Sei sulla pagina 1di 186

ECONOMIA DEI MEDIA

ALIAS
ISTITUZIONI DI ECONOMIA
COS’È L’ECONOMIA
• due punti di vista:
• l’oggetto: i processi economici
• la disciplina: lo studio di quei processi

• economia v. scienza economica


• (the economy vs economics/political economy)

• economiadei media =
media economy + media economics
L’ECONOMIA

• perché esiste un’economia —> valore


• di quali processi è fatta un’economia
• chi fa l’economia

• quali
specificità (processi/attori) nel “settore” dei
media?
SCIENZA ECONOMICA
• concetti
• relazioni tra concetti (teoria)
• questioni di metodo
• visioni del mondo differenti
• —> domande (problemi) differenti
• —> risposte (soluzioni) differenti
• —> risultati (politiche economiche) differenti

• quali concetti per studiare i media?


ALCUNE NOZIONI DI BASE
• azione economica = azione interpretata a partire da una
valutazione dei costi e dei benefici
• costi e benefici monetari?

• scelta tra azioni differenti = confronto i benefici al netto dei


costi, scelgo l’azione che mi da il vantaggio maggiore
• costo-opportunità = il beneficio netto delle opzioni a cui
rinuncio
• (più precisamente, dell’opzione migliore tra quelle a cui rinuncio)

• agenteeconomico = il soggetto che intraprende l’azione


economica
• Individuo? Gruppo (es. famiglia, impresa)? Collettività (es. Stato)?
COS’È L’ECONOMIA

• Due possibili modi di guardare all’economia e alle


azioni economiche:
• 1. relazioni di mercato (domanda e offerta; incentivi)
• 2. processi materiali e organizzativi (p.es. business model,
divisione del lavoro, innovazione…)

• Sono due modi complementari, ma privilegiare


uno o l’altro ha effetti su come valutiamo il
risultato
RELAZIONI DI MERCATO
• il
principio che contraddistingue il primo modo di
guardare all’economia è l’EFFICIENZA
• Efficienza:
• dati i costi, max risultato ovvero dato il risultato, min costi
• (le due definizioni producono la stessa allocazione delle risorse)

• DEFINIZIONE: L’economia (è la scienza che) studia i processi di


allocazione di beni scarsi per usi alternativi.
• - allocazione —> assegnazione
• - beni SCARSI —> limitati in quantità
• - usi (fini) ALTERNATIVI —> diversi impieghi possibili
PROCESSI ECONOMICI
• L’economia (è la scienza che) studia i processi
materiali attraverso cui vengono prodotti beni e
servizi utili al mantenimento della società
• MATERIALI —> uso della materia
• beni e servizi (anche non materiali)

• il questo quadro vale un secondo principio:


l’UTILITA’ SOCIALE
• UTILITA’ sociale
• sussistenza individuale
• benessere collettivo
COS’È L’ECONOMIA

• Entrambigli approcci devono rispondere a


TRE DOMANDE
• COSA —>
• COME —> PRODURRE?
• PER CHI —>
COS’È L’ECONOMIA

• per raggiungere lo stesso obiettivo:


il BENESSERE SOCIALE
• indirettamente, nell’approccio formale tramite
PROCESSI EFFICIENTI che generano benessere globale
attraverso il coordinamento implicito del mercato (la “mano
invisibile”)
• direttamente, tramite individuazione di OBIETTIVI
DETERMINATI che generano decisioni esplicite rivolte allo
scopo (p. es. minimi esistenziali; capitale sociale)
COS’È L’ECONOMIA

• per raggiungere lo stesso obiettivo:


il BENESSERE SOCIALE
• indirettamente, nell’approccio formale tramite
PROCESSI EFFICIENTI che generano benessere globale
attraverso il coordinamento implicito del mercato (la “mano
invisibile”)
• direttamente, tramite individuazione di OBIETTIVI
DETERMINATI che generano decisioni esplicite rivolte allo
scopo (p. es. minimi esistenziali; capitale sociale)
PROCESSO ECONOMICO
• Il processo economico si struttura in 4 FASI
• produzione
• di beni e servizi intermedi e finali
• distribuzione
• delle quote del prodotto, ovvero del reddito
• consumo
• del prodotto
• conservazione
• delle risorse
FASE DELLA PRODUZIONE

• laproduzione consiste nell’applicazione di


conoscenza ed energia per trasformare le risorse
in altri “beni”
• produzione
• di beni e servizi intermedi
• di beni e servizi finali
FASE DEL CONSUMO
• Ciòche viene prodotto va poi utilizzato in
qualche modo
• in generale, abbiamo due opzioni
• consumo
• investimento (consumo futuro)

input produzione consumo

• investimento
FASE DELLA DISTRIBUZIONE

• tra
produzione e consumo c’è una fase che
permette di assegnare a ciascuno una parte del
prodotto
• perché
• come
• quanto
FASE DELLA DISTRIBUZIONE
• perché → in virtù di quale titolo io partecipo alla
distribuzione del prodotto?
• in funzione della mia partecipazione alla produzione
• capitalista → interesse
• imprenditore → profitto
• lavoratore → salario
• proprietario terriero → rendita (agricola, urbana)
• in funzione della mia condizione
• p.es.: pensione, indennità, rendite di altro tipo
FASE DELLA DISTRIBUZIONE

• come → attraverso quale meccanismo/canale


• mercato
• altri sistemi
• trasferimento
• dono
• appropriazione forzata (enclosures, requisizione, esproprio; rapina, furto,
saccheggio, truffa…)
FASE DELLA DISTRIBUZIONE
• quanto → problema della determinazione del
compenso, di qualunque tipo (profitto, salario
ecc.)
• mercato (contrattazione)
• norma
• imposizione

• potere
• economico, politico, relazionale
(i due approcci trattano il potere in modo molto diverso)
FASE DELLA CONSERVAZIONE

• le
fasi di produzione e di consumo hanno la
natura di flussi
• sono le fasi che di solito identifichiamo con la creazione della
ricchezza
• siamo tanto più ricchi quanto più produciamo (e consumiamo) → PIL

MA…
FASE DELLA CONSERVAZIONE

• la produzione e il consumo implicano


• l’utilizzo di risorse (materie prime, energia) e
• la produzione di materia non utilizzabile (scarti, rifiuti)

• la quantità di risorse disponibile è uno stock più


o meno fisso
• alcune risorse sono rinnovabili, molte altre hanno tempi di
riproduzione incompatibili con i flussi economici
MA CHE C’ENTRA QUESTO
CON L’ECONOMIA DEI
MEDIA?
FASE DELLA CONSERVAZIONE
• anche nel settore dei media si pone il
problema
• dell’utilizzo di risorse (materie prime, energia) e
della produzione di materia non utilizzabile (scarti, rifiuti)

• nella produzione e nel consumo di infrastrutture


(reti) e attrezzature per l’utilizzo (smartphone,
computer, IoT)
• nella produzione e nel consumo di contenuti
FASE DELLA CONSERVAZIONE
The real problem with your Netflix addiction?
The carbon emissions
ming music has a higher environmental impact than you thought Pointless emails they’re not just irritating…
https://www.fastcompany.com/90332128/streaming-music-has-a-...
Salvataggio in Dropbox • 1 gen 2020, 17:11

Arwa Mahdawi
F O L LOW %

C O. D E S I G N TECH WORK LIFE C R E AT I V I T Y I M PAC T PODCASTS VIDEO NEWS RECOMMENDER SUBSCRIBE FA S TC O WO R KS

Subscribe
A DV E R T I S E M E N T

Questions are being asked about the energy consumption of streaming


services > which is why we should all pay! more attention
NewstoOpinion
our digital
Sport Culture Lifestyle
footprint "
#
$
0 4 - 0 9-1 9
Wed 12 Feb 2020 07.00 GMT
Streaming music has a much higher environmental impact than you thought

Shortcuts
Pointless emails: they’re
not just irritating 4 they
have a massive carbon
[Photo: Ilya Ilford/Unsplash]
footprint
BY KC I F E A N Y I
1 MINUTE READ

It’s easy to assume that streaming music is more environmentally friendly than buying physical CDs or vinyl records–no manufacturing waste, no plastic, no
PROCESSO ECONOMICO
• Il processo economico si svolge entro 3 SFERE
a. la sfera degli affari
b. la sfera comunitaria
c. la sfera dell’interesse pubblico

• questi tre ambiti riflettono tipi di azione diversi:


d. interesse personale
e. relazioni solidaristiche
f. interesse collettivo
SFERA DEGLI AFFARI

Imprese

(mercato dei) (mercato dei)


fattori produttivi beni e servizi

Individui
SFERA DEGLI AFFARI
Movente:
Imprese interesse personale

Istituzione:
(mercato dei) (scambio di) mercato
(mercato dei)
fattori produttivi beni e servizi Razionalità:
rispetto ai fini

