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L. 7 agosto 1990, n. 250. GianPaolo Salvini S.I.
Unione Stampa Periodica Italiana - ISSN 0009-8167 Progetto grafico: Turi Distefano
B E AT U S P OPU LU S , C U I U S D O M I N U S DE U S E I U S
SOMMARIO 4072
Silvia
è sempre
attenta a non
sprecare
acqua
Eni Silvia
è meglio di Eni.
INSIEME A BBI A MO UN ’A LT R A ENERGI A
SOMMARIO 4072
ARTICOLI
313 SIMBOLI RELIGIOSI E STRUMENTALIZZAZIONE POLITICA
Una riflessione biblica
Vincenzo Anselmo S.I.
Ultimamente, sempre più spesso i simboli religiosi fanno la loro irruzione nell’agone politico.
Il tema è senz’altro di attualità, ma la problematica è già affrontata nelle Scritture ebraico-cri-
stiane. Riuscirà Israele a rispettare l’alterità di Dio, oppure proverà a farne un idolo? Cosa ac-
cade quando colui che è posto a capo del popolo strumentalizza Dio per ottenere il consenso?
Il racconto dell’arca dell’alleanza (1 Sam 4,1-11) e quello della riforma religiosa di Geroboamo
(1 Re 12,26-33) offrono uno spaccato interessante su come la Bibbia metta in guardia da ogni
manipolazione del sacro per asservirlo ai propri fini. L’Autore è professore di Sacra Scrittura
alla Pontificia Facoltà dell’Italia Meridionale, sezione San Luigi, a Napoli.
La condanna delle armi nucleari da parte di papa Francesco va vista alla luce dei cambiamenti
sia nel contesto geostrategico sia nel clima etico che circonda la politica sulle armi nucleari.
L’ambiente geostrategico e tecnico odierno è molto più complesso, instabile e non vincolato
dagli accordi sul controllo degli armamenti rispetto a quello degli anni Ottanta. Il contesto
morale delle nazioni dotate di armi nucleari è minato da due fattori: la perdita di fiducia, da
parte degli Stati non nucleari, nel loro impegno a disarmare, e la loro aperta sfida alle norme per
l’accettazione morale condizionale della deterrenza formulate più di 30 anni fa.
Papa Francesco ha ricordato più volte che il filosofo e teologo gesuita Gaston Fessard è stato
uno degli autori che maggiormente hanno accompagnato la sua riflessione. L’articolo esa-
mina gli scritti di Fessard su tre autori che lo hanno influenzato: Maine de Biran, Friedrich
Hegel e sant’Ignazio di Loyola. Il primo ha costruito un metodo filosofico capace di aprire la
coscienza all’assoluto, senza denigrare l’evidenza delle nostre fragili esistenze. Il secondo ha
prestato attenzione alle strutture dell’esistenza. Il terzo ha insegnato all’essere umano un cam-
mino di libertà, in modo che egli possa costruire progressivamente la propria esistenza nella
continuità di un’elezione fondamentale che noi tutti siamo invitati ad attualizzare. L’Autore è
professore emerito di Filosofia alla Pontificia Università Gregoriana.
LA CIVILTÀ CON L’ACCENTO SULLA “È”.
La Civiltà Cattolica pubblica la collana monografica «Accènti», con articoli tematici
tratti dalle sue pagine. Ogni due mesi un nuovo numero di Accènti racconta e
approfondisce un tema di attualità.
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FOCUS
346 IL VOTO IN EMILIA-ROMAGNA E CALABRIA
Francesco Occhetta S.I.
La Conferenza di Berlino sulla Libia del 19 gennaio 2020, alla quale hanno partecipato i
rappresentanti di 11 Paesi e delle maggiori organizzazioni internazionali, ha prodotto una
dichiarazione condivisa, nella quale si sostengono gli sforzi delle Nazioni Unite per una tre-
gua duratura, per far rispettare l’embargo delle armi e smantellare le milizie inviate da alcune
potenze straniere nel Paese. Finora diversi punti fissati nel comunicato sono rimasti lettera
morta. Per dare attuazione alla dichiarazione di Berlino è necessario che le parti belligeranti
e le grandi potenze implicate nel conflitto pongano in essere atti concreti di pacificazione.
L’articolo descrive il percorso degli ultimi mesi di guerra.
IL PUNTO | POLITICA
365 LA POLITICA DEL CORONAVIRUS
Attivare gli anticorpi del cattolicesimo
Antonio Spadaro S.I.
Il coronavirus si sta diffondendo nel mondo dalla Cina, generando una sindrome del contagio
universale. L’apocalisse è a portata di mano. Scattano gli anticorpi contro tutto ciò che temiamo di
non riconoscere e di non riuscire a controllare. Il coronavirus sembra essere così anche un sintomo
(e un simbolo) di una più generale condizione di paura che ci portiamo dentro. Il principale effetto
del contagio da virus della paura è l’anima arida, la desolazione. Il primo compito di un cattolico
è la lotta all’inaridimento. Il cristiano deve farsi carico delle attese, dei cambiamenti e dei problemi
del Paese, sentendosi interpellato ad agire. Come attivare concretamente, nell’ambito della nostra
vita sociale e politica, gli anticorpi contro il virus della pandemia della paura, dell’ansia e dell’odio?
SOMMARIO 4072
DOCUMENTO
368 ESSERE MEDITERRANEI
Fratelli e cittadini del «Mare Nostro»
Card. Pietro Parolin
Il Segretario di Stato della Santa Sede, il card. Pietro Parolin, è intervenuto l’1 febbraio scorso
alla presentazione del volume Essere mediterranei. Fratelli e cittadini del «Mare Nostro», frutto di
un seminario organizzato nel 2019 dalla nostra rivista, a seguito della firma del Documento
sulla Fratellanza Umana da parte di papa Francesco e del Grande imam di al-Azhar, al-Tayyeb.
Parolin ha accolto e sviluppato la «visione mediterranea» e la prospettiva della fratellanza che
emergono dal volume, anche considerando gli scenari di crisi presenti nell’area. Ha ricordato
le tappe del percorso che ha portato alla firma del Documento ad Abu Dhabi e ha sottolineato
come esso abbia nella riflessione sulla cittadinanza, in tutti i Paesi rivieraschi, uno dei suoi temi
di grande attualità e urgenza.
NOTE E COMMENTI
390 È POSSIBILE SPERARE IL FUTURO SENZA RELIGIONE?
Giandomenico Mucci S.I.
L’articolo si sofferma su una pagina di Sabino Cassese, presidente emerito della Corte Co-
stituzionale, nella quale, scrivendo della speranza nel futuro, l’illustre giurista fa un discorso
esclusivamente politico-economico senza neppure un cenno al ruolo pubblico e vitale della
religione in una società in crisi che spera in un futuro migliore.
SOMMARIO 4072
Tolo Tolo, ultimo film del comico Checco Zalone, affronta il tema del viaggio dei migranti afri-
cani, del quale mostra la complessità e l’aspra drammaticità. Con una narrazione spregiudicata,
paradossale, ilare e caustica, la pellicola mette a fuoco i molteplici punti di vista con cui si pensa la
migrazione: come viene percepita da coloro che intraprendono questi viaggi di fortuna; i pericoli
che corrono, ma anche le polarizzazioni delle opinioni dei cittadini che vedono e assistono agli
sbarchi; le inadatte politiche di accoglienza da parte delle istituzioni locali ed europee. Zalone,
in questa odissea ancor troppo attuale, sembra salvare soltanto la relazione umana, che diviene
àncora di salvezza in ogni situazione tragica dell’esistenza.
Alessi N. 400 - Chiti V. 399 - Crouch C. 409 - Dall’Asta A. 413 - Dolce è la luce 413 - Fer-
rarotti F. 403 - Hirschfeld M. L. 408 - Martin Lutero 402 - Messinese L. 405 - Petti D. 407
- Ryūnosuke A. 411 - Sabetta A. 402 - Salviucci Insolera L. 413 - Sorge B. 400
SIMBOLI RELIGIOSI
E STRUMENTALIZZAZIONE POLITICA
Una riflessione biblica
Vincenzo Anselmo S.I.
1. Per un approfondimento sulla radice semitica Q-D-SH che è alla base della
parola «Santo», cfr L. Koehler - W. Baumgartner (eds), The Hebrew and Aramaic
Lexicon of the Old Testament, II, Leiden - New York - Köln, Brill, 2001, 1072-1075.
