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Capacità dell’azienda di durare nel tempo, senza ricorrere in modo patologico a risorse di terzi, riuscire a far fronte i
vari cambiamenti nel tempo, remunerare tutti i fattori di produzione (compresi capitali di rischio)
Mantenere allora:
1) Equilibrio istituzionale, contemperamento degli interessi verso obiettivi condivisi, equità nelle remunerazioni
2) Durabilità, perdurare nel tempo
3) Autonomia, senza interventi sistematici di sostegno
1) Equilibrio istituzionale
permettere la durabilità dell’azienda con il contemperamento degli interessi, permettendo la motivazione
dei portatori d’interesse
2) Attività economiche usano le risorse da cui generano le risorse, remunerando tutti i fattori di produzione
3) Autonomia nell’elaborazione dei propri obiettivi dai terzi grazie alla sostenibilità
4) Autonomia legittima allora gli assetti istituzionali e il suo funzionamento, quindi la sua capacità nelle scelte
gestionali
5) Impossibilità di durare nel tempo e garantire la sua autonomia mette in rischio l’esistenza stessa dell’impresa
6) Economicità come il vincolo di funzionamento essenziale per lo svolgimento dell’attività economica nel
tempo
Economicità è dunque la condizione di vita delle aziende, principio e obiettivo per un buon governo
Non sempre equilibrio istituzionale corrisponde all’equilibrio economico (es. divorzio, ma patrimonio ancora stabile)
Tuttavia fortemente interconnessi
Condizioni di funzionamento
Equilibrio reddituale
Equilibrio fra componenti positivi e negativi di reddito, costi e ricavi
Attitudine di remunerare alle condizioni di mercato tutti i fattori di produzione, compresi i capitali di prestito e di
rischio
È possibile che non si raggiunga nel breve periodo – basta che non sia patologico
- Monopolio
- Condizioni esterne favorevoli in forte crescita
- Esternalità negative (es. inquinamento, con costo sostenuto dagli altri)
- Monopolio
- Evasione fiscale
- Delocalizzazioni produttive
Equilibrio monetario
Equilibrio fra entrate-uscite monetarie, capacità di far fronte in qualsiasi momento agli impegni di pagamento (es.
pagamenti differiti, debiti), grazie alla presenza delle risorse monetarie
Legato all’equilibrio reddituale, ma non coincide: La diversa manifestazione temporale di costi e ricavi e dei relativi
flussi monetari si traduce in fabbisogno finanziario
Mancanza di un equilibrio monetario = aggravarsi della gestione finanziaria con oneri finanziari
PA
Erogazione di beni pubblici, spesso incapace da mantenere con la raccolta tributaria – deficit
Indebitamento che non permette il sostegno delle famiglie o aziende in difficoltà durante la crisi
Non profit
Condizionata dalla capacità di ottenere contributi stabili dagli associati o donatori
Imprese
Remunerazione monetarie e non dei prestatori di lavoro, quindi i conferenti di capitale
Conclusione
Economicità non per la massimizzazione del profitto, ma il rispetto simultaneo di tutte le condizioni per il
mantenimento e lo sviluppo dell’azienda, come mezzo per conseguire i suoi fini
Oltra alla sostenibilità economica, anche quella ambientale e sociale maggior focus sulle azioni e le sue
conseguenze
Le aziende che operano nelle arti e nella cultura e i loro assetti
istituzionali
3.1 Definizione della cultura
Cultura:
- Il lascito, l’eredità sociale che un individuo riceve dal proprio gruppo sociale di appartenenza (valori,
abitudini, comportamenti, norme sociali, …) (Shils, 1971)
Qualificare i consumi e i comportamenti elemento comportamentale
- Il sistema di significati attraverso il quale un ordine sociale viene comunicato, riprodotto, ed esplorato
(Hesmondhalgh, 2002)
Espressione di un radicamento individuale del proprio gruppo sociale di appartenenza elemento sociale
- Cultura è l’insieme di valori, miti, riti e immagini su cui un gruppo fonda la propria identità e la propria
interpretazione del mondo (Morin, 1962)
Un modo di pensare, credere, essere elemento cognitivo
Prodotti culturali
Il prodotto culturale nasce da attività che hanno a che fare con aspetti intellettuali, morali e artistici della vita umana
(Throsby, 2001)
Serie di relazioni e attività che non sono interpretabili con le logiche di mercato, e finalità non economiche
Tre criteri:
- Come espressioni di identità, di valori condivisi e di immaginari hanno una relazione «problematica» con gli
scambi monetari difficoltà di essere ridotto a prodotto e rapporto conflittuale con il prezzo