Individui Mediatore:
denaro
SFERA DEGLI AFFARI

Imprese

redditi
spese

Individui
SFERA DEGLI AFFARI
Imprese
private e pubbliche

mercato redditi mercato


dei fattori dei beni
produttivi spese e servizi

Individui
SFERA DEGLI AFFARI
utili
non reinvestiti
Imprese credito

mercato redditi mercato


settore bancario
dei fattori dei beni
e finanziario
produttivi spese e servizi

credito
Individui
risparmi
SFERA DELL’INTERESSE PUBBLICO

utili
non reinvestiti

Imprese
credito norme

mercato
redditi
mercato
settore bancario
settore
dei fattori dei beni
produttivi e servizi
e finanziario
pubblico
spese

Individui
credito
servizi
(sanità, istruzione, difesa...)

risparmi
SFERA DELL’INTERESSE PUBBLICO

Movente:
interesse
imposte
utili
e tasse collettivo
Impr
cre

Istituzione:
merca
red
merc
settore
settore Stato
to ato
sp
pubblico
Razionalità:
Indivi
cre
burocratica
redditi,
rispa
trasferimenti
Mediatore:
entitlement
SFERA COMUNITARIA
• sostegno
al resto del sistema
economico Movente:
• lavare i piatti, pulire la casa, far da interesse collettivo
mangiare... (su scala ridotta)
• star dietro ai bambini, badare agli anziani,
curare i malati… Istituzione:
dono
• …

• alternativa
al resto del sistema Razionalità:
economico altruismo, empatia
• volontariato Mediatore:
• reti di sostegno personale stato di necessità
• …
alcuni esempi
1. cibo avanzato
alcuni esempi
2. caffè sospeso
alcuni esempi
3. solidarietà
alcuni esempi
4. supporto comunitario
ROMA / CRONACA
alcuni esempi
5. sfera comunitaria vs. mercato L’INCHIESTA

I figli «badanti»: un milione d’italiani assistono genitori


non autosufficienti
La proposta di legge (ferma in Senato) per garantirei contributi della pensione. Spesso hanno
ragazzi che ancora studiano. Unica risorsa l’assegno di accompagnamento

di LORENZO SALVIA di Lorenzo Salvia

Eroi per casa. Figli che prendono un


pezzo della loro vita e lo regalano ai
genitori ormai anziani. Come si
faceva una volta, quando i vecchietti
in casa erano la regola e nessuno la
metteva in discussione. Come si fa
ancora adesso, in silenzio e
incastrando tutti gli impegni di una
vita che nel frattempo è diventata più
complicata. Sono storie di amore e
dedizione quelle dei parenti badanti.
Storie di sacrifici e rinunce, a volte di eroismo, spesso di sofferenza. In silenzio
anche questa, ma sarebbe meglio di no.

UN MILIONE Le stime dicono che sono almeno un milione gli italiani che dedicano
un pezzo importante delle loro giornate (e nottate) ad assistere parenti non più
autosufficienti. Un numero simile a quello delle badanti di professione, tra regolari e
in nero. Seduti in salotto o vicino al letto, passano ore e ore con i genitori che la
malattia o anche solo l’età ha fatto tornare bambini. Cucinano, li aiutano a lavarsi, a
vestirsi, controllano le medicine, li accompagnano dal dottore. Proprio come un
tempo quella mamma e quel papà facevano con loro. Uno scambio di ruoli, quasi un
cerchio che si chiude.
alcuni esempi http://www.ferrero.it/fc-416/?IDnews=124
6. sfera comunitaria + mercato
(un caso ibrido)

14-09-2009
APRE L’ASILO NIDO DELLA FONDAZIONE FERRERO
f
Lunedì 14 settembre aprirà ad Alba l'asilo nido aziendale, una struttura capace di ospitare 60 bambini in età compresa fra i
tre mesi e i tre anni.

L'entrata dell’asilo
L’asilo, situato nelle immediate vicinanze dello stabilimento, accoglierà i figli dei dipendenti delle Società Ferrero residenti nel
comprensorio di Alba.
PROCESSO ECONOMICO

• Le 3 domande:

COSA →
COME → PRODURRE?
PER CHI →

richiedono DECISIONI ECONOMICHE


DECISIONI ECONOMICHE

• chi le prende?
• gli AGENTI ECONOMICI
• agenti individuali
• agenti collettivi
• famiglie
• imprese
• altre organizzazioni
DECISIONI ECONOMICHE

• Come vengono prese?


• Es. consumo
• gusti
• preferenze (ordinamento delle opzioni alternative)
• scelta
• 1) confronto le alternative
• 2) scelgo la migliore opzione possibile (dato il vincolo di bilancio → reddito)
DECISIONI ECONOMICHE

• Cosa vuol dire “migliore”?


• confronto costi e benefici
• massima “soddisfazione”, dato il costo
• MAX ( benefici – costi )

• le opzioni inferiori costituiscono il costo-opportunità


• costo implicito, non contabilizzato
DECISIONI ECONOMICHE
• Su che basi vengono prese?
• informazioni
• conoscenza
• motivazioni
• intrinseche
• estrinseche

• l’insieme
di questi aspetti costituisce il substrato di
RAZIONALITÁ della decisione
RAZIONALITÀ
• razionalità rispetto AI FINI
• razionalità strumentale → scelta egoistica → max beneficio
(ottimizzazione)
• informazione/conoscenza/calcolo
• mano invisibile → benessere collettivo

• razionalità rispetto ai VALORI


• valori → scelta → coerenza
• spesso questi valori fungono da linee-guida dell’azione: riducono
l’incertezza (sono metapreferenze)
RAZIONALITÀ. OK, MA…

•i due criteri di razionalità possono confliggere


• ES.: una fabbrica di armi vi chiama per un colloquio
di lavoro per la posizione di responsabile della comunicazione,
ma voi siete convintamente pacifisti
RAZIONALITÀ. OK, MA…
•i due criteri di razionalità possono confliggere
• risultati non voluti → come risolvere il conflitto?
• individualmente
→ apprendimento (acquisire+elaborare un’informazione
ritenuta rilevante per rivedere le proprie decisioni)
→ riduzione della dissonanza cognitiva (riassestare la propria
valutazione su fattori prima ritenuti secondari)
• collettivamente
→ funzione di preferenza del governo
→ apprendimento (da approfondire)
L’ASINO DI BURIDANO
RAZIONALITÀ. OK, MA…

• razionalità limitata:
• nonabbiamo un sistema completo di
orientamento sugli “stati del mondo”
• capacità di calcolo limitata rispetto alla mole di dati

• conoscenza non completa


RAZIONALITÀ LIMITATA

• effetti sistemici?
• informazione asimmetrica
• motivazioni egoistiche
• → comportamento opportunistico (potere)
• benessere collettivo?
• mano invisibile?
RAZIONALITÀ
• alternative teoriche
• razionalità limitata (H. Simon)
• comportamento soddisfacente → euristiche
• abitudine
• routines
• apprendimento (trials and errors)

• “irrazionalità” → immaginazione, innovazione, “animal spirits” (J.A.


Schumpeter, G.L.S. Shackle, J.M. Keynes,)
• incertezza vs probabilità
• intuizione, istinto
PROCESSO ECONOMICO

• Due note metodologiche:


• agenti collettivi: possiamo studiarli
• come strutture compatte, assimibilabili agli agenti individuali

oppure
• come strutture articolate, in cui si mescolano interessi vari che possono confliggere tra
loro
• gli economisti, di regola, non si interessano alla dimensione intrapsichica:
• le motivazioni e la formazione dei gusti degli individui sono presi come dati;
• può sembrare un limite, ma fissa un confine disciplinare che apre all’interazione tra studiosi
di altri campi (sociologia, filosofia…) per studiare argomenti complessi (es: una moda)
CARATTERI DELL’ECONOMIA
DEI MEDIA
• natura eterogenea dei prodotti mediali
• carattere sociale del consumo
• mercati a due parti (prezzo)
• comportamento delle imprese mediali (innovazione)
• industria tende a concentrarsi (oligopoli)
• fallimenti di mercato e politiche pubbliche
• lavoro creativo e contratti
SETTORE DEI MEDIA

• distinzione contenuto vs. supporti


• contenuto:
• informazione
• intrattenimento

• supporti
• ambiti fisici in cui il contenuto è espresso (cd-rom, tv, teatro)
• infrastrutture per la distribuzione
MEDIA PRODUCTS

• informazione come bene economico


• informazione = risorsa immateriale che accresce la conoscenza
del mondo
• soddisfa bisogni (individuali o collettivi)
• è una risorsa “scarsa”

• può essere utilizzata da individui, imprese, associazioni... nelle


attività di produzione, di consumo, di scambio
L’INDUSTRIA DEI MEDIA

• informazione come bene economico


• il suo valore economico è determinato dalla sua utilità (p.es. la
sua produttività) e dalla sua scarsità
• disponibilità a pagare per acquisirla
• disponibilità a produrla e distribuirla per un profitto

• ma: caratteristiche particolari


INFORMAZIONE

• 1)
il contenuto è intangibile, ha una forma
immateriale
• necessità di un contenitore materiale per la distribuzione e il
consumo
• es: libro
• es: cd-rom
• es: teatro
• es: aula universitaria
• es: smartphone
INFORMAZIONE

