Sei sulla pagina 1di 32

free press

all’interno
programmazione
BILLY
RIVISTA CINEMATOGRAFICA ROMAGNOLA
SEDICICORTO
4-10 ottobre 2010

rubriche
François Truffaut
Nightmare
Stand by me
Gus Van Sant
in sala
Somewhere attualità
Inception SEDICICORTO
La solitudine International Film
dei numeri primi Festival 2010
L’ultimo dominatore London FrightFest 2010
dell’aria 63o Festival del Film

l’età
Locarno
edizione

retropolis
I ragazzi selvaggi

dell’innocenza
numero 26 settembre 2010
BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010 FILOROSSO INDICE 3

filorosso Billy - Rivista cinematografica romagnola


Numero 26 Settembre 2010

Rivista fondata da Ilario Gradassi.

il giovane
Direttore: Matteo Lolletti
Vicedirettore: Michelangelo Pasini
Caporedattore: Chiara Tartagni
Scrivono Marco Bacchi, Barbara De Caro,

Billy
Chiara Faggiano, Francesco Garoia, Matteo
“Lier” Lelli, Matteo Lolletti, Luigi Palmirotta,
Michelangelo Pasini, Alberto Semprini, Dario
Stefanoni, Chiara Tartagni
Editor: Cecilia Benzoni
Grafico: Stefania Montalti
Editore: Sunset Soc. Coop.
Sede: Viale Salinatore 50, Forlì
Periodico mensile.
Autorizzazione del Tribunale di Forlì n° 22/010
Dopo la sofferta, lunga e calda pau- l’altro. Per questo, inoltre, abbiamo del 19/05/10.
Direttore Responsabile: Lisa Tormena
sa estiva, BILLY torna nelle vostre deciso di svolgere il resto del nu-
mani con un numero molto partico- mero attraverso le tante forme del
lare. Da sempre attenti a quanto passaggio, in quella strana zona
accade sul territorio, abbiamo de- del crepuscolo che può essere la
ciso di dedicare uno spazio giusta- crescita, intesa soprattutto come La rivista è rilasciata con licenza Creative Com­
mente ampio a uno dei festival di un percorso di formazione a vol- mons - Attribuzione - Non commerciale - Non
cortometraggi più importante del te doloroso, più spesso eccitante, opere derivate 2.5 Italia. Ogni volta che usi o
distribuisci quest’opera, devi farlo secondo i
nostro paese (inteso come Italia), in un modo o nell’altro comunque
termini di questa licenza, che va comunicata
di cui spesso si parla più all’ester- imprescindibile. Questo perché con chiarezza. In ogni caso, puoi concordare col
no che all’interno del nostro terri- anche BILLY sta crescendo, e la titolare dei diritti utilizzi di quest’opera non con-
torio (inteso come Romagna): il crescita è sempre un passaggio, a sentiti da questa licenza. Questa licenza lascia
impregiudicati i diritti morali.
Sedicicorto International Film Fe- suo modo luttuoso. Per il cinema,
http://creati­v ecommons.org/licenses/by-nc-
stival, giunto alla sua settima edi- diciamocelo, è la stessa cosa; e re- nd/2.5/it
zione. Noi crediamo, infatti, che la state all’erta, perché il BILLY, come
crescita di un popolo, ci passere- il cinema del resto, vi sta preparan- Copertina: Somewhere ©2010 Focus Features
te questo termine tra il desueto e do grandi sorprese...
billy.rivistacinematografica@gmail.com
l’abusato, passi anche attraverso http://billyrivistacinematografica.blogs.it/
la capacità d’immaginare altro, o Matteo Lolletti myspace facebook issuu scribd

FILOROSSO RETROPOLIS RUBRICHE


Viaggio al termine della notte 3 I ragazzi selvaggi 13 Cattivi maestri Il silenzio sul mare 20
Sweet Sixteen 14 THE FILMGAMER Sopravvivere
Doom Generation 14 all’adolescenza 21
Billy attualità Kids 15 horror politics Il martirio
SEDICICORTO 4 Avere vent’anni 15 dell’adolescenza 22
Intervista a Nicola Vandi 6 ciNERDmatografo Piccoli Grandi Eroi 23
London FrightFest 7 CINELetteratura Stand by me. La
Festival di Locarno 8 VETRINA linea d’ombra 24
SEDICICORTO 7th INFF Forlì 16 in costume Orlando o dell’arte 25
4-10 Ottobre 2010 d’imparare
IN SALA psicovisioni An Education 26
Somewhere 9 cose serie Lo schermo totalitario 27
Inception 10 BORSINO I soliti ignoti Adolescenza isterica 29
La solitudine dei numeri primi 11 Borsino 18 garroyo e i suoi fratelli Io cresco,
L’ultimo dominatore dell’aria 12 tu cresci, egli Spielberg 30
La Posta del Capp’tano 31
seconda visione
Toy Story 3 19
4 BILLY ATTUALITÀ 16 CORTO BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010

Far East
«il festival è una
sontuosa vetrina
di qualità cui
partecipano autori
provenienti da ogni
continente, nonché la
manifestazione italiana
nel suo genere che
conta più iscritti»

cos’è
The Ground Beneath ©2009 Passion Pictures

di
CHIARA
TARTAGNI

puro c
Per una settimana, dal 4 al 10 ottobre, a Forlì si e farsi conoscere, con ben 4.220 cortometraggi
respirerà cinema: prende il via la settima edizione in rappresentanza di 108 paesi. Eppure, benché
del SEDICICORTO International Film Festival, sia uno dei rari e più rilevanti concorsi di questa
concorso internazionale di cortometraggi. Sì, categoria in Italia, il SEDICICORTO è rimasto a
cinema: perché il corto non è che un film in piena lungo ignoto alla maggior parte degli stessi forlivesi:
regola, la cui durata non supera i trenta minuti e nel corso del tempo, grazie all’alto merito delle
che esplora svariate tipologie cinematografiche proposte, nonché alla diffusione del cortometraggio,
con mezzi e linguaggi peculiari. Fondato, diretto, non più arte di nicchia, anche i numeri del pubblico
letteralmente nutrito dall’entusiasmo di Gianluca partecipante sono decisamente aumentati. Non
Castellini e codiretto con altrettanta dedizione da a caso, i più importanti festival cinematografici
Nicola Vandi, il festival è una sontuosa vetrina di al mondo presentano premi per il miglior corto:
qualità cui partecipano autori provenienti da ogni dall’Oscar Academy alla Mostra Internazionale d’Arte
continente, nonché la manifestazione italiana nel Cinematografica di Venezia, dal Festival di Cannes
suo genere che conta più iscritti. La passione e a quello di Berlino, solo per fare alcuni nomi. Nelle
la volontà di sperimentazione che animano gli edizioni passate il SEDICICORTO ha potuto vantare
organizzatori hanno fatto sì che filmmakers di la presenza di opere nominate nelle manifestazioni
grande valore abbiano scelto Forlì per conoscere sopra citate e perfino vittoriose agli Academy
BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010 BILLY ATTUALITÀ SEDICICORTO 5
Awards, a testimonianza di un pregevolissimo Canciani, autore di cortometraggi e organizzatore
livello qualitativo, confermato da una tra le sfide più dell’International Short Film Festival Winthertur,
appassionanti: la compresenza di nomi sconosciuti Ismael Martìn, coordinatore del Madrid en corto, una
agli eserciti cinefili e registi di conclamata fama, delle più valide vetrine di corti in Spagna, Thomas
come Gabriele Salvatores, Paolo Sorrentino, Martinelli, giornalista specializzato in cinema
Ermanno Olmi. Sei sono le sezioni competitive d’animazione per Il Manifesto. È inoltre con un certo
all’interno delle quali gli autori si contenderanno il orgoglio che annunciamo la nascita del premio,
premio 16ORO: FictionWorld e FictionItaly, dedicate aperto a tutte le categorie, che il nostro BILLY,
al cinema di fiction, Cortoonia, che proporrà cinema media partner e responsabile del daily ufficiale della
d’animazione, CortoLab, che comprende film manifestazione, attribuirà al miglior film secondo
sperimentali, D/O/C per i documentari ed Express il giudizio redazionale. Questa settima edizione
per film d’ogni genere che non superino la durata è dedicata, come in passato è accaduto per altre
massima di cinque minuti. Sono inoltre previste grandi figure, all’indimenticabile Anna Magnani, che
categorie fuori concorso, come Corteggianti, Fokus, sarà oggetto di un omaggio a cura del Cineclub
Bebisciort, che propone corti d’animazione rivolti forCine e di una mostra allestita presso Palazzo
ai più piccoli, e CortoInLoco, dedicata ai registi Albertini in collaborazione con il Centro Cinema
romagnoli, nonché conversazioni con gli autori, allo Città di Cesena. Le proiezioni dei cortometraggi
scopo di approfondirne la poetica e l’ispirazione. avverranno non soltanto nelle sale dell’ormai
Questa edizione 2010 sarà da ricordare anche familiare Auditorium Cariromagna, ma anche presso
per i prestigiosi nomi che compongono la giuria il Centro Polifunzionale de la Fabbrica delle Candele,
di qualità, presieduta da Umberto Lenzi, celebre dedicato alla creatività delle giovani leve culturali e
maestro del poliziesco all’italiana (fra i suoi titoli, messo a disposizione dal Comune di Forlì. Dopo un
autentici oggetti di culto che contano tra i propri impegno organizzativo e una devozione che hanno
fan anche Quentin Tarantino, Milano odia: la polizia coperto l’intero anno, il SEDICICORTO International
non può sparare e Roma a mano armata): il regista Film Festival è pronto a stupirci e incantarci ancora
Emidio Greco, Emiliano Fasano, consulente per una volta, con l’ambizione di imprimere nella nostra
l’animazione di Sottodiciotto Film Festival, John memoria minuti di puro cinema, pura emozione.

un corto?
cinema
6 BILLY ATTUALITÀ SEDICICORTO BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010
Passing Time, ITA 2010 Laura Bispuri

«Nato nel 2004, giusto alla vigilia di


questa nuova ondata di crisi, credo che
SEDICICORTO debba il suo successo
proprio alla capacità di conciliare
le poche risorse disponibili con la
costruzione di palinsesti di qualità»

intervista a Nicola Vandi


codirettore di SEDICICORTO
a cura di
Formigas, Brazil 2009, Caroline Okoshi Fioratti