2. Cfr G. Odasso, «Nome», in R. Penna - G. Perego - G. Ravasi (eds),
Temi teologici della Bibbia, Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo, 2010, 898-908.
3. Il tetragramma Yhwh viene generalmente tradotto con il termine «Signo-
re» sia nelle versioni antiche (LXX, Vulgata, Peshitta) sia in quelle moderne (ad
esempio, la versione della Cei del 2008).
4. Il popolo filisteo è uno dei cosiddetti «popoli del mare», che, provenienti
dall’Egeo, si scontrano con l’Egitto e si stabiliscono nella terra di Canaan tra il XIII
e il XII secolo a.C. (cfr T. Dothan, «Philistines», in D. N. Freedman [ed.], The
Anchor Bible Dictionary, V, New York, Doubleday, 1992, 326-333).
SIMBOLI RELIGIOSI E STRUMENTALIZZAZIONE POLITICA
Nei libri di Samuele per la prima volta Dio viene chiamato «Si-
gnore degli eserciti», intendendo con questo termine le schiere
d’Israele o le schiere celesti7. Inoltre, in 1 Sam 4,4 si fa riferimento
all’aspetto dell’arca, che appare sormontata da due cherubini d’oro.
Lo spazio vuoto tra i due rappresenta il luogo della presenza di Dio e
dell’incontro tra il Signore e Mosè (Es 25,18-22). Tuttavia, «il Signo-
re degli eserciti che siede tra i cherubini» si rivelerà per Israele un peso
troppo grande da portare nel bel mezzo dello scontro con i filistei.
La narrazione continua rivelando al lettore l’accoglienza trion-
fale dell’arca sul campo da battaglia: «Non appena l’arca dell’alleanza
del Signore giunse all’accampamento, tutto Israele gridò un grande
grido e la terra tremò» (1 Sam 4,5).
Le espressioni iperboliche utilizzate dal narratore descrivono
316
pienamente la forza di un urlo che è al tempo stesso un grido di
guerra, ma anche un grido di gioia ed esultanza8, forse prematura e
avventata. Ora che Dio è stato costretto a scendere in campo, Israele
riacquista repentinamente fiducia, mentre per i nemici sembrerebbe
non esserci più speranza: «Anche i filistei udirono l’eco di quell’ur-
lo e dissero: “Che cos’è quest’urlo grande nell’accampamento degli
ebrei?”. Poi vennero a sapere che era arrivata nell’accampamento
l’arca del Signore. I filistei ne ebbero timore e si dicevano: “Sono
venuti gli deì9 nell’accampamento!”» (1 Sam 4,6-7a).
La tensione narrativa cresce assieme alla paura dei filistei per la
presenza di Dio in mezzo a Israele. Il lettore entra nel punto di vista
terrorizzato dei nemici di Israele, che chiamano gli israeliti con l’ap-
pellativo di «ebrei»10 e identificano la presenza di Dio con il generi-
co Elohim, che in questo caso si può tradurre con il plurale «dèi», in
7. L’espressione ricorre per la prima volta in 1 Sam 1,3. Per una trattazione
esaustiva del significato dell’espressione «Signore degli eserciti», cfr M. Gargiulo,
Samuele. Introduzione, traduzione e commento, Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo,
2016, 46.
8. Cfr H. Ringgren, «rw‘», in Grande lessico dell’Antico Testamento, VIII,
Brescia, Paideia, 2008, 319-323.
9. Qui seguiamo la versione greca dei LXX e traduciamo in maniera letterale
il generico Elohim che si trova nella Bibbia ebraica.
10. Nella Bibbia la parola «ebrei» viene generalmente usata dagli stranieri per
riferirsi al popolo d’Israele (cfr M. Gargiulo, Samuele…, cit., 76).
SIMBOLI RELIGIOSI E STRUMENTALIZZAZIONE POLITICA
11. Cfr R. Alter, The David Story. A Translation with Commentary of 1 and 2
Samuel, New York, W. W. Norton & Company, 1999, 23.
12. Alcuni autori traducono con «ogni piaga nel deserto», intendendo così le
calamità che Dio ha mandato sull’Egitto (cfr Cei 2008; M. Gargiulo, Samuele…,
cit., 77; P. K. McCarter, I Samuel. A New Translation with Introduction and Com-
mentary, New York, Doubleday, 1980, 102). In questo caso, però, risulterebbe diffi-
cile collocare le piaghe d’Egitto nel contesto del deserto. Si può pensare, invece, che
l’espressione «ogni colpo» alluda alla sconfitta cocente patita dagli egiziani durante il
passaggio del Mar Rosso: sconfitta che il libro dell’Esodo colloca proprio nel deserto
(cfr Es 13,18.20; 14,3.11-12).
13. Il riferimento al fatto che gli israeliti erano stati assoggettati dai filistei si
trova nel libro dei Giudici. Gli uomini di Giuda, infatti, si rivolgono a Sansone con
una domanda che presuppone un’egemonia filistea: «Non sai che i filistei domi-
nano su di noi?» (Gdc 15,11).
14. W. Brueggemann, I e II Samuele, Torino, Claudiana, 2005, 43.
ARTICOLI
Conclusioni
ABBANDONARE IL MITO
DELLA DETERRENZA NUCLEARE
Quando, nei primi anni Ottanta, i vescovi degli Stati Uniti ini-
ziarono la stesura di The Challenge of Peace1, la loro rivoluzionaria
lettera pastorale sulle armi nucleari, Bill Spohn, gesuita ed esperto
di etica, era nostro collega nel corpo docente della Jesuit School of
322
Theology, a Berkeley. All’epoca, tutti i membri della facoltà dedica-
vano tempo a incontrare parrocchie e scuole in tutta la San Franci-
sco Bay Area. Esponevamo i criteri che definivano la «guerra giu-
sta», valutavamo la moralità della guerra nucleare e coordinavamo i
dibattiti sulle bozze della lettera dei vescovi.
Negli incontri condotti da Bill Spohn ricorreva un’argomenta-
zione che ci ha colpiti in modo particolare. Egli sosteneva che, nel
loro esilio in Babilonia, gli israeliti avevano dovuto apprendere un
nuovo modo di rivolgersi a Dio. Privati del loro tempio, lontani dalla
Terra promessa, si chiedevano: «Come cantare i canti del Signore in
terra straniera?» (Sal 137,4). Allo stesso modo, secondo lui, oggi gli
americani e i cittadini degli altri Stati in possesso di armi nucleari do-
vrebbero domandarsi: «Come vivere senza che siano le armi nucleari
a fare da ultimo baluardo della sicurezza nazionale e mondiale?».
Quasi quarant’anni dopo, non è diversa e meno decisiva la sfida
di fronte alla quale si trovano oggi tutte le potenze nucleari. Come
fare a vivere senza i loro arsenali nucleari? Come seguire il moni-
to di Geremia a «cercare il benessere del paese» (Ger 29,7)? Come
2. Sulla disuguaglianza indotta dalle armi nucleari nel sistema mondiale, cfr
Nuclear Disarmament: Time for Abolition, il contributo della Santa Sede alla Con-
ferenza di Vienna del 2014 sull’impatto umanitario delle armi nucleari (www.fciv.
org/downloads/Holy%20See%20Contribution-Vienna-8-DEC-2014.pdf).
3. Francesco, Discorso nell’Incontro per la pace, Hiroshima, 24 novembre
2019.
ABBANDONARE IL MITO DELLA DETERRENZA NUCLEARE
5. Ivi.
6. International Physicians for the Prevention of Nuclear War,
«Nuclear Famine: Two Billion at Risk» (www.ippnw.org/nuclear-famine.html).
ABBANDONARE IL MITO DELLA DETERRENZA NUCLEARE
9. P. Taubman, The Partnership: Five Cold Warriors and Their Quest to Ban
the Bomb, New York, HarperCollins, 2012.
10. Cfr Nuclear Threat Initiative, «Nuclear Security Project: Working
Toward a World without Nuclear Weapons» (www.nti.org/about/projects/nuclear-
security-project).
ARTICOLI
11. Sulla preoccupazione della Chiesa per il costo delle armi nucleari a scapito
dei poveri, cfr Concilio Ecumenico Vaticano II, Gaudium et spes, n. 81; Gio-
ABBANDONARE IL MITO DELLA DETERRENZA NUCLEARE
vanni Paolo II, s., Discorso alle Nazioni Unite, 7 giugno 1982; Francesco, Discor-
so ai partecipanti al Convegno «Prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per
un disarmo integrale», 10 novembre 2017.