- Difficile stabilire/catalogare i confini d’analisi delle attività coinvolte nei processi di produzione e consumo di
arte e di beni culturali, anche tra i prodotti culturali e non
le aziende delle arti e della cultura definiscono un ambito competitivo molto ampio ed eterogeneo, in cui
convivono attori con finalità e logiche gestionali molto diverse fra loro
3.2 La classificazione delle aziende che operano nelle arti e nella cultura
Le istituzioni classificabili per:
- proprietà
- Dimensioni/tipo di attività
- Localizzazione/vocazione geografica
- finalità e obiettivi
Macro-ambiti
Modi in cui l’esperienza umana viene raccontata e rappresentata
Altre categorie di aziende che operano nella cultura per generare la ricchezza:
- Economia: massimizzare l’utilità, espressione razionale delle regole e decisioni pragmatico e negotium
Sospetto di inconcludenza dell’arte, assenza di regole
- Cultura: romantica e passionale, art for art’s sake – natura disinteressata astratto e otium
Eccessivo pragmatismo dell’economia, rischio di mercificare l’arte
- Intangibile
- Forza dell’estetica
- Creatività
- Esperienza e valori evocativi
- Consumo come appartenenza sociale
- Aggravarsi dei vincoli del bilancio pubblico, problema nell’economicità – ricercare interlocutori e finanziatori
e manager
- Crescente mobilità internazionale delle persone, quindi nuova domanda per un’offerta più attraente e
sofisticata
- Disponibilità di personale qualificato e specializzato precaria, rendendo necessaria una migliore capacità di
programmazione, coinvolgimento, selezione
- Maggiori eventi e festival, musei e centri sportivi, collaborazioni fra attori pubblici-privati per un’offerta
culturale ampia
- Salvaguardia e valorizzazione di competenze, saper fare di natura artigianale, spesso legati alla tradizione
territoriali valorizzare il territorio
Per un’accessibilità garantita a tutti, i settori culturali operano quindi fuori dal mercato
Bassa redditività, scoraggia enti privati necessità di finanziamenti pubblici, per le esternalità positive generate che
sono inquantificabili e non escludibili (società, qualità della vita, diplomazia culturale, vantaggi anche economici)
Cultura come il motore dello sviluppo economico, generando valori trasformando e utilizzando pensieri, emozioni,
identità. La conoscenza impiegata nei servizi passa meno per le macchine e più per le persone
Creatività come fonte del vantaggio competitivo per resistere ai cambiamenti tecnologici
Un indice di misura è per esempio la quantità di risorse pubbliche/private che il sistema assorbe
Fabbisogno finanziario è coperta da:
Sul lato domanda, difficoltà nella quantificazione e caratterizzazione del pubblico raggiunto:
Difficoltà allora nel rapportarsi con i consumatori, marketing tramite solo visibilità/marchio
Le imprese culturali attiva altri settori: moltiplicatore pari a 1.7 (ossia ogni 1 euro speso in cultura attivano 1.7 in altri
settori)
Teatro della Scala raggiunge a 2.7, ritorno economico di 200mln
Turismo: migliorabile con la gestione di tutte le ricchezze “ignorate”, però non sempre implica necessariamente la
generazione della ricchezza, a volte anche problemi (es. Venezia)
3.5.5 Valorizzare il sistema di relazioni
Valorizzare il sistema di relazioni che intercorre fra gli attori e i risultati dei processi di natura artistica e culturale,
evitare la banalizzazione, ma garantire la sostenibilità
Tuttavia, è anche vero che le arti e la cultura rimangono elementi forti delle città anche piccole fonte di
sostenibilità delle aziende locali
Riqualificazione urbana
Non solo dall’alto, ma anche dal basso: Cultural-led, cultura come leva di sviluppo territoriale
Rigenerazione per aumentare il prestigio del luogo, sfruttare le sue risorse beneficiare tutti (in visione
stakeholder)
Non sempre vi è un dialogo produttivo tra il territorio e la cultura locale: si deve dunque riqualificarlo per un
progetto culturale più ampio, creane un forte valore
Ed è una visione valoriale che comporta la partecipazione di tutti quanti – partnership consistente e un luogo ampio
Spazi collaborativi: luoghi “neutri” condivisi tra attori di diversi profili professionali, favorendo l’interazione e la
creatività, dunque l’innovazione del territorio
Fortemente connessi, condividono anche interessi (anche i cittadini) pluralità problematica che generebbe anche