BARBARA DE CARO
di settore. Solo i migliori corti – circa un centinaio
– rientrano nella rosa degli invitati. La grande
partecipazione registrata negli ultimi tre anni, infine,
ha fatto del SEDICICORTO un “Festival dei Record”
che attrae sempre più pubblico.
SEDICICORTO tra dieci anni: sogni e speranze.
Con gli anni l’aspetto tecnologico sarà sempre più
Cosa significa fare un festival in tempo di crisi? determinante. Si aprirà una nuova frontiera in cui
Il senso si può trovare in una sorta di stoico solo chi disporrà di una strumentazione adeguata
romanticismo, ma c’è un elemento ulteriore che ci potrà raggiungere i risultati sperati. Formati e
spinge a portare avanti l’iniziativa: l’idea di essere supporti video subiranno delle modifiche. Ci si
una novità nel panorama nazionale, con un valore interrogherà sul valore della pellicola e sui nuovi
riconosciuto da pubblico e addetti ai lavori. È circuiti di distribuzione. Per quel che riguarda i
proprio l’unanime apprezzamento del progetto da festival, credo che per molti il prossimo decennio
parte dei nostri ospiti – che è emerso in questi anni sarà quello della chiusura: la crisi asfissierà le
dai “questionari di soddisfazione”– a stimolare la realtà incapaci d’adeguarsi all’innovazione. Quanto
costante ricerca di opere di valore. Nato nel 2004, al SEDICICORTO non so cosa ne sarà. Tutto ciò
giusto alla vigilia di questa nuova ondata di crisi, che ci si augura, al momento, è il mantenimento di
credo che SEDICICORTO debba il suo successo un equilibrio finanziario per affrontare gli eventuali
proprio alla capacità di conciliare le poche risorse “cataclismi”.
disponibili con la costruzione di palinsesti di qualità.
SEDICICORTO si è imposto nella scena
internazionale. Qual è la sua carta vincente?
La forza del SEDICICORTO si può sintetizzare
in tre termini: formula, ricerca e partecipazione.
Con formula mi riferisco alla struttura del
festival, impostata in modo da proporre più tipi
d’espressione filmica, dal documentario alla fiction.
La ricerca è quella dei film più acclamati nei festival
internazionali. È l’impegno di un anno intero, che
si basa su aggiornamenti periodici su web e riviste
Corp à Corp, France 2009 Julien Ralanto
«Lo status di star è praticamente azzerato:
BILLY
dentroNUMEROal26 cinema
SETTEMBRE 2010
c’è solo un mucchio BILLY ATTUALITÀ FRIGHTFEST 7
di appassionati del genere che vuole
spaventarsi, ridere, soffrire e divertirsi
insieme davanti a dei bei film»

The Loved Ones ©2009 Ambience Entertainment, Omnilab Media, Madman Entertainment

i 5 macabri giorni del FrightFest londinese

brividi! urla! terrore!


di MATTEO LIER LELLI

Il 26 agosto BILLY è a Leicester Square, nel Dawn: presentarlo come l’erede del ciclo La Casa
cuore di Londra, e sa che presto assisterà a orrori di Sam Raimi dovrebbe essere un crimine punito
indescrivibili, ma il bagno di sangue che lo attende con l’ergastolo), la quasi totalità dei film presentati è
dentro all’Empire Cinema è superiore a ogni più stata a dir poco interessante, e il festival ha coperto
rossa aspettativa! Una maratona di film horror senza il genere in tutte le sue declinazioni: dallo slasher
tregua, in un’atmosfera a dir poco surreale: tra una (Hatchet 2) al trash (Alien Vs. Ninja), dal thriller (After
proiezione e l’altra BILLY ha modo di stringere la Life) al giallo (Amer), dallo zombesco (The Dead)
mano a Jason (Kane Hodder, che lo incarna dal al grottesco (The Loved Ones, in assoluto il miglior
1988), chiacchierare amabilmente con Neil Marshall film del festival), fino all’horror celtico (Outcast) e
(The Descent, Doomsday), complimentarsi con al road movie fantascientifico (Monsters). Non è
Jake West (Doghouse), farsi fare un autografo da stato proiettato, per problemi di censura (il BBFC
Tobe Hooper (Non aprite quella porta, Poltergeist). aveva richiesto almeno 46 tagli), il provocatorio A
Tutti i registi horror inglesi sono presenti, e sono Serbian Film, sostituito a sorpresa dal bellissimo e
seduti in mezzo al pubblico, anzi, sono il pubblico. claustrofobico Buried. Alla straordinaria riuscita di
Lo status di star è praticamente azzerato: dentro questa undicesima edizione del festival hanno senza
al cinema c’è solo un mucchio di appassionati del dubbio contribuito la breve retrospettiva su Tobe
genere che vuole spaventarsi, ridere, soffrire e Hooper, resa particolarmente interessante dalla
divertirsi insieme davanti a dei bei film. Nelle due proiezione del suo primo film (l’altrimenti introvabile
sale prese d’assalto si sono susseguite in soli trip d’acido Eggshells) e la sensazionale chiusura
cinque giorni più di 35 proiezioni, di cui buona parte con The Last Exorcism prodotto da Eli Roth: un
in anteprima europea. Se non sono mancate le pur thriller soprannaturale in point of view sinceramente
rare perdite di tempo (una su tutte, Damned By disturbante e davvero ben confezionato.
8 BILLY ATTUALITÀ LOCARNO BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010

«La 63a edizione del


festival di Locarno si
ricorderà soprattutto
per l’eterodossia
e il coraggio delle
scelte adottate dal
marsigliese Olivier
Père, neodirettore
dallo spirito
orgogliosamente
cinéphile»

Womb ©2010 Peter Szatm·ri

63° Festival del Film


Locarno
La 63a edizione del festival di Locarno si ricorderà
soprattutto per l’eterodossia e il coraggio delle scelte
adottate dal marsigliese Olivier Père, neodirettore
DARIO
STEFANONI
di

cinese. Nel variegato programma, accanto alla


retrospettiva semi-integrale dedicata al maestro
della commedia classica Ernst Lubitsch e a tanti
dallo spirito orgogliosamente cinéphile. Sorprende altri omaggi collaterali ad attori (Chiara Mastroianni
innanzitutto la folta schiera di film di genere, e John C. Reilly) e cineasti (da Jean-Marie Straub
solitamente poco avvezzi alle grazie festivaliere, a Emmanuelle Demoris, passando per Rogério
tra cui spicca il chiacchierato L. A. Zombie. Bandito Sganzerla e Jia Zhang-ke), non mancano conferme
dai festival australiani con l’accusa di inneggiare come The Ugly Duckling del maestro russo Garri
alla necrofilia, l’ultimo film-scandalo del queer hero Bardin, tchaikovskiana versione in stop-motion
canadese Bruce LaBruce è un delirante porno- del Brutto Anatroccolo, o, da tutt’altra parte, il
horror invertito di senso e di sesso, dove il révenant melodramma fantascientifico Womb firmato dal
del titolo anziché contagiare i vivi ne resuscita i giovane Benedek Fliegauf (tra i nomi di punta,
cadaveri tramite coito salvifico. Si aggiungono a con György Pálfi, del nuovo cinema ungherese),
tenergli compagnia il tedesco Rammbock, livido qui alle prese con la storia di una giovane vedova
zombie-movie sull’accelerata falsa riga di 28 giorni (interpretata da Eva Green) giunta al punto di farsi
dopo, il britannico Monsters, road movie sci-fi a impiantare nell’utero il clone del marito morto.
basso budget, e l’americano Rubber, bislacco Infine, tra gli italiani, oltre all’atteso Pietro di
horror parodico con protagonista un pneumatico Gaglianone, sommesso dramma neorealista volto
assassino. Ad aggiudicarsi il Pardo d’Oro 2010 a indagare il punto di vista di un ritardato mentale, è
è però Han Jia (Winter Vacation), indolente doveroso citare anche il pamphlet documentaristico
racconto adolescenziale paragonato per stile a Io sono Tony Scott, ovvero come l’Italia fece fuori
Solondz e Kaurismaki, in grado di ribadire ancora il più grande clarinettista del jazz, secondo film di
una volta la ritrovata vitalità della cinematografia Maresco dopo il divorzio da Ciprì.
BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010 RECENSIONI IN SALA 9
«Johnny’s an American» bisbiglia- a una gabbia. Illuminato da un’in- sguardo – e luoghi freudianamente
va il visionario Duca Bianco sul fi- segna rossa e affollato da merci a perturbanti – il viaggio in Italia, grot-
nire dello scorso millennio. Dotato lui similari, il “negozio” che lo ospita tesco paese d’origine – l’arrivo della
di origini, fobie e desideri affini al ha la forma di un castello (Château piccola Cleo ha sul padre (e sul film)
suddetto yankee, il protagonista di Marmont, celebre hotel losangelino) un effetto epifanico. Ospite Inatteso
Somewhere, vincitore del Leone ma tutte le caratteristiche di un giro- e Adorabile che «è venuto, se ne è
d’Oro 2010 alla Mostra del Cinema ne infernale. Un labirinto dall’atmo- andato e forse non tornerà mai più»
di Venezia, condivide con l’antieroe sfera onirica nel quale l’unità spazia- (Rimbaud), l’undicenne ristabilisce
di I’m Afraid of Americans molto le e la ciclicità temporale fanno della il legame tra la stella (de)cadente
più di un comune nome di battesi- coazione a ripetere il principio-guida e la realtà. Il cibo, meglio se dolce
mo. Bello per natura e dannato per di una vita noiosa e insostenibile. In- e nutriente, con lei sostituisce alco-
necessità, il divo hollywoodiano, al corniciato da due soglie dall’altissi- ol e stupefacenti. Il gioco, digitale
quale Stephen Dorff presta un volto mo valore simbolico ma dall’impatto (GuitarHero) o meno (il ping pong),
e un corpo giustamente stereotipa- spettacolare pressoché inesistente, attenua la dipendenza dal sesso.
ti, è vittima del microcosmo che lo l’ultimo film di Sofia Coppola raccon- L’acqua, onnipresente simbolo di
ingloba né più né meno della stra- ta il faticoso abbandono di quest’in- vita, si manifesta infine sottoforma di
lunata figura bowiana. “Made in the cubo. L’attraversamento del purga- lacrime. Toglie del fumo inutile dagli
Usa” – tatuato a chiare lettere sul torio che porta alla maturità, propo- occhi e spinge a fuggire. Ovunque
suo bicipite – e fiero d’esserlo, come sto dal testo, è in salita e scandito (somewhere, appunto) purché guar-
qualunque altro oggetto di consumo da tappe e figure allegoriche. Tra dando avanti.

somewhere
Johnny si lascia vivere, esposto in donne fintamente angelicate – more
una casa-vetrina che somiglia tanto e castane meritano poco più di uno Barbara De Caro

USA 2010 Sofia Coppola (reGIA E scENEGGIATURA)

