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B E AT U S P OPU LU S , C U I U S D O M I N U S DE U S E I U S
SOMMARIO 4113
18
DOSTOEVSKIJ
EDITORIALE
209 LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2021
Una analisi del voto
La Civiltà Cattolica
Erano molto attese le elezioni amministrative di ottobre, le prime, dopo la costituzione del governo
Draghi, che coinvolgessero una base elettorale importante. Dai risultati emergono due segnali da
considerare: il primo è la diffusa astensione; il secondo è uno spostamento degli equilibri tra le forze in
campo. L’impressione è stata quella di una schiacciante vittoria del centrosinistra, che ha conquistato
5 dei 6 principali capoluoghi. Ma se si analizzano i dati, la situazione appare più complessa. Oltre al
disincanto dell’astensione, vanno valutati il ridimensionamento del Movimento 5 Stelle, l’indecisione
nel centrodestra sulla via «sovranista», la strada stretta del Pd e l’incognita Calenda. I partiti sono in
una fase di grande cambiamento, e ci sono tensioni interne che hanno avuto ripercussioni sul voto.
ARTICOLI
216 LE QUESTIONI CLIMATICHE E POLITICHE DELLA COP26:
VERSO UNA CULTURA DELLA CURA?
Gaël Giraud S.I. - Loïc Giaconne
Dal 31 ottobre al 12 novembre 2021 si svolge la 26a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambia-
menti climatici (Cop26) a Glasgow. I problemi da affrontare sono l’aumento degli impegni per
allineare il più possibile le traiettorie delle emissioni entro il 2030 con gli obiettivi di neutralità
carbonica dell’Accordo di Parigi del 2015; l’adattamento ai disastri ecologici già in corso; l’obbligo,
per i Paesi sviluppati, di fornire assistenza finanziaria ai Paesi in via di sviluppo. Ciò che è in gioco
è il passaggio all’azione da quella che papa Francesco chiama una «cultura dello scarto» a una «cul-
tura della cura». Gli Autori sono p. Gaël Giraud, direttore di ricerche al Cnrs (Centre national de
la recherche scientifique), e Loïc Giaconne, ricercatore della Georgetown University di Washington.
Un secolo fa, nel novembre 1921, in occasione del III Congresso dei Fasci italiani di combat-
timento, che si tenne a Roma nel teatro dell’Augusteo, veniva ufficialmente fondato il Partito
nazionale fascista. Un evento che fu appena notato dalla stampa ufficiale, ma che avrebbe avuto
un ruolo centrale nella storia nazionale successiva. A un secolo da questi fatti, e dopo la dolorosa
esperienza del «Ventennio», della guerra civile e di occupazione, sorprende che ci siano italiani
che considerano il fascismo come un «esperimento politico» positivo e spesso guardano con sim-
patia al suo fondatore Benito Mussolini.
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Il premio Nobel per la pace 2021 è stato assegnato ai giornalisti Maria Ressa, filippina, e
Dmitrij Muratov, russo. Quest’ultimo è il direttore di uno dei pochi giornali in Russia che
può ancora esprimersi liberamente. Il prezzo per i giornalisti che osano farlo può essere molto
alto: sei dipendenti del giornale di Dmitrij sono stati uccisi negli ultimi vent’anni. Il premio
dovrebbe rendere orgogliosi tutti coloro che in Russia lottano per la libertà e i diritti umani,
ma purtroppo la divisione nell’opposizione liberale è così forte che anche in questa circostanza
non è riuscita a trovare un accordo, indebolendo, in questo modo, la sua influenza e la sua
voce, che sarebbero tanto importanti per la società russa.
I Giochi paralimpici di Tokyo hanno avuto una risonanza eccezionale: davano lo «scacco matto»
ai pregiudizi. Si può correre senza una gamba, nuotare senza braccia, fare scherma senza mani e
piedi, lanciare il peso essendo cieco… La rivelazione: Ambra Sabatini e due ragazze italiane con
protesi sono salite sul podio, con un record mondiale sui 100 metri. Bebe Vio ha confermato la
sua eccellenza con l’oro nel fioretto. Zheng Tao, l’«uomo pesce», perché senza braccia, ha vinto
quattro ori nel nuoto. Jessica Long si è distinta per la sua ventiseiesima medaglia nel nuoto: da
piccola, aveva perduto le gambe. Ogni medaglia ha una sua storia e un suo dramma. La squadra
azzurra ha vinto 69 medaglie, con le congratulazioni del presidente Mattarella e del premier
Draghi. I Giochi hanno mostrato che un Paese è civile se un disabile può realizzare se stesso.
IL PUNTO | CHIESA
258 LO SPIRITO DEI SINODI
Antonio Spadaro S.I.
L’avvio del Sinodo sulla sinodalità, avvenuto il 9 ottobre scorso, significa porre la domanda su
che cosa significhi oggi essere Chiesa e quale sia il suo senso nella storia. Il Pontefice ha sem-
pre molto insistito sul fatto che il Sinodo non è un’assemblea parlamentare. Il protagonista,
in realtà, è lo Spirito Santo, che «muove e attira», come scrive sant’Ignazio nei suoi Esercizi
spirituali. Il Sinodo è quindi un’esperienza di discernimento spirituale alla ricerca della volontà
di Dio sulla Chiesa. Una Chiesa in stato sinodale è inquieta. Se non si sperimenta il terremo-
to, la percezione della sorpresa scomoda, allora forse non c’è Sinodo. Se lo Spirito Santo è in
azione – una volta ha affermato Francesco –, allora «dà un calcio al tavolo».
SOMMARIO 4113
FOCUS
261 CHE COSA VERRÀ DOPO LE ELEZIONI IN GERMANIA? E CHI?
Andreas R. Batlogg S.I.
La fine dell’era Merkel era l’unica certezza prima delle elezioni. Il suo partito, l’Unione
Cdu/Csu, ha subìto una sconfitta storica. Tre settimane dopo le elezioni federali del 26 set-
tembre 2021, Spd, Verdi e liberali hanno avviato i negoziati per una coalizione, preceduti
da colloqui esplorativi. È molto probabile che per la prima volta nella storia della Repub-
blica tedesca ci sarà una «coalizione semaforo»: una novità, un rischio e un’opportunità. La
Cdu/Csu vuole aggiornare i propri contenuti e rinnovarsi stando all’opposizione. Potrebbe
esserci un nuovo governo al più tardi entro Natale. La strada per arrivarci sarà difficile,
perché i programmi dei potenziali partiti di governo sono distanti tra loro. L’Autore è
direttore emerito della rivista Stimmen der Zeit.
NOTE E COMMENTI
286 IL DISCERNIMENTO SPIRITUALE
Miguel Ángel Fiorito S.I.
Éric Rohmer (1920-2010) è uno dei principali esponenti della Nouvelle vague, la «nuova onda»
del cinema francese, nata a fine anni Cinquanta del secolo scorso. Le sue opere sono carat-
terizzate da uno stile aderente alla realtà e alla vita. Il Transilvania International Film Festival,
in Romania, ha proposto recentemente una retrospettiva sul regista francese. Cosa può dire
Rohmer a chi oggi «vive» di cinema? Abbiamo rivolto questa domanda a Ion Indolean, criti-
co cinematografico e giovane regista rumeno, cresciuto professionalmente nell’ambito della
Nouvelle vague del cinema rumeno, caratterizzata da uno spirito innovatore e dalla rottura
rispetto alla cinematografia nazionale precedente. L’Autore opera presso il Centrul Manresa di
Cluj-Napoca (Romania).
Barbero A. 305 - Chiti V. 303 - Garrard C. 309 - Garrard J. 309 - Mazzurco M. 302 - Palaia
G. E. 308 - Pani G. 300 - Robinson M. 306 - Varela Tafur A. 302
LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2021
Una analisi del voto
210
Il disincanto dell’astensione
contorno, individuati nel 66% degli astenuti tra gli operai torinesi
e nel 71% tra i disoccupati triestini.
