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CADIN RAFFAELE

DIRITTO INTERNAZIONALE DELL’ECONOMIA E DELLO SVILUPPO


ALMENO 24 LEZIONI.

Non c’è necessità di acquisto manuali per i frequentanti.


ESONERO 10 NOVEMBRE + ALTRE 2 DA DEFINIRE per superare scoglio prima parte.
ESAME ORALE. SU PRIMA PARTE

1) Parte relativa diritto internazionale dell’economia (presentazione relazioni economiche


internazionali, diritto commercio internazionale).

SECONDO ESONERO 15 DICEMBRE PRESENTAZIONE POWER POINT ARGOMENTO A SCELTA DEL


DIRITTO+ ALTRA DATA IN CASO DI NON SUPERAMENTO.
2) Parte relativa diritto dello sviluppo (approccio meno formale, occupa sviluppo umano, sostenibile,
sociale di un paese o popolazione).

Inizio anni ‘90 cambia l’interpretazione sviluppo socio-economico e si allarga ad una visione più
ampia.
Concezione filosofica afferma che la popolazione non è interessata solo ad una sfera economica ma
anche culturale, sociale (sicurezza, discriminazione, sanità dell’ambiente).
Teoria esistenza: non c’è superamento situazioni divario tra paesi ricchi e poveri,si è pensato che la
cooperazione potesse però accelerare i procedimenti di sviluppo sud mondo, andando a creare una
situazione di uguaglianza, ma non fu così. C’è necessità cambio di sistema.

3) PROVA FINALE SU RAPPORTO TRA DIRITTO E COMMERCIO DI ARMI. SU GRUPPI 5/6/7 PERSONE
22 DICEMBRE. POWER POINT, POESIA, DISEGNO ECC.

Cerca di cambiare la situazione esistente dell’economia nazionale.


È un diritto che guarda al futuro e al cambiamento, cerca di intravedere quale può essere diritto utile
cambiamento umano e civile.

LEZIONE
27/09/2023

DIRITTO INTERNAZIONALE DELL’ ECONOMIA


SOGGETTI PRINCIPALI DELLE RELAZIONI ECONOMICHE INTERNAZIONALI

Nazioni unite economiche: sono il modello di riferimento dominante da fine 2 guerra mondiale ad
inizio anni ‘80, feticcio giuridico di riferimento post 2 guerra mondiale.
Hanno istituito rete di rapporti con organizzazioni internazionali a carattere settoriale.
Ci sono organi sussidiari nati interno nazioni unite creati da organi principali nazioni unite che
delegano una parte delle ‘proprie competenze.

Le nazioni unite nascono 1945 su base concetto di pace positiva: non si occupano ESCLUSIVAMENTE
pace e sicurezza nazionali ma hanno obiettivo più ampio: segnato da ottimismo: cambiare nel
profondo relazioni internazionali, creare soluzioni strutturali per arrivare a pace positiva, conseguenza
non di trattati internazionali, ma su basi solide, sviluppo socio9 economico ,affermazione giustizia,
principio autodeterminazione dei popoli. Creare condizioni strutturali affinché i popoli vivano in pace.
È un progetto molto ambizioso, quasi creare il paradiso in terra, vivere in pace ma nell’ambito di una
comunità internazionale caratterizzata da mutuo sostegno, ottimi rapporti economici ecc.
Le nazioni unite dovevano creare gli strumenti per raggiungere questo obiettivo.
Le nazioni unite guardano allo sviluppo socioeconomico.
I fondatori volevano evitare di ripetere un 3 conflitto mondiale che avrebbe un esito catastrofico.
La pace non è solo un obiettivo ma un bisogno giuridico da raggiungere.
Norma PAX EST SERVANDA: PACE MANTENUTA OGNI COSTO. Presente nelle nazioni unite del ‘45.
Lo sviluppo socio economico diventa una delle finalità principali delle nazioni uni8te, gli organi hanno
competenze.
L’organo più competente è il consiglio economico.
L’assemblea generale si occupa dei principi guida ed è il principle organo giuridico.
Entrambi creano organi sussidiari per creare strutture non elefantìe, ma con mandato specifico,
governance efficace e finanziamenti specifici.
LIMITI: la cooperazione in ambito socio economico si basa su finanziamenti volontari da parte degli
stati. Cercano si farsi finanziare all’esterno ,proponendo i oro programmi (UNICEF).
Gli organismi sussidiari dipendono in toto dall’organo che li ha creati, con atti o risoluzioni l’organo
principale può modificarne governance, mandato, statuto. MA PI+ù IN TEORIA, perché MOLTI DI
QUESTI ORGSNI ESISTONO DA DECENNI, diventando autonomi dal punto di vista finanziario.
Ci si chiede come non godendo di soggettività internazionale, come facciano a concludere in maniera
auto9noma accordi internazionali con altri soggetti? Facendoli diventare attori internazionali
autonomi.
La dottrina dice che in realtà sono accordi tecnici che danno applicazione ad accordi quadro
precedentemente conclusi dalle nazioni unite. O in alcuni casi sono accordi non giuridicamente
vincolanti. L’organo sussidiario ha un ruolo importante nell’ambito relazioni internazionali, non
dipende finanziariamente da nazioni unite e allora oltre autonomia di fatto avrà una PARZIALE
autonomia.

ISTITUTI SPECIALIZZATI NAZIONI UNITE: detti anche agenzie specializzate naz. Unite sono 17, l’ultimo
è org, mondiale turismo sede a Madrid. Sotto profilo giuridico è una org intern a carattere
intergo9vbernativo in possesso di requisiti :

1) Org a carattere intergov. nata su base accordo diritto int.


2) Vocazione universale, aperta a membership tutti stati regioni mondo
3) Occuparsi di una questione che rientra mandato, fini, nazioni unite.

Questa organizzazione persegue finalità o promozione obiettivi naz deve per diventare un istituto
specializzato CONCLUDERE ACCORDO DI COLLEGAMENTO CON NAZ UNITE. Negoziato dal segretario
generale naz unite che lo firma e poi verrà ratificato o confermato da assemblea generale naz unite
con risoluzione. Tale accordo contiene disposizione dove attribuisce formalmente status giuridico di
istituto specializzato, SENZA QUESTO NON LO PUò ESSERE, ma viene considerato solo orga associata
che fa parte naz.
DIFFRENZE GIURIDICHE.
L’organizzazione associata naz unit non riceve potere coordinamento operativo e di controllo
finanziario delle naz unite e NON possono chiedere un parere consultivo a corte internazionale di
giustizia.
Gli istituti specializzati possono chiedere un parere entro limite procedurale (richiesta autorizzata
assemble generale) limite sostanziale (deve riguardare questione giuridica attinente alle competenze
istituto specializzato).
Limite superato.

Secondo limite
Gli istituti specializzati non pox chiedere pareri riguardo disarmo, mantenimento pace int, ma solo
pareri che riguardano il loro ambito competenza. È stato corte int di giustizia a negare tale potere.
L’ assemble a generale ha cercato evitare conseguenza neg chiedendo parere a corte internazionale di
giustizia, la quale non si è potuta esimere, ma nel 1996 tale parere discutibile concluso come nun non
licet, istituto diritto romano attraverso quale giudice afferma di non conoscere quale è diritto, non
può concludere su esistenza norma consuetudinaria su utilizzo lecito arma nucleare tattica utilizzata a
titolo legittima difesa nei confronti di un’isola disabitata o per colpire obiettivi militari, ed ammette la
propria ignoranza, non rispondendo.
La corte con questo esempio conclude che in casi particolari l’uso delle armi nucleari è giustificato. La
corte non sa rispondere se in tutti i casi tale uso sia giustificato.
Ha applicato consuetudine, tenendo conto prassi potenze nucleari, dove in alcuni casi hanno diritto di
usare in maniera lecita armi nucleari. Conclusione discutibile che dimostra come si possa discutere su
queste questioni.
Attualmente gli istituti specializzati sono 17 (FAO a Roma). PAM è un organo sussidiario comune a
nazioni unite e fao istituito tramite 2 risoluzioni pa4rallele adottata assemblea generale e conferenza
fao, congiuntamente hanno istituito PAM 8programma alimentare mondiale). è autonomo.
Le organizza associate sono solo 3 (iea sede Vienna, organizza mondiale commercio sede Ginevra e
OIM).
IEA ha rapporti con consiglio sicurezza in ambito sicurezza collettiva e istituti specializzati hanno
rapporti con assemble a generale, quindi NO conferiscono status di istituto specializzato.
OMC segue ideologia neoliberista non in linea con ideale naz unite
OIM l’accordo concluso è arrivato a compromesso: status istituto specializzato, ha rifiutato perché
c’è problema rispetto diritti umani, ma ha voluto mantenere propria autonomia operativa.

Lezione 29/09/2023

Nazioni unite economiche


Nazioni unite al centro con scopo cooperazione in ambito socio economico nell’ambito di un’idea:
pace postiiva, per costruire condizioni strutturali per crare cooperazione e approccio pacificio tra stati.
Ruolo fondamentale assemblea generale, consiglio economio e sociale su piano coordinamento +
nascita 17 istituti specializzati.

1) FMI
2) BM
3) FAO
4) ILO
5) UNESCO
6) OMS
7) OMT
8) IDA
9) ICSID
10) BIRS
11) IFC
12) MIGA
13) ICAO
14) ITU
15) UPU
16) IAEA
17) UNIDO

In campo economico e sociale opera tutta una serie di organizzazioni internazionali sia a carattere
universale che a carattere regionale. Un gran numero di organizzazioni universali assumono il nome di
Istituti specializzati delle Nazioni Unite, in quanto sono collegate con queste ultime e ne subiscono un
certo potere di coordinamento e di controllo. Il collegamento tra ciascun Istituto specializzato e le
Nazioni Unite nasce da un accordo stipulato dalle due organizzazioni. L’importanza di tale accordo di
collegamento sta soprattutto nella conseguente applicabilità delle norme della Carta che si occupano
degli Istituti il che per l’appunto li sottopone, entro certi limiti, al potere di coordinamento e di
controllo dell’ONU:

 l’art. 58 (combinato con l’art. 60) abilita l’Assemblea ed il Consiglio economico e sociale ad
emanare raccomandazioni al fine di coordinare i programmi e le attività degli Istituti specializzati;
 l’art. 64 attribuisce al Consiglio economico e sociale la facoltà di richiedere agli Istituti dei rapporti
regolari;
 l’art. 17 par. 2 stabilisce che l’Assemblea esamina i bilanci amministrativi degli Istituti specializzati al
fine di fase ad essi delle raccomandazioni.

Con riferimento alle funzioni, anche gli Istituti specializzati emanano di solito raccomandazioni oppure
predispongono progetti di convenzione e quindi esauriscono la loro attività in una fase che ha scarso
rilievo giuridico. In alcuni casi, tuttavia, essi emanano a maggioranza decisioni vincolanti per gli Stati
membri, o meglio decisioni che divengono vincolanti se gli Stati non manifestano entro un certo
periodo di tempo la volontà di ripudiarle. Oltre a simili funzioni di tipo normativo, peraltro, gli Istituti
specializzati svolgono anche funzioni di tipo operativo (es. deliberazioni di programmi).

Gli Istituti specializzati in esame, volendo fornirne un elenco, sono i seguenti:

 FAO (Food and Agricultural Organization): gli organi di tale istituto, assorbente il vecchio Istituto
internazione di Agricoltura sono la Conferenza, comportata di un delegato di ogni Stato membri, il
Consiglio, formato da 18 membri eletti in seno alla Conferenza e il Direttore generale.

Le sue funzioni spaziano dall’attività di ricerca ed informazione alla promozione ed esecuzione di


programmi di assistenza tecnica e di aiuti nel campo dell’alimentazione;

 ILO (International Labour Organization): tale organizzazione fu costituita con i Trattati che chiusero
la prima guerra mondiale. L’organo assembleare (Conferenza generale) dell’ILO ha una
composizione sui generis: ogni Stato vi partecipa con quattro delegati, di cui due rappresentano il
Governo e gli altri due rispettivamente i datori di lavoro ed i lavoratori. Gli altri organi sono il
Consiglio di Amministrazione, di cui fanno permanentemente parte i dieci Stati tra i più
industrializzati del mondo, e l’Ufficio internazionale del lavoro, composto da funzionari facenti capo
ad un Direttore generale, con funzioni di segretariato.

Le funzioni più importanti dell’ILO consistono nell’emanazione di raccomandazioni e nella


predisposizione di convenzioni multilaterali in tema di lavoro. Tali convenzioni, approvate dalla
Conferenza a maggioranza di 2/3, vengono comunicate agli Stati membri i quali restano liberi di
ratificarle o meno, ma hanno l’obbligo di sottoporle entro un certo termine agli organi competenti per
la ratifica;

 UNESCO (United Nations Educational Scientific and Cultural Organization): tale Istituto si propone
di diffondere la cultura, di promuovere lo sviluppo dei mezzi di educazione all’interno degli Stati e
l’accesso all’istruzione senza distinzione e di assicurare la conservazione del patrimonio artistico e
scientifico. Gli organi sono la Conferenza generale, nella quale ogni Stato membro può farsi
rappresentare da non più di 5 delegati, pur disponendo comunque di un solo voto, il Comitato
esecutivo, composto da 18 membri eletti dalla Conferenza, e il Segretariato;
 ICAO (International Civil Aviation Organization): con riferimento a tale istituto occorre soprattutto
sottolineare il fatto che il Consiglio, sotto forma di allegati alla convenzione, emana tutta una serie
di disposizioni relative al traffico aereo. Gli allegati, adottati a maggioranza dei 2/3, entrano in
vigore per tutti gli Stati membri dopo tre mesi dalla loro adozione se nel frattempo la maggioranza
degli Stati membri non ha modificato la propria disapprovazione;
 WHO (World Health Organization): l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il cui obiettivo principale
consiste nel conseguimento da parte di tutti i popoli del livello più alto possibile di salute, dispone
di un certo potere vincolante nei confronti degli Stati membri. L’Assemblea, in particolare, può
emanare, a maggioranza dei 2/3, regolamenti in tema, ad esempio, di procedure per prevenire la
diffusione di epidemie e di nomenclatura delle malattie epidemiche e mortali. Questi regolamenti
entrano in vigore per tutti i Paesi membri eccettuati quelli che, entro un certo periodo di tempo,
comunicano il loro dissenso;
 IMO (International Maritime Organization): tale Istituto si occupa dei problemi relativi alla sicurezza
ed efficienza dei traffici marittimi, ma emanando raccomandazioni e predisponendo progetti di
convenzione in ordine ai quali non è previsto neppure l’obbligo della sottoposizione agli organi per
la ratifica;
 ITU (International Telecommunication Union), WMO (World Meteorological Organization)
e UPU (Universal Postal Union): tutti e tre questi istituti, creati da circa un secolo, danno un
contributo decisivo al coordinamento delle attività statali nei settori di rispettiva competenza. Essi,
in particolare, lo fanno predisponendo testi convenzionali o regolamenti;
 IMF (International Monetary Found), IBRD (International Bank For Reconstruction and
Development), IFC (International Finance Corporation) e IDA (International Development
Association): il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo
Sviluppo sono stati creati nel 1944 con gli accordi di Bretton Woods. Il Fondo Monetario
Internazionale, promuovendo la collaborazione monetaria internazionale, dispone di un capitale
sottoscritto pro quota dagli Stati membri, i quali possono ricorrere alle riserve del Fondo allorché
abbiano necessità di procurarsi valuta estera per fronteggiare squilibri nella propria bilancia dei
pagamenti. La Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo ha un cospicuo capitale
sottoscritto dagli Stati membri ed ha struttura e sistemi di votazione simili a quelli del Fondo
Monetario. Il suo scopo principale è la concessione di mutui agli Stati membri per investimenti
produttivi e ad un tasso di interesse variabile a seconda del grado di sviluppo dello Stato
interessato;
 IFAD (International Fund for Agricultural Development): il Fondo Internazionale per lo Sviluppo
Agricolo è anch’esso un ente finanziario internazionale, destinato a contribuire allo sviluppo
dell’agricoltura dei paesi poveri e con deficit alimentari notevoli. L’organo deliberante di tale
Istituto è sotto il controllo dei paesi in sviluppo, i quali dispongono delle maggioranze richieste per
l’adozione delle delibere;
 WIPO (World Intellectual Property Organization): tale Istituto si occupa dal 1970 dei problemi della
proprietà intellettuale del mondo;
 UNIDO (United Nations Industrial Development Organization): tale Istituto, costituito da
un’Assemblea, un Consiglio di 53 membri ed un Segretariato, ha come funzioni principali compiti di
tipo operativo (es. assistenza tecnica, consulenza in tema di innovazioni tecnologiche);
 IAEA (International Atomic Energy Agency): la IAEA promuove lo sviluppo e la diffusione delle
applicazioni pacifiche dell’energia atomica;
 WTO (World Trade Organization): l’Organizzazione mondiale del commercio è un Istituto del tutto
indipendente dalle Nazioni Unite, ma estremamente importante per le funzioni che svolge. Tra tali
funzioni vi è anzitutto quella di fornire un forum per lo svolgimento dei negoziati relativi alle
relazioni commerciali multilaterali e tendenti alla massima liberalizzazione del commercio
(globalizzazione). Tale Organizzazione, peraltro, vaglia sull’esecuzione di tutta una serie di accordi
sortiti dagli anzidetti negoziati.

Dal punto di vista delle fonti del diritto internazionale, occorre sottolineare le decisioni vincolanti, che
la Conferenza ministeriale e il Consiglio generale possono adottare a maggioranza di 3/4 dei membri.
Con esse i due organi possono sia fornire un’interpretazione alle norme dello Statuto e degli annessi,
sia dispensare uno Stato membro dall’osservanza degli obblighi derivanti dalle norme medesime;

 nel campo della tutela ambientale e della conservazione delle risorse sono stati creati
vari organismi (non Organizzazioni distinte dagli Stati membri) che prendono decisioni vincolanti
per gli Stati. Tale potere consiste prevalentemente nell’adozione di emendamenti al trattato
istitutivo, atti che peraltro necessitano della ratifica dei singoli Stati membri per entrare in vigore. In
alcuni casi, tuttavia, l’assemblea può adottare a maggioranza decisioni vincolanti per tutti gli Stati
contraenti, di solito sotto forma di annessi o allegati al trattato istitutivo (es. Convenzione di Londra
del 1972 sulla prevenzione dell’inquinamento marino).

La famiglia delle nazioni unite sono composte da questi istituti specializzati e hanno un ruolo
fondamentale a livello di organizzazione mondiale. Non possono adottare norme direttamente e
giuridicamente vincolanti per gli stati ma molti di questi hanno una sorta di potere regolamentare,
cioè a un potere normativo in quanto possono adottare regolamenti per stati membri a meno che
questi non si tirino fuori col meccanismo outting out. Questa è una particolarità sotto il profilo
normativo, sotto quello sociologico invece molti stati non si tirano fuori ed accettano questa
regolazione internazionale che avviene a livello degli istituti, molti di questi poi adottano e
promuovono accordi internazionali negoziati su input dell’istituto specializzato in questione.
L’unesco, la Fao e l’OIL (storia su mio power point).
Queste convenzioni sono adottate da oltre 1 secolo nell’ambito dell’oil che promuove tali
convenzioni.

Istitutizoni finanziarie internazionali

Sia fondo monetario int che banca mondiale sono istituti speializzati dell’ONU, appartengono
economicamente e giuridicamente alle naz unite.
1) Sono molto autonome, si punto vista formale, non sono sottoposte a forme coordinamento
funzionale e a controllo finnziario del bilancio, hanno autonomia funzionale finanziaria, non
riconoscibile IN TEORIA agli altri isituti specialzzati.
2) Le nazioni unite economiche e normali sono terzomondiste invece le istitutizoni finanziarie
internazionali dagli anni ‘7o seconda metà sono neoliberiste. Aderendo al fondamentalismo di
mercato ( IDEA secondo cui8 lo sviluppo dipende da libertà del mercato e dal condizionamento e
vincoli), IDEA WIN WIN.
La banca mondiale è più progressista rispetto al fondo monetario, che conserva un approccio più
conservatore.

Da punto vista giuridico sono riconducibili a nazioni unite ma da punto vista ideologico invece hanno
seguito ideali differenti, portando alla nascita di un modello alternativo a quello delle nazioni unite
economico: REGIONAL MULTILATERAL. (nato ultimo ventennio 21 secolo).

3) Sistema di voto ponderato, nazioni unite ed istituti specializzati vige principio democratico
( 1 STATO 1 VOTO, assoluta parità giuridica), mentre ambito isituz finanziarie ambito banca mond e
fondo vige il voto ponderato pesato in funzione della partecipazione degli stati membri al capitale
finanziario. Come se fossero una socità per azioni. Si assite ad un adeguamento funzionale per
incentivare gli stati membri a fornire maggiori mezzi finanziari a queste istitutzioni per avere un
maggior potere di voto, segue una logica capitalistica che giutifica questo sistema di voto.
PROBLEMA: gli stati membri NON sono liberi di scegliere quanto capitale sottoscrivere ma è
regolata dagli atti .
Cina 25% potere di voto, con la sua banca asiatica.

Costituiscono uno dei pilastri 1945. a parti8re metà anni ‘75 con G7 hanno tradito l’idedologica
iniziale, promuovendo una nuova idedologica Multiralterael: modello alternativo alle nazioni unite, si
sotto profilo ideologico, modello neoliberista, funzionale ai paesi industrialmente avanzati del nord
del mondo.
Il primo modello onusiano del 45, questo invece fine ‘70.
Questa crisi prdine economico intenrazionale anni’70 poteva portare a divbersi esiti: era propedeutica
a rivoluzione capitalista.

I paesi in via di sviluppo interpretavano diversamente crisi, per affermare nuovo ordine economico
internazionale, per NON fare più interessi paesi colonialistio nord mondo, ma paesi in via di sviluppo
in ambito dell’allenaza t contnientale, america latina, asia e africa.
Gli stati uniti inizio anni 70’ si arrendono, riconoscendo di non poter garantire più sviluppo globale,
fine Bretton Woods.
La comunità intrnazionale era difronte bivio, rivoluzione comunista libello int, affermazione nuovo
ordi e economico int o rigorganizzazione nord mondo su base ideologia neoliberista e su nascita
Nuovo livello cooperazione istituzionalizzata tra grandi potenze???
Il capitalismo si riorganizza si sotto profilo ideologico che istituzionale, riscoprendosi ancora più forti.
Il capitalismo sopravvive, si autoalimenta e rinasce.
La crisi dei primi anni ‘70 che doveva costituire il punto finale del capitalismo internazionale ha
determinato il tramonto della prospttiva di un nuovo ordine economico internazionale e ideologia
socialista.
Com’è riuscito il nord del mondo a sopravvivere a quella crisi e rinascere ancora più forte?
1 gennaio 1995 nasce ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL COMMERCiO, MOMENTO MASSIMO
RICONOSCIMENTO SUCCESSO IDEOLOGICA NEOLIBERISTA.
Il nuovo modello regionale multilaterale è fondato su un nuovo modello giuridico istituzionale,
basato su nuove forma di organizzazione: la G-family , raggruppamento di stati (G6-7-8-20/ BRICS),
sono forme di cooperazione poco istituzionalizzata, fondata su dichirazioni politiche che impegnano
gli stati POLITICAMENTE E non GIURIDICAMENTE. Sono dette SOFT politcal organization.