Somewhere ©2010 Focus Features


«Ospite Inatteso e Adorabile che “è
venuto, se ne è andato e forse non
tornerà mai più” (Rimbaud), l’undicenne
ristabilisce il legame tra la stella
(de)cadente e la realtà.»

in sala
recensioni dei
film in uscita
in Italia nel
Settembre 2010
10 RECENSIONI IN SALA BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010

«Ottimo cast, bellissima fotografia, un film superlativo dal lato tecnico, ma una
sceneggiatura noir con un po’ troppi cunicoli in cui perdersi»
Inception, Photo by Steven Vaughan, ©2010 Warner Bros. Pictures

Usa/GB 2010 Christopher Nolan (r. e sc.)

inception
Vi è mai capitato di uscire dal cinema
favorevolmente colpiti ma un po’
attorialmente), Di Caprio si ritrova
a essere una sorta di spia che
Prestige, dove i protagonisti erano
vittime di illusioni nelle illusioni e il
storditi da una pellicola roboante opera all’interno dei sogni delle sue loro percorso portava alla scoperta
e caleidoscopica per poi ripensarci vittime. Ma come in ogni noir, è il del nodo gordiano di tutta la vicenda,
il giorno dopo? A ben vedere il dramma interiore del protagonista qui Di Caprio/ Cobb possiede già
cinema di Nolan funziona proprio a farsi spazio, anche se quello di la soluzione al suo problema ma
così. Con Memento, The Prestige Di Caprio sembra stranamente manca di coraggio per poterla
e Dark Knight, il regista imbastisce simile a quello del suo personaggio affrontare. Nolan sembra portarci
uno spettacolo imponente e già visto nella recente pellicola dall’altra parte del gioco delle
multiforme, una sorta di giostra scorsesiana Shutter Island. Il illusioni spiattellandole sul tavolo
nella quale una sceneggiatura, visionario di Nolan non è mai come carte scoperte di un gioco
molto pesante e piena di tranelli, astratto, vuole sempre trovare delle che funziona bene ma sembra
si mescola a invenzioni visive e basi solidamente “realistiche” sulle avere qualche regola di troppo per
narrative davvero stupefacenti. quali reggersi. I sogni di Inception essere apprezzato appieno. Come
Inception non fa eccezione. Ottimo non sono per niente onirici o in Dark Knight, l’accumulo di idee e
cast, bellissima fotografia, un film dominati dal caos, anzi rispettano di cunicoli appesantiscono un po’ il
superlativo dal lato tecnico, ma una serie di regole rigidissime e tutto, togliendo credibilità all’intera
una sceneggiatura noir con un po’ (anche quando sforano un attimo struttura della sceneggiatura.
troppi cunicoli in cui perdersi. Per nel metafisico) colpiscono duro, Malgrado ciò lo spettacolo tiene e
la precisione, Inception è un noir come se l’inconscio umano fosse la giostra gira senza troppi intoppi.
dell’inconscio dove, il sempre più una perfetta macchina da noir.
imponente (sia fisicamente che Al contrario di Memento o di The Alberto Semprini
BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010 RECENSIONI IN SALA 11
«La decisione,
coraggiosa, di mettere
in scena uno dei libri più
letti degli ultimi anni si
traduce in scelte
estetiche e registiche It, Fr, Ger 2010 Saverio Costanzo
del tutto spiazzanti» (r. e sc.) Paolo Giordano (sc.)

la solitudine dei
La solitudine dei numeri primi ©2010 Wildside e Medusa film

numeri primi
Il ritorno di Saverio Costanzo dietro periodi diversi e mescolandoli con un drastico stravolgimento fisico,
alla macchina da presa non colpirà continui flashback e flashforward mantenendo le distanze o addirit-
certo per l’originalità della storia, or- restituendoci, in questo modo, il tura allontanandosi l’uno dall’altra
mai nota a tutti, dei protagonisti del caos e la solitudine dei protago- anche fisicamente. Distanti anche
libro omonimo di Paolo Giordano. nisti. In seguito ci mette davanti nel lungo finale del film, circa venti
La decisione, coraggiosa, di met- quello che sembrerebbe, stilistica- minuti senza uno scambio di battu-
tere in scena uno dei romanzi più mente, un horror (si rivedono con te, in cui si ripercorrono traumi e si
letti degli ultimi anni si traduce in facilità sia Carpenter che un Dario affrontano problemi, cui mai si è po-
scelte estetiche e registiche del tut- Argento d’annata) che ci immerge sto rimedio, nel tentativo di emanci-
to spiazzanti, ma che contribuisco- nel dolore-orrore del film, nell’ina- parsi dal dolore, di cancellare ferite
no a creare un rapporto simbiotico deguatezza che emerge di fronte che il tempo ha reso più profonde,
sia coi personaggi che con il film alle situazioni cui, per tutta la vita, nella speranza di abbattere quei
stesso. Costanzo, in prima battu- i personaggi rispondono alzando muri e riscoprirsi meno lontani.
ta, destruttura la linea cronologica muri con l’esterno, autopunendosi
degli eventi distribuendoli in quattro con gesti di autolesionismo e con Marco Bacchi

PIANETAROSSO
EDICOLA

fumetti - riviste internazionali - dvd italiani e di importazione

via Zamboni 24/G - Bologna - Tel 051.230171


12 RECENSIONI IN SALA BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010

«pochi i personaggi di
spessore, molti i buchi
nella storia. Inutile,
infine, il 3D aggiunto in
postproduzione»

The Last Airbender © 2010 Paramount Pictures Corporation. All Rights Reserved.

l’ultimo
quanto mai tiepida al botteghino, crescere, di affrontare responsabilità
e infine E venne il giorno ha fatto che insieme nobilitano e terrorizzano.
storcere il naso persino ai suoi più Anche nell’estetica da manga

dominatore
agguerriti sostenitori. Flop clamoroso giapponese, nell’ambientazione
si è rivelata al box office americano fantastica e nell’uso spettacolare
anche questa sua ultima fatica. Il delle arti marziali la pellicola non si
film è il fedelissimo adattamento discosta minimamente dalla fonte

dell’aria
cinematografico di Avatar – The televisiva. Eppure qualcosa non
Last Airbender, cartone animato di funziona, e le immagini meravigliose
grande successo. Come la serie, il di templi esotici, lande ghiacciate
film racconta le avventure del piccolo e minacciose navi da guerra che
Aang, l’ultimo discendente del Popolo il regista continuamente regala
USA 2010 M. Night dell’Aria, che deve difendere il mondo non bastano a risollevare un film
Shyamalan (r. e sc.) dalla sete di conquista della bellicosa destinato a crollare insieme alla sua
Nazione del Fuoco: entrambi sono approssimativa sceneggiatura: pochi
Shyamalan ormai deve averci fatto elaborate fiabe dedicate a tutti i i personaggi di spessore, molti i
il callo: già con The Village pubblico bambini che sognano di compiere buchi nella storia. Inutile, infine, il 3D
e critica hanno iniziato a mostrarsi grandi imprese senza l’aiuto dei loro aggiunto in postproduzione.
scettici nei suoi confronti, Lady in genitori, una chiara metafora che
the Water ha avuto un’accoglienza parla della paura e del desiderio di Matteo Lier Lelli

via della Repubblica 16/B 47034


Forlimpopoli Tel. 0543-747108

info@locandaallamano.it
www.locandaallamano.it
La decima vittima, foto da http://pervasivegames.wordpress.com/ ©1965 Champion C. C. (Italia), Les Films Concordia (Parigi)

i ragazzi selvaggi

sweet sixteen

Kids ©1995 Kids N.Y.I.I.C. All Rights Reserved.


doom generation
kids
avere vent’anni

retropolis
La crescita declinata al cinema, è spesso sinonimo di dolore, abbandono
e lutto. Ha frequentemente un sapore malinconico, come se la settima arte
avesse fatto suo l’adagio di Cesare Pavese: «sono malato d’infanzia e di ricordi».
Eppure l’infanzia al cinema raramente è gioia e spensieratezza, più spesso è
un periodo negato, contraddetto in ciò che aspira a essere, violento e feroce.
La formazione, nel cinema più recente, non è solo e non tanto una fotografia
generazionale, quanto piuttosto l’impossibilità della scelta, la confusione supina
di un esistente che si mostra immodificabile, in cui si naufraga a un passo
dalla riva dove la differenza tra colpa e martirio è labile. Così i sedici anni di
Ken Loach, nominalmente dolci, sono invece brutali nella suburbia disperata
di Glasgow, mentre la Doom Generation di Araki si schianta in una sessualità
indifferente e violenta, i Kids di Clark contagiano gli amici in un’inerzia tossica e
complice, e per Di Leo i vent’anni non sono l’età più bella della vita...
Matteo Lolletti
14 RECENSIONI RETROPOLIS BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010

Sweet Sixteen ©2002 Lions Gate Films

per emanciparsi ci vuole denaro, che


si può ottenere solo legandosi a ciò
di cui ci si vuole liberare. È questo
il tipo di speranza che Loach nega
a protagonisti e spettatori. Quella
di uscire da una condizione sociale
a cui sembra essere predestinati.
Il film, che vale allo sceneggiatore
Paul Laverty il premio per la

sweet sixteen
miglior sceneggiatura alla 55esima
edizione del Festival di Cannes,
stupisce per la capacità del regista
di girare un’opera dallo sguardo
profondamente critico evitando
però di cadere nel film a tesi. Mauro
Gervasini per celebrare il carattere
dicotomico della pellicola definisce
2002 GB Ken Loach (r.), Paul Laverty (sc.) Ken Loach «un militante puro, con
un occhio schierato e un’idea di
«La peggiore specie di speranza una totale sfiducia verso il futuro, mondo netta, chiara, trasparente»
è la falsa speranza». Così Ken puntualmente confermata da una (Mauro Gervasini, Film Tv, 25
Loach commenta l’atmosfera che società che non solo non investe Febbraio 2003). Come a dire che
si respira nel suo Sweet Sixteen. sui giovani, ma che li costringe Sweet Sixteen è sicuramente un
E continua sostenendo che l’unica a sopravvivere dentro un vizioso film schierato, ma con personaggi
speranza che possono avere i circolo di paradossi. Liam per talmente larghi e pieni, da farsi
ragazzi protagonisti nel film è quella allontanare la sua famiglia da droga sguardo puro sulla realtà.
data dal loro ingegno e dalla loro e malavita è costretto ad avvicinarsi
determinazione. Accomunati da a quel mondo di perdizione. Perché Michelangelo Pasini

The Doom Generation ®1995 O.G.C. The Teen Angst Movie Company

Secondo film della Teenage Apocalypse Trilogy, Doom Generation


precede Ecstasy Generation e segue Totally F***ed Up. Gregg Araki
1995 Gregg Araki (r. e sc.) nel 1995 sopperiva alla mancanza di maturità stilistica dimostrata poi
con, tanto per citarne uno, Mysterious Skin con una propensione alla
sperimentazione e alla citazione che impediscono allo spettatore di
tirare il fiato. I personaggi interpretati da James Duval e dalla bellissima
e quasi esordiente Rose McGowan (dodici anni prima di essere
portata alla ribalta internazionale da Tarantino e Rodriguez nel loro
double feature celeberrimo) dovrebbero essere la rappresentazione
del disagio giovanile, della tendenza all’eccesso e della mancanza
di un qualsiasi punto fermo che esuli dallo sballarsi senza un meta,
ma sono l’emblema di un cinema post moderno ed ultrapop che
preferisce stupire e allucinare lo spettatore piuttosto che turbarlo.
Con una sceneggiatura che occhieggia a La donna del bandito di
Nicholas Ray e una messa in scena che appare come un Pulp
Fiction (uscito solamente l’anno precedente) girato e visionato
in perenne stato lisergico, Araki sembra cavalcare il

doom generation
dibattito sui giovani votati al nulla più assoluto, tendenti
all’autodistruzione di una generazione mai maturata,
e nel farlo riesce a non cadere nello stereotipo: o
meglio ne enfatizza con piglio surreale ogni elemento
caratterizzante riuscendo a imbastire una riflessione
che non solo evita la banalità, ma stupisce, perplime,
accusa e soprattutto diverte.