conflitti (es. decontestualizzare un affresco per la conservazione, in conflitto con gli enti locali)
- Garantire la miglior forma di tutela (focus sul bene specifico o sull’organizzazione tutelante)
- Creare il valore economico attorno al patrimonio
- Accessibilità, notorietà e attrazione delle arti in senso globale
Le istituzioni pubbliche competenti per la cultura, con la responsabilità legislativa e finanziaria a sostegno di alcuni
settori e attività artistiche e culturali:
La gestione in particolare:
Collaborazione tra pubblico e privato in materia di finanziamento può avvenire in due modi:
- Attori privati sostengono i beni e le attività culturali gestite dagli attori pubblici
- Enti pubblici sostengono i privati impegnati nella formazione di artisti, creazione e distribuzione di prodotti
culturali
Le imprese e i singoli cittadini possono sostenere gli enti non profit tramite le sponsorizzazioni tecniche, ossia
sponsorizzazione tramite beni o servizi piuttosto che di denaro
MiBACT
Coordina a livello nazionale la gestione del patrimonio culturale
Storia
- 1902 e 1909, introdotto il principio dell’inalienabilità del patrimonio culturale dello Stato e la possibilità per
la PA di intervenire nell’operato delle imprese private di importante interesse culturale
- Nasce la Costituzione, e l’articolo 9 ove prevede la valorizzazione del patrimonio culturale tutelato e
promosso dallo Stato
- 1954, Convenzione d’Aia, ratificato il concetto di “bene culturale”
- 1975, nasce il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, diviso poi nel 1986 con il Ministero dell’Ambiente
si inizia anche il decentramento con le istituzioni delle Regioni a statuto ordinario sulla tutela culturale
- 1993, Legge Ronchey, regolamentati i servizi aggiuntivi (es. librerie, caffetterie) verso il processo di
collaborazione tra enti privati e pubblici sulla gestione di beni culturali
- Riconosciute maggiori autonomie ad alcune organizzazioni staccandosi dal Ministero (es. teatri, musei)
- 1998, nasce il Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Codice Urbani, riafferma la funzione di tutela del Ministero
- 2014, riforma Franceschini riconosciute maggiori autonomie agli istituti, incentivando il finanziamento dei
privati con un incentivo fiscale
Governo
Al livello interno:
A livello decentrato:
1) Imprese operanti in settori ove il processo di costruzione del valore è fortemente alimentato dalla
formazione di immaginari e simboli
2) Imprese legate al proprio territorio di appartenenza
Collaborazione pubblico-privato
- Decisioni di allocazione di risorse e di priorità di intervento – scelte politiche di PA
- Gestione di attività
- Governo economico
- Finanziamento per sponsorizzazione o mecenatismo
3.8 L’economicità delle aziende che operano in ambito artistico e culturale
Equilibrio reddituale
Costi molto rigidi:
Nelle aziende di contenuti, la possibilità di godere di rendite sui titoli di catalogo compensa l’incertezza
L’incertezza è forte però lì dove caratterizzata da un’elevata componente di costi variabili (es. teatro)
Equilibrio monetario
Tempi di erogazione delle risorse sono diversi
Erogazioni pubbliche sono molto lunghe, compromettendo la capacità dell’azienda
Le aziende dello spettacolo in particolare sono strutturalmente incapaci di coprire i costi autonomamente
Efficienza
Problemi:
Eque remunerazioni
Mai eque, la media delle remunerazioni è bassa e instabile di fronte a quei pochi star noti
Problema di motivazione, formazione, capacità di ritenzione dei talenti
8. Le misure dell’economicità
8.1 Dalle scelte ai risultati
Operazioni = risultati dell’attività economica
Rilevazioni volte a misurare e valutare le operazioni svolte, quindi la capacità dell’impresa di generare reddito e le
risorse disponibile, per la valutazione della sua economicità
Contiene i valori flusso relativi all’attività economica, capacità di generare reddito in un intervallo di tempo
attraverso la contrapposizione di costi e ricavi
Questa differenza:
Raccolgono:
Convenienze
Metodologie condivise per la comprensione e l’analisi dei bilanci:
Principi contabili: principi e procedure che definiscono gli accadimenti soggetti a registrazione, i criteri di valutazione
da applicare e il contenuto della nota integrativa:
- principio della certezza
- principio della competenza
- principio della prudenza
Gli scambi che invece non implicano variazione di moneta e/o crediti/debiti, non vengono rilevati!
