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Manuale del film - riassunto minimal del libro

Filosofia Contemporanea (Mutuazione Lettere) (Università Ca' Foscari Venezia)

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Scaricato da Elena Aldegani (bimba.enne@gmail.com)
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MANUALE DEL FILM


Sceneggiatura e racconto
Sceneggiatura: processo di elaborazione del racconto cinematografico che passa attraverso diversi
stadi che vanno dall’idea di partenza alla sceneggiatura vera e propria. Il racconto cinematografico
rappresentato dalla scenografia è una descrizione di una serie di eventi, personaggi e dialoghi
connessi in qualche modo fra loro.
Diversi stadi:
-Soggetto-> prima manifestazione di un’idea (piccolo racconto, spunto narrativo)
-Adattamenti-> non sono un’idea originale ma si rifanno ad un’opera preesistente
-Trattamento-> gli spunti narrativi del soggetto vengono sviluppati ed approfonditi con una
scaletta per la suddivisione temporale ( suddiviso il sceneggiature che vengono numerate)
Decoupage tecnico: lescene vengono divise in singole immagini dette inquadrature o piani che a
loro volota sono numerate
RACCOTO-> (Storia e Discorso) + (Equilibrio- Squilibrio- Riequilibrio)
-STORIA: che cosa viene narrato
-DISCORSO: come viene narrato
Equilibrio+evento o serie di eventi+ squilibrio+ evento o serie di evento+ riequilibrio
GREIMAS: funzionie come attante
Destinatore + Adiutante -> Soggetto ------ Oggetto valore--- Destinatario e Opponente
Barthes: due categorie di elementi
- Funzioni: cardinali e catalisi
- Indizi: informanti
DIEGESI: termine ripreso da dagli antichi greci che sta a significare tutto ciò che staqall’interno
della storia raccontata e al modo proposto o supposto della finzione
Diegetico (intradiegetico) : tutto ciò che fa parte del mondo della diegesi
Extradiegetico: tutto ciò che vi esula dal mondo della diegesi purentrando a far parte di un film
(es: la musica interna oppure esterna ad un film)
NARRATORE: Istanza astratta che ci da delle informazioni su dei personaggi, ambienti, delle
situazioni e delle azioni (narratore invisibile, enunciatore, narratore implicito, meganarratore e
foyer) MOSTRARE, FAR SENTIRE E NARRARE

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Narratore EXTRADIEGETICO e INTRADIEGETICO


LO SPAZIO: identità spaziale, alterità spaziale e contiguità spaziale
DISGIUNZIONE spaziale: spazi vicini e spazi lontani
LO SPAZIO DEL RACCONTO lo spazio che viene a crearsi sullo schermo attreverso il modo in cui il
discorso articola lo spazio della storia
SPAZIO DELLA STORIA è lo spazio diegetico rappresentato da un film, i suoi luoghi e ambienti
Gaudreault e Jost: relazione di identità, di contiguità, prossimità, distanza
TEMPO: quello della storia(tempo diegetico) e quello del discorso (tempo filmico)
Tre livelli di rapporto tra tempo della storia e tempodel racconto: ORDINE, DURATA, FREQUESNZA
ORDINE: flaschback e flashforward riguardano le immagini—analessi e prolessi riguardano la
parola
Le analessi e le prolessi possono essere interne, esterne oppure miste
FABULA: ordine cronologico degli eventi propri della storia
INTRECCIO: ordine degli eventi così come si danno nella storia
DURATA: dipende dal numero di metri della pellicola
Pausa: al tempo del racconto non corrisponde nessuna durata del tempo della storia
Estensione: tempo dl racconto maggiore rispetto al tempo della storia
Scena: tempo del racconto uguale al tempo della storia
Sommario: tempo del racconto minore rispetto al tempo della storia
Ellissi: al tempo della storia non corrisponde nessuna durata del tempo del racconto (serve per
eliminare i tempi morti, velocizzare il ritmo della narrazione, celare, non mostrare,..)
FREQUENZA il numero di volte che un evento viene evocato dal racconto e il numero di volte che
si presume esso sia accaduto nella storia: SINGOLATIVO, RIPETITIVO e ITERATIVO
FOCALIZZAZIONE: rapporti di sapere tra il narratore, il personaggio e lo spettatore-
FOCALIZZAZIONE ZERO (-non focalizzato- il narratore sa più del personaggio) FOCALIZZAZIONE
INTERNA (il narratore assume il punto di vista del personaggio) FOCALIZZAZIONE ESTERNA (il
narratore non dice ciò che il personaggio prova, ne dice di meno di quanto in realtà questi sappia)
FOCALIZZAZIONE SPETTORIALE (lo spettatore sa più del personaggio, tipico di Hitchcock)

