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Diritto penale

Diritto penale 26 settembre

I reati sono gli illeciti sanzionati con una pena, le pene sono le sanzioni che vengono date dopo la condanna.

Pene pecuniarie pene detentive

Pene detentive temporanee

Art17 codice penale elenco delle pene principali che distingue i resti in due categorie in delitti e contravvenzioni

Per delitti sono l’ergastolo la reclusione e la multa

Per le contravvenzioni sono l’arresto e l’ammenda

L’ergastolo è una pena perpetua pur essendoci la possibilità di avere una forma di libertà condizionata che
consente di tornare purché il giudice abbia accertato.

Possono definirsi penali tutte quelle sanzioni che hanno carattere afflittivo

Definizione formale a cui si sovrappone una definizione sostanziale che va a allargare la possibilità di applicare
principi penalistici anche a nozioni di tipo amministrativo ad esempio.

Il nostro codice penale del 1930 del periodo fascista dal codice rocco, ha contenuto autoritario ma ha una
struttura liberale perché formato da giuristi liberali.

Non c’è mai stata una stabilità politica in grado di superare questo codice.

Nel caso in cui ci sia un contratto tra le norme e i principi della costituzione se ne occuperebbe la corte
costituzionale.

Il codice penale è strutturato in tre libri, il primo è dedicato alla parte generale del codice, secondo libro dedicato
ai delitti, terzo dedicato alle contravvenzioni.

Ogni libro è diviso in titoli. Criterio del bene giuridico tutelato.

Il diritto penale liberale vede il diritto penale come offese a dei valori, e sanziona delle condotte che sono lesive di
un bene giuridico fondamentale per la convivenza e il criterio è quello di individuazione del bene giuridico da
tutelare.

L’ordine dei titoli del delitti in particolare rispecchiano il carattere autoritario del codice, che mette al primo posto
i delitti contro la personalità dello stato.

Contro il pensiero personalista dettato dalla costituzione liberale.

27 settembre
La finalità delle pene,

Lo stato è legittimato a punire il cittadino, prime risposta è che deve garantire la convivenza pacifica della
collettività sul territorio, deve tutelare i beni giuridici essenziali, le pena può essere a seconda dli ordinamenti può
essere la morte , la tortura,

Il diritto penale i plica l’uso della forza contro qualcuno per questo viene definito ius terribile, consiste
nell’attribuzione allo stato del monopolio dell’uso della forza che segna un punto fondamentale nel passaggio
delle società da società primitive basate sulla vendetta, a società più evolute in cui c’è la pena per metter fine a
queste situazioni.

La pena trova la sua natura sin dalla storia greca, con il tribunale che ha il compito di giudicare le pene più gravi.

Per esprimere il concetto della forza nel diritto penale, si usa l’espressione

La pena è arma a doppio taglio ovvero tutela dei beni giuridici attraverso la lesione di beni giuridici,

Ovvero stabile le condizioni e i limiti entro i quali è possibile punire.

Il diritto penale è circondato d garanzie a cui dobbiamo dare importanza, come il principio di legalità che dice che
solo il parlamento può emanare norme incriminatrici ovvero privare il cittadino o meno della sua libertà, il
principio di irretroattività ovvero non possiamo essere puniti per un atteggiamento che quando abbiamo
compiuto era lecito. Non a caso questi principi nascono durante l’illuminismo.

Da un lato c’è l’uso della forza e dall’altro protezione delle libertà individuali.

Si parla di giustizialismo, deve ridurre la criminalità e tutelare a collettività, e bilanciare le duce facce ovvero
giustizia e garanzie.

Le funzioni della pena

La pena ha qualcosa di afflittivo ovvero genera sofferenza, questo carico di afflizione è andato diminuendo,
perché la storia della pena è una continua abolizione.

Abolizione della pena di morte… questo percorso di umanizzazione. Non è vero ovunque perché in alcuni paesi
non è così.

In Italia abolizione pena di morte nel 1944 e sostituita con l’ergastolo. Solo nel 2007 abbiamo il divieto assoluto.

