, e invit tutto il popolo a fare altrettanto , giacch avevano omai una prova del bene , che Dio voleva lro ; e pregasserlo , che in tal maniera fossero sempre trattati da lui , e che conservasse il lor cuore lontano da ogni malvagitit, sempre amante della giustizia e religione, e osservatore fedele di quelle lew, che aveva lor date Iddio per Mos ; che in tal maniera felice farehbe l'ebrea nazione, e beata pi di quant'altre si trovino fra l' uman genere. Esortavagli inoltre ad aver per costante , che quelle vie sole , onde or si trovavano al possedimento de' ben p1'esenti , e glieli manterrebbero sempre tali, e a stato migliore , ed a maggior copia li condurrebbono ; che non conveniva gi darsi a credere, che la -piet e la giustizia valesser soltanto a riceverli , ma eziandio a mantenerli ; quando egli per l' uomo del pari un gran che , l' acquistar beni che non aveva , e il conservare i gi posseduti , -~ il non fa1 nulla , che tornar possa a lor danno. XIX. Il Re adunque dopo tenuto tal parlamento alla moltitudine , e compiuti i sacrifizj cos per se stesso come per tutti gli Ebrei scioglie la radWlanza; e le vittime, che scann, furo dodicimila vitelli (3o), e centoventimila pecore ; conciossiach allor per la prima fiata si sparse nel Tempio sangue di vittime; e quivi si diede mangiare a tutti gli Ebrei con esso le donne loro , e i figliuoli. Di pi celebr Salomone per due settimane dinanzi al Tempio con grande splendore e magni~cenza la festa chiamata de'T~her

LJJl. Vlll. CAP. Il,

299

nacoli con frequenti bauchetti , a cui egli sedette con tutto il popolo. XX. Soddisfatto con ci a ogni l01o dovere , n pi restando alla_loro piet verso Dio che bramare, licenziati dal Re mosse ognuno alla volta del1a sua casa con mille benedizioni al Re cos del1a sua provvidenza per loro , come delle grandi opere , di cui fatto avea mostra , e con voti a Dio, che volesse per lungo tempo conservar loro il re Salomone. Faceyan viaggio tutti lieti e festevoli, cantando inni a Dio; talch il piacere- sgombr lor d'intorno ogni noja , che dar poteva a ciascuno di loro il cammino verso le proprie case. Essi adunque, dopo introdotta nel Tempio l'Arca, e la grandezza ammirata e la leggiadria di questo , e 'stati partecipi de' gran sagrifizj e delle solenriit quivi fatte tornarono ognuno alle loro citt. Intanto una visione mostratasi in sogno al Re discoprigli , siccome aveva Iddio ~saudita la sua preghiera , e avrebb~ cura del Tempio, e farehbevi perpetuamente sua stanza , quando i suoi posteri, e tutta la moltitudine amasse il giusto. Ad esso poi sopattutto, sol che da'paterni esempli non deviasse , prometteva. , che leverebbe la aua persona a un altissimo grado di felicit, e che sempre la sua discendenza e la trib di Giuda regnerebbe in quelle provincie ; che se venisse a tale di pur tradire l' educazione gi avuta, e postala in dimenticauza rivolgersi ad onorar Dei strauieri , lo spianterebbe dalla radice : e non che fosse per consenare nessuno avanzo della aua stirpe , non ne lasceebbe neppure

llELLI: iNTICHITA' GltJDUCIIB 3oo impunito il popolo israelita; e per spegnerebheli c:on guerre e con cento altre disg1azie, e cacciatili fuori !li quella terra , ch' ei dato aveva a' lor padri , li condurrebbe a vivere da forestieri in isttanie contrade. Intorno poi al Tempio test fabbricato e' darebbelo in poter de' nimici, perch il mettessera a fuoco e fiamma , e il rubassero tutto ; abbattereLbe per man nemica ancor la citt , e farebJJe soggetto di gran discorsi e di molta ammirazione , per l' eccesso a cui monterebbono , le lor disgrazie fino a stupirne i vicini che le udrebbono , e a cercare curiosi il perch del tant' odio , in che sarcbbono a . Dio venuti gli Ebrei sollevati prima da lui ad onori e ricchezze , e a risaper da' rimastine in vita ( che il confesserebbono ) i loro pecc:ati , e le trasgressioni delle patrie Jor leggi. Cos trovo scritto ne' sacri libri , che a lui dormendo parl Iddio. XXI. Dopo l' erezione del Tempio fatta , coiJle abbiamo gi detto, in sett' anni, intraprese la fabbrica detta la reggia , alla quale in tredici anni appena di compimento ; perciocch in quest'opera non pose tanta attenzione , quanta nel Tempio; e per questo bench molto g.ande e di maravigliosa e straordinaria estimazion degno , col soprappi della mano , che a farlo di Iddio , per cui s' innalzava, fu nello spazio gi detto a perfezione ridotto ; dove la reggia con tutto fosse assai meno del Tempio pregevole , ba perch allestiti non furoJ_Jo cosi per tempo i materiali , e perch non della casa di Dio, ma di quella trattavasi dei regnanti, fu pi lentamente recata a

3oi fine. Venne essa per fabbricata con quello splendore , che ben convenivasi allo stato felice s del paese eb~eo s del Re. Pertanto egli necessario . di sporre la distribuzione e lo scompartimento di tutto, onde quanti s'avvengono a questa storia abbiano il come argomentarne e comprenderne la grandezza. XXII. Il palazzo era grande e bello , piantato sopra una moltitudine di colonne, cui fabbric di manieta che accoglier potesse la gente che in folla concorrerebbevi pe' giudizj e per l' amministrazione de' pubblici affari , e fosse capace delle assemblee , che ''i si farebbono per la giudicatura. Di fatto esso era lungo cento cubiti , largo cinquanta , e alto trenta , e sostenuto da quadrangolari colonne tutte di cedro ; coperto alla foggia corintia; e renduto con porte d'egual misura e con imposte di fino intaglio sicuro ad un tempo e assai elegante. Piantato nel mezzo di tutta la sua larghezza ci aveva un altro palazzo quadrangolare , trenta cubiti largo , situato rimpetto al Tempio appoggiantesi sopra grosse colonne. V edevasi in esso un trono magnifico, o ve sedendo il Re teneva ragione. A questo univasi un'altro palazzo innalzato per la regina , colle rimanenti fabbriche destinate ad intertenimento e solliev& dopo spediti gli affari , seldate tutte di tavolati di cedro. Queste erano in parte composte di pietre di dieci cubiti l'una , e le loro muraglie incrostate d' un' altra sorta di prezioso marmo e pulito , che per ornamento de' templi e per bellezza de' reali palagi si cava in terre famose per tai miniere. Le pareti. poi della
LJB. "'111. CAP. Il,

3o2

DELLE AKTICRI't.l' Oftl'.UCIIS.

reggia erano per ben tre parti intessute e abbellite da questo marmo , e nella quarta esponevasi all" ai. trui maraviglia l' ecceJlenza degli scultori; da'-quali 'Vi furono d'ogni fatta alberi e piante ombrose intagliate con tal sottigliezza fino a sembrar tremolanti , bench internamente di sasso. Il resto poi fino alla soffitta era un' intonico diisato a colori e pitture. A tutto questo aggiunse altre fabbriche di delizie , e per lunghissimi portici , che la helJe'zza accrescevano delJa reggia , e tra queste una casa. magnifica pe' desinali e conviti ripiena d'oro; ove quut' altro vasellamento si richiedeva pe' convitati , tuttD era d' oro. Ma difficile impresa ella si noverar la grnn:. dezza e variet delle stanze reali , e quante fosseto le pi alte, quante le meno e quante le sotterranee e non osservate ; e con ci la bellezza delle pi maestose , e i boschetti a vedere amenissimi , e opportunissimi per riparare i corpi umani e difenderli dalla ~tate. In somma , a dir brC'Ve , tutta , quanta fu quella vasta fabbrica , era un misto di marmo bianco , di cedro , d' oro , e d'argento. Le soffitte poi e Ie mura le volle adorne e fiorite di gemme legate in oro , alla foggia medesima ch nel Tempio di Dio. XXIII. Lavorarono ancora d'avorio un trono grandissimo , tutto a intagli , . a maniern di bibunale. A ve a sei gradini , e a ciascuno dall' una parte e dall' altra erano sovrapposti due leoni , e negli altri superiori altrettanti. Le braccia del trono foro1avanle mani in atto d' accogliere a Re : a. quale appoggiavasi

LD. VIII.

CiP~

11:

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a un mezzo giovenco mirantelo a tergo : questo eta tutto legato in <lt"O. XXIV. Or Salomone compiute entro il corso di 'fent'. anni coteste cose , clappoich molto oro e pil rugento con g:t'atl legname di cedro , e di pino gli avea pe1 tal fabbrica contribuilo il re lram , nel . merit esso pure con gran presenti , somminish,an dogli annualmente grani , e vino , e olio , di cui per lo abitare ch'egli faceva un'isola, come abbiamo gi eletto , era sempre in estremo bisogno. Oltre a questo gli fe' dnazione .d' alcune citt dela Galilea fino a venti, poste non l ungi eia Tiro ; le quali, poi ch lram ebbele scorse e considerate , siccome non . ebbene caro il dm~o , cos mand a Salomone dicen do , che quelle citt non facevangli di mestiere ; e da indi in qua quella terra fu Cahul (3 1) denominata ; la qual voce dalla favella fenicia r~cata nl nostro idioma sigrfica ci che non piace. Anelava poi il re di Tiro mandando a Salomone sofismi ed enigmi, e pregavalo eh~ glieli dichiarasse, e traesselo da que'dubbi, che vi trovava. E Salomone per l'uomo ch'egli era d'acuto intendimento e sottile, non ne lasciava pu1 uno intatto , ma superata col suo intelletto ogni difficolt , e penetratane la sigoificazione mettevala in chiaro. Di questi due Re fa me~zione ancora Meuandro , . che volt in greco d.alla fenicia favella le antiche memorie de' Tirj ; cos dicendo. " Morto Ahihalo , succedette nel regno lram suo , figlio , il quale di ciDquantatr anni che visse , ne " rep trentaquattro. Questi reud praticahile UDa

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DELLE lNTICRITA' G111D1ICIIB

, 'asta campagna , e nel tesoro di Giove l"ipose una , colonna d' oro. Di pi dopo lungo viaggio tagli " in molta copia legname dal monte chiamato Li" bano per coprir templi ; e distrutti gli antichi fab, bric quel1o d' Ercole , e quel d' Astarte. Egli fo , il primo , che ad Ercole innalz tempio nel mese , Peritio .("). Poscia fece una spedizione cont.Po gli. " Eicei , perch non pagavangli i bihnti, e recatili di , nuovo alla sua ubbidienza torn indiebo. Visse a' , suoi tempi il figliuolo minor di Ahdemone, il quale , sempre scioglieva i problemi propostigli da Salomone ., re di Gerusalemme " Ne fa parola anche Dio in tai termini. " Morto Ahibalo , re~, lram figliuolo ., di lui. Questi allarg la citt da levante e ingran, dilla. Il tempio di Giove Olimpio, ch'era lontano, , egli riempiuto con terrapieni lo spazio di mezzo , , congiunselo alla citt, e d' hbellimenti d'oro for., nllo. Salito sul Libano ne ricise legname per ere, zione di templi. Dicono , che Salomone signore di " Gerusalt>mme mandava enimmi ad Iram , e chie,, devane altri da lui: con patto; che chi non avreb, be potuto sciorli , sborserebbe all'interprete d'essi , una somma di denari : che lram vi consent ; e ,, per non avendo potuto spiegarli , ne pag ~andi . somme in ammenda; che poscia per mezzo di certo " Abdemone tirio gli sciolse , e proposene altri , cui " Salomone non avendo interpretati , pagonne in , pena molti denari '' Cos lasci scritto Dio. XXV. Ma Salomone , poich vedea, che le mura di Gerusalemme a procacciar sicurezza abbiso~avan

LJB. VIII. CAP. JI,

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di .torri e d' altre f01tificazioni ( conciossiach giudicasse all'onore della citt richiedersi ancora un forte J'cinto) e ristm dette mura, e le guem di gran torri. Fond ancora cittadi , che vau fra .le prime, e furono Eser , e Mageddo , e Gazer la terza , posta nel paese -de' Palestini, alla quale venuto gi ad oste Faraone Re dell' Egitto , dopo l' assedio presela a viva forza, e mortine tutti gli abitatori spiantolla da'fondamenti, indi ne fece dono a sua figlia sposata con Salomone. Laonde questi rifabbricolla , perch in situazione assai f01te, e in istato di dar vantaggio in caso di guerta; o di qualche rivoluzion di fortuna. Non lungi da questa ne fabbric altre due: l'una nomavasi Betorom, e l'altra diceasi BalaaL A queste ne aggiunse pi altre , le quali per l' ottima aria di che e1an fornite , per la fertilit de' prodotti , e per le polle di vive acque che le innaffiavano , alla delizia servivano mirabilmente e al diporto. Fattosi poi pi dentro al diserto, che giace di sopra alla Siria, e impadronitosene vi piant una grandissima citt , due giornate lontana dall' alta Suia , dall' Eufrate una , e dalla gran Babilonia sei per lo lungo. Or la cagione , onde a questa citt s rimota dall'altra Sil'ia abitata sieno concorse genti per popolarla, .si 1 che dove nell' altre parti pi abbasso non ci ha filo d' acqua , in questo sol lnogo se ne trovarono fonti e pozzi. Fabbricata adunque questa citt, e di fo.-.. tissime mura ricintala nominolla Tadmor, e cos fino ad ora chiamata da' Siri. Ma i Greci la dieon PalFL.I.VIO

tomo 11.

DI!LLB: Al'fTJCHJTA' GIUDA l CHI! 3o6 mira (3 ::t). Tali si furon l'opere, che di queati tempi compi Salom'\Jne. XXVI. Chi poi andasse cercando, percl1 tutti i l'e dell' Egitto da Mineo fondatore di Memfi , che ~isse molt'anni. prima del' progenitor nostro Abramo 1 sino a' giorni di Salomone , coll' intervaUo d' anni pi di mille e trecento , si appellassero Faraoni , ricevutone il nome dal Re, che regn.J dopo gli anni , che tra lui e Mineo tramezzarono , necessario ho creduto di soddisfarnelo, onde torgli di capo siffatta oscurit , e farlo chiaro del perch di tal nome. Faraone presso gli Egizj significa Re, Io penso per 1 ch' al~i nomi avessero da fanciulli , e che divenuti Re li cambiassero in quello , che. giusta il patrio linguaggio. ne dinotava il potere. Di fatti i re d' Alessandria 1 anzieh fosser tali, avean altro nome 1 saliti al trono furono denominati dal primo re Tolomei , e simile gl' Imperadori romani , bench sortito in ~ascendo altro nome , pure si chiaman esari; tratto c;on ci il lor nome dal polto e dall' onore in cui. sono 1 e lasciato quello_ in disparte 1 eh' ebbero da'genitori. Quindi io avviso , che anco~a Erodoto Alicar.. usseo nel dire che fa , trecento e trenta essere stati i re degli Egizj dopo Mineo fondatore di Mem6 , per questo ppunto non ~e palesi i nomi, pereh i chiamarono Faraoni. E in vero c~duto il regno dopo la loro morte in mn d'una donna ei n~; recita il :aome , che fu NicaUle ; chiaro argomento , che sic c:ome i Re mascltj portar potevano il nome medesi-: :rno , e la donna non lo poteva , c?s.i fu m,estiere ,

LJB. VIli. CAP. IJ,

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.:be di Ici palcsass~ quello della naacita. lo poi nelle particolari nostre scritture ho bovato, che dopo il Fruaone suocero di Salomone .non v'ebbe pi Re in Egitto , il quale prcmdesse tal nome , e che , morto lui , venne al re Salomone la donna anzidelta , la quale aveva la Signoria dell' Egitto e dell' Etiopia. :Ma di questa ragioneremo indi a poco. Intanto io ho '\'oluto toccar queste cose , perch ai vegga, che i noslri libri e que' degli Egizj nnno in molte cose d'accordo. XXVII. Salomone adunque recati alla sua ubbidienza que' Cananei , che rimasti eran liberi (ed abitavan dal monte Libano fino alla citt d' Emat) impose loro tributi , e sceglievane ogni anno parecchi a servirlo , e a far le faccende domestiche , e a lavorru la campagna. Perciocch non c' era ebreo , che servisse , n stato saria convenevole , che mentre Dio aveva posto in lor mano molte nazioni , e di quinci poteva trarsi la servit , fossero quelli condotti a tal passo. Tutti pertantQ amavano meglio di vivere sotto l' armi in campagna sopra cani e cavalli , che di servire. Ora a'Canane , che avea tratti aervi, deput cinquecento .e cinquanta aoprantcndenti,_ a' quali il Re. aveva addossata tntta la cura di loro , ond' essi dovevano loro . imporre , in qual opera o in qual faccenda adoprar ai doveasel'O. Mise il Re ezian.. dio in concio un grosso naviglio nel golfo egiziano a. un certo luogo del rosso mare detto Asiongaber (33~ Questa chiamasi. Berenice noa longi dalla eitt d'Elan, il qaal paese u)empi andati fu de'Giudei. Avvenne

DELLE ANTJCHITA1 GIUDAICR 3o8 ancora, che lram signor de' Tirj gli fece ul dono di quanto bisognavagli pel naviglio. lmperciocch gli mand piloti e molti nocchieri esperti in marineria 1 com' ei li voleva, onde insieme co' provveditori di Salomone facendo vela alla volta di quel paese , che, detto gi Ofi1, ora chiamato la terra dell' oro , ed posta nell' India , gliene riportassero oro. Di fatto raccoltone da quattrocento talenti tornarono al Re. XXVIII. In questo la donna , che allor regnava in Egitto e nell'Etiopia, Sign01a dstata di gran sapienza , e in altre cose ammirabile , 'udendo parlare della virt e del senno di Salomone , fu dal gran desiderio di veder lui e le cose , che tutto giorno si andavan dicendo de' suoi paesi , sospinta a venire a trovarlo. Perciocch volendo credere alla spe1ienza non alla fama, la qual forz' , che a fallaci opinioni si appoggi, e per si disdica, siccome quella che solo st alla voce de' relatori, pens di andarvi in persona , molto pi perch aveva in animo di far prova di sua sapienza, col metterla, che farebbe al cimento , e col pregarlo. di. sciorle ur;a dubbio , <:h e aveva in pensier di proporgli. Venne adunque in Ge .. rusalemme con moho treno, e con apparato di gran ricchezza: che si traeva dietro cammelli carichi d'oro e d' una dovizia d' aromi, e di gemme preziosissime. Ora il Re al yenirgli che fece innanzi , l' accolse assai volentieri , e siccome in tutto il resto trattolla. con gran cortesia , .cos col pensiero afferrando age~ volmnte il difficile de' proposti qnesiti , pi presto, h' altri non avrebbe pensato 1 scioglievali. ~ssa per..

LD. VIII.

C~P.

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tanto rest stordita della sapienza di Salomone vedendo , che superava ogni termine, e che la prova del fatto era maggior della fama eziando. Davale poi assaissimo maraviglia la r~ggia per la magnifica e vaga cosa , cb' eli' era non meno , che per l' ordine ond' eran distribnite le fabbriche. Ma soprattutto fu presa al vedere e il palazzo chiamato , Selva del Libano e la magnificenza delle tavole quotidiane col regio apparato e servigio, e il vestire de'paggi, e Ja grazia e maniera ' onde adempivano a lor ministero. N meno di tutto questo le vittime ch'ogni giorno offerivansi a Dio, e l' opera, che vi prestavano intorno i sacerdoti e i leviti. Avendo ogni giorno dinanzi agli occhi tai cose per lo stupo1e usciva di se medesima, n. pi potendo f1en:u:e l'impeto della mara viglia per ci che vedeva , fece palese , quanto ne restasse ammirata. .Concioasiach presentatasi a Salo mone proruppe in parole, onde protest , che il suo animo dalle cose gi . dette rimasto era sopraffatto oltremodo. " Perciocch , disse , quanto o Re vien ,, per .fama a nostra notizia , noi peniam sempre a ., crederlo. Ma per quanto spetta a que' beni, che tu u possedi in te stesso, vo' dir la sapienza e il senno, ., e che il tuo egu.o ti somministra, non fu gi men'' zognera la fama, che a noi ne venne, ma veritiera ., di tanto , che nel descriverei la tua felicit disse ., molto meno di quello , eh' or veggo cogli occhi ., miei ; cb' ella solo studiavasi di persuadere e di muovere i nostri orecchi , n non poteva ella gi , la grandezza delle cose l'appresentarcela cos al

310 DZLLE llliTJCHITA' GJUDliCH't , vivo 1 com' ora fa l' occhio con tutte le loro cir " costanze. Io adunque , che a quante cose venivan , mi rifel'ite , attesaue la moltitudine e stravaganza non dava n anche f-ede , or conosco che sono , maggior d'assai: e beato io chiamo il popolo ebreo, , e i tuoi servi, ed amici, i quali stanno ogni gior" no ad udire la tua sapienza. Benedetto sia Dio , , cbe am di tanto questo paese e i suoi abitatori, ., che te ne fece Sign01e " Mostrato adunque ch'ell' ebbe aD~Cora a parole i sentimenti, che in cuore le avea fatti nascere la persona del Re , eziandio con presenti fe chiare le disposizioni dell'animo suo: per ciocch gli fe' dono di venti talenti d' oro , e d'una quantit senza fine d' aromi , -e di gemme preziosissim. Dicesi ancora , che la pianta di balsamo , che a questi giorni eziandio fa nel nostro paese , riconoscer si debba per un regalo' di questa donna ("). Salomone altres per suA parle le fece grandiregali; e singolartnente di quelle cose, ch'essa avea scelte l secondo il suo genio ; conciossiach non ci avesse nulla , che domandan(lolo non l' ottenesse ; anzi egli pi pronto in appagare le sue domande , che non ella in farle , mostr, in quanto le diede spontaneamente, grande generosit. Or la regina degli Egiziani e dell'Etiopia, avuto quanto abbiam detto, e ~;icam biatone co' suoi presenti il Re fe' ritorno al suo regno. XXIX. Intorno a questo tempo , recate essendosi dalla teiTa dell' oro pietre preziose , e legname (li picea (34), di questo servissi a farne sostegni al Tem pio e alla reggia , ed a lavorarne musicali stroment..