Michelangelo Pasini
BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010 RECENSIONI RETROPOLIS 15
1995 Larry Clark (r.), caustici e iperrealisti di chiara marca si separano, sfiorandosi solo con il
Harmony Korine (sc.) koriniana. Ma, ironia della sorte, tardo Ken Park. Da una parte, un

kids
“il Grande Film Adolescenziale”, cinema morbosamente affascinato
Non diversamente dai belli e come amava definirlo Clark stesso, da riti e miti adolescenziali, con il
dannati di Van Sant, qui presente finì risucchiato dallo stesso hype suo inevitabile riporto di estetismo
in veste di produttore, i kids di Larry costruito sopra e attorno all’opera, stantìo; dall’altra, uno stile ben più
Clark e Harmony Korine (autore di modo che la sua vis polemica finì controverso e implacabile. Kids
diciannovenne dello script) si per appiattirsi a vuota stilistica, con ne sancì l’effimero e paradossale
perdono in un edonismo mortifero, i ragazzi coinvolti nel film – tutti non compromesso.
tentati da un baccanale definitivo da professionisti – assurti, in breve, a
cui uscire esanimi. Credibile tanto divi. Da lì, le strade di Clark e Korine Dario Stefanoni
nella descrizione delle sottoculture
giovanili quanto nella messa in scena Kids ©1995 Kids N.Y.I.I.C. All Rights Reserved.

di un microcosmo gratuitamente
brutale e abbandonato dall’autorità
genitoriale, Kids cerca e trova
il realismo ad altezza teenager.
Glaciale, desolante, cattivo, mira a
sventrare le consuete levità da teen
movie con l’inquietudine ferina e
spietata di ragazzi nati vecchi, isterici
assertori di omofobia e razzismo,
usi a droghe ed eccessi di ogni tipo.
Lo sguardo insieme estetizzante
e clinico di Clark, intento – non
senza un vago compiacimento – a
indagare tra le pieghe dei giovani
corpi, sa coniugarsi con i toni

avere vent’anni
Gloria Guida e Lilli Carati, divette gradevole agli occhi una fuga dalla
sexy al top, dividono la scena per realtà tutta autostop, saccheggi di
la prima volta. Si conoscono in riva minimarket e vita nelle comuni. Tra
al mare, si dichiarano «giovani, nudi integrali, linguaggio scurrile
belle e incazzate», lamentano e slogan politici, Di Leo riparte da
«Avevo vent’anni. Non permetterò l’assenza di maschi e agitano al I ragazzi del massacro e Brucia
a nessuno di dire che questa è la vento le grazie, gustandosi a pieno ragazzo brucia (’69) per mostrare
più bella età della vita». Strappata quell’età maliziosa e quella libertà un’altra generazione allo sbaraglio,
all’incipit di Aden Arabie, la finora limitate da divise da liceali e i suoi tentativi di calpestare i dettami
citazione di Nizan irrompe nei professoresse di scienze naturali. borghesi dei padri e trovare una
titoli di testa di Avere vent’anni, Hot pants succinti, t-shirt sdrucite propria dimensione. La disfatta delle
mettendone in dubbio l’apparenza. e zeppe vertiginose rendono protagoniste combacia con quella
di una pellicola unica per tagli e
versioni alternative. Riecheggiando
il sadismo de La corta notte delle
bambole di vetro e anticipando
quello di Cannibal Holocaust, l’opera
“maledetta” saluta un’epoca. Quella
della spensieratezza sessuale.
Della vittoria del “sono mia”. Di
un erotismo pronto a confluire -
adeguatamente trattato – in show tv
e sale a luci rosse. Dove già da un
triennio, per godersi lo spettacolo,
avere vent’anni può bastare.
Italia 1978 Fernando Di Leo (r. e sc.)
Barbara De Caro
Avere vent’anni @1978 Dania Film
BILLY
16 RECENSIONI RETROPOLIS BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010

sedicicorto
Lunedì 4 ottobre

SEDICIC
1 MAGNOLIA 20.40 21.51 2 AUDITORIUM 20.45 22.21 3 AUDITORIUM 22.30 23.40
[Ani] Moj Put, Croatia, Bveliko Popovic [Fwo] Den Fremmede, Denmark, Nuka [Fwo] Segal, Israel, Yuval Shani
[Ani] Fard, France, David Alapont-Luis Volk Mathiassen [Fit] Passing Time, Italy, Laura Bispuri
Briceno [Fit] 41, Italy, Massimo Cappelli [Fwo] Los Trashumantes, Mexico,
[Lab] Babel, France, Hendrick Dusollier [Exp] Someone Else’s Steps, Bulgaria, Federico Cecchetti Marquèz
[Ani] Monstre Sacré, France, Neda Morfova [Fwo] Le Debut de l’Hiver, France, Eric
Jean-Claude Rozec [Fwo] Focal Point, Malaysia, Ali Guiraudo
[Ani] Belleville, Germany, Pascale Seiffouri-Alireza Khatami
Guillon [Fwo] Metropolis Ferry, Spain, Juan
[Ani] Dust Kid, South Korea, Jung Yu-Mi Gautier
[Lab] Centipede Sun, France, Mihail Grecu [Fwo] Not Scared, Ukraine, Kateryna
Naumenko

Martedì 5 ottobre
14 CANDELE 20.40 21.55 4 MAGNOLIA 20.45 21.48 5 AUDITORIUM 20.45 23.41 6 AUDITORIUM 22.30 23.41
[Doc] J’attends une Femme, [Ani] Fellinicitta, Bulgaria, [Fwo] First Aid, Israel, Yarden [Fwo] Foreign Parts, Australia,
France, Chiara Malta Andrey Tsvetkov Karmin, 0.16.00

OTTO
Michael Cody, 0.10.00
[Doc] Al Qarafa, the City of [Ani] Le Silence sous l’écorce, [Fwo] Ana Gerasirde, Lithuania, [Fwo] Very Heaven, UK, Gopal
the Dead, Ireland, Alessandro France, Joanna Lurie Mykolas Zukauskas, 0.21.00 Dutta, 0.11.31
Molatore [Ani] Percorso#0008-0209, [Fit] Blu sofà, Italy, Pippo del [Exp] Hranice, Czech Rep.,
[Doc] Amèn, Italy, Stefano Italy, Igor Imhoff Bono, 0.20.00 Gyorgy Kristof, 0.05.00
Cattini [Ani] Poppy, New Zealand, [Fwo] Jade, UK, Daniel Elliot, [Fit] La vita accanto, Italy, Giu-
[Doc] Ez Babies from Africa, James Cunningham, 0.10.37 0.15.33 seppe Pizzo, 0.28.00
Nigeria, Alberto Cicala [Lab] Face World, France, [Exp] C/O, India, G.Harikrishnan [Exp] Zone B-19, Bulgaria, Neda
[Doc] Ahate pasa, Spain, Gabriel Ohayon [Fwo] Girllikeme, UK, Rowland Morfova
Koldo Almandoz [Lab] La Carte, France, Jobson [Fwo] E-Pigs, Slovenia, Peter
[Doc] MDJ-libertà in esilio, Stefan Le Lay Pasic
Italy, Matteo Lolletti-Lisa [Lab] 3 sai: a rite of passage,
Tormena South Africa, Paul Emmanuel

Mercoledì 6 ottobre
7 MAGNOLIA 20.40 21.59 8 AUDITORIUM 20.45 22.05 9 AUDITORIUM 22.30 23.52
[Ani] Guliver, Croatia, Zdenko Basic [Fwo] Stiff, Scotland, Christos Pitharas [Fwo] Ich Bin’s Helmut, Switzerland,
[Ani] Nuvole, mani, France, Simone Massi [Fwo] Socarrat, Spain, David Moreno Nicolas Steiner
[Ani] Olen, Russia, Julia Mikheeva [Fit] Ice Scream, Italy, Roberto de [Fit] Liberiamo qualcosa, Italy, Guido
[Ani] Peripheria, Switzerland, Marcel Feo - Vito Palumbo Tortorella
Barelli, 0.07.35 [Exp] Clint, Germany, Philipp Scholz, [Fwo] Uwe+Uwe, Germany, Lena Liberta
[Lab] Deseo Carnal , Argentina Maria 0.04.06 [Fwo] Rosenhill, Sweden, Joahn
Piedad Granja Galeano [Fwo] Tardid, Iran Amir Maddah Lundborg-Joahn Storm
[Lab] Smoke Gets in Your Eyes, Germany, [Fwo] Echo, Poland, Magnus Von Horn
Harald Scleicher
[Lab] The Polish Language, Ireland, Alice
Lyons-Oria Mc Hardy
[Lab] Tussilago, Sweden, Jonas Odell

Giovedì 6 ottobre
10 CANDELE 20.40 22.20 11 MAGNOLIA 20.40 21.49 12 AUDITORIUM 21.00 22.07 13 AUDITORIUM 22.30 23.44
[Doc] Micky Bader, Germany, [Ani] Les Ventres, France, [Fwo] Muzica in sange, [Fwo] Corps a Corps, France,
Frida Kempff Philippe Grammaticopoulos Romania, Alexandru Julien Ralanto
[Doc] Angeles City, [Ani] Lumo, Germany, Antje Heyn Mavrodineanu [Fit] Habibi, Italy, Davide del
Philippines, Italy, Davide [Ani] Danny Boy, Poland, [Fwo] Modlitba, Czech Rep., Degan
Arosio-Alberto Gerosa Marek Skrobeck Josephine mackerras [Exp] Quiero estar el resto de
[Doc] Be Water my Friend, [Ani] Kinematograf, Poland, [Fit] La pagella, Italy, mi vida contigo, Spain, Manuela
Italy, Antonio Martino Tomek Bagi Ski Alessandro Celli Moreno
[Doc] Industrial Bay, Italy, [Ani] Mi vida en tus manos, [Exp] Kill the Surfers, [Fwo] Bingo, Netherlands,
Giuseppe Petruzzellis Portugal, Nuno Beato, 0.08.00 France, Atelier Collectif Timur Ismailov
[Doc] La casa verde, Italy, [Lab] Home, Italy, Francesco [Fwo] Intercambio, Spain, [Exp] Forguetina, Spain, Juan
Gianluca Brezza Filippi Antonello Novellino, 0.15.00 Alberto De Burgos Garcìa,
[Doc] La larga noche, Spain, [Fwo] Las pelotas, 0.04.10
Ferran Brooks Switzerland, Chris Niemeyer
BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010 RECENSIONI RETROPOLIS 17

7th international Film Festival Forlì Sezioni in concorso 16 fiction International Films
[Fwo]; 16 fiction National Films [Fit]; Express, Film max 5 minutes [Exp]; Cortoonia, Animation Films [Ani];
D/O/C, Documentaries – Videoclips [Doc].