Per la salute della democrazia appare utile interrogarsi sulle
motivazioni che hanno indotto gli elettori, e soprattutto queste
fasce della popolazione, a non votare. In primo luogo, tutte que-
ste categorie di persone hanno pagato più di altre il contraccolpo
delle misure adottate per contrastare la pandemia. In secondo
luogo, c’è il disincanto dei giovani che non hanno trovato le
motivazioni per esprimere le loro preferenze, perché purtroppo
nella maggior parte dei contesti le proposte elettorali si sono li-
mitate a garantire l’efficacia di una buona amministrazione per
gestire l’esistente (la mobilità, i rifiuti, la sicurezza). La grande
assente nel dibattito è stata una visione di futuro per la città che
211
interessa soprattutto alle nuove generazioni per poter intuire un
orizzonte su cui investire. Conservare l’inerzia di deboli processi
di mantenimento non scalda i cuori. In terzo luogo, ci sono le
persone con un basso livello di istruzione. Tra loro l’astensione è
da tempo radicata. Diversi studi affermano che negli ultimi anni
con il crescere del livello culturale aumenta proporzionalmente
la partecipazione al voto, e anche le recenti amministrative han-
no rispettato questa tendenza. Il coinvolgimento delle persone
con minore istruzione passa per la relazione, per il radicamen-
to territoriale, per una sensibilizzazione ai problemi comuni e
alle possibilità di dare risposta, oppure attraverso le scorciatoie
della spettacolarizzazione della politica e della radicalizzazione
dei conflitti. Quando le forze politiche che si affidano a queste
ultime perdono parte della loro reputazione, e le altre sono as-
senti, nelle comunità emerge il rischio più grande di non sentirsi
rappresentati da nessuno e di abbandonare l’impegno nella par-
tecipazione e le aspirazioni di poter costruire insieme qualcosa.
Nessuno è stato in grado di attrarre il voto di protesta né di
scaldare gli animi degli indecisi. Purtroppo l’astensione alimenta se
stessa. Spesso si crea un circolo vizioso, perché gli eletti finiscono
per rivolgersi e curare gli interessi soprattutto del proprio elettorato;
così quanti si sentivano trascurati dalle iniziative politiche accresco-
no la loro distanza dai partiti e dai loro rappresentanti.
EDITORIALE
Dalle urne è emersa una sostanziale parità tra le due forze sovra-
niste, un equilibrio da attribuire, probabilmente in alcuni casi, a un
travaso di voti dalla Lega a Fratelli d’Italia. Il centrodestra rimane
la coalizione più votata, ma non è stato allargato il bacino elettorale
e nessuno dei candidati proposti nelle grandi città dai due princi-
pali contendenti e scelti tra esponenti della società civile è riuscito
ad affermarsi. Il partito di Salvini ha pagato la strategia doppia di
governo e di opposizione, mentre il partito della Meloni ha dovuto
fare i conti con una parte della tradizione del suo movimento che
permette di avere un tesoretto di voti in tempi di magra, ma impe-
disce di diventare affidabile per i moderati. Il legame di alcuni rap-
presentanti di Fratelli d’Italia con esponenti neofascisti, rivelato da
un’inchiesta di Fanpage, e la tiepida reazione di condanna dell’assalto
214
di matrice fascista alla sede della Cgil sono esempi che mostrano la
ragione profonda che ha impedito di raccogliere a Milano e a Roma
il pacchetto dei voti surgelati provenienti dai delusi pentastellati.
Il risultato delle urne ha, invece, premiato i candidati di For-
za Italia che guidavano la coalizione a Trieste e in Calabria. Il
partito di Silvio Berlusconi si è schierato immediatamente con il
governo Draghi senza problemi identitari da giustificare. Inol-
tre, l’assenza del voto delle periferie e di quello di protesta ha
evidentemente favorito i partiti moderati, che sembrano aver
conservato il loro elettorato.
conferma del suo voto è stata sufficiente in una campagna dove gli
altri principali avversari hanno sbagliato toni, argomenti e candida-
ti. L’arrocco ha funzionato.
Ora, però, la strada del Pd è stretta. Da un lato, c’è l’apparen-
tamento con un Movimento 5 Stelle in crisi; dall’altro lato, sembra
emergere tra gli elettori la domanda di una nuova proposta di centro.
Il caso di Roma è esemplare: Gualtieri ha raccolto solo poche briciole
tra gli elettori della Raggi, ma ha potuto godere dell’endorsement di
Carlo Calenda, che è riuscito a traghettare i suoi voti. Lo evidenziano
i dati del ballottaggio: la crescita vertiginosa dell’astensione nelle pe-
riferie e il grande successo ottenuto dal nuovo sindaco nei municipi
più centrali. È la testimonianza che i voti ottenuti dalla lista Calenda,
diventato primo partito della Capitale al primo turno, provengono
215
in larga parte (nel 50,8% dei casi, secondo un sondaggio di Swg) da
elettori di centrosinistra delusi, che sono stati disposti a mediare la
loro decisione al ballottaggio. Ma il successo della lista è il segnale
dell’esistenza di un nuovo spazio nell’elettorato che chiede una propo-
sta che integri la narrazione di cambiamento con il sapere tecnico, e
non è detto che il Pd sappia intercettarlo. La proposta politica di Letta
è quella di ampliare e strutturare una coalizione con gli uni e con gli
altri, ma non è detto che tutti i soggetti con identità differenti siano
d’accordo nel condividere un percorso unitario.
I partiti sono in una fase di grande cambiamento, ci sono ten-
sioni interne che hanno avuto ripercussioni sul voto. Le ambizioni
delle forze sovraniste e di quelle vicine a posizioni populiste escono
sconfitte, mentre sembrano tenere i partiti che guardano più alle
tradizioni moderate di destra e di sinistra.
La Civiltà Cattolica
ARTICOLI
LE QUESTIONI CLIMATICHE
E POLITICHE DELLA COP26:
VERSO UNA CULTURA DELLA CURA?
Gaël Giraud S.I. - Loïc Giaconne
Nel dicembre 2015, le 196 parti presenti alla Cop21 hanno adot-
tato l’Accordo di Parigi. Il suo intento principale è mantenere il ri-
scaldamento globale «ben al di sotto dei 2°C» e proseguire gli sforzi
per mantenerlo a +1,5°C rispetto ai livelli di due secoli fa, per rag-
giungere l’obiettivo finale della Convenzione delle Nazioni Unite
sui cambiamenti climatici (Unfccc), che è di «prevenire pericolose
interferenze antropogeniche con il sistema climatico terrestre». Per
riuscirci, i Paesi devono fissare un tetto e quindi diminuire le proprie
emissioni di gas serra, al fine di raggiungere un equilibrio tra emis-
sioni e assorbimenti nella seconda metà di questo secolo2. Sapendo
che le tecniche di cattura e stoccaggio del carbonio industriale per-
metteranno verosimilmente di assorbire solo una quantità margi- 217
nale del carbonio rilasciato nell’atmosfera, questo significa che tutta
l’umanità deve puntare a emissioni prossime allo zero entro l’ulti-
mo quarto di questo secolo. L’Ipcc ha confermato, nel suo rapporto
dell’agosto 2021, che il raggiungimento di tale equilibrio permette-
rebbe di stabilizzare la temperatura globale. Resta inteso che i Paesi
in via di sviluppo potranno impiegare più tempo per raggiungere il
tetto delle proprie emissioni, e che il raggiungimento dell’obiettivo
avverrà «sulla base dell’equità, e nel contesto dello sviluppo sosteni-
bile e della lotta alla povertà» (art. 4 dell’Accordo di Parigi). Tuttavia,
questo appello per un’equa risoluzione della sfida ecologica rimane
vago e ambiguo all’interno della comunità internazionale.
Per raggiungere il tetto, e quindi la riduzione delle emissioni, il
più rapidamente possibile, l’Accordo istituisce un meccanismo per
rafforzare e monitorare le ambizioni climatiche delle parti. Ciascun
Paese deve quindi «definire, comunicare e aggiornare» i Contri-
buti determinati a livello nazionale (Ndc), indicando le misure di
riduzione delle emissioni e di adattamento ai disastri climatici che
prevede in un determinato periodo. Ogni cinque anni, gli Ndc
devono essere rinnovati o aggiornati, ogni volta con ambizioni e
obiettivi rafforzati. In linea di principio, non vi è quindi la possi-
La situazione attuale
4. Cfr www.worldweatherattribution.org/analyses
ARTICOLI
5. Cfr «Wave of net zero emission targets opens window to meeting the Paris
Agreement», in Nature (go.nature.com/27dGLvb), 16 settembre 2021.
