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PAGINAUNO - BIMESTRALE DI ANALISI POLITICA, CULTURA E LETTERATURA - ANNO VI - N. 29 - OTTOBRE / NOVEMBRE 2012
bimestrale di analisi politica, cultura e letteratura
PER LA CRONACA
La riforma Barnum del ministro Fornero
di Bruni Laudi e Massimo Vaggi
STAMPA IN COPERTINA
Maingraf s.r.l. Illustrazione di Peppo Bianchessi
vicolo Ticino, 9 - Bresso (MI)
DISTRIBUZIONE
NdA
via Pascoli, 32 - Cerasolo Ausa di Coriano (RN)
tel. 0541 682186 - info@ndanet.it
Questo numero è andato in stampa anche grazie al contributo di Sifra Impianti di Gianni Torre, video citofoni,
antenne satellitari, impianti di climatizzazione, video sorveglianza e allarme.
Via Rimembranze, 92 - Sesto San Giovanni (MI) - tel. 338 6271588
In questo numero
_ POLEMOS _ INTERVISTA
pag. 11 Europa: le menzogne sul debito pubblico pag. 82 Maria Rosa Cutrufelli. Il peso
e la costruzione di un nuovo modello dell’inverità
di Stato di Giuseppe Ciarallo
_ di Giovanna Cracco
pag. 20 Il lavoratore catturato _ BUONE NUOVE
di Renato Curcio pag. 88 Libera, araba e felice
Recensione de La prova del miele,
_ L’INTERVENTO Salwa Al-Neimi
pag. 26 Il linguaggio: origine ed evoluzione di Sabrina Campolongo
di Felice Accame, Piero Borzini, Francesco
Ferretti e Aldo Frigerio _ IN LIBRERIA – narrativa
pag. 92 Cani selvaggi, Helen Humphreys
_ INCHIESTA (Milton Rogas)
pag. 36 Ngc e sanità lombarda: Comunione Il padre d’inverno, Andre Dubus
e liberazione in global service (R. Brioschi)
di Luce Aletti La magnifica orda, Alessandro Bertante
(G. Ciarallo)
_ RACCONTI
pag. 42 Nel paese dei bambini _ IN LIBRERIA – saggistica
di Silvia Trevisone pag. 93 La lobby di Dio, Ferruccio Pinotti
(G. Cracco)
CONTROSTORIA: LA LOTTA ARMATA Razzismo e indifferenza, Renato Curcio
_ NEGLI ANNI SETTANTA (G. Cracco)
pag. 48 Perché nasce la lotta armata in Italia Magistrati l’ultracasta, Stefano Livadiotti
di Maxbat56 e Paolo Margini (G. Cracco)
_ FILO-LOGICO
pag. 72 Il desiderio, tra filosofia e società
dei consumi
di Felice Bonalumi
Nel 1992, con prosegue, «devi tenere conto che l’ente ce arrivano per conoscenza, per agganci
l’arresto di può dare direttamente il lavoro, evitan- anche politici. Per esempio, ora, a gesti-
Mario Chiesa e do la gara, fino a un massimo di 20.000 re tutto il dipartimento di manutenzio-
l’esecuzione di euro. Ci sono ditte qui dentro che lavo- ne c’è un personaggio che viene da Pi-
Salvo Lima, le due rano bene già da qualche anno, per cui relli Real. Un immobiliarista. Lo si può
colonne su cui non avrebbe senso correre il rischio di concedere per la gestione del patrimo-
cambiare fornitore solo perché ottie- nio, però come gestore della manuten-
l’economia si era
ni un prezzo più basso. Insomma, è an- zione è difficile dire cosa ne possa sape-
appoggiata a partire che giusto: il fornitore devi anche un po’ re. Il fatto è che nemmeno si avvalgono
dal dopoguerra si conoscerlo. Alle volte, allora, per evita- di consulenti: decidono di testa loro.»
mostrarono con re la gara si spacchetta l’ordine. Se co- L’informatore guarda lo scrittore e
vivida eloquenza: sta troppo, ok, non si può fare, però, se sorride. Gli dice che, se fa il bravo, dopo
corruzione e mafia costa 100 mila euro, ecco che vengo- lo porta a vedere il figlioccio di Igna-
no fatti cinque ordini: un ordine di for- zio: «Prima però ti porto alla chiesa, ve-
nitura di piastrelle, uno di serramenti, e drai. Tra poco lì crolla il soffitto. C’è an-
così via. In questo modo l’azienda-ami- che la relazione scritta di un esperto che
ca porta a casa comunque i soldi, però lo dice, ma in direzione non sembrano
spacchettati. molto preoccupati di questo. Lì den-
«Ti faccio un esempio. Vedi queste tro è tutto fatiscente. Crepe dappertut-
piastrelle del pavimento? Le fughe tra to, la parete ha colori diversi da un me-
una piastrella e l’altra sono tutte rovina- tro all’altro, e il pavimento... le piastrelle
te. Un anno e mezzo fa, fare questo pa- sono di eternit. Sono di amianto. Il pri-
vimento e quello di là, e fare il collega- mo lavoro da fare sarebbe rimuoverle.
mento tra i due, è costato 100 mila euro. È vero che è abbastanza compatto, ma
Mani pulite ha Questa era una lucidatura che andava sempre di amianto si tratta. La curia dice
permesso al fatta a piombo normale, e avrebbe re- che i lavori li deve fare il Trivulzio, e il Tri-
Capitale di ripulirsi sistito. È durata un giorno: alla sera era vulzio dice: io ce l’ho ma è cosa vostra.
dalle scorie legate tutto perfetto, le fughe bianche stuccate Che il Signore li protegga entrambi, è
alla partitocrazia bene, guarda adesso che disastro. Non proprio il caso di dirlo.» Ride.
organizzata per è nemmeno colpa dell’impresa – detto
tra virgolette – ma dal responsabile del- La decisione di scrivere un ‘romanzo mai
gestire lo scontro
la manutenzione che ha preso il lavoro scritto sugli anni Ottanta’ gli è venuta as-
Est-Ovest e di solo perché l’offerta era bassa. Adesso sistendo ai rivolgimenti politici degli ul-
rimodernare i il funzionario lo hanno allontanato, ades- timi anni. La mancanza di un pensiero
propri programmi so si occupa di conti e c’è da sperare che politico ha contribuito a creare un an-
nell’ottica di un coi numeri acchiappi un po’ di più. Ecco, tagonismo molto simile a quello che ha
Parlamento privo questo è il classico caso di soldi buttati. buttato giù la prima Repubblica: da una
di ogni forma di «Il problema è alla base, perché non parte i politici, molti dei quali presenti
opposizione al vengono piazzati dei tecnici che se ne all’epoca del tonfo, anche se in seconda
sistema intendano. Se uno si occupa di manu- e terza fila e in veste di portaborracce; e
tenzione deve essere un tecnico, capa- dall’altra i sostenitori dei magistrati, gli
ce, deve capire, individuare. Qui inve- anticasta, contro una politica dei corrot-
vamo tutti. Perché eravamo così tanti.» sti, mostrare le emozioni, le paure di un
Ma, pensa lo scrittore, questa non uomo che nasce privo di capitale socia-
è una domanda che possano porsi i le, in una famiglia dove i soldi sono sta-
giornalisti di cronaca giudiziaria, o gli ti sempre tirati, che il primo letto lo ha
editorialisti che interpretano i fatti per avuto a diciotto anni perché il padre
raggiungere una verità di comodo. Al- ha vinto 70.000 lire al totocalcio, sen-
trimenti sarebbero costretti ad ammet- za i quali mai avrebbe potuto comprar-
tere che la corruzione è parte integran- lo; un uomo che da piccolo ha sempre
te del capitalismo. Anzi, è l’anima stessa sognato una Mercedes, al punto di ren-
del capitalismo. dere chiodo fisso il desiderio, e che a
Negli anni Ottanta la politica italiana si un dato momento della sua vita corona
era data il compito di abbattere le ultime il sogno entrando in una concessiona-
resistenze di piazza. I sindacati, duran- ria, con milioni di lire a disposizione sul
te i 35 giorni di occupazione operaia del- conto corrente.
la Fiat, avevano svolto per benino il loro Forse proprio questo è il limite dei vari
dovere nei confronti degli Agnelli, ven- resoconti giornalistici sugli anni Ottanta:
dendo a una canzone le ultime resisten- l’avere parlato della corruzione limitan-
ze del movimento operaio. Quattro anni dosi a notificare quella dei partiti e dei
dopo, Berlinguer, autore di una svol- capitani d’industria, della loro collusio-
ta politica con la quale aveva ripudia- ne, dimenticando per strada che la storia
to l’entrismo degli anni Settanta, muo- è più reale quando si verticalizza l’ana-
re lasciando il posto ai miglioristi – di lisi, se si mostrano i dispositivi attraver-
cui Giorgio Napolitano era uno dei prin- so cui le scelte politiche instaurano nel
cipali esponenti – che in seguito han- corpo della popolazione una determina-
no banchettato bellamente sul cadave- ta conformazione mentale per condizio-
re degli operai. Nello stesso periodo, il narne il modo di agire. Per questo tocca
quadrupede anglofono Thatcher-Rea- alla narrativa far sentire la propria voce,
gan conduceva l’Occidente nella trap- raccontare le storie di miriadi di perso-
pola neoliberista e avviava l’era dello ne simili a quest’uomo. Perciò lo scritto-
smantellamento dello stato sociale e del- re lo sceglie come protagonista del suo
lo sfruttamento all’osso dei lavoratori. romanzo sugli anni Ottanta.
A questa stregua, lo scrittore, prima Un uomo venuto dal nulla, un uomo ri-
di cominciare a scrivere deve partire dal trovatosi un giorno della sua vita nell’uf-
presupposto che la morale capitalistica ficio di Craxi e che, qualche anno più tar-
altro non è che l’apoteosi della prevalen- di uscirà furente dalla filiale di una banca
za dell’interesse privato. E che il quadru- e chiamerà al telefono il presidente del
pede anglofono ha propagandato per più grande gruppo bancario dell’epo-
tutto l’Occidente il culto dell’immagine, ca; un uomo che ha brigato con uomini
l’individualismo e il mito dei soldi facili. che oggi, nel 2012, vengono indicati dai
Gli anni Ottanta e le persone formatesi media come modelli d’italiano vincente,
in quel decennio sono stati il prodotto di che pure a quell’epoca sono stati pro-
questo mantra. Scrittori compresi che, tagonisti d’inchieste, in appello scagio-
in quel vortice vuoto, hanno sguazzato, nati con tante scuse. Uomini usciti dal-
riducendo la narrativa a mero intratteni- la tempesta giudiziaria, tra gli onori della
mento e guadagnandone, guarda caso, cronaca, a testa alta, e che pure erano lì,
in termini di immagine e di soldi. Essen- seduti insieme all’informatore, in riunio-
done il prodotto, non sono in grado di ni, coinvolti nel cosiddetto malaffare, in
confrontarsi con quella stagione. seguito assolti dal tribunale e, di conse-
Restituire vita alla vita è il compito di guenza, dalla Storia: «Uomini che con
un narratore. Lavorare sui piccoli ge- Craxi hanno mangiato, che grazie a lui
si sono arricchiti e che, una volta scop- cesso non si accontenterà più di dare Nelle valigette
piato il casino, gli hanno girato le spalle risposta alla domanda sul movente e gonfie di milioni
allontanandosi fischiettando con le mani chiederà di conoscere anche le influen- che transitavano
sporche affondate nelle tasche. Prova a ze che quel movente hanno prodotto. per le autostrade
leggere la loro pagina su Wikipedia. As- Così da portare alla sbarra la società vi- e nelle gare di
solti con i risarcimenti dello Stato. Can- gente, l’ordine costituito. Fino ad allora, appalto pilotate
didi e puliti come puttini.» la terra di nessuno dell’influenza sociale
non c’era la
toccherà al narratore dissodarla e analiz-
Parlando con alcuni protagonisti dell’epo- zarla per comprendere la natura dei suoi sensazione di
ca, lo scrittore ha notato che nei vari frutti. E i calli sulle mani saranno le me- compiere un reato
scambi di denaro, nelle valigette gon- daglie al suo valore di scrittore. bensì l’adesione
fie di milioni che partivano da un casel- a una regola
lo dell’autostrada a un altro, nelle gare di Secondo l’ormai consueto inizio in me- di scambio
appalto pilotate, non c’era la sensazione dias res, a casa del protagonista una consolidata
di compiere un reato, bensì l’adesione a sera squilla il telefono. All’epoca non e perpetuata
una regola di scambio consolidata e per- esistevano i cellulari, e questo telefono da tutti
petuata da tutti. Tutti collegati da uno è un classico apparecchio grigio a di-
stesso filo. Ungere qualcuno era neces- sco. L’uomo risponde con carta e biro
sario per poter lavorare, ma veniva fat- in mano. Aspettava questa telefonata.
to senza che questo venisse considerato Una voce mai sentita prima pronuncia
un problema. Quasi ci fosse una confor- un nome che non è il suo. “Mi sa che
mazione naturale, psicologica, un’osmo- ha sbagliato numero”. E dall’altra par-
si tra l’individuo e la società dentro cui te: “Ah, mi scusi, ma questo non è il...”
questi si trovava a vivere. Fino a diven- e snocciola il numero telefonico sbaglia-
tarne un ingranaggio. Anche perché la to che l’uomo prontamente appunta sul
posta in palio rendeva conveniente l’in- foglio. La telefonata si chiude, l’uomo
vestimento. Permetteva di aderire per- apre un cassetto, ne estrae un sacchet-
fettamente al modello imperante non to pieno di gettoni, esce di casa ed entra
solo da un punto di vista economico, ma in una cabina telefonica. Digita il nume-
anche umano: «Ricordi? Immagine, in- ro che si è appena appuntato. Dall’al-
dividualismo e soldi facili. Come diceva tra parte, una voce che non conosce gli
quell’altro scemo? Lo yankee. È il mer- dice: “Domani mattina alle 7.30 presen-
cato, bellezza.» tati qui con un offerta pari a... e un ribas-
Individuo, eppure... è incredibile no- so del 12,28”.
tare come negli anni Ottanta il Potere sia Dopodiché l’informatore, di cui il
stato capace di creare un mostro socia- protagonista del romanzo è l’altere-
le nella forma di paradosso: l’individua- go, si presenta puntuale e si aggiudi-
lismo come forma di massificazione, vi- ca l’appalto.
gente ancora oggi. «Guarda che succede ancora oggi,
Il romanzo che sta per nascere dovrà non ti credere. Anche se sigillano le bu-
essere costruito per rispondere alla do- ste con la ceralacca non è difficile aprir-
manda che nessuno storico e nessun le se hai una pentola e dell’acqua da far
magistrato ha mai rivolto ai protagonisti bollire. Poi le richiudi con dell’Attack e
dell’epoca. Probabilmente perché la ri- non resta alcuna traccia, nessuno se ne
sposta era implicita nella consequenzia- accorge...»
lità della dinamica azione-conseguenza.
La verità tipica dei tribunali, che scarica
l’intera responsabilità sull’individuo. Il ... a suivre
movente? Il denaro. Lo scrittore si chie-
de se verrà mai il giorno in cui un pro-
10
In merito alle cause e alle so- l’unica soluzione per uscire dalla crisi è Non esiste
luzioni della crisi economica ridurre il debito pubblico e così ricon- una sola teoria
che sta cambiando il volto del- quistare la fiducia dei mercati. economica,
I dati reali sono, per qualsiasi propa- nemmeno quella
le architetture sociali dei Pae- ganda, il colpo di vento che fa crolla- classica tuttora
si europei, la propaganda del re il castello di carte. Partiamo dunque alla base del
potere economico-politico ha da questi. capitalismo, che
raggiunto livelli orwelliani. abbia mai fissato
Una banda di plutocrati siede al Ministe- Come ben sa ogni politico ed economi- il confine del
ro della Verità e una nutrita schiera di sta, non esiste una sola teoria economi- rapporto debito
giornalisti servili fa da megafono alle ca, nemmeno quella classica tuttora alla pubblico/Pil oltre
menzogne. La materia ben si presta, più base del capitalismo – il libero mercato il quale un Paese
di altre, alla manipolazione della realtà: e la ‘mano invisibile’ di Adam Smith – fallisce
l’economia e la finanza sono ambiti spe- che abbia mai fissato il confine del rap-
cialistici che le persone comuni poco co- porto debito pubblico/Pil oltre il quale
noscono. Diventa dunque facile creare un Paese fallisce. Il postulato dell’Unio-
una ‘verità’: si formula un postulato – ne europea non ha dunque alcun fon-
un’affermazione che, pur non essendo damento teorico, ed è facilmente smen-
né evidente né dimostrata, viene consi- tibile anche dal punto di vista empirico.
derata vera e posta come fondamento di Ne è semplice dimostrazione il Giap-
una teoria deduttiva che altrimenti risul- pone: terza potenza mondiale dopo
terebbe incoerente – e tramite l’informa- Stati Uniti e Cina, decima per popola-
zione di palazzo (in Italia tutta la grande zione, con 127 milioni di abitanti, terza
informazione) lo si diffonde. Una volta per aspettativa di vita (ottant’anni per
che ha sedimentato nel cervello dei cit- gli uomini e ottantasette per le donne),
tadini, la strada per delineare il quadro in dieci anni non ha mai visto un avan-
teorico è tutta discesa. zo di bilancio e ha più che raddoppiato
Un Paese con un elevato rapporto il rapporto debito/Pil, portandolo a su-
debito pubblico/Pil rischia il fallimen- perare ampiamente il 200% (per il 2012
to, questo è il postulato. Segue il qua- il Fondo monetario internazionale lo sti-
dro teorico: i tassi di interesse sui titoli ma al 235%); il Pil cresce modestamen-
pubblici crescono, perché per investi- te, eppure la disoccupazione si man-
re denaro in un Paese a rischio default tiene bassa; l’inflazione viaggia intorno
il mercato pretende di essere ricom- allo zero, così come il tasso di interesse
pensato con profitti maggiori; dunque, bancario di riferimento e i tassi sui tito-
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li pubblici a dieci anni (0,772% all’asta positiva o negativa di un ‘sistema Stato’, non è l’entità del de-
di agosto), con richieste che superano bito pubblico a causare o meno il fallimento di un Paese, ma
il quantitativo offerto (vedi tabella 1). la sua politica monetaria.
Ciliegina sulla torta, il famigerato ra-
ting sul debito sovrano vede l’ambita Vediamo ora il passaggio successivo dell’assunto, che sostie-
lettera ‘A’: AA3 per Moody’s, AA- per ne che i tassi sui titoli pubblici di una nazione dipendono dal-
Standard&Poor’s, A+ per Fitch. la fiducia/sfiducia dei mercati.
