• L'ambiente del punto vendita agisce sul comportamento d’acquisto di
coloro che si trovano al loro interno • L'elemento centrale della relazione ambiente-individuo è costituito dal coinvolgimento dell’individuo in tale relazione • Coinvolgimento: valore percepito di un determinato oggetto-obiettivo
Oggetto-obiettivo
• Non è detto che sia solo uno, da tenere in considerazione se il
consumatore è vittima di un coinvolgimento nel prodotto, brand, esperienza 1. Coinvolgimento razionale vs emozionale • mi faccio coinvolgere in modo razionale cioè obiettivo per ottenere massima funzionalità o emozionale riguarda un lato più personale, valoriale, emotivo (edonistica, del piace) 2. Coinvolgimento nel prodotto 3. Coinvolgimento nel brand: può essere coinvolto dal brand, fidelizzarsi i clienti (store brand), sempre più importante • Es Sephora: coinvolgimento con il brand del retailer indipendentemente dal prodotto 4. Coinvolgimento nell’esperienza: tipico delle imprese commerciali perché si intende intera esperienza di acquisto (customer journal): tragitto che il consumatore fa dal momento in cui nasce l’esigenza del prodotto fino al post acquisto, si lascia coinvolgere dall’esperienza, intero viaggio 5. Responsabilità dell’impresa retailer che si occupa del coinvolgimento nell’esperienza
Effetti del coinvolgimento:
• aspetti funzionali: riduzione dei costi di gestione di punti vendita, se il consumatore si coinvolge è disposto a effettuare autoproduzione di servizi, lo fai da solo perché sei coinvolto (self-scanner, realizzo degli ordini), self-service ha ridotto i costi: faccio tutto da solo, bilance al supermercato, ha ridotto i costi • Aspetti simbolici: rilevanza sociale: toccano gli aspetti legati alla psicologa umana: mi coinvolgo e posso accrescere la mia capacità di riconoscermi in determinati aspetti simbologici personali • Aspetti emozionali: esperienza d’acquisto: coinvolgimento può dare strascichi sull’esperienza che ho avuto: decathlon, adidas a Milano; va a toccare tasti che sono molto legati all’aspetto emozionale; più sono coinvolto, più accresco positività esperienza d’acquisto
Marketing dell’impresa commerciale: retail marketing: Come impresa si
relaziona con il consumatore finale
La nascita del self-service e l’affermazione del marketing distributivo
Perché retailer fa marketing? Marketing distributivo nasce con il self-service
Lo sviluppo del self-service: rappresenta una delle più importanti innovazioni
nel commercio, ha cambiato le nostre vite
Ha permesso:
• Industrializzazione del processo di erogazione dei servizi commerciali->
maggiore efficienza: sostituzione di servizi erogati dal personale(costoso) con l’autoproduzione dell’acquirente, servizio di assistenza eliminato quindi minor costi • La modernizzazione della distribuzione: eliminazione di servizi che i consumatori moderni considerano meno rilevanti rispetto al passato (vendita assistita) perché consumatore ha la possibilità di raccogliere informazioni in altri modi • La standardizzazione dei servizi commerciali-> apertura di p.v. omogenei • Crescita a catena: crescita di un’impresa per effetto di una moltiplicazione di p.v. omogenei, è permesso dal self-service; il punto vendita senza self-service cambia talmente tanto da punto a punto che il servizio che ho un posto in un luogo può esser diverso da un altro luogo; con l’introduzione del self service l’acquisto è effettuato indipendentemente dalla presenza di personale, ma grazie a come vengono collocati i prodotti, il self service incentiva l’acquisto ed è uguale da punto a punto, è una cosa più oggettiva
Cause sviluppo self-service
• marketing industriale: marketing dei prodotti di marca e i mezzi di
comunicazione rendono obsoleti i servizi offerti dai negozi tradizionali • Evoluzione della domanda: maggiore istruzione, più informata (comunicazione di massa), autonomia decisionale e attiva nel p.v., ho già informazione prima di entrare grazie alla pubblicità; non ho più bisogno di servizi considerati obsoleti; consumatore ha aumentato la sua alfabetizzazione come crescita culturale: entra nel punto vendita più cosciente; rischio per le imprese commerciali quale è? Non posso influenzare consumatore sulla vendita che mi interessa? Sì, si può ma dobbiamo trovare altri modi, non più personale di vendita ma altri modi