6. Cfr Global Warming of 1,5°C (www.ipcc.ch/sr15).
LE QUESTIONI CLIMATICHE E POLITICHE DELLA COP26
impegni che non sono stati ancora resi ufficiali, potrebbero portarci
a +2,7°C7. Questa è una buona notizia, anche se non è ancora ab-
bastanza. È inoltre necessario che questi impegni siano confermati
durante la Cop26 e, soprattutto, che siano mantenuti o rafforzati.
I Paesi possono ancora depositare o modificare i loro Ndc fino alla
vigilia della Cop, e in quel momento verrà pubblicata una nuova
sintesi con gli ultimi impegni.
7. Cfr UNFCCC, Full NDC Synthesis Report: Some Progress, but Still a Big
Concern (bit.ly/UNFCCCReport), 17 settembre 2021.
8. Cfr J. Van der Made, «NGOs say Cop26 climate summit must be
postponed», in RFI (bit.ly/ONGCOP26), 7 settembre 2021.
9. Cfr M. A. Pember, «Indigenous leaders face barriers to UN climate
conference», in Indian Country Today (bit.ly/ICTCOP26), 16 settembre 2021.
10. Cfr E. Barthet - A. Garric, «Cop26: les délégations africaines à la peine
pour se rendre à Glasgow», in Le Monde (bit.ly/LMCOP26), 11 ottobre 2021.
ARTICOLI
16. Cfr OMS, «WHO’s 10 calls for climate action to assure sustained recovery
from COVID-19» (bit.ly/30NY5rl), 11 ottobre 2021.
LE QUESTIONI CLIMATICHE E POLITICHE DELLA COP26
nitiva per il 2020 non è stata ancora stabilita. Tuttavia, sembra che
l’obiettivo non sia stato raggiunto17. Peggio, una parte delle somme
dichiarate è messa in dubbio da alcune Ong18.
Infine, le delegazioni devono accordarsi per finalizzare il «Pa-
ris Rulebook», che definisce le regole specifiche per l’attuazione
dell’Accordo di Parigi. In particolare, è l’articolo 6 – che offre la
possibilità per i Paesi di istituire meccanismi di cooperazione, so-
prattutto i mercati del carbonio – a essere oggetto di lunghi nego-
ziati19. Eppure i mercati del carbonio non sono affatto una panacea:
quelli già esistenti sono stati finora tutti dei fallimenti. E come è
stato chiaramente indicato dal rapporto Stern-Stiglitz, l’istituzione
di una tassa sul carbonio sarebbe molto più efficace20. C’è da temere
che molto tempo e molte energie diplomatiche saranno spesi sulla
225
questione dei mercati del carbonio semplicemente perché il mon-
do finanziario ha capito che questa è potenzialmente una colossale
fonte di profitto. I negoziati rischiano dunque di perdere di vista
l’interesse generale.
È ora di agire
17. Cfr K. Abnett, «L’objectif de 100 milliards de dollars pour le climat n’a sans
doute pas été atteint, dit l’OCDE», in Reuters (reut.rs/3Efu2as), 17 settembre 2021.
18. Cfr «2020: les vrais chiffres des financements climat», in www.
oxfamfrance.org/wp-content/uploads/2020/10/2020-Les-vrais-chiffres-des-
financements-climat.pdf
19. Cfr «In-depth Q&A: How “Article 6” carbon markets could “make or
break” the Paris Agreement», in www.carbonbrief.org/in-depth-q-and-a-how-
article-6-carbon-markets-could-make-or-break-the-paris-agreement
20. Cfr «Report of the high-level commission on carbon prices», in www.
carbonpricingleadership.org/report-of-the-highlevel-commission-on-carbon-
prices
ARTICOLI
9. Ivi, 201.
10. Ivi, 204.
11. Ivi, 207.
LA FONDAZIONE DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA E I CATTOLICI ITALIANI
12. Si veda, a tale proposito, la direttiva privata inviata dalla Segreteria di Stato
ai vescovi italiani nelle precedenti elezioni del 1919, in AAEESS, Italia, 346, 40 s;
e J. F. Pollard, Il papa sconosciuto. Benedetto XV e la ricerca della pace, Cinisello
Balsamo (Mi), San Paolo, 2001, 199.
ARTICOLI
22. Ivi.
ARTICOLI
23. Mussolini continuò dicendo che i popolari, in ogni caso, erano un parti-
to dilaniato da lotte interne, diviso tra la componente di sinistra di Migliori, che il
fascismo doveva combattere, e una destra, che poteva riconciliarsi con la nazione
e a certe condizioni dialogare con il fascismo (cfr E. Gentile, Storia del partito
fascista..., cit., 369). Importante è anche ciò che Mussolini disse riguardo ai libe-
rali. Sebbene si professasse liberale in economia, il fascismo aborriva il liberalismo
politico e il sistema democratico: «Attorno a noi – disse Mussolini – si raggrup-
peranno i frammenti degli altri partiti costituzionali. Noi assorbiremo i liberali e
il liberalismo, perché con il metodo della violenza abbiamo sepolto tutti i metodi
precedenti» (ivi, 370).
24. Cfr G. De Rosa, Il Partito Popolare Italiano, Roma - Bari, Laterza, 1988, 112.
IL PREMIO NOBEL PER LA PACE 2021
ALLA STAMPA LIBERA
5. «Il premio Nobel a Dimitry Muratov: che cosa dicono di lui i colleghi te-
deschi», 8 ottobre 2021, in www.dw.com/ru/nobelevka-dmitriju-muratovu-chto-
govorjat-o-nem-nemeckie-kollegi/a-59452118
IL PREMIO NOBEL PER LA PACE 2021 ALLA STAMPA LIBERA
10. «За усилия по защите свободы выражения мнений» («Per gli sforzi
nella difesa della libertà di espressione»), in Kommersant (www.kommersant.ru/
doc/5020300#id2122364), 8 settembre 2021.
IL PREMIO NOBEL PER LA PACE 2021 ALLA STAMPA LIBERA
11. «Russia labels reporters foreign agents after Nobel award», in BBC (https://
www.bbc.com/news/world-europe-58840084), 8 ottobre 2021.
ARTICOLI
I GIOCHI PARALIMPICI
1. Categoria T63: dove «T» sta per le gare su pista mentre il «63» indica l’am-
putazione monolaterale transfemorale con protesi.
2. Per la storia delle Paralimpiadi si veda l’articolo di G. Mattei, «Quando le
“Paralimpiadi” si facevano in Vaticano», in Oss. Rom., 21 agosto 2021, 8. Giochi dei
disabili si sarebbero svolti all’inizio del Novecento proprio nel Cortile del Belvedere,
davanti a Pio X.
molto più semplice. Per me che vado in giro con la protesi non ci
sono grossi problemi. Certo, se fosse tutto a misura di persona con
disabilità come al villaggio paralimpico, sarebbe un sogno. Altro
che marciapiedi stretti, poche rampe, bagni non accessibili, per non
parlare poi di quelli che parcheggiano nei posti per disabili»3.
Il 22 settembre la campionessa ha avuto un incontro con papa
Francesco, che ha ricevuto in udienza una delegazione di atleti delle
Fiamme Gialle partecipanti ai Giochi. Ambra è stata protagonista
di un fuori programma: ha avuto l’idea di mettere al collo del Papa
la propria medaglia d’oro. È stato un gesto spontaneo, particolar-
mente toccante, che egli ha gradito4.
Dietro ognuna delle tre vincitrici c’è una storia drammatica e in-
credibile. Nel 2019 Ambra, già con un futuro da mezzofondista, men-
tre andava in scooter con il padre, è stata vittima di un incidente stra-
dale: colpita da una macchina che procedeva in senso opposto, ha perso
la gamba sinistra, che le è stata amputata sopra il ginocchio. Sembrava
una vita perduta con i suoi sogni infranti, e invece lei ha avuto il co-
raggio di rimettersi subito in gioco con la vita, e due anni dopo, con
l’aiuto di Martina, ha conquistato l’oro a Tokyo. È passata dalla riani-
mazione in ospedale alla conquista di un record mondiale nella corsa.