È altresì vero che il sistema finanziario I titoli di Stato si muovono su due reti: il ‘mercato primario’
giapponese poggia su due fondamen- dove, tramite asta, vengono collocati i titoli di nuova emis-
ti non riscontrabili nei Paesi dell’Unio- sione, e il ‘mercato secondario’, dove sono continuamente
ne europea. scambiati i titoli già emessi. Come abbiamo detto le banche
Innanzitutto, il Giappone ha una ban- centrali degli Stati sovrani agiscono sul primo, e potendo
ca centrale che emette moneta e che emettere moneta hanno una capacità di acquisto illimitata,
partecipa all’asta dei titoli pubblici, ac- mentre la Bce non interviene su nessuno dei due, salvo in casi
quistandoli direttamente; una caratte- eccezionali, sul mercato secondario. Poiché il tasso di interes-
ristica comune a tutti gli Stati sovrani, se di un titolo pubblico è stabilito al momento dell’emissio-
tranne a quelli aderenti all’euro, le cui ne, è il valore nominale che fa la differenza. Un titolo a dieci
banche centrali sono state esautorate anni, per esempio, che paga un interesse annuo del 2%, nel
della politica monetaria dalla Bce, che mercato secondario può essere scambiato al prezzo di 110
per statuto non può acquistare i titoli (c’è domanda, l’acquirente è disposto a pagarlo più del suo
del debito pubblico dei Paesi membri. valore nominale e di conseguenza a vedere ridotto il rendi-
In secondo luogo, il Paese asiatico ha mento del proprio investimento) oppure a 90 (non c’è do-
chiuso le porte in faccia ai capitali stra- manda, l’acquirente è disposto a comprarlo solo pagandolo
nieri: il 90% dei titoli di Stato è in mano meno del suo valore nominale, di modo da realizzare un ren-
ai giapponesi. Questo azzera ogni pos- dimento maggiore del 2%). È chiaro che i due mercati sono
sibilità di speculazione finanziaria, dato collegati, poiché quando sul secondario il prezzo di un tito-
che nessun possessore di obbligazioni lo cade – e dunque il suo rendimento effettivo cresce – non
– banche, fondi privati di investimento, solo cala anche il valore delle offerte d’asta sul primario, ma
singoli cittadini – ha interesse a guada- lo Stato si ritrova costretto, per essere competitivo e riuscire
gnare affossando l’economia all’interno a collocare i nuovi titoli, ad aumentarne il tasso di interesse.
della quale agisce. È infatti sul mercato secondario che agisce la speculazione.
Non si intende qui dare un giudizio A ottobre del 2009, un titolo pubblico greco a dieci anni
positivo sul sistema economico giap- pagava un interesse del 4,57% ed era scambiato sul mercato
ponese – la qualità della vita di una per- secondario a 111,01; ad aprile del 2010, lo stesso titolo se-
sona non è certo misurabile in base ai gnava un interesse del 7,83% ed era scambiato a 89,39. La
parametri sopra esposti – ma semplice- menzogna diffusa dal Ministero della Verità vuole che la cau-
mente evidenziare come, tenendo a ri- sa del crollo sia stata la rivelazione, da parte del governo a
ferimento gli stessi dati che il postula- guida socialista insediatosi a ottobre, che i conti pubblici era-
to indica come misura della valutazione no stati truccati: Papandreou dichiarò che il deficit di bilancio
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nel 2009 avrebbe raggiunto il 12,7% del gare e quindi acquistare i titoli e a mia
Pil e il debito pubblico il 120%. Si sca- volta consegnarli, incassando, al vendi-
tenò il balletto che tutti ricordiamo: ab- tore, lo spazio per speculare al ribasso
bassamento del rating, impennata dello è limitato dal tempo ristretto che ho a
spread e tassi sui titoli pubblici alle stel- disposizione; ma se ho dieci giorni per
le, mentre la Bce e l’Unione europea re- manipolare il mercato spingendo al ri-
stavano a guardare. A nulla sono valsi i basso la quotazione di un titolo, sen-
I dati primi tagli alla spesa pubblica da parte za che nessuno (la Bce) agisca in sen-
macroeconomici del governo, la Grecia affondava sotto so contrario, ossia acquistando, posso
del Giappone i colpi dei mercati che, secondo il po- far letteralmente crollare il titolo. E di-
dimostrano che stulato, non la ritenevano più affidabi- fatti, il prezzo dei titoli pubblici greci sul
non è l’entità del le. Ad aprile 2010, Papandreou conse- mercato secondario è crollato, costrin-
debito pubblico gna il Paese alla troika – Commissione gendo per sei mesi lo Stato ellenico ad
a causare o meno europea, Bce e Fondo monetario inter- alzare continuamente i tassi di interes-
il fallimento di un nazionale – che in cambio di un prestito se sui titoli di nuova emissione.
Paese ma la sua da 110 miliardi di euro (al modico tas- Le coincidenze temporali non finisco-
politica monetaria so del 5,2%, quando la Bce concede de- no qui. Ad aprile 2010, la stessa Banca
naro alle banche all’1%), inizia a dettare Centrale Greca ha invertito la rotta, im-
l’agenda politica: privatizzazioni, tagli ai ponendo la chiusura in giornata delle
salari, licenziamenti, riforma delle pen- vendite allo scoperto e dunque, di fatto,
sioni, svuotamento dello stato sociale. vietandole. Praticamente, nel momen-
Ma dietro le quinte, in quei sei mesi, to in cui Papandreou ha firmato l’accor-
tra novembre e aprile, è accaduta un’al- do per consegnare la Grecia alla troika,
tra cosa: sono cambiate le regole del- il potere finanziario ha bloccato la spe-
le vendite allo scoperto dei titoli greci culazione che per sei mesi aveva favo-
sul mercato secondario, come denun- rito, e contemporaneamente anche la
cia un’interrogazione parlamentare Bce ha iniziato ad acquistare titoli pub-
della socialista Vasso Papandreou (1). blici sul mercato secondario.
Da novembre L’esponente politico afferma, docu- La vicenda greca mostra come i tas-
2009 la Banca menti alla mano, che a partire da no- si di un titolo pubblico possano essere
Centrale Greca vembre 2009 la Banca Centrale Gre- manovrati dalla speculazione, e dunque
ha favorito la ca ha ampliato da tre a dieci giorni smentisce l’affermazione che vuole che
speculazione l’intervallo di tempo per chiudere le il loro rialzo sia dovuto a una mancan-
al ribasso sui transazioni. za di fiducia sulla solvibilità del Paese.
titoli ellenici La speculazione al ribasso vende ti-
ampliando da toli – grosse quantità di titoli – che non Infine, il Ministero della Verità sostiene
tre a dieci giorni possiede giocando sul crollo della va- che la soluzione alla crisi si trova nella ri-
l’intervallo di lutazione innescata dalla stessa vendi- duzione del debito pubblico allo scopo
tempo per ta, per poi riacquistare a un prezzo più di riconquistare la fiducia dei mercati.
chiudere le basso e trarre profitto dalla differen- Fin dal 2003 la piccola Irlanda godeva
vendite allo za tra il maggior ricavo della vendita e di ottima fiducia ed era perfettamente
scoperto il minor costo dell’acquisto. Se il circo- allineata ai parametri di Maastricht (60%
lo vizioso dell’operazione deve essere debito/Pil, 3% deficit), con un rappor-
chiuso entro tre giorni, ossia devo pa- to debito pubblico/Pil intorno al 30% e
(1) Cfr. Domanda al ministero degli ACP-Finanza sul cambiamento delle regole di liquidazione dei ti-
toli greci, Vasso Papandreou, 19 maggio 2010, www.vpapandreou.gr
13
un avanzo di bilancio in progressiva cre- totale di oltre 46 miliardi di euro. Una Nel momento in
scita. Nel 2008 esplode la bolla immobi- somma pari al 30% del Pil del Paese. cui Papandreou
liare – fotocopia di quella dei subprime Anche la Spagna fino al 2007 godeva ha firmato
statunitensi – il debito raggiunge quo- di buona fiducia nei mercati e portava l’accordo per
ta 49,6% sul Pil e si registra un disavan- sul petto la medaglia europea di Maa- consegnare
zo del 7,3%; il crollo prosegue e quan- stricht: debito pubblico/Pil in costante la Grecia alla
do nel novembre 2010 Dublino si affida diminuzione fino ad arrivare al 42,1%, troika il potere
alla troika, ricevendone in cambio un e un leggero deficit di bilancio trasfor- finanziario ha
prestito da 85 miliardi di euro – al mo- mato in cinque anni in un avanzo del vietato le vendite
dico tasso del 6% – il rapporto debito/ 1,9%. (vedi tabella 3). Nel 2008 anche allo scoperto,
Pil è al 102,4% e il deficit al 32,4% (vedi nel Paese iberico esplode la medesima bloccando la
tabella 2). Segue il copione già visto in bolla immobiliare, e le banche si ritrova- speculazione
Grecia: tagli al salario minimo, licenzia- no piene di titoli tossici speculativi. Nel che per sei mesi
mento di dipendenti pubblici, aumento 2009 lo Stato avvia il salvataggio, attra- aveva favorito
dell’età pensionabile e dell’iva, mentre verso la creazione del Fondo di ristrut-
l’imposizione fiscale sulle imprese re- turazione ordinaria bancaria (Frob), a
sta invariata (al 12,5% dal 2002, prece- cui vanno, per iniziare, 15 miliardi di
dentemente era al 10%: aliquote da pa- euro e la garanzia per altri 27 in caso il
radiso fiscale). Frob decida di emettere titoli propri per
In appena due anni, quindi, l’Irlanda raccogliere altri capitali sul mercato (2).
ha più che triplicato il suo debito statale Segue la nascita di Bankia, nel dicembre
e ha portato il deficit a un terzo del Pil. 2010, che riunisce sette istituti sull’orlo
Cos’è accaduto? Conti alla mano, la ra- del fallimento: il 52% del nuovo colosso
gione è una sola: il Paese ha salvato le bancario è nelle mani del Banco finan-
banche private, sull’orlo del fallimento ciero y de ahorros (Bfa), nel quale ven-
a causa delle scelte speculative. gono convogliati tutti i titoli tossici de-
Tra febbraio 2009 e dicembre 2010 stinati a trasformarsi in perdita secca; ed
lo Stato irlandese ha dato: 29,3 miliar- è alla Bfa che il Frob versa 4,5 miliardi. Il
di alla Anglo Irish Bank, 5,4 miliardi alla rapporto debito/Pil raggiunge il 66,1%
Irish Nationwide Building Society, 10,7 con un deficit del 9,2%.
miliardi alla Allied Irish Banks, 875mila Nel frattempo, il governo di Zapatero,
euro alla EBS Building Society, per un prima, e quello di Rajoy, dopo, metto-
14
(3) Cfr. Allarme banche spagnole, Bankia viene nazionalizzata, Andrea Franceschi, 10 maggio 2012,
Il sole 24 ore
(4) Aiuti alla Spagna, via libera da Eurogruppo, 20 luglio 2012, Adnkronos
(5) Cfr. Take HDAT, Greek politicians, Tracy Alloway, 20 maggio 2010, Financial Times, http://ftal-
phaville.ft.com/blog/2010/05/20/236901/take-hdat-greek-politicians/
15
ciale di cui è difficile prevedere la fine. seco alla logica del capitalismo, un siste- L’obiettivo
Dall’altra parte, Irlanda e Spagna ren- ma economico che non ha nulla di so- a cui mirano
dono evidente che non è l’eccessiva ciale e non è riformabile – il capitalismo le manovre
spesa in stato sociale il problema dei de- etico propugnato dalla Chiesa e da alcu- concentriche
biti sovrani, eppure è quella che la troi- ne frange di imprenditori e politici è un’il- politico-
ka va a tagliare, mentre salva il sistema lusione, tanto quanto quello che parla di finanziarie è
finanziario e continua a foraggiarlo ar- decrescita. Ed è una menzogna anche la costruire un
mando la speculazione sui titoli di Stato. separazione tra capitalismo finanziario e nuovo modello
I Paesi che si affidano alla troika di- capitalismo reale: il secondo è esploso a di Stato in
ventano ostaggi, per parecchi anni, causa delle crisi di profitti del primo (6), cui il welfare
della Bce, della Commissione europea il quale ha dirottato denaro dagli inve- sarà in mano
e del Fondo monetario internazionale: stimenti produttivi alla finanza, la stes- a imprenditori
a ben vedere, quella che oggi viene at- sa finanza che ora gli aprirà le porte per privati
tuata in Europa è una dinamica storica- tornare a fare profitti. Saranno infatti im-
mente già collaudata nei Paesi in via di prenditori quelli che si arricchiranno con
sviluppo. Nei decenni scorsi abbiamo le scuole private, con gli ospedali privati,
infatti assistito alla colonizzazione finan- con le pensioni private, con un costo del
ziaria dell’America latina e dell’Africa, lavoro ridotto al limite della sopravviven-
alle cui nazioni il Fmi concedeva presti- za del lavoratore. Mentre nuovi merca-
ti in cambio dell’introduzione nel Paese ti in ascesa acquisteranno le merci pro-
di un’economia neoliberista: privatizza- dotte a basso costo in Europa.
zione delle risorse e dello stato sociale. Non stiamo nemmeno assistendo alla
È questo l’obiettivo a cui mirano le ma- Waterloo della politica: è superfluo ri-
novre concentriche fin qui analizzate: cordare che è la politica a costruire l’ar-
costruire un nuovo modello di Stato. chitettura sociale di un Paese, attraver-
Dimentichiamo le conquiste sociali so le leggi, e a stabilire che cosa è legale
del dopoguerra, i diritti dei lavoratori, e che cosa non lo è, nella finanza come
un’istruzione pubblica, una salute pub- in qualsiasi altro contesto. È la classe po- Non stiamo
blica, una pensione pubblica, ottenute litica ad aver creato un’Unione europea assistendo alla
grazie alle lotte di piazza e allo spaurac- che è la quintessenza del neoliberismo, Waterloo della
chio dell’Urss, che imponevano all’Oc- spalancando le porte ai capitali specula- politica, è la
cidente una forma socialdemocratica di tivi stranieri, costruendo una Bce che per classe politica
Stato. L’architettura sociale in Europa – statuto non può acquistare titoli pubbli- ad aver creato
e dunque anche in Italia – non sarà più ci e opponendo un rifiuto categorico a un’Unione
come l’abbiamo conosciuta negli ultimi cambiarne le regole – i colpi di fioretto europea che è la
cinquant’anni, e non è nemmeno durata estivi tra Monti, Draghi e la Merkel sono quintessenza del
a lungo: cinque decenni sono ben pochi a uso e consumo degli spettatori in platea neoliberismo
nell’arco della Storia. Lo statuto dei la- ignari del copione: gli acquisti della Bce
voratori è del 1970, il Servizio sanitario di titoli di Stato saranno sempre vincolati
nazionale è del 1978, la riforma scolasti- alla firma di un ‘memorandum’, ossia alla
ca che ha liberalizzato l’accesso all’uni- sottoscrizione della ricetta neoliberista.
versità è del 1969, la pensione sociale Ed è ancora la politica ad aver par-
universale è anch’essa del 1969. torito, a marzo di quest’anno, l’enne-
Il cambiamento messo in atto è intrin- simo trattato.
(6) Cfr. Alle radici della crisi: la caduta dei profitti e la finanziarizzazione dell’economia, Fabio Damen,
Paginauno n. 28/2012
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Si tratta del “Trattato sulla stabilità, sul- formazione è in mano ai servi del Mini-
la coordinazione e sulla governance”, me- stero della Verità e i cittadini sopravvivo-
glio conosciuto come “Fiscal compact” – no nell’ignoranza, incapaci di scorgere
ratificato a luglio dal Parlamento italiano il volto del loro nemico. Un trattato ne-
– e prevede che: i bilanci degli Stati mem- cessario alla classe politica per restare al
bri devono essere in pareggio; ogni Stato proprio posto, costretta dalla farsa demo-
deve introdurre questa regola nella pro- cratica a fare i conti con il consenso elet-
pria Costituzione e attivare un meccani- torale e per questo disposta a passare da
smo automatico di correzione; qualora il utile idiota: “è l’Europa che lo vuole”, “è il
debito pubblico superasse il 60% del Pil, mercato che lo vuole”, “sono riforme do-
il Paese deve operare una riduzione a un lorose ma necessarie”, sono i mantra di-
ritmo medio di un ventesimo l’anno; qua- spensati dai pulpiti parlamentari, di cui è
lora il deficit di bilancio superasse il 3%, lo degno esempio l’Italia con il suo sostegno
Stato deve presentare alla Commissione trasversale al tecnico Monti.
e al Consiglio europeo un programma Un Paese anomalo, lo Stivale, non c’è
_
STRUTTURAMENTE, di riforme strutturali; i Paesi devono sot- dubbio, e difatti le manovre che l’hanno
Roberto Cracco. toporre alla Commissione e al Consiglio accerchiato sono state differenti. Ano-
Fotografia digitale europeo i piani nazionali di emissione di malo per quattro ragioni: vi regnano la
titoli pubblici; in caso di infrazione alle re- corruzione, l’evasione fiscale, la crimi-
gole, le sanzioni (ancora da stabilire) scat- nalità organizzata e, per vent’anni fino
teranno automaticamente. a ieri, un imprenditore. La prima ha cre-
Un trattato che esautora qualsiasi for- ato un capitalismo chiuso e feudale e
ma di democrazia, per quanto anche la portato il rapporto debito/Pil dal 62%
democrazia sia un’illusione, quando l’in- del 1980 al 118% del 1992 (7); la secon-
(7) Cfr. Debito pubblico: italianità al 104%, Giovanna Cracco, Paginauno n. 10/2008
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da e la terza sono le realtà che suppor- sarà finalmente operativo in tutti gli Stati
tano l’economia – senza il sommerso e europei, c’è da scommettere che la Bce
il riciclaggio nel circuito legale del dena- si metterà a stampare moneta per sup-
ro illegale, l’Italia sarebbe un Paese da portare la crescita di un’economia pro-
Terzo mondo – il quarto non avrebbe duttiva ridotta alla recessione; dena-
mai attuato nessuna delle riforme ne- ro che andrà a ripristinare i profitti dei
cessarie, così impegnato a fare gli inte- grandi imprenditori privati che sostitu-
ressi delle proprie aziende e a coltiva- iranno lo stato sociale.
re il consenso. Occorreva dunque, per Qualcosa di simile alla riforma sani-
prima cosa, detronizzare l’imprenditore taria di Obama, tanto applaudita in Eu-
fattosi politico, e a giugno 2011 si è dato ropa e tanto falsamente sociale. Non
il via alle manovre speculative sui titoli istituisce alcuna sanità pubblica gra-
di Stato che hanno porto a Napolitano tuita, ma obbliga ogni cittadino a sti-
l’assist per poter nominare Mario Monti pulare una polizza sanitaria con una
_
primo ministro. Tuttavia il governo ‘tec- compagnia assicurativa privata; preve- STRUTTURAMENTE,
nico’ non è sufficiente garanzia contro de parziali sussidi statali solo nel caso Roberto Cracco.