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OCULARIZZAZIONE: rapporto tra quello che la macchina da presa ci fa vedere e ciò che si presume
il personaggio veda—OCULARIZZAZIONE INTERNA (vedo quel che è visto da un
personaggio)OCULARIZZAZIONE ZERO (vedo qualcosa direttamente senza la mediazione di un
personaggio) OCULARIZZAZIONE INTERNA PRIMARIA (singole immagini che recano in se qualcuno
che guarda) OCULARIZZAZIONE INTERNA SECONDARIA (alternanza di due immagini dove vedo chi
guarda e dall’altra cosa sta guardando)
STORYTELLING: PERSONAGGI, SPAZIO, TEMPO (tempo dello schermo: tempo della visione di un
prodotto binge watching o slow watching)
Lo SHOWRUNNER colui che controlla l’intero processo di produzione di un telefilm

Inquadratura è l’unità base del discorso filmico e può essere definita come una
rappresentazione in continuità di un certo spazio per un certo tempo (RAPPRESENTAZIONE CHE
HA UNA DIMENSIONE SPAZIALE E TEMPORALE)
Inquadratura è un immagine racchiusa in una cornice che inquadra una porziuone di spazio,
questo spazio è chiamato PIANO- ANGOLAZIONE, MOVIMENTO, PROFONDITA’ DI CAMPO
Piano: piano FISSO (nessun movimento filmico) PRIMO piano (distanza della macchina da presa)
piano SEQUENZA (criterio di ordine narrativo e di implicito rifiuto del montaggio)
PROFILMICO: tutto ciò che sta davanti alla macchina da presa
FILMICO: i modi in cui vengono rappresentati gli elementi profilmici
MESSA IN SCENA: indica il lavoro di organizzazione da parte del regista dei materiali di ogni
inquadrature
MONTAGGIO: operazione che unisce e mette in relazione fra loro due inquadrature, scene o
sequenze
Ricostruire un ambiente: REALISTA, IMPRESSIONISTA e ESPRESSIONISTA/ARTIFICIALE
LA LUCE (intradiegetica ed extradiegetica)
Bordwell e Thompson 4 caratteristiche fondamentali della luce: QUALITA’, DIREZIONE, SORGENTE
e COLORE
LUCE FRONTALE: elimina le ombre e appiatisce le immagini
LUCE LATERALE: tende a scolpire i tratti del volto e ad accentuarne il gioco di ombre e luce
IL CONTROLUCE: stacca la figura dallo sfondo e ne evidenzia i contorni
LUCE DAL BASSO: distorce i tratti del volto creando effetti drammatici

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LUCE DALL’ALTO: la presenza di una fonte di luce diegetica posta al di sopra del personaggio
KEY LIGHT- FILL LIGHT- BACK LIGHT (contro luce )
Attore-personaggio: rappresentato o rivissuto
SCALA DEI PIANI: CAMPO LUNGHISSIMO, CAMPO LUNGO, CAMPO MEDIO, FIGURA INTERA, PIANO
AMERICANO, MEZZA FIGURA, MEZZO PRIMO PIANO, PRIMO PIANO, PRIMISSIMO PIANO,
DETTAGLIO O PARTICOLARE
CAMPO E FUORI CAMPO (ENTRATE e USCITE DI CAMPO)
INQUADRATURA:OGGETTIVA, SEMISOGGETTIVA, FALSA SOGGETTIVA E SOGGETTIVA
Lo SGUARDO identificazione primaria (con la macchina da presa) secondaria (con il personaggio)
Principali movimenti di macchina: PANORAMICA, CARRELLATA (utilizzo dello zoom), TRAVELLING
(gru e dolly, unione di panoramiche e carellate), MACCHINA A MANO O A SPALLA
Movimenti subordinati o liberi
Inquadrature multiple e <finestre> : la frammentazione dello schermo o split-screen

Il Montaggio è quell’operazione che consiste nell’unire la fine di un’inquadratura con l’inizio


della successiva (effetto montaggio il passaggio da un’immagine a ad un’ immagine b)
Lo stacco: passaggio diretto da un piano a quello successivo
La dissolvenza: D’APERTURA, IN CHIUSURA e INCROCIATA (l’immagine sovrappone l’immagine
precedente per pochi secondi)
Iris: foro circolare si apre e si chiude
Tendina: l’immagine scorre via
Piani d’ambiente: sono principalmente descrittivi
La durata delle singole inquadrature determina il ritmo della sequenza più sono brevi e il ritmo
sarà più sostenuto, più sono lunghe e il ritmo si distenderà
Sequenza a episodi o di montaggio: alliena un certo numero di breve scenette separate nella
maggior parte dei casi da effetti ottici che si succedono in ordine cronologico
Il montaggio alternato: alterna inquadrature di 2 o più eventi che si svolgono in luoghi diversi ma
di solito simultaneamente e che a volte possono convergere in uno stesso spazio (es: scena del
padrino)

