Sei sulla pagina 1di 7

Il diritto internazionale, la comunità internazionale e i suoi

elementi.
Il diritto internazionale è il sistema di norme e principi volti a regolare i rapporti tra Stati e altri soggetti
internazionali. La sua nascita è storicamente legata alla formazione degli Stati sovrani e indipendenti (nati
dopo la Pace di Westfalia del 1648).
L’elemento centrale della comunità internazionale è lo Stato, in quanto entità giuridica con propria
personalità.
La composizione della comunità internazionale si è inoltre profondamente modificata negli anni 1960 e
1970, con la formazione degli Stati sorti dalla decolonizzazione, che ha fatto emergere una nuova
contrapposizione, tuttora presente, tra stati industrializzati e paesi in via di sviluppo (cooperazione allo
sviluppo). Tra i membri della comunità internazionale si annoverano anche enti diversi dagli Stati, come le
organizzazioni intergovernative (organizzazioni internazionali), la Santa Sede, gli insorti (gruppo
organizzato di individui che combatte contro il governo di uno Stato per raggiungere determinati fini
politici), i movimenti di liberazione nazionali (autodeterminazione dei popoli), ai quali il diritto
internazionale riconosce personalità giuridica (personalità internazionale) e gli individui, in quanto
destinatari delle norme contenute dalle convenzioni sui diritti umani (nb. il dibattito sugli individui in
quanto elementi della comunità internazionale è acceso e presenta pareri differenti).

Produzione, accertamento e attuazione coercitiva del diritto.


L’ordinamento giuridico internazionale è molto differente dai vari ordinamenti giuridici nazionali1 poiché,
fino ad ora, nessuno Stato è riuscito ad esercitare un potere così diffuso e duraturo per poter imporre la
propria volontà agli altri membri della c.i.
In virtù di ciò, possiamo affermare che, non essendosi ancora affermato un apparato istituzionale
centralizzato, le relazioni internazionali si svolgono quasi interamente a livello orizzontale.
La conseguenza di quanto sopra è che le norme di organizzazione non predispongono di apparati
centralizzati cui affidare lo svolgimento delle tre attività di diritto (produzione, accertamento e attuazione),
facendo sì che tale compito spetti ad ogni Stato.
— l’attività di produzione del diritto è posta in essere da ciascuno Stato con comportamenti atti
creare o modificare le norme giuridiche;
— l’attività di accertamento del diritto consiste nel verificare se esiste o non esiste una determinata
norma giuridica, o consiste anche nell'accertare se, ad esempio, è stato commesso un fatto illecito,
occorre sottolineare che l’accertamento è in prevalenza una funzione di carattere arbitrale che
poggia sull’accordo tra le parti, accordo diretto a sottoporre la controversia ad un determinato
giudice;
— l’attività di coercizione del diritto si riferisce ai mezzi adoperati per assicurare l’osservanza delle
norme e per reprimere le violazioni, sono quasi tutti riportabili alla categoria dell’autotutela: quella
che rappresenta un’eccezione in diritto interno, quindi, diventa la regola nel diritto internazionale.

Responsabilità collettiva e responsabilità individuale.


Mentre gli ordinamenti giuridici interni sono caratterizzati dalla prevalenza della nozione di responsabilità
individuale (ovvero i soggetti giuridici sono persone fisiche e/o giuridiche), l’ordinamento giuridico
internazionale si fonda sul concetto di responsabilità collettiva; ovvero lo Stato leso può rivalersi contro
l’intera comunità di cui fa parte lo Stato ha messo in atto l’illecito.

1 Gli ordinamenti giuridici nazionali nascono dall’appropriazione da parte di alcuni del potere effettivo e/o del monopolio dell’uso
legittimo della forza.
1

I rapporti con gli ordinamenti interni.


Le norme internazionali, per poter essere applicate concretamente, necessitano di essere recepite dagli
ordinamenti interni, ossia trasformate in norme nazionali, decidendo se e in che misura queste possano
essere applicate.
Il diritto internazionale non può funzionare senza l’aiuto costante, la cooperazione e il sostegno degli
ordinamenti giuridici nazionali.

L’importanza del principio di e ettività.