l’anomalia italiana, innanzitutto perché la polizza incida sul reddito personale Fotografia digitale
non ha una solida maggioranza parla- per più del 9,5%; esclude l’interruzio-
mentare alle spalle, e in secondo luo- ne di gravidanza, per la quale si dovrà
go perché al più tardi l’anno prossimo sottoscrivere una polizza a parte (rega-
si terranno le elezioni e quindi il tempo lo alle frange estremiste cattoliche che
stringe: dunque gli attacchi speculativi siedono al Congresso americano – chis-
non cesseranno fino a quando le ‘rifor- sà cosa ci riserverà il futuro in Italia data
me necessarie’ non saranno completa- l’ascesa ormai trasversale agli schiera-
mente attuate. menti politici di Comunione e Libera-
Ma quando il nuovo modello di Stato zione), e, come beffa finale, contempla
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IL LAVORATORE
CATTURATO
di Renato Curcio
Incontro dibattito sui Quaderni di ricer- de distribuzione ma il lavoro ovunque. Il lavoro è sempre
ca sociale: L’azienda totale, Il dominio Quando nel 2002 abbiamo iniziato stato una merce e
flessibile, Il consumatore lavorato, ad analizzare l’organizzazione lavorati- per comprendere
La trappola etica (Sensibili alle foglie) va interna alla Esselunga (1), nel primo che cos’è il lavoro
presso il Centro sociale SOS Fornace di cantiere di ricerca sociale (vedi box), ci oggi occorre
Rho, 24 giugno 2012 siamo trovati di fronte un’azienda che, chiedersi che
a differenza degli anni precedenti, non tipo di merce è
Nel 1969 la Pirelli rappresentava la era già più sindacalizzata: i delegati era- diventato
più grande azienda per occupazione no stati messi uno a uno alla porta, qual-
dell’area milanese, con 12.000 dipen- che altro era stato cooptato e corrotto,
denti; nel 2002, i dipendenti sono di- qualche altro ancora aveva dato le di-
ventati 3.000-3.500, e la Esselunga ha missioni, qualche altro non era stato
conquistato il gradino più alto del po- proprio assunto, perché attraverso i cri-
dio. La Walmart, il maggior colosso nel teri di selezione del personale l’impresa
settore della grande distribuzione, è aveva iniziato a essere molto accorta e
oggi la prima multinazionale mondiale selettiva, ed era riuscita a neutralizzare
e conta 2,2 milioni di dipendenti, la Car- sul nascere l’organizzazione sindacale.
refour è la seconda e Auchan è la ter- È diventato subito chiaro che per ca-
za. La realtà del lavoro è dunque cam- pire meglio quello che avveniva all’in-
biata rispetto alla società di un tempo, terno di queste organizzazioni del la-
che aveva al centro la General Motor, la voro occorreva dare un occhio anche
Fiat, la Pirelli, ossia il mondo della gran- a che cosa avveniva esternamente, nel
de industria. Oggi come ieri il lavoro è mercato del lavoro, poiché un certo
una merce, ma per comprendere la mu- tipo di organizzazione del lavoro chie-
tazione occorre chiedersi che tipo di de, implica, un certo tipo di mercato del
merce sia diventato. lavoro. Nel 2002 le tendenze di preca-
Da qui siamo partiti per esplorare l’at- rizzazione erano già piuttosto sostenu-
tuale modello di organizzazione del la- te a livello di politiche statali – la legge
voro. Perché se tutto ruota intorno a Treu è del 1997 – tuttavia l’idea della
queste imprese, che sono anche le pri- precarietà era ancora vissuta come una
me al mondo per fatturato, esse non forma periferica, guardata con gli occhi
rappresentano solo il lavoro nella gran- degli anni Sessanta e Settanta, percepi-
(1) Cfr. L’azienda totale, a cura di Renato Curcio, Sensibili alle foglie, 2002
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I cantieri sono un metodo di ricerca sociale che nessuno in Italia utilizza, nonostante non sia af-
fatto nuovo – nasce nel ’68, in Francia. Costruiamo un gruppo di lavoro con persone interne alla
specifica istituzione che vogliamo analizzare – nel caso della ricerca sull’organizzazione del la-
voro, una trentina di lavoratrici e lavoratori interni alla realtà della grande distribuzione – e utiliz-
ziamo una metodologia di ricerca molto particolare: la narrazione.
La narrazione di per sé è molto semplice e affascinante, perché tutti hanno delle storie da rac-
contare, ma è soprattutto molto pericolosa, perché quando si cominciano a narrare le esperien-
ze personali esse confliggono, contrastano con l’immaginario consolidato, e ci mettono di fron-
te a qualcosa che abbiamo sempre messo un po’ da parte, o che non abbiamo mai considerato
fino in fondo. La parola ‘cantiere’ si riferisce ai cantieri navali, luoghi in cui molte persone lavora-
no e creano un oggetto comune che avrà la caratteristica di muoversi, prendere il largo. Per noi
questo deve essere la ricerca, un lavoro che mette insieme qualcosa che poi parte e se ne va, at-
traversa la vita sociale. I nostri lavori non vengono fatti per l’accademia e nemmeno per un pub-
blico di sofisticati lettori, ma per persone curiose che vogliono capire che cosa succede intorno
a loro e che sono interessate a percorsi di ricerca un po’ anomali e particolari. Ci auguriamo che
il nostro lavoro possa essere socializzato, perché non avrebbe alcun senso fare ricerca se la ri-
cerca non fosse il modo di intervenire rispetto a quelle realtà che noi stiamo guardando; fare ri-
cerca sociale significa ridare l’opportunità a tutti coloro che vivono realtà istituzionali, di inter-
venire in queste istituzioni.
(2) Cfr. Il dominio flessibile, a cura di Renato Curcio, Sensibili alle foglie, 2003
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Lo scambio Abbiamo dunque un nuovo modello mozioni, che tutti conosciamo: giovedì
simbolico tra di organizzazione del lavoro e un nuo- alla Carrefour del tal posto, dalle set-
capitale e lavoro vo scambio simbolico tra capitale e la- te di mattina saranno messe in vendita
è mutato: la voro, ma le trasformazioni non sono fini- 550 lavatrici, di una determinata marca
precarietà non te. Un’altra, fondamentale, è quella che e modello. Sono tutte già vendute. Se
è più uno stato ha creato il ‘consumatore lavorato’ (3). si arriva lì alle sette e cinque minuti, la
temporaneo Queste aziende non producono più promozione è stata risucchiata. Non c’è
di disagio cose da vendere. La Apple, per esem- stoccaggio, non c’è magazzino, non ce
lavorativo ma è la pio, non produce l’iPad, ma un imma- n’è neanche una lavatrice in più, perché
condizione stessa ginario dentro il quale viene istituito un quel giorno quell’azienda ha program-
dell’organizzazione oggetto virtuale, l’iPad, che non esiste mato la vendita di 5.000 pezzi in tut-
del lavoro da nessuna parte e non è ancora nem- to il mondo, e li ha organizzati in modo
meno pensato; esiste solo come un so- che siano già tutti venduti tra le sette e
gno, una fascinazione, una proposta di le sette e cinque minuti.
status, un grande incanto che viene of- Questa dinamica pone un’ulteriore
ferto a un mondo curioso che, a un cer- questione: esiste realmente una diver-
to punto, si innamora di questo ogget- sità tra le aziende immaginate autorita-
to che non c’è e inizia a chiederlo. Ecco rie e repressive, come la Esselunga, e le
che allora vengono raccolte le richie- imprese democratiche come la Coop?
ste dai grandi distributori giapponesi, Che cosa vende la Coop?, questa è la
asiatici, europei, africani, si colleziona- domanda fondamentale. La Coop non
no milioni di richieste di un oggetto che vende pomodori come l’Auchan, vende
non c’è, e a qual punto l’oggetto viene un modello etico, un’immagine di sé: la
Oggi le aziende fatto nascere in Cina. Si manda un file banana della Coop non proviene da un
selezionano il all’azienda Foxconn, una della azien- campo di schiavi.
lavoratore a patto de più terribili tra quelle che esistono L’etica diviene dunque una trappola
che si renda oggi, dove gli operai muoiono per l’in- (4), un meccanismo attraverso il quale
flessibile su tensificazione estrema del lavoro, per- catturare lo sguardo di quei milioni di
quattro territori: ché quel modello di organizzazione del persone che vanno a comprare il den-
nel tempo, nello lavoro è un modello che uccide, consu- tifricio, come tutti, ma che vogliono che
spazio, nelle ma, distrugge – morti, licenziati, basto- quel dentifricio non provenga da un’im-
mansioni e nel nati, persone che si buttano giù dai cor- presa schiavistica – cosa peraltro sem-
mercato del nicioni – per soddisfare in tempo reale pre più difficile, poiché il mondo del
lavoro la domanda di quantità enormi di iPad, lavoro è sempre più ridotto a un rap-
che arrivano sui nostri mercati e soddi- porto barbarico e violento tra capitale
sfano il sogno di una popolazione ab- e lavoro. Di sicuro, non è chiaro come
bacinata che ha comperato un oggetto si certifica il fatto che un’azienda sia eti-
prima che nascesse. ca, come ha evidenziato la vicenda che
Le aziende quindi producono insie- ha visto per protagonista Alex Zano-
me il consumatore e l’oggetto. Di con- telli. Quando il missionario ha denun-
seguenza, nel momento in cui metto- ciato l’esistenza in Kenia di una gran-
no in vendita questa merce, la merce è de piantagione di banane, che riforniva
già esaurita. È il meccanismo delle pro- anche la Coop, nella quale i sindacali-
(3) Cfr. Il consumatore lavorato, a cura di Renato Curcio, Sensibili alle foglie, 2005
(4) Cfr. La trappola etica, a cura di Renato Curcio, Sensibili alle foglie, 2006
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sti sparivano, morti, da un giorno all’al- e vieni a lavorare esattamente come si Non si
tro, l’azienda ha abbozzato, poi ha tolto lavora in Indonesia. producono
qualche scatola di banane dagli scaffali Anche la nozione di precarietà si è più cose da
e infine ha dichiarato che non era a co- estesa. Non riguarda più la relazione tra vendere ma un
noscenza della situazione. il lavoro stabile, diffuso, e il lavoro pre- immaginario
Che questo modello lavorativo si sia cario, più limitato, che mira a diventa- dentro il quale
esteso al di fuori della grande distribu- re stabile. Questo discorso, valido die- viene istituito
zione lo ha confermato la vicenda della ci anni fa, non esiste più. Poiché tutto un oggetto
Fiat a Pomigliano. Quando Marchion- il lavoro oggi è precario, la nozione di virtuale: si
ne ha deciso che si doveva cambiare precarietà si è spostata a un livello in- produce insieme
l’organizzazione del lavoro, imponen- feriore. La domanda non è più: riusci- il consumatore e
do uno spudorato ricatto direttamente rò ad avere un lavoro stabile?, ma: riu- l’oggetto
_
ai lavoratori, attraverso un referendum, scirò a restare un lavoratore precario? STRUTTURAMENTE,
non ha fatto altro che impostare il mo- E se non ci riesco, dove andrò a finire? Roberto Cracco.
Fotografia digitale
dello infinitamente autoritario di relazio- Zygmunt Bauman nelle sue analisi ha
ne già esistente nella grande distribu- messo in evidenza, tra le altre, una cosa
zione: io ti includo nel mio progetto di importante, ossia che in questo model-
lavoro se tu rinunci ai diritti conquistati lo di società non esiste più una perso-
in passato, ti butti alle spalle i sindacati na che non sia un consumatore. Il nodo
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centrale è che per vivere, mangiare, dor- Che tipo di merce è quella a cui si Un tempo
mire, tu devi consumare; se non sei un chiede di fare un balletto davanti ai l’azienda
consumatore non sei niente, e per esse- clienti? È accaduto alla Apple, nell’apri- chiedeva al
re un consumatore devi essere un lavo- le scorso, per l’inaugurazione di un nuo- lavoratore
ratore. Se non lo sei, questa società non vo negozio a Roma, e alla Auchan, per il otto ore del
pensa a te in alcun modo. Non esistono cinquantesimo anniversario dell’azien- suo tempo,
tutele, non sei immaginato come essere da. A Catania, Madrid, Londra, Abu oggi vuole la
vivente, non hai diritti di cittadinanza. Sei Dhabi, dappertutto, l’impresa ha chie- disponibilità
eliminato. Finisci in un territorio che oggi sto ai lavoratori e alle lavoratrici, or- totale della sua
in Italia è abitato da 18 milioni di perso- ganizzati in gruppi di sessanta, di im- immagine e
ne: 2 milioni di disoccupati e 15 milioni parare dei passi di danza e di ballare del suo corpo;
di inoperosi, persone talmente demora- all’improvviso in mezzo alla gente. Bal- il lavoratore è
lizzate da non cercare nemmeno più un letti in cui i lavoratori urlavano, ancora: catturato, ed è
lavoro, così dicono le statistiche. Ma l’Ita- “I love Auchan”. una cattura della
lia non è la Svezia, la Norvegia, la Dani- È un nuovo tipo di merce, rispetto alla vita che richiama
marca, qui non ci sono istituzioni assi- passata realtà del mondo industriale. i dispositivi totali
stenziali, quel poco di assistenzialismo Un tempo l’azienda chiedeva al lavora-
esistente è clericale, in mano ai preti. Di tore otto ore del suo tempo dopodiché,
conseguenza, per gli abitanti di questo ognuno per i fatti propri; oggi vuole la
territorio smisurato si aprirà sempre più disponibilità totale, la disponibilità del-
un sistema di istituzioni che non sono di la sua immagine, del suo corpo. Oggi
tutela e assistenza ma istituzioni totali: dice: ti voglio, tu mi appartieni.
carceri e circuiti psichiatrici. È di giugno Il lavoratore è ‘catturato’, ed è una
la notizia che sono stati riaperti formal- cattura della vita che richiama i disposi-
mente i manicomi: il trattamento sanita- tivi totali, costruzioni sociali che fanno sì
rio obbligatorio è stato spostato nei suoi che delle operazioni vengano compiu-
limiti di tempo a sei mesi rinnovabili ad te, disposizioni pensate per chiudere i
perpetuum, e questo significa, di fatto, corpi dentro una relazione di potere.
la riapertura dei manicomi. Anche un ipermercato è un dispositivo
Ci troviamo insomma in una società in estremamente sofisticato, dove i colo-
cui avvengono trasformazioni istituzio- ri, le posizioni degli oggetti, i cartellini
nali potentissime che stanno divoran- sono studiati per far compiere una se-
do tutto quello che era stato conquista- rie di operazioni, che hanno come sco-
to negli anni passati, e che soprattutto po quello di lavorare il consumatore
stanno spalancando davanti a tutti noi affinché compri determinate cose; ma
scene totalmente nuove. quando un’azienda ha come dispositivo
Che cos’è, quindi, il lavoro oggi? di cattura del lavoro, la cattura dell’inte-
Che tipo di merce è quella a cui, a un ro corpo del lavoratore, ci troviamo di
certo punto, viene chiesto di indossare fronte a una situazione estremamen-
una maglia sulla quale è scritto: “I love te preoccupante. È quella dimensione
Auchan”? È dal 2008 che i lavoratori che Foucault aveva intravisto, con uno
dell’azienda, in tutta Europa, Italia com- sguardo molto profetico – all’epoca,
presa e Stati Uniti e mondo intero, la in- gli anni Sessanta, questa cattura della
dossano – solo una piccolissima parte di vita era ancora appena accennata – e
loro non lo ha fatto, in sei cittadine nel- che oggi ha acquisito una caratteristi-
la zona basca, dove il sindacato ha op- ca biocida: il potere tende a catturare e
posto un netto rifiuto. a uccidere la vita, nel senso di trasfor-
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marla tutta in merce; l’intera vita della esiste più un lavoro come mitologia
persona, non solo la sua forza lavoro. possibile, perché in questo tipo di con-
Questa è la nuova natura della relazio- testo il lavoro è semplicemente una si-
ne lavorativa. tuazione di violenza che ha implicazioni
Per farlo, l’azienda deve essere ‘sin- psicofisiche molto gravi. Non è un caso
dacato free’ – una caratteristica pro- che il più grande mercato della cocaina
mossa come positiva, che implicitamen- sia oggi nelle aziende metalmeccaniche
te afferma: noi siamo aziende moderne, e informatiche, dove si spaccia e si con-
non siamo più arcaici strumenti della suma per rimanere nei ritmi, nei tempi e
società industriale dove si misuravano nelle tensioni imposte dal lavoro. E non
ancora le categorie, qui non ci sono ca- è diverso per gli psicofarmaci. Nel mon-
tegorie, l’impresa si rapporta uno per do del lavoro troviamo insomma ribal-
uno con i lavoratori. E infatti li ha sin- tato tutto ciò che un tempo viveva fuo-
golarizzati, con contratti individuali e ri di esso. Anche i suicidi.
costruendo con ognuno una media- In Telecom France, nell’ultimo anno,
zione di scambio: io ti do la possibilità si sono uccise trenta persone – all’inter- La relazione
di arrivare mezz’ora più tardi per por- no dell’azienda, davanti a colleghi, tra lavorativa ha
tare all’asilo tuo figlio, tu mi dai il lavo- quelle mura, non a casa. Nel mondo del acquisito una
ro domenicale, il lavoro di Natale ecc. lavoro, in tutta la Francia, ci sono stati caratteristica
Uno scambio non solo ineguale, come 400 suicidi nel solo 2011. In Italia non ci biocida: tende
sempre lo sono tutti gli scambi di pote- sono statistiche di questo genere, quin- a catturare e a
re, ma che isola la persona. In un simile di non abbiamo alcun dato in merito, ma uccidere la vita,
contesto il sindacato non può esistere, di sicuro stiamo assistendo a un giochi- nel senso di
nemmeno se residua qualche delegato no piuttosto consunto, per quel che ri- trasformarla tutta
sopravvissuto all’interno dell’azienda. guarda l’identità di questo Paese, che in merce
Infine, il lavoratore è virtualizzato. Il è quello di mettere in campo alcuni so-
95% è non solo precario ma anche in- ciologi un po’ decotti per far dire loro
debitato. Vive dentro un sistema di con- che è tutto normale. C’è sempre stata
trollo virtuale del lavoro, in cui l’azien- un po’ di gente che si suicida nel mon-
da dà un salario non superiore a 700 do del lavoro, dicono, ed è vero. Ma il
euro ma concede una carte di credito problema non è questo. È la qualità del
di 3.000 euro; la persona sopravvive ma suicidio la questione, e che tipo di sui-
solo spendendo soldi che non ha gua- cidi stanno avvenendo.
dagnato. Questa è la nuova realtà con Oggi i lavoratori vivono in una trap-
cui si confrontano i lavoratori in tutto il pola di dispositivi, un sistema di taglio-
mondo, un’economia virtuale che cat- le talmente vasto che l’idea stessa di
tura il loro lavoro futuro. L’attuale siste- libertà non esiste più; i legami socia-
ma del capitalismo finanziario non è vir- li sono spezzati e ognuno da solo ha
tualizzato solo perché le banche sono perso la propria battaglia. Questo è il
capitali mondiali virtuali, ma perché cia- lavoro oggi. E da qui, la fonte di tutte
scun cittadino è stato catturato in que- le sofferenze.
sta economia virtuale, da cui non può
sfuggire se non perdendo la casa, il te-
lefonino, l’auto.
Quindi, che cos’è il lavoro oggi? La
risposta è molto cruda: è una modali-
tà nuova di esperire la sofferenza. Non
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IL LINGUAGGIO:
ORIGINE ED EVOLUZIONE
di Felice Accame, Piero Borzini, Francesco Ferretti e Aldo Frigerio
26
27
vo. Devo dire che, a mano a mano che riferimento. In ambito puramente bio-
procedo nelle mie analisi, l’oggetto evo- logico, i paradigmi sperimentali sono
luzione culturale mi diviene sempre più piuttosto stabili nel tempo. In qua-
sfuggente. Un aspetto però mi è chia- rant’anni di attività non mi è sembrato
ro: la cultura umana senza il linguag- di aver dovuto assistere a scontri di ca-
StrutturaMente,
Roberto Cracco.