LlB. Vllt. CiP.. JI.

3u

di cetere , ed arpe , con che i Leviti lodasser Dio. Le merci portate in quel tempo e in copia e in pregi avanzarono , quante furonne mai condotte in altra stagione. N vi sia chi pensi , che il nominato legno di picca si rassomigli a queJlo , che ora si spaccia per tale , e che acquista siffatta denominazione da'venditori per abbagliar chi lo compera. Perciocch quello al colore somiglia il legno del fico ; se non che pi bianco e lucente. Io dico questo , perch ho creduto opportuna cosa e con'\'enevole ( giacch in grazia del Re ne abbiam fatto parola) manifestarlo , onde alcun non ignori la differenza,. e le qualit della vera picca. Quanto poi all'pro venutogli sulle navi, ei montava a talenti secento sessanta sei, non rinchiusovi n il comperato da' trafficanti, n quanto gliene mandarono in dono i Signori e i Re dell'Arabia. Fuse l'oro per farne ducento targhe, che contrappesavano ognuna secento sicli. Fece ancora trecento rotelle equivalenti ciascuna a be min~ d'oro. Tutte quest' armi portolle e le appese dentro i] palazzo chiamato Selva del Libano. Olbe a questo provvide per la tavola bicchieri , d'oro e di piette preziose arti6ziosamente , come ragion voleva, lavorati, e simile fece dell' altro vasellamento, che tutto senza risparmio -volle che fosse d'oro. Perciocch non ci avva pi nulla , per cni vendere o comperare altri desse argento ; ch'erano molti i na vigli posti dai.Re nel mare detto di Tarsi, co'quali ordinava , che alle pi rimote nazioni recassePsi d'o p.i fatta mercatanze ) dalla cui ventlita ritraeva il
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DELLE .lNTICHIT.l' GIUD.liCBE

Re oro e argento , e avorio in gran copia , e schiavi Etiopi , e scimie, Tutta la navigazione tra l' aDdata e il ritorno compievasi in tre anni. XXX. Intanto era corsa per tutti i paesi d'intorno una fama assai strepitosa , che aveva le virt divulgate e la sapienza di Salomone a tal segno , che i Re d'ogni parte del mondo bramavano di venirgli dinanzi (parendo loro incredibile, pech troppo grande, quanto dicevasi) e di mostrare con sontuosi presenti il lor animo verso di lui. Pertanto mandavangli 'Vasi d'oro e d'argento, e vesti di porpora, e molte spezie d'aromi, e cavalli e cocchi, e di muli da carico (ruanti in nerbo e in bellezza speravasi , che gradirehbono agli occhi del Re, onde ai cocchi ai cavalli , che prima aveva , aggiunti quelli che Curongli regalati , rendettero il nume1o de' suoi cocchi maggiore di quattrocento ( pe1ciocch questi prima eran mille) , e quel dc' cavalli di ben duemila , che prima erano ventimila. Questi tenevansi in esercizio, perch fosser begli e veloci , e con esitp s felice, che i pi ben fatti e pi snelli che altrove ci fossero , non si potevano pa..agonare con questi , ma ed erano i pi belli di tutti a vedere, e nel corso non ammettevan confronto. Vi aggiugnevano leggiadra i cavalcatori , giovent fioritissima , e di assai belle maniere , e di appariscente statura , onde si distinguevano molti dagli alni, con lunga chioma ondeggiante lor sulle spalle , e vestiti .di porpora tiria. Spargevan la chioma ogni giorno di sottilissima raschiatura d' oro 1 onde per lo fulgore di qu~sto per-

J.IB, VlJI, CAl'. JJ,

cosso d;ll sole e riverberante scintillassC}r le loro teste. Con que&ti d' intorno a se ben armati. e fomiti di frecce soleva il Re montatq in c~ozza, e vestito d' un bianco manto sul fa.r del giorno uscir di palazzo. A due scheni (35) da Gerusalemme era una villa chiamata Etam, luogo fertile insieme. e delizioso per fonti d'acque scorrevoli e per giardini. A questo luogo egli usciva per suo diporto. XXXI. Ora sic,cme per ogni incontro egli aveva un provvedimento e pensiero tutto divino, ed amava squisitamente la politczza , cos non pose in dimenticanza neppur. le shade, ma q\lelle d' infra esse , che a Gerusalemme portavano capitale del ~:egno , Jastricolle di pietra nera , onde e pi agevoli fos,sero a' passeggieri , e chiruo mostrassero , quanto ricco fosse il paese , e ben governato. :Part poscja i coc-chi e distribuilli di guisa , che ogni citt ne avesse un nume1o determinato , e presso di se ne . ritenne alcuni pochi. Le predette citt da lui furo chiamate Citt dei cocchi. Tanta poi fu la copia , a cui fece il Re che salisse in Gerusalemme J' argeu~o, che andava del pari coi sassi; e tanta abbondanza inhodusse nella Giudea di cemo, di cui prima non eravi pure un ramo , che la moltitudine . pareggiava dei sicomori.. Fece inoltre acco\'do co' mercatauti Egiziani, di sbqrsar loro per '?gni cocchio, che gli con-' ducessero con due cavalli, sec~nlo dramme d' argento , ed egli poi li mandava ai Re della Silia , e a quelli che abitavano di l dall'Eufrate. ~1. Ma 1 bendl divenuto egli tra quanti Re ci

3r4

DELLE .ll'fTICBITA' 81UJUICBE

1iYevano, il pi famoso e il pi caro a Dio, in senna e in ricchezze avanzasse chiunque prima di lui signoreggi nelle terre ebree, pure :non vi si mantenne fino alla motte , poich trascurata l' osserv:mza delle leggi pateme fece una fine tutto dissomigliante da ci , che sopra abbiam detto di lui. Couciossiach~ impazzito dietro le donne , e diYennto stemperatamente carnale , non delle sue paesane fu pago soltanto , ma trapassate le leggi di Mos , che net di sposare. straniere , ne men molte d' altre nazioni , Sidonie cio e Tirie , Ammonite , e ldumce , e cominci a onorare i lor Dei , per condiseendere alle sue donne e all' amore , che aveva per esse. Questa cosa medesima tu te1nnta dal legislatore , il quale per disdisse le nozze con donne d' altri paesi , peflo ch impacciati in usanze straniere non abbandonassero le paterne, e, ttascurato l'onme dovuto al ptoprio , non venerassero i lo1'0 Dei. Ma queste cose dimentic Salomone katto di senno da nn cieco piacere. Sposate pe1tanto settecento donne nate da Principi e gran Signori , e trecento concubine, e oltre a queste la figlia ancora del re dell'Egitto , si di bentosto lor vinto , fino a imitarne le costumanze ; e trovossi cosbetto per dare una prova del suo buoa animo e amore per esse di vivere nella maniera, che a quelle era propria. In progresso di tempo crescendo in et, e smarrendo cogli anni it vigor delta mente, che non ricorda vagli piil la maniera di vivere del paese , andava ognor pi dimenticando il suo Dio, e proseguiva a venerar quelli' dte gli: ayean condotti

LJll, VIli. C.1P. Jl,

d' altronde le forestiere sue nozze. Sebbene anche


prima di questo err e usc di strada nell' osservan za legale , quando al piedestallo del mare appose le effigie de' buoi di bronw , e quelle de' leoni. al pro~ prio. suo trono : conciossiach tali cose non erano c.oncedute. E contutto il be1lissimo esempio e dome s tico , cui presentavagli la virt e la gloria del padre , a lui in premio della religion verso Dio lasciata , e, che peggio , dopo essergli due fate in sogno comparso Iddio e averlo esortato a pur imitare suo pa~ dre , ei no l fece , e mor srnza nome. XXXIII. Venne adunque da lui un Profeta mandato da Dio , e dettogli , che non ignorava n egli i suoi falli , lo minacci , che non godra gran tempo di quanto andan facendo., ma bench non -sarebbe in sua vita privato del regno merc la parola data da Dio a Davidde suo padre , di Jargli lui successore ; pure, lui morto, toccherebbe questo sinistro all' istes so suo 6glio, dal quale non ribellerebbe per tutto il popolo , ma sole dieci Trib , che darebbe a un servo di. lui, )asciatene due al nipote di Davidde in grazia e di lui medesimo , perch am Dio , e della citt di Gerusalemme, ove a Dio piacque d'avere Tempio. Udito ci Salomone, n'ebbe dolore, e rest a dismisura confuso veggendo , che tutte quelle pro-aperit , ond' era amm.ivabile , gii cominciavano a pi.. gliar trista piega. XXXIV. N and~ guari tempo, dacch il Profeta predisse~li l'avvenire, e Dio gli attizz tosto incontra u1;1 inimico chiamato Adad, della cuj nimicizia questa

DELLE .A.NTICBIT.A.' GIUDAICHE

fu la ragione. Fanciullo era questi di nazione idu.:. meo , e della stirpe reale. Ora quando Gioabho generai di Davidde soggiog l" Idumea e p~r sei tnesi continui mise a morte quanti v'erano adulti e in. essere da portar l' armi , egli sottrattosi colla fu.ga I-icover presso di Faraone re dell'Egitto: il quale Io accolse cortesemente , e gli di casa e terra per sostentare la vita ; e come fu cresciuto in et, atnollo assaissimo fino a dargli in isposa la sorella deJla sua moglie che si nominava Tafina (36), donde il figliuolo che nacquegli fu con qu.elli del Re allevato. Udita adunque in Egitto la morte di Davidde e di Gioahbo , venne dinanzi al Re e pregollo , che gli piacesse, ch' ei ritornasse alla patria. Rispondendogli Fal'aone , pei' qual suo bisogno , o per quale aggravio niai ricevuto , fosse tanto voglioso d' abbandonarlo , egli importunavalo gaglirdamente e lo supplicava; ma non ne ebbe licenza. Alla fine intorno a quel tempo 7 in che cominciavano a piegar male le cose per Salomone ' colpa delle anzidette sue iniquit' e del til'arsi , che perci fece addosso l' ira di Dio , Adad 7 permettendolo Iddio a Faraone, venne nell'ldumea; e . non potendola ribellare a Salomone, perciocch difendevanla molte guemigioni , e per non era libero n sicwo il tentar novit , levatosi di la pass nella Siria. Q'!livi- unitosi con cert~ uomo chi~ato Razon 1 il quale fuggito dal re di Soha Aderezer suo Signore 7 andava rubando il paese, ed entrato nell'amicizia di lui , che aveva d' intorno a se un buon corpo di predatori , si fa pi forte : e ocqupata quella par\Q

"LJB. VIII. CAP. JJ.

di Siria n' fatto re ; donde correndo le terre degJl Israeliti mettevale a guasto e rubavale , vivente ancor Salomone. E tanto convenne agli Ebrei di soffrire da Adad. XXXV. Tese insidie a Salomone un terriere 'eziandio appellato Geroboamo figliuol di Nabat secondo la predizione gi fatta a lui stesso , fidatosi nelle novit che correvano. Perciocch alla morte del padre rimasto fanciullo , e allevato dalla madre , poich Salomone il ,conobbe uomo d' indole generosa ed ardita , il fece soprantendente alla fabbrica delle mura , quando ricinse Gerusalem~e. E in guisa provvide a quell' opera , che il Re commendollo, e gliene di in premio il generalato della trib di Giuseppe (). Ora uscendo Geroboamo circa tal tempo di Gerosa lemme si avvenne a un profeta , nativo di Silo, appellato Achia, il quale chiamatol per nome il trasse un tantino fuor de~la strada , e il fece piegar verso il campo, dove non compariva persona. Qui vi squarciato in dodici brani il manto, ch'esso portava indosso , ordin a Geroboamo, che ne pigliasse dieci, prenunziandogli , che Dio voleva cos , e che squarciato il regno di Salomone , al figliuolo di questo :p1erc la promessa da lui fatta a Davidde concedeva una sola Trib colla sua vicina , e le dieci a lui , perch Salomone lo aveva offeso, ed erasi sacrificato tutto alle donne e a' loro Dei. " Veduto adunque , il perch del rimuovere che fa Dio il suo cuore , da Salomone , sii giusto ed osserva le leggi , che " della piet e religione. verso Dio ti vien posto in-

318

DELLE .A.l'fTJCBJT.A.' GJVD.A.JCBE

, nanzi il premio maggior di tutti, qual il divenir. , cos g!amle , come sai essere stato Davidde " 'XXXVI. Imbaldanzito dal parlar del p1ofeta Ge-roboamo, giovine caldo di sua natura, e desidergso di grandi imprese , non istette pi in ozio, ma giunto nel luogo del suo governo , e f.sso ognor colla mente nelle predizioni di Achia, iucontanente ingegnassi di tJ.arre il popolo a ribellarsi da Salomone , e cangiando signo1e a far lui P1incipe. Scopertene Salomone le intenzioni e le ttame cercava d'averlo nelle sue mani per dargli morte , ma prevenutolo Geroboamo ricovera presso Sesac re rlell' Egitto ~ dove fermatosi sino alla morte di Salomone ebbe il vantaggio e di nn avere da lui gastigo , e d' easersi conservato pel regno.
CAPITOLO

III.

Salomone muore;. e il popolo ribellatosi da Roboamo figliuolo di lui dichiara Geroboamo re di t"eci.

Trib.
I. Salomone alla fine dopo ottant'anni (4 ) di regno, e novautaquattro di vita sen muore , e vien seppellito in Gerusalemme: uomo che avria vantaggiati tutti i Re e in felicit e in ricchezze e in senno, se dalle donne aggirato non i foue ornai vecchie. fatto reo di gran colpe; della qual cosa e de' mali indi avvenuti agli Ebrei parmi d' avere altrove parlato a},. bastanza. Passato adwurue Salomone di vita , e su.,..

LJB, 'Ylll. CAP. Jll,

cedutogli Roboamo suo figlio natogli di donna Ammonite , che Naama si chiamava, i capi de' malcontenti senza dimora mandaronQ per Geroboamo che era in Egitto. Giunto appo loro in Sichem , ecco trovarvisi ancor Roboamo; perciocch a lui piacque, che col radunatisi gl' lsraeliti lo prdclamassero Re. V enutigli adunque innanzi i capi del popolo , e Ge roboamo con essi gli domandarono in grazia , che fossero alleggiati un tantino dalla servit che oppri. mevali , e li trattasse pi dolcemente , (:he gi non fece suo padre: imperciocch aver essi sotto di quello portato un giogo pesante assai ; cos egli obblighe.. rebhe alla sua persona vie maggiormente i loro ani mi , ed essi amercbbono la Jor soggezione pi. per la sua mnsuetudine che .non per timore. II. Or egli col dir , che fece che indi a tre giorni darebbe risposta intorno a quanto chiedevano , fece tosto entrar loro in capo sospetti, perch senz' in dugio non aveva appagati i loro desiderj , portando essi opinione , un'animo buono e cortese soler cond,iscendere facilmente , e vieppi in un giovine : con tutto ci parve lmo, che il suo consigliarsi, dappoicb non avea rigettate l,e 101'0 richieste , fosse qualche argomento. da sperar bene. Chiamati adunque il Re gli amici paterni , andava &eco loro considerando, quale risposta gli convenisse di fare al popolo. Ed essi , come ragion volea , che facessero persone amiche ed esperte . dell'indole d' una moltitudine , gli eugserivano che usasse col popolo cortesia e affabi lit maggiore ~zi~dio , he non richi~:~deva la maes~

DELLE ANTfCHJTA' GfVDAICBB

d'un regnante; che in tal maniera cattiverebbeli nella sua benivoglienza, amando naturalmente i sudditi la dolcezza e pressoeh l' uguaglianza nei Re. Ma un parer cosl buono ed utile per avventuta in ogni occorrenza , ma singolarmente nel caso di dover essere fatto Re , egli non l' approv , facendogli , credo , Iddio dispiacere ci , che tornavagli a bene. Per fatti venire a se i giovanotti , che furono seco allevati , e scoperto loro l' avviso dei vecchi , gli astrinse a dire, che mai dovesse egli fare. Questi, ( perciocch n l' et giovanile , n Dio permettea che pensassero niente di bene ) esortru.onlo a rispondere al popolo , che il suo dito mignolo era pi grosso del busto del padre , e se da questo trattati furono duramente 1 molta maggior durezza bovata avrebbono in lui , e se quegli. battuti gli avea con isferze , si. aspettassero da lui scorpioni. Piaciuti al Re questi detti ' e sembratigli onvenirsi alla dignit del reale suo stato , come al terzo d si fu il popolo radunato per la risposta, menbe erano tutti sospesi , e stavano in grande aspettazione di ci , che direbbe il Re , questi. non curata l' opinion de' pi vecchi. rispose loro , come suggerito gli avevano i giovinastri. Queste cose intravvennero giusta il volere di Dio , perch si compiesse la predizione d' Acbia. A tal parlare , quasi da una spada colpiti , e dolenti oltremodo , eme se in fatti provassero gi il compimento di fai minacce , alzarono concordemente la voce protestando , che da intli in qu non avrehbono pi che fare con Davidde n co' suoi . discen-

m.

LIB. VIU. CiP. JU.

denti ; e aggiugnendo , che a lui lascerehbono il solo Tempio , che aveva innalzato suo padre , lo mi:Oaceiarono di 1-ibellione. E tanto inasprirono , e mantennero caldo lo sdegno , che avendo il Re spedito Aduram soprantendente a' tributi , perch dimenti.o cando il gi detto , se per ventwa. r et giovanile gli aveva tratto di bocca qualche prqposizione troppo avanzata o molesta per loro , si aminansassero , neppur sostennero di veJerlo , ma sotto una tt>mpesta di sassi l' uccisero. Ved.endo ci Roboanio e pensando , cbe ferivano s quei sassi , onde il popolo aveva ucciso il suo. servo , temette , non forse gl' intravve Disse di.. fatto qualche sinistro; e di presente montato in carrozza fuggissene verso Gerusalerilme : e allora. la trib di Giuda e quella (li Beniamino lo acclatnan Re. Ma il .resto del popolo un da quel d ribellando dai posteri _di . Da-vidde diede il governo di tutto a Geroboamo. IV. Roboamo intanto figliuolo di Salomone , adunate a padamento le due Trib , che gli si tenner fedeli , ed arrolatene cento ottanuUn.ila scelte persone ai mise in concio d' uscire contra Geroboamo ed il poplo per isforzarlo coll' armi all' ubbidienza. Ma. Dio per mezzo d' un profeta il distolse da quella spedizione , dicendo questi , non esser giusto far guerra co' nazionali, e molto pi ftSendo seguita: la ribellione del popolo per disposizione di Dio; laonde egli non usci in campo. Or io sporr.primamente le geste di . Geroboamo re degl' lsraeliti , indi subito nan-tremo quelle di Roboamo r delle due Trib ;
FLJVIo,
(l!lmo

11.

21

DELLE .li!I'TJCBITA.7 GIVDAICHE

che in tal guisa si provveder sempre al buon ordine della storia. V. Geroboamo adunque , fabbricatasi reggia in Sichem, fece quivi sua stanza; e alzonne un'.altra nella citt di Fanuel. Indi a non molto dovendosi celebrare la festa de' Tabernacoli, pens seco stesso, che s' ei consentiva al popolo di passare in Gerusalemme per adorar Dio e qui vi goder della festa, pentito per avventura e ivescaio dallo splendore del Tempio e dal servigio, che in esso pte.stavasi a Dio, abbandonerebbe la sua persona e farebbe ritorno all' antico suo Re , e in tal caso correrebbe egli risico d~lla vita, per ebbe ricorso a questo spediente. Fece due vitelle d'oro , e fabbricati altres due tempietti , uno nella citt di Betel , l' altro in Dan ; che posta alle fonti del piccol Giordano , ripone in ambedue i tempietti delle anzidette citt le vitelle ; e adunate le dieci T1ib , di cui egli era Principe ' parl pubblicamente in tal forma. " O miei nazio, nali , a me giova di credere che voi sappiate , in " ogni luogo trovarsi Iddio , n v' essere parte (37) " detern1inata, ove inchi.uso sia Dio, ma dappertutto " ascoltare egli e mirare i suoi servi : laonde a me ora non pare dovervi astrignere, che n'andiate in " Gerusalemme citt di. nimici , e imprendiate s " lungo cammino per adorar Dio. Perciocch final, mente chi fabbric col il Tempio , fu un uomo ; ed io pure ho fatte due vitelle d' oro , che il nome " portan cp. Dio , ed una ne ho consecrata in Betel , , l' altra in Dan , onde ognuno di voi , secondoch

Lm. vnr. CAP. 111;

, trovasi pi dappresao alle dette 'citt, qmn venga e adori Iddio. Creerovvi alttes sacerdoti e leviti ,, tratti da voi medesimi , perch non abbiate hiso" gno della b.ih Levitica, n de'figliuoli d'A,ronne; , onde quegli tra voi che vuoi essere sacerdote , ., rechi un vitello e un montone a Dio ; come di , cono, che gi facesse il primo Pontefice Aronne .. ; Con questo dire aggir il popolo , e staccatili dalla religione de' padri loro li fe' trasgredire le leggi. F~ questa l' origine per gli Ebrei de' loro mali e dell'es aere dopo le. pe:rdite fatte in guerra caduti in man.p di genti strniere. Ma tali cose saranno per noi spie 1ate a 'SUO luogo. VI. Venuta adunque nel settimo mese la festa ; volendo Geroboamo celebrarla pur esso in Betel , come le due Trib celebravanla in Gerusalemme , erge un' ara innanzi alla \'itella ; e fattosi egli medesimo: sommo Pontefice sale co' suoi sacerdoti all' al.o~ tare ; e mentre stan per sovrapporvi le vittime e gli olocausti veggente il popolo tutt , ecco presentarglisi da Ge1usalemme un profeta , che ave a nome Jadon (38) mandato da Dio. Questi postosi in mezz alla moltitudine , e udito dal 1\e , parl in tal ma niera , volgendo i suoi detti all' altare " Iddio p:re " dice dover dalla stirpe di Davidde uscir cert' uo" mo nomato Giosa ,. il quale sopra di te scanner~ " i falsi tuoi sacerdoti, che di .Pel tempo vivranno; ,. e le_ ossa di questi seducitori del popolo ed 'im.a " postori e rihaldi le ridurr in cenere sopra' di te! Perch adunque costoro conducansi a credere ~ clu'
n