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IL DECOUPAGE CLASSICO e IL MONTAGGIO


Per Decoupage classico si intende la produzione hollywoodiana tra il 1917 e il 1960
Il DC assume la funzione di articolare uno spazio che è in primo luogo uno spazio di CONFLITTO,
ovvero il montaggio viene visto come una forma che disgregala continuità spazio temporale della
realtà rappresentata. Si utilizza il montaggio ma allo stesso tempo si cerca di mascherarlo (cinema
della trasparenza/ montaggio invisibile).
Bazin individua 3 caratteristiche che articolano la successione delle inquadrature: MOTIVAZIONE,
CHIAREZZA e DRAMMATIZZAZIONE. Uno degli altri principi del dc è quello della continuità.
Il ruolo del RACCORDO è fondamentale, il cui compito è quello di mantenere gli elementi di
continuità fra un’inquadratura e l’altra: RACCORDO DI SGUARDO, RACCORDO SUL MOVIMENTO,
RACCORDO SULL’ASSE e RACCORDO SONORO
DC: utilizza il sistema di spazio a 180 ° (linea immaginaria che la macchina da presa non può
scavalgare) che determina l’esistenza di altri tre raccordi chiave: RACCORDO DI POSIZIONE,
RACCORDO DI DIREZIONE, RACCORDO DI DIREZIONE DEGLI SGUARDI
Tipico del dc è anche l’alternanza tra piano d’insime, piano ravvicinato e nuovamente piano
d’insime
MONTAGGIO ANALITTICO: successione di inquadrature che hanno il compito di determinare
l’attenzione dello spettatore
MONTAGGIO CONNOTATIVO: tratto dominate la costruzione del significato
MONTAGGIO FORMALE: impone la sua natura grafica e ritmica
MONTAGGIO DISCONTINUO: nega aperatmente il concetto di continuità. Utilizza lo spazio di 360°
Jump cut (falso raccordo o montaggio a salti): successione di inquadrature dello stesso
personaggio divise da brevi intervalli di tempo, che mostrano il personaggio in posizioni che
cambiano di netto (es: fino all’ultimo respiro)
Altri raccordi irregolari sono: mette in successione due o più inquadrature di uno stesso
personaggio troppo simili sul piano della distanza o dell’angolazione (non c’è una giustificazione
del passaggio da un’inquadratura all’altra)
CONCEZIONE EJZENSTEJNIANA (Ottobre) DEL MONTAGGIO concetto di CONFLITTO (delle
direnzioni grafiche, dei piani, dei volumi, delle masse, degli spazi,..) non c’è una continuità

MONTAGGIO PROIBITO: PROFONDITA’ DI CAMPO e PIANO SEQUENZA


Andrè BAZIN: rispetto del reale nelle sue caratteristiche essenziali + nella realtà nessun
avvenimento sia dotato di un senso determinato a priori (reale caratterizzato da AMBIGUITA’)

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PROFONDITA’ DI CAMPO: è un’immagine in cui tutti gli elementi rappresentati, sia quelli in primo
piano che quelli sullo sfondo, sono perfettamente a FUOCO (mette lo spettatore in un rapporto
con l’iimagine più da vicino rispetto alla realtà)
La sfuocatura (FLOU) dell’immagine è nata con il montaggio
IL PIANO SEQUENZA(LONG TAKE): è un piano che da solo svolge le funzioni di una sequenza o
scena, rappresenta un evento o una serie di eventi, è nella sostanza una serie di inquadrature su
cui si articola la sequenza ma con il rifiuto del montaggio. Tutti i film all’inizio della nascita del
cinema erano piani sequenza, il montaggio a in continuità naque nel 1905/16. Il PS attribuisce
maggiore realismo alla sequanza inoltre assieme alla profondità di campo da maggiore possibilità
allo spettatore di essere lui a decidere (es: che cosa guardare)