Principio di competenza:
- Ricavo di competenza, se è stato conseguito con costi sostenuti in tutto o in parte nell’esercizio
- Costo di competenza, se è stato sostenuto per produzioni effettuate nell’esercizio o comunque le condizioni
di produzione non è più utilizzabile nel futuro
Principio di prudenza:
costi sono certi, mentre i ricavi sono incerti in quanto correlati al dinamismo del mercato
Per le rimanenze, si preferisce allora rinviare il costo anziché anticipare il ricavo che non viene allora contabilizzato
valore pari al minore fra il costo e il valore del mercato (con le quote di costi relativi alla gestione e allo stoccaggio)
Quote di ammortamento: cnr rilevati a fine esercizio collegati a operazioni di investimento in beni pluriennali
s’ottiene dividendo il valore dell’investimento per il periodo di ammortamento
Valori stimati al fine dell’esercizio (rimanenze, ammortamento, TFR) contrario al principio della certezza per
rispettare quella della competenza per rendere i dati confrontabili fra più esercizi
Motivo per cui l’utile/perdita fa quadrare il bilancio (somma di Dare = somma di Avere)
Infine, l’utile/perdita non corrisponde alla disponibilità monetaria perché ci sono i debiti/crediti, rimanenze,
operazioni di finanziamento/investimento
- Riclassificazione
- Costruzione di indici o quozienti sintetici
Riclassificazione
Riesporre le voci e i valori del bilancio in un ordine diverso
Ottenere maggiori informazioni sullo stato di salute dell’azienda, mettere in relazione le diversi componenti su cui si
fonda l’equilibrio che permette a un’azienda di durare, strumento per orientare le decisioni gestionali
Conto economico
Criterio a ricavi e costo del venduto:
isolare il contributo delle diverse gestioni alla formazione del risultato di esercizio in forma scalare
Denominazioni:
- Capire i fenomeni che determinano la formazione del risultato reddituale, in particolare i contributi delle
singole gestioni
- Informazioni utili per l’accertamento della capacità di reddito tendenziale
- Giudizi sull’equilibrio reddituale, quindi sull’economicità dell’azienda
Stato Patrimoniale
Criterio finanziario
mettere in luce la solvibilità a breve e a lungo termine dell’impresa, quindi il grado di equilibrio fra la struttura
dell’attivo e del passivo
Sono:
Indici di liquidità
Capacità dell’azienda di far fronte, momento per momento, agli impegni di pagamento a breve termine
Domande da porre:
Caratteristiche:
Quoziente di disponibilità
Al crescere del QD cresce la probabilità che gli impegni di breve termine possano essere assolti attraverso le
disponibilità liquide senza ricorrere a ulteriore indebitamento
Se < 1, elevata tensione di liquidità l’azienda deve indebitarsi o disinvestire parte delle immobilizzazioni
Quoziente di liquidità
QD ad esclusione delle rimanenze
Rapporto di indebitamento
solvibilità a lungo dell’impresa (grado di dipendenza dai terzi)
Importante che CT non sia il doppio del CP, ma ciò comunque dipende dai settori di appartenenza
Indebitamento elevato rende difficile a ricorrere ulteriormente a CT, quindi la capacità di generare la ricchezza
>1 l’attivo immobilizzato coperto dal capitale proprio, quindi maggior probabilità di mantenere la solvibilità nel
lungo
Indici di redditività
La capacità dell’azienda di produrre reddito, remunerare adeguatamente tutte le condizioni di produzione
indicatori di efficienza della gestione
Un TR basso potrebbe indicare uno squilibrio tra la dimensione strutturale (capitale investito) e la dimensione
operativa (vendite effettuate)
La disponibilità di ROE rende l’azienda appetibile sul mercato dei capitali, quindi indicatore di successo
- Un aumento dell’indebitamento migliora ROE, solo se le risorse prese in prestito costano meno di quanto
rendono in RONA
- Un aumento di indebitamento comporta comunque il rischio di un incremento del costo dei mezzi di prestito
Succede allora che la redditività generata possa essere completamente assorbita dagli oneri finanziari
Debito è certo, ma la redditività no!
- Se la redditività è bassa/negativa, difficile che la gestione caratteristica generi le risorse necessarie al
funzionamento ricorso agli oneri finanziari e meno solidità patrimoniale
7. Le problematiche organizzative e la gestione delle imprese
7.1 I temi al centro delle scelte organizzative e le peculiarità delle istituzioni
culturali
Organizzazioni per raggiungere obiettivi che gli individui da soli non riescono
Per cui scelte organizzative (divisione del lavoro, coordinamento delle attività, strutture organizzative)
Strumento essenziale per concretizzare una strategia da cui ottenere il vantaggio competitivo
La parte non visibile agli occhi del consumatore, ma fondamentale per la realizzazione e la qualità della produzione
artistica
Evitare anche le conseguenze negative, in termini monetari, notorietà etc.