DELLE .l:NTICRITA.7 GIVD.lJCIIE

, la cos andr di tal guisa , io ne do loro innanzi , tratto un segno che avverr. Romperassi l'altare , improvviso , e tutto il g~:asso , che sar ivi sopra, , spargerassi per terra ". A cosiffatto parlar del Profeta adirato Gerobo~o stese la mano ordinandos che fosse arrestato; ma Ja mano distesa tantosto as ~ sider, n pi ebbe egli forza di trarla a se, ma in quell' atto di sospensione la tenne ratttta e mortagli indosso. S' infranse _ancora l' altare e gi rove sciossi , quant' eravi sopra , come predisse il. Profeta. Ora Geroboamo fatto capace , che l' uomo diceva il vero , e che aveva un antivedimento divino, pregollo che supplicaase al suo Dio ; che rendere gli volesse viva la destra ; ed egli supplic a Dio per tal grazia. Lieto egli pertanto del ritornargli che fece al primo suo stato la destra , invit a mangiar seco il Profeta. Ma Jadon. rispose, non voler egli n entrare in sna casa , n gustare in quella citt pane od acqua ; per cioccb averglielo Dio vietato, ed aggiunto, che per la via onde venne non facesse ritorno , ma ritrovastene un'altra. Quindi il Re ammir il savio contenersi dell' uomo ; ma gli entr gran timore per lo sospetto, che dalle cose gi dette .gli venne., non forse le cose sue fossero per piegar poco bene. VII. V'era in citt un falso profeta, tristo uomo 1 ma da Ge1oboamo tenuto in istima, perch ingan nato da lui , che parlavagli per piacergli. Costui in quel tempo giacevasi in letto per la fiacchezza prodottagli dalla veccbiaja. Ora avendogli raccontato i 1uoi figli il caso del Profebl col comparso da Geo
'

LIB. Vlll. CAP. III.

rusalemme , e come Geroboamo , rattrattaglisi una mano , al pregare che quegli fece di nuovo Iddio , riebbela viva e sana, costui temendo, che il fore4 atiere non fosse pi innanzi di lui appo il Re , e non ne avesse pi grandi onori , impose a' figliuoli, che gli allestissero di presente il giumento , e glielo mettessero in concio per far viaggio. Essi adempierono con ogni celerit i suoi ordini , ed egli montato in sell~ tenne dietro al Profeta ; e l'aggiuotolo , che riposava sotto un' assai grande , ramoruta , eJ ombrosa quercia, primierameote lo salut; indi si dolse a lui , perch entrato non fosse io sua casa , e non ne vesse degnate le ospitali accoglienze ; al che avendo egli 1isposto , che gli era stato disdetto da Dio il gustar nulla presso qualsifosse abitante io quella citt ; " nia non in mia casa 1 soggiunse l' a}.. " tro , t'ha proibito Iddio assolutamente , che ti sia , messo tavola ; che ancor io son Profeta , e quel, l'onore medesimo che tu presti a lui , glielo presto , pur io ; eJ ora appunto ne vengo mandato da lui , per co~urti a mangiare p~esso di me " Egli adunque dando fede alle ingannevoli sue parole torn indietl'O ; e mentre pranzavano ancora , e si solazza. vano lietamente , cd ecco apparir Dio a Jadon (3g); e dirgli , che deve portar la pena degli ordini suoi trasgrediti ; e qual sar , glielo mostra , dicendo , ehe mentre troverassi tr-a via , gli ven incontro un leone , da cui sar morto , e rimarr quinci privo della sepoltura ne' patrii avelli. Questo avvenne , credo io , per divina disposizione , pereh (4o) Ge_..

3:a6

DELLE .t.NTICDITA' GIUDAICHE

roboamo non desse credenza a' detti di Jadon_, siccome reo di menzogna. Mentre adunque tornava Jadon di nuovo in Gerwalemme , scontra un leone 1 il quale tiratolo gi dal giumento lo uccide; alla .bestia per non fece niun danno : anzi accovacciatolesi accanto guardava lei ad un tempo e il cadavere del l>rofeta , finch alcuni viandanti , avvisata la cosa , venne1o ad informarne il falso profeta ; il quale pe'suoi figliuoli, che vi mand, lo fe' trasportare in citt , e onoratolo di sontuosi funerali CODland a' suoi figliuoli , che quando fosse morto , lo seppellissero presso di lui; dicendo' che quanto ei avea profetato contro quella citt e l' altare, e i sacerdoti, e i falsi profeti , tutto era vero : egli poi morto che osse , dal confondersi insieme le o.ssa d'entrambi 1 non ne patirebbe alcun danno. VIII. Sepolto adunq,ue il Profeta , e dati a' suoi figli questi ordini , il malvagio ed empio uomo che ~gli era , p1esentasi a Geroboamo , e " a che mai 1 ., disse , ti sei sconvolto al padare di quel forsenna., to? ,, E com.e il Re gli ebbe partitamente narrat() il fatto dell' ara e della sua man ' chiamandolo veramente dhino _ed ottimo Profeta , s cominci egli a torgli maliziosamente di capo quest' opinione , e n l.endosi intorno alle cose.; avvenute di . colorati arg~ menti ingegnavasi di appannarne la verit. Quindi egli si studia di dargli a credere, che la mano gl'in~ torpid per la sola fatica durata in portare le vittime; ~he poi lasciata io riposo ricover il naturale suo ~taoo. Quau~ . pqi all'altare , .questo siccome era

LJB. VIU. CAP. UJ.

:auoTo, e oltre a ci caricato di molte vitti~e e gran.. di , oos s'infranse e cadde pel troppo peso di ci , ehe portava. Gli manifest ancora la morte, di chi aveva )>redetti questi portenti, e come fu da un leone ammazzato; tanto non ebbe niente in se stesso, n niente disse , che stesse bene a un Profeta. Cosi dicendo persuade il Re , e distoltogli totalmente il pensiero da Dio e dalle opere sante' e buone precipitollo nell' empiet ; ond' egli tanto impervers contro Dio, e si fece malvagio, che niente pi cercava ogni giorno , .che di commettere nuovi eccessi e peggiori de' trapassati. Ma di Geroboamo basti per ora il detto sin qui. IX. Or Roboamo figliuolo di Salomone, il Re delle . due Trib , come ab:biam gi . notato , fabbric le grandi e forti citt di Betlemme, d'Etam, di Tecue, di Betsur, e Soco, e Odollam, e lpan (4) , Maresa, Zif; Aduram, e Lachis, e Azeca, e Saraa , ed Aja~ lon ed Ebron; e queste prime le fabbric nelle terre di Giuda. Ne ristor altre grandi ancora in quelle di Beniamino ; e muratele intorno colloc in tutte presidi con capitani, e fornille ciascuna a dovizia di frumento, di vino, e .d'olio e di quant' altro si richiede per vivere , e oltre a ci d' aste e scudi a 'migliaja. Vennero intanto a Gerusalemme da tutto il paese israelitico , e si sottomisero a lui Sacerdoti, e Levi ti~ e quant' altre persone ci avea buone e giuste , che le proprie citt abbandonarono per ser-vir Dio in Geru.. salemme : conciossiach sofferissero di mal cuore il iovere adorar le vitelle formate c!a Gerob~amo; e per

DELLE j.ftTICBlTj.'\ GIVDj.JCDE

tre anni continui proseguirono d'aumentare il regno di Roboamo. Or egH sposata una sua congiunta e antine tre figliuoli tolse poi anche la ~glia di Ta mar (41l) figliuola d'Assalonne , che avea nome Maaca; donde gli nasce un maschio , a cui pose nome Abia. Pi altri figliuoli ebbe eziandio da altre mogli ; ma sovra tutte amava Maaca. Conciossiach di donne a lui legittimamente accoppiate n' ebbe diciotto , e di concW.ine ~renta (43). Quindi gli nacquero ventotto fi-gli , e figlie sessanta. Destin sncessore al suo rego~ Abia figliuolo di Maa~ ; e a lui affid i te10ri e le citt meglio f()r~ficate. X. Cagione, cred' io, spesse volte di mali e d' iiJi. 'f\t tiesce aJl' uomo la prosperevol fortuna., e a pass&'e che fan le sue cose a stato migliore. Percioch Robollmo veggendo ingrandito cos il suo regno ~i volse all' empiet e ingiustizia , n pi si cur del servigio di Dio , fino a rendersi delle tristizie di lui il suggetto popolo imitatore: che i costumi de' sudditi -.an di conserto a guastarsi con que' de' regnanti; onde que])i gittando la propria modestia come un rimprovero della costoro impudenza , si danno a 1eguire i lor vizj , come se fosser virt ; non .essendo possibile ch'altri approvi le azioni de' re, s' ei medesimo non le fa. Ci stesso pertanto intravvenae a' sudditi di Roboamo , i quali, essendo lui ineligioso e malvagio, studiaronsi di non irritarlo con voler viver bene.

lU, ViU, CA.l". IV.

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p l T

o L o IV.

Come Sesac re dell' Egitto verwto . a oste a Gerus~ lemme occup la citJ, e ne port .le ricchezze &n

Egitto.
I. Ma delle offese a se fatte manda Dio un punita.. re , e fu Sesac re dell'Egitto ; into.ruo al quale aba. gliando Erodoto atbibu a Sesosbi le geste di lui. Orquesto "Sesac all' anno quinto del regno di Roboamo, Yiene sopra di lui con oste numerosissima ; peJ:ciocch lo seguivano cani miJle e dugento , uomini a cavallo sesaantamila , e a piedi quattl'ocentomila. Il pi di costoro fwono Libj ed Etiopi. Enbato adunque improvviso nell' ebree terre prende senza contrasto le citt pi. munite del regto ; e assicuratele con gnel'" nigioni , alla fine and sopra Gerusalemme. RimastG Rohoamo con esso il suo popolo chiuso in citt dalla gente di Sesac , e per voltisi a supplrcar Dio , che donasse loro vittoria e salute , piegar noi poterono. a lor favore : e il profeta Semeja lor disae , che Dio minacciava di abbandonarli , siccome ahhandonato essi avevano il suo ser"igio, All' udir questo , tostamente perdettono il cuore, e non ci veggendo pia scampo tutti si volsero a confessare , che Dio giusta mente farebbe a non curat di persone , eh' eranostate empie inverso di lui, e che avevano calpeslaq opi 'legge. Scortigli I~dio cos disposti , che riconQ .cevano i lor peceati' dille al Pl-ofuta ' chf DOD.

DELLE ANTICBITA' GIJ.ICIU: 33o distruggerebbe; li darebbe per in potere agli Egizj perch vedessero , s' era meno penoso servire agli uomini , ovvero a Dio. II. Presa adunque Sesac senza opposizion la cittade :t dacch Roboamo gli avea per timore aperte le porte, non tenne i .patti; ma rub il Tempio, e vot i tesori di Dio e del Re , portandone copia im.mensa d' argento e d' oro senza }asciarvi un filo di niente. Tolse ancor le rotelle e gli scudi d'oro, che fatti aveva il re Salomone ; non si astenne neppure dalle faretre d' oro , che Davidde tolse al re di Soha , e dedic a Dio. Dopo ci fe' ritorno al suo regno. Di questa spedizione fa ricordanza anche Erod~o d'Alicarnasso errando solo nel nome del Re , e aggiugne che and contro molt' albe naziooi , e sottomise la Siria Palestina, pigliando senza spargimento di sangue la gente che quivi abitava. Or egli chiaro , che intende qui di parlare della nostra nazione sottomessa dall'Egiziano; percocc'h dipe, che nelle terre di quelli, che si rendettero senza battaglia, lasci colonne con sopra scolpitavi una figura donnesca ; il Re poi , che gli diede senza combattimento la citt , fu il noatro Roboamo. Aggiugne, gliEtiopi avere appreso dagli Egiziani la circoncisione. " lmperciocch i. Fenicj , e i Siri Palestini affermano averla imparata dagli , Egiziani ". Ora egli evidente , che salvo noi soli non ha in Palestina Bazion sira , che si circoncida; ma di tai cose ciascuno parli , come gli pi8i:e. . ID. Ritiratosi Se~;ac nelle sue trre , il re Roboalllo , sostituiti in luogo. delle rotelle e degli scudi

33J d' oro in egual nume1o altl'i di bronzo , ne di la cura alle guardie reali ; e in luogo di .vivere tl'a' lo stl'epito delle armate e lo splendor delle lllprese regn in molta quiete e paura , nimico per irreconci.. liahile di ~robo,amo. Fin di vivere d' anni cinquantasette , de' quali regn dieciasetttl ; uomo natura!~ mente vanaglorioso e scempiato , che per non avere curati gli amici del padre perdette il regno. Fu se~ pellito in Gerusalemme nelle arche de' Re .. Gli sue~ cedette nel regno a figliuolo Ahia' al diciottesimo anno dacch Geroboamo signoregiava le. dieci T1ib. E tal fu. la fine ch'ebbero .queste cose. IV. Somiglianti avvenimenti abbiamo in riguardo l ancora di Geroboamo , e della maniera , onde. pass. di vita. Conciossiach costui non rifinava m n stancavasi d' oltraggiar Dio , ma ogni giorno anda'\la innalzando nuove are su per le altezze de' moD.ti , e creando dalla plebaglia de' sacerdoti. Ma queU~ iniquit tuttequante e b pena che meritavano , Diodoveva fra poco farle tornare in capo a lui stesso e alla sua discendenza. Caduto ia.toroo a tal tempo infermo suo figlio, che avea nominato Abia, ordin a sua moglie , che posta gi~ la ua veste , e messasi in portamento da donna privata n'andasse ad Achia profeta., ch'era uomo miracoloso in prennnziar l' avvenire.; e gi. del suo regno lo avea assai tempo innanzi avvisato. Qmmdo entrata gli fosse in c'sa , le impose , che qual forestiera lo interro!asse , se guarirebbe il fanciullo. Essa adunque giusta il voler del marito caugiati gli abiti VeJUJ.e in Silo , ove stava
LID. VIII. CAP. lV.

33~

llEI.LE .l'ITICIUT.\' GltJD!ICilE

il P1ofeta ; e quando era amai sull' entrare in casa di lui , che l_a vecchiaja avea privp degli occhi , comparsosli Iddio manifestagli l' una cosa e l' altra , l' ru.Tivo cio della mosJ.ie di Geroboamo , e la risposta c..e d& dovevale a ci , per cui era venuta. Entrata pertanto 'ptal forestiera e del vulgo in casa la donna , grid il Profeta , " vieni , o moglie di ,. Geroboamo: a che ascon<er te stessa? Non fuggi , tu certo la vista di Dio 1 il quale comparsomi e , m'ha palesato il tuo viaggio , e m' ha suggerito , ., che debba io dirti" Tornata adunque da suo marito , disse che gli par)asse in tal guisa; poich ., di meschino uomo e da nulla , che eri , io ti feci , grande, e spiccata una parte di regno daUa di, scendenza di Davidde a te la donai , e tu aW in conbo ponesti tai cose in obblo , e abbandonato il mio culto , e fabbricati Dei di metallo a quelli " facesti onore , per io pe~ mia parte metterotti " di nuovo al niente , e tutta spianter la tua stir" pe, e la far pascolo degli augelli e de' cani; im" perciocch gi da me si prepara un Re a tutto a , popolo , il quale non laseer della schiatta di Ge roboamo anima viva. Aaehe il popolo avr la sua " parte in questo gastigo , perdendo la buona terra " che or abita , e dispetgendosi ne' paesi di l dall' ., Eufaate , pereh imit le tl'istezze del Re , e adora " gli Dei da lui fatti senza cW'are i miei sacri6zj. E , tu , o don~a ; affrettati di reear queste nuove al " marito ; ma sappi , che troverai morto il figlio ; perciocch al tuo mettere piede in citt gli verr

LJQ, VUJ. CAP. IY.

333

" meno la vita. Sar seppellito , e pian~ da tatto il , popolo, e onorato del comun lutto ; che della stit'}>6 " di Geroboamo questi era il solo , che fosse buo4 " no ". Dopo tal predizione parti improvviso la donna tutbata , e per la morte dell' anzidetto figliuolo do. lente oltremodo ; laonde gemendo b'a via , e dispe randosi per la futura morte del figlio , condotta dal ano dolore a uno stato compassionevole , senti vasi in ognj parte assediata da immense disgrazie; e usando una cele1it malagurata pel .figlio , cui , quanto piil affretta'!asi, tanto -pi presto dovea veder morto, m!l aecessaria al marito , arriv finalment~ , e il figlio ; come avea detto il Profeta , trov- gi spirato , e al Re discopr ognj cosa. C AP l
T OL O

V.

Splizione di Geroboamo contra il ftgliuolo di Ro boamo , e sconfitia ; e come Baasa , sterpata la schiatta di Geroboamo , egli occup il regno.
I. Ma Geroboamo nessu& pensiero prendendosi di tai cose , fatta leva d' un gl'osso esercito usc pet far guerr contro Abia figliuolo di Roboamo succeo~ duto al padre nel regno delle due Trib ; concios.. aiach per la tenera sua et ne aveva a vii la per..: aona. Ora questi. udita la mossa di Geroboamo , non ishigottinne ; ma superan.do col senno e l' et aneor verde i e l' espettazion del nimico scelse dalle due Trib un esercito, e venne a scontrare Gerohoam~

DELLE o,Uf'!IICBITA' GIVDAICIIB

a ua .. oel'tb laogo nomato il monte Semeron.

Qui vi

posto il suo campo vM:ino a lui dava gli ordini opportuni per la battaglia. Le sue forze montavano a quat:trocentomila persone ; e quelle di Geroboamo eraao due cotanti. Ora poich l' armate furpno ben disposte da ambe le parti ai pericoli ed alle fatiche, e gia stavano. per affrontarsi, Abia salito a un luogo assai alto, e .colla man fatto cenno., s preg il popolo e Ge~ hoamo , che l'ascoltassero prima in silenzio. Tacendo tutti cot }M"ese a dire: " eh e Dio . abbia concesso a ., Davidde e a' suoi. posteri il regno per tutto il tempo ., avvenire , neppur voi lo ignorate. Maravigliomi io .; adunque, come voi ribellando contro a mio. padre n abbiate seguito Geroboamo 'suo servo, e con lui. or ,. qui siate per combattere contro chi Dio ha voluto ., sul trono , e per rapirgli di mano quel picciol re., gno, che tiene ; perocch la pi parte l'ha fino ad o;ra ingiasta~ente oacnpata Geroboamo~ Io credd "' per ch'egli non la si godr pi a lungo , ma, ren, dota ragione a. Dio del passato altres , porr . fine " alla sua nequizia, e agli oltraggi che mai non cessa , di fare a lui , col soprappi dell' aver egli condotti " a operar .similmente voi , che non offesi punto dal " padre mio , se non lnquauto. 'da' consigli .di rea " gente sedotto us nel trattare pubblicamente ter" mini discortesi , in appar.enza abbawlonaste lui per ., isdcgno , ma in rea] t distaccaste voi stessi da Dio , e dalle. sue loggi. Eppur troppo bene a voi con:" veniva-si di perdonare ad. uno, ch'era giovine ed , inesperto del pubblico , noo pur parole un po' as.

LUl. VftJ.I'CAP.' lV.'

335

" pre, ma duri fatti ezindi&-1 le mai la giovent o co~' costume ' lo avesse i.a alcuno. ., sOBpiilto , in grazia di SaloDIOne suo padre ; ., de' benefizj da lui oompartitivi ; .co~ciossiach le .. b(memerenze de' padti oovrehhono, ottenete pro dono agli errori dei figli .. Ma non v' caduto giam"" ... mai nell' animo di pensare in tal modo' n allo\' ,. al presente; arusi -venite con bo. di noi. con ar, mata s g~ande. Ora in che riponete voi )a speranz~ ., della vittoria? Forse -nelle :vitells d' OI'O e nelle , .are ianalzate l sopra i moati ,. ehe: 8()1)0 pr~ve , bens . deHa vostra .em~,n nion di religione l , Forse vi fa b~darusosi la moltitudine' in eh~ v;an ., taggiate .la .nostra gente? Ma: ~n esercito che guer-., reggia iniquamente , per eli mlt.e :<IDig1ift)a. eh' e~ ., siq. , non ha fo.na che basti al bisogno. Eh, nell ., sola giuatizia e piet verso Dio sta .riposta una ,, certa 4danza di .viacere l' ianico; la qual si trova appo noi costanti fin dapprincipio osservatori delle ., leggi, e venuatori d.l. prop1-i0 Dio , che non , manovale 1avm~ di COl'nfttibil: .matel'ia , n dal ca , pricci trovato .d': un , Re- malvagio. per ingannare ,, la moltitudine , ma . aut01:e di (44> se stesso , e " principio 1 e termine. d' ogni 00,88, li per.ch' io COn , siglio , cl1e ora . almen vi pentiate , ~ tornati a se" gno:vi rimanghiate di guerreggiare, e riconosciate , alla fine le patrie. leggi e la via , che a s grande , felicit vi condns,sf " II.. Di .tal maniera parl Ahia alla moltitudine: ma mentle ei tenea parlamento , Geroboamo di furt()

., r impel-izla '

.,. n

336

DELLE AN'l!ICDa:r&' CWD11CUE


C

mand alemsi de' auoi BOldati presi da parti dell'

Je-rcito aou ouervate a &errare alle spalle Ahia.. Chiuso egli in mezzo da' suoi nimici 7 l'esercito veramente si sgo~ent , e perdeUe il co1aggio. Ma .Abia faceva lor animo e li confortan a sperare in Dio ; dacch questi non . era rinchiuso da~li i1_1imici. Essi adunque invocato a una voce il soccorso di Dio, al segno, che colla tromba diedero i sacerdo!i., coa g-rande schiamazzo avventaronsi sopra i nimici. Di questi infranse Iddio l' arditezut e abbatt il valore 1 e l'esercito d' Ahia rendi vittorioao. Percioccb tanta strage fecero delle truppe di Gei,'Oboamo , quanta non si ricorda mai avvenuta in ne~suna gueiTa , llf tra Barbari, n tla Greci, e meritarono d'oUeneme aa Dio una mirabile e strepitosa vittoria. Di fatto essi misero a morte cinqucentomila nemiCi , e prese di forza le pi guemite citt aaccheggiaronle. Queste furoB~ Betel coiJa na proviBCie, e Jesana colla

sua.
III. Dopo tale sconfitta Geroboamo non pot pia fat nulla per tutto il tempQ , che Abia .sopravvisae ; il qunle cess di vivere poco dopo l'ottenuta viUoria , regnato avendo tre anni ; e fu. seppellito in Gerusalemme nelle arche de' padri suoi. Lasci yeotidue figliuoli , e. sedici figlie ; cui tutti gener da quattordici mogli. Fu suo successore il figlio Asa , la eui madre ebbe nome Maaoa. Regnante questo , il paese degl' Israeliti fu in. pace per anai dieci. Tali sono le cose , che a noi furono tramandate intorno ad. Ahia figliuolo di Roboamo , .che fu .di Salomone.

