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PSICOLOGIA DELLA VIOLENZA

Sempre stata molto marginale l'immagine di un essere umano alle sue origini pacifico
|
V
molto spazio riservato invece a comportamenti aggressivi

QUINDI
viene raccontato un certo tipo di storia che entra a far parte dell'immaginario comune
|
V
inizia a svilupparsi un'idea di natura umana violenta perchè condizionata inevitabilmente dalle sue
origini

ORIGINE DELLA SPECIE Può ESSERE CAUSA DEI COMPORTAMENTI AGGRESSIVI?


Dal concetto di animalità aggressiva presociale ritenuta propria dell’essere umano molti studiosi
attingeranno elementi per elaborare teorie sull’aggressività.

Si parte dall'ambito evoluzionistico


DARWIN → la specie ha un'origine violenta che si trasmette e arriva fino all'uomo
GALTON → uomo ha ereditato un istinto violento di base che ne condiziona il comportamento
|
V
comportamenti violenti da sempre visti come disturbanti → “mandato sociale” affidato agli studiosi
è quello di estirpare queste componenti dalla società
|
V
Galton è il primo che propone di eliminare attraverso l'eugenetica gli aspetti violenti e quindi
disturbanti (che si credeva venissero ereditati geneticamente)

OBIETTIVO SOCIALE PRIMARIO DIVENTA


- capire quali componenti della specie salvaguardare - quali componenti eliminare
e incentivarne la trasmissione
|
V
per costruire una civiltà SANA e LIBERA DALLA VIOLENZA
|
V
Si pone il problema di misurare, classificare ed eliminare gli individui “NON ADATTI” e
“PERICOLOSI”
così da poter estirpare il crimine

es. nasce il profiling con la logica che la classificazione permette la prevenzione

Tutti i progetti per eliminare gli aspetti aggressivi e disturbanti della società sono spinti da questo
obiettivo comune → SOCIETà Più SANA eliminando inevitabilmente certi gruppi sociali e i
cosidetti “criminali nati”.

Siamo a fine ‘800.


PRINCIPALI PERCORSI INTRAPRESI DAGLI STUDIOSI PER INDENTIFICARE L’ORIGINE
DELL’AGGRESSIVITà UMANA:

|||||1 STEP NELLO STUDIO DELLA VIOLENZA

CESARE LOMBROSO  padre fondatore dell’antropologia criminale


|
V
per primo cerca di sviluppare progetto scientifico per individuare la categoria dei pericolosi
|
V
trovando nelle caratteristiche somatiche i segni delle caratteristiche morali delle persone

__Passaggio dall’azione commessa a CHI l’ha commessa, dal crimine al criminale  focus sulla
persona per la prima volta

__DA DOVE PARTE?


parte da un caso clinico  studia il cranio del brigante Villella
|
V
nel suo cranio trova un avvallamento o “fossetta” che sarebbe segno di una condizione di
ATAVISMO che l’ha reso propenso a commettere crimini
||
in generale, caratteristica che indica la regressione ad uno stadio di sviluppo della specie precedente
Per Lombroso, segno a livello della conformazione cranica che indica un’interruzione nello
sviluppo ontogenetico

(ricordiamo che in questa fase c’è bisogno di evidenze che dimostrino i motivi del comportamento
umano, e vengono trovate anche in modo “forzato”)

|
V
fino a metà ‘900 si credeva che nel ciclo di vita (ontogenesi) l’individuo ripercorresse le tappe della
filogenesi (tappe sviluppo specie animale)
|
V
segni morfologici propri degli stadi meno evoluti della specie (es. fossetta) = evidenza di
interruzione di questo ciclo di sviluppo
|
V
stop evolutivo rende l’individuo propenso a commettere reati (animalità ancestrale si riflette in
segni anatomici che rendono identificabili i criminali)

A Lombroso serve però dimostrare che nel mondo animale c’è VIOLENZA (perché se così non
fosse la sua teoria non reggerebbe)  per dare fondamento alla sua tesi non può riferirsi a
rappresentazioni fantastiche o mitologiche
COSA FA?

Dopo aver affermato che esiste violenza nel mondo vegetale (es. piante carnivore)
|
V
passa a elenco di azioni violente compiute da animali
|
V
si concentra soprattutto su comp. aggressivo delle scimmie (dipinte come bestie assassine) e sulla
condivisione tra scimmie e umani di progenitori comuni MA  si tratta solo di aneddoti isolati e
non sistematizzati in un quadro generale

QUINDI Proietta i comportamenti umani sugli animali


^ |
| che poi a loro volta |
| V
| si riflettono sull’uomo
V
piega l’immaginario comune sul mondo animale verso la violenza per dare una base più solida alla
sua teoria –

Questo è un PROCESSO TIPICO DELL’EPOCA.

__idea che nell’uomo ci sia animalità, in particolare ANIMALITà VIOLENTA (stadio primordiale
dell’uomo) |
V
animale violento come immagine di ciò che l’uomo potrebbe essere se non contenuto e disciplinato
dalle leggi della civiltà

Vengono utilizzate alcune metafore negative per esemplificare quest’idea

- Bambino che attraversa inevitab. La fase del selvaggio per diventare adulto, partendo dal
presupposto che l’ontogenesi ricapitola la filog.
- Es. molto in voga al tempo (inizio ‘900società di massa) = nelle FOLLE (condizione fuori
dal normale) questa caratteristica di animalità distruttiva tende a emergere e non riesce ad
essere controllata dalle norme della civiltà
(intervengono processi psichici come contagio emotivo, imitazione, ecc… che alterano i
singoli)
|
V
Secondo Lombroso questa può essere anche una caratteristica specifica di alcuni tipi di
esseri umani
|
QUINDI
V
Obiettivo = classificare individui pericolosi individuando l’arretratezza dello sviluppo
ontogenetico attraverso caratteri somatici