12. Sull’instabilità in una regione critica, cfr M. Krepon et Al., Deterrence
Instability and Nuclear Weapons in South Asia, Washington, Stimson, 2015.
13. Sul consenso di Shultz al discorso di Kampelman, cfr il suo «The Power of
the Ought», in Hoover Digest, 9 ottobre 2009 (reperibile al link: www.hoover.org/
research/power-ought).
ARTICOLI
tiative, che si cerchino misure adeguate per avviare gli Stati dotati
di armi nucleari sulla strada del Nuclear Zero17.
In quinto luogo, tutte le persone coscienziose dovrebbero te-
ner d’occhio i modi in cui la casistica contemporanea sulla «guerra
giusta» potrebbe contribuire al passaggio verso l’abolizione.
Infine, non dovremmo mai perdere di vista l’obiettivo, che è
l’eliminazione delle armi nucleari. A tal fine dovremmo vigilare,
piuttosto che cullarci in un’accettazione acritica di qualsiasi condi-
zione che non sia la completa abolizione come un risultato stabile.
In breve, è giunto il momento, come sosteneva Bill Spohn,
di imparare a vivere senza armi nucleari, di abbandonare il mito
della deterrenza nucleare e di valutare la sicurezza internazionale
in modi nuovi e coerenti con il messaggio della Chiesa di una
333
pace positiva.
17. Sui passi che si possono fare verso l’obiettivo dell’abolizione, cfr S. D.
Drell - J. E. Goodby, The Gravest Danger: Nuclear Weapons, Washington, Hoo-
ver, 2003; S. Lodgaard (ed.), Stable Nuclear Zero: The Vision and Its Implications for
Disarmament Policy, New York, Routledge, 2017, 53-130.
ARTICOLI
Maine de Biran
339
FESSARD CONSACRÒ LE SUE ENERGIE ALLA
DECOSTRUZIONE DELLE IDEOLOGIE, CONDIZIONE
INDISPENSABILE PER IL DISCERNIMENTO.
filosofica, insieme a una teologia politica (la nostra pace è infatti Cristo
in persona)12, che poteva attirare l’attenzione dei lettori sulle questioni
reali, ma stravolte dai sentimenti popolari, che allora in Francia erano
divisi tra pacifismo e nazionalismo.
In questo scritto è significativo il richiamo di Fessard alla co-
scienza. Al termine dell’Introduzione egli parla dell’importanza
della fede, che offre alla coscienza i mezzi per essere retta. L’analisi
filosofica può spingersi molto lontano, ma può aver un esito positi-
vo soltanto assumendo un atteggiamento radicale che non proviene
dalla sola analisi razionale: «Poiché innanzitutto si tratta di affretta-
re la maturazione delle coscienze che dovranno realizzare la sintesi
degli opposti, nessun mezzo può essere più efficace di un atto di
fede e di speranza nella Carità, che, unitiva per essenza, si rivela
341
sempre mediatrice nell’esistenza»13.
Ignazio di Loyola
12. Cfr Id., Pax Nostra. Examen de Conscience International, Paris, Grasset,
1936, X.
13. Ivi, XIX-XX.
14. Id., La dialectique des Exercices Spirituels de saint Ignace de Loyola, t. 1:
Temps, liberté, grâce, Paris, Aubier, 1956.
15. Ivi, 16.
16. I volumi di Fessard sugli Esercizi spirituali di sant’Ignazio hanno segnato la
riflessione di papa Francesco. Cfr, per esempio, Francesco, Nel cuore di ogni padre.
Alle radici della mia spiritualità, Milano, Rizzoli, 2014, 282, nota 4, a proposito della
massima: «Non essere costretto dal più grande, ma essere contenuto in ciò che è più
piccolo, questo è il divino» (si veda il commento di G. Fessard, in La dialectique des
Exercices..., t. 1, cit., 167 s).
ARTICOLI
Un atteggiamento di itineranza
Conclusione
del centro-destra, è stata eletta con il 55,42% dei voti, mentre Pip-
po Callipo, candidato del centro-sinistra, ha ottenuto il 30,14% dei
consensi e un successo personale di 17.556 preferenze. Invece il M5S
con Francesco Aiello è precipitato al 7,35%. La Lega in Calabria è
scesa al 12,3% – la metà dei voti presi alle ultime elezioni europee
–, e oggi è il terzo partito dopo il Pd (15,2%) e Forza Italia (12,4%).
È ormai dal 2000 che gli schieramenti si avvicendano in una sorta
di «alternanza forzata», causata dal logoramento della classe politica.
Nella regione mancano politiche di sviluppo; le aziende di eccellen-
za si contano sulle dita di una mano; non esistono distretti produttivi
che concorrono nel mercato globale. Molti centri abitati sono isolati; i
tempi per le realizzare le opere finanziate sono lenti; l’orografia del ter-
ritorio ha bisogno di interventi strutturali, come quelli per l’autostrada
349
Salerno-Reggio Calabria e per la statale n. 106. La ’ndrangheta – che è
una delle mafie più ricche e potenti del mondo – sta negando il futuro
della regione, mentre a causa dell’infiltrazione in molte zone dell’en-
troterra fa sì che neppure i migranti vogliano restare. La regione sta
esportando il suo futuro; e diventa causa di spopolamento la mancanza
di lavoro e di servizi. Così il nuovo governo regionale ha la responsa-
bilità di ridare speranza ai calabresi, arginare l’emorragia dell’emigra-
zione e rilanciare gli investimenti delle infrastrutture, bloccati da anni.
6. La legge elettorale tedesca assegna la metà dei seggi (299) con scrutinio
maggioritario a un turno nell’ambito di altrettanti collegi uninominali (compren-
denti in media circa 280.000 abitanti); i rimanenti 299 seggi sono assegnati a scru-
tinio proporzionale con liste bloccate, in rapporto alla consistenza demografica dei
Länder. In pratica, l’elettore tedesco è chiamato a esprimere sulla stessa scheda due
preferenze: una per la lista, e l’altra per il candidato al collegio uninominale.
FOCUS
LA CONFERENZA DI BERLINO
E LA «GUERRA CIVILE» IN LIBIA
3. Cfr G. Sale, «L’attacco del generale Haftar a Tripoli», in Civ. Catt. 2019 II
456-469.
4. Cfr G. Di Feo, «Il signore della guerra totale», in la Repubblica, 11 gennaio
2020.
5. M. Herbert, «Alta tecnologia sul campo di battaglia», in Internazionale,
20 dicembre 2019, 32.
FOCUS
In questi mesi di lotta gli alleati stranieri hanno offerto a entrambi gli
schieramenti supporto diplomatico, equipaggiamento militare (in par-
ticolare droni), personale militare qualificato e mercenari di ogni tipo.
6. G. Stabile, «Due eserciti incapaci di combattere senza gli aiuti degli alleati
esterni», in La Stampa, 20 gennaio 2020.
7. Il fulcro dell’esercito di Haftar è costituto da due brigate: la 106a, composta
da circa 7.000 soldati (molti dei quali sono militari di carriera), armata dai russi e
comandata dal figlio Khaled; e la 73a, anch’essa composta da circa 7.000 uomini ed
equipaggiata con armi di ultima generazione, con moderni blindati e con droni in-
viati dagli Emirati. Il punto forte dell’Enl pare sia l’aviazione. A queste unità regolari
si sono unite decine di milizie, e in particolare i madkhalisti, seguaci del predicatore
saudita Rabi al Madkhali. Con al Sarraj, invece, combattono circa 15.000 uomini.
Sono milizie che nel 2011 hanno combattuto contro Gheddafi, e molte di esse sono
legate alla Fratellanza (questo spiega, tra l’altro, la coalizione Egitto-Arabia Saudita-
Emirati contro il governo di Tripoli). Il fulcro di questo «esercito» è costituito dalle
milizie di Misurata e di altre città vicine alla capitale, le quali, a differenza dei mer-
cenari, sono ben motivate alla lotta.
LA CONFERENZA DI BERLINO E LA «GUERRA CIVILE» IN LIBIA
L’8 gennaio 2020 è stata una giornata importante per la crisi libica.