Monica Contrafatto, 40 anni, è la prima donna caporal maggiore
dell’Esercito italiano a essere decorata perché vittima di un attenta-
to nella guerra in Afghanistan in cui perde una gamba: conquista il
bronzo, ma aveva vinto l’oro nel 2018 nei 100 metri piani a Sidney,
agli Invictus Games. La sua dedica è stata la più commovente: «Voglio
dedicare la mia medaglia a quell’altro Paese che mi ha tolto qualcosa,
ma in realtà mi ha dato tanto, l’Afghanistan»5. Ai Giochi la gioia più
grande: quella di aver trasformato una tragedia in una vittoria.
Scacco ai pregiudizi
Lo straordinario di Tokyo
I compensi ai Giochi
Per ciò che riguarda i compensi alle Olimpiadi, va detto che essi
sono stabiliti dai singoli Stati di appartenenza che li assegnano e che
255
sono diversi per i Giochi olimpici e per quelli paralimpici; ma questi
ultimi sono meno retribuiti.
Alcuni Paesi pagano cifre stratosferiche: per esempio, le Filippi-
ne hanno ricompensato la loro prima medaglia d’oro con 500.000
euro lordi; la Francia premia l’oro con 50.000; il Regno Unito inve-
ce non dà alcun compenso straordinario ai vincitori. Si distinguono
gli Stati Uniti, dove quest’anno i compensi degli atleti paralimpici
sono stati equiparati per la prima volta a quelli degli altri: per l’oro
37.500 euro lordi, per l’argento 22.500 e per il bronzo 15.00024.
In Italia, ai Giochi olimpici, l’oro vale 180.000 euro lordi, l’argento
90.000, il bronzo 60.000; nei Paralimpici l’oro riceve 75.000, l’argento
40.000 e il bronzo 25.00025. Viene da chiedersi perché da noi vi sia un
così grande divario fra le due categorie di premi, tanto che i secondi
sono meno della metà dei primi. Tenendo presente che l’allenamento
Un Paese civile
26. Cfr «Equiparazione dei premi dei medagliati paralimpici a quelli olimpici:
raccolte già 20 mila firme», in Gazzetta di Parma, 9 settembre 2021.
27. «Bebe Vio: “Sogno un giorno di unire Olimpiadi e Paralimpiadi”» (www.
pianetascherma.com/2021/05/07/intervista-bebe-vio-sogno-olimpiadi-paralimpiadi-
tutti-assieme), 7 maggio 2021.
I GIOCHI PARALIMPICI
nel mostrare la sua protesi al braccio amputato, anzi nel suo volto non
è mancato il sorriso. Nel 2004, a 16 anni, aveva perso, a causa di un
incidente, il braccio destro. Grazie alla sua forza di volontà, era diven-
tata la prima infermiera giapponese con protesi, ma non le era venuta
meno la passione per il violino e, per lo sviluppo delle moderne protesi,
la sua bravura ora è apprezzata in campo internazionale28.
Gli atleti ci hanno insegnano che i pregiudizi sono, sì, abbattuti,
ma non una volta per sempre. Si tratta di una realtà in evoluzione
che va continuamente rinnovata. Soprattutto bisognerebbe pensa-
re di più alla «normalità», anche nel linguaggio. Noi chiamiamo i
disabili «diversamente abili», ma non si deve dimenticare che loro
si definiscono tranquillamente handicappati, paralitici, zoppi e così
via; forse dovremmo davvero chiamarli «diversamente normali», o
257
semplicemente «normali», poiché sono persone come noi, che han-
no avuto la ventura di aver sofferto più di noi, e forse per questo
hanno una tenacia e un coraggio maggiori.
Infine, occorre notare che le Paralimpiadi hanno destato negli
ultimi anni una sensibilità e un’attenzione nuove, un po’ in tutto il
mondo, nei confronti dei disabili. Una sensibilità e un’attenzione
che sono cresciute sempre di più, perché a ogni Paralimpiade c’è
stato un salto di qualità rispetto alla precedente: negli atleti e nella
struttura di appoggio aumentano la forza, il coraggio, la dedizione,
la passione per la competizione, e insieme tanta gioia di vivere.
IL PUNTO | CHIESA
L’
Antonio Spadaro S.I.
calcio dello Spirito, se non altro per cioè: “Apriti!”» (Mc 7,34) è la parola
svegliarci dal torpore? Ma chi sono chiave del Sinodo.
oggi i «mercanti del tempio»? Solo Roland Barthes – da esimio lin-
una riflessione intrisa di preghie- guista e semiologo – aveva capito
ra potrà aiutarci a identificarli. Per- che gli Esercizi spirituali di Ignazio
ché non sono i peccatori, non sono di Loyola servono a creare un lin-
i «lontani», i non credenti, e neanche guaggio di interlocuzione con Dio
chi si professa anticlericale. Anzi, a fatto di ascolto e parola. Occorre
volte essi ci aiutano a capire meglio comprendere che il Sinodo, a suo
il tesoro prezioso che conteniamo nei modo, condivide questa natura lin-
nostri poveri vasi di argilla. I mer- guistica, di creatore di linguaggio.
canti sono sempre prossimi al tem- Ed è per questo che è importante il
260 pio, perché lì fanno affari, lì vendono metodo, cioè il modo e le regole del
bene: formazione, organizzazione, cammino, soprattutto in funzione
strutture, certezze pastorali. I mer- del pieno coinvolgimento.
canti ispirano l’immobilismo delle
soluzioni vecchie per problemi nuo- ***
vi, cioè l’usato sicuro che è sempre un
«rattoppo», come lo definisce il Pon- In definitiva, la dinamica che si
tefice. I mercanti si vantano di esse- sviluppa nel Sinodo può essere de-
re «al servizio» del religioso. Spesso scritta come un «giocarsi», un «met-
offrono scuole di pensiero o ricette tersi in gioco». E, ad esempio, gio-
pronte all’uso e geolocalizzano la care a calcio non significa soltanto
presenza di Dio che è «qui» e non «lì». tirare una palla, ma anche correrle
Fare sinodo allora implica essere dietro, «essere giocati» dalle si-
umili, azzerare i pensieri, passare tuazioni che si verificano in cam-
dall’«io» al «noi», aprirsi. Colpisce po. Infatti, «il gioco raggiunge il
in questo senso, ad esempio, quanto proprio scopo solo se il giocatore
ha detto il Relatore generale del Si- si immerge totalmente in esso»,
nodo, card. Jean-Claude Hollerich, come scrive Gadamer nel suo cele-
nel suo saluto il 9 ottobre durante bre saggio Verità e metodo. Il sog-
l’inaugurazione: «Devo confessare getto del gioco, dunque, non è il
che non ho ancora idea del tipo di giocatore, ma il gioco stesso, che
strumento di lavoro che scriverò. Le prende vita attraverso i giocatori. E
pagine sono vuote, sta a voi riem- questo è, in fondo, lo spirito del Si-
pirle». Occorre vivere il tempo si- nodo: mettersi finalmente davve-
nodale con pazienza e attesa, apren- ro in gioco seguendo la dinamica
do bene occhi e orecchie. «Effatà animata dallo Spirito.
CHE COSA VERRÀ DOPO LE ELEZIONI
IN GERMANIA? E CHI?
L’unica certezza prima delle elezioni era che l’era Merkel era al
termine. Dal 2 dicembre 1990, data delle prime elezioni politiche te-
desche in comune dopo la riunificazione, Angela Merkel è stata de-
putata (eletta direttamente) al Parlamento. Ministra tedesca per le Pari
opportunità e le politiche giovanili dal 1991 al 1994 nel governo Kohl
IV, dopo le elezioni politiche del 1994 venne nominata a sorpresa mi-
nistra per l’Ambiente, la protezione della natura e la sicurezza nucleare.