__più avanti leggera modificazione della teoria sull’atavismo


|
V
epilessia, compromettendo capacità di ragionamento e senso morale e civile (quindi togliendo
facoltà TIPICHE DELLA CIVILTà  come le folle), risveglia l’atavismo

__2 precisazioni su Lombroso:


1. Se un criminale non presentava segni somatici riconducibili ad atavismo, la sua condotta
andava spiegata sulla base di circostanze sociali
2. Gli studiosi del tempo avevano come obiettivo il bene comune, convinti che la loro missione
fosse individuare precocemente i criminali tramite segni anatomici perché potessero essere
prese misure precauzionali
|
V
conseguenza negative= metafora dell’esistenza di una bestia feroce all’interno degli
individui rimase impressa e dunque influenzò l’immaginario collettivo

DOPO LOMBROSO

Antropologia criminale diventa CRIMINOLOGIA


|
V
oggi non ha uno statuto scientifico ma è un insieme di contributi provenienti da varie discipline che
ha l’obiettivo di comprendere e spiegare i motivi che spingono al crimine

Teoria di Lombroso:

- Fallace dal punto di vista scientifico


- Intrisa di razzismo e colonialismo
- Usata a livello politico per avvalorare scelte anche estreme (es. fascismo)
- Derivato dalle teorie lombrosiane, viene introdotto a livello giuridico il concetto di
pericolosità sociale (identificare per prevenire)
|
V
concetto che non ha fondamenti scientifici  non esiste un modo per identificare
individualmente persone pericolose perché l’uomo è imprevedibile

Cosa rimane oggi?


Nelle neuroscienze e nella genetica comportamentale moderna l’obiettivo rimane
fondamentalmente quello lombrosiano
||
trovare origine organica della criminalità/violenza studiando autori di gravi reati
|
V
ciò che di Lombroso rimane oggi non sono le teorie ma la prospettiva

||||| 2 STEP NELLO STUDIO DELLA VIOLENZA

La causa prima dei comportamenti violenti è identificata (come nel caso precedente) nell’origine
della specie.
|
a differenza di Lombroso  antropomorfizzazione dell’animale (interpretazione del comp. animale
secondo categorie proprie degli esseri umani es.concetto di crimine)
V
zoomorfizzazione dell’essere umano = partire dallo studio del comportamento animale per poi
passare all’uomo (interpretare comp. uomo adottando la visuale del mondo animale)

__TESI = uomo può essere considerato un CACCIATORE NATO


|
e inoltre
V
essere umano è diventato tale attraverso la capacità di uccidere
|
V
uccisione come base della civiltà

- Nel mondo animale la tendenza all’aggressività si manifesta all’interno di un sistema che è


in grado di contenerla  in questo periodo idea “romantica” ma inverosimile del mondo
animale (e quindi anche del mondo preistorico)
- Nell’uomo questo contenimento è diventato nel tempo impossibile, soprattutto a causa
dell’introduzione delle armi

2 etologi cercano di spiegare il concetto di istinto come base dell’aggressività:

1. Morris

__idea che quando la popolazione si concentra molto in un unico luogo ci sia un aumento dei
comportamenti aggressivi
|
spiegazione
V
ISTINTO DI TERRITORIALITà = tendenza a perimetrare e difendere il proprio territorio come
comportamento adattivo |
quindi
V
aggressività al servizio della territorialità
e
territorialità al servizio della sopravvivenza della specie

MA COS’è L’ISTINTO?

MECCANISMO (concezione meccanicistica) nervoso sensibile a stimoli interni o esterni


|
a cui risponde con movimenti coordinati che contribuiscono alla conservazione di individuo e
specie
|
V
se istinti fossero naturali  dovrebbero essere presenti da sempre

CONFUTAZIONE:
es. istinto di territorialità
|
civiltà preistoriche sono le meno territoriali che si conoscano
|
V
Ricordiamo che:
- proprietà privata prodotto culturale
- stato (quindi attaccamento a un territorio) introdotto recentemente
|
V
importanza del calarsi nella storia

2. Ardrey

BIOARCHEOLOGIA = resti umani (scheletri) usati per trarre inferenze sui viventi
|
V
resti  SEGNI (in particolare segni di atti di violenza) che indicherebbero che l’essere umano era
tendente all’aggressività fin dall’inizio della specie
|
V
rafforza la tesi dell’uomo come cacciatore nato
|
V
A. arriva a sostenere che l’essere umano sarebbe emerso dal suo passato animalesco perché era un
assassino e grazie alle armi  uso delle armi permette sviluppo di nuove abilità a livello cerebrale

MA  anche se a detta di Ardrey gli scheletri costituirebbero prove dirette e non interpretazioni
importante ricordare che

SEGNI ≠ SIGNIFICATI (comportamento  ciò che si fa ≠ azione  significato di ciò che


si fa)
|
V
analizzando resti umani senza dubbio si trovano segni di aggressività
MA
- sono ambigui  potrebbero non essere prodotti intenzionalmente da esseri umani
- anche se lo fossero, qual è il loro significato?
|
V
comportamenti (segni) apparentemente aggressivi possono avere significati lontani dalla
violenza

È importante INCORNICIARE nel modo corretto la condotta umana:

Descrizione “pratica” del comportamento ---------- assume significati ≠ a seconda della