Il presidente del Gna al Sarraj ha incontrato a Bruxelles l’Alto rappre-
sentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell, e il presidente del
parlamento europeo, David Sassoli. Si sarebbe dovuto recare in serata a
Roma, per incontrare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ma ha
disdetto la visita ed è ritornato a Tripoli dopo aver saputo che a Palazzo
Chigi il capo del governo italiano, che sosteneva la necessità di una solu-
zione politica e negoziale della crisi, aveva da poco incontrato Haftar. La
visita di al Serraj a Roma si è svolta pochi giorni dopo, ma è stata soltanto
ufficiale, con lo scopo di «riparare» la gaffe diplomatica italiana.
Il 7 gennaio i ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia e
Regno Unito si sono incontrati a Bruxelles per discutere la situazio- 359
ne in Libia. Essi hanno escluso ancora una volta un coinvolgimento
militare – come avrebbe voluto al Sarraj – dell’Ue nel Paese norda-
fricano, dove sono presenti soldati inviati da altre potenze mondiali.
Il vertice inoltre ha condannato l’intervento militare turco a fianco
del Gna e non ha escluso che la missione navale Sophia venga dotata
di nuove navi, oltre che di velivoli20.
Sempre l’8 gennaio, a Istanbul, si è svolto un importante vertice
tra il presidente turco Erdoǧan e quello russo Putin. Ufficialmente i
due leader si sono incontrati per inaugurare il gasdotto Turkstream,
che porterà il gas russo dalla Turchia meridionale in tutta l’Europa,
attraverso il Mar Nero. Ma essi hanno anche trattato della crisi li-
bica e chiesto alle parti in lotta un cessate il fuoco da adottare entro
il 12 gennaio. Secondo alcuni osservatori, questa «pax russo-turca»,
pensata sulla falsariga di quella posta in essere in Siria, aveva, in real-
tà, come obiettivo principale quello di limitare l’influenza dell’Onu e
dell’Ue nel processo negoziale iniziato, e consentire a Mosca e Ankara
di mettere le mani sulla Libia e sul suo petrolio. «Esprimiamo il nostro
impegno – hanno dichiarato i due leader – per una de-escalation delle
21. G. Agliastro, «Erdoǧan e Putin, patto sulla Libia: “Ora si fermino i com-
battenti”», in La Stampa, 9 gennaio 2020.
22. Nella dichiarazione congiunta Putin ed Erdoǧan affermavano: «Con
grande preoccupazione seguiamo gli ultimi avvenimenti, in particolare gli intensi
combattimenti intorno a Tripoli […]. Con conseguenze sulle migrazioni irregola-
ri, sulla diffusione degli armamenti, del terrorismo e della criminalità, compreso il
contrabbando». Subito dopo si ribadiva l’inviolabilità della sovranità, dell’indipen-
denza e dell’integrità territoriale e nazionale della Libia, «obiettivi raggiungibili
soltanto attraverso un processo politico, condotto dai libici e basato su un dialogo
sincero e inclusivo fra tutti» (A. Scott, «Erdoǧan e Putin mediano in Libia: “cessate
il fuoco”», in Il Sole 24 Ore, 9 gennaio 2020).
LA CONFERENZA DI BERLINO E LA «GUERRA CIVILE» IN LIBIA
degli emiratini, i cui droni erano indispensabili per Haftar per portare
avanti il conflitto. Alla fine quest’ultimo, per non indebolire il suo fron-
te, ha ritenuto opportuno far cadere la proposta di Putin e promettere la
sua partecipazione alla Conferenza sulla Libia, fissata a Berlino per il 19
gennaio, organizzata dall’Ue (con il sostegno dell’Onu), e nella quale
l’Europa provava per la prima volta a parlare «con un’unica voce».
L’Unione, malgrado le divisioni interne e la sua sostanziale as-
senza da anni dal teatro di guerra, ha cercato «di riprendere il filo
diplomatico e con la regia della Germania ha invitato tutti gli attori
del conflitto alla Conferenza nella capitale tedesca»23. Questa ini-
ziativa ha avuto il placet anche di Mosca e di Ankara, le quali hanno
tenuto a specificare che le basi dell’incontro di Berlino erano già
state poste in quello precedente di Mosca e che, in ogni caso, le sue
361
decisioni sarebbero dovute poi essere approvate dall’Onu.
25. T. Ciriaco, «Tregua ed embargo sulle armi. Il piano per il futuro della
Libia», in la Repubblica, 19 gennaio 2020.
LA CONFERENZA DI BERLINO E LA «GUERRA CIVILE» IN LIBIA
26. Ivi.
FOCUS
27. Ivi.
28. L’Ue, in una dichiarazione, ha affermato di essere «profondamente preoccu-
pata che la Noc sia stata costretta a sospendere le attività in importanti impianti petro-
liferi del Paese e chiede la ripresa immediata delle attività». Il documento non intende
denunciare la parte che ha chiuso i pozzi (considerato l’ostruzionismo francese a una
condanna di Haftar), ma prendere una posizione comune nei confronti di un atto che
nuoce sia alla Libia, sia al mercato petrolifero internazionale. Cfr V. Nigro, «Libia,
Haftar rompe la tregua. Razzi sull’aeroporto di Tripoli», in la Repubblica, 23 gennaio
2020; «Nessuno convince Haftar a fare la pace», in Internazionale, 24 gennaio 2020, 12.
29. Cfr G. Di Deo, «Se in Libia si torna a sparare», in la Repubblica, 24 gennaio
2020.
30. Cfr P. Haski, «Da Berlino piovono buone intenzioni sulla tregua in Libia», in
www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2020/01/20/berlino-conferenza-tregua
31. Francesco, Angelus, Piazza San Pietro, 19 gennaio 2020, in w2.vatican.va
LA POLITICA DEL CORONAVIRUS
IL PUNTO | POLITICA
Attivare gli anticorpi del cattolicesimo
I
Antonio Spadaro S.I.
ESSERE MEDITERRANEI
Fratelli e cittadini del «Mare Nostro»
1. I testi degli interventi del presidente Conte e del direttore sono pubblicati sul
sito della rivista: www.laciviltacattolica.it/articolo/il-card-parolin-e-il-presidente-del-
consiglio-conte-a-la-civilta-cattolica
2. Essere mediterranei. Fratelli e cittadini del «Mare Nostro», Milano - Roma,
Àncora - La Civiltà Cattolica, 2020; Fratellanza, Roma, La Civiltà Cattolica, 2020.
3. Francesco, Discorso alla Comunità degli scrittori de «La Civiltà Cattolica»,
14 giugno 2013.
XXIII rivolse ai gesuiti della rivista il 9 febbraio 1963: che essa di-
venti «più giovane a misura del suo invecchiare»4!
disse affacciandosi per la prima volta dalla loggia della basilica di San
Pietro subito dopo l’elezione.
Nella prospettiva alla quale papa Francesco ci ha introdotto nel
suo ministero carico di gesti emblematici, si comprende come «Me-
diterraneo» e «fratellanza» siano termini di uno stesso binomio.
E proprio al Documento sulla Fratellanza è dedicato l’altro vo-
lume che presentiamo questa sera, e che è stato pubblicato con il
patrocinio dell’Alto Comitato per la Fratellanza umana, un Comi-
tato composto da leader religiosi, studiosi dell’educazione e figure
del campo della cultura che si dedicano a condividere il messaggio
di comprensione reciproca e di pace del Documento. A presiedere
l’Alto Comitato è Sua Eminenza il card. Miguel Ángel Ayuso Gui-
xot, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligio-
371
so, che ha firmato la Prefazione al volume.
Certamente il Documento sulla Fratellanza è portatore di una
visione mondiale più ampia rispetto all’area mediterranea. Ricordo
che il Santo Padre lo ha donato al Patriarca supremo dei buddisti in
Thailandia e lo ha citato varie volte in Giappone. Resta però chiara
nel Documento la sua applicazione alla prospettiva mediterranea e
alle problematiche peculiari che la riguardano, a partire dalla neces-
sità di un’idea comune di cittadinanza, fondamentale per il vivere
insieme, soprattutto islamo-cristiano.
12. Giovanni Paolo II, s., Esortazione post-sinodale Una nuova speranza per
il Libano, n. 17.
13. Ivi, n. 93.
ESSERE MEDITERRANEI
Conclusione
22. Ivi.
23. Id., Parole sul sagrato della Basilica di San Nicola di Bari, 7 luglio 2018.
«LE NUOVE MELANCONIE»
I destini del desiderio secondo Massimo Recalcati
Giovanni Cucci S.I.
3. Cfr M. Recalcati, Le nuove melanconie. Destini del desiderio nel tempo ipermo-
derno, Milano, Raffaello Cortina, 2019.