Lo stato è legittimato a infliggere le pene, che hanno delle funzioni diverse

Finalità retributiva

e preventiva

Alle quali si aggiunge la giustizia riparatoria

La funzione della pena è assoluta ed è la retribuzione che guarda al passato secondo questa teoria la pena serve
per compensare l’illecito commesso, ovvero idea che restituire il male a chi ha fatto crea pacificazione.

Questa idea retributiva guarda al passato e prove la sua origine nel passato, frattura per frattura occhio per occhio
dente per dente. Concetto della proporzione per rimettere le cos in pari, ovvero pena proporzionata al male che
mi è stato fatto. questa pena la troviamo nell’editto di rotari.
La teoria retributiva è assoluta perché trova giustificazione in se tessa perché non ha scopi ulteriori. Al bene deve
seguire il bene e al male deve seguire il male e questa è la giustificazione della pena.

Teorie preventive guardano invece al futuro, nel senso che Los dopo della pena è quello di spedire la commissione
di ulteriori reati è una prospettiva utilitaristica. io ti punisco perché è utile alla società, non sono assoliate ma
sono teorie relative che nascono da Platone in Protagora che dice che chi cerca di punire secondo la ragione non
punisce in motivo del delitto trascorso ma in prospettiva del futuro. Questa idea torna in Beccaria nei delitti e
delle pene.

Quando parliamo di prevenzione lo facciamo con due accezioni

Prevenzione generale e speciale, in base al destinatario al quale è rivolta la pena:

-Generale, efficacia nei confronti della collettività; si può intendere in senso negativo e senso positivo, quella
negativa è quella classica ovvero l’effetto di deterrenza che esercita su ognuno di noi la norma penale. Concetto
che sanziona la violazione con una pena, il presupposto è che questa minaccia di pena trattenga la collettività da
commetter quel determinato reato. Questo effetto di deterrenza viene potenziato tramite dalla
spettacolarizzazione. La privazione della libertà ti trattiene dal commetter il reato. Infatti la pena di morte non
porta agli stessi risultati. Minaccia della pena dovrebbe far proiettare la comunità verso quel bene oggetto della
norma incriminatrice. Anche questa idea ha una validità relativa. Positiva, effetto di orientamento culturale.

-Speciale, per indicare l’efficacia che la pena ha su chi la subisce. ovvero la capacità che la pena nei confronti
della persona verso la quale la pena vien esibita.

Tramite la rieducazione con una pena che intervenga sul condannato, o tramite l’eliminazione con la morte fisica
o l’ergastolo con l’allontanamento dal consorzio sociale. Stiamo parlando di intimidazione, risocializzazione e
neutralizzazione. È una idea contemporanea che ha dei limiti perché a differenza di quella retributiva questa non
ha in sé l’idea della proporzione. Perché dipende di più dalle caratteristiche del soggetto che da ciò che ha
commesso.

-ad oggi si aggiunge il modello di giustizia ripartiva, che non li sostituisce, che è un modello che nasce
dall’esigenza di restituire un ruolo alla vittima del reato, in realtà l’obiettivo passa attraverso la riparazione
dell’offesa, ovvero la vittima deve ritornare sulla scena, e giustizia penale deve provare che la fattura che si è
creata in società venga riparata. necessario che ci sia il consenso delle parti per la risoluzione delle questioni con
la presenza di un terzo imparziale ovvero l’intermediario. Si esplicita tramite strumenti diversi come la
mediazione. tramite uno stato di diritto con libertà e democrazia. Idea è quella di riparare l’offesa che il reo ha
recato tramite il reato. Prende in considerazione la vittima e cerca di riparare questa fattura tramite presa di
coscienza. Fino a poco fa è stato qualcosa di parallelo mentre ora si impone con la riforma cartaccia è stata
introdotta una disciplina generale di sistema della giustizia ripartiva.

Quali di queste idee sia compatibile all’interno del nostro quadro costituzionale; il nostro è il diritto di uno stato in
cui si deve muovere su dei principi,

Norma centrale è art 2 costituzione che è la norma tutela dei diritti fondamentali della persona che esprime l’idea
della concezione personalista del nostro stato.

Art 27 della costituzione che dice che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato.