J.UI. VIII. c.&.. 1'.

IV. Mor ance .Geroboamo Re delle dieci Trib dopo ventidue anni di regno. Gli succede il figliuolo Nadah , velto gi il secOBdo anno del regno d' Asa. Tenne f4;liuolo di GeroboaiDQ due anni lo scettro, aimile nell' empiet e nella tristezza a. suo padre. Ora in questi due anni venuto a oste contro a Gebbeton .citt palestina' sperava di prendeda per asserlio : ma q:uivi insidiosamente tradito da un suo confidente nomato Baasa figliuol d' Aohia, mor ; e colui , morto Nadab , occup il regno , e spense affatto la stirpe di Geroboamo : nel che avvenne quanto predisse Iddio; che que' congitmti di Geroboamo i quali morreb bono in citt , sarebbero lacerati e disfatti da' cani , q:ue' , che in campagna , dagli augelli. Cos la famiglia di Geroboamo pag giustamente fio delle sue empiet e scelleratezze.

CAPITOL

VI.

Esercito degli Etiopi a Gerusalemme , regnante Asa : sono sconfitti.

I. Asa intanto regnava in Gerusalemme, uomo


ottimi costumi e timorato , che non faceva , n ' meditava cosa veruna , che non fosse conforme alla piet , e non portasse naturalmente a osservare le leggi. Riform il suo regno , tagliaadone quanto ci a~va di male , e aettan iolo da ogni immondezza. Ebbe di gente scelta ed armata di scudo ed asta dalla tlib di Giuda trecentomilll, persone , dalla
JI'L.A l'l() 1

como II.

33~

DELLE lKTICHITA' GI'UD.liCJIB

Bcniamitide dugencinquautamila tutti pavesaj e areadori. Scorsi omai dieci anni , dacch regnava , Zara signor degli Etiopi (45) venne con grande esercito sopra di lui , e avea seco DOYecentoinila fanti , centomila cavalieri e b'eeento earri. Questi spntosi colle sue fne sino a Maresa citt appartenente alla trib di Giuda scontrossi iu Asa; il quale schierato rimpetlo a lui il suo esercito iu certa valle chiamata Sefata poco lungi dalla cittA , come vennegli vista la moltitudine degli Etiopi , alz la voce , e chiesene a Dio vittoria , e il preg , che potesse ucciderne molte migliaja ; conciossiach protestava , che a md. l' altro affidato che al suo soccorso ( possente a fare i' pochi superiori dei pi , e i deboli dei valorosi) entrava in battaglia contro di Zara. A queste parole di Asa promise Iddi la vittoria ; ond' egli affronta.. tosi lietamente con loro uccise molti Etiopi innanzi gi atterriti da Dio ; e messi in fuga inseguilli 6a nelle campagne di Gerara. Quivi ristando d' uccidere si rivolgooo a rubue i paesi Jlimici ( gi avevan pigliata Gerara ) , e il lor campo , fino a portarne molt' oro ed argento, e menarne gran preda in ca~ melli, giumenti e gn:gge di bestiami. n. Asa adunque e il suo esercito' ottenuta da Dio tal vittoria e vantaggio , renderonsi in Ge1'1181llemme. Nell'ingresso in citt si fe' loro incontro tra via un profeta chiamato Azaria , che ordinato all' esercito di far alto , cominci a dire, volto a loro , t:he da Dio ottenuta: avevano tal vittoria, perch s'el'an portati da giusti e santi uomini e da esecutori

LIB. VJII. CAP. TI.

~3g

:f;deli de' divini comandi. Aggiunse che se manterranno si tali, Dio sempte li far vincitoti degl'inimici e beati nel tempo del viver loro ; dove se abbandonino la sua religione , accader loro tutto il conirario , " e verr quel tempo , quando pi non sa" ravvi tra 'l vostro popolo un veritiero profeta , n , un sacerdote che dilittamente vi parli ; ma e le . " citt rimarranno diserte , e la nazione dissiperassi " per tutta la terra, costretta a vivere da vagabonda " ed errante " Il perch consigliavali, che siccome ne avevano presentemente l' opportunit , cos fosser buoni : n a se stessi invidiare volessero la benivo glienza divina. All'udire, che fece il Re ed il popolo queste cose , gioirono , e s tutti in comune , come in particolare ciascuno ivolsero ogni loro pensiero a Dio. Quindi il Re mand in tutte le sue terre per sone , che tenessero gli occhi alle leggi. E questo ci , che intravenne in tal tempo ad Asa 1e delle due Trib. III. Or io ritorno al re dell' altro popolo israelita, Baasa uccil'orc di Nadab fglinolo di Getoboamo, e ti~nrpatore del regno. Questi menando suoi giorni in Tersa , ove ferm la sua stanza , visse regnando ventiquattr' anni ; e avanz in empiet e ribaldera Geroboamo e 'l figliuolo , onde oppresse i~ popolo assai , e oltraggi Dio ; il quale per Jeu profeta , ch' egli medesimo gli mand , prenunzigli , che di~ serterebbe tutta la sua schiatta , e con que' malanni medesimi , onde opprease la casa di Geroboamo , travaglierebbe ancor lui, perch salito, la buona

DELLE A.NTJCHITA' GIUD.A.ICUE

merc sua, al trono non gliene aveva renduto merito, governando con piet e giustizia i suoi sudditi ; le quali virt, primameute a chi n' fornito san vantaggiose, poi sono care a Dio. Egli ha imitato il niquitosissimo Geroboamo , e lui morto , ha dato iu se stesso ricovero all' iniquit ; ebbene giacch si renduto a lui somigliante , egli ~ .ben ragione , che provi una somigliante disavventura. Baasa , udito quante sciagure a lui e a tutta la discendenza sovrastavano in pena del suo malfare, non se ne rimase per l' avvenire , onde se non altro , morir con fama di meno iniquo , e de' passati trascorsi col pentimento ottenere da Dio remissione ; ma siccome coloro , a cui vien proposto alcun premio per qua.lchesia cosa in che s' affatichino, non mai si ristanno d'adoperarvisi intorno, cos ancora Baasa, dappoich il Profeta annunzigli il futuro , quasi che i sommi danni , cio la rovina della sua stirpe e lo sterminio della famiglia fossero beni, divenne peggiore; e di giorno in giorno , quale atleta del vizio, faticosamente vi si occupava. IV. Alla 6ne, adunato di nuovo l' esercito, assalse una citt non ignobile , che avea nome Rama , quaranta stadj lontana da Gerusalemme ; e , poich l'ebbe presa , forti6colla con intendimento di mettervi guernigione , la quale con improvvise sortite malmenasse le terre d' Asa. Atterrito Asa a tale ardimento, avvisando , che la soldatesca lasciata in Rma darebbe molto che fare a tutto il suo regno , mand al Re di Damasco per ambasciadori accompagnati

LIB. VJII, CA'!', VI,

da oro ed argento pregandolo di soccorso , e ricordandogli l' amicizia paterna , che tra loro durava. Egli adunque ed accett di buon grado la somma offertagli , ~ rinunziato all' amicizia di Baasa 1 strinse alleanza con lui. Per spediti i suoi capitani nelle citt sottoposte a Baasa , ordin che facesserne rio governo , ed essi abbruciaronne parte , e parte miseme a sacco ; e furono Ajon , Dan ed Abehnain. Saputo Re israelita siffatto accidente interruppe la. fabbrica e fortificazione di Rama ; e frettolosa111ente di volta a soccorrere i suoi , ch' erano manomessi. A sa intanto de' materiali ,da lui preparati per quella fabbrica eresse nel luogo medesimo due forti citt ; l' una chiamavasi Gahaa, e Masfa l'altra. V. Dopo ci non ebbe tempo Baasa di allestir truppe contro Asa ; poich la morte il prevenne ; e fu seppellito in Tersa. Gli sottentra nel trono fi glio Ela. Questi dopo due anni di regno sen muore , ucciso per tradimento da Zambri generale di mezza la cavalleria. Perciocch mentre era a tavola in casa del suo maggiordomo chiamato Orsa , indotti alcuni de' suoi soldati a cavallo a corrergli addosso l' uccise ; ch non aveva a sua gu~ia n armati n capi tani ; perciocch tuttiquanti trovavansi all' assedio di Gebbeton citt pale,dina..

DELLE ANTICH!TA' GIUDAICHE

CAPITOLO

VII.

Spenta la schiatta di Baasa , regna sopra gl' Israelib Jiambri, indi .Amri, e infine .Acabbo su& .figlio.

I. Zambl'i generale della cavalle1ia 1 b"Ucidato Eia, monta egli in trono, e tutta diserta la stirpe di Baasa giusta la predizione di Jeu. Perciocch nd medesimo modo la sua famiglia dalla radice fu svelta per l' empiet , come notammo avvenuto a quella di Gerohoam"o. Ma l' esercito, eh' era all'assedio di Gebheton , udito il caso del Re , e il passare che fatto aveva il regno in Zamhri uccisore di lui , esso pure acclam re Amri suo generale ; che levate da Gebheton le sue truppe , fu sotto a Tersa , citt reale; e per ~ssalto a viva forza sen' impadronisce. Zambri allora , poich vide la citt desolata, corse neJl' angolo pi riposto della sua reggia; e appiccatovi il fuoco insieme con essa and all' aria, dopo sette giorni di regno. II. Immediate di poi si divise il popolo israelita in due parti : gli uni volevano l'e Tehni , ed Amri gli altri. Rimasti vittoriosi i partigiani di questo mettono a morte TeLni , ed Amri ottien tutto il 1-egno all' anno bentesimo d' Asa ; e ci visse anni dodici , sei in TeJ'Sa , e il 1estante in Mareona, che vien da' Greci appellata Sama1ia. (46). Egli poi le di nome Schomron , da Schemer , che gli vendette quel monte , sulla cui cima fahluic la citt. Non si dissomi-

343 gli punto dagli antecessori , se non nel fat peggio di loro. Perciocch tutti andavano in traccia del come allontanare da Dio il popolo , con sempre nuove scelleratezze. Laonde Iddio dispose , che si togliessero gli uni gli altri di vita , e delle lor di~ scendenze non rimanesse persona. Mor anche costui in Samaria , e succedettegli Acahbo suo figlio. III. Quindi si puote apprendere , a quante rivoluzioni Iddio sottoponga le cose umane , e come abbia cari i buoni e odj i uisti e gli spianti dalle ra dici. Di fatto molti re degl' lsraeliti in bre~e tempo si veggono l' u:n presso l' altro per le rie anime e niquitose che furono , miseramente con la progenie loro distrutti. Dove Asa re di Gerusalemme e delle due Trib, perch santo e giusto , fu premiato da Dio d' uua lunga e prosperevol vecchiaja , e dopo quarantun' anno di regno in pace fin di vivere. Morto lui , sal in trono il suo figliuol Giosafatte natogli dalla moglie nmata Azuba. Questi fu 1iconosciuto da tutti per imitatore di Davidde suo antenato , cos in bravura come in piet. Ma dell' attenentesi a questo Re non ora tempo di ragionare. IV. Ora Acabbo re degl' Israeliti ferm sua ,.J:esidenza in Samaria ; e tenne il regno ventidue anni .senza muovere punto di ci che avean fatto i Re suoi antenati , se non in quanto per lo sbanamente malvagio uomo, ch' ei fu, ne pens di peggiori; laonde ritrasse in se stesso tutte le loro iniquit , e la lmo sfacciataggine contra Dio ; ma in singolar mo .s' .ingegn d' Clllulrue le scellerate~z~ di Gera
J.IB. VIli. CAP. VII.

344

DELLE .UITJCUIT.l' (:JUD.lJCUE

boamo; perciocch e' rendette omaggio alle -.itelle gi da lwi innalzate , e a questo aggiunse capricciosamente altre sue stravaganze. Men inoltre una donDa, 6gliLtola d' Ethaal re de' Ti.rj e Sidonj , che n()oo minavasi Giezahele ; donde impar a v'enerarne gli Dei. Essa era donna facinorosa ed ardita ; e si con. dusse a tanto di sfl'Ontatezza e pazzia , che fabbric "'fan tempio al Nume de' Tirj chiamato Baal, e pian t un bosco d' alberi d' ogni fatta ad onore del Dio 1 pel quale istitu sacerdoti ancora e falsi profeti ; e il Re stesso scempiato e malvagio pi ancora , che tutti insi.cme gli antecessori , aveva di tal gena molti a fianco. V. Ma un certo t) Proft'ta del sommo Iddio, nativo di Tisbe citt della Galaadite, venuto innanzi ad Acahbo , da patte di Dio prenunzigli , che non. pioverebbe gocciola, n stille~ebhe rugiada nelle sue teJte in tutti quegli anni, ch'esso vivr lontano; e confermatolo con giuramento , si ritir verso le parti a mezzod , menando sua vita presso un torrente , ~>nde avea di che bere , conciossiach , quanto al ciho , ogni giorno glielo recavano i corhi : ma disecca.tosi. per lo lungo asciutto anche il fiume , per comando di Dio se ne passa in Sarefta citt non lontana da . Tiro e Sidone , poach bamezza fra loro ; ove avrebbe trovata una vedova donna , che gli da rebbe onde vivere. Giunto presso alle porte vede una donna, che colla, rocea al fianco andava per legne. Risaputo da Dio , che dessa era quella , che ~o . dovea sostenere , fattosi appreiSO la salut ; c

LJB. VIII. CAP. 'VII.

pregolla d' un bicchier d' acqua per bere. Inviatasi per compiacerlo la chiam , e le ingiunse , che gli recasse del pane. Ma la donna giur , che appo se non aveva che un pizzico di fior' di farina , e un po' d' olio , e che andava per legne, onde ben ri~ menatala farne per se e pel figlio del pane ; il quale quando sia consumato , diceva' che si morrebbe di fame perch non aveva pi niente. '" Ora via, disse, " il Profeta , vanne e fa cuore , e spera miglior for.. " tuna. Intanto preparalo, e prima d' ogn' altra cosa " ne reca a me un pocolino; ch'io ti so dire, che , non mancher mai farina nel vaso , n olio nel.. " l' orcio , finch a Dio non piaccia di piovere ". Cos c;letto il Profeta , essa and e fece ritorno avendo eseguiti i suoi ordini ; e mangi essa e ne diede al figliuolo e al Profeta : n le venne mai meno nessuno de' capi gi detti , finch non ristette il gran secco. Di questa siccit fa ricordo ancora Menandro nella vita d' Etbaal re de' Tirj oon tali parole. " Fu a' suoi tempi grande scarsezza di piog~ ,, gia dal niese di settembre , al setteJJlhre dell'anno , appresso. Or avendo egli fatta una pubblica su~ , plicazione , caddero molte saette. Questi fond la ,. citt di Botri nella Fenicia , e d' Auza nell' Afri ea .. . Cos scrisse Menandro in dichiarazione della siccit sotto Acabbo avvenuta ; conciossiach in tal tempo appunto regn Etba.al sopra i Tirj. VI. Ora la donna, di cui abbiamo parlato innanzi aomministrante al Profeta il di che sostenere la vita , cadutole infermo figliuolo ' poich rendette ao.cha.

DELLE ANTICIIITA.7 GI11D.UCBJ:

l' anima e il vide morto , disfacendosi in pianto , e mettendo lai , quali glieli suggeriva il dolore , incolpavane la presenza del Profeta , quasi scoperti avesse i peccati di lei ' e il figlio perci fosse morto. n Profeta andavala confortando , che stesse di buon animo ; consegnasse a lui il figliuolo , ed egli -yvo gliel tornerebbe. A"Yutolo adun.qne lo si rec nel\a. camera' ov' esso abitava' e depostolo sopra letto alz a Dio la voce dicendo , che non era merito da rendersi a un' albergatrice , che avevalo mantenuto 1 torle il fglio. Pertanto pregavalo, ch'ei volesse tornare l' anima in corpo al fanciullo , e donargli la ''ita. Mosso Dio a piet della madre , e volendo compiacere al deso del Profeta , che non sembrasse esser egli col venuto per altrui danno , fuor d' ogni espettazione risuscitollo. La donna rendette grazie al Profeta ; e .aIlor disse avere a evidenza compreso , che Dio parlava con lui. VII. Indi a breve tempo ritorna per volere di Dio ad Acabbo per avvisarlo della pioggia imminente : ~onciossiach una gran fame e una som~a scarsezza di viveri disertava tutto il paese , talch non pur gli uomini non avean pane , ma la terra eziando pel gran secco non potea rendere , quanto bisognava a' cavalli e agli albi bestiami per pascolare. Quindi il Re , chiamato il soprantendente alle sue entrate Obedia , gl' ingiunse che andasse in traccia di vene d' acque e tonenti , perch se lungo le loro sponde ~i rinvenisse un po' d'erba , la raccogliessero per la pa'stura degli animali. Poscia mandate per tutta la

LJB. VIIJ, C.lP. YIJ,

terra personf! in cerca d' Elia profeta , n venuto a lui fatto di ritrovarlo , volle , ch'ci pure in ci fare il seguisse. Cteduto adunque spediente mettersi in viaggio e partitisi per i paesi cla camminare , Obe.. dia e Acahho tennero sbada diversa l' uno dall'altro. Ora avvenne , che quando la regina Giezabele met.. leva a morte i profeti , questo Obedia ne ascose in sottettanee spelonche ben cento, e ve li mantene,a, somministrando loro del suo pane ed acqua. Obedia adunque , quando si fu disgiunto dal Re, s'avvenne in Elia ptofeta ; e interrogato lui stesso , c saputo chi era , adorollo. Allora il Profeta gl'impose , n' an dasse al Re , e diccssegli , che verrebbe da lui ; ed egli " che (47) male t'ho fatto io , ripigli , che mi " mandi ad un uomo , che va cercando e rifrustando " ogn' angolo ella terra per rinvenirti ed ucciderti? " Che non v'ha luogo , ov' egli non abbia spedite " persone , che ti sorprendano e ti dian morte. Per" ciocch , aggiunse , io temo f01te , che tu per , nuova apparizione. divina non passi altrove. Quindi , Acahbo trovandosi , dopo avere mandato per te , " deluso , n potendo scoprire in che angolo della " terra tu ti sii , punir me colla morte. Provvedi " adunque alla mia salvezza e pon mente al pen.. , siero , che de' tuoi pari io mi piglio , poich ho , salvati cento profeti , avendone Giezabele tutti gli , albi tolti del mondo; e li tengo ascosi e ]i so, stento del mio " Elia il confort a non temere; n'andasse al Re ; c' ei gli dava patola giurata , che ass'?lutamente in quel SOrDO w.edeiUnO c:omparhebb dinanzi acl Acahbo.

PELLE ANTJCfi:ITA' GJVDAJCJII!

VIII. Risaputo Acabbo da Obedia , ove stava il Profeta , gli venne incontro ; e risentitamente l' in terrog, s'egli era colui, che straziava il popolo-ebreo , e che avevagli cagionata la sterilit ; ed egli aenz' adulazione rispose , lui e la sua stirpe avere la colpa di tutti que' danni, coll' introdune che fecero Dei forestieri , e coll' onorarli . senza curare il loro proprio , che solo Dio. Or vada e raduni il popolo tutto d'intorno a se presso il monte Carmelo, e vi aggiunga tutti quant'essi sono i profeti &noi e quei della moglie e i profeti ancora. de' boschi , che facevano una ciurmaglia di quattrocento. Come si furono tutti per voce del banditore d' Acahbo raccolti vicino al monte anzidetto , il profeta Elia postosi. loro io. mezzo cominci a dire , e fino a quando vivrebbono essi discordi tra se nel credere e nel pensare ; che se stimavano il Dio del paese esser l' uo.ico e il vero, seguissero questo , e facesserne i comandamenti. Se poi lo credevano nn mero sogno , ed. erano persuasi, che venerar si dovevano i forestieri, in buon'ora tenesser da quelli. A tal parlare non rispondendo la moltitudine chiese Elia , per far prova della possanza cos degli Dei forestieri , come del suo , bench di questo egli solo era Profeta , e quelli ne avevano quattrocento , di pigliar egli un bue ; e scannatolo sovrapporlo alle legne senza mettervi sotto fuoco. Quegli all'inconho fatto il medesimo pregassero i loro Dei , ~he dessero fuoco alle legne ; il che quando avvenga , comprenderanno essi allora , chi sia il vero Dio. Piacciuto questo pensiero , Elia comand 1 ch

LJ'B, VIII. C!P. VII.

i profeti, trascelto un bue , fossero i prmn a sac1i~ ficarlo , e a invocare i lor Numi : ma scannato il bue dai profeti , poich alle loro invocazioni e pre~ ghiere non vide si alcun movimento, Elia per ischerno. li confortava ad alzare ben bene la voce , e a chia~ marli forte ; ch' essi dovevano o esser lontani o dormire. Or essi proseguendo di tal tenore dall'alba fino al mezzod , e frastagliandosi con lancette e coltelli secondo loro usanza le carni in dosso , Elia che doveva compiere il suo sagrifizio , . ordin che coloro si traessero in disparte , e gli altri tutti avvi.. cinatisi gli tenessero gli occhi addosso , perch furtivamente non desse fuoco alle legne. Apprestatasi la moltitudine , prese dodici pietre secondo il numero dell' ebree Trib ; e con esse composto l' altare , intorno intorno vi cav una fossa capevole assai ; e ordinate sopra l' altare le legne , e sov.r' esse posta la vittima comand , che riempinte dalla vicina sorgente quattro brocche d'acqua la rovesciassero sopra l' altare , sicch traboccando le acque soverchie versarono gi dall'altare e ne fu piena tutta la fossa~ Ci eseguito 7 cominci a pregar Dio e a invocarlo; e facesse a quel popolo da s gran tempo ingannato conoscere la sua possanza. Cos dicendo , improvviso , veggente il popolo , cadde sopra l'altare fuoco dal cielo , e consunse la vittima , fino a restarne abbruciata ancor l' acqua , e quel luogo tutto arso ed affiunicato. A tale spettacolo gl' lsraeliti cadder bocconi a.terra, e adorarono il solo Dio, chiamando lui unico , supremo e vero ; e gli altri, ~eri nomi

35o

DELLE 1NTICmT.&' GltrDUCIIE

inventati da una malvagia e sciocca opinione del volgo. Indi arrestatine tutti i profeti , per ordine di Elia gli uccisero. Egli poi disse al Re , che senza pensier del futuro andasse a pranzare ; che indi a poco vedrebbe la pioggia. lX. Acabbo adunque part; ed Elia salito alla vetta del monte Carmelo, e sedutosi in terra a~ poggi il capo sulle ginocchia ; e impose a1 suo servo , che da certa altura del monte drizzasse lo sguardo iuver la marina; e quando scorge levarsi , ondech sia , qualche nuvola , glielo dica , perciocch fino allora il cielo fu sempre sereno. Montato egli alla cima , e pi fiate aisicuratolo , che non vedea nulla, alla settima volta, che and col, disse d'aver vedutB d' aria oscur~ta niente pi d'un orma di piede umano. Udito questo Elia manda tosto ad Acahho ordinando gli , che si ritiri in cittade, anzich non disfacciasi in acqua il cielo ; ond' egli ricovera neUa citt di Jesraele. Indi a poco, offuscatosi l' aere e copertosi d' ogn' intorno di nugoli , si le...a un graa vento e cade una pioggia dirotta. Qui il Profeta tutto pie~o di Dio corse allato dd cocchio reale fino in Jesraele citt d' lssacar. X. Ma Giezabele moglie d' Acabb informata e dei prodigj fatti da Elia , e della morte da lui data a' suoi profetanti , piena di collera per suoi messi manda minacciandolo della morte , dacch egli ancora l'aveva data a' suoi profeti. Atterritone Elia fugge nella citt , che Bersabee si chiamava , ed posta agli estremi confini della trib di Giuda verso

LIB. VIII. C1P. VII.