Si deve anche contemperare le relazioni interne (soprattutto oggi nell’economia della conoscenza) e quelle esterne
- Artistica
coloro che rappresentano le core activities, i processi di produzione artistica
- Gestionale-amministrativa
attività organizzative, gestione economico-finanziaria, marketing e gestione del personale
- Tecnica
figure impegnate nell’allestimento e di supporto delle rappresentazioni (es, realizzare i costumi)
Fattore umano
Le istituzioni culturali sono Human Intensive
fortemente influenzate dalle persone che ci lavorano
Direzione
Compiti:
Flessibilità
Come affrontare l’elevata rischiosità dei mercati su cui operano e la complessità dei propri processi produttivi
- Divisione di lavoro, ossia l’allocazione delle persone e delle risorse ai diversi compiti (chi fa che cosa)
- Scelte di coordinamento, modalità di allineamento delle azioni compiute dai singoli (chi si relaziona con chi)
con poi la presenza di relazioni di autorità e responsabilità, poteri di decisione e controllo – catena di
dipendenza
Definire la struttura organizzativa definire i compiti e le attività delle diverse unità, e i meccanismi di
coordinamento per allineare gli obiettivi e le azioni specifiche di ciascuna unità con quelli generali dell’organizzazione
Organigramma
visione sintetica delle diverse unità organizzative, le sue relazioni gerarchiche (autorità) e orizzontali
(coordinamento)
Non esiste il modello migliore, ma coerente con le caratteristiche dell’ambiente in cui si opera, con quelle del
sistema di servizio erogato e con gli obiettivi strategici che devono essere conseguiti
Quando le attività sono molto semplici non c’è bisogno di adottare particolari criteri di divisione del lavoro
“tutti fanno un po’ di tutto”
Quando le attività diventano più complesse è necessario stabilire “chi fa che cosa” (dividere il lavoro tra le persone) e
come coordinare il lavoro che è stato “diviso”
Caratterizzata da:
Vantaggio Svantaggio
- Semplice da gestire e poco costosa - Ridotta dialettica interna, possibili scelte non
- Unico centro direzionale, quindi maggiore ponderate
efficienza e prontezza nelle risposte - Concentrazione del vertice alle questioni
- Maggiore flessibilità operative, mancando la pianificazione
strategica
- Successione?
7.2.2 La struttura funzionale
Presenza di unità organizzative specializzate (sottoinsieme stabili di persone che svolgono un insieme preciso di
attività e sono responsabili del raggiungimento di obiettivi specifici)
Unità divise per competenze tecniche Funzione, unità di persone con competenze simili
Guidato da un Responsabile (direttore o manager di funzione) con competenze specialistiche della funzione e potere
delegato di porre tutte le azioni necessarie per raggiungere l’obiettivo di competenza
Vantaggio Svantaggio
- Economia di apprendimento e di - Forte specializzazione rende difficile la
specializzazione collaborazione inter-funzionali, generando
- Economia di assorbimento dei costi fissi, di conflitti che si ripercuote negativamente sui
scopo, di scala per maggior intensità di uso risultati complessivi dell’organizzazione
delle risorse
- Sviluppare routine organizzative per il continuo
lavoro con le persone della stessa competenza
Meccanismi di integrazione
Meccanismi per contemperare le divergenze verso gli obiettivi complessivi, mantenendo le caratteristiche
fondamentali dell’organizzazione (ossia omogeneità delle competenze etc.)
Taglia trasversalmente l’organizzazione allo scopo di coordinare le competenze presenti nelle diverse funzioni per
realizzare un particolare obiettivo:
Possono essere:
Le figure di integrazione devono avere le capacità diplomatiche onde da evitare i contrasti sull’allocazione delle
risorse e la priorità da dare ai diversi obiettivi
Divisioni:
organi di primo livello responsabili dell’erogazione di un prodotto o servizio, della soddisfazione di un particolare
mercato, di una specifica area geografica
Ogni divisione gode di una ampia autonomia gestionale, dipendendosi dalla direzione generale sul coordinamento
complessivo
- Soddisfa il fabbisogno di integrazione dovuta alla crescita e differenziazione dei prodotti, contenendo in sé le
competenze richieste
- Duplicazione di risorse poiché funzioni ripetute in ciascuna divisione, riducendo l’economia di scala
È opportuno quindi:
Vantaggio Svantaggio
- Rispondere ai bisogni scaturiti dalle scelte di - Aumento dei costi organizzativi
