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cTORQUATO TASSO

VITA
● Nella seconda metà del cinquecento gli stati italiani perdono la loro autonomia e
sono dominati dal Regno di Spagna
● Il Concilio di Trento e il Tribunale del Sant’Uffizio le pubblicazioni sono sottoposte
a verifiche da organi religiosi
● Provvedimenti di censura, sequestri, condanni per i testi considerato offensivi per la
fede
● Libri classici vengono modificati, in modo da evitare tutto che possa suonare
contrario alla morale cristiana
● I romanzi cavallereschi sono bollati come inutili e dannosi inganni che ci
allontanano dalla verità
● In questo cambia il modo di lavorare dei letterati italiani
● Essi finiscono per compiere un autocensura, rinunciando a pubblicare le loro opere
o evitando di narrare amori, magie, …
● Tasso nasce nel 1544 a Sorrento
● Il padre Bernardo si era stabilito lì alle dipendenze dei nobili Sanseverino
● Dopo la famiglia si spezza:
○ Il padre deve seguire in Francia il suo signore
○ La madre rimane a Sorrento con l’altra figlia (morirà senza che Tasso la
possa rivedere)
○ Tasso è mandato nel Bergamasco, dove viene cresciuto con la famiglia
paterna
● Tasso e suo padre si riuniscono a Roma e poi spostarsi a Urbino
● In Urbino ottengono la protezione del signore Delle Rovere
● Tasso inizialmente viene chiamato di “Tassino” per distinguerlo dal padre
● È un poeta cortigiano precoce e senza patria
● Autore di un lungo romanzo cavalleresco in versi, Amadigi
● Ai sedici anni ha già dato prova di una precoce abilità letteraria
● Scrive un poema epico sulla prima crociata, intitolato Gierusalemme
● Il padre lo manda a Padova per seguire corsi di diritto ma Tasso sceglie di
frequentare le lezioni di filosofia ed eloquenza
● Approfondisce la filosofia aristotelica
● Sceglie di abbandonare il Gierusalemme e si dedica a un’opera romanzesca, il
Rinaldo
● Recupera vicende cavalleresche anteriori a quelle narrate da Boiardo e Ariosto
● Adotta un tono più lieve e divertito
● Discorsi dell’arte poetica: tenta di conciliare il rispetto delle regole aristoteliche con
la libertà creativa
● Si trasferì a Bologna per proseguire gli studi
● Partecipa intensamente alla vita intellettuale
● È cacciato per aver scritto una satira contro i suoi professori
● Rientrato a Padova, frequenta l’Accademia degli Eterei
● Scrive dialoghi, orazioni e versi d’amore per una dama di corte e per la figlia di
un mercantile (Lucrezia e Laura)
● Tasso diventa letterato cortigiano e entra a servizio del cardinale Luigi d’Este, a
Ferrara
● Dopo al seguito del duca Alfonso II
● Suo compito è quello di scrivere un’opera celebrativa della dinastia estense
● Si tratta di anni sereni, soltanto turbati con la notizia della morte del padre
● Tasso riesce a dedicarsi intensamente alla produzione letteraria
● Chiede la revisione dell’opera ha un gruppo di studiosi romani
● I lettori esprimono numerose critiche di carattere formale e religioso, gerando
insofferenza e tensione in Tasso
● Si sottopone al tribunale del Sant’Uffizio di Ferrara, il Tribunale lo assolve
● A corte si sente di non essere apprezzato come merita
● Pensa di essere controllato e spiato e l’ansia esplode così aggredisce un servitore
● A causa di questa è fatto rinchiudere nelle sue stanza e poi in un convento dove
riesce a fuggire
● Sempre si sposta ma poi è di nuovo a Ferrara al matrimonio di Alfonso II
● A causa delle sue intemperanze il duca lo richiude al Sant’Anna, un ospedale di
squilibrati mentali
● Tasso rimane lì per sette anni
● Senza l’autorizzazione dell’autore viene pubblicato il poema Goffredo col titolo
"Gerusalemme Liberata”
● Tasso viene liberato dal Sant’Anna e il duca di Mantova Vincenzo Gonzaga prende
cura del poeta
● Fa una riscrittura del suo capolavoro e esce nel 1593 con il nuovo titolo
gerusalemme conquistata
● Trascorre gli ultimi anni della sua vita in un monastero romano alla ricerca di pace