Il suono e l’immagine
Il cinema nasce muto, inizialmente la messa in onda poteva essere accompagnata da un pianista o
un’orchestra che suonava, come accadde per esempio con i primi film trasmessi in pubblico es:
Cabiria 1914 Giovanni Pastrone oppure La nascita di una nazione 1915 David Wark Griffith
Il primo film con un commento sonoro registrato direttamente sulla pellicola (ma ancora privo di
dialoghi) fu Don Giovanni e Lucrezia Borgia nel 1926 Alan Crosland, l’anno successivo uscì sempre
di Alan Il cantante jazz. Il suono ci incita ad una SELEZIONE DI SGUARDO
COLONNA SONORA DI UN FILM: parole, rumori e musiche
MISSAGGIO: montaggio dei suoni e la regolazione del loro volume all’interno di un film
MONTAGGIO AUDIO-VISIVO: montaggio di suoni e immagini
SUONO extradiegetico e intradiegetico (suono in campo e fuori campo: estende lo spazio
dell’inquadratura e crea attesa nello spettatore)
IL SUONO AMBIENTE: ingloba e avvolge tutta la scena
SUONO INTERNO: proviene dalla realtà interna del personaggio
SUONO ESTERNO: origine da una sorgente fisica ben precisa
SUONO ON THE AIR: suono trasmesso da oggetti come radio, telefono, autoparlante,…
SUONO OVER: suoni extradiegetici
SUONO IN: suono intradiegetico in campo
SUONO OFF: suono intradiegetico fuori campo

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ACUSMATICO: rapporti tra suoni e immagini proposto da CHION


Ritmo: velocità e regolarità degli intervalli
AURICOLARIZZAZIONE (JOST) : suoni che sente un determinato personaggio, può essere interna
oppure esterna (si ha quando dei suoni non sono ancorati ad un determinato personaggio)
Punto d’ascolto e auricolarizzazzione coincidono : Auricolarizzazione interna primaria (alterazione
sonora causata da una particolare condizione del personaggio) Auricolarizzazione interna
secondaria (quando determinati meccanismi visivi o di montaggio la evidenziano)
Come scrive CHION il cinema è VOCE-CENTRISTA (VERBO-CENTRISTA), tratta la realtà profilmica in
modo dinamico. Distingue 3 diversi tipi di parola presenti nel cinema: PAROLA-TEATRO, PAROLA-
TESTO, PAROLA-ENUNCIAZIONE
PRESA DIRETTA: quando laregistrazione sonora è simultanea alla ripresa visiva
Caratteristiche della parola in un film: QUANTITA’ (parola> immagine, parola=immagine,
parola<immagine) e QUALITA’ (parola e immagine dicono la stessa cosa, parola e immagine dicono
due cose diverse)

Analisi del film


Nasce nel corso degli anni Sessanta nell’ambito universitario e dell’editoria cinematografica
Le prime analisi del film erano influenzate dai modelli dello strutturalismo ma con il tempo si sono
aperte e collegate anche in altre discipline, teorie e metodologie: dalla semiotica, letteratura,arte,
storia, sociologia, psicanalisi, femminismo, marxismo,….
NON ESISITE UN METODO UNIVERSALE PER L’ANALISI DEL FILM
Il primo segno distintivo dell’analisi è la sua ADERENZA al testo filmico su cui getto uno sguardo
analitico e descrittivo
Per poter analizzare però è necessario partire da un’IPOTESI PREVENTIVA
L’analisi del FRAMMENTO rispetto al film nel suo interpo ci aiuta a poter entrare maggiormente
nel dettaglio
STRUMENTI DESCRITTIVI
-sceneggiatura DESUNTA intesa come la descrizione delle inquadrature del film e del suo stato
finale
-SEGMENTAZIONE: suddivisione del film nelle sequenze che lo articolano
-DESCRIZIONE della singola inquadratura e dei quadri in cui in cui essa può articolarsi

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-TAVOLE, GRAFICI, SCHEMI


STRUMENTI CITAZIONALI
-ESTRATTO: del film, della sequenza, della scena,…
-riproduzione di un SINGOLO FOTOGRAMMA o più
-riproduzione della BANDA SONORA di un film
-ricordo a SCHIZZI o IMMAGINI che rappresentano l’inquadratura
STRUMENTI DOCUMENTARI
-DATI ANTERIORI alla distribuzione del film
-INFORMAZIONI POSTERIORI
ANALISI : 1) SCOMPOSIZIONE 2) ANALISI DELLE IMMAGINI 3) RICOMPOSIZIONE
ANALISI DI TRE FILM:
Raymond Bellour: “Il grande sonno” Howard Hawks 1946  L’evidenza e il codice
Nick Browne: “Ombre rosse” John Ford 1939  Retorica del testo speculare
Marie-Claire Ropars “Quarto potere” Orson Welles 1941 Narrazione e significazione
SVILUPPO DELL’ANALISI CD, DVD, POST-ANALISI, RICERCA DI UN SENSO, COLLEGAMENTI CON
MOLTE ALTRE DISCIPLINE

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