Sono pseudo organizzazioni poco istituzionalizzate senza soggettivtà internazionale che vivono sul
piano politico, sono organizzazioni cupola dell’organo economico internazionale che funzionano ,
hanno una natura giuridica ibrida, non portano a creazione ente differente dagli stati partecipanti. Gli
stati non vengono chiamati stati membri ma partecianti, cambia il linguaggio giuridico.
Questa famiglia non ha una propria volontà, tutte le decisioni vengono adottate per consenso, non c’è
una volotnà imputabile al G8-G20 in quanto volontà autonome, la volontà è condivisa da tutti gli stati
partecipanti, i quali hanno tutti potere veto (obiettare atti). decidono9 tramjite consensu e non voto
maggioranza. Questo modello si basa non solo su queste organizzzazioni cupola, ma anche su
organizazzione internazionali regionali di integrazioni economica, una di queste è l’UE che ne
rappresneta il modello.
Questo modello si fonda su liberalizzazione economica dentro aree regionali di integrazione
coordinata da qiesti raggruppamenti di potenze.
Possono penentrare barriera frapposta sovranitàè stati membri per adottare decisoni su persone
fisiche giridiche presenti negli stati.

LEZIONE 02/10/2023

LE ISTITUZIONI DI BRETTON WOODS.

Conferenza 1 al 22 luglio 1944 che ha definito i caratteri dell ordine economic0o internzionale post 2
guerra mondiale, furono messi a punto stati fondo moentario int e banca per la ricoscrutzione e
sviluppo, 2 pilastri nuovo ordine mondiale internazionale post conflitto.
Parteciparono 45 stati, 2 gruppi, uno stati uniti Dexter Wilde e altro raggruppamento e altro gruppo
riferimento Keynes (economista).
Questi economisti non avevano idee allineate, il primo idee piç mnonetarie
Il seconodo idee piuç legate alla stabilità´ECONOMICA.
Gli obiettivi erano gli stessi, variavano strumenti, strategie.
Obiettivi: assicurasere stabilit´finanziaria, stabilit´dei cambi, in anticipo.
Le grandi poten ze miravano qai propri interessi non attraverso strumenti economici e politici ma
attraverso forza militare. Il progetto prevedeva un terzo pilatro, costituito da una org inte che
promuoveva scambi commerciali, basato su liberalizzazione dei flussi commerciali.
Progetto aborti e fu sostitutio da GATT, accordo int applicato a tittolo provissorio. Solo 1 gennaio 1965
con creazione dei oi del commercio si è colmata lacuna.
Conferenza fu successo sotto profilo partecipazione, parteciparono mille delegati vari paesi
partecipant, l’obiettivo era CREARE2 ISTITUZIONI FINANZIARIE INTERNAZIONALI E TROVARE STATUTO
di fondo moneatrio internazionale
Il FMI era entità che doveva garantire stabiloità+ cambi8 su base quasi parità con onu e consentiva
qagli stati che erano in periodo squilibri finanzari di chederedei prestiti per stabilizzarsi.
Banca internazionale per lo sviluppo aveva finalità ricostruzione post bellica e promuovere sviluppo a
livello economico e mondiale.
Adottò statuto di queste 2 organizzzazio ni e entrò in vigore fine 1945, nacquero queste 2 scissioni con
sede a Washington. Si parla di Whas consensus quando queste 2 organizzazioni sono d’accordo su
approccio liberista.
Sono tutte e 2 AGENZIE SPECIALIZZATE NAZIONI UNITE, soddisfano i requisiti previsti da questo
istituto,l sono a carattere universale, aperto a tutti paesi del mondo, sono entità che hanno natura di
organizzazione internanzionale a carsttere intergovernativa, fondate su accordi internazionali,
promuovono COOPERAZIONE IN AMBITO ECONOMICO E FINANZIARIO, soddifano requisito
proceduarale, concluseo accordi di colllegamento con naz unite che conferisce status istituto
specializzato dell’onu.
GODONO INDIPENZENZA FUNZIONALE E FINANZIARIA che non viene rico0nosciuta ad altri istituti
speciaalizzati, i quali deovon sottostare a controlli finanziari da parte naz unite, loro no. GODNO
DELLA MASSIMA INDIPENDENZA PER PORTARE AVANTI OBIETTIVO E NON POSSONO SOTTOSTARE A
IMPEDIMENTI POLITICI.
PARTICOLARITà PROFILO GIURIDICO/FINANZIARIO.
GOVERNANCE: SISTEMA VOTO PONDERATO, il potere di voto di ogni stato membro dipende dalla
loro partecipazione al capitale sociale.
Per invogliare i paesi membri a sottoscrivere e versare più capitale a tali isituzione vine dato loro
msaggiore potere di voto. C’è una giutificazione funzionale a questo adattamento di uguaglianza
degli stati. Ogni paese membro ha in dotazione un pacchetto di voti che dipende dal fatto di essere
me,bro di una di queste istituzioni.
La quota inizialmente di capitale era magg al 10% , poi nel corso del tempo c’è stato aumento
capitale. Nel 2010 con riforma c’è stato un ritorno orgine, la quota paritaria è stata stabilitià a
seguito di una % del 5 del capitale sociale delle due istituzioni.
Questo sistema di voto segue una sua logica, difficilment eocntestabvile, non viene però seguita
fino in fondo perchè i paesi occidentali (paesi G7) vogliono mantenere il controllo su queste
organizzaz.
VOGLIONO AVERE POTERE DI VOTO SUPERIORE AL 15%, perchè le decisoni più imp in materia di
emendamento e csmbiamento distribuzioni di voto dei paesi membri entrano in vigore quando
emendamenti vengono ratificati quando magg stati membri corrisponde a 85% potere voto, se hai
15% godi di potere di veto.
Gli stati uniti hanno raggiunto il 16% del potere di voto, inizialmente avevanol circa il 30% ma
hanno rinunciato ad una parte in favore di altri paesi.
Le quote non possono essere oggetto di compravendita, ogni 5 anni c’è una redistribuzione dei
poteri di voto.
Questo sistema di voto ponderato cambia dinamicue voto e potere di voto in quando sia fondo che
BIRS sono articolate in 3 parti:
1) Consiglio dei governatori, funzione plenaria, si riunisce 1 volta anno, con membri i ministri del
tesoro dei paesi membri. Questo consiglio ha tutti poteri organizzazione ma delega i poteri al
Consiglio di amministrazione.
2) Esso adotta decisioni wambito due istituzioni, ha funzioni relazionali più che adottare.
3) Consiglio di amministrazione ha particolarità: o0rgano a composizione ristretta, 24 seggi
memership per FMI e 25 seggi BM.

Sezione 1: Struttura della Banca La Banca comprende il Consiglio dei Governatori, i Direttori esecutivi,
il Presidente (President), come pure gli agenti superiori e gli altri agenti qualificati per dare esecuzione
ai compiti da essa fissati. Sezione 2: Consiglio dei Governatori (a) Tutti i poteri della Banca sono
devoluti al Consiglio dei Governatori, composto di un Governatore e di un supplente nominati da ogni
Stato membro secondo le modalità che esso determina. I Governatori e i supplenti rimangono in
funzione durante cinque anni, salvo decisione contraria dello Stato membro che li ha designati; il loro
mandato è rinnovabile. Nessun supplente ha diritto di votare, salvo in assenza del titolare. Il Consiglio
sceglie il proprio presidente (Chairman) tra i Governatori. (b) Il Consiglio dei Governatori può delegare
ai Direttori esecutivi l’esercizio di tutti i suoi poteri, salvo i seguenti: (i) ammettere nuovi Stati membri
e fissare le condizioni della loro ammissione; (ii) aumentare e ridurre il capitale sociale; (iii)
sospendere uno Stato membro; (iv) decidere sui ricorsi proposti contro le interpretazioni dei presente
Accordo date dai Direttori esecutivi; (v) concludere accordi allo scopo di cooperare con altri organismi
internazionali (salvo che si tratti di accordi ufficiosi di carattere amministrativo e temporaneo); (vi)
decidere di sospendere in modo permanente le operazioni della Banca e di ripartire i suoi attivi; (vii)
determinare la ripartizione del reddito netto della Banca. (c) Il Consiglio dei Governatori tiene una
riunione annuale, come pure le altre riunioni previste dal Consiglio o convocate dai Direttori esecutivi.

L’ordine finanziario internazionale nato con gli Accordi di BW si fondava sul PRINCIPIO DELLA
STABILITÀ DEI CAMBI, previsto dall’Art. 1 dell’Accordo Istitutivo del Fondo, che prevedeva obblighi
specifici per gli Stati membri. Gli USA si impegnavano a mantenere fisso il prezzo dell’oro, al livello di
35 dollari l’oncia, come fissato da Roosevelt nel 1934, ed a cambiare su richiesta dollari in oro (o
viceversa) a quel prezzo, senza alcuna limitazione o restrizione. Gli altri Stati membri si impegnavano a
fissare il prezzo della propria valuta in dollari (e quindi in oro) e ad intervenire sui mercati dei cambi,
al fine di impedire ai tassi di cambio di variare oltre il +1 % al di sopra o al di sotto della parità stabilita.
Questo sistema è definito “Gold Exchange Standard” o “Cambio fisso sporco” (dirty fixing) i cambi
erano cioè controllati, mantenuti tendenzialmente fissi. Oltre agli obblighi del mantenimento della
stabilità monetaria, si aggiungeva per ogni Stato membro del FMI, una quota di partecipazione,
costituita da una parte in oro ed una in valuta nazionale. A tali obblighi corrispondeva la possibilità di
ottenere dal FMI sostegno finanziario necessario a fronteggiare eventuali squilibri temporanei della
bilancia dei pagamenti, per evitare modifiche dei tassi di cambio. Il FMI ha una struttura ternaria tipica
delle Organizzazioni internazionali. Essi sono: - CONSIGLIO DEI GOVERNATORI; - CONSIGLIO DI
AMMINISTRAZIONE; - DIRETTORE GENERALE. Il CONSIGLIO DEI GOVERNATORI è l’Organo
assembleare del FMI dove sono rappresentati tutti gli Stati membri, attraverso i loro rispettivi Ministri
del Tesoro, i Responsabili delle Banche Centrali o figure di rango comparato. Il Consiglio si riunisce di
norma una volta l’anno, e può anche delegare i suoi poteri all’Organo esecutivo, fatta eccezione per
determinate competenze che gli sono state espressamente attribuite dallo Statuto, come la decisione
sulle Ammissioni di nuovi membri, la Revisione delle quote di partecipazione, l’Assegnazione dei Diritti
speciali di prelievo. Quest’ultimi sono una valuta sintetica introdotta nel 1969 dal FMI per regolare le
transazioni dei Paesi membri con il Fondo; l'idea di partenza era quella di rendere i DSP la valuta di
riserva del nuovo sistema finanziario internazionale. Tuttavia, il loro utilizzo nel tempo è stato assai
differente rispetto ai progetti iniziali. ● Il CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE è l’Organo responsabile
della gestione del FMI ed esercita i poteri delegati dal Consiglio dei Governatori, tra cui il controllo
delle politiche di cambio, concessione delle linee finanziarie, consultazioni con gli altri Stati membri, e
questioni amministrative e di bilancio. La sede è a Washington ed è composto da un numero ristretto
di componenti. Dal 1992 i Direttori esecutivi sono 24, di cui 5 sono nominati direttamente dai paesi
che rappresentano: si tratta dei Direttori esecuti di USA 16% , Gran Bretagna 4% , Giappone 6% ,
Germania 5% , e Francia 4%, cioè degli Stati che detengono le più elevate quote di partecipazione al
FMI. Per raggiungere un seggio autonomamente serve il 4%. Ad esempio, paesi come l’Italia 3% , per
avere il proprio seggio hanno costituito una Circoscrizione, detta Constituencies, con più paesi: Grecia,
Portogallo, Malta, Albania, San marino e Timor Est, e avendo il 3% guidano la coalizione facendo
sedere il proprio delegato. Ci sono anche raggruppamenti impartiti per aree geografiche. ● Il terzo
organo principale del FMI è il DIRETTORE GENERALE: viene scelto dal Consiglio di Amministrazione,
resta in carica circa 5 anni, e secondo un tacito accordo il Direttore Generale sarà europeo, mentre il
Presidente della Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo sarà statunitense. Il Direttore
generale è a capo dei servizi amministrativi del Fondo, presiede le riunioni del Comitato esecutivo
senza prendere parte alle votazioni, e gestisce gli affari sotto direzione del Consiglio di
Amministrazione. PROCESSO DECISIONALE La struttura amministrativa del FMI è piuttosto piccola in
termini di occupati: il personale ammonta a circa 2.260 persone. Il Fondo ha sede a Washington;
esistono uffici a Parigi, Ginevra e Tokyo, ed una rappresentanza presso le Nazioni Unite a New York.
Diversamente dal sistema delle Nazioni Unite e da quasi tutte le altre Organizzazioni internazionali,
nelle quali vige il principio "Un Paese, un voto ", gli Stati membri del Fondo hanno DIRITTI DI VOTO
DIFFERENZIATI, in base all'entità della propria quota di partecipazione. È questo il meccanismo del
VOTO PONDERATO. In particolare, una base di 250 diritti di voto è attribuita a tutti i Paesi membri: a
questa quota uguale poi si aggiunge un numero supplementare di voti per ogni tranche di 100.000
Diritti Speciali di Prelievo versati. Nell'ambito del Consiglio di amministrazione, ogni Direttore
esecutivo ha un numero di voti determinato in base alla somma delle quote dei Paesi che
rappresenta: così, ad esempio, grazie al fatto che l'Italia presiede una Constituency comprendente
altri sei Stati (Grecia, Portogallo, Malta, Albania, San Marino e Timor Est), il voto del membro italiano
"pesa" per il 4,29% del totale. Le soglie di maggioranza necessarie per l'approvazione di una decisione
sono variabili. Lo Statuto prevede casi in cui le decisioni devono essere prese con la maggioranza
assoluta dei voti, e casi nei quali si richiedono invece maggioranze qualificate. In quest’ottica alcuni
Paesi o gruppi di Paesi, tra cui gli Stati Uniti o i Paesi della Unione europea, che detengono quote
elevate di diritti di voto, possono esercitare un vero e proprio veto (opposizione assoluta). In concreto
non si ricorre quasi mai ad una espressione di voto formale ma, secondo una prassi largamente
utilizzata nelle organizzazioni internazionali, si decide per CONSENSUS, attraverso cui le delibere sono
adottate, in mancanza di obiezioni espresse, senza essere sottoposte ad una vera e propria votazione.
COS’È IL SENSE OF THE MEETING? È una procedura utilizzata nell'ambito del FMI e BM, che prevede
che il Presidente dell'Organo, se si rende conto che su una determinata questione gli STATI BIG
PLAYERS, che rappresentano la volontà della maggioranza, Paesi del G7, sono d’accordo, dichiara
raggiunto il “Sense of the meeting” e si adotta la decisione, seguendo quindi la volontà della
maggioranza. La minoranza potrebbe in teoria richiedere il voto ma ciò non avrebbe senso. Non si
cerca un compromesso accettabile da tutti, ma si cerca di raggiungere una decisione seguendo
“l’opinione prevalente”. È una procedura utilizzata anche considerando la necessità della tempestività
delle decisioni nell'ambito finanziario.
Non si perde tempo con decisioni e compromessi.
Esistono consuetudini NON scritteç: il presidnete banca mondiale deve essere cittadino Stati Uniti
mentre il direttore del fondo deve essere un cittadino europeo.

Pur essedo formalmente sullo stssso livello in realtà il FMI ha una certa priorità rispetto altre entità e
Birs, è un dato formale: uno stato non può diventare membro BIRS se non è prima mebro della FMI, la
ratio è che uno stato deve prima accettare obblighi FMI, molto impegnativi. Anni ‘70 Stati Uniti si sono
arresi e hanno rinunciato a propria posizione di egemonia, imperiale nell’ordine economico
internazionale, agosto 1971 quando Nixon ha dichiaratov oro non era più convertibile in oro.
Adozione nuovo sistema anni ‘70, ogni paese decide come adottare il proprio tasso di cambio.

BIRS: sia banca mondiale che gruppo banca mondiale, ci sono differenze tra queste espressioni
BIRS: BANCA INT PER RICOSTRUZIONE E SVILUPPO, costituisce 2 grnde pilatro insieme fmi ordine eco
inte.
BANCA MONDIALE: BIRS+ IDA, istituto intern per sviluppo che è nata da costola banca mondiale nel
1960 e pur avendo status sia di organizz intern a carattere intergovenetivo sia status istituto
specializzato è invece SPORTELLO BANCA FINALIZZATO A FINANZIARE PAESI POVERI CHE CHIEDONO
PRESTITO con interessi di mercato. Permette di concedere prestiti a tasso 0 con periodo di grazia ndi 5
anni e restituzione entrro i 15. per concecere a lungo termine ricostruzione paese sottosviluppo.
Gruppo banca mondiale: riferimento BIRS+IDA+ IFC+ MIGAQ+ ICSID+ PANEL (entità status istituto
specializzato ma non tutte).

Lezione 04/10/2023

Le istituzioni di Bretton Woods

Gruppo bancaa mondiale.


L’IDA, l’Agenzia internazionale per lo sviluppo (International Development Association) fondata nel
1960, fa parte proprio come la BIRS del Gruppo Banca Mondiale (GBM), che aiuta i 74 Paesi più poveri
del mondo a eliminare la povertà estrema e a sviluppare una prosperità sostenibile. L’IDA è una delle
maggiori fonti di aiuto per i Paesi più poveri del mondo, fornisce infatti sostegno nei campi della
sanità e dell’istruzione, dei cambiamenti climatici, delle infrastrutture e dell’agricoltura, nonché dello
sviluppo economico e istituzionale. Raccomanda ai governi programmi che consentano di raggiungere
questi obiettivi, e per finanziare tali programmi concede prestiti e finanziamenti. Conta 162 Paesi.
L’IDA nasce come sportello della BIRS, condividendone sede, uffici, personale e Presidente. Anche
l’attività dell’IDA consiste essenzialmente nell’erogazione dei prestiti, con la particolarità che i
beneficiari di tali prestiti sono i Paesi più poveri del pianeta. Difatti, non tutti i Paesi sono in grado di
sostenere la spesa per gli interessi richiesta per i prestiti della BIRS, e proprio ciò ha comportato la
nascita dell'IDA la quale consente ai paesi che non riuscivano a sostenere i prestiti della BIRS data la
loro situazione drammatica post-coloniale, di accedere ad uno sportello con condizioni più favorevoli
e procedura semplificata. In particolare, i prestiti dell’IDA sono: - A tasso zero; - Durata di lungo
periodo, fino a 40 anni; - Periodo di grazia di 10/15 anni; Le sfide a cui deve far fronte l’IDA sono
molte: -Sviluppare resilienza ai cambiamenti climatici; -Operare in Paesi fragili, in cui spesso sono in
corso conflitti; -Migliorare l’uguaglianza di genere; -Aiutare i Paesi a prepararsi a rispondere alle crisi
future. È l’organizzazione multilaterale più influente, più in grado di soddisfare il fabbisogno di risorse
finanziarie richiesto dall’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile. ASSOCIATE, MA GIURIDICAMENTE
E FINANZIARIAMENTE SEPARATE DALLA BANCA MONDIALE SONO: L’IFC, LA MIGA, E L’ICSID.
L’IDA riesce ricapititalizzazioni continue del proprio patrimomio basate su apporti volontari riesce a
sovvenzionare gratuitamenti i paesi più poveri. Il 20% dei prestiti è un dono, l’IDA applica spese
attorno all’ 1%. non è un interesse ma “ spedizione”.
NON tutti i mebri possono chiedere prestito, solo quelli più poveri. Per diventare paese elelg a
prestito IDA bo9sgna aver eun reddito nazionazle pro capite inferiore a 1315 dollari (dati 2024).
Alcuni paesi detti ( Blend countries) possono chiedere prestito anche se superano linea rossa con un
redito superiore , tipo Nigeria, Pakistan, ANCHE SE SUPERANO REDDITO MA SONO IN una
situa<ione instabile economiamente e finanziariamente.
SONO 65 I PAESI IDA ELEGIBILI, 60 SONO IDA ONLY.
Più della metà sono paesi africani subsariani (37). I PAESI meno avanzati sono 46,.
La CIna era un paese Ida only ora ivnece finanzia i paesi più+ poveri. 10 dei 36 paesi promossi sono
tornati indietro. REVERSE GRADUATED. Erano usciti dai paesi più poveri e lo sono divntati
nuovaente.
Fanno parte BM l’icsid e la MIGA (appunti). tutte queste nen tit´fanno parte del gruppo della banca
mondiale.
IFC
È un istituto specializzato delle nazioni unite.
L’IFC, la Società Finanziaria Internazionale (International Finance Corporation) nacque a Washington
nel luglio del 1955, è un ENTITÀ GIURIDICAMENTE E FINANZIARIAMENTE DISTINTA DALLA BIRS, ed
opera con risorse proprie, separate da quelle della Banca. Ad oggi conta 182 Paesi e viene istituito
perché tra gli scopi della BIRS vi è anche la promozione dello sviluppo del settore privato à nei Paesi in
via di sviluppo. L’IFC quindi è lo sportello che serve a FINANZIARE I PRESTITI E GLI INVESTIMENTI
EFFETTUATI DALLE IMPRESE NEI PAESI A RISCHIO, investe le sue risorse in imprese private che
operano nel territorio dei PVS. Sebbene finanzi iniziative del settore privato, l’IFC può intervenire
anche a favore di imprese con qualche partecipazione statale, purché essa operi in attività riservate al
settore privato, e che sia gestita con criteri commerciali. Per quanto i CRITERI per l’attivazione
dell’investimento, occorre: - Che sia effettuato nei PVS; - Che via sia una congrua percentuale di
capitale privato. Le RISORSE della società sono di 3 tipi: - Fondi forniti dagli Stati membri all’IFC; -
Fondi presi a prestito dalle risorse della Banca; - Vendita di titoli sui mercati finanziari internazionali.

