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Giani Bifronte, D’Annunzio. Pascoli.

10 agosto, dopo la morte del padre. Metafora della rondine.


Studioso traduttore di greco e latino.

Promuove la poètica del fanciullino. Il poeta deve essere come questo. Guarda la realtà e per
comprenderla fa diventare grandissime le cose piccole e gigantesche le cose grandi.
Alternanza in cui si trovano elementi familiari di complessità enorme sta all’interno del contrasto che
Pascoli cerca che può essere esistenziale come il gesto di Alessandro Magno che nelle colonne
d’Ercole si accorge che non c’è più nulla da conquistare non può andare più in là.

Visione aurorale, ricerca dell’alba, momento che i latini cercavano e in contrapposizione l’idea del
crepuscolo della fine di una civiltà.

Vive nella sua casa, con la sua famiglia, non proiezione pubblica. D’Annunzio invece scrive che la
vita è come l’arte e l’arte è come la vita.
D’Annunzio sin da giovane si proietta direttamente in una versione pubblica. Scrive un libricino di
poesie in sostanziale ora per noi. Lui amplia la sua fama.

Amore per il quich. Tendenza che scoppia in Europa in cui si ammassano elementi che possono
avere poco a che fare. Il contrasto, gli oggetti che non coincidono con quello che hanno accanto è
la ricerca di uno spirito nuovo raccontato da personaggi definiti esteti.

Primo romanzo di D’Annunzio, esteti. Bell’epoque.


Prosista e poeta allo stesso tempo. D’Annunzio che ama la folla. Crea una tale produzione…
Anche la vita va assunta e accettata come un modello estetico voluto, concreto. Non solo recepito
ma anche acquisito.
Transiti vita tra arte e vita.

Wagneriano, idea alla base di tutto il movimento, idea di arte totale. L’artista doveva raggiungere la
totalità. Modello di uomo nuovo che D’Annunzio declina immediatamente sotto il segno di Nietche.
Con lui amplificato, esteta.

Piacere, romanzo di 400, 500 pagine.


Lei si è completamente rasa, il personaggio rimane attonito e non sa cosa fare. Lancia esempi e fa
parlare di sé malgrado tutto.

Andrea Sperelli, legge il giornale e scopre che c’è stata una strage di soldati italiani. Strage di Babà
Beccaria, uccide gli scioperanti a Milano. Polemica con D’Annunzio, qualsiasi storia di attualità è
buona solo per farne parlare.

Inizio del piacere: l’anno moriva assai dolcemente, endecasillabo con chiusura al centro.
Preposizioni medievali, non articolate.
Tentativo di rallentare la narrazione.
Ricerca del latinismo.

Il protagonista aspetta un amante, sono le tre e mezza. Tempo rallentato, volontà di voluttà
costante, attesa amorosa che diventa erotica. Serie schematica di esperienze estetiche,la vista, i
suoni,
olfatto. Vista, senso più semplice per la scrittura, suo domino viene da Ezio Raimondi, considerato
come il re di tutte le sensazioni nel momento in cui inizia l’invenzione della stampa.
Poesia letta, non più declamata, vista inizia a prendere il sopravvento. Tipi di profumo… fase iniziale,
la fase successiva è quella della sinestesia.
Barocco, dominato dalla metafora, la sinestesia è la figura dominante in questo periodo. Viste dolci,
profumi rosa…
Ovidio, con le metamorfosi e la sua vita discussa, viene spedito in Romania e il poeta nazionale dei
rumeni. Storia con la figlia di Augusto… accusato di essere troppo leggiadro, troppo erotizzante…
Correggio, fa pensare a donne corpulente… diverse da quelle del tondo di Botticelli. Figure stilizzate,
altro modello del periodo, base moderna, sono i pre raffaeliti inglesi rileggono Dante Alighieri ma lo
leggono in funzione mistica e come modello di iniziazione stilistica.

Dante Gabriel Rossetti, uno dei maggiori pittori preraffaeliti. Legge Dante e costruisce delle figure
che esaltano la figura di Beatrice. Beatrice, donna angelicata e dall’altra parte la femme fatal, ci può
essere entrambe le cose in una donna e lui dice di sì, la sua amante che infatti viene raffigurata così.