L’art 2 ci dice che i diritti sono inviolabili, e allora perché lo stato può privarne? Può per tutelare a sua volta altri
valori fondamentali che sono il presupposto per il godimento pacifico, ovvero la pena si legittima in funzione di
prevenzione.
Dai principi dei noto ordinamento si ricava che la pena del nostro ordinamento si legittima in quanto ha una
funzione di prevenzione.

Capiamo come la pena svolge la funzione preventiva in cui Dobbiamo distinguere tre fasi

-fase della minaccia di pena, ad esempio 575 cp, in questa fase la pena funge da prevenzione generale. Principio
di offensività; deve esserci un’offesa di un valore che sia importante per la convivenza civile, riguarda l’offesa di un
bene giuridico; il principio che impedisce al legislatore di parificare l’offesa di beni giuridici diversi trova sua
applicazione nel principio di proporzione, di uguaglianza e di rieducazione. Nel periodo covid inizialmente la
violazione di qualsiasi misura di sicurezza costituiva reato, punito con l’arresto o con l’ammenda. Qui il legislatore
ha puntata solo sulla prevenzione generale positiva, interessato a trasmettere il messaggio con forza. La pena è
molto esigua, e questa contravvenzioni possono estinguersi tramite l’oblazione ovvero il pagamento di una
somma di denaro (bisognava trasmettere il messaggio del precetto). Nel giro di poche settimane il legislatore ci
ripensa e le stesse misure di contenimento sono punite con la sanzione amministrativa del pagamento di una
somma che va dai 400 ai 3.000 euro. Quindi avviene una depenalizzazione della pena.

-fase in cui il giudice applica o irroga la Pena, il giudice accertata la colpevolezza applica la pena, nell’irrogazione
della pena il giudice è orientato tramite una prevenzione speciale. Nel fare questa operazione di commisurazione
il giudice può anche tener conto da un punto di vista generale? No non bisogna parlare di pene esemplari, anche
se ci capita molto spesso di trovarle ma esse non sono legittime.

-esecuzione della pena, legge 354 del 75 che rivoluzione il sistema dell’esecuzione rivisitandolo sulla base del
principio educativo. la legge di ordinamento penitenziario è ispirato al principio secondo cui la pena detentiva
lascia intatta la titolarità degli altri diritti della persona, garantendo il rispetto della persona, perché la pena non
deve essere disumana non deve umiliare perché non sarebbe finalizzata alla rieducazione.

I dati statistici dicono che il livello di recidiva oscilla tra il 70 e 80%, quindi commettono un ulteriore reato dopo
esser usciti dal carcere.

L’equazione secondo cui più carcere equivale a più sicurezza non è così vera, ragione per cui la riforma cartabia ha
proposto l’introduzione di pene non detentive.

Professoressa mazzucato.

Il legislatore commina.

Giustizia ripartiva nel dlgs 150 del 2022, ha la funzione di riconoscimento della vittima del reato e
responsabilizzazione dell’autore, interviene della fase esecutiva questi percorsi di mediazione che consistono in
incontri tra il colpevole e le vittime

4 ottobre

I principi di garanzia del diritto penale.

Dove nascono?

Le garanzie sono i principi che delimitano il potere punito dello stato a tutela dei diritti individuali, non sempre è
stato così, c’è stato un feto in cui però tale potere era esercitato senza limiti come Duante anciame regime in cui
non vi era un codice ma delle norme sparse

.le fonti del diritto penale, scrive Beccaria che non c’era alcuna divisione tra il diritto e la religione, il processo e le
accuse erano segrete, le torture insopportabili e le pene erano definite gli atroci supplizi.
Gli illuministi iniziano capire che è necessario circondare il sistema punitivo dello stesso di garanzia senza le quali
si vive il terrore. i sovrani illuminanti ascoltano queste idee che diventano ufficiali attraverso l’aggiunta all’interno
dei codici.

A monte c’è l’idea dello stato di diritto che è frutto di un contratto sociale, rinunciare ad una parte di libertà a fine
di garantire una convivenza ordinata.

Cesare Beccaria sostiene che fu la necessità a portare gli uomini alla cessione di parte della loro libertà.