4. Cfr O. Kernberg, Sindromi marginali e narcisismo patologico, Torino, Bollati
Boringhieri, 1978; H. Kohut, Narcisismo e analisi del sé, ivi, 1977; E. Fromm, Fuga dalla
libertà, Milano, Mondadori, 2020.
5. Cfr G. Falanga, Il ministero della paranoia. Storia della Stasi, Roma, Carocci,
2019; L. Zoja, Paranoia. La follia che fa la storia, Torino, Bollati Boringhieri, 2011; W.
Reich, Psicologia di massa del fascismo, Torino, Einaudi, 2009.
«LE NUOVE MELANCONIE», DI MASSIMO RECALCATI
psiche nei confronti della mancanza psicanalisi come di una pratica ri-
di senso dell’esistere. Per questo, se- piegata sui problemi dell’indivi-
condo i due autori, «la crisi attuale è duo, a scapito della sua dimensione
qualcosa di diverso dalle altre […]: pubblica e sociale. Il libro dedica
si tratta di una crisi dei fondamenti molte pagine al legame tra disturbi
stessi della nostra civiltà […]. Sembra psicologici e dittature totalitarie. I
che la nostra società non possa più leader che le hanno realizzate – in
“concedersi il lusso” di sperare o di particolare Hitler, Stalin, Mussolini
proporre ai giovani la loro integra- – erano caratterizzati dalla forclu-
zione sociale come frutto e fonte di sione del padre, da deliri paranoici,
un desiderio profondo»8. pensando di essere incarnazione di
E così, al posto del desiderio pro- una missione ricevuta dall’Altro,
fondo (mai veramente esplorato), che o contro cui combattere, fino alla
384
parla di una mancanza (de-sidus), su- distruzione di sé e della propria na-
bentra la presenza continua dell’og- zione10. Ma essi hanno potuto go-
getto, ossessiva, interiorizzata, che dere di un’approvazione indiscussa,
non dà pace e che porta il soggetto a perché hanno offerto una parvenza
smarrirsi nel proprio vissuto, fino ad di sicurezza, di stabilità, a scapito
affogarvi9. L’esistenza stessa diventa della complessità e della diversità.
così malattia, colpa ontologica, lega- Il consenso unanime nei loro
ta al fatto stesso di condurre una vita confronti trova delle motivazio-
senza senso. ni (anche) psicologiche: la grave
situazione di incertezza e l’inca-
Il risvolto politico delle nuove cliniche pacità di elaborare la mancanza
portano molti a barattare la li-
Ma le nuove melanconie han- bertà con la sicurezza, sulla scorta
no soprattutto delle inquietanti ri- del celebre scambio ipotizzato da
cadute politiche. Questo è l’aspetto Freud all’origine della civiltà. La
più interessante del saggio di Re- libertà ricorda il rischio e la ver-
calcati, che smentisce l’idea della tigine della scelta e il caos in cui
11. Per riprendere le parole di Recalcati: «Si tratta di quella spinta sempre presente
nell’umano a ri-territorializzare quello che la dinamica propulsiva del desiderio di vita ten-
de a fluidificare e a de-territorializzare» (M. Recalcati, Le nuove melanconie…, cit., XII).
12. Ivi, 62; corsivi nel testo. Cfr U. Eco, Il fascismo eterno, Milano, La nave di Teseo,
2018, 39.
13. M. Recalcati, Le nuove melanconie…, cit., 67.
14. Ivi, 102.
RIVISTA DELLA STAMPA
15. Aristotele, Problema XXX, 1. Perché tutti gli uomini straordinari sono melancolici,
953 a 10, Pisa, ETS, 2018, 55.
16. «In chi ha bile nera abbondante e fredda, osserviamo torpore e apatia; in chi in-
vece ne ha in grandissima quantità e calda, riscontriamo follia e talento, propensione all’a-
more e facilità a essere mossi da impulsi e desideri, e in qualche caso anche una maggiore
loquacità» (ivi, 954 a 30-35; cfr Aristotele, De divinatione, 463 b 17). Circa il legame
follia/genialità, cfr L. Sass, Follia e modernità. La pazzia alla luce dell’arte, della letteratura e
del pensiero moderni, Milano, Raffaello Cortina, 2013; D. Nettle, Immaginazione, pazzia
e creatività, Firenze, Giunti, 2005; K. Jaspers, Genio e follia. Malattia mentale e creatività
artistica, Milano, Rusconi, 1997.
«LE NUOVE MELANCONIE», DI MASSIMO RECALCATI
18. G. Criveller, «Della malinconia di Matteo Ricci e dei missionari. I sogni dei
malinconici sono veri», in Tredimensioni 13 (2016) 158. Il sogno cui si fa riferimento è ri-
portato nella lettera di Ricci all’amico Gerolamo Costa del 28 ottobre 1595 (cfr M. Ricci,
Lettere, Macerata, Quodlibet, 2001, 290). Della «malinconia buona» egli parla invece nella
lettera a p. Ludovico Maselli, che era stato suo superiore al Collegio Romano (ivi, 19).
19. Cfr M. Recalcati, Le nuove melanconie…, cit., 9 s; 87; 92-95. Anche Aristotele
ne riconosce la differenza, quando nota che da tale stato d’animo sorgono «sibille, profeti
e invasati di vario tipo, quando non lo siano a causa di una malattia, ma per via del loro
temperamento naturale» (Aristotele, Problema XXX, 1…, cit., 953 a 37).
20. «L’impatto con l’ingovernabile ci costringe a fare amicizia con lo straniero […];
si tratta di fare spazio a una vulnerabilità condivisa. L’arte della poesia e quella della scrit-
tura offrono già un esempio illuminante di quanto sia necessario accogliere l’esposizione
all’ingovernabile per rendere possibile la creazione […]. Il governo etico non è quello che
persegue lo scopo di annullare l’ingovernabile, ma quello che lo sa ospitare» (M. Recal-
cati, Le nuove melanconie…, cit., 150).
«LE NUOVE MELANCONIE», DI MASSIMO RECALCATI
dati nell’ultima parte del libro, o in non può padroneggiare e che può
chiave storico-generazionale a livel- essere riconosciuto solo nella rela-
lo letterario – espressa emblemati- zione con l’Altro.
camente dalla figura di Telemaco21 Questo è il crinale della malin-
–, consente di vedere nel limite non conia descritto splendidamente da
una minaccia, ma l’unica vera pos- Romano Guardini: «La malinconia
sibilità reale di dare compimento al è l’inquietudine dell’uomo che av-
proprio desiderio fondamentale. verte la vicinanza dell’infinito. Bea
Le nuove melanconie hanno titudine e minaccia a un tempo. Il
ucciso il desiderio (eros) e lasciato significato dell’uomo sta nell’essere
campo libero alla morte (thanatos); un confine vivente, nel prendere
solo nella dialettica riconosciuta tra sopra di sé questa vita di confine, e
il desiderio e il limite è possibile portarla fino in fondo. Con ciò egli
389
spezzare la prigione autistica che sta radicato alla realtà; è libero dagli
protegge-imprigiona il sé e vede incantamenti di una falsa immedia-
l’altro come minaccia22. Ma per ta unità con Dio. L’atteggiamento
fare ciò, è necessario dialogare con più autenticamente umano è quel-
la dimensione di mistero che ca- lo influenzato dal confine, l’unico
ratterizza l’uomo: mistero che egli adeguato alla realtà»23.
21. «Telemaco è insomma l’immagine del figlio giusto. Non è il figlio che vive la
dipendenza dal padre come una maledizione, ma non è nemmeno il figlio assoggettato a
questa dipendenza. È colui che si è confrontato radicalmente all’assenza, al lutto del padre,
al suo vuoto centrale senza restare irretito nell’impotenza infantile o nell’odio rancoroso
che vorrebbe negare ogni dipendenza dal padre» (M. Recalcati, Le nuove melanconie…,
cit., 130; cfr 147-165).
22. Questa è anche la lettura fornita come possibile via di uscita dalle passioni tristi:
«Solo un mondo di desiderio, di pensiero e di creazione è in grado di sviluppare legami e
di comporre la vita in modo da produrre qualcosa di diverso dal disastro. La nostra società
non fa l’apologia del desiderio, fa piuttosto l’apologia delle voglie, che sono un’ombra im-
poverita del desiderio, al massimo sono desideri formattati e normalizzati» (M. Benasayag
- G. Schmit, L’ epoca delle passioni tristi, cit., 63).