35i

le terre dell' Idumea. Quivi licenziato il suo servo s'intern nel diserto, e chiedendo di morire , dap poich non era egli migliore degli altri onde periti quegli. e' dovesse hramru:e la vita , s' addorment sotto nn albero. Svegliato da non so chi si rizza, e trova dinanzi a se pane ed acqua. Ora , poich ebbe mangiato e ripigliato merce di quel cibo il vigore , s ne venne al monte chiamato Sinai , dove sappiamo (48) , che Mos ricevette da Dio le leggi. Quivi incontrata una cupa spelonca v'entr; t in essa faceva continuo la sua dimora. Ma inter rogato da una voce venuta , . non seppe neppur egli donde', perch abbandonata la. citt si trovasse in quel luogo: per aver, disse, uccisi i profeti de'Numi straniet' , e condotto il popolo a confessare , che quello solo era Dio eh' essi fin da-pprincipio onorarono , esser egli cercato a morte dalla moglie del Re. Or avendo di nuovo sentita la voce , che di~ segli si trovasse , il d appresso a cielo scoperto ; che risaprebbe che far dovesse , fatto giorno usc della grotta; e sente un bemuoto, e vede uno splendor balenante ; indi messasi in quiete ogni cosa , una voce divina il conforta a non disturbarsi pew ci , che gli accade ; conciossiach niuno de; suoi nimici non lo avr tra le mani: poscia gl' ingiunse ; che ritornato alla patria creasse re d'Israele Jeu figl~uolo (49) di Namsi, e re de'Siri in Damasco Azaele , e in suo luogo sarebbe il profeta Eliseo suo discepolo nati~o d' Abelmeula. La genia poi degli empj diserterebbesi in parte da Azaele , e in parto da Jeu.

n'

DELLE 1NTICHJT.t' GIUDAICHE

XI. Ci udito Elia s'incammina verso le terre ebree , e avvenutosi in Eliseo figliuol di Safat , che arava , e con esso in alcuni albi, che si cacciavano innanzi dodici paja di buoi , fattoglisi pi vicino gli. Kitt addosso il proprio mantello; ed Eliseo di preo sente cominci a profetare ; e abbandonati i buoi tenne dietro ad Elia. Pregatolo poscia , che gli consentisse di dare un addio a' suoi genitori , poich' l' ottenne , e il fece , depostone ogni pensiero il segu ; e fu poscia mai sempre , finch visse Elia, suo e ministro e discepolo. In tale stato eran le cose attenen_tisi a questo Profeta. XII. Eravi un certo Nahot Jezraelita avente i po'deri vicini a quelli del Re, il quale lo aveva pregato , che gli cedesse per quanto prezzo piaceva a lui il podere contiguo a' suoi , onde unitolo a questi costituirlo sua villa ; che ae non volesse denajo , lascerebbe a lui l'elezione d'~cnno de'suoi pod~ri. Ma egli protesta , che non far mai tal cosa; amar (5o) egli di godere le rendite della propria terra avuta in retaggio dal padre suo. Dolente il Re di non poter conseguire l' altrui , non altrimente che se ricevuto avesse un affronto , ricus e lavande e cibo. Ora interrogato da Giezahele sua moglie , perch .a' attristava, e dond' era, che non lavavasi, n gli si recava pranzo n cena, e' le spose la rusticit di Nabotte; e come trattato da se con maniere assai dolci , che niente sentivano della real maest , gli avea fatto l' affionto di non renderlo pago di ci che chiedeva. Essa allora il confort a non rattri-

LJB. TUI. C.A.P. \'JI,

35S

starsi per qtiesm. Depostone ogni dolore tornasse all'usata cura di sua persona; ed dia ai addossava il pensiero, che-. Nahot fosse punito. XIII. Di fatto ella scrive llmtosto ai capi de' Je zraeliti a nome d' Acahbo. Bandiscano un digiuno ; indi raccolto il popolo a parlamento diano a Nahot il primo luogo.; perciocch egli era di sangue illustre, poi corrotti tre tesb"nonL sfrontati, che depongano lui aver bestemmiato Dio e il Re , prendano a lapidario , e in tal modo il finiscano. Nabotte adunque cos 1 come scrisse la Regina , calunniosamente accusato di bestemmia contro di Dio e del Re mor ucciso dal. popolo. Risaputolo Giezahele presentasi al Re ; e gli dice, che goda pure senza pensiero di' spesa della vigna di Nabot, che suo retaggio. Lieto Acabbo di ci che avvenne , balz fuor del letto 1 ed usc per vedere la vigna di Nahot. Ma Dio offeso di questo fatto manda il prfeta Elia nel podere di N ahot , perch venga incontro ad Acahbo , e lo intemghi intorno alle cose accadute , mercecch , ucciso il legittimo padrone del podere , egli erano ingiusto erede. Come il R~ se lo vide dinanzi 1~disse che gli comandasse quanto voleva ( perciocch. indegna cosa parevagli l' esser colto da lui nel peccato ) ; e in quel luogo appunto , ripigli Elia , dove il corpo di Nahot fu sventuratamente da' cani stra.. ziato , ~ il sangue di lui medesimo , e quello della' aua donna si sparger, e la discendenza di lui tutta quanta verr messa al niente , perch si ard di commettere tanta empiet , e conbo le patrie leg~i
FIJ.yzo tomo II.

354

DELLE lli'TIC:J:JT A.' ~IVD.UC11B

iaiquamente tolse un cittadino di vita. Acahbo allora sent cordoglio e pentimento del mal oomm.esso , e coperto d'un sacco andava co' piedi ignudi, e a.stienevasi da ogni cibo , confessando il suo peccato 7 e in tal guisa renrlendosi Dio. popizio. Per Dio 7 lui vivente , disse al Profeta , ehe , poich si pentiva de' suoi misfatti , egli avrebbe indugiato il gastigo della famiglia di lui , e compiuta sarebbesi la minaccia sopra il figliuolo d' Acahbo. Queste cose il Profeta incontanente le fece palesi al 1\e.
CAPITOLO

VIII.

.Adad re di Damasco e della Siria venuto due YOlte colf esercito contro di .Acohbo vinto.
l. Essendo a tale stato condotte le cose di Acabbo , nel tempo medesimo il figlio (51) d' Adad re di Damasco e de' Siri , raccolte truppe da tutto a regno , e fatta lega con trentadue Re abitanti di l dall' Eufiate, ruppe guerra ad Acahho. Or questi :non trovandosi in forze da fargli fronte , non usci in campo aperto, ma rinserrato, quanto c'era ne'suoi paesi , entro alle citt pi guernite ei fermossi in Samaria, perciocch era intorno ricinta di mma assai forti, e per ogn' altro titolo prea difficile ad espu4 gnare. Ora il Siro con esso il suo esercito venne a Samaria , e chiosala da ogni parte co1la sua gente vi si pose ad assedio. Indi mand per araldo' chiedendo ad Acabbo , che ricevesse noi ambasciadori ,

t.UI. VIli. C1P. VIU.

355

Al che avendo a Re degl' Israeliti prestato il suo assenso , vennero gli amhasciadori , e da parte del loro Re dichiararono, che i tesori di Acahbo, i suoi figli , e le donne fossero d' Adad. Quancf egli a ci si sommetta , e c'onsenta al Re loro di prendersi quanto gli aggrada di tal cose , Adad leverassi da campo , e porr fine all'assedio. Acahbo impose a'legati, che al lor Signore tomando dicessergli, s e i suoi tutti esser presti a'voleri di lui. Avuta cotal risposta gli manda per la seconda volta chiedendo, che dunque, poich quanto aveva , confessava esser d'A dad, si disponesse ad accogliere i servi, che pel ve gnente giorno sarebbongli da lui mandati , a' quali , quando avran ric~cata e la reggia e le case de'suoi amici e congiunti, dovesse dare il buono e il belJo, che avrebbonci rinvenuto. Quanto poi non sar loro piacciuto, fia suo. II. Sdegnato Acabbo per la seconda ambasciata del Re , raccolta la moltitudine a parlamento disse ; ch' egli per parte s'Ila era prestissimo a procurar loro salvezza e pace , e per aveva lasciate' in balia al nimico le proprie mogli e i figliuoli , e gli aveva ceduti tutti i suoi beni ; peciocch tali cose avea chieste il Siro nella sua prima ambasciata. Ora poi domandava di spedir servi , che mettessero sottaopra le case di tutti , e del meglio che v' era noa vi lasciassero pure un filo, con intendimento di avere quinci un pretesto per fare gue!Tll ; conciossiach~ ben vedesse , che " siccom' io' noa avrei per bea

per mezzo de' quali farebbegli noto, ci , che voleva.

DELLE !NTJCBJT.A.' GJUD!lCBE 356 ., vostro risparmiate le cose mie , cosl .il trov&rmi n restio per le vostre gli avrebbe aperto l' adito a ,. romper meco. Io per altro far , quanto piace a n voi " Allor tutto il popolo suggerigli di non por mente alle ciance di lui; ma dispregiassele, e si disponesse pure a volere la gneiTa. A' legati adunque rispose , che andassero, e riferissero al lor Signore, cb' egli le cose da lui domandate dapprima sottoscrivevale anche al presente per la sicurezza d' cittadini, ma che all'altra inchiesta non dava orecchio 1 e cos licenziolli. III. Adad sentitane la risposta e avutala forte per male inand per la terza volta ambasciadori ad Acabbo, facendogli minacciosamente sapere, ch'egli colla sua gente , quando prendessero oghuno un sol pugno di tiTa , alzerebbe un argine aasai pi alto di quelle mura , onde ardivasi a dispregiarlo , volendo con ci mostrargli , quante si fossero le sue forze , e atteiTirlo. ,Al che avendo Acabbo risposto , che il vanto consistere non doveva nell' essere bene armato , ma nel restar vincitore in battaglia , gli ainbasciado;;, tornarono al campo , e giunti , che il Re co' trenta due altri alleati tro-vavasi a cena, gliene recarono la risposta; ed egli comand di presente, che la citt si steccasse , ed ergessero teiTapieni , n si trascurasse arte al~tina appartenente ad assedio. IV. Per qesti preparamenti Acabbo con tutto il popolo si vedeva condotto a tristo partito. Ma si fece animo e cacci la paura mer~ d' qn profeta ,

LIB. VIU. CAP. VIii.

che vennegli innanzi , e gli disse , promettergli Id dio, che gli dar nelle mani quelle cotante migliaja, che erano i suoi nimici. Interrogato il Profeta, e per cui mezzo avverrebbe questa vittoria : " Pe' figliuoli, n de' capitan'i, cui perch inesperti reggerai tu me. " desimo n. Chiamati pertanto i 6g1iuoli de'capitani si trov , che montavano a dugentrentadne ; e risaputo , che Adad era tutto immerso in banchetti e trastulli, spalancate le porte fuor ne mand que'garzoni. Avvisatone Adad dalle sentinelle spedisce lor contro alcuni della sua gente con ordine , che se s.' innoltrane per attaccarli, glieli traggan dinanzi pri~oni ; faccian per il medesimo, se son pacifici. Intanto Acabbo teneva in pronto dentro le mura a ..resto ancora della sna gente. I figli adunque de' ca pitani, investite le sentinelle , ne uccidono molti , e incalzano gli altri fino alle tende nimiche. Veduta Acabbo la vittoria di questi , apre le porte anche al resto delle sue truppe, le quali scagliatesi d~ improv viso addosso ai Siri li ruppero : perciocch non aspettavano mai tal sortita; e per furono colti .aenz' arme e briachi, talch fuggendo l{al campQ lasciaronci le intere armadure ; e il Re a gran pena -salvossi sopra un cavallo, d'in su 'l quale si mise in fuga. V. Acabbo tenne lor dietro per lungo tratto facendone strage. Indi postine a saccomanno gli allog.. .giamenti , ov' erano molte ricchezze d' oro e d' ar.gento, e presi i cocchi e i cavalli d' Adad, tornossi in citt ; dove avendosli d:t.unziato il Prpfeta, che,

358

DELLE .NTICDIT.l' GIIID.liCBE

stesse all' erta , e allestita tenesse l' armata , percioc ch il Siro nell' anno appresso uscirebbe di nuove im. campo contro di lui , Acabbo tenne rivolte a ci le sue mire. Adad poi salvatosi dalla battaglia con quanta gente pot, si consigli cogli amici, del co.me potesse attaccare da capo gl' Israeliti. Quegli il dissuasero dall' affrontarsi con loro su per li DJ.onti ; perciocch .il loro Dio potea molto in que' luoghi 1 e per essi test furon vinti. Otterrebbe vittoria 1 quando facesse battaglia al piano. Oltreacci sugge:rirongli , che rimmdasse alle case loro que' re , che ave a tratti nella sua alleanza; ne ritenesse per le truppe , la cui condotta in lor luo1o a' satrapi fos5e affidata ; e in supplemento de' gi periti sul campo facesse leva di gente ne' lor paesi , e con essa di carri e cavalli. VI. Parutogli savio il consiglio , allesti nella forma gi detta il suo campo ; e cominciata la primavera 1 trllsse 'cuori l'esercito , e lo condusse rontra gli Ebrei. Giunto presso a una citt detta Afec si attend nd gran campo. Acabbo uscitogli incontro con tutte le sue forze. gli si pose a f1onte : ma il suo esercito \ verso quel de'nimici era forte meschino. Ora fattoli a lui dappresso un' alba fiata il Profeta , e dettogli che Dio vincer per mosbare , la sua possanza non solo valct sopta i monti , ma stendersi al piano an. ora , ci che i Siri non credevano , per sette giorni si tennero chiusi nel campo gli uni t-impetto agli altri. Ma all' ultimo giorno essendo sul far dell'alba usciti delle trincee i nemici; e schieratisi per la

LJB. VIII. CAP. Vll.J.

battaglia , anche Acabbo dispose per ordine fuor delle tende i auoi di rincontro a' nimici , e venut~ alle mani dopo un'ostinata battaglia li miae in fuga; e incalzandoli ferocemente alle spalle uccidevali , mentre questi morti restavano chi dai carri chi dai compagni. Pure alcuni pochi poterono ricoverare in Afec loro citt ; bench questi anco1a perirono sotto le mura , che rovinarono loro addosso , e f01-ono ventisettemila. In quella giornata ne caddero morti. altri centomila ; e Adad re de' Siri scampatone con parecchi lealissimi suoi famigliari si ascose in una stanza sotterra. Quivi costoro avendogli detto , che i Re d' Israele cortesi erano e umani , e che potreb~ bono , quando egli il consentisse loro , ed essi ad Acabbo si presentassero in portamento da suppliche voli, ottenerne salvezza, c'permise, che a lui n'andassero. Eglino adunque con sacco indosso e co~ funi ravvoltesi intorno al capo ( che tale era il rito tenuto anticamente nel supplicare da' Siri) vennero innanzi ad Acabbo , e dissero , che lo pregavano , he volesse Adad salvo , il quale per questa grazia gli si offerrebbe servo in perpetuo. A1 che Acabbo rispose, congratularsi con lui , perch vivo e intatto uscito della battaglia: pertanto assicurarlo , c'b' egli avrebbe per lui quella stima ed amore, ond' altri tratterebbe un fratello. Avuto poscia da lui giuramento , che se Adad comparissegli innanzi , egli non gli farebbe alcun male ; tornano al loro Signore , e trattolo della stanza , ove a' era appiattato ; il cond.ucono alla presenza di Acabbo , il quale cSedcp

36o

DELLE .ll'I'TICIIITA.' GIVb.UCilE

.Sopra un cocchio. Adad. profondamente mcb.inollo ; ed Acabbo porgendogli la sua destra il fece montare in cocchio : inai datogli un bacio il confod a fare buon animo, e a non temere di dravaganze. Adad rendevagli grazie ; e per quanto stenderebbesi la sua vita , promettengli rieordanza perpetua di quel benefizio ; e quelle citt israelitiche , che i suoi antenati gli avevan tolte , egli obbligavasi a restituirgliele; e iu.i inllanzi permetterebbegli , c~ potesse liberamente venire a Damasco , siccom~ i padri suoi potean farlo in Samaria. Iudi fe~to ogni cosa con giuramenti e patti scambievoli, Acabho dopo fattigli molti presenti il rimanda nel proprio regno. A tal fine riusc la spedizione di Adad signor de' Siri colltro di Acabbo e degl' lsraeliti. VII. In cpesta certo profeta di nome Michea ae" costlltosi a un israelita gl' ingiunse di batterlo in teita ; che il far questo era volere divino. Non gli compiacque ; e il Profeta anuunziogli , che in pena di non avere ubbidito a' divini comandi sar da un leone assalito e sbranato. Accaduta al meschiao la disavvntura , il Profeta abborda di naovo, un altro , e gli comanda la cosa medesima. Battuto aduncpe da lui e fe.rito nel capo si avvolge la testa entro a fasce , e presentatosi al Re gli disse , d' essersi trovato cogli altri in battaglia , ed aver ricevuto , per custodirlo , da un capitano un prigione ; il quale perch gli era fuggito di mano, . e' correva pericolo d.' esser morto da chi glielo avea consegnato ; perciocch avergli c;olui lJlilacciato d' u.ccider~o ' se a

36I prigione acappava. Al che avendo rispQato Acabho , doverglisi meritamente la morte , egli toltesi quelle bende d' intorno al capo fu riconosciuto dal Re pel profeta Michea. Or egli si valse con lui d' un inganno assai bene adatto a ci , che voleva soggiugnere; disse adunque , che Dio si vendicherebbe di lui , perch aveva lasciato impunito Ad.ad bestemmiator del suo nome ; e in cambio di quello faria m01ir lui , e in cambio delle genti di quello a suo popolo. n perch,inasp~'to Acabbo contro il Profeta ordin , eh' egli fosse guardato in prigione ; ed esso tutto confuso per lo p:nlar di Michea tom alla reggia.
1.111, VIII. Cj.p, TIJL

CAPITOLO

IX.

Di Giosafatte re di Gerusalemme.
L Acabbo adunque trovavasi in questo stato. In.. tanto io faccio ritorno al re di Gerusalemme Giosa fatte ; a quale ingrandito il suo regno ' e disposte guernigioni nelle cittadi del suo dominio , fortific di presidj egualmente quelle , che l' avolo suo. Abia, regnando Geroboamo sopra le dieci Trib , aveva occupate nelle provincie della trib d' Efraimo. Ma egli aveva amico e cooperatore Iddio , perch timo~ rato uomo e giusto , che sempre cercava , che fosse a Dio grato quant' egli di giorno ia giorno andava operando. Onoravanlo intanto i Re convicini con doni , talcb e raccolse infinite ricchezze , e si fece cran DOme. Ora al ~rz' IQUlO del J;esno 8\}Q' chiamati

DELU AlfTICKITA' GJVDAICllE

es}i' a se i capi delle provincie e i sacerdoti commise loro , che andando in giro per li suoi stati di ritt. in citt istruissero tutto il suo popolo nelle lcgsi moaaiche , e oel modo di ben oaervarle e di attendere al culto di Dio. Di questa cosa tanto fu lieto il popolo , che di nient' altro pi-. si gloriava e .couapiacevasi , che di guardare le leggi. II. Anco i popoli . confinanti amavano Giosafatte costantemente , e tene'taasi in pace con lui. I Paletitini poi lealmente pagavangli i lor tributi , e gli Arabi somministravangli ogn' anno trecento (5~) e sessanta agnelli, e altrettanti cap1etti. Fortific eziandio alue citt grandi e di molta importanza , ed allest grossa armata ed armi contro i nimici. Difatto i soldati della trib di Giuda montavano a trecentomila condotti da EdDa lor capitano; Giovanni ne aveva dugentomila. Questo medesimo condottiere dalla trib Bcniamitide ebbe dugentomila fanti arcieri; e un altro .capitano chiamato Jozabad ne conduceva in servigio del Re una moltitudine di centottantamila armati alla leggiere , senza quelli , ehe sparsi tenea per le citt .pi guernit. m. Diede dipoi al s110 figlio Gioram in moglie la fJgliuola d' Acabbo re delle dieci Trib, nominata .Atalia. Nel viaggio poi, ch'egli fece incli a qualche tempo a Samaria , Acbo lo accolse co.desemente , e con gtande s~endore tntt il militare suo seguito 1 aomminiatrando loro a dovizia frumento , vino e carnami. Il preg inoltre della sua. . alleanza contro .il B.e siro per torgli la citt di llaJJJ.otGalaad; la

LJB. VJJJ. CAP. JL

363

quale dal padJe di Adad rapita fu a suo padre , di cui era in ptima. Promessagli da GiosafaUe l' opera sua , perciocch egli aveva un esercito niente minore di quel d' Acabbo , e fatte da Gerusalemme venire in Samaria le truppe , uscirono fuor di .citt i due Re , e sedutosi l' uno e l' altro s~ proprio trono , presero a distribuire, ciascuno a' soldati suoi, lo stipendio.. Dopo ci Giosafatte volle , che se ci aveva profeti , da Acabbo si consultassero intorno alla spedizione contro del Siro , per risaperne, se la lor mossa fatta in quel tempo piaceva loro , conciossiach corresse omai il terz'anno, che da Acabbo al Re siro passava buona armonia d' amicizia e di pace, da quando cio egli avutolo nelle mani ptigione il rimand libero , fino a quel giorno.