Tendenze
• Importanza del punto vendita come mezzo di comunicazione->
integrazione a valle dell’industria, vanno nei loro store di persona o tramite franchising: casa madre che dà la possibilità di utilizzare brand nell’apertura di p.v., non si vuole perdere il controllo dei p.v. (es flagship store o reti di franchising) • Servizi accessori come variabile di differenziazione-> crescenti aspettative dei clienti • Lo sfruttamento delle nuove tecnologie per aumentare la qualità dei servizi e la soddisfazione dei clienti, hanno portato a differenziazione dei prodotti
Segmentazione della domanda: analisi e strategia prima di entrare in azione
• Individuazione di segmenti di consumatori all’interno dell’intero
mercato; si tiene conto della diversità dei consumatori; non ci si può rivolgere al mercato pensando che tutti i consumatori siano uguali • I consumatorii sono eterogenei e frammentati fra di loro, servire uno specifico target di consumatori permette di comprendere meglio le necessità, li aggredisco con simili prodotti, creo ad uno specifico target un’offerta a loro dedicata e mi permette di fittare con le loro specifiche esigenze, do loro quello che specificatamente vogliono • La focalizzazione su un target di consumatori permette di cerare la propria offerta sulle sue esigenze e, quindi, di accrescere le possibilità di successo • Ogni impresa ha un suo target di consumatori ma è possibile che un'impresa abbia più target ma considero le loro differenze e quindi do prodotti diversi a diversi target di consumatori (impresa multiprodotto); non è detto che si cambi brand (Colgate)
Criteri di segmentazione: segmentazione come ricerca di aggregazione di una
domanda sempre più eterogenea • Criterio geografico: dimensione del centro urbano, quartiere di alto livello piuttosto che la periferia, caratteristiche del quartiere di residenza; regione di appartenenza; geomarketing per fornire l’offerta più adeguata si chiama legata alla geografia • Criterio sociodemografico: età, sesso, livello di istruzione, occupazione, ciclo di vita del nucleo familiare, reddito; molto diffuso per la facilità di utilizzo; dati facilmente in possesso delle imprese, quante persone di quell’età ci sono, che istruzione hanno, quanti sono localizzati lì e cosa vogliono(target è un’impresa commerciale specializzata nel mega supermercato e mega magazzino, non c’è alimentare di solito, si trovano sempre in aree periferiche, appena fuori città, uso particolari di un format: Near college campuses: shopping dedicato agli studenti del college, vicini alle università, molto più piccoli e non necessariamente in periferia; cosa si trova rispetto agli altri? Birra, roba da studenti; senior shopping hours: negozi riservati agli anziani, entravano solo i senior; hanno adeguato i prodotti al target • Criterio comportamentale: fedeltà al p.v., frequenza di visita, livello dispesa media, sensibilità di retailing mix; sfruttamento dati delle carte fedeltà; come mi comporto da un punto di vista del comportamento d’acquisto; aggrego coloro che sono simili, sono in grado di mandarmi offerte personalizzate • Criterio psicografico: stile di vita= attività, interesse e opinioni; lifestyle retailing, • Criterio per benefici ricercati: pone attenzione sui vantaggi-benefici che l'acquirente cerca di ottenere acquistano un prodotto-servizio; segmenti= insieme di clienti che ricercano gli stessi benefici( dnetrificio dipende quale è il beneficio che ricerco, discount è ricercato per i benefici che porta in termini di convenienza)
Le leve del retail mix
• Assortimento: la selezione, formazione e la proposta espositiva