23. R. Guardini, Ritratto della malinconia, Brescia, Morcelliana, 1999, 78 s.
NOTE E COMMENTI
non si sono ripetuti negli ultimi È purtroppo vero che oggi l’uomo
anni. La partecipazione politica, democratico riconosce teorica-
pur diminuendo, non scende al mente i valori dell’eredità cristiana
di sotto di quella degli altri Paesi e pensa di essere fedele allo spirito
europei. Le debolezze statali sono del cristianesimo, ma praticamen-
in parte compensate da corpi pa- te vive lontano dalla dottrina del-
ralleli. La società, pur attraversatala fede e indifferente a quanto la
da paure e malesseri, è tranquilla. Chiesa insegna alla luce di questa
Se ai giovani non si apre un fu- dottrina. Il rapporto tra religione
turo radioso, compensano le fa- e società democratica non si riduce
miglie. La globalizzazione, se in pertanto a un’indifferenza totale,
qualche punto arretra, avanza in ed è superata ogni forma dell’antica
altri. Il peso del debito pubblico ostilità, a meno che non si voglia
391
è alto, ma lo è stato quasi sempre conferire soverchia importanza
nel corso della storia unitaria ita- agli sparuti focolai di integralismo
liana. Se non c’è il “sogno di una cattolico. Sembra, dunque, che si
vita più bella”, come nel Rinasci- possa dire che la modernità è uscita
mento, non è perduta la speranza dall’influenza del cristianesimo, ma
di migliorare il mondo. Se la clas- conserva ancora, consapevolmente
se dirigente non riesce a indicare o no, molto del suo spirito3.
un futuro e si limita a dichiarare Giuliano Amato non stima la re-
di voler interpretare la volontà del viviscenza religiosa come l’effetto re-
“popolo”, quest’ultimo non si fer- siduale insorto a causa del fallimento
ma, è anzi alla ricerca di strade e dell’ideologia illuminista fondata sul
surrogati». mito della ragione onnipotente e
sovrana. A suo parere, anzi, proprio
Un’assenza vistosa le moderne scoperte scientifiche e le
loro applicazioni, che indurrebbero
La pagina citata di Cassese a celebrare l’onnipotenza dell’uomo,
contiene una valutazione esclusiva- hanno riproposto i problemi della
mente sociale e politica. Neppure vita e della morte a qualunque co-
un cenno sulla presenza attiva della scienza che non sia pregiudizialmen-
religione nella società democratica. te chiusa all’esperienza religiosa4.
5. Cfr A. Del Noce, «Le due facce del laicismo progressista», in Il Tempo, 10 gen-
naio 1990, 3.
È POSSIBILE SPERARE IL FUTURO SENZA LA RELIGIONE?
gioso. La mente umana, insegnano sti rifarsi al discorso del crollo delle
il Vaticano I e II, è aperta sul mistero grandi narrazioni»7.
di Dio come sul principìo primo e Quando pensa al futuro, il
sulla ragione ultima di ogni cosa»6. credente vive ed esprime una spe-
Sotto il profilo pratico, merita ranza che riposa sulle promesse e
attenzione un’osservazione del card. sulla grazia del Dio della Rivela-
Angelo Scola, arcivescovo emerito zione cristiana. E quando riflette
di Milano, quando parlava delle re- sullo svolgimento della storia e del
ligioni come realtà vitali che sono pensiero umano, sugli eventi del-
in grado di sviluppare una sogget- la storia e sui risultati e i silenzi
tività pubblica liberamente assunta del pensiero, richiama alla mente,
e dialogata: «In quest’età post seco- e gli è di conforto, ciò che Kant
lare in cui, con la modernità, è stato ha scritto dell’uomo, che è «un le-
393
abbandonato il riferimento a Cristo gno così storto (so krumm Holze)»
come senso di un cammino, biso- che con esso «non si può costru-
gna riconoscere che tutti i tentativi ire nulla di perfettamente diritto
fatti per sostituirlo sono falliti. Ba- (ganz Gerades)»8.
VANNINO CHITI
Una volta che si è compresa l’utilità e la bellezza del dialogo, l’A. passa a
esaminare le varie religioni – protestantesimo, ortodossia, comunità evange-
liche, ebraismo, islam, induismo e buddismo –, esponendo chiaramente sia le
loro caratteristiche fondamentali e il loro sviluppo storico, sia le loro prese di
posizione nel mondo attuale.
Il quinto capitolo costituisce il vertice di tutto il libro, perché in esso Chiti
esprime la sua idea di «nuovo umanesimo»: «La premura per la persona e per
il cosmo [che è l’aspetto fondamentale delle religioni] muove anche la scienza
e può costituire […] il principio cardine che regge una collaborazione per il
futuro dell’umanità e del pianeta. Conoscere e amare sono inseparabili, se l’o-
biettivo è quello di realizzare una civiltà più avanzata» (p. 139). Il nuovo uma-
nesimo è uno sviluppo della scienza e dei mezzi a disposizione dell’uomo per
migliorare la vita dell’umanità dei giorni nostri e, con essa, salvaguardare il
creato. Esso richiede la costruzione di un’etica condivisa, che chiama in causa
la nostra responsabilità. «È l’etica che muove una rivoluzione nuova, pacifica e
400
permanente, che costruisce, non distrugge». Ed «è necessario ritrovare anche
il senso del mistero, […] “smettere di parlare di Dio e iniziare a parlare con
Lui”, per potere, nell’incontro con gli altri, liberare la nostra vita, darle un
senso e rendere il mondo più giusto» (p. 148).
Nel sesto capitolo, infine, tre laici e un sacerdote, appartenenti alle tre
grandi religioni monoteiste, espongono la propria esperienza di dialogo, di
incontro, di studio e di conoscenza dell’altro. Il dialogo non cancella il sub-
strato religioso e sociale della persona, ma, al contrario, lo arricchisce e apre
la pista verso una via che, se ben percorsa, condurrà a un futuro di giustizia e
di pace per l’intera umanità.
Matteo Cantori
BARTOLOMEO SORGE
I tre sogni sono la santità, cui l’A. ha anelato nel feriale compimento del suo
ministero presbiterale e delle sue mansioni religiose; la costruzione della città a
misura d’uomo, tentata soprattutto a Palermo; il rinnovamento ecclesiale, ossia una
riforma intesa sotto la cifra moderna dell’aggiornamento, nel solco del Vatica-
no II, durante i molti anni trascorsi a Roma presso La Civiltà Cattolica.
I sette segni sono il dono della vocazione, di cui l’A. ha una concezione spon-
sale (la chiamata paragonata al tempo dell’innamoramento, il discernimento
e la formazione presentati come il tempo del fidanzamento, la consacrazione
vissuta con gioia nuziale); l’attuale cambiamento epocale, affollato di tanti se-
gni dei tempi; la Parola di Dio come luce necessaria per discernerli; lo Spirito
Santo, dono battesimale, accolto sacramentalmente anche nella confermazione
e nell’ordinazione; la preghiera personale, quella del cuore umano che parla al
Cuore di Dio; l’Eucaristia, culmine e fonte dell’esperienza credente; la provvi-
dente maternità della Madonna, Mater Divinae Gratiae, punto di partenza e di
arrivo di tutto questo cammino.
401
Il libro è un’intervista. È in parte biografia, firmata da Maria Concetta
De Magistris, religiosa della Comunità monastica di Citerna (Pg), e in par-
te autobiografia. L’intreccio di biografia e autobiografia ne fa un’autentica
dilogia.
Tre sottolineature si possono fare nel libro. La prima riguarda il ritratto
del gesuita che ne emerge. Per la De Magistris, p. Sorge impersona il «gesuita
dei tempi nuovi»: «Perché un prete sia credibile, oggi si esige che comprenda
le nuove sfide sociali e culturali, conosca i problemi della gente, li condivida e
contribuisca ad affrontarli». Insomma, urge che il prete sia samaritano più che
levita, agile nello scavalcare gli steccati del sacro e della sacrestia.
La seconda sottolineatura riguarda il cambiamento epocale, che p. Sorge
vede accadere nei sessant’anni del suo sacerdozio, e il discernimento dei segni
dei tempi che egli ha elaborato per affrontarlo. Questo discernimento si realizza
in virtù dello Spirito Santo e alla luce del Vangelo.
Molto bello è il discernimento che l’A. fa di questi segni nelle varie stagioni
della sua vita – dall’Elba a Gallarate, da Roma a Palermo, da Milano di nuovo
a Gallarate – alla luce di Gen 46,3-4: «Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non
temere di scendere in Egitto, perché laggiù io farò di te una grande nazione. Io
scenderò con te in Egitto e io certo ti farò tornare».