CAP

l T OL O

X.

Come Acabbo uscito a campo contro de' Siri. . pertl la battaglia, e per egli stesso.
I. A.cabbo pertanto chiamati i suoi profetanti al numero di quattrocento commise loro d' interrogar Dio , se in quella spedizione contro Adad darebbegli la vittoria e la presa della citt , per cui volea romper guerra. l profeti adunque lo confortarono a uscire in campo ; ch' ei vincerebbe il Siro , ed avrebbelo e ome gi- un' altra volta nelle sue mani. Ma Gios a fatte dallor parlare argomentando i menzogneri pro. feti ch' essi erano , richiese Aabbo , se ci aveNe

364

bELLE .ll'I'TitiiiTA' GIUDA.IC1111

qualch' altro profeta di Dio , onde , disse , sapeme pi schietto le cose avvenire ; e Acabbo , " S, v'ba, ., rispose , ma io l' ho in odio , perch mi predice , sempre malanni , e mi ba dinunziato , che morr , vinto dal Re de' Siri , e per io lo tengo prigione, ,. e si chiama Michea iigliuolo di Je':Dla ,, AYendo adunque Giosafatte ordinato , che gli si conducesse dinanzi , Acabbo mandato per Michea un eunuco fa che ne venga a lui. Intanto l' eunuco tra via pales a Michea le fauste predizioni di vittoria , che fatte ave-vano al Re tutti gli altri profeti ; a cui egli rispose c:he non poteva far Dio menzognero , e per direbbe , quanto egli stesso avrebbegli intot'DO al Re suggerito. Come fu giunto alla presenza d' Acabbo e da lui scongiurato, che gli scoprisse la verit , disse , avergli Iddio fatti vedere gl' lsraeliti fuggenti e incalzati dai Siri e dispersi al par delle greggie morti i pastori ; e aggiugneva , mostrargli Iddio , che quelli se ne tornavano a casa in pace , ed egli solo cadrebbe netla battaglia. A questo parlar di' Michea , Acahbo rivoltosi a Giosafattc " e non te l' ho io , disse , " test palesato il malo umor di quest' uomo verso '' di me ? " Ma rispondendo Michea , eh' egli era in <lebito d' ascoltare , quanto prenunziavagli Iddio , e che fal.si ppofeti eran quelli 1 che lo stimolavano all'armi colla speranza della vittoria, e ch'egli d.oveva morire nel combattimento. Acabbo cominci a pensare fra se. Intanto Sedecia un de' falsi profeti fattosi innanzi confortavalo a .non por mente a Mic:hea , che non diceva la verit ; e recavane in prova

LIB. VIII; CAP. '][,

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la predizione d' Elia uomo al certo di coStui pi sa gace nel penetrar l' avvenire. Lui dunque , diceva f aver prenunziato, che nella citt di Jezraele , nel podere di Nabot i cani leccato avrebbono il sangue di Acahho, come gi fecero quel di Nabott.e in grazia sua lapidato dal popolo. " Egli dunque , evidente , che costui , poich dice l' opposto di " ci . che gi disse un profeta miglior di lui 1 meo.,- tisce, quando sentenzia , eh' indi a tre giorni il " Re si morr. Ma far io , soggiunse , che meglio " comprendasi , s' egli veritiero , e se lo spirito di " Dio lo i;.veste , e gli d forza. Conciossiach bat" tuto da questa mano , or via la mi renda disutile, come gi fece Jadon, quando Geroboamo re, ., che voleva mettergli le mani addosso , inaridigli " la destra : e 'credo certo che tu saprai , questo. " fatto essere vetamente accaduto cos " Or perciocch dal percuotere ch' egli fece Michea non gli incolse alcun male , Acahbo pigliato animo gi eta in procinto d'uscir coll' armata contro del Siro. Vinse cred' io , il destino (53) , che pi dei veraci profeti, degni di fede gli fece credere i menzogneti, per quindi aprirgli la strada al suo fine. Intanto Sedecia con un pajo di corna di fel'l'O postesi io. capo disse ad Acabbo significargli Iddio , che con quelle metterebbe in conquasso tutta la Siria. Quindi avndo detto Michea , ch' indi a pochi d Sedecia passerebbe da stanza a stanza per appiattarvisi , e C:ercar di sottrarsi al gastigo dovuto alle sue menzogne , il Re ordin 1 che gli fosse le\ato dinanzi e

"l

366

DELLE Al'I'TICBITi.' GIVDAICUE

condotto ad Arnone governatore d.ella citt , n gli si desse niente pi , che pane e acqua. II. Acahbo adunque e Giosalatte re di Gerualemme con esso le loro truppe s' incamminarono verso Ramot citt Galaadite ; e il re de' Siri , come ebbene udita la mossa , venne egli pure per incontrarli colla sua gente ; e ai pose a campo non longi da Ramot. Ora Acahbo e Giosafatte convennero , che Acahbo ponesse gi il S'IlO m.anto reale. Il Re poi di Gerusalemme vestendo .le insegne di lai si ponesse tra le prime file , onde vana tornasse la predizion di Michea. Ma il destino lo seppe cogliere anco1 senza insegne. Conciossiach Adad ~ignor dei Siri pe' suoi capitani cornnise all'esercito~ che noa uccidessero altri , che l solo Re degl' lsraeliti. I Siri adunque , appiccata la zuffa, vedendo Gios.1fatte alla fronte delle schiere nimicbe , e credendolo Acabbo gli corsero l\ddosso , e accerchiatolo, poich nel farsi pi verso lui avvisarono , lui non esser desso , diedero tutti ~ddietro. Dal fare adunque del d fino a sera innoltrata pugnando e vincendo non ammazzaron persona s~ondo gli ordini del Re , perch cercavano a morte Acabbo solo , n lo potevano rinvenire. In questa un servo del re Adad nomato Amano , scoccando conbo i nemici una freccia viene per mezzo l' usbergo a ferir nel polmone Acab:bo. Or egli non giudic di far noto il caso alP esercito per non metterlo in llcompiglio : e ingiunse al cocchiere di voltar la carrozza e condurlo fuori del campo , perch sentivasi malamente ferito , e add~

J.nt. . vur. Ci.P.

-x.

lorand stette sul eOcebio 6no al tramonto del sole; fuicb v'eJiutogli meno ogni spirito o ne tnor. In tanto l' ,esercito siro , fatta gi notte , ricolsesi nelle: trincee ; e sparsosi dal banditore , che Acahbo era morto , ritornarono tutti a' proprj paesi. Recato in.. Samaria il cadavere di Acabbo ebbe col sepoltura; e mentre lavavasi nella fontana di Jezraele il cocchio , cui la ferita del Re aveva tutto intriso di sangue , conobhesi vera la predizione d' Elia ; imperciocch ed i cani allor ne lambirono il sangue ; e poscia le meretrici usarou,o di lavarsi mai sempre alla detta fontana. Mor pet in Ramot , come predisse Michea. III. Dall'essere adunque ad Acabho intravvenuto , quanto annunziato gli venn~ da' due ptofeti , e' conviene dedurne la grandezza di Dio , e onorario e riverirlo per tutto , n pi , che al vero , prestar credenza a quanto ci entra e ci piace : essete inoltre persuasi , che non v' al mondo cosa pi utile della profezia e dell'antivedimento, ch'indi s~ acquista; conciossiach Dio con questa ci mostri , da che torni bene il guardarci. Parimente dal succeduto a questo Re giova conghietturando inferire il poter del destino . (54! , a cui non riesce di sottrarsi n eppur chi 'l prevede ; poich s'insinua ne' cuori umani lusingandoli con buone speranze , onde tanto gli aggira , che li fa suoi. Chiaro egli adunque , che Acabho ancora ebbe la mente presa agli inganni di lui , talch e neg fede a chi ptedicevagli la

368 DZf.LE .lKTICJilT.l' GIUD.llCBE sconfitta , e credendo a chi profetva secondo suo genio mor, ll SUO tUCceiSOre pertanto fu il figliuolo Ocozia.

JI'JNE DEL TOMO SECONDO.

NOTE
D E L L l B ll O Q U I N T O.

(")

~1111111 la st41ria eli 535 anni. ( 1) Raooonta in maniera questo passaggio, cllfl sminoiace ~

aN8l'

il gran perceoto seguito allora. EtJli '\'aol esser creduto da' Geatili 1 ma giaoobb ammette Iddio immediate assistente al suo popolo, chi mai ur, che lo poua riprendere di t'noioso. se narra talor dei portenti degni d'D'A Dio, cbe preaiede con ispecial pronideou a 4JUel popolo , di coi tene la storia P Queste maniera tenuta dal :noatro Autore io coprire , modificare , o tacere i mi~acoli . fatti c4 Dio pel soo popolo pari, che noD pronl!l!a o~ al popolo ebreo 11~ al 1J8DtiJe. Del primo llOD 0 IJ qoistione. 0 Mcoodo Il pena e cr~ d ere questi port1e0ti , o ci sttpe , creduta 't era l'auiateou di Dio, e ao. n priato 11bn si poo dire , percbb non i nole auppor coli -.otto. Se il eecoodo, doaqn donn preteiodere ancora dal parlare di C(Destl immediate aui~tSA DDDCfDI o dir l'lltto, o Dieate. ( s) Propriamente oipota di Zahdi padre di Carmi eli cui e~ figlio !cao. (3) Dal nrbo ~"J rimOPere, perch~ Dio, '-JU, dille al1tuli oppro&rl- Ai:gypta' a .al&.. Jos. cap. !i, " 9 (4) Citti resi, poi di rqiooe delr altra met della tribt Ili ..... 1lUM, cbe abit al mare Mediterraneo. (5) Poste sui - t i , appaf\llleote aHa tribt ,P Elrai111o1 ed a.enle a easodi le terre deDa trib Beniamiticle. ' (6) Propriamente a' coafioi della trilm di Beniaaai'Ro e di Gitld~t; capitele di questa aecoada, CQW opua 11. FI.AYIO 101110 Il. . .. l

l!fOTE

(7) CittA verso il MediterTaneo. (8) Easa pure al M~diterraneo salendo Veii'JO settentrione. (9) Ciu posta al Giordano, laddove esce del mar di Genesaret, e per avente a settentrione coteato mare e a levante il gi detto fiume. (lo) Cio~ di quella parte di Cava-Siria, che dal Carmelo li llende a settentrione. ( 11) Il lesto mette Dor In vece di Gloppe; ma io sono penaaso d' errore occorso in tal luogo; poich~ il nostro Storico ha gi assesnata la itt di Dor alla ~Daza . tribb di Maaaue restata di qu dal Giordano. Tra questa poi, e la trib di Dan v' ba. la trib di ~fra imo, che occupa anch' essa i lidi del Medi~neo ; e per noa pu essere che quella di Dan giunga a Dor. A Gippe bens~ come si pu vedere al cap. 19, v. 47 di Giosul!. (1:1) Nella Scrittura Si chiama Cusan-Rasataim re della Mesopetamia , che Il parte del regno Assiro 4&1 qual aae -c.D.posto di due voci reggentisi inAieme Giuaeppe o ua cepilta ne ba fatto un misto , che partecipe d' ambedue lo! nature , ed ~ Cuaa~ V118!JUi ;& . (~) :Hotl da Cenez, ma da OtoiaftM lb-liool di capo 3 de' Giudici ai verNU.f 9 e t h (t3) Gerico veramente era stata .disfi-utta poclai anai prima da Giosu , n per anche era rifabhricata. La Scrittura ha , cbe F~\011 possedette la citt delle palme dopo battuti gli Ebrei. Per combioar i otto si pub dire , o che an' ahra Getico; rialsata ai fosse prima di .tele rifahhricatore poaito colla morte de'~ suoi~ neo. sopra t. l'Ovine detl' antica , ma prese a_ quella ; e allora ' ioteude co Giueppe come la Scrittura; poicb~ epes118 volte Gerioo N trova da que&ta chiamata citt delle pal11111 ; e per citt delle palme , che "Venga da Giuseppe iaLerprtlata Gerico, be11cb~ per queauo &i debba intendere Eagaddi cosi nemiaata pur essa., citt posta sall'usoir del Giordano dal mare morLo, e poco lontana da Gerico. 141 Oeuo ancora acque di Maron; ~ forJDato dal fiume Giordano poc' oltre dalle aue foD&i , e apparLeneJI,Le aUa Galilea su periore. . (r5) Cioll Tahor. (ti) La &rlbl\ di Mana- , aiccome divisa in due parti una di qu, P altra di l dal Giordano, veniva ad essere nelle sue pal1i 111iaore di Lo~ l'altre abitaLi-di qu e di l dal Giordano, peri . le ScriL~ore lo dice u eMi 1'9~

c-

DEL LI.SRO QUINTO

(t?) l>i l dal Giordaao &ulla eua riva orientale. CJ8) Ciolt sulta mena uoue, come lia la S<;rittura uel libro d-ri Giudici al cap. ? , ..-. ~t (tg) Picciota citt ne' confuti tra la trib d' E&aimo Il quella di Manaue di qu' dal Giordano. ( 1 Vedi la ueta 70 4el lib. (an) Ciui di rll8~e della tribl di 1\Ja~sso di qu dal Giordano. (:n) Qui Giusepp~ non fa ueo~ione di Tola cugino d' Abi~elecco della trib. d' lssacar immedia~e a lui succeduto, e duratq Giudice ~3 anni. Forse. il ~on tro~aTsi di lui imprese desne di ricordanza glielo ba fatto passare. Giair fu della trib. di Manass~ di l .c,lal 'Giordano;_ percioccb Galaad sua patria era di l. (~~) Cio i Filistei abitanti le costiere della Palestina al Mediterraneo dall'una parte, e dall' altra ~;li Amtoaoiti. abitanti di l dal Giordan~, a cui vuolsi attribuir la coo'luisla fatta di l dal Giordano , e quant ne dice in seguito, como ai pu- vodeft*l libre de' Giudici al cap. 1 o, vers. 9. (~3) La Scrittura ba , che fu sepp'e11ito in ch-itottt ua Gala4d ; il lesto del nostro Autore , cl1e iLI Sebee; io credo adunque cb e debba leggersi in Masfa. (~41 Verament.e Giuseppe stravolge assai questo f'attoi La Scrittura parla assai chiaro , n si pu dire , che le: giuute fadevi dal nostro Starico sieno spiegazioni del testo ; poich qaeste giuote ei fan comparire le intenzioni di Manue tuite contrarie a quelle , che nngono descritte nel sagro Testo. Vedl'il cap. r-3 dei Giudici. (25) Lechi, che val mascell.. ; pbich iYi coa una sQla ma-

,n.,

scella d'asino sbaragli l' esercito de' Filistei. (26) La Vulgata ha che la fonte 1caturi dal dente mascellare dell'asino. La voce tUnl~ che da s. Girolamo fu renduta dente mascellaro pi conformemente al conceLLo ebraico , Giuseppe forse l' ha intesa per rupe; giacchi! Ila l' yno e l'altro aigoificato , come )a sua radice 1 e la propria sua aignificaaioue 'di mortajo, o di mola, cel fa coooscere. (~) O 'sia fns IIIIOClllltu 1M rtMJtilla l , . N,lj)i'1' 3'Y allib. de' Giud. cap. ,s, v. '9 (28) Pare elle qui sia beo pokta ta storia di 1\at ; poichll Rnt fu '!JDglie di Bo6z padre di Obed K lt l>n!<lde , .u4~r poug&~oi lo sposalizio di Rut al ~ anno del~ presidenza di Eli, a.bbia

llppaoto IJanclde 4j quiaclici ADD D circa qaaado f'a llfttO A te 8amaele. L' Uuerio, e il Calmet poopoo quea&a atMia 'YeDt' aaai dopo la morte di GiHD~ ; ma coovieoe allora 1apperre col Cahuet; t!JIN nilll COI'IO di 385 aooi "Yi aieao atate 10lo quattre seaeruioai, eiN 8almoa, Booa, Obed, e Je..e. Il che per ooa ~ iBpoNibil (39) Propriamooto l'toemi dal verbo r.lSJl che eta per e#er eentlo, nle siocoadii.i , e Mara dal 'ferbo mmU'', 't'aie

,,?l ,,,,,

.,..,.... ; ma non c' fl gran differenza. (3o) La lege del Deuteronomio dice coai muller tolkt eale~:amentam cle pede e;ru , 'J'IUiqu in faca"em illiu1 et dicet f!tc. Verameate l Rabbini iotendono IJUeSto sputare io faccia per laptae alla preaeau. Ma U teato della lege Il troppi~ chiarii. (3t) Dal verbo "l.lY 11mire. (32) Poicb.l nntuno lurooo l re discendenti lutti eli Davidde, c.. millciaaclo da Salomone, e "Yeoeodo fino a Sedecia ultimo re ; e da oquattroeeato cinqaant' anni dar nel trono tal di&ceaden&a. (33) Qae~ta citl.i era posta sul moote So6m; per la St:rittrrr11 a chiama Bamataim-Sophim. E il monte coli era detto, perchlr in blta"Ya le lnitica famiglia di Zaf, o Zof diacendeate di C.at. (341 Llt f88oDe 'rieoe arrecata in termini. dalla Scrittura al c. 1 0 " 20 del lib. 1 dei Be, e la aua radice ciascuno la pu diaamioare el taato ebraico in que~ID looso (35) c:itl.i aella trib di Dea a'eonfioi coa quella di Giada. ,r (36) .,llat RicctJ6od. composto dall' ioterjeziooe M , cbe n le ft'III, e dal aome ,,l:l lorU.; ciolr pal aUa gloria dql',....... Htl 1 oh' er Tiene al baMe.

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ntt Llllli.O Sh1'0

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t') ~-Lft ia 1toria ctatt. llrerte di Eli a qnUa di laele ; Htlo anni 6-a HCDDdo il Calmet. (r) Nome oorriapoadea&e alla c...... de'poeti, e il coi DOIH nie "-enc.rio clalla TOCe J.t, ~ ,.._,.. Coli e .,.,. . . . . ... .... Z.aelilli.

DEL LIUO SESTO

ft) De popalo 1ttp'-finl4 11iro1 , dice la Scrittura el qainq,_ 1ima millia plebu. (3) La Scrittura ba che l'arca fu condotta nella cau d' Abinadab ll Gabaa ; che non ai de' credere nome di paeae differente da Cariatiarim, ma oome ebraico, che val colle, e vuoi dire, che condoua oella caaa di quell' Ab.iuadab che abitava aul oolle, che era nella citt di Cariatiarim.; ov termossi non soli veat' aoai, ma, come avverte beoe il P. Calmet, seLtantuaaDDo. Laonde v'ha certamente errore nel teato del nostro Autore. (4) La voce ebraica nere dal verbo ner peculare mi porse arsomeat.o d'interpretare la voce 7erruJ,-.,., dell'Autore ia aeoao attivo, ciofl uoa cosa che vede e scopre da lunsi, com't le l'edelta; ed Il queara la Ma.C.. della trib di Giuda. ( 5) Tra le anriate leaioni di questo luoso a me piace quella ebe ai collforma col sacro Testo. (G) Prima doveva 11vveoire l'incontro di quelli, elle sii donvano dar la pnova delle giumente ricuperate. V. 1ib.1, dei Re cap. 10, v.~. (7) Quella citt oad' era re Adonibeaec, di cui ai Il parlato al cap. 2 dellib. 5, o un'altra poco distante da quta ambedue aul Giordano , ambedue vicine a Scitopoli , ovvero Betaan: siacchll Eusebio ne ammette due. (8) Qualche teato di Giuseppe ha nel primo luoso aettecea&omila. e uell' altro aettantamila ; ma nell' uao e nell' altro numero ha errore ; conciossiach apenameate la Scrittura dica , che furooo treeentom ila , e trntamlla , n era possibile in cos poco tempo ra~ tlunar ianta geute, quaota ne vorrebbe altro testo del noatre AuLDre . (9) Lo echeao :Z,tei ,.r aecondo Erodoto, comprende la miaura eli aessanta atadj ; donque dieci acheni fanqo aeceato atadj, che aooo appunto aettantacioqoe miglia. Dunque in una sola notte r... aero settaotacinque mi stia, cosa che parmi impossibile ; perchll " farne tre per ciaacuo' ora, che moltiaaimo per un esercito ,. ooa aoa notte aola , ma 25 ore ci vorrebbero. Plinio ha , che lo achenQ eomprendeva quaranta stadj; e per dieci acheni farebbero quattr'" euto atadj, o aia cinquaota miglia ; a fare i quali sarebbero n - . tarie almea sedici ore di viaggio cootinuato; coaa ancora diQcile a eredersi : ma siccome da Beaec a Jabea-Galaad vi aooo poc' ohre ' So miglia secondo le carte dcecrittene da' PP. Calmet Geatilino, t cl,.J ~e.uter , col llOIJ ..Ilo Jli eli 'J"&llrt aabeai ~UO!Kie la

r.