Le partecipazioni assunte sono espresse in moneta locale, mentre i prestiti sono effettuati in $
statunitensi ed hanno una durata da 7 ai 12 anni. SOLO I PAESI MEMBRI DELLA BIRS POSSONO ESSERE
MEMBRI DELL'AGENZIA. Questi 182 paesi membri dell’IFC contribuiscono attivamente alla gestione
strategica ed alle decisioni di investimento della Società. Quindi l’obiettivo della Società è quello di
integrare l’attività svolta dalla BIRS promuovendo, anche con il coinvolgimento di investitori privati ed
esperti supervisori, l’afflusso di capitali privati locali e stranieri per la creazione e il potenziamento di
imprese nei Paesi membri, specialmente in quelli meno progrediti. Per la realizzazione di questo
obiettivo, la SFI fornisce fondi alle aziende, nei casi in cui il capitale privato non sia disponibile a
condizioni ragionevoli e senza richiedere alcuna garanzia al governo dello Stato interessato. I DIRITTI
DI VOTO all'interno del principale organo dell'IFC (il Consiglio dei Governatori) sono proporzionali alle
Quote di capitale detenute dai vari paesi. Analogamente a quanto avviene in molti degli organismi
finanziari internazionali, il CONSIGLIO DEI GOVERNATORI delega la maggior parte dei propri poteri al
CONSIGLIO DIRETTIVO, composto dai Direttori esecutivi della BIRS, il quale si occupa di effettuare la
revisione dei progetti di investimento sottoposti all'IFC. Il PRESIDENTE è lo stesso della BIRS e dell’IDA.
Nonostante questa coordinazione con altri organismi del GBM, solitamente la SFI lavora in modo
indipendente essendo un organismo sia legalmente che finanziariamente autonomo.

FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE:


Il senso dell’esistenza dal 1945 ad oggi è cambiato, in quanto quando `è nato era l’ente guida
chiamato gold exchange standard, non era un regime monetario equiparabile all 1800 quando era
quello del gold standard c’era parità tra ogni moneta e il dollario, in termini di oro.
L’oro era il parametro comune a tutte le monete nazionali, ogni moneta aveva un valore, ogni valore
corrispondeva ad una % di oro. Questo impediva agli stati di stampare moneta senza limiti, perchè
avrebbe dovuto avere grande liquidità di oro.
Il regime monetario creato nell’ambito del fondo mopnetaio non era equiprabile al gold standard,
regime a ctassi fissi ma aggiustabili, si dava possibilità a stati membri del fondo di consentire variazioni
rispetto alla parità dell 1% in meno o in più. Potevano svalutare la moneta naz dell 1% in più o in
meno al dollaro.
Ecco perche si chiamava gold exchange standard modificato rispetto al tradizionale.
In realtà non veniva equiparata tra tutte le monete, ma tra il dollaro e l’oro. Un dollaro= 35 onnce di
oro.

Anche le altre monte erano legate all’oro ma tramite il dollaro.


Iniio anni 70, usa non sono in grado di agire nei mercati e sostenre il sistema monetario
ionternazionale, non avevano possibilità i cambiaren dollari in oro.
Nel frattempo erano emerse altre potenze: Germania, Giappone, Tigri sud est asiatico ecc. Sistema
multipolare, concertazione grandi aree economiche. Cambia ordine economico internzioale, da
unipolare a multipolare è queto il senso della nascita del G7.
Il presidente Usa nel 1970 dichaira che il sistema basato su parità tra dollaro e oro non possono
sostnere tale sistema monetario int.
1969 emendamento che porta alla nascita dei DIRITTI SPECIALI DI PRELIEVO: forma di liqudità
internazionale creata per condere presistiti a livello internazionale. Creata sulla base di un paniere di
monet, basato su monete delle 3 potenze. Yen cinese, sterlina, dollaro, franco tedesco ecc.
Nel 1975 c’è secondo emendamento che metten fine formalmente al sisitema del Gold exchange
standard e nasce un nuovo sistema basato sulla libertà: non c’è obbigo dio mantenere la parità tra
moneta e dollaro ma queste possono variare liberamente nei trapporti tra di loro.
Gli stati così acquistavano la propria sovranità monetaria. Inzio anni 90 Argentina decisse di adottare
dollaro,attuando politica moentaria aggressiva dichiarando parità tra pesos e dollaro, portando alla
crisi del sistema finanziario argentino.
Tramite questo 2 emendamento il fondo monetario s’è adeguato alla nuova realtà monetariqa.
Nel 1992 3 emendameento impo sotto profilo giuridico, ha previsto possibilità di adottare sanzioni nei
confron stati vmembri inadempienti, sono sanzioni di diversa entità:
1) Non può accedere stato membro a fondo nei momenti di crisi, per inadempienza
2) In termini di gravità c’è la SOSPENSIONE, sospesa partecipazione stato mebro per comportamenti
non in linea.
3) ESPULSIONE dello stato membro.
Perchè un stato membro non si conforma agli obblighi discendenti dalla sua partecipazione al fondo?
Per poter chiedere un prestito al FMI bisogna conformarsi agli obblighi.

SISTEMA DELLA CONDIZIONALIT.


IL FMI CONCEDE PRESTITI SOLO A DETERMINATE CONDIZIONI, perché deve avere la garanzia che i
finanziamenti rientrino in tempi brevi. Questa politica delle condizionalità negli anni ‘70 è diventata
preoccupante in quanto il FMI ha messo come condizione che il Paese richiedente il prestito cambi la
propria politica economica, ad esempio abbassando il deficit, liberalizzando l’economia,
privatizzando...Nasce così il sospetto che il FMI voglia imporre le regole neoliberiste a livello globale.
Ciò è rafforzato dal fatto che le terapie del FMI non hanno risolto i problemi, ma aggravato la
situazione. Un evidente esempio è la crisi Argentina degli anni ’90. Quest’ultima seguì le linee del FMI
e dichiarò la parità del pesos argentino ed un dollaro, ma ovviamente l’economia argentina non ha
retto il peso del confronto con gli USA, entrando in crisi. Di fatto i prestiti dell’FMI all’Argentina non
sono mai stati restituiti ed alla fine degli anni 90 ha dichiarato il default.

Conflitto russo ucraino e posizione Russia.


L’ordine economico internazionale ha pensato di sanzionare nla Russia nell ambito del fondo
moentario internz, volevano sospenderla dal FMI, ma no c’era la possobilità giuridica per farlo. La
sosepsnsioen deve essere votata dai2/3 dei stati membri col 70% del potere di voto.

Sanzioni diffili da apllicare per una questione di maggioranze.

4° emendamento ha natura e valore economico fianziario, si ricapitalizza i diritti spòefciali di prelievo,


per dare magg liquidità al FMI per aiutare nelv 2009 gli stati in crisi a superare un periodo di difficoltà
economica. Il FMI no nera in grado di sostnere queste crisi e ha fato ricorso alla Cina, che poteva
offrire magg liquidità al fondo, con compromesso, aumentò cosi il suo potere di voto al 4%

I DSP rappresentano un’attività di riserva creata nel 1969 con lo scopo di aumentare la disponibilità di
risorse a disposizione del FMI. Il valore dei DSP è determinato in base ad un paniere di cinque valute.
Il FMI ha la facoltà di accrescere la propria liquidità per mezzo di assegnazioni di SDR ai paesi membri
in proporzione alla quota da ciascuno sottoscritta, previa approvazione della decisione da parte del
Consiglio di Amministrazione a maggioranza dell’85% del potere di voto.

Lezione 09/10/2023

MIGA e ICSID

Sistema assicurazione forni9to Miga ha tovato attuazione.


Fanno parte della banca mondiale.
MIGA agenzia ultiraterale per garanzia degli investimenti, istitutita tramite accordo internazionale,
convenzione Suel del 1985, mebri 182 stati.
Istituita su input della birs nell’ambito del grurppo BM, finalit´pr5nicipale promuovere investimenti
privati PVS contro rischi NON commerciali.
4 rischi politici.
Ivestimentofatto in pqesi difficii, africani, sud america e sud asia. Timore che colo cambio regime
cambi gli investimenti.
Usa meccanismo di garanzia ASSICURATIVA contro rischi non commerciali, hanno aspettato 1985 per
creare MIGA. Per evitare con Lobby problemi di comprensione e concorrenza si `cercato di costruire
un compromesso: iaccettare investimento solo dove le lobby non investono.
Stato membro BIrs non ha obbligo ratificare convenzione Seul.
Fino anni ‘80 co0n Guerra fredda le due super pontenze controllavano situazione economico
finanziaria.
Nasce con questo ritardo perch`appunto prima c’erano le 2 super potenze.
Organo tripartitivco:
1) Consiglio dei governatori a composizione plenaria. Tutti poteri ma li delega al consiglio dei direttori.
2) Consiglio direttori, sono 25 si segue modello consequisis.
3) Presidente eletto dl consiglio dei direttori e il consiglio dei rdirettori eletto da quello dei govenrtori.

Simili a quelle della Birs. C’`voto ponderato e paritario peer categorie di stato. Pvs 154 e
industiralizzati 28. entrambele categorie hanno un uguale potere edi voto.

4 rischi non commerciali:


1) Protezione da guerre e disordine
2) Paese con sistema debole e corrotto attiva protezione per risoluzione del contratto.
3) Protezione dalle espropriazioni
4) Rischio della valuta cioè cambiamenti nel siestema normativo che impediscono di trasformare gli
utili in un paese straniero.

Il soggettodecide quali rischi far rientrare nella polizza, la Miga non assicura mai il 100% masolo ilo
90% permettendo anche alle impres eprivate di operare.
Nel caso si verificqa rischio del quale il soggetto si era assicurato apllora miga si surroga e paga.
Questo sistema funziona perchè la surroga evita che la controiersia assuma un valor epolitico tra nord
e sud mondo. E per evitare che diventino controversie politiche. La miga evita che si crei questa
politicizzazione della controversia.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è un problema che ha un PVS nei confro0tni di un
investitore traniero, succede che dopo che la MIGA si è surrogata il paese viene inserito nella blakc list
della BM non oermettendolgi di ricevere altri prestiti.
INVESTIMENTI OGGETTO POLIZZA
PROGETTI DI INVESTIMENTO POSTI IN ESSERE DA UN PRIVATO IN UN PVS, sia il pvs cvhe il paese di
nazionalità devono essere paesi parte della Convenzione di Seul.
Se l’ivestitore privato ha doppia nazionali8tà e si tratta di un investiore privato questa impedisce che
l’ivestimento sia investito dalla polixzza della Miga.
Se è un persona giuridica (società) con doppia nazionalità in stato dove effettua investiento non si tine
e c0onto della nazionalità formale ma della provenie za dei capitali, se derivano da un paese
occidentale gli investimenti posson essere protetti da polizza della Miga.
DEVONO essere investimentiv remunerativi cche promuovono sviluppo socio ecvonomico nel paese
che ospitano.

ENRON CORPORATION multinazionale nata in Texas, collegata e finanziata camapgne BUSH.


In 12 anni è iventata magg oscietà quotata in borsa USA. Diventanto grande mediatrice
onternazionale e vendendo energia a livello mondiale. Per molti anni è stato considerato un modello s
seguire soprattuttto per la sua organizzazione. Società nuova come organixzazione.. neanche i
contabili di Wall street riuscirno a c0ontorlarla a causa della sua grandissima rete di fornitura. In pochi
mesi questo esmepio del capitalismo avwanzato intenrazionale è crollato, la società si indebitava
alivello intenraizonale senza che nesusno se ne accorgesse.
Nella metà degli anni 90 voleva far nascxere in idnosneia centrale del gas e cbiede alla Miga di
stipulargli polizza assicurativa, poco dopo nel 97 i sistema indonesia no entra in crisi e nel 98 il regime
suarto si dimette e il nuovo regime decide di sospendesre costruzione nuova centrale a gs.
ENROR chiede indennizzo di 15 mlm di dollari. La miha gli h pagato solo le spese iniziali che sono
andqte alla corruzione.

ICSID
È centro internazionale per risoluzione delle controversie in materia di investimento, nato nel 1965
quando si è conclusa convenzione di washintong che ha dato vita a questo centro, NON è UN
ISTITUTO SPECIALZZATO, sono due orgasnismi sperati e non han no qualità di istituti specializzati.
L ICSID ha una base sociale pìù ristretta, sono 165 stati.
RUSSIA BRASILE SUD AFRICA non sono paesi membri e non hanno ratificato convenzione, contrari alle
sue idee. Corrruzione, nazionalismo. Icsid fornisce agli investitori stranieri dei paesi poveri una
garanzia di avere giustiia, conciliatori.

Organo di funzione avente rilievo nel diritto internazionale di facilitare la soluzione arbitrale o tramite
cooncializaione di investimenti stranieri.
Differenza:
1) Arbitrale: di fronte panel arbitrale o arbitro unico, 3/5 membri.ha potere di decidere in maniera
vincolante per le parti la controversia, attività che si conclude con un atto che equivale a sentenza di
un tribunale internazione e conclude con sentenza di dolo aribtrale, è giuridicamente vincolante e
obbligatoria per le due parti.
le 2 parti sono necessariamente investitore, sia persona privata che giuridica, la controparte deve
essere un PVS do’èì stato fatto investimento, le due nazionalità devono essere stati parte dell’ICSID. Il
meccanismo è attivabile solo in questo caso. Requisti ofondamentale è quello del CONSENSO. Le parti
della controversia devono aver dato il loro consenso alol’attivazione dei meccanismi ICSID. Il consneso
per investitore straniero non è un problema.
2) Conciliazione non garantisce un lodo vincolante. Termina i lavori stilando un rapporto non
obbligatorio ma contien e solo raccomandazioni.
Nellla controversia ICSID si è di fronte a PANEL arbitrale.
Il consenso riguarda la creazione di un panel arbitrale.
Non è facile trovare il consenso perchè lo stato, se possibile, cerca di negare di aver dato il consenso.
L’investitore guarda il contratto stipulato con lo stato straniero, ogni stato deve autorizzare gli
investimenti stranieri. Se nel contratto c’è scritto che tutte le controverise chenascono da contratto
ICSID tramite procedura arbitrale allora lo stato avrà già dato il consneso e non potrà fare altro.
Magari sosterrà che NON è nata controversia ecc per trovare scappatoia, ma non riuscirà.
Per trovae clausola ICSID bisogna guarda sul contratto la clausula per regolare investimenti stranieri
diretti.
Questa normativa interna c’è per attiare investimenti stranieri diretti.
CLAUSOLA ICSID assicura che se nasce una controversia QUESTA NON sarà risolta dal giudice locale
ma dall’ICSID, si verfica se nello stato c’è questa normativa, se è prevista e prevede la clausola ICSID.
QUASI TUTTI GLI STATI HANNO QUESTA NORMATIVA, promozione degli investimenti stranieri diretti.
Queste legge nazionali prevedono regioni in cui gli investitori non pagano imposte (periodo grazia
iniziale), si cerca di attirare gli investitori stranieri.
Bisogna vedere se il consenso deriva da queste normative e che l’investimento non riguardi settori
militari, sicurezza, ordine pubblico ecc. Settori delicati. Se la clausola icsid non c’è nella legge
nazionale degli investimenti allora biosgna guardare se c’è la cluasola BIT, bilaterale tra i due stati di
nazionalità delle parti.
L’investitore sosterrà che lo Stato ha dato il proprio consenso, lo stato invece cercherà di dire il
contrario, obiettare.
Il Panel arbitrale difrotne questa contestazione circa il consenso adotterà un atto in cui a titolo
preliminare soluzionerà il problema del consenso. Lo stato potrebbe accettare anche ex post la
competenza del panel.
Nel caso di condanna dello stato ospite il dolo arbitrale sarà vincolante e avrà valore esecutivo e dovrà
essere riconosciuto nel diritto interno dello stato che ospita l’investimento.
Ogni stato parte dell icsid deve indicare qual è l’autorità giidicziaria che deve mettere il visto che l icsid
abbia emesso il lodo formale.
L’ ICSID non prevede la nascita di un panel precostitutito ma prevede solo la formazione di liste di
arbitri o conciliatori che saranno istitutiti di volta in volta.
QUANDO C’è UN RECLAMO DA PARTE INVETITORE PRIVATO ESSO NOMINERà ARBITRO, LO STATO
CHE OSPITA INVESTIMENTO NE NOMINERANNO UN ALTRO E QUESTI 2 ARBITRI NE NOMINERANNO A
LORO VOLTA UN ALTRO DEFINITO PRESIDENTE.
Se una parte non indica un arbitro succede che sia il presidente dell ‘ ICSID lo nominerà d’ufficio,
agendo in surroga per evitare che il meccanismo si blocchi.
Gli stati perte dell ICSID nominao 3arbitri o conciliatori
Il presidentennomina 10 arbitri e 10 conciliatori
Le parti possono indicare nel Panel anche le parti non presenti negli elenchi.
STRUTTURA ICSID
È l’unica entità in cui non trova applicazione sistema voto ponderato. C’è voto paritario.
HA 2 ORGANI: SEGRETARIATO E CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Nell’ultimo si decide a magg semplice, è un organo a coposizione plenaria, il pres della Birs è lo stesso
dell ICSID.
Per le decisioni più impor la magg è 2/3.
Per esssere membri dell ICSID bisogna essere membri BIRS e a sua volta FMI.
Il segretario generale dell’ICSID viene nomitato da consiglio amministrazione su proposta presidente
BIRS, ha funzioni da vertice burocratico amministrativo dell’ente ma rappresenta sia entre esterno ma
è anche il CANCELLERIE dell’ICSID, colui che CONTROFIRMA i doli arbitrali dell’ICSID, svolge funzione
di comunicare info alle parti interessate.

DIRITTO APPLICABILE NELLA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE.


Nell’ambito dell arbitrato intenrazionale sono le parti a scegliere il diritto applicabile, il Panel sceglierà
il diritto scelto e deciso dalle parti.
È possibile che la normativa di un paese preveda che l’indennizzo sia concordato in maniera equa fra
le due parti.
Se non c’è un accordo tra le parti si consultano le forti; normativa interna, accordo bilaterale sugli
investimenti.
Si applica prima diritto nazionale, se ci sono lacune allora si applica quello intenrazionale.
Si cerca di dare maggior rilievo al diritto internazionale per dar eapplicazione agli standard
internazionale in mateira di tutela dell’ambiente e salute pubblica.

PANEL DI ISPEZIONE DELLA BANCA MONDIALE


Istituito recentemente nel 1993, in quanto le risoluzioni sono state adottaqte da BIRS e Ida, con due
risoluzioni parallele per istutuzioni Panel e suo statuto. Istituita tardi perchè si è manifestata esigenza
di un meccanismo che garantisse rispetto da parte BM delle proprie politiche operative e standard di
comportamento, prima no perchè prevaleva idea che la BM non doveva occuparsi di questioni
politiche altrimenti inteferiva con sovranità stati membri, prevaleva un’ideologia economica e non
basata sullo sviluppo umano e sostenibile.
All’interno della Birs VENGONO adottate normtive interne in materie di ambiente, sviluppo ecc,
tenedo conto dell’impatto ambientale del progetto.
CI SONO NORMATIVE INTENRECHE LA BANCA DEVE MANTENERE DURANTE LO SVOLGIMENTO DELLE
POLITICHE OPERATIVE INTERNE, se questi non vengono rispettati,
Anni 90 in India construzion e diga con tradferimento forzato di migliaia di perosne e imatto
ambientael, finanziamento ottenuto in VIOLAZIONE di politica interna in matieria di politica
ambientale, una protesta portò all’isitutizione COMMISSIONE MORS che dimostrò che la BIRS non
teneva mai conto di queste politiche e preoccupazioni ambientali, safe gard policy che erano state
approvate dalla birs ma mai applicate.
Per questo venne istituito il panel per controllare l’operato della BM. E per ottenre giustizia e far
cambiare questa prassi.
È un meccanismo che NON è a carattere giurisidizionale e non può adottare risoluzioni vincolanti.
NON è un meccanismo utile a promuovere il rispetto deei diritti umani, perchè lo standard è il rispetto
del diritto intenro a BIRS e IDA.
E UN MECCANISMO CHE CERCA DI MIGLIORARE LA QUALITà DEL PROCESSO DECINI8SONALE
ALL’INTERNO DI BIRS E IDA PER FAR SI CHE QUESTE RISPETTINO PROCEDURE E REGOLE CHE SI SONO
DATE.
E’ composto da 3 individui nominati dal consiglio di amministrazione, direttori esecutivi birs e ida,
controlla solo i finanziamenti erogati d queste due istituzioni. SI CHIMA PANEL DI ISPEZIONE DELLA
BM.
Questo panel è un organo istituito congiuntamente da IDA e BIRS.
Gli ispettori non possono lavorare, dopo essere stati nominati, ne in BIRS ne in IDA per 2 anni
successivi nomina.

Questo meccanismo viene attivato come minimo da 2 persone, direttamente interessate da


attuazione progetto finanziato da birs o ida. Con inteesse comune, può essere anche un ONG ad
attivare il meccanismo. Il reclamo può essere attivato anche da ONG senza rapprensentanza locale,
quindi internazionale, solo se dimosatra che in quel territorio non possono operare ogn locali.
Può attivare il panel anche direttore esecutivo BIRS e IDA.
Il reclamo deve essere presentato quando l’investimento è ancora in corso (la BM non deve aver
erogato più del 95% del finanziamento pattuito), ciò è critico poiché molto spesso i problemi possono
emergere successivamente alla realizzazione di un progetto. Difatti, nel 2018, si stabilì che i reclami
presentabili si estendono a 14 mesi dalla realizzazione. SONO AMMESSI RECLAMI SOLO SE BIRS ED
IDA NON ABBIANO RISPETTATO I REGOLAMENTI PROCEDURALI E LE POLITICHE DELLA BANCA. Quindi
il controllo è riguardante solamente il rispetto della normativa interna della BM.