Il diritto internazionale è un ordinamento giuridico realistico e pragmatico, che tiene conto dei rapporti di
potere esistenti e si sforza di tradurli in norme giuridiche.
È largamente basato sul principio di effettività, secondo il quale soltanto le pretese e le situazioni
solidamente costituite nella realtà acquistano rilevanza giuridica (principio secondo il quale nella
valutazione dell'attività di uno Stato l'ordinamento internazionale tiene conto della sua organizzazione di
fatto e non di quella giuridica).

La reciprocità come fondamento delle norme internazionali e


l’emergere di interessi solidali.
La struttura paritaria e orizzontale della società internazionale ha condotta ad una situazione in cui ciascuno
Stato agisce sulla base di interessi individuali.

[da continuare]

Il “vecchio” e il “nuovo” diritto internazionale.


Il diritto internazionale, dalla s.g.m, ha subito importanti trasformazioni.
Il numero di Stati, in seguito alla decolonizzazione, è notevolmente aumentato e ad essi troviamo affiancati
nuovi soggetti.
In seguito a tali mutazioni abbiamo avuto mutazioni anche da parte della c.i. e delle norme che son
diventate più fitte, restringendo sempre di più la sfera di libertà, sia interna che esterna, degli Stati.
In secondo luogo, gli Stati non sono più liberi di usare la forza armata come strumento di politica estera;
tale divieto ha assunto natura consuetudinaria e dunque vincola tutti i membri della c.i.
In terzo luogo, la comunità internazionale ha iniziato a conferire maggiore importanza ad alcuni valori
fondamentali, tutelandoli in maniera particolare.

ff

La nascita della comunità internazionale.


L’origine della c.i. si fa di solito risalire alla Pace di Westfalia (1618, fine Guerra dei Trent’anni) anche se i
rapporti internazionali tra gruppi e nazioni ovviamente non ebbero inizio a quell’epoca.
Ciò che cambio con la PdW fu il modo di concepire le relazioni internazionali. Poiché la premessa
necessaria per la nascita e lo sviluppo dell’odierna comunità internazionale è, in sostanza, l’affermazione
del moderno Stato nazionale2.
La PdW segnò il declino della Chiesa e la disintegrazione de facto dell’Impero, portando alla nascita di un
sistema internazionale basato su una pluralità di Stati indipendenti che non riconoscevano un’autorità ad
essi superiore.

Dalla Pace di Westfalia alla ne della Prima Guerra Mondiale.

Gli Stati più importanti.

La c.i., fin dalle origini, era costituita da Stati appartenenti a diverse aree geografiche, culturali e
religiose.
I rapporti più stretti ed intensi intercorrevano tra Stati europei, anche se questi ultimi stipularono
trattati anche con altri paesi coi quali entravano in contatto.
Gli Stati europei, avendo una comune matrice religiosa (cristianità) ed un comune bagaglio
ideologico, trovavano in essi un modo per mettere fine ai conflitti politici, economici e militari.

Il sistema delle capitolazioni e il colonialismo.

Gli Stati non europei si inchinarono per lungo tempo alla superiorità dei paesi occidentali e finirono
per accettare le regole che quest’ultimi avevano elaborato.
L’occidente (Europa e Stati Uniti) sviluppò due distinte tipologie di rapporti col mondo esterno, a
seconda che si trattasse di veri e propri Stati o comunità prive di un’autorità centrale organizzata:
— nei confronti degli Stati veri e propri, misero in pratica la capitolazione, un complesso
sistema di privilegi (garanzia dell’integrità della persona e della proprietà, inviolabilità del
domicilio, libertà di religione e di commercio, ecc., e soprattutto immunità dalla
giurisdizione locale) previsti da particolari accordi internazionali in favore dei cittadini
degli stati occidentali nei “paesi fuori cristianità”;
— nei confronti delle comunità prive di un’autorità centrale, misero in pratica il processo
di colonizzazione, ovvero la riduzione a colonia di territori geograficamente lontani, che
vengono adattati in modo da accogliere cittadini provenienti dalla madrepatria e rendere
utilizzabili le risorse locali.

La distribuzione del potere.