Venerdì 8 ottobre

CORTO
15 MAGNOLIA 20.40 21.47 16 AUDITORIUM 20.45 22.00 17 AUDITORIUM 22.30 23.40
[Ani] Le petit Dragon, France, Bruno [Fwo] Tolca Mama, Israel, Maayan Rassin [Fwo] Miracle Fish, Australia, Luke
Collet [Fwo] Did Michael Knight end the Cold Doolan
[Ani] L’Homme qui dort, France, Irene War?, Czech Rep., Carlos Castel [Fwo] La grande finale, Denmark, Tore
Sédan [Fit] Due di tre, Italy, Stefano Lodovichi Avlund Grandsen,
[Ani] Red-end and the Seemingly, Nether- [Exp] La ley del hielo, Chile, Igancio [Fit] L’uomo dei Sogni, Italy, Alessandro
lands, Robin Noorda-Bethany de Forest Rodriguez-Sebastiàn Pose Capitani-Alberto Mascia
[Ani] ID, Serbia, Miroslaw Jovic [Fwo] Sinner, Israel, Meni Philip [Exp] The Burial of Daughters, India,
[Lab] Red Road, France, Jéro Yun Rihaan Patel
[Lab] A Blind Subject at the Gate, [Fwo] Julie et ses Jules, France, Fanny
Netherlands, Daan Spruijt Jean-Noel
[Lab] 1000 Voices, UK, Tim Travers Hawkins
[Ani] Teclopolis, Argentina Javier Mrad

Sabato 9 ottobre
18 MAGNOLIA 09.00 09.53 19 AUDITORIUM 10.00 11.08 20 AUDITORIUM 11.30 12.50
[Ani] Mémoire Fossile, Belgium, Annel [Fwo] Aprlis suskhi, Georgia, Tornike

OBRE
[Fwo] Formigas, Brazil, Caroline Okoshi
Laure Totaro-Arnaud Demuinck Bziava Fioratti
[Ani] Chyenne d’Histoire, France, Serge [Fwo] 50 Años en la Luna, Argentina, [Fit] Oggi Gira Così, Italy, Sydney Sibilia
Avedikian Mariano Santilli [Exp] Pixels, France, Patrick Jean
[Ani] Les Escargots, France, Sophie [Exp] Musique de chambre, Canada, [Exp] Moore Street Masala, Ireland,
Roze Eleonore Goldberg David O’Sullivan
[Ani] Staty Tverdym, Ukraine, Stepan [Fwo] I Love Luci, Scotland, Colin Kenned [Fwo] Slitage, Sweden, Patrick Eklund
Koval [Exp] VideoGioco, Italy, Donato Sansone [Fwo] Ana’s Playground, Usa, Eric D.
[Fwo] Betty B. E t the The’s, Germany, Howell
Feliz Stienz
[Exp] Der Kleinere Raum, Germany, Nina
Wehrle-Cristobal Leon

21 AUDITORIUM 14.00 14.52 22 AUDITORIUM 15.00 16.15 CANDELE 16.45 18.45


[Ani] Sinna Mann, Norway, Sinna Mann [Fwo] Glen Owen Dodds, Australia, [Lok] CORTO IN LOCO Incontro con gli
[Ani] Esterhazy, Poland, Izabela Plicinsk Frazer Bailey autori Forlivesi
[Lab] Cold Blood, Iran, Amir Mehran [Fwo] Venus vs Me, Belgium, Nathalie Meeting with the authors from Forlì
Teirlink
[Exp] White tape, Israel, Uri Kranot AUDITORIUM 21.00 22.30
[Fwo] Vento, Brazil, Marcio Salem
[Fwo] Reveil d’un mouton, France, PREMIAZIONI Prize-Giving Ceremony
Julien Paolini

Domenica 10 ottobre
MAGNOLIA Bebisciort AUDITORIUM Corteg- AUDITORIUM Fokus AUDITORIUM Speciale:
10.30 11.13 gianti: EYES 11.15 12.25 sweden 14.30 16.42
Pigeon: impossible, Usa, Lucas Unfinished Romance, Sweden, The Last Dog in Rwanda,
Martell Linnea Roxeheim Sweden, Jens Assur Anna Magnani 17.00 18.00
Wolfie the Pianist, Japan, Linie 9, Germany, Matthias A Family, Sweden, Goran Speciale : Anna Magnani a cura
Toshiki Iwahori Krause Kapetanovic di Forcine
Zig Zag, Canada, Jeannine Julio, Portugal, Goncalo Monster, Sweden, Jonas
Gagnè Robalo Westbom MAGNOLIA 18.00 19.00
Naufrago, Spain, Juan Manuel Passion Courte, Morocco, Storstad, Sweden, Rafael Speciale : Sedicicorto
Monesterio Benitez Mahassine El Hachadi Deugenio
Tora Chan, Italy, Davide Como Magma, Spain, Vicente Na- Barnavannen, Sweden, Jon AUDITORIUM 21.00 21.40
Donkey, Ireland, Louise varro Lindström Gocce nel tempo di Massimo
Bagnall Un certain regard, France, Instead of Abracadabra, Ottoni
Mungge-Not again!, Switzer- Géraldine Maillet Sweden, Patrick Eklund
land, Claudia Rothin 360°, Spain, Maja Djokic
Les Bruitards, France, Jean Chasmogamy, UK, Elena Setti
Philippe Descoins
18 BORSINO BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010

BORSINO settembre 2010

Michelangelo Pasini
Francesco Garoia
Barbara De Caro

Alberto Semprini
Chiara Faggiano

Dario Stefanoni
Luigi Palmirotta

Chiara Tartagni
Marco Bacchi

Matteo Lelli
THE BOX
CARIBBEAN BASTERDS
CHE FINE HA FATTO OSAMA BIN LADEN?
LETTERS TO JULIET
THE LOSERS
I MERCENARI
UN MICROFONO PER DUE
PANDORUM
PIETRO
PREDATORS
IL RIFUGIO
SHREK E VISSERO FELICI E CONTENTI
IL SOLISTA
SOLOMON KANE
SOMEWHERE
SPLICE
TOY STORY 3
URLO
BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010 RECENSIONI SECONDA VISIONE 19

seconda visione
toy story 3
la grande fuga
2010 USA Lee Unkrich (r.), Michael Arndt (sc.) La dimensione del gioco diventa
così il simbolo del nostro passato,
Woody, Buzz e compagni sono alla sempre minore e sembra quasi si sia che lo sviluppo di un progetto di
terza avventura della saga. Molti anni dimenticato di loro. La realtà è più vita non dovrebbe portarci mai a
sono passati dalle prime avventure complessa di come appare ed egli dimenticare.
e per Andy, il loro padrone, è ora di segue semplicemente il corso della In questo film vi è un ulteriore
andare al college. La trama, simile vita e le proprie vicende da “uomo” messaggio. I nostri amici si
a quella dei precedenti capitoli, che gli impediscono di dedicarsi al ritrovano a viaggiare in un camion
prevede che i piccoli eroi debbano gioco. Rimane il legame che Andy dell’immondizia e finiscono in una
affrontare difficili prove ed enormi ha con i suoi giocattoli, un legame discarica; è il momento peggiore
distanze per dei giocattoli allo scopo che lo unisce a loro senza che che devono affrontare. Nessuno
di raggiungere il loro obiettivo. Visto rinunci alla sua crescita personale. vorrebbe che i suoi giocattoli
che si tratta della puntata conclusiva Questo lo porterà ad affidarli a chi, facessero una fine del genere, come
è necessario chiudere un ciclo più ancora nel pieno dell’infanzia, può nessuno vorrebbe che le cose a cui
ampio della storia raccontata nel dedicarsi al gioco con più energia. un tempo teneva finissero stritolate
singolo film per evidenziare il filo Il film si rivolge al bambino che è in e bruciate in questo modo brutale.
logico-temporale che lo unisce noi ricordandoci come inseguire le È così che Lee Unkrich manda il
ai precedenti. Punto cruciale è proprie aspirazioni diventi sterile se suo messaggio ecologico, nascosto
l’ingresso di Andy nell’età adulta; il contrapposto alla nostra naturale tra i giocattoli da gettare via: buttare
tempo che dedica ai suoi giochi è curiosità e alla necessità di stupore. via non significa liberarsi dei propri
fantasmi, ma gravare il mondo di
cose ormai svuotate di significato.
Toy Story 3 risulta così un
entusiasmante film per bambini
e, allo stesso tempo, uno spunto
educativo per gli adulti.
Una menzione d’onore al cameo
dedicato a Totoro de Il mio vicino
Totoro di Hayao Miyazaki, un film
d’animazione che tutti dovremmo
vedere. Il pupazzo compare nella
stanza di Bonnie, la bambina
che si prende cura dei giocattoli
abbandonati.