In questo periodo di fonda il principio di legalità che ci dice che spetta solo al parlamento elaborare le norme
penali in quanto espressione della maggioranza e minoranza; unico organo legittimato perché rappresenta la
proporzionalità. Leggi che devono essere chiare e precise, il loro confine semantico deve essere tale dacché il
giudice sia bocca della legge. Se la norma è incomprensibile allora il giudice assumerebbe un valore più rande di
quanto in realtà gli spetti.

I giudici sono la bocca della legge, e la libertà è il diritto di fare tutto ciò che le leggi permettono (Montesquieu).

Quindi il principio di legalità riguarda la fonte così come la modalità di formazione delle norme.

Irretroattività, ovvero la legge penale deve disciplinare solo sull’avvenire. Infatti nessuna legge costituita dopo che
un fatto è stato compiuto può renderlo un crimine.

Il contenuto delle norme penali, si parla di laicizzazione ovvero si arma che lo scopo del diritto penale è protegger
qui beni giuridici che sono fondamentali per la convivenza.

Diceva Beccaria che la vera misura dei delitti è il danno alla nazione e non l’intenzione che egli commette.

Il processo assume anche la valenza di luogo della garanzia della libertà individuale.

La pena detentiva è la pena, migliore che è uguale per tutti.

Nei codici,

In Italia codice prototipo è quello del gran ducato di toscana che condiziona la Storia del nostro codice penale, in
cui viene abolita la pena di morte.

Poi arriva napoleone con la sua codificazione che fa un gran passo indietro con il ritorno alla pena di morte. I
codici in italia diventano una copia di quello napoleonico, tranne quello toscano che rimane fedele all’abolizione
della pena di morte. la toscana non vuole rinunciare al suo codice per questo il orchessa di unificazione del codice
tarderà ad arrivare, soltanto con il codice zanardelli del 1889 primo cicce dell’Italia unita di stampo illuminista che
deriva dai codici dell’illuminismo. Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri perché da essi si misura
ilgrado di

Questo codice ha come base la scuola classica di cui esponenti vi era Carrara che scriveva che il diritto di proibir le
azioni è mezzo di diesa dell’ordine esterno.

Introduce il principio di colpevolezza ovvero per punire un soggetto è necessario che questo soggetto abbia
commesso tale reato in modo rimproveratile, si parla di necessaria rimproverabilità del soggetto. Essa
presuppone che il cittadino può decidere se compiere un reato o meno.

Nel 900 si iniziano ad affermare i totalitarismi, fascismo e codice zanardelli non va più bene, codificazione del
codice penale rocco che porta alla divisione di due scuole

Quella classica alla quale si affianca una concezione diversa del diritto penale dettata dalla scuola positiva,
secondo questa concezione il diritto penale ha lo scopo di preservare la società dai delinquenti. Si sposta
l’attenzione sul soggetto pericoloso, si elimina la concezione del libero arbitrio, e si pensa di fattori che possano
portare il soggetto a commetter un reato. Il reato non è frutto di una libera scelta ma derogabile da fattori che
sono scientificamente spiegabili.

Fisionomie di criminali secondo Lombroso. Secondo lui i delinquenti avevano ua fossetta che era un tratto ce fa si
che quei soggetti siano destinati a delinquere.

Lo scopo del diritto penale è individuale i delinquenti e neutralizzarli.

Le pena diventa proporzionale rispetto alla pericolosità del soggetto, deve perdurare fino a quando non riesco ad
eliminare la pericolosità.

Nel momento della codificazione ci sono entrambe scuole classica e positiva.

Il codice rocco nel 1930 entra in vigore, rimane un codice ancorato ai principi liberali; sul piano dei principi di
garanzia ovvero di legalità e irretroattività.

Il diritto penale ci dice di aspettar che questa intenzione si traduca in una condotta che sia pericolosa, gli atti non
devono essere equivoci, chiede che ci sia la prova di atti pericolosi. l’omicidio tentato è punito di meno rispetto
all’omicidio consumato. Così non era nel codice penale nazista in cui bastava l’intenzione per farmi condannare.
Nel codice rocco non troviamo il principio di colpevolezza; sul piano sanzionatorio ritorna la pena di morte e la
pena detentiva arriva a livelli molto alti, e abbiamo il doppio binario e qui emerge la concessione che il codice
rocco fa alla scuola posotva.