Il potere, nel periodo immediatamente successivo alla PdW, era esercitato in modo diffuso poiché
nessuno Stato era divenuto così forte da imporre il proprio volere agli altri membri della c.i. (sotto il
profilo giuridico tutti gli Stati si trovavano su un piano di uguaglianza); sul profilo pratico, un certo

2 Uno Stato costituito prevalentemente da una comune e omogenea entità culturale o etnica: i suoi cittadini condividono, infatti,
linguaggio, cultura e valori, diversamente da quanto può avvenire in altri Stati di cui si conoscono esempi storici. Il concetto di "Stato
nazionale" cominciò a formarsi in Europa dopo la fine della guerra dei cent'anni, ma si sviluppò soprattutto nel XIX secolo col
diffondersi di alcuni movimenti culturali.
3

fi

numero di grandi potenze dominava la scena internazionale. [da approfondire concerto d’europa,
dottrina monroe].

I precetti giuridici internazionali.

Il concetto di diritto internazionale nasce e si consolida proprio nel corso del 1600 e le norme che
si formarono in questo periodo presentano due caratteristiche fondamentali:
— furono il prodotto della civiltà occidentale, nascendo con un’impronta eurocentrica, da
un’ideologia cristiana e dalla visione liberistica;
— furono elaborate soprattutto dalle grandi potenze e da Stati di media grandezza, creando
norme che consentivano il perseguimento dei loro interessi.

Tentativi di limitare il predominio delle grandi potenze: la dottrina Calvo e la dottrina


Drago.

Tra il 1700 e il 1800 ci sono timidi tentativi di limitare il predominio delle grandi potenze attraverso
norme internazionali e/o nazionali.
Il primo tentativo fu la dottrina Calvo, (dottrina applicata soprattutto nei paesi latino-americani) in
base alla quale eventuali controversie coinvolgenti persone e beni stranieri sarebbero dovute essere
soggette alle sole norme e alla sola giurisdizione nazionale. La norma non produsse alcun effetto.
Il secondo tentativo si ebbe in seguito all'intervento militare anglo-tedesco-italiano nel Venezuela,
effettuato per proteggere gl'interessi dei connazionali portatori di titoli del debito pubblico
venezuelano. La teoria enunciata nel documento ebbe nome di dottrina Drago.
Secondo essa, la sospensione dei pagamenti da parte dell'amministrazione del debito pubblico di
uno Stato non costituisce ragione sufficiente per giustificare l'intervento armato di un altro Stato. Ai
paesi dell'America Latina, giuridicamente riconosciuti come stati indipendenti e sovrani, non sono
applicabili misure rigorose per ottenere al suddito straniero un trattamento di favore di fronte alla
legge nazionale.Per quanto attenuata, la dottrina permeava così del suo spirito un importante
accordo giuridico internazionale.

Dalla Prima alla Seconda Guerra Mondiale.


Due elementi molto importanti segnano l’inizio di una nuova epoca: la Prima Guerra Mondiale e la
rivoluzione sovietica che porta alla nascita del primo Stato socialista, inizio di una opposizione ideologica e
culturale ai precetti fino ad allora vigenti nella c.i.

La svolta: la Prima Guerra Mondiale e le sue conseguenze.

Le ripercussioni della PGM furono molteplici e rilevanti.


In primo luogo, la guerra contribuì ad unire il mondo intero, anche se forzatamente ed in modo
inquietante poiché il conflitto armato, per la prima volta, assumeva dimensioni tali da coinvolgere
in forma diversa tutti i principali membri della c.i.
In secondo luogo, la guerra segnò la “fine dell’epoca europea”, in quanto rese palese che l’Europa,
cui declino si manifestò sotto il profilo economico, militare e politico, non svolgeva un ruolo
decisivo nella vita delle relazioni internazionali.

La divisione della comunità internazionale a seguito dell’emergere dell’URSS.

La nascita dell’URSS, nel 1917, proclamò un’ideologia e una filosofia politica in contrasto con
quelle degli altri Stati; affermava, a livello internazionale, l’autodeterminazione dei popoli,
l’uguaglianza sostanziale degli Stati e l’internazionalismo socialista.
Per la prima volta uno Stato membro della comunità internazionale promuoveva una linea politica
cui obiettivo era lo smantellamento della struttura degli altri Stati e i loro possedimenti.