Fotografia digitale
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bile evoluzione culturale, il quadro dei dell’evoluzione e della comunicazione linguistica, ho mostra-
riferimenti paradigmatici è quanto mai to l’articolo all’amico Accame e lui, in due secondi, ha incri-
vasto e contraddittorio: convivono di- nato molte delle certezze che questo lavoro mi aveva dato.
versi paradigmi, molti in netta contrad- In questo articolo, Sperber confronta due modelli di co-
dizione l’uno con l’altro; ciò fa sì che i municazione linguistica: il modello del codice e il model-
cosiddetti dati di fatto varino molto in lo inferenziale.
termini di credibilità, peso specifico e Il modello del codice afferma che ogni suono, ogni parola,
valore essenziale a seconda del para- corrisponde a un concetto, a un significato e quindi, quan-
digma attraverso il quale vengono con- do ci si esprime per preposizioni, si mettono insieme serie
siderati. Credo che questo dipenda dal di codici tra loro legati da un’architettura, da un’impalca-
fatto che l’evoluzione biologica e so- tura sintattica, e il significato emerge dalla somma, dalla
prattutto l’evoluzione culturale hanno sommatoria, dall’integrale, dalla composizione di questi se-
importanti componenti storiche: quin- gni e di questi codici. Questo meccanismo è analogo a quel-
di, come avviene per tutte le entità di lo attraverso il quale ha luogo la comunicazione animale.
carattere storico, i paradigmi interpre- Il modello inferenziale contesta la semplicità del model-
tativi possono essere molto variegati. lo del codice e dice: attenzione, non è vero che il model-
Tutto questo discorso di carattere ge- lo dei codici trasmette un significato puro, chiaro, sempli-
nerale giusto per dire che non ho cer- ce e lineare, perché se andiamo ad analizzare le frasi di una
tezze in merito e che nel mio viaggio qualunque lingua vedremo che i codici non sono così uni-
attorno all’evoluzione culturale sono vocamente indicativi del significato attribuito dalle inten-
ancora in una fase di affannato studio zioni di chi parla, ma sono più che altro degli indizi che de-
e di raccolta di materiale da analizza- vono essere interpretati, da parte di chi ascolta, insieme al
re. Questo ci porta all’oggetto della ri- contesto. A questo proposito, Sperber fa riferimento a un
unione di oggi. Studiando alcuni aspet- dialogo colto per strada. Dice: “Siete per strada e udite due
ti del linguaggio mi sono imbattuto in persone che parlano e sentite la frase: Era troppo lento”.
questo articolo che è intitolato: “Evo- Nessuna difficoltà a capire il significato di ‘era’, di ‘troppo’
luzione del linguaggio in una prospet- e di ‘lento’. Nessuno di noi è però in grado di capire di che
tiva pragmatica”. In realtà il titolo in cosa stessero parlando. Che cosa intende comunicare chi
inglese suona come: “Una prospettiva parla a chi lo ascolta?
pragmatica sull’evoluzione del linguag- Le spiegazioni possono essere mille. Mille cose poteva-
gio” (2). Questo capovolgere, da parte no essere troppo lente: un veicolo, una reazione chimica,
mia, lo sfondo con il soggetto princi- un processo politico, e così via.
pale, potrebbe non rappresentare so- Per interpretare una frase occorrono certamente codici:
lamente un aspetto tecnico di trasporre questi però sono solamente indizi. Quello che occorre co-
in italiano le intenzioni espresse dagli noscere è il contesto. E per interpretare il contesto, quello
autori nel titolo originale, ma potrebbe che conta è l’intelligenza inferenziale di quelli che parlano
anche rappresentare una qualche altra e di quelli che ascoltano; chi parla e chi ascolta deve condi-
mia difficoltà interpretativa. videre un terreno comune: un comune terreno di inferenze.
Credendo di aver trovato in questo Gli autori fanno un altro esempio a proposito dell’intelli-
articolo alcune risposte sul problema genza inferenziale. Ascoltiamo un altro dialogo. John dice:
(2) D. Sperber, G. Origgi, A pragmatic perspective on the evolution of language, in Richard K. Larson, Viviane Déprez e Hi-
roko Yamakido Editors, The Evolution of Human Language:Biolinguistic Perspectives, Cambridge Univ Press, 2010, Capitolo
8, pagg. 124-132, www.summer10.isc.uqam.ca/page/docs/readings/SPERBER_Dan/A%20pragmatic%20perspective%20
2009%5B1%5D.pdf
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Un sistema di segni. Innanzi tutto, cinese, consiste nel fatto che si usano convenzioni diverse,
cos’è un segno? sono accordi diversi. Imparare una nuova lingua significa,
Un segno, secondo definizioni clas- tra le altre cose, imparare queste convenzioni.
siche che risalgono addirittura ad Ago- Questo per quanto riguarda i segni. Abbiamo detto, però,
stino, è qualcosa che rimanda a qual- che nel linguaggio c’è un sistema di segni. Cosa vuol dire
cos’altro. Di fronte a un segno, noi non che un linguaggio è un sistema di segni? Vuol dire che i se-
badiamo tanto al segno stesso, ma sia- gni sono in rapporto tra di loro, che hanno diversi rappor-
mo subito rimandati a qualcos’altro ri- ti tra di loro. Rapporti complessi di vario tipo. Se noi pren-
spetto al segno: al suo significato. diamo una lingua come l’italiano, il cui sistema di segni è
Perché ci rimanda a qualcos’altro da caratterizzato dal suo lessico, e in realtà i dizionari sono
sé? Secondo Peirce, il filosofo america- poco informativi dei veri rapporti esistenti tra le varie pa-
no che è stato il fondatore della semi- role. Rapporti innanzitutto di carattere formale, nel senso
otica, il segno rimanda a qualcos’altro che, per fare un esempio, sappiamo che ci sono tutti i verbi
da sé per tre ragioni. Lui distingue i se- di prima coniugazione. Li possiamo mettere insieme perché
gni in tre grandi categorie, a seconda sappiamo che si comportano tutti in una certa maniera. Ci
della ragione per cui il segno rimanda sono tutte le parole che hanno come suffisso ‘tore’, come
al suo significato. fattore, presentatore... e queste hanno dei rapporti tra loro.
La prima ragione è semplicemente un Poi ci sono i rapporti di carattere semantico. Vuol dire
legame causale tra il segno e il suo si- che i significati di questi segni hanno vari rapporti tra di
gnificato. Per esempio, quando dicia- loro: sinonimia, iperonimia (gatto, felino), parole che ap-
mo: “Quelle nuvole sono segno di piog- partengono alla stessa area semantica (acqua, fiume, mare,
gia”, sappiamo di dirlo perché le nuvole ruscello, lago...).
sono causa di pioggia. Quindi: causa. Questo vuol dire sistema. Vuol dire che il nostro lessico è
La seconda ragione è la somiglianza. organizzato, non è una serie di segni messi uno dietro l’al-
Il segno assomiglia al suo significato. tro, come accade nel vocabolario, dove l’ordine è alfabe-
Lo vediamo nel caso dei cartelli stra- tico e abbastanza contingente. Anche nel nostro cervello
dali. Pensiamo alla segnalazione ‘Cadu- e nella nostra mente le parole si organizzano per aree se-
ta massi’ in cui c’è il disegno del preci- mantiche (tutte le parole che significano frutti, tutte le pa-
pizio, con i massi che cadono. Quello role che significano animali).
è un segno riconoscibile perché il di- L’altra componente del linguaggio è un sistema di regole
segno stilizzato sul cartello ha qualche sintattiche. Cosa sono le regole sintattiche? Sono quelle re-
cosa in comune con l’immagine del pe- gole che ci permettono di prendere i segni di base – le no-
ricolo che viene segnalato. stre parole, il nostro lessico – e comporre questi segni base in
La terza ragione per cui i segni riman- segni più complessi. Prendiamo le parole insieme e costruia-
dano a qualcos’altro da sé è la conven- mo sintagmi; prendiamo i sintagmi insieme e ricaviamo frasi;
zione. Semplicemente ci siamo mes- prendiamo le frasi insieme e ricaviamo frasi più complesse;
si d’accordo che questo segno rimandi prendiamo quest’ultime e ricaviamo discorsi. Quindi, le re-
a un significato. È una nostra abitudi- gole sintattiche sono le regole con cui noi uniamo i segni di
ne quella di usare un determinato se- base in unità maggiori e questi poi in unità ancora maggiori.
gno per un determinato significato. E E quali sono le proprietà che hanno le regole sintattiche nel
i segni che sto utilizzando io in questo linguaggio? Ce ne sono tante, ma ne sottolineo almeno due.
momento rientrano in questa tipolo- Le regole del linguaggio sono ricorsive. Questo significa che
gia di segno, sono convenzionali. Tan- molte di queste regole funzionano così: quando applichiamo
to è vero che una delle differenze tra una regola sintattica, possiamo riapplicare la stessa regola al
le varie lingue, l’italiano, l’inglese e il suo risultato. Banalmente: se io dico Paolo e Giovanni, io ho
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zione, però, vorrei mettere sul tavolo le deve essere conforme ai principi dell’evoluzione darwi-
un paio di vincoli di ordine metodolo- niana: non basta che sia cognitivamente supportato, deve
gico. Il primo è che il linguaggio deve essere in accordo con una concezione della cognizione che
essere studiato all’interno di una pro- superi il test della plausibilità evoluzionistica. Non tutti i
spettiva cognitiva: i modelli teorici re- modelli della mente, non tutti i modelli di linguaggio, sono
lativi al linguaggio devono accordarsi in grado di superare questo doppio vincolo metodologi-
alle nostre conoscenze correnti circa il co. Uno dei paradigmi più forti in scienza cognitiva, quel-
funzionamento della mente (meglio se lo ancora largamente prevalente, è la tesi della grammatica
sostanziati dai risultati empirici delle universale di Chomsky. Pur superando (secondo alcuni, al-
neuroscienze e della psicologia speri- meno) il test della plausibilità cognitiva, la grammatica uni-
mentale). Quale che sia la definizione versale non è plausibile dal punto di vista evoluzionistico:
di linguaggio che scegliamo, essa deve è lo stesso Chomsky a dirci che il suo modello interpretati-
essere in grado di superare il test della vo non si accorda con la selezione naturale. Dal mio punto
plausibilità cognitiva. Il secondo vin- di vista, un modello del linguaggio che non si accorda con
colo, quello più forte probabilmente, è la teoria dell’evoluzione, non è un buon modello del lin-
che un modello del linguaggio plausibi- guaggio. Soprattutto quando, come accade con Chomsky,
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principio, è un problema che non si può perfette, eppure la loro comunicazione non va in porto: gli
risolvere con le risorse concettuali del- schizofrenici deragliano in continuazione, non riescono a
la grammatica universale: Chomsky so- tenere il filo del discorso. Dicono qualcosa, poi passano a
stiene la natura essenzialmente sintat- un altro argomento, poi ancora a un altro: non riescono a
tica del linguaggio, mentre il parlare in ‘mantenere la rotta’ del filo del parlato. L’incapacità degli
modo appropriato riguarda la pragma- schizofrenici di mantenere la ‘coerenza’ del discorso mo-
tica. Come uscire da questa difficoltà? stra che la costruzione di questo piano espressivo non può
Prima di passare alla pars costruens essere considerata come una semplice successione di frasi.
del mio discorso, vorrei sottolineare che La mia idea è che la costruzione del discorso sia governa-
il primato accordato da Chomsky alla ta dagli stessi sistemi che presiedono alla navigazione nel-
sintassi coincide con il primato assegna- lo spazio. Allo stesso modo di quando ci muoviamo nello
to alla frase (e a i suoi costituenti inter- spazio con l’intento di raggiungere una determinata desti-
ni) nell’elaborazione del linguaggio. La nazione, anche nella costruzione del discorso siamo mos-
capacità di parlare in modo appropria- si dalla meta da raggiungere (il contenuto informativo che
to, tuttavia, è una proprietà che riguar- vogliamo trasmettere). Allo stesso modo di quanto avvie-
da un diverso piano di analisi: l’anali- ne nella navigazione nello spazio, inoltre, la destinazione
si del discorso. È quello che presumo a cui vogliamo arrivare non si raggiunge mai in maniera di-
voi stiate facendo, ascoltando la suc- retta (dobbiamo aggirare continuamente una serie di osta-
cessione delle frasi che proferisco, cer- coli tra noi e la destinazione che abbiamo in mente). A vol-
cando di ricostruire la coerenza di filo te la conversazione prende una piega imprevista: facciamo
del parlato valutando costantemen- continue digressioni che ci spostano dalla rotta program-
te quanto le cose che sto dicendo in mata: diversamente da quanto avviene negli schizofreni-
questo momento siano conformi a ciò ci, tuttavia, i parlanti sono in grado di recuperare la rotta
che ho detto in precedenza. Il passag- prevista, di riallinearsi rispetto a quanto avevano in men-
gio dalla microanali della frase alla ma- te di comunicare. I sistemi cognitivi che permettono capa-
croanalisi del discorso determina una cità di questo tipo (della cui presenza ci sono buone prove
decisa presa di distanze da quella che empiriche) devono essere posti alla base della costruzione
è ancora oggi l’idea prevalente: la tesi della coerenza del discorso: sono questi sistemi, in effet-
che l’essenza del linguaggio sia radicata ti, a permetterci di valutare costantemente l’appropriatez-
nella frase e nei suoi costituenti interni. za di ciò che si dice. Se, come abbiamo detto in preceden-
Voglio concludere con un esempio: za, l’appropriatezza del linguaggio è una capacità essenziale
chi crede che l’essenza del linguaggio delle abilità verbali umane, allora la conclusione che si può
sia la frase, crede anche che il flusso del trarre da tutto questo discorso è che i sistemi di navigazio-
discorso sia nient’altro che una succes- ne nello spazio debbano essere posti alla base dell’origine
sione di frasi. Da questo punto di vi- del linguaggio oltre che del suo funzionamento effettivo.
sta comprendere/produrre un discorso Il che ci fa pensare che il tema dell’origine del linguaggio
equivale, più o meno, a comprendere/ sia intrinsecamente legato alla pragmatica: l’unico modo a
produrre una frase alla volta. Gli studi nostra disposizione per proporre un modello interpretativo
sulla patologia del linguaggio ci dicono in grado superare il test della plausibilità evoluzionistica.
che le cose non stanno in questo modo.
Ci sono casi, per esempio la schizofre-
nia, in cui i soggetti sono perfettamente
in grado di produrre e di comprendere
frasi; dal punto di vista della sintassi,
le espressioni di questi soggetti sono
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_
Ngc e sanità lombarda:
Comunione e liberazione in
GLOBAL SERVICE _
via non è solo il confine della legalità a
di Luce Aletti tracciare la legittimità di un sistema di
potere che, grazie alla privatizzazione
dello stato sociale, foraggia di profitti i
propri ‘amici’; può essere infatti che la
Ngc Medical s.p.a. (sede a Novedrate,
Como), azienda leader nella fornitura
di servizi agli ospedali pubblici lombar-
di, ottenga gli appalti nella perfetta le-
galità; ma, di certo, è impresa ciellina.
Eugenio Cremascoli, il fondatore –
ospite fisso al Matching, la fiera della
Compagnia delle opere, il braccio im-
prenditoriale di Cielle a cui Ngc è asso-
ciata – non è sconosciuto alle cronache:
nel 2003 fu coinvolto in un’inchie-
sta per appalti pilotati all’ospedale di
Lecco, che finì con la sua assoluzione,
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to dal leghista Giuseppe De Leo. Tre anni dopo il direttore Tuttavia non è solo la creazione di un
cambia, arriva Luigi Gianola, sempre dalle fila del Carroc- sistema di potere chiuso che fa capo a
cio, il quale sottoscrive un incremento annuale della forni- Comunione e liberazione il problema,
tura pari a 402 mila euro. Nel 2008 il vertice dell’ospedale e nemmeno l’elevato ammontare di de-
passa nuovamente di mano e viene nominato Antonio Mo- naro pubblico incamerato dall’impresa
Tabella 1
bilia, in quota Pdl area ex Alleanza nazionale (uomo vici- di Cremascoli: quando si parla di sani-
no a Romano La Russa, fratello del più noto Ignazio che in tà lombarda, la questione fondamen-
Lombardia gestisce da sempre una piccola corte), il quale tale è sempre quella: sono soldi spe-
proroga il service di anno in anno fino alla delibera del lu- si bene? La consegna chiavi in mano
glio scorso che fissa l’importo per il secondo semestre 2012 di interi reparti con appalti che dura-
a 812 mila euro. Questa volta, il cambio di poltrona non ha no anni permettono, perlomeno, un ri-
mutato lo stato delle cose e anzi ha prorogato l’appalto ben sparmio di spesa pubblica? È difficile
oltre la sua scadenza prefissata. rispondere con certezza, perché il cal-
La scalata di Ngc all’interno degli ospedali pubblici lom- colo che sta dietro un’offerta di servi-
bardi si evidenzia non solo dal numero crescente dei con- ce non è affatto chiaro e trasparente,
tratti che l’impresa ciellina si è vista aggiudicare, ma an- e non è possibile fare analisi che per-
che dall’aumento vertiginoso del suo fatturato, che in dieci mettano di stabilire se la cifra com-
anni è passato da 22,2 milioni a 60 milioni (vedi tabella 2). plessiva proposta sia economicamen-
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(2) Cfr. Piano socio sanitario regionale 2002-2004 approvato con D.g.r. Lombardia n. 462 del 13/03/2002, dalla D.g.r. Lom-
bardia VII/12101 del 14/02/2003 e dalla D.g.r. Lombardia n. VII/12528 del 28/03/2003
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_
StrutturaMente, Roberto Cracco. Fotografia digitale
Questa rapida inursione tra i ‘clienti’ di Ngc già sarebbe suffi- con Regione Lombardia per il monito-
ciente a evidenziare i fruttuosi legami di amicizia tra l’azien- raggio del territorio” (3). FNM decide
da e la Regione, eppure c’è anche altro. dunque di venderla, e nel marzo 2008
Avionord è una compagnia aerea nata nel 1989 e control- il Consiglio di amministrazione (il cui
lata da Ferrovie Nord Milano (FNM), società controllata a presidente, Achille Norberto, è uomo
sua volta da Regione Lombardia; si occupa di trasporto ae- ciellino strettamente legato a Formi-
reo in tre settori specifici: sanità, grandi eventi e trasporto goni) delibera la cessione dell’intera
passeggeri. Nel 2007 chiude il bilancio con una perdita di partecipazione a Ngc per 3,2 milioni
740 mila euro – su un fatturato di appena 4,4 milioni – su di euro – vale la pena sottolineare che
cui ha inciso fortemente il “mancato rinnovo del contratto il valore di Avionord iscritto a bilancio
(3) Ferrovie Nord Milano, Bilancio 2007, Relazione sulla gestione dell’esercizio 2007
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era di 3,6 milioni, e dunque la vendita registra una perdita e Andrea Zappia, Ad di Sky Italia. Non
per le casse della Regione. si contano i politici, di diversi schiera-
Subito dopo, il 2 aprile (delibera n. VIII/6994 della Giun- menti (tra i nomi più noti: Gianni Ale-
ta regionale) la Regione istituisce Areu (Azienda regionale manno, Franco Frattini, Luciano Vio-
emergenza urgenza), un ente pubblico con il compito di co- lante, Maurizio Lupi, Antonio Tajani,
ordinare il soccorso sanitario in urgenza ed emergenza, os- Tiziano Treu, Vannino Chiti, Enrico
sia il 118, sull’intero territorio regionale. Nel maggio 2010 Letta), sfilati sul palcoscenico cielli-
diventa di competenza di Areu anche il trasporto di organi, no dopo che ad aprire le danze è stato
tessuti ed equipe chirurgiche, e nel novembre dello stesso niente meno che Mario Monti, segui-
anno l’appalto del servizio è aggiudicato, a volte il caso, ad to da diversi ministri ‘tecnici’ (Corra-
Avionord, ossia a Ngc, per 1,9 milioni di euro per tre anni. do Passera, Lorenzo Ornaghi, Corra-
Contemporaneamente, tra le funzioni non tariffate (una do Clini, Elsa Fornero, Giulio Terzi):
modalità di finanziamento extra riconosciuta dalla Giunta re- un bel paradosso per un governo che ha
gionale a particolari attività svolte dagli enti sanitari [4]) rela- dichiarato di voler combattere le lobby
tive al trapianto d’organi compare, per la prima volta, la voce di potere italiane.