• 2) la sua produzione
• può essere rischiosa (incertezza del risultato: es. successo
commerciale di un film = entrate, uscite…)
• ha un costo spesso elevato (richiede investimento anticipato di
risorse)
INFORMAZIONE

• 3) il suo valore per l’acquirente è incerto, dipende


• dalla conoscenza pregressa
• dall’uso che può farne
• da quanti altri posseggono l’informazione
INFORMAZIONE

• 4) i costi di distribuzione
• dipendono dal canale attraverso cui passa l’informazione
• generalmente, non dipendono dal numero di acquirenti o utenti
• il costo marginale è praticamente zero
INFORMAZIONE

• 5) prodotti mediali come prodotti “culturali”


• cos’è cultura?
• si deve pagare, per la cultura?
INFORMAZIONE

•è difficile appropriarsi del valore dell’informazione


• appropriabilità, escludibilità (v. oltre)
• l’acquirente non è l’unico proprietario
• è disposto a pagare meno
• l’acquirente potrebbe rivendere la stessa informazione a meno
• costo marginale della distribuzione nullo
• costi e utilità privati possono divergere da quelli sociali
• informazione pubblica ha un’utilità privata pressoché nulla
(ma: —> conoscenza)
BENI PUBBLICI

• beni pubblici
• non rivalità
• indivisibilità nell’uso (consumo)
• non escludibilità
• non è possibile escludere dalla fruizione

• appropriabilità: è possibile applicare un


prezzo ed escludere chi non paga?
FORMA DEL CONSUMO

• contenuti (immateriali)
• consumo non rivale
• non deperibili
• escludibile/non escludibile

• supporti
• consumo rivale
• deperibile
• escludibile
L’INDUSTRIA DEI MEDIA
• comunicazione attraverso
• media tradizionali
• carta stampata
• libri
• giornali
• riviste

• telecomunicazioni
• radio
• cinema
• telefonia
• televisione
L’INDUSTRIA DEI MEDIA

• nel frattempo... informatica


• elaborazione dati
• quindi... CONVERGENZA! (anni ’80)
• tra tecnologie microelettroniche e (tele)comunicazioni

• TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE?


L’INDUSTRIA DEI MEDIA

• EFFETTI:
• cambiamento dei processi produttivi
• trasformazione dei prodotti
• spiazzamento di industrie e settori (→ Blockbuster)
• lavoratori «inutili» e nuove competenze
• nuove organizzazioni
• nuovi prodotti
da Gambaro e Ricciardi, Economia dell’informazione e della comunicazione, Bari, Laterza, 1997, p.8
da Gambaro e Ricciardi, Economia dell’informazione e della comunicazione, Bari, Laterza, 1997, p.9
da Gambaro e Ricciardi, Economia dell’informazione e della comunicazione, Bari, Laterza, 1997, p.19
COS’È
L’INDUSTRIA DEI MEDIA

• realizzazione di contenuti editoriali


• immaterialità
• valore economico e valore culturale

• trasmissione di contenuti editoriali


• materialità (tecnologia)
• supporti, distribuzione
COS’È
L’INDUSTRIA DEI MEDIA

• contenuti
• servizi commerciali, servizi interpersonali

• servizi di telecomunicazione
• telefonia, internet...

• strumenti di telecomunicazione
• hardware, software...
COS’È
L’INDUSTRIA DEI MEDIA

• contenuti
• servizi commerciali
vs

• servizi interpersonali

• valore commerciale?
• PWC outlook 2016-2020
SITI UTILI

• http://www.primaonline.it

APPROCCI
ALL’ECONOMIA DEI MEDIA
• approccio convenzionale
• efficienza

• economia politica critica


• relazioni sociali (specialmente le relazioni di potere)

• economia istituzionalista
• contratti, diritti di proprietà, relazioni stato/mercato

• economia evolutiva
• norme, regole informali, usi; cambiamento (tecnologico e organizzativo);
APPROCCIO
CONVENZIONALE

• il metodo
• individualismo metodologico
• attori razionali
• pensare al margine
• preferenze stabili
• statica comparata
APPROCCIO CONVENZIONALE

•i temi
• domanda e offerta
• produttività e costi
• fissazione del prezzo ottimo
• concorrenza e concentrazione (efficienza)
APPROCCIO CONVENZIONALE
• un esempio: i tablet PC
• iPad (marzo 2010) → nuovo mercato
• prodotto di moda → 75% del mercato dei tablet (fine 2010)
• domanda > offerta → “premio” → prezzo alto → profitti alti
• basse barriere all’entrata → > concorrenza (e.g. Samsung)
• → iPad: 40% del mercato (2012)
• risposta Apple: iPad mini (prezzo molto più basso)
• 2013: 195 milioni di tablet (contro 60 milioni in 2011)
ECONOMIA POLITICA CRITICA

• il metodo
• importanza del cambiamento storico
• attenzione alle relazioni di potere tra media e le dimensioni
politica, economica, sociale e culturale
• riferimento alla filosofia morale per la definizione dei valori che
creano il comportamento sociale
• prassi sociale e lavoro intellettuale interagiscono per il
cambiamento sociale e la crescita della conoscenza
ECONOMIA POLITICA CRITICA

•I temi
• media/communication business: proprietà, privatizzazioni,
concorrenza, controllo
• mercati, globalizzazione, mercificazione (commodification)
• relazioni media/stato (e.g. conflitto di interessi)
• resistenza/opposizione: squilibri di potere → genere, lavoro,
minoranze, effetti culturali; cittadini vs consumatori
ECONOMIA POLITICA CRITICA
• alcuni esempi
• Cambridge Analytics, FB e l’elezione di Trump
• Rupert Murdoch, News Corp, la lobby del carbone, gli effetti del
climate change in Australia (link)
• algoritmi di FB che favoriscono contenuti razzisti e fake news
• Amazon, brand, centri commerciali e negozi di prossimità,
condizioni di lavoro
• Airbnb e la commodification dei centri storici
• dominio culturale del cinema di Hollywood
ECONOMIA POLITICA CRITICA
• uno studio: The Walt Disney Company
• una piccola casa di animazione (1923) diventa un colosso
dell’entertainment da 70 miliardi di $ e 200.000 occupati (2019)
• pratiche di management e lavorative “strette”, innovazione tecnologica,
merchandising, diversificazione, protezione della proprietà intellettuale e
copyright
• mantiene l’«aura magica» dei caratteri individualistici, innocenti, romantici,
di evasione del “tema classico” Disney
• quest’aura magica “protegge” altri contenuti meno “alti”, p.es.:
• idealizzazione e nostalgia del passato
• contenuti sessisti e razzisti impliciti
• promozione del consumo infantile come divertimento familiare
ECONOMIA ISTITUZIONALISTA

• il metodo
• razionalità limitata
• istituzioni come quadro condiviso, formale o simbolico, che
orienta l’azione (es: legge, contratti, incentivi; consuetudini, mode,
frames cognitivi/culturali)
• ordine sociale e cambiamento (governance)
• analisi degli attori in gioco (consumatori, imprese, attori pubblici)
ECONOMIA ISTITUZIONALISTA
•i temi
• analisi delle transazioni:
• contratti
• costi di transazione
• diritti di proprietà
• incentivi

• analisi delle politiche


• mercato come istituzione
• interazione mercato - interesse collettivo

• embeddedness
ECONOMIA ISTITUZIONALISTA

• un esempio: diritti di broadcasting radio/tv


• etere: scarsità → distribuzione delle licenze
• controllo governativo
• sui contenuti, e.g. “tetto” pubblicità, ore minime di trasmissione di utilità sociale, orari
protetti
• sulla forma, e.g. posizioni di monopolio nel settore (e.g. Fininvest: tv+giornali)

• innovazione tecnologica → digitale terrestre → ampiezza di banda →


potenziale concorrenza → mantenimento della struttura delle licenze
ECONOMIA ISTITUZIONALISTA
• un esempio: diritti di broadcasting radio/tv
• creazione di posizioni monopolistiche
• controllo della domanda → extraprofitti

profitto: reddito d’impresa, deriva dalla concorrenza


rendita: reddito da un fattore fisso (e.g. terra, materie prime), deriva dalla
scarsità

quasi rendita: reddito da un fattore *temporaneamente* fisso


→ un’abilità particolare, una competenza speciale, un marchio, un diritto
(licenza, concessione…)

• rent-seeking behaviour: risorse spese per acquisire/mantenere/rafforzare una posizione di


privilegio
ECONOMIA EVOLUTIVA

• il metodo
• agenti economici come elementi di un sistema
• fitness e adattamento all’ambiente
• interazione
• razionalità limitata (routines)
ECONOMIA EVOLUTIVA

•i temi
• attenzione al cambiamento
• tecnologico, organizzativo
• radicale, incrementale
• impresa, settore, sistema
• ruolo del sistema di regolazione (norme, incentivi)
ECONOMIA EVOLUTIVA
• un esempio: dalla tv in bianco e nero a Netflix
• televisione: etere → singolo canale distributivo, tempo e luogo “fissi”
• VHS → passaggio ad una maggiore libertà d’uso (p.es. noleggio)
• DVD → sganciamento dal televisore → computer (nb: Netflix nasce
come noleggiatore di DVDs)
• internet → accesso illimitato ai contenuti, non mediato (quasi) (Youtube)
• streaming → accesso immediato (Netflix → 2007)
• integrazione tra devices: computer/tv/playstation…
• ………