Pre raffaeliti, prima della costruzione della prospettiva assoluta. Ritorno a un primitivismo nell’arte
anche nella tecnica. Ne risalta l’aspetto già in Francia della vergine prostituta.
Costante dell ricerca dell’arte totale.

Ecfrasi, figura retorica quando davanti alla descrizione di un quadro, questo è il momento in cui il
protagonista parla in prima persona. La descrizione continua in prima persona come se fosse dentro
al cuadro stesso, ha preso vita, immersi nella descrizione.

Il piacere è un ecfrasi continua, il protagonista si perde in ciò che vede e sente. Immersi poi nel
ricordo della scena e ci dimentichiamo anche quando Elena non è ancora arrivata.

D’Annunzio poeta, tutti i topi dell’epoca raccolti da D’Annunzio, in la poesia è molto più vicina a
Pascoli.

Alcione, dentro le laudi.


LA PIOGGIA NEL PINETO:
Fonde in modo credibile al massimo la sinestesia, il sonoro e il visivo.
Prima strofa, dà il parametro di tutto.
Riesce a sciogliere il verso, ritmo triadico, fuori posto in molti momenti.
Elementi anche per negazione che ci danno il valore sonoro. Forma imbastardita ma usata in modo
raffinato di parlare in modo diretto, formula medievalizzante.

Ripresa di PAR, Parole, parlare…non si fa rima, ricerca non auditiva ma visiva, parole non fa rima
con gocciole.

Contrasto e conseguenza al taci: Ascolta.


Giochi fonetici, visivi e sonori, gocce che ci sono in tutto.
Sostantivo aggettivo o al contrario.
Transitivita tra opera e vita. Ermione, come chiamava la sua amante Eleonora Dusa, gli scrive anche
opere teatrali e un intera opera.

Diversi alberi come diversi strumenti musicali.


Anima del panteísmos, anima mundi, perdita di individuazione del uomo nella natura, immersi nello
spirito della natura, siamo diventati un tutt’uno con la natura. Questione leopardiana in cui Leopardi
está al di qua dell’identificazione della natura dell’uso panteistico, del soggetto.
D’Annunzio vorrebbe entrare.
Poesia limitata in modo Petrarca esco. La grande differenza di base che separa Dante da Petrarca è
anche nel numero dei vocaboli usati, modello petrarchista è quello di una lingua canonizzata,
completamente limitato, taglia fuori tutto il vocabolario considerato volgare. Scelta di parole limitata,
raffinata. Modello plurilinguistico, va anche fuori dall’italiano stesso. Inserisce tutti i livelli della lingua.
Per Dante è tutto valido, Petrarca invece lo limita molto e lui fa la stessa cosa, vocaboli che si
ripetono. Con l’idea di creare un modello melodico dietro alla poesia.

Ermione si è trasformata in albero in maniera Ovidiana. L’immagine è quella di un albero.


Modello centrale, essenziale della poesia di D’Annunzio,

LA SERA FIESOLANA:

Alcione, riproduce modelli simili, ma ha un ipotecato molto chiaro, il cantico delle creature, poesia di
San Francesco. Prima del 50, con la poesia siciliana del momento. Il cantico non ha una metrica
segnata. È quella poesia in cui San Francesco riesce a incorporare tutti gli elementi, dal
sovrannaturale al più immediata in un unico coro di lode verso Dio e esaltazione di vita sulla terra.
Nulla stona nelle laudi francescane, per questo piace tanto a D’Annunzio, proponibile nel canto
artistico.

Immagine del crepuscolo, decadentismo. Sta iniziando questo momento, luna sta apparendo. Uso
esagerato del par, che ha valore dell’apparire e del sembra.
Si tace: Non si sa se sia un verbo pronominale o il valore del canto V dell’inferno dov’è il si è un
locativo, qui.
Rose, dita dell’aurore di Ovidio.

Fine della primavera, della giornata, ma si può vedere anche come stagione che nasce.
Fratelli olivi, ripreso dal cantico.

IO, rompe l’immagine descrittiva per mostrarsi da esteta.