“trasporto equipe prelievi”, che per il 2010 – ultimi dati di- Fino a quando permarrà questa si-
sponibili – attribuisce ad Areu 1,4 milioni; dato che è Avio- tuazione – e tutto fa pensare che reste-
nord ad occuparsi del servizio, chissà se anche questo denaro rà a lungo – Ngc Medical s.p.a. è solo
aggiuntivo è destinato a finire, totalmente o in parte, nei con- un’impresa fra tante, e le denunce del
ti correnti dell’azienda, quindi di Ngc, quindi di Cremascoli. mondo politico e di alcuni media sulla
pervasività di Comunione e liberazio-
Ngc è una, ma associate alla Compagnia delle opere ci sono ne nella sanità lombarda suonano false
circa 34.000 imprese, grandi e piccole. Tra i maggiori partner come una moneta di pirite.
del Meeting annuale di Rimini di Comunione e liberazio-
ne si trovano Enel, Finmeccanica, Intesa San Paolo, Wind,
Coop, Eni, Fiat, Sky, Motta, e sul palco della convention
intervengono da anni i principali esponenti politici ed eco-
nomici della classe dirigente italiana. Quest’anno si sono al-
ternati Mauro Moretti e Paolo Scaroni, amministratori de-
legati rispettivamente di Trenitalia e di Eni, Fulvio Conti,
Ad e direttore generale di Enel, Alessandro Benetton, pre-
sidente di Benetton Group, Enrica Giorgetti, direttore ge-
nerale di Farmindustria, Antonio Mastrapasqua, presiden-
te Inps; nel campo dell’informazione si sono visti Roberto
Napoletano, direttore de Il Sole 24 ore, Antonio Preziosi,
direttore di Radio1 e di GR Rai, Francesca Ulivi, Diretto-
re Tg e Responsabilità sociale di MTV Italia, Marco Bar-
dazzi, caporedattore centrale de La Stampa, il giornalista
Oscar Giannino, Pierluigi Magnaschi, direttore di Italia
Oggi, Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di Rcs
(4) Cfr. Sanità lombarda: altro che Formigoni! La truffa legalizzata e la farsa
della libera stampa, Giovanna Cracco, Paginauno n. 28/2012
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Nel paese
dei bambini
di Silvia Trevisone
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le del box, contento di essere utile a quel ‘piano Laura pensò attentamente a dove potessero la-
di salvataggio’. sciare la scatola per tenerla d’occhio ma senza
«Laura ma come fai a prenderlo? Se si muove...» fissarla: voleva che Mattia si distraesse. La mise
il dubbio di Valentina era quello di tutti. tra due cespugli sopra l’erba, di modo che stesse
«Ci provo...» Laura pregò che il loro picco- all’ombra, e raggiunse gli altri che si erano fion-
lo amico non si spaventasse e che non la beccas- dati sui giochi.
se per difendersi dal pericolo. Si avvicinò piano e Passavano da un divertimento all’altro con
allungò la mano lentamente per non innervosir- quella frenesia che solo l’infanzia possiede.
lo, ma l’uccellino si lasciò completamente anda- A un tratto si sentì la madre di Sici che lo chia-
re al tocco delicato delle dita della ragazzina. Si mava a gran voce e il bambino, così contento che
adagiò sul palmo delle sue mani senza mostrare finalmente la sua pasta con le sarde lo reclamas-
alcun segno di combattività. Laura guardò i pic- se, corse d’istinto verso il balcone per avere con-
coli occhi dell’animale che giaceva come se dor- ferma che, finalmente, era arrivato il momento di
misse e realizzò la verità; era probabile che l’unica riempire lo stomaco. Nella foga della corsa non si
cosa che potessero fare era allungare la sua agonia. accorse che la scatola giaceva ancora all’ombra dei
In quel momento giunse Mattia trafelato per la cespugli in direzione del palazzo, così che l’im-
corsa con in mano quello che lei gli aveva chie- patto con il suo piede fu inevitabile.
sto. «Ecco!» disse madido di sudore e soddisfatto. Ora, il povero uccellino era riverso sull’erba
Laura lo guardò e non ebbe il coraggio. «Vie- immobile.
ni Matti, metti il panno nella scatola e poi Sici si portò la mano alla bocca e guardò quel
avvicinamela.» che aveva combinato con un espressione incredu-
Quando il bambino ebbe fatto, Laura adagiò la. Tutti si avvicinarono alla bestiola e Laura provò
l’uccellino che si lasciò andare nel cartone con la a toccarlo delicatamente... nessun segnale di vita.
stessa arrendevolezza con cui si era lasciato pren- «Ma... è morto?» chiese Marta.
dere. «Ora aspettiamo che si riprenda, ok?» dis- «Credo proprio di sì» disse Laura guardan-
se rivolta agli altri. do Mattia, ma intendeva che non c’erano dubbi.
Tutti annuirono, solo Sici mugugnò: «Sì va «Sici... lo hai ammazzato... sei proprio un defi-
bene... ma per quanto? La pasta con le sarde...» ciente!» sbottò Valentina.
Tutti lo guardarono male e lui abbassò la testa, «Ma io... io... non volevo... non l’ho visto!» si di-
deluso dalla mancanza di comprensione e di ap- fese il bambino con le lacrime agli occhi.
petito dei suoi amici. Laura continuava a guardare il fratello che fis-
«Forse dovremmo dargli un nome» disse Marta. sava l’uccellino con aria perplessa.
«Mazzinga» propose deciso Sici. «Ma... mica per sempre?» la domanda sembra-
Altro sguardo di disapprovazione. «Ma secondo va frutto di una profonda riflessione.
te ha la faccia da Mazzinga?» lo incalzò Valentina. «Cosa per sempre?» chiese Laura.
Sici alzò le spalle, rassegnato. «Non è mica morto per sempre, vero?»
«Io pensavo a Cipì, come l’uccellino della sto- Laura sospirò, cosciente della bugia che sta-
ria» propose Laura. va per dire: «No... magari un giorno...» rispose.
«Sììì!» approvò Mattia ricordandosi di colpo di Mattia sembrava soddisfatto della risposta,
cosa parlasse la sorella. quasi sollevato.
Rimasero lì un’altra ora seduti in cerchio a gio- Laura disse: «Dai, andatevi a prendere un gela-
care a carte e a nomi, cose, città con la scatola in to. Io vi raggiungo. Tieni i soldi Matti.»
mezzo per controllare il povero uccello, che non Tutti si mossero tranne Sici, che rimaneva im-
dava segni di ripresa. Poi si spostarono verso il cen- palato a fissare la scena.
tro del cortile dove c’erano lo scivolo e le altalene. «Dai Sici... vai a mangiare che la pasta si raf-
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fredda. Non ti preoccupare, lo sappiamo che non Poi cercò un sasso appuntito e incise sul tronco:
l’hai fatto apposta» lo rincuorò la ragazzina. “Cipì 16-07-1990”.
Ancora non sapeva che, probabilmente, la sua Rimase un attimo a guardare quella tomba im-
maldestra goffaggine aveva compiuto un invo- provvisata; pensò che oggi faceva davvero cal-
lontario atto di misericordia. do. In fondo, si sa, nel paese dei bambini non fa
Ora c’era solo Laura. Lei era la più grande del mai né troppo caldo né troppo freddo, e non esi-
gruppo, era lei a decidere quando c’era incertezza, ste la morte.
era lei a badare a tutti, oltre che a se stessa. Pre-
se il piccolo pennuto ormai senza vita, lo portò
all’albero che stava al di là del cortile dove c’era il
vecchio cancello rotto, scavò una buca abbastan-
za profonda con le mani e ve lo depose dentro.
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“[...] sono persone che andrebbero condan- – nemmeno gli uomini di potere – si sente in
nate alla dimenticanza, invece appartengono dovere di smentirlo. La storia ‘ufficiale’ perva-
ormai alla società dello spettacolo. È sbaglia- de i programmi scolastici, occhieggia i cittadi-
to che si rimettano periodicamente in circolo. ni dalle targhe delle strade del regno, ammic-
Non si possono scrivere libri solamente perché ca con le mostrine della verità sulle spalle dai
si è ucciso Moro.” programmi di storia-spettacolarizzata. Vale nel
(Il presidente della Camera Luciano Violante, caso delle narrazioni risorgimentale e resisten-
1998) ziale e adesso vale anche nel caso di quella più
recente degli anni Settanta, per i quali, malgra-
“Non capisco perché se ne sia uscito con que- do non sia stata fatta ancora chiarezza sull’ope-
sta bella trovata che bisogna condannare gli ex rato dello Stato e delle sue istituzioni, esiste già
terroristi all’oblio. Dobbiamo parlarci, invece, una versione definitiva, indiscussa e indiscutibi-
ascoltarli, perché soltanto loro possono chiari- le. Non a caso abbiamo introdotto questo nuo-
re molti dubbi che ancora rimangono. Non tut- vo spazio con lo scambio di battute intercorso
to è chiaro. Come si sono comportati certi ap- nel 1998, durante i giorni del ventennale della
parati dello Stato durante il sequestro Moro? morte di Aldo Moro, tra Luciano Violante e San-
Hanno in qualche modo offerto una copertura dro Curzi, ovvero tra un politico rubato alla ma-
alle Br? Non lo sappiamo, e soltanto loro posso- gistratura e il giornalista Sandro Curzi.
no fare luce su questi aspetti. Perciò mi sembra Va detto sin subito: in questo dibattito noi sia-
che dobbiamo piuttosto incoraggiarli a parlare, mo con Curzi. Per varie ragioni, delle quali la più
a raccontare più particolari possibili.” importante è la mancanza di ricostruzioni stori-
(Il direttore di Rai 3 Sandro Curzi, 1998) che che inquadrino quegli anni sotto una pro-
spettiva diversa da quelle diffuse dai program-
Che la storia la scrivano i vincitori è ormai un mi di spettacolarizzazione storica di Minoli, di
luogo comune talmente radicato che nessuno Zavoli e di Lucarelli. Trasmissioni entrate ine-
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Marco Tullio Giordana), con narrazioni imba- tori dell’epoca legati alla lotta armata, nell’idea
stite per confermare una verità di comodo, ab- di creare un osservatorio sugli anni Settanta at-
biamo deciso di tenere ancora vivo il dibattito traverso le lenti di chi ha perduto; per agire, se-
sull’argomento, per contribuire – per quanto ci condo nostra caratteristica, in funzione di con-
è possibile – a stenebrare qualche zona d’om- trappeso alla verità ufficiale.
bra. Anche perché quelle ombre si allungano
tuttora nel quadro dello scontro, vivo come non
mai, tra padronato e lavoratori. Walter G. Pozzi e Giovanna Cracco
Per questa ragione abbiamo deciso di ospi-
tare su Paginauno le testimonianze di alcuni at-
Per quale ragione è importate tenere ancora oggi la rabbia proletaria, di operai, di militanti del Pci
vivo il dibattito sugli anni Settanta? Dal nostro scontenti dell’operato servile del partito di cui
punto di vista per molte ragioni, la più importante avevano in tasca la tessera, di sindacalisti che si
delle quali è trita e ritrita: non possiamo pensare rendevano conto che il padronato non aveva al-
il presente senza avere fatto tesoro della memo- cuna intenzione di trattare sui diritti dei lavora-
ria storica del nostro passato; il presente e il fu- tori mentre i vertici sindacali non lo capivano, e
turo di una società, intesi nella loro formulazione continuavano a giocare alla trattativa (quando e
politica ed economica, non possono prescinde- se veramente voleva farlo) con il destino dei la-
re dalla conoscenza del passato. Ma questo è un voratori. Di persone, quindi, che avevano capito
concetto che vorremmo dare per scontato per poi l’inutilità delle sole parole.
andare immediatamente oltre. Il principio gene- Lotta armata = prodotto della Cia: questo è l’as-
rale sull’importanza di una conoscenza comple- sunto. Sergio Flamigni, senatore del Pci e autore
ta della storia, anche la più prossima all’attualità, di numerosi libri saggio sugli anni Settanta, era
resta sacrosanto. Ma l’impegno che qui ci assu- un fervente appassionato di questa ricostruzione,
miamo di ripercorrere la nostra storia nasce da al- in particolare riguardo al sequestro Moro. Egli e
tre esigenze: nasce dalla rabbia di sentire ripetere molti altri si rifiutavano di accettare (e non ave-
ricostruzioni di comodo su ciò che noi eravamo. vano evidentemente interesse a farlo) che roz-
Partiamo dalla più diffusa, un autentico falso zi operai e sottoproletari italiani fossero in gra-
storico: il rifiuto di riconoscere la nostra esperien- do di organizzare e realizzare un’operazione di
za come una realtà totalmente italiana, nata dal tale portata.
disagio e dall’indignazione nei confronti di uno Flamigni veniva spesso a Rebibbia alla ricer-
Stato che, con Piazza Fontana, si era giocato le ul- ca di una nostra ammissione che gli confermasse
time briciole di fiducia che ancora potevamo nu- quello che già aveva in testa, ovvero: che anda-
trire. Un derivato di tale mancato riconoscimen- vamo a braccetto con i servizi segreti americani
to è l’idea che noi fossimo un prodotto della Cia e che trattavamo con i servizi segreti italiani. Egli
e non delle lotte di fabbrica, non un portato del- partiva dal fatto che Moro era stato minacciato
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da Kissinger sotto la presidenza Nixon, fingen- za dalla quale Moretti è uscito vivo per miraco-
do di dimenticare che nel 1978, Nixon e la sua lo, grazie all’intervento dei compagni che erano
concezione e conseguente applicazione dell’an- lì vicino. Per questa operazione, il sicario è sta-
ticomunismo era ormai cosa passata. Basti nota- to in seguito ricompensato dallo Stato, che gli ha
re che anche in Italia la stagione dello stragismo commutato l’ergastolo in ventiquattro anni, per
di destra e di Stato si è chiusa in perfetta conco- poi liberarlo non molto tempo dopo. Giusto a ri-
mitanza cronologica con la caduta del presiden- cordare (per onestà storica, una vicenda che cer-
te americano (la bomba di Bologna va inquadrata to non è mai stata resa pubblica) che i cosiddet-
secondo un’altra ottica e differenti convenienze ti servizi segreti deviati, quelli sporchi – che poi
politiche). A ogni modo, quello che emergeva o sono un’invenzione della storia ufficiale, di fatto
che doveva emergere dalle ricostruzioni flami- non esistono i servizi segreti deviati – sono entra-
gnane era che chi aveva fatto la lotta armata in ti nel carcere di Ascoli, dove erano stati rinchiu-
Italia era, in maniera trasversale tra destra e si- si tutti i capi e i gregari delle bande criminali, da
nistra, al soldo della Cia. E perché, come sarebbe Vallanzasca a Cutolo, consegnando ai capi mafia
più logico, non attribuire la nostra esperienza a un elenco di alcuni di noi da eliminare. Natural-
un immenso complotto del Kgb? Semplicemen- mente in cambio di ricompensa. Una proposta,
te per dimostrare che noi non eravamo un’ema- va detto per la cronaca, che i boss hanno reci-
nazione della sinistra. samente rifiutato, contrariamente ad alcuni cani
Un film uscito qualche anno fa, Piazza delle cin- sciolti, come Figueras, i quali invece si sono dati
que lune di Renzo Martinelli, tratto proprio dal da fare. Ma avremo tempo, durante questo no-
saggio di Flamigni La tela del ragno, nonché dagli stro viaggio in quelli che all’interno della verità
atti processuali, risponde alla perfezione a quan- di comodo sono definiti ‘anni di piombo’, di ri-
to detto sopra. La storia è la ricostruzione spetta- parlare dettagliatamente di questi fatti.
colarizzata del rapimento di Aldo Moro sulla base Ora, per quanto Flamigni nei suoi libri e Mar-
di un’accurata selezione dei fatti, incentrata sulla tinelli nel suo film, insistano ad appellarsi alla
descrizione di Mario Moretti come un basso dop- verità degli atti processuali, occorre almeno am-
piogiochista. Nel film tutto ciò è palese, lampan- mettere che quella fonte informativa è e rima-
te. Non si tratta più nemmeno di zone d’ombra, ne comunque una narrazione di parte. Un conto
di alludere a un’ipotesi. Il risultato quindi è una sono i processi, svolti all’epoca attraverso nume-
narrazione costruita senza la minima considera- rose forzature – lo Stato stesso aveva molto da
zione dei fatti successivi alla vicenda dello stes- nascondere riguardo al proprio operato – un altro
so Moretti, il quale, dopo la sua cattura, è sta- è una ricostruzione storica e un’altra cosa ancora
to rinchiuso nel carcere di Nuoro, un luogo di è una ricostruzione politica dei fatti.
detenzione disumano dove noi detenuti politi- Per chiudere questa specie di breve introdu-
ci venivamo massacrati di botte quasi ogni gior- zione sulle ragioni che ci inducono a parlare di
no; e dimentica che un detenuto comune legato noi, aggiungiamo un altro paio di precisazioni.
ai calabresi, ex mercenario della Legione stra- Non eravamo, come sostenevano i vertici del
niera, Figueras, ha cercato di accoltellare Moret- sindacato, infiltrati all’interno della loro organiz-
ti nel carcere di Cuneo, colpendo per uccidere e zazione. Se hanno messo in giro questa voce è solo
fortunatamente non riuscendovi. Un’esperien- per negare che molti di noi facevano i sindacalisti
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e lo facevano bene e con passione, dal momento dare un giudizio, una tua interpretazione dei fatti.
che gli operai ci votavano. E certamente questa Le ragioni non stanno da una parte sola – ognu-
era la faccia visibile del nostro operato. Che poi, no ha la propria, ognuno ha la sua verità, ognu-
in segreto, appartenessimo anche, chi alle Brigate no ha la sua valutazione dei fatti – che esse sia-
rosse e chi ad altre formazioni che allora inizia- no biologiche, politiche, sociali, culturali, quindi
vano la propaganda armata, è un ulteriore aspet- anche militari sotto il profilo operativo.
to della storia che racconteremo senza censure. A un determinato quadro sociale, che cerche-
Ma tecnicamente non eravamo infiltrati, l’origine remo di raccontare per restituirlo al presente in
politica di molti di noi è sindacale oltre che lega- maniera efficace, va aggiunto un aspetto non se-
ta ai movimenti della sinistra extraparlamentare. condario: una tradizione, uno strascico che veni-
La seconda precisazione è che non capiamo va dalla Resistenza. Un retaggio che molto spes-
come possa essere definito ‘solo’ un fenomeno so era trasmesso nella dimensione familiare oltre
un’esperienza come la nostra, sicuramente vio- che dal fatto di essere nati a cavallo negli anni
lenta, durata diciotto anni, dal 1970 (inizio della ’40/50 ed essere cresciuti negli anni ’70, quando
propaganda armata delle Brigate rosse) al 1988 la Resistenza distava da noi solamente venticin-
(anno dell’attentato mortale al senatore democri- que anni. Non molti di più, per capirci, da quel-
stiano Roberto Ruffilli rivendicato dalle Brigate li che ci dividono oggi da Tangentopoli. Poco più
rosse-Partito comunista combattente) e che, se- di un soffio del tempo.
condo stime, ha visto alcune migliaia di militan- Non erano lontani i vent’anni di fascismo, con
ti armati e molte altre migliaia di simpatizzanti relativa guerra partigiana, in seguito diventata
e fiancheggiatori. A dimostrazione che in quegli guerra civile combattuta da gente, da famiglie
anni la lotta armata in Italia è stata un’esperien- che si scontravano per idee diverse, per valuta-
za che non ha avuto eguali in Occidente per du- zioni diverse, convinzioni personali, politiche,
rata e dimensione. sociali, culturali, umane diverse.