(ciò che è avvenuto) CORNICE
||
circostanza, momento storico, codici culturali, ecc…
|
dal momento che si conosce poco dei contesti di vita dei nostri antenati
V
accostarsi a quel mondo con estrema prudenza, senza pretendere di riuscire a capire e
interpretare tutti i loro comportamenti
||||| TERZO STEP NELLO STUDIO DELLA VIOLENZA

LORENZ  formalizza il concetto di istinto, provando a dare una spiegazione sistematica a una
teoria che era stata ipotizzata da molti
|
V
ancora oggi citato nelle spiegazioni dell’aggressività

PUNTO DI PARTENZA
||
nel corso dell’evoluzione il comportamento si modella (allo stesso modo dell’anatomia)

- Caratteristiche fisiche
 si plasmano in funzione della sopravvivenza
- Caratteristiche comportamentali
||
V

Esiste quindi un patrimonio innato di comportamenti adattivi (accanto ad una componente appresa)
||
V
l’essere umano da sempre dimostra una propensione per l’aggressività
||
V
aggressività sembrerebbe essere un’ISTINTO ADATTIVO
||
V
PUNTO DI ARRIVO = NATURALIZZAZIONE DELL’AGGRESSIVITà

__ Con l’obiettivo di trovare la causa prima dell’aggressività

- Lombroso  si concentra su stop nello sviluppo ontogenetico (atavismo) che riguarda solo
alcuni individui
- Lorenz  concepisce l’aggressività come retaggio di tutti gli esseri umani funzionale alla
sopravvivenza della specie

__ in ognuno c’è un’interazione tra


Fattori innati/energetici e fattori esterni/ambientali
|
V
entrambi hanno un ruolo nella genesi del comportamento aggressivo
|
V
MODELLO PSICOIDRAULICO
||
modello di funzionamento dell’istinto aggressivo (e dell’istinto in generale)

 COMPONENTI

- Serbatoio = contenitore degli istinti  depositi di energia specifici per ognuno degli istinti
- Rubinetto = sistema nervoso
- Pressione acqua = spinta energetica
- Bilancia = stimoli ambientali
- Valvola= regolazione della “fuoriuscita” degli istinti (su cui agisce sia pressione acqua
che bilancia)
- Recipienti per la fuoriuscita dell’acqua = schemi fissi di azioni, specifici per ogni istinto

 FUNZIONAMENTO:

- Energie motivazionali che corrispondono a istinti vanno a riempire il serbatoio


- Quanto maggiore è la pressione all’interno del serbatoio, tanto maggiore è la spinta a
mettere in atto un comportamento istintivo
- Esiste una valvola che funge da sistema regolatore del passaggio da spinta istintuale a
comportamento.
Si apre sulla base di:
o Pressione dell’acqua (Spinta interiore)
o Peso sulla bilancia (stimoli esterni)
o Combinazione dei due
- Fuoriuscita acqua corrisponde a esecuzione atto
- Recipienti corrispondono a set comportamentali predefiniti che costituiscono i possibili esiti
 per ogni istinto un set di esiti specifico (ereditato quindi pre-programmato)

__DOVE SI COLLOCA L’AGGRESSIVITà?


||
energia istintiva innata che è in costante aumento (è lo stesso organismo a produrla)
e
richiede prima o poi di essere scaricata (manifestazione comportamentale)
|
secondo modello psicoidraulico
V
più l’energia interna aumenta, meno forti devono essere gli stimoli esterni per provocare lo stesso
esito |
fino a che
V
stimoli esterni possono anche essere assenti
|
DIMOSTRAZIONE  Lorenz osserva negli animali la messa in atto di comportamenti predatori

anche in assenza di preda


|
V
energia trabocca diventando in questo caso un’ “attività a vuoto”
|
ne deriva che
V
anche limitando fattori esterni non possiamo impedire la messa in atto di comp. aggressivi
|
CONCLUSIONE  data l’innato istinto aggressivo dell’uomo, la società deve trovare canali
innocui e socialmente accettabili perché l’aggressività possa essere scaricata  unica possibilità

__MERITI
|
V
formalizzazione del funzionamento dell’istinto e sua traduzione in comportamenti specifici

__CONFUTAZIONI  il modello è valido oppure no  no, nessuna predizione trova conferma

SECONDO IL MODELLO FALSO perché ETOLOGIA


MODERNA OSSERVA CHE

1. ad ogni istinto è associato uno o più il comportamento è molto più variabile

comportamenti specifici e stereotipati in funzione di ambiente e suoi cambiam.

e meno stereotipato di quanto previsto


da Lorenz

2. più tempo trascorre dall’ultima nel mondo animale riscontri irregolari


esecuzione di un comportamento aggressivo e variabili anche a seconda della specie
più è probabile che venga rimesso in atto

3. se esecuzione ripetuta, comportamento ^


dovrebbe interrompersi temporaneamente |
(esaurimento energia)

4. non dovrebbero esserci feedback retroattivi comprovato che il comportamento è


che portino a aggiustamento comportamento o continuamente soggetto ad adattamento e

cessazione fasi successive (del mod. psicoidr.) aggiustamento a seguito delle


conseguenze immed. prodotte

QUINDI

Primo modello sistematico con cui l’etologia ha cercato di spiegare l’aggressività (tramite
naturalizzazione(ISTINTO KILLER)
|
V
demolito però dagli stessi etologi moderni  NO FONDAMENTI SCIENTIFICI

||||| QUARTO STEP NELLO STUDIO DELLA VIOLENZA

FREUD
|
se per Lorenzistinto killer spiegherebbe tutte le forme di comportamento che vengono definite
violente, non solo un comp. specifico
V
per Freud responsabili dell’aggressività sono le PULSIONI
||
spinta verso un’azione
|
V
qualcosa che sta al confine tra mentale e fisico
(biologicoistinto, cioè una sorta di energia corporea, mentaleenergia pulsionale)
V
pulsione come motore che sta alla base di qualsiasi attività umana, cons- o inconsapevole