Dopo la sconfitta elettorale del settembre 1998, quando per la pri-
ma volta dal 1949 non venne rieletto un governo federale in carica
IL FUTURO DELLA GERMANIA DOPO LE ELEZIONI
Anche se si è ritirata dalla presidenza della Cdu tre anni fa, la Mer-
kel è rimasta un’autorità indiscussa nel suo partito. Nel discorso tenuto
in occasione dell’Unità tedesca, il 3 ottobre 2021, accogliendo una
definizione che aveva dato di lei un giornalista, ha affermato di «aver
imparato a essere una cittadina della Repubblica federale tedesca e una
cittadina europea». Per la politica e la tattica del partito sono state sem-
pre sfruttate la sua provenienza dalla Germania dell’Est e la sua bio-
grafia di successo. Fatto sta che anche dopo 30 anni dalla caduta del
muro (9 novembre 1990) esiste ancora un divario tra Est e Ovest, che
non si esprime soltanto in un’enorme differenza tra salari, ma anche
nel campo delle tematiche sociali. Il fatto che la Cdu abbia conosciu-
to grosse sconfitte non soltanto nelle grandi città, ma soprattutto nei 269
nuovi Länder federali, deve far riflettere gli strateghi del partito.
7. Cfr A. Schavan (ed.), Die hohe Kunst der Politik. Die Ära Merkel, Freiburg,
Herder, 2021; Id. (ed.), Päpste vor Parlamenten. In Verantwortung vor Gott und den
Menschen, ivi, 2015.
FOCUS
La Germania e il mondo
Discontinuità. L’uomo
1. Nella campagna che ha portato alle elezioni del 2021, Netanyahu ha appog-
giato il partito Jewish Power. Uno dei suoi leader, Itamar Ben-Gvir, si autodefinisce
un fedele discepolo di Kahane. Nella precedente tornata elettorale, per le elezioni di
marzo 2020, l’ex primo ministro aveva incoraggiato Bennett a fondere il suo partito
con la fazione di Ben-Gvir. Ma Bennett aveva replicato: «Come presidente del partito
della Nuova Destra, ora in corsa per la Knesset, e come ex ministro dell’Istruzione dello
Stato di Israele, non inserirò nella mia lista qualcuno che nel suo soggiorno tiene una
fotografia di un uomo che ha ucciso 29 persone innocenti». Si riferiva alla foto di Ba-
ruch Goldstein, che nel 1994 aveva fatto fuoco sui palestinesi musulmani in preghiera
nella moschea della Tomba dei Patriarchi, a Hebron, provocando una strage. Identica
reazione è giunta da un altro ex alleato, Gideon Sa’ar, durante la campagna del 2021.
FOCUS
Tra gli sviluppi più notevoli c’è stata l’inclusione nella coalizione
di Mansour Abbas (nessuna parentela con Mahmud Abbas, presidente
della Palestina) e del suo partito Ra’am (Partito Arabo Unito), legato
al Ramo Sud del Movimento islamico in Israele. Abbas è un politico
arabo musulmano conservatore, che appare propenso a schivare que-
stioni nazionali, come quella di porre fine all’occupazione dei territori
palestinesi in cambio di un miglioramento della vita dei cittadini arabi
280
israeliani. Ha rotto con la Joint Arab List, un’ampia coalizione di par-
titi arabi fondata nel 2015, prima delle elezioni del 2021. Lapid aveva
bisogno del sostegno di Ra’am per mettere la propria coalizione in
grado di battere Netanyahu, e alla fine è riuscito a venire a capo delle
molte esitazioni di Abbas. Bennett e Lapid si sono mostrati pragmatici
e capaci di negoziare con i cittadini arabi dello Stato di Israele. Da
parte sua, Abbas ha spiegato: «Ci concentriamo sulle questioni e sui
problemi dei cittadini arabi di Israele all’interno della Linea Verde [i
confini di Israele prima del 1967]. Abbiamo davanti problemi cruciali:
la criminalità, la violenza, il disagio economico, la grave mancanza di
alloggi, villaggi non riconosciuti nel Negev. Vogliamo risolvere i no-
stri problemi». Non è chiaro se questo governo, guidato da sionisti di
destra e centristi, possa accogliere simili richieste. Tuttavia la presenza
di Abbas nella coalizione amplia le categorie di inclusività ed esclusivi-
tà riguardo alla definizione dell’identità civica di Israele.
Mentre gli arabi spiccano per la loro presenza nella coalizio-
ne, i partiti ultraortodossi si distinguono per la loro assenza. Ne-
gli ultimi anni essi sono stati totalmente sedotti dal populismo
di destra di Netanyahu, sebbene talvolta ne siano rimasti vittime.
Radicalmente contrari al laicismo, non vogliono saperne di en-
trare nelle istituzioni dello Stato, temendo una perdita della loro
identità religiosa. La conseguenza più rilevante è che si oppon-
gono al servizio militare obbligatorio per i giovani. La protesta
degli ultraortodossi contro la coercizione statale ha dato luogo
ISRAELE DOPO NETANYAHU
Insediamenti
Cortine fumogene
***
L’attuale governo di coalizione si fonda su una paralisi. Lapid
afferma di sostenere la «soluzione dei due Stati», ma che non se ne
farà nulla finché durerà la coalizione con Bennett, Sa’ar e Lieber-
man. Questi ultimi appoggiano la colonizzazione attiva dei terri-
ISRAELE DOPO NETANYAHU
IL DISCERNIMENTO SPIRITUALE
Miguel Ángel Fiorito S.I.
3. Cfr M. Nicolau, Jerónimo Nadal S.I. (1507-1580): sus obras y doctrinas espirituales,
Madrid, Consejo superior de investigaciones científicas, 1949; si veda, nell’indice, l’espres-
sione «contemplativi nell’azione». Tuttavia ci pare più chiara la spiegazione che del «cerchio
preghiera-azione» dà san Pietro Favre, che conosceva sant’Ignazio da prima ancora. Egli
dice così nelle sue Memorie spirituali: «La tua vita [sta parlando a un uomo che come lui
stesso è nella vita attiva e non in quella meramente contemplativa] deve seguire Marta e
Maria insieme [modelli classici di vita attiva e di vita contemplativa] […]. Se però un tipo
di vita devi praticarlo in vista dell’altro e non per se stesso, come spesso capita, cioè se tu
intraprendi la preghiera come mezzo per agire meglio, oppure al contrario l’azione è in vi-
sta della preghiera, sarà più conveniente tutto sommato che tu orienti le tue orazioni verso
i tesori delle buone opere che non il contrario, e viceversa che tu miri nell’agire ai tesori
che si conquistano con la preghiera. Sarebbe diverso per chi conduce una vita puramente
contemplativa: il suo scopo è il radunare tesori di conoscenza e d’amore di Dio, ed egli non
ha bisogno di chiedere in ogni circostanza le grazie di cui necessitano coloro che si trovano
in una vita d’azione» (P. Favre, Memorie spirituali, n. 126). Poco sopra Favre aveva detto
che chi cerca Dio spiritualmente nelle opere buone (come è proprio dell’uomo attivo), poi
lo trova meglio nella preghiera di quanto non farebbe se lo cercasse anzitutto nella pre-
ghiera per trovarlo poi nelle opere. Quindi la soluzione di Favre al problema spirituale della
relazione tra preghiera e azione è duplice: in primo luogo, ordinare la preghiera all’azione;
e, in secondo luogo, cercare e trovare Dio anzitutto nell’azione, prima di farlo anche nella
preghiera (quest’ultimo elemento è il più originale del santo). Cfr M. A. Fiorito, Escritos,
cit., V, 56-59.
NOTE E COMMENTI
molte volte, e con il tempo Dio no- buono e l’altro dallo spirito cattivo»
stro Signore, insegna ai suoi servi»4. (Esercizi spirituali [ES], n. 32).
Sant’Ignazio ha tenuto conto Inoltre egli elabora un vero e
dell’esperienza esterna quando si è proprio «codice» di interpretazione
dedicato alla redazione delle Costitu- «per sentire [cioè rendersi conto] e
zioni della Compagnia di Gesù: non conoscere [cioè sapere da chi viene
ha chiuso – vale a dire non ha dato il pensiero] in qualche modo le va-
per confermate – quelle Costituzioni rie mozioni che si producono nel-
prima di aver avuto presenti sia l’e- l’[interno dell’]anima» (ES 313).
sperienza personale sia quella della Sant’Ignazio, negli Esercizi spi-
Compagnia, già sparsa per il mondo . rituali, aiuta questa esperienza in-
5
10. Per confessarsi, basta preoccuparsi del «pensiero mio proprio» nel quale è il pec-
cato: non si è responsabili di ciò che «proviene dall’esterno», ma bisogna rispondere soltan-
to di ciò che «deriva unicamente dalla mia libertà e dalla mia volontà» (ES 32).