• interazione tra cambiamento tecnologico, proposta


commerciale, modello di consumo
DOMANDA
E OFFERTA
(INTRO)
DOMANDA E OFFERTA
(INTRO)
prezzo Offerta (b.p.)

domanda

quantità
DOMANDA E OFFERTA
(INTRO)
prezzo
Offerta (b.p.)

domanda

quantità
• qui
ci occupiamo solo di come si arriva a definire
una domanda di mercato a partire dal
comportamento del consumatore

• offerta, interazione
tra domanda e offerta ed
equilibrio di mercato saranno trattate più avanti
L’INDIVIDUO CONSUMATORE

• Definizione dei gusti (valutazione assoluta)


• formazione delle preferenze (valutazione relativa)
• assegnazione delle risorse (vincolo di bilancio)
• valutazione dell’attività di consumo (corrispondenza
mezzi-fini, feedback)
L’INDIVIDUO CONSUMATORE

• B≥C
• come definire il beneficio?
• Soddisfazione dal consumo
• al crescere della quantità consumata, i benefici sono
crescenti, ma a ritmo decrescente
• ogni unità successivamente vale meno della
precedente
L’INDIVIDUO CONSUMATORE

• Curva di domanda individuale


• si disegna un grafico in cui sono messi in relazione il
prezzo di un bene (il costo) e la quantità domandata
(funzione del beneficio)
(tutto il resto è tenuto costante)
• è decrescente: a prezzi inferiori si domandano
quantità maggiori
http://slideplayer.it/slide/3052956/11/images/6/
Curva+di+domanda+Curva+di+Domanda+H+E+G+
$2.00+4+12+20+$1.00+$.50.jpg
I CONSUMATORI

• Curva di domanda di mercato


• deriva dalla sommatoria delle curve individuali di
domanda
• se gli agenti sono abbastanza numerosi, la linea
spezzata diventa una curva
http://slideplayer.it/slide/541271/1/images/37/
Figura+4-16:+Costruzione+della+curva+di+domanda+di+
mercato+a+partire+dalle+curve+di+domanda+individuali.jp
g
L’INDIVIDUO CONSUMATORE
• funzione di utilità di un bene
Ux = f(x)
• l’utilità di un bene cambia a seconda
della quantità (utilità marginale decrescente)

• funzione di utilità di un paniere


U = f(x, y ..., z)

• il consumo complessivo (= il paniere scelto tra tutti i possibili)


dev’essere tale da rendere massima la soddisfazione
• alcuni panieri di beni danno la stessa utilità → sono indifferenti
http://slideplayer.it/slide/592253/2/images/8/
Curva+di+indifferenza+y+y+I3+I2+I1+x+x.jpg
a=(x, y)
b=(x’, y’)
y U=100 U=200

perché le curve di indifferenza non si


incrociano: il paniere b appartiene alla curva
di indifferenza U=100, ma anche alla curva di
a indifferenza U=200, il che è impossibile, visto
che i beni contenuti in b sono gli stessi;
inoltre, b è sulla stessa curva di indifferenza di
a, che invece non è sulla curva di indifferenza
b U=200

x
L’INDIVIDUO CONSUMATORE
1. devo ordinare i panieri secondo un criterio di preferenza (faccio un
ordinamento delle preferenze)
2. devo considerare il vincolo di bilancio: il reddito permette di definire
l’insieme dei panieri accessibili
y
R ≥ p x + p y + ... + p z Y=R/p
x y z y
A
3. fra tutti i panieri acquistabili
C
scelgo quello che assicura l’utilità massima B
(es. paniere C, sulla retta di bilancio) X=R/p
x x
L’INDIVIDUO CONSUMATORE

se cambiano i prezzi relativi, cambia il paniere ottimo


(effetti di sostituzione e effetti di reddito)

p’ > p ; p’ = p p’ > p ; p’ < p


y y x x y y x x
y y
p p
y y

p’ p’
y y
C C
B B
p =p’
x x x p
x P’x x
DEFINIZIONE
• concetto di prezzo relativo
• il rapporto di scambio tra due beni
ovvero il prezzo di un bene misurato in relazione al
prezzo di un altro bene
• Se il prezzo del bene A è 1,50€ e quello del bene B
è 0,50€, il prezzo relativo di A in termini di B è 3
(=1,50/0,50)
SCELTA OTTIMA

http://docplayer.it/docs-images/43/6723245/images/
page_8.jpg
L’INDIVIDUO CONSUMATORE
il cambiamento del reddito determina una
composizione diversa del paniere ottimo

p
y
A

C
p x
x
quantità

http://slideplayer.it/slide/541271/1/images/15/
Figura+4-4:+Curva+di+Engel+individuale+del+consumatore
.jpg
ELASTICITÀ DI PREZZO
• ∆x/x = variazione percentuale di x
• ∆px/px =variazione percentuale di px
• elasticità di prezzo del bene x
• di quanto varia la quantità domandata del bene x al variare del
livello del suo prezzo

•𝜀 =(∆x/x)/(∆px/px)
• normalmente, se ∆px>0 → ∆x<0
• ricavo → R=px•x → ma ∆px☝ mentre x☟→ cosa succede a R?
ELASTICITÀ INCROCIATA
• ∆x/x = variazione percentuale di x
• ∆py/py =variazione percentuale di py
• elasticità incrociata di prezzo del bene x
• di quanto varia la quantità domandata del bene x al variare del
livello del prezzo di un altro bene y

•𝜀 = (∆x/x)/(∆py/py)
• indica il rapporto che c’è tra i due beni
• sostituti vs. complementari
• nessun legame
ELASTICITÀ DI REDDITO
• ∆x/x = variazione percentuale di x
• ∆r/r =variazione percentuale di r
• diquanto varia la quantità domandata del bene x al variare del
livello del reddito

•𝜀 = (∆x/x)/(∆r/r)
• la quantità di alcuni beni varierà in modo proporzionale (0<𝜀<1 → beni
normali)

• la quantità di alcuni beni varierà in modo più che proporzionale (𝜀>1→ beni
superiori)

• la quantità di altri potrà diminuire (𝜀<0 → beni inferiori)


CONSUMO
DEI PRODOTTI CULTURALI
• razionalità limitata
• verifica ex-post della soddisfazione
• apprendimento
• maggior valore delle esperienze → (capitale culturale)
MA
• soddisfazione decrescente

↳ incertezza
L’INDIVIDUO CONSUMATORE

• Definizione dei gusti (valutazione assoluta)


• formazione delle preferenze (valutazione relativa)
• assegnazione delle risorse (vincolo di bilancio)
• valutazione dell’attività di consumo (corrispondenza
mezzi-fini, feedback)
CONSUMO
(DEI PRODOTTI CULTURALI)
FORMA DEL CONSUMO

https://www.youtube.com/watch?v=QgypRug1Ruk
CICLO DI ADOZIONE
DEL PRODOTTO
TECNOLOGIA E CONSUMO

• dotazione culturale
• dotazione tecnologica
• dotazione economica
• dotazione di tempo
• tempo libero vs tempo di lavoro
CONSUMO: CICLO DI “VITA”
DEL PRODOTTO
• prodotti “durevoli” (di stock)
• film, libri...
• utilità ripetuta
• apprendimento

• prodotti di fruizione immediata (di flusso)


• talk-show, tg...
• instant book
DI NUOVO…

• razionalità limitata
• verifica ex-post della soddisfazione
• apprendimento
• maggior valore delle esperienze —> (capitale culturale)
MA
• soddisfazione decrescente

↳ incertezza
STRATEGIE DI PRODUZIONE
DEI PRODOTTI CULTURALI

• strategie:
• ripetizione di modelli di successo (format, plots, actors...)
• produttività costante
• limiti alla creatività
• possibili locking-in?
• novità
• rischio
CONSUMO
DEI PRODOTTI CULTURALI

• economia dell’attenzione
• tempo libero
• tempo liberato?
• binge watching
• fandome
• audience come commodity
• audience come lavoro gratuito che produce valore
CONSUMO
DEI PRODOTTI CULTURALI
• razionalità limitata
• verifica ex-post della soddisfazione
• apprendimento
• maggior valore delle esperienze → (capitale culturale)
MA
• soddisfazione decrescente

↳ incertezza
L’INDIVIDUO CONSUMATORE

• Definizione dei gusti (valutazione assoluta)


• formazione delle preferenze (valutazione relativa)
• assegnazione delle risorse (vincolo di bilancio)
• valutazione dell’attività di consumo (corrispondenza
mezzi-fini, feedback)
CONSUMO
(DEI PRODOTTI CULTURALI)
FORMA DEL CONSUMO

https://www.youtube.com/watch?v=QgypRug1Ruk
CICLO DI ADOZIONE
DEL PRODOTTO
TECNOLOGIA E CONSUMO