Lezione 16/10/2023

GATT al OMC

Dal 45 c’`stato il tentativo fallito di istituitre l omc fino al dopo seconmda guerra
mondiale, ITO era nome questa orgnanizazzione. Lo statuto `stato negoziato a CUBA
con la carta dell’Avana, che `l’atto istitutivo. Il 24 marzo del 48 è stata firmata da 58
paesi, dava vita ad un organizzazione con soggettvia internazionale, struttura
tripartita, consiglio di ammnistrazione a composizione limitata con 8 seggi
permanenti tra cui l’Italia. Organo monocratico che era a capo organizzazione
burocatica ITO.
Non si occuoava solo di liberalizzazione commercio int, il suo statuto aveva 10
capitoli, il IV solo dedicato a liberalizzazione commercio. Promuoveva pieno impiego
nei sistemi8 economici int, concorrenza equa, promuovere commercio delle materie
prime tra i pesi produttori. Aveva finalità di liberalizzazione commerciale ma anche di
promuovere la dimensione sociale, politica del commercio internazionale. Progetto
che abortì, la carta non entrò mai in vigore, questa istituzione non ha mai visto la
luce.
I motivi di tale aborto sono stati molteplici, i paesi occidentali erano spaventati dalla
creazione di questa mega organizzazione, far nacere questa istituzione avrebbe
signigicato rinunciare a una parte della sovranitàè degli Stati. Era molto ambizioso
per il tempo in cui era stato ideato. Dal 1945 al 1948 molte cose a livello int erano
cambiate: cambia contesto politico, guerra fredda e contrapposizione tra 2 blocchi.
È cambiato approccio USA. 70 approccio fondato su rapporti bilaterali.
Raffreddamento rapporti tra USA e UK rierimento rapporti tra uk e il commonw.
Tutte cause fallimento ITO.
Uk pensava che questa nascita avrebbe compromesso rapporti tra uk ed ex colonnie
britanniche.
Il 20 ottobre 47 a Ginevra 23 paesi firmao GATT Con lo scopo di favorire la
liberalizzazione degli scambi e commercio mondiale.
Questo accrodo sotto profilo formale è un accordo intern concluso in forma solenne,
cioè non entratop in vigore nel momento della firma, era necessario che forsse
ratificato dalle parti contraenti, al pari della carta dell havan non è m,ai entrato in
vigore, ne ratificato dagli stati firmatari. Sotto questo profilo Gatt e ito erano
ambedue accordi mai entrati in vigore, però il gatt non ha subito il destino di
fallimento giuridisco intern, perchè contemporanemente è stato firmato protocollo a
titolo provvisorio applicazione gatt. Ai sensi art 25 applicato a titolo provvisorio pur
essendo ratificato in forma solenne.
Il fatto che sia stato applicato
in forma provvisoria è il motivo per cui la Corte internazionale di giustizia e la
Comunità Europea non lo
hanno mai considerato direttamente applicabile agli ordinamenti interni,
perché appunto non esisteva
giuridicamente in quegli ordinamenti. È stato applicato per quasi 50 anni (1
gennaio 95).
Non ha avuto impatto sulla effettività dei principi in esso contentuti nell ambito
intern perchè gli stati gatt lo hanno rispettato e hanno adempiuto, ha avuto impatto
negativo sull applicazsione di questo negli ordinamenti interni e nel particolare nel
diritto della comuinità europea dell’epoca.
Quando un accordo internazionale viene ratificato nell ambito ord interno questo
signifca che l ordinamento intenro da attuazione accordo nell ambito del proprio
dioritto interno, tramite ordine di esecuzione. Se manca ratifica lo stato non si deve
adattare agli obblighi previsti per applicazione diritto interno.
Il gatt attravero modalità applicazione provvisoria è stato efficac, senza mai essere
sotto il controllo degli stati naz.
Il gatt non è mai stato considerato un accordo direttamente applicabile (Self
executing) all intenro degli ordinamenti della comunità europea. Il gatt riproduce il
capitolo 4 della carta dell havana, si limita ad avere un approccio neoliberista.
Il GATT 94 riprende in maniera pedissequa del GATT 47.
Che costituisce accordi rifermiento ambito omc.
Principi fondamentali:

1) RECIPROCITà: tutti gli stati che fann parte di questo sistema devono essere sullo
stesso piano profilo giuridico. Creare una situaizone WIN WIN, tutti soddisfatti. Il
neolibersimo comporta situa in cui ne risulteranno benieficiari.

2) ASSENZA DISCRIMINAZIONI: dimensione internazionale, afferma la


generalizzazione della clausola della nazione più favorita consente di evitare qualsiasi
discriminazione commerciale tra stati.

•Il prinicipio ESTERNO della Clausola generalizzata della NAZIONE PIÙ FAVORITA:
In base al quale tutti i vantaggi concessi da uno Stato membro OMC ad un prodotto che
proviene da un altro Paese, o ad esso destinato, saranno estesi senza condizioni a tutti i
prodotti simili originari di un altro Paese, o ad esso destinati. Per vantaggi si intendono dazi
doganali, tasse connesse all’importazione o ai metodi di pagamento, tasse interne,
regolamenti interni che riguardano la vendita, l’acquisto, il trasporto, la distribuzione. Ad
esempio, se fosse stato previsto un dazio del 5% di una merce importata nei confronti
di un paese straniero, questo dazio avrebbe dovuto essere applicato verso tutti.

•Quello INTERNO del Principio del TRATTAMENTO NAZIONALE: in base al quale le merci
provenienti dall'estero dovevano ricevere all'interno di ciascuno Stato lo stesso trattamento
accordato al prodotto nazionale equivalente. Quindi i Paesi membri non possono trattare i
prodotti importati in maniera meno favorevole rispetto ai prodotti simili. Il trattamento
meno favorevole puo riguardare una tassa interna, requisiti diversi per la vendita o la
distribuzione.

3)-DIVIETO DI RESTRIZIONI QUANTITATIVE: Ovvero misure aventi il carattere di proibire


totalmente o parzialmente l'importazione, l'esportazione o il transito dei prodotti. È
possibile prevedere dei dazi doganali a merci straniere, ma questi dazi devono essere ridotti
nel corso degli anni, e devono essere vietate in generale le restrizioni quantitative al
commercio.
Con riferimento ai dazi commerciali, se un prodotto è competitivo riesce a superare i costi
dei dazi doganali, mentre la barriera quantitativa costituisce un ostacolo non superabile.
Mentre i dazi doganli vengono ridotti ma non banditi col GATT invevce le restizioni
quantitative sono vietate. Nella pratica invece non è così.

DEROGHE ED ECCEZ GAT 47.


Prevedeva molte deroghe od eccezioni generali.
1) Situazioni di crisi commerciale, in cui un paese non riusciva più ad esportare i
propri beni e quindi si soffriva di un disavanzo commerciale, lo stato in questione
poteva chiedere di non appplicare nei suoi confrotni questi principi , nel perdurare
della crisi. Deroga auorizzata dell ambito GATT.
2) Deroga non confermata GATT 94, clausola grandfather, lo stato del GATT poteva
invocare normativa interna per non applicare regola o principio GATT che doveva
essere vigente prima della sua adesione al GATT. In questo caso prevaleva la
normativa interna. Il gatt aveva natura programmatica. Questa clausola indeboliva
regime negli ordinamaneti interni.
Spiegato meglio file docs
3) Deroghe che hanno balcanizzato il sostema normativo; prevista art 24 accordo
GATT, principio di parità doveva trovare applicazione, eccezioni su: zone libero
scamio e unioni doganali. Nel caso di un area di integrazione economica, il fattocche
tra i paesi di questa area non fosserov previsti dazi o tariffa doga non determinava
l’applicazione della generalizzazione della clausola della naziona favorita. Nascevano
zone dove c’eranp ‘preferenza commerciali. L ue applica causa nazione favorita a soli
4/5 stati, con gli altri ha concluso accordo fittizio di integrazione.

Seconda metà anni 60 GATT entrò in crisi, i paesi in via sviluppo hanno affermato il
principio delle preferenze commerciali generalizzate, ossia che nei rapporti tra PVS e
quelli industrializzati NON trovassero applicazione i principi del GATT.
Questa esenzione dai dazi doveva trovare applicazione awnche dai paesi non in via di
sviluppo.
NON C’è PIù TITOLO RECIPRCITà, è cambiata logica normatica di questo sistema.
1994 da GATT a omc.

Sistema risoluzione controversie inte molto debole, c’era possibilità di istituire un


Panel che però dopo lo studio inviava rapporto che però non era
AUTOMATICAMENTE VINCOLANTE per parti compromesse, contentva
raccomandazioni e basta, si concldeva con queste, non era equiparabile ad un dolo
arbitrale.

Natura conciliativa, rapporto giruridcam vincolante SOLO SE FOSSE STATO


APPORVATO RAPPORTO ALL UNANIMITà DALL ASSEMBLEA DELLE PARTI CHE
RIUNIVA TUTTI GLI STATI MEMBRI.

LEZIONE 18 OTTOBRE
OMC
CARATTERI FONDAMENTALI
Ieri abbiamo evidenziato dei punti di debolezza del regime giuridico del GATT che in realtà in
modo paradossale ne ha garantito l’applicazione per molti anni. Infatti nel diritto
internazionale dell’economia e commercio (settori in cui gli stati sono gelosi della propria
sovranità), il fatto che il regime giuridico istituzionale di riferimento sia debole, non
costituisce necessariamente un problema. Anzi, magari gli stati preferiscono doversi adattare
a un regime flessibile e poco ristrutturato- come quello del GATT- rispetto a un sistema a
carattere + recettivo. Attualmente, però, il sistema dell’OMC è in crisi proprio perché le
potenze commerciali, dopo un iniziale entusiasmo, hanno criticato e modificato il sistema
dell’OMC in quanto esso cercava di imporre il rispetto del diritto e non degli interessi
economici delle principali potenze mondiali. Il sistema di risoluzione delle controversie è
infatti bloccato, NON operativo. A volte, “le cose perfette sono nemiche del bene”. Con tutte
le sue lacune il sistema GATT quindi funzionava, e sono stati proprio i successivi mutamenti
giuridici che lo hanno fatto andare in crisi.
 APPROFONDIMENTO SULLA PROGRESSIVA ISTITUZIONALIZZAZIONE DEL GATT:
se è vero che il GATT è solo un accordo int e non l’atto istitutivo di una OI, e aveva
dimensione normativa e non istituzionale. Se è vero, poi che non è mai entrato in vigore, in
quanto fu un semplice atto solenne applicato in via transitoria, è anche vero che dagli anni
50 in poi si è verificata una certa istituzionalizzazione endogena di fatto: ossia, un processo
nato all’interno del GATT-> prima della trasformazione da GATT a OMC grazie alla
conclusione dell’accordo di Marrakesh, nel corso del tempo, si arrivò a dar vita a quella che
fu considerata dalla dottrina come una conferenza istituzionalizzata, una pseudo
organizzazione. Il GATT diede quindi vita a una forma mediana di oi poiché: non aveva
soggettività giuridica internazionale, ma non era neppure una semplice conferenza di stati,
proprio per questa progressiva istituzionalizzazione che diede vita a un fenomeno
intermedio. (Non era una semplice unione di stati nè una vera OI).
Perché si è verificata questa istituzionalizzazione? il Gatt doveva essere un regime giuridico
da applicare temporaneamente, in attesa dell’entrata in vigore della carta dell’Havana, che
avrebbe dato vita all’ITO. Siccome però questa OI alla fine non venne mai alla luce, I paesi
partecipanti al GATT hanno istituzionalizzato dal basso il regime giuridico previsto
temporaneamente.
COME si è realizzata questa istituzionalizzazione? IL GATT stesso prevedeva la PRESENZA DI
UNA CONFERENZA DELLE PARTI: le parti del trattato, ogni anno si riunivano per discutere dei
problemi del regime giuridico del GATT oppure suoi eventuali miglioramenti. Si tenga conto
che nel 47 era stata decisa una prima riduzione dei dazi doganali. Nel corso dei decenni si
pattuirono successive riduzioni dei dazi alla fine di vari ROUND NEGOZIALI, durati anche
anni. Ognuno di questi round, è terminato con l’adozione di un accordo che andava a
abbassare ulteriormente i dazi doganali nei vari settori. Il problema di questi round era che
gli stati parti del GATT non erano obbligati a sottoscrivere gli accordi presi al loro termine.
Alcuni stati parte del GATT, quindi avevano aderito solo ad alcuni di tali risultati, altri a molti
e altri a quasi nessuno. Si arrivò quindi a una BALCANIZZAZIONE DEL REGIME GIURIDICO.
Ogni stato aveva ratificato, e quindi, aderito ad accordi diversi. Di, volta in volta, quindi, si
doveva vedere se ogni stato parte del GATT avesse ratificato gli accordi presi nei vari round
negoziali.
Come visto quindi questo regime dava vita a round negoziali nel corso del tempo, e
nell’ambito di questa negoziazione continua attivata dall’accordo del GATT, vi era questa
assemblea (la conferenza delle parti) che si riuniva ogni anno a Ginevra per discutere del
risultato dei negoziati, approvare decisioni comuni.
Ovviamente, quando c’è un’assemblea che si riunisce periodicamente con stesso format, alla
fine, di fatto, si crea una CONFERENZA ISTITUZIONALIZZATA, che si riunisce, non una volta
tanto, ma ogni anno. Si creano cosi al suo interno consuetudini, procedure ecc.. Nasce poi la
necessità di organizzare almeno un minimo tale conferenza. Tale necessità fu soddisfatta con
la creazione del SEGRETARIATO PROVVISORIO DELL’ITO, il quale è sorto dopo conclusione
della carta dell’Havana, affinchè preparasse il terreno alla nascita della nuova OI. Infatti,
quando si conclude l’atto istitutivo di una OI, ciò non vuol dire che essa sorgerà, in quanto vi
è bisogno di vedere se il trattato istitutivo entrerà in vigore e se l’OI nascerà (dopo ratifica
degli stati, creazione degli organi principali, assunzione personale). La nascita di una OI è
anche una questione di fatto e non è solo una questione giuridica. Per promuovere tutte
queste attività funzionali alla nascita dell’OI, dalla conclusione dell’atto istitutivo, viene
istituito o un comitato provvisorio che dovrà risolvere problemi logistici per arrivare alla
nascita dell’OI, oppure un segretariato provvisorio. In questo caso, fu istituito il secondo, che
però rimase praticamente disoccupato perché era chiaro che l’ITO non sarebbe mai nata.
Egli iniziò a operare quindi, di fatto, come segretario del GATT.
Inoltre nel 1960, vi fu una novità importante in quanto fu NOMINATO PER LA PRIMA VOLTA
DALL’ASSEMBLEA degli STATI PARTI, IL DIRETTORE GENERALE DELL’OMC-> questo dimostra
ancora di + la progressiva, seppur limitata istituzionalizzazione del GATT. Egli ebbe un ruolo
molto importante di rappresentanza del GATT all’esterno. Inoltre, ha sempre avuto un
importante ruolo nella mediazione delle controversie commerciali: Il sistema GATT, infatti,
prevedeva la possibilità di istituire un PANEL per risolvere eventuali controversie, MA le
parti, a inizio o in corso di procedura arbitrale, potevano pur sempre chiedere al direttore
gen. di mediare. Egli ha anche concluso degli accordi int. come l’accordo di sede con la
Svizzera: il GATT, dopo essersi dotato del segretariato, ha per di + istituito una sua sede a
Ginevra. Altra mansione del segretariato era quella di organizzare le riunioni annuali della
conferenza delle parti.
Dopo l’accordo di sede con la Svizzera, la dottrina si è chiesta se il GATT, per il fatto di poter
concludere accordi int., potesse considerarsi detentore di soggettività Int. La dottrina però
ha affermato che in realtà il direttore generale aveva firmato l’accordo di sede, NON in nome
del GATT, ma in nome degli stati partecipanti al GATT. Quindi non è stato concluso dal GATT
in quanto soggetto int. MA dall’insieme degli stati partecipanti al GATT, tanto è vero che il
direttore generale ha firmato in nome degli stati partecipanti e non del GATT. Quest’ultimo
quindi non è da considerarsi soggetto autonomo. Tanto è vero che, L’assemblea degli stati
parti ha sempre deciso per CONSENSUS->non ha mai deciso a maggioranza: il GATT non ha
mai avuto una volontà differente da quella degli stati membri, ma la volontà del GATT è
sempre stata quella comune di tutti gli stati partecipanti, espressa attraverso CONSENSUS.
Questo quindi dimostra l’assenza di una sua soggettività internazionale nonostante la sua
progressiva istituzionalizzazione interna.
È nato poi addirittura un CONSIGLIO DEI RAPPRESENTANTI (un ORGANO ESECUTIVO) .
N.B. DIFFERENZA STATI PARTI E CONSIGLIO DEI RAPPRESENTANTI: la conf. Degli stati parti
ha delegato parte dei suoi poteri alla conferenza dei rappresentanti. Inoltre, mentre la conf
degli stati parti si riuniva a intermittenza ogni anno, il consiglio dei rappresentanti, si riuniva
permanentemente (anche ogni settimana). A differenza di quanto avviene normalmente
nelle OI a carattere universale (in particolare negli istituti specializzati), tale organo
esecutivo, aveva una composizione plenaria (non ristretta) e NON applicava il sistema del
voto ponderato. Sotto il profilo giuridico era un alter ego della conferenza degli stati parti
perché aveva la medesima composizione. Proprio perché tutte le decisioni venivano assunte
con consenso di tutti gli stati parti. Non era pensabile che il GATT potesse decidere a
maggioranza tramite un processo decisionale nell’ambito di un organo a composizione
ristretta, in quanto si tratta di discutere di commercio e quindi di materie legate alla
sovranità degli stati (che non vogliono delegare competenze a una OI che decide a
maggioranza: gli stati sanno che il commercio è fondamentale per il benessere economico
nazionale. Gli stati vogliono collaborare ma pur sempre mantenendo una sovranità
economica) -> il GATT era riuscito a raggiungere un compromesso sostenibile nel tempo. Fu
proprio questo che lo mantenne in vita per circa 50 anni.
Quello che all’inizio era solo un accordo int. negli anni si è istituzionalizzato attraverso la
nascita di tutti gli organi prima menzionati. Si è arrivati così a una situazione di fatto (non di
diritto) molto simile a quella di una normale OI.
Quando però nel 1986 è iniziato l’ultimo ciclo negoziale nell’ambito del GATT (Uruguay
Round-> durato fino al 1993), nel mandato negoziale di tale round, non si prevedeva la
necessità dell’istituzione di una vera e proprio OI. Il paradosso di tutto ciò è proprio il fatto
che la nascita dell’Omc è stata decisa a conclusione di questo round, ma inizialmente non vi
era stata neppure l’idea di dargli vita. L’idea è sorta in corso d’opera.
Ma allora ci si potrebbe chiedere PERCHÉ A UN CERTO PUNTO è NATA LA VOLONTÀ DI
CREARE L’OMC? Secondo gli studiosi, forse un punto di svolta si è avuto quando, tra 1989 e
1990, è caduto il blocco socialista avviando così una nuova fase nelle relazioni internazionali.
I paesi occidentali forse hanno colto l’occasione per far nascere una vera OI in grado di
costituire un nuovo punto di inizio nelle relazioni economiche int. all’insegna del
neoliberismo e della globalizzazione senza freno.
15 dicembre 1993-> adozione dell’atto finale dell’Uruguay round-> i risultati di tale atto
sono stati riprodotti nell’accordo di Marrakech, che entrò in vigore il 1Gennaio 1985, dando
vita all’OMC. L’OMC è basata quindi su un vero e proprio atto istitutivo ed è quindi è una
vera OI con soggettività Internazionale.
N.B. NON è UN IST. SPECIALIZZATO NELLE NU-> ha concluso un accordo di cooperazione con
le NU che però non gli conferisce status di istituto specializzato. Essa quindi fa parte della
famiglia delle NU ma solo in qualità di Organizzazione ASSOCIATA (come AIEA e OIM). Ciò
anche per motivi ideologici (essa promuove un’ideologia neo-liberista, chiaramente
contrapposta a quella terzomondista delle NU economiche). Il suo preambolo, infatti, non fa
riferimento né alla carta, né ai principi delle NU. Si fa promotrice, inoltre, del SISTEMA
REGIONAL MULTI LATERALE-> imperniato sulla liberalizzazione dei fattori di produzione in
cui i punti fondamentali non sono le NU, ma la posizione regionale di integrazione
economica. Le varie aree di integrazione economica si coordinano attraverso entità come il
G8-oggi G7- o attraverso l’OMC che coordina le politiche commerciali delle grandi aree di
integrazione economiche in prospettiva multi polare. L’OMC non fa parte tanto del sistema
universal regionale delle NU ma di questo sistema alternativo, nato da metà anni 70 con la
nascita del G7.
 QUALE è IL LEGAME FRA LA BASE SOCIALE DEL GATT E QUELLA DELL’OMC NEL
PASSAGGIO DA GATT A OMC?
Il GATT fu Inizialmente concluso a fine del 47 da 23 stati, tuttavia, quando si è concluso
l’Uruguay round (1993), gli stati parti del GATT erano diventati ben 125 (vi avevano aderito
paesi socialisti, di nuova indipendenza e ex socialisti).
REGOLA PRINCIPALE PASSAGGIO GATT A OMC IN QUANTO ALLA MEMBERSHIP: Gli stati
parti GATT sono divenuti membri originari dell’OMC-> non hanno dovuto essere ammessi
alla nuova OI, a condizione di ratificare l’atto istitutivo dell’OMC.
Tutti gli altri stati hanno acquisito status di membro dell’OMC attraverso un processo di
ADESIONE MOLTO COMPLESSO (NON BASTA UNA SEMPLICE DOMANDA DI ADESIONE E LA
VALUTAZIONE da parte degli ORGANI SOCIALI) -> si può divenire membri dopo conclusione
di un vero e proprio accordo internazionale fra stato candidato e OMC, al termine di
negoziati molto lunghi, articolati e complessi. Perciò L’OMC è definibile come un’OI SEMI
APERTA, proprio nel senso che possono aderire nuovi stati ma la procedura è davvero lunga
e complessa. La Cina popolare, ad es., ci ha messo 37 anni per raggiungere un accordo e
divenire membro dell’OMC. Entrare nell’OMC è molto importante per gli stati perchè
significa entrare in un Sistema multi polare del commercio internazionale. Se si è esclusi da
tale sistema, si rischia di avere un ruolo davvero marginale a livello economico.
N.B. PARTICOLARITÀ BASE SOCIALE GATT Possono divenire membri a pieno titolo del
GATT anche entità NON STATALI come:
-ORGANIZZAZIONI REGIONALI di integrazione regionale Es. UE= Divenne un membro
originario dell’OMC pur non essendo uno stato parte del GATT (in deroga alla regola secondo
cui solo gli stati membri Gatt potevano divenire stati originari dell’OMC).
Il fatto che oggi l’UE sia divenuta membro originario dell’OMC, dà vita a una situazione
giuridica particolare: Se l’OMC deve adottare una decisione che rientra nell’ambito delle
competenze dell’UE a votare, non saranno i 27 stati membri sia dell’UE che dell’OMC, bensì
sarà il rappresentante dell’UE stessa che avrà a disposizione 27 voti. Il problema è che le OI si
basano sul principio di uguaglianza sovrana degli stati membri. In tal caso quindi, gli altri stati
non sono contenti del fatto che abbiano un solo voto nell’ambito degli organi sociali
dell’OMC, mentre IL RAPPRESENTANTE ne HA BEN 27.
Se invece la questione rientra nell’ipotesi di residua finalità degli stati membri dell’UE in
ambito commerciale, a votare saranno gli stati membri dell’UE e dell’OMC, in modo
individuale e autonomo (ogni stato=1 voto). Di fatto però, nella prassi decide sempre il
rappresentante UE, perché il commercio è materia di competenza propria dell’UE, alla quale
i suoi stati membri hanno delegato la propria sovranità commerciale. I servizi e la proprietà
intellettuale, però non erano competenza esclusiva dell’UE e quindi in una sentenza, la corte
internazionale di giustizia, concluse che l’accordo istitutivo dell’OMC è un accordo misto:
doveva essere ratificato sia dalla comunità europea che dagli stati membri. Attualmente
però l’UE ha allargato le sue competenze e quindi le competenze residue degli stati membri
sono davvero poche.
- TERRITORI DOGANALI AUTONOMI (entità anch’essi non statali): la possibilità per i
territori doganali autonomi di divenire stati membri dell’OMC, ha risolto il problema della
Cina popolare, la quale pretende che trovi applicazione il principio dell’unica Cina. Sia
Taiwan che Hong Kong sono divenuti membri in qualità di territori doganali autonomi, cosi
come la Cina. La Cina accettò che divenissero membri dell’OMC a patto che Taiwan non
aderisse all’OMC in qualità di stato, ma in qualità di territorio doganale autonoma e solo
dopo l’adesione della Cina Comunista.