11. Cfr Mt 26,41; Mc 14,38; Lc 21,36. Questi testi connettono la vigilanza con la
preghiera e sembrano dire che la migliore «vigilanza» è un «atteggiamento di preghiera»;
ovvero, che è un modo di pregare, come lo è, per sant’Ignazio, l’esame di coscienza. Per
questo Xavier Léon-Dufour così conclude le sue considerazioni sul termine biblico «ve-
gliare, vigilare»: «Dunque la vigilanza […] caratterizza il cristiano […]. D’altra parte […]
la vigilanza cristiana richiede al discepolo una preghiera e una sobrietà continue: “Vegliate,
pregate, siate sobri”. L’uso di due verbi («vegliare» e «pregare») può implicare una «endiadi»
(letteralmente, uno per mezzo di due); ovvero due verbi con una subordinazione di uno
rispetto all’altro, per esprimere l’azione di uno solo, che sarebbe quello principale. Se così
fosse, la raccomandazione del Signore implicherebbe un atteggiamento (la vigilanza) sotto
forma di preghiera. Il testo di Luca lo esprimerebbe meglio, perché il verbo “vegliare” è
all’imperativo (come verbo principale); e il verbo “pregare” al gerundio (come verbo su-
bordinato, che spiega il modo di vegliare)» (Cfr X. Léon-Dufour, I Vangeli e la storia di
Gesù, Milano, Paoline, 1967).
12. «Un altro tratto della vita interiore di sant’Ignazio è la coesistenza in lui, fino alla
fine della sua vita, di doni infusi […] con pratiche ascetiche che a molti sarebbero parse
buone soltanto per principianti. In primo luogo, l’uso frequente di esami di coscienza,
continuati fino alla fine della sua vita. […] Ribadeneira preciserà: ha sempre avuto quest’a-
bitudine di esaminare a ogni ora la sua coscienza. […] E segue un aneddoto citato molte
volte: avendo incontrato un padre […], gli domandò quante volte si fosse esaminato quel
giorno. Siccome, se non ricordo male, aveva risposto sette volte, nostro padre [Ignazio]
ribatté: così poche? E mancava ancora una buona parte della giornata» ( J. de Guibert, La
espiritualidad de la Compañia de Jesús, Santander, Sal Terrae, 1955).
ÉRIC ROHMER
Riflessioni alla luce della
«Nouvelle vague» del cinema rumeno
Piero Loredan S.I.
colta nella sua complessità e inaf- tezza come occasione per scendere
ferrabilità. Come emerso dai film in profondità, per ri-scoprire senza
riproposti dal Tiff, protagonista del fretta qualcosa di noi e delle nostre
cinema di Rohmer è la vita quo- relazioni nelle vite dei suoi prota-
tidiana, presentata senza artifici e gonisti.
cosmesi. Il cinema del regista fran- Proprio il tema delle relazioni,
cese non ci invita a evadere dalla e soprattutto del desiderio e dell’a-
realtà, bensì a scoprirla, a lasciarci more, è centrale nei suoi film. Nel
sorprendere dalla sua bellezza, a corso di lunghissimi dialoghi – che
cogliere quanto nella vita di ogni sono una caratteristica principale
giorno passa sotto l’occhio addor- del cinema di Rohmer – i perso-
mentato dell’abitudine. naggi si conoscono, si corteggiano,
Lo stile è essenziale: lunghe cercano di comprendersi e di com-
294
inquadrature fisse e montaggio prendere il mondo in cui ballano e
lineare inducono l’occhio a soffer- traballano, a volte con leggerezza,
marsi sui volti, sui gesti dei prota- a volte con difficoltà. La macchina
gonisti, sul contesto in cui vivono da presa segue i personaggi men-
e sulle loro esitanti discussioni. Lo tre si spostano da un luogo all’altro:
spettatore quasi si dimentica della la Louise di Le notti della luna pie-
mediazione della macchina da pre- na (1984) si affanna tra la casa che
sa; davanti a lui scorre la vita nella condivide con il suo ragazzo e un
sua semplicità, intrecciata con le angolo-rifugio nel cuore di Parigi,
sue grandi domande. mentre la Félicie di Racconto d’in-
Il ritmo lento costituisce una verno (1991) si divide indecisa tra
provocazione: chi ha oggi la pa- le case dei due uomini tra cui vor-
zienza di fermarsi, di ascoltare, di rebbe scegliere e l’abitazione della
osservare, di lasciarsi interrogare madre.
dalle domande e dall’apparente in- L’attenzione ai luoghi è dunque
genuità dei protagonisti, di risco- un’altra caratteristica dei film del re-
prire – insieme ai personaggi dei gista francese. Tutt’altro che ridotti
suoi film – il fascino misterioso e a semplice cornice, essi giocano un
inafferrabile delle relazioni umane? ruolo significativo nei suoi film: ac-
Come per ogni bellezza che compagnano le vicende (interiori ed
non sia abbagliante, per ogni verità esteriori) dei protagonisti, metten-
che richieda un cammino da fare, il done a fuoco le vicissitudini.
cinema di Rohmer esige pazienza. Nel film Il raggio verde (1986),
I suoi film sono un invito alla len- Delphine si sposta febbrilmente tra
ÉRIC ROHMER
città, mare e montagna, alla ricerca dei suoi personaggi, esposte nei
di un luogo-vacanza in cui sentirsi lunghi dialoghi. Ne La mia notte con
a casa: da nessuna parte e con nes- Maud (1969), ad esempio, il con-
suna persona riesce a sentirsi dav- fronto verbale dei protagonisti – in
vero a proprio agio. cui etica e fede si intrecciano – fa i
La spiaggia e il mare, in Rac- conti con la complessità della vita e
conto d’estate (1996), evocano un’a- delle situazioni in cui si trovano i tre
pertura di orizzonti e di possibilità personaggi del film.
in cui il giovane protagonista non
riesce a orientarsi: inquieto e inde- Rohmer e i cineasti di oggi
ciso, passeggia senza meta e senza
sosta, con improvvisi cambi di di- La poetica di Rohmer apre dun-
rezione, insieme a tre ragazze, tra le que orizzonti sempre attuali. Cosa
295
quali non è capace di scegliere. può dire allora il regista francese a
La scelta è un altro tema fon- chi oggi «vive» di cinema? Nell’am-
damentale del cinema di Rohmer, bito del Tiff, abbiamo rivolto que-
insieme a un velato ottimismo nei sta domanda a Ion Indolean, critico
confronti della vita. Ne Il raggio verde cinematografico e giovane regista
l’impossibilità di Delphine di sceglie- rumeno, che ha presentato in com-
re il proprio «compagno di vita» tra petizione al festival il film Toni &
le persone del suo ambiente si risolve prietenii săi («Toni e i suoi amici»).
in un incontro inaspettato per bel- Negli ultimi anni si è molto par-
lezza e autenticità. Allo stesso modo, lato di «nuova onda del cinema ru-
in Racconto d’inverno la speranza in- meno» (Noul Val Românesc), spesso
genua di Félicie di ritrovare il grande associata alla Nouvelle vague fran-
amore della sua giovinezza – perdu- cese per la ventata innovatrice e di
to per un equivoco – si concretizza rottura rispetto alla cinematografia
in modo imprevedibile. Il caso (o la nazionale precedente. Sebbene sia
provvidenza) mescola le carte, crean difficile racchiudere in una singola
do incontri o dissipando illusioni. In etichetta film molto diversi tra loro,
Racconto d’autunno (1998) Isabelle è interessante osservare come dai
orchestra magistralmente l’incontro primi anni 2000 una nuova genera-
della sua amica Magali, sola e disillu- zione di registi rumeni abbia trion-
sa, con un potenziale futuro partner; fato ai festival internazionali con
il lieto fine è dietro l’angolo. film – prodotti con budget limitati
Sempre nel cinema di Rohmer, – che si distinguono per il realismo
la realtà sorprende e supera le idee minimalista. Con uno stile asciut-
ARTE MUSICA SPETTACOLO
voro. Ad esempio, mi hanno spinto per lo meno, desidero che gli atto-
a chiedermi cosa potrei prendere ri esprimano alcuni degli elementi
in prestito da lui, come sceglierei della propria personalità nel perso-
di risolvere artisticamente un certo naggio che interpretano.
