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VITA NOVA

DANTE ALIGHIERI

INTRODUZIONE
La vita Nova, anche se molto concreta, è caratterizzata da immagini rarefatte,
oniriche, eteree perché narra ricordi, che quando vengono recuperati perdono i
contorni e sfumano la concretezza. iDante inserisce caratteri di autobiografia che
rendono lo scritto un vero e proprio romanzo in cui racconta la storia del suo amore
per Beatrice, che rende possibile la sua evoluzione sentimentale, spirituale e poetica
. Se da un lato infatti il romanzo presenta tutte le caratteristiche di un racconto
autobiografico, dall’altro è una trasposizione degli episodi della sua vita elevati a
simbolo dell’esistenza perché quelle rime hanno rappresentato per Dante un
passaggio da una vita vissuta in maniera non profonda ad una in cui la sua vicenda
è trasfigurata in una visione beatifica, di salvezza.

VITA NOVA I - L’ESORDIO: IL COPISTA D’AMORE (pag.208)


Nell’esordio dell’opera, Dante mette da subito evidenzia la scrittura del testo come
memoria, genere molto diffuso nel medioevo. L’opera narra dei suoi ricordi più
antichi partendo dall’infanzia e affronta questi argomenti calandosi nel ruolo di un
copista che ha il compito di trascrivere il suo metaforico libro dei ricordi.

PARAFRASI
(In quella parte dei suoi ricordi personali) Segnati dai nove anni, i suoi ricordi
rappresentano una rimembranza degli elementi utili a mettere in luce una sua
trasformazione, l’inizio per lui di una vita nuova che sarà individuata
nell’innamoramento per Beatrice.
(dinanzi ai quali poco si potrebbe leggere) Si leggerebbe poco perché Dante era ancora
molto giovane perciò a quell’epoca nel metaforico libro dei suoi ricordi erano state
scritte solo poche pagine.
(sotto la quale rubrica...sentenzia) Dante viene a creare due livelli: un livello di allora e
quindi del ricordo e un livello di ora cioè di riflessione attuale. In questo modo prende
ricordi del passato conferendogli un significato nella misura di quel presente
in cui si trova a vivere.

CONFRONTO LETTERALE / METAFORICO


Il testo è caratterizzato dalla metafora del libro dei ricordi e dalla metafora del
copista, che richiamano in parole letterali altri significati simbolici:
- leggere = L. sfogliare le pagine del libro M. ripercorrere i ricordi
- rubrica = L. titolo del capitolo M. punto di svolta
- parole = L. parole M. ricordi
- asemplare = L. trascrivere M. lavoro di copiatura
TRAMA - PRIMA PARTE
La prima parte dell’opera inserisce tre elementi significativi : il primo incontro con
Beatrice, il sogno e malattia d’amore e la negazione del saluto.

PRIMO INCONTRO
Il primo incontro con Beatrice avviene quando Dante ha nove anni, poi i due si
rincontrano nove anni dopo che scaturirà l’episodio del sogno di Amore. In questa
prima parte l’amore è ancora un tormento interiore e fa ricordare Cavalcanti per la
sofferenza, attesa e appagamento esterno (il saluto)
Nel secondo canto della Vita Nova, Dante illustra i suoi incontri con Beatrice,
ponendo attenzione in particolare al secondo, in cui elenca gli effetti che Beatrice
provoca su di lui attraverso riferimenti astronomici (legati alla metafora e all’allegoria)
e agli spiriti interiori. Lo spirito della vita (spirito animale) dialoga con gli spiriti
sensitivi (spirito del viso,naturale). Quando lo spirito naturale piange, rivela il proprio
timore e amore signoreggia ( accostamento della poesia cavalcantiana e
guinizzelliana per gli effetti che provoca la donna) (teoria degli spiriti di Cavalcanti).
Questi spiriti sono le forze psicologiche, quello che accade nell’atterrimento, Ma
Dante filtra attraverso l’elemento della ragione e rifiuta la sensazione di atterrimento
e distruzione dell’anima.