 ANALISI DELLA DIMENSIONE NORMATIVA: Essa è cambiata molto rispetto al


GATT.
Uno dei problemi principali del GATT sotto il profilo normativo erano: la
balcanizzazione normativa (ogni stato aveva assunto obblighi diversi). Dall’altro
lato, il diritto del GATT si occupava principalmente del commercio di beni, e anzi
settori importanti, come quello delle materie prime, agricoltura, erano esclusi
dall’applicazione dei principi di libero scambio del GATT.
Quindi vi erano problemi che riguardavano la presenza di un regime giuridico
molto frammentati il fatto che tale regime veniva applicava solo alle merci (e
neppure a tutte le merci).
Con l’OMC cambiò tutto: con la conclusione del round .. si adottò il single under
taking approach (approccio del pacchetto unico): se uno stato voleva essere
membro dell’OMC doveva accettare tutti gli obblighi nascenti non solo dell’atto
istitutivo dell’OMC, ma anche di 5 accordi multilaterali allegati all’atto istitutivo
stesso-> quindi è come se lo stato per divenire membro OMC, debba aderire
all’ideologia normativa neoliberista imposta (si deve arrendere al neo liberismo).

Tali accordi multilaterali che deve accettare sono:


A) Tre di diritto sostanziale/materiale:
1. ACCORDO GATT 1944: riproduce i principi libero scambisti del GATT del 1947
(principio parità interna, del divieto delle restrizioni quantitative, di reciprocità, ecc);
vi sono stata però delle modifiche in quanto, tiene oggi conto dei risultati dei vari
round negoziali in tema di abbassamento dei dazi e non prevede la clausola gran
father (essa permetteva ai vari stati parte di dare priorità alle normative nazionali in
contrasto con i principi libero scambisti).
2. Accordo GATS: accordo generale sul trasferimento, NON delle MERCI ma DEI
SERVIZI;
il regime libero scambista quindi non è + limitato alle merci (come nel GATT), ma
riguarda anche i servizi. È un passaggio molto importante perché segna
un’ampliamento dell’ambito di applicazione del regime neo liberista previsto
dall’OMC;
3. Accordo TRIPS: accordo che riguarda questioni di proprietà intellettuale collegate
al commercio internazionale (brevetti)-> accordo voluto anche da grandi società
multinazionali, soprattutto dalle big farms. Ha affermato per la prima volta che tutte
le invenzioni possono essere brevettate e che il brevetto vale per 20 anni in tutti i
paesi membri dell’OMC, anche quando si parla di farmaci salva vita.

B) ACCORDI PROCEDURALI:
-Accordo di soluzione delle controversie che prevede un sistema a carattere
tendenzialmente arbitrale con istituzione di un organo di appello, un tribunale
permanente. Si prevede una prima fase di istituzione del panel e un secondo grado
di giudizio dinanzi a questo tribunale permanente.

-Accordo di intesa sui negoziati commerciali nell’ambito dell’OMC -> obbliga stati
OMC di coordinarsi nell’OI e a continuare a negoziare nuovi accordi nel senso della
liberalizzazione degli scambi commerciali.

 VI SONO POI ACCORDI PLURI LATERALI: gli stati membri possono decidere se
ratificarli o meno.

Come possiamo notare, da quanto fin qui detto, Il passaggio dal GATT all’OMC è sì
avvenuto in continuità con il regime GATT, Ma anche con l’introduzione di varie
innovazioni.

Lezione 23/10/2023

WORLD TRADE ORGANIZATION: OMC

Sistema soluzione controversie organizz internaz. OMC


È sistema tendenzialmente a carattere arbitrale, Gatt invece aveva una natura conciliativa.
I rapporti del panel che nell’ambito dl Gatt non div4entano giuridicamente vincolanti, in
quanto per esserlo c’era necessità di raggiungere consensus, invece nell’OMC diventato
giuridicamente vincolanti, richiedono consensus invertito.
Il presidente dell’organo risoluzione controversie chiede se ci siano obiezioni, se tutti
obiettano il rapporto non viene approvato, altrimenti se anche solo UNO è FAVOREVOLE, il
rapporto allora è sufficiente a farlo entrare in vigore.
Nell’ambito del Gatt nessuno doveva obiettare.
Introduzi8one 2 grado: nel diritto internazionale per tradizione le sentenze sono definitive.
Nasce un tribunale int del commercio che assicura il grado di appello, con riferimento al
rapporto del panel. Questo sistema assicura tempi rapidi, periodo 12 mesi, periodicamente,
promette di risolvere le controversie commerciali. Questo sistema non garantisce
l’accertamento del diritto e delle conseguenze della sua eventuale violazione, ma nel caso in
cui la parte dichiarata e la cui responsabilità è stata accertata non dovesse adempiere in
tempi ragionevoli alla decisioni, il meccanismo prevede un meccanismo di attuazione
forzata del diritto.
Questo procedimento porta all’autorizzazione dell’adozione di queste misure.
Questo sistema permette l’accertamento del diritto e nel caso di mancato adempimento
anche la fase dell’ATTUAZIONE FORZATA di questo diritto con la presenza di SANZIONI
ISTITUZIONALIZZATE, queste sono autorizzate dall omc e possono essere adottate su
autorizzazione degli organi competenti anche da un paese meno avanzato, quelle interne di
sanzioni prevedono una ‘applicazione per i paesi più forti.
È un sistema considerato un MODELLO, è in crisi da 5 anni e ancora non è stata risolta.
La ragione di questa crisi è dovuta alla guerra commerciale tra USA e Cina. La crisi ha
riguardato il suo aspetto più ritenuto rivoluzionario: RISOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE.

FASI PRODECURA

1) Consultazione: 2 paesi membri dell omc hanno problema di natura commerciale,


presupposto per attivare meccanismo, iniziare consultazione non è per forza violazione
diritto previsto dal diritto omc, ma situazione che arreca pregiudizio agli interessi
commerciali di stato omc. 3 tipologie reclamo: 1) violazione, A sostiene che B ha violato un
proprio diritto commerciale) 2) non violazione, stato A sostiene che lo stato B sia colpevole
di un comportamento lecito che causa un pregiudizio contrario a parte che reclama. 3)
reclamo situazione , Lo stato sostiene che si è creata una situazione di comportamenti che
ha pregiudicato i propri interessi commerciali. La parte deve dimostrare che la parte
convenuta ha determinato il pregiudizio (inversione dell’onere di prova).
Questa fase deve durare almeno 1 mese, si basa sulla richiesta di iniziare i negoziati fatta
dallo stato A allo stato B. se le parti non riescono ad a raggiungere un accordo negoziale,l
succede che la parte Attrice che aveva lamentele, può chiedere istituzione di un PANEL
ARBITRAL, non è una richiesta semplice ma bensì un diritto perché l’istituzione del panel
deve essere autorizzata dall’organo della risoluzione delle controversie , che decide
attraverso il consensus invertito. Motivo per cui non si tratta di richiesta ma di un diritto.
Questo principio vale SOLO per gli stati membri dell’OMC. Il panel viene istituito su richiesta
stato e viene istituito composto da numero dispari di arbitri, ogni parte ne nomina 1 e le
prime 2 parti scelgono un 3 che diventa presidente panel. È una commissione formata da 3
arbitri. Chiede alle parti di produrre memorie scritte, inizia delle audizioni orali, vuole sentire
i rappresentanti dello stato (avvocati, studiosi), nel termine di 6 MESI questo Panel deve
presentare un RAPPORTO dove accerterà i fatti che hanno originato la controversia
commerciale e individuare quale parte ha ragione giuridica e torno. In seguito verificare che
sanzioni attribuire a chi ha violato il diritto OMC. Questo rapporto hon è così lineare, prima
di presentare il rapporto lo comunica alle parti interessate. Le parti così avranno un certo
controllo della procedura, potranno verificare se sul rapporto tutto è scritto correttamente,
si coinvolgono le parti nella procedura. Le parti possono sempre raggiungere un ACCORDO
anche prima che il risultato del panel sia stato redatto, loo fanno per timore, per evitare di
pagare le conseguenze commerciali post panel. Le parti possono comunque cambiare tavolo,
scegliendo un arbitrato parallelo, ad hoc, deciso mediante un altro compromesso e non
seguendo questa procedura. Esse si metteranno d accordo in modo tale che l arbitrato
parallelo sia più veloce.
Il panel NON è OBBLIGATO A TENERE CONTO DEI PARERI DELLE PARTI, è una procedura di
gentilezza che fa nei loro confronti, a meno che NON SI EVIDNEZINO ERROTI DI FATTO O DI
DIRITTO PRESENTI NEL RAPPORTO.
Il rapporto viene presentato all’organo di soluzione delle controversie che ha tempo 60 gg
per approvarlo tramite consensus invertito, MA QUESTA PROCEDURA PUò ESSERE
INTERROTTA DALLA PARTE SCONFITTA CHE HA TORTO GIURIDICO, può chiedere che la
controversia sia oggetto di un riferimento. Il rapporto allora sarà inviato all’organo di appello
e non entrerà in vigore. Le conclusioni dell’organo di appello saranno obbligatorie quando
approvate dall’ organo di risoluzione controversie.
Organo di appello composto da 7 giudici, rinnovato mandato 1 volta, dura 4 anni. Vengono
nominati attraverso procedura consenso classico. È il potere di veto che gli permette tale
nomina. Per decidere controversia di secondo grado devono essere presenti almeno 3
giudici. Se si blocca organo di appello si blocca anche la fase dei panel.
Si è cercato di boicottare questo sistema, soprattutto USA.
L’organo di appello dovrebbe limitarsi a verificare che il Panel non sia incorso in errori di
diritto, non dovrebbe ricominciare da capo l’attività di accertamento, ha 2 mesi per
verificare, perché i membri del panel sono accusati di NON conoscere il diritto
consuetudinario. Gli USA sostengono che l’ organo di appello ci mette 5/6 mesi a decidere,
più tornare sui fatti che hanno dato vita controversia, non potendolo fare. Secondo USA
l’organo ha sistematicamente abusato dei suoi poteri, USA allora vieta questo escamotage.

Il meccanismo è stato bloccato da periodo amministrazione DONALD TRUMP. Gli usa


contestano il sistema dell’ omc anche sotto profili, la qualifica dei pvs di basa sull
autoelezione da parte dello stesso stato, non c’è una procedura internz che lo definisca.
L’obiettivo USA è tornare al sistema GATT, sistema debole dove le grandi potenze non sono
obbligate giuridicamente ad applicare il diritto.

Le conclusioni dell’organo di appello entrano in vigore, il diritto OMC prevede che in tempi
rapidi la parte soccombente debba uniformarsi a quanto definito dal diritto arbitrale, ma
questa potrebbe non volerlo e chiedere comprensione in termini giuridici di farlo in tempi
ragionevoli, entro 15 mesi, per un PVS più tempo, 2 anni. Lo stato sconfitto certe volte non
accetta neanche queste tempistiche, allora c’è fase di quantificazione: lo stato soccombente
compensa il vincitore della mancata attuazione del diritto.
Se non si raggiunge accordo la questione passa all organo risoluzione controversie di nuovo,
lo stato vittorioso chiederà di autorizzare l’adozione di contromisure illecite che diventano
lecite come risposta alla violazione, ovviamente proporzionate a danni e controversia.

Cadin lezione 25 ottobre


No banca dei regolamenti internazionale e banche regionali di sviluppo
Due domande esonero, dove la prima è a carattere generale
Esempi domande consensus, clausola grand father, parla della categoria dei paesi meno avanzati.

Sistema di soluzione di controversie nell’OMC


Ci sono due ipotesi di riforma del sistema dell’OMC che è attualmente bloccato, avanzate dagli Stati
uniti, Cina e UE
Gli USA affermano che la riforma del sistema dovrebbe avvenire sulla base di tre elementi/obiettivi
necessari da raggiungere
1. Primo punto: gli Stati uniti contestano la autoelezione di uno Stato della qualità di PVS.
Affermano che non è possibile considerare la Cina o Brasile come PVS perché si considerano
tali, in quanto questo genera una confusione e inoltre questa confusione sarebbe contraria
anche non solo agli interessi degli USA ma anche agli interessi dei paesi meno avanzati, in
quanto la loro funzione diverrebbe meno forte proprio perché i paesi emergenti
strumentalizzano questa categoria dei PVS. Il sistema dell’OMC deve dare sostegno a quei
paesi che sono REALMENTE meno avanzati e non offrire tutela a tutti i PVS, in quanto questi
banalizzano la loro situazione che non corrisponde alla loro realtà economica.
A tal proposito gli Usa propongono una serie di criteri obiettivi da utilizzare per escludere che un
paese possa autodefinirsi o richiedere di appartenere alla categoria di PVS:
Primo criterio obiettivo se un Paese partecipa al G20 a pieno titolo non può essere considerato un
PVS nell’ambito dell’OMC (sono escluse quindi la Cina, India, Sud Africa, Brasile...)
Secondo criterio obiettivo se un Paese è diventato membro dell’OCSE o ha iniziato il processo di
adesione a questa organizzazione (processo di adesione all’OCSE non facile, con lunghi negoziati che si
concludono con un accordo internazionale fra lo Stato candidato e l’organizzazione in questione),
questo Paese non può definirsi PVS o chiedere l’attribuzione della qualifica in ambito dell’OMC (ad es.
la Corea del Sud è diventata membro dell’OCSE a tutti gli effetti). La membership presso l’OCSE viene
vista considerata come una “promozione” del passaggio dal PVS a un Paese sviluppato infatti molti
paesi ci riflettono se diventare membri dell’OCSE, in quanto così perderebbero lo Status di PVS.
La qualifica di PVS ha infatti due connotazioni:
a) una politico ideologica, ossia il paese in questione vuole mantenere la propria identità
storico-politica fatta di domini coloniali, sfruttamenti ecc…La Cina infatti vuole continuare ad
essere definito PVS sia per funzioni identitarie ma anche per avere una leadership, per essere
vista come la “paladina” di questa unione di paesi che costituisce il sud globale.
b) L’altra connotazione è data dal fatto che la qualifica di PVS all’interno dell’OMC da accesso ad
un trattamento speciale differenziato in alcuni settori.
Con riferimento all’OCSE la posizione degli USA è che non dovrebbero essere considerati PVS non
soltanto i paesi già membri dell’organizzazione, ma anche quei paesi che hanno attivato la procedura
di adesione.
Terzo criterio obiettivo se uno Stato partecipa ad un commercio internazionale con un reddito
superiore allo 0,5%, non può essere considerato PVS. Ad esempio se si tratta di uno stato popoloso e
con un buon reddito e che partecipa attivamente agli scambi multilaterali non ha bisogno della
qualifica di PVS.
Quarto criterio obiettivo se un paese è a reddito nazionale pro capite medio alto non può affermare
di essere un PVS.
Ora passiamo alle questioni proposte dagli Stati Uniti riguardo alla riforma del sistema:
2. Secondo punto, Principio della trasparenza dei sussidi e degli aiuti dello stato gli USA
sostengono che ci debba essere maggiore trasparenza a livello internazionale. Sostengono
implicitamente che il sistema Cinese comporta degli aiuti sotterranei non notificati in
materia trasparente alle imprese commerciali la Cina aiuta le proprie imprese a discapito
degli altri Paesi. Sotto questo profilo l’UE è d’accordo con gli Stati uniti e propone questo
cambiamento come necessario per arrivare ad una riforma del sistema
3. Terzo punto, sistema di risoluzione delle controversie internazionale Gli USA contestano la
giurisdizionalizzazione effettiva di questo sistema, dandone la responsabilità all’operato
dell’organo di appello sotto diversi profili:

A) Primo profilo critico: gli USA contestano di non rispettare le tempistiche previste dall’intesa sulla
risoluzione delle controversie (in teoria 2 o tre mesi l’organo di appello dovrebbe elaborare l’accordo
conclusivo, mentre nella prassi l’organo di appello ci mette circa 6 mesi).
B) Secondo profilo critico gli USA contestano l’abuso di potere dell’organo di appello, che non si
limita a vedere se il diritto è stato applicato correttamente, ma a volte si occupa dell’accertamento dei
fatti che hanno originato la controversia che invece dovrebbe essere di competenze esclusiva dei
panel.
C) Inoltre spesso l’organo di appello si mette a sindacare le normative interne in materia commerciale
(violazione del dominio riservato degli stati membri dell’OMC).
Gli USA quindi per rimediare a queste dinamiche insostenibili chiedono di modificare il sistema di
risoluzione delle controversie, mitigando i poteri dell’organo di appello. Nasce il dubbio che gli USA
vogliano tornare al sistema del GATT (un sistema più debole, senza un secondo grado di giudizio e
basato sull’attività dei panel che possono essere controllati più facilmente).
La posizione degli USA su questo ultimo punto non è sostenuta dall’UE e dalla Cina, che vorrebbero
riformare questo sistema dell’OMC ma allo stesso tempo renderlo più solido ed effettivovorrebbero
sì ridurre i tempi e risolvere alcuni problemi, ma non vorrebbero rinunciare all’organo di appello.
La posizione dell’UE sotto alcuni profili si allinea con quella degli USA, ma sotto altri cambia
radicalmente. Sostiene che l’organo di appello dovrebbe essere composto da 9 giudici e no da 7 per
velocizzare il meccanismo decisionale, con un mandato non rinnovabile per promuovere
l’indipendenza dei giudici. Inoltre l’UE vorrebbe modificare il sistema di nomina dei giudici, pensa di
eliminare il consensus e di inserire una maggioranza di 4/5 si vuole evitare il potere di veto a tutti i
membri dell’OMC.
La posizione Cinese  sotto diversi profili si allinea a quella dell’UE per motivi strategici,
relativamente alla riforma del sistema di risoluzione dele controversie. Sotto altri profili cerca invece
di arrivare ad un regime che tenga in considerazione la situazione sfavorevole dei paesi meno
avanzatila Cina ritiene che questo sistema dovrebbe tutelare i paesi meno avanzati (vuole apparire
come la potenza paladina dei paesi più poveri, per rappresentare la leadership a livello internazionale
del sud globale).
Difficilmente però verrà trovata in tempi brevi una soluzione a questa crisi, in quanto gli stati BIG
PLAYERS hanno obiettivi in parte differenti che non vanno sempre nella stessa direzione.
Probabilmente verranno conclusi degli accordi internazionali dotati di clausola compromissoria a
favore di arbitrati commerciali che inizieranno a costituire un meccanismo arbitrario parallelo a
quello dell’OMC il problema di questa soluzione alternativa è la frammentazione del diritto
internazionale del commercio che rischia di diventare un diritto settorializzato ciò porterà ad una
balcanizzazione della soluzione delle controversie internazionali, attraverso la conclusione di diversi
accordi contenenti clausole compromissorie a favore di arbitrati commerciali.

Caso tratto dalla prassi: pellami dei cuccioli di foca


Questo caso delle pelli dei cuccioli di oca è stato oggetto di una decisione del panel dell’OMC e
DELL’ORGANO DI APPELLO. L’UE (allora CE) ha adottato allora un regolamento che metteva al bando
l’importazione e il commercio di queste pelli che erano realizzate attraverso la caccia dei cuccioli di
foca che avviene con modalità barbare che adducevano delle sofferenze inutili. I cuccioli di foca non
erano abbattuti tramite utilizzo di armi da fuoco per non rovinare il pellame, ma venivano uccisi
tramite delle bastonate sulla testa e poi lasciati morire per emorragie e dissanguamenti sul ghiaccio.
La CE ha detto basta a queste importazioni di pelli di cuccioli di foca, senonchè questo regolamento
prevedeva un’eccezione l’eccezione riguardava la caccia tradizionale posta in essere dalla comuità
inhid del nord che cacciavano i cuccioli di foca per il loro sustentamento (prodotti e risorse monetarie
per la sopravvivenza di questa comunità) dilemma: privilegiare il diritto all’esistenza di queste
comunità indigene di questi popoli del nord o privilegiare i diritto a evitare la tortura delle foche?
Questo regolamento alla fine optava per il diritto alla sopravvivenza delle popolazion indigene, il
problema è che questo regolamento era solo per gli inhuit della Groenlandia, e non per gli inhuit per il
Canada e la Norvegia. Il Canada e la Norvegia hanno sostenuto che questa deroga on era legittima, in
quanto esiste la possibilità di invocare delle eccezioni generali alle regole libero scambiste previste
dall’articolo 20 del GATT che prevdee la possibilità di invocare 20 situazioni per derogare i principi
ibero scambisti del GATT. In questo caso l’UE invocava la lettera A dell’art 2° che prevede che la
morale possa essere considerata come un motivo utile a derogare la principio del libero scambio delle
merci principio di morale pubblica è sempre stato oggetto di contestazione, non si capiva se si
trattasse della morale pubblica degli stati o globale la giurisprudenza sostiene che per morale si
intende il senso del giusto e dell’ingiusto sentito in una comunità.
Sotto questo profilo il Panel e l’organo di appello hanno dato ragione alla CE FAR SOVVRIRE I
CUCCIOLLI DI FOCA PER FINALITà XCOMMERCIALI è INGIUSTO. La deroga è stata considerata legittima
ai sensi dell’art 20 ciononostante il panel e l’organo di appello hanno dato contro alla CE, perché
bisogna rispettare due condizioni poste dal cappello introduttivo posto dall’art 20. Lo stato deve aver
dimostrato di aver applicato in t
Accordo TRIPS – Trade related aspects of Intellectual property agreement

L'accordo TRIPS ha costituito uno dei cambiamenti prodotti dall’accordo di Marrakech del
1994 che ha dato vita al sistema dell’OMC. Tale accordo, che riguarda gli aspetti della
proprietà intellettuale, ha costituito sia sotto il profilo formale sia sostanziale un’innovazione
fondamentale nell’ambito del diritto internazionale. Sotto il profilo formale, perché per la
prima volta sono state collegate le questione della proprietà intellettuale al commercio
internazionale tramite un accordo internazionale, andando ad applicare il meccanismo
liberoscambista alla proprietà intellettuale. Nel merito, la normativa contenuta è molto
innovativa rispetto agli accordi precedenti in materia. L'accordo TRIPS segna il passaggio da
un approccio funzionale alla questione della proprietà intellettuale, ad un approccio secondo
cui i diritti della proprietà intellettuale abbiano lo stesso valere di diritti naturali (un diritto
che si impone a qualsiasi situazione storico-giuridico, un diritto basato su alcuni valori che
non dipendono dalla situazione di un paese o dalla contingenza storica, ma sono basati su
principi più alti, in tale caso principi libero scambisti).