Una ragione ci sarà, ed è proprio quello che Noi abbiamo quindi vissuto direttamente (per
vorremmo analizzare secondo il nostro punto di chi aveva avuto parenti partigiani) e indiretta-
vista, perché è chiaro che parlando oggi di quel mente (per chi aveva vissuto la Resistenza, attra-
contesto socio-politico, di quel clima culturale, verso i racconti di chi l’aveva combattuta, come
è difficile fare capire ai giovani le ragioni per cui un simbolo politico) l’esperienza partigiana come
tanti loro coetanei, allora, hanno deciso di sacri- una questione irrisolta; un’esperienza mozza.
ficare la propria vita per una causa e di prende- Facciamo l’esempio di Giangiacomo Feltrinel-
re in mano le armi. Il problema è che se non hai li, il quale diceva che ci dovevamo armare al di
vissuto quell’atmosfera non è semplice capirla. là del progetto rivoluzionario, di un progetto che
Devi sentirne l’odore, devi sentirne l’anima, ve- facesse riferimento a Cuba, alla Russia o a un co-
dere le cose, toccarle con mano. Anche se non fa- munismo di taglio italiano con tutte le caratte-
cevi scelte di barricata, anche se te ne stavi alla ristiche umane, culturali, biologiche, che tenes-
finestra a vederle, anche chi, magari, viveva con sero conto dell’esperienza storica italiana; che ci
due bandierine nel cassetto per poi esporre quel- dovevamo armare per tutto questo, ma principal-
la del vincitore; anche in questo caso, alla fine, mente perché c’era il rischio in Italia di un colpo
vivevi quei momenti, quelle situazioni, e oggi sai di Stato. Cosa che poi storicamente è stata accer-
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per fare qualche nome tra i tanti; lo erano stati infilati dentro la Dc, e dentro a una storia che
personaggi come Biagi e Montanelli, in seguito poi era anche quella che vivevamo noi con disa-
presentati come modelli di giornalismo libero e gio, il quadro in cui ci ritrovavamo a vivere. Ov-
democratico, lo erano stati scrittori poi molto ce- vero, dentro una società che era la riproduzione
lebrati come Prezzolini e Gadda. A dimostrazio- di quella che l’aveva preceduta, semplicemente
ne che, dopo la Resistenza, le carte erano state con gli angoli della vecchia dittatura smussati; e
parecchio rimescolate. Esisteva una forte collu- ci rendevamo conto che se non si aveva il corag-
sione tra molti ex fascisti e le forze dell’ordine, gio di affrontare la situazione in maniera assolu-
l’esercito, con i settori di destra dell’esercito, con tamente obiettiva, pulita, anche questo atteggia-
i corpi speciali, con la guardia forestale, come poi
si è visto. Molte parentele legavano questa gen-
te di destra anche ai potenti industriali che il fa-
scismo avevano finanziato e voluto, e che anco-
ra finanziavano; avevano molte coperture mentre
noi non ne avevamo, di nessun tipo. Noi erava-
mo esposti in maniera trasversale e tutti ci era-
no contro, proprio perché ci muovevamo contro
quel tipo di Stato sporco, corrotto, ancora fasci-
sta nell’anima.
È quindi difficile fare comprendere oggi cosa è
stato quel momento, perché questi aspetti non
sono mai stati raccontati nella loro completez-
za e gravità. La situazione presente allora, quel-
la che vivevamo, veniva a ricordarci che l’espe- StrutturaMente, Roberto Cracco. Fotografia digitale
rienza partigiana era stata un’esperienza tronca.
Le Brigate Garibaldi, le formazioni partigiane di
sinistra, comuniste, le Brigate Matteotti e la Vo- mento remissivo sarebbe stato controproducente.
lante rossa, socialiste – legate a un socialismo Si può dire che abbiamo sbagliato con i mezzi
puro, quello vero, lombardiano, di Terracini, di – la violenza, la lotta armata – però gli obietti-
Pertini, che proveniva dalle lotte sociali, politi- vi e le motivazioni, il fine, erano giusti. Comun-
che, ideologicamente ben impostato, ben ricono- que le critiche che facevamo allo Stato, al mondo
scibile e condivisibile – avevano in progetto non dell’economia, della finanza, al potere economico
solamente l’intento di liberare l’Italia dal nazifa- e politico di questo Paese, come poi dimostrato
scismo, ma anche la costruzione di una forma di dai fatti successivi (fino a risalire a oggi), erano
comunismo, di una società comunista. Un proget- giuste. Se c’è del marcio in Danimarca, come di-
to rivoluzionario, un progetto politico forte che ceva il drammaturgo, in Italia c’era la fogna, come
si è interrotto, che è stato soffocato, rendendo sostenevamo noi con meno poesia.
impossibile una pulizia totale, morale, materiale, Il fatto di tornare a parlare di quegli anni serve
politica, culturale, sociale. Così, alla fine, l’Italia a dare un significato alle nostre azioni, a fare ca-
si è ritrovata con quelli della Repubblica di Salò pire alle generazioni più giovani, a chi ha l’età che
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avevamo noi allora e che non può avere il senso giovani capissero esattamente perché abbiamo
di cosa siano stati quegli anni, chi eravamo noi e compiuto certe scelte, dentro quale clima politi-
che cos’era lo Stato, con tutte le sue istituzioni co, umano, sociale ci muovevamo; quali schifez-
e le complicità con il mondo dell’industria. I ra- ze, quali nefandezze, quale oppressione esisten-
gazzi di oggi non hanno vissuto quei momenti, e ziale c’erano già allora, e perché eravamo tanto
le nostre storie se le sentono raccontare con di- indignati e perché eravamo disposti a perdere tut-
stacco, più spesso con disprezzo, con vaghezza e to, anche la vita, per portare l’Italia fuori da que-
superficialità in maniera pretestuosa, dalla bocca sto ordine di cose. Al di là di ogni scelta ideologi-
di chi ancora adesso ci butta fango addosso pre- ca e politica nonché culturale che ci ha portato a
tendendo che noi, dopo avere pagato duramen- imbracciare le armi come metodo di lotta politi-
te le nostre scelte, non lavorassimo nemmeno e ca contro lo Stato, c’era anche l’indignazione. Va
rimanessimo in silenzio; dalla bocca di chi si pre- ripetuto: non si trattava solo di un fattore politi-
senta come pulito, come un santo, nei panni del co e ideologico. C’era proprio un fattore di schi-
moralista. I politici ci giudicano dimenticando di fo. Nessuno di noi poteva più sopportare le bu-
essere i primi a finire nella rete della magistratu- gie, i ladrocini, l’avere al governo ex fascisti nella
ra, a porsi contro quello Stato di diritto di cui si Dc. C’era un potere economico che comandava,
dicono difensori a parole, a rendersi garanti del- sporco, con i suoi servizi segreti disposti a tut-
lo sfruttamento sanguinoso ai danni dei lavora- to – a trattare con l’estrema destra, con la mafia,
tori. Tangentopoli, che pure non è riuscita a fare a organizzare i botti – che la verità dei vincitori
pulizia (e forse nemmeno ha voluto farlo), ha di- ha consegnato alla storia come deviati, per smar-
mostrato che la nostra denuncia e la nostra criti- care la politica dalle sue responsabilità. I servizi
ca, seppure fatte con le armi, erano giuste. E oggi segreti facevano semplicemente il loro mestiere:
lo sono ancor di più perché esistono condizioni erano così perché la politica li voleva così. Era-
politiche, umane, culturali, legate a quel passato. no la lunga mano armata di uno Stato criminale
Perché abbiamo fatto certe scelte di vita, quin- ed eseguivano il loro dovere con impegno e de-
di? Perché non ci fidavamo più dello Stato. Piaz- dizione: insabbiare, mettere le bombe, infiltrar-
za Fontana è stata un momento di cesura. Se pri- si e provocare…
ma di quel massacro si poteva avere un’unghia di
fiducia, da quel momento non si aveva più nem-
meno quella. Prima si poteva ancora pensare … a suivre
che lo Stato fosse marcio, che facesse schifo, che
fosse corrotto e mafioso, però si poteva credere
di poterlo combattere dall’interno. Dopo quel-
la bomba, dopo quei morti innocenti, anche chi
aveva quel tipo di visuale non poteva non pen-
sare che lo si potesse combattere solo dall’ester-
no e con le armi. Ecco perché una critica arma-
ta ci era sembrata l’unico modo di esercitare un
contropotere reale.
Quindi: per questo oggi noi vorremmo che i
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LA RIFORMA BARNUM
DEL MINISTRO FORNERO
di Bruni Laudi e Massimo Vaggi*
* Entrambi gli Autori sono avvocati specializzati in diritto del lavoro, consulenti Cgil e Fiom
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StrutturaMente reddito, solo della neonata Aspi con esiti, in tema di ripercussioni socia-
Roberto Cracco. li, assai negativi. Nel contempo l’azienda, svuotata del suo valore più im-
Fotografia digitale portante (ossia il fattore lavoro), verrà sbucciata come un carciofo e così
ridotta non potrà che essere venduta a un minor prezzo e con tempi lun-
ghi, ovvero dell’impresa potranno essere ceduti i singoli beni (i macchi-
nari, i brevetti, i contratti), con gravi conseguenze generali anche per gli
altri creditori della procedura, tra cui, per esempio, gli imprenditori forni-
tori dell’azienda insolvente (che a loro volta si troveranno in crisi di liqui-
dità). Il sindacato infine si vedrà totalmente estromesso (non sarà più ne-
cessario l’accordo sindacale) dalla gestione del trasferimento dell’azienda in
quanto non essendoci più dipendenti non troveranno attuazione le norme
di origine comunitaria che impongono la consultazione tra le parti sociali.
Infine: ci dicono che questa riforma la chiede l’Europa.
Insomma – così concepito – quello del governo è un provvedimento as-
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Il 23 maggio 1992 circa 500 chili di tritolo posti in una galleria scavata sot-
to l’autostrada A29 nei pressi dello svincolo di Capaci esplodono al passag-
gio della vettura su cui viaggiano il magistrato Giovanni Falcone, sua mo-
glie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta.
L’attentato, passato alla storia come ‘la strage di Capaci’, segna una svolta
nella legislazione penitenziaria destinata a durare fino ai nostri giorni: nella
notte centinaia di detenuti per reati di mafia vengono trasferiti alle carce-
ri speciali di Pianosa e dell’Asinara, e l’8 giugno viene emanato il cosiddet-
to decreto Martelli-Scotti (rispettivamente ministro della Giustizia e degli
Interni) (1), che aggiunge un secondo comma all’articolo 41-bis della legge
663/1986 (2). Il secondo comma, rimasto immutato fino al 2002, recitava:
“Quando ricorrano gravi motivi di ordine e di sicurezza pubblica, anche a ri-
chiesta del ministro dell’Interno, il ministro di Grazia e Giustizia ha altresì la
facoltà di sospendere, in tutto o in parte, nei confronti dei detenuti per talu-
no dei delitti di cui al comma 1 dell’articolo 4-bis, l’applicazione delle regole
di trattamento e degli istitu-
(1) D.L. 8 giugno 1992, n.306, convertito nella legge 7 agosto 1992, n. 356
(2) La legge 663/1986 è nota come ‘riforma Gozzini’, dal nome del suo promotore, vedi pri-
ma parte dell’articolo su Paginauno n. 28/2012
(3) Nella sua versione attuale l’art. 4 bis comma 1 prevede anche la riduzione o il manteni-
mento in schiavitù o in servitù, l’induzione o lo sfruttamento della prostituzione minorile, la
produzione e il commercio di materiale pornografico minorile, la tratta di persone, l’acquisto
e alienazione di schiavi, la violenza sessuale di gruppo e l’associazione per delinquere fina-
lizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri
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(4) L’istituzione del Gom è stata oggetto di molte polemiche, soprattutto a causa dei metodi
talvolta violenti adoperati dagli agenti nell’esercizio delle loro funzioni. Nel luglio 2001 il
Gom venne mobilitato in occasione delle manifestazioni indette a Genova nei giorni in cui si
riuniva il vertice del G8, e fu responsabile delle violenze contro i manifestanti operate nelle
caserme di Bolzaneto e Forte San Giuliano, per cui 44 fra agenti e dirigenti del corpo di po-
lizia penitenziaria sono stati condannati in appello con sentenza del 16 aprile 2011
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Che il regime detentivo ex art. 41-bis, comma 2 sia al limite della costi- StrutturaMente,
tuzionalità appare fuor di dubbio: fino a che punto lo Stato può spingersi Roberto Cracco.
per tutelare l’ordine pubblico e per combattere la criminalità organizzata? Fotografia digitale
La formulazione dell’articolo, volutamente (e perciò colpevolmente) vaga,
lascia di fatto la strada aperta ad abusi politici e giudiziari. Quali dovrebbe-
ro essere gli “elementi tali da far ritenere (si noti che per “far ritenere” ba-
sta davvero poco, n.d.a.) la sussistenza di collegamenti con un’associazione
criminale, terroristica o eversiva”? E sulla base di quali criteri si dovrebbero
identificare i “gravi motivi di ordine e di sicurezza pubblica”? La legge non
lo spiega, e di conseguenza l’articolo è lasciato alla libera interpretazione di
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ministri e magistrati. Si può ribattere che basta ‘pentirsi’ per ritornare im-
mediatamente a un trattamento più equilibrato, ma cosa accade se, per caso,
non si ha nulla da dire? E in ogni caso, ci sono diritti che devono – piaccia
o meno – essere garantiti a tutti i detenuti, perché fanno parte del dettato
costituzionale: il diritto a un trattamento penitenziario non contrario al sen-
so di umanità, il diritto alla difesa e quello a un giusto processo non sono
compatibili con il regime di detenzione speciale. L’isolamento forzato, l’ar-
bitrio cui i detenuti in 41-bis sono
sottoposti in ogni momento della
loro esistenza (riguardo al cibo, ai
vestiti, ai libri, ai canali televisivi),
la violazione di qualunque forma
di privacy non sono conformi alle
regole base del nostro ordinamen-
to. L’accusato non può collaborare
efficacemente con il suo difensore
nelle condizioni cui lo sottopone il
41-bis, e la teleconferenza limita
fortemente le possibilità di inter-
vento e di comunicazione fra av-
vocato e cliente rispetto a quanto
avviene in un processo normale.
E, ancora, che ne è dell’obiettivo
alla rieducazione che la pena deve
per legge soddisfare?
Uno dei problemi è che in Italia,
StrutturaMente, unico fra i Paesi europei, non esiste il reato di tortura, nonostante gli appel-
Roberto Cracco. li della Comunità europea affinché il Parlamento vi ponga rimedio. E fin-
Fotografia digitale
ché non esiste il reato, non si può affermare che sia stato commesso (anche
se molti giuristi e alcuni parlamentari definiscono il 41-bis, come abbiamo
visto, una ‘tortura democratica’, cioè legittimamente esercitata dallo Stato
contro i suoi cittadini). L’altro è il buio in cui viene lasciata l’opinione pub-
blica, e dato che è quasi impossibile venire a conoscenza di quel che dav-
vero avviene nelle sezioni speciali, non si riescono a esercitare le pressioni
necessarie perché tale regime venga abbandonato.
La Corte europea per i diritti dell’uomo (Cedu) ha più volte accolto i ricorsi
di detenuti italiani soggetti al 41-bis, senza mai spingersi tuttavia a dichia-
rare illegale l’articolo nel suo complesso. La maggior parte delle cause vin-
te riguarda il mancato rispetto del termine di dieci giorni, previsto per legge
(art. 41-bis, comma 2, sexies), circa l’esame da parte del tribunale di sorve-
glianza dell’eventuale ricorso del detenuto contro il provvedimento appli-
cativo del regime speciale. Dati i tempi lunghi della giustizia italiana, la cen-
sura del giudice competente giunge spesso quando il decreto esaminato è
già stato superato da uno successivo, vanificando i tentativi del detenuto di
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far valere i propri diritti. In altri casi la Cedu ha dichiarato illegittimi i decreti
ministeriali ‘fotocopia’ che, uguali per tutti, applicano le restrizioni previste
dal 41-bis, e solo sporadicamente ha dichiarato inumano e degradante il re-
gime detentivo nel singolo caso. Strasburgo suggerisce di trasformare il 41-
bis da regime speciale a regime ordinario, così da poter usufruire di tutte le
deroghe previste in favore dei detenuti oppure, in alternativa, di regolamen-
tarlo come pena diversa, inflitta in sede di condanna a discrezione del giudi-
ce, con possibilità di affievolimento nel tempo come per tutte le altre pene.
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu nel suo Report on arbitrary detention:
mission to Italy del 26 gennaio 2009 nota inoltre che alcune delle misure
straordinarie adottate “recano con sé il rischio considerevole di sfociare in
detenzioni arbitrarie (5) e, a proposito dei provvedimenti di rinnovo che si
succedono anno dopo anno, mette in dubbio la correttezza di trasferire sul
detenuto l’onere di provare di non avere più contatti, dopo anni di segre-
gazione draconiana, con organizzazioni criminali, come la legge gli impone
(6). Raccomanda inoltre che il governo italiano trovi modi per assicurare la
riabilitazione sociale dei detenuti speciali, a norma dell’art. 10 della Con-
venzione internazionale dei diritti dell’uomo e dell’art. 27 della Costituzio-
ne italiana, e di non sacrificare questo obiettivo essenziale a preoccupazio-
ni di pubblica sicurezza (7).