Un esperimento di coordinamento collettivo dell’uso della forza: la Società delle


Nazioni.

In seguito alla PGM, con lo scopo di mantenere la pace e sviluppare la cooperazione internazionale
in campo economico e sociale, nacque la Società delle Nazioni. L’idea di creare un sistema politico
e giuridico capace di prevenire i conflitti internazionali si affermò a opera soprattutto del presidente
statunitense Wilson, che si fece interprete delle tesi internazionaliste e pacifiste sostenute in partic.
nei Paesi anglosassoni. La S.delle n. operò a partire dal 1920. I membri permanenti variarono di
frequente a causa delle travagliate vicende internazionali del ventennio tra le due guerre: gli USA
restarono estranei all’organizzazione che pure avevano fortemente contribuito a creare; agli
originari quattro membri (Francia, Gran Bretagna, Giappone, Italia) si aggiunse (1926) la
Germania, che si ritirò nel 1933, insieme al Giappone seguito nel 1937 dall’Italia, mentre l’URSS,
ammessa nel 1934, fu espulsa nel 1939. Per le sue debolezze intrinseche, in partic. dovute alla
regola dell’unanimità e al predominio delle grandi potenze, la SDN non seppe fronteggiare le crisi
internazionali che negli anni Trenta condussero allo scoppio della Seconda guerra mondiale e si
sciolse, nel 1946, dopo l’entrata in vigore dello statuto dell’ONU.

Dalla Carta delle Nazioni Unite alla ne della Guerra Fredda.

Le conseguenze principali della Seconda Guerra Mondiale.

Il 1945 registra tre eventi di grande importanza:


— il 26 giugno fu adottata, a San Francisco, la Carta delle Nazioni Unite;
— il 6 e il 10 agosto, gli Stati Uniti, lanciarono due bombe atomiche sulle città giapponesi
di Hiroshima e Nagasaki;
— l’8 agosto fu siglato, a Londra, l’accordo che istituiva il tribunale militare
internazionale di Norimberga, per la punizione dei grandi crimini di guerra.
Tali avvenimenti accentuarono ed esaltarono l’attenzione tra forza e diritto e la pace diventa il fine
supremo della c.i.

La creazione dell’ONU.

Al termine della guerra, gli Alleati, deciso di istituire un’organizzazione internazionale capace di
limitare significativamente l’uso della forza armata e di contribuire alla soluzione pacifica delle
controverse internazionali. Istituirono l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), cui
attribuirono la competenza di mantenere la pace e la sicurezza internazionale — tale organizzazione
costituisce un tentativo di garantire la sicurezza collettiva, un tentativo più avanzato di quelli
realizzati nel passato in quanto, per la prima volta, viene vietato il ricorso alla guerra, alla
minaccia e all’uso delle forze armate.
Tale organizzazione vede una prima controversia nell’evento del 6 e 10 agosto (bombe atomiche su
Hiroshima e Nagasaki) e un secondo nel contrasto, che poi sfociò nella Guerra Fredda, di due
membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, gli Stati Uniti e l’URSS. Possiamo affermare che il
tentativo di centralizzare l’uso della forza armata era, ancora una volta, fallito.
5

fi

[parentesi su paesi del terzo mondo che cercano, inutilmente, di cambiare la c.i. e bla bla
bla non penso sia importante, nel caso si improvvisa]

Dalla ne della Guerra Fredda ad oggi.

Il crollo dell’URSS ci porta da un sistema internazionale bipolare (🤪 ) ad uno unipolare e poi


multipolare.
Possiamo elencare tre fenomeni che emergono dall’analisi della c.i. internazionale:
— l’ascesa di alcuni Stati del terzo mondo e il declino di altri (Francia e Regno Unito);
— il ruolo accresciuto di enti non statali (ad es. le organizzazioni terroristiche);
— l’utilizzo, da parte di organizzazioni eversive, della tecnologia moderna.
L’incontro di tali fenomeni porta ad un ampliamento delle materie disciplinate dal diritto
internazionale, portando la c.i. ad essere sempre più integrata.

6
fi

Lo Stato come soggetto di diritto internazionale.

Potrebbero piacerti anche