dell’assortimento sono uno dei servizi centrali offerti dall’impresa commerciale; leva complessa per l’elevato numero dei prodotti che comprende l’aumento dei nuovi prodotti; assume connotati diversi a seconda delle richieste anche se dovrebbero essere omologate ma in pratica non è così • Es alimentare: coop in trentino ha prodotti diversi rispetto alla nostra coop: selezione di prodotti locali • Suddivisione in settori-reparti, famiglie e linee: categoria= insieme di articoli considerati correlati/sostituiti nella soddisfazione del bisogno • Da tradurre in criteri espositivi coerenti con le logiche di lettura del consumatore (funzione-occasione d’uso; stile di vita) • category management: gestione assortimento prendendo come unità fondamentale di gestione la categoria: processo di gestione a livello di singola categoria merceologica, considerata come unità strategica di business, avente l’obiettivo di migliorare i risultati mediante la focalizzazione sul valore trasferito al consumatore; categoria assume ruolo importante, non è solo la massimizzazione del profitto, genera la liquidità, massima marginalità; occasione d’uso, sembra venie in contro alle esigenze del consumatore non di certo delle impese; latte e biscotti insieme porta al cross selling: si comprano entrambi obiettivi ripartiti in categoria; in alcuni negozi di abbigliamento abbiamo divisi vestiti per colori, indifferentemente dalla merceologia stimola l’acquisto In store marketing e merchandising(promotion)
• Merchandising: modo con cui viene presentato assortimento dentro
punto vendita; sostituisce ad una presentazione passiva del prodotto una presentazione attiva, facendo appello a tutto ciò che può renderlo più attraente; è considerato come l’insieme delle attività di marketing che hanno luogo presso i punti vendita a self-service; acquistato importanza con introduzione del self-service • È definito cime marketing del e nel punto vendita • Invogliano il cliente a comprare dato come vengono esposti i prodotti, modalità espositiva, musica, colori e via dicendo • Comunicazione • Le aree di attività del merchandising: rappresenta un insieme di attività articolate gerarchicamente in 5 aree • Classificazione/segmentazione dell’assortimento coerentemente con le scelte di segmentazione e posizionamento • Lay-out delle attrezzature: modalità di esposizione degli scaffali: come scelgo di esporre le attrezzature (scaffali): assetto complessivo del punto vendita; scelta e disposizione delle attrezzature espositive; organizzazione del flusso di traffico della clientela: come si devono muovere, dove mettere le casse, capire dove mettere gli scaffali, la forma degli scaffali, mobilio da esposizione, dipende dal tipo di prodotto esposto; come metto gli scaffali mi condiziona il percorso che devo effettuare all’interno del punto vendita • Lay-out merceologico: come metto le singole categorie sugli scaffali; in alcuni casi esposizione doppia, modalità aggregativa dei reparti: affinità merceologica, complementarità nella soddisfazione dei bisogni, occasione o momento d’uso, clientela, prezzo, marca • Display (scaffale) modalità di attribuzione della superficie espositiva ai singoli prodotti: decidere dove esporre le singole referenze e i singoli brand • Qualità espositiva orizzontale e verticale: orizzontale consumatore in base al suo percorso perde interesse andando sempre più avanti, appena arriva presta maggiore attenzione, qualità espositiva è più alta all’inizio; qualità espositiva verticale: presta attenzione al livello occhi e livello mani: quello più comodi e più visibile, più ambiti dalle imprese industriali, le imprese pagano per essere inseriti più in alto: sottoforma di forti sconti quando vendo il prodotto • Attività di animazione e promozione: atmosfera esterna è la vetrina, è fondamentale, invoglia il consumatore ad entrare • Atmosfera del punto vendita illuminazione è fondamentale: farmacie, supermercati, la luce nel camerino, musica è importante
Gestione del marketing per principianti: Come creare e affermare il suo marchio, costruire relazioni con i clienti e aumentare le vendite con la gestione del marketing.