• dotazione culturale
• dotazione tecnologica
• dotazione economica
• dotazione di tempo
• tempo libero vs tempo di lavoro
CONSUMO: CICLO DI “VITA”
DEL PRODOTTO
• prodotti “durevoli” (di stock)
• film, libri...
• utilità ripetuta
• apprendimento

• prodotti di fruizione immediata (di flusso)


• talk-show, tg...
• instant book
DI NUOVO…

• razionalità limitata
• verifica ex-post della soddisfazione
• apprendimento
• maggior valore delle esperienze —> (capitale culturale)
MA
• soddisfazione decrescente

↳ incertezza
STRATEGIE DI PRODUZIONE
DEI PRODOTTI CULTURALI

• strategie:
• ripetizione di modelli di successo (format, plots, actors...)
• produttività costante
• limiti alla creatività
• possibili locking-in?
• novità
• rischio
CONSUMO
DEI PRODOTTI CULTURALI

• economia dell’attenzione
• tempo libero
• tempo liberato?
• binge watching
• fandome
• audience come commodity
• audience come lavoro gratuito che produce valore
PRODUZIONE
• funzione di produzione
• Q = F(K, L, …)

• ilvalore che ciascuna risorsa apporta al prodotto


è detta produttività
• Es. produttività del lavoro:
• (∂Q/Q)/(∂L/L)
• variazione % di Q a causa di una variazione % di L (K costante)
• quel valore prodotto è il valore del lavoro, quindi il salario (w)
PRODUZIONE

• laproduttività dei fattori è – di solito – crescente


a tassi decrescenti
• do you remember?
• questosignifica che aumentare la produzione è sempre più
costoso

• NB distinzione breve/lungo periodo


• scala della produzione: decisioni ex-ante ed ex-post
COSTI E RICAVI
DELLE PRODUZIONI MEDIALI

• costi di produzione
• FISSI (non dipendono da QUANTO si produce)
• VARIABILI (sono funzione della quantità prodotta)

• ricavi
• fonti differenti (es. audience, pubblicità, trasferimenti pubblici…)

• profitti = ricavi - costi


COSTI DI RI/PRODUZIONE
• costi totali = CT = CF + CV = CF + CV(Q)

• costi medi = CT/Q = CF/Q + CV/Q


Cm = CFm + CVm

• costo marginale = C’ = CT(Q±1) - CT(Q)


∆CT / ∆Q
COSTI DI RI/PRODUZIONE
COSTI DI RI/PRODUZIONE

Q
COSTI DI RI/PRODUZIONE

CF

Q
COSTI DI RI/PRODUZIONE

C
CV

CF

Q
COSTI DI RI/PRODUZIONE
CT

C
CV

CF

Q
COSTI DI RI/PRODUZIONE
• costi totali = CT = CF + CV = CF + CV(Q)

• costi medi = CT/Q = CF/Q + CV/Q


Cm = CFm + CVm

• costo marginale = C’ = CT(Q±1) - CT(Q)


∆CT / ∆Q
COSTI DI RI/PRODUZIONE
COSTI DI RI/PRODUZIONE

Q
COSTI DI RI/PRODUZIONE

CFm
Q
COSTI DI RI/PRODUZIONE

CVm

CFm
Q
COSTI DI RI/PRODUZIONE

Cm
CVm

CFm
Q
COSTI DI RI/PRODUZIONE

P
Cm
CVm

CFm
Q
COSTI DI RI/PRODUZIONE

P
Cm
CVm

CFm
Q* Q
COSTI DI RI/PRODUZIONE

∏=π· Q*
P
P-Cm=π
Cm
CVm

CFm
Q* Q
COSTI DI RI/PRODUZIONE

P
Cm
CVm

CFm
Q* Q
COSTI DI RI/PRODUZIONE

∏=π· Q*
P
P-Cm=π
Cm
CVm

CFm
Q* Q
COSTI DI RI/PRODUZIONE
• costi totali = CT = CF + CV = CF + CV(Q)

• costi medi = CT/Q = CF/Q + CV/Q


Cm = CFm + CVm

• costo marginale = C’ = CT(Q±1) - CT(Q)


∆CT / ∆Q
COSTI DI RI/PRODUZIONE

Cm
C’
Q
produttività e costi

costi fissi e variabili;


Cm=Ct/Q
costo totale, medio e marginale; C’=∆Ct/∆Q
ricavo totale e profitto totale

K L Q Cf Cv Ct Cm C' P Rt π
10 10 100 100 50 150 1,50 – 1,3 130 -20
10 20 180 100 100 200 1,11 0,62 1,3 234 34
10 30 240 100 150 250 1,04 0,83 1,3 312 62
10 40 280 100 200 300 1,07 1,25 1,3 364 64
10 50 310 100 250 350 1,13 1,67 1,3 403 53
COSTI DI RI/PRODUZIONE
COSTI DI RI/PRODUZIONE
•icosti medi sono decrescenti quando i costi fissi
predominano sui costi variabili (che spesso sono
crescenti)
• se i costi fissi sono alti, più si produce più si diluiscono ovvero
meno incidono sul costo del prodotto
COSTI DI RI/PRODUZIONE
•icosti medi sono decrescenti quando i costi fissi
predominano sui costi variabili (che spesso sono
crescenti)
• se i costi fissi sono alti, più si produce più si diluiscono ovvero
meno incidono sul costo del prodotto
• se
i costi medi sono decrescenti, i costi marginali sono
decrescenti
COSTI DI RI/PRODUZIONE
•icosti medi sono decrescenti quando i costi fissi
predominano sui costi variabili (che spesso sono
crescenti)
• se i costi fissi sono alti, più si produce più si diluiscono ovvero
meno incidono sul costo del prodotto
• se
i costi medi sono decrescenti, i costi marginali sono
decrescenti
• se
i costi medi diminuiscono sempre, non c’è ragione di
smettere di produrre
• (se il prezzo è costante, il profitto aumenta ad ogni unità
prodotta e venduta)
COSTI DI RI/PRODUZIONE
• economie di scala: >quantità di prodotto per
unità di fattore di produzione
• relazioni geometriche
• costi fissi di R&S
• tecnologia più specializzata

• economie di varietà (scope economies):


• “sinergie”, ovvero condivisione di risorse tra i vari ambiti organizzativi o di
produzione dell’impresa

• economie di flessibilità
• capacità di modificare in tempi ridotti le caratteristiche del prodotto e/o del
processo produttivo
COSTI DI RI/PRODUZIONE
• produzione di contenuti
• alta intensità di lavoro intellettuale (capitale umano)
produttività costante
basse economie di scala
costi crescenti

• riproduzione di copie
• alta intensità di capitale
• produttività crescente
• economie di scala (costi decrescenti)
COSTI DI PRODUZIONE
•i contenuti mediali sono spesso “pezzi unici”
• oppure prevedono la creazione di “prototipi”
•i costi dei prototipi
• sono spesso costi «affondati» (sunk costs)
costi non recuperabili

• una volta prodotto il prototipo, si tratta di


replicarlo
• costi variabili (ammontare di L e K funzione della quantità da
produrre)
COSTI DI UN FILM 1
• Costi artistici
• soggetto
• sceneggiatura

• regia
• attori

• colonna sonora
• effetti speciali
• montaggio e post produzione
COSTI DI UN FILM 2
• Costi tecnici
• costumi
• scenografia
• location
• elettricisti,
• macchinisti
• parrucchieri
• sarti
• truccatori
•…
COSTI DI UN FILM 3
• Costi generali
• organizzazione
• personale
• altri costi
• amministrazione

• producer fee

• distribuzione
• pubblicità e marketing
LINK UTILI

• https://www.dandi.media/2019/07/autore-film/
ACCEDI

Neuroscienze Cerca

Home Opinioni Economia Cultura Spettacoli Cinema Sport Salute Tecnologia Scienze Motori Viaggi 27ora
< NEUROSCIENZE SCLEROSI MULTIPLA

Corriere della Sera > Salute > Neuroscienze > Perché siamo irrazionali con i nostri soldi Le difficoltà a valutare rischi e benefici

LO STUDIO
PIÙletti

Perché siamo irrazionali con i nostri soldi


Le difficoltà a valutare rischi e benefici 1 Prima o seconda casa? Ecco come
evitare gli errori
La perdita di una somma, quale che sia, pesa nella nostra
mente, soggettivamente, assai più della vincita della stessa 2 «A.A.A Offresi»: quel filmato
«dimenticato» all'ufficio corpi di
somma reato del tribunale di Roma

3 Si è suicidato in cella Ariel Castro


Aveva tenuto prigioniere per 10 anni
Neuroscienze 15
37% tre donne
ALTRI 2 ARGOMENTI DIVERTITO
4 Il pilota che inventava le missioni in
Afghanistan
Per meglio comprendere
l'importanza e l'originalità di un 135 27
IN PRIMO piano
lavoro scientifico pubblicato ieri
sul prestigioso The Journal of
CRONACHE
Neuroscience da otto Bari, psichiatra massacrata a coltellate
neuroscienziati cognitivi Ascolta Stampa Email
Choc al centro di igiene mentale
dell'Università San Raffaele di
CRONACHE
Milano, occorre fare qualche OGGI IN neuroscienze > Marilia, il capo ammette: «Avevamo
passo indietro. È ovvio che contabili, ragionieri, commercialisti e relazione»
amministratori sempre calcolano il risultato finale di guadagni e Ma nega di avere ucciso la ragazza
Perché siamo irrazionali con i
perdite mediante somme e sottrazioni. Un introito di 10 e una nostri soldi
ECONOMIA
perdita, o spesa, di 2, rappresentano un guadagno netto di 8. Le Le difficoltà a valutare rischi e
benefici Prima o seconda casa?
cose, però, non vanno così nella nostra testa. Innumerevoli Ecco come evitare gli errori
esperimenti di laboratorio e una robusta teoria, chiamata L’orecchio si allena a rendere
«rumore di fondo» la voce del ECONOMIA
«teoria del prospetto», che è valsa allo psicologo cognitivo
partner Competitività, l’Italia perde sette posizioni
Daniel Kahneman il premio Nobel per l'economia nel 2002,
confermano che la perdita di una somma, quale che sia, pesa Il primo mini-cervello umano
nella nostra mente, soggettivamente, assai più della vincita di in provetta costruito con le
cellule staminali
quella stessa somma.