SOGNO PROFETICO E MALATTIA D’AMORE


Amore (personificazione, elemento pagano sia del sincretismo che della poesia
cavalcantiana) appare in sogno a Dante nelle forme di un signore che incute terrore
e impone sottomissione. Nel sogno che si rivela un presagio della morte di Beatrice,
questa viene indotta a mangiare il cuore di Dante (mangiare l’amore, topos
dell’amore cortese) e successivamente viene portata via da Amore tristemente. Ecco
che in lui appaiono i segni della malattia d’amore, altro elemento cavalcantiano
d’angoscia.

NEGAZIONE DEL SALUTO


Ciò porta Dante a scegliere una donna schermo e per via delle maldicenze, ciò porta
alla negazione del saluto e quando la donna nega il saluto ,nega la salute e la
salvezza (visione cavalcantiana). Dante perciò quasi sviene alla sua vista e viene
deriso da alcune donne come narrato nell’episodio del gabbo.

TRAMA - SECONDA PARTE


Nella seconda parte, l’amore di Dante diventa disinteressato. L’incontro con alcune
donne gli fa capire che se lui ama Beatrice non dovrebbe provare dolore ma cogliere
l’occasione per elevarsi e vivere il suo amore (anche se non ricambiato) come gioia
per l’esistenza della persona amata. La sua poesia diventa quindi LODE, che riflette
sull’effetto benefico e salutifero dell’amata. Il vero cambiamento in Dante è quindi
l’amore spirituale, che non è sorretto dall’atterrimento e dalla distruzione o dal
desiderio terreno.

VITA NOVA XIX - DONNE VOI CHE SIETE INTELLETTO D’AMORE


(PAG 216)
L’incontro con alcune donne fanno riflettere Dante: perché se davvero ama Beatrice,
indulgere a note dolorose? Riconoscendo il paradosso, egli trova una tecnica nuova,
non indulge più al dolore ma cambia stile e la sua canzone diventa l’elogio di un
essere perfetto tramite cui l’anima innamorata può purificarsi ed elevarsi a Dio.
Avviene quindi, un totale superamento del dolore.

VITA NOVA XXVI - TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE (PAG. 217-220)
Nell’inizio della Vita Nova, Dante è più oscuro ma nella lode diventa un linguaggio
più limpido che rispecchia l’argomento della serenità e dolcezza.
Appaiono entrambi i concetti cavalcantiani (sospiro) e guinizzelliani (gentilezza) ma
questa volta sono fusi in una dolcezza sia di suoni che di immagini delicate e quindi
fa apparire Beatrice sia una creatura soprannaturale per il momento della
manifestazione fonte di epifani (pare), ma allo stesso tempo riesce a farla apparire
concreta nonostante i caratteri di ineffabilità perché la descrive nella purezza dei
lineamenti. Sapegno dice che l’ineffabilità di cui parlavano i poeti stilnovisti in realtà
è superata perché è messa in evidenza la manifestazione di una dea, ma nello
stesso tempo è qualcosa di evidente, vivo e immortale, è una donna nuova.
é quindi una creatura celeste ma è afferrabile, perde paradossalmente
l’ineffabilità attraverso elementi che l’uomo stesso può cogliere e attraverso
essa elevarsi.
Il nuovo modello di donna è un modello che progressivamente riconcilia la tradizione
cortese con quella cristiana, fusione che nessuno prima era riuscito ad attuare.

TRAMA - TERZA PARTE


La terza parte è la parte della metamorfosi dantesca, la maturazione della sua
persona e della sua poetica. Si apre infatti con una citazione biblica che annuncia
l’arrivo di un evento funesto: Beatrice è morta. Dante però non si sente all’altezza di
parlare di ciò. Nel frattempo compare la figura di una dama che si avvicina sempre
di più al poeta, giungendo a fargli credere che sia stata mandata da Amore a
sostituire Beatrice. Intorno alla sua figura però resta ancora molto mistero. L’episodio
che però più caratterizza la terza parte è la mirabile visione, in cui Dante vede
Beatrice seduta fra i beati, ma proprio di quest'evento si riserva di parlare quando
sarà all’altezza di tale argomento (lasciando intendere di farlo nella nuova opera, la
Commedia)
VITA NOVA XLII - LA MIRABILE VISIONE
In quest'ultimo testo, Dante nomina la sua mirabile visione in cui appare Beatrice, di
cui però si riserva di parlare più degnamente alludendo ad un’opera successiva,
augurandosi di arrivare a quel momento con gli sforzi che Beatrice continua a
seguire. Poi, si riferisce a Dio in tre momenti con rispettivamente tre perifrasi. Lo fa
augurandosi che nella decisione di Dio onnipotente lui possa vivere tanto da poter
parlare di Beatrice come di nessuna donna si può parlare, e il piacere di Dio nella
sua decisione diventa la condizione indispensabile affinché lui ne possa parlare
dopo il suo silenzio di elaborazione del lutto.
- Dante si rivolge a Dio usando le perifrasi ( tre per simbologia) perché il concetto di
ineffabilità riguarda tutta la sfera celeste, impedendo di nominare Dio.
- Con l’anticipazione di una nuova opera in cui tratterà la visione, Dante riesce a
creare un’aspettativa della storia che sta per raccontare. Alla fine della Vita Nova
però, Dante non aveva ancora in mente il progetto della Commedia: si pensa
dunque che ciò sia un’aggiunta successiva a tale idea.
- la sua conclusione del “silenzio” è frutto della sua maturazione poetica.