La sera fiesolana, immagine che viene riprodotta, molto simile alla pioggia nel pineto. Rappresentano
l’elemento panico in cui gli uomini e la natura diventano un tutt’uno, poeta si mette da parte per
sottolineare il tutto, nell’altro poema si che c’è Ermione.
Letteratura secolare.
Ibsen, norvegese entra in Italia per la lunga residenza che fa in Italia, li nascono alcuni dei suoi drammi
più famosi. Impatto nel pubblico. Uno dei suoi drammi più importanti è casa di bambole.
Forza ideológico política, fino a che punto è consapevole Peer Jimnt, dramma anarchico. Un nemico
del popolo, linea ideologica seguita dagli anarchici del periodo. Casa di bambole, dramma teatrale
che entra nel pensiero femminile dell’epoca. Che si basava sul divorzio, uguaglianza di diritti…
addrittura il diritto all’aborto. Donne del periodo si limitavano a esporre la loro opinione ma senza
creare una reivindicazione. In casa di bambole però c’è un final sorprendente. La protagonista, Nora, è
trattata dal marito come se fosse una bambola, si arrabbia molto, alla fine scopre che c’è un biglietto
che risolve i problemi che sua moglie aveva creato. Finale sorprendente, Nora prende e se ne va. Esce
di casa e se ne va, lascia figli e marito. Modello ripreso da molte altre scritture nel periodo. Víctor
Cátala. Alla fine del suo romanzo, il marito ha la maggior parte delle colpe e lei alla fine se ne va.
Donna che abbandona tutto. Non donna che impazzisce, si suicida. Fine dell’800.

Sibilla Aleramo cambia tutto. 1906 esce una donna. Opera fondata su strati diversi. È tutto
autobiografico. La sua autobiografia vuole essere un esempio per tutte le altre donne.
Nel suo romanzo, Sinilla fa la stessa cosa di Nora. Lei vuole essere libere e questo implica lo
scioglimento di tutti i legami esistenti, dopo ña notte insonne, gli dice al figlio che se ne andrà e lei se
ne va. Questa è una storia vera. Questo non si era mai visto, le femministe del periodo la escludono
dai loro circoli. Si poteva lasciare il marito, lasciare il marito, ucciderlo, l’aborto ma non abbandonare
un figlio. Rompe il legame donna-maternità. Dopo la sua morte, periodo di silenzio su di lei, poi
femminismo sulla differenza riparla di lei. Madre tutelare per reivindicare l’esistenza tra madre e figli
donna- maternità uno dei principi abbattuti dal femminismo di fine anni 60.

In Sinilla c’è un pensiero femminista esplicito che si può sovrapporre al modello femminista dei primi
anni 70. Scrive un testo teorico breve in cui si fa una domanda centrale. Si fa la domanda della
scrittura maschile- femminile. Domanda che si farà molto più tardi. Lei dice che non esiste una
maschile e una femminile, i battiti del cuor sono diversi.

La sua produzione in poesia è forse la parte più scadente. Lei si considerava soprattutto poeta.
Modello memorialistico all’interno della sua opera. Romanzo di prosa poetica che hanno a che fare
con la sua vita e d’altra parte diari su cui insiste sul modello di verità che hanno le sue parole.
Materiale testimoniale che dà valore di verità ai suoi scritti.

Sibilla, autrice del suo tempo perché l’insitenza è sempre sull’io. Sibilla fa uno sforzo teorico non
indifferente, ha trovato una via alternativa. La vita come l’art, l’arte come la vita. Sibilla Alerama fa la
stessa cosa per le donne, costruisce un modello di superdonna. Modello di base decadentista, Sibilla
parla solo di se stessa. Amo, dunque sono donne già la visione dell’erotismo e sensualità portata
all’estremo. E lo fa portandoli tutti a letto ltteralmente. Racconto della propria vita esemplare in un
senso anche negativo. Modello individualista di Sibilla. Io, io , io…

Sibilla si innamora di Giulio Parise, la svuggiva, la trattava male…20 anni più giovane. Lei non ha
nessuna difficoltà a mostrarsi in colpa, stupida, non ha paura di perdere. La sua partita in realtà è un
altra.
D’Annunzio a 20 anni conosce Sibilla che ne ha il doppio. Uomo mentale dell’800 rispetto al sesso.
Lui per allontanarla le dice che puzzava di vecchia.
1859, lei sta per morire, nel suo diario continua a scrivere ciò che sta succedendo. Si
trasmette il momento in cui dano un Nobel a quasimodo.