I diritti di PI nella storia giuridica, non solo dell’occidenete ma di tutti i paesi, sia di civil che di
common law, hanno una natura funzionale: lo stato riconosce una ricompensa a chi inventa
questi nuovi prodotti o processi, perché? Lo fa per stimolare la ricerca e per spingere vero
l’avanzamento tecnolgocio dello stato. Dalla prima legge sulla PI adottata dalla R di Venezia,
il diritto della PI è stato considerato non come un diritto naturale, ma come un
riconosicmento economico concesso dallo stato per un breve periodo di tempo per
ricompensare l’individuo. Ciò è sempre stato così, anche nel caso della Costituzione degli US:
si riconosce un premio per un periodo limitato agli inventori, a coloro che riescono ad
inventrae un nuovo prodotto o un nuovo processo produttivo. Tale situazione giuridica ha
natura funzionale e NON assoluta perché questa necessità di premiare gli inventori deve
essere bilanciata con la necessità di fare in modo che la collettività abbia accesso al nuovo
prodotto o al nuovo processo produttivo, e la funzione sociale della propeirtà è enunciata
anche nella nostra Carta. Abbiamo una situazione in cui il legislatore ha ben presente che vi
siano due obiettivi: astiploare le ricerca tecnologica e fare in modo che tutti ne possano
godere. Se ciò non avviene, abbiamo un problema. Fino all’accordo TRIPS, su questo
principio della funzione sociale delle invenzioni e del fatto che gli stati potevano riconoscere
un premio agli inventori per stimolare ricerca non vi sono stati dubbi. Vi è stata solo
un’eccezione, riconducibile al fervore rivoluzionario della borghesia francese: nella
dichiarazione dei diritti del cittadino annunciò che la proprietà è sacra e inviolabile, e si
affermò la natura di diritto naturale e quasi umano dell’inventore a brevettare le proprie
invenzioni. Questa invenzione figlia della RF non ebbe alcun seguito nelle normative
nazionale, nemmeno in quella francese che in seguito venne cambiata. Il diritto NON è mai
neutro ma fa sempre gli interessi delle classi dominanti o delle grandi potenze a livello
internazionale. Sotto il profilo giuridico, l’approccio rivoluzionario francese NON è corretto,
si confonde il diritto alla paternità dell’invenzione con il diritto allo sfruttamento
dell’invenzione, che non è un diritto umano ma socioeconomico. Se si può parlare di un
diritto umano a ciò legato, non è il diritto alla proprietà intellettuale bensì alla paternità: chi
ha inventato quel prodotto deve essere riconosciuto come suo inventore. Il brevetto NON è
una qualsiasi forma di riconoscimento ma è un monopolio sullo sfruttamento commerciale
del prodotto o del processo produttivo di nuova invenzione. Anche sotto questo profilo, non
è detto che il brevetto sia la strada migliore per garantire quel bilanciamento tra l'interesse
dell'inventore e l'interesse della colettività. Lo stato potrebbe decidere di riconoscere non il
brevetto ma delle licenze obbligatorie. Quando parliamo di brevetti, anche se facciamo
riferimento a atale situazione di monopolio, bisogna vedere come esso è applicato, quale è
la sua durata. é importante vedere la sua durata, la sfera di applicazione. Tradizionalmente,
alcuni settori erano esclusi dalla possibilità di essere brevettati: con riferimento ai farmaci
per esempio, ossia i casi in cui l'interesse della collettività è l'interesse alla salute o
addirittura alla vita. Il panorama internazionale pre accordo TRIPS era tale: alcuni paesi
occidentali prevedveano il regime dei brevetti, non sepre era applicabile però a tutte le
invenzioni. La durata, per esempio negli US; era di 20 anni. Nei paesi in via di sviluppo non si
trattatva la questione dei brevetti, nel continente africano non vi era la possibilità di
brevettare i famraci. La convenzione di Parigi non prevevde aun sistema giuridico
brevettuale da imporre, ma si prevedvea: il trattamento anzionale ed il principio. Se uno
stato prevedvea nel suo ordinamento una norma a tutela dei brevetti, non poteva poi
applicarla in maniera discirminatoria. IL principio della priorità: se uno stato riconosceva una
protezione brevettuale, nel caso di più brevetti registrati per los tesso prodotto, doveva dare
la prevalenza al brevetto approvato per primo. Non si entrava però nel meritpo degli stati,
che erano libere di decidere in maniera autonoma circa i brevetti, a seconda delle proprie
esgienze. con l'accordo TRIPS tutto cambia. Secondo l'accordo TRIPS, ogni prodotto deve
essere brevettato all'interno degli stati, e tale brevetto deve necessariamente avere una
durata di 20 anni. Considerando che, quasi tutti gli stati fanno parte dell'OMC e che tutti gli
stati membri hanno l'obbligo di ratificare i 5 accordi multilaterlai, tra cui quello TRIPS, ne
consegue che questi brevetti di 20 anni hanno valenza quasi universale. Gli Stati membri
OMC hanno l'obbligo di rispettare tale regime. Ecco perchè si parla di un'adesione all'idea
per cui i diritti di PI avrebbero valore di diritti naturali, sono validi per qualsiasi situazione e
non vi sono distinzioni per brevetti di determinati prodotti.A tutti gli stati e tutti i prodotti:
valenza generale. Molti autori, per difendere tale regime, considerano si tratti di una
porotezione minimale ai brevetti, posizione contestata da parte della dottrina: è una durata
molto lunga a livello globale e per qualsiasi prodtot. Lo stesso ordinamento US ha dovuto
modifciare la propria normativa per metterla in linea con l'accordo TRIPS. Con riferimento ai
farmaci, bisogna considerare che l'accordo TRIPS ha questo approccio universale ma
consente una deroga contemporanea di 5 anni ai paesi in via di sviluppo e di 11 anni ai paesi
meno sviluppati. Quindi l'accordo TRIPS dovrà essere rispettato dal 1 gennaio 2000 per i
paesi in via di sviluppo e dal 1 gennaio 2006 per i paesi meno sviluppati. Anche il condere
delle proroghe temporanee ai paesi più poveri è tipico di un approccio neo-liberista. Nel
2006 è stata concessa una nuova proproga di 10 anni ai paesi meno sviluppati. Qual è stato il
problema per i paesi in via di sviluppo? Alcuni di loro, che magari sono paesi emergenti, non
hanno voluto avvalersi di questa possibilità di proproga, quindi alcuni paesi come il Sudafrica
o il Brasile, per ragioni anche misteriose, hanno deciso di non avvalersi di tale possibilità di
ottnere una proproga di 5 anni, probabilmente perchè ciò avrebbe significato dichiarare che
la loro economia non era pronta ad applicare i principi liberi scambisti, e ciò poteva ridurre
l'afflusso di capitali e finanziamenti esteri. In realtà tale deroga temporanea di 5 o 11 anni, se
richiesta, valeva per tutti i prodotti ma NON per i farmaci: l'accordo invece che prevedere la
sua non applicazione per i farmaci, prevdeva che anche nel periodo transitorio i farmaci
dovevano avere una protezione. Questa posizione era speciale, doveva portare dei benefici a
coloro che avevano brevettato i farmaci. Chi aveva brevettato un farmaco, doveva tramite
una mail notficare il brevetto a tutte le parti contraneti. Da questo momento in poi,il
farmaco sarebbe stato protetto anche nei paesi poveri non con il regime brevettuale del
mondopolio, ma tramite una remunerazione adeguata del brevetto. 1 gennaio 1995:
l'accordo entra in vigore, nel 1996 le principali industrie farmaceutiche degli US brevettano i
farmici antro retro virali, essenziali nella lotta e nella cura all'AIDS perchè permettono di
cronocizzare la malattia. Se fino alla scoperta di tali farmaci, si moriva molto facilmente di
questa malattia, questi permettono di convivere in maniera tranquilla con la malattia. In
occidente non ci sono più morti di AIDS, i sistemi nazionali sanitari consentono ai malati di
curarsi, in altri casi il benessere era così diffuso che i malati riuscivano ad avere salva la vita e
ad assumere questi farmaci. Ciò dal 1996. Erano farmaci brevettai, e questi brevetti avevano
una protezione a livello globale. La cura era molto costosa, circa 10/12'000 $ per i malati.
Perchè PigPharma non hanno fatto una politica basata sul prezzo (differenziazione dei prezzi)
così da rendere tale farmaco accessibile a livello mondiale? In alcuni paesi africani, pi del
10% della popolazione era affetta da tale patologia ma non vi era la possibilità di acquisire
tale farmaco. Questa politica basata sulla differenziazione dei prezzi che avrebbe garantito
un accesso a livello globale non è stata posta in essere per ragioni economiche, l'obiettivo
era di massimizzare il profitto: il timore era che vendendo a un prezzo inferiore i farmaci nel
mercato povero, tali farmaci tramite importazioni parallele sarebbero arrivati anche in
occidente a livello scontato. Quindi BigPharma ha deciso di vendere questi farmaci a livello
globale: dal 1996 al 2003 sono morte in Africa 20'000 di persone malate perchè non avevano
la possibilità economica di accedere a questi farmaci. 3/4 milioni di bambini sono morti, ai
quali il virus è stato trasmesso dalle madri. Per questo vari paesi africani ma non solo,
Sudafrica e Brasile, hanno parlato di apartheid. Il problema generale è: come è possibile che
il diritto internazionale invece che favorire l'accesso ai farmaci, lo sviluppo umano e sociale,
si sia reso complice di questo 'crimine di stanpo medioevale'? Il Sudafrica, il Brasile e altri
stati hanno adottato delle strategie per cercare di rimidiare a questa situazione. Le strategie
sono state differenti. India e Pakistan si sono avvalsi della proroga per i paesi in via di
sviluppo: hanno copiato i brevetti, e tramite le loro industrie nazionali hanno prodotto dei
farmaci generici che avevano un costo, per malato all'anno, di circa 500$. Lo hanno potuto
fare perchè erano paesi dotati di un'industria farmaceutica solida, secondo alcuni più
avanzata di quella occidentale. Questa capacià industriale e tecnolgoica però purtroppo non
esiste altrove, sopratutto in Africa. Questi due paesi non solo hanno copiato i brevetti, ma
hanno prodotto farmaci più avanzati rispetto a quelli brevettati da PigPharma. 4/5 pillole al
giorno sono state sostituite da 1 sola pillola. Inoltre, da 12'000$ si passava a 400/500$.
L'India, in quei 5 anni, ha avuto accesso ai brevetti tramite la remunerazione obbligatoria.
Qual era il problema che nasceva a livello globale? perchè questa possibilità dell'India di
produrre farmaci non poteva ridurre o risolvere la problematica, esportando? Nei casi delle
licenze obbligatorie, l'accordo TRIPS prevede che la produzione locale di copie generiche non
possa essere esportata in altri mercati. Da una parte, le copie generiche indiane non
potevano essere esportate nei paesi poveri, che non erano in grado di produrre a livello
locale copie generiche, e alcuni paesi in via di sviluppo NON avevano invocato la possibilità
di deroga di 5 anni, come Sudafrica e Brasile. In Sudafrica nel 1997 è stata adottata la legge
Mandela: legge tramite la quale il Sudafrica ha deciso di istituire un regime di licenze
obbligatorie e un regime di importazioni parallele, i farmaci generici prodotti per esmepio in
India, in quasi aperta violazione dell'accordo TRIPS. L'obiettivo principale era salvare la
popolazione, popolazione in cui vi era una grandissima diffusione della malattia,determinata
dalla mancanza di accesso ai famraci brevettati. Vi è stata una reazione molto dura sia da
parte delle multinazionali che avevano brevettato i faramci, sia da parte degli stati a cui le
multinazionali appartenevano. Gli US e l'UE hanno iniziato un procedimento legale
nell'ambito dell'OMC e della soluzione delle controversie: hanno presentato un reclamo
chiedendo l'istituzione di un panel. Dall'altro lato, le multinazionali hanno presentato un
ricorso all'Alta Corte di Pretoria, che deve assicurare l'applicazione a livello interno del TRIPS.
Tale accordo infatti gode di una doppia tutela: non solo a livello internazionale, ma anche gli
stati parti devono garantire la possibilità ai diretti interessati di presentare un reclamo
presso gli ordinamenti interni. Le violazioni del diritto del commercio internazione
nell'ambito OMC godono di doppia tutela: a livello internazionale e a livello interno. é stata
sospesa la legge, che si riteneva in violazione sia dell'accordo TRIPS sia la Costituzione
sudafricana che prevedeva che lo stato rispettasse gli obblighi derivanti dell'accordo TRIPS.
La legge Mandela è stata sospesa. Nel 2001 le multinazionali hanno deciso di ritirare il loro
ricorso, e anche gli stati come US e EU avevano ritirato il loro ricorso dal sistema di soluzione
delle controversie dell'OMC. L'opinione pubblica nazionale e internazionale iniziò a
protestare, non solo i paesi occidentali ma anche le multinazionali si accorsero che tale
politica basata sull'obiettivo di massimizzare il profitto rischiava di essere controproducente,
anche le multinazionali vedevano la loro immagine macchiata. Questo caso della legge
Mandela e dell'accoro TRIPS è stato molto importante: ha segnato l'affermazione del ruolo
dell'opnione pubblico nell'ambito delle relazioni economiche internazionali. La società civile,
sia disorganizzata sia organizzata nelle ONG, è diventato un soggetto importante nell'ambito
della comunità e delle relazioni internazioanle, in grado anche di avere un impatto e
rimediare alle conseguenze più intollerabili. Il Sudafrica, anche grazie al fatto che il suo
presidente fosse Mandela, ha fatto prevalere l'idea per cui il TRIPS non dovesse essere
applicato anche ai farmaci salvavita. Il Brasile aveva cercato di risolvere la situazione, anche
il Brasile non si era avvalso della proroga di 5 anni, e aveva tentato di risolvere tra,ote
importazioni parallele di farmaci generici, e anche questa politica era stato oggetto di
contestazioni a livello internazionale. In virtù di tali fenomeni, nel 2001 è stata adottata
nell'ambito dell'OMC e del Consiglio TRIPS una dichirazione sulla sanità pubblica: questo
accordo non deve essere interpretato in maniera tale da impedire l'accesso ai farmaci
salvavita e si fa rifeirmento che nel caso di una pandemia gli stati possano invocare una
deroga per uno stato di emregnza sanitaria, che consneta di non dare applicaizone ad alcune
disposizioni dell'accordo TRIPS. Nel novembre 2001 questa storica dichiarazione adottata
nell'ambito OMC aveva, almeno in linea di principio, ristabilito un ordine giuridico che
guardava non solo alla proprità intellettuale ma anche all'impatto sociale dell'apllicazione di
tali principi. Questa dichiarazione prevedeva che vi fosse la possibilità di produrre farmaci
generici in situazioni di crisi ed emergenza. Nella dichiarazuone si dava tempo fino alla fine
del 2002 per risolvere un altro problema: non era prevista la possibilità di esportare i
faramaci generici nei paesi poveri, che comunque NOn potevano produrli internamento. Gli
US hanno apposto un veto: BigPharma sosteneva si dovesse impacchettare in modo diverso i
farmaci generici così che non arrivassero sul mercato nero in occidente a prezzi più bassi. Si
è atteso un altro anno per arrivare all'accordo: prima si è modificato temporaneamente
l'accordo TRIPS e poi la modifica è stata resa definitiva con un emendamento formale
adottato qualche anno più tardi. Questo meccansimo NON ha mai funzionato però. In
Botswana la vita media della popolazione, in quello decennio, è crollata di 31 anni.

1) Era complesso attivare questo commercio di farmaci generici dai paesi in via di sviluppo ai
paesi più poveri. Il meccanismo prevedeva che il paese povero notificasse all'OMC la propria
necessità, dichiarasse di essere in una situazione di crisi sanitaria in cui la popolazione non
poteva essere curata. Nel 2007 il Ruanda ha fatto tale appello.

2) Dopo tale appello, un paese doveva rispondere positivamente: confezionare i farmaci in


maniera differente e rendersi disponibile a fornirli o ad un prezzo basso o comunque
politico. Nel 2007 il Canada ha risposto all'appello del Ruanda.

Perchè il mercato non è decollato? Perchè non era negli interessi delle multinazionali. Da
quel momento in poi, hanno inizato ad applicare la politica di differenziazione dei prezzi,
quindi non aveva senso per il mercato povero di produrre, oppure le grandi potenze
donavano direttamente i faramci generici ai paesi africani, per impedire che il mercato
povero potesse essere attivato e potesse costituire una sorta di alternativa al commerio
secondo i dettami dell'OMC.

Il problema della cura di AIDS e di altre malattie come la tubercolosi o la malaria, non
dipende solo dall'accesso ai farmaci, ma dall'assenza in tali paesi che sovvrono di queste
malattie di un sistema sanitario nazionale.
Il FMI dagli anni '80 ha imposto ai pesi più poveri di non spendere troppe risorse nella cura
delle malattie, lusso che i paesi più poveri e indebitati non potevano permettersi. Tali paesi
dovevano concentrarsi solo nella cura delle malattie più gravi, per ridurre il disavanzo dei
bilanci.

La rigida applicazione dei principi libero scambisti imposta dal FMI è oramai applicata in
moltissimi contesti, l'obiettivo non è più quello di promuovere il benessere generale. Nei
paesi in via di sviluppo e nei paesi poveri non esistono più dei sistemi nazionali sanitari.

Attualmente, la deroga è stata confermata e prorogata e l'accordo TRIPS non trova


applicazione nell'ambito dei paesi meno avanzati

Lezione 30/10/2023

OCSE
ORGANIZZAIZONE X COPERAZIONE E SVILUPPO ECONOMICO

Organizzazione succede ad un’altra organizzazionne OECE, L’oece era nata nel 48 su input
stati uniti che non ne erano membri, riuniva solo 16 paesi che avevano deciso di istituitre
orga per aiutare distribuzione piano marshall. Oganizzazione regionale europea, che stto
profilo strutturale seguiva modello tripartito.
Questa orga ha avuto ruolo imp nella distribuzione tali aiuti, fine anni ‘50 perdepropria
ragione d’essere, piano Marshall attuato, usa hanno cambiato approccio, davano aiuto
tramite accordi bilaterali, permettendo diplomaziia statunitense di creare rapporti più
intensi. USA volevano maGG CONTROLLO pesi occidentali attraverso accordi bilaterali, L
‘OECE è stata presa contropiede perchè nace CEE.
Trovato nuovo obiettivo, OECE da europea a globale, atturare politica neoliberista, assume
nuovo nome OCSE
È organizz a carattere tendenzilamente globale, USA e Canada paesi membri: nuovi obiettivi
studiare e promuovere liberalizzazione relazioni internazionale.
Se paese aderisce a OCSE passa da PVS a paesae sviluppato, adesione vista come
promozione.
I paesi membri non sono più 16 ma 36.
Numero basso perchè l’org non è aperta ai PVS ma ai paesi sviluppati, anche se negli ultimi
anni alcuni pvs hanno aderito. CHile, corea del sud, Turchia.

Anche Isralee è e diventata pese mbembr5o OCSE.

Attività principali:
Ha scopo promuovere riforma sistemi economici paesi membri per rednerli in line adettami
neoliberisti, ma è un organizzazione che promuove lo studio delle relazioni economiche
internazionali. Divisa in 200 organi che studiano fenomeni rilevanti per relazioni
economiche.
Se si tratta di rapporti e stuci c’è massima libertà, se questi rapporti devono essere resi
disponibili verso esterni devono superare vaglio a livello intergovernativo.

Struttura tripartita:
Consiglio di organizzazione, si riunisce periodicamanete, organo supremo ha tutti i poteri e li
delega al comitato esecutivo. Composto da 14 mebmri. Consiglio amminikstrazione 14 seggi,
7 permamenti 7 riservati ai mebri G7. che sono membri permamenti consaiglio OCSE.
Comitato
NO voto ponderato. Voto paritario. Quasi assoluto. Le decisioni di tutti organi adottati x
unanimità o consensus.
Organi8 OCSE a unanimità possono decidere se una decisoione sarà decisa a magg 2/3.
Decisioni adottate a unanimità -1.
Uno stato non partecipa ad adozione per non impediere che questa avenga, ve3rrà adottata
maa senza applicarla allo stato obiettore.
NON ADOTTA DECISONI GIURIDICAMENTE VINCOLANTI, adotta raccomandazioni.

Dac. Dipartimento che si occupa assistenza dello sviluppo. Pubblica statistiche in materie
ufficiali di sviluppo.

Problema giuridico
OCSE è l ‘organizzazione che è succeduta all oece si o no?
La dottrina dice di no, per alcuni rapporti c’è continuità limitata ad alcuni settori partivcolari
Riferimento ai funzionari o decisioni OECE confermate espressamente ambito nuova Organi.
OCSE NON CONTINUA DAL PUNTO DI GVISTA GIURIDICO LA VECCHIA ORGANIZZZAZIONE.
NON è avvenuta una successione giuridica.

Diritto internazionale dell’economia e dello sviluppo


I vertici economici internazionali: G-7, G-8, G-20 e BRICS
Quando parliamo dei vertici internazionali parliamo di quella che può essere definita la
cosiddetta G-family: tipologia di raggruppamenti di stati che non danno vita ad una vera e
propria organizzazione internazionale fondata su un accordo internazionale avente il
significato di atto istitutivo e dotata di soggettività internazionale, ma danno vita ad un
raggruppamento di stati che esiste non tanto a livello istituzionale, ma a livello funzionale,
svolge delle funzioni. Questo raggruppamento può essere anche chiamato organo
internazionale di funzioni: svolge delle funzioni pur non avendo dimensione istituzionale e
soggettività giuridica. In altri termini, il G-7, G-20 e BRICS quando adottano un comunicato
non lo fanno come espressione di una volontà autonoma rispetto a quella degli stati
partecipanti, ma la volontà di questi raggruppamenti è la volontà comune degli stati
partecipanti a questo raggruppamento.

Si tratta di una forma debole di organizzazione internazionale che va collocata sotto il profilo
giuridico a metà strada tra le conferenze diplomatiche internazionali che vengono convocate
per raggiungere un determinato obiettivo e le vere e proprie organizzazioni internazionali
come le NU ecc, che hanno una dimensione istituzionale forte e sono basate su un accordo
internazionale che è l’atto istitutivo. Il fatto che questi raggruppamenti non abbiano la
soggettività internazionale è dimostrato anche dal fatto che adottano comunicati finali e
dichiarazioni sempre per consensus: non esiste una volontà autonoma della pseudo
organizzazione, ma la volontà espressa è la somma delle volontà identiche degli stati
partecipanti.

Anche sotto il profilo del lessico da utilizzare, quando parliamo della G-family, non si fa
riferimento alla membership ma ai paesi partecipanti: es. Italia è paese membro delle
Nazioni Unite/Italia partecipa al G-7. Quando facciamo riferimento al fatto che l’Italia ha
ratificato un accordo internazionale bisogna dire che è uno stato parte della convenzione e
così via. Quindi bisogna fare attenzione al linguaggio da utilizzare.
Queste pseudo organizzazioni/raggruppamenti di stati/entità che fanno parte della G-family
possono essere chiamate anche conferenze istituzionalizzate, questo perché sono unioni di
stati che non si riuniscono una volta soltanto come avviene con le conferenze diplomatiche
tradizionali, ma si riuniscono periodicamente seguendo lo stesso format, sia sotto il profilo dei
membri partecipanti, sia sotto il profilo della missione. Anche il G-7 è tenuto ogni anno, così
il G-20 e il BRICS, è una prassi che si ripete e da vita a queste conferenze istituzionalizzate.