Ma, al di là di ogni considerazione normativa, posto per assurdo che dav-
vero il fine giustifichi i mezzi, i mezzi riescono a raggiungere il fine? In altri
termini: l’art. 41-bis è davvero essenziale nella lotta alla criminalità orga-
nizzata, come sostiene a gran voce la maggior parte delle procure? Il car-
cere duro, che tanto aveva potuto negli anni ’70 e ’80 contro il terrorismo
nostrano, non sembra avere lo stesso successo nella lotta alla mafia, che in-
vece continua a prosperare e a espandersi. Per ovvie ragioni: in primo luogo,
il radicamento culturale e territoriale del fenomeno, ben superiore a quel-
lo dell’eversione; e secondariamente, per la capacità delle cosche di trasfor-
marsi nel tempo, integrandosi sempre più a fondo, soprattutto dal punto di
vista finanziario, nel tessuto sociale ‘sano’, cosicché diventa difficile com-
battere efficacemente l’illegalità senza mettere a repentaglio l’intera strut-
tura politico-economica del nostro Paese. I tempi cambiano, la mafia anal-
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Tabella 1
Detenuti soggetti al
41-bis suddivisi per
organizzazione criminale
(dati ministero della
Giustizia, Direzione
del Dap, al primo
giugno 2012)
Tabella 2
Andamento storico
del regime 41-bis (dati
ministero della Giustizia,
Direzione del Dap, al primo
giugno 2012)
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IL DESIDERIO,
TRA FILOSOFIA E SOCIETÀ
DEI CONSUMI
DI FELICE BONALUMI
Parto dalla lezione degli antichi che hanno affron- corre precisare che il punto di partenza è la con-
tato la problematica del desiderio con molta cau- siderazione della realtà come bene, almeno po-
tela. Infatti Platone nel Simposio fa dire a Socrate tenzialmente. Nel caso particolare di Agostino è
che Eros è il desiderio di raggiungere la bellez- poi opportuno, ma lascio cadere subito l’accenno,
za intesa come perfezione e, dunque, il deside- parlare di bene ontologico, ciò che non è il male.
rio stesso implica una mancanza che l’uomo vuo- La definizione di desiderio come adpetitus in-
le trascendere. Nel dialogo Platone pone un punto tellectivus sive rationalis, cioè appetito intelletti-
fermo mai più abbandonato in seguito: il deside- vo ovvero razionale, è in Tommaso d’Aquino e
rio non ha un oggetto in quanto si pone oltre la di- merita qualche considerazione. Adpetitus viene
mensione umana, transeunte. da petere-ad ossia tendere a, quindi indica una
All’inizio dell’Etica Nicomachea Aristotele affer- tendenza che nel Doctor Angelicus è tenden-
ma che il bene è ciò a cui tende ogni cosa e il desi- za all’essere, cioè al bene. Ma più interessante è
derio è strettamente legato, anzi nasce, da un’im- l’indicazione intellectivus sive rationalis in quanto
magine volontaria. Il passo in avanti di Aristotele implica che nell’uomo quel tendere ha un uguale
è, pertanto, un primo riferimento all’intenzionali- orizzonte con l’intelletto, il quale non ha limiti. La
tà del soggetto e infatti il filosofo greco insiste sul- conseguenza è semplice: se l’uomo tende a qual-
la scelta che lega alla verità e se il ragionamento cosa, il bene, che non ha limiti, tale tendenza non
è vero e il desiderio retto allora si ha la predispo- può trovarsi appagata nelle cose finite del mondo
sizione morale. C’è un passaggio in questa tema- materiale. Qui, nel mondo, il bisogno umano si
tica di Aristotele di cui si ricorderà Hegel e che è esprime attraverso le inclinazioni (il termine usa-
importante: perché la scelta sia moralmente buo- to è proprio inclinationes, che può essere tradotto
na, il ragionamento e il desiderio devono perse- con bisogni oggettivi) che sono ineliminabili, ma
guire la stessa cosa, il primo affermando e il se- possono deviare. Al di là dell’analisi portata avanti
condo dando il via al movimento. nella Summa theologiae, Tommaso d’Aquino trat-
Sant’Agostino interpreta il desiderio, in parti- tiene il concetto per cui la realtà è bene, ma insi-
colare nel VII libro delle Confessioni, come amo- ste sulla tendenza dell’uomo verso il bene e inse-
re verso cui desideriamo andare e, quindi, anche risce una prima problematica nel distinguere con
in Agostino il desiderio nasce da una mancanza. chiarezza desiderio e bisogno.
Per capire, nella inevitabile sinteticità delle righe Faccio un salto in avanti perché, per quanto pos-
appena scritte, ciò che unisce questi pensatori oc- sa sembrare paradossale, è con Hegel che il desi-
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(1) Enciclopedia delle scienze filosofiche, G.W.F. Hegel, traduzione di Benedetto Croce, Laterza, 1967, vol. 2
(2) L’essere e il Nulla, Jean-Paul Sartre, Il Saggiatore, 1965
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tentico la propria meta. Il desiderio supera la do- agathón = ciò che merita attenzione e stima, e il
manda di piacere e solo un incontro traumatico latino bonum, dal latino arcaico duonum e, a sua
con la realtà autentica, sempre seguendo Lacan, volta, dalla radice indoeuropea dve. Questa radi-
può far sì che l’oggetto del desiderio finalmen- ce è la stessa del verbo dveo o beo = rendo bea-
te non sfugga (3). Anche in questo caso si deve to. Dunque c’è una duplice via: ciò che è buono
sottolineare un recupero che giunge da lontano: ci attrae e ci appaga.
per i pensatori classici, e sto pensando in parti- Come prima conclusione: il desiderio è sempre
colare ad Aristotele e a Tommaso d’Aquino, l’og- un tendere al bene, ma anche un tendere in, un
getto del desiderio sfugge alla nostra esperienza, tendere che implica un annullamento del sogget-
all’immaginazione, alla nostra progettualità e alla to che trova in questo annullamento la propria be-
nostra capacità di agire e realizzare, perché la fe- atitudine. D’altra parte, con una immagine, se de-
licità è un dono che noi possiamo attendere, non siderare chiama in causa le stelle, accanto al mio
certo realizzare con le nostre forze qui sulla terra. tendere lo sguardo, anzi proprio il mio tendere lo
La nota dominante del desiderio è dunque la sguardo mi fa perdere come soggetto nell’infini-
mancanza, il che trova conferma nel verbo desi- to del mondo che sta sopra di me.
derare che in latino, nel linguaggio degli àuguri, Tutto questo ha come conseguenza che il desi-
significa il notare la mancanza di sidera, cioè delle derio non dipende dalla volontà, ma è forse me-
costellazioni necessarie per trarre gli auspici. Da glio usare il termine intenzionalità. Desiderare è,
qui il significato generale di desiderio come man- con una brutta parola ma che semplifica, natura-
canza di qualcuno e/o qualcosa. le nell’uomo, è nella sua struttura permanente e
Ma non basta. Il desiderio implica, questo ci di- non chiede una partecipazione che presuppor-
cono gli autori citati e, in verità, anche i tanti che rebbe anche la possibilità di una non-partecipa-
non si possono qui citare (primi fra tutti Hobbes, zione. La distinzione tra desiderio e intenzione si
Kant e Schopenhauer), un appagamento che ci può indicare in questo modo: il desiderio tende a
rende beati. Non importa quanto tale appagamen- un fine posto in un futuro anche lontano, spesso
to sia protratto nel tempo, ma credo che proprio ultimativo, e non comporta l’agire; l’intenzione è
sul termine appagamento abbia lavorato la cultu- circoscritta, limitata a un futuro comunque vicino
ra del Novecento. e comporta l’agire.
Innanzitutto ciò che desideriamo è un bene, il Lo dico come inciso. Le ricerche delle neuro-
che presuppone che per noi la realtà sia o ammet- scienze hanno affrontato il tema della intenzio-
ta il bene che noi siamo pronti a recepire, perché nalità e studi recenti propongono questo mo-
anche noi evidentemente ci consideriamo bene dello: fino a due anni capiamo l’azione sulla base
o almeno fatti per il bene o, ancora, fatti per su- del desiderio, dai tre anni seguiamo un modello
perare il male, dopo il quale, oltre il quale c’è la credere+desiderio e da adulti distinguiamo desi-
condizione eterna, nel senso di sempre presen- derio e intenzione.
te, del bene. Quindi noi desideriamo ciò che è Torno all’argomento con una seconda distin-
bene e solo ciò che è bene può essere oggetto zione, anche in questo caso netta, fra desiderio
di desiderio. e bisogno. Netta, ma difficile da stabilire in sede
Va da sé che ciò che è bene è anche buono teorica. Il bisogno si rivolge a un soddisfacimen-
per noi. Porto l’attenzione su quest’ultima paro- to determinato, che perseguo in quanto è preci-
la. Buono, aggettivo in italiano, traduce il greco so, ben delineato, circoscritto, ed è perseguibile
(3) Il testo di riferimento è soprattutto il Seminario XI del 1964, in Italia pubblicato da Einaudi
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in un tempo e in uno spazio ristretti (anche in que- Parto dalla soddisfazione e nei consumi la sod-
sto caso l’etimologia ci viene in aiuto: la parola vie- disfazione è di due tipi: direttamente legata al bi-
ne dall’antico latino bi-somnium e dal gotico sunia sogno immediato, il che non necessita di spie-
che indica insieme necessità e impedimento). De- gazioni ed è in pratica qualcosa che capita a tutti
finire questa ristrettezza è ovviamente il proble- noi (si noti, semmai, l’uso della parola bisogno);
ma insolubile, ecco perché ho appena scritto che il prolungamento della soddisfazione nel tempo,
tale divario è difficile da definire in sede teorica. il che in termini di marketing si chiama fidelizza-
Un’ulteriore conseguenza è che il desiderio su- zione del cliente.
pera l’immaginazione e per questo superamento
non abbiamo alcuna parola, proprio perché non
l’abbiamo mai sperimentato. Mi spiego: se l’oriz-
zonte del desiderio è infinito, ciò che immaginia-
mo nasce dalla nostra esperienza, che è finita. La
considerazione che ne deriva è che le utopie so-
ciali, in quanto nascono dall’immaginazione, non
possono soddisfare il desiderio.
Proprio sul rapporto desiderio-realtà e al di là di
ciò che hanno in comune, credo sia possibile divi-
dere gli autori che si sono occupati del desiderio
in due gruppi: alcuni autori, Aristotele, Tommaso
d’Aquino, Hegel, sottolineando l’orizzonte infinito
del desiderio ritengono che l’uomo debba cerca-
re di raggiungere la felicità come è possibile sulla
terra e, per così dire, con i mezzi che la realtà ter-
rena offre, senza che ci si impegni per una modi-
ficazione della realtà stessa; altri autori, Sartre, ma
anche Freud e Lacan, sottolineano come il valo-
re infinito del desiderio sia una sorta di tendenza
predatoria, divoratrice che l’uomo deve concilia-
re con la realtà effettuale. E in questo conciliare
c’è la possibilità del cambiamento che interessa
tanto i desideri individuali quanto quelli collettivi.
StrutturaMente, Roberto Cracco. Fotografia digitale
Con ciò arrivo alla società di oggi, perché nulla più
del desiderio nei consumi rappresenta una perfet-
ta cerniera tra individuale e sociale, psicologico e Tuttavia la riflessione centrale è che nella socie-
biologico, economico e culturale. Ma la domanda tà dei consumi, il consumo stesso si autoalimen-
a cui intendo rispondere o, forse meglio, il proble- ta, è fine a se stesso, rappresenta quel tendere a
ma che voglio porre è: possiamo ancora parlare di che non può trovare soddisfazione. Anche in que-
desiderio o non l’abbiamo fatto coincidere con il sto caso la conseguenza è importante: in una so-
bisogno e, soprattutto, con il bisogno di oggetti? cietà dei consumi non esiste il bisogno, ma solo
La mia risposta: positiva, in quanto azione, ma il desiderio.
la ragione dell’azione del consumare rientra nella Se ne era in parte già accorta la Scuola di Franco-
categoria del desiderio. Mi spiego, ovviamente. forte quando, studiando il ruolo dei media, arriva
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a concludere che sono serbatoi delle rappresen- tinuamente modificati, cambiati, sostituiti perché
tazioni sociali e sono la legittimazione autorefe- il possesso trovi, anch’esso continuamente, con-
renziale di false mete del desiderio. Per quanto ferma. In altre parole, il consumo che è desiderio
ho appena scritto è la parola autoreferenziale a di consumo non può, e sottolineo, non può, tro-
essere importante. vare saturazione.
Quello che avviene in una società dei consu- Quello che, per così dire, è sparito è l’aspetto
mi è, da un lato, l’innalzamento (alle stelle, per interiore, intimo, personale e il farsi avanti in pri-
continuare con l’immagine) del consumo in se mo piano del valore sociale, pubblico, il fare ve-
stesso come astratto referente e, dall’altro, l’ab- dere. Il consumo o è consumo per gli altri o perde
bassamento delle stelle a oggetti la cui presenza il proprio valore. Il contesto sociale è il mezzo e a
costante conferma e avvalora il consumo come fronte di un consumo individuale, il consumare è
desiderio. Con tutte le sue implicazioni, natural- pubblico, collettivo nel senso che deve essere vi-
mente. Nell’ordine simbolico della nostra società il sto, deve apparire. E lo fa in due modi: nel fare let-
consumo dà potere e il possesso si declina in una teralmente vedere agli altri l’oggetto e, nello stes-
scala di oggetti che hanno bisogno di essere con- so tempo, eliminando, precludendo quell’oggetto
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di Davide Pinardi
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re ovvietà come quella che le prigioni servono a riabilitare Perciò, quali sono le vere, profonde
e non a sfornare criminali e lei prende appunti? Perché le ragioni di questa visita ‘tecnica’?
Chiese non aiutano i bianchi? Che non abbiano bisogno di Si tratta di un viaggio personale del
essere aiutati? Che cosa distingue una legge lassista da una ministro a cui si è aggiunta un’appen-
che non lo è?), ma forse è il giornalista che non le soddisfa. dice professionale?
Tuttavia nel complesso questa visita all’estero sembra È stata male informata da qualcuno
proprio una notizia edificante: ah, finalmente un ministro che vuole convincerla che i problemi
che guarda fuori dai confini nazionali e impara. Purtroppo delle carceri si risolvono “con leggi fer-
è una notizia edificante solo in apparenza. O meglio, si trat- ree” e con un rapporto con le Chiese?
ta proprio di una narrazione oggettivamente falsa o quanto Aveva la necessità di andare a fare
meno deformante. Perché per valutarla bisogna ricordar- una visita di rappresentanza presso
si di contestualizzarla (cosa che nessuno sembra fare, alla una forte comunità di origini italiane
faccia del mito del giornalismo critico). Per esempio appa- che assomma al 20% della popolazione
re molto utile verificare quanti siano gli abitanti del Con- e di inaugurare una mostra su Lotto e
necticut: soltanto 3,5 milioni circa. E il loro reddito medio: altri pittori e, visto che era lì, è anda-
54 mila dollari all’anno (procapite, è lo Stato al primo posto ta a fare una visitina in una prigione a
negli Usa). Insomma, se in Italia avessimo gli stessi tassi di favore della stampa che l’accompagna-
carcerazione del Connecticut avremmo in galera circa 280 va? (2) (A tale riguardo, come non no-
mila detenuti. Adesso sono 65 mila, soltanto 65 mila. (In tare la battuta riportata dal giornalista
altre parole, nel Connecticut è detenuta circa una persona de La Stampa sulla 500 ‘italiana’, auto
su 218, in Italia 1 su mille). E allora nasce la prima doman- prodotta in Polonia dalla Fiat? Promo-
da: ma il ministro italiano della Giustizia va nel Connecti- zione pro Marchionne?)
cut per imparare a sfoltire la popolazione carceraria o per O forse, e questa è l’ipotesi peggio-
incrementarla? Meno male che quello Stato è uno dei più re, si tratta soltanto di crescente e dila-
liberal... liberal ovviamente soltanto per i parametri Usa. gante subalternità ideologica agli Stati
Uno Stato forse meno preda degli altri dell’ossessione se- Uniti. Subalternità di tutto questo go-
curitaria (in tutti gli Stati Uniti la percentuale di carcera- verno di tecnici incaricato da un presi-
ti è di un detenuto su 125 abitanti, che riportata in Italia dente ex comunista. Subalternità nel-
porterebbe a mezzo milione di detenuti, quasi dieci volte la politica, nel sistema dei media, nei
quelli che abbiamo ora). Ma perché mai il ministro non fa modelli di trattamento sociale. E dun-
un volo molto più breve e se ne va a vedere e imparare in que, infine, anche nelle prospettive di
Paesi europei che, pur non essendo paradisi, presentano gestione ottimale delle carceri.
condizioni di vita carceraria migliori dell’Italia e del Con- Subalternità, nello specifico, a uno
necticut? Vuole carceri pulite? Vada in Svezia. Vuole carce- Stato che oggi, in pace, ha percentual-
ri dove si lavora o si studia? Vada in Germania. Vuole poco mente più detenuti della mitica ‘Rus-
affollamento? Idem. sia di Stalin’ (che pure usciva da una
(2) Cfr. Il ministro Paola Severino in Connecticut. Carceri affollate, problema comune, Riccardo Chioni, 15 maggio 2012, America Oggi
– Quotidiano italiano pubblicato negli Stati Uniti, www.americaoggi.info/2012/05/15/30725-il-ministro-paola-severino-
connecticut-carceri-affollate-problema-comune
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guerra civile); che ha quasi lo stesso numero di detenuti di mentario Prison Valley disponibile su
quanti erano gli schiavi al tempo della Guerra civile (che, Youtube.
anche in questo caso, vengono affittati sottoprezzo a im- In sostanza, negli Stati Uniti, dietro
prenditori privati e obbligati a lavorare); in cui un bambi- allo slogan della tolleranza zero per
no nero su tre, alla nascita, ha la certezza di passare buona cui chi rompe un vetro deve andare in
parte della sua vita in galera (gli ispanici sono più fortunati, galera e chi commette tre reati anche
ma solo di poco); in cui decine di migliaia di detenuti sono lievissimi va all’ergastolo, ormai la re-
stati condannati in base a prove di laboratorio false o ap- pressione carceraria è la principale for-
prossimative, come ha denunciato uno scoop del Washing- ma di controllo sociale e una buona
ton Post (3); in cui le carceri sono quasi sempre private e parte della popolazione non bianca ha
hanno bisogno di un flusso continuo di ingressi (tanto da tre sole alternative di vita: sopravvive-
pagare i procuratori per aumentare il numero di condanne) re nella miseria, arruolarsi nelle forze
(4); in cui è accettata l’idea che certi accusati possano esse- armate o, soprattutto, finire in galera.
E il ministro tecnico Severino – sto-
rico avvocato di gruppi industriali e di
politici in vista – va negli Stati Uniti a
imparare qualcosa? E che cosa?