momento narrativo, o come si fa a
costruire una storia che non sembra Dal punto di vista dei temi dei
essere stata scritta prima. suoi film, qual è l’aspetto più signi-
D’altra parte, mi ha influenza- ficativo e forse più interessante per i
to indirettamente attraverso Cri- cineasti di oggi?
sti Puiu, che ho seguìto da vicino. È una domanda molto diffici-
Puiu si riferisce spesso ai film e al le, alla quale non so come rispon-
modo in cui lavora Rohmer. C’è dere, perché richiederebbe di
sempre una sensazione di freschez- esaminare tutti i film di Rohmer
297
za nei film di Rohmer, una sensa- e cercare potenziali risposte. For-
zione che Puiu riprende e porta in se un aspetto rilevante per oggi
un’altra direzione. Nella mia tesi è proprio questa sua capacità di
di laurea ho trattato del già citato costruire storie individuali, ap-
film di Puiu Trei exerciții de inter- parentemente insignificanti, ma
pretare, da lui realizzato in Fran- che lasciano un messaggio forte
cia, nell’ambito di un laboratorio dietro di sé. Questa però non è
di recitazione. Lì Puiu più volte fa una caratteristica che troviamo
riferimento diretto a Rohmer. Ho soltanto nei film di Rohmer: tan-
già menzionato la sequenza in cui ti grandi registi partono dal par-
il sole entra ed esce dalle nuvole in ticolare e finiscono per fornire
modo tale che la luce cambi senza elementi universalmente validi.
la volontà di Puiu. Il regista rume- Il regista francese, tuttavia, lo
no non rinuncia a questo ciak, anzi fa più sistematicamente nei suoi
è contento che sia successo qualcosa film, specialmente nella serie
di sorprendente durante la ripresa. dei Sei racconti morali, come la
Per quanto mi riguarda, cerco chiama lui. Morali e non mora-
sempre di trovare persone che in- leggianti. Lì Rohmer affronta la
terpretino se stesse, si tratti di attori natura umana. Per lui, un mora-
professionisti o di dilettanti. Non lista è interessato a comprendere
voglio necessariamente ruoli pre- e descrivere cosa succede nella
parati ad hoc, ma piuttosto mi in- mente dell’uomo, si occupa dello
teressa che chi recita sia davanti alla stato mentale e dei sentimenti di
telecamera come è realmente. O, una persona. Rohmer non è mo-
ARTE MUSICA SPETTACOLO
Ritengo che abbiamo qualcosa da sta strada. I consigli che darei sono
offrire al cinema sia formalmente quelli che do a tutti miei studenti e
sia, soprattutto, in termini di storie a cui credo che pochi pensino: fare
che possiamo raccontare. di più dei compiti che ricevono a
scuola, essere buoni autodidatti, es-
Ultima domanda: tu hai coronato sere sempre curiosi su tutto, capire
il tuo sogno di diventare un regista. il mondo in cui vivono, valutare
Quale consiglio daresti a chi come te bene se questo è proprio il percor-
volesse intraprendere questa strada? so che vogliono intraprendere. Per
Non è stata la realizzazione di avere successo in qualsiasi campo,
un sogno, ma piuttosto una serie di ma soprattutto nei campi creativi,
congiunture mi ha portato su que- devi impegnarti seriamente.
299
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
GIANCARLO PANI
se, usuali nelle relazioni tra le diverse confessioni» (p. 37). Vi ricorrono temi
fondamentali del dibattito con la Riforma: la Scrittura, la Tradizione, il pri-
mato del papa, quest’ultimo con sviluppi all’interno dello stesso cattolicesimo
fino alla proclamazione del dogma dell’infallibilità nel Vaticano I.
Buona parte della fama del Bellarmino deriverà dalla teoria del potere in-
diretto del papa sul potere politico, che però, rileva l’A., era già stata formaliz-
zata da san Tommaso nel Medioevo. La novità da lui introdotta stava nell’aver
precisato che il potere politico era completamente autonomo e legittimo ri-
spetto alla Chiesa, e quindi il papa non poteva ritenersi il sovrano assoluto del
mondo, come avrebbe voluto Sisto V (cfr p. 46). Questo costò al Bellarmino
l’inserimento del suo primo libro delle Controversie nell’Indice dei libri proibiti,
il che tuttavia non ebbe alcuna conseguenza a causa della morte del ponte-
fice. Clemente VIII fu il papa che lo creò cardinale, ma fu anche il papa che
lo allontanò da Roma, inviandolo come arcivescovo a Capua (1602-1605): il
Bellarmino non aveva esitato ad affermare che il papa non era padrone, ma
301
servitore della Chiesa. Fu un periodo breve, ma fecondo di attività pastorale,
prima che fosse richiamato a Roma per il conclave.
Come teologo del Sant’Uffizio il Bellarmino partecipò anche al processo
contro Giordano Bruno, finito con la condanna al rogo il 17 febbraio 1600
a Campo de’ Fiori. Non è possibile stabilire con certezza quale fu il suo con-
tributo in questa vicenda, mentre l’A. ricostruisce il suo coinvolgimento nel
«caso Galileo», al quale è legata la sua fama nel XX secolo. Si ricordano la
conoscenza che egli aveva della teoria di Copernico, un incontro con Galileo
nel 1616 e una lettera con l’invito prudenziale a non parlare della dottrina
del copernicanesimo come cosa certa, perché era un’ipotesi non dimostrata.
Molti nella Curia romana, come pure negli ambienti accademici e cultura-
li italiani, avevano paura della forza distruttiva della nuova astronomia, che
sembrava contraddire la lettera della Scrittura.
La condanna di Galileo, avvenuta nel 1633, quando il Bellarmino era
morto da 12 anni, «non fu casuale, ma la necessaria conseguenza del rifiuto,
da parte della Chiesa, di distinguere quanto lo studioso proponeva: un ambito
proprio della scienza e uno della rivelazione e della fede» (p. 113). Il Bellarmi-
no fu anche padre spirituale del giovane Luigi Gonzaga, ne riconobbe la san-
tità e lo assistette giorno e notte negli ultimi momenti di una vita breve, ma
spesa fino allo sfinimento nell’assistenza agli appestati. San Roberto «fa parte
di quella generazione di pastori e mistici della Riforma cattolica che hanno
accompagnato la Chiesa dal Medioevo all’Età moderna, e hanno contribuito,
pur con i loro limiti, all’edificazione della Chiesa di oggi» (p. 118).
ra di parole, una storia che restituisce dignità agli antenati: a donne e uomi-
ni minimi, persone morte per l’avidità del commerciante o perché trascinati
dalla corrente del Rio e ora cullati dalla grande Madre, quell’acqua invadente
e spietata che tra piene e magre canta i suoi quotidiani ritmi».
L’Amazzonia è una zona del Pianeta che genera tanta vita, e non trasmet-
te solo aria, ma anche il desiderio di parlare un linguaggio che ha la sonorità
dei suoi suoni. Essa crea poesia, e l’A., con il suo orecchio attento, ha il privi-
legio di «registrare, archiviare e condividere» le voci che dialogano in questi
linguaggi.
Concludiamo con la sintesi di Fiorentini: «Questo libro è una silloge da
leggere come un romanzo, diviso in due parti e chiuso con una splendida
ode. Le due parti, denominate archivi, cantano alla terra attraverso i suoi
sentieri e alla imponente presenza dell’acqua attraverso piene, magre e piog-
ge. La conclusione parla direttamente alla grande Madre, l’Amazzonia, vista
come un essere spirituale e spietato che impone, attraverso la sua frattura, il
303
pianto del Rio e dei suoi affluenti, non più grido della terra, ma ritmo della
vita. Ne deriva un testo fisico e grandioso».
Diego Fares
VANNINO CHITI
Santa Sede dopo il 1870, ma poi anche nelle abitudini del popolo e nelle
attività sindacali e associazioniste.