L’EPISTOLARIO
● Composto di circa millesttecento lettere
● Tasso non costruisce un’immagine idealizzata di sé
● Le lettere nascono dalla necessità di sfogo e di comunicazione immediata
● Costituiscono unas testimonianza importante sulla vicenda umana e sul contesto
storico-culturale in cui è vissuto
● Le epistole diventano uno strumento di autodifesa, un modo per fare sentire la
propria voce ad amici e protettori
● Lettere in cui Tasso descrive i propri malesseri fisici e disturbi interiori, le
allucinazioni e le fantasie
● Lamenta di essere oggetto di incantesimi malvagi di presenza diaboliche e
magiche
● Sensazione di delusione nei confronti del mondo e la certezza di non essere stato
compreso dai contemporanei

LA GERUSALEMME LIBERATA
● Compiere una sintese personale tra la tradizione dell’epica eroica e quella del
romanzo cavalleresco
● Scrive secondo le regole aristoteliche
● È un poema epico in venti canti mai approvato definitivamente dal suo autore
● Il titolo non è stato scelto da Tasso, che preferirebbe Goffredo
● Il titolo Gerusalemme liberata fu scelto arbitrariamente da un letterario
● Il successo dal parte del pubblico è immediato ma ha Tasso non piace e compie una
riscrittura
● Il poema è in ottave di versi endecasillabi, ha come argomento principale la prima
crociata
● Durante la quale i guerrieri cristiani, Guidati da Goffredo di Buglione riescono a
conquistare Gerusalemme e liberare il Santo Sepolcro
● Il canto può essere suddiviso in quattro blocchi principali
○ Sezione introduttiva: Presentati i due schieramenti opposti (cristiani e
pagani) e narrate le prime battaglie
○ Azione delle forze infernali: Le forze infernali appoggiano i pagani e
generano delle difficoltà nel campo cristiano; la narrazione segue le vicende
dei vari personaggi
○ Parte romanzesca: Il principale eroe è il cristiano Rinaldo, viene tenuto
prigioniero dalla maga ma poi viene richiamato ai suoi doveri
○ Sezione conclusiva: Il destino di ogni personaggio è compiuto; lo scontro
finale si conclude e c’è l’arrivo di Goffredo nel Santo Sepolcro
LA TRAMA
Goffredo di Buglione è scelto da Dio per guidare i cristiani alla conquista di Gerusalemme,
caduta nelle mani del re pagano Aladino. La principessa pagana Erminia indica al re i
principali eroi cristiani, tra questi Tancredi (che ella amava segretamente) che amava però la
pagana Clorinda, una guerriera indomabile. Nel combattimento si nota il valore del Cristiano
Rinaldo.
Nel regno degli inferi Lucifero ordina di ostacolare in ogni modo i cristiani: la prima insidia è
compiuta dalla maga Armida che si reca presso Goffredo, fingendosi una regina spodestata.
I cavalieri vogliono aiutarla ma Goffredo si oppone. Nel campo Cristiano succede un’altra
contesa dalle potenze infernali: per un’offesa a lui rivolta, Rinaldo uccide un principe
Cristiano, così viene allontanato dal campo.
Il pagano Argante propone ai cristiani un duello tra campioni. Nel frattempo Tancredi è stato
fatto prigioniero dalla maga Armida ed è sostituito dall’anziano Raimondo
Le forze infernali fanno giungere nel campo la falsa notizia della morte di Rinaldo,
suscitando una ribellione contro Goffredo, Rinaldo è ancora vivo ma imprigionato dalla
maga.
Goffredo fa costruire una torre di legno per attaccare le mura delle città ma nella notte
Argante e Clorinda la incendiano; Clorinda rimane chiusa fuori da Gerusalemme ed è
inseguita da Tancredi che non la riconosce. Loro battagliano e quando lei muore chiede il
battesimo e togliendo il suo elmo Tancredi la riconosce e rimane tristissimo. Il bosco di
Saron è stato stregato e soltanto Rinaldo potrà annullare l’incantesimo del bosco, Rinaldo
affronta un percorso di purificazione e vince gli incanti della selva. Tancredi e Argante
concludono il loro duello. Goffredo giunge il Santo Sepolcro e pone fine alla guerra