(3) Cfr. Usa, prove dubbie: verso revisione migliaia di casi, Lettera 43, 11 luglio 2012, www.lettera43.it/cronaca/usa-prove-dubbie-
verso-revisione-migliaia-di-casi_4367557546.htm
(4) Cfr. Stati Uniti: il business delle prigioni private fa lievitare il tasso di carcerizzazione, Giornalettismo.com, 29 maggio 2012, www.
ristretti.org/Le-Notizie-di-Ristretti/stati-uniti-il-business-delle-prigioni-private-fa-lievitare-il-tasso-di-carcerizzazione
(5) Cfr. The caging of America, Adam Gopnik, 30 gennaio 2012, The New Yorker, www.newyorker.com/arts/critics/atlarge/
2012/01/30/120130crat_atlarge_gopnik
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IL PESO DELL’INVERITÀ
di Giuseppe Ciarallo
Maria Rosa Cutrufelli è una delle figure più interes- sempre) le mie storie hanno un ‘tentacolo’ affon-
santi e poliedriche del panorama letterario e cul- dato nella realtà: la realtà della mafia, la realtà del-
turale del nostro Paese: scrittrice particolarmente le stragi, la realtà della mala-unità d’Italia, la realtà
attenta alle problematiche della condizione fem- dello sviluppo mancato (e malato)... Eppure non
minile – i suoi libri sono tradotti in una ventina di sono (non mi considero) una scrittrice di stampo
lingue, narratrice, critica letteraria, curatrice di an- ‘realistico’. Forse perché, essendo nata in un’iso-
tologie di racconti, sceneggiatrice di radiodrammi la, ho dovuto attraversare infinite volte il mare. E il
per la Rai, insegnante di scrittura creativa presso mare, come diceva Vincenzo Consolo, “è il luogo
l’università La Sapienza di Roma. Visto il suo natu- dove la realtà svanisce e irrompono favola e mito”.
rale eclettismo non stupiscono le idee che ha del-
la scrittura: “A me piace sperimentare la lingua in Immagino che nel linguaggio cinematografico
tutte le sue possibili strutture, forme, generi. Rac- tu senta molto vicino alle tue corde l’opera di un
contare storie in modo diverso. Ho provato tutti regista come Stanley Kubrick, anch’egli come te
i generi, dal noir al romanzo di formazione al ro- sempre curioso di sperimentare i diversi mezzi
manzo storico. Nel futuro lontano mi piacerebbe espressivi, tanto da aver creato dei veri e pro-
scrivere un romanzo di fantascienza”. pri capolavori in ogni genere nel quale si è ci-
mentato. Penso a 2001: Odissea nello spazio,
Dunque, Maria Rosa, prima di parlare della tua Shining, Spartacus, Full Metal Jacket...
ultima fatica I bambini della Ginestra, partiamo O a Spielberg... che comincia con un lungome-
dalla tua affermazione sullo spaziare nei diversi traggio sperimentale come Duel per poi alterna-
generi, se non ho capito male intesi come meri re film come Schindler’s List o Il colore viola a film
veicoli utili a traghettare ciò che è l’essenza del- di puro intrattenimento come Lo squalo o Incontri
la scrittura, cioè la parola e la storia che si vuo- ravvicinati del terzo tipo... Nessun genere è ‘mi-
le raccontare... nore’ se si riesce a sfuggire agli stereotipi e ai cli-
Ogni storia nasce con una sua ‘forma’ particola- ché consolidati, che stanno sempre lì in agguato,
re che non si può tradire... In altre parole, per me purtroppo, e sono i veri nemici dell’immaginazio-
raccontare significa ‘vedere’ la peculiarità di ogni ne, sia nel cinema che nella letteratura.
specifica storia. Se la ‘vedo’, allora devo anche as-
secondarla nelle forme narrative che prende e che Ma veniamo al tuo romanzo I bambini della Gi-
possono anche portarmi lontano dalle mie prece- nestra, nel quale partendo da un evento tragico
denti esperienze di scrittura. Non voglio lasciar- per la tua terra, come è stata la strage di Portella
mi trascinare dalla pigrizia (e dunque ripercorre- della Ginestra, racconti dell’impatto devastan-
re strade conosciute) o dal sospetto verso generi te che questa tragedia ha avuto sull’esistenza
considerati meno ‘letterari’ o, viceversa, troppo di due bambini che trascinano questa loro feri-
‘canonici’ (tipo il romanzo storico). Spesso (non ta fino all’età adulta. Ho trovato il taglio che hai
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Era una Sicilia che non ha mai trovato posto nei li- stra: il voto popolare viene completamente stra-
bri di storia... La Sicilia dei grandi moti popolari. volto. E ci si meraviglia se la pianta dell’autonomia,
La Sicilia delle occupazioni delle terre incolte (un cresciuta sopra un simile terreno, continua a dare
movimento vastissimo che sembrava inarrestabi- frutti avvelenati?
le). La Sicilia che, il 20 aprile 1947, aveva portato
alla vittoria il Blocco del Popolo (una specie di fe- Passiamo ora ai protagonisti del romanzo:
derazione delle sinistre). Una vittoria schiaccian- Enza, di famiglia piccolo borghese, che viene
te, che allarmò la politica nazionale... fino al tragi- solo ‘sfiorata’ dalla strage e Lillo, che invece in
co epilogo di Portella. quel giorno di follia perde insieme a una figu-
Per quanto riguarda il separatismo, si tratta di un ra per lui importante, come è quella paterna,
fenomeno ancora tutto da studiare. Quello che ge- anche il suo posto nel mondo (dal giorno del-
neralmente non si sa, è che nel separatismo agi- la tragedia comincerà per lui un continuo pe-
vano forze contrapposte. C’era un’ala di sinistra, regrinare da un posto all’altro). I due bambi-
impersonata da Canepa, intellettuale antifascista ni, ormai grandi, nei primi anni ’70, cioè a un
che fu ucciso in circostanze misteriose. C’erano quarto di secolo di distanza, iniziano una cor-
anche le forze più retrive, sostenute da manovre rispondenza epistolare che li porterà a riper-
occulte della politica nazionale e internazionale. correre le loro vite trascorse con l’ombra sem-
L’esercito separatista (di cui Giuliano faceva par- pre incombente della sciagura toccata loro.
te con il grado di colonnello) fu un sostegno im- Perché hai voluto che comunicassero trami-
portante per gli Alleati, quando sbarcarono in Si- te lettera? Ancora una volta la parola scritta
cilia. E comunque questa è una storia che non ha come medicina dal potere cicatrizzante delle
ancora trovato il suo cantore... Però vorrei aggiun- ferite dell’anima?
gere una ‘nota’ d’attualità. In questi giorni si parla Dicono gli esperti di sindrome da stress post-
molto dell’autonomia della regione siciliana, vara- traumatico che il gruppo ripara ciò che da solo
ta (come ha osservato qualcuno) prima della no- l’individuo non può riparare. Ma ai tempi di Por-
stra carta costituzionale, cosa che costituisce un tella non si faceva attenzione alle vittime... Per-
problema giuridico non da poco per eventuali ‘an- ché ciò accadesse abbiamo dovuto aspettare al-
nullamenti’ dello statuto regionale. L’autonomia si- tre stragi e le prime associazioni fra i familiari
ciliana (non sono in molti a saperlo) nasce da una delle vittime e i sopravvissuti. Il mio libro parla
trattativa fra Alleati e forze politiche nazionali (e di loro. Non tanto delle trame nascoste del po-
locali), in un momento in cui il ‘nemico’ da batte- tere, quanto dei sopravvissuti e della loro voglia
re non era già più il nazi-fascismo bensì l’Unione di superare la fragilità intrinseca nell’essere ‘vitti-
Sovietica. Il bolscevismo. La ‘canea rossa’, come ma’. Così i ‘miei bambini’, per combattere il trau-
si diceva allora. Ed ecco che, inaspettatamente, le ma, devono parlare, confidarsi l’uno con l’altro.
prime elezioni per l’assemblea regionale siciliana Ma il confronto diretto è rischioso, mentre la pa-
registrano una vittoria schiacciante della sinistra. rola scritta funziona come uno scudo protettivo
Pochi giorni più tardi qualcuno (Giuliano?) spara che permette di affrontare l’indicibile. Da qui la
a Portella della Ginestra... Siamo al primo maggio scelta dell’epistolario... Non un epistolario clas-
1947. Il 25 maggio s’insedia il Parlamento regio- sico, però. La forma è in realtà quella di un rac-
nale e la Democrazia cristiana si allea con la de- conto alternato in prima persona.
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rende impossibile decifrare la storia. E senza ve- allora in uso in Sicilia (ma per questo mi è bastato
rità storica niente più ha senso. Nemmeno la no- attingere, talvolta, alla mia personale memoria).
stra vita, persa dentro un groviglio inestricabile di Per fortuna non ho dovuto faticare troppo, per-
vero e di falso. ché ci sono degli ottimi libri che ricostruiscono la
strage e una buona parte degli atti del processo
Una domanda tecnica: per scrivere il tuo libro è stata pubblicata a cura del comune di Piana de-
in che modo ti sei documentata sulla vicenda gli Albanesi. Per quanto riguarda l’eccidio, quello
storica e a quale materiale hai avuto accesso? che posso dire è che si tratta di una ferita ancora
Che idea ti sei fatta della strage di Portella del- aperta. E ancora la memoria dei morti non viene
la Ginestra al di là degli esiti giudiziari e della rispettata e divide gli animi.
storiografia ufficiale?
Non mi sono documentata solo sulla ‘vicenda’, Mi sembra giusto concludere con un importan-
ma su tutto quel periodo storico... E sul modo di te aspetto della tua scrittura. Il tuo impegno
vivere, sulla mentalità, perfino sul tipo di dialetto nel movimento femminista, l’attenzione che da
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di Sabrina Campolongo
LIBERA,
ARABA E FELICE
recensione de La prova del miele, Salwa Al-Neimi
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gli antichi testi. Citati con puntiglio, a Da questa pienezza, in cui il cor-
mostrare come l’era del dopo 11 set- po diventa parola e la parola corpo,
tembre e dei fratelli musulmani rap- che bisogno c’è di addobbare il desi-
presenti il tradimento dell’antica, vi- derio con nomi che dovrebbero dargli
tale, carnale sapienza araba; non un un senso più alto? Ciò appare tanto
passo indietro, ma un cambio di rotta più rivoluzionario, forse, perché arri-
che nega le sue origini più profonde. va da una voce araba, quando in Oc-
Con sgomento, la colta protagoni- cidente impera, in letteratura quanto
sta assiste a una deriva schizofreni- nel cinema, un versione light e ‘con-
ca, da una cultura per cui il sesso era temporanea’ del celebre codice Hays,
“una grazia di cui essere riconoscen- per cui il sesso fuori dai sacri vinco-
ti a Dio” e anticipazione d’eternità – li del matrimonio oggi può essere mo-
perché sarebbe una vera crudeltà far strato, anzi deve, il più delle volte, ma
vivere in terra un piacere così squisi- non può che ricadere in uno dei due
to se poi in cielo si dovesse rinunciar- comparti stagni: sesso per amore op-
vi – in cui il Profeta stesso è raccon- pure sesso-perversione, sesso-rosa o
tato come sapiente e delicato amante sesso-nero, quest’ultimo che esclude
dalla voce delle sue mogli, alla società l’happy ending e può sfumare dall’esi-
della dissimulazione, all’Islam in cui il to tormentato-drammatico a quello
sesso è bandito anche dalla lingua, in grottesco-patologico.
cui convivono l’ossessione per la ver- Quale finale sarebbe riservato a una
ginità e il consumo smodato di viagra, storia come quella con il Pensatore, in
due manifestazioni della stessa dolo- un film delle major? Forse un colpo di
rosa frattura. Né la consola la scatola pistola, come in Ultimo tango a Parigi,
magica dell’Occidente e la sua sban- per salvare almeno uno dei due prota-
dierata libertà, non solo perché l’ero- gonisti dalla perversione di una gran-
tismo è per lei coniugato nella lingua diosa storia di sesso che non approdi
araba e passa attraverso tutto l’impa- nemmeno a una convivenza, o un’ine-
sto di gusti e odori, volti e paesaggi vitabile dolorosa rinuncia, con ritorno
che hanno costituito la sua formazio- nel nido familiare, come ne Il Princi-
ne personale, ma soprattutto perché pe delle maree. In ogni caso un addio,
la sua visione del sesso è molto più li- a cui non sfugge, ahimè, la stessa Sal-
bertaria di quella della più spregiudi- wa Al-Neimi. Nemmeno il Pensato-
cata eroina di Sex and the city. re, l’amante perfetto, ce la fa a porta-
“È la mia morale a determinare e im- re avanti una relazione nella nudità in
porre le mie azioni, i miei principi sono cui la mantiene la protagonista, con la
quelli che mi sono data io. Mi impor- sola prospettiva di una porta chiusa a
ta solo l’effetto delle mie azioni su di chiave e nessun orpello sentimentale,
me e sulla mia vita: il mio viso dopo senza sentirsi usato.
l’amore, la luce nei miei occhi, il mio “All’inizio mi chiedeva: la nostra è
corpo che torna intero, le parole che solo una storia di sesso? E io evitavo
mi scaldano e mi fanno nascere delle di rispondere. Alla fine, non me l’ha
storie in petto”. chiesto più. Alla fine, se ne è andato”.
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DI AUGUSTO Q. BRUNI
PAT METHENY,
WHAT’S IT ALL ABOUT
(Nonesuch-WEA, 2011)
N
on sono in molti, tra tutti gli artisti contemporanei, quelli
che hanno continuamente un rapporto profondo e fecon-
do con il proprio inconscio. Sì, lo so, ci sono stati artisti
come André Breton che hanno fatto dell’incontro con l’inconscio
la propria bandiera programmatica; ma se Breton oltre al proprio
inconscio avesse incontrato Groucho Marx, anziché Carlo Marx,
ho come l’impressione che le cose sarebbero state parecchio più
divertenti, evidentemente non solo per lui. Dico questo perché
da diverso tempo, estraniato e vaccinato con successo contro il
morbo televisivo, ho come l’impressione che quanto meno in Ita-
lia il sonnambulismo indotto dalla frequentazione reiterata con
la scatola catodica sia l’unica costante nazionale. Alla faccia del-
le fluttuazioni dello spread la televisione è aristotelicamente im-
mobile. Non ha cambiato sostanzialmente strategia nei confronti
degli utenti: a essi si richiede slancio e adesione incondizionata in
prima battuta, per poi ricambiarli con un feedback tanto più fal-
so quanto più la sua base è inconsistente e prefabbricata. E pen-
sare che, ancora oggi, c’è gente che pensa che il Grande Fratello
contenga eventi realmente accaduti e non sceneggiati a tavoli-
no; così come c’è gente che entrando in una biblioteca pubblica
si stupisce del fatto che Il codice da Vinci sia collocato tra i gialli e
non tra le opere di politica o di filosofia o di storia delle religioni.
Ho rinunciato da un pezzo a capire le emulsioni catodiche – o
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Chi è nato nel 1954 in una piccola città di provincia come il buon
Pat Metheny appartiene, per diritto di nascita, alla civiltà radio-
fonica e uditiva più che a quella televisiva e visiva. Dunque egli
ha avuto la possibilità di ascoltare e mettere in moto la qualità
del fantasticare e del creare dialogo con proiezioni immagina-
rie del proprio inconscio molto più di chiunque si sia trovato di
fronte soluzione precotte, rimasticate e pre-digerite fornite dal-
la televisione. Al di là che sia un immenso talento, il ragazzino di
Lee’s Summit, Missouri (cintura urbana di Kansas City) ha ascol-
tato tonnellate di musica radiofonicamente trasmessa – una mu-
sica non veicolata che da se stessa e dunque potenzialmente in
grado di offrire un intero universo di reveries. Pat, in altri termi-
ni, sono convinto abbia avuto tutta la possibilità di esplorare –
prima con la fantasia e poi con lo studio – l’intera gamma emo-
zionale offerta da una canzone, per quanto commerciale. Non si
spiegherebbe altrimenti il fatto che, una volta trovata la chia-
ve strumentale per accedere a questa gamma emozionale, il no-
stro abbia prodotto due album sostanzialmente consequenziali,
come One quiet night (2003) e questo splendido ultimo lavo-
ro, What’s it all about.
Ci trovate, come afferma egli stesso, brani che ha ascoltato da
ragazzo e che rientravano nella parte superiore della classifica del-
le canzoni pop di metà anni Sessanta. Tutto meno che sapienti ci-
tazioni dei classici del jazz, dunque. Tutto meno che omaggi alle
scuole e alle tradizioni. Piuttosto, la testimonianza fedele della ca-
pacità di collegare le fantasie del proprio inconscio con una tecni-
ca chitarristica straordinaria e con le capacità espressive del tutto
inesplorate fornite dall’uso di alcuni strumenti a corde ‘fuorise-
rie’, come la straordinaria Manzer Pikasso a 42 corde inventata
e costruita su misura per lui dalla liutaia canadese Linda Manzer
e la chitarra baritono a sei corde metalliche della stessa Manzer.
Si comprende allora perché anche i successi pop più convenzio-
nali come Rainy Days and Mondays scritta da Roger S. Nichols &
Paul H. Williams, successo del 1971 del duo dei Carpenters, That’s
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Riaverli tra noi è un tuffo al cuore. Se- Mike Wexler è un Nick Drake intrap- Abbandonati i furori à la Mastodon
dici anni sono un’era geologica per l’in- polato in un bad trip. Affascinato dal- degli esordi, i Baroness vogliono far ve-
dustria musicale, persino per chi ha re- le albe sonore del raga rock, dai flus- dere di non essere più pischelli debito-
galato pagine di sopraffina arte sonora si di energia oscura dello space-psych, ri a un sound ruvido, nonostante una per-
in passato. Ripresentarsi oggi al pubbli- senza tralasciare la tradizione cantau- sonalità da vendere. Maniscalchi di
co per confermare la propria credibili- torale folk inglese degli anni Sessanta, forme cangianti dalle tinte riflessive, si
ci ha messo ben cinque anni per rifar- concedono lunghe deviazioni psichede-
si vivo con questo Dispossession. Gli ar- liche che ne allargano lo spettro com-
peggi delicati tessono trame cristalline positivo. Yellow & Green è l’inevitabile
al di sotto dei suoi mantra vocali, che spartiacque cui si sarebbe giunti, spiaz-
in Spectrum si miscelano alle moleco- za solo il fatto che sia arrivato ora, con
le di un divino respiro cosmico. Inevi- i nostri non ancora approdati su major.
tabile il parallelo con Jonathan Wilson, Impegnativo, sia per la durata (un dop-
uno che lo scorso anno ha fatto corre- pio di 18 tracce), sia per la complessità
re non pochi brividi sulla schiena degli di certi episodi, racchiude brani che ri-
appassionati di psichedelia. C’è però chiedono continui ascolti per rivelare la
da sottolineare come Wexler parli una propria essenza. Qualcosa gira a vuoto,
lingua personale, rielaborata in alcu-
ni paradigmi grammaticali e formulata
tà può essere arduo. I sentieri di Lisa con una sintassi che ricusa i ritornelli. I
Gerrard e Brendan Perry si biforcarono toni umbratili di Prime sono frammisti
nel 1998, conducendo entrambi verso a lontani ricordi jazz, Lens è una ninna
lidi diversi: la prima nel giro che con- nanna sussurrata in una grotta scava-
ta delle colonne sonore, ma si annove- ta dalle lacrime. Non si alza mai il vo-
rano almeno due lavori solisti monu- lume, non una distorsione a saturare il
mentali; il secondo, ritiratosi nel buio,
ha lanciato due lampi solitari, nel ’99 e
nel 2010. Anastasis è una perla oscura,
una gemma pregiata raccolta nel bo-
sco di tenebra e malinconia tipico dei
Dead Can Dance. Discende dalle ultime
esplorazioni stilistiche, dai ritmi triba-
li di Spiritchaser e dalla forma canzo- si veda il trio Foolsong-Collapse-Psalms
ne del Perry solista. L’anima liturgica Alive, con quest’ultimo pessimo tenta-
e sepolcrale è ribadita dagli arcani vo- tivo electro-pop-rock. La mutazione è
calizzi della Gerrard in Anabasis e nel- profonda e la ruvidezza di un tempo la
la mediorientale Agape; quella più ro- si intravede, parecchio sbiadita, in The
busta e chiaroscurale dall’epica Children Line Between (coi Muse dietro l’ango-
Of The Sun, da Amnesia e dall’emozio- lo), Take My Bones Away, Sea Lungs.
nante Opium. Data l’eccellenza, ci chie- Tuttavia, sono parecchi gli spunti inte-
diamo come abbiamo potuto vivere tut- suono. Non ce n’è bisogno, d’altronde, ressanti e i migliori sono in Eula e Bo-
ti questi anni senza di loro. quando si è a tu per tu con un evento ard Up the House. L’artwork, curato
sonico tanto psicotico. come sempre dall’estroso leader John
DEAD CAN DANCE, Anastasis, Baizley, rimanda ai preraffaelliti e all’ar-
4ad, 2012 MIKE WEXLER, Dispossession, chetipo Alphonse Mucha. È un momen-
Mexican Summer, 2012 to di passaggio, attendiamo notizie dal
fronte.
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PAGINAUNO - BIMESTRALE DI ANALISI POLITICA, CULTURA E LETTERATURA - ANNO VI - N. 29 - OTTOBRE / NOVEMBRE 2012
bimestrale di analisi politica, cultura e letteratura
PER LA CRONACA
La riforma Barnum del ministro Fornero
di Bruni Laudi e Massimo Vaggi