Chiara Faggiano
Toy Story 3 ©2010 Disney Enterprises Inc. All Rights Reserved.
20 RUBRICHE CATTIVI MAESTRI BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010

«nella fuga di Antoine


Les Quatre cent coups ©1959 Les Films du Carrosse/S.E.D.I.F

Doinel c’è la ribellione di


una generazione intera,
che scappa da padri
sordi, ciechi, autoritari
e distanti; c’è lo iato
di un cinema nuovo
che rifiuta l’esistente e

MATTEO LOLLETTI CATTIVI MAESTRI l’eredità insostenibile del


presente»

FRANCOIS TRUFFAUT 5

IL SILENZIO SUL MARE


«Quello che c’è di emozionante negli adolescenti
è che tutto quello che fanno, lo fanno per la prima
volta». François Truffaut
grandi dopo undici anni passati senza che nessuno
gli rivolgesse parola, nella foresta della sua infanzia.
L’afasia del ragazzo selvaggio è la consapevolezza
di non aver nulla da dire che possa essere compre-
Nella corsa di Antoine Doinel verso quel mare in so dagli adulti. È il retaggio di un silenzio insistito, è
bianco e nero che non ha mai visto, dentro il suo l’edificazione della distanza incolmabile.
sguardo perduto e affannato che si inumidisce e Gli anni in tasca, di sei anni successivo, compie il
guarda in macchina (che ci guarda), in quegli abiti giro: adulti annoiati, anafettivi, distratti, in un rap-
sudati da una partita di pallone, c’è molto più della porto dissociato con adolescenti che serrano le file
storia di un ragazzo inquieto. C’è un intero cinema, in gruppi ristretti, che parlano una lingua diversa,
ne I quattrocento colpi: siamo nel 1959, Truffaut che cercano altrove il proprio orizzonte, magari in
esordisce nel lungometraggio, vince a Cannes, e un cinema, o in amore nuovo.
la Nouvelle Vague diventa consacrazione, la Po- Gli adulti di Truffaut sono ipocriti, immemori del loro
litica degli autori un dogma. È un cinema che di- passato, votati a un moralismo peloso. I ragazzi di
viene adulto, verrà detto. Ancora: nella fuga di Truffaut scappano, selvaggi, dai centri scolastici,
Antoine Doinel c’è la ribellione di una generazione per vedere per la prima volta il mare o per entrare
intera, che scappa da padri sordi, ciechi, autoritari in un cinema gratis. C’è un’autenticità autobiogra-
e distanti; c’è lo iato di un cinema nuovo che rifiuta fica, per quanto autorale, nello sguardo del regista
l’esistente e l’eredità insostenibile del presente. francese, una sorta di purezza nostalgica e mal-
Undici anni dopo, a Il ragazzo selvaggio dell’omo- inconica, mista a una rabbia che non sia rancore,
nimo film non basteranno sei anni con un paterno ma che non concede possibilità alla riconciliazione
dottore per imparare a parlare la lingua dell’uomo. (umanamente e cinematograficamente). E vedere il
Un ragazzo selvaggio imprigionato in vestiti inami- mare con Antoine Doinel è vederlo, ogni volta, come
dati, che si ritrova anestetizzato nel mondo dei fosse la prima.
BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010 RUBRICHE THE FILMGAMER 21
ALBERTO SEMPRINI
THE FILMGAMER
«Jimmy lotta non solo
per guadagnare il
rispetto e quindi una
dimensione giusta per
poter sopravvivere, ma
anche per trovare una
comprensione che per Bully: Scholarship Edition ®2008 Rockstar Games

troppo tempo gli è stata negata e che che era possibile effettuare nel mondo virtuale.
nessuno sarà in grado di dargli» Ma la storia di fondo non è solo una semplice
giustificazione morale alle potenziali (e discutibili)

SOPRAVVIVERE
azioni di Jimmy. Il mondo di Bully (debitore di tutta
la filmografia degli school movie americana da
Animal House ad American Pie, ma anche di altre
pellicole meno scontate come Freaks e il Qualcuno
volò sul nido del cuculo) è un ambiente ostile e
duro dove ogni conquista porta sempre con sé
un retrogusto effimero. Jimmy lotta non solo per

ALL’ADOLESCENZA
guadagnare il rispetto e quindi una dimensione
giusta per poter sopravvivere, ma anche per trovare
una comprensione che per troppo tempo gli è stata
negata e che nessuno sarà in grado di dargli. Un
finale non troppo lieto, poi, contribuisce a fare di
Bully una parabola amara sull’adolescenza e sulla
I protagonisti dei videogiochi sono spesso supereroi, durezza della vita, un segno di maturità quindi
maghi, soldati, agenti speciali, idraulici o animali che pochi videogame contemporanei riescono a
antropoformizzati. Capita molto raramente di fruire eguagliare.
un’opera multimediale che abbia come eroe un
ragazzo adolescente in crisi e pieno di problemi.
Capita molto raramente, ma capita. In Bully (di

Per comprare
Rockstar Games) il giocatore viene chiamato a
vestire i panni di Jimmy Hopkins, adolescente
americano con una madre egoista e inesistente che
non vede l’ora di abbandonarlo nella peggiore scuola
del New England, tale Bullworth Accademy: sorta di
college all’inglese brulicante di bulletti prepotenti,
secchioni e professori frustrati e parafascisti dove è
questo spazio
proprio la legge del più forte a fare da padrone. Per
sopravvivere Jimmy (e di conseguenza il giocatore)
si vedrà costretto a compiere diverse missioni utili
a conquistarsi la fiducia e il rispetto dei terribili
compagni di scuola (divisi in diverse fazioni sempre
3381029116
in competizione tra loro, un po’ come le bande da
strada viste in altri giochi Rockstar come la seria dei
GTA). Il background di Bully è molto importante per
3284070669
la sua stessa comprensione. All’epoca dell’uscita
molta stampa italiana ha accusato questo gioco di
essere diseducativo a causa delle azioni da bullo
22 RUBRICHE HORROR POLITICS BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010

«Freddy è chiaramente il rimosso di una


generazione, in cui l’agito violento è segno
A Nightmare on Elm Street ©2010 Warner Bros Entertainment Inc.

di una colpa collettiva i cui effetti ricadono


sui figli di padri altrettanto violenti»

IL MARTIRIO
DELL’ADOLESCENZA
MATTEO LOLLETTI NI G HTMARE: DAL PROFONDO
HORROR POLITICS DELLA NOTTE
Nightmare: dal profondo della notte è un vero e segno di una colpa collettiva i cui effetti ricadono sui
proprio cult (di cui chi scrive è convinto adepto), figli di padri altrettanto violenti, e la cui collocazione
probabilmente uno degli ultimi a potersi effigiare di onirica è sintomo di ineluttabilità nel momento in cui
tale titolo. L’idea di farne un remake, non a caso, è si rende concreta, ma quello che ci interessa sotto-
stata tra le più controverse e osteggiate degli ultimi lineare qui è altro.
tempi. Freddy Krueger, è uno degli ultimi veri villain Se nel film di Craven, e nei suoi altalenanti seguiti,
del cinema, una delle ultime reali incarnazioni del la colpevolezza serializzata di Krueger è indiscutibi-
Male, il cui maglione a righe è entrato di diritto nella le, nella pellicola del 2010, invece, viene instillato il
storia del cinema. germe del dubbio. Tale elemento, apparentemente
Freddy, figura oramai archetipica, è chiaramente il secondario, è in realtà gravido di conseguenze: se
rimosso di una generazione, in cui l’agito violento è la crescita, nell’originale, passa attraverso la capa-
cità di affrontare e superare, pur fallendo, un trauma
violento ma alla fine comprensibile, nel remake tale
“giustificazione” (la barbarie di Krueger) viene meno,
e i giovani si trovano a confrontarsi con una colpa
che, nel suo svolgersi, ha creato, invece che subire,
l’orrore e il male. Se in nessuno dei due film il pas-
saggio all’età adulta (o il tentativo di percorrere tale
passaggio) è indolore, in quello di Bayer però deve
ulteriormente configurarsi attraverso la drammatica
assimilazione di un modello genitoriale colpevole,
rendendo impossibile la scelta di essere altro rispet-
to ai propri padri, e quindi ricadendo senza salvezza
nella medesima responsabilità. Non a caso il mon-

ABBIGLIAMENTO E do del sogno, il regno di Freddy, è, nell’originale,


frequentemente – anche se non sistematicamente

ACCESSORI MOTO – diverso dal mondo non onirico, nonostante vi sia


un’intesa mescolanza, mentre nel remake non vi è
soluzione di continuità tra i due universi, che finisco-
Via Papa Giovanni XXIII 5/b 47034 no per assomigliarsi in modo disperante. Non è una
crescita negata, bensì quasi una crescita brusca, o
Forlimpopoli FC - Tel. 0543 743153 una non-crescita, in cui il mondo degli adulti non è
diverso da quello degli adolescenti.
BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010 RUBRICHE CINERDMATOGRAFO 23
MATTEO LIER LELLI CINERDMATOGRAFO

PICCOLI
GRANDI
The Goonies ©1985 Warner Bros Entertainment Inc.
EROI
PERCHÉ CRESCERE PUÒ
ESSERE UN’AVVENTURA
STRAORDINARIA...
degli Ewoks, 1984, di John Korty), in un percorso
«le avventure fantastiche dei che insegnerà loro il valore della famiglia. Il film,
però, così come il successivo Il ritorno degli Ewoks
ragazzini simboleggiano alla (1985, di Jim e Ken Wheat), è destinato ad annoiare
perfezione tutte le sfaccettature chiunque abbia più di 10 anni (e a infastidire i fan
di quell’indescrivibile, surreale di Guerre Stellari, nel cui universo è davvero male
inserito). Non così, invece Navigator (1986, di
stato d’animo che scaturisce dal Randal Kleiser), dove un ragazzino, rapito da un
confronto con l’età adulta» alieno nel 1978, si ritrova 8 anni dopo a non essere
invecchiato di un giorno, e a dover fare i conti con
Le storie d’avventura con protagonisti i bambini tutti i cambiamenti che si è perso. Esilarante in più
esistono da sempre e fin da una prima occhiata ci si di un passaggio (l’astronave/alieno che apprende
accorge che il vero periodo d’oro del genere filmico il linguaggio dei giovani strappa un sorriso dietro
sono stati gli ormai lontani anni ’80. Pensate a E.T. l’altro), il film è pensato per spazzare via ogni paura
L’extra-terrestre (1982), La storia infinita (1984), che la crescita porta con sé. Quell’eterno bambino
Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi (1989), solo di Joe Dante (Gremlins, Matinee), poi, con il suo
per citarne alcuni. Caratteristica comune alla quasi divertentissimo Explorers (1985), invita i suoi piccoli
totalità del filone è quella di far affrontare ai piccoli (e meno piccoli) spettatori a seguire i propri sogni a
eroi avventure fantastiche, nella doppia accezione tutti i costi. I tre amici che partono per lo spazio con
di fantasy o fantascientifiche, che, oltre a suscitare un’astronave di loro invenzione sono davvero ben
un indiscutibile fascino sul pubblico più giovane, assortiti, il loro rapporto è delineato con magistrale
simboleggiano alla perfezione tutte le sfaccettature passione, e il film merita una visione anche solo
di quell’indescrivibile, surreale stato d’animo che per gli alieni che sembrano usciti da un cartone dei
scaturisce dal confronto con l’età adulta. Così, Looney Tunes. Ma il vero capolavoro del genere è
sulla lontana Luna di Endor, un ragazzino e la sua l’intramontabile I Goonies (1985, di Richard Donner),
sorellina si alleeranno con gli Ewoks (gli orsetti de che con il suo gruppetto di improbabili eppure reali
L’Impero colpisce ancora) per sconfiggere l’orco ragazzini sulle tracce di un tesoro dei pirati continua
che tiene prigionieri i loro genitori (L’avventura a conquistare il cuore dei bambini di tutte le età.
24 RUBRICHE CINELETTERATURA BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010

STAND
USA 1986 Rob Reiner (r.), Raynold
Gideon, Bruce A. Evans (sc.)