Momento di coscienza XIII:

Era utilizza molto invece di esserci.


Femminismo a partire dagli anni 30-40 ha un valore legato essenzialmente alla sinistra e in
particolare a quella rivoluzionaria. Dopo la guerra si fa comunista, veste ancora come le
donne della bell epoque e accompagna il marito Togliatti a parlare nelle fabbriche, lei
infondo è dalla loro parte ma loro la criticano. Lei accetterà una pensione vitalista di
mussolini.

Caso di metà scrittura, parla del libro che sta scrivendo. Aleramo segna la distanza tra il
verismo e il naturalismo. Se,per basati sulla tipificazione del personaggio. Personaggio
uomo che in sé ha tutti i caratteri per essere tipificato. Nuova letteratura del pensiero,
riflessiva. Rapporto tra vita e letteratura. Lei si identifica con il popolo. Uno dei temi
essenziali è l’individuo o l’individualismo. Forma agglomerata, informe su cui un eroe si deve
stagliare.

Uomo e donna, in misura d acompiangersi, dal mito dell’androfgino anche in d’Annunzio


recuperato da lei in modo molto più sofisticato. Rapporto con un socialista più sofisticato,
Con Giovanni cena se ne va con lui e a un certo punto si innamora di una donna selvaggia,
rapporto lesbico che lei vuole ampliare alla perfezione dei nuovi rapporti umani, triangolo
amoroso che stava solo nella sua testa.
Aspetto sublime decade e cena dice a questa ragazza che sibilla chi sta distruggendo, lei
poi li lascia entrambi e si lamenta anche.

Lei rivede il figlio cuando ha già 40 anni, lui si sente abbandonato, non la riconosce come
madre. Trauma di leggere tutte le immagini idilliache del figlio che sono soltanto
immaginazione è un trauma.

Testo semisconosciuto, probabilmente letto male.


Giovanni Papini e Ardengo Soffici che hanno fatto molte cose insieme, stanno dietro a molte
riviste culturali del periodo. Papini, facevano manifestazioni belliche a favore della grande
guerra, trasfor,eremo l’Europa in un bagno di sangue. Papi è belligerante del periodo. Papini
ha un rapporto con lei che dura circa 7,8 mesi. Lui scrive una lettera angosciata a lui. Lettera
di Sibilla che scrive alla moglie di Papini dove scrive il rapporto con Papini e la pubblica.
Arriva in mano a critiche nordamericane che interpretano male la lettera. Sibilla tratta la
moglie di Papini come una imbecille. Il dintorno equivale a zero.
Gli da le istruzioni su come leggere la lettera.
Trasfigurazione, riflesso di sé stessa accanto a Papini. Crolla soltanto per la pietà, la pena
che ho provato per tema, lei non spara ai i segreti della relazione.
Lei costruisce il modello della superdonna. Si inserisce in una casella su e a rivendica
dall’inizio alla fine.

DINO CAMPANA:
Poeta maledetto della letteratura italiana, viaggiatore. 2 anni e mezzo. Lei porta al massimo
la sua pazzia. Relazione più violenta di tutte. Lei lo va anche a trovare in manicomio. Trovare
un compagno che sia al suo livello. Ultimo tentativo di rapporto con un intellettuale
dell’epoca.
Campana, dice Umberto Saba, era pazzo e solo pazzo. Idea in parte condivisa da tutta una linea
clásica importante. (Lui l’avrebbe proprio voluto cancellare dalla storia).
Gianfranco Contini è stato uno dei due tre nomi più importanti della critica letteraria del 900. Era
uno di quei personaggi che come i critici ruotava il dibattito. Struttura il modello della critica delle
varianti. Lui stronca il D’Annunzio francese alla fine degli anni 20. E è anche il critico che fa una
delle primissime edizioni critiche di un poeta ancora vivo, Montale. Dibattito pesante.

La critica delle varianti ha due nomi, o variantistica, essenzialmente italiana e critica genetica,
cosa molto simile ma di scuola francese. Si prendono i testi, si mettono in fila e con lo studio delle
trasformazioni si vede come il poeta ha cambiato il suo pensiero, un minimo cambio implica un
cambiamento in tutta la struttura. Trasformazione che cambia una prospettiva, poi la critica delle
varianti evolve e viene fatta al contrario, a partire dal testo finale si torna indietro per capire le
trasformazioni.