Uno potrebbe pensare che queste forme deboli di organizzazione non siano molto efficaci se
confrontate alle organizzazioni internazionali classiche, questo però non è il caso. Spesso le
OI tradizionali sono molto costose e dominate dalla burocrazia e da regole ormai superate
(come as esempio quella del potere di veto nel CS delle NU) e non riescono ad adattarsi in
maniera rapida ai mutamenti della realtà. Riformare infatti le NU è questi impossibile, quando
invece nel 1999 si è evidenziata la possibilità di far partecipare i paesi geoeconomicamente
rilevanti al governo dell’economia mondiale, quasi immediatamente al G-7 e G-8 dell’epoca
si è affiancato il G-20, non c’è stato il bisogno di convocare una conferenza internazionale per
adottare un atto istitutivo, ne il bisogno degli stati di ratificarlo. È invece emersa la necessità
di costituire questo raggruppamento più ampio e la volontà politica è diventata legge, un fatto
giuridicamente rilevante. Il raggruppamento ha iniziato a riunirsi in 20 stati, ha inizialmente
nel 99 iniziato a raggrupparsi a livello di ministri delle finanze, poi a partire dal novembre del
2008 quando è scoppiata un’altra crisi economica a livello mondiale è cambiato il format: il
G-20 ha iniziato a riunirsi a livello dei capi di stato e di governo come gli altri due. Tutto ciò
senza il bisogno di negoziare e concludere un accordo internazionale. Il G-20 non ha una sede
fisica, non ha dipendenti, non ha funzionari, non ha costi in quanto i costi sono sostenuti dal
paese che a rotazione organizza il vertice. Quando l’Italia organizza un vertice gli sprechi
sono molto alti, ma tendenzialmente è un modello quello delle conferenze istituzionalizzate
poco costoso.

Incominciare a capire come questo modello della G-family sia in realtà un modello vincente,
costa poco e si adatta alla realtà mutevole ed è soprattutto efficace.

Il G-20 in realtà dovrebbe essere chiamato G-21 in quanto è stato invitato a pieno titolo
l’Unione Africana che dal 1° gennaio 2024 sarà entità fissa. Abbiamo da una parte:

- I 7 paesi che partecipano al G-7: USA, Canada, Giappone, Germania, Francia, UK e


Italia;
- I paesi che partecipano al BRICS: Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, i
cosiddetti paesi emergenti.
- 7 paesi che partecipano al G-20 poiché considerati paesi geopoliticamente rilevanti e
sono: Turchia (paese membro anche della NATO e che sostiene la causa palestinese),
Arabia Saudita, Argentina e Messico, Corea del Sud, l’Indonesia e Australia.
- La ventesima entità è l’Unione europea e dal 1° gennaio 2024 anche l’Unione
Africana, divenendo quindi G-21.

Il G-20 rappresenta quindi una sintesi del discorso politico ma anche economico. Si è deciso
di far partecipare l’Unione Africana senza adottare emendamenti, è stata una decisione
politica dove tutti erano d’accordo, era sufficiente infatti che uno dei 20 obiettasse per
rinviare la decisione. Nell’ultimo vertice c’è stato l’accordo politico poiché le relazioni
internazionali sono in pieno movimento anche a causa dei conflitti armati scoppiati
recentemente. Sia il campo occidentale sia il campo dei BRICS cercano alleati in Africa,
dunque, nessuno si è sentito di obiettare; c’è un po’ una gara tra l’Occidente e il sud globale
in modo tale che l’Africa possa allearsi con l’una o l’altra parte. È un momento buono per
arrivare ad adottare e portare a conclusione la riforma del CS delle nazioni unite che prevede
l’ampliamento da 15 a 25 membri, dove Brasile, Germania, India e due paesi africani
dovrebbero avere un seggio permanente senza diritto di veto; i membri permanenti
dovrebbero passare da 5 a 10 con quelli nuovi senza potere di veto.
La capacità di queste pseudo organizzazioni di adattarsi alla realtà vale anche per i BRICS.
Per quanto riguarda i BRICS c’è stata la richiesta di partecipazione di diversi stati, ce ne sono
almeno una 15ina in attesa di poter partecipare. Anche con riferimento ai BRICS nell’ultimo
vertice si è deciso l’allargamento a 6 nuovi paesi che sono Arabia Saudita, Argentina,
l’Egitto, l’Etiopia, Iran e Emirati Arabi Uniti, che diverranno dal 1° gennaio 2024 paesi dei
BRICS. Si nota il tentativo del sud globale, in particolare di Russia e Cina di creare un
modello alternativo al G-7. È un tentativo che in parte è riuscito, il sud globale si sta
organizzando quasi in maniera speculare all’Occidente collettivo, siamo in una fase di
cambiamento delle relazioni internazionali che rappresenta possibilità ma anche rischi. Sotto
il profilo giuridico e istituzionale a noi interessa vedere come questi raggruppamenti siano
vitali: G-20 che diviene G-21, i BRICS che si allargano e così via. Il fatto che l’Iran e Arabia
saudita facciano parte dello stesso raggruppamento, ha un peso importante, visto che erano in
conflitto fino a poco fa. È una cosa che fa riflettere.

Quali sono gli aspetti discutibili di questi raggruppamenti? Soprattutto il G-7 è stato per anni
contestato in quanto considerato un’organizzazione cupola dell’ordine economico
internazionale, è stato contestato sotto il profilo della mancanza di democrazia. Perché questa
contestazione? Non per il fatto che alcuni stati possano decidere di istituire tra loro una
cooperazione più stretta in quanto stati sovrani, il problema è stato che il G-7 cercava in
qualche modo di condizionare la governance economica mondiale prendendo delle decisioni
che poi avevano un impatto forte e sostanziale anche su paesi che non partecipavano a questo
vertice. Se il G-7 decideva di cercare di fare aumentare il tasso di interesse praticato a livello
internazionale con la finalità antinflazionistica, questa decisione aveva un impatto
drammatico sulla stabilità del sistema economico dei paesi poveri che dovevano pagare un
tasso interesse maggiore. Il problema era quindi la loro pretesa di adottare decisioni che
avevano impatto su tutto il mondo e in particolare sui paesi più vulnerabili.

Il G-7 è stato da subito un’alternativa sia ideologica in quanto neoliberista, sia un’alternativa
istituzionale alle cosiddette Nazioni unite economiche. A partire dalla nascita del G-7 è il G-7
che ha rappresentato l’ordine economico internazionale, si è passati da un approccio onusiano
terzomondista, ad un approccio neoliberista sulla base delle decisioni adottate da questa
organizzazione cupola dell’ordine economico internazionale.
Si è passato dalle dichiarazioni sul nuovo ordine economico internazionale adottate dall’AG
delle NU ai comunicati finali del G-7 che sono espressione del soft law: diritto
apparentemente debole ma che poi trova applicazione poiché deriva dalla volontà dei paesi
più importanti a livello globale.

Questi vertici, dunque, sono molto interessanti sotto molti punti di vista e in fondo
l’evoluzione recente dimostra che c’è stata una certa democratizzazione; infatti, attualmente è
il G-20 a rappresentare l’organizzazione di vertice nell’ambito delle relazioni economiche
internazionali. Il G-7 continua a riunirsi, ma è chiaro che è il G-20 a rappresentare il futuro e
il presente, è il G-20 a costituire il vertice dell’ordine economico globale nel ventunesimo
secolo. Perché si parla del G-7 e non del G-8? A partire dagli anni 90 la federazione russa
partecipava parzialmente con riferimento alle questioni economiche, poi successivamente
anche all’ordine del giorno del G-7 che era appunto divenuto G-8. Ma la partecipazione della
federazione russa è stata sospesa nel 2014 come conseguenza dell’annessione della Crimea da
parte della Federazione Russa. Questo dimostra la capacità di queste organizzazioni di
adattarsi alla realtà, infatti non è stata adottata una sospensione, semplicemente la
Federazione Russa non è stata più invitata. A partire dal 2017 la Federazione Russa ha fatto
delle dichiarazioni in cui affermava di non voler più partecipare al G-8. La Russia ormai
punta sui BRICS e punta a marginalizzare il ruolo e la rilevanza del G-7.
LEZIONE 06/11/2023

La protezione internazionale degli investimenti


Questa parte sarà articolata nell’approfondimento di due prospettive:

1. Diritto internazionale generale;


2. Diritto pattizio basato sugli accordi bilaterali in materia di investimenti.

Il diritto internazionale ha due fonti principali, la consuetudine e il diritto pattizio che vincola
solo le parti che hanno espresso il proprio consenso attraverso ratifica. Anche in materia di
investimenti dobbiamo chiederci se esistono delle norme generali che si impongono a tutti gli
stati a prescindere dal fatto che abbiano ratificato o meno accordi internazionali; poi bisogna
chiederci qual è lo stato del diritto pattizio, in quanto il settore degli investimenti è dominato
da circa 4 o 5 mila accordi bilaterali conclusi a livello globale sugli investimenti (conclusi da
un paese sviluppato e un PVS).

Partiamo dal diritto internazionale generale.


In realtà la normativa di diritto internazionale generale in materia di investimenti è una
normativa quasi inesistente. Ci sono regole e principi in materia, ma non si applicano in
maniera precisa agli investimenti ma si applicano al trattamento degli stranieri e dei loro beni,
sono norme e principi che hanno un ambito di applicazione più generale.

Quali sono queste norme e principi in materia di trattamento degli stranieri e dei loro beni?

1. Uno stato in quanto ente sovrano può decidere se ammettere o meno gli
stranieri, i loro beni e i loro investimenti nel loro territorio. Non esiste una norma
di diritto internazionale generale che impone agli stati di aprire all’ingresso di
stranieri o ai loro investimenti. Uno stato potrebbe comportarsi come la Corea del
Nord che chiude le proprie frontiere non solo alle persone straniere, ma anche agli
investimenti stranieri di persone fisiche e giuridiche. Quindi lo stato è libero di
decidere se ammettere o meno gli investimenti stranieri e quali ammettere.
2. Se uno stato decide sovranamente di ammettere nel proprio territorio beni,
persone straniere e investimenti, allora deve proteggere le persone straniere e
l’investimento. Una volta che le persone sono regolarmente entrate nel tuo territorio,
a quel punto devi assicurare la loro protezione.

Qual è il problema? Quale protezione assicurare? A quale livello? Qui iniziano i problemi.
Secondo la dottrina prevalente il livello di protezione che uno stato deve offrire alle persone
straniere e ai loro investimenti, deve essere quello di una protezione minima, di una
protezione equa e ragionevole. Uno stato non ha un obbligo secondo il diritto internazionale
generale di riservare lo stesso trattamento che riserva ai propri cittadini, né questa protezione
deve essere ispirata alla clausola di nazione più favorita. Il diritto internazionale generale
richiede un trattamento minimo e di base con riferimento a persone straniere e ai loro beni.
Però questo trattamento minimo è difficile da concretizzare nello specifico, nel senso che non
deve essere del tutto irragionevole, non deve essere discriminatorio, lo stato non può
proteggere soltanto cittadini stranieri solo i cittadini di determinate nazionalità e così via.
Per trattamento minimo si intende: trattamento equo, ragionevole e non discriminatorio.

Alla fine sono stati conclusi numerosi accordi bilaterali per dare maggiore certezza al regime
giuridico degli investimenti stranieri.
Cosa succede se lo stato che ospita un investimento straniero o ha ammesso una persona
straniera ad entrare nel proprio territorio, non rispetta il trattamento minimo? Succede che ciò
costituisce la violazione di un obbligo internazionale che però non è immediatamente
azionabile, lo diventa soltanto se alla violazione di questo standard minimo segue il
cosiddetto diniego di giustizia: la violazione del trattamento minimo non determina
immediatamente la possibilità di azionare a livello internazionale questa violazione; ma alla
violazione dei diritti dello straniero deve seguire il diniego di giustizia, ossia lo straniero cerca
di ottenere giustizia all’interno, ma non riesce ad ottenere giustizia. Perché non ci riesce? Le
ipotesi sono molteplici:

- In alcuni casi non ci sono mezzi di ricorso per gli stranieri;


- In altri casi la giustizia è lentissima, il ricorso presentato dallo straniero non si
concretizza in tempi sostenibili in una sentenza di accertamento del diritto;
- In altri ancora, formalmente la via di ricorso esiste e il reclamo è possibile, ma
l’apparato giudiziario è corrotto o applica il diritto in maniera discriminatoria nei
confronti degli stranieri e ha un approccio nazionalista.

Se non riesca ad ottenere giustizia a livello interno, succede che lo stato di nazionalità dello
straniero potrà agire a livello di protezione diplomatica: un istituto antichissimo del diritto
internazionale che consente allo stato di cittadinanza dello straniero, i cui diritti sono stati
violati dallo stato che ospita lo straniero, a pretendere la garanzia dei diritti, in questo caso la
cessazione della discriminazione e un adeguato indennizzo. La controversia non è più tra
l’investitore straniero e stato, ma la controversia diventa tra due stati, quello che ospita
l’investimento e ha violato i diritti e lo stato di cittadinanza dell’investitore straniero; la
controversia si internazionalizza e spesso diviene una controversia politica, tra due enti
sovrani e, inoltre, la controversia è politica anche perché uno dei due paesi è industrializzato e
l’altro è un PVS.

L’istituto della protezione diplomatica è molto antico, non riguarda nello specifico gli
investimenti, ma il diritto degli stranieri e dei loro beni in un altro stato. In passato la
protezione diplomatica era anche strumentalizzata per ricorrere all’uso della forza nei
confronti dello stato che ha violato i diritti.

Perché l’istituto della protezione diplomatica funziona fino ad un certo punto con riferimento
alla tutela degli investimenti? Per due ragioni:

1. A carattere generale: lo straniero ottiene la protezione, ma l’investitore perde il


controllo della controversia e dei propri interessi economici. La controversia si
internazionalizza e diviene politica e questo non conviene propriamente
all’investitore che ha come fine la massimizzazione del profitto, non quello di
scatenare una guerra giuridica tra paesi.
2. Il secondo motivo è più tecnico-giuridico: lo stato che agisce a titolo di protezione
diplomatica, anche nel caso riuscisse ad ottenere giustizia e un risarcimento, non è
obbligato a girare questo risarcimento all’investitore. Di solito lo fanno, ma non è
obbligatorio, in quanto la controversia è tra due stati.

Lo strumento pattizio ha voluto promuovere una tutela maggiore degli investimenti stranieri
poiché la tutela diplomatica determina l’internazionalizzazione della controversia e la perdita
del controllo della controversia da parte dell’investitore. Questo spiega perché si è sviluppata
la normativa pattizia fondata sugli accordi sugli investimenti.

Un elemento curioso che nasce da queste dinamiche è che in realtà i PVS hanno sempre
contestato il diritto internazionale degli investimenti poiché lo hanno considerato troppo
condizionato dagli interessi dei paesi occidentali. E hanno cercato, attraverso la richiesta di un
nuovo ordine economico internazionale di cambiare in qualche modo il diritto internazionale
dell’economia, incluse le regole applicabili agli investimenti stranieri. I PVS hanno da sempre
contestato che in caso di nazionalizzazioni, di espropriazione di beni di investimenti stranieri
per interessi pubblici, lo stato che procedeva a questi fenomeni dovesse corrispondere un
indennizzo pronto, adeguato ed effettivo all’investitore straniero. I PVS hanno sempre
sostenuto che questa regola, chiamata di Border Hull (segretario di stato degli USA), secondo
la quale l’indennizzo dovesse essere pronto, adeguato ed effettivo, in casi del genere
l’indennizzo è dovuto ma può essere anche simbolico; ci deve essere un accordo tra lo stato
che procede alla nazionalizzazione e l’investitore. Il quantum di questi accordi deve tenere
conto:

- della situazione economica esistente;


- del fatto che la nazionalizzazione è finalizzata a porre in essere una riforma;

Alla fine, l’accordo raggiunto dalle parti interessate potrebbe portare ad un indennizzo che
non è pari al valore di mercato del bene nazionalizzato o espropriato, ma è molto inferiore. La
posizione dei PVS con riferimento alle regole applicabile alla protezione degli investimenti,
era diversa da quella dei paesi Occidentali, eppure nell’ambito degli accordi BIP (accordi
bilaterali per la protezione degli investimenti) si segue la narrativa giuridica occidentale.
I PVS quando parlano come raggruppamento di paesi affermano l’ideologia terzomondista,
quando invece devono negoziare a livello bilaterale con i paesi sviluppati pur di attirare gli
investimenti esteri diretti accettano questi principi in linea con gli interessi occidentali. I PVS
hanno quindi una doppia posizione.

Accordi bilaterali investimenti.


Inizio anni ‘80 cambio economia int. PVS chiedevano nuovo ordine economico internazionali,
scendendo a patti con il fine di attivare investimenti esteri diretti, per attivare percorso
crescita economica.
Sono accordi paritali, prevedono trattamento privilegiato senza fare differenze, applicabili
anchye agli investimenti fatti da investitori paesi poveri nel terrirtorio paese sviluppato, non
succed emai. Trovano applicazione con investimenti fatti da imprenditore nel PVS con
accordo bilaterale concluso.
Accordi applicati a benefico degli investimenti paesi ricchi nei paesi poveri, ambito
applicazione ampio, si fa riferimento a qualsiasi bene, interesse, diritto sfruttamento che un
imprenditore di una delle parti pone in essere nella giurisdizione della controparte. Questi
investimenti devono essere regolari, legittimi, legali in base normativa che ospita
investimento straniero. Questo paese deve dare consenso che investimento venga
effettuato, dare autorizzazione. Non prevedono limiti significativi, tranne quando possono
compromettere sicurezza stato che lo ospita.
Questi accordi prevedono che il trattamento debba essere equo e giusto, senza assunzione
provvedimenti irragionevoli nei confronti investimento straniero. Devono prevedere il
rispetto del principio del trattamento nazionale, garantisce all’investitore straniero che non
sarà trattato peggio rispetto agli investitori nazionali, garantisce parità interna.
In alcuni casi c’è un favore che viene riservato all’investitore, come ad esempio periodo di
grazia.
Questo serve per promuovere sviluppo regioni depresse o sottosviluppate. Si cerca di evitare
che gli investitori strnaieri abbiamo regime preferenziale rispetto a nazionali. NON SI CREA
DISCRIMINAZIONE, si cerca di evitare anche per ragioni politiche di favorire inv stranieri.
Tutti questi accordi prevedono la CLAUSOLA DELLA NAZIONE FAVORITA, prevedono che se
successivamente sarà concesso un trattamento privilegiato con altri stati, questo sarà
applicato anche all’accordo precedente.
Questi accordi prevedono clausola in materia di espropriazione e nazionalizzazione, fanno
riferimento alla clausola di Corder Haul, che affermò che l’indennizzò in materia di
espropriazione sia pronto ( versato immediatamente o entro 5 anni) , adeguato
( corrispondere valore mercato investimento nazionalizzato), effettivo (corrisposto in una
valuta convertibile livello naz). i PVS dicono che sarebbe stato oppoortuno prevedere uno
standqard basato su negoziati caso per caso tra stato che nazionalizzava investimento e
investitore straniero.
Indennizzo doveva tenere in conto fattori in base sviluppo socioeco della nazione .
Secondo i paesi occidentali bisognava rispettare i requistivi della clausola di Haul.
Questi accordi bilaterali degl investimenti prevedono tali standard per attirare investimenti
multinazionali.
Gli accordi più recenti segnano un cambiamento, si cerca di creare un negoziato quando le
nazionalizzazioni sono fatte con modalità di riforma del sistema economico internazionale.
Quando lo stato invoca la necessità di adottare riforme fiscali ed economiche, l’inennizzo
dovrebbe essre eoggetto di un negoziato tra le parti.
Questi accordi sono sempre stati finalizzati di essere a favore degli investitoriv stranieri.
TENDENZA DI TENER CONTO DEGLI INTERESSI STATO CJHE OSPITA INVESTIMENTO MA
ANCHE INTERESSI GENERALI DI TIPO NON ECONOMICO.
Promuovere sviluppo sostenibile, interesse tutelare diritto lavoratori o popolazioni. Gli attori
diventano 3: interesse investitore straniero che vuole massimizzare profitto, interesse Stato
che ospita investimento, per promuovere sviluppo socio eco proprio paese, interesse
generale comunità int, l’investimento non deve attentare all’ambiente, tutela lavoratori,
popolazioni indigene. Questo è un tentawtivo, perchè gli accordi bila degli investimenti
nascono geneticamente per TUTELARE SOLO INVESTITORE E SUOI INTERESSI.
I principali tentavi per tutelare il resto sono delle linee guida suggerite dalla BM, fanno
riferimento al fatto che questi accordi bilaterali non debbano contenere delle clausole di
stabilizzazione , clausole contenute sopratttuo negli accordi più vecchi, dove si garantiva che
la normativa applicabile non sarebbe cambiata nel tempo. Garanzia per l’investiore che la
garanzia non sarebbe mutata. Spesso investimenti iniziati negli anni ‘70 dove non c’erano
tutele nei confronti diritti umani e ambiente e quindi le normative applicative
successivamente non avevano applicazione.
Questi accordi prevedono chi è competente alla risoluzione controversie, che nascono tra
stato che ospita e privato investitore straniero e due stati, dove uno è investitore.
I BIT prevedono che in caso di controversia tra stati essa si risolva mediante negoziati, se non
si conclude si può istituire arbitrato internazionale. 2 arbitri designano il 3 che diventra
PResidente Panel arbitrale indipendenti. Il dolo arbitrale (decisione) è girudicamente
vincolante per le parti che devono rispettare dolo.
Quando controversia nasce tra investitore straniero e paese ospitante i bit prevedono
clausola ICSID per risolvere tramite panel arbitrale.
Questa clausola presenta problema perchè i lavoratori locali che prestano mano d’opera
negli stabilimenti dell investimento in caso di controversie non sono tutelati e non riescono a
chiedere tutela ai giudici locali. Negata la tutela, perchè la clausola non prevede questo. Non
possono attivaere meccanismi ICSID perchè questo attivabile solo investitore o stato
ospitantte, anche se spesso questi sono corrotti.
I PVS hanno sempre sostenuto che le controversie nate tra multinazionali debbano essere
risolte o tramite negoziati o tramite giudici nazionali (Dottrina Calvo).
La prassi afferma da un lato potere stati sovrani regol.ar eattività stranier enel proprio
territorio, c’è un ritorno a concessione significativa sovranità, dall’altraparte si cerca
introdurre clausole non commerciali, economiche che possono assicurare tutele.

NORMATIVA INTERN IN MATERIA DI IMPRESE MULTINAZIONALI


Queste ultime hanno ruolo maggiore nell’ambito relazioni economiche intern, ma non
godono però di soggettività int. Problema: quando nasce o manifesta un potere nell’ambito
di una comunità questo deve essere sottopost a diritto, se si manifesta un potere prima o
poi sarà sottoosto a diritto altirmenti diventa potere arbitrario.
Le multinazionali prima o poi verranno regolare da diritto interno stati e dirritto
internazionale. Quali sono possibilità e vie giuridiche che possono limitare tale potere delle
multinazionali. Esistono 3 possibilità:
1) Approccio volontaristico
2) Obbligatorio
3) Diritto internazionale penale: a partire conclusione corte penale int (statuto di ROMA
firmato nel 98 e vigore 2002), le persone fisiche possono essere giudicate su base diritto int
penale quando perpetrano crimini come genocidio, crimini aggressione, guerra , contro
umanità, in questi casi il diritto internazionale criminalizza questi comportamenti, prevede
responsabilità penale ed individuale di chi ha commesso crimini.
Questi obblighi osno indirizzati a Stati ed Individui.
Quando parliamo di multinazionali parliamo di persone giuridiche, quindi pensiamo che
quanto detto sopra sia applicabile anche alle persone giuridiche, che possono essere
complici di crimini internaz. (crimini genocidio multinazionali tedesche, durante 2 gm).
Quindi si, le multinazionali possono partecipare a questi crimini.
Ci fu una proposta ambito creazione statuto roma, presentata Francia, per prevedere che
futura corte penale int avesse competenza a giuducare crimini commessi persone
giurudiche. Proposta non approvata.
La proposta francese prevedeva multe,sanzioni penali- amministrative, sospensioni attività.