__concezione CONFLITTUALE della vita dell’individuo


(conflitto come elemento di base dell’apparato teorico freudiano)

- Scontro tra pulsioni individuali e società


- Tra coscienza e inconscio  Io in condizione di tensione costante
- Tra Io, Super-Io ed Es

|
V
condizione conflittuale non ha mai risoluzione definitiva
|
perché
V
pulsioni non sono mai pienamente e definitivamente soddisfatte
|
quindi
V
a livello inconscio rimangono residui primitivi e minacciosi che spingono per uscire
|
V
conflitto si ripropone continuamente

__se per Lorenz una TREGUA tra istinto e ambiente  ADATTAMENTO


- dell’animale nella sua nicchia ecologica
| - dell’uomo nella sua nicchia sociale
V
per Freud possibile tregua  SUBLIMAZIONE
|
V
permette un contenimento del moto pulsionale  quindi costituisce “patto”, anche se INSTABILE,
tra spinte interiori ed esigenze collettive

o A livello individuale si tratta sempre di una rinuncia


o A livello sociale il suo raggiungimento è l’obiettivo ideale
MA
o Non sempre le spinte pulsionali possono essere contenute
|
V
le istituzioni sociali non sempre sono in grado di arginare pericolosità e ambivalenza
della natura umana

__idea di una TIRANNIA DEL PASSATO (=tempo che scandisce filogenesi e ontogenesi
dell’essere umano) |
V
entità che continuamente “spinge” per dominare il presente e indirizzare i comp. individuali
|
V
tentativo di accedere al “primitivo di noi”

- Per Lombroso  caratteristiche somatiche (fisionomia del cranio)


- Per Freud  sogno, in cui si manifesterebbero le pulsioni primordiali

|
V
TEMA DELLA RICAPITOLAZIONE
||
sviluppo della mente come risultato della storia della specie (ontogenesi che ricapitola filogenesi)

__TOTEM E TABù  spiegazione origine della socialità e sua individuazione in un atto di


violenza  Freud non si limita alla ricostruzione della storia individuale ma vuole delineare la
storia dell’umanità
|
V
PARRICIDIO di un padre dispotico da parte di fratelli
| |
V V
da un lato “società senza padre” dall’altro senso di colpa porta a divinizzare la
diventa ingovernabile perché manca figura del padre (totem  punto di riferimento
una subordinazione all’autorità | simbolico del clan) e ad astenersi da qualsiasi
| rapporto sessuale con le donne del clan (tabù)
V
ACCORDO TRA FRATELLI (generato dal senso di colpa) è per Freud la prima forma di contratto
sociale
|
V
Freud ricostruisce un’origine umana violenta (uccisione del padre)  aggressività come substrato
originario di qualsiasi condotta sociale

e unisce elementi provenienti da:


- teoria della ricapitolazione e - idea che ci sia un serbatoio pulsionale e
che gli istinti di base siano egoistici e
aggressivi
per sostenere che:

o l’uomo primitivo/selvaggio (fase arretrata dello sviluppo della civiltà) si può


rintracciare nei bambini e nei nevrotici (adulti fissati allo stadio del bambino)
o Primitivi hanno messo in pratica quello che tutti gli uomini desiderano fare
|
V
ma “contenuti” dalle norme civili di solito non agiscono questi desideri
o Aggressività come CARATTERISTICA DELLA CONDIZIONE UMANA 
violenza da sempre e per sempre
|
V

L’inconscio custodirebbe le tracce violente del parricidio originario


|
V
eredità inconscia per la quale c’è una forza pulsionale che sempre “spinge” per uscire
|
| continuo richiamo tra violenza del passato e violenza del presente
ne deriva
V
atteggiamento di rassegnazione e INEVITABILITà
|
V
unico possibile intervento è investire su:

- a livello individuale  sviluppo delle cosiddette “dighe psichiche” (=compassione,


disgusto, pudore)
- a livello sociale  sviluppo istituzione contenitive degli impulsi violenti

(riassumendo FREUD:

- soggettività come campo di battaglia  conflitti interni all’individuo e tra istanze


individuali e sociali
- passato violento pesa sul comportamento presente del soggetto
- corrispondenze tra primitivo/selvaggio, nevrotico e bambino)

__Aggressività trova 3 concettualizzazioni diverse nel pensiero di Freud:

1) a. come pulsione primaria-----------\ dibattito ancora acceso sulla natura primaria vs


2) a. come reazione a frustrazione ----/ reattiva dell’aggressività
3) a. come pulsione di morte
|
V
aspirazione inconscia all’autodistruzione costantemente presente e a cui è difficile sottrarsi
|
che ruolo ha?
V
se vita conflitto permanente  morte quiete, annullamento di ogni tensione e perturbazione
|
V
ma esiste davvero?
|
prospettiva riduttiva e assiomatica

o nessun riscontro empirico


o tendenza ad affrontare l’aggressività in funzione delle credenze spesso infondate ma
rassicuranti che si hanno su questo fenomeno
o l’esistenza di una pulsione deputata alla scarica di aggressività fine a se stessa è
messa in discussione dalla maggior parte degli psicanalisti contemporanei

__Quest’idea di aggressività come pulsione sempre presente porta a chiedersi come essa possa
essere soddisfatta
|
V
concetto di CATARSI = liberarsi dell’energia negativa interna per raggiungere uno stato di
equilibrio e di quiete

 assume diverse accezioni nel corso della storia:

1. MODELLO DRAMMATICO
|
V
Aristotele  assistere a rappresentazione drammatica susciterebbe forti passioni e nei loro
confronti svolgerebbe un ruolo catartico
|
cioè
V
REGOLATORE dell’esperienza emotiva  permette di provare emozioni in modo sano

CONF: inverosimile e priva di evidenza l’idea che assistendo ad una rappresentazione,


esperire emozioni travolgenti porti poi ad uno stato di quiete interiore
2. MODELLO CLINICO
|
V
radici nella psicanalisi  in particolare caso di Anna O.
|
idea iniziale = se elementi “nocivi” (pensieri, pulsioni, per Anna O. ricordo dell’evento
traumatico) sono depositati all’interno dell’individuo
|
allora
V
terapia catartica permette di espellere questi elementi

da CATARSI -------- Freud poi passa a -----ABREAZIONE (=rivivere ricordi angosciosi


o dolorosi cercando di dare un senso all’esperienza)
|
non è tanto importante lo sfogo emotivo in sé e per sé ( non riduce la tensione quindi non
può dirsi terapeutico) |
MA
V
ESPERIENZA RELAZIONALE nel momento in cui riemerge il ricordo e possibilità di dare
un significato a ciò che viene esperito

MODELLO DRAMMATICO MODELLO CLINICI

Catarsi come strumento di sfogo emozionale “ (anche se idea presto abbandonata)


| |
serbatoio di energia negativa che va fatta uscire

Esperienza vicaria richiamo diretto dell’evento scatenante

Da solo in mezzo a un pubblico con cui non rapporto interpersonale con il terapeuta
condivide legami profondi quindi emozioni vissute e analizzate in sua
presenza  più facile dare significato
Esperienza emotiva forte, piuttosto che scaricare “
le spinte emotive, sembra contribuire a stimolarle

3. MODELLO SPERIMENTALE
|
V
DOLLARD partendo dalla verifica empirica della prospettiva delineata da Freud
|
V
formula l’ipotesi della frustrazione-aggressività
||
condotta aggressiva sempre conseguenza di un sentimento di frustrazione;
frustrazione porta inevitabilmente a qualche forma di aggressività.
|
V
FRUSTRAZIONE = emozione negativa conseguenza dell’interruzione di una serie di
comportamenti e quindi del mancato raggiungimento di un obiettivo
|
può essere liberata con comportamenti aggressivi
|
oppure, in modo più compatibile con la socialità
V
attraverso un processo catartico  se il target diretto non è disponibile si può trovare un
target sostitutivo  DISLOCAZIONE DELLA RISPOSTA AGGRESSIVA (=elemento che
accomuna questo modello con gli altri due)

2 versioni di questo modello

o Causalità lineare (Dollard)  frustrazione porta sempre ad aggressione


o Frustrazione come istigatore potenziale (Berkowitz)  frustrazione rende
predisposti ad aggressione, ciò che determina la messa in atto sono gli stimoli esterni
|
V
esperimento “effetto arma” (B.) = frustrazione (indotta sperim.) + presenza arma –
aumenta probabilità e intensità azione aggressiva
|
V
modello poco valido perché non spiega l’effetto su alcuni soggetti sperimentali (es.
donne)

 nucleo dell’ipotesi frustrazione-aggr. Cede di fronte all’esperienza comune


|
non tutte le frustrazioni si convertono in aggressività;
non tutti i comp. aggressivi sono causati da frustrazione.

CONFUTAZIONE FINALE CATARSI  catarsi non solo non libera da una presunta energia
negativa, istintuale o pulsionale, ma rischia anche di rafforzare comp. aggressivi e quindi di rendere
più probabile una loro attuazione futura
||||| Fallimento nel tentativo di localizzare l’aggressività
|
( anche se
V
l’idea che si possa trovare una specifica origine all’interno dell’individuo
| trova ancora credito  tanto più quanto più utile può essere a livello di
| ambiti di applicazione)
V
si è cercato di identificare l’origine dell’aggressività basandosi su dati più “scientifici” (anche se poi
falsificati dalla stessa scienza)  ricorso a studi neurobiologici/neuroscientifici
|
con l’idea che
V
dev’essere preso in considerazione anche l’aspetto biologico, non solo quello legato a influenze
ambientali e relazionali |
(pur sapendo oggi che
V
una componente biologica crea una certa predisposizione ma non può determinare
un evento con assoluta certezza)
|
V
idea di base  cervello e geni come sede di presunte facoltà etiche che orientano il comp.
|
comp. deviati sarebbero il risultato di lesioni/difetti/malfunzionamenti cerebrali e/o genetici

1) Teoria del CERVELLO TRINO di MacLean  lega l’evoluzione del cervello al comport.
|
3 componenti cerebrali, ognuna rappresentante uno specifico momento evolutivo della
specie umana

o Cervello primitivo  sede ISTINTI PRIMARI e FUNZIONI VITALI


o Cervello intermedio  sede EMOZIONI (sistema limbico)
o Cervello superiore  sede FUNZIONI COGNITIVE e RAZIONALI (neocorteccia)

Parte più antica del cervello ---- dinamica conflittuale con -- parte più evoluta
(c. primitivo + c. intermedio) | (c. superiore)
V
| (classico dualismo emozione-cognizione)
V
TEORIA DELLA SCHIZO-FISIOLOGIA
||
strutture arcaiche non integrate adeguatamente e neocorteccia non in grado di tenere sotto
controllo sfera istintivo-emozionale
|
V
neocorteccia può solo tentare di costruire delle strutture per il controllo delle istanze
provenienti dal cervello arcaico
|
secondo MacLean
V
in questa frattura sta l’origine dei comportamenti violenti
 obiettivo finale di M. e di altri studiosi dopo di lui = capire come condizionare il
comportamento dell’essere umano per creare un “società migliore”
|
es. Delgado (collega di MacLean)  esperimenti su animali (e in seguito su malati di
mente) per dimostrare che è possibile indurre un comportamento (con elettrostimolazione in
questo caso) |
arriva a teorizzare che
V
tramite elettrodi impiantati nel cervello è possibile eliminare la violenza e creare una società
psichicamente evoluta