BOTB

mi1111ra d'Erodoto; 1trada che Ai polli fare in dieci ore, se poniame l' etercito moa~o da Bezec poco dopo il meaaodi, poich dal contesta del Dostro Autore applr cbiarameDN, ch'egli 1011 n cominciare la noue che dopo pes111.0 il Giordano, dal qual tiame a .Jabes -. ha poco pi di noticinqne miglia italiane. (o) Citt nove miglia secondo Eusebio ditt110te da Gerusalemme ver1o Rama cio<. a Settentrione. ( 11) Perch figlio 4' Acbitoh primogeoito di Fia111es figliaolo d' Eli. (12) La Scrittura ne nota due altri cio Abinadab ed Eshaal. ( 1 3) Oltre il primo(leDito, di cui ai parlato iauaoai ; cui per lo lcriLiore uomioa preaeutem~ote insieme cogli aiui. (4l Cio ne' confini della trib di Giuda; percb l'una e l'altra apparteneva a questa trib. Jn&. J5, 35; e poco distavano l'una dall' altra; cio dodici miglia in circa. (t 5) Secondo il P. Calmet , a coi piace di segnir la sentenza del cb. Pelletier, il siclo pesava meaa' oncia in circa; onde tuuo l' usbergo era di duemila cinqueceuto once vale a dire di otto pc:A iD circa. ( 1 6) questa maniera d uccidere il leone , oltrecch non s'accorda colla Scrittura, a me pare ancor per se stessa incredibile, perciGCch conveniva, che Davidde fosse d'una atraordinaria statura, percb preso il leoo per la coda alzar lo potesse con tal violenza da rompe:gl i il capo contro la terra ; di pi concepisco ben ai tanta foraa io Davidde da poter! o pigliar per lo mento 0 e affogarlo ; ma non mi 10 dare a credere che ne ave&&e tanta da far la prova gi detta; percic>cch l' impedire a un animale il respiro pi agevole a~Sai ~aeteri paribus che il far ci, che racconta l'Autore. ( 17) Il Lilolo di quelllo cap.o nel testo Lutto al rovescio di quello, che trattasi entro al capitolo. Ecco il titolo. c..me ;l re ~erc i ammazzare Da.,idtk. Ond' io vedendo)o andar tanto errato dal v~:ro bo creduto bene di doverlo cangiare. ( 18) Giorno dagli Ebrei solito celebrarsi festevolmeote al principi d' ogni mese , beach non fosse 11iorno festivo per legge. Per nos li aateoevano dai lavori senili. Pure io tal dt v'erano particolari Ngrilzj da Mos stabiliti. V~di num. 28, l i ( 19) Questa era citt sacerdotale diversa dall' altra Nobe di l dal Giordano poich questa apparteneva alla lnb d' Efraimo, di ieuiamiuo siccome po1ta ai coohoi dell' una e dell' aiLr11, liehbeae pe. sembra attenerai piuttosto alla seconda che non alla prima.

DEL LIBRO SESTO

(u) Figlinolo d' A.chitob, il qual fu nipqte di Eti. Succedette. ul t~ran Sacerdoaio ad Achia suo frate!~ , ed allora il Tabernacolo dimerava in No be. Questo Achimelecco vie~~ ~che talvolta chiamato Abiatar nelle Scriuure , ma non &i v11ole perci eonfonderlo col famoso Abiatal're, cbe si aottr.aua alla a~rage , che fe' Saule dei sacerdoti di Nohe; percioccta questi f11 fsliuolo d' AcbimeJecco a - una cosa medesima con ello lui. l:u) Qui pare che Giuseppe abbia leuo O"'N .Armi cio Arameo, ovver Siro, come banno letto ancora i Se~tanta in vece di O"'M E.J.nU, ldume, come legge la Vulgata. Tuuo dipende dal facilissimo scambio preso .nella seconda radicale, che Il il ., quui simile al "' (22) Citt , e boscaglia della trih di Giuda. (:a3) ll,tre('ento io penso che sia trascorso gi dalla penna d' Ull qualche copista; mentre la acrittura non li fa aalire, che al numero di 85, se uon vogliam dire , che il trecento l' ba preso. dalla versione dei Settanta , e l' ottantacinque dal testo ebraico. Giacch i Settanta mettooo , che i sacerdoti uccisi f11rono trecente cinque ; ovvero se non vegliam dire, come appare pi aotto, che in questo numero di trecento ottantacinque fosser compresi non i sacerdoti aeltanLo , ma i profeti eaiandio ; giaccb nell' oltavo paragrafo nomina tra gli uccisi coi sacerdoti anco,ra i profeti. (:aj) La Vulgata e il testo ebraico hanno quasi &ecmto , i Set tanta ;" 7'I7'P"" :~,, da t]'murocento. Giuseppe segue sempre i Settanta , per la rasioue arrecatane sopra. (:a5) Con altro nome citt delle palme , perch vicina a' paeli piantati di palme, era posta alle rive del morto mare. (26) La Vulsata interprew l' ebra voce ,tfiJ secendo la sua radice per luoghi forti e muniti ; i Settanta par che la prendano per aome proprio di luoso ; co.cioasiach dicano , che Davidde co'suoi ""'~' Gi1ueppe secondo i~ 41uo aolito f.itiroasi eis .. ~, lttiensi a questi; beuch questa voce 0 1''"'!;. ,non aia J propria di luogo. (27) Il testo ha, cbe Nabal sigDifica ~~..:,,.,,, fommnateua;

!"'"'!._

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ma propriamente non la voce ~.ll che va,lit l'attratto di.41toho 1


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si la voce iiJJ Nehla. (28) La Dominata di sopra nativa di Jea~atl.

a 76

BOTB DBX. 'tiBilO IBSTO

(29) Qui Giaaeppe oou nomina i popoli di Gerzi il che oeppur ftaoo i Settanta beoch~ la Vulgata. e il Teato ebraico ne facciali eoaioae. La giunta per de' noti giorni, oltre de' quat&ro mesi delia dimora di Dnidde ia Sicelet~ ooa ~ a~ dei SettaaLa, 1M della Vulgata o del Testo ebraico. ma h tolta eua. Percbh sebbene dal Teato ebraico ai po rirrarre che Dnidde vi ai ferm qalltco mesi e dei giorni dicendo il T ello. che il tempo della eua dimora furono tlr.l siorni oltre i quattro mesi: pur DOD ti diftaiaco fjtlaati eui &>uero. (3o) Aaai nnuoe il contrario; che aen iasciava viva . , - per lo timore che addita Giuseppe- Per io credo che vi tia ~ naiooe nel testo ; chh non parmi dover aupporre Giuseppe ai poco accerto , che noo ndes111 l'esito tutto oppeeto a cui IIII'II riaacito ~uea~o consiglio di Onidde perch~ quanti uemioi anaae lasciati io vita taur.,i sarebbero stati sii accuaat.ofi contro di lui. lo fatti e la Vulgata e t' Ebraica. ed i Settanta haooo tutto l' opposto di fJUel che liarra Giuseppe. (31) Qui ha errure oel Lesto ceme ne pare anche al Calmet , -il quale dice che io luogo di Reogao ai legga Suoam come ha a Vulsata e coo lei i Settanta; e ci ai conferma da\ capo ae-' 1urote. (3,1 Citt della trib di Maaaase. (33) Siceleg veniva dal servo considerata come uoa parte delia Giudea.- poichh domioata da uo iaraelita. e smembrata dal reato della: P.leatiaa. (34) Aatarte dalla Scrittura io plarale chiameta Aaluot Dea dei Feuicj e dei Paleatioi: sotto il qual nome ai vuole che adoruaer la luoa. S. Agostino alla queatiooe 16. in Juic. parlando degli Africani , che traevano loro origine da' Fenicj ha cesi. Juno siM duhitctiOIIe o~6 illi Alllr,. f'OC<Ztur. (35) Betaao ~ pi nota MILO il nome di Scitopoli , e cosi dai Set-tanta , e ne'libri de' Ma-ecabei appellata giace' alle sponde di qu dal Giordauo nella trib di Maoaasa. Fu detta citt degli Sciti dope d' averla qoeati popoli iovaaa aotto il Re11uo di Gio1ia fislio d' Am mon Re di .Giuda. (36) La morte di Saole cade negli anni del mondo ~9 avanti G. C. toS1, avanti I'EraCriatiaoa Jo55, nanti Roma 3o:7 secondo l' U~~erio e il Calmet.

lfOTE DEL LIEBO SETTIMO


(,.) Coatieoe la atoria di 4o anni, (1) Vedi la nota 64 del lib. 1. (2) Jehoato o aia Jeboaw ha il testo, e la nraion dei Settaata. (31 0'J'I'ID due alloggiamenti : lll08o d!!ue cosi da Giacobbe quando gli nonero incontro gli Angeli. Vedi la not. u5 del lib, t, l4l Al secondo dei Re cap. 3 , ~~en. 5 , troverai Cheleab nomiDarai il figliuolo d' Abigaille ; ma nel 1 dei P arali p. cp. 3 , "~r. , il troverai aominato Daniello.. Convien dire, che an doppie uome. l Settanta lo appellano AAiN (5) 'Gessur provincia appartenente alla Siria. Non ~ ancor diflinitu, ae sia diversa da quella, che di l dal Giordano tu di ragione della tribta di Mana..e. (6) In quel tempo due erano i gran Sacerdoti , l' uno della diecendeoza d' ltamar, ciM Abiatarre, ultimo di qunta atirpe, l'altro della diaoeodensa di Eleaaaro , ed er Sadoc. Questi , stato favoreggiatore della fazion di Saule' era Yiasuto in quel srado praeo di lui ; siaccb~ dopo la strage seguita per opera di Saule iu Nobe , Saule ritorn il gran Sacerdozio alla stirpe d' Eleaaaro, poich~ credette d' ner tutta apenta quella d' ltamar. Davidde poi stim bt-na di donrsli ambedue lasciare nel loro posto ; finchb rimosso pe' auoi demeriti dal gran Sacerdozio Abiatarre, rimase 10lo, come ai conveaiva , .sommo Poatefice Sadoc , da cui ai truf'uae iudi innanai nella linea d'Eiea&aro questa dicoit. (7) Dalla Scrittura si .compreade ottimamente queat' oscurit al lib. 1, cap. 12, dei Parai. ""'' eruditi, qui .nwerard singu/4 tern .. pora acl preci'pieratlwn , quid facere lleberet lsrael. (8) 8iccbb Dnidde ebbe prouti a suoi cenni intorno a' Srg624 persooe secondo Giuseppe , beachb il suo computo aoa si conformi appuo,iao con quello della Scrittura. Legui il cap. 12 del lib. 1. de' Parai. (9) I piil eruditi non cre~ono bene adattarli a Gerusalemme la Solima d' Omero; perciocch~ nb Gerusalemme era vicina al lago Aaf'allite, da cui distava un qualche venticinque miglia n i Gincome 8olimi d' Omere , portavano rasa la chioma.: ni8Jl:~~a

i,

3;8

NOTE

a' Giudei proibita; eppure l'una e l'altra di queste propriet.a. sOIR da Omero attribuite alla sua So lima. (lo) Il med'esimo che l' Oruao del lib. J, de' Parai. al cap. :u . vers. 1 5 , e l' Areuoa del lib. Ilo de' Re cap. 24. -.ers. 18. Ved. lib. 7 cap. te. p. '7, di questo tomo. ( 11) Vuoi dire seconde mogli lllgit.t.ime, aeme Abramo , e Giaohhe por fooero ; usansa allora permessa , perebil tollerata la poligamia. ( 12) !Sei testo 1011.0 cos stravolti, ch' io bo creduto bene di supplirli a mio modo secondo la Scrittura. Eccoli quali soDo nel testo. Amas Emuus, Ebaonatan, Solomou, JPbar , Elieo FalDa, :Ennafen, Jenae, Elifale. De' quali i tre &oli Solomon, Jebar ., ed Elifale s' accostano al vero. (t3) Cio di Rafaim; poicb OMB, vuoi dire Giganti. (t4) Il medesimo, che l' aja di Nacou del secondo de' Re al cap. 6. vers. 6. giacch nei Par~~l. vien chiamata aja di Cbidon. (15) Soba provincia della Siria, la quale secoDo il Calme1 ai &tendeva dal Libano al fiume Ornnte. La sua situazione per ~ incerta. (16) Della citt di Damasco , filosofo , poeta , ed istorico. Fiori a' tempi d' Augusto , ed ebbe fama d' uom<> dottissimo ; ma de\le opere sue Don ci restano , che pochi frammeDti. (71 Cio di Adad , che la Scrittura dice Benadad, cio fi,;liuolc;~ .di Adad. (18) Questa citt il nostro Autore e S. Girola111o vogliOG che sia Ja medesima con Epifanea : ma pi probabile , aome dimostra il Calmet, che uno si distiogua da Emeaa ciu aituata all' Oroote. (19) !Sel secondo dei Re cap. 8, vers. Io vieD questo figlio chiamato Joram; e nelprimodei Paralip.lcap. 18, vera. 1e. Aderamo. Egli probabilmeute portava l' uno e l' altro di queaLi uomi. (2o) Il testo ba Ma~~/~u!J.u coerentemente ai Settauta che leggeoo MF~'~rr!!J.'r. in luogo del Mifiboseth dell'Ebraico e della Vulgata. ('li) Cosi appellahsi quel liherto di Saule, di cui s' parlate rii'l innanzi. (:12) Picciol paese posto all' oriente c aeLtentrione d~:ll11 fQnte dal Ciordl!Qo ver1o ,Pamuco.

DEL LJBaO OTTl110

() Propriamlltte tredicimila; perchb quel di Maaca De neva mille e dodicimila latob. Vedi il lib. 2 di Re cap. lo, vera. 6. (23) Sobac fu spedito di l dall'Eufrate da Adarezer, di cui era capitano a far leva di sente sulle provincie del re della Mesopotamia poicbl! dopo la rotta avuta alcuni anni prima da Davidde non si ardiva di romrere apert3mente con lui. Giuseppe poi lo chiama seoerale di Calama , perch com8Ddan alle genti aasoldate au quel di Calama. ( 24) Questa una ~iunta tolta io preatito o da' Rabbini o dalle credule dicerie del volgo. (~5) Cio trentun' oncia; n queato paja incredibile ; poicb per testimonianza di pratici parrucchieri si trovano alcune 11azzare cos abbondanti, che urivano a trentadue o_ncie. S' avverta plll" , che qui 5i pa.-la di siclo relativamente al talento babilon~se, il quale paragonato all' ~braico come 38744 a 6833. Le mine poi a cui fa e'Juivalere i dugento sicli, ,io le reputo at.tiche ; poich cinque IDDe ebraiche fanno trecento sicli. (26) Cio Mahanaim, che io ebraico vale castra, di cui s' fatta parola pi innan!li, citt !evitica &Ili torrente Jaboc di ragione della trib di Gad di l del Giordano. (27) Ciu tra il Libano e l' Antilibano ed la medesima che .Abyla Lysania, e .Abela. e Ahelhetmaacha e llobal, e Roba , nomi tntti di questa citt. ('0J Cio cogl' lsraeliti. (28) Padre de' Giganti; 5e pnr non vogliamo col P. Calmet dirlo nD nome di qualche Gigante, onde ogn' altro poi simile a lui uella -11talura si nominuse Rafa, e Rafaim in universale i Giganti. (29) Gaaer si legge nel lib. 1 de' Parai. cap. 20 v. 4 e nel Jib. 2 de' Re cap. 21 18 e 19 si legge Gob. Nel testo ebraice Gob., e al margine Nob; e io alcuni esemplari dei Settanta Get. (3o) Elcana11 figlio di Jair o Jarim il medesimo che l' Adeotlaltll jiliru Saltul del lib. 2 de' Re cap. 21 v. 19 e probabilment il medesimo, che il nominato al cap. :a3, v. :a4 del lib. medesimq, come figliuolo d' un zio di Gioahbo val dire figliuolo di un frate) di Davidde. Non credasi perii, che il Jair , o Jarim sia il padra del detto Elcanan , giacch noi trover tra' fratelli di Daviddc; ma )a voce Jarim in ebraico val _boschi; e pec la V ul~ata ha f'lie ici bosco cio a IDio credere cacciatore.

38o

BO'l'B

(31) Le 1'ooe '"'"" a me~ parato donrla r1111dere .drfM; pofcW. uo&o l'Arpa aoatra, quaato la Nllbla ebraica sono stromeilti triusolarl. (3:a) Cosi i Settaata. La Valpta ha Hachemoni al lib. 1 d.t Parai. cap. I l , ,. u (33) Famoso per la 1'lttoria di Sansone. (3~) Quelli cio~ , che chiamavan1i proeeliti. Vedi ael cap. 22 il "'''' 2 del lib. primo de' Parai. (35) Dt.-erso certamente dall' ofl'easor di Dnjdde. Anai secoadG il Te1to ebreo il Scmei e il Rei della Vu)sata, che ivi lesgono Semoei e Roei , vengoao da talaai iaterpretati tiUIIIie/IIU e& l'idclllU, cio~ le persone pita ca11te a pi oculate. (36). Il teato ha la voce srifr; ma poicb~ lo rrlrf eqainlt al slclo e nel valore della moneta 1 e nel . aignilicato della parola , per l'ho renduta siclo. E qui cad~ in acconcio di dir qualche coli del talento ebraico. Il talento d'oro pesava cento 11\ine d'oro ebraiche, onero sei mila sicli d' oro. Valen secondo il P. Calmec cento treptaseimila dugeoi!!IIIDta&ei paoli, sol. 1J, dea. 8. Quello d' arsento poi, aiccome pesan 5o mine d'argento ebraiche, OV1'er& tremila licJi d' arseato, COII TC\'8 QonmiJa IOtteeeato \tCQt.atr' paoli, 1ol. 6, den. 8. (37) Nel Jib. 5

NOTE; DBI. L.tBII.O OTTAVO

M C.ontfeae
~rr11

la 1toria d' nal

i64

iD circa.

(t) La 1'0Ce .......u beaeh~ propria~te pifichi - , pare a me piace di renderla fP"tf1410/o 1 ed ecoone aolla geoealep d' Allia

il

~rcb

Eli Fineea Il, Achitob .Acbimeleo


Abia~,

DEL J.IJIJlO OTTAVO

38~

'(:a) Figliuol d' Eleuaro, il quale COILtain il ramo primogenite


della caA d' Aronne dopo .. merte di :Nadab ed Abiu. (3) Ci~ coofermato; perchl! fu creato da Saule, allorchl! qaeati credette d' avere spenta la linea d' ltamar oella alraiJe fatta da lui de' sacerdoti di N9be. Il testo in luogo d' 4buue ha Girucppe: ma ella Il una acorreaione manit'etta. latorao poi a' nomi lefiUeDL "edi il cap. 6 del lib. 1 de' Parai. (4) Il solo vivo ordin Salomone che ai tagliaaae. Coli h1U1'8o d' accordo l'ebreo Testo, la Vnlpta e i Settanta.

('") rtrpif!f.
(5) DI:Jr, o ala in Jleutro plurale latino Dora metropoli del pa. . eogaominato di Dor nella Canaaea , in ebreo detto N eplaatiiii.Oi', posta al Mediterraneo con un porto incomodo aaaa, va Cesarea di Palestina , da cui dista tn leghe, e il monte Carmelo. (6) La Galilea superiore , ci~ a aetteutrioae. (?) La Galilea inferiore, cio quella a mezsodi (Il) .,l Cor ~ misura ebraica coatdlente aecoado ilaipor Zaaolial
trenta moggia ; ed Il misura di grani :. ond' , che trenta cori di fiGI' di farina n:ndoae aovtor.ento moggia della medesima. (1)) La !tcrittura non ne fa motto.

(lo) Mi piace di legere in luogo di come ba il lllW 'testo cio duemila 1111'!411flllr, come hanno il Teat~ ebreo, la Vulgata e i Set..nta , cio ventimila, Nella quanti ti poi dell' olie n nostre Autore segue i Settanta , che dicono eJaere stati ventimila; bencb l'ebreo Teato e la Vulgata ne mettano sol Tenti; se aoa che il P. Calmet pensa , che debba leggerai "enti mila. ( 11) Sesti ere, o eztAri&ll misura di liquidi cerriapondenti a dieci once romane. (12) RiApondenle a( nostro aprile. D testo 'ebreo ba 1J 1 e Ja Vulgata Zio in vece di Jar ma nGn c' differenaa; percioccb come abbiama aolato altrove, gli Ebrei clopo la cattivit babilonica c1imenticarouo i nomi aoliti a da~i da Joro a' - i ; e asarparoao i DOmi caldei. Ora il Zif, o Zio ansil!etto Il nome par ebraico proprio d' Al'rile e il Jn ,,lC ~ !)aldeo. L' Artemilio poi Il de' Sir.Macedoai. ( 13) Nel fi-re che la GiGteppe qaeat' epoche. aoa. mi pare COIIOIIOt'Cle COD H mrdeaitao. Ma prima coafrontiame lui aeli'EM

J'"ii!'"'"',

Vfta&a.

Fabbrica del T-pi SocoodQ Giuaeppe l'Ebrea e Vulsata Dall' nsoita def popolo dali Egitto

.
Dalla vocazione d' Ab~amo
'1020 li:.Ji

Dal diluvio
t44o

..

.
Dalla creazione de{ Mondo

i P
3t.f8

3t:a

.,

..

..