2) Approccio tradizionale, si bas su normativa giuridicamente vincolante, si realizza


attraverso adozione sottocommisisone promozione diritti umani, jha adottato un documento
sulla responsabilità imprese multimanzionali, che non sono state aprovawte consiglio diritti
umani NU. NORME RIMASTE SENZA SEGUITO .
Si basavano sul fatto di attribuire obblighi agli stati che poi a loro volta li avrebbero fatti
rispettare dalle multinazionali. Apprccio che ha incontrato favore dottrinario, aggirava
problema, ma poi ha trovato opposizione ad adottare norme in sede conglio diritti umani e
poi Assemblea generale NU.

3) Approccio volontaristico, non prevede imposizione obblighi giurudici. Prevede nascita


strumenti soft law. Le multinazionali sono invtiate a seguire alcuni standard e che poi in
maniera volontaria partecioeranno anche alla loro elaborazione, per far nascere cultura circa
rispetto diritti umani, ambiente ecc.
Non riesce ad imporre obblighi, ma nel medio lungo periodo può portare a qualche risultato.
Tante multinazionali al loro interno hanno adottato codici condotta. Criticato approccio
perchè imprese fanno finta di aderire ai principi x pubblicità a carattere sociale e mediatico
ma il loro fine è sempre quello di massimizzare profitti.

Iniziative nazionali più importanti: global compact, prevede istituzioni partonariato tra NU,
STATI, IMPRESE, SOCIETà CIVILE al fine di promuovere 10 principi da far rispettare a
multinaz: lotta corruzione int, tutela diritti umani, tutela diritti ambiente e lavoratori, lotta
corruzione. Più di 10.000 imprese affidate a rispettare questi principi. Le impres epresentano
rapporto annuale. Se non si presenta x tanti anni vengono eliminate lista.

Principi guida naz unite su imprese e diritti umani, documento che ha avuto successo perchè
si collega qustione attività multinazionali al rispetto diritti umani. Si estende approccio diritti
umani a multinaz. Rispetto diritti reciproco.
Questo documento si basa su 3 pilastri:
1) Stati devono proteggere individui sotto giurisdizione attività poste in essere multinaz.
(diritti lavoratori e civili). fa parte dell’obbligo di rispettare e far rispettare diritti
fondamentali dell’uomo. Stato ha l’obbligo di promuovere diritto fondamentali uomo.
2) Responsabilità diretta multinazionali nel rispetto dei diritti fondamentali uomo.
3) Obbligo sia stati che imprese di prevedere rimedi nel caso violazione diritti fondamentali.

DIRITTO DELLO SVILUPPO

Efficacia degli aiuti allo sviluppo - 20 novembre


Assistenza ufficiale allo sviluppo - costituisce uno dei tre grandi pilastri della cooperazione
internazionale, insieme al commercio internazionale e allora questione della sicurezza
umana. Il III grande settore sono gli sforzi che la comunità internazionale pone in essere,
sopratutto tramite finanziamenti da parte dei paesi sviluppati, nei confronti dei paesi
beneficiari, ossia i paesi in via di sviluppo e i paesi meno avanzati, ossia i 47 paesi più poveri
che sono inseriti in un elenco che viene stilato periodicamente nell’ambito delle NU. Di
questi 47 paesi, ben i due terzi sono paesi dell’Africa sub-sahariana. Perché è cosi
importante l’assistenza ufficiale allo sviluppo? La cooperazione internazionale nasce con
l’idea secondo la quale i paesi ricchi avrebbero una specie di responsabilità storica nei
confronti dei paesi poveri, che spesso furono oggetto di sfruttamento economico e politico
nella colonizzazione, ma l’idea che i paesi ricchi debbano aiutare i paesi poveri è anche
considerato un qualcosa di eticamente giusto e giuridicamente dovuto. Da decenni, dalla II
meta degli anni 60 si è affermato il principio secondo il quale i paesi sviluppati dovrebbero
donare parte del loro reddito ai paesi più poveri. Questo finanziamento annuale si chiama
assistenza ufficiale allo sviluppo, e dovrebbe essere lo 0,7 per cento del reddito nazionale
lordo. È il DAC, il comitato per l’assistenza allo sviluppo dell’OCSE, che elabora tali dati. La
media dei finanziamenti dei paesi sviluppati non raggiungo lo 0,7 ma un risultato inferiore,
intorno allo 0,3 per cento, nemmeno la metà di quanto è promesso ogni anno, nell’ambito
dei vari vertici, come il G7.
Il primo problema è quantitativo dunque: il fatto che questa assistenza viene considerata in
crisi, dalla fine degli anni 90, per il fatto che non viene raggiunto questo obiettivo che
dovrebbe essere un obiettivo minimo, non lo standard da seguire, e non viene raggiunto in
maniera evidente. Nel 1997 si è raggiunto il minimo, si raggiunse un livello inferiore allo 0,2
per cento. Da quel momento qualcosa cambio, gli forzi aumentarono per cercare di
raggiungere un livello più alto. In particolare, dopo la dichiarazione del 2000 sugli obiettivi
dell’ospedale viluppo del millennio, e dopo una conferenza delle NU a Monteray nel 2007.
Nel 2005 si raggiunse lo 0,3 per cento, nel 2007 si arrivò ad una quota superiore allo 0,35 per
cento a livello di media, ma si trattò di un dato non attendibile, che fu dovuto alla
cancellazione del debito dell’Iraq, che era occupato militarmente dagli anglo-statunitensi, e
dalla cancellazione del debito della Nigeria, in quanto quando parliamo di finanziamento
allo sviluppo e assistenza ufficiale allo sviluppo non facciamo riferimento solo a
finanziamento di progetti per promuovere lo sviluppo, ma anche alla cancellazione del
debito o anche add aiuti legati, che vengono concessi dal paese donavate ma che per essere
stanziati sono sottoposti al regime della condizionalità. Sempre nell’ambito di tale assistenza
vengono considerate anche le spese per l’accoglienza dei rifugiti e dei migranti irregolari,
spese sostenute nel territorio dei paesi sviluppati. L’Italia durante e dopo la crisi migratoria
del 2015 ha speso circa il 60 per cento del totale degli aiuti destinati a questa assistenza in
spese per l0’accoglienza dei migranti regolari in territorio italiano. I paesi ricchi e donatori
quindi contabilizzano queste spese nell’ambito degli aiuti allo sviluppo.
Si tratta di un settore che presenta molte ombre e poche luci: in teoria dovrebbe essere
qualcosa di idealmente positivo ed utile, ma la prassi non conferma queste premesse.
L’assistenza ufficiale allo sviluppo è oggetto di critiche violente e radicali, sia da parte di
settori progressisti che conservatori, è oggetto di una crisi di sfiducia collettiva.
Quando sono nate le NU nel 1945 e quando è nato il sistema e la famiglia delle Nu, questa
assistenza ufficiale allo sviluppo doveva essere uno strumento da usare per risolvere il
problema della povertà a livello mondiale: si sosteneva che il problema della povertà si
sarebbe risolto nel breve medio periodo, e che l’aiuto allo sviluppo da parte degli stati sia
tramite rapporti bilaterali sia tramite rapporti multilaterali sia tramite a livello multi-bi-
laterale sarebbe strato lo strumento per promuovere lo sviluppo socio economico dei paesi
più arretrati. Questo assunto è stato prima sottoposto a falsificazione degli studiosi teorici
del sistema della dipendenza, questa situazione non era un accidente della storia, ma era
uno degli elementi che consentivano al sistema di funzionare, si riteneva che perché ci fosse
un nord ricco, ci dovesse essere un sud povero, perché ci fosse una classe ricca, ne serviva
una povera. Da un alto c’è stata la critica di questa concezione ottimista, che considerava il
problema della povertà un problema facilmente risolvibile, dall’altra late questa stessa
assistenza ufficiale allo sviluppo non è riuscita ad essere efficacie.
Perché?
Durante la guerra fredda la finalità della cooperazione internazionale non era promuovere lo
sviluppo socio economico dei paesi arretrati, ma legare i paesi in via di sviluppo ad una delle
due grandi alleanze che in quell’epoca si sono spartite il mondo. La finalità degli aiuti non era
quella di promuovere lo sviluppo dei paesi poveri ed arretrati, ma era legare questi paesi o
all’alleanza occidentale o a quella socialista. Gli aiuti erano uno strumento per attirare i paesi
nell’orbita di uno dei due blocchi. Non ci si preoccupava dell’efficacia degli aiuti, ma del loro
significato politico ed ideologico, gli aiuti erano strumenti per allargare le zone di influenza
dei due blocchi.
Successivamente al 1990, tutto cambiò, ci si pose il problema della efficacia degli aiuti nella
lotta al sotto sviluppo. Emersero pratiche di corruzione, di aiuti legati, di totale inefficacia
degli aiuti che a volte erano contro producenti, e che hanno portati a questa crisi che si è
manifestata nel 1997, quando venne raggiunto il livello minimo degli aiuti.
Da quel momento in poi, ci si pose il problema di rifondare l’assistenza ufficiale allo sviluppo
perché fosse efficacie.
Quali furono le critiche?
Ambienti conservatori neo-liberisti: secondo i neoliberisti gli aiuti allo sviluppo sono negativi
perché promuovono il ruolo dello stato nell’ambito dei sistemi economici dei paesi in via di
sviluppo. Tali aiuti sono aiuti tra stati, erogati da uno stato donante ad uno stato
beneficiario, quindi sostengono il ruolo dello stato nei sistemi economici. La II critica è che
viene promosso il consumo e non il risparmio e gli investimenti, ciò visto in maniera negativa
perché il consumo porta all’aumento della domanda, e ciò alimenta l’inflazione. Il
neoliberismo cerca di attuare politiche monetarie restrittive per evitare la crescita del tasso
d’inflazione. Un’altra critica fatta da questi ambienti è il fatto che questa assistenza avrebbe
degli effetti contro producenti, costituirebbe aiuti dati a delle imprese nei paesi in via di
sviluppo determinando un’interferenza nelle logiche di mercato, che potrebbe portare ad
effetti controproducenti. EX. Aiuti a paesi africani consistenti in fornitura di zanzariere a
titolo gratuito verso i paesi colpiti alla malaria. Secondo questa concezione tali aiuti hanno
determinato il fallimento dell’industria locale di zanzariere, che non ha più avuto mercato.
Sono delle critiche radicali. Una delle principali esponenti Moyo, scrittrice dell’opera ‘La
carità uccide’, sosteneva la tesi che il problema della povertà in Africa potrebbe trovare una
soluzione non tramite l’ intensificazione degli aiuti, ma la risoluzione del problema
arriverebbe se le NU promettessero una chiusura totale degli aiuti delle NU in cinque anni.
Questa posizione e proposta è associata al tentativo di affermare un’ideologia secondo la
quale la democrazia e i diritti umani sarebbero un lusso che l’Africa non potrebbe
permettersi, e l’Africa dovrebbe affidarsi a dittatori benevoli, facendo l’esempio del Cile di
Pinochet o alla Cina comunista.
Critica progressista - questi aiuti on determinerebbero un cambio nel sistema di
sfruttamento da parte del nord del sud del mondo, quindi non possono determinare una fine
della povertà. Inoltre, gli aiuti sono considerati troppo esigui per determinare un
cambiamento nella situazione socio economica di tali paesi. Inoltre, tali aiuti sono erogati
tramite pratiche corruttibili ed alle élite politiche militari dei paesi in via di sviluppo, e non
alle popolazione povere. Si considera l’assistenza come uno strumento neo-colonialista da
parte dell’occidente ricco.
Questi aiuti non funzionano, e su questo non vi è dubbio, e non hanno mai funzionato.
L’assistenza ufficiale allo sviluppo è riformabile? Oppure no?
Vi è la tentazione di porre fine agli aiuti e all’assistenza ufficiale allo sviluppo, ma è difficile
chiudere questa epoca, l’epoca delle NU, degli istituti specializzati. Ci fu un tentativo
importante passato tramite la dichiarazione di parigi sull’efficienza dell’assistenza ufficiale
allo sviluppo adottata nell’ambito dell’OCSE nel 2005. Questa dichiarazione venne sostenuta
dall’OCSE. Questo tentativo venne sostenuto sia dai paesi ricchi sia dai paesi beneficiari.
5 dovrebbero essere i principi che se attuati potrebbero determinare un risultato positivo.
Essi sono:
⁃ titolarità degli aiuti: i paesi beneficiari degli aiuti non devono considerare gli
aiuti come un’elemosina, come un qualcosa in più, ma devono sentirsi titolari dell’aiuto
ricevuto, devono considerare tali aiuti come fondamentali, un qualcosa che gli spetta. Questi
aiuti non sono un dono ma sono qualcosa che gli è dovuto dalla comunità internazionale, e
sono risorse fondamentali per promuovere lo sviluppo socio economico di quelle
popolazione. Devono sentirsi titolari di tali risorse ricevute dai paesi donanti. Se ciò è vero,
devono elaborare un piano di sviluppo socio economico, di lotta alla povertà che deve
individuare delle precise priorità. A decidere quali siano le priorità è il paese beneficiario,
titolare degli aiuti. Per fare ciò il paese beneficiario deve elaborare un piano nazionale di
lotta alla povertà, e per farlo il governo dovrebbe coinvolgere la società civile, il parlamento,
le entità locali. Bisogna fare un piano di lotta alla povertà, condiviso con la società di
riferimento, un piano che consideri ed elenchi le priorità. Ormai, qualsiasi progetto di
finanziamento e sviluppo tiene conto del piano nazionale elaborato dal paese ricevente ed
esposto alle istituzioni finanziarie internazionali come BM o FMI.
⁃ allineamento: il paese donante quando decide in cosa dovrà consistere
l’aiuto o assistenza, dovrà fare riferimento al piano nazionale di lotta alla povertà, e dovrà
adeguarsi ad esso. Il paese donante non deve decidere che cosa donare sulla base die propri
interessi, ma deve allineare gli aiuti erogati alle priorità che emergono dal piano nazionale
elaborato dal paese beneficiario.
⁃ Armonizzazione: i paesi donanti devono coordinarsi tra loro, devono essere
abitate duplicazioni, sprechi. Inoltre, deve affermarsi il principio della distribuzione del
valore sulla base del valore aggiunto che ogni paese beneficiario può dare. Questo
coordinamento dovrebbe portare ad un risultato in termine di affaccia degli aiuti: ogni paese
dovrebbe chiedersi qual è il valore aggiunto che può dare in rapporto alla cooperazione
internazionale. Devono essere sfruttate le best practices. Ogni paese donante, ogni entità
deve dare il meglio nel settore in cui ha un vantaggio competitivo nei confronti degli altri
stati o istituzioni. Coerenza: uno stato non può dare con una mano ciò che toglie con un’altra
mano. Le politiche di uno stato verso l’esterno sono estremamente importanti. Nell’UE ci si
pone il problema di non creare effetti negartivi tramite la politica agricola comune, che
finanzia con aiuti l’EXP delle eccedenze agricole, quando l’UE è il principale donor degli aiuti,
sia per quantità sia per qualità.
⁃ Gestione basata sui risultati: quando si elabora un progetto di aiuto, bisogna
porsi il problema di poter poi effettivamente raggiungere risultati concreti, e come
monitorare il loro raggiungimento. Serve vedere come realizzare un’idea, assicurarsi che il
finanziamento possa produrre risultati concreti e misurabili (quali indici utilizzare per
provare che quel progetto sia stato efficace).
⁃ Responsabilità reciproca: non deve passare il principio secondo il quale
l’attuazione di questi progetti riguardi solo il paese beneficiario, ma anche il paese donante
deve porsi il problema del raggiungimento di risultati.
Per cercare di realizzare questi principi, si prevedevano nella dichiarazione di Parigi 13
risultati misurabili tramite indici, come la necessità di diminuire la quota degli aiuti legati.
Nel 2012 il rapporto elaborato dall’OCSE sul raggiungimento di tali obiettivi è stato molto
negativo, alla fine soltanto il IV obiettivo, sulla cooperazione tecnica decentrata, fu raggiunto
in pieno. Un altro obiettivo NON raggiunto, ma con riferimento al quale vi furono risultati
positivi, fu riguarda alla stesura di politiche per lo sviluppo, legato alla titolarità. Con
riferimento alla questione degli aiuti legati vi è stato un peggioramento addirittura.
Questo tentativo di rifondare l’assistenza ufficiale allo sviluppo non è stato immediatamente
realizzato ma ha incontrato gravi difficoltà.
Si sono tenuti ulteriori vertici per cercare di risolvere i problemi riscontrati: Accra nel 2008, si
cercò di promuovere il valore della legittimità democratica degli aiuti, si sostenne che i
programmi nazionali dovessero essere realizzati con maggior coinvolgimento dei parlamenti
e della società organizzata. Inizialmente tali piani nazionali vennero infatti elaborati dai
governi, dai regimi, e quindi ne fu messa in dubbio la legittimità democratica. Si cercò inoltre
di promuovere una maggior prevedibilità degli aiuti: spesso gli aiuti sono decisi anno per
anno, e questo è un grave problema, non vi è una programmazione degli aiuti ma sono decisi
in base alle circostanze macro economiche, in base ai governi. I paesi che ricevono gli aiuti
dovrebbero potersi basare su aiuti più stabili. I paesi poveri non possono sentirsi titolari di
aiuti che non si sa se, quando e in quale misura arriveranno. Questo problema non è stato
ancora risolto a livello internazionale, perché non vi è un obbligo giuridico in capo agli stati
donatori, ma solo un impegno politico, che viene solo in parte attuato.
L’Italia nel 2008, durante la recessione, arrivò a donare lo 0,12 per cento del reddito
nazionale lordo, arrivando ad essere l’ultimo paese nell’ambito dell’OCSE e del DAC. L’Italia
negli anni ‘80 era tra i 5 paesi che più donavano. Negli anni ‘80 la politica italiana creò le
premesse dell’’indebitamento attuale. In quegli anni l’Italia ha finanziato i paesi poveri
spesso ricorrendo alla corruzione.
Caso di studio, caso che riguarda un arbitrato che è stato reso alla fine degli anni 90 con
riferimento ad un progetto sostenuto in Costa Rica, riguardante il finanziamento di
un’attrezzatura portuale da parte dell’Italia, finanziamento erogato sulla base di accordi
bilaterali sulla cooperazione economica, conclusi negli anni 80. Questo finanziamento
riguardava la costruzione di un bacino di carenaggio mobile, per una spesa di 13 milioni di
dollari, ed il dono italiano non costituiva l’intero finanziamento, ma nel fatto che era
concesso un tasso d’interesse agevolato, inferiore a quelli di mercato. Il dono non consisteva
nel finanziamento che serviva alla costruzione, ma consisteva nella differenza tra il tasso
d’interesse di mercato e quello concesso dall’Italia al Costa Rica. Il dono era qualche milione
di dollari, non l’intera cifra di 13 milioni. La costruzione di questa attrezzatura portuale nel
1985 era stata opera di una società italiana. Era un aiuto legato: l’Italia concedeva un basso
tasso d’interesse e l’opera era realizzata da un’impresa Italia. Perché il finanziamento ha
dato vita ad un arbitrato internazionale? Il Costa Rica, dopo la conclusione dell’accordo,
realizzò che l’attrezzatura era inutile. La società del Costa Rica che gestiva questa
attrezzatura infatti fallì nel giro di pochi anni. Il Costa Rica iniziò a non pagare le rate del
debito nei confronti dell’Italia, in quanto doveva pagare la quota del capitale finanziato più
una quota per il pagamento degli interessi. Nel 1987 il Costa Rica ha smesso di pagare la rata
dovuta. Ha cercato di giustificare il proprio inadempimento, prima chiedendo una proroga,
poi la sospensione con riferimento alle rate, e poi ha contesta l’ obbligatorietà giuridica del
pagamento di queste rate. Il Costa Rica sostenne che l’accordo non era stato validamente
concluso, perché il parlamento aveva sì ratificato l’accordo, ma in ritardo rispetto alla sua
attuazione, quando l’opera era stata già stata realizzata, e non lo aveva. Fatto con la
maggioranza prevista dalla Costituzione del Costa Rica, dei due terzi, per la ratifica degli
accordi internazionali. Infatti l’accordo era stato ratificato a maggioranza semplice. In teoria
questo progetto era finanziato dalla cooperazione italiana allo sviluppo. Il Costa Rica ritenne
tale ‘aiuto’ controproducente, l’opera era del tutto inutile. L’assistenza ufficiale allo sviluppo
in questo caso non solo fu inefficace ma controproducente, andò a generare addirittura un
debito. L’Italia ha preteso che il prestito fosse restituito, con gli interessi pattuiti. Si è arrivati
ad istituire un panel arbitrale, costituito sia da un arbitro scelto dai due paesi parte della
controversia, e poi il presidente del panel è di solito provenite da un paese terzo. In questo
caso, il presidente del panel era un professore di diritto internazionale italiano. Questo
panel arbitrale ha emesso un lodo arbitrale nel 1999, pubblicato solo nel 2006, con molto
ritardo. Il lodo ha dato ragione all’Italia, sostenendo che il Costa Rica non poteva invocare il
proprio diritto interno per invalidare il trattato, sulla base della Convenzione di Vienna.
Secondo il lodo il fatto che non fosse stata rispettata la maggioranza non costituiva una
violazione di estrema importanza e rilevanza nell’ambito della Costituzione del Costa Rica.
Quest violazione poteva non essere conosciuta in buona fede dalla controparte. Il Costa Rica
sostenne inoltre che era stata data attuazione prematura all’accordo, ossia prima
dell’autorizzazione effettiva di tale accordo del parlamento. Normalmente un trattato
concluso in forma solenne entra in vigore con la ratifica, e questo scambio era avvenuto
successivamente alla costruzione dell’attrezzatura portuale. Il lodo disse che quello che
conta nell’ambito degli accordi internazionali non sono le procedure formali, ma la volontà
degli stati derivante dai comportamenti concludenti.
Per quanto riguarda il quantum che il Costa Rica doveva versare all’Italia, in quanto
responsabile di aver violato, il lodo da un certo punto di vista aiutò il Costa Rica. Il quantum
doveva essere superiore ai 20 milioni, ossia 22 milioni: 13 milioni e tassi d’interesse. Alla fine
venne fatto una sorta di sconto a 15 milioni, questo perché il vero prezzo iniziale per la
costruzione non era di 13 milioni ma di 9 milioni.

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