Poi Contini ha fatto antologie, manuali sulla lingua…però ha sempre messo in un secondo piano la
struttura di Dino Campana, in realtà era uno scrittore decadentista in ritardo. Per questo
sottolineava parole, elementi, gridi frasi che appartenevano più all’800 che al 900.

Mengaldo, grande critico della poesia italiana. Lui segue Contini. Chi non lo segue? Quali sono gli
altri punti di vista?
Campana era veramente matto ma anche l’unico poeta maledetto della letteratura italiana. 1885,
nasce. Quando parliamo di lui ci riferiamo a un unico libro, i canti orfici. Alla fine del 1913,
campana presenta il libro a Papini. E quando C. Reclama una risposta le dice che l’ha passato a
Soffici, lavoravano insieme. Campana scrive a Papini e gli dice che lo rivuole subito indietro. Anni
70, ritrova il manoscritto un critico d’arte, Falqui. Dopo che è morta la moglie lo trovano il
manoscritto in casa e questo lo pubblica. Il manoscritto si chiama il giorno più lungo. Tutti si
accorgono che è molto inferiore ai canti orfici. Campana riscrive da capo in una notte intera dice
lui, appena aveva saputo che era andato perso.
Il legame è chiaro ma il giorno più lungo ci dà il percorso di scrittura dei canti orfici, più espliciti.
Una unica notte lunga che inizia con i notturni. Scrittura che sembra decadentista. Campana va
oltre, siamo arrivati così ai canti orfici.

Canti, tradizione lunga. Orfici, misti, mistici. Aspetto che separa Campana dalla maggior parte dei
suoi contemporanei. Difficile inserirlo in un contesto più ampio.

Primi canti orfici escono nel 14. Marinetti vuole un libro dedicato. Inizia a strappare le pagine del
libro e lo rida a Campana a metà, inizia a stappare le pagine. Atteggiamento limitati nel tempo per
due ragioni: Campana è più fuori che in Italia. Visione dell’uomo che viaggia, ci sono una serie di
alterego nel libro e uno è un personaggio curioso, Regolo, conversazione. Tutti e due hanno la
stessa smania di andare via dal posto in cui si trovano. Lui viaggia.
1916, inizia la storia d’amore con Sibilla Aleramo. Villa di Soffici vicino a Firenze, lettera di una
amica che dice che loro stanno discutendo molto nella camera accanto. I detrattori di Sibilla
dicono che è stato lui e quelli di lei parlano di Campana come nevrotico impotente per le sue
incapacità temporali. Tutt’e due le parti hanno ragione. Campana entra in manicomio per lei.

‘28 Campana è ancora vivo, fase allucinata, psicoanalista si innamora del io caso, va a fare delle
interviste, una delle prime biografie di Campana. In quell’anno arrivano domande, informazioni,
perché vogliono ripubblicare i canti orfici. Nel 28 è pubblicata una seconda versione.Campana
dice che quest edizione è peggio di quella del 14, parla di varianti, lezioni d’autore, da pochi
elementi concreti ma è molto tecnico dal manicomio. Nel 32 muore.
CANTI ORFICI.
Modello che distorce la visione. Si confonde con le altre.
Ritmo del trimerto giambico per riprodurre il senso del battere delle ondate della notte su un
molo, poesia: Batte botte.
Ipotesi, carme di Catullo, c’è ne uno in cui si presenta una nave, se stessa si presenta.
Ritmo triadico è qui satanico, come danza della morte in cui c’è una funzione diretta, immediata,
ritmo delle ondate che battono sul molo. Unico rumore all’interno della notte. Idea di una poesia
musicale che cerca una rivelazione, illuminazione all’interno della sua lettura. Lettura ritmica,
affranta pe capirla. Molte dissonanza, ripetizione della o, consonanti…

Canti, raccolta di poesie ma anche di prose. Poesia da versi imperfetti e tendenti a una certa
lunghezza.
Descrizione di un viaggio a Montevideo. Viaggio a Montevideo:
Individuo contra la collettività. Ripetizioni servono a dare un ritmo musicale alla poesia.