estensione orizzontale o geografica - Possibili contrasti tra le direzioni – contrasto
- Maggiore flessibilità dando forte autonomia ad inter-divisionale
ogni direzione
- Sempre possibile creare nuovi prodotti
Il capitale umano gestito efficacemente produce le performance individuali e risultati organizzativi migliori
Es. musei con personale meglio gestito più mostre, ampliare servizi, maggiori sponsor
Gli artisti però hanno driver motivazionali e preferenze di carriera molto peculiari
maggiore identificazione con la propria comunità professionale, minore fedeltà invece verso l’organizzazione
In più:
Si deve allora cecare di trattenere le proprie risorse umane e cercare un adeguato stock di capitale umano
1) definire il profilo ideale del candidato, con attitudini, competenze, esperienze e conoscenza ricercate
2) dove cercare i potenziali candidati: nel mercato interno o esterno
a. Mercato interno: facilitazione nella ricerca e minor costo, avendo già le informazioni
né costi d’inserimento
b. Mercato esterno: maggiori costi, ma vantaggio per conoscenze e profili professionali nuovi
Permette l’innovazione
3) Processo di selezione: chi è più coerente alle caratteristiche della posizione (tramite CV o colloqui)
processo complesso per distorsione cognitiva (errori) e l’asimmetria informativa
Formazione
Migliorare e sviluppare le competenze dei dipendenti
Carriera
Percorsi di promozione verso le posizioni organizzative più elevate nella scala gerarchica interna
Ma oggi, lean organization (organizzazione snella): le strutture organizzative tendono allo snellimento
per cui meno possibilità alle promozioni interne
- Carriera tecnico-specializzato
- Carriera gestionale
Tuttavia, si vuole credere che la posizione gerarchica massima della carriera tecnico-specialistica (es. direttore delle
collezioni) sia inferiore a quella manageriale (es. direttore del museo)
Si deve dare sufficiente visibilità al ramo tecnico
Impattare anche la società, andando a definire l’idea della città che si vuole ottenere
l’impatto e il valore che si vogliono creare
Quindi nel rapporto tra CdA e Direttore, si possono generare contrasti per visione di mission differenti
Gestione esterna
Si deve rapportare con diversi stakeholder:
- Utenti privati
potenziali fruitori delle attività tipiche
anche eventuali bookshop, spazi di ristorazione, acquirenti di oggetti di merchandising, le aziende che
affittano gli spazi
Servono attività a determinare il valore dell’istituzione in termini di prezzo del biglietto o valore del marchio
- Comunità professionale e scientifica (opinion leader, media, operatori etc.)
Valori in termini di qualità del progetto culturale, il cui giudizio contribuisce alla reputazione o accordi di
partnership e di collaborazione con altre istituzioni, con l’accesso alle risorse (es. artisti famosi)
- Soggetti del mondo politico (es. PA)
Riconoscono il valore socio-economico dell’ente culturale in quanto produttore di esternalità positive, per
cui erogare risorse economiche al suo sostegno
Delega il potere e divide il lavoro, supervisiona il corretto svolgimento dei compiti, motiva i collaboratori e risolve i
conflitti interni
Quindi:
Operato di un direttore
Modelli di direttore
Il modello a partire dalla mission, obiettivi strategici e rapporto culturale che l’istituzione vuole portare avanti
Diarchia
Due figure di direzione distinte ma con uguale autorità, su ambiti diversi:
Vantaggi Svantaggi
Esperta nelle logiche del settore, competenze sugli - Non adeguato a ricoprire ruoli dirigenziali
aspetti artistici - Possono anche essere demotivati per non
apprezzare l’aspetto del lavoro
Utile affiancarlo con una figura tecnica-specialistica, es. direttore amministrativo
Vantaggi Svantaggi
Maggior competenza nei compiti gestionali - Superare la tradizionale diffidenza dal mondo
della cultura
- Non riuscire ad adattare in un contesto non
aziendale
Si deve dunque possedere la conoscenza e la logica del settore, utile affiancarlo con figure artistiche es. curatori
Clan
Gruppo di persone con competenze e background differenti, in situazione poco formalizzate
Vantaggi Svantaggi
- Varietà di competenze, quindi presidiare tutti - Dimensione elevata, può ridurre l’efficacia
gli ambiti di attività - Poca formalizzazione può creare problema
- Maggiore quantità di informazioni, migliorando
i processi decisionali
- Facile allineamento dei comportamenti