CONFUTAZIONE:

o dimostrato che il cervello è un’UNITà FUNZIONALE unica e dinamica, non


risultato della somma di parti distinte
o idea di conflitto tra aree cerebrali autonome non trova conferme scientifiche

2) ANOMALIA CROMOSOMICA come causa della violenza?


|
occasionalmente maschi ricevono un cromosoma Y in più e presentano un corredo
cromosomico di tipo XYY
|
anomalia usata per carcare di trovare attenuanti nella condanna dei criminali
| (es. Speck, Chicago 1966, uccisione 8 infermiere)
V
ribadita l’idea (già lombrosiana) dell’esistenza di CRIMINALI CONGENITI
|
studio anomalie cromosomiche (alla ricerca di corredi XYY) in carceri e manicomi
 secondo la logica dell’identificazione del criminale per la prevenzione del crimine
|
V
teoria ingenua alla base di quest’idea = maschi più violenti di femmine e, dal momento che
solo i maschi possiedono cromosoma Y, esso è la causa della violenza
|
ne consegue che
V
| se un maschio ha due Y  doppiamente pericoloso
da qui
V
iniziativa di alcuni medici di sottoporre a screening neonati maschi
ANCHE SE
nessuno studio scientifico riesce a dimostrare che nelle prigioni ci sia un’alta concentrazione
di XYY e che questo corredo sia quindi legato all’aggressività
|
ANZI
V
negli Usa (dove vengono fatti screening) 96% dei maschi con anomalia cromosomica XYY
conducono una vita normale priva di forme efferate e ripetute di aggressività
|
quindi i dati statistici dicono che
V
cromosomi criminali non esistono
3) DOMINANZA DEL TESTOSTERONE come causa della violenza?
|
teoria ingenua alla base = a causa del testosterone i maschi sarebbero tendenzialmente più
dominanti e aggressivi  viceversa donne docili e sottomesse
|
V
esperimenti usati per dare credito a quest’idea sono studi di laboratorio con ratti 
sembrerebbero dimostrare che ratti M più aggressivi di ratti F
|
MA
V
o Comp. aggressivi vanno letti non solo individualmente come risposte biologiche ma
anche in un’ottica relazionale (con chi sono in gabbia gli animali, cosa fa
l’antagonista, ecc…)
|
V
rapporto tra ormoni sessuali e aggressività è tutt’altro che lineare
o Specie diverse hanno tendenze comportamentali diverse (es. criceti F più aggressivi
di criceti M nella stessa situazione sperimentale)
o Esperimenti su esseri umani mostrano che donne con placebo di testosterone si
comportano in modo più egoistico e avido
|
V
considerato il placebo  comp. influenzato non tanto dal testosterone quanto dalla
CREDENZA legata ad esso
|
QUINDI
V
è evidente che ci sono differenze ormonali tra i sessi
|
MA
V
questo non SIGNIFICA che ci sia una predisposizione naturale a mettere in atto
comp. aggressivi da un lato (M) e di sottomissione dall’altro (F)
|
biologicamente parlando
V
alti livelli di testosterone eccitano l’individuo MA non determinano specifici
comportamenti, tantomeno aggressivi
|
V
corrispondenza perfetta TESTOSTERONE-AGGRESSIVITà non ha alcun
fondamento scientifico
4) ASSETTO GENETICO come base della violenza?

- GENE EGOISTA di Dawkins


||
gene è considerato come entità indipendente con al suo interno un “programma” già scritto
che, in questo caso, fa sì che il comp. dell’uomo abbia come unica spinta e obiettivo
l’interesse per se stesso |
V
vita come svolgimento deterministico di questo programma
|
questo comporta un’antropomorfizzazione di entità biologiche (dopo antrop. degli animali
dell’antropologia criminale e zoomorfizzazione degli esseri umani dell’etologia)

- GENE GUERRIERO
|
V
creati dispositivi linguistici che legano la parola “GENE” al presunto esito comportamentale
a cui porta (gene DELLA violenza, gene DELL’omosessualità,…)
|
USO TELEOSEMANTICO = termine “gene” è definito da una precisa funzione (funzione a

| cui il gene assolve)


V
evidente distorsione linguistica visto che è dimostrato che il legame tra singolo gene e
fenotipo è tutt’altro che lineare e deterministico (NON rapporto causale come
sembrerebbero indicare queste ricerche)
||
V
conseguenze di questa prospettiva = convinzione di poter individuare una
PREDISPOSIZIONE GENETICA a comportamenti violenti
|
cioè
V
possibile trovare radice prima dell’aggressività
|
con conseguente
V
messa in atto di tutta una serie di misure preventive (es. screening) che però sono basate su
presupposti teorici SBAGLIATI

es. MAORI  popolazione in cui i fenomeni di violenza sono molto diffusi


|
dopo un analisi delle caratt. genetiche di questa popolazione
V
si riscontra la presenza (56%) di un’ANOMALIA GENETICA di un particolare gene
(deputato alla regolazione di neurotrasmettitori come serotonina, adrenalina e dopamina,
quindi alla regolazione dell’umore) |
| già riscontrata tra l’altro nei topi in lab
V
introdotta l’IPOTESI del GENE GUERRIERO
||
bassa attività di questo gene sarebbe alla base di una minor capacità di self control, quindi di
più alti livelli di impulsività e aggressività
|
trasmessi per via ereditaria da una generazione all’altra predisponendo ad es. i maschi maori
ad essere aggressivi e inclini a commettere crimini
( è stato anche affermato che proprio questa anomali genetica sia
stata il motivo della grande capacità di sopravvivenza dei Maori

| che in passato avevano attraversato in canoa l’oceano pacifico)