Accano alle pene si aggiungono le misure di sicurezza che riguardano i soggetti pericolosi, tra questi vi è
l’ospedale psichiatrico giudiziario (adesso sono stati chiusi). Il soggetto socialmente pericoloso viene isolato dalla
società e nascono queste misure a tempo indeterminato, ma poi ci sono stati dei correttivi. Altre misure sono le
colonie agricole.

Il codice rocco rivela la sua parte repressiva tramite la pubblicizzazione degli strumenti di tutela.

Finisce il fascismo e arriviamo alla costituzione che porta il diritto penale ad essere il luogo di bilanciamento di più
esigenze

Art più importanti di rilievo penalistico:

-art 25 comma 2, che è la disposizione che è la fonte de principio di legalità, nessuno può essere punito se non in
forza di una legge che sia entrata in vigore prima dell’atto commesso.

-art 27 comma 1, dice che la responsabilità penale è personale (nessuno può essere punito per un atto commesso
da altri; ed è personale ciò che mi è riconducibile e addebitabile) ed è la fonte del principio di colpevolezza. È
incompatibile la responsabilità oggettiva.

Principio di legalità, nullo crimen nullo leges sine pena, sia la condotta sia la pena.

Art 575 cp, chiunque cagioni la morte di un uomo è punito …

Art 593 cp omissione di soccorso punizione con reclusione fino a un anno o pagamento di una somma di denaro.
Anche qui c’è il precetto e a sua sanzione, la differenza con il 575 è un reato comissivo mentre il 593 è omissivo.

10 ottobre 2023
Principi di garanzia

Principio di legalità: nullum crimine, nulla pena sine legge non ci può essere nessuna pena che non sia prevosa
dalla legge che nasce dall’illuminismo per limiterà il potere dello stat assoluto. Da un lato mette a riparo i cittadini
dal governo dall’altra protegge il cittadino dall’arbitrio di giudici. Lo ritroviamo nel codice penale art 1 nessuno
può essere punito per un fatto che sia espressamente …

Art 199, nessuno può essere sottoposto a misure di sicurezza a meno che ci sia un fondamento legislativo

Nella costituzione invece art25 comma2 legge che deve essere entrata in vigore prima dell’atto commesso; ciò dà
forza.

Art 117 cost serve per rendere vincolante l’art 7 della cedu, quindi anche nella cedu si afferma questo principio di
legalità anche se in un ambito non concedente con quello dell’art25. Art 117 ci dice che la potestà legislativa deve
essere esercitata nel rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e obblighi internazionali.

L’oggetto è il reato che riguarda sia la definizione del precetto sia quella della pena e delle misure di sicurezza.

I corollari dei principi di legalità:

Riserva di legge, quali sono le fonti delle norme incriminatrici

Principio di precisione, riguarda la tecnica legislativa

Principio di determinatezza, ci dice che nel descrivere le condotte queste devono essere provate da un processo

Principio di tassatività (divieto di analogia), divieto di interpretare analogicamente le norme penali

LA RISERVA DI LEGGE

Cosa si intende per legge? benché la prassi sia la legge formale affidata al parlamento, nei fatti invece si parla di
legge in senso materiale per opera del governo con atti aventi forza di legge. I dubbi sulla conformità dell’utilizzo
della riserva di legge con la metrica penale; nella prassi l’uso del decreto legge è molto frequente in materia
penale (procedimento depotenziato). Decreto legge che viene usato anche per le modifiche più ordinarie senza
che sussistano quei principi di necessità. su tale materia sussiste un dibattito: il nostro manuale sostiene che
questa legislazione affrettata contrasta con la riserva di legge in materia penale, e se noi consentiamo che il
decreto possa introdurre norme penali ciò priva il cittadino delle libertà personali per le quali questi principio è
stato introdotto ovvero vs la ratio per la quale è nato(tesi del nostro manuale che trova un limite nei casi come il
covid che sono effettivi casi di emergenza e eccezionalità), il resto è solamente abuso. La giurisprudenza
costituzionale negli ultimi momenti sta cercando di limitare tali abusi, ritenendo incostituzionale la reiterazione
del decreto e poi intervenendo per ritenere in contrasto quella norma con i principi dettati dall’art 77.