MARCO BACCHI
CINELETTERATURA

BY ME
Ci sono un tempo, un momento, un luogo, che
segnano, inevitabilmente, un passaggio. Ci sono
esperienze che costituiscono una vera e propria
linea di confine tra le stagioni della nostra vita ma
solamente ricordandole, da adulti, ne cogliamo
la loro vera importanza. E Stand by me è proprio
questo: il ricordo di un momento, dell’esperienza
che ha segnato il passaggio tra due Stagioni
diverse (questo il titolo del racconto di Stephen
King che ispira il film), quella dell’infanzia e quella
dell’adolescenza, un tuffo nel passato attraverso
quella linea che trasforma il gioco di un gruppo di
bambini in un viaggio nei territori inesplorati degli
adulti. Un viaggio sia reale che metaforicos perché i
protagonisti, proprio grazie a un viaggio, che assume
tutti i significati di un rito di iniziazione, si imbattono
nella vita e nel mondo, che fino a quel momento era
rappresentato da una piccola cittadina di provincia,
scoprendo ciò che sta al di là di loro stessi,
delle loro famiglie e dei loro problemi con esse,
cercando nuovi punti di riferimento, affrontando
con incoscienza, tipica di quell’età, ogni sfida che
il cammino pone loro di fronte. E il cammino li porta
ad affrontare la sfida più dura, quella che li segnerà,
che cementerà i loro rapporti per sempre e dalla
quale torneranno cambiati nel profondo. Il motivo
del loro viaggio è la curiosità di vedere un cadavere:
il faccia a faccia con la morte li aiuterà a tornare
mutati, maturati. La conquista più grande ma anche Stand by me ©1986 Columbia Pictures Industries

la più difficile da sopportare, la coscienza della fine


della propria infanzia e dell’inizio di una nuova vita.
Un racconto, dunque, di vita e di morte, presenza
costante e permeante all’interno di tutto il film, tanto
che il cammino è segnato da una strada dalla quale
non si può sfuggire: i binari della ferrovia diventano
una strada obbligata verso la destinazione finale e
la presa di coscienza, al ritorno, dell’immutabilità
LA LINEA D’OMBRA
delle cose e che l’inizio della nuova vita coincide «La conquista più grande ma anche la
con la consapevolezza dell’ineluttabilità della fine. più difficile da sopportare, la coscienza
Consapevolezza che, come sempre, rende amaro
e malinconico ogni ricordo, breve anche se intenso, della fine della propria infanzia e dell’inizio
come può essere quello di un’estate. di una nuova vita.»
BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010
Orlando ©1992 Sony Pictures
RUBRICHE IN COSTUME 25

«Orlando non
percepisce in sé
alcun mutamento,
se non quelli
prescritti dalle
istituzioni, e lo
USA 1992 sguardo che posa
Sally Potter su se stesso e sul
(r. e sc.)
pubblico è sempre
innocente»

ORLANDO
L’uomo vive per sua natura come fosse immortale.
Non solo: se gode della giovinezza, la considera
imperitura. Ciò che tutte le creature infine
sperimentano, ovvero l’inaccettabile delusione
O DELL’ARTE DI IMPARARE
CHIARA TARTAGNI IN COSTUME
concepisce odio per il genere femminile, si sveglierà
un giorno come Lady Orlando, che contempla rapita
il suo nuovo corpo.
E disprezzerà, una volta giunta nell’Inghilterra
di queste premesse, non accade a Orlando. Per del ‘700, le ipocrisie e le regole che gravavano
di più, il giovin signore elisabettiano frutto della allora (e non solo) sulle donne. Ciò che la Woolf
penna di Virginia Woolf, beneducato e malinconico, e conseguentemente la Potter vogliono mostrarci
amante della natura e della letteratura, vive metà è la sostanziale indipendenza dello spirito rispetto
della propria vita come donna. La regista londinese al sesso: Orlando non percepisce in sé alcun
Sally Potter sa rendere accettabile ciò che su carta mutamento, se non quelli prescritti dalle istituzioni,
pareva infilmabile, dividendo la secolare esistenza e lo sguardo che posa su se stesso e sul pubblico
di Orlando in capitoli che si chiudono infine in un è sempre innocente. Lo scorrere del tempo non
cerchio, simbolo d’eternità per eccellenza: dalla necessariamente è specchio di maturità, non quanto
morte (della regina Elisabetta, che dona il casato la libertà di scelta che Orlando sempre esercita con
all’affascinante adolescente a patto che non decisione; né quanto l’amore, incarnato in due volti
invecchi) alla nascita (della figlia di colei che è affini. E su diverse manifestazioni del doppio (cos’è
oramai Lady Orlando). Il tempo non lascia tracce la ragazza inghiottita dal ghiaccio, se non un’atroce
sul giovane lord, a cui Tilda Swinton, già musa immagine di eterna giovinezza?) gioca l’intera
del Caravaggio di Derek Jarman, presta con forza pellicola, immersa in un limbo a cui si confà una
leggiadra un volto limpido e duro come il diamante. colonna sonora ipnotica come la realtà che sfiora
Eppure Orlando sperimenta e impara: se tradisce, e oltrepassa Orlando. E l’esplosione di gioia e di
verrà ingannato dal suo primo amore; se loda il canto nel finale è testimonianza della conquistata
coraggio virile, sarà il primo a non esercitarlo; se libertà, aspro e genuino frutto dell’esperienza.
26 RUBRICHE PSICOVISIONI BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010

AN EDUCATION LUIGI PALMIROTTA PSICOVISIONI


È giustificato notare che la crisi della scuola inglese
possa ricevere un messaggio da una regista,
Tra i vari personaggi ritratti abilmente emerge il
genitore borghese perbenista di vecchio stampo,
peraltro danese, scovando nel passato una storia tanto duro nella sua educazione morale quanto
di una attualità sorprendente. In effetti la storia non facilmente attratto dalla suggestione di un uomo che
ha mai lesinato su buoni racconti educativi senza conduce la figlia a compiere quel salto imperioso
tempo nel loro spirito, ma il richiamo alla modernità nei gradini della società, sciogliendo in maniera
del messaggio, pur racchiuso in una cornice anni ridicola le sue dure convinzioni. Viene a mancare
Sessanta, ci convince su quanto il titolo voglia quel no tipico del genitore di un adolescente che
probabilmente impartire a questa generazione. sbaglia e che si trasforma in un profetico “te l’avevo
Quale sia la vera educazione tra gli agi che ti regala un detto” successivamente, trascinato anch’egli in un
incontro con un personaggio facoltoso e socialmente errore di valutazione. È il tradimento il protagonista,
più elevato, pronto a catapultarti in quello stile di nella sua concezione globale, coinvolgente l’intera
vita e nei luoghi sognati attraverso una scorciatoia, persona, l’intera famiglia, un’intera categoria al cui
oppure la lunga via della schiena gobba sui libri per svelarsi emerge la dura esperienza di fallimento che
giungere con probabilità incerta sulla medesima aiuta a ritornare sulla precedente via. E quella che
strada, è dibattito interno dello scolaro di oggi che appariva come una scorciatoia in discesa appare
si domanda quale successo possa aspettarsi dalla ora come una strada senza uscita, un’inutile perdita
scuola, percepita come inutile sofferenza, rispetto di tempo. An Education è dunque solo una storia,
all’alternativa allettante di una “buona conoscenza”. un ammonimento, o una scuola di formazione?
A Education Photo taken by Kerry Brown, ©Courtesy of Sony Pictures Classics. All Rights Reserved.

«È il tradimento il protagonista,
nella sua concezione globale,
coinvolgente l’intera persona, l’intera
famiglia»

2009 Gran Bretagna Lone Scherfig (r.), Nick Hornby (sc.)


BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010 RUBRICHE COSE SERIE 27

«Per quanto
superficiale e
irritante, anche
nell’affrontare
temi inediti come
l’Aids e la droga,
è però forse il
MATTEO LOLLETTI
primo, compiuto
teen drama seriale
della televisione»
COSE SERIE
BEVERLY HILLS 90210
LO SCHERMO TOTALITARIO
Beverly Hills 90210 negli anni ’90 ha rappresenta-
to un fenomeno di costume, ottenendo un seguito
che si modificano nel corso delle stagioni, maturano
e si strutturano in luoghi e tempi ben precisi (lontani
tale da creare un culto generazionale. Per quanto dalla voluta indefinitezza cronologica e spaziale del-
superficiale e irritante, anche nell’affrontare temi le sit-com classiche). Si realizza così, nelle intenzio-
inediti come l’Aids e la droga, è però forse il primo, ni, l’apoteosi della fidelizzazione del pubblico, con
compiuto teen drama seriale della televisione, ma temi, strutture linguistiche, argomenti che mutano al
soprattutto è il primo episodio di un vero è proprio mutare dello spettatore, adattandosi alle sue aspet-
franchise televisivo, che ha dato i natali ad altre tative e al cambiamento dei suoi gusti.
serie come Melrose Place (anche nella versione Parallelamente a questo percorso, il franchise crea
2009), Models Inc. e 90210. Tale franchise rappre- anche versioni più adulte del suo format: è il caso di
senta, per molti aspetti, un unicum nella storia della Melrose Place, nato nel 1992 come il Beverly Hills
televisione, non tanto e non solo perché ha, in un adulto o dei fratelli più grandi, ovvero come possibile
certo modo, codificato e sistematizzato il concetto approdo per quella fetta di pubblico che, cresciuto,
di spin-off1 e di sequel sul piccolo schermo, ma per- trovava in parte acerbo il contenuto e la forma della
ché ha rappresentato un tentativo di totalitarismo serie madrina. Non a caso nei primi episodi sono
televisivo. proprio i protagonisti di Beverly Hills a introdurci a
La serie originale nasce nel 1990, rivolgendosi a Melrose Place. Lasciando da parte Models Inc., a
un pubblico da scuole superiori che, nei dieci anni chiudere il cerchio arriva, nel 2008, 90210, in cui
complessivi della sua messa in onda, viene accom- alcuni dei protagonisti della serie originale, invec-
pagnato nella crescita e nella vita da personaggi chiati, tornano negli stessi luoghi della loro adole-
scenza, coinvolgendo in un impeto generazionale il
1 Per spin-off si intende, in questo caso, una serie televisiva pubblico di allora e i loro omologhi attuali.
realizzata utilizzando elementi o personaggi secondari di un’al- Non c’è modo di liberarsi di Beverly Hills...
tra serie.
28 RUBRICHE I SOLITI IGNOTI BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010
Elefant ©2004 Home Box Office Inc. All Rights Reserved.