V
tutto ciò (insieme ai resoconti fatti da scienziati e giornalisti) fa passare l’idea che esista una
PREDISPOSIZIONE all’aggressività
|
e che sia quindi possibile prevenire avendo individuato dei MARCATORI della violenza

IN REALTà
non esistono marcatori PSICHICI in grado di predire in modo deterministico/di causa-
effetto il comp. umano
 non siamo in ambito medico in cui parliamo di patologie
ma parliamo piuttosto di condotte comp.
|
V
progetti di prevenzione hanno l’unico risultato di aumentare la consapevolezza rispetto al
problema, non portano a cambiamenti certi da un tempo 1 a un tempo 2 di osservazione

CONFUTAZIONE:

- studio 2007 a Taiwan  screening mostra che nel 77% dei maschi è presente la variante
genetica, eppure si tratta di uno dei paesi con più basso tasso di criminalità al mondo

- studi con esperti di arti marziali e monaci buddhisti mostrano che nei primi la variante
genetica è poco presente, mentre ha un’incidenza molto più alta nei secondi

QUINDI

- Il caso dei Maori dipende più da una concezione stereotipica (immagine prevalente dei
Maori è di aggressività) che da un assetto genetico predisponente
|
V
non ci sono prove scientifiche che dimostrino che un particolare assetto genetico sia alla
base dei comp. aggressivi

ESISTE IL MALE DENTRO L’UOMO?


|
V
idea antica e ben radicata, anche senza il bisogno di ricorrere a spiegazioni scientifiche
 tradizione di pensiero |
| es. dottrina del peccato originale
alimentata da
V
- presunte “scoperte” e teorie scientifiche  sebbene abbiano perduto credibilità scientifica, teorie
ancora ampiamente diffuse

- interventi di opinionisti ed esperti  spiegano al grande pubblico che il motivo della persistenza
dei fenomeni di violenza è che si tratta un male impossibile da eliminare perché parte della
condizione umana
||
V
idea che nell’interiorità umana ci sia un’energia distruttiva continua per molti ad essere valida
|
anche se IN REALTà
V
non c’è evidenza scientifica che dimostri l’esistenz a di una componente negativa chiamata
aggressività, che in tutte le teorie avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di causa prima della violenza

( Precisazioni

- violenza non è aggressività e non dipende da aggressività


- violenza non è una ma ha forme diverse, non per forza legate all’aggressività )

STATO DELL’ARTE AD OGGI


|
V
DICHIARAZIONE DI SIVIGLIA:
è scientificamente scorretto dire che:

- L’uomo ha ereditato una tendenza ad essere violento dai suoi antenati animali
- Qualsiasi comportamento violento è geneticamente programmato, quindi innato nella natura
umana
- Nel corso dell’evoluzione c’è stata una maggior selezione dei comp. violenti rispetto ad altri
tipi di comportamento
- La parte primitiva del cervello dell’uomo è violenta
- La guerra come tutti i comp. violenti trovano la causa principale in un istinto naturale
|
QUINDI
V

Non esiste dentro l’essere umano una componente che possa essere considerata causa prima dei
comportamenti violenti

Fino a questo momento gli studi sono stati svolti considerando l’aggressività come ESSENZA
innata (essenzialismo biodeterminista) e si sono concentrati sulla sua individuazione all’interno
dell’individuo
|
V
risultati sono stati scarsi e contraddittori  DETERMINISMO e RIDUZIONISMO biologici non
sono la risposta alla domanda che gli studiosi si erano posti
|
QUINDI viene fatto un ultimo tentativo (sempre però partendo dall’idea che ci sia un’innata
predisposizione) andando ad indagare
|
V
AMBIENTE e sua interazione con assetto bio-psicologico individuale

cioè dinamica MONDO INTERNO e MONDO ESTERNO


|| ||
biologia e psicologia individuale ambiente e cultura
 diversi modi per intendere il concetto di interazione individuo-ambiente

1) Idea di una sorta di calcolo aritmetico che evidenzi quanta percentuale di aggressività può
essere ascritta causalmente all’organismo (con le sue componenti psico-biologiche) e quanta
all’ambiente-cultura
|
V
in un’ottica in cui, essendo la percentuale finale sempre la stessa, per dare uno stesso
risultato può essere presente il fattore biologico in maniera maggiore e quello ambientale in
maniera minore o viceversa
|
V
prospettiva riduttiva e scientificamente scorretta

2) Ottica INTERAZIONISTA  continua a postulare l’esistenza di due entità separate (natura-


cultura) |
V
sostenendo che questi 2 fattori concorrano in una relazione di reciproca interazione
| a determinare l’aggressività
V
nonostante l’uso del termine “interazionismo” si tratta di una teoria che colloca nei geni la
causa dell’aggressività e sostiene che la sua manifestazione possa essere sollecitata, inibita o
comunque controllata
|
permane idea di rapporto ASIMMETRICO individuo-ambiente
|
V
prospettiva sbagliata dal punto di vista scientifico

CONFUTAZIONE:

3) Prospettiva che sarebbe giusto adottare è quella di una COMPENETRAZIONE tra individuo
e ambiente |
V
Né organismo né ambiente sono sistemi chiusi ma in reciproco rapporto aperto
|
Individuo e ambiente agiscono reciprocamente sull’altro
 Da un lato, organismi non semplicemente si adattano all’ambiente ma lo trasformano
(non adattati ma costruttori)
|
V
l’essere umano (che è fondament. esito di condizioni biologiche e di esperienze
passate) è sempre impegnato in un processo di RICOSTRUZIONE dell’ambiente
|
V
| modificando contesti di vita e creando nuove nicchie ecologiche
QUINDI
V
aggressività appare come il possibile risultato (NON inevitabile e NON
deterministico) non tanto di alcune situazioni ma del modo in cui esse vengono
interpretate
|
che dipende dalle caratteristiche individuali, e quindi dalla
storia dell’individuo, dalle sue esperienze e dal modo che ha
di reagire in seguito all’insorgere di determinate emozioni
es.
Possono mostrare ostilità/aggressività persone che considerano l’ambiente come una
minaccia  vedono l’altro come fonte di ostilità  agiscono come se l’altro fosse
effettivamente ostile (e spesso l’altro effettivamente lo diventa)

 Dall’altro, il contesto permette di dare SIGNIFICATO ad una specifica attivazione


cognitiva e/o emotiva che l’individuo esperisce

es. Schachter e Singer


VI= somministrazione epinefrina VS placebo
VI= inserimento in un contesto euforico VS irritante
VD= emozione esperita (arrabbiato VS euforico)
Risultati= 1. Partecipanti con adrenalina hanno attivazione maggiore (risultato
puramente biologico)
2. A parità di attivazione fisiologica è il contesto a determinare se il
partecipante esperisce euforia o irritazione
||
V
contesto dà significato e trasforma un’attivazione in una specifica sensazione

4) Nemmeno nell’IMITAZIONE
||
teoria secondo cui un individuo che osserva un modello influente mettere in atto un
comp. aggr. senza conseguenze negative tenderà per imitazione a mettere in atto lo
stesso comp. (Bandura)
|
si può rintracciare in modo deterministico e certo una causa “ambientale” dell’aggressività
|
V
l’imit. È un fattore che entra in gioco ma non determina il comp. del singolo

__Problema dello studio dei comp. aggr. è una sua corretta DEFINIZIONE
|
V
Secondo la teoria di Baron e Richardson comp agg = qualunque forma di comportamento diretta a
fare del male o danneggiare un altro essere vivente il quale è motivato a evitare un tale trattamento

MA

1) PENA DI MORTE è un comp. aggressivo?


Secondo la teoria di B&R  SI
Effettivamente  NO – questa pratica legittimata da leggi e non ascrivibile all’aggr.  ci
possono essere comp. agg. legalmente corretti anche se “umanamente sbagliati”

2) Lotta da parte di MINORANZE che si battono per i loro DIRITTI


Secondo la teoria di B&R  SI
Effettivamente  NO
|
V
le questioni che si pongono sono:

- I comp. agg. possono essere definiti tali senza considerare i contesti socio-culturali in cui si
svolgono?  NO
- I comp. agg. possono essere spiegati assumendo come punto di partenza una naturalità (e
quindi immutabilità) del fenomeno?  NO

||
V
Per spiegare i comp. agg. servono apparati concettuali diversi a seconda dei diversi contesti in cui
vengono messi in atto
e quindi
delle loro specifiche leggi, aspetti socio-cult. e dunque dal SIGNIFICATO che quel comp. assume

OGGI

Violenza intesa come VIOLAZIONE


|
V
violazioni di diritti che dipendono sempre dalle condizioni politiche, normative e socio-
| culturali di un contesto ambientale
V
i comportamenti vanno calati all’interno del contesto e non si può estrapolare da esso la sola
componente violenta
|
QUINDI
V
“violento” non è un’etichetta che a priori possiamo assegnare ad un’azione perché non è
una sua caratteristica intrinseca

CONCLUSIONI FINALI:

- Non esiste una teoria generale dell’aggressività


|
il comp. agg. dipende da una molteplicità di fattori (sptt. contestuali) e non è
necessariamente espressione di un’essenzialità negativa

- L’aggressività non è un fenomeno naturale, ossia qualcosa che permane nel tempo e non può
essere eliminata (non “aggressività” concezione essenzialista, ma “comp. aggressivo”)

- Un comp. può essere definito aggressivo a seconda del contesto  dell’assetto politico,
legislativo, storico e socio-culturale che rende un’azione più o meno legittima
|
uno stesso comportamento può essere giudicato in una cultura aggressivo e in un’altra non
aggressivo perchè del tutto legittimo
- Non è possibile localizzare l’aggressività e quindi individuare una causa prima della
violenza |
anche perché
V
l’aggressività è un concetto mutevole, influenzato continuamente da condizioni esterne
quindi non definibile in modo definitivo
|
il termine aggressività ha una grande quantità di usi e abusi
|
V
sarebbe meglio parlare di COMPORTAMENTO AGGRESSIVO = una delle tante possibili
forme di comp. dirette a prevaricare e danneggiare l’altro, il quale è motivato a evitare tale
trattamento

- Aggressività, oltre a non essere localizzata in geni, ormoni o specifiche aree cerebrali, non
può essere suddivisa e distribuita in parta alla natura e in parte alla cultura (anche se
chiaramente sono importanti biologia e ambiente nel momento in cui viene messo in atto un
comp. aggr.)
|
V
in un’ottica deterministica secondo cui la somma di due “ingredienti” porta
necessariamente al risultato della violenza
||
V
NESSUNA LEGGE O MODELLO PUÒ ESSERE APPLICATO IN MODO
MECCANICISTICO ALLA PSICOLOGIA

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