In questa prospettiva, il discernimento dei tempi è pure un esercizio pro-
fetico, o ermeneutico, dato che il profetismo non è preveggenza del futuro,
ma comprensione profonda di quanto accade già. Per questo l’A. vede con
lungimiranza ciò che dev’essere dismesso e ciò che dev’essere intrapreso. Sono
significative, a questo proposito, le pagine che egli dedica al passaggio dalla
modernità alla postmodernità, e dalla civiltà industriale a quella informatica.
Qui p. Sorge dà un saggio di ciò che egli sa fare magistralmente: l’analisi
politica di teorie come la fine della storia e lo scontro di civiltà. Nel suo caso,
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
però, la politologia non è mera analisi scientifica del dato sociale e culturale,
bensì «discernimento dei tempi». La politologia, difatti, per lui, è anche eccle-
siologia, perché interpreta i cambiamenti della Chiesa nell’orizzonte secolare e
secolarizzato in cui essa vive e opera.
La terza sottolineatura riguarda la provvidente presenza mariana nella
vicenda dell’A. Il ricordo grato nei confronti della Mater Divinae Gratiae –
icona della Madonna da cui p. Sorge si è sentito sempre accompagnato e che
ora ha ritrovato a Gallarate, dove risiede – colpisce il lettore e gli fa capire
che la devozione è una dimensione importante della spiritualità cristiana. Nel
caso personale di p. Sorge, è persino una cifra esistenziale, quasi il sigillo di
una lunga «vita devota». Per questo, l’incipit del libro è una lettera alla «Cara
Mater Divinae Gratiae»: un modo bello, e geniale, di confidare, quasi agosti-
nianamente, le proprie confessioni.
MARTIN LUTERO
Giancarlo Pani
FRANCO FERRAROTTI
O PERE
Bologna, Marietti 1820, 2019, voll. I-II,
880, € 50,00 (ogni volume).
Maurizio Mazzurco
405
LEONARDO MESSINESE
dietro il mondo”, che impedirebbe di essere fedeli alle parole e ai suoni della
terra. La stessa conoscenza scientifica la circonda di attenzioni, sta ricucendo
il legame che un tempo essa aveva rescisso e, sovente, ne richiede apertamente
la collaborazione».
Messinese, docente di Storia della filosofia moderna e di Metafisica
alla Pontificia Università Lateranense, è consapevole che le critiche nei
confronti della metafisica non si sono certo estinte e si dimostra parti-
colarmente attento a fare i conti con esse. Non casualmente la prima
parte del volume viene dedicata a chiarire «il carattere antifondazionale
che caratterizza gran parte della filosofia contemporanea» (p. 19), mentre
un discorso di tipo diverso dev’essere fatto per il pensiero moderno. In
quest’ultimo, infatti, il tema del «fondamento» era stato elaborato nel-
la prospettiva del pensiero come «trascendentale», di cui Immanuel Kant
è stato l’interprete più famoso, anche se il suo sviluppo più maturo lo
si deve al successivo idealismo e poi all’attualismo di Giovanni Gentile.
406
Mettendo a frutto la lezione di Gustavo Bontadini, l’A. intende mostrare
che «il Logos della filosofia moderna non si costituisce come una posizione
“pregiudizialmente” negativa riguardo all’affermazione dell’essere nella sua
distinzione dal pensiero e dell’Essere trascendente l’esperienza» (p. 25).
Una sezione notevole del testo – la seconda e la terza parte – accoglie
importanti riflessioni sui grandi temi dell’essere e dell’ente e, in tale contesto,
tre sono i nomi a cui Messinese fa più spesso riferimento: Platone, Aristotele
e san Tommaso. L’attenzione particolare dell’A. qui è di mostrare alcuni ele-
menti che differenziano la metafisica di Tommaso da quella aristotelica.
La quarta parte espone la dimensione «verticale» del pensiero metafisico
ed elabora la struttura di quella che è chiamata la «metafisica originaria», alla
luce della quale si ritorna sulla costituzione metafisica degli enti. Nelle Con-
clusioni del volume viene mostrata la convergenza della trattazione dell’A.
con la «metafisica dell’esperienza» teorizzata da Bontadini e viene fatto un
confronto con la «metafisicità originaria», che per Kant e per Heidegger ca-
ratterizza l’essere umano.
Lo scopo principale che Messinese si propone in questo volume viene
sinterizzato da lui stesso nell’Introduzione con questi termini: «In par-
ticolare, sarà dimostrato che la Totalità assoluta dell’essere è trascendente
rispetto alla totalità dell’essere che appare e che quest’ultima ne dipende
totalmente. Acquisendo dalla dimensione religiosa il nome di Dio per la
Totalità assoluta di cui parla la metafisica, si potrà dire che questa ha il
volto di “Dio creatore”» (p. 21).
Maurizio Schoepflin
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
DONATO PETTI
pervasiva malattia della scuola italiana». Fra le seconde, per citarne solo al-
cune, quelle di Rosmini, Gramsci, don Sturzo, Salvemini, Einaudi e Popper.
Nei 55 punti che sintetizzano le riflessioni, l’A. indica anche alcune pos-
sibili soluzioni, come l’introduzione del buono-scuola, criticato aprioristica-
mente perché in contrasto con l’articolo 33 della Costituzione, la cui interpre-
tazione da parte dei giuristi è controversa.
Annalisa Latartara
MARY L. HIRSCHFELD
408
A QUINAS AND THE MARKET.
TOWARD A HUMANE ECONOMY
Cambridge (Ma), Harvard University Press, 2018, 288, $ 45,00.
Può un teologo del Duecento guidare una riflessione cristiana attuale sull’eco-
nomia? Il libro di Mary Hirschfeld, vincitore del premio «Economia e Società» della
Fondazione vaticana Centesimus Annus pro Pontifice, lo sostiene e argomenta con
rigore. L’A., un’economista convertita al cattolicesimo e dottore in teologia, con-
duce il discorso con autorevolezza sui due versanti, senza tradire né l’uno né l’altro.
Economisti e teologi vivono in due mondi intellettuali diversi. Quale stra-
tegia può adottare la riflessione teologica per abbordare con efficacia la materia
economica? Per il teologo non si tratta né di accettare servilmente, né di limitarsi
a una critica superficiale. Prendere le distanze dal capitalismo a parole è facile, ma
il capitalismo in atto è una realtà troppo complessa per essere rifiutato o adottato
senza discussione. Hirschfeld vuole offrire «una valutazione ponderata di quanto
si può imparare o meno dagli economisti» (p. 18).
I punti di aggancio non stanno tanto nelle teorie economiche tomiste di giu-
sto prezzo o di usura, oggi superate, quanto nella riflessione di san Tommaso sulla
felicità. La ricerca della felicità è centrale nella teologia dell’Aquinate, come pure
è alla base del pensiero economico moderno: c’è dunque un terreno comune tra i
due. Ma le strade sono diverse: Tommaso valuta il progetto umano di felicità tem-
porale nella misura in cui il suo fine è volto alla felicità ultima, dove il desiderio si
sazia nel Bene infinito, che è Dio; la felicità umana persegue la perfezione, non la
soddisfazione dei desideri. Tuttavia il pensiero tomista descrive in modo realistico
l’effetto degli incentivi sulle decisioni e il valore dei beni materiali. Si fa strada così
«un’adesione critica al nostro ordine economico» (p. 27).
L’A. esamina in sei densi capitoli il pensiero economico moderno, fondato sulla
soddisfazione delle preferenze, la massimizzazione dell’efficienza e la scelta raziona-
le. L’orientamento verso un fine – la felicità per il teologo, l’utilità per gli economisti
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
COLIN CROUCH
S E IL LAVORO SI FA GIG
Bologna, il Mulino, 2019,
192, € 13,00.
AKUTAGAWA RYŪNOSUKE
«Ma il Signore Dio non è morto. E non lo è neppure Cristo. Fino a quan-
do il muschio continuerà a crescere sui muri di cemento, Dio veglierà su di
noi. Dante ha collocato Francesca nell’inferno, ma solo perché un giorno
possa essere salvata dalle fiamme. Chi si pentirà anche solo una volta o chi
vivrà anche un solo bell’istante potrà senza dubbio godere della vita eterna»
(p. 140). Questo strano incontro tra visionarietà, lettura dantesca e teologia
«personale» non è frutto della fantasia di un letterato o di un mistico dell’Oc-
cidente, magari a contatto con le visioni di William Blake o le riletture eso-
teriche di Yeats: è invece una delle riflessioni del grande scrittore giapponese
Akutagawa Ryūnosuke (1892-1927), contenute in Lucifero e altri racconti.