«Tra i tanti i temi dell’opera


vansantiana quello che attraversa
tutta la sua filmografia fino a
diventarne cifra stilistica è la (mal)
adolescenza e il problematico
passaggio all’età adulta.»

michelangelo pasini i soliti ignoti

ADOLESCENZA ISTERICA
ESSER GIOVANI NEL CINEMA DI GUS VAN SANT
Se condizione necessaria e sufficiente per scomparire. La paura di avvicinarsi a questo grigiore
considerare un regista Autore fosse la presenza si manifesta in disagio sociale e rifiuto delle regole. La
nella sua filmografia di una poetica e tematiche crescita per Gus è problematica, perché solamente
coerenti e sviluppate lungo il corso della carriera, facendo tesoro del proprio mondo, sia esso quello
sicuramente Gus Van Sant sarebbe considerato della droga, della prostituzione o della violenza,
tale anche dal più oltranzista dei critici dei Cahiérs solamente non abbandonando una vita tanto lontana
du Cinéma. Ogni tematica portante del cinema del da quella dei modelli a cui si spera non di non
regista di Elephant si perpetua in ogni sua opera ma assomigliare, solo in questo modo si può rimanere
rifiuta la staticità: di film in film cresce, evolve come adolescenti e vivere per sempre in quel limbo tra la
evolvono il cinema e il carattere del regista, ha uno fanciullezza e la maturità. Il disagio descritto da Gus
sviluppo regolare. Ciò che stupisce è come Gus non è quindi mai figlio di mancanza di valori, né della
Van Sant riesca a inserire le proprie “ossessioni” perdita di ideali e convinzioni, ma sembra frutto di
anche nei film meno intimimisti e personali, in una ponderazione che porta il ragazzo a rifiutare la
quei blockbuster come Scoprendo Forrester e Will strada che gli si para innanzi una volta abbandonati
Hunting – Genio Ribelle che si temeva potessero i sùdici e disagiati abiti adolescenziali. Ribellione
essere passi falsi nella sua carriera. Tra i tanti i e disagio si evolvono all’interno della filmografia
temi dell’opera vansantiana (omosessualità, viaggio vansantiana. Se in Mala Noche e Drugstore Cowboy
e nomadismo, assenza della figura paterna) i protagonisti sono ladri tossici e violenti, in Will
quello che attraversa tutta la sua filmografia fino a Hunting, l’adolescente borderline rientra nei ranghi
diventarne cifra stilistica è la (mal)adolescenza e il e vive il proprio disagio all’interno di una società a
problematico passaggio all’età adulta. cui sente di non appartenere. Ma la svolta arriva
I protagonisti del suo cinema hanno paura di con Elephant: ragazzi ordinari abbattono lo steccato
crescere, rifiutano di farlo e temono di omologarsi che li circonda vomitando rabbia e disagio in una
a ciò che li circonda. L’adulto in Gus è molto strage senza precedenti. È impossibile omologare
spesso standardizzato, nel suo cinema essere l’adolescenza: senza lo sfogo degli eccessi, cala
grandi equivale a essere aridi, perdere personalità, pesante la mannaia della violenza.
Corso Mazzini, 74 Cesena FC - 0547.612349 Contrada Dandini, 8 Cesena FC - 0547.29508

www.iceblink.it

VIA GIORGIO REGNOLI 12 A FORLI' 0543 30097 LIBRERIAREGNOLI12@GMAIL.COM

LIBRI NUOVI E DI SECONDA MANO, LIBRI A META' PREZZO, COLLEZIONISMO E RARITA', AFFILIATO LIBRINCONTRO
30 RUBRICHE GARROYO E I SUOI FRATELLI BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010

«I piccoli scopriranno il valore dell’amicizia,


della famiglia e della tolleranza»

garroyo
e i suoi fratelli
di Paco Garroyo

io cresco, tu cresci,
egli spielberg
Siete mai stati importunati da finge di essere adulto, ci prova, per i piccoli, scopriranno: il valore
qualcuno su una chat? Costretti riscattarsi: da una vita infelice, ma, dell’amicizia, della famiglia e della
a disconnettersi con scuse poco i fallimenti, lo trascineranno da una tolleranza, e il robot adolescente
credibili per non essere bombardati dimensione nella quale tutto appare scoprirà: l’amore. Per cui insieme
da messaggini odiosi a cui però va ipoteticamente possibile a un’altra in cresceranno; matureranno. Uhm,
data risposta, pena una figura da cui è inevitabile operare delle scelte mi sembra un po’ un incrocio tra
stronzo? Io sono giorni che non e assumersi responsabilità. Per cui ET e AI, o sbaglio? Ti sbagli. Ma
riesco a togliermi dalle balle Steven cresce; matura. Ma scusa, Spiel, che ne pensi di: Hook, The Return?
Spielberg. non è il tema portante di “Catch me if Ritengo la figura di Peter, Pan,
Ciao paco da quanto tempo come you can”? Allora, un film sull’infanzia. indispensabile per: non dimenticare
stai hai un secondo? Ma certo, Urca, non vedevo l’ora. C’è un il fanciullo che è in noi e non perdere
Spiel! Dimmi tutto! Senti vorrei robot: adolescente, e un gruppo di la voglia di: inseguire i sogni. E’ così
fare un nuovo film ma non so bene scienziati, adulti e cinici, che lo vuole che Peter cresce; matura. Scusa,
che tema affrontare per creare un catturare; e un gruppo di bambini, Spiel, qua c’è il temporale e la mia
prodotto fresco e nuovo comunque innocenti e curiosi, che: cercheranno connessione potrebbe interrompersi
vorrei che il film parlasse delle di salvarlo. Durante il salvataggio, da un momento al
persone. Aspetta, Spiel, usa la
punteggiatura altrimenti non capisco Spielberg in bici con alcuni adolescenti
un emerito. Dunque, stavo, dicendo
che: come ti sembra, un film, dove il
personaggio principale è un adulto,
che però, agli occhi, dello spettatore,
pare ancora bambino? Ma che poi,
succede una cosa che gli cambia:
la vita, per cui cresce; matura?
Beh, Spiel, mi sembra tu abbia già
affrontato la questione un miliardo
di volte. Qualcosa d’altro? Allora, il
contrario: un ragazzo intelligente che
BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE 2010 RUBRICHE LA POSTA DEL CAPP’TANO 31

ad
ta o
el
n
p'
o s t
ap
l
a p
c

la corrishpundenza eccezziunale
di capitan phalco
Ciao capitano. Da tempo i miei Ciao! XD Caro Capitano
amici mi prendevano in giro perché A me m piace 1 casino Twailith, xò Non ti sei un po’ rotto il
non avevo mai visto Spiderman di molti dikono ke è una kagata banale ç#]]* dei film con gli animali
Sam Raimi, così l’altra sera l’ho ma nn è vero, è profondo e molto domestici che parlano? No
noleggiato e me lo sono guardato intelligente e poi c’è Ed ♥! T k n pensi? perché io mi sono rotto il ç#]]*.
tutto. Sinceramente non capisco Tua Karlotta Van der Kruypeer Tuo Sansone
cosa abbia di speciale questo
Spiderman: a me sembra del tutto Cara Karrozza... Io di Ed ne Caro Sassone, non mi è chiaro a
uguale all’Uomo Ragno! Tu cosa ne conoshco solo uno, Edoardo Birra cosa ç#]]* t’ r’ferisci con ç#]]*, però
pensi? e Salsiccia, campione d’ rutti della t’ posso di’ che m’ so rotto pur’io
Pietro Parcheggiatore vallata d’ Magrone al Casale, un d’ tutte ‘shte beshtiacce che non
tipo che ‘ffettivamente piace alle shtanno zitte un m’nuto! Io non li
Caro Poshteggiatoro, dov’eri pullashtre, ma non credo che abbia soppottavo già dai tempi di Walk
quando avevo b’sogno d’ tu?! Pure fatto un fimmo, a meno che tu non Sidney, quello d’ Topolino: dico io,
pe’ mme è la copia shputata dell’ abbia vishto su internet il video in ma come s’ fa a chiama’ un soccio
Uomo Ragno, ma ‘videntemente cui lotta nel fango con un purcello di un metro e mezzo, che è pure più
quel Semo Rami che dici tu credeva sevvatico! Roba raff’nata! Però il mio atto d’un cane, Topolino?! Pe ‘mme
che a cambiacci il nome e togliecci amico Geghegè, che a gushti pare la queshtione è semplice: se vedete
le ragnatele da sotto l’ascella ‘na shcolaretta delle medie, c’ha il un animalo che palla, chiamate
non ce ne saremmo accotti che poshter d’ Tuailàit e m’ha shpiecato L’Esorcishto!
shcopiazzava! Quei mammalucchi che c’ shta un lupo mannaia gnudo
dei miei amici comunque c’ so’ e pure un vampiro gnudo che al sole
cashcati, perchè quando provavo a non s’ shquaglia, ma brilla l’ishtesso
shpiecarglielo m’ prendevano in giro che ‘na palla da dishcoteca, gnuda
Se volete scrivere a BILLY, allora
pure a mme, e d’cevano che non pure lei! Insomma, m’ pare una
roba shtrana, riceccata, quasi un
Tarcisio Maraffoni, alias Capitan
capishco una ciufola! Io, Capitan
Phalco, che chiaramente so’ nnato film orror d’essè! Phalco, biker leader dei Rapaci
imparato! Randagi e fan n. 1 di Diego Aba­
tantuono è l’uomo che fa per voi!
billy.rivistacinematografica@gmail.com.
Abbigliamento e Accessori Moda

Corso Mazzini, 52 Faenza


Telefono: +39 0546.25968
Fax: +39 0546.25968

Orari di apertura 08.30-12.30 15.30-19.30


Chiuso il giovedì pomeriggio

Potrebbero piacerti anche