Or veggiamo quanto poco ~ eoncorde. co11 ._. JD.edeaia:lo. Abbia!Df 'filto a suo luogo , che Giuseppe fa noire il popolo dell'Egitto 'llgli anni' del mondo 3o53 : a quati aocoppinsi i 592 corsi da qnerk.' oacita alla Cab~rica del Tempio ; sono in ~ulto 3R45 : 'dunque noa 3Jo2: la vocazione d'Abramo ei la pone all'anno del mondo :.Jth3: 'ai detraggano questi. dall'anzidetta somma 3to'l : restano 479: duaque la fabbrica del Tempio dovrebbe aecondo hai essere avvenola 479 anni dalla vocazione d' Abramo, non toio ; e c.osi dicasi del .resto. Ma chi fia cosi poco giudizioso e diacreto , che essendo pasati gli. Berilli del nostrq Autore per mano di tanti sciocchi o neglilenti copiati voglia recarlq a colpa non di alcuno di questi, ma dell' :\utore. Ecco pertanto il giusto punto di quest'epoca aegueode i computi gi passati del nostro Autorr. Fabbrica del_ Tempio. Dall' uscita del popolo dell' Egitto Dalla. vocar.ioDe d' Abramo Dal diluvio . Dalla ereazione del mondo

S9:1 ro:.J:I r38g 3646

DEL LJBI.O OT'l'A.V&


~r4)

3A3

Bob Il tutt vuo porpora e grana. Della porpora n ne ha <ii tre 50rlli. La pi carioa tira al vielato "P' un fou.to ro..o. La me&aana di color somigliante al sangue rappreso. La meno lDll si accosta alla grana. Sicch lt: portiere o eran vergate a liste dei tre colori gi detti , o erau tinte in colore misto di p01'pora , di giacinto e di grana. ( t5) Pe.t la_ voce h:t~'~ur. eh io rendo tl' oro mauiccio si vuole in'tendere ch'erano, non dorati, ma coperti di lamine .d'oro massicc~o, perciocch abbiamo dalla Scrittura, ch'i Cherubini eraue internam~nte formati di legni d' ulivo. Cosi la luro a lteua oo.n era di cinque cubiti, ma di dieci. V, il l. 3 dei Re. c. 6, o. :a3, :~6. Vero che cinque cubiti soli era alta una sola ala ; onde forse Giuseppe da uu' ala sola misureranne l' altezza. ( 16) Queste d~e ali che toccanno le pareti pposte del Santo 1 una dell'uno e de' Santi non erano a un sol Cherubino, ma 1 r altra deW altro. Cosi dicasi delle ali che rimanevano Jra 58 congiunte. Vedi il luogo sopracctato dei Re. ( 17) Io ritengo il nome di Chiram usato dal nostro Autore. ia luogo dell' lram della Vulgata perch il leg!litore non si confonde. ( 18) Qqeste colonne erano .internamente scavate; e questo cavo era di quattro dita. , (19) Cio alla baaa onde. pi&lialli la mi&ttra del diametro d' ogni cololloa. Quindi ~ che il suo diametro esser. da.veva di quattro cubiti ia circa ; percb i geometri c' inseguano , che ogni circonferenza di circolo il triplo e alcuna cosa d pi del suo diametro. (3o) Egli pare che queste colonne servisser di stipiti alla porta del veatibelo per sostenerne l'architrave. (!!l) Vedi la nota lo. 11 leggitore versate ueHa !Mrittura si rlcorL der d' ~ver letto or duemila bati, or tremila. ~ser&i contenuti 4.a questo mare. .Ma rifletta col P. Calmet, che questo mare or ~i prende unito al suo piede che era deutro lrulll~aLo, or si preu.ie senz-a il suo piede. Io qupato eecoudo caso CODI$rtl solamente duelmiJa ba ti ; nel ('rimo tremila. (22) Giunto 'lui il lettore, dopo essere tornato pia volte indietro fhialmente eonchiude; io non--Intendo niente. Il cumpatlseo. S'O P* esperienza qullnte ore mi' sien costale' le poche righe tratUtbti di queste basi ; ma: spero cbe il tempo da me implf!SB\o'ri intorno toroaer a bene di chi mi lego. Io mette~ qui la 'lt,'llra , qual 'dope~_

384

IIOTB

laol!h aecliluioei .un. parole del autre atMe r be C!GIIIeepi~ ; iadi ci riecoakare..o Lal.&e le parli. La fisura oi rappraeaLa la piaa&a ii quat.e Mti. Eocolli.

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Eceoae la spi~l!ziooe. La lioet ottaogolare sepata dalle lettere O, ~, Il il fuste della bue. L U luJII!hflsaa ) L A larl!heaza ) della base. L' altezza aoo si descrive , perch ne fac~io la sola pianta. C C C C. QaaLUo colnoneLte quadra010lari poat.e asti aapli, ed aventi dall' una p11rte e dall' altra i .lati I I della base III&ti a 11
IMMe

'l~

Q O Q la'i della !Jase , che 111 fo..ero interi e diritti , aarebbp 0 :p; ma percbb aon pa,rtiti D tre, form~o i lati Q 0 Q. La linea ~ata 4alle lettere I ai ~ il cordone , io cui toLti i lati finiscono della base , a che furma una spezie di cornice o cimaaie
alla bue medeiia.

385.
l'lei lati O O vedevanai scolpiti il toro, l'aquila, e dalle altre
parti segnate colla D il leone. Questa pianta, il confesso li un ipoteai mia ; ma n il preprio. amor uon m' inganna, tale, che spiesa abhastauaa la mente e i concetti del uostro Storico. Dico Rostro Storico ; percb egli pila ai conforma aiugolarme11t11 Delle mi&ure coi Settanta cbe col-- 1'Ebrea e Vulpta . . (!a3) v~_~ot dire che da' qualtro .aucoli p aorpva~o quattro braocia ltere coUe lor mani, le 'luali andavanai ad unire ioaie:ae nel meuo ;. aicch la. linea dell' asse della ba pas1111n tra loro. la questa ara piantata una spira, che sosteneva il catino. (~~) Qui pare che il nostro A.atore ai oontraddica , poicM di sopr ba detto che le balli faLte erano per catini quadrangolari; poacia aoggiugne cbe vi si fecero catini ritondi ; ma avverta il lettore , che aupra que~~ti oatiui ritondi ersevuene an altro qaadratu , dal quale per , cannelle veniva a cadOII'e nel aottopoiii.O catiao ritoodo l'acqua. (~l ntJJD basi: dalla radiue .l1l t6ilin,. fct.taare, ...odare. ( alJ) C* i pani di proposiaioe. ( ~7 1 Il testo ha !'PI~, diet:imila; ma non facerulo' nlun cennct la Scrillura di questo numero, au:r.i dictlndo, che erano dieci soli , io penso , che il nulftero di tai candelieri fosse o dal nostro An tore , o da qualche copiata scritto in cifra , la qua le ae il dieci , ai acrive col jota ' e IIC il dieciiJ. , ai scrive col jota e un puntino di sotto coai , Ot quanto agevole cosa , che fosse dapprima scritto col solo jota ; e che qual ch'altro copista veggendo, che innan' non si parla d' altro che di migliaja , I' abbia q~ el jota iuteso I'er diecimila 1 (:~8) Parola, che s. Girolamo in Gerem. c . .So, " 41 dice di non sapere se greca sia o siriaca. (~) La Vulgata, il Testo ebreo e i Settanta hauno Ethanim, il mio testo ha Thuri: l' l!.'thallim va beosoimo ; poicb il settimo mese cio il Settembre in ebraico ~enuino dicevasi Ethanim. ma D~ in ebraico, n iu caldeo non a'~ mai chiamalo tal mese Thurt, ma bens Thisri, dunque nel Lesto del nostro Autore v'ha scorrezioue-; t si de' leggere caldaicamenLe Thisri, e non ci~ca:ucnU. Thuri. lperbereteo mese Siro-Macedonico, in tuanto rispo11de al Settemlm:, (3o) La Scrittura ha ventiduemila buoi. FLQIO, tomo Il.

386
(3r) Molti il fan derivato da ~:1:3, che nl caU114, cqJPO ~., '\'oce fora' anche fenicia; onde io credo, che perci qu.,) paese fosn da lram chiamato Chshul, perch~ sarebbe stato a' suoi sudditi d'noa catena , che gli nrehbe legati troppo alla terra , e distelti dal pi attendere alla nl'lif!&aione, che ~an ti notagsi lor dava. lo peo10 ceai; 11~ forse troppo lool.ano dal nro . .J) 1\leae de' Siro-Macedooi rispondente al nostro Fehhrajo. (32) Ritenne il nome di Tadmor, finch~ Alessandro M. sogsiog quel r-ese ; ed a Ilor prese il nome di Palmira. Venuta poi nrso il fine del ~rzo secolo io mano de'Saraceni ricover il nome antico, n~ lo perdette mai pi. () Anche dopo SalomOilfl si tronoo i re d' Egiuo col nome di Faraone. Necao sotto Eaechia ~ chiamato Faraone, del qual nome si trono nstigj ancgr aotto Gioacbimo. Per ~ p roba bile , che La l DOme CBIIIIIIe al sotteotrare de' Greci in quel regno. Cosi la resina Don ai chiamava Nicaule, ma Nitocri ; il che per pu esser falle di copista; inoltre preaao Maoetone conservansi i nomi dei re d'Egitto, come ancora ne' monumenti de' sacerdoti d'Egitto: il che fa osservato del nostro Autore medesi01o nel suo primo Jihro Ctlfltto Apione; ma qual maraviglia , se qui ha abasliato P " quandoque !Joll!u dormitat Humerw. " Hor. Dalla voce phsr4/a arabica somisliantissima. all'ebrea ~,!'1 nella termiuaaioue. n. molto dis&imile

nel significato, tragono alcuni eruditi la deriv aaione della voce PIMrao ; perch aipifica pre1edue , e ancor liberare. Che poi la regina Saba foaae la Nitocri d'Erodoto , o la Nicaule del nostro Autore tutto pensiero del nostro medesimo Autore. Ved. Calm. Diction. lit. crit. P. Pharao. ' (33) Citti nell'Arabia deserl.a in quel aeno di roaao mare che chiamano seno d' El an. Qui eecondo il P. Ca l met. Giuseppe confonde A_siongaher posta al lito orientale del mar rosso con Berenice pose a al lito contrario verso l' Etiopia. () Cui vogliono gli Arabi che togliesse dal lor paese. Di questi pianta se brami qualche notizia nd. la not. !14. del lib. 4 della guerra giudaica. (34) Il legname recato dalle navi di Salomone non ~, dice il P. Calmet , probabile , che foss pino nostrano; giacchi: non avnaoo bisogbO i Giudei d'i navigar fino alle lnolie per ritrovarne. Ci ooa ostante ho reodut(l pz'cea, perch la riB.essione, che fa dipoi il nostre .Autore correi!Se qualunque equivoco.

DJ!:L LlllllO OT'I'A."O

(S5). Vecli la uo&a al prinCipio delcap . 6, del lib. 6. (36) lo ponso 'faina come ba il mio teato, non Tafnes, coaie ha la Vulsata e l' Ebrea; perciocch~ giusta q11eate la Tafues non er ]a sorella della resina , ma la regina Sl1!18a ; onde pu dirsi che la regina avesse nome Tafnea, e sua &orea Talaa. '('") C'o~tstituerat eun& praifectutr super tributa um'versae dOn&US Joseph, ci~ come spiega il Ca lmel, dell'una e dell' altra trib di Efraimo e di Maoasse. Lib. 3. Reg., t:ap. 12, ,... 28. t'"J Di autem, quos re111af'l Salom<m in Je;1llale"' super Otrmem Iuael, qu~clraflinta an11i sunt. 3. Res. c. 11, ,.., 42. Il medesimo abbiamo al &ec. de' Paralip. c. 9, v. 3o. (37) Vuoi dire, t'be Dio non ~ iuchiuso io ispaaio determinato; ma tutto riempie ed ~ dappertulto , siccome esige la sua immeusir.. (38) Questi ~ quel mP.desimo, secondo la pii\ ricnuta opinione degl'interpreti, che ~ chiamato nella Vulgata Addo e nell'Ebrea Jeddo: e compilb, come abbiamo del secondo de' Parai. al cap. 12, T. 5, e al cap. r3 t v. 23 t la Storia de' regni di Rohoamo e d' Abia. (39) La Scrittura manifestamente dice, che l' appariaioue avvenne al profeta, qui redMZerat euh; cosi hanno coll'Ebrea, la Vulgata e i Settanta. ( 4o) Queste ed altre espressioni in cui pare , che il nostro Autore. ammetta in Dio la volont dell'altrui male &)ti rituale , si vosllono intendere della volont permissiva uon auoluta e positiva. (41 Qui la Scrittura io luogo d' lpan ha Get. (42) Sulla fine del cap. 9, tib. 7. abbiamo, eh sposa di Roboamo 1 onde nacqoegli Abia non fu una figlia di Tamar, ma Tamar medesima. Questa contraddizione non pu conciliarsi se non . col dire , che nel looso 10vraccitato vi eia soorrer.iooe di testo , e debba ai!8ngoersi che la figlia di T amar fa . &J>Qsa di RobQamo. Vero l! che Maaca.vieae dalla Scrittura chiamata lgliaolll d' Assaloooe, ma coma io questo laogo riflette il P. Calmet non rada volte la voce .IIJlia uaurpasi dalla Scrittura per nipote. (f3) La S.:riLL&&ra ha aeai8Jlta. (41) Non vuoi dire coo questo t cbo Dio abbia creato' se stesa.,; ma vuoi dir.e che Dio ~ da ae n ricoooace la sua eaistnaa da ~eruo altro essere. (45) Nella Sac-a Scrittura .. per Etiopia o paeu di Cua vien inMIB ancora l'Arabia Petrea ; donde probabile, che moveaae Zara. (461 Nou io. quanto alla toalan:r.a dal uoma, che tbtaic::o t <:0111!1-

388

1fO'I'Z

li elle dalla IDa onsme , la qaanto all' ialeuioae. Poi~bl ehraicaiiMDte li dJJ~omia dal padr- del monte, era detta l1,DID or,. monte di S~Taomron, e pcamente Sam4t'ia. Io quaato al nome
di Mare01111 , legi Gioaull al cap. 12 , ". 20 , e ndrai eh' i vi chiamali dalla Vulsata Semeron , e dall'ebreo testo Sclaomron M/JI'OII.

() Elia.

147) Nel te1to sreco questa parlata ~ riferita hiltorico modo. A. me per piacciu_tll di metterla a dirittura iu bocca d' Obedia , pec' ler"''ire alla chiarella maggiore. Altrimenti acaoaate noo 1i aarebbooo molte otcuritl ; perciooch~ allora le due terae periooe Elia ed Obedia 1i aarebbooo facilmeote confuae iollieme, come accade aocora mel Lesto , a chi noo badavi pit\ eh!' taoto. () N eque enim melior um , qUIIm Pavu mci. 11Cf1 3, 19 , 4 (48) La voce ).i)'lt'tU ae i' ioterpreta per i dice ~ ua po' cruda;
~ (a credere, che Giuaeppe lo riputaaae pillLtotto uaa voce , a cui li co o venitae il i dice , che ooo uoa nrit , a cui si dov- il .appiamo. Ma poicb da Lutto. il coaleltO ti pu racilmeote dedurre che il ).;,,,.., equivalga al 1appia~o, per io l'ho readuto COli. (Wl Ciol: uipote, percb figlio di Gioaafat, che f11 fisl\uolo eU Nam1i, come si pu vedere al lib. 4 dci 1\e, cap. 9, 2. Vero i , che nel libro terw dei 1\e icn chiamato fisliuolo di Namai ; ma chi aoo sa, .(l be ~e volte nelle 8criLLDra il aoDDO ~ cilia-to padre. e il alpote fitlliuolo r (5o) E ci'Jsli fece per o11erar. la lege, che sta 'ICl'Wl 11ei Num. al cap. 36, " 7 e (51) Ciol: Bea Adad colllfOILO da Jl &n, ftlliu/D, e 'nn --4tlad. pauato a lui in aome proprio l ' - di fislio di Adad. Cos viea n-iaato aocor dai Settuta. (52) Nti. Parai. al lib. 2, cap. 17, Y. n aw.iamo che aaate Sii apeUi ' fJUIDto i eapreW fur- Mttemil ti MLleceato , pr-te pit\ deaoo 1111i d' un' iotera e ricca uaaioae , che aoa i trcceoto aea~~ota del testo. lo credo pertaato, eh i uu-i tieoo scorretti Del testo. . (53) Il lef!sitore a questa voce non li ICIIndalea&i di Giuaeppe. Egli era fariseo: e per , come tale, ammlltLeva aogseua CJIIll COM al detiou, lralt1le ru ..aa libert V. il Jjb. 18 1 cap2- di 4f"Hl'oper& (541 Parla da Fariseo; e aiente ~i pi*
FINE DELLE
JIO~E

DBL SECONDO TOJ(O.

I N D I c E
DELL~

.M:ATn\IE CONTENUTE IN. QYESTO 1'0MQ

LIBRO QUINTO

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l.

Gtoaui capiumo del popolo ebreo , attaccati e

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villu i Cananol., questi uceide, e l~t terra divi.. per sorte distribuisce alle tribtt . Pas i. Puaato di vita Gi010, !l' lsraeliti , perc:bt: tra .. sresaori de' patii iati&uti , restano anolti in molte scia~ure, e lentiei a gran romore rimase distrotta la Trib Beoiamitide , ..lvo seicento , 3!1 111. Come per un procedere di tal fatta datlsi aH' ir1'elisione Dio gli Mttomin alla achiavitit degli Asliri . . . " '4111 Libert riLOmata Jore da Cnes . , 43 IV. v. n popolo serve di DUOV~ lOttO . . . Moabiti, e da Aod tratto Ili aervil , 44 VI. . . Caduti. in potere- de' <Auael ton liberati da ~arac . . , . , . 46 . VJI. Come sii Amaleciti, portate l'armi DODiro gl' Israeliti , li vi-o 1 e desolarooo per Mtt' aooi il pawe " 49 V111. Gedeone "-t'eli ia libe11 . " il'i lX. Come i socc-.ori di Gedeone, ebe foron molti, perresgill'oao a tempo opportuno coi popoli circonvicini . . . _ " 54' -X. Della gagliardia di Saesooe, e di C(Uallte calamit per lui Tlllllaro i Palettini . . . . " <il

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39:o.
Cu. XI. XII.

. llfDICB

Come l fiBiiuoli d' Eli sran Sacerdote -taroa~ uccisi nella battaglia co~ttro de' Paleatini P.g. Eli udito il caso dei figli cade dal la sua Bef18ia , e ae muore . . , . ..
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7'6..

79

LIBRO SESTO
Slt!Didio 1 de' Paleslini e delle loro terre, e ia cbe modo rimandarono l'Arca agli Ebrei . " Vittoria degli Ebrei sotto la condotta di Samuele" S~muele indebolito per la vecchiaja cede l' amminiatruioDil de' pubblici affari a' suoi figli " Come per l' ingiusto governo di quelli la moltitudine volle un Re . . . . " Creaaione di Saule a Re per ~lOQiando di Dio " Spediaione di Saule oontro .Gesti A-oniti, e ..-it. toria . . . . , . ~ . . . . . . . " Come i Paldtioi nuoti di nuovo contro gli Ebcei furon -.iati . . . " Guern di Saale COIItro gli Amaleciti, e 111e vittorie . ; ' " Como Samuelo CH ua altro 'Re nomlaato Oavidde . . . . . . " Altra. spediaione de' Palestini contro gli Ebrei " Duello di Oavidde eou Golia , .e scoafiua de' Palestini . " Come . Saule. ammirato il valor .di Oavidde gli .dih la figliaela . . " . Gionata parla. a .favor di Davidde , Cl ne ottiene .. lo ecampo ..... . . . . . " Come soveuti volte ltovat.o8i Davidde io pericolo d.' ener morto .da Saule,. scamponne, e come : a.vuto. due Yolle io sua tDfW S.ule, aicc poteva ~r}e dal atO.xio aon r oft'eae . .. l Paleatini., .p~Ktae di nuo..-o le armi contro gli J:;brei, tae .ri!D~(IQDO .vipcitori, e il re loro Saule m1oa.;a co'.fielii\Qii io biiWI&lia .

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LIB.f\,0 SETTIMO
Cn. I. Come Devidde f'u Re d'una sola trib , e del resto il figliuolo di ,aule Pag. 74 Come ucciso insidiosamente da' suoi Isbosetto, II. tatto il regno none in mano a Davidde " 85 IU. Davidde., assediata Gerusalemme, e avuta la citt ne discaccia i Cenanei, e introducevi ad abitarla i Giudei " se IV. Come Davidde super i Palestioi venuti a combatterlo a Gerusalemme . " tgr v. Davidde, rotta. guerra alle genti circonvicine e domatele, impone loro tributo " Battaglia di Davidde contro qua' di Damasco , e VI. vittoria " VII. Come Davidde uscito contro i Mesopotamiti ne ebbe vittoria. Peccato da lui commesso ., VIII. Come levatasi contro Davidde la famiglia a tumulto, suo figlio cacciollo dal regno " :uG IX. Assalonne venuto a campo contro Davidde suo padre, perisce insiem coll' esercito " x. Davidde ritorna al suo regno, e ci vive felicemente . . , XI. Davidde ancor vivo crea re Salomone suo figlio " XII. Morte di Davidde, e quanto lasci al figliuolo per l'erezione del Te111pio "

....

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LIBRO OTTAVO

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I.

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- m.

Salomone salito al trono toglie di vita i mmu:1 , e sposa la figlia di Faraone . . . ,. Della sapienza , prudenza e riecbezoa di Salomone; e co111' egli il primo fabbric il Ttmpio in Gerusalemme. Sua prevaricazione: . . " Salomone muore ; e il popolo ribellatosi da Ro. boamo figliuolo di lui, dichiara Geroboamo re eli dieci Trib . . . . . . . . "

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C.u. (V.

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VI.

Cnie leae 1\e dell'Egitto noulG a 111te a Geraalellbme. otcplf l ci\\ e Ila ptrL. le ricchezae io Esino . Pag. lpe<lbioae di Geroboa- COUlra il figliuolo di Roboamo, e. &coofit'ta; e coa. Baasa , &terpata. t a ICiaiaua di Gwoboa.... ef!~ eecnp il Rt:t~DO, B"MHito desii Etiopi a Ger...l - ~ repaote
AH. S10oo ~oolui .

3
m

"' .337

VII.

Spenta la eehiatta di Baa1a, repa topHt gl'lsraeli Zambri, iadi Amri.., .e iafiM Acabbo ,uo

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-

, 34:a

\'IU. .Adad Re di Da-.oo e d..lla Siria , 'feDuto due vohe coll'-cilo COIIU'8 di At:llbbo, Il violo. ti 354 .Di Giosafatte 1\e di Ger~e . " 361 IX. x. Come Acabbo ~~ecito 11 empo -lro de' Siri

perdi! la battaglia, e per

eGli

Il_. .

"

363

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