Poniamo che al mattino ci si sia accorti di aver perso,


non si sa come, 100 euro. Il nostro stato psicologico di sconforto
non verrà veramente cancellato anche se poi, nel pomeriggio, ci
cadono dal cielo 100 euro inaspettati. Per la maggioranza di noi,
la bilancia soggettiva torna all'equilibrio, cioè ritroviamo la
serenità economica, per questa particolare vicenda, solo se la
somma piovuta dal cielo è tra 225 e 250 euro. In circa 35 anni di
ricerche nelle scienze cognitive applicate all'economia, questo
dato, cioè un'asimmetria di un fattore tra 2,25 e 2,50 tra
guadagni e perdite, è tra i più consolidati. Il fenomeno
psicologico va sotto il nome di «avversione alle perdite» ( loss
aversion ). Si noti, nessuno psicologo, nemmeno un premio
Nobel, sarebbe autorizzato a criticarci per il fatto che perdere
denaro «fa male» e che vincere denaro, invece, «fa bene».
L'intoppo, cioè l'irrazionalità economica, si manifesta nella
nostra tendenza a rifiutare una scommessa nella quale c'è il 50%
di probabilità di perdere 10 e il 50% di guadagnare 15 o 18 o
perfino 20. Eppure così siamo fatti.

Le dinamiche dei mercati internazionali di


investimenti, ritorni e aspettative mostrano molti
comportamenti poco razionali. Non è un caso, quindi, che la
ricerca del San Raffaele sulle basi cerebrali dell'avversione alle
perdite ha avuto il supporto finanziario della Schroders, il più
grande gruppo al mondo di fondi di investimento e risparmio
gestito, con sede nella City di Londra. Da alcuni anni si è
cominciato, infatti, a sondare i processi cerebrali fondamentali
che sorreggono e producono le scelte (o le non-scelte)
economiche. Spiega uno dei principali autori del lavoro, Matteo
Motterlini, fondatore e direttore del Centro di ricerche Cresa di
psico-economia al San Raffaele: «Il nostro cervello non traffica
con guadagni-perdite allo stesso modo. Li tratta come fenomeni
distinti. Non è «progettato» per fare quello che vuole la teoria
economica neoclassica, cioè soppesare razionalmente la
combinazione di probabilità, in particolare di rischio, e
rendimenti attesi. Il cervello non fa naturalmente tale tipo di
operazione, ma tratta il rendimento come anticipazione di
guadagno - il centro cerebrale responsabile è il nucleo
accumbens -; e elabora il rischio con altre aree, tipicamente aree
della corteccia frontale e l'incertezza con l'insula».

In ogni processo psicologico legato al timore, o


addirittura alla paura, spicca come protagonista un'area
cerebrale molto antica chiamata amigdala. La ritroviamo molto
attiva, ora, anche nell'avversione alle perdite. Recentemente un
neuropsicologo italiano emigrato prima al California Institute of
Technology e poi all'University College a Londra, Benedetto de
Martino, ha esaminato due soggetti che avevano subito una
lesione focale, simmetrica e bilaterale all'amigdala. Tali pazienti
fanno scelte economiche diverse da voi e me. Uno di questi era
incline a mosse economicamente rischiose, mostrando un tipo
inverso di irrazionalità. Il primo autore dell'articolo, Nicola
Canessa, ricercatore al Centro di Neuroscienze cognitive del San
Raffaele, spiega il coinvolgimento dell'amigdala registrato nei
(sanissimi) soggetti sperimentali: «Il sistema dopaminergico si
attiva per anticipare i guadagni e si deattiva per anticipare le
perdite, mentre un sistema "emotivo e somatosensoriale"
centrato sull'amigdala si attiva per le perdite e si deattiva per i
guadagni. A parità di somma in gioco, le risposte associate alle
perdite sono più intense di quelle associate alle vincite, e la forza
di questa asimmetria, che varia da persona a persona, riflette la
propensione individuale all'avversione alle perdite. Ma
quest'ultima è anche correlata al volume di materia grigia
nell'amigdala.

Le differenze individuali nella dimensione


dell'amigdala, invisibili a occhio nudo, emergono con le analisi
assai sofisticate che abbiamo condotto». Canessa illustra anche
la storia evolutiva di questo organello cerebrale, simile a una
mandorla: «L'amigdala è una struttura cerebrale profonda,
essenziale per le capacità di apprendere i pericoli intorno a noi,
riconoscerli e preparare l'organismo a una risposta, ad esempio
"combatti o scappa". Oggi sappiamo che l'amigdala riconosce
anche i possibili pericoli insiti nelle nostre stesse azioni, e che la
sua attivazione ci spinge, più spesso di quanto sarebbe razionale,
ad evitare di agire. Questo "freno" al comportamento ci può
salvare la vita, ma se non è a sua volta tenuto sotto controllo ci
impedisce di cogliere le opportunità offerte dall'ambiente».
Negli esperimenti i soggetti, tutti volontari, venivano posizionati
nell'apparato di risonanza magnetica funzionale ed erano liberi
di accettare o rifiutare, una dopo l'altra, numerose lotterie simili
a un «testa o croce».

Quelle accettate avrebbero portato a vincere o a


perdere, con probabilità 50%, somme di denaro. Poiché queste
somme variavano tra le diverse lotterie, le scelte dei soggetti
hanno consentito di stimare un indice individuale di «avversione
alle perdite» che rivela quanto ciascuno, nel prendere decisioni,
sovrastima il peso delle possibili conseguenze negative rispetto a
quelle positive. Questo indice è stato messo in relazione
all'intensità dell'attività cerebrale «anticipatoria» durante la
scelta e al volume di materia grigia nelle singole regioni
cerebrali, in particolare quelle cruciali per le emozioni, come
l'amigdala. In altre parole, si sono misurate le differenze
individuali nell'avversione alle perdite e nella stima (direi
piuttosto il timore) del rischio. Motterlini è lapidario: «I
presupposti dell'economia della razionalità sono
neurobiologicamente falsi o irrealistici. Possiamo imparare a
essere razionali nelle scelte economiche, ma non lo siamo
naturalmente, quando si attivano i processi automatici e in larga
parte inconsci. Ciò non può non avere conseguenze su come
progettiamo interventi di politica economica e sulle nostre
istituzioni finanziarie».

L'autore senior del gruppo, il neurologo clinico e


neuroscienziato cognitivo Stefano Cappa, sottolinea: «Il
nostro studio mette su basi solide la ricerca sulle differenze
individuali. Il futuro è la comprensione dei fattori genetici,
epigenetici e dell'apprendimento nel modulare i profili di
attivazione e la macro e micro anatomia e le loro conseguenze su
scelte e comportamenti: il tutto con misure obiettive». Per
concludere, un piccolo consiglio: se vi offrono una scommessa in
cui si perde 10 ma si vince anche solo 11 o 12 con la stessa
probabilità, mettete a tacere la vostra amigdala e accettate.