Dibattito: Campana era un poeta vidente o visionario. Il vidente è colui che descrive ciò che vede,
il visionario è chi lo deforma. Campana veggente, profeta. Viaggio a Montevideo si può vedere e
identificare in tutti e tre.

Il viaggio inizia in medias res. La Spagna sta andando via, si ha il primo colore.

Crepuscolo d’oro, tramonto, bruna terra, si fa sera. Il crepuscolo sta facendo scomparire la terra
come una melodia. Già tre colori. Pieno dominio della sinestesia di inizio secolo, qui come una
metafora.
D’igniota fanciulla chiasso.
Blu, mare.
Dorato silenzi, sinestesia, gioco dell’oro.
Blu, celeste ora azzureggiare.

Battere del batte e botte, rafforzamento col verbo al gerundio e doppia consonante centrale. Si
riprende la nota musicale che ci darà il verbo di tutto.

Ma un giorno, avversativo che sembra un E. Ma serve a spezzare la continuità monotona del


proseguire della nave.

Senso del peso, gravi, gravidi, vertigine…


Prima salgono le matrone di Spagna. Anche se alcuni credono il contrario e poi, tocca le Canarie.
Fine del mediterraneo, si passa nella notte.
Dall’io ora dice noi vedemmo, io, situazione isolata, io si unisce a tutto il resto che vive ora sull
nave. Bianca città che staglia contro il cielo notturno.

Porto, rifornimento, viveri… trafficare….


Di nuovo notturno, oscurità. Qui ci può essere Raimbaud e con molta sicurezza il canto di Ulisse
di Dante. Parte che è stat voluta da campana in corsivo.
Lui voleva sempre staccare le preposizioni articolate. Mengaldo, maggior critico della stilistica
italiana, e qui lui lo riportava verso l’800 in questo, decadentista anche lui.

In Campana si sovrappongono il vecchio stile con le novità.

Andavamo, andavamo per gironi e giorni, ripetizione.


Lui, ved le navi, si avvicinano alla costa. Lui vede una fanciulla della razza nuova, India probabilmente,
nuovo continente.

Ecco, formula più forte del gesto estensivo, di Wittgenstein, filosofo austriaco tedesco di metà del
secolo. Si rifugia in Inghilterra e scrive lui di bilingue in inglese e tedesco. Esempio di come si fa a capirsi
con un marziano appena arrivato sulla terra. Possibilità di capirsi, gesto stensivo.

Ecco, forte, dimostrazione di tutto ciò che ha visto, impone la rivelazione di ciò che viene dopo. Riva
dove arrivano è selvaggia. L’immagine è selvaggia. E noi volgemmo (Dante).
Davanti a Montevideo, Buenos Aires. Visione lirica dominata dalla fine di tutto, la luce elettrica.
Campana, spostamento semantico, come Eco, non dal punto di vista erotico, ma visivo, con i colori, ora
è arrivata la luce artificiale. Fantasmagorica visione finale della città.

Trimetri analesti, ritmo contrario al dattilo. Uso dell’anapesto, legato alle situazioni più violente.
Notturno teppista.

Inferno dantesco.
Un ubriaco si mette a cantare.
Finale voluto, tono giustificato dal fatto che siamo entrati completamente nell’inferno. Ruffiano canta un
canto assolutamente indecente, vergognoso. Si va più verso il passato o verso il futuro? Va oltre i poeti
maledetti francesi o no? Storia della letteratura in prospettiva. Manifesto del futurismo del 1909, e
Campana scrive come un ore futurista. Chiaro di luna infinito. Campana da alcuni viene inserito come un
tardivo di un maledettissimo anteriore italiano e da altri visto come grande poeta della contemporaneità.
Gioca con i versi, anticipa Montale…

Questione simile che succede a un autore meno conosciuto che è FEDERIGO TOZZI:
Negli stessi anni, fondamentalmente prosista. Da una storia critica interessante come quella di
Campana. Il giudizio critico va in parallelo con quello di campana. Ultimo dei veristi in vita, una volta
morto, confuso con il naturalismo, nel 20, nasce nell’81, biografia simile a Campana.

De Benedetti, importante critico che lo riscopre in delle lezioni universitarie, si rende conto che non è
naturalista e lo dice. Espressionista, vsionario come campana. Dibattito su lui inizia.

Tozzi, Svevo e Pirandello.

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