I CONTENUTI
● Tasso afferma la necessità di scegliere un argomento storica perché così le vicende
possono apparire verosimili e il lettore può partecipare emotivamente
● Tasso sostiene che l’argomento non può essere né troppo lontano nel tempo, né
troppo vicino
● Tasso prende diversi temi: la conquista di gerusalemme, le guerre contro i Goti, di
Carlo Magno contro i Sassoni
● Porta una serie di personaggi esistiti con alcune modifiche funzionali e altri
personaggi inventati
● Le figure femminili inseriscono parentesi liriche, avventurose e passionali
● Secondo Tasso il poema debba ruotare attorno una linea narrativa principale senza
disperdersi nei vari fili narrativi della tradizione del romanzo cavalleresco
● L’ambizione di costruire una sola favola che all’interno ci siano elementi romanzeschi
● Gli elementi soprannaturali vanno respinte, ossia la mitologia classica perché essi
compromettono la verosimiglianza
● Gli eventi prodigiosi possono essere nell’opera se fondati sulla religione cristiana
● Come azioni dalle potenze celesti o infernali
● Il soprannaturale cristiano permette di mostrare l’opposizione tra Cielo e Inferno,
tra Bene e Male
● Gli amori e le avventure sono elementi essenziali del poema
● Forze centrifughe: gli interventi demoniaci che distolgono gli eroi cristiani
● Forze centripete: gli sforzi degli eroi sostenuti dall’aiuto celeste
● La vicenda si svolge in un’epoca storica ben precisa: la Prima crociata, durante
l’assedio di Gerusalemme e la conquista della città
● Liriche: discorsi d'amore (come Petrarca)

I PERSONAGGI
● Goffredo di Buglione è il personaggio storico scelto come modello di cavaliere
cristiano, debito alla propria missione
● Gli altri personaggi invece sono caratterizzati dall’inquietudine e dalla contraddizione
● Rinaldo è un personaggio inventato e ha un vivo desiderio di gloria; il suo percorso
passa attraverso il peccato e la redenzione
● La maga Armida è un personaggio complesso: è una seduttrice bellissima e
rappresenta un costante pericolo per i cristiani
● La sua figura si rovescia in una donna innamorata di fronte a Rinaldo
● Tancredi ha il ruolo dell’eroe combattente e quello dell’innamorato petrarchesco
● Clorinda rappresenta il modello della fanciulla guerriera
● Erminia rappresenta la donna innamorata timida e indifesa che può divenire capace
di azioni ardite
● Al termine del poema abbiamo l’impressione che gli manca un lieto fine

NARRAZIONE, MODELLI E STILE


● Tasso evita interventi espliciti del narratore per rafforzare l’impressione di una
naturale successione delle vicende
● Narratore onisciente
● È un narratore appassionato: partecipa delle vicende, condivide i sentimenti e i
turbamenti dei personaggi, anticipa l’esito di un duello accentuando il pàthos
(drammatizzazione)
● È assente l’ironia
● Tasso adotta una lingua raffinata e solenne, lontana dall’uso comune (latinismi,
arcaismi, neologismi)
● Uno stile magnifico, dove abbondano le figure retoriche (stile epico) sino a
costruire giochi di parole
● Nella costruzione sintattica viene violato l’ordine naturale del discorso, le frasi sono
rese più complesse
● Il discorso viene spezzato su più versi dall’uso frequente di enjambements
● Scompare l’idea di un tono medio, di una lingua armoniosa e di una sintassi regolare
● Unità: la vicenda ruota intorno una vicenda narrativa principale (la Prima crociata)
● Varietà: elementi romanzeschi: vicende di amore e avventura
● L’Epos: narrazione poetica di gesta eroiche (come Omero)
● Verosimiglianza: evitando elementi incredibili

IL PROEMIO
Tasso annuncia l’argomento della sua opera, invoca la protezione della musa e dedica il
poema al duca di Ferrara, Alfonso d’Este