4 settembre 2013 | 11:10


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Massimo PIattellini Palmarini

DOPO AVER LETTO QUESTO ARTICOLO MI SENTO

INDIGNATO TRISTE PREOCCUPATO DIVERTITO SODDISFATTO

PARTECIPA ALLA DISCUSSIONE


Linee Guida per l'utilizzo dei servizi della sezione Salute di Corriere.it

Gentile utente, anche ai sensi e per gli effetti delle Linee Guida emesse dal Garante della Privacy in data 25 gennaio 2012,
l'Editore intende comunicarLe alcune avvertenze per l'utilizzo dei servizi di blog e forum relativi alla sezione Salute di Corriere.it

1) Le ricordiamo che i dati di contatto (quali ad esempio l'indirizzo di posta elettronica) da Lei inseriti nel messaggio saranno
pubblicati
Dichiaro unitamente al Suovisione
di aver preso commento;
delle avvertenze e ACCETTO

2) Dichiaro di aver
La invitiamo letto ed
a valutare accettato le
attentamente condizionidigenerali
l'opportunità per l'utilizzo
inserire, all'interno del servizio
dei Suoi commenti, dati personali che possano
anche indirettamente rilevare la Sua identità;

3) La invitiamo a valutare attentamente l'opportunità di pubblicare foto o video che consentano di identificare o rendere
identificabili
Scrivi qui persone
il tuoe commento
luoghi;

4) La invitiamo a prestare particolare attenzione alla possibilità di inserire, nei Suoi interventi, dati che possano rivelare, anche
indirettamente, l'identità di terzi;

5) Le ricordiamo che i dati da Lei immessi nel messaggio saranno resi pubblici sul sito internet www.corriere.it, rimarrannoINVIA
archiviati nello stesso senza limiti di tempo e saranno indicizzabili e reperibili anche dai motori di ricerca generalisti (Google,
Yahoo etc)

Il contributo più votato


4 SETTEMBRE 2013 | 9.59
1
VOTA (1)
perdere 1 con probabilità 50% può essere RAZIONALMENTE meglio di vincere
20 con probabilità 50% chiedete ad un individuo di partecipare al gioco di cui RISPONDI

sopra, dopo le somme in gioco sono milioni di euro. vinci 2 milioni o ne perdi 1.
l'individuo sa che vincendo vivrà una vita agiata, mentre perdendo vivrà una
vita di debiti. accetta? e se di milioni ne vince 3? cambia poco, sarà sempre
una vita agiata questo perché all'articolo manca una riflessione importante,
base della microeconomia da decenni: gli individuo ragionano non per valori
attesi ma per utilità attese. ed è giusto che sia cosi: non si vive di denaro ma di
benessere

Tutti i contributi 27 DATA VOTO

4 SETTEMBRE 2013 | 11.09

Meno male che e' cosi', perche' non oso nemmeno immaginare quale sarebbe la VOTA
condizione dell'economia globale e dei mercati finanziare se fossimo stati piu'
RISPONDI
spericoli e meno avversi al rischio e alle perdite.

4 SETTEMBRE 2013 | 10.58

Nulla di nuove sotto il sole, questo è un ulteriore motivo per cui è bene togliere VOTA
più soldi possibili allo stato, perchè se questo fattore è vero, non lo è certamente
RISPONDI
nel momento in cui i soldi che spendi non sono i TUOI.

4 SETTEMBRE 2013 | 10.57

l'articolo su un quotidiano generalista è di tipo divuglativo e quindi è scusabile VOTA


qualche imprecisione nei termini. la propensione al rischio di ciascuno oltre che
RISPONDI
da fattori psicologici dipende da molte altre cose... come l'età. ripeto, che il
discorso qui andrebbe visto come uno spunto ad interessarsi della questione e
magari approfondire con un libro specializzato.

VEDI LA DISCUSSIONE

4 SETTEMBRE 2013 | 10.46

Ho letto Kahneman, mi occupo di queste cose anche se solo indirettamente (il VOTA
mio campo non è behavioral economics, ma per forza di cose bisogna
RISPONDI
conoscerla un po'). E sono decisamente sulla linea dello studioso tedesco che
hai menzionato.

VEDI LA DISCUSSIONE

4 SETTEMBRE 2013 | 10.44

Certo che l'ho letto. E una scommessa come quella nell'articolo non è VOTA
necessariamente vantaggiosa. Dipende da tante cose: ricchezza di partenza
RISPONDI
dell'individuo (se sono povero e perdo 100 euro è un dramma, se sono ricco sono
solo bruscolini), avversione al rischio dell'individuo e ,anche, avversione alle
perdite. Così come alcuni individui preferiscono la pasta al riso, altri preferiscono
avere 100 euro con certezza piuttosto che 150 con incertezza. That's all.

VEDI LA DISCUSSIONE

4 SETTEMBRE 2013 | 10.21


"Poniamo che al mattino ci si sia accorti di aver perso, non si sa come, 100 euro. VOTA
Il nostro stato psicologico di sconforto non verrà veramente cancellato anche se
RISPONDI
poi, nel pomeriggio, ci cadono dal cielo 100 euro inaspettati." Suppongo non
avessi i soldi per pagarmi il pranzo e che quindi mi senta affamato e molto
irascibile.

4 SETTEMBRE 2013 | 10.15

Qui si apre un campo davvero grande di ricerca. È irrazionale essere avversi alle VOTA
perdite perchè va contro, in un certo senso, alle teorie economiche classiche. Su
RISPONDI (1)
questo le consiglio di leggere i libri di Daniel Kahneman (psicologo e premio nobel
in economia nel 2002) e di Dan Ariely. Gerd Gigerenzer, uno studioso tedesco,
pensa invece che sia sbagliato parlare di "irrazionalità": per il mondo in cui
viviamo e il modo in cui ci siamo evoluti è molto piu razionale essere avversi alle
perdite! Il problema di fondo resta capire se si tratta di usare la stessa parola
con significati diversi oppure se alla base di tutto ci sono teorie profondamente
diverse su come prendiamo decisioni.

VEDI LA DISCUSSIONE

4 SETTEMBRE 2013 | 10.15

"Poniamo che al mattino ci si sia accorti di aver perso, non si sa come, 100 euro. VOTA
Il nostro stato psicologico di sconforto non verrà veramente cancellato anche se
RISPONDI
poi, nel pomeriggio, ci cadono dal cielo 100 euro inaspettati.] Poniamo che al
mattino ci si sia accorti di aver perso, non si sa come, 100 euro. Il nostro stato
psicologico di sconforto non verrà veramente cancellato anche se poi, nel
pomeriggio, ci cadono dal cielo 100 euro inaspettati." Era dai tempi del gatto di
Schroedinger che l'essere umano non faceva questi passi in avanti!

4 SETTEMBRE 2013 | 10.14

Se ho compreso, ho 10, o vado a 22 o a 0? mi tengo 10, è sopravvivenza perché VOTA


perché quei 10 magari mi sono costati un "mazzotanto". Oppure, ho 100, o vado
RISPONDI
a 112 o a 90? Per il gusto di scommettere, non capisco perché. L'avversione alle
perdite la hanno tutti immagino, a prescindere che da che parte del cervello
venga. Chi l'ha commissionata Lottomatica o Wallstreet?

4 SETTEMBRE 2013 | 10.08

Ma l'articolo l'hai letto? In sostanza dice che mentre matematicamente risulta VOTA
vantaggioso effettuare un investimento (o scommessa) di una somma S in cui il
RISPONDI (1)
risultato atteso è S+epsilon, il nostro cervello ritiene vantaggioso l'investimento
soltanto qualora il risultato atteso sia superiore a 2.25*S.

VEDI LA DISCUSSIONE

4 SETTEMBRE 2013 | 9.59 1

perdere 1 con probabilità 50% può essere RAZIONALMENTE meglio di vincere 20 VOTA (1)
con probabilità 50% chiedete ad un individuo di partecipare al gioco di cui sopra,
RISPONDI
dopo le somme in gioco sono milioni di euro. vinci 2 milioni o ne perdi 1.
l'individuo sa che vincendo vivrà una vita agiata, mentre perdendo vivrà una vita
di debiti. accetta? e se di milioni ne vince 3? cambia poco, sarà sempre una vita
agiata questo perché all'articolo manca una riflessione importante, base della
microeconomia da decenni: gli individuo ragionano non per valori attesi ma per
utilità attese. ed è giusto che sia cosi: non si vive di denaro ma di benessere

4 SETTEMBRE 2013 | 9.58

Se leggesse con attenzione, vedrebbe che è stata finanziata col supporto di VOTA
Schroders. Poi forse lei ignora l'esistenza degli studi in neuroscienze, ma questo è
un altro discorso. RISPONDI

VEDI LA DISCUSSIONE

4 SETTEMBRE 2013 | 9.57

... Jacques de la Palice mi pare avesse gia detto questa cosa ... VOTA

VEDI LA DISCUSSIONE RISPONDI

4 SETTEMBRE 2013 | 9.49

Quanto evidenziato Dalla ricerca vuole solo dimostrare quanto in molti casi sia VOTA
sbagliato respondere emotivamente, e /o velocemente a richiesta di scelte.
RISPONDI (1)
Sopratutto per chi gestisce I propri soldi, guadagnati con Fatica, dovrebbe
tenerne Conto.,

VEDI LA DISCUSSIONE

4 SETTEMBRE 2013 | 9.49 1

Ma all'Università San Raffaele di Milano ricevono fondi dallo stato per queste VOTA (1)
ricerche? Questo sì che lo troverei alquanto irrazionale!
RISPONDI (1)
VEDI LA DISCUSSIONE COMPLETA

CARICA ALTRI CONTENUTI

Automedicazione Video Città Corriere Store Video Scienze UN AIUTO SUBITO


Malattie rare Corriere Selection
SALUTE
Edicola
Foto Cardiologia Dermatologia Disabilità Neuroscienze Nutrizione Pediatria Reumatologia Sportello cancro Malattie rare Automedicazione
Annunci