individuali per rapporti stretti, favorendo la
reciprocità e meno opportunismo
- Legame forte tra i componenti
Ciò deriva dalle scelte di make or buy, che vanno a delineare i confini organizzativi
una volta fissato, stabilire il tipo di relazione da instaurare con essi
Relazione di mercato
Scambio regolato dal prezzo e contratto, con gli obblighi e i diritti delle parti
Rete o network
Insieme duraturo e strutturato delle relazioni stabili di collaborazione che un’organizzazione instaura con alcuni
soggetti dall’ambiente esterno
Es. scambi di beni, realizzazione congiunta di prodotti, condivisione di informazioni, realizzazione di un progetto
Coordinamento tra i singoli membri non basato su meccanismi formali, bensì un mutuo aggiustamento reciproco
disciplinato da valori condivisi (macro-cultura) o dalle sanzioni collettivamente applicate
Modalità di network
Possono essere:
Perché network
- Vantaggi economici
maggiore efficienza economica ed organizzativa, riducendo i costi di produzione e di transazione, applicando
economia di scala
- Processi normativi, producendo vincoli legislativi
- Complementarità di risorse
accesso a risorse o conoscenze maggiori e complementari, sviluppando nuove competenze e redistribuire i
rischi di attività innovative
- Si migliora anche la propria immagine e reputazione, con maggiori servizi
Le istituzioni culturali fanno fatica a trovare network per la cooperazione su ambiti artistici – non si vuole rinunciare
la propria autonomia sulle scelte culturali
Facile invece soluzioni condivise sull’area gestionale-amministrativa, per un maggiore efficienza economica (in vista
anche delle riduzioni di risorse pubbliche)
Il momento per aumentare l’offerta culturale, anche il momento in cui s’incontrano gli operatori del settore
Per la realizzazione, vengono dedicate risorse umane, tecniche ed economiche al fine di raggiungere un obiettivo o
svolgere un’attività precisa entro un termine temporale definito
Attività che sono interdipendenti
PBO viene usata anche dalle istituzioni più tradizionali per garantire la flessibilità, una maggiore focalizzazione sugli
obiettivi, maggior integrazione delle differenti competenze
Principi di coesione
Dinamiche relazionali che aiutano i singoli elementi di un gruppo a operare in modo coordinato con gli altri
Definire precisamente i propri ruoli, coordinandosi tra loro al fine di utilizzare le competenze per l’obiettivo
L’eccessiva stabilità può però ridurre l’accesso a informazioni nuove, limitando la creatività
Principi di leadership
Capacità di uno o più membri del team di favorire l’azione del gruppo attraverso il coordinamento delle azioni
individuali e la gestione di eventuali conflitti
Project manager, responsabile che garantisce il raggiungimento del risultato, di fronte ai vincoli di budget e di tempo
Compiti:
- Attività relazionali, gestione delle dinamiche relazionali tra i membri di un team, ma anche tra i team e con i
soggetti esteri
può svolgere il compito di liaison (collegamento e raccordo) e figurehead (rappresentanza verso i soggetti
esterni)
- Attività informative
gestione e facilitazione dei processi di comunicazione e di condivisione delle informazioni rilevanti per il
buon esito del progetto
può svolgere il compito di monitoring (osservazione e raccolta di informazioni), disseminazione e spokesman
(portavoce di un team)
- Attività decisionali
Direzione strategica, scelte di fronte ai problemi, gestione delle controversie interne, allocazione delle
risorse
7.6.1 Il ciclo di vita di un evento culturale
Ideazione
Definire i contenuti, le sue caratteristiche e gli obiettivi principali
Delineare quindi il profilo strategico a partire dal contesto e dalle esigenze, e anche le istanze espresse dei
vari stakeholder
Analizzare il contesto significa anche analizzare il competitor, ossia le iniziative che direttamente o
indirettamente possono posizionarsi come attività sostitutive dell’evento
Chiarire allora la mission, per avere la direzione verso cui tutti i soggetti coinvolti devono indirizzarsi
Specificare i diversi obiettivi da raggiungere
Scegliere lo spazio fisico dove avverrà l’evento, il periodo di svolgimento e il marketing coerente
Attivazione
Verificare la fattibilità dell’evento rispetto alle risorse e tempi disponibili
fattibilità dal punto di vista organizzativo, tecnico-logistico, comunicativo, economico-finanziario (es. risorse
umane, fundraising, costi etc.)