Per Gramsci l’obiettivo fondamentale era «la liberazione dell’uomo: la
critica alla religione si giustifica quando costituisce un impedimento a rea
lizzarla» (p. 31). Per Togliatti, invece, si trattava di riconoscere la pos-
sibilità di impegnarsi in un movimento di orientamento socialista non
«nonostante» la propria fede religiosa, ma in piena coerenza, e sapendo che
«tale aspirazione può trovare uno stimolo in una sofferta coscienza religiosa
posta di fronte ai drammatici problemi del mondo contemporaneo» (p. 69).
Infine Berlinguer, che, in una lettera del 1976 indirizzata a monsignor Luigi
Bettazzi, affermava: «Nel Partito comunista italiano esiste e opera la volontà
non solo di costruire e di far vivere qui in Italia un partito laico e democra-
tico, come tale non teista, non ateista e non antiteista; ma di volere anche,
per diretta conseguenza, uno Stato laico e democratico, anch’esso dunque
non teista, non ateista, non antiteista» (p. 115).
304
L’A. allora si chiede: «Esiste ancora una questione cattolica?». La do-
manda non riguarda soltanto l’Italia, ma l’Europa e il mondo, pur nella
diversità delle forme con cui le religioni, nei vari continenti, si sono pre-
sentate sulla scena pubblica. Per poter rispondere in modo giusto a que-
sta domanda, essa dovrebbe essere formulata in termini più appropriati:
«Esiste per la politica una questione religiosa con cui misurarsi?» (p. 181).
Secondo Chiti, sì, esiste, e la sinistra in Europa la sta sottovalutando. Le
religioni esprimono una radicalità – non radicalismo – che non è da con-
fondere con l’individualismo: la radicalità delle proprie convinzioni, che
spingono al ripensamento della comunità dentro la quale si realizzano le
nostre individualità, i diritti, ma anche «il dialogo tra i credenti e i diver-
samente credenti» (card. Martini).
La sinistra dovrebbe promuovere una profonda riforma dell’economia
di mercato attraverso un nuovo compromesso con il capitalismo, fondan-
dola su tre cardini: dignità della persona, non più del solo lavoratore;
welfare universale; ecologia. Questa riformulazione fondamentale apre la
via a quello che da tanti anni l’A. definisce un «nuovo umanesimo» (p. 203).
Nelle parole di Chiti si avverte l’eco di due importanti encicliche di papa
Francesco: Laudato si’, in cui c’è l’invito del Papa a costruire un sistema
economico e sociale più giusto e rispettoso del creato, che abbia al centro
l’uomo e non l’idolatria del denaro; e Fratelli tutti, dove il Papa indica la via
su cui camminare per raggiungere questo obiettivo: il riconoscersi fratelli
e sorelle, custodi l’uno dell’altro.
Giovanni Luchetti
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
ALESSANDRO BARBERO
D ANTE
Bari - Roma, Laterza,
2020, 368, € 20,00.
aveva sempre una certa importanza. Seguono poi l’età giovanile, con i suoi
amori e i suoi amici; gli studi particolarmente intensi; il matrimonio, sul qua-
le permangono problemi insoluti; la propensione per gli affari e soprattutto
l’impegno in politica. Come è noto, è proprio da quest’ultima passione che
derivarono le disgrazie maggiori per il Poeta, perché malauguratamente si
trovò a essere tra i priori del Comune di Firenze schierato con la fazione dei
Cerchi (Guelfi Bianchi) allorquando nel 1301, con l’aiuto di papa Bonifacio
VIII, risultò vincitrice nella contesa civile la fazione dei Donati (Guelfi Neri).
In breve tempo Dante si trovò condannato a morte in contumacia ed
espropriato di tutti i suoi averi, costretto così a dare inizio al suo celebre
lungo esilio e provando sulla sua pelle «come sa di sale lo pane altrui» e
quanto «è duro calle lo scendere e ’l salir per l’altrui scale» (Paradiso, canto
XVII, vv. 59-60).
Il saggio di Barbero, nel rispetto del suo percorso cronologico, si con-
clude con gli ultimi anni di Dante a Ravenna, e cerca di rispondere ai tanti
306
quesiti irrisolti intorno alle vicende dell’autore della Commedia, compreso il
suo impegno nei confronti dei figli, dei quali di solito si dice assai poco.
Roberto Timossi
MARILYNNE ROBINSON
Ennio Ranaboldo
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
Roberto Catalano
Enrico Paventi
OPERE PERVENUTE
BIOGRAFIE STORIA
BARTOLI M., Rosario Livatino. Il giudice Europa cristiana e impero ottomano. Momenti e
giusto, Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo, 2021, problematiche (A. BORROMEO - P. PIATTI - H.
238, € 18,00. E. WEIDINGER), Città del Vaticano - Vienna,
BORRIELLO L., Fratel Charles di Gesù. Libr. Ed. Vaticana - Hollitzer, 2021, 404, € 70,00.
Pellegrino dell’ Assoluto, ivi, 2021, 290, RESSICO F., Carlo Cadorna (1809-1891). Uno
€ 25,00. statista del Risorgimento con e oltre Cavour, Roma,
CARNEMOLLA P. A., Un laico cristiano: BastogiLibri, 288, € 18,00.
Giorgio La Pira, Firenze, Polistampa, 2021, 308,
€ 18,00. STORIA DELLA CHIESA
GARZONIO M., Schuster il vescovo della
Ricostruzione, Milano, Àncora, 2021, 200, ANSALDO M., Un altro Papa. Ratzinger,
€ 18,00. le dimissioni e lo scontro con Bergoglio, Milano,
Rizzoli, 2020, 160, € 17,00.
CLEONI A., «O tutti o nessuno!». Storia e
DIRITTO ritratti di 123 sacerdoti e religiosi morti in Emilia
TUPPUTI E., L’ indagine pregiudiziale o Romagna nella Seconda guerra mondiale, Milano,
pastorale alla luce del m.p. Mitis Iudex Dominus Ares, 2021, 192, € 15,00.
Iesus. Applicazioni nelle diocesi della Puglia, Roma,
Urbaniana University Press, 2021, 240, TEOLOGIA
€ 18,00.
BALTHASAR H. URS VON, Verità del
mondo, Milano, Jaca Book, 2021, 272, € 30,00.
FILOSOFIA DURAND E., Dio Trinità. Comunione e
MAURIZI M., La quadratura del nulla. trasformazione, Brescia, Queriniana, 2021, 192,
Nicola Cusano e la generazione del significato, € 20,00.
Milano, Jaca Book, 2021, 184, € 20,00. LORIZIO G. - FERRARIO F. - MARANI
G., Le parole della fede. Glossario teologico
interconfessionale, Cinisello Balsamo (Mi), San
PATRISTICA Paolo, 2021, 224, € 18,00.
LÖSER W., Elementi per una teologia delle
ORIGENE, Omelie sui Salmi. Vol. II. religioni. Sguardi e passi oltre i confini, Brescia,
Omelie sui Salmi 76, 77, 80, 81 (L. PER- Queriniana, 2021, 256, € 26,00.
RONE), Roma, Città Nuova, 2021, 608, Mistica (La) cristiana. Vol. 2. Mistica tedesca e
€ 100,00. brabantina, francese, italiana moderna (V. CIRLOT
- A. VEGA - B. PAPÀSOGLI - M. CATTO - G.
RELIGIONI MONGINI), Milano, Mondadori, 2021, 1682,
€ 80,00.
PALLAVICINI Y., Contemplare Allâh.
Regole sulla Via interiore di maestri musulmani,
Milano, Mimesis, 2021, 320, € 24,00. VARIE
CIULLA G. - CATANIA C., La cala. Cento
SACRA SCRITTURA giorni nelle prigioni libiche, Firenze, Bompiani,
2021, 240, € 17,00.
FLORIO G., Paolo. Da Tarso a Tre Fontane, FAGGIOLI M., Joe Biden e il cattolicesimo
per continuare il cammino, Cinisello Balsamo (Mi), negli Stati Uniti, Brescia, Morcelliana - Scholé,
San Paolo, 2021, 110, € 15,00. 2021, 208, € 16,00.
NOTA. Non è possibile dar conto delle molte opere che ci pervengono. Ne diamo intanto un annuncio
sommario, che non comporta alcun giudizio, e ci riserviamo di tornarvi sopra secondo le possibilità e lo
spazio disponibile.
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