Nei decreti legislativi la situazione è più semplice e l’uso in materia penale è amplissimo; molto spesso le deleghe
però sono generiche e attribuiscono a governo una discrezionalità troppo grande; con il decreto legge deve essere
presente il presupposto dell’emergenza, e nel decreto legislativo solo se ci sono dei criteri restringenti.

Legge regionale? No solo la legge dello stato può introdurre norme penali,

Normativa sovranazionali possono introdurre delle norme incriminatrici?-consiglio d’Europa è un trattato


internazionale che è stato fatto in Europa dopo la seconda guerra mondiale che raggruppa 47 stati del continente
europeo con lo scopo di promuovere la democrazia; include la cedu con la quale ci si impegna a rispettare i diritti
dell’uomo e del cittadino. La corte europea dei diritti dell’uomo è l’organo di giustizia che ha sede a Strasburgo e
dà voce ai singoli cittadini.
dall’altra parte c’è l’unione europea che ha lo scopo di incrementare il benessere socio economico, cedendo
ciascuno stato una parte di sovranità, si occupa della normativa comunitaria: ha un organo di giustizia che è la
corte di giustizia che garantisce il rispetto delle normative europee.

Le norme comunitarie: esse non hanno competenza diretta in materia penale, ma la UE ha un competenza
indiretta tramite le direttive e quindi succede che le nostre leggi penali attuino queste direttive. Primazia della
norma comunitaria su quella statale: se una norma interna è in contrasto con una norma comunitaria il giudice
deve disapplicarla, questo succede anche con le norme penali. Se il giudice è in dubbio: rinvio pregiudiziale.

In cassoni contrasto il giudice nazionale:

-opera una interpretazione conforme

-disapplica la norma interna (caso El Dridi)

-Attiva i contro limiti (caso Taricco). Questa disapplicazione trova un limite se disapplicando il giudice va in contro
a principi fondamentali ( esp principio di legalità). a questo punto si soleva la questione alla corte costituzionale
che la rimanda alla corte di giustizia che riconosce l’indebolimento del principio di legalità e la non
disapplicazione della norma.

Le norme della cedu; efficacia indiretta. Nel caso in cui ci sia una norma interna in contrasto con la norma della
cedu; nella cedu entrano sia paesi di common law che civil law, quindi il giudice penale interno deve conoscere la
giurisprudenza cedu che è vincolante.

Qui il giudice non disapplica ma può sollevare la questione alla corte costituzionale tramite Il parametro che si
solleva è l’art 117

11/10

17/10

Riserva di legge materia penale fonti e norme incriminatrici

Se la corte costituzionale può fare sentenze che hanno come conseguenze negative per le parti-> solo in alcune
ipotesi come nel caso delle norme penali di favore.

La riserva di legge in materia penale è tendenzialmente assoluta  tutti gli elementi della fattispecie devono
essere integrati dalla norma ordinaria (esempio art.73 testo unico stupefacenti)

Art. 650 è rispettoso della riserva di legge in materia penale  si

Quando abbiamo parlato del principio di legalità ha diversi profili:

PRINCIPIO DI PRECISIONE

tra cui abbiamo il principio di precisione, la questione è quello della tecnica legislativa, il comando rivolto a
legislatore per come deve formulare le norme penali. In modo chiaro e preciso così che il destinatario del
precetto gli sia chiaro quel è il confine tra cosa può fare e cosa non può fare.

Fonti : art. 1, 25
Come sono fatte le norme mentre parliamo di questo principio di solito si usa una norma casistica, art. 73 testo
unico stupefacenti, qui ha utilizzato una clausola generale. Altre volte fa riferimento a dei concetti normativi. A
volte il riferimento normativo è a concetti sociali.