IL CAMBIAMENTO DELLA POESIA DANTESCA ; CONFRONTO


CON CAVALCANTI E GUINIZZELLI

Come noto, Dante appartiene alla corrente stilnovista, di cui fanno parte anche gli
altri due letterati Guido Guinizzelli e Guido Cavalcanti, caratteristici per le loro
opere in cui, come da tema stilnovista, trattano l’amore per la donna con tratti di
ineffabilità e, nel caso del secondo, riferendosi ad esso come una vera e propria
malattia che atterrisce e distrugge l’anima dell’amante.
Ebbene, come i suoi colleghi, anche Dante nella prima fase più spiritualmente e
poeticamente “acerba” tratta dell’amore e della vista della donna amata con oscurità,
dolore e sgomento. Basti pensare ai tanti riferimenti cavalcantiani nella prima parte
della vita Nova, quando dopo il sogno appaiono i segni della malattia d’amore sul
viso di Dante oppure quando rievoca la sua teoria degli spiriti nell’episodio del
saluto.
Ciò che differenza Dante dagli altri due poeti è il cambiamento della sua visione
dell’amore in strumento di elevazione spirituale e salvezza, come dimostra anche
poeticamente nella lode per l’amata Beatrice in tanto gentile e tanto onesta pare.
Egli quindi, durante il suo percorso, arriva a rifiutare i modelli precedenti e a
comprendere che l’amore non è una forza distruttiva (pars destruens) ma è una
forza costruttiva (pars costruens) nonostante il rifiuto della donna: infatti, fa del
personale rifiuto di Beatrice una forza motrice per arrivare alla salvezza.
Proprio nel sonetto prima citato, Dante decide addirittura di riprendere i temi più noti
di Guinizzelli e Cavalcanti (epifania e sospiro) e porgerli sotto una luce diversa: essi
infatti non sono più motivo di terrore ma di virtù e beltà.
In effetti, Dante aveva già accennato ad una svolta, un superamento delle poesie dei
due letterati in un sonetto in cui, seppur con poca modestia, afferma che è nato colui
(lui stesso) che supererà supererà Cavalcanti e Guinizzelli.

RELAZIONE TRA VITA NOVA E COMMEDIA

Spiccano alcuni collegamenti tra la vita nova e l’antecedente Divina Commedia.


In primo luogo, è possibile osservare come la prima rappresenti in maniera ridotta i
passaggi che Dante realizzerà nella seconda. Inoltre, in entrambi i poemi egli deve
far fronte a delle tappe, che siano gli eventi della sua vita o ascesa tra i diversi mondi
ultraterreni.
Un altro aspetto fondamentale che crea un legame tra i due scritti è la fine della Vita
Nova. Egli in breve annuncia che parlerà di ciò che ha visto in un’altra opera,
anticipando quindi un’altra idea. In realtà però si crede che questa parte sia stata
aggiunta soltanto quando Dante avrebbe avuto già in mente la stesura della
Commedia stessa con il Paradiso, anche se resta innegabile la relazione tra i testi.
Infine, come nella Vita Nuova che nella Commedia, la figura di Dante è scissa in
due: Dante- autore, che ha già vissuto e racconta con mezzi sicuri, e il Dante-
personaggio, colui che vive nel precedente momento della narrazione e che
fronteggia gli eventi.

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