Definire la governance, ossia il soggetto responsabile
eventuali partnership con altri attori
Stesura del documento di progetto con elementi costitutivi
Comunicare l’iniziativa all’interno e agli stakeholder
Pianificazione
Programmazione operativa dell’evento identificando le attività e le azioni da intraprendere, tempi, le risorse da
reperire e il controllo sull’andamento del progetto
Strumenti di pianificazione:
Diagramma di Gantt
visualizzazione delle attività da svolgere in funzione dei tempi in cui devono essere iniziate e concluse, chiara
rappresentazione delle interdipendenze tra le attività diverse, gestendo allora le scadenze e le criticità
Attuazione e completamento
Eseguire il progetto, implementando le scelte e le indicazioni precedentemente stabilite
In particolare, anche la liquidazione dei finanziamenti pubblici e privati, stanziati all’inizio del progetto
Valutazione
Esame del lavoro svolto e dei risultati ottenuti, accertare il raggiungimento dell’obiettivo
Cercare di determinare il valore creato per gli stakeholder, porre le basi per l’ideazione dell’edizione successiva
Valutazione dell’impatto
Stima delle valutazioni apportate da un evento sulle attività di un territorio
Impatto economico:
- Impatto diretto, ritorno derivante dalla spesa effettuata (remunerazione degli operatori) e dai visitatori
giunti che creano turnover sul luogo (es. ristoratori, alberghi)
- Impatto indiretto, spese delle istituzioni e delle imprese per acquistare i beni e i servizi del luogo
- Effetto indotto, cambiamento di reddito dei residenti in seguito all’evento, quindi aumento delle capacità di
spesa
Impatto socio-culturale:
attrarre pubblico nuovo, contribuire a fare rete con altre realtà, migliorare l’immagine del territorio
Strumento utile per gli enti pubblici nella valutazione dell’investimento culturale
- Amedeo Amodio
- Bigonzetti (1997 – 2007, poi coreografo residente)
- Bozzolini
Carriera senza confini (boundaryless career): Il mercato del lavoro è caratterizzato da elevata mobilità
- I team artistici lavorano alla realizzazione di un prodotto culturale (film, opera, balletto, ecc.) e vengono
riuniti per quel particolare scopo, raggiunto il quale si dedicano a un nuovo progetto
- I talenti artistici si spostano da un’organizzazione all’altra secondo una logica di progetto
- Contratti a lungo termine: sono presenti soprattutto nelle istituzioni culturali più stabili e di maggiori
dimensioni (e.g., orchestre sinfoniche, enti lirici)
- Contratti di più di breve durata e maggiore flessibilità:
o Sono usati nelle organizzazioni temporanee (festival, eventi, ecc.)
o Nella gestione di relazioni con i ruoli artistici (direttore artistico, coreografici, registi, ecc.)
In particolare, si deve valorizzare l’associazione e la sede la Fonderia sul territorio, per un maggiore impatto locale
incentivare i rapporti con gli stakeholders locali
Rinnovare i rapporti con Bigonzetti, poiché non si può farsi dipendere esclusivamente solo da lui
Permettere un accesso più facilitato alla cultura, favorire ed aiutare lo sviluppo delle imprese (anche realtà nuove)
nel settore creativo, educare le nuove generazioni alla trasformazione digitale
Progetti:
Woodstock
Tre eventi Woodstock: ’69, ’94, ‘99
’69, per quanto un grande successo culturale, non economico (11 anni per il Breakeven)
al contrario, ’99 è quello con più guadagno, ma un totale fallimento dal punto di vista culturale
Problemi nell’innovazione
Innovare è exploration: camminare sui territori sconosciuti, molto scivoloso
per cui trial and error, tentere-fallire-innovare, anche in perdita per un investimento futuro
Nello spirito del management, scegliere se innovare (sempre rischioso, ma unico), o replicato (sicuro)
Martone
Difficoltà nel valutare l’operato di un direttore nel mondo culturale, giacché ci sono molti criteri (dipende anche chi
valuta)
- Gestionale, apertura verso un pubblico più vasto, ma perdendo così quello più tradizionale (diminuisce il
numero degli abbonati)
- Culturale, cambia gusto rischio, perché innovare = scontentare il suo pubblico tradizionale
Fitzpatrick
Museo dell’arte contemporanea di Chicago, nel cambio della sede:
Fitzpatrick per risolvere la questione finanziaria, in quanto di esperienza imprenditoriale, ma anche versatile e
dinamica
Però: non è del settore, né reputazioni e competenze nel settore dell’arte contemporanea
Soprattutto Eurodisney fuori dal mission, una potenziale contaminazione
In ogni caso, con una forte personalità a livello operativo, dimostra anche di riuscire a seguire le strategie del CdA
rispettando il mission, salvando il museo dalle perdite
Trasforma la piazzetta “distaccata” per una maggiore presenza di gente, aumenta il numero delle mostre, attrae i
clienti, sceglie dei curatori giusti
Piccolo
- Finanziamenti e network
Bisogna anche riconoscere i ruoli diversi, dunque anche posizione e mission
- Opera d’arte come punto di riferimento della società, intellettuale deve vivere nella realtà
- Reinvenzione degli spazi urbanistici: in un periodo del dopoguerra, di crisi?
- Innovazione: non è difficile fare uno spettacolo di qualità, ma è difficile continuarlo
Piccolo: marca come garante della qualità delle opere (reputazione) influenza le possibilità di
collaborazione, e di attese dai pubblici
- Una battaglia d’arte, sui diversi fronti: progetto artistico e mission, finanziamento, relazione con altre società
del settore (concorrenza)