Quando i giudici si trovano di fronte a norme che sono scritte in modo poco chiaro e incerto, ritiene di poter
risolvere autonomamente di risolvere la questione testo unico stupefacente art. 80 comma 2. (quando lo
spaccio riguarda un ingente quantità di droga, l’aumento della pena, non vi è scritto quando scatta l’aggravante
dell’ingente quantità, quindi norma che lascia vagare il giudice), ad un certo punto la cassazione nella sua
funzione di nomofilachia, ha provato un rimedio, prendiamo la dose media giornaliera e per la cassazione risulta
l’ingente quantità moltiplicando quella giornaliera per 2000 volte = 20 kg. Qua il problema è che la corte si è
sostituita al legislatore e ha scritto una norma.

Art. 73 comma 5  reato di lieve entità, piccolo spacciatore.

Riguardo a questa norma, recentissimamente, la corte di cassazione dice, vista l’estrema incertezza della
giurisprudenza, voglio fare come le nazioni unite hanno fatto sull’articolo 80 vuole farlo anche sull’art. 73 al 5
comma. Ia corte di cassazione stabilisce dei limiti (un dato ponderale preciso), oltre i quali si applica l’articolo 73
al comma 5 altrimenti no.

Questa sentenza è stata molto criticata recentemente, la corte di cassazione ha delimitato solo l’ambito di attività
della norma (art. 73) ma il legislatore può valutare in modo diverso.

Altre volte il giudice solleva le questioni alla corte e non si attiva autonomamente.  caso di Tommaso, obblighi
della sorveglianza speciale, misura di prevenzione che può venire applicata a soggetti che sono sospettati di
commettere attività pericolose. I giudici nel 2010 avevano sollevato la questione alla corte costituzionale ma essa
non ha ritenuto che questo non era da analizzare e allora ci si rivolge alla corte EDU. Dopo di che i giudici hanno
messo queste prescrizioni e il giudice ha sollevato nuovamente la questione alla corte e ha dichiarato
l’illegittimità di questa prescrizione perché alle spalle aveva anche la corte CEDU e la sua decisione.

PRINCIPIO DI DETERMINATEZZA

Corollario del principio di legalità

L’unica sentenza della corte costituzionale ha riguardato l’ipotesi di plagio, illegittimo 1981. Art. 603. È stato
sollevato il principio di determinatezza, norma 612 bis c.p. la corte ha rigettato, perché non si può determinare
l’ansia e la paura.

Dubbio di determinatezza 727 c.p.  come facciamo a dimostrare il grado di sofferenza dell’animale.

Il plagio in gergo penale è diverso dal plagio con i diritti di autore. Sentenza 8 giugno 1981 n. 96 corte
costituzionale.

IL PRINCIPIO DI TASSATIVITÀ

Analogia  applico una norma che è stata utilizzata per regolare casi simili, per applicare una norma per analogia
ci deve essere una lacuna involontaria cioè un caso non regolato.

Ci deve essere una norma che deve avere la stessa ratio del caso non regolato. In materia penale c’è un divieto di
analogia che prova la sua ragione nella ratio del principio di legalità, nel momento in cui il giudice regola un caso
che non è regolamentato e applico una norma per un altro caso, sta creando una norma che spetta al legislatore.
Questo divieto ha la funzione di limitare il potere del giudice.

Il divieto riguarda sia il giudice che il legislatore. È un divieto che riguarda solo la malam partem  guarda solo la
parte negativa.

Art. 14 delle preleggi.


il problema è la distinzione tra interpretazione estensiva e analogica. Se il giudice stabilisce un significato
semantico che va oltre i termini in questo caso va oltre all’interpretazione analogica.

Esempio: siamo in una stazione ferroviaria c’è un medico che è appena sceso da un trano, annuncio cercano un
medico che possa intervenire, ma questo medico si allontana dalla stazione e non presta soccorso al paziente.
Non si applica la norma di omissione di soccorso perché il medico stesso non ha ne visto ne sentito la persona che
aveva bisogno di lui.

Il giudice può estendere l’interpretazione della norma ma non può modificare la norma. La tentazione
dell’interpretazione analogica del giudice è ampia.

IL CASO DEL REDATTORE DI GIORNALE

Entrambi i casi si applica la norma 660 c.p. perché entrambe si trovano di fronte al pubblico.

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