[1 - PROTASI]
Canto l’arme pietose, e ’l capitano
che ’l gran sepolcro liberò di Cristo.
Molto egli oprò co ’l senno e con la mano;
molto soffrì nel glorioso acquisto:
e in van l’Inferno vi s’oppose; e in vano
s’armò d’Asia e di Libia il popol misto:
Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santi
segni ridusse i suoi compagni erranti.
[1 - PROTASI]
Canto le armi cristiane e il capitano che libertò il Santo Sepolcro di Cristo
Egli fece molto con l’intelligenza e con la forza, sopportò molte (molto/molto = anafora)
cose nella conquista gloriosa [di Gerusalemme]; e in vano agirono contro di lui le forze
infernali, e invano (in vano - in van/in vano = anafora) combatterono contro di lui vari popoli
dell’Asia e dell’Africa (di Libia – sineddoche per indicare l’Africa).
Le forze del cielo lo protessero, e (Goffredo) sotto i santi vessilli (santi segni: dell’esercito
cristiano, santi perché portavano l’emblema della croce - sotto a i santi/segni ridusse i suoi
= allitterazione) ricondusse i suoi compagni dispersi
[2 - INVOCATIO]
O Musa, tu, che di caduchi allori
non circondi la fronte in Elicona
ma su nel Cielo infra i beati cori
hai di stelle immortali aurea corona;
tu spira al petto mio celesti ardori,
tu rischiara il mio canto, e tu perdona
s’intesso fregi al ver, s’adorno in parte
d’altri diletti, che de’ tuoi le carte.
[2 - INVOCATIO]
O Musa (musa della poesia epica), tu (inizia serie di tu = anafora) che non circondi la fronte
con una gloria effimera come quelle che si attribuiscono in Elicona (monte della Beozia,
sacro alle muse), ma possiedi una corona dorata (aurea) di stelle immortali, su nel cielo, tra
le sedi dei beati, tu soffia nel mio petto un'ispirazione divina (celesti ardori), tu rendi più
limpido il mio canto, e tu perdona se intreccio ornamenti (fregi) al vero, se abbellisco in
parte il mio poema (le carte) con elementi piacevoli (diletti) diversi da quelli che offri tu
[3 - INVOCATIO]
Sai che là corre il mondo, ove più versi
di sue dolcezze il lusinghier Parnaso;
e che ’l vero condito in molli versi,
i più schivi allettando ha persuaso.
Così a l’egro fanciul porgiamo aspersi
di soavi licor gli orli del vaso:
succhi amari, ingannato, intanto ei beve,
e dall’inganno suo vita riceve.
[3 - INVOCATIO]
[Tu Musa] sai che i lettori (il mondo) si precipitano là dove la poesia piacevole (il lusinghier
Parnaso) riversa maggiormente le sue dolcezze, e che il vero, mescolato (condito) alle
bellezze dei versi, ha convinto anche i più restii (schiavi), attraendoli (allettando).
Così offriamo a un fanciullo malato (egro) una tazza (del vaso) i cui bordi (orli) sono stati
bagnati con il dolce liquido (soavi licor) (del miele): egli, ingannato in questo modo
(intanto), beve un’amara medicina (succhi amari) e dal suo inganno riceve salute (vita)
[4 - DEDICA]
Tu magnanimo Alfonso, il qual ritogli
al furor di fortuna, e guidi in porto
me peregrino errante, e fra gli scogli,
e fra l’onde agitato, e quasi absorto;
queste mie carte in lieta fronte accogli,
che quasi in voto a te sacrate i’ porto.
Forse un dì fia, che la presaga penna
osi scriver di te quel ch’or n’accenna.
[4 - DEDICA]
Tu, nobile e generoso Alfonso che sottrai (ritogli) alla violenza della sorte (furor di fortuna-
allitterazione) e guidi in porto me viaggiatore (peregrino) vagabondo (errante), tra gli scogli
e le onde e quasi sommerso (absorto – latinismo da absorbere) ricevi con viso sereno (in
lieta fronte) il poema (queste mie carte - metonimia), che offro (porto) dedicate (sacrate)
a te quasi in voto.
Forse un giorno accadrà (fia) che la penna profetica (presaga = predice il futuro) si
impegni a scrivere di te ciò che ora accenna.
[5 - DEDICA]
È ben ragion, s’egli averrà ch’in pace
il buon popol di Cristo unqua si veda,
e con navi e cavalli al fero Trace
cerchi ritor la grande ingiusta preda,
ch’a te lo scettro in terra o, se ti piace
l’altoimperio de’ mari a te conceda.
Emulo di Goffredo, i nostri carmi
intanto ascolta, e t’apparecchia a l’armi.
[5 - DEDICA]
Se mai accadrà che tutti i popoli cristiani (il buon popolo Cristiano) siano concordi tra loro
(in pace), e con flotte ed eserciti di terra (navi e cavalli) cerchino di togliere (ritòr) ai feroci
Turchi (al fero Trace) Gerusalemme, ingiustamente conquistata (la grande ingiusta preda),
è giusto (è ben ragion) che (la cristianità) affidi (conceda) a te il comando (lo scettro)
dell’esercito in terra o la suprema guida della flotta (l’alto imperio de’mari). Tu, che
riprodurrai il valore di Goffredo, nel frattempo (intanto) ascolta i miei versi (i nostri carmi) e
preparati a combattere (t’apparecchia a l’armi).

IL DUELLO TRA TANCREDI E CLORINDA


Clorinda, eroina pagana, uscita notte-tempo da Gerusalemme con Argante per incendiare
e distruggere la torre mobile di legno che i cristiani avevano costruito per colpire dall’alto le
mura della città, compiuta l’audace impresa, è rimasta chiusa fuori dalla Aurea porta di
Gerusalemme, subito richiusa da Argante e dai suoi, perché si è attardata per uccidere un
guerriero cristiano che l’aveva colpita, Arimone.

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