Gazzetta | Corriere Mobile | El Mundo | Marca | Dada | RCS Mediagroup | Fondazione Corriere | Fondazione Cutuli Servizi | Scrivi | Nuovo Titolare della Privacy
Copyright 2013 © RCS Mediagroup S.p.a. Tutti i diritti sono riservati | Per la pubblicità RCS MediaGroup S.p.A. - Divisione Pubblicità
RCS MediaGroup S.p.A. - Divisione Quotidiani Sede legale: via Angelo Rizzoli, 8 - 20132 Milano | Capitale sociale: Euro 762.019.050 Hamburg Declaration
Codice Fiscale, Partita I.V.A. e Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano n.12086540155 | R.E.A. di Milano: 1524326
SCIENZA & TECNOLOGIA

Una ricerca di Harvard: pazienti con aree del cervello danneggiate


si sono dimostrati molto competitivi negli investimenti

Lo psicopatico sa investire
perché non ha paura di rischiare
"Il ragionamento frena l'istinto e blocca le speculazioni"

di ELENA DUSI
ROMA - Se i mercati finanziari sono come le montagne russe, chi meglio di
uno "psicopatico funzionale" può seguirne le evoluzioni? Una ricerca
statunitense pubblicata sul Journal of Psychological Science ha trovato che
gli individui "disturbati emotivamente" sono pronti a gettarsi in scommesse
ad alto rischio. Quelle in grado di cambiare la vita una volta per tutte. I
pazienti arruolati avevano particolari aree del cervello danneggiate, ma in
loro gli psicologi hanno rilevato le caratteristiche giuste per indovinare un
investimento finanziario.

I ricercatori dell'università di Harvard hanno utilizzato la simulazione di un


gioco finanziario. La loro fiducia non si è spinta fino ad affidare ai soggetti
della loro sperimentazione denaro vero, da investire in una borsa vera. Ma i
risultati sembrano lo stesso convincenti. I quindici pazienti
intellettualmente compromessi, dopo un periodo di speculazioni virtuali,
hanno stracciato per ammontare dei guadagni 41 individui perfettamente
normali. Le onde dell'intuizione psicopatologica hanno prevalso sulle armi
della razionalità.

Il segreto dei "disturbati" si è rivelato la mancanza di paura. Il


ragionamento frena infatti la capacità di rischiare. Gli individui sani anche di
fronte al timore di una piccola perdita preferivano tirare i remi in barca, pur
sapendo che il premio sarebbe stato cospicuo. Il fenomeno, sempre tra gli
psicologi, è noto con il nome di "avversione miope al rischio", è tipico degli
individui razionali e a lungo andare sembra comprometterne l'efficienza nel
settore della finanza. "I migliori investitori di borsa - è la conclusione cui è
giunto Antoine Bechara, neurologo dell'università dello Iowa - hanno
probabilmente tratti tipici dello psicopatico funzionale". Questi tratti,
suggerisce anche un volume patrocinato dal National Institute of Health
americano dal titolo "The Psychopath", sarebbero diffusi all'interno delle
nostre società molto più di quanto non si creda.

Baba Shiv, coautore della ricerca e professore alla Stanford School of


Business, rincara la dose: "Lo stesso tratto potrebbe essere comune anche
a manager d'azienda e avvocati di vertice".
Le emozioni, spiega la ricerca del Journal of Psychological Science, hanno la
proprietà di accelerare il processo decisionale. Fu il famoso neurologo
Antonio Damasio, origine portoghese ma una cattedra all'università dello
Iowa, ad avanzare alcuni anni fa l'ipotesi che il circuito neurale incentrato
sull'amigdala, oltre a presiedere la vita emotiva di un individuo, assume
anche la funzione del direttore d'orchestra nel momento in cui occorre
prendere una decisione. "Va dove ti porta il cuore" - sembrano suggerire i
professori americani - è il segreto per ottenere il successo. Non come
pensavamo nel campo dei sentimenti, bensì in quello finanziario.

(19 settembre 2005)


SCIENZA & TECNOLOGIA

Una ricerca di Harvard: pazienti con aree del cervello danneggiate


si sono dimostrati molto competitivi negli investimenti

Lo psicopatico sa investire
perché non ha paura di rischiare
"Il ragionamento frena l'istinto e blocca le speculazioni"

di ELENA DUSI
ROMA - Se i mercati finanziari sono come le montagne russe, chi meglio di
uno "psicopatico funzionale" può seguirne le evoluzioni? Una ricerca
statunitense pubblicata sul Journal of Psychological Science ha trovato che
gli individui "disturbati emotivamente" sono pronti a gettarsi in scommesse
ad alto rischio. Quelle in grado di cambiare la vita una volta per tutte. I
pazienti arruolati avevano particolari aree del cervello danneggiate, ma in
loro gli psicologi hanno rilevato le caratteristiche giuste per indovinare un
investimento finanziario.

I ricercatori dell'università di Harvard hanno utilizzato la simulazione di un


gioco finanziario. La loro fiducia non si è spinta fino ad affidare ai soggetti
della loro sperimentazione denaro vero, da investire in una borsa vera. Ma i
risultati sembrano lo stesso convincenti. I quindici pazienti
intellettualmente compromessi, dopo un periodo di speculazioni virtuali,
hanno stracciato per ammontare dei guadagni 41 individui perfettamente
normali. Le onde dell'intuizione psicopatologica hanno prevalso sulle armi
della razionalità.

Il segreto dei "disturbati" si è rivelato la mancanza di paura. Il


ragionamento frena infatti la capacità di rischiare. Gli individui sani anche di
fronte al timore di una piccola perdita preferivano tirare i remi in barca, pur
sapendo che il premio sarebbe stato cospicuo. Il fenomeno, sempre tra gli
psicologi, è noto con il nome di "avversione miope al rischio", è tipico degli
individui razionali e a lungo andare sembra comprometterne l'efficienza nel
settore della finanza. "I migliori investitori di borsa - è la conclusione cui è
giunto Antoine Bechara, neurologo dell'università dello Iowa - hanno
probabilmente tratti tipici dello psicopatico funzionale". Questi tratti,
suggerisce anche un volume patrocinato dal National Institute of Health
americano dal titolo "The Psychopath", sarebbero diffusi all'interno delle
nostre società molto più di quanto non si creda.

Baba Shiv, coautore della ricerca e professore alla Stanford School of


Business, rincara la dose: "Lo stesso tratto potrebbe essere comune anche
a manager d'azienda e avvocati di vertice".
Le emozioni, spiega la ricerca del Journal of Psychological Science, hanno la
proprietà di accelerare il processo decisionale. Fu il famoso neurologo
Antonio Damasio, origine portoghese ma una cattedra all'università dello
Iowa, ad avanzare alcuni anni fa l'ipotesi che il circuito neurale incentrato
sull'amigdala, oltre a presiedere la vita emotiva di un individuo, assume
anche la funzione del direttore d'orchestra nel momento in cui occorre
prendere una decisione. "Va dove ti porta il cuore" - sembrano suggerire i
professori americani - è il segreto per ottenere il successo. Non come
pensavamo nel campo dei sentimenti, bensì in quello finanziario.

(19 settembre 2005)


finanziamenti bancari

sponsor, pubblicità
partners

prevendite

propri

ricerca dei finanziamenti

crowdfunding

location
finanziamenti pubblici

attori
pre-produzione
riprese

partner tecnologici

regista produzione
cambiamento
network

montaggio
tecnologia
produzione

sonoro
post-produzione problema dell’attenzione
spostamento sugli aspetti di attrazione
maggiori spese di produzione (blockbusters)
effetti digitali focus sull’aspetto commerciale
soggetto struttura di mercato concentrata (majors)
espansione del numero di sale coinvolte
“ciclo di vita” breve, concentrazione dei risultati nei primi
giorni/settimane
sceneggiatura poi passaggio ad altri canali (max remunerazione)
sviluppo

prima valutazione di costi e benefici


(budget)
internet

home video

televisione

pianificazione vendita al pubblico


biglietti
tecnologia
servizi
commerciale finanziamenti
rapporti coi clienti

gestione economie di scala


(es. multisala)
riproduzione

sale cinematografiche
tecnica

doppiaggio, sottotitoli
marketing locale

distribuzione

mktg, pubblicità promozione

programmazione

fornitura

magazzino amministrazione

incassi
CONSERVAZIONE

capitale strumentale

capitale finanziario

locazioni
INPUT

fissi

CONSUMO
fattori di produzione materie prime

lavoro

energia elettrica

mercato
variabili
ricavi

VENDITA
rispetto alla produzione

profitto costi di produzione fissi variabili

DISTRIBUZIONE DEL REDDITO


rispetto al mercato medi

marginali
concorrenza
perfetta

concorrenza
monopolistica
breve periodo
STRUTTURA DI MERCATO efficienti

SCELTE lungo periodo

oligopolio
esternalità

monopolio economie di scala fallimenti del mercato


beni pubblici

monopolio naturale
razionalità
monopsonio
monopolio legale

economie di apprendimento

OUTPUT
economie di “scopo”

two-sided markets

produzione congiunta economie finanziarie

differenziazione

orizzontale
(caratteristiche diverse)
verticale
(qualità diversa)

Potrebbero piacerti anche