Si tratta di una raccolta di storie e di pensieri che hanno come oggetto l’ar-
rivo e il propagarsi del cristianesimo in Giappone tra il 1548 e il 1639, anno del-
la definitiva espulsione dei missionari gesuiti. Akutagawa rappresenta al tempo
stesso la reazione delle antiche religioni e il fascino che la nuova fede esercita su
molti giapponesi, intellettuali e non. E qui si sente la presenza della letteratura, di
tutte le latitudini, in un autore sensibile e colto come Akutagawa, che aveva ben
presenti, per esserne stato fin da bambino un avido lettore, Fëdor Dostoevskij,
Anatole France, Guy de Maupassant, August Strindberg e lo stesso Dante.
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
gli abissi più impraticabili del cuore umano: «Nessuno di noi, proprio come
i viandanti in cammino verso Emmaus, potrà fare a meno di cercare Cristo,
l’uomo che ha acceso i nostri cuori» (ivi).
Marco Testi
D OLCE È LA LUCE.
ARTE, ARCHITETTURA, TEOLOGIA
a cura di LYDIA SALVIUCCI INSOLERA -
ANDREA DALL’ ASTA
Roma, Artemide, 2019, 144, € 17,00.
413
Il titolo di questa raccolta di saggi non può che richiamare alla mente
l’importanza che la luce, come concetto filosofico, ebbe nella vita religiosa
e culturale del periodo medievale. Tra gli innumerevoli personaggi – Padri
della Chiesa, teologi, filosofi, scienziati e, non ultimi, artisti – che si occu-
parono della luce in quel millennio, vogliamo qui ricordare solo Suger, il
grande abate di Saint-Denis, che della luce – diretta o trasfigurata – fece
uno strumento della gloria di Dio. Luce trasfigurata dalla policromia del-
le vetrate dipinte del nuovo coro dell’abbazia alle porte di Parigi, suntuoso
mausoleo dei re di Francia, che egli fece costruire e che oggi rimane come
straordinaria testimonianza del protogotico transalpino.
In effetti, l’architettura gotica è trionfo della luce, sulla cui presenza e mani-
polazione si fonda la sensazione di trascendenza e smaterializzazione che si prova
entrando in una cattedrale, soprattutto del periodo rayonnant. Questo periodo
viene chiamato rayonnant, «raggiante», per la luce che attraversa, trasfigurandosi,
le grandi superfici di vetro che vanno sostituendosi alla muratura, come per sma-
terializzare la natura stessa dell’architettura, di cui rimangono soltanto gli elemen-
ti portanti essenziali (cfr la Sainte-Chapelle di Parigi, fatta costruire da Luigi IX).
Già da questi accenni si può intuire il collegamento concettuale tra arte,
architettura e teologia, che nell’età medievale nasce e si sviluppa, fino a diven-
tare uno dei temi centrali del pensiero cristiano.
Il libro si apre con un saggio di p. Dall’Asta sulla luce «naturalistica» – pren-
dendo in prestito il termine dalla letteratura – dei grandi maestri del Seicento,
in primis Caravaggio, che della luce diretta fa un elemento narrativo e, quando
occorre, di intensità drammatica, come nel caso della Vocazione di san Matteo.
Gli aspetti fisici e la definizione che la scienza moderna dà della luce sono trat-
tati da p. Gabriele Gionti, il quale in particolare esamina il passo di Gen 1,3, il fiat
lux, la luce da cui prende le mosse la storia del mondo e dell’umanità.
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
Alessandro Tomei
OPERE PERVENUTE
BIOGRAFIE ECUMENISMO
ALTAMORE G., Convoglio 53. La vera CLÉMENT O., Da Oriente. Ecumenismo,
storia di Jean Khaieté scampato alla deportazione, Europa, spiritualità, Milano, Vita e Pensiero, 2019,
Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo, 2019, 160, 200, € 15,00.
€ 18,00. SAVINA G., Formare la coscienza per affinare
BENZI O., Con questa tonaca lisa, ivi, 2019, lo sguardo. L’urgenza permanente di una catechesi
160, € 9,90. confessionale ecumenica e interreligiosa, Bologna,
CAPPELLETTO R. - STORACE E., Poveri EDB, 2019, 184, € 25,00.
noi! Don Pietro Sigurani: la rivoluzione della carità,
Milano, Paoline, 2019, 144, € 15,00.
DE VANNA U., Carlo Acutis. 15 anni di LETTERATURA
amicizia con Dio, Torino, Elledici, 2019, 128, CALASSO R., Il libro di tutti i libri, Milano,
€ 9,90. Adelphi, 2019, 556, € 28,00.
FORBICE A., Il viaggio dell’ingegner Terrone. COLAGRANDE P., La vita dispari, Torino,
Il pericoloso percorso di un coraggioso imprenditore Einaudi, 2019, 288, € 19,50.
del Sud, Milano, Guerini e Associati, 2018, 160, ERRICO A., Stretture d’ombra. Raccolte di
€ 17,00. poesie, Roma, Controluna, 2019, 64, € 9,90.
MAZZI A., Amori e tradimenti di un prete di KING CH., Gods of the Upper Air, New
strada. Autobiografia, Cinisello Balsamo (Mi), San York, Doubleday, 2019, 434, $ 30,00.
Paolo, 2018, 160, € 9,90. LACKBERG C., Donne che non perdonano,
Padre Geremia Arosio. Memorie 1934-1976 Torino, Einaudi, 2018, 144, € 14,50.
dalla Cina e dal Brasile (L. VACCARO), Gorle POZZI A., A cuore scalzo. Poesie scelte (1929-
(Bg), Velar, 2018, € 10,00. 1938), Milano, Àncora, 128, € 12,00.
SUOR EMMANUELLE, Sono una delle RIMI M., Le voci dei bambini. Poesie 2007-
donne più felici della terra, Cinisello Balsamo (Mi), 2017, Milano, Mursia, 2019, 84, € 15,00.
San Paolo, 2019, 160, € 9,90. SINGER I. B., Il ciarlatano, Milano, Adelphi,
VALOTA S., Luigi Melesi. Prete da galera, ivi, 2019, 270, € 20,00.
2019, 288, € 9,90. TAMBURINI A. M., Margherita Guidacci.
La poesia nella vita, Roma, Aracne, 2019, 300,
ECCLESIOLOGIA € 18,00.
VACCA R., Nuovi elzeviri, Milano, Vita e
MARENGO G., La nascita di un’enciclica. Pensiero, 2019, 200, € 15,00.
«Humanae vitae» alla luce degli Archivi Vaticani,
Città del Vaticano, Libr. Ed. Vaticana, 2018, 288,
€ 15,00.
POLITICA
SABBADIN G., La Chiesa, trasfigurazione LA PIRA G., Scritti giovanili (P. A.
della prima creazione. L’ecclesiologia come principio CARNEMOLLA), Firenze, Firenze University
di lettura unitaria della teologia di Jean Daniélou, Press, 2019, 136, € 27,00.
Roma - Milano, Pontificio Seminario Lombardo - PENNISI M. – SAMMARTINO C.,
Glossa, 2019, XV-664, € 46,00. Dialogo sulla corruzione. Giustizia e legalità,
SAPIENZA L., La barca di Paolo, Cinisello impegno per il bene comune, Napoli, Editoriale
Balsamo (Mi), San Paolo, 2018, 240, Scientifica, 2019, 160, € 15,00.
€ 16,00.
Volto (Il) dei volti Cristo. Cristo e il
volto della Chiesa sua sposa (ISTITUTO VARIE
INTERNAZIONALE DI RICERCA SUL CARFORA A., Mediterraneo. Prospettive
VOLTO DI CRISTO), Gorle (Bg), Velar, 2019, storiografiche e immaginario culturale, Trapani, Il
250, s.i.p. Pozzo di Giacobbe, 2019, 80, € 10,00.
NOTA. Non è possibile dar conto delle molte opere che ci pervengono. Ne diamo intanto un annuncio
sommario, che non comporta alcun giudizio, e ci riserviamo di tornarvi sopra secondo le possibilità e lo
spazio disponibile.
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LINGUA ITALIANA
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